L’Anticristo Circasso e l’odio etnico nel fondamentalismo statunitense


Nota dell’autore

Questo articolo ha una storia curiosa. Anche se si tratta chiaramente di una difesa dei Circassi contro l’improbabile accusa di essere il “popolo dell’Anticristo”, ho ricevuto una decina di messaggi di protesta da Circassi che avevano capito proprio il contrario: che stessi promovendo le tesi lanciate dalla “Goodnews Christian Ministries.” La questione fu complicata dal fatto che la “Ministry” aveva nel frattempo cambiato URL, per cui non era facile controllare le mie affermazioni. Io ho aggiornato l’URL: però chiunque voglia controllare di persona le mie affermazioni dovrebbe usare anche la funzione “Cerca” perché l’articolo che analizzo qui è piuttosto lungo e la parte che tratta i Circassi non è all’inizio. Spero che la faccenda sia stata chiarita e ringrazio tutti i Circassi che hanno voluto controllare di persona e che si sono scusati con me per l’equivoco. Capisco e condivido tutto il loro sdegno.

Miguel Martinez

La”Goodnews Christian Ministry” di Torrance, California, è una di molte migliaia di imprese statunitensi che chiamano gli esseri umani alla Bibbia e, ovviamente, anche alla Fine del mondo.
I Circassi invece sono un antico popolo che proviene dal Caucaso ma che si trova attualmente disperso attraverso il Vicino Oriente, dopo una lunga guerra a metà dell’Ottocento in cui sono stati quasi sterminati dai russi. Nel mondo islamico, i Circassi sono leggendari per lo spirito guerriero dei loro uomini e per la bellezza senza pari delle loro donne. La cultura circassa fonde due estremi: un mondo primordiale di cacciatori e di poeti che per certi versi ricorda quello degli antichi Celti e il raffinato mondo dell’impero ottomano; e la loro versione, particolare e molto libera, dell’islam riflette questa dualità di fondo. Le illustrazioni che abbiamo scelto per questo articolo danno qualche idea della loro cultura.

Ovviamente, i proprietari della “Goodnews Christian Ministry” non hanno mai incontrato un Circasso in vita loro. Ciononostante, hanno deciso di mettere in guardia il mondo di Internet: quest misterioso popolo sta forse per dare al mondo l’Anticristo stesso. Se gli Ebrei sono il popolo eletto di Dio, i Circassi sono invece certamente il popolo eletto di Satana, la più pericolosa comunità del mondo.

“Una Circassia rinata potrebbe forse essere lo Stato di provenienza dell’ottava testa della bestia, la minuscola nazione nascente che alla fine stessa dei tempi, secondo quanto profetizza la Bibbia, comparirà per dare nascita al ‘pazzo’ di cui parla la Bibbia?”
La “settima testa” è stata Adolf Hitler (“la Bestia di Berlino”), mentre l’ottava sarà ancora peggiore.

La gente della Goodnews folk ci fornisce queste sorprendenti informazioni basandosi sulla Bibbia. Va da sè che la Bibbia non parla mai dei Circassi, e in ogni caso non è difficile estrapolare qualunque nozione da quella enorme collezione di testi diversi, ebraici e cristiani, cui le persone oggi danno il nome di “Bibbia.” Tutto, dal Papato ai bombardamenti nucleari da parte di extraterrestri, è stato letto tra le sue righe. Chiaramente, il problema non sta nella Bibbia ma nei suoi lettori.

Per capire come mai i Circassi siano stati improvvisamente scelti come popolo più malvagio del mondo, occorre quindi capire il retroterra di un’organizzazione come la “Goodnews Christian Ministry.”

La società statunitense tende verso una singola ideologia, che si esprime attraverso una molteplicità di chiese (parallelamente a una società con un solo tipo di economia, che si esprime attraverso innumerevoli imprese private). Come molti pensatori geniali, Harold Bloom ha forse esagerato, ma ha avuto un’intuizione molto valida quando ha parlato di un’unica “religione americana” (con connotazioni di patriottismo, libero mercato, promesse di esperienza personale e di guarigione, ecc.) condivisa dalla maggioranza dei cristiani, degli ebrei e – negli ultimi anni – dei musulmani, per non parlare della maggior parte delle “nuove religioni.”

Ma quale è il nucleo ideologico della Religione Americana?

Innanzitutto, è importante ricordare che gli USA hanno avuto molto a che fare con la Bibbia, ma poco con Platone, Tommaso d’Aquino, al-Ghazali o Voltaire. Si tende quindi a vedere il “vero”, non come il risultato di un ragionamento, ma come “una cosa che funziona.” Nel campo della religione, ciò significa fondamentalmente, qualcosa che “fa sentire bene” o che ottiene risultati tangibili di qualche tipo. Vi è qui una sorprendente affinità tra due mondi che sembrano inconciliabili: quello del fondamentalismo cristiano e quello della New Age. Entrambi certamente fanno “sentire bene”, forniscono “esperienze interiori” e fanno promesse molto concrete, che possono andare da guarigioni miracolose al successo negli affari. Chiaramente, per sentirsi bene o per godere dei miracoli, si deve “credere”: secondo i cristiani, in Gesù, secondo i seguaci del New Age people nel dio che è in noi, ma il risultato finale non è poi tanto diverso. La gente “scopre Gesù” un po’ come scopre un nuovo tipo di psicoterapia; e poichè in entrambi i casi la “fede” è fondamentale, ogni eventuale fallimento non dipende dalla qualità del prodotto, ma dalla mancanza di “fede” del consumatore.

Un secondo fattore della Religione Americana è la sua natura imprenditoriale. Ha poco a che vedere con le solenni istituzioni del vecchio mondo, con il loro rassicurante legame con la tradizione, anche se ovviamente esistono chiese posate e “mainstream.” Come nel mondo degli affari, l’imprenditore religioso deve nuotare o affogare. Egli deve creare le emozioni che fanno “stare bene,” deve almeno far credere agli infermi di camminare, altrimenti la sua chiesa – non mantenuta da alcun fondo statale – sarà abbandonata per luoghi più interessanti. La straordinaria volgarità di Jimmy Swaggart o di Jack Van Impe lascia sconvolti i cristiani che appartengono ad altre culture, ma nel suo contesto è necessario. E, purtroppo, funziona.

Un terzo fattore è l’uso politico della Bibbia. In altri paesi, è un luogo comune dire che che gli Stati Uniti sono un “paese nuovo privo di storia.” In realtà la storia c’è, solo che è largamente biblica. Se altrove si guarda indietro verso i Celti e gli Etruschi, gli statunitensi guardano indietro verso gli antichi Israeliti; le guerre di Davide sono anche le loro guerre. E ovviamente la società statunitense è orientata verso il futuro: il “libro” deve parlarne.

Tutti questi fattori – una religione che deve “consegnare le merci,” la facile trasformazione della religione in show business e l’uso della Bibbia come storia – convergono nella grande fantasia della “fine del mondo” del Dispensazionalismo. Quest’ultimo è sostanzialmente un sistema che afferma che Armageddon è dietro l’angolo. Questa nozione implica una promessa assolutamente concreta: il “Regno” sta per venire, sarà un tempo di benessere fisico, in cui i cristiani governeranno sul mondo e gli altri saranno assoggettati a loro. Questo Regno verrà molto presto, un elemento cruciale in ogni consegna. Il Regno però verrà dopo un periodo altamente drammatico, assai più coinvolgente di qualunque film. I buoni alla fine prevarranno, ma solo dopo una guerra totale contro razze intrinsecamente malvage, che per poco non vinceranno.

Tim LaHaye è un noto creazionista, cristiano-sionista e capo politico della Nuova Destra. Attualmente sta per pubblicare il sesto volume di un fiction series apocalittico, intitolato Left Behind. La pubblicità che egli fa a questo volume di prossima uscita, in Pre-Trib Perspectives, luglio 1999, dice tutto. Ecco come egli chiede ai propri lettori di “donargli” $25.00 dollari “o di più” a testa:

La lettera che ho ricevuto la settimana scorsa le supera davvero tutte. Veniva da un giovane condannato a morte in un carcere texano. Dopo il suo arresto, ha accettato Cristo e la sua vita è stata trasformata. Qualcuno gli ha regalato tutta la nostra serie di cinque romanzi, compreso Apollyon, che da tredici settimane si trova sulla lista di bestseller pubblicata dal NY Times best-seller list for thirteen consecutive weeks, immettendo così tutta la serie nel mercato librario “laico.”
Ma quello che mi ha commosso nella lettera di questa prigioniero era il suo commento: “la tua serie per me è diventata come una droga e vorrei leggere il sesto libro, Assassins, solo che vedo non sarà disponibile prima del cinque agosto, mentre io sarò messo a morte il tre. Potrei leggere una copia prima che esca pubblicamente?”

Come potevo dire di no? Per fortuna avevo una copia e gliel’ho mandata il giorno stesso.”

La “buona novella” – i nostri odiatori di Circassi si chiamano infatti “Goodnews” – non consiste solo nella nostra salvezza personale, ma anche nella morte atroce e nell’eterna punizione dei nostri avversari. Ti sembra che faccia caldo qui??? Dio, parlando da un enorme cartellone su un’autostrada della Florida, chiede agli autisti bagnati di sudore, accennando a quanto più caldo sarà l’inferno.

La narrazione di Armageddon parla di tremende guerre etniche, in cui i popoli buoni combatteranno contro i popoli malvagi. Le vaghe nazionalità estinte da secoli di cui parla il libro di Daniele funzionano come una macchia di Rohrschach blot: il fatto che noi identifichiamo ad esempio un determinato popolo con “Tubal” dirà molto di più a proposito della nostra psicologia collettiva che a proposito di quella enigmatica tribù.

La maggior parte dei paesi hanno vicini ostili: russi e polacchi, greci e turchi sono esempi tipici. Ma gli USA non ne hanno. I messicani hanno patito pazientemente sotto il dominio statunitense. Non avendo nemici, gli Stati Uniti sono liberi di crearsene ovunque. Può trattarsi dei russi, dei vietnamiti, dei cubani, dei giapponesi, degli iraniani, dei palestinesi, dei serbi oppure – perchè no – dei circassi, che non sono certamente più improbabili degli altri.

L’identificazione dei Circassi come la razza malvagia sembra una peculiarità della “Goodnews”. Ogni apocalittico ha le proprie teorie, ma tutti identificano interi gruppi umani con varie antipatiche tribù, razze o persino animali che compaiono nella Bibbia chiedendo di essere sterminati per i loro modi malvagi.

La violenza verbale contro simili popoli può raggiungere livelli incredibili. La letteratura dispensazionalista di odio antiarabo non ha nulla da invidiare ai peggiori deliri del Ku Klux Klan. Né dobbiamo pensare che tale odio rimanga solo a livello verbale. L’odio dispensazionalista per la Russia o l’amore per Israele hanno entrambi influito in maniera importante sulla politica estera statunitense.

Tale odio diventa possibile in quanto nessuno di questi nemici è realmente umano. Il nemico compare prima come voce in un’enciclopedia, poi negli articoli di giornale e infine come il bersaglio di un videogioco. Non vediamo nemmeno il proiettile all’uranio impoverito che entra nel bersaglio.

È importante rendersi conto che esiste una stretta associazione tra religione, cultura, stile di vita e sistemi sociali. Anche se in questo articolo analizziamo un caso estremo, si tratta comunque di un caso significativo. Negli ultimi anni, abbiamo visto come la presunta neutralità di un mercato libero e globale abbia cambiato la vita di milioni, o forse di miliardi, di persone. Migliorandola per alcuni, peggiorandola per altri, l’esito finale non è mai facile da determinare. Ma l’assalto del commercio mondiale è stato violento quanto quello di grandi eserciti. Un mercato aperto favorisce sempre i forti contro i deboli: molti decenni fa, gli Stati Uniti e le Filippine pervennero a un accordo che concedeva agli uomini d’affari di entrambi i paesi un accesso illimitato alle risorse naturali dell’altro paese. Il trattato dimenticava di precisare quale delle due parti era in grado di approfittare meglio di tale clausola….

Qualcosa di analogo avviene attualmente nel campo dei sistemi culturali. La nozione di un “libero mercato delle religioni” implica che il nativo analfabeta del Chiapas e il miliardario di Saint Louis, Missouri dovrebbero essere parimenti liberi di diffondere le proprie idee e di convertire altri al loro sistema di credenze.

Non solo il nativo del Chiapas non è in grado di competere con il nativo di Saint Louis; probabilmente non gli interessa nemmeno entrare in concorrenza. Il proselitismo ossessivo va di pari passo con l’economia in incessante espansione che caratterizza il sistema capitalistico. L’Islam crede certamente alla conversione degli altri, ma non esiste nulla di paragonabile al tremendo sforzo missionario, organizzato in maniera industriale, che caratterizza la “Religione americana.”

La “religione” non è un’entità astratta, una libera scelta del nostro tempo libero. Per citare un esempio pittoresco ma significativo – nelle Ande, i convertiti battisti devono indossare lucide scarpe nere e disprezzano i loro cugini cattolici che indossano sandali. I cristiani arabi che si convertono all’evangelismo subiscono una forte pressione per assumere posizioni “profeticamente” filostatunitensi e filoisraeliane, tali da provocare rotture anche drammatiche con la propria famiglia e suscitando ingiuste generalizzazioni anticristiane da parte dei loro vicini musulmani.

Il fondamentalismo apocalittico ha il bisogno strutturale di avere un nemico su cui proiettare il proprio odio; e anche questo, come abbiamo visto nel caso dell’Anticristo Circasso, non è affatto questione politicamente neutra. Gli istigatori di odio sono sempre responsabili, sia che agiscano in nome di una religione o di un’ideologia politica.

Miguel Martinez

4 risposte a L’Anticristo Circasso e l’odio etnico nel fondamentalismo statunitense

  1. Dedalus scrive:

    Cercavo di informarmi sulla storia del popolo circasso, di cui fino a cinque minuti fa ignoravo l’esistenza, e mi imbatto e in questo bel blog e in questa analisi davvero lucida, complimenti!
    Per quanto mi riguarda, però, penso che gli show religiosi americani non siano del tutto assenti nel cristianesimo europeo. La liturgia, la pubblicità del culto, è stata sempre tra i caratteri fondamentali della religione cristiana. Basti pensare al lavoro di un teologo come Peterson sul valore delle acclamazioni. Vorrei ricordare, inoltre, che ogni domenica va in scena una tragedia della metamorfosi dove il pane si trasforma in carne e il vino in sangue.
    L’evangelismo è un altro tratto atavico, che attinge alle radici della religione e purtroppo spesso nella storia è andato di pari con il colonialismo. L’ossessione della conversione per come la vedo io, si potrebbe dire secolarizzata nell’economia di mercato.

    Ma un bell’articolo incentrato sui circassi? Non si trova molto in rete, purtroppo. Ancora complimenti!

  2. daniele scrive:

    Mi sono posto una domanda, sull’Islam. Forse nessuno può rispondermi o forse solo Gesù. Perchè il Corano dice che Gesù di Nazaret non è il messia ma è solo un profeta, ma nell’apocalisse Islamica che scritto che il Messia ” il Mahdi che sarebbe Gesù figlio di Maria” Libererà tutti i popoli dall’Anticristo? Non è una Contradizione. Negare che Gesù non è il Messia e poi Osannarlo perchè è il Messia per gli Islamici?

  3. Conte Circasso scrive:

    salve, sono circasso e vi rispondo a tutte le domande..-)

  4. Marco scrive:

    Ho letto questo articolo due volte e ancora non basta. Io non mi sono mai considerato anti-americano e di conseguenza ho sempre avuto difficoltà a leggere testi anti americani. Più che altro perchè gli autori le sparano talmente grosse e rozze che è veramente impossibile proseguire nella lettura.
    Invece questo articolo riesco a leggerlo benissimo e condivido la parte che analizza la “religione americana” anche solo per il fatto (illuminante più di tantissime letture fatte sulla follia religiosa americana) di aver avuto a che fare per una oretta con un gruppo di cristiani rinati del west che cercavano in tutti i modi di convincermi a rinascere perchè siccome uno di loro, dopo aver tradito la moglie, aveva capito l’errore commesso ed aveva ovviato rinascendo allora io, che secondo loro tradivo certamente mia moglie, dove fare lo stesso e unirmi alla loro congrega.
    Però desidero far sommessamente notare all’autore che se è ben vero che l’imperialismo americamo è vivo e forte e si manifesta in molti modi, ci sono altri “piccoli” imperialismi sparsi per il mondo che aspirano a sostituire gli USA e, forse, a fare pure peggio di loro.
    Saluti.

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