“Se qualcuno sta facendo un “brutto viaggio” [con il peyote], è importante stargli vicino e rassicurarlo parlando lentamente e con dolcezza, facendo presente che ciò che la persona vede non è propriamente ‘reale’. Se la situazione persiste o peggiora (con perdita di conoscenza, tremori incontrollati o convulsioni) è il caso di chiamare immediatamente una ambulanza.”
Adesso che si discetta qui della New Age e del Messico, non c’è quasi nessuno che arrivi da Google cercando gli argomenti di cui stiamo parlando. Mentre continuano a cercare furiosamente Antonio Caracciolo o Piero Marrazzo (e pensate quanti altri riferimenti a Marrazzo, più visibili e interessanti, ci saranno in rete).
Io la interpreto così. La politica simbolica (“prof negazionista!” “Berlusconi va con le escort!” “Calderoli insulta i musulmani!” “musulmani vogliono toglierci il crocifisso!” “politico di sinistra va con le trans!”) è il campo legittimo delle risse su Internet. Chi vuole la propria dose quotidiana di adrenalina, corre tutti i giorni sui motori di ricerca a cercare queste cose, e a dire la sua.
Invece l’immenso tema dell’immaginario diffuso occidentale – che chiameremo qui neospiritualismo [1] – è qualcosa su cui non si polemizza. Il perbenista laicista lo osserva in genere con un sorriso di superiorità: che vuoi discutere con gente che crede al potere delle piramidi?
Se io però metto i comunisti, i fascisti, i sionisti e i musulmani convinti tutti insieme in un paniere, il loro numero sarà insignificante rispetto a quello dei cultori del neospiritualismo [2]: praticanti di energobiopsicoterapie, membri di ordini paracavallereschi, lettori di Coelho, esaltati del Dalai Lama, metallari sataneggianti, portatrici di cristalli e mille altre cose.
Sarà pure tutta fuffa, ma questa gente ha un peso enorme sul mercato alimentare, medico, librario e turistico.
Non sono però abituati a litigare. E’ difficile confutare la loro affermazione fondamentale, che si potrebbe esprimere all’incirca così: “credo a ciò che mi fa sentire bene“. Litigare, poi, turba i chakra.
Un mondo quindi che non è visto e non vede, ma esiste. E agisce.
Nell’incessante fame di Altro, l’immaginario neospiritualista ha cercato di saziarsi con l’Egitto, con il Tibet, con l’India, con i Celti, nonché con la vita extraterrestre.
Come le spiagge intatte che vengono scoperte, godute e abbandonate non appena si popolano di alberghi, gli Altrove cambiano continuamente.[3]
In tempi recenti, l’Altrove più coltivato (nel senso minerario della parola) è quello dei nativi americani, a loro volta divisi in due grandi categorie: Sciamani a Contatto con la Natura e Misteriose Antiche Civiltà.
A differenza degli irraggiungibili Celti e degli extraterrestri, i Nativi Americani (in senso lato) esistono oggi, e il neospiritualismo ha avuto un impatto enorme sulla loro vita reale.
Per secoli, gli Huichol (Wixárika) della Sierra Madre Occidental in Messico -poco più di 40.000 persone, discendenti di gente fuggita ai lavori forzati nelle miniere spagnole – hanno vissuto all’interno di un complesso politico, economico, linguistico, mitico e rituale inestricabile e unico al mondo. Un complesso che comprendeva anche l’uso, in alcune particolari cerimonie, di un raro cactus denominato peyote, teoricamente illegale ma tollerato dalle autorità, e che richiede fino a trent’anni per maturare.
Improvvisamente, la terra degli Huichol è stata invasa da bianchi – in grandissima parte italiani – a caccia di peyote, ispirati dalla lettura dei romanzi di Carlos Castaneda. Romanzi che parlavano peraltro degli Yaqui, diversissimi culturalmente dagli Huichol, e che non consumano peyote. Questa massa di cercatori bianchi è entrata nella comunità chiusa degli Huichol, esigendo di venire iniziati come sciamani e richiamando l’attenzione della poco tenera polizia messicana sui Wixárika.
Luca Tarenzi, autore non a caso di opere di “urban fantasy“, ci racconta una simpatica storiella, pubblicata sotto il titolo La sciamana del deserto dalle Edizioni Età dell’Acquario. Proprio la casa editrice messa in piedi a suo tempo dal Conte Bernardino Del Boca, l’incredibile fratello del più posato storico piemontese: diplomatico italiano, teosofo, collezionista di beni culturali altrui, militante omosessuale quando di certe cose ancora non si parlava, in contatto diretto con entità denominate Zoit che scorrazzavano per il giardino della sua villa a Singapore e fondatore del Villaggio Verde.
Almeno nel racconto di Luca Tarenzi, “Doña Maria” è una “italiana del nostro Sud” che “dopo un’adolescenza difficile e un matrimonio sbagliato,” viene “iniziata alle arti sciamaniche incentrate sull’uso del peyote e diventa in poco tempo uno dei pochissimi sciamani non nativi riconosciuti dagli Huichol.” La sciamana italica ha fatto prontamente ritorno in Italia: vivrebbe infatti ad Arona, dove scrive romanzi e insegna come “arrivare all’autoconoscenza” anche con “l’uso delle erbe di potere, come il peyote“.
Siamo ovviamente liberi di credere che gli Huichol abbiano riconosciuto questa signora italiana, “unica europea”, come sciamana, in base alla sua pseudonimica autocertificazione e a quanto scrive un autore di urban fantasy;ma è difficile pensare che lei si sia integrata al mondo simbolico Huichol:
“Di norma, chi non è nato Huichol non può mai diventare Huichol. Per quanto siano sinceri, rispettosi, desiderosi di ricevere insegnamento, non potranno diventare sciamani Huichol e non impareranno dal peyote ciò che il peyote insegna agli Huichol. Il peyote non è semplicemente un mezzo per trascendere temporaneamente, grazie alla sua complessa chimica, i limiti della condizione umana, ma serve in maniera molto pratica come forza generatrice di cultura, che riecheggia i valori religiosi in temi ricorrenti che si trascendono in visione, dalla parola ai miti e ai canti, le azioni nei rituali e nelle cerimonie e le credenze che permeano ogni livello della coscienza individuale e collettiva degli Huichol”.[4]
Oltre a “Doña Maria”, ci sarebbe anche un certo Brant Secunda, sciamano Huichol dagli occhi azzurri nato nel New Jersey, entrato nel giro mondiale grazie a un altro statunitense di nome Paul C. Adams, che preferisce però chiamarsi Prem Das (induista o messicano, sempre indiani sono).
Brant Secunda, autore di Fit Soul Fit Bodies. 9 Keys to a Healthier, Happier You,[5] ha avuto una visione sciamanica nel 2002 che l’ha portato a fondare un‘impresa dedicata al commercio del cioccolato, la Shaman Chocolates.
Commossa, una certa Antonella Riem Natale scrivedel suo incontro con Brant Secunda:
“Cosi’ sono li’ a Verona quando lo vedo arrivare da lontano, circondato da un’aura tremolante nell’aria. Quando mi passa accanto posso sentire una specie di brivido della “forza”, come Luke Skywalker la chiama in “Guerre Stellari”.
Il brivido e’ persistente, come un superficiale elettro-shock, come una soffice emozione, come un’incresparsi dell’acqua, una leggera ebbrezza nelle ossa, come un benvenuto legato a tanto tempo fa, un ritorno a casa, la sensazione: “Si, siamo di nuovo qui!””
La signora Antonella Riem Natale trae questa morale dal suo incontro con lo sciamano del New Jersey:
“Siamo ancora legati alle nostre tradizioni, ricordiamoci, non dimentichiamo chi realmente siamo.”
La signora Antonella Riem Natale, così attaccate alle sue tradizioni, salvo improbabili casi di omonimia, non è una contadina Huichol, ma è pordenonese e preside della facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università di Udine.
I reduci del Grande Saccheggio degli Huichol imperversano per l’Italia: oltre ad “autentici sciamani” che conducono sedute a base di peyote nel Chianti o in Umbria, c’è pure chi ha aperto la Birreria El Peyote a Padova o la Discoteca El Peyotedi Villasimius:
“Discoteca EL PEYOTE; sita nella fantastica meta turistica di VILLASIMIUS, propone una formula unica e innovativa per trascorrere della serate piacevoli e divertenti con la possibilità di gustare fantasiosi cocktails e l’emozione unica di ballare sui famosissimi tavoli tipici latino-americani a ritmo di ottima musica.”
Ma forse meglio di tutti è la Disco El Peyote di Genova:
“Locale avveniristico: saremo in fondo al mare o sulla luna? Sempre pieno nei weekend dj set e divertimento.”
Una ragazza Huichol, dopo aver trovato la legna, parte alla ricerca del suo Vero Sé
Note:
[1] Un termine più inclusivo di “New Age”. Il termine fu coniato da René Guénon, nel contesto della sua particolarissima visione del mondo; ma crediamo che sia fondamentalmente corretto, in quanto riporta le radici del fenomeno, non agli anni Settanta, ma all’esplosione di massa dello spiritismo (spiritualisme in francese) a metà Ottocento.
[2] I neospiritualisti non hanno certamente una tessera. Si può avere un’idea molto approssimativa del loro numero guardando qualche diffuso sintomo comportamentale. Ad esempio, secondo un’indagine Istat del 2005, otto milioni di italiani, pari al 13,6% della popolazione, ricorrono a qualcosa vagamente chiamata “terapie non convenzionali”.
E l’Italia è all’ultimo posto, pare:
“Numeri in ogni caso molto inferiori a quelli stranieri: a guidare la classifica delle nazioni “amiche” delle cure non convenzionali è la Francia (ne fa uso il 49 per cento della popolazione), seguita da Germania (46 per cento), Regno Unito (35 per cento), Belgio (31 per cento) e Paesi nordici (25 per cento circa).”
[3]Anche se con un bizzarro processo di accumulazione, che somma i meridiani dell’agopuntura cinese ai chakra indiani, ad esempio.
[4] Peter T. Furst and Stacy B. Schaefer, People of the Peyote: Huichol Indian History, Religion and Survival, 1997, p. 510.
[5]La pubblicità del libro spiega così l’essenza della cultura degli Huichol, almeno vista dal New Jersey:
“Che tu ti stia allenando per una gara sportiva o vuoi semplicemente migliorare la qualità della tua vita e il modo in cui ti senti a proposito di te stesso, Fit Soul, Fit Body riguarda tutto ciò che ti fa essere, beh, TE”.