Non sono mai stato bravo a scrivere recensioni, per cui preferisco citare un brano piuttosto lungo del libro (pagine 17 e 18), e poi commentarlo.
"A Ponte Sisto, a Roma, nell’oltrepassamento del fiume Tevere (a suo tempo riconosciuto quale divinità fondante dell’Urbe), si può assistere ad una scena che spiega meglio di Oswald Spengler la morfologia dell’epoca che attualmente si squaglia (si squaglia peggio delle acque reflue dell’isola Tiberina).
Lungo il pittoresco percorso del ponte perdono il loro tempo dei punk-a-bestia. Sono dei giovanottoni che un giorno devono pur essere stati alti, biondi e baffuti (verosimilmente di origine vichinga), ma adesso se ne restano stravaccati con addosso le loro bestie di gran lunga più dignitose, indifferenti alla questua cui s’ingegnano stancamente i loro padroni.
Questi fanno quello che qualifica i cosiddetti ‘giovani ribelli’: chiedono soldi, non avendo punto intenzione di lavorare.
Ebbene, un poco più avanti, quasi a preservare con la distanza la fetida presenza dei biondoni, impettiti ed eleganti, dritti come fusi, ad attendere al commercio delle loro mercanzie sullo stesso ponte, ci stanno dei senegalesi, veri e propri opliti della migliore età dorica.
Magari potremmo proporre un happy end capovolto, ma siamo certi che saranno gli africani ad ereditare l’aristocrazia dello spirito, e per giunta con il gran colpo di fortuna dell’Africa e di tutto il mondo estraneo alla civilizzazione: non aver l’obbligo di essere Occidente."
Il brano è interessante per molti motivi; ma in particolare, per quello che ci rivela sulla dicotomia "destra" e "sinistra". E sulla distinzione tra piano concreto e piano immaginario.
Fermiamoci un attimo. Dunque, a dar retta ai cultori assoluti della dicotomia, ci sarebbe un immaginario di destra; un immaginario di sinistra; un concreto di sinistra; e un concreto di destra. Che non fanno due, ma quattro cose diverse, che si possono ricombinare in vari modi.
L’immaginario di Pietrangelo Buttafuoco è lontanissimo dall’immaginario della sinistra italiana (altra storia la sinistra in India, America Latina o Turchia).
Questo approccio farebbe subito classificare l’autore come l’opposto della sinistra, e quindi di destra. E certamente nel suo approccio vi è qualcosa di familiare, ad esempio, a tanti militanti di Azione Giovani o altri movimenti che di destra rivendicano proprio l’etichetta.
Però la somiglianza che potremmo definire stilistica maschera una differenza concreta. Detta in poche parole, la destra reale parte dal presupposto del "noi". "Noi" non ha bisogno di una particolare definizione, né di alcuna giustificazione: noi siamo noi e a voi non vi vogliamo, oh.
Anche se, alla maniera della Fallaci, persone-noi che non sono artisti, non sono poeti e non sono scienziati, amano ammantarsi di un po’ di fuffa autoincensatoria fatta di Giotto, Dante o Einstein.
Attorno a questo nucleo di "noi", la destra reale estende una barriera attorno a "casa nostra", per escludere i rifiuti umani che il "nostro" stesso benessere genera: ecco che nostrismo, società dei consumi e xenofobia si intrecciano inseparabilmente. Questo è il motivo per cui io combatto la destra reale.
Le immagini di Buttafuoco colpiscono al cuore proprio la fantasia del "noi"; e di conseguenza abbattono l’intero castello della destra reale, usando un linguaggio di fronte a cui la destra è disarmata. In un colpo solo, Buttafuoco scippa loro la nobiltà, e li lascia nelle plebee mutande dell’italico medio.
Sospetto che le parole di Buttafuoco diano a molti "di sinistra" (certo non a tutti) più fastidio delle parole dei propri politici quando difendono i Centri di Permanenza Temporanea o chiedono il rifinanziamento della spedizione afghana. Perché l’immaginario in cui si impacchettano simili nefandezze è sempre calibrato per l’orecchio democratico.
Questo vuol dire che le differenze concrete sono state omologate a tal punto, da lasciare solo quelle simboliche, che assumono un’importanza abnorme: i linguaggi, le bandiere, le fantasie, le "memorie storiche" e tutto il resto diventano la discriminante cruciale.
Però le scelte concrete ti obbligano a stare, o di qua o di là. O sei a favore dell’invasione dell’Afghanistan, o sei contro. O stai con gli americani (e gli italiani) che bombardano, o stai con gli afghani che resistono. Il giudizio è quindi netto.
Ma l’immaginario riguarda le profondità insondabili di ognuno di noi, dove convive misteriosamente di tutto. E lì le scelte, le censure, le discriminazioni, somigliano piuttosto al rifiuto di usare l’occhio destro o quello sinistro per guardare il mondo.

Partigiani afghani su un Humvee americano catturato, 27 novembre 2008
Buttafuoco è fascista dichiarato. Assai deluso dalla svolta di Fiuggi. La sua concezione della società è quella fascista, in senso quasi etimologico: un insieme di soggetti accomunati dagli stessi valori, che si uniscono in unicum (il fascio, per l’appunto) includente tutti coloro che condividono i valori ed escludente tutti gli altri. Sono ovvie le analogie quasi totali con il concetto di stato comunità. In quest’ottica il connotato etnico è irrilevante ed il razzismo non ha senso: la comunità ha origine da fattori ideali e non “genetici”.
Per Buttafuoco, quindi, l’occidente non è un valore in sè, ma un contenitore di valori che -a suo dire- mostra fin troppe falle e perdite. Per il fascista di stretta osservanza l’importante è che l’umanità sia indirizzata verso l’ordine e la forza. Ritenuti gli unici mezzi certi per garantire la conservazione e la perpetuazione della società.
Per questo motivo Buttafuoco ha intrapreso la sua liason con l’Islam: religione non di pace, preponderatamente virile e che ha già dato ottime prove di sè come elemento aggregante. Non credo che Buttafuoco sia un caso isolato.
Giuseppe
Per Giuseppe n. 1
Va bene, ma a parte il mondo onirico di Buttafuoco, come si posiziona lui rispetto a:
– precariato
– privatizzazioni
– spese militari
– espulsioni di stranieri
– centri di permanenza temporanea
– chiusura di campi rom
– basi militari straniere in Italia
– arresti arbitrari di oppositori
– impedimento ai musulmani di aprire luoghi di culto
– leggi “speciali” e reati di associazione e di opinione
Tu evidentemente lo conosci meglio di me, io non so come Buttafuoco la pensi sulle cose che ho elencato, ma credo che sia importante ricordare come la politica sia fatta di scelte concrete.
Quali che siano le sue motivazioni personali, a me interessa sapere cosa pensa di queste cose qui.
Miguel Martinez
Di Buttafuoco ho letto le opere narrative ed alcuni articoli di stampa.
L’autore dovrebbe essere favorevole all’apertura di nuove moschee. Come ho detto egli dimostra di apprezzare molto l’Islam; o almeno quello che lui percepisce come tale.
Sul resto posso dirti quale dovrebbe essere la posizione di un fascista “puro”, ossia che ritiene di ispirarsi al fascismo degli anni ’20. Questo non comporta che Buttafuoco la pensi necessariamente così:
-contrario alle privatizzazioni, perchè sottraggono beni allo Stato.
– favorevole alle spese militari, perchè contribuiscono alla sicurezza dello Stato.
– contrario alle basi militari straniere, perchè violano il territorio dello Stato e, poi, sono americane e quindi retaggio della sconfitta nella II guerra mondiale.
– quanto alla posizione sugli stranieri, CTP, Rom ed espulsioni, ritengo che un fascista nel senso prima descritto, possa esservi favorevole o contrario a dopo aver valutato l’assimibilità dello straniero nella società.
– Sul cd. “precariato” un fascista non può che assumere posizioni contrarie. Basta vedere la disciplina delle corporazioni.
– Sui reati di associazione etc. ritengo che la posizione sia contingente al momento storico: prima di prendere il potere si è contrari, dopo se ne ravvisa l’utilità…
Giuseppe
>Però le scelte concrete ti obbligano a stare, o di qua o di là. O sei a favore dell’invasione dell’Afghanistan, o sei contro. O stai con gli americani (e gli italiani) che bombardano, o stai con gli afghani che resistono. Il giudizio è quindi netto.< Io sto con gli afghani che resistono. Ai talebani:-)
Buttafuoco mi ha sempre fatto pena.
Le ultime opere me lo han fatto cadere ancora più in basso…
Fra l’altro i motivi per cui apprezza l’Islam sono gli stessi per cui una persona intelligente dovrebbe detestarlo…
Saluti
JZ
Concordo con il #3 di Giuseppe.
Per Giuseppe n. 3
Un elenco abbastanza plausibile, direi.
Credo che Bondi potrebbe farne buon uso per dire che Berlusconi non è fascista 🙂
Miguel Martinez
Di Berlusconi si possono dire tante cose, tranne che sia fascista.
Attualmente, nell’arco costituzionale, il politico che si avvicina di più al modello mi pare essere Di Pietro.
Tuttavia, essendo Di Pietro il perfetto politico postmoderno, non credo che ai suoi atteggiamenti corrisponda una base ideoligica veterofascista.
Giuseppe
ciao Martinez, scusa non c’entra con il tuo post ma volevo segnalarti questa discussione e invitarti a partecipare
http://scaloni.it/popinga/lislam-e-compatibile-con-la-democrazia/#comments
Malih
Ariconcordo col #8 di Giuseppe
Giuseppe,
— Sul resto posso dirti quale dovrebbe essere la posizione di un fascista “puro”, —
Il fascista “puro”, come più volte ha ammonito il Dux Mea Lux, non esiste e non è mai esistito 😉
A parte questo, il punto credo sia un’altro:
la politica si fa con i “dovrebbe essere”, con le ideologie studiate su tomi polverosi, con le etichette da Massimi Sistemi da stampare in fronte ora a questo e ora a quello o esprimendo punti di vista su casistiche più concrete?
Perché, a conti fatti, se sia più giusto definire Buttafuoco “fascista”, “nazista” o “islamonazicomunista” non mi pare un interrogativo che desti maggior interesse delle discussioni sul sesso degli angeli 🙂
Z.
Chi sia più fascista tra Berlusconi, Fini o Di Pietro. Chi sia il più di sinistra tra Vendola, Ferrero e la Bindi. Chi sia più liberista tra D’Alema, Bersani o Tremonti.
Quesiti da Settimana enigmistica a Ferragosto, simpatici ma fini a se stessi e alla lunga stucchevoli.
Sono tra quelli che sostengono che le categorie di destra e sinistra sono obsolete e inadeguate. Non perché, qualunquisticamente o tecnocraticamente, “i problemi sono gli stessi” (sottointeso: quindi anche le soluzioni), ma perché è un banale dato di fatto che i riferimenti simbolici e reali siano saltati più o meno tutti.
Nell’era del marketing politico, un Rutelli si trasforma da radicale ad ambientalista a socialdemocratico a democristiano secondo la bisogna. Un Fini utilizza, peraltro con risultati sempre inferiori alle (sue) attese, dichiarazioni ad alto impatto mediatico (sui gay o sulla Chiesa, per esempio) per collocarsi alternativamente un po’ più a destra o un po’ più a sinistra.
I politici hanno sempre mentito, recitato. Ma nell’era dell’immagine, è pressoché impossibile distinguere tattica e strategia, mezzi e fini, posizionamento di marketing e revisione politica.
I guru del marketing teorizzano da tempo il passaggio all’era della pura emozione: prima cercavano di venderci dei prodotti, poi dei servizi, oggi delle sensazioni. Quindi la Volvo non ti vende un’auto, ma la sensazione di libertà; la Barilla ti vende il calore familiare. Le pubblicità non celebrano, ma alludono, evocano. Non dico nulla di nuovo. Non stupisce che la politica faccia lo stesso: non dà sicurezza, vende la sensazione di sicurezza. Oppure, che è lo stesso, vende la sensazione più pura e ancestrale: la paura. In economia non contano i prezzi, ma l’inflazione percepita. E così via.
In un contesto del genere, che senso ha rincorrere classificazioni? E pensabile una corrispondenza tra definizioni teoriche ed esseri politici che sono proteiformi ed evanescenti? Per me Berlusconi è in molti aspetti più fascista di Fini. Se non fosse che Fini non esiste, è un ologramma, un prodotto politico virtuale che cambia a seconda delle esigenze del mercato. E viceversa. Quindi, di cosa stiamo parlando?
La grande discriminante dovrebbe essere quella che propone Miguel. In base alle scelte concrete dovrebbe essere facile distinguere un politico di destra da uno di sinistra. Ma non è così, ammesso e non concesso che si possa definire a priori destra e sinistra e a posteriori assegnare un politico all’una o all’altra. Perché se prendiamo a caso una manciata di istanze chiave (es. fisco, scuola, guerra, bioetica, ambiente) la trasversalità delle posizioni è tale che non riusciremo a trovare mai una forma di aggregazione stabile.
C’è poi un’ulteriore complicazione, a mio parere. E cioè che oltre alla dimensione onirica alla Buttafuoco (i neri che raccolgono l’aristocrazia dello spirito) e quella reale delle scelte concrete (i negri nei Cpt o a raccogliere i pomodori) ce n’è una terza, che non saprei come chiamare, attinente al modo con cui sono trattati gli immigrati. Penso tipicamente alla Treviso di Gentilini, dove le scelte concrete (servizi di accoglienza, politiche di integrazione, abitazione ecc.) sono probabilmente molto più “progressiste” che altrove, ma vengono al contempo vigorosamente contraddette sul piano simbolico e comunicativo (via le panchine dalla piazze, i clandestini “presi a fucilate” ecc.). E’ una dimensione di cui non sono certo di cogliere il senso, a meno che non sia l’ennesimo esempio della scollatura tra immagine e realtà.
Val
x Malih (#9)
Ti ho dato una mano io:-).
Per Giuseppe n. 8
Perbacco, hai ragione su Di Pietro. Ma lo vedo lontano da Buttafuoco: Di Pietro è decisamente un nostrista.
Miguel Martinez
Per Val n. 12
Un intervento stupendo, condivido in pieno.
Miguel Martinez
Per Malih n. 9
Ho pochissimo tempo, e il tema è di enorme importanza.
Islam conciliabile con democrazia?
Non ho capito cosa si intende per “Islam” né cosa si intende per “democrazia”.
Islam come insieme di testi?
Islam come vite individuali e concreti di milioni di persone?
Islam come ciò che ognuno pesca dentro l’immenso patrimonio islamico per fare i propri interessi?
E democrazia?
Potere del popolo, contrapposto al potere del denaro e delle armi?
Un’amministrazione delle faccende correnti, dove la libera concorrenza tra due immense ditte politiche per il mercato elettorale rispecchia la libera concorrenza tra immense ditte economiche?
Chiaramente il secondo sistema è inseparabile da un sistema economico capitalistico, con tutte le sue conseguenze antropologiche: e nulla che non sia consumabile è compatibile con un sistema capitalistico.
Miguel Martinez
Miguel,
ho letto Le uova del drago, quando uscì e scrissi un po’ di appunti per un mio amico, mi permetto di postarli perchè forse si possono rintracciare alcuni spunti per la discussione che state facendo e che non riguarda soltanto Buttafuoco.
maria
Il libro , Le uova del drago, ha un intreccio complicato, vi si mescolano fiction e storia che Buttafuoco ha desunto da conversazioni, documenti, fotografie…. curioso l’espediente narrativo di chiamare con nomi saraceni i protagonisti siciliani, Bradamante, Agramante, carlo magno, con riferimento anche al teatro dei pupi….
Perfido, per la sinistra:-), quando mostra l’intreccio di potere fra comunisti “dirigenti” e alleati, aristocratici, preti, mafiosi, massoni, nella Sicilia liberata dagli angloamericani che Buttafuoco considera ultimi invasori in ordine di tempo, e non a torto, se guardiamo alla storia secolare della Sicilia, invasori stupidi, all’occorrenza crudeli mossi da ragioni geopolitiche e da interessi che riguardavano già allora il petrolio e il potere, come oggi, e qui parlando di
vicenda sanguinosa attuale , si riferisce all’Iraq senza nominarlo, il risultato di quella così’ lontana dice in sostanza Buttafuoco.
Distinzione tra comunisti per così dire dirigenti, vedere pagine della riunione in casa dell’avvocato carlo magno, borghese di sinistra, e il popolo fra cui contadini, disoccupati che muoiono ammazzati anche ora ,dopo essere stati liberati ,come quei sette popolani senza lavoro appunto davanti alla Porta D’Orleans e da chi , dai fedelissimi di Badoglio, da “un rimasuglio di battaglioni italiani della Divisione Sabauda.”, il 6 gennaio 1944. (pag. 201).
Vedere anche la descrizione poco attraente del partito d’azione siciliano. Il popolo siciliano è tagliato fuori ma come potrebbe essere diversamente? Straordinarie le pagine dove si fanno le liste per salvare dalla galera i compromessi con i nazisti e i mafiosi ,rimpatriati con l’aiuto degli americani ,che si riprendono l’isola
Situazione opaca di caos politico e militare, mi viene in mente il film I due marescialli, con due esilaranti Totò e Vittorio De Sica, sorpresi dall’armistizio dell’8 settembre 1943, in una serie infinita di gags, di equivoci su chi è il nemico, con Totò, finto carabiniere del regno… .
Storia tragica e farsesca che sento molto italiana, ma di farsa nel libro di Buttafuoco ce n’è poca
Nelle uova del drago, ci sono ammirazione del valore militare, del coraggio nella battaglia, rispetto dei caduti, quel rispetto che fa ammutolire, penso io, chiunque entri nel sacrario di El Alamein, ci sono stata, alla vista di quelle migliaia e migliaia di piccole lapidi senza nome, rispetto sempre stato appannaggio della destra che lo ha però trasformato in disgustoso patriottismo; ma nel libro l’ammirazione è molto mirata, è verso i soldati tedeschi, verso gli islamici venuti da Gerusalemme , definiti grandi soldati che stupiscono per audacia e forza, gli stessi tedeschi che pure hanno stupito il mondo, e la diffidenza, direi quasi lo scherno sia pure letterario, ha come obiettivo gli angloamericani ma anche i “comunisti” isolani…
Un libro “fascista” per certi versi ma direi bello anche per la sua scrittura, che si oppone a tutta la letteratura della Resistenza, e che oggi è di attualità per le note vicende internazionali, chi sono i terroristi, chi sono i resistenti, per cosa si combatte , non certo soltanto per la libertà, una riflessione sulla guerra, sulle sue infinite possibilità, ignobili e meno ignobili……
Val: mi sa che sul modello trevigiano ti sbagli. Se lo si applica ad altre zone del Veneto, invece, forse hai colto un punto importante. L’integrazione magari (in parte) c’è, ma per chi vota potrebbe essere importante che non si abbia sul piano SIMBOLICO.
Almeno per la mia limitata esperienza nordestina.
Scusate, il 18 era mio da sloggato.
Fal.
È che buttafuoco sbaglia clamorosamente bersaglio. Tratta quei punkabbestia (a parole) come i razzistelli trattano (a volte anche a fatti) le cosiddette “zecche”. In caso di bisogno, chi ha soldi lascerà i punkabbestia al loro destino e si comprerà uno splendido esercito d’opliti senegalesi o di qualunque altra razza, anche italica. Forse che bush è andato di persona a combattere in iraq e afghanistan come fecero i re greci e troiani in omero? Per non parlare dei racconti classici che proprio il brutto di corpo e volto socrate era invece un oplita straordinario. Buttafuoco dice però bene una cosa, che gli africani non hanno obblighi (morali, penso) d’essere occidente. Difatti l’occidente per loro è stata un’imposizione. Ma mi chiedo, e qui sta la domanda, al di là d’influenze a cui è difficile sottrarsi, che obblighi (morali) abbiano noi d’essere occidente? La mia risposta è: nessuno.p
>>che obblighi (morali) abbiano noi d’essere occidente? La mia risposta è: nessuno
su questo sei d’accordo con i pancabbestia.
quoto Ritvan #4, che si diverte a mettere la sabbia nei meccanismi onirici di Miguel (fondamentalmente identici a quelli di Buttafuoco).
giusto per rincarare le dose, io sceglierei di stare con LE afgane che vogliono andare a scuola per compiere il delitto di imparare a leggere e scrivere. Delitto contro chi?
Francesco
Francesco,
— su questo sei d’accordo con i pancabbestia. —
Certo, ma solo nel senso che i punkabbestia non hanno obblighi morali di sorta 🙂 Per quel poco che ho potuto constatare, non è che di Occidente e Oriente gli importi granché…
Z.
Per Pietro n. 20
Sui punkabbestia… io cito Buttafuoco perché è interessante, non perché io sia d’accordo con lui.
Esiste una tendenza piuttosto diffusa a destra di prendersela con piccoli gruppi di sfigati, e Buttafuoco – anche se non invoca alcuna violenza – sembra fare così anche nei confronti dei punkabestia.
Quindi non condivido l’implicita condanna di Buttafuoco nei loro confronti.
Non conosco poi realmente il loro mondo. Ho però il sospetto che sia un giro molto individualista e narcisista, una pseudo-comunità di elezione, cose che trovo molto occidentali.
Miguel Martinez
Sarà che in quelle parole di buttafuoco ci leggo l’eterno ulisse che bastona l’eterno tersite; e io sono tersite mica ulisse, a voler rimanere nell’immaginario greco. Gli astuti e versuti ulissi d’oggi poi non hanno manco bisogno d’essere eroi, alla fine è questo che disturba buttafuoco: appaltano anche quella funzione a terzi in “outsourcing”. Gli ulissi massacratori e misuratori di crani massacrati da cui fu fatta quest’italia anche dei romualdi a cui s’abbeverava il giovane buttafuoco. Ma a sinistra posso trovare una strofa di canzone come questa a ricordo dei tersite del sud:
E quann’o pigliano ‘ncopp’a muntagna
more senza paura, senza rimpianto,
e quanno ‘e ppigliano dint’e paise
diceno: quann’e bello murire acciso.
Musicanova, a la muntagna: http://it.youtube.com/watch?v=Uks71–HCDE&feature=related
p
grazie RitvanShehi per “l’aiuto”.
grazie anche a Miguel per i preziosi suggerimenti
in casi come questi sento tutto il peso enciclopedico della mia ignoranza
Malih
MM,
— Quindi non condivido l’implicita condanna di Buttafuoco nei loro confronti. —
Io sì, eccome 🙂
Z.
>grazie RitvanShehi per “l’aiuto”.Malih< Non c’è di che: sempre pronto a difendere la religione dei miei avi da ingiuste diffamazioni.
>…in casi come questi sento tutto il peso enciclopedico della mia ignoranza< Ignoranza? Caro mio, in confronto a quei palloni gonfiati di quel blog che scrivono “Musulmani”, con la maiuscola (per non parlar del resto delle loro cazzate), tu sei Pico della Mirandola!:-)
In tutte queste discussioni, il punto è sempre definire che cos’è Occidente.
Perchè Martinez quando pensa a “Occidente”, pensa a cose diverse da quelle a cui penso io, per esempio.
Quindi: contro quale occidente siamo, e quale occidente vogliamo?
x #28
la risposta alla domanda e’ proprio sotto…, basta leggere bene il commento e meditarci su..
Occidente Oriente Nord Sud – Cartesio .. umanistica.. popoli.. individualita’.. storia.
x 28
oserei chiosare dicendo che quando parla di Occidente Miguel gioca a ridurlo ad un particolare e farlo valere per il tutto. Credo sia colpa di Marx, almeno metodologicamente, dell’idea di poter cogliere l’essenza di un fenomeno storico e considerare il resto accessorio, secondario, trascurabile.
Poi Miguel è un moralista, per cui le sentenze vengono tranciate di netto, con una lama di scimitarra o di ghigliottina, in questo caso darei la colpa al puritanesimo.
Quel che manca a Miguel è la cultura cattolica 🙂
Francesco
“Quel che manca a Miguel è la cultura cattolica :)” Francesco
Quale cultura? Quella che fa dare alla gente dei buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio, perché non può dare il cattivo esempio? *__°
Sardina
@ Mariak
Le Uova del Drago è solo la dimostrazione concreta della coglionaggine di Buttafuoco.
Oltre all’apologia del pluricitato “sant’Uomo di Gerusalemme” che voleva avvelenare le acque di Tel Aviv per far fuori più giudei possibile, spaccia per “valorosi” gli arabi al soldo dei nazisti che invece, secondo testimonianze storie, eran delle mezze seghe dal punto di vista militare e organizzativo.
Alla faccia di chi li vorrebbe simili agli europei a tutti i costi
Saluti
JZ
x Sardina
quella che insegna ad amare gli uomini anche se sono discoli, ad avere pazienza, a non scagliare la prima pietra perchè nessuno è senza peccato.
saluti
Francesco