Rifiuti nascosti

Paul Polansky è un poeta statunitense, che ha scelto di vivere tra i Romà ancora rimasti nel Kosovo, dopo la grande pulizia etnica del 1999.

Traduco qui due dei suoi testi.

Non è importante lo specifico dei rapporti tra albanesi kosovari e rom  che ne emerge. E’ che questi testi spiegano meglio di mille articoli la misteriosa relazione tra l’orrore del presente e i Romà.

RIFIUTI NASCOSTI

Uno zingaro senza casa
mi ha chiesto di dargli un passaggio
a quello che era stato il suo villaggio
in cui tutte le case dei rom
erano state bruciate.
Voleva vedere
se gli albanesi
avevano distrutto
anche la pietra tombale di suo padre.

 

Le tombe dei rom erano vicine alla discarica del villaggio. Bottiglie di plastica, lattine, fornelli e frigoriferi abbandonati erano ovunque. Anche se i romà erano musulmani come gli albanesi, agli zingari veniva permesso di seppellire i loro morti solo vicino alla discarica.

Restai seduto in macchina, mentre il mio passeggero si faceva strada attraverso l’erba alta verso la tomba di suo padre.

Qualche minuto dopo, quattro uomini albanesi arrivarono in macchina e si fermarono accanto al mio furgone. “Cosa stai facendo?”, chiesero.

“Sono venuto qui per buttare i miei rifiuti”, risposi.

Annuirono, poi se ne andarono, senza vedere i miei rifiuti nascosti tra le erbacce.

PARADISO E INFERNO

Il momento in cui sono stato
più vicino a intravedere la luce del paradiso
è stato quando ho visto la luna
che sorgeva
sopra il tetto ricoperto di tegole
di una casa zingara
a Preoce.

Il momento in cui gli abitanti di quella casa sono stati più vicini a vedere i fuochi dell’inferno fu quando la NATO bombardò il loro orto.

Come tanti altri missili da un milione di dollari, quel missile non scoppiò.

Uccise soltanto
un vecchio gallo
che non la smetteva mai di cantare
alle tre
di mattina.

Non è sempre un guaio quando l’America ti bombarda l’orto.

romni-chhai

 

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15 risposte a Rifiuti nascosti

  1. utente anonimo scrive:

    Bellissima la seconda.

    A patto di toglierla dal tuo sito, dove perde il suo per diventare l’ennesima antiamericanata.

    Peccato.

    Ci stiamo allontando, forse l’universo è troppo piccolo perchè riusciamo a perderci di vista.

    Francesco

  2. RitvanShehi scrive:

    >Non è importante lo specifico dei rapporti tra albanesi kosovari e rom che ne emerge. kelebek< Ma no, quando mai, si dice così per dire, due chiacchiere al bar fra amici:-). “Anche se i romà erano musulmani come gli albanesi, agli zingari veniva permesso di seppellire i loro morti solo vicino alla discarica.Paul Polansky”.
    Quant’è bello prendere per oro colato tutto ciò che ci fa piacere sentire, e riversarlo direttamente dalle orecchie alla tastiera senza farlo passare pei neuroni.

    Domandine-ine-ine:

    1. Durante il regime comunista i villaggi non avevano discariche: o come hanno fatto i cari rom a sapere il punto esatto in cui sarebbe sorta la discarica del villaggio ed eleggere tale punto come loro cimitero?

    2. Fino al 1999 in ogni villaggio del Kosovo comandavano i serbi. Erano loro che decidevano dove, come e quando uno andava sepolto: che in quel villaggio e solo in quello ci fosse una segreta alleanza serboalbanese a danno de li morti rom?

    3. Dai fetentissimi e merdosi (in senso letterale, si vedevano certi stronzi-stronzi nelle chiese abbandonate) reportages di Socci quando era alla RAI e fino ad oggi non ho mai visto un giornalista, cronista o altro chiedere qualcosa a un albanese nel Kosovo. Mai. Solo monaci e pope serbi disperati, rom a cui i kattivi albanesi designano il cimitero accanto alla discarica (o la discarica si forma accanto al cimitero rom, vedi sopra) e chi più ne ha più ne metta. La domanda è: ma pure gli amerikani antibush seguono questo merdoso metodo d’indagine?

  3. RitvanShehi scrive:

    P.S. (o domandina-ina-ina n.4, se preferisci).

    All’ameregano – probabilmente ancora affetto dal complesso di colpa per quel che i suoi antenati avevano fatto a certa gente dalla pelle scura in certi campi di cotone – passerebbe mai per l’anticamera del cervello il sospetto che magari furono i rom a volere cimiteri separati? O che magari quella fosse stata una decisione condivisa da entrambe le etnie, seppur a modo loro di fede musulmana entrambe? No, eh, gli ameregani non hanno mai dubbi: o sparano missili o granitiche kazzate (e a volte entrambe).

  4. utente anonimo scrive:

    Quoto Ritvan n. 2 e 3 (potrebbe benissimo essere) soprattutto quando dice: “No, eh, gli ameregani non hanno mai dubbi: o sparano missili o granitiche kazzate (e a volte entrambe).” 🙂

    Ciao Sardina

  5. iperhomo scrive:

    Ritvan è persona degna di fede. Non c’è motivo di dubitare di quanto afferma, circa quanto è più o meno casa sua.

    Quanto a Miguel, bellissimi versi e ancor più bella quella bambina. Dove l’hai scovata?

  6. PinoMamet scrive:

    A onor del vero però nel testo non si dice che la costrizione per gli zingari di seppellire vicino alla discarica risalga al periodo del regime comunista, e neanche che questo succeda in tutti i villaggi del Kosovo.

    Si dice solo

    “Le tombe dei rom erano vicine alla discarica del villaggio… Anche se i romà erano musulmani come gli albanesi, agli zingari veniva permesso di seppellire i loro morti solo vicino alla discarica.”

    Si parla di UN villaggio, e di UNA discarica.

    Quindi, possono benissimo essere vere tanto la testimonianza del poeta americano, quando le considerazioni di Ritvan.

    Ciao!!

  7. RitvanShehi scrive:

    Caro Paolo, a onor del vero bisogna dire che del ruolo MILITANTE (ovvero, detto in volgave “falsificatore” della realtà)dell’arte in genere e della poesia in particolare ci hanno lasciato immortali testimonianze galantuomini come Lenin, Stalin e Zdanov.

    Fare il finto ingenuo vedo che ti dona molto. E anche fare i bisex (o neutri) col culo degli altri è un bell’esercizio retorico. Allora senti questa mia poesiola “militante”, composta a mo’ di Dacia Valent:-) e dimmi se ti piace e se ti piacerebbe che girasse per il mondo a imperitura gloria del Belpaese di oggi:

    “Un ebreo senza casa*

    mi ha chiesto di dargli un passaggio

    a quello che era stato il suo villaggio

    in cui tutte le case degli ebrei

    erano state bruciate.**

    Voleva vedere se gli italiani** avevano distrutto anche la pietra tombale di suo padre.

    Le tombe degli ebrei erano vicine alla discarica del villaggio. Bottiglie di plastica, lattine, fornelli e frigoriferi abbandonati erano ovunque. Anche se gli ebrei erano cittadini italiani a loro veniva permesso di seppellire i loro morti solo vicino alla discarica**.

    Note segretissime e non pubblicate:

    * L’ebreo era senza casa in Italia perché la sua ce l’aveva in Israele (o negli Stati Uniti o in Culonia).

    ** Si tratta di fatti avvenuti durante la Repubblica di Salò.

    Ciao

    Ritvan

  8. PinoMamet scrive:

    Ehm…

    non è che faccio il finto ingenuo, Ritvan, è che ho fatto caso alla parte in prosa.

    Su quella in poesia, devo darti ragione, in effetti.

    Ciao!

  9. RitvanShehi scrive:

    >Ehm… non è che faccio il finto ingenuo, Ritvan, è che ho fatto caso alla parte in prosa.

    Su quella in poesia, devo darti ragione, in effetti. Ciao! PinoMamet< Ah, ecco, tiro un sospiro di sollievo:-), mi pareva ben strano specie se detto da te, ma non si sa mai, a volte prosa e poesia kelebekiana (nonché dei suoi amici) hanno strani effetti altamente suggestivi sulla gente non munita di robuste dosi di scetticismo, come il sottoscritto, nonché in questo caso anche di miglior conoscenza dei luoghi e delle loro vicende storiche, come sottolineava Ipo (a proposito, grazie Ipo!). Ciao
    Ritvan

    P.S. Sempre a proposito di mezze verità a sfondo razzistico alla rovescia, sul blog di Sherif (*) ho dovuto sorbirmi la citazione del solito occidentale “progressista” che va in paesi esotici a bersi come l’acqua fresca le minchiate che gli racconta il solito cialtrone paraculo di turno.

    Insomma, questo agronomo italico col pallino dell’ecologia, probabilmente innamoratosi degli zingari albanesi “ecologisti” che ripulivano l’ambiente da lattine e ferraglie varie (ovviamente non a scopo ecologico bensì per venderli e campare:-)) tanto s’innamorò che riportò paro paro come Vangelo quel che gli disse l’autoeletto capo di una ONG fantasma di zingari, un certo Guralì Mejdani, che campa grazie al ben noto “chiagne e fotti” senza dover raccogliere lattine, coi soldi che le ONG straniere rombeneficienti gli passano perché elevi al cielo la dignità calpestata del Glorioso Popolo Rom. Racconta il Mejdani e si beve l’agronomo italico in viaggio ecologico:

    “In Albania, fino all’ultimo evento bellico mondiale,vigeva la pena di morte….Il problema più grosso per le autorità giudiziarie era quello di trovare l’esecutore materiale di tali sentenze, perché, tra la popolazione albanese vigeva l’uso di vendicare la morte di un parente con l’uccisione di colui che l’aveva provocata..I governanti dell’epoca trovarono la soluzione: l’incarico di boia veniva assegnato ad uno Zingaro che, essendo considerato un sub-umano, non era ritenuto passibile di tale ritorsione.”

    Abbastanza logico e convincente per il Cittadino Italico Medio, no? E invece no. Il fatto è vero, la spiegazione del ongista rom chiagnente e fottente è falsa.

    Cito dalla mia risposta:

    ..La “vendetta” era circoscritta all’area nord-nordest del paese, alle regioni montagnose ove si applicava il Kanun. Il resto del paese era governato esclusivamente dalle leggi dello Stato e non esisteva la vendetta (o faida, che dir si voglia)…In Albania NESSUNO è o è mai stato considerato “sub-umano”. Anzi, il vocabolo corrispondente a “sub-umano” non esiste proprio: qualsiasi alunno delle scuole albanesi lo potrebbe confermare (esiste, invece il corrispondente di “sovrumano”).

    Dalla faida erano escluse le donne, i bambini, gli infermi di mente, I PRETI e tutti quelli che non portavano armi.(**)O che forse anche i PRETI erano considerati “sub-umani”??!!

    La verità è molto più semplice e banale. Siccome il kanun della vendetta aveva una valenza squisitamente TERRITORIALE (tanto che chi aveva commesso un omicidio al nord spesso e volentieri “emigrava” al sud, fuori della “giurisdizione” del kanun e non poteva più essere perseguito dai famigliari della vittima) bastava eseguire le sentenze al difuori dei territori del kanun e il boia era al riparo da ogni eventuale ritorsione. Per non parlare del fatto che un cappuccio nero in testa (come soleva in altri paesi, basta usare un po’ di raziocinio, eh!) poteva rendere il boia anonimo.

    (La spiegazione del fatto è ) che a quel tempo, per radicata e storica tradizione a un albanese, soggetto o meno al kanun, ripugnava uccidere un uomo disarmato e legato, e per di più dietro compenso. Con tutti i cappucci neri del mondo, la sua famiglia, i suoi parenti l’avrebbero comunque saputo. E per loro quell’uomo sarebbe stato un “uomo senza onore” disprezzato ed evitato. Pertanto, solo rom (ed anche jevgjit-similrom stanziali) che non si facevano tanti scrupoli in materia potevano accettare quel tipo di “lavoro”. Che per di più aveva un ottimo rapporto salario/fatica, che per un rom che si rispetta non guasta mai:-).

    (*) Da: http://www.haloscan.com/comments/sceriffopoli/1794152388827275310/

    (**) cfr. alla Biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna, fondo Baldacci: MONOGRAFIA UNICA 1941 “Codice di Lek Dukagjini ossia Diritto consuetudinario delle montagne d’Albania”.

    / P. Stefano Cost. Gjecov ; tradotto dal P. Paolo Dodaj ; a cura di P. Giorgio Fishta e Giuseppe Schiro ; introduzione di Federico Patetta. – Roma : Reale Accademia d’Italia, 1941. – 327 p. ; 25 cm.(Centro studi per l’Albania )

  10. utente anonimo scrive:

    …ecco…la zingara mimetizzata al filo d’erba vicino alla tomba fra le immondizie, é lei stessa un po’ filo d’erba e un po’ fiore con preghiere selvaggie sui petali…ecco…la zingara che mangia raggi di luna e si fa ipnotizzare dalle stelle, nessuno puo’ darle o no qualcosa senza che le nuvole acconsentano…le vicissitudini terrestri la sfiorano senza toccarla perchè quando danza e anche quando non danza è sempre in cielo gipsypricipessa nello spazio infinito. La sua ricchezza è una rosa, il suo profumo è l’intensità di un’altro cielo…ciao!!!wadhuda…ops!!!!!

  11. RitvanShehi scrive:

    Cara wadhuda…ops!!!!!, forse anche tu ti sei distratta un momento leggendo la “poesia”…ti faccio umilmente presente che il testo non è cambiato, quello che striscia fra l’erba è sempre unO zingarO, non unA zingarA.

    Sai, ci tengo a precisare, se non altro perché non venga qualcuno a dire che i bieki kosovaroalbanesi, dopo aver costretto i rom a fare il loro cimitero dove dopo la caduta del comunismo doveva sorgere una discarica e dopo aver selvaggiamente sbriciolato a morsi le pietre tombali dei rom defunti, hanno cominciato a tagliare il pisello ai rom maschi e costringerli a mettere tette finte e girare in gonnella:-).

    Ciao

  12. utente anonimo scrive:

    si,sono sempre distratta, ma so che lo zingarO lo vedi, ma la zingarA è MIMETIZZATA al filo d’erba, é filo d’erba e fiore e con occhi impropi non la puoi vedere; si ha come la sensazione che ci siano soltanto un prato… Ciao wadhuda

  13. JohnZorn scrive:

    Il cognome mi puzza 🙂

    E’ uno di quei begli ebrei antisionisti che piaccion tanto all’Ucoii?

    JZ

  14. RitvanShehi scrive:

    >Il cognome mi puzza 🙂 E’ uno di quei begli ebrei antisionisti che piaccion tanto all’Ucoii? JZ< Polansky dici? Mah, sarà anche ebreobuono:-) (come Allam è il “musulbuono” per eccellenza) ma non ho trovato sue elegie sulla miserrima sorte dei palestinesi. Pare sia specializzato solo in chiagne-e-fotti sui rom.
    Ciao

  15. Ritvanarium scrive:

    Animo Kelebek, animo …

    i 260 milioni di euri i Savoiardi li daranno probabilmente agli Zingh _pardon: ai Rom _…

    Come ben saprai, gli Zingh _pardon: i Rom_ sono tutelatissimi in Italia più che in ogni altro Paese al Mondo per le Garantigie di Elena di Montenegro, l’ unica nobildonna che ebbe il fegato di sposare l’ insulso “Re Sciaboletta I” 😉

    ciao

    DavidRitvanarium

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