L’artigiano si ribella

Tra i commenti a un post di qualche giorno fa, si continua a discutere del recente divieto di trasmettere la musica leggera "occidentale" sui canali pubblici iraniani.

Proviamo a dire una battuta: per rappresaglia, gli Stati Uniti dovrebbero vietare la musica iraniana sui propri canali pubblici.

Perché questa idea ci sembra surreale, e fa quindi ridere?

Primo, perché non esistono canali pubblici televisivi (un’emittente radio pubblica esiste, o esisteva ancora qualche anno) negli Stati Uniti. Infatti, la cultura è passata integralmente nella sfera delle merci, perdendo ogni residuo aspetto sociale e quindi "politico".

Secondo, perché la cultura di massa (gli Stati Uniti hanno anche un’interessante, ma irrilevante, cultura non di massa) americana non è solo merce. E’ un’industria che unisce una gran quantità di cose.

Produrre un disco è un’opera planetaria che coinvolge migliaia di persone, un’operazione che ricorda le spietate imprese dei naviganti olandesi alla ricerca di spezie: i committenti investivano somme notevoli, i partecipanti alla spedizione rischiavano tutto, vita compresa; ma quando la nave tornava al porto di Amsterdam con la sua merce, erano miliardi…

Cerco di riassumere un processo molto complesso, come se avvenisse tutto dentro un unico anno, anzi una "stagione" come si dice nel mondo del marketing.

Si inizia con i tecnici che, dopo aver sondato il mercato mondiale, decidono esattamente il tipo di musica che potrà essere vincente in questo momento, e inventano una personalità-cantante per rappresentarla.

Si passa poi ai tecnici che selezionano, tra migliaia di individui standardizzati, il/la giovane che incarni esattamente le esigenze della futura merce, in base a una serie di criteri psicofisici rigorosi.

Una volta ottenuto l’individuo giusto, una schiera di individui viene mandata a scolpirne la personalità, che per conformarsi totalmente, deve avere il giusto tocco di trasgressività.

Questi scultori lavorano a stretto contatto con chi diffonde l’immagine virtuale di questa personalità nei media di settore. Che non sono esattamente corrotti: diciamo piuttosto che sono stati creati all’esclusivo scopo di essere comprati.

Altre persone producono un intero mondo virtuale attorno alla falsa persona del cantante: c’è chi si assicura chi il disco venga sentito in determinate discoteche che a loro volta producono moda; c’è chi, usando il bastone e la carota, assicura che il disco riceva il dovuto spazio nelle grandi televisioni e così via.

Il prodotto finale è il simbolo insieme della cultura, dell’arte, degli Stati Uniti, della gioventù, della felicità nelle sue forme più immediate (ballo e sesso). E poiché l’Impero si rappresenta come padrone del mondo, il cantante simbolo, come i papi del passato, diventa simbolo del mondo intero.

Il cantante-simbolo è una variazione "unica" sullo stesso tema di sempre, del conformista trasgressivo che incontra il successo: si tratta di un personaggio che dovrebbe essere noto a chiunque abbia visto un film hollywoodiano. Il soldato che non mette minimamente in discussione che il proprio compito sia quello di uccidere e storpiare il massimo numero di esseri umani, ma che è simpaticamente insubordinato, e che un giorno ha un’intuizione individuale, che gli permette di mutilare, accecare e castrare più "nemici" di tutti gli altri.

Il conformista trasgressivo hits the jackpot, vince il premio della lotteria. Il premio deve avere le dimensioni con cui gli Stati Uniti si compiacciono di immaginarsi: ecco che il cantante-simbolo non riceve quello che sarebbe il proprio banale valore di mercato. No, deve essere sommerso da un mare di denaro-simbolo, che sembri in grado di realizzare qualunque sogno.

E badate che non abbiamo ancora parlato della "musica", cioè dell’oggetto del divieto iraniano. Che poi non è "musica", ma un’interazione scientifica tra le vette della tecnologia audio dei nostri tempi, e le vette della tecnologia video.

E’ chiaro che tutto questo è un prodotto ideologico. Sta al capitalismo assoluto come una schiera di cantori di musica gregoriano sta alla cristianità.

Contro l’industria culturale statunitense, l’artigianato culturale iraniano può fare solo una di due cose. Scomparire del tutto, oppure imitare, il che equivale a cessare di essere se stesso. Ma anche imitando, non potrà mai sperare di competere. Al massimo, potrà ritagliarsi quegli spazi marginali e un po’ tristi che nel nostro paese occupa la "canzone italiana".

Certo, sperare di combattere con successo videoclip di Hollywood ricorda gli aztechi che cercavano di combattere insieme i cavalli, i cannoni e le malattie degli invasori spagnoli.

Però la nostra vita è una cosa molto breve e fragile. Proprio per questo, conta solo con quale dignità l’abbiamo vissuta. Tanto, a vincere non vince mai nessuno. Nemmeno loro. 

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65 risposte a L’artigiano si ribella

  1. utente anonimo scrive:

    Stavolta non mi hai convinto. Primo perché l’autarchia culturale imposta, qualunque siano le ragioni che la muovano, non porta a nulla, è puro proibizionismo (e io sono sempre contrario ai proibizionismi), è anacronistica, non può funzionare e – last but not least – è ridicola. E noi italiani ne sappiamo qualcosa.

    Io sono per le contaminazioni, non per le dominazioni culturali certamente ma per le contaminazioni sì, sempre e comunque. E se c’è un campo in cui da sempre queste sono un sinonimo palese di ricchezza quello è la musica.

    Secondo perché gli embargo come quello iraniano non colpiscono solo la spazzatura commerciale costruita a tavolino, sulla quale è fin troppo facile infierire – anche se a ragione – e a cui limiti la tua analisi, ma anche lavori eccellenti, che raramente raggiungono alti livelli di popolarità ma che nulla hanno a che vedere coi prodotti al silicone di cui parli, che disprezzo quanto e più di te e di Ahmadinejad messi insieme ma che non mi impediscono di dimenticare tutto quello che di buono la musica di oltreoceano mi ha regalato dai tempi dell’invenzione del blues!

    Andrea

    P.S. Ma la PBS non è una tv pubblica? O hanno tolto di mezzo pure quella?

    P.P.S. Buone feste Miguel!

  2. utente anonimo scrive:

    Andrea,

    Credo che ti risponderà Miguel direttamente, ma se dovessi farmi interprete di quello che ha scritto, credo che non avesse l’intenzione di lodare il bando della musica “occidentale” tout court. Anche perché il bando iraniano, per quel che ne so io, non è tout court. Riguarda solo la musica diffusa dalle emittenti pubbliche, che – credimi – era in gran parte spazzatura, maldestramente trasmessa per cercare di inseguire i presunti gusti del pubblico. Uno stile molto simile a quello delle “pubblicità progresso” contro la droga che diffondono da noi, che ti fanno venir voglia di farti una pera appena le guardi, tanto sanno di sagrestia :-).

    Da questo punto di vista, Miguel ha fatto bene a sottolineare il valore di testimonianza (in questo senso davvero è il caso di utilizzare il vocabolo “martirio”) di chiunque combatta un’egemonia schiacciante, con i mezzi che ha a disposizione. Fosse anche un bando, inutile, sul piano pratico, della musica dell'”oppressore”. O attaccare con sassi e molotov un Merkva.

    Personalmente, non mi mi fa molta simpatia Ahmadinejad. Mi ricorda il paradigma del funzionario governativo iraniano, un po’ ottuso e politicamente dogmatico come uno di Lotta Comunista.

    Però questo “bando”, che richiama a un po’ di dignità e autoconsiderazione le emittenti pubbliche, non mi sembra uno scandalo. E’ piuttosto un piccolo gesto simbolico, che – sia chiaro – non cambia di una gardo la la direzione della valanga che stà cambiando i connotati della Persia. Per alcuni versi in bene e per molti altri in male.

    Ale

  3. utente anonimo scrive:

    Miguel,

    fattelo dire da uno che sta dall’altra parte. Hai toppato

    Sprecare tutte queste battute per giustificare la patetica sceneggiata fascista (in senso comico) è uno spreco di buona volontà.

    Nonostante l’elaborata costruzione sovrastrutturale per dimostrare che la musica pop è un’arma (come i MERKAVA, tra l’altro sono dei gran bei carri armati) è (mi spiace dirlo) ridicolo.

    Non che a me piacca, io sono un bigotto che imporrei il gregoriano e solo in certi momenti della giornata.

    E’ vero che si tratta di una testimonianza, ma della stupidità e inadeguatezza dell’attuale leadership politica iraniana.

    Le culture vincono i conquistatori (come i cinesi coi mongoli e i greci coi romani) e Bollywood è lì a dimostrarlo. Le invenzioi di regime no, e il Ventennio ce lo ricorda.

    Ciao e Buon Natale

    Francesco

  4. utente anonimo scrive:

    Ale, non credo che il bando sia uno scandalo, penso solo che sia una misura sciocca. Senz’altro quella di Miguel non era una difesa d’ufficio del provvedimento; ma anche il parlarne come di una possibile forma di difesa o di reazione in nome dell'”artigianato culturale” sia poco realistico. Non penso proprio che ci sia questo dietro al bando ma se così fosse sarebbe una vera idiozia.

    In Italia per fortuna non ci siamo fermati a Aurelio Fierro; il che però non impedisce a decine di migliaia di ragazzi di raggiungere ogni estate il Salento per partecipare alla Notte della Taranta.

    Le tradizioni restano, la cultura originaria resta, tutto quello che arriva di nuovo è benvenuto. Se poi ad avere principalmente successo nella musica, nel cinema, nella televisione, eccetera è soprattutto la fuffa – in funzione non della qualità ma di ben altri fattori – non è proibendola che si otterrà qualcosa ma eventualmente “educando”.

    Quanto a quegli agghiaccianti spot di cui giustamente parli (che non credo siano di Pubblicità Progresso che fa anche campagne intelligenti ma piuttosto produzioni dei vari ministeri in combutta con ben note comunità sedicenti di recupero), sono proprio figli di quella cultura proibizionista e di uno stato etico che mi ripugna a qualsiasi latitudine e sotto qualunque bandiera.

    Tra l’altro in questi giorni ne gira uno per le radio, credo del ministero Morattiano… tra i peggiori che abbia mai sentito! Il senso è questo: un ragazzo vorrebbe parlare con i genitori ma il padre ha troppo da fare, la madre pure… a chi si rivolgerà il poverino? Andrà fuori casa (non sia mai!)? Frequenterà cattive compagnie? Finirà nel tunnel della droga…?! 🙂

    Io non ho parole. Ogni volta che lo sento per riavermi mi rollo un trombone da far lisciare dallo spavento i dread a Robert Nesta Marley!

  5. utente anonimo scrive:

    >Tra l’altro in questi giorni ne gira uno per le radio, credo del ministero Morattiano… tra i peggiori che abbia mai sentito! Il senso è questo: un ragazzo vorrebbe parlare con i genitori ma il padre ha troppo da fare, la madre pure… a chi si rivolgerà il poverino? Andrà fuori casa (non sia mai!)? Frequenterà cattive compagnie? Finirà nel tunnel della droga…?! 🙂< Proprio a quello mi riferivo (per essere più precisi alla sua versione televisiva):-)! E ti garantisco che, pur non avendo alcun tipo di attrazione verso le sostanze psicotrope, la tentazione di reagire come te è forte 🙂 Ale

  6. utente anonimo scrive:

    Atzmon canta ancora ” Lili Marlene”, il ribelle. Ci volevano i tuoi lampioni di ghisa, Kel.

    Pensando a M. JacKson, che si è perso, e a Madonna, che invece ha saputo gestirsi molto bene, vedo i modelli della tua analisi.

    Imperano nelle discoteche, imperversano in radio, mentre gli intenditori si comprano quella musica di cui tu certo non neghi l’esistenza, ma che non va per la maggiore. Ma chi la conosce, chi la vuole, la musica iraniana ? Una mia amica, quando sente cantare arabo, dice che le sembra uno che ha mal di pancia. Invece a me piace.

    Hai ragione, tutta roba fasulla, da dopo ” Strangers in the night” e ” Blue Moon”, ovviamente.

    Aurora.

  7. utente anonimo scrive:

    Abbasso la bieca Musica Occidentale, corruttrice della Gioventù del Lit…pardon di Ahmadinejad e affamatrice degli onesti artigiani di autartiche canzoncine !

    Ciao e Buon Natale (a quelli che gradiscono l’augurio) e Buon Anno Nuovo ( a quelli che usano il bieco calendario gregoriano) !

    Ritvan

  8. utente anonimo scrive:

    Prima che qualcuno mi mozzichi:-)…”autarchiche” e non “autartiche” (lapsus freudiano, probabilmente dovuto al freddo:-) ).

    Ritvan

    P.S. Uno speciale BUON NATALE a quel baciapile:-) di Francesco!

  9. utente anonimo scrive:

    FENOMENOLOGIA LEGHISTA x CONTAGIO ???

    [..spunto di riflessione]

    ….dopo aver combattuto Borghezio scendendo ai suoi livelli una sedicente antirazzista [che per svecchiare concetti vecchi da 2 a 14 secoli usa “GrandeSatanese” a iosa !!!!] così sboccia:

    ” …usano nick names oppure anonymizers, e sono quindi difficili da dénicher, come si usa fare con piattole, topi e Lupi di Gubbio ”

    (Un simpatico lupacchiotto che ha visto che…..Re Simba, dalla folta criniera invisibile ai razzisti …… è calvo !!!)

    …Heil XYZien, Allah mit uns !!!

    ” Bald Lion ” David

  10. utente anonimo scrive:

    ….naturalmente Simba confida nella prescrizione del “Veterinario Regale” Ritvan….entrato da “Nuovo Barbaro” (“ghego” o “tosco” che sia …) ma rivelatosi….”Nuovo Pericle” !

    Davide

  11. utente anonimo scrive:

    Scusate , forse gli ultimi 2 post dovevano stare sul precedente thread ….(si dirà così in e-GrandeSatanese ???) ,,,,,,,

    Per non disturbare Re Simba può aspettare “di là” …..

    ……… un momento !!!!!!!

    Guardate che FORSE a ‘sto giro Miguel era ironico…..poi magari è stato così troppo a lungo serioso e apocalittico ke ora non sappiamo + riconoscere la sua ironia…….ripeto: FORSE !

    Davide

  12. utente anonimo scrive:

    Luddismo musicale ????

    ……………………..+ marxista di Marx a ‘sto giro sei, Miguel….

    …..Davide

  13. utente anonimo scrive:

    Kel, concludi il tuo post parlando di dignità di ciascuno e di pubblcità, ecco uno stralcio della poesia che un simpatico avvocato- poeta ha inviato ai colleghi in occasione del Natale :

    “…..A proposito di età

    l’assessor della città

    (sto parlando di Milano)

    vuole tendere una mano

    agli anziani che più spesso

    voglion fare un po’ di sesso

    e si senton dei tapini

    spupazzando i nipotini.

    Se offre viagra a prezzo vile

    compie un gesto assai gentile

    ma un po’ vano, se non desse

    anche il fosforo in compresse

    per aiuto alla memoria;

    altrimenti non c’è storia

    perchè l’avo, pur vivace,

    può anche perdere la pace

    domandandosi per ore

    cosa far del suo turgore.

    L’argomento è gettonato

    anche Vespa ne ha parlato;

    Bruno Vespa che presiede,

    come ognuno ormai s’avvede,

    il processo alla Franzoni,

    dove vanno anche i guardoni

    ritirando il numerino

    come fanno al botteghino.

    Sono cose molto strane,

    ma una regola rimane :

    in un mondo di schizzati

    di veline e palestrati

    di capetti presuntuosi

    di isolani assai famosi

    di minori che fan fuori

    fratellini e genitori

    di sentenza strampalate

    e di truffe smisurate

    perpetrate con i bond

    che nessuno ti rifond

    uno stop non farà male :

    a Voi tutti Buon Natale.

    ( J.Pensa)

    Aurora.

  14. utente anonimo scrive:

    …..No, no questo è un post ironico….anche se le dietrologie anti-kapitaliste sono molto interessanti…..in politica + una cosa è strampalata (e a strampalerie Ahmedinejhad non è da meno dei leghisti !!!!) meglio potrebbe funzionare !

    Davide

  15. utente anonimo scrive:

    Non per niente mi chiamo Persia di cognome… E chi, più di me, può intervenire in questo dibattito, io che mi dibatto da “secoli” sull’argomento? Non sono certo i “diktat” iraniani che mi preoccupano, tanto non li fila nessuno! La preoccupazione più consistente, “dalla scomparsa delle lucciole” in poi, è l’annientamento sistematico e disseminato di bigliettoni, della “razza artigianale”! Murdoch, Berlusconi, Turner… sono i simpatici e benevoli proprietari dei pensieri, dei sentimenti, della creazione dei desideri e dell’affrancamento dai bisogni che mai l’Uomo abbia conosciuto. Sono la somma ultima risultante, di personalità disturbate come Nerone, Costantino (l’imperatore cristiano, non il citrullo mediatico!!!), Papa Borgia, Luigi XIV, Metternich, Hitler e Stalin ecc. ecc. Tant’è che, però, un anonimo, microscopico e inconcludente DNA, continua a resistere a questi Titani che, da un lato terrorizzano, giunta l’ora delle News, l’intero emisfero (creando dipendenza da psicofarmaci, droghe e finanche difesa delle depressioni…) e

    dall’altro, tranquillizzano, addormentano, lobotomizzano in altri orari, con quiz, varietà, fiction, soap opera, tele novelas e “reality”. E’ lo sfavillante e schizofrenico mondo dei “media”, caldi, freddi, tiepidi, gelati e bollenti che si meritano tutti coloro che rinunciano giornalmente a se stessi ma soprattutto, rinunciano a proteggere coloro che dovrebbero amare. Non c’è amore in queste vite del Terzo Millennio, non c’è orgoglio, amor proprio e neanche spina dorsale. Non è colpa loro, forse, se si ritrovano così conciati. Sono stati massacrati a colpi di machete sull’Altare dei profitti e dei contratti stratosferici. Non hanno saputo resistere alle lusinghe del Nulla e ora si scaldano, si accapigliano, si ammucchiano attorno al Vitello d’oro dell’inesistenza mediatica e ci salutano davanti alle telecamere con la manina alzata. “Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”? “Perdonare il fratello 70 volte 7!”? Questo è, signori miei: Sfarzo e Decadenza Babilonese, Confusione Babelica e Trionfo della Bestia! L’anonimo, microscopico e inconcludente DNA di una razza che si farebbe uccidere piuttosto che abdicare alla sua funzione di portatore sano del morbo, tutto umano, della sopraffazione, dell’inganno e della perfidia costituiti a Sistema, al quale resiste grazie ad anticorpi troppo coriacei per farsi corrompere dalle medesime lusinghe che, come il DNA, vengono da lontano. Da così lontano che quasi si fa fatica a credervi, per quanto il tempo e gli inganni, abbiano inquinato i sentieri, le strade e le super strade del falso progresso e delle “magnifiche sorti e progressive”. Oggi non esistono più celle umide, buie e segrete dove nascondere fisicamente questa razza. Non è più necessario costruire immensi campi di sterminio, peraltro costosissimi. No, non serve! L’obbiettivo è manipolare, confondere e spegnere, le connessioni neuronali, le reazioni elettriche intracerebrali! Al resto pensa autonomamente l’individuo. Si autoconvince, sottoponendosi ad uno degli stress più terribili, che non è idoneo alla libertà, allo sviluppo autonomo ed armonioso della personalità e si abbandona completamente nelle mani amorevoli e dolci dei Dispensatori di gioie e dolori, come antichi genitori che alternavano, nel loro progetto educativo, quella miscela di agro-dolce che ce li faceva amare, ma allo stesso tempo temere. C’è un sottile ma altissimo crinale tra coloro che popolano le strade, le piazze e le case di questi tempi ultimi. Per questo risulta loro impossibile trasmettersi le idee, le emozioni, i desideri ed i reali bisogni. E questo crinale è stato costruito dallo stesso genere umano. Ma si può comparire all’improvviso su questa terra e passare indenni dal momento in cui si scopre di avere quel DNA pur sempre umano? Quel DNA che ti fa essere te stesso, ad ogni costo e in ogni circostanza? Io credo di no. Ed è per questo motivo che ho voluto intervenire. Di solito non sono così categorico e intransigente. L’ironia è una delle mie prerogative e non mi dispiace affatto deludere le aspettative di chi si aspetta sempre un atteggiamento scanzonato ed irriverente, anche quando non ce n’è motivo. Sono stufo di essere circondato da “zombies” che, per giunta, irridono quanto di bello, pulito, innocente, infantile, orgoglioso, caratteriale, utopico, antagonista e universale io, artigiano della canzone, continuo strenuamente a rivendicare, quali componenti granitiche del mio DNA razziale. Oggi mi scopro razzista. E non per un colore, per una religione o un costume. Bensì per uno stato dell’anima che vogliono togliermi e al quale non rinuncerò mai. Costi quello che costi!

  16. utente anonimo scrive:

    ” Abbasso la bieca Musica Occidentale, corruttrice della Gioventù del Lit…pardon di Ahmadinejad e affamatrice degli onesti artigiani di autartiche canzoncine !

    Ciao e Buon Natale (a quelli che gradiscono l’augurio) e Buon Anno Nuovo ( a quelli che usano il bieco calendario gregoriano) !

    Ritvan ”

    Fra l’ altro i cantanti commerciali pop son quasi tutti “qulattoni” ( arabizzo l’ ortografia così che vituperare tale parola diventa Haram !!!)…..Borghezio non può…..Ahmadinejhad sì…..provocatoriamente in GtandeSatanese …. why ?

    Davide….

  17. daciavalent scrive:

    Miguel,

    ti adoro quando usi la tua stele di riseta e traduci ai frettolosi condannatori professionisti quello che non riuscirebbero a capire nemmeno in un miliardo di anni.

    perché se i francesi tutelano la loro lingua ed invece di dire “computer” dicono “ordinateur” sono dei simpatici chauvins, ma se lo fa un barbuto, allora è il “rifiuto” della civiltà. senza parlare di dazi doganali, sovvenzioni all’agricoltura, ecc. ecc.

    dacia

  18. utente anonimo scrive:

    che fine ha fatto il sito kelebekler?

  19. utente anonimo scrive:

    Certo che è veramente difficile comunicare con i teocon e i neocon…

    Io prendo spunto da un fatto di cronaca che di per sé mi interessa poco – l’esclusione della musica commerciale “occidentale” dalle reti pubbliche iraniane – per parlare di un argomento che mi interessa molto, l’industria culturale occidentale.

    Ecco che Francesco capisce che sto facendo una difesa della politica iraniana, Davide che ce l’ho con i “culattoni”…

    Ma leggete quello che scrivo?

    Certo che se Borghezio domani facesse una campagna per ridurre la percentuale di film prodotti dall’industria cultura USA sulle reti pubbliche, lo appoggerei.

    Vi risulta che lo abbia fatto?

    Una parola sul tema che ho toccato – la produzione industriale della pseudocultura – la volete dire?

    E poi suggerire Bollywood come “alternativa” all’industria culturale vuol dire non aver capito assolutamente nulla di quello che ho detto.

    Mi consola l’intervento del cantautore Antonio Persia, che studia queste cose da una vita, e che conferma la mia analisi dell’industria culturale.

    Miguel Martinez

  20. utente anonimo scrive:

    C’è un testo importantissimo di marx, per pochi intimi, il vi capitolo inedito del capitale. In italia è stato tradotto per “la nuova italia” di firenze da bruno maffi, recentemente scomparso, un nome che dice qualcosa, nel bene e nel male, a chi ha frequentato ambienti “bordighisti”. Vabbene, è una sfacciata pubblicità a questo testo. Purtroppo neppure in http://www.marxismo.org l’ho trovato in rete, e non posso citare il pezzo che ho in mente. Comunque, dice marx che milton potè ancora permettersi il lusso di scrivere il suo “paradise lost”, come un’ape fa la sua celletta di cera e secerne il suo miele. L’industria culturale ha definitivamente mutato, ma non indefinitamente, questo rapporto naturale tra l’opera e il suo autore, facendola diventare merce. Inutile la facile obiezione che la stessa cosa vale anche per i testi di marx, che non mi sogno affatto di negare. Nell’industria culturale di massa questo mutato rapporto s’è addirittura capovolto, e miguel lo spiega benissimo: non è più l’artista che crea il mercato, ma è il mercato che crea l’artista. È come se un’ape-capitalista che producesse cellette per arricchire, s’inventasse un metodo di “produrre” le api che le occupassero. Però nella difesa della musica come “valore d’uso”, fatta non solo da francesco, c’è del buono, anche se non era questo l’argomento del tuo post. Quella americana, per la storia di questo paese, anche se i suoi prodotti più tipici sono ormai omogeneizzati come le pappette, è una straordinaria contaminazione di tante musiche diverse, che si sono scontrate e incontrate in quella terra. Anche in questo sta il suo grande fascino. Comunque questo post dimostra che, vista nella sua piena luce, la lotta non è per la liberazione d’una “classe”, ma di tutti gli uomini e di tutto ciò che gli appartiene. Il commento del musicista controcorrente è un esemplare esempio di questa lotta. p

  21. utente anonimo scrive:

    Buone Feste e un Felicissimo Anno Nuovo!

  22. utente anonimo scrive:

    ….Caro Miguel,

    ….capiscoche teocon e neocon sian 2 paroline che fa tanto figo spararle un tanto al kilo…..ma non hai capito nulla………..è inutile che tu e Dacia e quantaltri ipnotizzati dai Fratelli Musulmani vi arrampichiate sugli specchi per dire che Ahmadinejhad e Borghezio son diversi….

    Davide ……noi saremo neo o teo con ma voialtri fòòòòòòòòòrse siete solo …… con !

    Davide Giacobino Coerente Nudo

  23. utente anonimo scrive:

    Anch’ io aborro Borghezio, ma un Ahmadinejhad tale e quale a lui (solo che Borghezio non può attuare mentre Ahmadinejhad sì, eccome !)non diventa buono solo perché islamico….chiaro ?

    Davide

  24. utente anonimo scrive:

    Davide, evidentemente sei costituzionalmente incapace di capire quello che leggi.

    Miguel Martinez

  25. utente anonimo scrive:

    Auguroni a voi tutti, che passiate una serena serata coi vostri cari, io vi penserò quando brinderò.

    Grazie Kel dell’ospitalità , anzi dell’accoglienza anche dei desideri ( non mi dimentico che hai raccontato un tuo sogno).

    Aurora.

  26. utente anonimo scrive:

    Naturalmente buone giornate anche a chi non festeggia stasera o non festeggia proprio.

    Aurora.

  27. utente anonimo scrive:

    Una parola sul tema che ho toccato – la produzione industriale della pseudocultura – la volete dire?

  28. utente anonimo scrive:

    “Una parola sul tema che ho toccato – la produzione industriale della pseudocultura – la volete dire ? ”

    1 parola ? Eccola:

    http://www.ccsg.it

    Qui il capro espiatorio è “nuovo” …il Talmud !

    Davide

  29. utente anonimo scrive:

    che fine ha fatto il sito Miguel?

  30. utente anonimo scrive:

    Scusa Miguel…..io sarei neo o teo e con …. con de che ?

    …hai l’ intelligenza per esprimerti con parole ti anzicché pappagallare 2 paroline idiote che hanno un vago senso solo per lobby ristrettissime e voi usate per miliardi di persone…..

    ……….Parla come magni !

    Davide

    PS

    ….Buona Egira ! 🙂

  31. utente anonimo scrive:

    “parole tue”

    Davide

  32. utente anonimo scrive:

    Per Davide,

    Risponderti è perfettamente inutile.

    Però lo faccio lo stesso, perché ci si renda bene conto di quali sono i processi di evasione e di falsificazione che caratterizzano le polemiche di destra.

    1) Io non ho fatto nessuna comparazione tra Ahmedinejad e Borghezio, per il semplice motivo che qualcuno che si vuole opporre al kebab di un immigrato sfigato non è la stessa cosa di qualcuno che si vuole opporre alla potenza di Hollywood.

    2) Il mio post era sull’industria culturale e traeva solo spunto dalla questione iraniana.

    3) Evidentemente Davide ignora l’origine del termine “industria culturale”, coniato da un profugo ebreo antinazista negli Stati Uniti, Theodor Adorno, autore peraltro di studi fondamentali sull’antisemitismo.

    4) Se invece di sparare a caso, Davide se fosse informato, saprebbe che ho scritto altrove diverse critiche alla teoria dei messaggi subliminali, una teoria che viene invece promossa proprio dal sito http://www.ccsg.it di cui parla.

    Oltretutto, il termine “industria culturale” non compare almeno nella pagina di presentazione del sito che citi.

    5) Comparare quello che scrive qualche critico del capitalismo, con qualcosa di “antisemita” (come si presume sia il sito http://www.ccsg.it) è un classico trucchetto dell’evasione di destra. Serve a dominare il discorso sfruttando i lati irrazionali della sinistra.

    E’ un trucchetto miserabile, perché l’analisi che ho presentato io era puramente sociologica ed economica, in cui non ho accennato a eventuali provenienze culturali o idee religiose di singoli attori dell’industria culturale, e nemmeno alle loro preferenze sessuali.

    Davide ha costruito la maggior parte della sua “replica” proprio su queste cose che non ho detto, ironizzando prima sui cantanti gay e poi sul Talmud.

    Questo è ormai diventato il principale, e certamente il più vergognoso, trucco retorico di destra: siccome gli ebrei “sono i capitalisti” (un falso storico, ma poco importa), ogni critica al capitalismo equivale ad Auschwitz; e poiché la sinistra è custode della memoria di Auschwitz, la sinistra deve farsi custode del capitalismo.

    Più che perdere tempo nel difendersi da simili accuse, occorre smascherare lo schifo di chi le lancia.

    6) Le “2 paroline idiote” che Davide mi attribuisce (neocon e teocon), a parte il fatto che sono note a tutto il mondo, sono i due termini che Francesco ha usato per definire se stesso, quindi Davide se la veda con lui.

    7) Chi non è in grado di seguire una discussione su temi che non sono dica, “Parla come magni ! ”

    8) La retorica di destra ha un unico fine: quello di sfuggire alla discussione.

    Infatti, Davide è riuscito a polemizzare, ad aggredire, a fare comparazioni e a lanciare accuse (comprese le insinuazioni che abbiamo visto sui gay e sul Talmud), senza aver detto nulla sui processi attraverso cui l’industria culturale produce musica e cantanti.

    Avrebbe potuto dire, ad esempio, che la mia descrizione del meccanismo attraverso cui si creano i cantanti è sbagliata. In fondo, era tutto lì il punto.

    Miguel Martinez

  33. utente anonimo scrive:

    Opporsi allo strapotere di Hollywood – o più propriamente nel caso della decisione iraniana, della RIAA (Recording Industry Association of America) – e alla massificazione della cultura credo sia cosa buona e giusta; usare un divieto come mezzo per ottenere questo scopo secondo me è la risposta più sbagliata possibile.

    E tanto per essere chiari, specifichiamo pure che gli chauvinismi linguistici dei francesi fanno di loro solo dei simpatici (?) pirla.

    Parliamo allora della produzione industriale di sottocultura, funzionale tra l’altro anche all’idiozia del suddito: si tratta di un dato di fatto al quale non può esistere una soluzione semplice; figuriamoci una poco furba come il proibizionismo.

    Prima di andare avanti, è necessario per non essere tacciato di “neoconnarderie” che specifichi che il mio discorso vale tanto che si parli di Iran e “musica occidentale” quanto di Italia e cinema hollywoodiano eccetera? Spero di no. Suppongo non per Miguel che mi conosce, quantomeno.

    Le “quote”… Le quote sui canali pubblici potrebbero avere un qualche senso, almeno nell’ottica di offrire un po’ di spazio alle produzioni culturali nazionali; ma sarebbe sufficiente usare come discrimine la nazionalità del prodotto? C’è infatti da dire che la ratio del provvedimento renderebbe necessario imporre un tetto massimo anche ai passaggi di tutti quei prodotti massificati autoctoni che fossero scimmiottature palesi della “(pseudo)cultura USA” dominante: siamo circondati tanto da figli legittimi quanto da “wannabe” di quella produzione industriale, nata oltreoceano ma ormai spesso locale (o localizzata). E che, vogliamo tenerci le brutte copie e tagliare solo i brutti originali?

    Dubito, tanto per dire, che ci sia qualcosa di cui gioire se in questo periodo il film-vaccata natalizia ambientato a Miami di Boldi & De Sica faccia più soldi del King Kong hollywoodiano.

    Ma chi deciderebbe a quel punto cosa sarebbe identificabile come prodotto DOCG/DOP e in base a quali criteri? Chi chiamiamo a distinguere tra opere originali (rido al solo pensiero…), espressioni culturali tradizionali o lecite e sacrosante fusioni di generi e tra produzioni esternalizzate fuori quota di quella stessa invasione che si vorrebbe limitare?

    …le Muse?

    Non oso domandarmi cosa accadrebbe con un sistema simile.

    Inoltre, a produrre palinsesti troppo distanti da quanto il pubblico in quel momento desidera si rischia solo di ottenere delle trasmissioni senza pubblico, che in presenza di un alternativa finirebbe per scegliere purtroppo quella.

    Il “gusto” va educato, suona male ma è la verità! La cultura di massa ha successo non solo perché è supportata da un macchina promozionale spaventosa ma soprattutto perché va incontro ai gusti “semplici” del pubblico “semplice” e non si sogna minimamente di farli evolvere. Che si tratti di effetti speciali privi di contenuto, di ritornelli accattivanti, di scurrilità, di plagi… chi si approfitta della ricettività della massa verso questo genere di prodotti è colpevole solo in parte. Cerchiamo di non scaricare troppo di responsabilità il vicino di casa convinto che Britney Spears sia una “musicista”: se lui di musica non ne capisce una beata fava, continuerà a non capirne anche nel momento in cui si trovasse a scegliere tra una più ristretta gamma di autori. E senza un minimo sforzo di comprensione da parte sua, sua e di nessun altro, Miles Davis non passerà MAI per quell’amplificatore. Né un qualsiasi buon pezzo di un bravo musicista nostrano.

    [continua]

    Andrea

  34. utente anonimo scrive:

    Per la musica, per il cinema, come per qualsiasi altra nicchia economica vale la legge aurea della domanda e dell’offerta: se c’è la domanda e non si offre si fa solo il gioco delle concorrenza (e naturalmente se si proibisce l’offerta tout court, tutto ciò che si ottiene è un offerta criminosa).

    Se qualcuno pensa di avere a portata di mano una soluzione a questo tipo di dilemma si faccia avanti, un Nobel per l’economia non glielo nega nessuno.

    Tanti anni fa, all’arrivo dei McDonald’s qualcuno aveva pensato di proibire i fast food: reazione comprensibile, ero quasi d’accordo…

    Poi arrivò Cremonini e lanciò la sua catena (Burghy se non ricordo male). E allora? Chi se la sentiva di pestare i piedi al Signore della Carne italica? Inoltre, dire “no a McDonald’s” era facile; dire “no alle catene di ristorazione americane” idem; dire “no ai fast food” richiedeva delle specificazioni un pelino più complesse. Qual era un “fast food” e quale no? Non è che l’italianissimo bar-mensa dove mangio al lavoro sia tanto “slow”. Qualitativamente poi non ne parliamo che è meglio…

    Anche se si fosse trovato uno spartiacque, troppo facile a quel punto per un ristoratore fare un passettino nella giusta direzione per non ricadere più nella categoria incriminata.

    I fast food ci fanno e ci faranno ancora purtroppo compagnia, ma la loro influenza sul mercato alimentare nostrano non è tanto forte quanto quella del “fast food” cine-musicale: siamo infatti abituati a mangiare meglio di quanto un McDonald’s non abbia da offrire e questo è un fatto che nessuna campagna pubblicitaria potrà mai cambiare. A meno che le nuove generazioni non perdano la conoscenza del buon cibo, ma questo è un problema che non si risolve chiudendo i McDonald’s!

    Permettetemi inoltre di diffidare anche di quegli artisti che maledicono la cultura dominante per i loro mancati successi: ci sarà senza dubbio in qualche caso del vero, ma è anche la scusa più vecchia del mondo.

    Come non ricordare, un esempio tra i tanti possibili, quei patetici e inascoltabili cantautori o gruppi rock pseudo-progressive degli anni ’70 ideologizzati a destra che riuscivano a suonare solo nei Campi Hobbit e attribuivano la colpa dei loro pochi passaggi in radio al predominio della sinistra nell’industria musicale e culturale italiana?

    Per chiudere, alla luce di quella stessa tecnologia che adesso ci consente di discutere, RIAA e MPAA hanno trovato in questi ultimi anni la propria nemesi proprio nel loro tentativo di colonizzazione del pianeta coi loro prodotti: oggi infatti è molto facile ottenere rapidamente e gratuitamente qualsiasi frutto dell’ingegno che sia riconducibile all’informazione, in maniera direttamente proporzionale alla diffusione del prodotto stesso, che si tratti di un film, di una canzone, di un software.

    Non è il caso tirare in ballo la “provvidenza della storia” ma è certo che la diffusione dei sistemi peer-to-peer all’interno di quella stessa fetta di mondo tecnologizzato che costituisce poi il mercato globale delle industrie citate, e l’impossibilità di controllarlo sia dal punto di vista tecnico sia da quello giuridico, per la sua connotazione transnazionale, ha un che di inquietante e di poetico. Se questo significherà la fine del diritto d’autore così come lo conosciamo ora, e dunque di qualsiasi ragione d’essere per la versione ipercapitalista dell’industria culturale, lo scopriremo credo abbastanza presto.

    Scusate la lunghezza del post.

    Andrea

    P.S. L’avevo già chiesto, lo richiedo: una tv pubblica negli USA c’è – o c’era –: la PBS. Esiste sempre o fanno fatto secca pure quella?

  35. utente anonimo scrive:

    Mi chiamo Paolo.

    Giuro che ho provato a leggere tutti i 34 commenti precedenti.

    Non ci sono riuscito.

    Perciò, se ripeto dei concetti, scusami.

    Dici che l’artigianato culturale iraniano può scomparire del tutto, o imitare, cioè scomparire, ma in un altro modo.

    Non potrà mai competere.

    Hmm.

    Messa così, sembrerebbe che l’unica alternativa sia il protezionismo.

    Mi sembra di aver letto in un commento (se sbaglio correggimi) che dici che la proposte di quote, anche provenisse da Borghezio, tu la appoggeresti. Va bene.

    Solo che secondo me l’alternativa non è esattamente quella.

    c’è qualcosa che non mi torna nel tuo discorso, scusa se sono sincero.

    Se parli a livello strettamente economico, allora capisco che di fronte a certe multinazionali (che si possano chiamare “americane” in senso neanche tanto lato) hai ragione.

    Ma se parli di ideologia (che non significa solo politica) no.

    Il conformista trasgressivo che incontra il successo è caricato di elementi tipicamente americani nella sua formulazione attuale; nondimeno, è un personaggio già favolistico.

    Il figlio del contadino che eredita mezzo regno non mette minimamente in discussione il concetto di monarchia.

    Anzi, la sua storia, allegra e consolatoria, “serve” (metto tra virgolette, perchè non è che qualcuno la abbia pensata a tavolino) a rafforzare l’istituzione monarchica.

    “Anche tu ce la puoi fare- non è tanto male, alla fine”.

    Ora, il fatto è che questo bisogno consolatorio è insito nell’animo umano.

    In realtà, sfruttandolo intelligentemente dall’interno (cioè, studiando a tavolino le storie da racconatre) lo si può sfruttare per racconatre storie che minino le fondamente del sistema. Un po’ alla volta, naturalmente.

    Quello che mi da fastidio, e trovo controproducente, nella mossa di Ahmadinejad, è proprio l’incapacità suicida di capire le regole del gioco.

    Resta all’intenro di un’ottica di imposizione: “tu mi imponi quello coi soldi, io impongo questo con la legge”.

    Naturalmente, l’esempio già ampiamente fatto del protezionismo culturale stile Mussolini ci fa capire chi l’avrà vinta alla fine.

    Ora, a me piace il cinema Burkinabe.

    Mi piace il cinema iranaino (parlo di cinema perchè diu musica mi intendo poco).

    Ma perchè quando vado al cinema a vedere un film iraniano è sempre un “bel film iraniano”?

    perchè non è mai un “bel film fatto in Iran”?

    Nicchie di pubblico possono appassionarsi alla difesa di qualunque minoranza a rischio di estinzione, dalla cultura Mapuche a quella della bistecca di Chianina.

    Però il pubblico ama farsi raccontare sempre le stesse storie, dopo tutto.

    Ed è in quel campo che bisogna giocare se si vuole resistere alla omologazione.

    A te piace il pop, a me piace il pop, io ti do il pop, però coi miei contenuti.

    A te piace il film poliziesco, a me pure, ti faccio un film poliziesco, coi miei contenuti.

    Invece, la risposta di Ahmadinejad, pur più rozza e impsotiva, segue lo stesso sbaglio di quella simil-intellettuale: l’America ci impone il pop, allora guerra al pop!

    Risultato: CD pirata pieni di pop, coi contenuti americani.

    L’America ci impone film di genere, che schifo!

    Fuga degli “autori” dal film di genere.

    Risultato: atrofia del cinema d’autore, che si priva di possibilità di racconto, e campo libero, anche economicamente, al film di genere americano.

    Più astuto lavorare da dentro, a scopo, secondo i gusti, tanto economico quanto ideologico o semplicemente di gusto spicciolo.

    Nessuno sapeva cos’era il kung fu prima degli anni ’70, adesso non c’è film d’azione senza scena girata con la tecnica dell'”iron wire”.

    Hong Kong è stato più astuto di Teheran.

  36. utente anonimo scrive:

    Nessuna nemesi andrea. La rete è costitutivamente comunista. Induce a comportamenti di comunismo perché semplicemente così funziona meglio. È iniziata in america? E dove sennò; è nel paese di più avanzato capitalismo che ci sono gli elementi di comunismo più nitidi. Vecchia solfa marxista. Quasi mi vergogno di ripeterla. p

  37. utente anonimo scrive:

    Per Andrea,

    No, hai ragione, mi sembra che il PBS continui a vivacchiare.

    Per gli altri commentatori,

    Per favore, firmate in qualche modo i vostri commenti. Ripeto, va bene un nick qualsiasi, però se non ci si identifica in qualche modo, non si capisce più chi parla.

    Per tutti,

    Io non difendo quello che fa Ahmedinejad. Io sono convinto che l’Iran sia già sconfitto in partenza, qualunque cosa faccia.

    I rapporti di forza, sul piano mediatico ancor prima che sul piano militare, sono talmente impari, che non serve né legalizzare né proibire né cercare di competere.

    Quindi concordo in pieno con chi ritiene che proibire sia sbagliato. A patto che si concordi che è sbagliata anche ogni altra mossa.

    Proprio per questo, l’elemento importante del post è l’altro, cioè la struttura dell’industria culturale americana.

    Miguel Martinez

  38. utente anonimo scrive:

    Caro Miguel,

    + di tanto è inutile insistere, io so solo ke:

    1

    Applicate i 2 pesi e le due misure in maniera antioccidentale filoislamica autolesionista

    2

    Se Francesco si autodefinisce teocon-neocon ciò non implica che anch’ io mi definisca così …

    3

    Come disse Edwige Fenech a Renato Pozzetto nel film stra-cult

    “La Patata Bollente”:

    ” Guarda che Marx non ha mica scritto che bisogna rompersi le palle ai cineforum coi film russi tutti i Sabati sera… ”

    4

    Di destra sarà il tuo gatto…..[persiano :-)] Io _ al- sulla religione_ sono + comunista di tutti voi messi assieme perché vorrei cancellare dagli emisferi ogni forma di religione…..solo che ritengo che non ci sia droga religiosa + pesante e peggio tagliata dell’ Islam !

    5

    SE ribatti che non hai nemmeno il gatto….allora sei “costituzionalmente incapace” di comprendere l’ ironia ….

    Davide ….il con [cmq se permetti io credo che sia giusto con-servarci da un regresso in nome del terzomondismo di chi venera Naomi Klein come manco fosse la Virgen de Guadalupe …]

  39. utente anonimo scrive:

    …..Come per il KungFu di Hong Kong che ha spazzato via le scazzottate da Saloon ….

    ….che dire degli ” Anime ” e dei “Manga” nipponici che da 30 anni a questa parte hanno ridotto ai minimi termini le cagate di Walt Disney ???

    Buck Rogers non lo caga + nessuno, neppure i collezionisti sfigati…..l’ Uomo Tigre è già un Mito Eterno !

    …..Bisogna scomodare Dostoevskji per trovare un personaggio dalla complessità psicologica paragonabile a queòlla di Naoto Date !!!!

    ……I “Thunderbird” sembrano il titolo di un pornazzo in “Bauscia English” ……Goldrake e Mazinga sono Leggenda !!!!

    Davide

    …….Potrei continuare con gli esempi fino a domattina !

    ….Creativi Iraniani: srotolatevi i turbanti e dateci dentro con Sinbad !!!!

  40. utente anonimo scrive:

    ….E cmq la musica tradizionale dell’ ex Impero Ottomsano sembra di sentire uno col mal di pancia !

    Davide

  41. utente anonimo scrive:

    Ottomano ….

    Davide

  42. utente anonimo scrive:

    Sono sempre Paolo.

    Oddio Davide, non sarai un “parente” di Andrea Sartori, che sul blog di Dacia un post sì e l’altro pure se la prendeva con la musica turca?

    Comunque:

    ritengo che la “strategia” che funzioni con la cultura bassa, funzioni pure con la cultura alta.

    Non credo, a differenza di Miguel, che l’Iran abbia perso in partenza.

    Non mi piace ineve l’autocensura intellettuale:

    del resto anche a Hollywood ci sono gli indipendenti e i non-indipendenti che riescono comunque a dire cose intelligenti e diverse dal solito.

    Ciao!!

  43. utente anonimo scrive:

    Aggiungo a Davide:

    piuttosto che fare ironia facile (e sbagliata, lo avveo segnalato in partenza stavo parlando di “infiltrazioni di gusto spicciolo”, ma che la cosa secondo me funzionava benissimo anche con altre cose) dovresti crticare il resto del commento se non sei d’accordo.

    Mi sembri una persona intelligenti, peccato che ti sprechi prendendo in giro i turbanti e la musica ottomana.

    Troppo orientale per te, vero?

    Però gli anime gli conosci bene.

    Paolo.

  44. utente anonimo scrive:

    Hmmm

    sempre che tu stessi facendo dell’ironia, Davide!

    mi è venuto il dubbio.

    In ogni caso, a volte sono persino d’accordo con te.

    Ciao! e buone Feste.

    Paolo.

  45. utente anonimo scrive:

    Forse ho peccato/harammato per par condicio…. di eccessivo attacco alla musica iraniana….tante volte ho incontrato “Muccinoidi dal vivo” che ascoltavano musica etnica dicendo “com’ è bella !” col tono di chi dice “uff….che due balle !”

    Davide

    PS

    Il Giappone è un mondo a parte…..Orientalissimo eppure spessissimo anticipatore dell’ Occidente (v.di Lafcadio Hearn, un pioniere della “Yamatologia” _dal nome dell’ etnia dominante_……..v.di il Karaoke_”orchestra vuota”, parola loro_ già negli Anni ’70 …i Power Rangers sono miserabili tarocchi USA di Megaloman e affini in ritardo di 30 anni…..e senza alcuna cultura dietro……..drammatizzazione zero…..al contrario di quando Takeshi scopre che Capitan Delitto è in realtà suo fratello….

    Davide

  46. utente anonimo scrive:

    Io ho detto onestamente “che due palle” di fronte a interminabili film iraniani facendo la figura della bestia con persone che invece dovevano per forza dire “che bello” pur annoiandosi più di me.

    Quindi ti capisco.

    Ma un bel poliziesco iraniano, mai?

    è questo che dico io: si abdica e si lascia campo libero agli altri, poi ci si lamenta che in quel campo gli altri facciano ciò che gli pare.

    Poliziotteschi italiani, tanto per parlare sempre di kung-fu movie, potevano essere un mezzo anche per dire qualcosa di sociale, se si trova che dicessero solo cose di destra o qualunquiste (discutibile) la colpa è anche di chi non ci avventurava lasciando che ci andassero solo gli altri.

    Lo snobismo è un’arma a doppio taglio.

    Ciao!

    Paolo.

  47. utente anonimo scrive:

    Volevo dire “per NON parlare sempre”… ops.

    Ciao da Paolo.

  48. utente anonimo scrive:

    Oggi mi sento anomala: ho almeno due babbi natale, in ceramica, non mi hanno portato il Canaletto da mettere nel caveau, ma a me piacciono e anzi uno l’ho lasciato in bella vista dal Capodanno scorso, quando l’ho vinto, così non ho neanche fatto fatica a riesumarlo.

    In più mi son bevuta tanta Coca Cola, di cui ho pure il vassoietto pubblicitario con il ..babbo natale.

    L’analisi di prefabbricato musicale di Kel è giustissima, però han ragione anche gli altri :andata alle feste in casa di sinistra, mi sono sentita propinare a chitarrate sempre le fette di Guccini, De Gregori, di ” Vincenzo è morto..” e chi più lagne ha più ne suoni.

    Scusate, a destra son più allegri, persino i maturi si divertono a suon di scatenati anni sessanta e settanta , anche coi Bee Gees, che tanto avevan messo anche un pezzo di Mussorskij, Una notte sul monte Calvo, e così non è proprio tutto Babbo Natale, c’è anche il Sabba, se proprio volete percepire l’alta tensione del satanico.

    Aurora.

    Aurora.

  49. utente anonimo scrive:

    Vi volevo dive che il mio modo di esseve snob è quello di acquistave sempvre meno pvodotti di mavca, stando attento alla qualità piuttosto che alla popolavità, per tenevmi più soldi nel povtafogli e spendevmeli pev nutvire la mia anima piuttosto che il covpo. Mi sento allegvo e non ho vimpianti di alcun geneve. Si, sono snob ma sono IO. Chi siete Voi?

    Antonio Persia

  50. utente anonimo scrive:

    Ecco, Pevsia, anzi Persia, ognuno fa dei suoi soldi quel che gli pare, e si compra la spezia che ritiene gli condisca l’esistenza. I navigatori olandesi investivano grosse somme per spedizioni, come ha scritto Kel, dalle quali tornavano con carichi di merce che sicuramente avrebbero venduto. Il viaggio era aleatorio, ma la domanda ed il profitto, al buon esito, erano certi.

    Non erano artisti ma commercianti.

    L’artista che mette l’anima nella sua opera, anzichè solo un pizzico, una goccia, un riflesso, corre il rischio di perdersela al primo successo. Se invece il successo non arriva, può essere ugualmente contento, la sua anima è lì con lui, la sua opera è comunque realizzata, il sogno pure.

    Purchè, appunto, non sia il sogno del successo, perchè quello deve essere secondario, un’appendice che se viene meglio, se non viene è quasi lo stesso.

    Certo che se uno fa una frittata, che costa poco, ed è anche nutriente, ma spera che a Natale tutti la vogliano a pranzo al posto del capitone e dal cappone, forse non ha ben capito i gusti, non dico del popolo, ma di nessuno.

    Dovrà aspettare, almeno, che ci siano poche uova in giro e che il costo raggiunga quello delle aragoste ( fresche, non quelle che rimbalzano al festival dell’unità allo stand di cuba). Allora tutti vorranno le uova e le frittate.

    Aurora.

  51. utente anonimo scrive:

    Gentile Aurora,

    Salamelle e frittate non hanno mai arricchito neanche i comunisti al festival dell’unità. Ci vuol ben altro per mandare avanti “certe baracche”!!! E anche loro non sono stati indenni da quell’ “allegro” modo di procurarsi il danaro, prerogativa di tutti i partiti dello specifico italiano. Non capisco perché mi fai riferimento al vetero comunismo. Non capisco neanche il motivo per cui ti sia sentita “colpita” dal mio ultimo stupido ed ironico post. Volevo solo dire che lo snobismo non riguarda i post di Miguel, che da quando lo conosco, testimonia una coerenza trasparente e continua nel tempo. Per quanto riguarda il “successo”, anche qui rimango basito del tuo riferimento. Intanto è una parola che non mi riguarda perché attiene ad individui che “bazzicano” altri mondi e credono che le quantità spropositate di danaro siano la “cifra” di quel successo di cui tu parli. Non mi riguarda nemmeno per quanto attiene alla notorietà. Non mi frega un beneamato se oggi per essere famosi ti devi sottoporre al dilaniamento mediatico. Quindi, tornando ai soldi, fai bene a dire che ognuno spende i suoi soldi come vuole. Io rivendicavo solo una cultura del consumo meno “prona” ai “consigli per gli acquisti”.

    Antonio

  52. utente anonimo scrive:

    Ma è giustissima una cultura meno prona ai consigli per gli acquisti.

    Però tutto il sistema si basa sui consigli per gli acquisti.

    Da qualche parte si può anche tentare di cambiarlo (ma verso dove?)- però tentare di sconfiggerlo con il rifiuto puro e semplice non basta, perchè il rifiuto puro e semplice sarà sempre e solo una mossa individuale.

    Paolo.

  53. utente anonimo scrive:

    >..Costantino (l’imperatore cristiano, non il citrullo mediatico!!!)..<
    Costantino il Grande non era cristiano e anche la sua presunta conversione in punto di morte è una leggenda made in Vatican.

    Ciao

    Ritvan

  54. utente anonimo scrive:

    Ah, ricordo all’onorevole consesso che la stragrande maggioranza di divi e produttori Hollywood è palesemente sinistrorsa, cosa che si riflette immancabilmente nei prodotti usciti da quegli stabilimenti. Prodotti, peraltro fatti a regola d’arte e capaci di suscitare emozioni e nello stesso tempo gradevoli a vedersi. Con tutto il rispetto per gli emuli odierni della “Corazzata Potemkin” in lingua originale russa e coi sottotitoli in tedesco:-).

    Ciao

    Ritvan Il Bieco Estimatore dei Films Hollywoodiani

  55. utente anonimo scrive:

    >Miguel, ti adoro quando usi la tua stele di riseta e traduci ai frettolosi condannatori professionisti quello che non riuscirebbero a capire nemmeno in un miliardo di anni….Dacia<
    “stele di riseta”? E che d’è? A me risulta che si chiami “stele di Rosetta”, ma se suona troppo biecamente colonialistico:-) la puoi chiamare “stele di Rashid” (dal nome arabo della città di Rosetta), ma “riseta”, no, ti prego!:-)

    Ciao

    Ritvan il Pignolo

  56. utente anonimo scrive:

    Divi hollywoodiani (in maggiornaza) “sinistrorsi” (per i parametri americani, beninteso…) sì-

    i produttori noncredo proprio siano in maggioranza di sinistra.

    è vero che nei prodotti, qualcosa di critico-alternativo-nonconforme al pensiero dominante USA salta fuori.

    è quello che dico io.

    Però secondo me siamo ancora all’interno di una minoranza di prodotti USA, la maggioranza mi sembra del tutto “allineata e coperta”.

    Comunque anch’io, non si fosse capito, apprezzo i prodotti USA (purchè si abbia coscienza che questo sono, prodotti) perchè almeno sono realizzati bene.

    Anche parlando ci prodotti “bassi” e ed economici, senza pretese, quelli che magari escono solo in DVD:

    nel 90% dei casi mantengono quello che promettono.

    Col prodotto italiano non sempre è così.

    Aiutare la produzione nazionale di qualità è meglio che mettere le quote.

  57. utente anonimo scrive:

    Ho lasciato un bel pezzo del mio cuore a Rosetta, o Rashid…

    una cittadina di una grande bellezza, con le palme che crescono sulla sabbia, una grande tomba di un santo sufi, un immenso ramo del Nilo e persone di una gentilezza straordinaria.

    Consiglio a tutti di andarci, anche per il museo ottomano.

    Credo che sarebbe uno dei tre o quattro posti che sceglierei per ritirarmi in solitudine.

    Miguel Martinez

  58. utente anonimo scrive:

    In realtà gli italiani non sono stati capaci neanche di rifiutare il raddoppio della lira nell’euro, proprio perché sono incapaci e impreparati ad un consumo intelligente ed avveduto. Non serve neanche ricordare loro che, ad altre latitudini, sempre occidentali. beninteso, gli aumenti sconsiderati dei prezzi sono combattuti con reali “scioperi dell’acquisto”. E non come succede qui da noi che non si riesce a rinunciare alla carne rossa o a certa oggettistica inutile per più di un giorno. Il rifiuto è individuale, è vero ma qui da noi. Perché proprio negli ultimi due anni proprio sotto Natale i media hanno fatto grossi titoloni sull’austero periodo che ci aspettava, senza regali o lusso sfarzoso. Bella strategia, davvero! Pur di non dar ragione ai media gli italiani si sono misurati nella ormai tradizionale corsa ai regali intasando le strade per andare a sperperare la misera tredicesima. Non avrebbero sopportato di dar ragione a coloro che volevano “portare sfiga” e descrivevano ipotetiche e squallide dimore senza albero, regali e leccornie. Neanche il Papa hanno ascoltato. Si è sbracciato (non so quanto convinto anche lui!!!) per “aprire gli occhi” alla Cristianità nel non cadere ancora una volta nella rete del consumo sfrenato! E qui dò ragione a chi ha parlato, in altro post, dell’ormai profonda crisi in cui versa il cattolicesimo romano.

    Miguel,

    ho l’impressione che i due post del 23 e del 25 si vadano fondendo (e non confondendo, s’intende).

    Antonio Persia

    http://www.antoniopersia.it/canzoni

  59. utente anonimo scrive:

    x “Mister 56” ….chi 6 ?

    Davide

  60. utente anonimo scrive:

    x Ritvan

    …..Forse Dacia intendeva “risata” alla pugliese…..se abusa di GrandeSatanese perché non di pugliese pure ???

    🙂

    Davide

  61. utente anonimo scrive:

    ….perché di pugliese pure non potrebbe abusèèèère ?

    Davide

  62. utente anonimo scrive:

    1

    I “Sinistrorsi USA” vengon chiamati “Liberal”

    2

    Prendiamo il genere + disprezzato dagli intellettualoni :

    ….l’ Action-Movie:

    …Quanto c’ è di “ZioSamesco” 🙂 nel “pedigree” di ‘sti film ???

    Gli Eroi di turno hanno sempre complessi, sensi di colpa e frustrazione “all’ Europea” e combattono nonché vengono addestrati “alla Honkongese” ….con tanto di addestratori regolarmente nonnetti ultra-agili con la “eLLLLe” e gli occhi a mandorla……..sentenziosi alla Charlie Chan ….

    3

    Babbo Natale Anticristo è geniale ma … se Socci non conoscesse Miguel (figurarsi se non legge “il nemico” per studiarlo) lo scambierebbe per un suo pupillo

    🙂 🙂 🙂 🙂

    Davide

  63. utente anonimo scrive:

    >I “Sinistrorsi USA” vengon chiamati “Liberal”. Davide<
    Lo so, Davide, ma una “e” finale fa più differenza di una virgola nelle sentenze divinatorie della Sibilla Cumana!

    Ciao

    Ritvan

  64. utente anonimo scrive:

    Quali sarebbero Kel, gli altri due o tre posti, oltre Rosetta, in veneto Riseta, dove ti ritireresti in solitudine ? Negli abruzzi, tra i lupi e le pecore ? La luna, marte, giove ?

    Non ti vedo portato per l’eremitaggio, ad ogni modo qui c’è una combriccola di sconquassati- scompagnati- discontinui- senza eredi, ed io già programmo la comune fra venti anni, esaurite le missioni contingenti, ognuno indipendente, tutti solidali, chi ha mette, chi non ha non mette, si condivide. Non ti sarà permesso di rimanere solo più di tanto. E poi la toscana è tanto bella.

    Aurora.

  65. utente anonimo scrive:

    Caro Miguel,

    il problema non è tanto di comprensione quanto di interessi. A me interessa più la mossa di Ahminajad e una riflessione sui rapporti tra culture che non tutta la tua tirata contro l’industria culturale occidentale (T. Adorno? non è uno di quegli ex-santoni del ’68 che si cerca di dimenticare con impegno per vivere meglio?).

    Non ti voglio replicare: è tutto vero tranne le tue conclusioni, le Spice Girls furono sublimi nel loro essere sboccatamente un prodotto industriale. A qualcuno piacquero sapendolo, altri se la bevvero alla grande. Pensa che a Napoli andavano i film di Merola e D’Angelo ….

    Non è necessario mettersi sul mercato delle vane chiacchiere di contorno, si può scegliere. Ma quando si sceglie la mano pesante della imposizione di Stato per liberarsi da quella “invisibile” del mercato … la conosci la storia del cavallo e del cervo?

    Francesco

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