Dopo l’Impero

Rhyd Wildermuth è un blogger molto particolare, e non vi chiedo di seguire tutte le peripezie intellettuali di questo autodefinito “pagan theorist, nomadic anarchist, queer poet, and punk bard” autodidatta che oggi vive in Bretagna.

Però le cose che scrive sono molto chiare e assai più sensate, che so degli editoriali di Repubblica, tanto per dirne una.

Dopo aver parlato tante volte male di Google, vi giro una traduzione Google del suo ultimo articolo: tanto Google sa già che esiste il testo e se lo sarebbe potuto tradurre da solo.

Credo che sia una delle cose più di buon senso che siano state scritte in quest’ultimo anno sulla condizione degli Stati Uniti.

Siccome scrive anche bene, invito gli anglofoni a passare direttamente alla versione inglese.

postato da Rhyd Wildermuth

Questo saggio appare in A Beautiful Resistance: After Empire

Qualche mese fa un amico negli Stati Uniti mi ha raccontato una storia agghiacciante. Suo fratello, una delle persone più pacifiche che abbia mai incontrato in vita mia, si è trovato con una pistola puntata contro di lui dal suo vicino.

La situazione che lo ha portato è stata piuttosto complicata, ma il riassunto della storia è questo: il suo vicino, reagendo con profonda emozione alla notizia di un altro nero ucciso dalla polizia, ha minacciato di uccidere il fratello del mio amico perché gli operai che riparavano il suo tetto avevano lasciato cadere pezzi nel cortile di questo vicino.

Il fratello del mio amico lo ha convinto mentre la pistola carica era puntata contro di lui e ha scelto di non chiamare la polizia perché, come molti sanno, è molto probabile che una chiamata di emergenza sul comportamento minaccioso di una persona di colore porti alla morte di quella persona negli Stati Uniti.

Giorni dopo il vicino si è scusato, affermando che era così arrabbiato per il razzismo negli Stati Uniti che vedeva il fratello del mio amico (un uomo bianco) come un simbolo per tutto ciò che accadeva. Non è morto nessuno, il tetto è stato finalmente riparato e dall’ultima volta ho sentito che stanno meglio, nonostante sia difficile scendere completamente da una situazione in cui una pistola è stata puntata alla testa di qualcuno.

Scenari come questo non sono poi così rari. Ho sentito raccontare altre situazioni, molte con minacce di violenza (sebbene questa sia l’unica relativa alle armi di cui mi è stato detto), ciascuna mediata da conflitti razziali più ampi sui quali le persone coinvolte hanno poca influenza. La paura, l’ansia e la sensazione assoluta che l’Altro rappresenti una minaccia imminente nonostante l’umanità della loro carne e presenza ora governano la maggior parte delle nostre relazioni sociali.

Ecco come ci si sente quando cade l’Impero.

Sebbene tendiamo a concentrarci sugli aspetti di sfruttamento e autoritari dell’Impero, non dovremmo dimenticare che hanno anche un effetto pacificante sui conflitti culturali e sociali. La “Pax Romana” è stata chiamata così proprio per questo motivo: la presenza di un centro eccessivamente potente che governava vasti territori in cui vivevano persone con valori culturali molto diversi ha fatto sì che prevalesse una sorta di “pace”. Le tribù gallica, celtica e germanica che in precedenza avevano intrapreso una sanguinosa guerra contro le invasioni romane furono infine “pacificate”, portate nell’impero romano e sotto il suo dominio culturale. Ciò significava che le guerre si fermarono, almeno mentre l’impero era forte.

Quando quell’impero iniziò a sgretolarsi sotto il suo stesso peso, tuttavia, queste vecchie rabbia riemersero. I coltelli furono affilati, nuovi eserciti sollevati, vecchie lealtà tribali riaffermate e il sogno dell’indipendenza resuscitato. Alla fine l’impero non riuscì più a sostenere la pace con la forza e la sazietà economica, e quando cadde non rimase nulla della sua gloria se non vecchi monumenti e strade troppo cresciute.

Gli Stati Uniti sono stati anche chiamati un impero pacificatore (la Pax Americana ) a causa del loro ruolo egemonico sull’emisfero occidentale dopo la seconda guerra mondiale. Non riconosciuto nell’accettazione di questa idea, tuttavia, è che la Pax Americanaesteso al territorio che ora è gli Stati Uniti prima di quella guerra. La maggior parte conosce i sanguinosi conflitti e le campagne di fame che hanno aiutato il governo degli Stati Uniti a “pacificare” le popolazioni indigene lì, ma come l’Impero Romano non lo ha fatto solo attraverso l’aggressione. Ad esempio, i trattati forgiati e i benefici economici scambiati con alcune tribù (le Cinque Tribù Civilizzate) furono una delle cause principali del fallimento della rivolta di Tecumseh, proprio come i trattati romani e il trattamento preferenziale di alcune tribù galliche lasciarono Vercingetorige con pochi alleati nella sua finale opporsi a Giulio Cesare ad Alesia.

Ora, sebbene l’influenza imperiale degli Stati Uniti diminuisca in tutto il mondo, detiene ancora un’influenza egemonica sul paese che rivendica e sulle persone che ha portato alla sua “pace”. Ancora una volta come Roma, offrire i benefici economici dell’Impero (anche se distribuiti in modo diseguale) ai discendenti di coloro che per primi conquistò ha fatto tanto per mantenere la sua presa sui suoi cittadini quanto la ricchezza romana (distribuita in modo non uniforme). Persino le sottoclassi razzialmente oppresse godono ancora di un certo accesso al dominio americano (petrolio e tecnologia a buon mercato) nonostante siano altrimenti esclusi dal regime dei diritti umani che presumibilmente è garantito dalla truffa dell’Impero. Inoltre, l’esercito americano (forse l’istituzione più eterogenea d’America) segue il modello imperiale romano, arruolando i conquistati per conquistare gli altri.

Una terza – e probabilmente più vitale – pacificazione ora governa il mondo, tuttavia: la Pax Capitalis , o “Pace del Capitale”. Dalla nascita del neoliberismo, il capitale ora funziona come una forza imperiale egemonica, chiaramente visibile nei distretti commerciali di ogni città del mondo. Ovunque è lo stesso, le stesse catene internazionali vestite sottilmente nell’estetica culturale locale proprio come l’ Interpretatio Romana ribattezzò gli dei dei conquistati con il loro “equivalente” imperiale. Usiamo ovunque le stesse app dei social media, acquistiamo cibo prodotto dagli stessi conglomerati internazionali, compriamo vestiti fatti nelle stesse fabbriche e, come i cittadini di Roma, ci saziamo di queste spoglie imperiali come nostro premio di consolazione per aver perso le nostre storie.

Sotto l’appiattimento dell’egemonia monoculturale della Pax Capitalis, quelle storie perdute diventano nuove storie plasmate dall’Impero. Prima dell’egemonia della Pax Capitalis , avevamo almeno identità più storiche ma ancora ideologicamente superficiali: religione, nazionalità, professione, tutte sussunte infine nell’identità monoteista e globale del consumatore. Ciò che significava provenire da una famiglia, da un villaggio o da una tribù sono regni di significato a cui la maggior parte delle persone non può più accedere, e ora che il goloso bottino dell’Impero diminuisce, ci resta da costruire dai detriti della storia: razza, sesso, sessualità: il colore della nostra pelle, cosa facciamo dei nostri genitali e cosa significano o non significano.

L’Impero non può più tenerci insieme, non pacificare più i nostri ricordi o l’odio con narrazioni costruite o giochi di pane e circo. E proprio come il fervore religioso verso il dio cristiano è aumentato negli ultimi anni di Roma, così è cresciuta la fede che ciò che l’Impero ha operato nelle nostre vite potrebbe salvarci mentre cadono le mura. Più tecnologia, più politica, più consumo, più di ogni “verità” che è stato sempre e solo un articolo di fede che abbiamo ripetuto per evitare che l’Impero cadesse – a cui ci aggrappiamo come i grani di preghiera in un terremoto.

In tutto questo, dobbiamo chiederci: cosa viene dopo l’Impero? Se l’Impero ci diceva che eravamo consumatori, cosa saremmo quando non esiste l’Impero? Se l’Impero ci ha detto che siamo in corsa, classificati in base al tipo di amore che influenziamo, determinato dallo stato dei nostri corpi per certi tipi di vite e non da quello di altri, allora che dire di noi quando l’Impero non è più lì per far rispettare queste cose?

È molto probabile, anzi inevitabile, che molti di noi si aggrapperanno a quelle vecchie categorie ancora più duramente. La razza, in particolare, può diventare il credo con il più alto numero di morti, specialmente con l’ascesa delle reazioni fasciste al collasso interno della Pax Americana che ora terrorizza il mondo.

È anche possibile, anche se difficilmente inevitabile, che l’esperienza del fratello del mio amico e del suo vicino possa portare a qualcosa di completamente diverso. I momenti di rabbia e paura, disciplinati in noi attraverso la voce costante dei social media e la propaganda dei politici desiderosi di mantenere il potere, possono ancora continuare a prescindere. Eppure, prima che venga premuto il grilletto, prima che venga chiamata la polizia, prima che ogni situazione diventi irrevocabile, l’umanità potrebbe risorgere, scrollarsi di dosso il folle incantesimo collettivo a cui siamo tutti sottoposti e ricordare che siamo sempre esistiti non a causa dell’Impero, ma nonostante esso.

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21 risposte a Dopo l’Impero

  1. Il problema è che sono decenni che si legge o si vaticina di declino dell’impero, e l’impero non si è ancora deciso né a declinare, né a cadere, né a sfaldarsi.
    I suoi abitanti dànno ogni giorno prova di maggiore stoltezza, di maggiore ottusità, di maggiore incompetenza, ma non si ha affatto l’impressione che questo contribuisca a indebolire in maniera sostanziale l’apparato produttivo e bellico.
    Anzi, sempre nuove attestazioni di stoltezza, ottusità e incompetenza vengono imposte anche ai contesti sociali più seri e meditativi in forza di un dominio culturale ancora in piedi.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per INSCO

      “Il problema è che sono decenni che si legge o si vaticina di declino dell’impero, e l’impero non si è ancora deciso né a declinare, né a cadere, né a sfaldarsi.”

      Io un po’ sono americano.

      E mi ritrovo in pieno nell’immaginario che l’autore descrive: un Impero Buono, con un Grande Futuro Davanti, che Include Tutti e Salva pure il Mondo, visto che c’è.

      Ora, questo impero immaginario è finito. L’America non credo più a se stessa: o si odia, o si spera che Trump faccia “America great AGAIN”, perché ora sanno che non è great.

      Gli sono rimaste le bombe atomiche capaci di distruggere molte volte il pianeta e tutto il resto.

      E giustamente, preoccupano ancora più adesso che prima.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Gli americani sono da sempre ossessionati dalla prospettiva di un declino del proprio impero.

  2. Moi scrive:

    Prima dell’ Impero, però, bisogna che cada il Capitalismo … 😉

  3. Moi scrive:

    Super Trashata sul Covid addiruttura superiore al film di Vanzina :

    Kissing the Coronavirus: il romanzo a tema COVID spopola sul web

    https://www.commentimemorabili.it/kissing-the-coronavirus-romanzo/?refresh_ce

    In “Kissing the Coronavirus“, l’autore M.J. Edwards scrive di una dottoressa che lavora su un vaccino per il COVID-19

    Quando un vaccino di prova viene iniettato in un collega scienziato, questi si trasforma in un COVID-19 di forma umana

    La dottoressa, che aveva già “provato un brivido di eccitazione” quando ha tenuto in mano una provetta con il virus, si innamora di lui

  4. Francesco scrive:

    Troppo americano per avere senso o essere utile. Basta pensare all’ossessione per la razza, che è un tratto di provincialismo statunitense.

    Com’è che nessuno legge quello che dicono i cinesi per capire cosa verrà dopo l’Inpero americano? non è che ci voglia un genio per capire che se cadono gli Yankess toccherà a loro.

    Ah, anche a questo giro ho trovato un valido motivo per tifare per l’Uomo Nero. Si chiama Kamala Harris (anche se pure il ‘cattolico’ Biden non è male).

    • roberto scrive:

      E che male ti ha fatto Kamala?
      Ok non è cattolica, ma nemmeno Trump mi sembra un esempio di virtù cattoliche

      • Francesco scrive:

        il problema non è che non sia cattolica (solo Biden dice di esserlo, peraltro mentendo)

        è che punta a rendere impossibile la vita a chi è religioso (e sono fiero che i cattolici siano in prima linea tra i suoi bersagli)

        quello che stanno dicendo su Amy Barrett per me è sufficiente ma c’è tutta la vita della Harris a renderlo chiaro

        per MM, ossessionato dal male che il genere umano sta facendo a Gaia, capisco che certe differenze siano irrilevanti (pare che la Harris abbia promesso di non toccare il fracking, nel dibattito con Pence) ma per me sono decisamente le cose più importanti

        • roberto scrive:

          “è che punta a rendere impossibile la vita a chi è religioso ”

          tipo?
          rendere la vita più facile a chi non è religioso non mi sembra rendere difficile la vita a chi è religioso, quindi in cosa vuole rendere la vita difficile ai religiosi?

          • Francesco scrive:

            sbattere in galera chi osasse parlare male dell’omosessualità o non usare gli opportuni pronomi personali o esprimere un giudizio negativo sull’aborto o leggere San Paolo?

            perseguitare le suore che pretendono di non pagare l’aborto alle loro collaboratrici con la scusa che loro sono cattoliche?

            rigettare la nomina della Barrett solo perchè è cattolica, nonostante il suo CV?

            discriminare i cristiani nelle università rispetto alle wiccane e agli acluisti?

            • roberto scrive:

              perdonami francesco,

              non voglio farti fare una fatica eccessiva, ma per convincermi devi fare un po’ più di sforzo.

              a parte la nomina di barrett per la quale #forse# hai ragione (e dico forse perché secondo me semplicemente non la vuole perché è repubblicana), tutto il resto mi sembra un po’ forzato.

              veramente vuole mandare in prigione la gente perché sbaglia pronomi?
              e la storia delle suore?
              e in che modo vuole discriminare i cristiani nelle università?

              • Francesco scrive:

                dovresti leggere di più caro mio

                le Suore sono in causa perchè rifiutano di pagare come “spese mediche” l’aborto alle loro dipendenti

                la gente che sbaglia i pronomi è omotransfobica e perde il posto, per ora. domani chissà, visto l’andazzo

                e i cristiani sono l’unico gruppo che le università discriminano apertamente, dalla concessione delle aule alle fiere di presentazione dei club universitari ai giornali

                che poi gli fanno causa e a volte fanno un sacco di soldi!

                😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                Sulla questione chiese e diritto, un caso interessante:

                https://www.adflegal.org/protect-churches/donate?sourcecode=10013403&id=2

                Nel Nevada, dopo il lockdown aprono i casinò (e anche i casini, forse), ma non le chiese.

                Io non credo che sia una deliberata “persecuzione dei cristiani”, ma probabilmente l’insieme dell’apparato legale, specie negli USA, tende a favorire le attività a scopo di lucro e la proprietà privata a discapito di qualunque forma di vita comunitaria.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “Ah, anche a questo giro ho trovato un valido motivo per tifare per l’Uomo Nero. Si chiama Kamala Harris”

      Uomo nero contro donna nera 🙂

      Che poi americano uguale discendente di schiavi, nato negli Stati Uniti.

      Kamala Harris uguale figlia di giamaicano di pelle nera (peraltro un antenato era proprietario di schiavi) e di madre indiana.

      • Francesco scrive:

        infatti, è una negra non negra

        almeno questo è divertente

        ma è l’incarnazione del male ai miei occhi, per moltissimi aspetti “culturali” decisivi

  5. daouda scrive:

    a) io a me stesso ho raccontato che me se stanno ad inculà da sempre col mio consenso, ed è agghiacciante.
    Ad ogni modo la tristezza è non avere una bomba a mano, ad esser sinceri.

    b) il problema è che il vicino è ancora vivo. Ma l’attaccamento alla vita è troppo forte, superstizione dura a morire, giust’appunto.

    c) lieto del fatto che si ritenga sbagliato e verognoso chiamare le guardie, si nota come la strategia propagandistica accosti in segno opposto ,rendendoli quindi paralleli, due giudizi che dunque sono riassorbiti generando l’impasse antropologico.
    Complimenti

    d) stanno meglio : sono vicini di casa…in fondo siamo human…Tralasciando ancora la superstizione della vita e tenendo a mente che scopo della narrazione è ricordare che il tetto è stato riparato per via di questo fatto, che il tempo appiana tutto, focalizziamoci sul chiedere scusa.
    Il nekro questa volta è lo schiavo, perché devi ricordarti di dire SCUSA ed hai imparato una nuova lezione.

    e) quando l’impero si creava stiamo tranquilli, è un peccato che “crolli” ( auto-smantellazione che cazzo, siete tutti ritardati ).

    f) non mi meraviglio si citino i romani avendo i fasci littori sulle monete ed altrove. Il miscuglio è troppo complicato ed ardito solo per poter dar retta ad una castroneria del genere che passa addirittura come accostamento legittimo quando è tecnicamente impossibile ed a ben vedere per certi aspetti del tutto contraria il che , nonostante indubbie similitudini , smonta la tesi sottesa a prescindere rendendo la pappardella quel che è: comicità.

    g) è straordinario come si possa parlare dell’astrazione autoritarista nei millenni e poi quando la si contestualizza ( sempre alla cazzo di cane , ma non è questo l’importante ) il parametro diventino i secoli.
    Alla grande! Ma non dubito che verrà usata la teoria della relatività per esplicare che il processo accelerativo evoluzionario è possa permettere ciò , ovviamente non avendo colto il punto della critica, sempre che ciò sia possibile, sempre che ciò lo si sia in grado di maneggiare…butta llà butta llà, sti cazzi!

    h) altro elemento: germanico. Ora non voglio toccare il nervo scoperto del nordicismo tant’è che gli dispiacerebbe vedere gli alpini come alpinidi…Sfugge evidentemente che la guerra è RIALLOCATIVA per definizione.In questo senso è triste vedere come il presupposto filantropismo sia un mero “star tranquilli” ( ma lo si era capito dall’inizio in realtà ).

    i) il fine de sta pappardella è farci capire che gli USA non stanno venendo demoliti dalla propria elite stessa. Se questo non è chiaro siete dei ritardati.

    l) la parte analogica nell’esempio storico, Puntuale come sempre

    m) Cioè : nonostante tutto lo stato statunitense è lo stato statunitete quindi è egemone negli stati uniti. Beh non fa una piega, come Roma of course d’altronde…

    n) aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa il neo libersmo ahahaha. Vabbè diamolo per buono anche se è robba da ritardati , da buoni post-marxisti spostano il piano dai blocchi all’impersonale.
    Tralasciando la propedeuticità di tale approccio, su cui sarebbe vano esprimersi, e tralasciando che Roma non era transnazionale ed a-locale ed a-periodistica, però cazzo era imperiale, dunque un impero c’è cazzo ma no è il Cabitale, quindi siamo tutti uniformi bla bla bla con tale consolamentum che, a rigore, non c’è mica tanto in Calabria per dire, od in certe periferie.
    Quindi vaffanculo.

    o) Ora che come al solito I SOVVERSIVI DEMONICI cerchino di sussumere il passato che hanno sempre disprezzato , ciò non piega il cuore al dolore, ma che si parli di mono-culturalità è perlomeno idiota vista la bis-culturalità indotta del sistema tutto , corrispondente alla pervasività dialettica che esso genera per autoalimentarsi il che dimostra, se serviva ancora, che non si comprende un cazzo del potere in questione e che per derivazione automatica lo si sta aiutando, rientrando nella sua auto-mozione.
    Cosicché quel che esso ha sempre fatto lo si vede solo adesso, quel che esso si crede abbia distorto è esso stesso che lo ha creato. Per mistificarsi si può recuperare il disprezzato da puri, perché da puri si può reinterpretare tutto tant’è che l’impero non può più, ma una volta si, ed era sbagliato lo stesso!

    p) beh se dall’esterno arrivò il cristianesimo , bene o male, mentre ora è l’impero stesso che si dà sé ( ovviamente perché il Capitale è sopra l’impero che alle volte sono gli usa alle volte no ) lo studio di ciò che aumentrebbe a pseudo slavazione è ipso stesso. Analogia impropria.

    q) è triste leggere queste domande alla fine invece che all’inizio ma oltre ciò è quantomeno comico che un cojone patentato se lo chieda il che ci porta a capire che la cojonaggine surclassi se stessa.

    Ah ok la razza. Vabbe basta. Viva il sol dell’avvenire. Duce. Ve piace proprio esse frogi

  6. Francesco scrive:

    IT

    domanda per storici: di solito dopo un Impero viene … un altro Impero giusto? magari un sanguinoso periodo di transizione in mezzo ma alla fine morto un impero se ne fa un altro

    quindi non capisco la domanda

    fine IT

  7. Harmachis scrive:

    Google ha tradotto “racially oppressed underclasses” con “sottoclassi razziste” che stravolge abbastanza il significato.

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