Il "socialismo reale" è stato un fenomeno di immensa importanza.
Al di là della fuffa retorica e teologica che il socialismo reale stesso produceva, al di là delle sciocchezze paranoiche scritte nel mondo non comunista, credo di averne capito qualcosa soprattutto grazie al libro La caduta dell’impero del male, del geniale, acido, ironico matematico sovietico, Aleksandr Zinov’ev.
Un libro che da una parte demolisce le giustificazioni teoriche che il socialismo reale dava di se stesso, i suoi fantasmi di legittimazione, dall’altro ne descrive i lati positivi – ed erano molti – sotto un punto di vista completamente inatteso.
Ma tra le mille cose che conteneva il socialismo reale – una categoria in cui possiamo comprendere anche il PCI italiano – c’era anche un efficace meccanismo per liquidare il dissenso, basato sull’autoesaltazione paranoica. Siamo in guerra e quindi dobbiamo essere molto disciplinati. Chi esce dalle righe è un traditore.
Va bene, queste cose le conoscete, o per esperienza personale, o perché la propaganda di destra non esita a tirarle fuori ogni volta che può. Ma quello che la propaganda di destra non dice, è che questo meccanismo per schiacciare il dissenso è sempre servito, nel PCI italiano, per coprire qualunque compromesso.
L’altro giorno, sul treno, il segretario regionale toscano del PdCI, tale Nino Frosini, ha dato un pugno in faccia al senatore Fernando Rossi. Non perché Rossi avesse fatto qualcosa di destra: che so, non ha votato per il taglio delle pensioni, o per costruire una base militare americana nel Colosseo. No.
Il senatore Rossi è colpevole di non aver voluto buttare bombe in testa agli afghani. E per questo, è diventato un traditore della sinistra.
Frosini è entrato per caso nello scompartimento di Rossi:
"I due, ex compagni di partito, si riconoscono. Pochi secondi di silenzio. Poi Frosini rimette il biglietto in tasca e dice ai suoi:
«Andiamo via, che io con questo qui non ci voglio stare». Rossi risponde: «Ma dai, vieni qui non fare il coglione. Che ti sei bevuto il cervello anche tu?».
I due si avvicinano, a portata di sberla. «Non mi rivolgere la parola pezzo di merda, ti dovresti vergognare, vuoi rimandare su Berlusconi?» "
Questo meccanismo viene spiegato molto bene da Michele Corsi (ma leggetevi tutto il suo articolo, è importante ):
"Uno degli elementi tipici che caratterizzano noi "base" della sinistra è la cultura del "meno peggio".
Questa cultura non riguarda affatto una supposta differenza tra "sinistra radicale" e "sinistra riformista", una divisione ormai piuttosto giornalistica: tutti ci siamo dentro. Non si tratta di un difetto genetico, ma di un residuato bellico dell’ideologia Pci precadutamuro. Era l’epoca in cui burocrati un po’ tromboni soffocavano i borbottii delle sezioni con un tono di voce impostato, il petto in fuori come quello d’un tacchino, il tono condiscendente di chi si rivolge a una platea che non ha capito "il nodo" del problema, ed esclamava "ma compagni!!!", ma compagni: c’è il golpe che incombe, c’è il fascismo che rialza la testa, c’è la Cia che ci spia…
E ciò serviva in maniera sistematica a giustificare qualsiasi compromesso, storico e non.
Roba vecchia come il cucco, ma i dirigenti Ds, che del Pci han buttato via tutto, si sono ben guardati dal privarsi di questa preziosissima arma di controllo della base. Parte del giochetto è l’invenzione di una cultura avversaria, "da battere", ma inesistente, contro cui dirigere ogni strale: quelli che dicono "tanto peggio tanto meglio".
In realtà non esiste in tutta la storia della sinistra italiana, nemmeno quella estrema, nemmeno quella estremissima, questa concezione, ma viene agitata come spauracchio, e, di solito, con grande successo.
"Noi NON siamo QUELLI del tanto peggio tanto meglio"…. e con questa frase magica, che allude a fantasmi tanto più temibili quanto meno identificabili, si giustifica ogni cedimento, mentre l’obnubilato uditorio è preda del terrore di essere accomunato a "quelli"."
Ecco che avviene un fenomeno che non possiamo assolutamente capire, se continuiamo a ragionare nei termini calcistici di destra e di sinistra: l’incorporazione dello stalinismo nel capitalismo totalitario.
Paradossalmente, si potrebbe quasi dire che il neostalinismo assuma, nei confronti dei movimenti sociali, un ruolo analogo a quello attribuito alle squadre fasciste degli anni Venti. Una sorta di "braccio armato della borghesia", come si diceva all’epoca.
So da me che questa è un’esagerazione, per mille motivi; ma a volte prospettive provocatorie come questa ci aiutano a mettere a fuoco le cose da un punto di vista a cui non avevamo pensato prima.
Mi vengono in mente, assieme a vari satrapi dell’Asia Centrale, Ferenc Gyurcsány, il primo ministro ungherese, ex-dirigente dell’Organizzazione dei giovani comunisti ungheresi, diventato imprenditore ricchissimo con il soprannome "il socialista in limousine", tornato in politica con la sinistra liberista e filoimperiale, mentre le piazze contestavano la sua guerra contro le pensioni e i diritti sociali.
O Bertinotti, mentre caccia dal suo partito uno dei capi dell’opposizione interna, Marco Ferrando, in base a un articolo uscito su Libero (sì, è andata proprio così).
O il compagno Guido Cappelloni. Questo signore è stato coinvolto in quella strana storia dei finanziamenti sovietici all’ex-PCI. Così, in un sito evidentemente anticomunista, leggiamo:
"Nel ’76 il Kgb, in un incontro con Guido Cappelloni, si decidono altri sistemi pergarantire la sicurezza e la riservatezza del trasbordo [di soldi]. Il luogo convenuto non è più l’ambasciata, ma zone presumibilmente esterne alla residenza diplomatica. L’area viene bonificata congiuntamente da sovietici e italiani: due auto, una del Kgb e l’altra di Botteghe oscure fanno opera di "controsorveglianza". "
Ma oltre a questi presunti incontri con i sovietici, c’è dell’altro. Sentite questa.
IL COMPAGNO GUIDO CAPPELLONI
"il Manifesto" 24.2.2007 Loris Campetti
"Vieni avanti", mi aveva detto in tono freddo ma rispettoso. E non aveva aggiunto "cretino", quel compagno grigiamente elegante. Erano tempi in cui il dissenso non era consentito, ma i modi restavano cortesi. Andai avanti, era una stanza molto grande in non ricordo quale piano del mitico palazzo del Pci, alle Botteghe oscure. Quel compagno mi spiego in tono severo che mi ero "posto oggettivamente fuori dal partito". Io non ero d’accordo.
In quella grigia giornata di fine inverno del 1970 ero ancora convinto che "quelli del Manifesto" avessero ragione su tutto tranne su una cosa: non dovevano farsi radiare, dovevano restare dentro a far battaglia politica. Io ci provai, per un anno ancora, finché la verità (che come e noto era depositata alle Botteghe oscure) non mi venne sbattuta in faccia: "Forse sei un compagno in buona fede – mi disse paternamente quel compagno – ma devi prendere atto che non sei uno del Pci, sei uno del Manifesto". E aggiunse:
"Tanti auguri".
Avevano ragione i compagni che erano stati espulsi un anno prima.
E aveva ragione quel dirigente delle Botteghe Oscure, che peraltro non parlava a titolo personale ma addirittura su mandato della CCC (il CC era il Comitato centrale, la CCC invece, la Commissione centrale di controllo). Erano i tempi del "centralismo democratico".
Ieri, parlando al telefono con quel reprobo di Franco Turigliatto, che ammetto di conoscere da tempo, ho scoperto che anche lui e stato convocato da un compagno che presiede il Collegio di garanzia (mutatis mutandis) del Partito della Rifondazione comunista, incaricato di spiegare all’affossatore delle speranze democratiche del popolo di sinistra che il suo operato l’ha reso "incompatibile con il Partito". In poche parole, Turigliatto "si e messo oggettivamente fuori dal Partito".
Il racconto potrebbe finire qui – una semplice analogia. Senonché, capita che il compagno che fece chiarezza nella mia mente (e pulizia nel Partito) 37 anni fa si chiamasse Guido Cappelloni. E capita che il compagno che ha convocato Franco Turigliatto si chiami, anch’egli, Guido Cappelloni. E’ ovvio, non puo che essere un curioso caso di omonimia. Quel Cappelloni con cui ebbi a che fare io era nato a Macerata, come me ma molto prima, nel ’25 e dunque poteva essermi padre.
Si era iscritto al Pci nel ’44 e aveva gia alle spalle una gloriosa storia di guida delle proteste popolari, da quelle contro l’attentato a Togliatti alle lotte mezzadrili nelle Marche, al biennio rosso ’68-’69. Quindi la carriera nel Partito, in quella componente del Partito che aveva come fari i compagni Pietro Secchia e Armando Cossutta. Quel Guido Cappelloni che ha convocato – non a Botteghe oscure, a via del Polichinico – Franco Turigliatto, invece, e nato a Macerata nel ’25, nel ’44 si iscrisse al Pci e "nel periodo che va dal ’48 al ’69 sostenne numerose proteste popolari…".
Si, è proprio lui. E’ sempre lui. Una vita da custode dell’ortodossia, in nome del "centralismo democratico". Sono passati 37 anni, forse sono passati invano. Credo che sia un’ottima persona, il compagno Cappelloni, il problema non e lui.
Non so perché, improvvisamente mi viene in mente un vecchio libro di Arthur Koestler: "Buio a mezzogiorno", scritto a ridosso delle purghe staliniane."
Nel Nome di Allah il Compassionevole
Ho avuto modo di conoscere e apprezzare il Sen.Rossi nel novembre scorso a Roma a una conferenza al Senato e siamo stati un pò a parlare ( prese anche un paio di numeri del “Il Puro Islam”).
Nonostante le posizioni ideologiche distanti , piena Solidarietà a un amico del fronte anti-mondialista e anti-sionista.
Ali
Siete un pochino pallosi nei meandri dei rapporti interni tra rossi di svariate sfumature.
Per tacere dell’accusa fondamentale “tu sei oggettivamente al servizio del Nemico” (capitalismo, borghesia, USA, complotto sionista, albanesi col gommone, Berlusconi, chiunque) che deve emergere come una pulsione vitale.
Ma non capita mai che vi diciate semplicemente “stai a fare una cazzata grande come una casa”?
Francesco
Per Francesco, n. 2
Non ho capito quel “voi” a chi si riferisce.
E’ un voi meridionale, cioè rivolto a Miguel Martinez?
Miguel Martinez
Francesco
lo spauracchio di sinistra di “quelli del tanto peggio tanto meglio”, da quello che ho capito, funziona come quello berlusconiano dei “comunisti”- il solito trucco del nemico inesistente, con la diffferenza che quello di sinistra è tutto destinato al controllo interno, e anche il nemico inesistente è perciò interno, mentre quello berlusconiano è volto alla ricerca di voti “non pensanti”, che perciò hanno bisogno di un nemico ben polarizzato come “diverso” (diciamo un grande cartellone pubblicitario per gente che guida la macchina e quindi non può stare troppo attentaalla pubblicità).
Ovvio che vista da fuori, questa dialettica di sinistra, deve sembrare pallosa.
Però, se posso tentare di rispondere alla tua domanda, no, capita raramente che uno di sinistra dica “stai a ffà na cazzata”, punto e basta.
Frase che credo sarebbe più che sufficiente nella dialettica interna di An o della Lega o di F.I.
A sinistra no, non è sufficiente, perchè si sa che quelli di sinistra sono “i buoni”, e inoltre “i razionali”, quindi devono dare motivazioni per tutto, e nessuna motivazione è più facile di “fai una cazzata perchè facendo così fai un favore ai nostri nemici”.
Che poi, tradotto, vuol dire semplicemente “stai a ffa’ ‘na cazzata”, solo che suona meglio.
Però è altrettanto semplificatorio e inutile, perchè può essere applicato a tutto (Prodi, riformando le pensioni, fa una favore ai suoi nemici che hanno argomenti contro di lui; concendendo la base agli USa fa un favore ai suoi nemici perchè si aliena le simpatie di molti suoi votanti; eccetera).
Paolo
PS
Io no, ma mio fratello conosce un tale che era invischiato in questi simpatici giri di soldi tra Mosca e PCI- storie di spionaggio, mica cazzi! Dubito che Forza Italia abbia qualcosa di altrettanto emozionante nella sua storia, e queste cose, a livello di immaginario, contano ancora…
Anche Miguel Martinez, quando dice che: chi è per la “sinistra” contro la “destra” in realtà farebbe il gioco del Bipartito (come lo chiama lui); anche Miguel Martinez, quando dice ciò, sta mettendo in pratica un sistema di dissuasione-propaganda neostaliniano?
Che differenza c’è tra chi dice “voi fate il gioco di Berlusconi!” e chi dice “voi fate il gioco del Bipartito!”?
Va bene, queste cose le conoscete, o per esperienza personale, o perché la propaganda di destra non esita a tirarle fuori ogni volta che può. Ma quello che la propaganda di destra non dice, è che questo meccanismo per schiacciare il dissenso è sempre servito, nel PCI italiano, per coprire qualunque compromesso.
L’altro giorno, sul treno, il segretario regionale toscano del PdCI, tale Nino Frosini, ha dato un pugno in faccia al senatore Fernando Rossi. Non perché Rossi avesse fatto qualcosa di destra: che so, non ha votato per il taglio delle pensioni, o per costruire una base militare americana nel Colosseo. No.
Il senatore Rossi è colpevole di non aver voluto buttare bombe in testa agli afghani. E per questo, è diventato un traditore della sinistra.
maria
in questa sequenza di periodi c’è qualcosa che non torna, non torna il collegamento tra il sistema che il pci metteva in atto per liquidare il dissenso interno, discutibile ma più che legittimo visto che al partito comunista italiano ci si iscriveva su base volontaria, e il cazzotto che un neo comunista ha dato al senatore Rossi , cosa per esempio che io non avrei mai fatto, e che molti post comunisti non avrebbero mai fatto, prova ne sia l’appello di solidarietà che ha visto centinaia e centinaia di firme a favore dell’altro deputato ,Turigliatto, resosi colpevole dello stesso gesto di Rossi . Non tutti a sinistra per fortuna ritengono i deputati in questione dei traditori.
Ma per tornare al centralismo democratico in auge nel vecchio PCI fino al 1969, anno della radiazione del gruppo del manifesto, non vedo perchè si debba considerarlo avulso dai tempi in cui esso nacque e perchè debba essere considerato una sorta di paradigma per giudicare in toto la politica di quel partito.
Io penso che il gesto di frosini sia più che la conseguenza del regime interno del vecchio pci e dei partiti comunisti europei in genere, il convincimento che Berlusconi rappresenti il fondo, il peggio del peggio. Cosa ovviamente molto discutibile ma che è idea, questa, non soltanto dei post comunisti, ma anche di ceti intellettuali e borghesi o piccolo borghesi come per esempio il movimento dei professori e gli interclassisti girotondi.
Naturalmente no n nego che sia esistito a sinistra , anzi nel PCI, un grande problema riguardo alla gestione della democrazia interna riflesso della lotta tragica tra i comunisti del ‘900 di cui parlano i libri di storia e il romanzo Buio a mezzogiorno.
maria
Oddio, siamo all’analfabetismo politico. Sai distinguere un giudizio da un ricatto? Boh. E poi qui nessuno ingiunge di fare certe cose pena la terribile conseguenza che se no le farebbe … berlusconi. E su questa bella base linciare chi non ci sta.p
sempre a proposito dei motivi della manata di frosini mi ero dimenticata di sottolineare che il motivo principale non era tanto il fatto che Rossi avesse votato contro le bombe ma che avesse votato contro prodi, mettendolo in crisi, dopo aver accettato di candidarsi per la coalizione di governo che lo avrebbe sostenuto e di cui si vedevano bene i lineamenti.
Non sembra ma è differente e rimanda a tutto il tormentone politico di cosa abbia rappresentato e continui a rappresentare per la sinistra uno come berlusconi.
maria
è bellissimo l’articolo di m. corsi. e penso che esprima un punto di vista che risulta totalmente assente nei media (non a caso) che ci somministrano solo quei quadretti di militanti “delusi e incazzati neri” quasi che fossero (e forse appunto lo sono) come dei muratori a cui qualcuno ha picconato il lavoro.
il loro lavoro è, evidentemente, portare al potere i loro “leaders”.
è chiaro che si tratta di un lavoro duro e magari poco profittevole, ma gli da una tale soddisfazione in sè e per sè che non tollerano interferenze sul risultato ottenuto.
penso che non siano tutti così, spero.
io come elettore non ho certo votato per fornire una poltrona a della gente e bearmi della loro presenza lassù a prescindere, ma perchè rappresentassero le esigenze politiche che in questi anni di (evidentemente) finta opposizione avevano sempre fatto mostra di condividere.
si può perdere, si può non essere al governo, si sopravvive lo stesso, ma se non si è se stessi cosa serve vincere ?
altro che due “traditori” fino a prova contraria hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare (da prima) tutti i parlamentari della cosiddetta sinistra “radicale”
se dici ai 4 venti una cosa, poi voti di conseguenza
roushan
>Per Francesco, n. 2 Non ho capito quel “voi” a chi si riferisce. E’ un voi meridionale, cioè rivolto a Miguel Martinez? Miguel Martinez< Ovviamente il “voi” è rivolto ai kompagni che bazzicano il blog. Tu sei un kompagno? Non mi pare. E allora perchè ti arruffi?:-)
Ciao
Ritvan Il Traduttore Albanese Di Francesco
Per Maria n. 8
Certamente il motivo della manata era quella che dici tu.
Ma si inserisce in una lunga tradizione per cui chi non fa qualcosa di destra, tradisce… la sinistra e quindi fa il gioco della destra.
Miguel Martinez
Sempre per Maria n. 6
Fai bene a ricordare in che contesto drammatico è nato il meccanismo repressivo interno di tutti i partiti comunisti, sia in Italia sia altrove.
La propaganda di destra presenta queste cose, come se i comunisti fossero arrivati da un altro pianeta, in un mondo pacifico e felice, portando la dittatura…
Inoltre, il marxismo è esistito per settant’anni (se partiamo dal 1848) senza ammazzare nessuno e senza nemmeno schiacciare violentemente le opposizioni interne, cose che i destri raramente ricordano.
Ciò non toglie che quel meccanismo è esistito nei partiti comunisti e continua in gran parte a essere applicato, proprio per permettere il passaggio a “destra” degli stessi partiti ex-comunisti.
In questo senso non è casuale che sia sempre lo stesso Grande Inquisitore Cappelloni a imporre la scelta delle bombe imperiali nel suo partito: la pura sopravvivenza dell’Organizzazione va al di sopra di ogni altra considerazione.
Mi dicono che Cappelloni fosse molto vicino a Vittorio Vidali, l’assassino del dirigente del partito comunista cubano Julio Antonio Mella, diventato trotzkista. Vidali poi fece strage di anarchici e trotzkisti in Spagna, e partecipò all’omicidio di Trotzky in Messico.
http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Vidali
E in questo, possiamo vedere una certa continuità, anche se ovviamente nessuno è responsabile dei delitti degli altri.
Miguel Martinez
Anche Miguel Martinez, quando dice che: chi è per la “sinistra” contro la “destra” in realtà farebbe il gioco del Bipartito (come lo chiama lui); anche Miguel Martinez, quando dice ciò, sta mettendo in pratica un sistema di dissuasione-propaganda neostaliniano?
Che differenza c’è tra chi dice “voi fate il gioco di Berlusconi!” e chi dice “voi fate il gioco del Bipartito!”?
Perché, qual è esattamente il partito dalla cui linea Miguel Martínez non vuole farci deviare?
No, che così se non altro lo voto. Stalinista o meno.
Erika
(era, ovviamente, una risposta al commento #5. Certo che i casini, come li faccio io…)
Erika
>Inoltre, il marxismo è esistito per settant’anni (se partiamo dal 1848) senza ammazzare nessuno e senza nemmeno schiacciare violentemente le opposizioni interne, cose che i destri raramente ricordano.< Beh, Miguel, mi sa che hai letto una Storia del marxismo ad usum delphini:-). E’ vero, i marxisti – a differenza degli anarchici – di solito non ammazzavano gli oppressori del proletariato. In questo erano più intelligenti degli anarchici (e dei brigatisti rossi) perché tentare di far arrivare il Sol dell’Avvenir a forza di attentati è un po’ come tentare di svuotare il mare con un secchio:-).
Però, in quanto ad epurazioni e purghe interne, hai voglia! Ecco cosa scrive la marzipedia, alla voce “Associazione internazionale dei lavoratori (A.I.L.), conosciuta anche come Prima Internazionale”:
“Fu fondata nel 1864 in seguito all’incontro avvenuto due anni prima a Londra tra delegazioni operaie francesi ed inglesi….in origine, l’organizzazione conteneva gruppi operai inglesi, anarchici, socialisti francesi e repubblicani italiani, ed era guidata da Karl Marx….
Si accese quindi un intenso dibattito, nel quale spiccò subito la discussione tra marxisti ed anarchici (proudhoniani prima, Michail Bakunin e seguaci poi).
Il confronto tra Marx ed i proudhoniani (Proudhon era morto pochi anni prima) portarono all’espulsione di quest’ultimi dall’organizzazione. In seguito, dispute tra Marx e Bakunin, l’esponente anarchico più rilevante nell’Internazionale portarono ad una rottura tra gli anarchici ed i marxisti, per cui anche gli anarchici fedeli a Bakunin vennero espulsi dall’Internazionale. Gli anarchici si considerarono sempre vittime di un’ingiustizia, e decisero di rifondare l’Internazionale dopo la sua fine, in un congresso a Berlino nel 1922, formando la Federazione Internazionale degli Anarchici.
Durante la prima internazionale vi fu anche uno scontro fra il delegato italiano, inviato da Giuseppe Mazzini, ed i marxisti. I mazziniani infatti erano decisamente contrari alle teorie che si basavano sulla lotta di classe (pensavano di risolvere i problemi sociali attraverso la solidarietà nazionale), ma nello statuto provvisorio Marx aveva già inserito dei punti che qualificavano in senso classista l’organizzazione. In seguito infatti anche i mazziniani si ritirarono dall’Internazionale (al contrario di Garibaldi, che espresse il suo favore verso di essa)…
E mi fermo alla Prima Internazionale (ma sempre pronto ad andare avanti, se me lo chiedessi:-) ).
Ciao
Ritvan
Ma si inserisce in una lunga tradizione per cui chi non fa qualcosa di destra, tradisce… la sinistra e quindi fa il gioco della destra. miguel
maria
Sì è vero, questo aspetto a sinistra è sempre esistito purtroppo ed esiste ancora per certi versi.
Esemplare in questo senso l’espulsione dei due senatori dal loro partito fatta ,non solo per il voto contrario al governo ,ma soprattutto perchè, secondo Giordano ed Diliberto, avrebbero fatto il gioco di berlusconi.
Un errore questa espulsione, un errore politico e culturale abbastanza grave.
Riguardo ai delitti poi hai ragione, non ci mancherebbe altro che responsabile sia pure indiretta delle vicende spagnole, fosse anche una pacifica e vecchissima signora di mia conoscenza, già operaia comunista in una grande industria:-))
>Ho avuto modo di conoscere e apprezzare il Sen.Rossi nel novembre scorso a Roma a una conferenza al Senato e siamo stati un pò a parlare ( prese anche un paio di numeri del “Il Puro Islam”). Hafiz< Ah, ecco svelato l’arcano del comportamento kamikaze del sen. Rossi!:-)
Ciao
Ritvan
Chi è contro la guerra ed anche contro l’allargamento della base di Vicenza e ama il paese italia ed è per la vitae per il dialogo tra i popoli.
Chi vuole il rifinanziamento in Afganistan giustifica la morte delle persone per calcolo politico , per intersse economico, o per il controllo di aree ritenute strategiche. Anche la Chiesa Cattolica si è dichiarata favorevole a questa guerra.
Ma Prodi, chi è costui ? Che con Padoa Schioppa ha fatto solo gli interessi del salotto buono.
Prodi : uomo da sempre democristiano ora in chiave antiBerlusconfascista con mire del grande partito DC , ovvero partito Democratico del Caz..
Complimenti, bel post! Occorrerebbe distinguere per diverse epoche storiche. Agli albori della Rivoluzione sovietica il centralismo democratico aveva la sua giusta funzione di indurimento del nucleo rivoluzionario contro chi lavorava per il nemico o avrebbe voluto affossarla (la rivoluzione). Poi con Stalin diviene altro. Ma altro ancora sarà il centralismo con i picciisti del PCI, gente nauseabonda che non aveva nemmeno la scusa di Stalin (il quale non faceva nè il socialismo nè il comunismo, ma almeno costruiva una nazione potente). Il Pci dava a bere la questione morale alla base ed agiva per conto della borghesia capitalistica con i mezzi più subdoli. Ma la storia sarebbe troppo lunga…
complimenti per il post. Io in Rifondazione ci ho militato, ahimé per un paio di anni, dopo il mio ritorno dall’Africa dove girovagavo per Moschee e Tariche e in consgeuenza del mio ingresso come carnaccia in una Fabbrica Torinese. Subito sono stato definito trozkysta! Boh! Nelle riunioni della segreteria regionale della mia Provincia marittima volavno sedie e improperi di una violenza che sfiorava il grottesco. Io non ho mai visto in vita mia tanta gente tanto furiosa per un tempo tanto prolungato; io non ho mai visto tanta gente tanto ostinatamente rabbiosa in vita mia. Capelloni non l’ho conosciiuto però ho ascoltato irose sfuriate di un nutrito manipolo di simpatici dirigenti confluiti ora dappertutto sul sacro dovere dell’unitá di Partito e li disprezzo per i porci scissionisti trozkoni.
Fu un piccolo incubo! Poi durante un congresso mi sono svegliato, ho mollato e sono andato in Francia a cucinare Moules Frites. Il post mi ha fatto ririsvegliare.
A presto
genseki
Caro Genseki n. 20
Ti chiedo scusa per non aver commentato i tuoi commenti precedenti, di rara lucidità e che in sostanza condivido: credo che l’orrore sia tale, e la paralisi di chi vi si dovrebbe opporre tanto grave, che occorre davvero rielaborare tutto, con pazienza.
Miguel Martinez
Sempre per Genseki,
ti ho linkato, anzi mi dispiace non averlo fatto prima.
Miguel Martinez
Ti ho inviato un contributo che puoi leggere se clicchi. Ciao!
post bellissimo…
con me hanno saltato il “sei un troskista” per finire direttamente col “sei folkloristico così”…scusa, ma secondo te è meglio che ti diano del folkloristico o del qualunquista?
scherzo, e a presto
orso