"Dopo l’invasione austriaca dell’Italia, noi non cediamo affatto sui valori fondanti della civiltà italiana, che sono l’accoglienza e la solidarietà, e invochiamo solo un dialogo basato sul rispetto e sulla reciprocità. Per questo, chiediamo unicamente agli austriaci di rispettare il nostro diritto di occupare Vienna cacciandone gli abitanti, come loro hanno fatto con noi, e lo chiediamo in nome dei nostri valori di libertà, di tolleranza e di democrazia".
Queste parole immaginarie potrebbero riassumere la logica di un’interessante riunione a cui sono andato ieri: un incontro all’hotel Mediterraneo di Firenze, organizzato da Forza Italia, sotto la veste del "Club Brunelleschi" (chi sa cosa avrebbe pensato l’artista del termine "club") a sostegno di Oriana Fallaci e contro la richiesta di dimissioni del presidente del consiglio regionale, Riccardo Nencini.
Si parte da una menzogna – la presunta "invasione islamica dell’Italia" – per arrivare a conclusioni che richiedono guerre, bombardamenti, stragi e deportazione. Ma la strada che si percorre è la via fiorita del linguaggio democristiano di una volta, tutto basato su democrazia e valori. La cultura di ciò che Costanzo Preve chiama il bombardamento etico.
Non voglio perdere tempo con alcune sciocchezze in libera uscita che sono state dette ("i comunisti prima guardavano all’Unione Sovietica, oggi guardano all’Islam"), ma cercare di capire qualcosa del senso della riunione. So benissimo che su Internet bisogna fare post brevi, ma io non ci riesco, quindi se vi annoiate, saltate pure.
C’erano circa duecento posti in sala, tutti pieni, e con molta gente in piedi. E tutti, tranne il sottoscritto, ad applaudire i discorsi degli oratori. Considerando che Firenze non è certo una città di destra, si tratta certamente di un successo per gli organizzatori.
Allo stesso tempo, l’età media dei presenti era decisamente elevata. C’era la signora di cinquant’anni con i capelli tinti di un biondo platino, assieme alla madre con i capelli dello stesso colore, il signore che sfidava coraggiosamente le scale anziché prendere l’ascensore, quello che si lamentava che la gamba gli faceva male.
Anche i pochi giovani erano della specie di quelli nati vecchi, gli studenti di giurisprudenza che già in testa loro dirigono uno studio di avvocati, i laureandi in economia e commercio che quando ti guardano, sembra che debbano accogliere nel loro ufficio un aspirante evasore fiscale. Dietro di me, due uomini in giacca e cravatta discutevano animatamente su come condurre in porto un’operazione finanziaria.
Poteva essere un incontro della "maggioranza silenziosa" del 1971, un incontro di monarchici o un convegno di solidarietà con l’Afghanistan negli anni Ottanta. Le platee di destra (distinte da quelle che possiamo chiamare "neofasciste") hanno sempre lo stesso abbigliamento e atteggiamento, e fin qui nulla di strano, ma anche la stessa età media, anno dopo anno. Un mistero che lascio ai sociologi.
Mi sarebbe piaciuto intervistare tutti i partecipanti ad uno ad uno, per capire meglio le loro storie; ma purtroppo mi devo limitare a qualche riflessione provvisoria, basata sull’atmosfera generale della manifestazione. La divisione della destra in tre partiti permette di filtrare le persone; e nel processo, a Forza Italia arriva il grigiore allo stato quasi puro. Il massimo del folklore era un unico cartello con il Palazzo della Signoria coronato da un’improbabile cupola a bulbo di stile iranico, con sotto la scritta "Piazza Arci Bin". Viene il sospetto che i forzisti amino Berlusconi anche perché lui si permette di fare tutte le marachelle che loro non oserebbero mai. Pur nella sua plastificazione, Berlusconi rappresenta l’umanità che manca ai forzisti.
Perché sia così, è difficile dire – posso immaginare che molti dei partecipanti abbiano alle spalle una lunga storia di conformismo familiare e lavorativo, subito senza il minimo pensiero di ribellione. Gli studi scelti perché permettono di fare carriera, il giusto abbigliamento al matrimonio, un comportamento obbediente nell’ufficio… Da cui l’incapacità quasi fisica di creare, non dico arte, musica, teatro o pensiero filosofico, ma almeno uno slogan in stile leghista.
Colpiscono poi due sentimenti forti, non facili da capire, ma certamente genuini: il filoamericanismo e l’anticomunismo. Che non nascono certamente oggi, né per lavaggi del cervello governativi: la forza degli applausi ogni volta che si toccano questi due temi indica qualcosa di radicato. Vista l’età delle persone, le due cose sono probabilmente una sola: gli USA come baluardo contro il comunismo.
L’anticomunismo di destra è in qualche modo un mistero. So che mi si risponderà parlando dei gulag di Stalin, o dell’improponibilità economica di una società socialista. Ma queste sono considerazioni astratte; tutti riescono a rimuovere qualunque orrore quando fa loro comodo, altrimenti a quest’ora saremmo tutti antimperialisti. Qui si tratta di qualcosa di più profondo, emotivo e caratteriale.
Io capisco l’anticomunismo emotivo in due casi: tra le persone che hanno subito in prima persona la furia dell’antifascismo militante dell’estrema sinistra negli anni Settanta, e tra le persone che sono cresciute in qualche paese del cosiddetto socialismo reale.
Ma queste persone, nate e cresciute a Firenze, certamente non si sono mai esposte politicamente. Questo è un mondo che delega il proprio impegno, come la propria violenza. Per capirci, quando vedono un extracomunitario, gli sorridono e chiamano di corsa i carabinieri, sperando che arrivi uno da 120 chili appena trasferito da Sassuolo.
Che soprusi possono aver subito, allora, dai "comunisti"? Una cooperativa di sinistra che vince un appalto senza meritarlo, esattamente come la ditta del cugino del sindaco vinceva un appalto in un comune democristiano? Il sospetto indimostrabile che ti abbiano negato la licenza per aprire un bar perché non eri iscritto al partito? Cosa ha ispirato un signore dall’aria mite e simpatica, seduto accanto a me, a sibilare "comunisti maledetti!" con un astio incredibile, quando un oratore ha parlato del comunismo?
Cosa vuol dire poi il termine, ripetuto ossessivamente, di "libertà"?
Ne ha parlato Paolo Amato, consigliere comunale di Forza Italia (oratore piuttosto bravo e gradevole) e ne ha parlato Angelo Pollina, consigliere regionale.
A un certo punto, è salito sul palco un signore che chiunque assegnerebbe alla categoria delle braccia rubate all’agricoltura. Pensavo che fosse il caratteristico personaggio pittoresco che in tutte le conferenze chiede di intervenire, e sono rimasto sorpreso nello scoprire che si trattava di un sottosegretario del governo, il senatore Massimo Baldini, di mestiere "avvocato e revisore contabile". Qui si potrebbe aprire una lunga parentesi su come l’intelligenza, comunemente intesa, sia una caratteristica rara tra i politici (con qualche eccezione come Fini o Bertinotti); anzi, probabilmente costituisce una zavorra che complica inutilmente la vita e intralcia l’istinto di potere.
Baldini dice che "noi dobbiamo fare un’equazione, l’uomo è libertà e la libertà è l’uomo". Prima di scoppiare a ridere, viene da chiedersi, perché una sciocchezza del genere ha un effetto particolare su questa platea? Non si tratta certo di un incontro di ex-discendenti di schiavi in una chiesa del sud degli Stati Uniti negli anni Sessanta. Non si tratta del raduno di una minoranza etnica in qualche paese oppressivo, o di lavoratrici della strada che stanno cercando di mettersi in proprio contro il volere dei loro sfruttatori.
Anzi, qui siamo di fronte a un gruppo di persone che vorrebbe certamente inasprire tutte le leggi repressive esistenti (a differenza dei leghisti); persone che non avendo mai prodotto nulla di creativo, non si sentono certamente offese da limitazioni sulla libertà di espressione. Visto il tipo di persone, dubito che vogliano potersi fare le canne per strada.
Certo, possiamo immaginare che "libertà" per loro voglia dire una maggiore facilità nell’ottenere una licenza per un negozio. Ma è tutto lì? O ci sono altre fantasie di mezzo? Qual è la schiavitù, forse interiore, da cui desiderano riscattarsi?
Diversi oratori ribadiscono, con evidente impegno emotivo, un concetto: la sinistra ti giudica sempre, loro si sentono moralmente superiori, la sinistra ti dà e ti toglie la patente, la sinistra emargina chi non è d’accordo.
Anch’io, e a maggior ragione quasi tutti i miei amici, siamo regolarmente oggetto di giudizio da parte della destra, ed è un giudizio feroce, che non discute le idee, ma esige, urlando, l’arresto e anni di carcere per tutti. Visto che la destra è al governo, la cosa dovrebbe essere ben più preoccupante di una critica di Marco Revelli agli scritti di Oriana Fallaci. Eppure, la cosa ci tocca solo sul piano fisico; sul piano emotivo, gli attacchi della destra ci fanno sorridere, e ce li raccontiamo con le lacrime agli occhi dalle risate.
Per la destra tutta (compreso, in questo caso, il mondo abbastanza diverso dei "neofascisti"), invece, il giudizio della sinistra è fondamentale: è la destra a concedere alla sinistra il diritto di giudizio, salvo poi lamentarsi del fatto che questo giudizio è sempre negativo.
In realtà, anche i Testimoni di Geova giudicano tutto e tutti, e il giudizio della sinistra oggi non è che conti molto di più.
Ma esiste certamente un gioco di ruoli tra destra e sinistra. E’ incredibile leggere o ascoltare persone di sinistra che non contano assolutamente nulla, compresi militanti squattrinati che rischiano spesso il carcere, parlare di paletti e del rischio dello sdoganamento. Isolati oggi più o meno quanto gli ufologi, gli estremisti di sinistra invocano "l’isolamento" degli altri.
Chiaramente, la spocchia di sinistra si alimenta del complesso di inferiorità della destra, mentre il complesso di inferiorità della destra alimenta la spocchia della sinistra.
Mentre i relatori inveiscono contro la pretesa della sinistra di dare patenti, vedo un’improvvisa agitazione nei giovani del servizio d’ordine, che si radunano e poi vanno velocemente verso l’ingresso. Sergio Pollina interrompe l’oratore di turno e si fa un grande silenzio.
Entra Riccardo Nencini, il presidente del consiglio della regione, esponente della "sinistra" e ammiratore della Fallaci. Mentre lui fa il suo ingresso in mezzo alla sala, l’intera platea si alza in piedi e lo applaude, come non ha fatto con nessun esponente di Forza Italia.
Un orgasmo collettivo di gioia, per aver avuto la patente da un uomo di sinistra. Per un attimo, si sentono umani anche loro.
Se il riconoscimento è così fondamentale persino per un commerciante di Forza Italia, immaginatevi cosa possa significare per un palestinese, o anche per un immigrato clandestino in Emilia Romagna. Ma a queste cose non ci arrivano.
Magnifique. Poi lo diffondo sul mio blog. Ciao!
Andrea
splendido … infatti te l’ho rubato
geo
Carissimi Geo e Andrea, se ci riuscite, inserite dove ho messo l’asterisco, un link a questa pagina su Costanzo Preve:
http://www.kelebekler.com/occ/prevearticoli.htm
Io avevo messo l’asterisco per ricordarmelo, e adesso sto scaricando canzoni sovversive azere, per cui non non riesco a modificare su splinder.
Grazie della diffusione. Sarebbe bello fare uno studio antropologico sui forzisti, che non conceda nulla né all’astio polemico, né alla complicità. Purtroppo le mie sono impressioni visive, ci sarebbe bisogno di parlare a fondo con persone che non sono certamente abituate ai dialoghi difficili.
Miguel Martinez
Il tuo andare a curiosare nei vari convegni e incontri, siano di forza italia, dei testimoni di geova o degli Hare Krishna, mi sembra il sistema migliore per conoscere direttamente cosa passa nella testa delle persone. Lo farei anche io, se avessi tempo ,fossi meno pigra e mi facessero entrare con il cane.
Il pubblico di forza italia corrisponde comunque a quello che ho visto io anni fa, quando Berlusconi, già avviato alla clonazione con Napoleone, è apparso in non ricordo più quale convegno di non ricordo più quale megahotel di Milano.
Io però ho tratto altre due figure di personaggi, oltre quelli grigi da te evidenziati :gli arrivisti, e le persone politicamente per tre-quarti missini ( AN & connessi )e per un quarto Berlusconiani.
I primi, gli arrivisti, sembravano sbarcati alla riva di Lampedusa o a quella pugliese dai piroscafi malandati del partito socialista e della democrazia cristiana, entusiasti di avere trovato un centro di accoglienza che prospettava loro una nuova occasione di affari. Questi non cambiano, ovunque vadano, il loro livello morale e culturale, sempre basso. I secondi, invece, venivano a vedere e a sostenere con entusiasmo il leader che prometteva la svolta per tutti, sono meno grigi, più ruspanti o più arguti, spesso simpaticissimi.
Queste convention sono penose, si corre il rischio di trovarsi a cantare e a ballare come nei congressi delle società stampo Millionaire, quelle catene di sant’ Antonio che devono adrenalizzare i componenti e arraffare nuovi adepti.
Anche la sinistra mi pare si stia adeguando : ho visto in televisione Fassino cantare e muoversi a ritmo di musica con gli alleati, l’unico che si è sottratto alla carnevalata è stato D’Alema.
Aurora.
Io conosco alcune persone (carissimi amici) che votano berlusconi che potrebbero essere chiamati dei “sinistri pentiti”. Cioè “Berlusconi non mi piace ma la sinistra mi fa schifo, piuttosto che votare a sinistra voto berlusconi che è meno peggio”. Naturalmente mai entrare seriamente nel merito di un’argomentazione rispetto a ciò che votano, è un votare per negazione. Come dire, citando una battuta di Preve fatta in un altro contesto che tra “La sinistra fa schifo” e “voto berlusconi” ci sono circa 10 passaggi, di cui almeno nove sbagliati. Vi è capitato di conoscerne?
dorian
Ormai ha confessato… Il titolo di questo post prova in maniera incontrovertibile che Miguel è in realtà un ex-agente del KGB e che in passato ha davvero armato e addestrato guerriglieri sudamericani.
Dorian, tipico (=. Purtroppo, da quel poco che vedo, è un meccanismo che noto anche da parte dei “sinistri”.
“Perché sia così, è difficile dire – posso immaginare che molti dei partecipanti abbiano alle spalle una lunga storia di conformismo familiare e lavorativo, subito senza il minimo pensiero di ribellione. Gli studi scelti perché permettono di fare carriera, il giusto abbigliamento al matrimonio, un comportamento obbediente nell’ufficio… Da cui l’incapacità quasi fisica di creare, non dico arte, musica, teatro o pensiero filosofico, ma almeno uno slogan in stile leghista.”
Qui non si cade un po’ nello stereotipo? Non so, ho un po’ l’impressione che si stia puntando a mostrare i destri come “omuncoli” e che di conseguenza le loro ridicole tesi siano semplice frutto di un’inferiorità intellettuale.
Può darsi benissimo che siano esattamente come sono qui descritti, però non so… Ho sempre il dubbio se questi fallaciani propongano una tesi davvero inguardabile a causa di loro carenze personali, o se il re è davvero nudo (-; e loro l’hanno capito e io no.
Qualcuno può darmi una mano a venirne fuori?
Gia Lam
Un po’ per tutti,
è interessante, già vengono fuori atmosfere diverse.
Ad esempio, a Milano, scopro forzisti ballerini… probabilmente la situazione è diversa a Firenze, visto che qui l’unica carriera ragionevolmente prospettabile è l’eterna opposizione.
Per Gia Lam, certamente la mia impressione di grigiore è soggettiva.
Va però anche detto che non provo la stessa impressione quando vedo altri ambienti di destra, dai leghisti ai neofascisti, mentre in Alleanza Nazionale si vede abbastanza chiaramente una coesistenza di grigi con colorati.
Miguel Martinez
OT,
scopro che Filomeno Viscido ha aperto un proprio blog:
http://bishma.splinder.com/
scontri e scintille a parte, auguri sinceri!
Miguel Martinez
Io a Roma ho avuto modo di frequentare persone di varia destra.
Non saprei bene come collocarle, anche perchè non mi si presentavano dicendo il partito che votavano, e credo d’aver capito che le loro simpatie vagassero nomadicamente da un partito di destra all’altro, esclusa, per incompatibilità geografica, la Lega.
Erano persone che a Milano o, forse ancora più a Firenze (città che ho sempre trovato cupa) sarebbe scivolati verso il grigiore.
La “romanità” però gli conferiva una vitalità e una bonarietà feroce (non saprei come descriverla meglio) che li colorava molto.
Erano persone di livello sociale molto, molto elevato (per modo di dire, parlo di soldi infatti).
Era come se si volessero presentare come i capi in giacca e cravatta dei coatti da stadio, dei quali condividevano gusti e valori.
Non c’è, credo, a Milano, lo stesso rapporto simbiotico (e clientelare) tra “destri” di livello alto e “destri” di livello basso.
A Roma infatti hanno, i ricconi, queste facce da contadini laziali arricchiti e tenaci, sono rimasti proprio come dovevano essere i nostri antenati romani antichi, imperialisti dentro.
A Milano invece, mi sembra che siano tutti craxiani smarriti..
Non so se Craxi avesse interpretato una certa milanesità politica nel modo più appropriato, o se se la fosse inventata lui (non sono così addentro alla politica) ma i milanesi, anche non politici, mi sembrano tutti ex-craxiani di destra, ex-craxiani di sinistra, ex-craxiani che non sanno dove cacchio stare. Quindi, lotta tra il craxiano che è andato di qua e quello che è andato di là, non coesione di una destra (e di una sinistra) al suo interno.
(“I love Craxi, do you?” chi lo cantava e dove?)
Non sono proprio fasci.
Forse il genius loci conta.
A Firenze, questa cupezza, questa aggressività, e questo snobismo;
a Roma, la vecchia nobiltà nera;
a Milano, un modo di essere che è specificamente milanese, e che trovi in tutti (dai dj della radio al politico): lo stesso modo di scherzare, la stessa maniera peculiare di essere italiani. ma che non si traduce più in coesione politica.
PS
Io,che vivo ora in provincia di Parma, mi rivendico orgogliosamente non parmigiano.
Sto in una zona culturalmente diversissima:ovest del torrente Taro, collina, zona di coltivatori diretti con antenati spesso liguri.
Niente a che fare con “Novecento” di Bertolucci, nè con la “Camera da letto” di suo padre.
Altra cultura, per me è come se parlassero di Marte.
Non c’entro niente con la vulgata parmigiana della città ducale, della bassa (bleah! mi perdo quando ci vado), nè della collina e montagna ad est del taro, zona di antenati toscani e molto più latifondista.
Ciao.
Paolo
cattivo gusto il riferimento ai fatti di sassuolo (a uno spacciatore ubriaco e violento si deve rispondere energicamente, se non vogliamo sprofondare nell’anarchia). SI consideri che gli abitanti hanno ben reagito dalla parte della polizia, vivere in questo tipo di quartieri è peggio di una maledizione divina.
C’è un limite a tutto.
Un tale è intervenuto su questo blog per spammare semplicemente, “La Quercia blog dedicato ai DS”.
Cancellato subito, come ogni forma di spam.
Miguel Martinez
Per Dumme Junge,
Immagino che tu abbia visto il video di ciò che è successo a Sassuolo.
Abbiamo prima di tutto un individuo, evidentemente disturbato, steso a terra, in mutande, a febbraio.
Il che non depone a favore del suo stato psicologico.
I carabinieri che lo controllano stanno abbastanza tranquilli.
Poi il tizio si alza, e si agita confusamente.
Viene picchiato furiosamente. E io qui non mi sconvolgo, perché in questi casi è facile perdere il controllo. Un po’ meno mi piace il fatto che il carabiniere che lo picchia dica, “marocchino di merda”.
Il marocchino di merda finisce steso per terra e se ne sta beatamente lì.
E’ a questo punto che un carabiniere appoggia le mani su un’automobile per darsi uno slancio e salta a piè pari, con i suoi stivaloni e 120 chili, sulla cassa toracica del marocchino di merda.
E’ questo il fatto che suscita scandalo.
Miguel Martinez
“Qui si tratta di qualcosa di più profondo, emotivo e caratteriale.”
Miguel, hai colpito proprio nel segno! Sarà il vedere, e il volere, tutto in bianco e nero?
Dumme Jung non attribuire al divino l’abitare nei quartieri di Sassuolo e il dover convivere con la delinquenza. La delinquenza va combattuta da gente prima di tutto onesta, poi anche competente, professionale, equilibrata.
Se i poliziotti di Sassuolo sono disonesti, come si sono dimostrati ampiamente con il loro comportamento inutilmente violento, abusando dei loro poteri, non si può pretendere che garantiscano sicurezza ai cittadini, che tutelino da altri disonesti.
I cittadini di Sassuolo sono solidali con i poliziotti senza considerare che questi stessi creano le basi della loro insicurezza. Infatti chi è disonesto è disonesto sempre. Inutile fare gli elogi perchè hanno semimassacrato un ubriaco nullatenente in mutande esagitato. Non si tutela così la sicurezza di un paese e anzi, dando prova di disonestà istillano il dubbio che di fronte alla delinquenza che traffica e guadagna siano disponibili a chiudere gli occhi dietro congruo compenso, facendo prosperare la delinquenza nonostante le botte date al poveraccio.
Se nella polizia si alliignano questi elementi, non ci possiamo aspettare nessuna garanzia di seria lotta al crimine. troppa disonestà , troppe coperture, troppe giustificazioni.
Bisognerebbe espellerli, mandarli in miniere di rieducazione, far sfogare e incanalare la loro aggressività in lavori socialmente utili.
Aurora.
Finchè non hai parlato di miniere, ero quasi d’accordo con te.
Paolo
>…Lo farei anche io, se avessi tempo ,fossi meno pigra e mi facessero entrare con il cane…<
I cani non li lasciano entrare perché temono la concorrenza:-) .-).
Ciao
Ritvan
Io non sono così sicuro che le cose a Sassuolo siano andate come dice Miguel. Uno dei carabinieri è andato all’ospedale e ha avuto una prognosi di alcuni giorni (e non per essersi fatto male alla caviglia nel saltare sulla pancia dell’energumeno desnudo). Nel filmato c’è forse un carabiniere che si prende a pugni da solo oppure si fa dare una mano nel compito dal collega?
Ciao
Ritvan
>Finchè non hai parlato di miniere, ero quasi d’accordo con te. Paolo<
Preferisci che vengano invece semplicemente gettati a mare con una pietra legata al collo?:-)
Ciao
Ritvan
>Se i poliziotti di Sassuolo sono disonesti, come si sono dimostrati ampiamente con il loro comportamento inutilmente violento, abusando dei loro poteri, non si può pretendere che garantiscano sicurezza ai cittadini, che tutelino da altri disonesti..Aurora<
Caro avvocato, se un giorno tu vincessi il concorso per entrare a far parte della nobile categoria dei giudici, prego Iddio che io non venga mai giudicato da te.
Ciao
Ritvan
Naturalmente!
sai com’è, voglio a tutti costi finire nella nuova edizione del Libro Nero. 🙂
Ciao!
Paolo
Il riferimento era al commento 18 dell’ottimo Ritvan.
Ri-Paolo.
Miguel, grazie
per la frase con cui sintetizzi l’ atteggiamento dei destrorsi: “è la destra a concedere al centrosinistra la libertà di giudizio” .
C’ è dentro tutta la presunzione padronale e arrogante del centrodux italiano.
Munchhausen
Certo il sociologismo col quale si cerca di comprendere determinati fenomeni può essere interessante, ma credo che tutto debba essere ricondotto sempre all’ideologia dominante che crea quelle plebi festanti (festose, per questi signori nel loro aplomb, mi sembra un aggettivo improprio) che ritroviamo, anche se con meno rozzezza, anche a sinistra. Ma questa gente che plaude ai vaniloqui sulla libertà(della licenza facile) è così diversa dagli sbandieratori militanti di sinistra, che si spellano le mani quando D’Alema giustifica la guerra alla Yugoslavia giustificandola con un’inesistente pulizia etnica? O ancora, come sostengono M.B. e M.B. ne “Il Mistero della sinistra” come quei compagni che nonostante le trame intradominanti nelle quali sono coinvolti Prodi & C. attuano il meccanismo della rimozione? Un manifesto elettorale dell’unione con il faccione di Prodi gigantografato recita: “la serietà al governo”. Come se la questione determinante fosse quella di liberarsi del barzellettiere Berlusconi. Ma di quale serietà si parla, di quella che garantirà ai capitalisti americani un nuovo governo codino? Della serietà che non modificherà gli assetti di potere economico-finanziario-produttivi oggi esistenti?
La plebaglia “nostra” non è così diversa anche se non commette l’errore di prendersela coi clandestini e gli immigrati(forse!).
“In Virginia il sig. Brown era l’uomo più antirazzista, un giorno sua figlia sposò un uomo di colore e lui disse: bene! ma non era di buon umore”.
>D’Alema giustifica la guerra alla Yugoslavia giustificandola con un’inesistente pulizia etnica..RM< Caro Compagno, la pulizia etnica del Compagno Milosevic in Kosovo non può diventare “inesistente” solo perché non è stata prevista da Marx:-)
Ti incollo qui sotto quanto scriveva Mario Vargas Llosa su El Pais (riportato da “La Repubblica”) in quei giorni del 1999.
Ciao
Ritvan
“Le testimonianze raccolte tramite i rifugiati kosovari in Macedonia e Albania, indicano una fredda pianificazione, eseguita con precisione scientifica. Nei villaggi occupati sono stati separati i giovani dai bambini, dagli anziani e dalle donne per ucciderli, facendogli a volte scavare le proprie fosse. Ai sopravvissuti è stato dato un tempo minimo per fuggire all’estero, dopo averli spogliati dei documenti personali. I registri pubblici sono spariti, bruciati, così come ogni documentazione che attestasse che quei kosovari sono proprietari di case o di terre o, persino, che abbiano mai vissuto lì, o che siano mai esistiti. L’ultima fase dell’operazione – quando, secondo l’Alto Commissariato Onu, più di mezzo milione di kosovari è stato cacciato verso l’estero e circa duecentocinquantamila sfollati all’ interno del Kosovo – è consistita nel chiudere le frontiere, per far diventare i kosovari che sono rimasti all’interno scudi umani contro i bombardamenti e una possibile azione militare terrestre degli alleati.
In ogni caso, è evidente che l’obiettivo di Milosevic è la pulizia etnica: fare del Kosovo una provincia al cento per cento serba e ortodossa, senza traccia di musulmani e di albanesi. C’è una qualche relazione tra il ritardo con cui la comunità internazionale ha agito contro Milosevic e il fatto che le sue vittime siano dei musulmani? Temo di sì, come c’è stata al tempo di Hitler, tra il ritardo degli alleati nel dichiarare la guerra e il fatto che le vittime dell’Olocausto fossero ebree. Ho la certezza che se fosse stata cristiana la comunità che ha patito le sofferenze e le vessazioni che hanno sopportato i bosniaci, o che patiscono ancora i kosovari, la reazione dell’opinione e dei governi occidentali sarebbe stata più rapida e non ci sarebbero mai stati in Occidente settori così larghi impegnati a far sì che i loro governi incrocino le braccia davanti a quei crimini.”
No caro,
nell’ottobre del 1999 un rapporto OCSE dichiarava il ritrovamento di 2.000 cadaveri, molto meno rispetto ai centomila ventilati dai nostri media e delle innumerevoli fosse comuni denunciate e anch’esse mai trovate. 2000 cadeveri sono tanti ma restano nell’ambito dell’esistenza di una guerriglia che i kossovari conducevano contro i serbi, quella sì esistente.
Per altro non mi sembra una buona ragione per schierarsi con chi gli eccidi li ha commessi in passato e continua a commetterli. D’Alema è un servo con le mani sporche di sangue e di quelli peggiori, perchè si nasconde dietro il buon senso della sinistra.Questa sinistra in mano ai banchieri e ai dominanti più beceri.
Questa gente deve essere smascherata per quello che è: complici di assassini.
>2000 cadaveri sono tanti ma restano nell’ambito dell’esistenza di una guerriglia che i kossovari conducevano contro i serbi, quella sì esistente.RM<
Ah, mbè, se la guerriglia la fanno i kompagni irakeni, tutto OK, ma se la fanno i kosovari, biechi servi della CIA, contro il kompagno Milosevic e la sua banda di assassini & stupratori, ben gli sta alle donne e ai bambini albanesi sgozzati. Ma che stai farneticando? Altre fosse comuni non sono state ritrovate perché Milosevic &Co saranno pure comunisti criminali, ma il cervello non l’hanno consegnato all’ammasso. Leggiti le dichiarazioni di SERBI coraggiosi apparse sulla stampa SERBA:
“Il settimanale di Belgrado “Vreme”, ha rivelato che i corpi di 86 albanesi, provenienti da un camion frigorifero che era affondato nel Danubio durante la guerra del Kosova, era stati sepolti nei terreni di un centro di addestramento “antiterrorismo” della polizia.”
Caro mio, migliaia di altri corpi (per lo più donne e bambini) sono stati trasportati in Serbia su camion frigoriferi e gettati nelle fornaci, per non lasciare traccia. Proprio come fece Hitler con gli ebrei.
Ciao
Ritvan
Miguel, sei sempre efficacissimo.
Il succo, a quanto par di capire, è sempre “ci insultano sempre, quegli idioti comunisti maledetti, noi invece no”.
Emanuelito
x Ritvan:
il carabiniere ha avuto dei giorni di prognosi… certo. vai un pò a vedere che anche quando si mettono in 10 con caschi, ginocchiere, paratibie, anfibi scudi e manganelli a pestare uno a terra, il giorno dopo hanno il certificato medico coi giorni di prognosi. questo è già successo, come i pestaggi non sono una cosa nuova per le forze dell’ordine.
quanto valgano quei certificati medici è proprio difficile dirsi a priori… almeno se non si ha una buona dose di ingenuità
non dico che è quello che è successo in questo caso, però non sarebbe certo una novità, e a prescindere se si tratti di un marocchino o di un italiano che viene bloccato.
in più bisogna dire che stando a poliziotti e carabinieri ci sono un gran numero di persone che quando sono nervose compiono atti di autolesionismo come gettarsi contro vetrate, specialmente di testa, e ferirsi in vario modo.
io non ho mai conosciuto neanche uno così ma loro evidentemente li beccano tutti 🙂
certo come diceva giuliano ferrara quel video non mostra mica niente, chissà cosa era successo prima, chi c’era dietro l’angolo, e magari chissà se la luna era in congiunzione con saturno e qual’era la pressione atmosferica ? quel video non lo dice…
roushan
>…in più bisogna dire che stando a poliziotti e carabinieri ci sono un gran numero di persone che quando sono nervose compiono atti di autolesionismo come gettarsi contro vetrate, specialmente di testa, e ferirsi in vario modo.
io non ho mai conosciuto neanche uno così ma loro evidentemente li beccano tutti :)…roushan< Devo dire che io ne ho visto uno, un giorno in cui i kompagni autoferrotranvieri facevano l’ennesimo sciopero politico contro Berlusconi. Mi sembra di averlo anche scritto (non so se qui o da Dacia). Diede una tale craniata contro il cancello di ferro della metro che rimbombò tutto il circondario. Se l’avessi fatto io sicuramente ci rimanevo secco, lui, invece continuò imperturbabile (si fa per dire) ad inveire contro la guardia giurata con la quale aveva avuto in precedenza un diverbio, nonostante il sangue gli sgorgasse dalla ferita. E’ pur vero che c’erano tanti testimoni del fatto (compresi un paio di poliziotti accorsi prima), pertanto dubito che la craniata gli sarà stata di qualche utilità in seguito.
Ciao
Ritvan
P.S. Dacia dà sul suo blog una versione che, se vera, sembra giustificare in qualche modo la disperazione del disgraziato marocchino, o per lo meno servirgli da attenuante.
Ritvan,
L’UCK è un’invenzione americana. Armati e addestrati dai tuoi amici CIA. Dimmi un pò cosa sta accadendo ai serbi in Kossovo hic et nunc!
Non sto difendendo Milosevic, che per altro era il più filo-occidentale dei leader dell’est, vai a vedere cos’era l’affare Telekom Serbia che il “terrorista” aveva agevolato per i potentati italiani.
Caro Miguel,
non sono d’accordo nella tua analisi dell’anticomunismo immaginario dei forzisti.
Dal 1945 ad oggi (o quasi) abbiamo avuto Il Più Grande Partito Comunista dell’Europa Occidentale, la CGIL, una occupazione delle piazze che è sempre stata “supra legem” e ha dato molto fastidio, una crecente presenza di “rompiballe democratici” nei più svariati ambiti (cioè di associazioni di comunisti), intenti a cambiare il modo di funzionare della società senza tener conto del nostro parere (penso a titolo di esempio a insegnanti democratici e giudici democratici, roba che non si dormiva la notte a pensarci).
L’unica fonte di protezione contro quello che veniva vissuto come il montare di un effettivo pericolo rosso era … la Democrazia Cristiana, cioè un partito che perseguiva la strategia dell’accordo coi comunisti. A meno di volersi sputtanare con i missini, ma noi non siamo fascisti.
A questa gente gli dai finalmente un partito politico che fa dell’anticomunismo il tema retorico fondamentale.
Cazzo, è come la luce dopo la notte artica, come Van Basten dopo Calloni, come Monica Bellucci dopo Rosa Russo Jervolino!
Capisci il sottofondo psicologico?
Ciao
Francesco
>L’UCK è un’invenzione americana. Armati e addestrati dai tuoi amici CIA. RM<
Ma certo, come lo è Al Zarqawi e anche quelli dell’11 settembre:-). Non è che un tuo amico pugliese chede un esorcista per liberarti dall’ossessione CIA?:-). Comunque, i due principali leaders dell’UCK, Ramush Haradinaj e Hashim Thaci erano di formazione MARXISTA!!! (vabbé, mi risponderai che anche Giuliano Ferrara lo era e finisce qui:-) ). Ammesso e non concesso che l’UCK fosse creatura della CIA, essa (l’UCK) ha avuto l’appoggio incondizionato della popolazione kosovara albanese, come unico strumento per scrollarsi di dosso il pesante giogo degli sciovinisti serbi. In tal caso vorrà dire che di tanto in tanto la bieca CIA qualcosa di buono la fa:-).
>Dimmi un pò cosa sta accadendo ai serbi in Kossovo hic et nunc!<
Sic transit gloria serbi! (sfoggio un po’ di latinorum anch’io). L’ho già spiegato su questo blog (mi pare su sollecitazione di Roberto). Semplicemente stanno raccogliendo quello che hanno seminato i governi sciovinisti serbi su quella terra dal 1920 al 1940 e dal 1989 in poi. Se ti è di consolazione, i kosovari albanesi hanno grande rispetto per Tito che – pur nell’ambito di un sistema dittatoriale -ha saputo tenere un giusto equilibrio fra le diverse nazionalità dell’ex Jugoslavia. Però temo che vosotros non consideriate Tito un “buon marxista” (se addirittura non annoverate anche lui fra i “servi della CIA”:-) ).
>Non sto difendendo Milosevic, che per altro era il più filo-occidentale dei leader dell’est,<
Ah, ecco perché lo stanno processando all’Aia:-).
>vai a vedere cos’era l’affare Telekom Serbia che il “terrorista” aveva agevolato per i potentati italiani.<
Embè, il kerosene per bruciare villaggi e corpi di massacrati costava mio caro e le casse di Milosevic erano disperatamente vuote. Non è che Fidel si fece avanti per comprare cash quel rottame di Telekom Serbija e Milosevic nicchiò, no?
Ciao
Ritvan
Ritvan
tu che sei di mente più aperta della mia, mi sai spiegare perchè sti fessi di Usani mettono al potere gente come Saddam e Milosevic e poi fanno un casino della miseria per tirarli giù?
Non è che si fanno soldi con tutto questo andar e venire?
Io credevo puntassero ad una Pax Americana, come tutti gli Imperi del passato, magari sono rimasto indietro.
Ciao
Francesco
>Ritvan tu che sei di mente più aperta della mia,<
Dai, caro Francesco, non mi sviolinare adesso:-), è solo che io sono extracomunitario ma occidentale, che per di più ha visto in faccia il “marxismo” (sempre virgolettato, per carità:-) ) al potere in faccia, pertanto in queste faccende l’apertura mentale mi viene spontanea:-).
>mi sai spiegare perchè sti fessi di Usani mettono al potere gente come Saddam e Milosevic e poi fanno un casino della miseria per tirarli giù?<
Mi sa che questo è il quarto mistero di Fatima (che, in questo caso, non è la figlia di Maometto:-)):-).
>Non è che si fanno soldi con tutto questo andar e venire?<
C’è una corrente di pensiero molto rappresentata in questo blog che lo sostiene.
>Io credevo puntassero ad una Pax Americana, come tutti gli Imperi del passato, magari sono rimasto indietro.<
Eh, sì, le cose si evolvono, la bieca borghesia mica è come quei pezzi di pane di latifondisti proprietari di schiavi dell’antichità che mai e poi mai si sarebbero sognati di mettere al potere, chessò, Mitridate o Giugurta prima per potergli vendere le loro spade e poi per poter vincere l’appalto di forniture di spade alle legioni romane che andavano ad abbattere i suddetti:-) :-). Ecco perché la borghesia fa tanto schifo e bisogna abbatterla, per instaurare la “dittatura del proletariato”:-).
Ciao
Ritvan (storicamente parlando, sconsolato quanto te)
Caro Ritvan,
la mia corrente di pensiero crede che la dicotomia borghesia/proletariato e quella Capitale/lavoro sia crollata miseramente. Per di più pensa che il marxismo debba essere ripensato sulla base di un ben più realistico conflitto interdominanti. Come dire il materialismo storico va sovvertito in una più prosaica lotta tra chi comanda, laddove i dominati hanno poche opportunità (se non in casi eccezionali di policentrismo acuto) per poter giocare le proprie carte. Non voglio dire che il marxismo dei tuoi sfruttatori dell’est fosse semplicemente antimarxiano ma non vorrai mica accusare Gesù per le crociate, vero?
>Caro Ritvan, la mia corrente di pensiero crede che la dicotomia borghesia/proletariato e quella Capitale/lavoro sia crollata miseramente.<
Alleluia!
>Per di più pensa che il marxismo debba essere ripensato sulla base di un ben più realistico conflitto interdominanti.<
Molto interessante.
>Come dire il materialismo storico va sovvertito in una più prosaica lotta tra chi comanda, laddove i dominati hanno poche opportunità (se non in casi eccezionali di policentrismo acuto) per poter giocare le proprie carte.<
Condivisibile. A patto, però, di non sostituire lo sterminio della borghesia con lo sterminio dei “dominanti” del momento.
>Non voglio dire che il marxismo dei tuoi sfruttatori dell’est fosse semplicemente antimarxiano<
Beh, diciamo che era una interpretazione di Marx ad uso e consumo di chi deteneva il potere.
>ma non vorrai mica accusare Gesù per le crociate, vero?<
Mmmm…i corsi e ricorsi marxisti del blog:-). Ne abbiamo già abbondantemente parlato – a proposito di Evola, mi pare e poi abbiamo trascinato anche Marx nella bolgia:-) – della responsabilità dell’ “ideologo” per le applicazioni orripilanti delle sue teorie. Veramente Cristo ci mancava, ma come ho già avuto modo di scrivere, S. Francesco, il pio e pacifista patrono dell’Italia, ha tirato in ballo proprio Cristo per giustificare le crociate. Infatti, nel suo famoso incontro “ecumenico-teologico” col Sultano, questi gli chiese:”Visto che Cristo vi esorta a porgere l’altra guancia, perché voi, invece ci aggredite con le crociate?”. E il santo gli rispose:”Se lei avesse letto TUTTI i Vangeli, avrebbe visto in quello di Matteo che Cristo ha detto: “Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.”. “Ecco-concluse il Santo – voi musulmani siete occasione di scandalo, poiché non credete in Dio Nostro Signore Gesù, pertanto dovete perire”.
Ciao
Ritvan il Bieco Teologo:-)
Per Francesco,
credo che invece siamo d’accordo, nel senso che io ho posto una domanda sull’anticomunismo ossessivo, e tu mi hai dato una risposta.
Chiaramente, la risposta deve in qualche modo venire da te, perché è il frutto di una sorta di autoanalisi 🙂
Ti elenco alcuni dubbi, non tanto per polemizzare, ma per affinare il tuo discorso e aiutarti a metterlo meglio a punto.
>Dal 1945 ad oggi (o quasi) abbiamo avuto Il Più Grande Partito Comunista dell’Europa Occidentale
E l’Inghilterra ha avuto il più grande Partito Conservatore dell’Europa Occidentale, e allora?
> una occupazione delle piazze che è sempre stata “supra legem” e ha dato molto fastidio,
Qui siamo già a un punto più interessante: il fatto che spesso le strade sono state occupate da manifestazioni, facendo in effetti perdere appuntamenti, o comunque facendo arrivare in ritardo; o pensiamo agli scioperi nei servizi pubblici.
Capisco in questo caso come molti singoli episodi possano aver creato risentimenti non calcolati.
>una crecente presenza di “rompiballe democratici” nei più svariati ambiti (cioè di associazioni di comunisti), intenti a cambiare il modo di funzionare della società senza tener conto del nostro parere (penso a titolo di esempio a insegnanti democratici e giudici democratici, roba che non si dormiva la notte a pensarci).
Anche qui ho qualche problema a seguirti. La presenza comunista nelle scuole, pur minoritaria, ha seguito all’inizio una deriva di assemblearismo e retorica, che però c’era già.
Nell’insegnamento, ha influenzato l’insegnamento di una sola materia, la storia, che interessa solo alle persone già politicizzate.
Ad esempio, solo chi crede al Duce si può offendere per un’impostazione antifascista dell’insegnamento sulla II Guerra Mondiale.
Inoltre, la storia insegnata a scuola è fortemente ideologizzata sotto altri aspetti, che però non suscitano risentimento: tutto in fondo è strutturato in modo da dare l’idea all’alunno che l’Italia sia una sorta di sbocco ultimo dell’evoluzione, verso cui tende tutto ciò che la precede.
In altre materie molto più importanti – che so, scienze, fisica, chimica, matematica – stento a vedere un’influenza comunista, in italiano penso che dipenda dal singolo insegnante.
Ripeto, l’anticomunismo emotivo esiste, quindi deve avere una spiegazione. E solo un anticomunista ce lo può spiegare.
Capisco la questione degli “scioperi e dei cortei comunisti”, che comunque non esistono praticamente più.
Il resto no, se ti va, potresti chiarire un po’ meglio.
Miguel Martinez
In realtà mi pare Miguel, che questi signori siano ossessionati dalla loro idea di comunismo. Del resto quando si definiscono comunisti D’Alema & C. a me viene solo da ridere. Loro creano dei fantasmi che poi vorrebbero scacciare con una rozza ritualità. Un pò come quelli che mettono in bocca a Marx cose che il nostro non ha mai detto per poi criticarlo meglio. Insomma come dicevano i maoisti: si alza dapprima la bandiera rossa per poterla poi affossare meglio!
Rip
è questione di prospettiva: per noi D’Alema, Diliberto, Bertinotti (e anche Prodi) sono troppo comunisti. Per te non lo sono quasi per nulla.
E’ come essere allergici: mia moglie se vede un gamberetto muore, io li posso mangiare in quantità.
Ciao
Francesco
Caro Miguel, mi permetti di intrufolarmi nel delizioso dialogo fra te e Francesco? Si? Grazie:-).
>Francesco: Dal 1945 ad oggi (o quasi) abbiamo avuto Il Più Grande Partito Comunista dell’Europa Occidentale< “MM: E l’Inghilterra ha avuto il più grande Partito Conservatore dell’Europa Occidentale, e allora?” Constato con piacere che hai messo a frutto i miei insegnamenti sul rigirare le frittate:-).
Probabilmente Francesco voleva dire che il fatto di avere il più grande (e agguerrito, aggiungerei io) Partito Comunista dell’Occidente, oltre ad avere pieni i cosiddetti di cortei, scioperi, sprangamenti, moltov e c..zi vari, rendeva non del tutto improbabile l’ascesa al potere per via più o meno:-) democratica del PCI. Non ti basta per giustificare la “reazione allergica”?
> Francesco: una occupazione delle piazze che è sempre stata “supra legem” e ha dato molto fastidio< “MM: Qui siamo già a un punto più interessante: il fatto che spesso le strade sono state occupate da manifestazioni, facendo in effetti perdere appuntamenti, o comunque facendo arrivare in ritardo; o pensiamo agli scioperi nei servizi pubblici.Capisco in questo caso come molti singoli episodi possano aver creato risentimenti non calcolati. < E’ solo UNO dei motivi. Ricordati che il PCI funzionava (e pare che tuttora funzioni) come una “casta”. Se non vi appartenevi niente assunzione in settori statali (ed erano parecchi!) dove comandavano “loro”. Dovevi per forza ripiegare sui DC. Dopo aver maledetto in eterno i kompagni. Certe cose non si dimenticano facilmente….
>Francesco: una crecente presenza di “rompiballe democratici” nei più svariati ambiti (cioè di associazioni di comunisti), intenti a cambiare il modo di funzionare della società senza tener conto del nostro parere (penso a titolo di esempio a insegnanti democratici e giudici democratici, roba che non si dormiva la notte a pensarci).< “MMAnche qui ho qualche problema a seguirti. La presenza comunista nelle scuole, pur minoritaria, ha seguito all’inizio una deriva di assemblearismo e retorica, che però c’era già.” Sì, ma “loro” hanno elevato tali deprecabili caratteristiche a vette inarrivabili:-). “Nell’insegnamento, ha influenzato l’insegnamento di una sola materia, la storia, che interessa solo alle persone già politicizzate.” Ah, si, e la letteratura no? Guarda che il modo migliore per indottrinare (fidati, te lo dice uno che è passato per la scuola di Enver Hoxha!) non è la Storia, materia ostica ed arida, bensì la Letteratura, piena di passione, emozione e quant’altro. Tu ci infili dentro il “virus” marxista e “l’infezione” è garantita! (vabbè, io, come già detto, avevo gli “anticorpi” giusti:-) ). “Ad esempio, solo chi crede al Duce si può offendere per un’impostazione antifascista dell’insegnamento sulla II Guerra Mondiale.”
Lasciamo perdere il Mascellone da Predappio (anche se De Felice e i suoi allievi hanno inequivocabilmente dimostrato che la Storia del Fascismo/Antifascismo che s’insegna a scuola è piena zeppa di vere e proprie castronerie e luoghi comuni senza alcun fondamento storico) ma come la mettiamo coi due kompagni (che ho già menzionato su questo blog) che – con grande sprezzo del ridicolo – sostengono nel loro papiro ad uso scolastico che il Muro di Berlino è stato costruito dagli angloamerikani???!!! O vuoi che ti faccia la solita antologia ritvaniana delle corbellerie “rosse” che propinano nei loro testi scolastici alle giovani generazioni italiche i kompagni Camera & Fabietti?
“Inoltre, la storia insegnata a scuola è fortemente ideologizzata sotto altri aspetti, che però non suscitano risentimento: tutto in fondo è strutturato in modo da dare l’idea all’alunno che l’Italia sia una sorta di sbocco ultimo dell’evoluzione, verso cui tende tutto ciò che la precede.”
Ti riferisci alla roboante retorica risorgimentale, il cui postulato si rassume in “E’ vietato parlar male di Garibaldi”? Penso che per un cattolico come Francesco questo suoni come musica celestiale:-). Ma due castronerie diverse (ossia retorica risorgimentale versus retorica comunista) non fanno una Storia giusta.
“In altre materie molto più importanti – che so, scienze, fisica, chimica, matematica – stento a vedere un’influenza comunista, in italiano penso che dipenda dal singolo insegnante.”
Lingua e LETTERATURA, non dimentichiamolo. Vedi sopra. Comunque, un bravo kompagno non perde mai l’occasione di sottolineare p.es. in fisica, che la fisica nucleare dell’URSS serviva solo per scopi pacifici, mentre erano i bieki amerikani che ne avevano fatto un’ arma terrificante. E poi giù con Hiroshima e Hagasaki e missili Pershing (glissando elegantemente sugli SS20:-) ). Questo solo come esempio. Oppure un insegnante “rosso” di chimica, può resistere alla tentazione di rendere edotti i suoi alunni sulle schifezze chimiche che le bieche multinazionali (amrikane, of course!) riversano ogni giorno su laghi, fiumi, mari e atmosfere? no che non può!:-). E l’insegnante di biologia (a parte che poteva sempre ispirarsi a Lysenko, il “grande scienziato” favorito di Stalin che negava la genetica!) poteva esimersi dal piangere calde lacrime sulla temuta estinzione della foca monaca, sempre ad opera delle suddette bieche multinazionali (amerikane, of course!) che le sconvolgevano l’habitat? No che non poteva!:-). E così via….
>Ripeto, l’anticomunismo emotivo esiste, quindi deve avere una spiegazione. E solo un anticomunista ce lo può spiegare.<
Sì, dev’essere proprio una “malattia psicosomatica”, magari da curare con l’omeopatia quest’ “anticomunismo emotivo”. Mi risulta che la psichiatria dell’URSS aveva fatto passi da gigante negli anni ’80 nel “curare” tale “malattia”:-).
“Capisco la questione degli “scioperi e dei cortei comunisti”, che comunque non esistono praticamente più.”
Ah sì? E tu vivresti a Roma?:-). Da quanti mesi non esci fuori da casa e ti rechi al centro di sabato e/o domenica?:-) :-).
“Il resto no, se ti va, potresti chiarire un po’ meglio.”
Beh, veramente anche tu potresti spendere una parola su quel che scriveva Francesco a proposito dell’egemonia di stampo gramsciano (“giudici democratici” scriveva lui, che è più o meno l’equivalente del mio “giustizia proletaria”:-) ) non solo nella scuola ma anche nella GIUSTIZIA.
Ciao
Ritvan
Per Ritvan,
Non ci siamo. Prima di tutto, non dico che l’anticomunismo sia una malattia. Dico che sto cercando di capire come si forma. E le spiegazioni che mi hanno dato finora due anticomunisti – cioè Francesco e Ritvan – mi sembra che facciano acqua da tutte le parti.
Tu elenchi quelle che possiamo chiamare tecniche di indottrinamento di comunisti.
Io ho posto tutta un’altra domanda: che cosa del comunismo italiano può aver dato fastidio a un italiano che è apolitico in partenza.
Se ad esempio un professore comunista dichiara che l’atomica sovietica è pacifica, quella americana no, può far arrabbiare chi è già anticomunista, ma perchè questa che sembra una semplice notizia dovrebbe ferire a vita uno studente sedicenne apolitico?
Lo stesso vale per un professore che dice che Verga veicola contenuti sociali.
Anche la paura che il PCI potesse arrivare al potere, riguarda sempre chi è già anticomunista.
E poi per ogni insegnante comunista, ce n’erano cinque non comunisti – ai tempi miei gli insegnanti erano in maggioranza liberali, e lo dicevano chiaramente, ma non vedo in giro oggi isterismi antiliberali. Eppure se ogni insegnante comunista genera un gruppo di allievi anticomunisti, ogni insegnante liberale dovrebbe fare lo stesso.
Per quanto riguarda la magistratura, è un’istituzione che:
1) ha forti effetti sui ceti marginali, ma qui non ne sto parlando
2) interviene per la maggior parte in questioni in cui è difficile farci entrare la politica, e anche se c’entra, il magistrato non te lo dirà
3) Non so come siano andate le ultime elezioni al CSM, comunque ai tempi miei Magistratura Democratica era una corrente assai marginale, e bada che includeva tutta la sinistra
4) Mi dirai che ci sono stati dei magistrati che magari condannavano all’ergastolo l’estremista di destra, e lasciavano libero l’estremista di sinistra. Può darsi benissimo (come ci sono stati magistrati di stampo opposto); ma questo può far arrabbiare solo l’estremista di destra in questione, o la sua famiglia.
Mentre qui stiamo cercando di capire l’anticomunismo di chi non faceva politica attiva.
Per ora, mi sembra che abbiamo identificato solo:
– i disagi provocati da cortei, eccetera. Siccome mi interessa capire l’anticomunista, e non capire i cortei, non entro nei fatti: cioè che i cortei in cui c’entravano il PCI o la CGIL sono sempre stati pacifici, e dove c’entrava la CGIL c’entrava quasi sempre anche la CISL, cioè la stessa DC “baluardo contro il comunismo”. Ma questo ovviamente non interessa alla persona apolitica che vede il proprio passaggio bloccato da bandiere rosse.
– casi individuali di persone che hanno avuto un brutto ricordo di un certo insegnante, o di un certo magistrato, il quale era anche comunista
– il caso (che io stesso avevo comunque contemplato) di persone escluse da appalti e simili perché non membri del partito.
Una cosa che vale solo per chi cerca appalti; e solo nelle zone rosse, visto che nelle zone bianche d’Italia, cioè la maggior parte del paese, valeva la regola inversa.
Miguel Martinez
Miguel,
non stiamo parlando dei mitici apolitici italici, quelli che l’unico rosso che conoscono è Biscardi. Perlomeno io non ne ho alcuna esperienza e non posso parlarne.
Stiamo parlando degli “anticomunisti semplici”, di persone politicizzate ma non necessariamente di ampia cultura. Che più o meno leggono i giornali, guardano la TV, fanno vivere il Giornale di Montanelli, iscrivono i figli all’asilo delle suore, non trovano nulla di divino nel Tempo Pieno o negli Asili Nido Comunali.
Gente che vede i testi proposti a scuola ai suoi figli (e qui ha ben ragione Ritvan, Italiano e Storia sono diventate ben più spesso di quanto tu creda veicoli di indottrinamento, almeno tentato se Lia è realistica nei suoi racconti).
Gente che legge degli spettacoli teatrali e dei film finanziati con i soldi delle sue tasse e rimane perplessa.
Gente che vede ignorare le leggi da ogni assembramento che si dichiari di sinistra e non gradisce, visto che è tenuta all’obbedienza di suo.
Gente che ha una qualche idea, imprecisa ma non sbagliata, di cosa fosse il comunismo esistente e quindi non trova molto rassicurante il PCI (esilarante il tuo paragone con i conservatori britannici, come se fosero due fustini di detersivo tra cui scegliere).
POI, gente che vede costruire i supermercati delle COOP dove gli altri non riescono, che vede i quotidiani italiani degli anni ’70 (aggiungi al tuo elenco infinito di libri L’eskimo in redazione, ti consiglio), gente che vede come girano gli appalti dove il buon PCI vince le elezioni o come vengono spesi i soldi.
Io non c’ero ma l’eco delle sentenze dei pretori d’assalto comunisti, che usavano il potere a fini ideologici invece di fare il loro lavoro è arrovato fino a me.
Insomma, di lamentele reali sul comunismo italico ce ne sono a bizzeffe.
Saluti
Francesco
“casi individuali di persone che hanno avuto un brutto ricordo di un certo insegnante, o di un certo magistrato, il quale era anche comunista”
No, si tratta di brutti ricordi, e non necessariamente personali perchè anche lo notizie vere corrono di bocca in bocca, non solo le dicerie, dicevo di brutti ricordi di certe persone in posizione di autorità che hanno tenuto un comportamento gravemente scorretto (secondo “noi”) IN QUANTO comuniste. Non in quanto stronze in sè ma che proclamavano di agire in quel modo in quanto comuniste e ne rivendicavano la legittimità in una vaga prospettiva rivoluzionaria. Che sarà stata vaga ma la porcheria rimaneva.
Sai quanti italiani ricordano il ’68 perchè vennero cacciati dalle università da comunisti e affini che volevano fare caciara?
Ciao
Francesco
Un inno del tutto fuori tema (OT), o no? Per me il collegamento alla discussione è evidente. p
Fenomenologia di Internet in quanto cervello sociale neotenico
(spunto da una conversazione fra anonimi smanettoni trovata sul Web).
La Rete non è un prodotto-merce come gli altri. Anzi, contraddittoriamente, pur essendo sottomessa alla generale legge del valore, cioè al Capitale, si ribella a ogni tentativo di omologarla. Non scaturisce da esigenze economiche. È sfuggita all’apparato militare da cui è nata, ma anche alle accademie universitarie che la umiliavano come strumento elitario. Non proviene da un progetto scientifico secondo un qualche “paradigma” ma è diventata paradigma essa stessa. È un collage fra “pezzi” e “funzioni” telecom e informatiche, ma la sua vera natura è un’immane memoria dinamica al cui confronto l’hardware e il software sono niente. È un cucciolo dell’homo sapiens (ha poco più di dieci anni oltre lo stadio fetale), quindi tremendamente fragile ma ditta già sulle sue decisioni. È fonte di gran parte della variazione del PIL globale ma è estremamente refrattaria al valore. Veicola la quasi totalità delle transazioni fra industrie (B2B, business to business, ovvero, secondo Marx: dominio del lavoro morto su quello vivo) ma è solo un catalizzatore, non partecipa alla produzione materiale. È un mostro sociale che nessuno è ancora riuscito ad addomesticare e, scandalo degli scandali, non è proprietà di nessuno, si fa da sé, su standard propri.
La sua neotenìa è evidente. Non solo è cucciola: è anche debole, disarmata, infiltrabile, controllabile, violentabile, manovrabile. Chiunque può riempirla di scienza o di spazzatura, di bellezza o di obbrobrio. Può usarla il governo del paese più potente del mondo o un bambino per giocare. Anzi, è molto usata per giocare, dato che gioca soprattutto il tecnico smanettone che le dedica la sua vita (e il gioco è l’unica forma di attività umana nella società del valore). Si evolve secondo il criterio degli “equilibri punteggiati”, dato che la sua evoluzione graduale provoca salti ogni volta che l’uomo si appropria di una sua nuova funzione. Il suo codice genetico non può che essere la matrice di sviluppo di sé stesso ed è distribuito a bassissimo livello macchina con protocolli free, di pubblico dominio. S’infiltra dappertutto e ha un fattore di crescita che nessun fenomeno ha mai conosciuto nella storia dell’Universo (tolto il Big Bang, o la Creazione da parte di Yahveh, che fa lo stesso). Il mondo la costrige ad essere lo specchio delle sue nefandezze e tuttavia è già fonte di conoscenza più della Biblioteca di Alessandria. È il prodotto del paese più ricco, corrotto, decadente, controrivoluzionario, e tuttavia nei paesi più poveri dove cova la rabbia del mondo ci sono baracchini di fortuna con su scritto “Internet Point”. E nessuno li potrà fermare.
>Per Ritvan, Non ci siamo. Prima di tutto, non dico che l’anticomunismo sia una malattia. MM<
No, non lo dici, ma quello che il nostro p. chiama “istinto ben orientato” mi dice che pensi che, se non vera e propria malattia, sia una specie di “fissa” o “fobia”, qualcosa di non ben definito e senza una giustificazione reale, che sta fra la normalità e la patologia. Sbaglio?
>Dico che sto cercando di capire come si forma.<
E io ti ho proposto qualche “agente eziologico” (come si dice in termini tecnici della medicina:-) ).
>E le spiegazioni che mi hanno dato finora due anticomunisti – cioè Francesco e Ritvan – mi sembra che facciano acqua da tutte le parti.<
Eh, eh, come dicono alla scuola napoletana: “ogni scarrafone è bell’a mamma suje”:-). E viceversa:-)
>Tu elenchi quelle che possiamo chiamare tecniche di indottrinamento di comunisti.<
Sì, fra l’altro.
>Io ho posto tutta un’altra domanda: che cosa del comunismo italiano può aver dato fastidio a un italiano che è apolitico in partenza.<
E la risposta te l’ho già data. Uno dei principali, le spudorate menzogne usate per l’indottrinamento. Perché vedi, Miguel, l’indottrinamento è un’arma a doppio taglio. Se trova il trinariciuto geneticamente predisposto, amen e arruolato. Ma se trova “l’apolitico” (animale a mio avviso più raro del panda gigante:-) ) o semplicemente il “simpatizzante” intelligente che si accorge della fregatura, quello – per la banale legge dell’azione-reazione – diventa un acerrimo nemico, poiché si sente preso per i fondelli. E se il tentativo è stato fatto sui suoi figli – piez’ e core – diventa una belva. Non so se mi spiego.
>Se ad esempio un professore comunista dichiara che l’atomica sovietica è pacifica, quella americana no, può far arrabbiare chi è già anticomunista, ma perchè questa che sembra una semplice notizia dovrebbe ferire a vita uno studente sedicenne apolitico?<
Perché per ogni studente che abbia un QI di poco superiore a quello di un babbuino, la cosa suona chiaramente come una presa per i fondelli. E tu sai che nessuno ama esser preso per i fondelli.
>Lo stesso vale per un professore che dice che Verga veicola contenuti sociali.<
Verga veicola contenuti sociali e non credo che qualcuno divenga anticomunista per questo. Ah, se poi qualcuno tenta di spacciare i quaderni di Gramsci per epigoni dell’Iliade, l’inkazzatura è assicurata!
>Anche la paura che il PCI potesse arrivare al potere, riguarda sempre chi è già anticomunista.<
Diciamo “chi e conscio di quel che questo può significare” per la sua vita. Gli anticomunisti e gli incoscienti non li consideriamo.
>E poi per ogni insegnante comunista, ce n’erano cinque non comunisti<
Cosa sono, dati ISTAT? Guarda che i comunisti mica c’hanno falce e martello marchiato a fuoco in fronte!:-).
> – ai tempi miei gli insegnanti erano in maggioranza liberali,<
Nel TUO liceo, forse. Negli altri io non metterei la mano sul fuoco. Inoltre, ti faccio presente che paragonare liberali a comunisti in questo senso non ha senso (scusa il gioco di parole). Un liberale quasi mai va in giro a magnificare l’Amerika, un comunista quasi sempre non perdeva occasione per magnificare l’URSS. Quando c’era l’URSS. Adesso pare abbiano “dirottato su Cuba”:-). dalle mie parti si dice:”Quando manca il pollo, ti mangi la cornacchia”:-).
>e lo dicevano chiaramente, ma non vedo in giro oggi isterismi antiliberali.<
Vedi sopra. Un conto è dire di essere liberale e un altro è spacciare spudorate menzogne comuniste, che son venute a nudo specie dopo la perestroika e la distruzione del Muro.
>Eppure se ogni insegnante comunista genera un gruppo di allievi anticomunisti, ogni insegnante liberale dovrebbe fare lo stesso.<
No, perché non è un fenomeno copulatorio biologico:-). E perché un insegnante liberale-liberale, per prima cosa insegna ai suoi studenti di pensare con la propria testa – dopo aver confrontato varie fonti – e non con la “narice del Partito”. Forse, in questo senso, Berlusconi riuscirà a “generare” qualche antiliberale, dopo aver fatto tutto quel popo’ di ca..te che ha fatto spacciandosi per “Il Re dei Liberali”.
>Per quanto riguarda la magistratura, è un’istituzione che:
1) ha forti effetti sui ceti marginali, ma qui non ne sto parlando<
Io non definirei Gardini, Moroni, Tanzi, Cragnotti, Fiorani, Consorte, Previti, Dell’Utri ec.., ecc. esattamente appartenenti ad un “ceto marginale”.
>2) interviene per la maggior parte in questioni in cui è difficile farci entrare la politica, e anche se c’entra, il magistrato non te lo dirà<
Non c’è bisogno che me lo dica. Sono abbastanza adulto e vaccinato da capirlo da solo.
>3) Non so come siano andate le ultime elezioni al CSM, comunque ai tempi miei Magistratura Democratica era una corrente assai marginale, e bada che includeva tutta la sinistra<
Molta acqua è passata sotto i ponti dai “tuoi tempi”. E poi, mio caro, MD, anche se non ha la maggioranza assoluta nel CSM, fa lo stesso il bello e il cattivo tempo. Perché i voti nel CSM – per parafrasare la nota frase dell’Avvocato (visto che si parla della Giustizia:-) ) sulle azioni FIAT – “si pesano, non si contano”.
>4) Mi dirai che ci sono stati dei magistrati che magari condannavano all’ergastolo l’estremista di destra, e lasciavano libero l’estremista di sinistra. Può darsi benissimo (come ci sono stati magistrati di stampo opposto); ma questo può far arrabbiare solo l’estremista di destra in questione, o la sua famiglia.<
Sì, e anche far contenta solo la famiglia dell’estremista di sinistra:-). Miguel, ma in che mondo vivi? Non lo sai che ogni fatto di questo genere viene amplificato dai media e fa “pressione” sul cervello del cittadino medio?
>Mentre qui stiamo cercando di capire l’anticomunismo di chi non faceva politica attiva.<
Miguel, chi “non fa politica attiva” non vuol dire che è un’ameba. Ha anche lui le proprie convinzioni e le proprie idee sulla vita e sulla politica. E, se i comunisti ci sputano sopra, o gli raccontano fandonie, certo che diventerà anticomunista. E anche se un comunista, nella sua protervia di “razza eletta” a cui tutto è dovuto per decreto di…Marx:-), gli fa un torto personale, quello è facile che se la prenda con TUTTI i comunisti. E’ sbagliato ma è umano.
>Per ora, mi sembra che abbiamo identificato solo:
– i disagi provocati da cortei, eccetera. Siccome mi interessa capire l’anticomunista, e non capire i cortei, non entro nei fatti: cioè che i cortei in cui c’entravano il PCI o la CGIL sono sempre stati pacifici, e dove c’entrava la CGIL c’entrava quasi sempre anche la CISL, cioè la stessa DC “baluardo contro il comunismo”. Ma questo ovviamente non interessa alla persona apolitica che vede il proprio passaggio bloccato da bandiere rosse.<
Appunto, il rosso domina in quei cortei. Ma non sopravvalutare l’effetto dei cortei, non sono quelli la causa principale della formazione della sottospecie “homo anticomunisticus”. Vedi sopra.
>- casi individuali di persone che hanno avuto un brutto ricordo di un certo insegnante, o di un certo magistrato, il quale era anche comunista<
Beh, diciamo di migliaia di magistrati, insegnanti, sindaci, assessori, “responsabili risorse umane” (detti un tempo “capi del personale”) e chi più ne ha più ne metta.
>- il caso (che io stesso avevo comunque contemplato) di persone escluse da appalti e simili perché non membri del partito.<
No, non solo appalti, robba da schifosi borghesi straricchi:-), ma borse di studio, posti statali, permessi di costruirsi una casetta e tante altre cose alla portata di un poveraccio qualsiasi, negate a favore di un altro – più o meno poveraccio – appartenente alla “nobile casta” del Sol dell’Avvenir.
>Una cosa che vale solo per chi cerca appalti;<
Vedi sopra.
>e solo nelle zone rosse, visto che nelle zone bianche d’Italia, cioè la maggior parte del paese, valeva la regola inversa.<
La “maggior parte” lo dici tu. L’Italia è divisa esattamente a metà, fra comunisti ed anticomunisti. E questo è il guaio, perché questi ultimi sono solo “anti” e basta. Li tiene insieme Berlusconi con lo sputo. Nessun progetto – liberale o conservatore che sia – solo voto col naso turato per scongiurare il peggio, ossia la vittoria dei comunisti. Che tristezza….Per fortuna io non ho diritto di voto!:-).
Ciao
Ritvan
Vedo che stuzzicando un po’, il discorso si fa più interessante. Ringrazio Francesco e Ritvan.
Miguel Martinez
Sbaglio o è una mezza ammissione di sconfitta, Miguel?
Ciao
Francesco
>Sbaglio o è una mezza ammissione di sconfitta, Miguel? Ciao Francesco<
Guarda che MM non è comunista, pertanto non ha nulla da “vincere” o da “perdere”. Io penso che in ogni caso lui ci ha guadagnato, usandoci come “cavie” per i suoi studi socio-politici. Speriamo che quando pubblicherà il suo libro in materia si ricordi di noi e ci menzioni almeno nella prefazione, perché – non essendo lui un comunista – col piffero che ci darà la percentuale:-).
Ciao
Ritvan
Come non ci da la percentuale? e io come nutro i miei figli quando qui si accorgono di quanto tempo passo a scrivere sul blog di Miguel invece a che a lavorare per il padrone?
Speriamo bene, i controlli sono in stile URSS brezneviano, dormi tu che io riposo …
Francesco
p, il tuo spunto non passa inosservato, già in passato avevi scritto che la rete- internet- è comunista.
Non ho capito però se il brano che riporti è tratto letteralmente dagli smanettatori o è invece una tua elaborazione.Ti sarei grata se tu me lo chiarissi.
Spulciando altrove ho letto che il computer non è il risultato di una scoperta del singolo, ma di una collettività, un insieme di persone che, senza neppure rendersi conto del reciproco contribuito, in una inconsapevole collaborazione, hanno portato alla sua creazione, formando nel complesso una sorta di cervello sociale. Lo stesso varrebbe per i successivi sviluppi.
Il collegamento col post mi è meno evidente, vuoi forse dire che la talpa lavora comunque, qualunque cosa architettino i protagonisti politici ?
Aurora.
È l’elaborazione minima d’un discorso fatto da usatori accaniti della rete (hackers e affini), che stanno formando spontaneamente comunità molto interessanti, molto più interessanti dei tanti gruppi o “partiti” (ma quando mai) comunisti di cui si chiacchiera. Fatta da uno di noi a logica chiusa d’un’articolo sull’ominazione avvenuta milioni d’anni fa. I politici? sono chiusi nell’orizzonte di pochi anni. Cercano solo di controllare ciò che sembra loro sfuggire. Mica si rendono conto che ciò che loro sembra “sfuggire”, sta continuando un percorso che dura da milioni di anni. Nulla comunque, nella società del capitale, è comunista (neppure i comunisti), ma le potenzialità anticipatorie sono enormi. Molto più che agli uomini, questa parte storica dell’elaborazione marxista si affida alle cose. Lo sai che “risorse umane”, espressione mitizzata nella gestione moderna del personale nelle aziende è ferrovecchio stalinista? Ma credo che quei professoroni di “ingegneria gestionale” neppure lo sappiano.p
“il computer non è il risultato di una scoperta del singolo”
credo che valga per quasi tutti i marchingegni che l’uomo ha inventato nel corso della sua storia, partendo dalle selci affilate …
non è che il processo di creazione è collettivo ma questo si integra benissimo in un sistema in cui conta la proprietà privata del singolo aggeggio esistente?
Francesco
Non ho ben capito se il discorso sull’invenzione si riferisce a Internet o al computer.
E’ vero che non sappiamo chi sia l’omino che ha “inventato” la selce tagliente o la ruota, ma sappiamo benissimo p.es. chi ha inventato il telefono. Fu Meucci, anche se per una banale questione di vil pecunia non poté prolungare la validità del brevetto e la sua invenzione arricchì Bell. E sappiamo che la radio l’ha inventata Marconi, anche se il ben noto sciovinismo slavo continua ad incaponirsi su Popov.
Certamente, per arrivare al computer ci si basò su una serie di invenzioni precedenti, a cominciare da quella del codice binario (1 o 0) inventato nientepopodimenoché dai cinesi antichi. Ma dal 1973 l’inventore del computer ELETTRONICO viene universalmente considerato il fisico rumeno-russo (embé, quando hanno ragione i russi, hanno ragione!:-) ) Berry Atanasov, il quale, nel 1939-1940 costruisce la prima macchina calcolatrice interamente elettronica (con valvole termoioniche), chiamata ABC (ossia Atanasov Berry Computer – dal rumeno computà=calcolare).
Va detto però che la prima macchina calcolatrice elettrica (elettromeccanica/elettromagnetica) ma non elettronica l’ha costruita nel 1936 il tedesco (e te pareva:-) ) Konrad Zuse, il quale viene sì considerato il primo ideatore di un computer, ma non di un computer ELETTRONICO, come lo sono quelli che usiamo oggi.
L’ “invenzione” di Internet, invece, risale agli anni ’60 ed è basata sulla prima rete informatica messa a punto dall’agenzia del Ministero della Difesa USA (vade retro!:-) ) chiamata ARPA (Advanced Research Projects Agency). Quella prima rete venne chiamata ARPANET e fu “l’embrione” di Internet.
Ciao
Ritvan
P.S. A proposito di Internet e comunisti, repetita iuvant. Su tutti i giornali c’è in questi giorni la storia di un certo Guillermo Farinas, psicologo e giornalista indipendente cubano (e ovviamente terrorista al soldo della CIA:-) ) che è al 38-esimo giorno dello sciopero della fame per protestare contro la censura di Internet a Cuba.
Come mai lo slogan ” risorse umane ” è di derivazione staliniana?
Pensavo fosse un’americanata, data la terminologia ( leader, team).
Per quel che mi riguarda trovo i corsi di gestione delle risorse umane una presa in giro, o si è condottieri o non c’è corso che valga.
Altrettanto una presa in giro mi sembra l’idea che il capo non sia più capo e i subordinati non siano più subordinati, tutti una squadra di beati motivati, ben relazionati (?), indirizzati entusiasti al raggiungimento corretto e veloce dell’obiettivo prefissato.
Comunque vedo che i commentatori lavoratori sono entusiasti di Internet, il cervello globale, la memoria infinita, e presumo che si rechino sul luogo di lavoro con il piacere di iniziare un nuovo giorno di post. La rivoluzione dello schiavo inconsapevole passa attraverso il computer, basta coi capi e con i leaders esigenti ( anche loro impegnati a chattare), il budget o l’obiettivo prima si raggiungeva in più tempo, ora bisogna fare i conti con il residuo dopo lo smanettamento su internet, le risorse umane si attivano, fanno presto e discretamente in cinque ore quel che prima facevano , senza eccellere, in otto ore.
Comunque il paragone con il big bang mi sembra eccessivo, la creazione di un cervello globale (virtuale?) non è ancora la creazione universale, ammesso e non concesso che il big-bang significhi questo.
Aurora.
Da “esperto di linguaggio stalinista applicato”:-) confermo che “risorse umane” è un termine usato nei paesi del “socialismo reale”. Non so, però, di chi sia la primogenitura del termine. Vedete, i sovietici avevano una casa editrice chiamata “Kolos” (che vuol dire “spiga”, con la “p”, eh:-) ), la quale traduceva in russo e pubblicava entro un mese circa i migliori testi tecnico-scientifici, soprattutto amerikani nell’ambito dell’agricoltura. Immagino che la stessa cosa facessero anche per altre branche, compresa l’economia. Pertanto, può anche darsi che il termine “risorse umane” l’abbiano copiato dagli amerikani.
Ciao
Ritvan
p, sono costretta a scherzare perchè non ho la minima idea di cosa sia la neotenia, l’equilibrio punteggiato, il protocollo free, il fattore di crescita. Insomma, siccome sono ignorante e cercare per capire richiede tempo, devio il discorso. Ho il dubbio però di essere una che non si è accorta di un secondo sole all’orizzonte.
Aurora.
Ritvan, ringrazio per la spiegazione, ma quando leggo che il “risorse umane” è ferrovecchio stalinista, presumo che in qualche modo il concetto sia divenuto famoso o sia stato applicato in periodo stalinista e non che sia stato semplicemente e occasionalmente menzionato in una rivista dell’epoca.
Aurora.
>Ritvan, ringrazio per la spiegazione,<
Sono sempre il tuo umile “cavalier servente”, cara Aurora! (beh, ogni tanto un tocco di romanticheria me lo posso concedere:-) ).
>ma quando leggo che il “risorse umane” è ferrovecchio stalinista, presumo che in qualche modo il concetto sia divenuto famoso o sia stato applicato in periodo stalinista<
Sì, è così.
>e non che sia stato semplicemente e occasionalmente menzionato in una rivista dell’epoca.<
Forse non mi sono spiegato bene o forse tu non sai come funzionavano le cose nel “paradiso dei lavoratori”. Vedi, succedeva che un alto burocrate leggeva quella definizione in una traduzione “ad usum gerarchi”:-) e gli piaceva. Dopo aver debitamente chiesto il permesso al compagno Stalin (sennò poteva passare dei guai), diramava una circolare, dove imponeva l’uso del termine “risorse umane” in tutto l’Impero. Ed era fatta. L’unica mia perplessità è se il termine sia stato “inventato” in modo autarchico:-) o sia un calco fatto in URSS da riviste specializzate amerikane. Tutto qui.
>p, sono costretta a scherzare<
Eh, ti deve costare un bello sforzo!:-).
>perchè non ho la minima idea di cosa sia la neotenia, l’equilibrio punteggiato, il protocollo free, il fattore di crescita.<
Eh, ad ognuno il suo “latinorum”; in compenso sai cos’è un “crittotipo”, no? E poi, io a cosa ti servo? Lascia perdere p., un buon marxista non dà mai spiegazioni, poiché se hai la parabola istintiva ben orientata lo capisci senza bisogno di esse e se non l’hai non lo capirai mai, no?:-).
Allora, procediamo con ordine:
1. Chiamasi “neotenia” (letteralmente “prolungamento della gioventù”) in biologia (se non le sa un medico veterinario ‘ste cose:-) ) il fenomeno per cui un animale raggiunge la maturità sessuale pur conservando caratteristiche infantili/larvali/embrionali. Come esempio classico si porta un grazioso animaletto, compatriota di Miguel, chiamato axolotl (poi magari Miguel ci spiegherà cosa significa in linguaggio tlaxcala:-) ) il quale non è altro che un girino (forma larvale)di salamandra, capace, però, – a differenza dei girini di altre specie – di riprodursi sessualmente, senza diventare mai una salamandra adulta. Trovo anch’io che il termine “neotenico”, mutuato dalla biologia, calzi bene ad un prodotto socio-tecnologico quale è Internet.
2. “Equilibrio punteggiato” (spesso usato al plurale) è un’espressione sempre biologica. Per la precisione fa parte delle teorie neodarwiniste di Gould e Eldredge, formulate negli anni ’70. In parole povere sarebbe il “salto” (che si paragona a quello di tipo quantistico che si osserva in fisica)che si verifica nel processo evolutivo di tanto in tanto (p. es. la repentina scomparsa dei dinosauri). La teoria dei “salti” o degli “equilibri punteggiati” ha trovato l’entusiastico appoggio dei marxisti, poiché combaciante con gli insegnamenti del materialismo dialettico. O, viceversa, Gould & soci erano marxisti:-) e pertanto ragionavano così:-). Anche questo termine viene mutuato ormai nelle scienze economiche e sociali e anch’esso mi sembra assai appropriato per Internet, che è un vero “salto di qualità” nella comunicazione.
3.Un “protocollo free” è un protocollo telematico (software) gratuito (free) non a pagamento come i biechi prodotti dello sporko kapitalista Bill Gates.
4. Il “fattore di crescita” dovrebbe essere un parziale pasticcio di traduzione. Penso che si tratti, invece, di “tasso di crescita” o “ritmo di crescita”; se lo metti nella frase, il senso corretto ti appare chiaro, credo.
(Piccolo break distensivo: Sai cos’è un “fattore di potenza”? Un coltivatore diretto della Basilicata che non sa che i nomi delle città si scrivono con l’iniziale maiuscola.:-) )
>Insomma, siccome sono ignorante<
Absit iniuria verbum, immagino:-)
>e cercare per capire richiede tempo, devio il discorso.<
Deviazionista! Al gulag, al gulag!:-).
>o il dubbio però di essere una che non si è accorta di un secondo sole all’orizzonte.<
Il Sol dell’Avvenir è già spuntato?:-)
Ciao
Ritvan
>….quanto tempo passo a scrivere sul blog di Miguel invece a che a lavorare per il padrone… Speriamo bene, i controlli sono in stile URSS brezneviano, dormi tu che io riposo … Francesco<
Mio padre mi diceva – scherzando ma non troppo – che l’Italia è l’unico paese del socialismo reale che consente la proprietà privata sui mezzi di produzione.
Invece, il metodo brezneviano “dormi tu che io riposo” purtroppo non valeva per il KGB. Pertanto, la sua larga applicazione anche nelle aziende private italiche dovrebbe essere un’invenzione autoctona, magari di “scuola napoletana”:-).
Ciao
Ritvan
Ritvan, tu mi lusinghi ed io apprezzo le tue espressioni di equilibrio ,punteggiato da salti inaspettati, che danno luce al mio specchietto da trucco e all’oscurità delle per me ignote parole.
Non crederò però che tu sia umile né sarò io tanto presuntosa da farmi abbagliare confondendo la tua squisita cortesia con il romanticismo.
Comunque ora posso farmi una parure con le tue chiare spiegazioni, finalmente delle perle che io gradisco, senza forzare le introverse ostriche, due orecchini e un anellino dono spontaneo del tuo fondale.
Le risorse umane sono davvero tante, chissà sotto Stalin cosa comportava la loro gestione, se è equiparabile a quello che si pensa sia oggi il suo significato.
Comunque l’orientamento che tu dici “napoletano” è per me uno dei migliori modo di far scaturire le risorse umane, gli sforzi e i sacrifici , l’improvvisazione,la fantasia, l’arte del sopravvivere e del vivere, la creatività fuori dai binari scolastici e del lavoro imposto. Le canzoni napoletane, sono famose nel mondo, l’umorismo realistico di Totò e le commedie di Eduardo De Filippo, così espressive di un modo di vivere fatalista e nel contempo vitale, sofferente e allegro, ribelle all’assoggettamento al conformismo che ti fa sembrare come si deve essere anche se il tuo esser diverso non fa male a nessuno, sono per me una delle manifestazioni più belle della libertà e delle risorse dell’uomo.
Non è obbligatorio correre dietro alle ore che fuggono, puoi sdraiarti sulla panchina e goderti il cielo, il sole, il tuo pensiero, il mondo che ti gira attorno, chi ti vuole bene te ne vorrà anche se tu non porti a casa il lusso, ma ti contenti del necessario per vivere. Per oggi hai già lavorato, il tuo pane quotidiano è assicurato, non sei costretto a vivere nell’incertezza, niente e nessuno ti dà la sicurezza di un sicuro domani,( sarò così filosofa perchè sono incosciente o non indigente ?), ad ogni giorno il suo affanno, scorrazza ( con due erre) sul computer, vai incontro a nuovi soli…( soli in tutti i sensi).
Il mio è un discorso da quattro soldi (ehm..da quattro foglie), ma sicuramente dietro le parole dei seguaci di Bordiga c’è un’altra cultura ed un altro livello mentale, molto superiore al mio, un modo di esprimersi ed un contenuto che rendono i loro discorsi un continuum tra l’antico, l’attuale e il futuro, avvincenti. Non per imparare cos’ è la destra o la sinistra, ma per formare una mente di uomo capace di vivere serenamente, in sintonia con la sua natura e con l’ambiente. Non posso quindi lasciare perdere p, è solo lui che può lasciar perdere me. E’ vero che a volte non capisco quello che dice, ma lancia spesso degli spunti e gli spunti sono un modo per insegnare, chi ne viene attratto per curiosità sarà incentivato a cercare e ad apprendere.
Quanto alla gestione, mi sembra un termine più adatto ai patrimoni che all’uomo, e anche questo sarebbe un segnale di come ci saremmo ridotti, di quanto poco ci si considera e ci si apprezza.
Se anche il computer ha risorse tali da diventare la nostra memoria globale, il nostro cervello sociale, non bisogna scordarsi che i creatori , gli immettitori di dati, di conoscenze, di storia, gli utilizzatori, siamo ancora noi.
Piuttosto c’è di ipotizzare l’avvento di altri “big-bang”, se e quando si effettueranno chissà quali trapianti nell’uomo.
Infine, nel mio post ho scritto “ho” con l’acca e tu me lo riporti senz’acca. Non è che l’acca sia molto molto importante , però lo è di più di un accento acuto o grave su cento perché.
Ciao, cavaliere del dest..riero.
Aurora.
Bella prosa, Aurora. E non te la prendere per il “taglio” dell’ “h” dal tuo “ho”, un banalissimo refuso di copia-incolla; tanto c’è il tuo post originale (n. 57, per la precisione) a rintuzzare ogni possibile maligna insinuazione su come i laureati in Giurisprudenza scrivano la prima persona del presente indicativo del verbo “avere”:-).
Ciao
Ritvan
Ritvan, di tutta la mia bella prosa, a te interessa solo l’ acca .
Non me la prendo, cerco solo di evitare che gli errori tuoi diventino i miei.
Aurora.
>Ritvan, di tutta la mia bella prosa, a te interessa solo l’ acca .<
E’ sempre meglio che se non m’importasse un’acca, no?:-). E poi, non posso andare veloce anch’io una tantum?
>Non me la prendo, cerco solo di evitare che gli errori tuoi diventino i miei.<
Beh, se preferisci gli errori (e anche gli orrori) di Bordiga & Co, liberissima (da liberale quale mi reputo:-) ).
Solo un paio di cosette: non dicevo di relegare p. in un gulag:-), non sono geloso:-), ti dicevo solo che lui non usa dare chiarimenti, fedele alla sua filosofia della “parabola ben orientata”: chi riceve riceve, chi non riceve s’attacca al tram:-), pertanto lascialo perdere QUANDO VUOI DELLE SPIEGAZIONI.
Sulla gestione delle risorse umane, con tutto il rispetto per Totò, i fratelli (e sorella) De Filippo, Massimo Troisi e quant’altro, nella vita c’è un tempo per nascere e uno per morire, uno per far la guerra e uno per far la pace, uno per lavorare e uno per grattarsi i c..ni, uno per ridere e uno per piangere. Il saggio cerca di fare ognuna di queste cose nel modo migliore possibile, e soprattutto nel momento adatto, senza far confusione. Sennò, succede come nella storiella del Paradiso e dell’Inferno etnici.
Dunque, nel Paradiso etnico, il cuoco è francese, il poliziotto inglese, l’amante italiano, il meccanico tedesco ed il tutto è coordinato da un “gestore risorse umane” svizzero.
Nell’Inferno etnico, invece, il cuoco è inglese, il poliziotto tedesco, l’amante svizzero, il meccanico francese e il tutto è coordinato da un “gestore risorse umane” italiano (di indubbie origini napoletane – aggiunta di Ritvan:-) ).
Ciao
Ritvan
P.S. Non mi chiedere cosa faceva l’albanese nei due settori dell’aldilà. Non c’era. Probabilmente stava in eterna navigazione sul suo gommone, tentando di lasciare l’Inferno ed approdare in Paradiso, ma ogni volta il poliziotto inglese lo respingeva:-).
Ritvan, tu sul gommone vagante, dopo esserti informato, ci staresti benissimo. Preferiresti l’eterno esodo al capo gestione risorse svizzero. “Piacere, Rolex”, esordirebbe lui, tirandosi su la manica e porgendoti la mano. Dopo aver spedito il cuoco francese alla Lindt, il poliziotto inglese a impallinare i piccioni, il meccanico tedesco a riparare i cucù, l’amante italiano da Tell, per infrecciare la mela intatta di Eva sulla sua testa, manderebbe te a curare l’epidemia delle mucche e dei buoi , che tra le 17 e le 7 circa, vengono colte da senso d’angoscia.
Comunque, se ti piacciono storielle sull’ inferno :
” Un giorno Satana decise di incrementare il valore delle sue cattive azioni. Radunò i capi dipartimento e lo stato maggiore della divisione infernale propaganda e pubblicità per escogitare nuove campagne di tentazioni e tranelli per gli uomini, nonché nuovi modi per distruggere il loro senso della vita.
> Di’ loro che Dio non esiste< propose un diavolo. Satana sbuffò: > Vorrei qualcosa di meno ovvio!<
>Di’ loro che nessuna delle loro azioni ha conseguenze< consigliò un altro. Satana scosse il capo > Lo pensano già da soli !<
Un terzo suggerì :> Di’ loro che si sono tanto allontanati dalla retta via, che non riusciranno mai più a tornare indietro, perché le persone non sono capaci di cambiare<
Satana sbottò :> Già provato..<
Il più vecchio e scaltro dei diavolacci chiese la parola : >Fa’ semplicemente credere loro che ci sia molto, molto, molto tempo a disposizione..<
Satana sorrise soddisfatto :> Questa sì, è una buona idea !
Bella la storiella sulla nuova strategia marketing di Belzebù, caro/a anonimo/a. Penso che lo slogan luciferino rivolto all’Homo sapiens sapiens si potrebbe riassumere così:”Divertiti come se dovessi morire domani e fai tutto il resto come se dovessi campare cent’anni”.
Ciao
Ritvan
P.S. Ad un gestore risorse umane svizzero che mi inviasse a fare psicoterapia alle mucche svizzere gli farei tanto di cappello; sono medico veterinario, mica astronomo. Basta che poi mi desse uno stipendio svizzero, non un co.co.co. italico!:-(.
P.S.2 A chi gli prudesse per chiedermi con gentilezza:”Allora perché non te ne vai affa… in Isvizzera” rispondo che c’ho provato, ma nessuno mi ha teso la mano, dicendomi “Piacere, Rolex, abbiamo un bel posticino vacante di psicoterapeuta delle mucche a 5000 franchi netti al mese”. Saranno mica xenofobi?:-).
Ritvan, il commento Rolex era mio, ma se non mi firmo tu non mi riconosci..eh, che parabolica..
Non sei tanto psicologo, niente 5000 franchi e niente lingotto al polso.
Aurora.
Ti lascio stavolta l’ ULTIMA PAROLA. Par condicio:-)
Ciao
Ritvan
qui di sbarcati alla lampedusa del web ne trovo una discreta rappresentanza, tutti ideologicamente ed intellettualmente convinti di appartenere a una spece superiore.
Tu poi che non sai far altro che seguire il tuo imprescindibile istinto di introdurti inogni pertugio aperto per fare quello che sei: la spia e non trovi nulla di meglio che permetterti di ridicolizzare persone alle quali non sei degno nemmeno di fungere da zerbino, come tutti gli ignoranti par tuo distruggi ciò che non comprendi.
Kelebek sei un omuncolo sottosviluppato, la tua massima aspirazione e in fondo anche la tua realizzazione appartieni alla specie di homo spiunis che non può evolversi perché non c’è nulla al di là del tuo livello.
Vai pure avanti con le seghe mentali e le spruzzate di merda ideologica nella quale eccelli, qualche coglione tuo pari, o qualche fighetta spampanata la trovi senz’altro. Essalutammeassorta
LA SPIA CHE VENNE DAL CALDO (in Messico fa piuttosto caldo, no?):-) :-).
Ritvan
essendo un conservatore, un tradizionalista, sulla vecchia sponda, insomma non essendo un cowboy del Montana, ci tengo a precisare che faccio parte dei “coglioni tuoi pari” e non sono una “fighetta spampanata”.
Che non si sa mai …
Francesco
PS ma come li trovi questi esagitati, Miguel, con il tuo ferreo understatment inglese? come fanno a resistere il tempo di scriverti un post?
L’energumeno telematico non si riferiva certo a noi due e neanche p.es. a JZ, credo, caro Francesco:-). Almeno lo spero:-).
Ciao
Ritvan
In un certo senso, mi considero uno della famiglia di Miguel, ormai.
Francesco
Mi viene la curiosità di capire che aspetto abbiano ‘sti anonimi che grugniscono.
L’anonimato è davvero l’anello di Gige, per qualcuno (l’anonimo non si preoccupi, è una vecchia storiellina che si racconta tra sbarcati a Lampedusa).
Miguel Martinez
Si, Miguel, ma a differenza di Gige, l’anonimato non serve loro a un c..zo, non ci possono guadagnare nulla. E un corale vaffa…lo da parte nostra li raggiunge lo stesso:-).
Ciao
Ritvan
Però questo anonimo ha un vocabolario personale notevole.
da “spece” a “spiunis” lo definirei un creativo, però scrive anche zerbino e altre parole difficili.
se poi iniziasse anche a pensare …
Francesco
Magdi Allam spiega perché le mucche volano
[..] La politica dovrebbe essere quella cosa che permette ai cittadini, agli abitanti della , di decidere della propria sorte. Oggi vige invece un consenso, per cui a decidere della nostra sorte deve essere invece il libero mercato, o meglio chi [..]