Giovani, cattivi, ingenui quanto si vuole, ma certi di una cosa: di non avere la minima speranza.
La metà del mondo se ne sta accampata in immensi agglomerati di cemento e plastica, Gaza senza fine, strozzati dall’usura e dagli affitti.
Profughi non solo dalle bombe, ma anche da altre forze su cui non hanno alcun potere. Come – piccolissimo esempio – i produttori ghanesi di pomodori che si sono dovuti arrendere di fronte all’invasione della passata italiana, una passata sovvenzionata dall’Europa e fatta con pomodori raccolti in Puglia, spesso proprio da ghanesi clandestini.
Così i ghanesi si sono abituati all’idea che i pomodori debbano avere un nome italiano. Ed ecco che apre la “Gino Tomatoes” che sponsorizza la squadra di calcio e gli spettacoli TV. Con quel nome, i ghanesi pensano che si tratti di pomodori italiani, ma il proprietario è un americano e la materia prima – 40% pomodori, 60% amido e roba varia per fare peso – viene importata dalla Cina.
Certo. C’è sempre il futuro: ottimista, l’erede di Blair, Gordon Brown, nella sua sfera di cristallo elettronico, prevede che la povertà nell’Africa subsahariana sarà ridotta del cinquanta percento, entro il 2150.[1]
In attesa del 2150, che si fa?
La Defense Advanced Research Projects Agency o DARPA, l’ufficio fantasie creative del Pentagono, ha le sue proposte.
Ce ne parla una bella inchiesta del giornalista Nick Turse.
La DARPA segue le direttive emanate lo scorso ottobre dall’esercito imperiale: “date le tendenze demografiche globali e le probabili strategie e tattiche usate da future minacce,” dice,
“Army forces will likely conduct operations in, around, and over urban areas – not as a matter of fate, but as a deliberate choice linked to national security objectives and strategy, and at a time, place, and method of the commander’s choosing.”
Tradotto in Italian for Dummies: attacchiamo le “aree urbane” in cui aumenta la popolazione, come e quando decidiamo noi.
Infatti, precisa il manuale, “”ogni soldati – a prescindere dal ramo o dalla specialità militare – deve essere impegnato e pronto ad avicinarsi a threat forces [letteralmente, “forze di minaccia”] in un contesto urbano per ucciderle o catturarle”.
La Marina (che significa anche i Marines), per non essere da meno, ha recentemente spiegato la propria visione di cosa sia una città: un insieme di “urban clutter [that] affords considerable concealment for the actors that we must capture.” Più o meno traducibile così: “disordine urbano che offre notevoli nascondigli a coloro che noi dobbiamo catturare”.
Occorre quindi, sviluppare programmi elettronici in grado di identificare statisticamente la probabilità che un certo tipo di città produca “hostile behavior bad actors.“
Come fai a tradurre una definizione del genere, in cui gergo tecnico, manipolazione pubblicitaria e moralismo si fondono con tanta eleganza?
Questi “hostile behavior bad actors” sarebbero, più precisamente “terroristi”, “insorti, serial killer, trafficanti di droga, ecc.” (la lista nera dell’esercito aggiunge anche gli “hacker elettronici”).
Per far fuori tutta questa gente, occorrono, nel gergo orwelliano dei militari americani, “urban operations-oriented programs,” sviluppate tramite (godetevi ancora i nomi) lo Small Business Innovation Research Program. Il contribuente dà i soldi al Pentagono, e il Pentagono li gira per fare “ricerca” alle piccole ditte amiche, le quali garantiscono così lavoro ai contribuenti: l’economia militare infatti permette di scegliersi i fornitori e di dare soldi, e chi fa troppe domande è una spia.
Però a combattere in città, si rischia di perdere uomini. Certo, si può stare fuori da una città e annientarla, come si è già fatto con Hiroshima, Pyongyang, Falluja e numerosi altri luoghi che, attraverso gli anni, hanno subito l’urbanistica creativa del Pentagono. Turse cita un certo maggiore Tim Karcher, che racconta lo spettacolo pirotecnico di Falluja, novembre 2004:
“Siamo stati seduti lì per almeno sei o sette ore a guardare questa morte e distruzione che piovevano sulla città, dagli AC-130 [2] a qualunque tipo di aereo veloce, obici da 155 millimetri. Qualunque cosa ti possa venire in mente era lì nella mischia.”
Però si deve saper lavorare anche di fino. Così, si stanno progettando alcuni interessanti strumenti di pianificazione urbana. Come sempre, prestate attenzione ai nomi.
C’è ad esempio, il VisiBuilding, un programma che mira a rendere visibile ciò che si trova dentro gli edifici.
Ci sono i Camouflaged Long Endurance Nano Sensors, un sistema di sensori in grado di “riconoscere, classificare e localizzare” potenziali nemici.
Poi c’è UrbanScape, che dall’aria offre ai soldati a terra una visione tridimensionale della zona in cui si trovano.
Ci sono “veicoli aerei senza personale” (UAV) che dovrebbero sorvolare continuamente gli “ambienti urbani” con sensori che permettono di riconoscere “lo spettro di frequenza dei vestiti, dei capelli e della pelle” in modo da garantire “targeting level accuracy” a “strumenti di consegna“. Il prodotto da “consegnare” in testa ai vestiti, capelli e pelle in questione non viene nemmeno precisato.
Ci sono i Nano Air Vehicle, lunghi 7,5 centimetri e dal peso di meno di 10 grammi, una specie di cavalletta meccanica in grado di entrare nelle case delle persone.
Poi ci sono vari robot, tra cui il simpatico Robot Urbano Saltellante, in grado di “consegnare piccoli carichi in ogni punto della giungla urbana”.
Z-Man è una sorta di uomo ragno, che imita i metodi adoperati da “gechi, ragni e piccoli animali per scalare le superfici verticali, usando sistemi unici di materia biologica in grado di permettere l’aderenza controllabile”. Questi esseri fantascientifici devono essere in grado di penetrare nelle finestre di casa con un “combat load”.
C’è infine il Frisbee Letale (proprio così), in grado di abbattere interi palazzi.
Tutti questi giocattoli verranno provati in intere città ricostruite, in Colorado, California, Afghanistan e Kuwait.
Tutte copie di qualcosa che nemmeno Calvino, nei suoi peggiori incubi, avrebbe potuto immaginare: il German Village dello Utah. Ma quella è un’altra storia, e spero di raccontarla un giorno.
Note:
[1] Ne parla Mike Davis, in quel testo indispensabile per cogliere i nostri tempi che è Il pianeta degli slum, Feltrinelli, 2006.
[2] Gli AC-130 sono i giganteschi aerei da bombardamento, in grado di fornire sia “surgical firepower” che “area saturation“. Sono prodotti dalla Lockheed/Boeing Corp., cioè dalla stessa ditta che ha emanato la Rand Corporation, il think tank che a sua volta indica ai politici e ai militari americani quali guerre fare e come.
Ma Mike Davis non è un cretino? Mi pare di aver trovato delle sue corbellerie sull’Afganistan in rete …
Vabbè, ti ricordo che verso quelle Gaza un sacco di contadini continuano a migrare in cerca di una vita migliore, come vedi ci sono posti anche peggiori.
Torniamo a bomba: cosa sono i Freesbe Letali? e quand’è che aggiornano i C130, ferrivecchi risalenti alla guerra del Vietnam? giganteschi, poi, sono i più piccoli aerei da trasposto dell’USAF
Infine una nota statistica: se metà della popolazione mondiale vive in città. è assai probabile che le FFAA usane si troveranno a combattere in città e non mi spiace che si preparino.
Francesco
e nel frattempo gli u2 fanno video con caccia militari che lanciano aiuti umanitari alle popolazioni alluvionate del new jersey.
viva john lennon
da repubblica ora:
irruzione usa in consolato iaraniano
Il c27 è più piccolo del c130 e poi non se ne parlava come aereo da trasporto (ac130), e da quel punto di vista ce ne sono molti di più aggiornati, se non servono semplicemente non li usano (ma dalla citazione si capisce che c’era ben’altro a venire usato oltre gli spectre). Però è vero, non sono per niente giganteschi e per l'”area saturation” l’usaf ha aggeggi migliori, è del libro la nota?
I lethal frisbees tecnicamente vengono chiamati “Modular Disc-Wing Urban Cruise Munitions” e sono uav con forma circolare (più o meno) che gli serve per mantenere manovrabilità anche a basse velocità, cosa utile per i cambi di rotta stretti in ambiente urbano.
Credo che sotto sotto i capi imperiali sognino un’armata di robot letali, fedeli, spendibili, e che quindi si apprestino a venire sconfitti sul campo da combattenti umani.
Una roba del tipo la triste fine dei comuni italiani quando passarono a servirsi di milizie mercenarie.
Solo che, ad oggi, preferisco gli imperiali ai loro nemici.
Quindi mi astengo dal festeggiare, a differenza di altri blogghisti.
Francesco
PS grazie Mui, un pò facevo sterile polemica per rispondere a Miguel con le sue armi
Per MUIBlack n. 4
Ho trovato la storia dell’area saturation in un testo ufficiale dell’esercito USA, citato in questo gioiello di pagina:
http://factsofisrael.com/blog/archives/000560.html
Miguel Martinez
>da repubblica ora:
irruzione usa in consolato iaraniano<
Certo che i biechi usani ci hanno messo un po’ di anni per aplicare la “par condicio” diplomatica con l’Iran. Anzi, no, si potrebbe sapere, gentile anonimo beninformato, se i pasdaran di Bush intendano o meno tenere il personale del sullodato consolato a Guantanamo per i prossimi anni, in modo da avere così una perfetta “reciprocità”?
Ciao
Ritvan il Bieko Parcondicionista
p ho già provveduto ha risolvere la tua proposta, appena vieni e leggi questo commento, vieni anche da me e leggi quello che miavevi chiesto…
pure voi…anche se so che non vi interessa…
Ultimissime: Putin ordina all’esercito russo di invadere la Germania.
Di fronte alla reazione sbalordita della Merkel e della Germania tutta, il presidente francese difende il proprio buon diritto:
“Nel 1941 ci hanno aggredito a tradimento loro, ora li aggrediamo a tradimento noi. E’ la par condicio, baby. Ora scusatemi, ma il mio amico Katsav mi sta aspettando…”
:-)))
Z.
p.s.:
un indovinello, anche se non c’entra molto: quanti Francesi ci vogliono per difendere Parigi dai Tedeschi?
I C130 in origine sono solo aerei da trasporto, e per gli standard americani sono di dimensioni “medie”. L’AC130 è la versione “cannoniera” (gunship*), e in effetti come aereo da guerra è decisamente “grosso”. A quanto mi è noto solo gli americani hanno aggeggi del genere, che non durerebbero 5 minuti in un “normale ” campo di battaglia (tipo i vecchi scenari NATO vs Patto di Varsavia**) , ma sono “perfetti” (sic) contro avversari male armati.
*le armi sono montate nella fusoliera n modo da sparare di lato girando attorno al bersaglio da colpire
** Comunque i nordvietnamiti, pur non avendo superiorità aerea avevano elaborato una tattica efficace per contrastarli
Ste65
>Infatti, precisa il manuale, “”ogni soldati – a prescindere dal ramo o dalla specialità militare – deve essere impegnato e pronto ad avicinarsi a threat forces [letteralmente, “forze di minaccia”] in un contesto urbano per ucciderle o catturarle”.<
Questo non mi sembra un buon biglietto da visita per la rete tlaxcala:-). Saremmo anche italian dummies:-), ma fino al fatto che in questo caso si debba scrivere “soldato” e non “soldati” ci arriviamo:-).
Ciao
Ritvan ‘O Pignolo Sterilmente Polemico
P.S. Entrando in merito alla dotta questione, la mia angosciosa ed amletica domanda da sottoporre a codesto nobile consesso sarebbe questa:
Il tanto amorevolmente e dettagliatamente descritto passaggio dalla bieka “strategia Hiroshima-Pyongyang-Hanoi (mia graziosa e creativa aggiunta-ndr)-Falluja” che premia pecuniarmente i biekissimi amici e compari di Bush produttori all’ingrosso di stupide sostanze esplosive alle altrettanto biekissime strategie che premiano invece altri amici e compari di Bush produttori di sofisticati sistemi robotici, sarebbe da considerare un bene per l’Umanità, oppure un Male Assoluto, come qualsiasi robba che emana da Bush e dai suoi compari?
Nota: Nella valutazione, si prega di non tener conto di fastidiosi particolari sentimentali notoriamente insignificanti per esseri non umanoidi come Bush e i suoi compari, tipo risparmio di vite umane innocenti appartenenti ad un popolo “nemico”.
>un indovinello, anche se non c’entra molto: quanti Francesi ci vogliono per difendere Parigi dai Tedeschi? Z.<
Intendi “francesi” come Putin o francesi-francesi?:-)
Ciao
Ritvan il Castigapasticcioni
No, francesi veri, non come Putin…apposta dicevo che non c’entrava granché 🙂
Z.
Come con mia nonna entro a sproposito…
Scusa M.M. ma come fai a recuperare cose come:
apre la “Gino Tomatoes”
te le trovi tu o, come i grandi campioni del ciclismo, hai dei portatori d’acqua. Quando ti leggo mi vengono spesso questi sbalordimenti.
Silviu
…uh Gesù…ho visto solo ora lo strafalcione. Che poi, strafalcione…è anche vero che Russi parlavano il francese a corte. Sì, certo, all’epoca degli zar. Però Putin è lo zar, no? Vabbè, vado a nascondermi :-))
Z.
>No, francesi veri, non come Putin…apposta dicevo che non c’entrava granché 🙂 Z.<
Bella paratas de culos:-).
Beh, se i tedeschi son turisti, credo basti un manipolo di “francesi veri”, a patto che siano del tipo Zidane o Ribery:-)
Ciao
Ritvan
P.S. Non c’entra niente anche questo:-), ma ti faccio umilmente osservare che il tuo kompagno Putin indebitamente francesizzato diceva formalmente una gran minchiata, visto che l’aggressione tedesca del 1941 il kompagno Stalin l’aveva già vendicata – e con gli interessi legali e da strozzo – nel 1944/45. Ah, se il kompagno Putin intendesse, invece, vendicare lo sbracamento di Brest-Litovsk del kompagno Lenin nel 1918, allora se ne potrebbe riparlare:-).
Sarebbe vieppiù agghiacciante, se non fosse per i nomi esilaranti.
A questo punto mi aspetto l’alabarda spaziale. Probabilmente è già pronta, devono solo perfezionarla in modo da renderla capace di colpire solamente i terroristi di alcaida che si nascondono in mezzo a sperduti villaggi somali.
>Così i ghanesi si sono abituati all’idea che i pomodori debbano avere un nome italiano. Ed ecco che apre la “Gino Tomatoes” che sponsorizza la squadra di calcio e gli spettacoli TV. Con quel nome, i ghanesi pensano che si tratti di pomodori italiani, ma il proprietario è un americano e la materia prima – 40% pomodori, 60% amido e roba varia per fare peso – viene importata dalla Cina.<
Beh, se i ghanesi, invece di farsi l’orticello dove coltivarsi pomodori equi e solidali, si fidano ciecamente di qualsiasi venditore a scatola chiusa che si fa chiamare “Gino”, io li tratterei più o meno come tratterei qualsiasi altro “pollo” che crede di fare un buon affare comprando a Porta Portese da un uomo con marcato accento partenopeo l’ultimo modello di videocamera Sony a 50 euri. Ovvero con una sonora pernacchia equa nonché solidale.
Ciao
Ritvan
P.S. A chi mi imputasse di calpestare nell’occasione la mia ben nota etica parcondicistica, faccio osservare che – essendo io solo un umile medico veterinario – non ho i mezzi per schiaffare in una cella ghanese il fetentone amerikano produttore di tale schifezza in compagnia di un paio di giganteschi delinquenti ghanesi cazzuti ed infoiati. E buttare via la chiave della cella.
“Beh, se i ghanesi, invece di farsi l’orticello dove coltivarsi pomodori equi e solidali, si fidano ciecamente di qualsiasi venditore a scatola chiusa che si fa chiamare “Gino”, io li tratterei più o meno come tratterei qualsiasi altro “pollo” che crede di fare un buon affare comprando a Porta Portese da un uomo con marcato accento partenopeo l’ultimo modello di videocamera Sony a 50 euri. Ovvero con una sonora pernacchia equa nonché solidale.
Ciao
Ritvan ”
in diverse parti del mondo c’è gente che è in buona fede convinta che Gino Ginelli e Sbarro siano marchi italiani (e la televisione ci informa abbondamente di come all’estero avvengano svariati taroccamenti esteri di prodotti italiani, quasi sempre alimentari, e si utilizzino nomi dal suono italiano per produttori di abiti da confezione, anche belli, ma per niente italici)
quindi tutto il mondo è paese.
D’altra parte, penso che neanche in Ghana tutti abbiano un orto.
Paolo
PS
Mi dicono che l’ultimo James Bond veste Brioni, invece di un abito su misura di qualche sarto di Savile Row.
questa dei pomodori non è nuova, chissà perchè in italia ,per esempio, le industrie che li trasformano in conserve o li mettono in barattoli sono prevalentemente al nord con operai e materie prime che vengono dal sud.
Che stupidi questi lavoratori, si potevano mettere la fabbrichetta in loco, no, sono proprio grulli come i ghanesi, che tra l’altro dovrebbero imparare dagli europei come si fa a fare dei buoni affari, se conviene si distruggono anche tonnellate di derrate alimentari, tanto quelli denutriti a morte si possono sempre sostenere con degli sms da un euro, oppure in alternativa fare un bel convegno dove si fissano date a capocchia per ridurre la fame nel mondo
maria
Beh Ritvan, nel ’43-’44 l’Orso stava combattendo in modo più che legittimo dopo esser stato aggredito. Vero è che un discreto spoglio di guerra l’ha fatto nel ’45, a vantaggio della Polonia satellite. Quindi, se preferisci l’aggressione sovietica al Giappone (in violazione di un trattato di non aggressione fedelmente osservato dai Giapponesi, tra l’altro) allora vada per l’aggressione sovietica al Giappone :-))
Tra l’altro, questa cosa del consolato non mi sembra un’idea simpatica, visti i rapporti non proprio idilliaci che intercorrono tra Iran e Stati Uniti…
Z.
p.s.: non si sa quanti Francesi servano a difendere Parigi dai Tedeschi…non ci hanno mai provato 🙂
Dimenticavo, ho letto solo adesso il prosieguo della denuncia al teppista fumatore.
Se hai notato anche nella storia del furto sventato dal mezzo disabile l’autista ha detto che non poteva fermare il mezzo, a pena di “interruzione di pubblico servizio”… Ma è lo stesso autista?? o ‘sta cazzata la fanno imparare a memoria a tutti i tranvieri di Roma? mah!
Z.
Guardate ragazzi che dai commenti successivi mi è venuto il dubbio che si sia generato un equivoco: io, il bieko amerikano non lo volevo in balia dei cazzutissimi ghanesi per il fatto di aver chiamato la sua fetente produzione “Gino” piuttosto che “Mao” (anche se per vosotros un bieko amerikano inchiappettato – purché rigorosamente etero, eh – per qualsivoglia motivo è sempre una buona azione da premiare in questo o nell’altro mondo:-) ). Io credo che ognuno sia libero di chiamare i propri prodotti come meglio gli aggrada (ovviamente, nel rispetto del copyright altrui). La mia punizione era auspicata per il fatto che nella confezione ci fosse solo 40% pomodori.
Ciao
Ritvan
P.S.Maria, nonostante il “Zeri i Popullit” (la “Pravda” in salsa albanese) ci rendesse edotti con gran goduria ogniqualvolta nel bieko Occidente si spianava coi bulldozer montagnole di pomodori e altra roba commestibile, il sullodato papiro non si è mai degnato di spiegarci il bieko meccanismo che stava dietro, lasciando intendere solo che si trattava del solito komplotto demo-pluto..ecc.ecc. (ma senza giudei, eh!) per affamare il proletariato, che così affamato lavora meglio e non si abbiocca sul lavoro:-). Vorresti provarci tu a spiegarmelo meglio? Grazie!
beh, non è mica strano l’ esercito in un contesto cittadino. Loro non hanno i carabinieri, e per questo ci mandano i marines.
saluti
Rubimasco
P.S.: noi abbiamo anche il vantaggio che i carabinieri non sono solo addestrati ad uccidere, ma anche al controllo cittadino….una via di mezzo, secondo me molto efficace, tra l’ esercito e la polizia.
Ritvan,
te lo spiego io. Quando i biechi contadini europei hanno letto in Marx che la loro classe era destinata all’irrilevanza, si sono contati, hanno scoperto di essere un sacco e hanno messo all’asta i loro voti.
All’incirca sono stati comperati dagli anti-comunisti, alla disperata ricerca di carne da cannone elettorale.
Ora, come sono passati all’incasso i nostri contadini? Letto sui biechi manuali capitalistici cosa sarebbe successo al prezzo dei loro amati prodotti agricoli in un regime di libero mercato, e intravista la prospettiva di diventare lavoratori dipendenti di efficienti multinazionali del settore, hanno pensato bene di scegliere un prezzo che a loro andasse bene dei prodotti e di obbligare per legge gli Stati a comprarli. Quando invece che gli Stati sono riusciti a far questo giochino con l’Unione Europea, si sono messi in una botte di ferro.
Ora, all’Unione restava il problema di cosa fare con tutte queste derrate alimentari comprate senza buoni motivi e che nessuno voleva (anche i ciccioni più di tanto non riescono a mandar giù). Finiti i silos, hanno iniziato a distruggere la roba; in parte a scenderla nel mondo, che per loro era sempre più conveniente che distruggerla.
Gli effetti economici di questa ribellione alle giuste leggi del mercato sono stati negativi nel mondo ricco e disastrosi in quello povero.
Tutto chiaro?
ciao
Francesco
Ritvan ,
se spiegavano la distruzione di derrate alimentari in quel modo che hai descritto non cambia la sostanza del problema che ho posto, perchè vieni a dirlo a me? Riguardo al meccanismo per cui si continua a farlo in Europa non saprei dirti, di sicuro risulta conveniente per gli europei, noi compresi, ma non certamente per coloro che soffrono la fame
La distruzione di prodotti alimentari in eccesso non ti sembra quantomeno assurda in un mondo dove i due terzi, o quasi ,di abitanti sono denutriti e muoiono di fame?
maria
ritvan,
esistono nella pac svariati meccanismi che rendono ahimé più conveniente *per il contadino* distruggere la merce eccedentaria (già l’idea di merce eccedentaria richiede una certa dose di fantasia).
detta merce eccedentaria non si può spostare nei paesi del terzo mondo per evidenti motivi di costo (è più facile distruggere un quintale di arance che spedirlo nel darfour)
non ti descrivo i suddetti meccanismi perchè sono tanti e complicati e la materia è in costante movimento (la riforma della pac voluta dalla commissione del bieco comunista prodi cerca di limitare questo increscioso fenomeno, ma non so sinceramente con quanto successo)
roberto
maria,
sull’assurdità ci andrei cauto.
con i soldi che spendi ad organizzare un trasporto di derrate alimentari in ghana, puoi fare cose più utili che inondare il mercato di lerce gratuita distruggendo anche il minimo di agricoltura che hanno
roberto
trattasi di merce, non lerce (anche se le
…dicevo (anche se le arance magari non sono ben lavate)
roberto
Roberto, certo hai ragione, la LOGICA vuole la distruzione di roba da mangiare, ma io contestavo proprio questa logica. Certo non si ripara mandando vagonate di arance nel darfour, a parte che forse costerebbe sempre meno di qualche missione militare, ma perlomeno rilettere sui rapporti di potere tra paesi ricchi e paesi poveri come si diceva una volta, e infatti tu hai chiamato tale fatto “increscioso fenomeno”
maria
Maria,
guarda che il problema dell’agricoltura africana è proprio la “generosità” dei paesi donatori che hanno ucciso il mercato locale.
Poi, l’anarchia porta alla morte per fame (certo non per i due terzi della popolazione mondiale, e non vedo perchè dovrei essere coinvolto moralmente nella distribuzione della ricchezza in Brasile che provaca la fame anche lì).
Francesco
“Tre rivendicazioni: non esigete tasse, non date aiuti statali, non fate elezioni. Il Mezzogiorno d’Italia si “sdepresserà”. E ciò a proposito delle Leggi Speciali e Casse del Mezzogiorno, vampiri di profitto a capitali extraregionali.” (1955)
Non ti dico, francesco, chi faceva queste rivendicazioni ultraliberiste. Perché come prendeva i soldi lo stato da elargire, tasse a parte? Indebitandosi e pagando interessi a chi nei giornali (non certo quello da cui cito io) parlavano di libero mercato, ci scommetto. Conosciamo da tanto tempo i nostri polli. I contadini, comunque, non perdevano tempo a leggere marx, sia detto a loro riconoscimento d’intelligenza. Gli bastava mettersi d’accordo col galoppino di turno.p
x Fankey
anch’io ho visto quel video di U2 e Green Day e non ho capito se il messaggio fosse: usateli qui a fin di bene e smettetela con le guerre.
Francesco
Ho letto diverse cose per me interessanti, ma che mi hanno un po’ incasinato, perciò intervengo ad aumentare il tasso di casino.
Pomodori:
Le industrie che trasformano il pomodoro sono in prevalenza del nord, leggo; non so ancora se nel nord ci sia l’Emilia (ultimamente va forte la sua collocazione nel centro italia, specie nei giochi a premi, il che riflette secondo me due avvenimenti, uno politico e uno linguistico, ma transeat);
però qua da me ci sono in effetti diverse industrie che lavorano i pomodori.
Ci sono però i pomodori, anche.
A dire il vero pare che i Borbone li abbiano prima fatti arrivare qua, dove sono tuttora chiamati con parola catalana; e poi, risultato positivo l’esperimento, nel Sud Italia.
I Savoia non hanno fatto la stessa cosa con le industrie, e questo spiega il mistero.
Ma mia madre e le sue coetanee preparano la pummarola esattamente come a Napoli.
(le patate invece le ha introdotte, più o meno mi sa nella stessa epoca, il governatore di Borgotaro Gugliemo Powers- notare il tipico cognome, non esattamente quello che ci aspetteremmo da un governatore borbonico- ovvviamente per i contadini, categoria che tanto per chiarire non esiste più, entrmabi i prodotti c’erano “da sempre”)
Distruzione:
quando hanno girato, a Roma, un filmaccio con Stallone, Daylight mi pare si intitolasse, hanno dovuto far arrivare un grosso numero di auto americane (era ambientato negli USA); poi, visto che costava troppo reimpatriarle, finita la produzione sono state schiacciate e sotterrate
(teoricamente: c’è chi sostiene che diversi esemplari non siano stati schiacciatti affatto. Chi volesse auto americane dovrebbe rivolgersi a Sigonella, mi dicono, più che alla base di Vicenza di cui mi sfugge il nome).
Non vedo perchè i coltivatori di pomodori, agrumi ecc. ecc. non possano fare altrettanto in base alle loro convenienze.
I “cattivoni” non credo proprio siano loro, ecco.
Roba militare:
se uno si esprime in modo confuso, può farlo per confondere gli altri o perchè è confuso lui.
Per i militari americani credono valgano entrambe le cose.
La loro tendenza è di minimizzare la presenza umana (americana), cosa comprensibile; per far questo si affidano alla tecnologia.
Non solo i soli, anche se sono i più “avanti”;
ogni paese occidentale ha il suo progetto di “soldato futuro” dotato di ogni genere di apparato elettronico. Utile o meno che sia.
Perchè poi, come riconosciuto e paventato da amici militari, questi soldati tecnologici sono battuti da guerriglieri a tecnologia zero; quello che non c’è non può rompersi, come al solito.
Rubimasco parla, giustamente, di carabinieri che controllano il territorio essendo un po’ soldati e un po’ poliziotti; in effetti, sono una forza di gendarmeria, nata proprio per avere queste caratteristiche (come la Royale Gendarmerie du Canada, o Giubbe Rosse); dovevano in pratica combattere briganti e simili (compreso mio trisononno) per assicurare il controllo del territorio.
Questo è l’unico motivo che spinge l’Italia a non avere una più pratica forza unica di polizia, forse più adatta a un paese, o a condizioni di impiego, più omogenee e standardizzate.
Pare che gli americani in Iraq aprezzassero i carubba proprio per le loro abilità di polizia (scovare armi e controllare i sospetti ecc.) che ai loro soldati per lo più mancano, mentre in Italia dei carabinieri sono utili, perchè diverse da quella della Polizia e ancora necessarie in diverse operazioni, le loro caratteristiche di utilizzo militare.
Paolo
paolo certo i pomodori ci sono ain Emilia che è al nord:-) ma ci sono anche nel meridione, mi chiedo se sono trasformati tutti in loco, non credo.
maria
>”Tre rivendicazioni: non esigete tasse, non date aiuti statali, non fate elezioni. Il Mezzogiorno d’Italia si “sdepresserà”. E ciò a proposito delle Leggi Speciali e Casse del Mezzogiorno, vampiri di profitto a capitali extraregionali.” (1955)
Non ti dico, francesco, chi faceva queste rivendicazioni ultraliberiste. Perché come prendeva i soldi lo stato da elargire, tasse a parte? Indebitandosi e pagando interessi a chi nei giornali (non certo quello da cui cito io) parlavano di libero mercato, ci scommetto….p.<
C’è qualcosa che non mi quadra qui. Non vedo nella citazione giornalistica l’appello – CHE TROVO SACROSANTO – a mettere fuorilegge i famigerati BOT et similia: te lo aggiungi tu adesso di tasca tua, p.?:-)
Chi faceva quelle “rivendicazioni ultraliberiste” era secondo me o un bieco “falso comunista” al servizio di Mosca o un “comunista verace” al servizio del Futuro:-), visto che suggeriva addirittura di abolire le elezioni.
Io la trovo una ricetta del menga. Le tasse si dovrebbero pagare in ragione della RIGOROSAMENTE ACCERTATA capacità contributiva, chi ha VERAMENTE bisogno di aiuto dovrebbe ricevere aiuto (ricordo che nei biechissimi et crudelissimi USA lo Stato paga le bollette e l’affitto a TUTTI i cittadini VERAMENTE bisognosi, cosa che nella “caritatevole” Italia succede solo a due condizioni: se ci sono i soldi – CHE QUASI MAI CI SONO – e se il richiedente è “gradito” al valvassore locale che amministra ad minchiam i soldi pubblici) e chi parla di non fare elezioni dovrebbe essere urgentemente ricoverato alla Neurodeliri:-).
Ciao
Ritvan
Americani in Somalia perchè???
Perchè c’è molto petrolio e come è già noto, che ci va a fare Bush, per sterminare popoli e prendersi il petrolio…
w L’ITALIA
>Certo non si ripara mandando vagonate di arance nel darfour, a parte che forse costerebbe sempre meno di qualche missione militare…maria<
Maria, te lo dice uno che ha visto bene come andavano a finire in Albania gli aiuti umanitari inviati come “Dono del Popolo Italiano”. Se mandi le arance nel Darfour o in qualsiasi altro posto dimenticato da Dio, la prima cosa che farà il fetente signorotto locale nel cui territorio scaricherai le arance, sarà di erigervi intorno un muro ed intimare ai suoi concittadini morti di fame di pagare il “pizzo” per accedervi (cosa che faceva più o meno anche il sullodato governo albanese di turno, ma con molta più “classe” del negro armato di kalashnikov nel Darfour), altrimenti lui e i suoi sgherri armati lasceranno le arance marcire al sole, ovviamente dopo aver scelto alcune per farvi delle belle spremute per loro stessi medesimi. E siccome la ragione della morteperfamitudine in quei posti dimenticati da Dio non è la mancanza di cibo, bensì quella di palanche per comprarlo in quantità bastevoli, il tuo Altamente Umanitario Gesto si risolve in un buco nell’acqua.
Ecco perché le missioni militari – per quanto costino – forse sono più utili delle vagonate di arance. A patto che esse (le missioni) servano a tenere lontano dalle arance il suddetto personaggio e i suoi sgherri o a insegnare alla popolazione come farne a meno oppure proteggere un manipolo di agronomi mandati laggiù ad insegnare ai locali come produrre in loco le cose e non aspettare a bocca aperta che l’iomo bianco ti mandi le arance per dissetarti.
Come dicono i biechi yankees:”All’uomo affamato in riva al lago non dargli pesce da mangiare ma insegnagli a pescare”. Magari dopo avergli fornito la prima lenza decente – aggiungerei io – e avergli anche insegnato come far fuori l’immancabile farabutto che apparirà dal nulla e tenterà SICURAMENTE di fregare con le buone o con le cattive il pesce pescato.
Ciao
Ritvan
>Americani in Somalia perchè???
Perchè c’è molto petrolio e come è già noto, che ci va a fare Bush, per sterminare popoli e prendersi il petrolio… Aquilatricolore<
Forse la confondi con la Nigeria (sai, per via delle frequenti notizie sui tecnici petroliferi italici rapiti laggiù) o con l’Iraq. O magari con le Maldive dove sogni di andare quest’estate:-). Buone vacanze, amico, divertiti e non pensare più a quel fetente petrolio!
Ciao
Ritvan
miguel mi spieghi che differenza c’è tra il tuo blog e il sito che è uguale a questo????
ritvan,
hai ragione sul gesto umanitario, ma io intendevo altre cose, intendevo appunto una politica diversa delle istituzioni internazionali, e dei paesi più ricchi. Il discorso era cominciato dalle eccedenze alimentari distrutte che mi sembravano il simbolo di un mondo che necessita di politiche ben diverse da quelle attuali dove aumentano i “profughi” e dove nel paese più potente del mondo si elaborano modelli di città strettamente sorvegliate.
maria
La distribuzione degli aiuti umanitari “ad minchiam”, ha ragione Ritvan, è uno dei più grandi problemi di politica internazionale. Non direi proprio che serva l’esercito a controllare le arance (bella ‘sta frase, me la segno e la uso da qualche altra parte), quanto una politica degli aiuti più seria, in cui vi sia una azione strutturata degli delle operazioni, ovviamente da parte dell’organizzazione investita dell’incarico – prima di tutto, il monitoraggio dell’uso in loco. E’ quello che ha fatto il Cesvi (italiano) in Nord Corea, unica organizzazione ad aver applicato il metodo del monitoraggio costante sui prodotti mandati nella desolata Monarchia Assoluta Comunista con le pezze al culo. E’ stata una grande vittoria, ma una delle poche.
Questa è una delle questioni all’ordine del giorno nel terzo settore (in cui potrei dire di lavorare) e di fondamentale importanza per la collaborazione allo sviluppo. Ci sono molti altri aspetti, ma mi fermo per ora alle arance!
Antonello
maria,
il problema che segnala ritvan, è solo un aspetto e forse nemmeno il più deleterio.
ti faccio un esempio ultrasemplificato (e se c’è qualche economista in ascolto mi perdoni ed eventualmente corregga):
il villaggio ghanese crea una bella cooperativa per produrre pomodori. investono tempo, lavoro e denaro per svariati mesi, e al momento della raccolta un po’ di quei pomodori se li pappano, un po’ decidono di venderli al mercato.
già il mercato è intasato di merce proveniente dall’europa e dagli usa che grazie alle sovvenzioni all’esportazione costa 25% in meno rispetto alla merce ghanese.
in più a mezzogiorno arriva un carico di pomodori eccedentari completamente gratis generosamente trasportato dalla ong “tidounamanofratellonegretto”.
ora, la nostra bella cooperativa ghanese che se ne fa dei suoi pomodori? come li ripaga i debiti fatti? che mangerà domani? continuerà a produrre pomodori? e se non lo farà chi produrrà pomodori in ghana? e quando la ong si sarà stufata, che ci metteranno i ghanesi sulla pasta, ammesso che abbiano continuato a produrre grano?
roberto
ringrazio gli amici che, da diverse posizioni politiche:-) ,mi hanno riportato sulla retta via in materia di arance e pomodori
maria
credo che roberto abbia azzeccato in pieno l’esempio. grazie.
ottima la proposta del compagno di p.: preso atto di cosa inevitabilmente è lo Stato democratico nel Sud Italia, facciamone a meno, teniamoci un paio di battaglioni di bersaglieri (fanteria meccanizzata) e per il resto lasciamoli liberi. Come sarebbe andata ad applicarla?
p. il debito pubblico è fonte di dibattito da prima di Marx, cioè da sempre. non pretendere che io possa darti opinioni esaustive, mi limito a combattere la redistribuzione del reddito.
Francesco
Ringrazio anch’io Francesco e Roberto per avermi spiegato meglio di quanto non facesse a suo tempo “Zeri i Popullit”:-) la faccenda della distruzione dei pomodori. Certo che già che c’era, per evitare cotanto scempio che fa accaponare i capelli:-) a Maria, l’UE poteva scegliere fra impostare un regime di rigida pianificazione (piani quinquennali:-) ) delle colture che ogni singolo contadino doveva seminare per non creare eccedenze e la creazione (sempre mediante piani quinquennali:-) ) di industrie conserviere proprie. Nell’ultimo caso, l’esperienza precedente di Prodi alla “Cirio” sarebbe stata molto utile:-).
Ciao
Ritvan
Ritvan
il bello dell’Europa è unire gli aspetti deleteri del socialismo a quelli deleteri del capitalismo. Se poi ti ricordi il caso delle quote latte … ci hanno anche provato.
Direi che il motto di Brussels potrebbe essere “anything but the free market”. A Washington sono più vicini a “anything but free trade”, invece.
Poi dice che uno si butta su Chavez!
ciao
Francesco
Per Francesco n. 48,
il punto non è il conflitto tra “privato” e “pubblico”, che è un’astrazione per me abbastanza insensata.
Il punto è che gli interessi privati usano tutta la forza delle istituzioni statali.
Proprio in questo articolo, ho parlato di come l’esercito americano, con i suoi immensi fondi, copre le spese di ricerca delle ditte americane – anche di diverse ditte piccole – risparmiando loro quelli che sarebbero costi insostenibili per ditte europee, figuriamoci per ditte del cosiddetto Terzo Mondo.
Anche i “grandi lavori” del liberista (a parole) Berlusconi servivano per travasare i soldi dei contribuenti alle ditte tramite lo stato, e anche il governo attuale continua, in maniere diverse, a “sovvenzionare” le imprese decotte.
Miguel Martinez
x Miguel (n.49)
Non c’è bisogno di essere antiimperialisti per concordare sul fatto che ANCHE gli usani cercano in ogni modo (para)legale di privilegiare le LORO ditte. Però, nel caso di ditte committenti per la Difesa, lasciamelo dire che affidare tali compiti alla ditta del fratello di Ahmadinejad:-) non mi sembra proprio una buona idea:-)
Sul “liberismo” di Berlusconi stendiamo un pietoso velo. Nella recente Finanziaria “di lacrime e sangue”, almeno una cosa buona e giusta c’è: è stato abolito l’obbligo per i sanitari privati di versare l’obolo a una fondazione privata di Perugia (ONAOSI) che si occupa di assistenza a orfani di sanitari, obbligo introdotto 3 anni fa nella finanziaria di quell’anno (durante il solito “assalto alla diligenza a mezzanotte) da quel campione di liberalismo alla pummarola che è Renato Schifani. La cosa è stata denunciata a suo tempo dalla kompagna Gabanelli (che coniò l’espressione “tassa sul defunto”:-) ) e una tantum i kompagni son stati coerenti e hanno fatto anche la figura dei veri liberali.
Come vedete, kari kompagni, io do ai kompagni quel che è dei kompagni, anche in positivo. Anche se la cosa potrebbe esser letta pure in chiave:”faccio un dispetto allo scagnozzo di Berlusca e anche al boss dell’ONAOSI che ottenne quell’illiberale favore dal suddetto scagnozzo chissa come”:-).
Ciao
Ritvan
MM,
non sono d’accordo.
Un conto sono semplici regalie dai fondi dello Stato ad aziende di amici di quelli che al momento reggono lo Stato, un altro possono (e dovrebbero) essere le spese dello Stato per il bene comune.
Le autostrade, ad esempio, sono un investimento per il bene comune, anche se hanno favorito i costruttori di autoveicoli e arricchito i produttori di asfalto.
Le uniche alternative che vedo sono:
1) uno Stato che produce tutto all’interno, ma non ha funzionato molto bene dove hanno provato
2) l’anarchia, dove nessuno prende i soldi agli altri per fare gli investimenti di utilità comune. Poi vediamo come si attraversano i fiumi senza ponti.
Ciao
Francesco