Noto affettuosamente tra gli amici come Gollum, Andrea Ronchi – caso unico, credo, tra i ministri alle politiche comunitarie d’Europa a non conoscere lingue straniere – è diventato da un po’ di tempo l’islamologo ufficiale dello stato italiano.
Andrea Ronchi, senza aver fatto nemmeno una telefonata prima al sindaco, è andato a Genova per sposare la campagna del solito comitato di quartiere contro la costruzione di una moschea. Il comitato viene definito "bipartisan" da Andrea Ronchi, ma i consiglieri comunali che lo dirigono sono Gianni Plinio (AN), Matteo Rosso (FI) e Rosario Monteleone (UDC).
"Credo che sia superfluo dirlo, ma ci tengo che sia la premessa: non diciamo no alla moschea di Genova per opporci alla multireligiosità o alla libertà di culto"
esordisce Andrea Ronchi.
Con questa superflua premessa in stile "non sono io a essere razzista, sono i negri che puzzano", Andrea Ronchi parte per spiegare per quale motivo non va bene la moschea.
In sostanza, spiega, chi non vuole bombe su Gaza, non deve pregare.
Infatti, afferma Andrea Ronchi, l’imam Salah Husein di Genova "ha partecipato a manifestazioni contro Israele" e "non ha partecipato all’incontro in sinagoga nella Giornata della memoria". Persino il giornalista gli fa notare che l’imam era assente giustificato, essendo appena stato operato di appendicite.
"Non possiamo accettare chi mette in dubbio il legittimo diritto di Israele a esistere, chi insulta i nostri valori, la nostra identità, il Santo padre, chi teme la trasparenza"
dice Andrea Ronchi tutto insieme. Non ci fa sapere in che modo Salah Husein avrebbe insultato il "Santo Padre", la laica definizione che Andrea Ronchi adopera per definire l’attuale capo di stato del Vaticano.[1]
In cambio, però, Andrea Ronchi ci assicura che esistono i Musulbuoni:
"Dico no a questa moschea, per le preoccupazioni che porta con sé. Non preoccupazioni nostre, non solo nostre almeno. Gli stessi islamici moderati aderenti al Coreis hanno forti dubbi".
La Coreis (Comunità Religiosa Islamica) è una piccola loggia di cultori di René Guénon[2], tutti rigorosamente italiani, raccolta attorno all’ex-pianista da navi di crociera e militante savoiardo, Felicino Pallavicini [3] detto "Abd al-Wahid".
Felicino Pallavicini va molto fiero del suo titolo di "Cavaliere di Malta", più precisamente del "Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme" .
Uno dice, va bene l’ecumenismo, ma proprio un ordine che è vissuto per secoli facendo la guerra ai musulmani… Nessun problema, i veri cavalieri di Malta non c’entrano niente.
Ci permettiamo un piccolo excursus, da appassionati collezionisti di personaggi come il fiero imperatore Tiberio di Campobasso e la creativa imperatrice Aprile Gelsomina in Puoti nonché il saggio e simpatico sovrano Francesco I Barbaccia di Poggibonsi, personaggio degno di Saint Exupéry.
Esistono varie organizzazioni che portano il nome dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, tutte accomunate da un inconfondibile stile grafico-letterario [4] e dalla derivazione di un gruppo nato molti decenni fa negli Stati Uniti, nella ridente e minuscola cittadina di Shickshinny in Pennsylvania. La confusa storia di questa ghiotta dispensa di titoli si può leggere qui. Se poi siete morbosi e volete sapere come il fondatore (che aveva sfruttato un titolo registrato da un defunto ordine massonico, pur non essendo lui stesso massone), un certo Charles Louis Thourot Pichel, sia stato condannato per traffico di droga prima ancora che la droga andasse di moda, vi concedo di leggere qui.
E se amate il genere Grande Complotto Nazista, potete leggere qui, nei limiti ufologici di certe costruzioni paranoiche, le accuse mosse a Charles Pichel di aver cercato di farsi nominare rappresentante di Adolf Hitler per gli Stati Uniti.
Certamente, l’organizzazione ha messo insieme frange cattoliche tradizionaliste ed evangeliche, come denunciano proprio i cattolici tradizionalisti.
Aggiunta: Nel post originale seguiva qui un excursus sulla personalità di Thorbjorn Paternò Castello,attualmente "protettore" di un’organizzazione denominata "Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cavalieri di Malta", che ha lo stesso nome quindi dell’organizzazione che avrebbe iniziato Felicino Pallavicini.
In seguito è emerso che Felicino Pallavicini non fa parte dell’organizzazione di Thorbjorn Paternò Castello, bensì di un‘altra organizzazione omonima ma in lite con quella di Thorbjorn Paternò Castello, e su cui ovviamente ritorneremo appena avremo maggiori informazioni.
Per cui i riferimenti a Thorbjorn Paternò Castello diventano irrilevanti in questo contesto.
Chiudiamo la parentesi paranobiliare, e torniamo alla Coreis.
La Coreis è stata abbandonata dai membri più colti, quando Felicino Pallavicini ha deciso di trasmettere il gruppo in eredità al proprio figlio, Sergio "Yahya" Pallavicini; e oggi il gruppo consiste soprattutto in un piccolo gruppo di convertiti italiani, certamente non all’altezza della sfida che si propongono.
Che è di una portata notevole.
I musulmani in Italia sono, nella grandissima maggioranza, migranti.
In media, i migranti lavorano più degli italiani, e i loro redditi da lavoro dipendente sono assai più facili da controllare. Nella remota eventualità che qualche organizzazione islamica riesca a stipulare un’intesa con lo stato, potrebbero quindi versare una somma non indifferente nel conto dell’otto per mille. E comunque, grazie al loro numero, lo stato e gli enti locali si trovano a versare cifre di una certa entità per una vasta serie di cose che riguardano l’Islam.
La Coreis – in armonia con tutto il centrodestra – insiste in maniera martellante sulla necessità di costruire un "Islam italiano", con prediche in lingua italiana, con la necessità di "conoscere i valori italiani". E chi meglio di un gruppo costituito esclusivamente da italiani può assicurare tanta italianità?
Non a caso, il Coreis in questi mesi ha nominato "imam" praticamente tutti i propri soci.
Allo stesso tempo, la destra punta a realizzare un obiettivo assolutamente contrario alla Costituzione (articoli 19 e 20), ma non per questo irrealizzabile: plasmare l’Islam in Italia sul modello dei regimi mediorientali. Dove il dittatore, il sultano o il militare di turno decide chi può aprire un luogo di preghiera e chi no.
In pratica, ciò significa autorizzare una o al massimo due associazioni islamiche "riconosciute", con i loro "albi degli imam" decisi sostanzialmente dai vertici, in collaborazione con il ministero degli interni.
Non è indispensabile una vera e propria legislazione in tal senso: basta che si concedano licenze edilizie solo alle "organizzazioni riconosciute" e si minaccino i recalcitranti di espulsione o di carcere, in base a una delle tante e vaghe leggi associative presenti e future. E comunque si faccia capire chiaramente che quando l’aspirante imam indipendente chiederà la cittadinanza italiana, gli verrà negata dietro l’insindacabile parere delle forze dell’ordine.
Ma lo stesso Andrea Ronchi spiega il concetto molto meglio di noi:
"la nostra volonta’ e’ quella di integrare ma per integrare bisogna espellere tutti coloro che non lo vogliono fare.”
I candidati per gestire l’Islam in stile mukhâbarât egiziane sono due: la Coreis, forte della sua italianità, e l’Unione dei Musulmani in Italia (UMI), emanazione diretta del "Ministero per gli Affari Religiosi" di Sua Maestà il re del Marocco.
Non sarebbe il primo caso di commistione di retorica patriottica con interferenze estere: in Francia, ad esempio, a formare gli imam con i soldi del contribuente ci pensa un immaginifico accordo tra la Grande Moschea di Parigi, sotto il diretto controllo del governo algerino, e l‘Istituto Cattolico di Parigi, che dal nome non sembra particolarmente adatto. E infatti, l’Istituto Cattolico, con i soldi del governo francese, non si occupa della teologia – compito dei servizi segreti algerini – ma di tenere corsi per gli imam "sulla democrazia, i diritti umani e la Repubblica francese".
Cioè, la Repubblica Laica per eccellenza, fondata sull’anticlericalismo, paga dei cattolici per insegnare ai musulmani i valori della République.
Note:
[1] Forse Andrea Ronchi si è confuso con l’attuale portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, che quando era segretario del Partito Radicale proclamò:
"Occorre dire che le politiche che la Chiesa propone sono politiche di morte. Vale per l’eutanasia, vale per la terapia del dolore, vale per la libertà di ricerca, vale per la demografia e per la non contraccezione. Nessun talebano ha mai concepito nulla di così vasto e di così mortale. Oggi le proposte della Chiesa dove sono adottate o ove lo fossero sono o sarebbero responsabili di stragi quali quelle dei campi di concentramento elevate a potenza".
[2] Il complesso pensatore francese René Guénon non ha mai fondato una setta, ma il suo pensiero ha ispirato molti liberi individui, in ambito anche non massonico, delle più diverse tendenze. Però, non poche sette sono state fondate, alquanto abusivamente, in suo nome.
[3] Nessuna parentela con l’omonima famiglia nobiliare romana.
[4] La regola generale per riconoscere l’autenticità di un titolo cavalleresco o nobiliare: chi nasce signore, non ha bisogno di raccontarlo in giro. Tantomeno, di ARRABBIARSI IN LETTERE MAIUSCOLE se qualcuno gli contesta il titolo. Sia detto da qualcuno che non ha certo titoli di alcun tipo, tranne quello di traduttore di manuali tecnici.
ormai la leggo ogni giorno.
E’ un piacere.
Complimenti
Massimo C.
Massimo C.?
ಠ_ಠ
Persino Cacciari legge Kelebek… impressionante…
Rock & Troll
magari il giornalista poteva far notare a gollum che alla moschea ci potrebbe pure andare un camallo senegalese che se ne sbatte di Israele, che è più italianizzato di lui e al quale sta pure simpatico il vecchio benedetto…
roberto
«E chi meglio di un gruppo costituito esclusivamente da italiani può assicurare tanta italianità?»
Sto morendo dal ridere da che ho letto questa geniale osservazione…
L’idea di nominare rappresentanti islamici che dialoghino col governo e che mediano con le popolazioni islamiche in Italia è buona, ma, certo, se anziché fare esprimere le popolazioni, i requisiti per sceglierli sono questi … beh a questo punto è più adatto… il Papa!
Pgls.
I “migranti” (ma una volta che sono emigrati dal loro paese e immigrati in questo, perchè continuare ad utilizzare il participio presente?) lavorano più degli italiani? Curioso dato: ma lo fanno per una tara genetica oppure è solo questione di cultura? Notevole poi che debbano venire fino in Italia (esponendosi a quelle pericolose traversate) per mostrarci la loro efficienza, quando potrebbero applicare tutto questo zelo nei loro paesi di nascita. oltre che migranti, direi che sono anche estremamente zelanti.
Un saluto salutante
Per un saluto salutante n. 5
Vabbene, si potrebbe anche dire i “migrati”, ma suona strano.
Temo che tu abbia frainteso quello che ho detto.
Ho detto che in media (statisticamente) i migranti (o migrati) lavorano di più degli italiani.
Perché i migranti vengono in Italia per lavorare. E quindi mancano (o sono decisamente pochi rispetto alla media italiana) gli anziani, gli invalidi, i bambini, le casalinghe.
Non vado adesso a controllare le statistiche, ma facciamo conto che lavori il 60% degli italiani e lavori invece il 90% dei migranti.
Inoltre, il migrante (in regola) in genere ha una busta paga facile da controllare per il fisco. In media (statisticamente) ci sono più italiani che svolgono qualche libera professione che sfugge più facilmente ai controlli.
Chiaro che le cose cambieranno con il tempo, ma il quadro adesso mi sembra quello.
Miguel Martinez
Al padrone di casa. N. 6
Certo, adesso i “migranti” lavorano più degli italiani, lo dice uno che in fatto di lavoro se ne intende. Domanda: lo dici perchè lo sai o perchè è vero? Nella prima ipotesi, sei sicuro di saperlo? Nella seconda, e se poi invece fosse vero che non è affatto vero?
squelch
Per squelch n. 7
Se sai leggere l’italiano, leggiti il commento n. 6 e riformula la tua domanda in maniera sensata.
If you don’t know how to read Italian, there are a lot of other blogs out there.
Miguel Martinez
E la chiami statistica, mettendoci dentro anche il nonno e il bebè. Il cane e il gatto no?
Certo che vengono per lavorare, poi ci sono anche quelli che vengono per altri motivi e perfino i turisti. Sei molto scaltro nel girare le frittate, peccato che quella che tu vuoi far apparire statistica per arrivare a concludere che i migranti lavorano di più degli italiani sia una bufala.
E’ più corretto dire che in rapporto al numero assoluto della popolazione, la percentuale dei migranti tra la popolazione che costituisce la forza lavoro è più elevata rispetto a quella dei lavoratori italiani, non che gli uni lavorano più degli altri che, in italiano, è tutta un’altra cosa.
Il commento precedente era mio, ovviamente. E’ che mi capita di mettere il mio nick in alto e poi mi dimentico di rimetterlo sotto.
squelch
Per squelch n. 9
Il cane e il gatto non hanno il codice fiscale.
Il nonno e il bebè sì.
Per il resto, hai detto esattamente quello che ho detto io, per cui non capisco di cosa ti lamenti.
Miguel Martinez
Grazie Miguel per la risposta onesta e paziente, al mio intervento un po’ provocatorio (sono il numero 5, “saluto salutante”). Leggo spesso il tuo blog pur essendo abbastanza lontano dalle tue posizioni, e lo trovo accurato, divertente, ONESTO (mi ripeto) ricco di spunti, ben scritto, piacevole.
Insomma, ce ne fossero di teste pensanti come la tua, staremmo certamente meglio. Il punto è che, a mio modesto parere, hai un’impostazione del tutto sballata e miope riguardo al tema centrale dell’ultimo scorcio di secolo passato e di quello attuale: la questione migratoria. Declinando a cazzo di cane questa, ne coseguono una serie di piccoli slittamenti, e la polvere d’oro si perde nella sabbia. Peccato.
Comunque complimenti di nuovo. Tornerò senz’altro a leggere.
Suona strano che una persona così perspicace non colga la differenza tra quanto hai detto tu e ciò che ho detto io. Non sono esattamente la stessa cosa.
Che poi la percentuale di stranieri lavoratori sia più alta è puramente un dato che non significa altro.
Anche la percentuale di “migranti” che delinque è dieci volte più alta, ma qui temo che ci addentreremmo su un terreno molto ostile, dove sicuramente i nostri punti di vista sono del tutto divergenti.
Squelch
Per Squelch n. 13
Fai confusione tra questioni morali e questioni economiche.
Questione morale: giudizi su “lavorare sodo”, “delinquenza” ecc.
Questione economica: anche se i musulmani in Italia possono sembrare relativamente poveri, un eventuale “otto per mille” a un’eventuale “chiesa islamica” (ossimoro voluto) renderebbe abbastanza, per i motivi che ho detto.
E quindi fa gola.
Questo era il senso del mio ragionamento.
Miguel Martinez
Per Saluto salutante n. 12
Grazie a te.
Io non nego affatto l’importanza della questione migratoria.
Così come rispetto i migranti molto arrabbiati, non disprezzo nemmeno per partito preso chi ha paura dei migranti. Sebbene anch’io sia in qualche modo un migrante.
Semplicemente, ritengo che il movimento di esseri umani – che ha una serie di conseguenze anche disastrose, ma non solo – sia una parte minore e inevitabile di un altro movimento, ben più ampio: che è quello dei capitali e delle merci.
Comunque quando vuoi, discutiamone, come vedi, su questo blog i commenti sono assai vari.
Però scegliti un nome fisso con cui firmare i tuoi interventi, perché facilita la comunicazione (va benissimo uno pseudonimo, ovviamente).
Miguel Martinez
sarebbe interessante chiedere ai signori della Coreis cosa ne è stato della costruenda moschea di Via Meda in Milano, per la quale ricevettero finanziamenti sia dalla Lega Islamica Mondiale (saudita) che da un altro ente benefico islamico degli emirati.
Attualmente la sala di preghiera, e sede della confraternita grazie alla quale Yahya si può fregiare del titolo di imam di Milano, è l’unico luogo di culto islamico al quale si accede solo su invito.
Ma non è in questione se gli immigrati lavorino davvero o no, se sono delinquenti o no, la questione è se gli interlocutori del governo debbano essere una minoranza di singolarissimi italiani oppure piuttosto gruppi religiosi che davvero o siano espressione della maggior parte dei musulmani che a vario titolo risiedono in Italia, oppure almeno gruppi vasti capaci di avere un seguito nel vasto mondo dell’immigrazione, che, nel bene o nel male, rappresenta la “base” della popolazione islamica in Italia.
Che poi non lo si voglia fare, perché si ritengono gli immigrati musulmani più pericolosi dei magrebini atei è tutt’altro paio di maniche, ma ci può ben chiedere che senso abbiano allora certe proposte di “astratta integrazion”.. gollum gollum..
Plgs
Una cosa sulla laicissima Francia e sull’Istituto cattolico:
Per quanto paradossale, il fenomeno è diffuso in tutto l’occidente: in Inghilterra quello che ha proposto di introdurre alcune norme della sharia nella legislazione, è stato il liberale Vescovo di Canterbuy (proprio quello che assomiglia a Gandalf…), in Italia, ad essere favorevoli all’partura delle Moschee sono attivamente alcuni Vescovi, seguiti a ruota dall’impegno di molte associazioni cattoliche, etc..
Tutto questo sarà di certo “ecumenicamente” lodevole, ma si pone su un piano che è paradossale – come giustamente Martinez fa notare – e mostra un equivoco nella ripartizione dei compiti tra religione e stato nella nostra società… di islamismo io so molto ´poco, ma mi chiedo come possa fare un musulmano, abituato da sempre alla unicità del fenomeno religioso, a penetrare una tale astrusa situazione?
Se gli mettiamo pure le prediche in italiano…
Pgls
Squelch,
— Anche la percentuale di “migranti” che delinque è dieci volte più alta —
Da dove hai preso questa statistica?
Z.
Anch’io mi chiedevo la stessa cosa.
Colgo comunque l’occasione per farmi altre domande.
E costituzionale istituire per decreto, delle ronde di cittadini con il compito di presidiare il territorio in accordo con i comuni con evidenti funzioni in materia di ordine pubblico?
E’ costituzionale la facoltà che si concede ai medici di poter indagare sullo stato di chi si presenta perchè malato, per poterlo poi denunciare come clandestino con tutto quello che ne consegue?
Curare i malati senza distinzione di razza, religione, nazionalità, lavoro svolto o reddito posseduto, diventa un’opzione come tante altre o invece una vera e propria violazione dei diritti umani più elementari?
riformulo:
Curare i malati senza distinzione di razza, religione, nazionalità, lavoro svolto o reddito posseduto, diventa un’opzione come tante altre ? e chiedere informazioni particolari da trasmettere alle diverse autorità non diventa invece una violazione dei diritti umani più elementari?
Maria,
Maria,
per valutare la legittimità o meno delle “ronde”, certo un’idea particolarmente odiosa, bisognerebbe saperne di più: girano armati? che poteri sono stati conferiti ai componenti?
Quanto alla facoltà per i medici di denunciare i clandestini onestamente non saprei. Per me è già ingiusto che i medici abbiano facoltà di sporgere denuncia – con tanto di scoop da fornire, dietro lauto compenso, al quotidiano locale – qualora ravvisino un possibile reato commesso (ad esempio, in caso di pazienti colpiti da arma da fuoco o che abbiano assunto stupefacenti).
Z.
zeta,
no non gireranno armati perchè, a quanto ho letto sui giornali ,un emendamento di felice casson l’avrebbe impedito.
Ho il testo del decreto che però è composto di 39 pagine, magari più tardi darò una scorsa per vedere se mi riesce di individuare la norma riguardante le ronde che avrebbero il compito di segnalare episodi di grave disagio sociale o di pericolo per la sicurezza pubblica. Ora non ci mancano che gli psicologi in camicia verde!!
Comunque se trovo qualcosa di più preciso lo segnalo.
maria
Grazie Marì 🙂
Nel frattempo attendiamo le statistiche…
Z.
“E costituzionale istituire per decreto, delle ronde di cittadini con il compito di presidiare il territorio in accordo con i comuni con evidenti funzioni in materia di ordine pubblico? ”
Direi di ni. Nel senso che non vedo niente di incostituzionale nel PERMETTERE ronde di cittadini ecc. purché naturalmente non abbiano la facoltà di pestar gente a capocchia e siano disarmati.
In generale, pur non apprezzando le ronde, non le trovo particolarmente sconvolgenti. Sono le ALTRE parti del decreto che mi preoccupano.
—-Squelch: Anche la percentuale di “migranti” che delinque è dieci volte più alta —
>Da dove hai preso questa statistica? Z.< Da “La Padania”, naturalmente:-) P.S. Lo sai che il caro Squelch non ci onorava della sua presenza qui quando abbiamo sviscerato l’argomento, sgombrando il terreno dall’interpretazione statistica alle vongole di cifre peraltro reali. Pertanto, non ti accanire su un lettore de “La Padania”, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa!:-)
Con la presente si formula diffida ai sensi vigenti leggi stampa e norme che regolamentano i blogg, a rimuovere tempestivamente ogni allusione vagamente diffamatoria nei confronti della giornalista prof Yasmin Gelsomina Aprile von Hohenstaufen Puoti,Ex General Manager del Readers Digest, il cui certificato anamnestico riporta inequivocabilmente il cognome Hohenstaufen (doppia cittadinanza) onde operare un distinguo con i personaggi di cui si parla.La stessa non ha mai venduti titoli o cavalierati e pertanto ogni riferimento o accostamenti a tipi inquietanti, risuona offesa .
Uff Comunicazione
Fondazione Longobarda
E’ arrivata ad imperversare pure qui…
Sul ramo rivale di Paternò Castello e del falso Cavalierato di Malta, si veda Basilio Calì, inquisito pure per mafia
lo SMOM prese distanze da tutti questi falsi cavalierati con ‘ sedi americane’
http://dilatua.aduc.it/forum/falsi+cavalieri+malta+giro_11524.php
http://www.siciliaunopolis.com/2013/07/lepidemia-dei-falsi-ordini-dei.html