“Gli Arya seggono ancora al picco dell’avvoltoio” (II)

Una fetta sorprendentemente ampia di néoconnarderie è costituita, oltre che da maghe, anche da cavalieri. Si tratta di un mondo che vale la pena di conoscere, e soprattutto di capire; cosa che temo interessi a poche persone.

Sono molto in debito per il prezioso aiuto dell’Archivio Akashico, che ha ispirato buona parte delle riflessioni che leggerete qui.

Per la maggior parte, i "cavalieri" neocon si dichiarano Templari, anche se esistono altri ordini e gruppi, in particolare innumerevoli autoproclamati Ordini di Malta. Comunque sia, li chiamerò tutti neocavalieri: siamo su un blog, e non posso tediare i lettori con distinzioni troppo precise, anche perché da lontano, mantelloni e croci si somigliano quanto le giacche e cravatte (o tailleur da signora) che ricoprono.

I Templari veri, come si sa, sono stati liquidati nel Trecento. Nel Settecento, un avventuriero scozzese, Andrew Michael Ramsay, inventò un rapporto tra Massoneria e Templari, una fantasia che piacque molto ai massoni borghesi, che scoprirono di poter essere aristocratici; ma anche ad alcuni aristocratici, che scoprirono di poter essere massoni senza dover scendere di rango.

Oggi, i neocavalieri, nonostante le loro divertenti scissioni, costituiscono un ambiente ben definito. In buona parte, sono massoni o ex-massoni, che hanno però forti aspirazioni cattoliche.

Dietro il neocavalierismo, ci sono fenomeni psicologici fondamentali di cui abbiamo già discusso altrove, e che non vanno disprezzati: in una società che per molti versi è un carcere, sognare l’evasione è segno di umanità. Il problema è che troppo spesso, si evade fingendosi superiori agli altri carcerati, e lasciandosi quindi cooptare come secondini.

E’ incredibile quanto sia facile vendere titoli molto grandi a borghesi molto piccoli: chi non ricorda la simpatica ma ben poco aristocratica famiglia di Salvatore Stefio?

stefio

La proliferazione di "cavalieri", "duchi", "principi" e persino "imperatori" (in Italia ne operano almeno tre) tra impiegati dello stato o piccoli imprenditori, merita uno studio approfondito.

Cosa spinge, ad esempio, un noto avvocato della provincia veneziana, tanto avido quanto pio, discepolo di un esorcista che aveva inventato la "macchina del tempo" (che per un curioso caso del destino, mi trovo in casa, ma quella è un’altra storia), a spendere 75.000 Euro per acquistare il titolo di "Cavaliere di Malta"? Il titolo, che porta con sé il diritto di subappalto per la commercializzazione in tutto il Veneto, gli è stato venduto da un notissimo truffatore spagnolo, incontrato fugacemente in un albergo del Liechtenstein perché il signore spagnolo in questione non poteva mettere piede sul suolo italiano senza essere arrestato.

Il neocavalierismo, al livello più serio, si innesta in Italia su un fenomeno interessante, di cui pochissimi parlano: l’esoterismo cattolico.

Non sto parlando di movimenti chiusi, ma senza pretese esoteriche, come l’Opus Dei.

Mi riferisco a numerosi movimenti, in cui si entra per riti d’iniziazione, i cui membri sono cattolici particolarmente praticanti. Mi è capitato di incontrare questi movimenti di tanto in tanto, direttamente o indirettamente, nelle situazioni più diverse.

Quasi tutti questi movimenti parlano in qualche modo della "Contro-Rivoluzione", soprattutto (ma non solo) nella forma in cui questo concetto è stato diffuso dall’autoproclamato "profeta" brasiliano, Plinio Corrêa de Oliveira, fondatore di Tradizione, Famiglia e Proprietà e ispiratore dell’ispiratore di Gianfranco Fini, Roberto de Mattei, come anche di Alleanza Cattolica, il movimento cui aderiscono, tra gli altri, il tuttologo Massimo Introvigne e il sottosegretario agli interni, Alfredo Mantovano.

Per i controrivoluzionari, la storia del mondo, dal Rinascimento in poi, è quella di una caduta dalla "Cristianità". Non stiamo parlando qui solo dei "sani valori cattolici", ma di un regime politico, voluto direttamente da Dio, in cui gli uomini avrebbero accettato con gioia una divisione in caste ereditarie.

E’ un’idea che deve molto a un pensatore massone tutt’altro che superficiale, Joseph de Maistre, e che si è sviluppata in ambienti francesi anti-illuministi, come quelli che hanno prodotto la famosa mistificazione di Rennes-le-Château. PierLuigi Zoccatelli, il più simpatico dei militanti di Alleanza Cattolica, in un curioso studio (Le Lièvre qui rumine. Autour de René Guénon, Louis Charbonneau-Lassay et la Fraternité du Paraclet), descrive – e legittima – uno di questi ordini segreti, la "Fraternità dei Cavalieri del Divino Paraclito" di Louis Charbonneau-Lassay, che associava progetti controrivoluzionari alla pratica dell’alchimia.

Qualunque cosa si possa pensare di simili confraternite storiche che avevano comunque una loro dignità, i movimenti esoterici cattolici oggi sono un fenomeno che ha spirito di massa: sia quelli che non si rivelano pubblicamente, sia quelli che litigano rumorosamente su Internet.

Questi movimenti non vanno confusi con i cattolici integralisti, che li hanno spesso osteggiati. Un po’ perché la Chiesa si è formata combattendo la pretesa gnostica di possedere qualche "sapere speciale", e un po’ perché gli stessi neocavalieri sono tutti un po’ anticlericali. Il cavaliere, infatti, possiede una propria "iniziazione", che deriva, non dall’apostolo rinnegato Pietro, ma dal "discepolo più amato", l’apostolo Giovanni; si sente superiore, e di gran lunga, al credente medio. E poi, i Templari storici, pur battendosi nelle crociate, non furono alla fine liquidati da un Papa?

Oggi, i neocavalieri sono in piena espansione, per una convergenza di motivi. Gli stessi che portano molti giovani americani a scoprirsi cabalisti armati, e a insediarsi con mitra e mitologia razziale di redenzione cosmica nei "territori occupati" della Palestina.

Il primo elemento che porta a questa situazione è la dissoluzione delle nazioni, sotto la spinta dell’economia globale e dei grandi sistemi, come la NATO o la Banca Mondiale. Senza sovranità nazionale, non ci possono essere le piccole dittature del passato; ma non ci può essere nemmeno la democrazia.

Se crolla la democrazia – eccetto come gioco sterile di lotta tra due partiti identici – crolla anche l’ideologia che la sorreggeva: l’egalitarismo laico.

Al suo posto, non subentra la religione. Subentra piuttosto il grande e sconnesso flusso mediatico, che combina donnine ballanti anoressiche e cocainomani, politici teatranti, bombaroli con keffiyah e i "misteriosi poteri delle piramidi d’Egitto".

Una grossa parte di questo magma ribollente ha trovato una propria identità quando Ferruccio De Bortoli ha inventato e commercializzato il Prodotto Fallaci, e i neocon – quelli seri – hanno lanciato la guerra contro l’Iraq. I già moribondi riferimenti al rispetto umano e alla pace sono scomparsi per milioni di italiani.

Lo stesso mercato che si rivolge alla donna-consumatrice, ha scoperto anche l’uomo consumatore, il rude acquirente-avventuriero di fuoristrada da esibire il sabato sera nelle strette stradine di città; e si sono moltiplicate le palestre e i corsi di arti marziali. Una cosa di per sé inappuntabile, ma è interessante sottolineare la "mistica guerriera" che viene spesso insegnata in questi luoghi. Una mistica guerriera che non ha cause per cui combattere, e quindi si confonde spesso con uno spirito individualistico di superiorità.

Quando scompaiono i diritti sociali, si creano immensi gruppi di fuoricasta, mentre i membri delle caste dominanti si ritirano in quartieri fortezza. Allo stesso tempo, giorno dopo giorno, si alimenta la paura del nemico esterno.

Così, la "sicurezza" è diventata un’ossessione primaria. Ma nella pratica, questa "sicurezza" viene sempre più privatizzata. E chi, se non il "mistico guerriero" della palestra, è in grado di entrare negli immensi eserciti aziendali che si creano così?

Solo che rischiare la vita per denaro è un mestiere profondamente infelice. Chi non si sentirebbe un po’ in crisi, ad esempio, all’idea di restare senza un braccio, pur di proteggere un Lapo Elkann dalla sacrosanta furia di un trans deluso?

Ecco che occorre ricorrere al più antico trucco del dominio: far sì che l’inferiore si senta superiore. Nella prossima puntata, vedremo alcuni esempi concreti di come si fa.  

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10 risposte a “Gli Arya seggono ancora al picco dell’avvoltoio” (II)

  1. calmansi scrive:

    Caro Miguel,

    “Templari” con tutti gli orpelli di copione erano (sono?) anche i seguaci dell’Ordine del Tempio Solare. Vedi http://www.prevensectes.com/ots1.htm

    http://www.prevensectes.com/ots2.htm

    http://www.prevensectes.com/ots3.htm.

    Anche se sono divertenti i templari che tu descrivi, non vorrei che facessero la stessa fine dei loro confratelli dell’OTS.

    Claude Almansi

  2. utente anonimo scrive:

    Molto interessante, come tutto quello che scrivi, e anche convincente, caro Miguel.

    Solo una cosa mi lascia un pò perplesso … Sicuro che l’ultracattolico e ultrapapista Joseph de Maistre fosse un massone?

    C.

  3. kelebek scrive:

    I “Templari” del suicidio di massa facevano in effetti parte proprio di questo mondo: erano direttamente legati ad alcuni “ordini” di cui trattiamo. Casomai, erano più New Age che cattolici.

    Comunque, per amore di verità, va detto che anche quelli di Waco erano stretti parenti degli Avventisti del Settimo Giorno con cui l’Italia ha stipulato un’intesa: molto dipende anche dalla follia personale, che è capace di impossessarsi di qualunque cosa.

    Sì, De Maistre era massone, uno dei primi “massoni di destra” 🙂

    Miguel Martinez

  4. utente anonimo scrive:

    Una buona notizia OT. Pare che il principale partito dei sunniti irakeni abbia dato indicazione alla popolazione di votare “SI” alla “costituzione fantoccio”.

    Ritvan

  5. calmansi scrive:

    Mio nonno paterno invece era massone anarchico (più che di sinistra). Quando era giovane, con un altro massone, sfilavano soli soli attraverso Fribourg cantando l’Internationale il 1° maggio “pour emmerder les bigots”.

    Cioè: ci sono anche logge di stampo anticlericale e insolento. Alpina, quella cui era iscritto mio nonno, era così, lui raccontava, all’inizio. Poi sono arrivate le nuove leve che si fissavano sui rituali e gli orpelli, e lui aveva smesso di andarci quando gli altri avevano votato contro l’apertura della loggia alle donne.

    Beh anche lui era un tantino maschilista, però si era messo a riflettere quando mia madre era scoppiata a ridere leggendo un testo massonico che lui teneva in una cornice a casa sua, che parlava delle donne come esserini deboli da proteggere.

  6. utente anonimo scrive:

    “Chi vuole essere progressivo sia fascista, e quindi non presti il ben che menomo credito allo slogan della democrazia progressiva, a cui Togliatti non crede e di cui si pentirà lui stesso quando vedrà di aver solo fabbricato con esso futuri zimbelli dell’imbonitura americana, quando nella corsa al fascismo effettivo sotto l’etichetta della libertà gli anglo-sassoni avranno battuto i russi, a cui manca, più che quello della energia nucleare, il controllo del dollaro, sicché saranno forse comprati prima di essere sconfitti.”

    Prometeo, 1947

    Finalmente ci siamo arrivati da qualche anno, e naturalmente molti a salire sul carro del vincitore, e i più stupidi a fare le “mosche cocchiere”. Del resto fenomeno speculare delle “mosche cocchiere marxiste”, che pensavano e pensano che la rivoluzione dipenda da quanto dimenino le loro pregiatissime chiappe, invece di usare quelle loro schiappe di teste.

    In questa nuova situazione, per brutale che possa rivelarsi anche nelle “fortunate” (finora) terre d’occidente, mai rimpiangere la lurida situazione bipolare postbellica da cui siamo usciti, ma nemmeno mai cedere a qualunque sirena ideologica dei vincitori. Per il resto deciderà la storia, non il grado di dimenamento di chiappe che dalle due parti velleitari individui decidono in mettere in campo. p

  7. calmansi scrive:

    Mi piace l’immagine delle chiappe in campo. Qua in Svizzera ci dobbiamo accontentare di 48 rotoli di carta igienica in azione.

  8. dantem scrive:

    Fantastico Miguel! dove posso trovare qualcosa di più su Andrew Michael Ramsay?

  9. kelebek scrive:

    Su de Ramsay, la cosa migliore che ho letto è un libro di Peter Partner, I Templari, Einaudi, Torino 1993. Un libro piccolo, agevole, e che ha il pregio di trattare sia i Templari come fenomeno storico, sia tutta la fuffa che è nata dopo – un argomento di cui gli storici “seri” in genere non parlano, ma che ha una sua importanza.

    Miguel Martinez

  10. fiordiblog scrive:

    brrr… chissà se s’incontrano nella notte di San Giovanni al Conservatoire di Parigi, sotto il Pendolo… 😛

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