“Questo è di alluminio, e se uno lavora male si rovina”

Questo video (dove alla fine compare anche il nostro giardino) l’ha realizzato un nostro amico, nel contesto di un’iniziativa che all’inizio suscitava un po’ di diffidenza: si chiama Creative Mornings, e più cercavano di spiegarmela, meno ci capivo.

Una roba tra video, creativi, youtube e colazioni, con sponsor che non mi stavano nemmeno troppo simpatici.

Poi hanno fatta una Creative Morning, al nostro giardino, ed è stata una cosa bella, innanzitutto perché per qualche motivo, mentre nel resto della città si soffoca, da noi c’è sempre un vento fresco che smuove le foglie, e alle nove di mattina facciamo pure colazione insieme.

E poi perché c’erano Sandra e Stefano che spiegavano come erano diventato ceramisti, apprendendo l’arte dal figlio di Carlo-Matteo Girard cui la Croce Rossa Americana aveva affidato, quasi un secolo fa, il destino del nostro giardino. Che poi ci sta tutto, perché Firenze è la storia di popolani e di signori a stretto contatto di gomito, mediata dalla capacità di creare con le mani, e con qualche anglosassone che capisce che in questo luogo così urbano, si nasconde l’antidoto a tutta la modernità.

E infatti mi ha commosso vedere nel pubblico, una ragazza americana che  ha scelto di diventare ceramista a Firenze, e che è riuscita a conquistare un accento italiano quasi impeccabile, e non sbaglia mai i congiuntivi.

Il video spiega una parte della nostra realtà, quella di gente creativa, che esiste davvero.

Questa realtà attira e affascina; e cento persone creative possono venire divorate in un istante da cento milioni di affamati di creatività. Qui sta tutta la nostra fragilità.

E poi, c’è l’elemento tragico: che i creativi al mondo oggi fanno cose inutili; le cose utili le fanno invece mostruose fabbriche che scaricano sul pianeta e sui nostri figli, la clamorosa differenza di prezzo.

“Un piatto a 50 centesimi più un tumore a tua figlia tra vent’anni, o un piatto a dieci euro? Scegliete voi!”

A questo punto, vi invito a dare un’occhiata al video.

Se vi piace, andate sul sito Economia Circolare e date il vostro voto favorevole. A essere chiari, l’autore non se la passa troppo bene di questi tempi, e c’è un piccolo premio in soldi.

Per me, se lo merita, decidete voi.

Ricordando che ogni quartiere del mondo potrebbe essere altrettanto unico.

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222 risposte a “Questo è di alluminio, e se uno lavora male si rovina”

  1. Francesco scrive:

    Miguel

    io li ho votati, che il biciclettaio e quello del cuoio m’hanno fatto impressione! quello delle scarpe meno perchè n’avrei bisogno ma non c’ho soldi a sufficienza. E mi tengo i diti dei piedi storti e inizio a zoppicare.

    Solo non mi illuderei sul contributo anti-cancro di millemila botteghe in mille quartieri: chiedi a un ingegnere ma sospetto che la fabbricona sia molto più salubre – e NON chiedere a un architetto, porca puzzola, cosa ne sanno quelli? sono come i sociologi

    Un abbraccio

  2. Carlo scrive:

    Scusa Miguel se ti faccio questa domanda ma, non avendoti mai incontrato di persona, vorrei chiederti: l’uomo che illustra il Giardino dell’Ardiglione a partire da 8:50 a 9:09 sei tu?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Carlo

      ” l’uomo che illustra il Giardino dell’Ardiglione a partire da 8:50 a 9:09 sei tu?”

      🙂

      Veramente quello che conclude il video è Sincero (di nome), muratore in pensione, che senza chiedere un soldo a nessuno, tutto solo pulisce da cima a fondo il giardino, coltiva un grande orto, e racconta di come crescan belli i pomodori e le zucche dietro il Carmine, perché lì s’è pregato tanto, e lui che vorrebbe bestemmiare, non lo può fare più.

      Sincero ha una figlia, che ha tre figlioli, di cui l’ultimo sta sempre alla tetta; e Sincero ha ancora una mamma che cammina tutta dritta, nata nove decenni fa sugli Appennini, che sa che il figliolo è un po’ strano, ma ammira anche lei come lui lavora e fa crescere le piante.

      Ecco perché amiamo l’Italia.

      • Carlo scrive:

        Ho scritto male, volevo dire da 8:50 fino a 9:09. Grazie anche per le informazioni su Sincero, comunque, visto che leggo le cose che scrivi ormai da 7 anni, volevo dirti che mi ha fatto piacere sentire finalmente la tua voce.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Carlo

          “comunque, visto che leggo le cose che scrivi ormai da 7 anni, volevo dirti che mi ha fatto piacere sentire finalmente la tua voce.”

          Ma perché non ci sentiamo dal vivo?

          Posso mandarti una mail all’indirizzo email che vedo solo io?

  3. mirkhond scrive:

    Si, è Miguel.

  4. PinoMamet scrive:

    Ho votato 😉

  5. Francesco scrive:

    OT

    https://www.maurizioblondet.it/bisogna-scoraggiare-gli-africani-a-emigrare-ecco-perche/

    scusate ma io a leggere questa roba mi sono rovinato lo stomaco. malafede o fanatismo? follia? è possibile che siamo ridotti così, qui in Occidente?

    🙁

    • habsburgicus scrive:

      @Francesco
      onestamente non ti capisco 😀
      a me pare che quanto ha scritto sia auto-evidente, la pura verità, cui si potrebbe arrivare con un minimo di deduzione….e io non sono neppure africanista 😀
      mi pare chiaro che ad emigrare non sono i veri poveri, gli “ultimi” (come si diceva nel mondo cattolico illis temporibus) bensì persone che, tutto sommato e tenendo conto del contesto, stanno pure bene..e che maneggiano tanti di ‘sti soldi, per “pagare” (o così dicono) passatori e scafisti vari, che molti italiani non vedono !
      poi liberi di credere alle favole

      • habsburgicus scrive:

        P.S
        a meno che tu volessi criticare l’Occidente folle di oggi
        in tal caso, nulla da dire
        dal tuo intervento non è chiarissimo

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Habs

        “mi pare chiaro che ad emigrare non sono i veri poveri, gli “ultimi” (come si diceva nel mondo cattolico illis temporibus) bensì persone che, tutto sommato e tenendo conto del contesto, stanno pure bene.”

        Credo che ne abbiamo già parlato.

        Almeno in base alla mia esperienza, l’elemento decisivo nelle migrazioni è il fatto che l’aspirante emigrante ha studiato.

        Un paese allo stremo prepara milioni di bambini, di adolescenti e di adulti, a spese proprie, perché arrivino a una conclusione molto semplice: la mia vita è breve, non posso bruciarla in questo angolo disastrato del mondo, parlo due, tre, quattro lingue, l’unico posto in cui posso aspirare a un minimo di sopravvivenza, all’assistenza medica, alla pensione, è l’Europa.

        Esiste un’alta possibilità di morire nel tentativo, ma se ci riesco…

        Pochi parlano dei costi delle migrazioni per i paesi da cui si emigra!

        • habsburgicus scrive:

          @Miguel
          si, é così
          penso che la causa prima sia l’istruzione
          che in sé è bene…ma a questo punto bisognerebbe chiedersi, spassionatamente, se non sia invece fondata l’analisi peuceziana che vede nell’istruzione diffusa qualcosa di sostanzialmente negativo

      • Francesco scrive:

        Hasburgicus,

        ci sono vari tipi di bugie e l’articolo li illustra tutti, con dovizia di esempi e senza ritegno alcuno. Se vuoi possiamo fare un’analisi riga per riga ma … la vita è breve, non credi?

        Mi pare chiaro che a emigrare non possano essere quelli che non hanno neppure le “cento lire che in America voglio andare” – cazzo, c’è bisogno di dirlo? – ma che se uno decide di emigrare IN QUEL MODO vuole dire che sta male parecchio al suo paese. Quelli che stanno bene nel Terzo Mondo, ci restano e anche volentieri. Perchè venire qui a fare la vita dei negri, oltre che la fame?

        Inoltre, in quei mondi, nessuno è solo: che parte è sovvenzionato dalla famiglia/gruppo/clan, chiamalo come vuoi.

        Ciao

  6. Carlo scrive:

    Anna Bono (la docente di africanistica) nel 2001 era stata tra i firmatari del “manifesto dei cristianisti” di cui parlava Miguel in un articolo sul vecchio sito, sempre nello stesso articolo di Miguel si spiegava anche che la signora Bono era una delle principali ispiratrici del sito ultra-sionista Italian Honest Reporting: curioso come l’ostilità verso gli immigrati riesca ad avvicinare persino un antisemita (Blondet) e una “pasdaran” del sionismo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Carlo

      “curioso come l’ostilità verso gli immigrati riesca ad avvicinare persino un antisemita (Blondet) e una “pasdaran” del sionismo.”

      Io critico Anna Bono per un discorso preciso che fa: l’accusa agli africani di essere rimasti al palo, perché non si sono abbastanza “occidentalizzati”. E che spiega anche la sua simpatia per “Israele, avamposto dell’Occidente in terra arcaica”.

      Ma nel brano citato qui, veramente, trovo che le sue analisi sono ovvie. Non capisco come non si possano condividere.

      Poi lei ne trae alcune conclusioni pratiche, su cui si può discutere.

      • Moi scrive:

        A me pare che Anna Bono parli dei “Negri” 😉 un po’ come Luciano De Crescenzo degli altri (!) Napoletani ! … Specie in termini di “Meglio un’ Oziosa Povertà che un Laborioso Benessere” ! 😉

      • Roberto scrive:

        Miguel,
        Io vedo una contraddizione enorme fra quello che tu sostieni (emigrano quelli che hanno studiato, parlano 4 lingue, sanno tutto di noi) e quello che dice sta tizia “L’idea diffusa in Africa è che basta arrivare in Europa per godere del benessere, senza considerare però che dietro la ricchezza prodotta ci sono dei sacrifici”.”
        Come fai ad essere d’accordo con lei?

  7. mirkhond scrive:

    “mi pare chiaro che ad emigrare non sono i veri poveri, gli “ultimi” (come si diceva nel mondo cattolico illis temporibus) bensì persone che, tutto sommato e tenendo conto del contesto, stanno pure bene..e che maneggiano tanti di ‘sti soldi, per “pagare” (o così dicono) passatori e scafisti vari, che molti italiani non vedono !”

    Se stanno così bene, perché emigrano?

    • PinoMamet scrive:

      OMDAM(irkhond)

    • PinoMamet scrive:

      In ogni caso se, come dice l’articolo, a emigrare per l’80% sono maschi soli, vuol dire che l”80% saranno anche quelli che tornano in Africa 😉

      (dai, famo il 70, tra ricongiungimenti e qualche storia d’amore qua).

    • Moi scrive:

      Il Ministro Salvini metta a Verbale “U’ài-Fài e Figa Bianca” [sic] con Bello Figo Gu SottoSegretario ! 😉

    • habsburgicus scrive:

      perché vorranno stare meglio 😀
      e l’Europa, in primis l’Italia può apparire il paese di Bengodi, vero Moi ? 😀

    • Peucezio scrive:

      Per il sogno occidentale.
      Sono come quelle ragazze di provincia degli anni ’50 che sognavano Roma e Cinecittà. E pensavano di morire se non ci fossero andate.
      Mirkhond,
      dovrebbero farti schifo, perché hanno un sistema di valori e dei modelli diametralmente opposti al tuo.

      Ce tu uè fadegà,
      Amèreche iè ddò e Amèreche iè ddà.

      • mirkhond scrive:

        “Mirkhond,
        dovrebbero farti schifo, perché hanno un sistema di valori e dei modelli diametralmente opposti al tuo.”

        Non mi riferivo a questo, su cui concordo con te, ma sulle motivazioni dell’emigrazione.
        Se si sta bene a casa propria, non si va in giro per il mondo affrontando mille ostilità.
        Com’è successo ai tanti nostri emigranti.

        • mirkhond scrive:

          “Ce tu uè fadegà,
          Amèreche iè ddò e Amèreche iè ddà.”

          Peccato che non la pensassero così circa 25.000.000 di nostri emigranti, che hanno lasciato una patria in cui evidentemente la fatica era improduttiva.

          • Peucezio scrive:

            Depauperando il sud Italia e contribuendo in misura decisiva al sduo sottosviluppo, con conseguenze che durano ancora oggi.
            Si sono arricchiti prima gli USA e poi il nord, soprattutto la Fiat e in generale la grande industria del triangolo industriale, a totale discapito del sud. E si è anche distrutto quel settentrione agricolo, ancora con una sua fisionomia culturale e antropologica, che tu giustamente apprezzi in film come l’Albero degli zoccoli.

            • Francesco scrive:

              Eh no, non si può proprio dirlo!

              Il Sud non è mai stato “povero” dal punto di vista demografico, quindi non è l’emigrazione che lo ha danneggiato. Anzi, tra rimesse e ritorno di persone più formate e più ricche, è stato molto arricchito.

              Ho molti dubbi che si possano individuare esempi di progresso del Nord pagato dal Sud e sono certo che non è stata quello il meccanismo di fondo (sono state le esportazioni)

              • Peucezio scrive:

                Beh, ma la popolazione non è tutta uguale: se porti via la parte attiva, i giovani maschi, e lasci i vecchi, le donne e i bambini, capirai che progresso…

              • Francesco scrive:

                Peucezio

                se “porti via” i terzi quarti e quinti figli, e le rispettive famiglie poverissime, per quelli che restano le condizioni dovrebbero essere migliori!

                Potremmo provare a capire se sono partiti quelli con le migliori qualità personali (“i milanesi”) e sono rimasti quelli con meno voglia di darsi da fare (“gli elettori di De Mita”) ma mi pare una tesi “ad mentulam canis”.

                Esclusa questa, restano le qualità delle elites meridionali.

                Ciao

        • Peucezio scrive:

          Mirkhond,
          “Se si sta bene a casa propria, non si va in giro per il mondo affrontando mille ostilità.
          Com’è successo ai tanti nostri emigranti.”

          Guarda che non è così.
          C’è chi si sposta per il pane e chi per inseguire un mito. E, in generale, si sposta di più chi ha la pancia piena, perché sviluppa una serie di curiosità, vive più slegato dalle necessità di sussistenza elementare e quindi vuole continui stimoli sempre nuovi, rispetto a chi ha la pancia vuota, al quale, se poco poco dai il minimo, è ben contento di restarsene a casa tranquillo a crescersi i figli.
          Poi c’è quello che ha la pancia talmente vuota, che non può nemmeno concepire di spostarsi, benché muoia di fame, perché i mezzi per spostarsi li vede col binocolo, come se a noi ci dicessero che dobbiamo tirare fuori 500.000 euro per andare da qualche parte.

          • Francesco scrive:

            >> in generale, si sposta di più chi ha la pancia piena

            affermazione che devi sostenere con statistiche adeguate, sennò mi tocca bocciarti! il costo di emigrare è altissimo (economico e affettivo), le motivazioni devono essere adeguate

            • Peucezio scrive:

              Beh, insomma, il principio che i viaggi costano e che quindi li fa chi può pagarli è banale, non c’è bisogno di statistiche.

              • PinoMamet scrive:

                Eh no, mi sembra un po’ troppo semplice, Peucè.

                I viaggi costano quanto ?
                in che condizioni si svolgono? a chi ci si rivolge? Qual è il costo della vita nella località di partenza? quant’è il salario minimo (e: c’è un salario minimo?) nella località di partenza? Quali altre fonti di reddito ci sono, e chi vi accede?
                ecc. ecc.

                Mi sembrano domande tutt’altro che banali, e basta variare uno di questi fattori per mutare completamente prospettiva.

                Per esempio, non mi pare affatto che dalla Romania e dal Senegal emigri lo stesso tipo di persone…

              • Peucezio scrive:

                D’accordo, poi si può articolare e raffinare il discorso.
                Ma resta il fatto che le società di sussistenza sono società anche con scarsa mobilità.
                Anche perché la facilità di movimento è legata al progresso tecnologico, che va di pari passo con la crescita economica e con la diffusione della ricchezza.
                Insomma, la mia bisnonna si è mossa relativamente poco, io ho ricostruito il suo albero genealogico e tutti i suoi antenati, dalla prima metà del ‘700, sono nati nello stesso paese, cioè lei non aveva mezzo ascendente di altra provenienza. Ed erano contadini, artigiani, ecc. I nobili e i signori sicuramente si muovevano di più.
                Ti immagini oggi situazioni di questo tipo?

              • PinoMamet scrive:

                “Insomma, la mia bisnonna si è mossa relativamente poco…”

                Vabbè Peucè, dai, ma mo’ non è che tua bisnonna deve essere poi il modello eterno di tutto il mondo…

              • Peucezio scrive:

                Già, le altre bisnonne andavano a fare il master a New York…
                Dai, conosci l’Italia rurale anche più di me!

              • Francesco scrive:

                Peucezio

                basta non confondere il costo per uno di noi (quanti soldi? devo prendere ferie? non è che devo cambiare la lavastoviglie?) con il costo per loro

                Poi tieni conto che una volta “tutto il mondo era paese” e a muoversi non c’era da stare meglio, a meno che da me non fosse successa una tragedia epocale (o che mi invitasse il Granduca di Vaffanculistan, che voleva popolare un suo possedimento)

                Oggi c’è una parte del mondo dove la speranza è MOLTO maggiore che altrove

        • Peucezio scrive:

          Il guaio è che la capacità del modello consumista occidentale di creare bisogni indotti e fittizi ha una forza spaventosa. D’altronde è concepito proprio per stravolgere tutti gli equilibri locali e creare un’umanità di insoddisfatti sempre alla ricerca di nuovi finti stimoli da consumare.
          E’ tale la sua forza attrattiva che la gente si venderebbe il deretano, magari un rene, ucciderebbe sua madre e chissà cos’altro pur di andare in America o comunque nell’Occidente scintillante e sfavillante.

  8. Francesco scrive:

    ma scusate voi avete veramente rimosso al 100% la memoria dell’emigrazione italiana oltre gli oceani, vista da chi tra noi italiani emigrava? memoria che chiaramente ci hanno tramandato i fratelli e sorelle che NON sono emigrati, aka i nostri nonni

    sento discorsi totalmente astratti, disincarnati, teorici (prima ancora che falsi)

    • PinoMamet scrive:

      Non da me.
      Anche perché i parenti emigrati me li ricordo ancora…

      • Francesco scrive:

        sì, chiedo scusa per essere stato generico mentre qui sul blog ci conosciamo

        l’immigrazione è forse l’unica battaglia di sinistra in cui mi ritrovo, salve le geremiadi catto-comunisto-latinamericane su “è colpa vostra schifosi sfruttatori”

    • paniscus scrive:

      Francesco:

      ma scusate voi avete veramente rimosso al 100% la memoria dell’emigrazione italiana oltre gli oceani,
      —————————–

      Credo che alla base della rimozione ci sia la scusa (riportata come un mantra, ma mai nessuno che andasse a controllare quanto sia vera) secondo cui sarebbe tutto diverso,

      a) perché i nostri nonni e bisnonni e prozii “andavano all’estero per lavorare onestamente” (al contrario di questi qua che vogliono solo farsi mantenere a sbafo, intascando 35 euro al giorno senza fare niente, protestando perché non gli danno la wi-fi gratis, e per di più molestando le nostre ragazze) ,

      b) perché i nostri nonni e bisnonni e prozii “andavano in paesi dove erano richiesti e dove c’era tanto posto per loro” (al contrario di questi qua che ci vogliono solo invadere, senza che a noi servano e senza che li abbia cercati nessuno”).

      c) perché i nostri nonni e bisnonni e prozii “andavano in paesi dove sapevano di essere costretti a rispettare la legge e dove li facevano rigare dritti” (al contrario di questi qua che arrivano apposta perché sanno di poter fare quello che gli pare senza rischiare niente”.

      Perr rendersi conto se sia vero o no, consiglio il sempreverde saggio “L’orda”, di Gian Antonio Stella (è un po’ datato, del 2002, ma credo che abbia avuto più edizioni successive aggiornate, più il relativo sito ancora attivo: http://www.orda.it )

      • Francesco scrive:

        cara Prof

        non solo sono totalmente d’accordo con lei (siamo una patria ingrata che ha rimosso uomini del calibro dei fratelli Capone!) ma le chiedo: ci credono davvero a quella scusa?

        o fanno finta?

        grazie

  9. habsburgicus scrive:

    @Francesco
    era diverso
    fra l’altro, perché noi eravamo RICHIESTI
    eh sì, in Argentina (fine Ottocento), USA (stessa epoca), Europa (inclusa Germania anni ’50 e proto ’60) e Australia (anni ’50) noi italiani eravamo INVITATI ad emigrare…magari c’era qualcuno (specialmente negli USA) che non ci amava a dire il meno (linciaggi di New Orleans…ma negli stessi anni anche eccidi di Aigues Mortes in Gallia) ma ufficialmente eravamo ben visti e “corteggiati” [senza giungere alla situazione di oggi, eh…basta che tu sia “migrante” e ti si spalancano tutti i media, tutte le porte ecc 😀 sei “figo” per definizione, almeno secondo la sx, l’unica che conti giacché è stata sì abbandonata dal popolo, é sì disprezzata da chiunque comprese ormai le roccaforti emiliane e toscane 😀 ma nondimeno controlla tutta i media, “impone” il discorso “culturale” e forma dovunque l’élite..per dire, dappertutto, se stai bene e puoi goderti la vita, sei di sinistra 😀 oggi é così :D]
    in alcuni casi INSISTEVANO perché arrivassero gli italiani !
    pure i cechi volevano i nostri italiani, nel 1947-1948 e De Gasperi stava concludendo il tutto..poi ci fu la marxistizzazione (feb 1948) e la povera Cechia, in una con la “cugina” Slovacchia si beccò le delizie del marxismo realizzato 😀 😀 😀
    noti la differenza rispetto all’oggi ? 😀

    • habsburgicus scrive:

      quando la nostra emigrazione e questa vera e propria invasione sono imparagonabili
      che le confonda un “sinistro” ci sta, che lo faccia tu mi stupisce 😀

      • Z. scrive:

        Beh, veramente sono decenni che sento dire che a NY ci sono più italiani che a Napoli.

        Invasione? In Libano, forse, ma in Italia?

      • Francesco scrive:

        Hasburgicus

        eppure mi sembra che Boeri, con un banale ragionamento, faccia esattamente quello: rileva che gli immigrati CI SERVONO e quindi vanno fatti venire. Una volta gli italiani servivano a popolare terre con poche persone e poco capitale umano (o pochi disperati che volevano fare i minatori). Oggi gli immigrati servono a popolare paesini di montagna disabitati, posti di lavoro in fabbrica e nei campi, che vanno da raccoglitore di pomodori “a frustate” al tornitore a CNC o saldatore, operai specializzati. E a pagare le pensioni, che senza contributi di nuovi lavoratori chi le paga? i nostri NEET che piuttosto che cercarsi un lavoro si fanno mantenere dai genitori a vita?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “Oggi gli immigrati servono a popolare paesini di montagna disabitati, ”

          Mi affascina questa logica: “ho bisogno di ripopolare Montecucco di Sopra, quindi importo negri”.

          Ora i negri in questione sono in grande maggioranza giovani, maschi, svegli, coraggiosi, che intendono ritagliarsi una vera vita, costi quel che costi, che parlano almeno tre lingue e anche quando hanno fatto solo la terza media, l’hanno fatta con una grinta inimmaginabile in Italia.

          E giustamente la maggior parte di loro non vorrebbe affatto fermarsi in Italia, e nemmeno in Francia: vogliono arrivare in Inghilterra e in Germania. E nello spirito che hanno imparato da Facebook – grandi metropoli, divertimenti, servizi, vita.

          Un po’ come la falsa questione dei “paesi dell’Est che non vogliono accogliere”: sono Germania e Inghilterra che non vogliono accogliere, e vorrebbero sbattere gli immigrati nella profonda Polonia.

          Poi è vero che per un po’ molti di loro possono sopportare di farsi frustare mentre raccolgono pomodori, ma non ne saranno certamente contenti, e soprattutto i loro figli saranno arrabbiati neri.

          Ovviamente, parlo in linea di massima, gli infiniti singoli casi sono molto complessi.

          • Francesco scrive:

            a me pare che non ci siano solo questi vomitevoli personaggi del tutto occidentalizzati, che anzi questa idea ti renda molto salviniano in ogni possibile senso negativo del termine

            ma che invece molti immigrati cerchino una vita migliore lontano da casa loro e si trovino bene assai ANCHE in paesini che gli italiani hanno abbandonato

            non so cosa vorranno fare i loro figli

            ma sotto le mie imprecise parole sta la logica dell’economia: se L si sposta, è perchè ha migliori aspettative nel paese B rispetto al paese A. il resto sono dettagli – compresi se farà il raccoglitore di pomodori, il falegname, il traduttore di manuali tecnici, il centravanti della Giuventus

            ciao

          • PinoMamet scrive:

            Il mio solito presupposto: parlo di quello che vedo.

            Gli africani che vedevo negli anni Novanta erano in stragrande maggioranza maschi giovani;
            a distanza di vent’anni, sono rimasti maschi giovani.

            Mi pare chiaro che per la maggior parte non abbiano intenzione di fermarsi in Italia, quindi chi teme che la popolazione italiana divenga in poco tempo nera (cosa ci sia di male mi sfugge) può stare tranquillo.

            Mi pare che ci sia un piccolo numero di africani (provenienti di solito da paesi diversi da quelli dell’immigrazione di massa) ben inseriti con incarichi professionali, di solito medici, con moglie e figli.
            Tutto sommato, non molti di più dei neri che han sempre vissuto in Italia e in Europa, e che occasionalmente compaiono nelle cronache o nei dipinti; e del tutto italianizzati.

            Credo che si possa dire lo stesso, parola per parola, degli arabi.

            Invece c’è un numero notevole di indiani, che fanno quello che dice Francesco, cioè ripopolano le campagne e fanno gli emiliani 😉 cioè i piccoli proprietari/affittuari/coltivatori diretti/contoterzisti/allevatori. Non saprei dire se sono italianizzati o meno: secondo me partivano italianizzati già in partenza, perché la lor ocultura (punjabi in gran maggioranza) mi sembra davvero molto simile a quella di qua, turbanti a parte.

            Infine ci sono i cinesi, che da inizio Novecento sono cresciuti costantemente, e che, con rare eccezioni, sono rimasti cinesi e tra cinesi.

            • Francesco scrive:

              mi accodo al metodo Pino: i giovani che incrocio diuturnamente paiono completamente integrati tra loro, a onta del pigmento o dell’etnia

              pure le ragazze col velo in testa hanno ai piedi roba orrenda e passano il tempo al cellulare a scrivere

              solite bande di ragazzotti e ragazzotte più o meno orrendi e felici, soliti spintoni tra maschi e risatine acutissime tra femmine, soliti vestiti urendi e autolesionisti

              parrebbe una integrazione riuscita al 100%

              qui da noi i pericolosi invasori islamici portano i pupi all’asilo comunale pari pari agli autoctoni

              saluti

              • paniscus scrive:

                “pure le ragazze col velo in testa hanno ai piedi roba orrenda e passano il tempo al cellulare a scrivere”
                ——————-

                Guarda che probabilmente passerebbero il tempo a scrivere al cellulare ANCHE se fossero rimaste al paese loro.

                Tra gli occidentali (ben sistemati e ben sicuri della superiorità delle proprie abitudini sociali), esiste il pregiudizio diffuso di confondere

                – la “modernità” intesa come individualismo e rilassatezza di costumi privati, in particolare libertà sentimentale e sessuale;

                – con la “modernità” intesa come benessere consumistico, tecnologico, o voluttuario in generale.

                Quando invece non è affatto detto che sia così.

                Cioè, magari l’italiano medio tende a pensare che il bravo onesto padre di famiglia musulmano di oggi abbia esattamente gli stessi meccanismi di ragionamento del bravo onesto padre di famiglia occidentale di 40 anni fa (quando invece alcuni sono sicuramente gli stessi, ma NON tutti sono sovrapponibili in automatico).

                Siccome il bravo onesto padre di famiglia occidentale di 40 anni fa cercava di impedire alla figlia SIA di portare la minigonna troppo succinta o il trucco troppo vistoso, SIA di perdere troppo tempo in telefonate frivole o in trasmissioni televisive sceme…

                …allora ne deduce che queste due preoccupazioni diverse vadano sempre insieme anche per qualsiasi altro genitore “severo” di tutti i tempi e di tutto il mondo, quando invece non è detto.

                Magari al padre musulmano di sui sopra non frega nulla che la figlia passi il tempo a spedire messaggini cretini sul cellulare, basta che non beva alcolici, e che porti il velo quando serve 🙂

                L’associazione tra “comodità tecnologiche superflue” e “rischio di scostumatezza personale” non è automatico per tutti i sistemi educativi e per tutte le tradizioni culturali diverse!

            • PinoMamet scrive:

              Idem qua.

  10. Roberto scrive:

    Habsb,
    Una domanda
    “almeno secondo la sx, l’unica che conti giacché è stata sì abbandonata dal popolo, é sì disprezzata da chiunque comprese ormai le roccaforti emiliane e toscane ? ma nondimeno controlla tutta i media”

    Sul disprezzo generale concordo e lo dico anche qui da tempo, ma se il risultato è il disprezzo generale, a che serve il controllo dei media? Oppure, come si può contemporaneamente “contare” e “essere disprezzati da tutti”?

  11. mirkhond scrive:

    “era diverso
    fra l’altro, perché noi eravamo RICHIESTI”

    L’Italia è un paese che sta invecchiando.
    Se chiudiamo le porte agli immigrati, chi farà andare avanti il tutto?
    Chi ci pagherà le pensioni?

    • Peucezio scrive:

      E quando sarà uscito dal sottosviluppo tutto il mondo e nessuno emigrerà più, se non nel senso di una certa mobilità generale a saldo zero, chi pagherà le pensioni?
      Insomma, non si può ragionare sempre secondo loghce economiche, esistono anche ragioni ideali.
      Dobbiamo importare schiavi perché siamo così merdosamente imborghesiti da non avere più nemmeno voglia di fare figli ed essere diventati una società di vecchi parassiti?
      Quindi dobbiamo far venire braccia per alimentare il nostro parassitismo di società decadente?
      E poi, vorrei capire, in che modo i cinesi che lavorano 20 ore al giorno ma non fanno mezzo scontrino all’anno pagano le nostre pensioni? E tutti gli immigrati assunti e sfruttati in nero, che pensione pagano, visto che non vengono pagati loro i contributi né le tasse.
      E tutti i disperati che arrivano sui barconi da un po’ di anni a questa parte, che non entrano certo nel mondo del lavoro 1) perché non c’è lavoro, 2) perché le pratiche per la regolarizzazione durano anni e chissà con quale esito, tutti quelli che pensioni ci pagano? Diventano mendicanti, spacciatori o vivono, inevitabilmente, alle spalle dell’assitenza pubblica, anche perché non è che possono essere lasciati morire in mezzo alla strada.
      E inoltre tutta questa gente, quando sarà invecchiata, da chi prenderà la pensione, chi glie la pagherà? Dobbiamo sperare che la popolazione mondiale continui ad aumentare, se no i giovani non pagano le pensioni dei vecchi? Non è bene semmai attestarsi su un saldo zero e cercare di fare una politica seria di incentivo alla natalità, invece di alimentare deportazioni e sradicamenti di massa di popolazioni?
      Questa delle pensioni è una colossale mistificazione e continuo a chiedermi come mai tu, che hai grande capacità critica e autonomia di pensiero rispetto al conformismo dominante, accetti acriticamente tutta la retorica dell’establishment e di quelle élite progressiste, nichiliste e decadenti che pure, in base ai tuoi valori, dovresti disprezzare.

      • Z. scrive:

        Peucezio,


        E quando sarà uscito dal sottosviluppo tutto il mondo e nessuno emigrerà più, se non nel senso di una certa mobilità generale a saldo zero, chi pagherà le pensioni? —

        Come dire, a che serve curarsi se prima o poi comunque si muore?

        — Dobbiamo importare schiavi perché siamo così merdosamente imborghesiti da non avere più nemmeno voglia di fare figli ed essere diventati una società di vecchi parassiti? —

        No, vengono spontaneamente. Non serve importare schiavi.

        — E inoltre tutta questa gente, quando sarà invecchiata, da chi prenderà la pensione, chi glie la pagherà? —

        A questo so rispondere: li faranno lavorare fino a 90 anni, italiani e stranieri…

        • Peucezio scrive:

          Z.
          “Come dire, a che serve curarsi se prima o poi comunque si muore?”

          No: come dire: prenditi una sostanza tossica che ti fa stare bene per 24 ore, poi ti ammali e in un mese muori.
          Dove sta scritto che qualsiasi soluzione debba essere distruttiva sul lungo periodo? L’uomo muore, è fisiologico. La società no: può andare avanti indefinitamente, se non si fanno grosse cazzate.

          Sì, vengono spontaneamente. Ciò legittima la loro schiavizzazione… Poi il razzista sono io 🙂

          • Z. scrive:

            Ai ritmi attuali non mi è chiaro chi sia a rischio morte. E nemmeno chi vorrei “schiavizzare” io… mi sa che a Milano fa caldo. Qui al mare si sta meglio 😛

            • Peucezio scrive:

              I negri, perché ti paghino al pensione.
              Sporco negriero, vergognati!!! 😛 😛 😛

              • Z. scrive:

                Scusa, ma se lavorano come schiavi mica li versano i contributi. Poi come ce le pagano le pensioni? 😉

              • Peucezio scrive:

                Eh, Z., se un ingenuo uomo d’altro tempi, non hai ancora capito che oggi la schiavitù funziona con tanto di contributi, ecc.

                E comunque, su tantissimi che ne vengono, una piccola parte trova un lavoro stabile e legale, gli altri sono sottopagati e sfruttati in nero. Quindi, in nome di quella piccola quota che dovrebbe pagarci le pensioni, schiavizziamo gli altri in un senso ancora più violento.

              • Z. scrive:

                Bisognerebbe studiare le proporzioni, e molte altre cose a dire il vero…

  12. mirkhond scrive:

    Tutto quello che vuoi, ma che l’Italia sia un paese in cui aumentano i vecchi è una realtà.
    Chi ci pagherà le pensioni?
    A questa domanda non trovo ancora risposta…..

    • Francesco scrive:

      ecco, bravo, allora fai come (che ho pure studiato economia per molti anni a spese dei miei): smettila di farti questa domanda!

      e te lo dico di tutto cuore

      😉

  13. mirkhond scrive:

    “Non è bene semmai attestarsi su un saldo zero e cercare di fare una politica seria di incentivo alla natalità, invece di alimentare deportazioni e sradicamenti di massa di popolazioni?”

    Non basta l’incentivo alla natalità, ma bisognerebbe che gli Italiani rioccupassero tutte quelle nicchie di lavoro, in cui la presenza degli immigrati è massiccia, come nell’agricoltura e in parte nell’industria.
    Solo che come si fa?

    • Peucezio scrive:

      E se non ci fossero stati gli immigrati?
      A parte che si può fare in mille modi. Politiche serissime per l’incentivo alle nascite e soprattutto superare i problemi di occupazione, visto che sono indotti: se non c’è crescita, non c’è niente per nessuno.

      Ma in ogni caso, ti dico una cosa: chissefrega delle pensioni. Il diritto degli anziani alla pensione giustifica esodi di masse di gente, lager in Libia, morti in mare e tutto il resto? E legittima gente sottopagata e sfruttata qui da noi?
      Che diritto ha l’uomo bianco italiano di vivere sulle spalle del negro che è venuto qui solo perché le sue terre sono state devastate (sempre dall’uomo bianco)?
      A me pare profondamente razzista ed egoista dire che è giusto avere qui masse di disperati da sfruttare perché i vecchi possano avere la pensione (oltre che, come ho già detto falso).

      • paniscus scrive:

        Ma qualcuno me lo spiega cosa vorrebbe dire “incentivare la natalità”, e in quale modo si realizzerebbe? E soprattutto, come si concilierebbe l’incentivazione della natalità con l’auspicio di una società in cui riprende freneticamente a “girare l’economia”, e quindi aumentano indefinitamente produzione, spese, oggetti materiali da possedere, comodità tecnologiche, e consumi in generale (compresi quelli voluttuari, modaioli ed effimeri)?

        In qualsiasi società umana, la natalità si incentiva da sola in quei contesti in cui mantenere i figli costa poco, innanzi tutto perché si vive con poche comodità materiali, e poi perché i giovani si rendono indipendenti presto.

        In una società ricca, avanzata, tecnologica, in cui gira tanto felicemente l’economia, fare un figlio significa non solo mantenerlo almeno fino a 25 anni e spesso anche molto oltre, ma soprattutto significa doverlo mantenere per tutti quei decenni in un contesto di benessere materiale estremo, in cui non ce la si cava dandogli da mangiare e facendolo studiare, come hanno fatto anche i nostri nonni… ma ci si aspetta che per tutti quei decenni gli vengano garantiti una serie infinita di consumi, di attività e di servizi costosissimi rispetto agli standard di 30 o 40 anni fa, o agli standard di qualche altra società un po’ più spartana della nostra!

        E quanto più il figlio è cresciuto, tanto più questi impegni economici gravosi aumentano, invece che diminuire gradualmente (come succedeva in passato, perché il giovane adulto cominciava a contribuire da solo anche prima di trovare un lavoro a tempo pieno)… davvero non ci si rende conto che a un figlio di 20 anni ancora studente bisogna garantire consumi e libertà personali uguali a quelle di un adulto, con l’unica differenza che ancora non se le guadagna da solo?

        Di fatto, anche se non è “obbligatorio”, bisogna offrirgli non solo il mantenimento ordinario e gli studi, ma sfizi, sport (con relative attrezzature e spese di iscrizione alle società), viaggi, vacanze, spettacoli e uscite con gli amici, computer, cellulari, strumenti musicali, mezzi di trasporto e carburante, corsi di lingue e master vari a pagamento? Andiamo a moltiplicarlo per tre o quattro figli, come vorrebbero gli incentivatori della natalità!

        Ci si arriva, in questo contesto, a capire che fare un figlio in più o in meno è una svolta che impatta enormemente su tutta la vita della famiglia per sempre (anche quando i figli si saranno resi indipendenti davvero e andati via di casa)

        …e non solo nel momento in cui si decide di essere ottimisti e di fare il terzo figlio perchè si amano tanto i bambini e non si resiste alla tentazione di ritrovarsi tra le braccia un nuovo cucciolo batuffoloso? Se fosse stato per quello, ne avrei fatti quattro o cinque… ma poi cosa succede quando i quattro o cinque cuccioli batuffolosi diventano quattro o cinque ventenni studenti o trentenni lavoratori precari, in un mondo che impone consumi sfrenati?

        In questo contesto, come cavolo si incentiva la natalità? Dando un po’ di sussidi alle mamme per i primi due o tre anni di vita del bambino, come se il problema fossero solo le spese per i pannolini o per l’asilo nido? Bona, e i 25 anni successivi?

        • Peucezio scrive:

          Lisa,
          hai pienamente ragione e descrivi molto bene certi meccanismi malati della nostra società.
          Ma non si capisce perché allora dovremmo fare la stessa cosa con gli stranieri. Perché è vero che molti vengono già adulti, quindi ci risparmiano tutti questi oneri. ma, a parte che vengono anche molti minorenni, ma soprattutto gli stranieri fanno mediamente molti più figli. Che, crescendo qui vorranno esattamente tutte queste cose che hai citato. Magari, per mentalità, i genitori gli concederanno qualcosa di meno, ma si tratta di inezie: sociologicamente saranno italiani.
          Quindi dobbiamo fare una sostituzione etnica ed estinguerci per avere gli stessi identici problemi sociali, anzi, aumentati, perché loro non hanno neanche bisogno di politiche demografiche: fanno figli e basta (almeno la prima generazione, ma se continueranno a venirne, ci saranno sempre prime generazioni).

          In ogni caso sarebbe ora di mettere in discussione radicalmente questo modello. Soprattutto il fatto che si passi la parte più attiva e creativa della vita a studiare, che di solito, a partire almeno dall’università (il liceo un minimo di formazione lo dà, malgrado tutto), significa perdere tempo in un inutile parcheggio. E poi aggiungici un’infinità di altri momenti formatici, cioè, tradotto, di altro cazzeggio… questo perché siamo inseriti in un sistema economico che ha deciso che non si deve lavorare: la gente deve passare la vita fra finto studio e poi assistenza pubblica e qualche lavoretto ultraprecario, perché i soldi veri, che consentirebbero la creazione di un vero tessuto economico, devono andare altrove.

          • paniscus scrive:

            “Ma non si capisce perché allora dovremmo fare la stessa cosa con gli stranieri. ”
            —————————-

            E quando mai io ho detto che si debba incentivare la natalità degli stranieri?

            Se arrivano stranieri giovani, provenienti da culture in cui è normale avere famiglie numerose, è vero che in una fase demografica transitoria fanno più figli degli italiani…

            …ma è anche vero che, a livello collettivo, questa fase transitoria dura abbastanza poco, perchè se ne accorgono subito anche loro, che mantenere cinque o sei figli in un quartiere urbano in Italia non è la stessa cosa che mantenerli in un paesello di provincia (o in una periferia sfigata) in Pakistan, in Marocco o in Perù.

            Le primissime famiglie di immigrati di 30 anni fa tendevano a essere numerose, ma quelle più recenti no, perché hanno già dietro l’esperienza di amici e parenti, e c’è più consapevolezza. Sarà vero che continuano a fare “più figli di noi”, ma non in maniera tanto vertiginosa.

            Quindi non è affatto vero che noi “incentiviamo” la natalità degli stranieri, anzi, di fatto la disincentiviamo, come avevamo già disincentivato quella nostrana.

            Oltretutto, una buona parte del surplus di fertilità da parte delle famiglie immigrate appena arrivate è anche dovuto al fatto che tradizionalmente si sposano più giovani; ma i loro figli, cresciuti in Italia e inseriti nel contesto scolastico e lavorativo italiano, difficilmente faranno la stessa cosa: anche molti di loro, come gli italiani, si ritroveranno a mettere su famiglia dopo i 35 anni e ad avere, a quasi 40, un bambino destinato a rimanere figlio unico.

            • Peucezio scrive:

              Infatti mica ho detto che incentiviamo la natalità degli stranieri.
              Dico che comunque, ciò che tu confermi, per una generazione almeno più figli li faranno. E se tieni conto che ne arrivano sempre di nuovi, calcola un po’ tu.

          • paniscus scrive:

            “Magari, per mentalità, i genitori gli concederanno qualcosa di meno, ma si tratta di inezie: sociologicamente saranno italiani.
            Quindi dobbiamo fare una sostituzione etnica ed estinguerci per avere gli stessi identici problemi sociali, ”
            ——————–

            Ma se “sociologicamente saranno italiani”, dove sta la sostituzione? Se saranno di fatto italiani e vivranno con le stesse abitudini degli italiani, cosa cambia se hanno la pelle più scura o gli occhi più obliqui? Boh, giuro che non capisco.

            Pensavo che, quando si straparla di “sostituzione etnica” la preoccupazione fosse essenzialmente culturale (ovvero, sui possibili conflitti tra mentalità e tradizioni tanto diverse, il che un senso ce l’avrebbe), invece c’è ancora chi si preoccupa della razza, del sangue e di roba del genere?

            • Peucezio scrive:

              Intanto c’è il fattore religioso, per esempio.
              Ma in goni caso io parlavo di sostituione etnica, di sagnue.
              Certo che voialtri scienziati siete strani: vi piace tanto occuparsi di scienze “dure”, rispetto alle fumosità legate alla cultura e all’antropologia, poi però l’aspetto biologico è sempre irrilevante ed esiste solo la cultura.

              • Moi scrive:

                @ PEUCEZIO

                … Cë vë 😉 ?

                le Questioni Scientifiche Fenotipiche importanti sono ben altre :

                tipo se la Formica Rossa CuloNero si fa sempre più raissima per Genetic Blending con la Formica Nera CuloRosso !

                … Fra l’altro è risaputissimo di quali profondissime diversità culturali esistano fra come una o l’altra EntomoEtnia 😉 vada a costruire il Formicaio e trasportare le briciole di pane !

                … Altro che il Diritto di gonfiare di botte la moglie se mostra un capello in pubblico sgusciato fuori dal Velo Simbolo di Libertà [cit.] o il Reato di guardare una sconosciuta per un Delta Tì Maggiore di Zero Virgola Settantacinque Secondi !

                😉 😀

              • paniscus scrive:

                Ma infatti l’aspetto biologico è irrilevante rispetto agli argomenti di cui stavamo parlando, ovvero lavoro, economia, consumismo e abitudini sociali, in una società già impostata in un certo modo.

                E non vedo alcuna contraddizione con le scienze dure, perché è proprio la biologia (e non le fuffe sociologiche) a dimostrare che le differenze genetiche sono sostanzialmente irrilevanti a questi fini.

                O meglio, esistono di sicuro delle basi biologiche dei comportamenti sociali, ma non c’entrano niente con le “razze” o con le popolazioni, sono molto più importanti come variabilità casuale dei singoli individui o dei singoli piccoli gruppi di parentela.

                Delle differenze fisiche esteriori, francamente, non me ne può fregà ‘dde meno: perché mai dovrebbero essere un problema sociale o politico? E soprattutto, perché mai dovrebbero esserlo “in nome della scienza”?

          • paniscus scrive:

            “la gente deve passare la vita fra finto studio e poi assistenza pubblica e qualche lavoretto ultraprecario, perché i soldi veri, che consentirebbero la creazione di un vero tessuto economico, devono andare altrove.”
            ———————–

            Però continua a sfuggirmi (nel tuo modello positivo in cui c’è piena occupazione ed economia vivace, il che vuol dire grande produzione di beni di consumo e di servizi ipertrofici, molto al di là di quelli realmente necessari)… dove andrebbero a finire i “soldi veri” in tasca alla gente, se non appunto, a comprare sempre più abbondanza di oggetti di consumo non necessari e di servizi non necessari (compresi la grande massa di quelli che rientrano, appunto, nella definizione di cazzeggio).

            Il che riporterebbe allo stesso problema di cui sopra: cioè enormi necessità di spese a lungo termine per tutti (e soprattutto per chi ha figli), e figli sempre più abituati a dare per scontata l’abbondanza e la comodità senza fatica, e la normalità di una vita basata sul cazzeggio.

            • Peucezio scrive:

              No, no, io penso a un modello sano, in cui tutti avessero un certo benessere, ma senza eccessi.
              Il fatto è che oggi vige sia il consumismo, sia comincia a dilagare l’indigenza vera.
              Preferisco un mondo in cui nessuno è costretto a dormire in macchina e ad andare a mangiare nelle mnse della caritas, anche se non può avere il televisore al plasma (o che cacchio c’è adesso al suo posto) e fare i viaggio intercontintentale ogni anno.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Il modello esiste: si chiama socialismo.
                Ma a quanto pare non è molto apprezzato.

              • Peucezio scrive:

                Ma infatti sul piano economico la Russai sovietica poteva starci benissimo.
                C’è il piccolo dettaglio che hanno abolito famiglia (hanno legalizzato il divorzio), religione e in teoria anche patria, ma per quella si sono accorti che per gestire il tutto ci voleva uno stato e non poteva coincidere con l’Orbe terraqueo perché c’erano altre nazioni molto forti che non tanto volevano saperle, quindi quella se la sono dovuta tenere volenti e nolenti.

              • Peucezio scrive:

                E per me quelle cose sono importanti quanto l’economia, se non di più: non di solo pane…

              • Peucezio scrive:

                Ma un socialismo cattolico, temperato con quel minimo di mercato che serve per non tarpare le ali all’iniziativa individuale e al naturale bisogno delle persone di possedere le cose che utilizzano, mi starebbe benissimo.

              • Z. scrive:

                Peucezio,

                — Ma infatti sul piano economico la Russai sovietica poteva starci benissimo —

                Gli è che non ci stava proprio, né bene né male…

                Per altri versi di socialismo diversi di quelli di derivazione marxleninista al momento non mi sovvengono.

              • Z. scrive:

                (praticati su ampia scala, intendo)

              • Z. scrive:

                (Forse il partito Ba’th? ma non ti ci vedo come supporter del ba’thismo!)

              • mirkhond scrive:

                E il socialismo romagnolo?
                Ha funzionato?

              • Peucezio scrive:

                Z.,
                “(Forse il partito Ba’th? ma non ti ci vedo come supporter del ba’thismo!)”

                E perché mai? Questa poi…
                E’ una moda questa di attribuirmi cose?
                Comunque ti faccio sommessamente presente che il socialismo sovietico è campato settant’anni: non è un’eternità, ma nemmeno poco.

              • Francesco scrive:

                Peucezio

                sarò pietoso con questo tuo senile amore per il comunismo reale e ti chiederò solo: non è che anche lì c’era stato un tracollo della natalità? a dimostrare che era una vita di merda?

                e, da cristiano, non credo che un prete che benedicesse quella roba in nome di “sorella moderazione” avrebbe fatto alcuna differenza rispetto al segretario della cellula comunale

                ciao

    • Peucezio scrive:

      Mirkhond,
      “bisognerebbe che gli Italiani rioccupassero tutte quelle nicchie di lavoro, in cui la presenza degli immigrati è massiccia, come nell’agricoltura e in parte nell’industria.”

      Certamente.
      Finché ci saranno gli stranieri a farlo, gli italiani non lo faranno mai.
      Se invece non ci fossero, gli italiani lo dovrebbero fare a calci nel sedere.

      • Z. scrive:

        Quando inizi? 😀

        • Peucezio scrive:

          Aridaje…
          Io sono come il padrone che si lamenta dell’esistenza dei sindacati. Ti immagini il padrone che va lui a lavorare in fabbrica? 😀

          • Z. scrive:

            Esempio non calzante, vez…

            Se anche il padrone lavorasse alla linea, i sindacati ci sarebbero lo stesso.

            Diversamente, se tutti i lavori da bracciante e manovale fossero svolti da italiani, forse davvero non avremmo necessità di immigrati che li svolgano.

            La prossima volta che vieni a trovarmi, se vuoi, ti presento a un amico che lavora come stagionale per la vendemmia 🙂

          • paniscus scrive:

            “Io sono come il padrone che si lamenta dell’esistenza dei sindacati. ”
            …………………………………………….

            La differenza sostanziale è che tu NON SEI il padrone.

            Sei un italianuccio medio come ce ne sono a milioni.

            Non tanto sfigato da aver bisogno di andare a raccogliere pomodori a cottimo nelle campagne del casertano facendo concorrenza ai senegalesi,

            ma nemmeno tanto privilegiato dapoterti permettere di attegggiarti a “padrone”.

            Fattene una ragione, come ce la siamo fatta in tanti.

            • Peucezio scrive:

              Scherzavo, ovviamente.
              Il fatto è che ogni volta Z. mi obietta (a me e ad altri), che siamo a favore di questo e di quello, purché lo facciano gli altri.
              Sì: io sono a favore di determinate cose, purché le facciano gli altri.
              Perché ognuno deve fare il suo mestiere e io sarei un pessimo manovale, mentre la maggior parte dei manovali sarebbero pessimi linguisti.
              Ho già detto a Pino, che credeva che volessi delle limitazioni di censo, ereditarie, che penso soltanto che ognuno dovrebbe fare ciò verso cui si sente inclinato.
              Il guaio è che oggi le cose si fanno in nome di modelli sociali indotti, on valgono più le cose intrinseche.
              Lessi tempo fa che non si riuscivano a trovare artigiano, malgrado richieste molto appetibili in termini economico e che comportavano poi l’apprendimento di mestieri utili, artigianatò di pregio, ben pagato, perché nessun giovane ci andava. Perché? Perché preferiscono studiare economia, prendersi magari un master e poi fare gli impegatucci frustrati o, peggio, i disoccupati o gli impiegati nel call center.
              E’ questa la follia.
              Io ho conosciuto un’infinità di laureande e laureate in lettere che non vedono l’ora di poter insegnare a scuola. Mica perché gli piace davvewro (ad alcune sì), ma perché bisogna laurearsi e poi fare un lavoro più o meno sicuro, in linea coi propri studi.
              Io, se la scelta fosse fra fare l’insegnante di scuola o l’artigiano, non avrei nessun dubbio a scegliere la seconda cosa: non ho molta manualità, ma il legno almeno, diversamente dai mocciosi, non rompe i coglioni, non ha genitori che li rompono ancora di più, non pretende consigli di classe, riunioni e altre cazzate del tutto inutili.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              — Ho già detto a Pino, che credeva che volessi delle limitazioni di censo, ereditarie, che penso soltanto che ognuno dovrebbe fare ciò verso cui si sente inclinato. —

              Beh, ma se Tizio si sente inclinato a vivere a sbafo o a passare tutto il giorno davanti al videopoker dovrebbe farlo? e magari gli altri dovrebbero supportarlo?

              Anche perché di gente inclinata a rifare il manto stradale ad agosto non credo ce ne sia tanta…

              • Peucezio scrive:

                Ma no, hai capito benissimo, intendo dire che c’è gente che non è inclinata allo sutdio, semplicemente gli pesa.
                E siccome qualcosa ognuno deve pur farla, almeno finché la tecnologia non sarà tale da risparmiarcelo, meglio che costui faccia lavori manuali.

              • Z. scrive:

                Cerrrto, e c’è un metodo infallibile per capire chi è inclinato a svolgere lavori faticosi e spesso poco retribuiti: sono gli altri 😀

              • PinoMamet scrive:

                Z. non fare l’avvocato 😀

                Peucezio scrive “c’è gente che non è inclinata allo studio”;
                e il metodo per capirlo è semplicissimo, si chiama “verifica” o “compito in classe”.

              • paniscus scrive:

                Ok, e infatti ne vediamo di continuo, tutti i giorni, di ragazzotti che dimostrano ampiamente di essere “poco inclinati allo studio”, perché nelle cosiddette verifiche o compiti in classe fanno figure penose.

                Il problema è che la maggior parte di questi sarebbero “poco inclinati” anche a fare qualsiasi altra cosa.

                Non solo non reggerebbero un lavoro manuale pesante e ripetitivo,

                ma se la caverebbero ancora peggio, molto peggio, in un lavoro manuale un po’ più creativo, che richiede attenzione, precisione e pazienza!

              • Z. scrive:

                Pino,

                — Z. non fare l’avvocato —

                Allora, premesso che condivido in toto il commento di Paniscus, che qui deve intendersi quale intieramente riprodotto e trascritto… 😀

                e premesso che, come ben sai, sono convinto come te che costringere tutti i ragazzi allo studio sia una pessima idea per tante ragioni;

                premesso questo, che facciamo? mandiamo i ragazzi che hanno brutti voti nelle verifiche a lavorare l’asfalto ad agosto, coattivamente, così possiamo fare a meno dei lavoratori immigrati?

                Secondo me la soluzione di Peucezio non funziona, ecco 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “mandiamo i ragazzi che hanno brutti voti nelle verifiche a lavorare l’asfalto ad agosto, coattivamente, così possiamo fare a meno dei lavoratori immigrati?”

                Beh, si potrebbero mandare TUTTI i ragazzi a farsi una settimana di asfalto ad agosto e una a dicembre.

              • Z. scrive:

                Miguel,

                così fai arrabbiare sia loro (non si vede perché dovrebbero) sia gli operai del settore (che si vedono soffiato il posto).

                Mi sembra un gioco lose-lose.

                E non ho nemmeno considerato che oggi si è “ragazzi” fino a cinquant’anni e spesso oltre 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “(non si vede perché dovrebbero)”

                Perché usano la strada

              • Miguel Martinez scrive:

                “Perché usano la strada”

                Ribadisco un concetto fondamentale.

                Una cosa che la gente non capisce nemmeno dopo aver fatto il Postdoc, è che le cose non piovono dal cielo.

                Sudare per una settimana su un pezzo di asfalto può anche trasformarti la vita.

                Lo dico per esperienza.

              • Z. scrive:

                Miguel,

                dovrebbero quindi minare coltan in quanto utenti di cellulari?

                Certi lavori sono una necessità per chi non ha alternative, non un’occasione per fare esperienza di popolo.

                Non biasimo Peucezio che non vuole sapere, insomma 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “dovrebbero quindi minare coltan in quanto utenti di cellulari?”

                Certo che no, mica sono un sadico.

                Basta che non usino i cellulari, se non vanno a raccogliere il coltan da soli.

              • paniscus scrive:

                “mandiamo i ragazzi che hanno brutti voti nelle verifiche a lavorare l’asfalto ad agosto, coattivamente, ”
                ———————-

                Per me sarebbe già un enorme passo avanti se li mandassimo A STUDIARE, con la seria prospettiva di essere bocciati se non lo fanno (e se si ripresenteranno agli esami di recupero, a fine agosto o a inizio settembre, nella stessa situazione che avevano a giugno, o magari ancora peggio)

                Ma siccome questa usanza è quasi scomparsa, e siccome la paura di bocciare a settembre è praticamente nulla, e il cosiddetto giudizio sospeso (modo politicamente corretto di oggi per dire “rimandare”) è socialmente percepito come una promozione già garantita, solo rinviata di un paio di mesi, ma comunque DOVUTA, che ci facciamo?

              • Z. scrive:

                Prof… se già bocciare è dura, figurarsi i lavori forzati 🙂

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Non è male l’idea di mandare i ragazzi a lavorare, magari gratis: salverebbe molte aziende in difficoltà economica.
                Mi piace questo superamento dei vecchi lacci del vetusto diritto del lavoro: il futuro è più agile, senza quelle robe noiose come i contratti collettivi, la contribuzione obbligatoria, le ferie retribuite…

              • PinoMamet scrive:

                Vero, si chiama Alternanza Scuola Lavoro 😉

              • Z. scrive:

                Miguel,

                — Basta che non usino i cellulari —

                Quindi l’alternativa è tra essere disoccupati e minare coltan? Alla faccia che non sei sadico 😀

              • Peucezio scrive:

                Z.,
                “mandiamo i ragazzi che hanno brutti voti nelle verifiche a lavorare l’asfalto ad agosto, coattivamente, così possiamo fare a meno dei lavoratori immigrati?
                Secondo me la soluzione di Peucezio non funziona, ecco ?

                Perché no?
                Giuro che non capisco.
                Di qualcosa la gente deve pur campare, un suo contributo alla scoeità deve pur darlo. Ognuno lo dà come può.
                Poi è chiaro che nessuno vorrebbe lavorare e nel mio mondo ideale farebbero tutto le macchine, ma siccome non sono ancora abbastanza sofisticate per farlo, qualcuno deve asfaltare le strade?
                Vuoi farlo fare al genio che prende tutti 10 in filosofia e in greco?
                Vuoi farlo fare all’immigrato? Cioè, perché ha origini etniche diverse, lui deve sporarsi le mani e l’italiano no?

                Comunque io non obbligherei niente a nessuno, semplicemente creerei una selezione forte: prendi brutti voti? Via dalla scuola a calci. Poi, siccome devi pur darti pane, sarai tu a cercarti un lavoro in base ai tuoi titoli e capacità.
                Si chiama libertà! 🙂

            • Francesco scrive:

              generi alimentari da trincea (cit.) quindi?

              :0

              • paniscus scrive:

                In effetti…

                …100 anni fa sarebbero stati carne da trincea;

                …50 anni fa sarebbero stati carne da catena di montaggio in fabbrica

                (perché non è mica vero che siano inabili al lavoro pesante per caratteristiche fisiche strutturali, eh, ma solo perché non lo conoscono, non sanno nemmeno che esiste, sono sempre stati protetti ossessivamente da qualsiasi fatica materiale e non sanno cosa sia, e se anche volessero provarci non saprebbero da dove cominciare)

                – adesso sono carne da facebook e da whatsapp.

      • Francesco scrive:

        >> Finché ci saranno gli stranieri a farlo, gli italiani non lo faranno mai.
        Se invece non ci fossero, gli italiani lo dovrebbero fare a calci nel sedere.

        e perchè mai? già oggi ci sono paesi e mestieri abbandonati, senza nessun immigrato sarebbero molti di più. i pomodori li importeremmo al 90% invece che al 50% e così via e i NEET sarebbero lo stesso dei NEET

        in Italia c’è troppa poca fame – direbbero i vecchi degli anni ’50

        io non dico nulla, che sono un vile

        • paniscus scrive:

          Su questa storia dello stracciarsi le vesti perché ci sono troppi NEET, posso dire le cose come le penso, in maniera cruda?

          I cosiddetti NEET ci sono perché possono permetterselo.

          Cioè, perché i genitori consentono loro di fare i NEET, appunto, continuando a mantenerli in una situazione di (relativi) benessere, comodità e abbondanza, anche senza fare nulla.

          Quando ero ragazzina io, i NEET non esistevano, o comunque erano una realtà marginale molto minore di adesso… perché all’epoca, se non avevi voglia di studiare, i genitori accettavano il fatto che non avessi voglia di studiare, però in quel caso ti mandavano a lavorare a calci nel didietro.

          Certo che trovare un lavoro in regola era più facile rispetto a ora, non dico di no… ma anche all’epoca, i lavori accessibili a chi aveva interrotto gli studi senza un titolo, e che sostanzialmente aveva voglia di fare poco, e sapeva fare ancora meno, erano COMUNQUE lavori sfigati e sottopagati. La situazione era meno drammatica di adesso, ovviamente, ma non è che fosse esaltante.

          Eppure le famiglie, anche quelle dalle aspettative iniziali un po’ più elevate, tutti ‘sti problemi non se li facevano: ti sei fatto bocciare, hai cambiato scuola, ti sei fatto ribocciare anche nella nuova scuola, non hai nessuna attrattiva particolare verso altri corsi di studi o attività impegnate? Bene, vai a fare il cameriere, il fattorino, il lavapiatti o affini, almeno per qualche mese, e poi decidi se vuoi continuare così o se vuoi rimetterti a studiare.

          Il fatto che fossero lavori pagati poco, non era considerato un grosso problema dalle famiglie, che comunque preferivano che il figlio si facesse quelli, piuttosto che stare a casa a non fare nulla, proprio a fini educativi.

          Oppure, se il figlio stava davvero a casa a non fare nulla, la famiglia teneva stretti i cordoni della borsa e lo manteneva solo al minimissimo livello indispensabile, senza riempirlo di lussi consumistici, e pretendendo almeno un grosso contributo personale alla cura degli spazi comuni e delle esigenze complessive della famiglia (attività domestiche, commissioni, accompagnamenti dei fratelli minori, trasporti di borse della spesa per la nonna, e palle varie). E oltretutto, si beccavano anche grosse limitazioni alla libeertà di vita personale, per cui dopo un po’ erano incentivati a muovere le chiappe e a rendersi indipendenti.

          Il NEET di oggi, tendenzialmente (a meno che non sia un vero inoccupato, ma uno che lavora in nero, perché esstono anche quelli)

          è quello che ha 20 anni, non studia, non lavora, non fa nulla né in casa né fuori, però dispone ugualmente di vacanze, viaggi, serate con gli amici, spettacoli, concerti, aperitivi, smartphone, playstation, auto o moto (con relative assicurazioni, bolli, carburante e riparazioni), palestra e gadget vari, il tutto senza che gli sia chiesto di muovere un dito per contribuire ala vita pratica della famiglia, perché la famiglia stessa PREFERISCE mantenerlo così, piuttosto che vederlo a fare un lavoretto provvisorio considerato “sminuente” rispetto alle aspettative.

          E allora di che stiamo a parlare?

          • Moi scrive:

            La Scuola come mitico “Ascensore Sociale” è una retorica ormai vintage … purtroppo, eh !

            Ma è così.

            • Moi scrive:

              Ad esempio, Frank Matano è divenuto Attore Professionista in quanto Amicone di Paolo Ruffini (Figlio d’ Arte).

              Ma “il Bello” 😉 viene adesso : come ha fatto il Matano a stringere cotal amicizia con il Sor Ruffini ?

              … Qual “Ascensore Sociale” avrà mai preso ?

              … Semplicissimo: facendolo “rìde abbbéééstia” [pronunciare con accento Livornese e voce roca !] con un Canale Youtube di video in cui si dilettava a emanare platealmente fragorosi peti fra i passanti della Napoli Bene !

            • PinoMamet scrive:

              Dicevamo, a proposito di gente da mandare ad asfaltare le strade?

            • paniscus scrive:

              Veramente io volevo sottolineare l’esatto contrario.

              Ossia, che al giovane cogliombero di oggi, conviene di più stare a casa a non fare niente piuttosto che studiare, perché tanto la famiglia lo mantiene ugualmente allo stesso modo!

              Certo che ci saranno sempre differenze individuali tra una famiglia e l’altra a seconda delle disponibilità economiche…

              …ma mi sembra che sia scomparso tolalmente il criterio (che ifino a pochi anni fa era normale) di vincolare la quantità di acquisti di beni materiali o i limiti di libertà personali concesse ai figli, al comportamento dei figli stessi, o all’esito dei loro impegni.

              Cioè, è quasi scomparso il concetto per cui “ti compro il motorino solo se te lo meriti”, oppure “ti mando in discoteca solo se dimostri di essere abbastanza maturo da sapertela gestire”, o tantomeno del “non ti ricompro il terzo cellulare perché ne hai già scassati due”.

              Mi pare che la maggior parte dei giovani, ma anche dei loro genitori, dia talmente per scontato il diritto automatico a certe concessioni, da non accorgersi neanche più che sono concessioni (che quindi potrebbero essere date o non date), ma le considerano parte dell’ordine naturale delle cose, e quindi obbligatorie e automatiche…

  14. MOI scrive:

    Woh ! Woh ! Woh ! Woah : Buddies 😉 !

    Le Femministe , a quanto pare, hanno da ridire sul Sessismo degli “Honey Shots” !

  15. MOI scrive:

    Drooling over women during sports broadcasting has been a regular feature since the 70s and the ongoing Fifa World Cup in Russia is no exception to such “honey shots.” However, Fifa is willing to curb such means of sexism and curb the objectification of women.

    https://www.ibtimes.co.in/no-zooming-hot-female-fans-during-world-cup-2018-fifa-tells-broadcasters-774722

    … Who’s gonna get triggered ?! 😉

    • PinoMamet scrive:

      La prossima frontiera è l’amore. Vedrai, troveranno da ridire se ti innamori di una donna, ma anche di un uomo. Se ti innamori, punto e basta. Già hanno da ridire sul fatto che un uomo guardi una donna (mai viceversa…). Cioè, qui si vuol passare dall’hijab al paraocchi.
      Per non parlare del sesso: il sesso è incredibilmente sessista 😉

      Alla fine ci faranno riprodurre tutti in vitro, una sega dentro una fialetta (ma senza giornalino prono: sessista) e via.

      • Peucezio scrive:

        Ahimè, verissimo.
        E c’è chi dice che secondo me ci sarebbe troppa libertà sessuale.
        MAGARI!!!

        • Z. scrive:

          Non confondere le restrizioni sociali con la tua modesta abilità nel corteggiare 🙂

          • mirkhond scrive:

            Traversara, tu sei un abile corteggiatore? 🙂

            • paniscus scrive:

              Questo non possiamo saperlo, ma di sicuro lui non si lamenta in continuazione di non trovare compagnia per colpa della società sessuofobica e puritana…

              • Peucezio scrive:

                Lisa,
                allora, mettiamoci d’accordo: io dico che la società è troppo libertina o è troppo puritana?
                Decidi una buona volta e sia quella definitiva! 🙂

                Non mi confondere con Mirkhond comunque (che semmai si lamenta che sono troppo zoccole, non troppo puritane): io mi lamento del clima culturalmente opprimente.
                Poi sul piano personale operano ancora altri meccanismi, anche se trovo estremamente fastidiosa l’estrema ritualizzazione del contatto e della relazionalità fra i sessi, ma questo non c’entra col progresso recente, è un problema italiano ancestrale.
                Il puritanesimo opera come pressione pubblica, come modello dominante imposto dall’alto, sulla gente, che tutto sommato è ancora relativamente sana e poco isterizzata (almeni in Italia; in America sarà diverso, immagino). E opera cercando di instillare il terrore.
                Poi le donne vogliono ancora essere corteggiate, ecc., non pensano ancora che se fai loro un complimento sei uno stalker, un mostro, un serial killer o un nazista maschilista terrorista.
                Ma l’obiettivo è quello.

              • PinoMamet scrive:

                Ma infatti il problema non è affatto ciò che vogliono le donne, che, come gli uomini, nella maggior parte vogliono quello che hanno sempre voluto.

                Perciò è un falso argomento (e anche, lasciatemelo dire, un po’ sgradevole) quello di “ti lamenti di… (inserire: donne troppo libertine o troppo poco libertine) perché non te la danno!”
                che a volte usano le stesse femministe.

                Del resto, il fatto che sia usato sia in un senso che nell’altro basta a dimostrarne l’incosistenza.
                “Sfigato” è come “puttana” detto da un uomo: va bene un po’ per tutte le stagioni 😉

                Gli uomini e le donne vogliono corteggiare ed essere corteggiate/i, sposarsi, non sposarsi, fare l’amore con chi gli va da Trieste in giù: come sempre.

                Mentre appare sempre più eividente che c’è un’ideologia (incarnata benissimo in uomini di sesso maschile, come questo dirigente della FIFA) di tendenza sessuofobica-femminista, che ritiene che inquadrare una bella ragazza sia una brutta cosa.

                Bisogna fargli notare che allora è una brutta cosa anche metà della storia dell’arte, e occorre censurare le Veneri di Milo, le Primavere di Botticelli e mezze Madonne delle chiese di tutto il mondo, tutti ritratti di modelle scelte perchè (mi verrebbe da scriverlo maiuscolo) erano belle e l’artista se le voleva scopare!

                L’impulso sessuale fa parte dell’essere umano: non c’è niente di male nel fatto che gli uomini guardino una bella donna! Non è una cosa criminale! Come non è una cosa criminale che le donne guardino un bell’uomo.

                La risposta al fatto che ci siano troppe inquadrature di belle ragazze (questi Mondiali non li ho visti, ma nè gli altri non mi pare affatto che fosse una cosa esagerata o di cattivo gusto: semplicemente, insieme al tifoso particolarmente pittoresco, c’era l’occasionale inquadratra di una bella ragazza) non è proibirle, ma fare più inquadrature di bei ragazzi.

                Del resto, molte donne (che conosco: io parlo sempre di situazioni che vedo con i miei occhi) guardano il calcio perchè reputano fighi i calciatori! Non per il gesto atletico!

                Ho un’amica, coltissima e odiatrice del calcio, che per una settimana ha riempito la bacheca di FB di foto di un calciatore islandese, perlopiù seminudo.
                E allora? Glielo proibiamo? La mandiamo a rieducare in Iran? La consideriamo una morta di sesso? (è sposata e con due figli).

                dai là. Si chiede solo di non esagerare nel senso della sessuofobia.
                I programmi TV anni ’80 e ’90 erano esagerati nel senso opposto: non potevi vedere un quiz all’ora di cena senza vedere balletti semiporno.
                Non cadiamo nell’esagerazione opposta.

              • Peucezio scrive:

                Pino e Mauricius,
                stavo giusto anch’io per citare casi di arte censurata per questo.
                Siamo a questo.

                Comunque ovviamente OMDAPpone!!

            • PinoMamet scrive:

              A me non pare che Peucezio si sia mai lamentato di non trovare compagnia, però.

            • Z. scrive:

              Duca, io non mi ricordo nemmeno più come si fa. E spero di non averne mai più bisogno 🙂

  16. OT

    A volte la giornata inizia con qualche novità incoraggiante.
    Pare che “Il Foglio” chiuda, finalmente.

    Io li accompagnerei a far la fila al collocamento a calci.
    Ma a calci proprio.
    Solo che quella marmaglia casca sempre in piedi.
    E sto pensando a un caso in particolare, che giocoforza non corre alcun rischio per motivi squisitamente fisici.

    “I bet you won’t fall on your face
    Your belly will hold you in place…”

    (Iron Maiden, Be quick or be dead, 1992)

  17. mirkhond scrive:

    “A me pare profondamente razzista ed egoista dire che è giusto avere qui masse di disperati da sfruttare perché i vecchi possano avere la pensione”

    Hai perfettamente ragione, ma nel frattempo come si fa a cambiare politica sull’immigrazione?
    L’ideale sarebbe aiutarli a casa loro, ma i loro paesi sono spesso dominati da dittature avide e spietate che, in combutta con le multinazionali occidentali hanno affamato i loro popoli da portarli alla disperazione e all’emigrazione.
    Ora, CONCRETAMENTE, come li aiutiamo a non fuggire più?

    • Z. scrive:

      “Aiutarli a casa loro”… seh, certo…

      • Moi scrive:

        Spalancare i Cancelli dei Villoni da Radical Chic, a loro spese: d’altronde, Fedez e J-Ax a ogni concerto fanno il PIL del Pakistan 😉 ! … suggerisce Salvini !

    • Peucezio scrive:

      Mirkhond,
      una cosa però non esclude l’altra.
      Non è che finché non troviamo la soluzione ai loro problemi, siamo tenuti a prenderceli: non esiste un obbligo di questo tipo.
      Anche perché in nulla l’immigrazione risolve i loro problemi: non mi risulta che da quando c’è l’immigrazione l’Africa stia bene, al massimo sta meglio qualche individuo.

      In ogni caso l’unica soluzione sensata, ma inattuabile, perché il mondo è rapace, ma almeno bisogna dirlo che è l’unica sensata e smettere di alimentare mistificazioni, è non interagire in nessun modo con l’Africa.
      Basterebbe che ogni uomo bianco (oggi giallo) semplicemente sparisse da lì e l’Africa smettesse di intrattenere rapporti di ogni tipo col resto del mondo. All’inizio ci sarebbero problemi, ma a un certo punto troverebbero un loro equilibrio.
      Perché la questione è mal posta e ha ragione Miguel a voler evitare i “si”.
      Non c’è qualcosa che si può o si deve fare per salvare l’Africa.
      Semplicemente ci sono persone, molto più forti degli africani, che ha interesse a distruggerla, per i vantaggi che ne trae. E quindi lo fa.

    • Lucia scrive:

      Una vera libera circolazione farebbe sì che “quelli” (o meglio, tutti ma noi più o meno lo siamo già) sarebbero liberi di venire qui, con dispendio di soldi e di energia molto minore, provare a trovare lavoro e se non c’è o sono sfruttati dire un bel bafangule e tornare o andare da qualche altra parte. Non ricordo dove lessi che fu soprattutto dopo la crisi petrolifera di inizio settanta, quando paesi tipo Germania chiusero le frontiere, che i lavoratori rimasero là e col tempo portarono anche famiglie perché sapevano che, se tornavano nel paese d’origine, non ci sarebbe stato modo di tornare in Europa. Ancora peggio adesso, quando così tanto impegno e rischio c’è stato per arrivare. Lo stato attuale delle cose è perfetto per sfruttare il migrante, da quando decide di partire in poi. Poi certo, il percorso migratorio è quasi sempre un po’ oneroso però non a questi livelli. E i posti dove serve forza lavoro si adopererebbero per creare condizioni decenti per arrivare e vivere…

  18. mirkhond scrive:

    Zanardo cosa ne pensa in proposito?

    • Moi scrive:

      Piero Fassino è sempre stato un Profeta Al Contrario 😉 … un Grillista da Prima Linea come te dovrebbe saperlo !

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Eh?

        • Moi scrive:

          SE Piero Fassino profetizza qualcosa … molto probabilmente si realizzerà il Contrario ! 😉

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Appunto.

            • Z. scrive:

              Secondo me invece ci ha sempre preso: ha previsto disgrazie, e come Cassandra non è stato creduto!

              Ma stavolta si sbaglia…

              • Moi scrive:

                Tipo, con spavalderia : “Ma perché Beppe Grillo non si fa un partito suo, e vediamo poi quanti voti prende …” oppure “Ma perché Chiara Appendino non si candida Sindaca qui a Torino contro di me, e vediamo poi quanti voti prende …”

              • Z. scrive:

                Nah, spavalderia il Fassino? Mica è Renzi o D’Alema…

                Secondo me erano tristi presagi di sventura.

                Spero che a sto giro si sbagli!

            • PinoMamet scrive:

              La butto lì:
              secondo me il triumvirato durerà 2-3 anni.

              Un po’ come tutti i governi italiani, insomma 😉

              appena il PD e Forza Italia troveranno qualcuno decente da presentare;
              o anche qualcuno indecente da presentare;
              insomma, qualcuno;

              la Lega tornerà con la coda tra le gambe nella galassia di centro destra, e il M5S si rassegnerà a farsi fagocitare in quella di centro sinistra (obtorto collo di entrambi).

              • Peucezio scrive:

                Veramente sarà un centro-destra annichilito che tornerà con la coda tra le gambe da Salvini.
                Poi è vero che Berlusconi camperà fino al 2600… ma a un certo punto, in tanti secoli, si stancherà pure di fare politica, almeno nazionale. Può sempre dedicarsi a quella interplanetaria!

              • Peucezio scrive:

                In ogni caso la destra funziona finché è una forza di rottura, un bestemmiatore in chiesa.
                Fateci caso: Salvini oggi viene molto meno demonizzato di quanto non lo fosse Berlusconi ieri.
                La destra prende voti solo se è sentita come uno scandalo contro il perbenismo dei bempensanti.

                Sapete invece cosa succederà?
                A un certo punto il M5SA si spaccherà in due (non sappiamo quando), oppure abbandonerà Salvini, perché prevarrà l’anima di sinistra.
                E avremo un bipolarismo destra-identitaria (Salvini-Meloni, forse con la ruota di scorta di ciò che sarà rimasto di FI, se sarà rimasto qualcosa), vs sinistra moralista (il M5S, o, meglio, la sua anima di sinistra; coadiuvato da pezzetti di quello che è rimasto della sinistra tradizionale).

              • Francesco scrive:

                cioè un bello scontro fascisti-comunisti?

                io mi metto comodo e aspetto i B24 Liberators (e poi dicono che i nomi alle armi li danno alla cazzo)

  19. Moi scrive:

    “Maglietta rossa e Rolex, fantastico”. Salvini al vetriolo contro Gad Lerner
    Il vicepremier prende in giro e critica il giornalista che ha aderito all’iniziativa in memoria dei piccoli migranti morti in mare

    https://www.huffingtonpost.it/2018/07/07/maglietta-rossa-e-rolex-fantastico-salvini-al-vetriolo-contro-gad-lerner_a_23476781/

    ——————————————————————————————–

    Cmq Fedez e J-Ax hanno il Sàundtrècch 😉 Perfetto :

    https://www.youtube.com/watch?v=mR7uFdGhQLE

  20. Mauricius Tarvisii scrive:

    Qualcuno che ne capisce qualcosa di bilancio dello Stato, mi spiega la storia degli 80.000 posti di lavoro? A parte l’interessante numerologia sull’ottanta, che un giorno qualcun altro dovrà spiegarmi, quell’8000 da cosa è stato ricavato? Ha tutta l’aria di essere un numero ricavato da una qualche operazione contabile (tanto è vero che è ripetuto identico per dieci esercizi, a dimostrazione che non ha molto a che vedere con le proiezioni sull’occupazione), ma che operazione è?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Aggiornamento: pare non fosse un numero “da contabilità”, ma semplicemente un numero messo a cazzo dall’Inps. Ma vedremo.

  21. Moi scrive:

    TESTO COMUNISTI COL ROLEX
    Al borghese viene rabbia quando il proletario sbanca
    ti guarda come Salvini guarda un tunisino che si è fatto Miss Padania
    io dico sempre a Fede, non farti i selfie in barca
    che poi vengono i ladri o gli ispettori di Equitalia

    Nascondi i tuoi risparmi come amanti minorenni
    o i giornalisti poi ti prendono a testate indipendenti
    piacere a quelli, è una questione di design
    fatti una vigna sui castelli, non l’attico a City life

    Fare il vino mio, è culturalmente corretto
    gelato bio sponsor, politicamente cornetto
    solo auto elettrica o bicicletta
    J-Ax non si comprerà il Mercedes non si monterà la tesla

    Mi faccio certi viaggi
    io, la Boschi e la Guzzanti in piscina con i tacchi
    rifonderò lotta Continua con Gianluca Vacchi
    perché la tessera del Rotari è da poveracci

    Conosco più di un punkabbestia col papà avvocato
    che fa finta d’esser povero perché non lo è mai stato
    io mi contraddico come un pacifista armato
    sono Partito Comunista ma non ci sono arrivato

    Che Guevara e Fidel Castro facevano collezione di motociclette inglesi e di Rolex
    ed il cuore di un punk rocker vuole la rivoluzione però si innamora di una top model
    basta rap, rock, house, pop o Manu Chao sul Range Rover
    Vanity Fair mi dà la cover
    canto bella ciao, bella ciao, ciao bella, ciaone
    comunisti col Rolex

    Tiziano Ferro si è comprato l’attico di fianco a Fedez
    con i soldi risparmiati a cena con il fisco inglese
    io che se apro un conto a Tokyo parte la caccia alle streghe
    anche se in conferenza stampa dico ‘sono giapponese’

    E il pubblico odia il povero che diventa borghese
    non le storie sul governi delle larghe banche intese
    l’esclusiva all’incoerenza è solo della Santa Sede
    che può fare l’elemosina girando col Mercedes

    Ho visto Paolo Brosio con Briatore
    in una chiesa off-shore a riscoprire il senso della religione
    ormai non ha più senso fare l’imprenditore
    tanto vale aprire un’agenzia viaggi per Medjugorje

    Figlio di un’impiegata che a 40 anni ha perso il posto
    mi sono fatto i soldi con la penna e un po’ di inchiostro
    dovrei fare come il Jova miliardario sotto costo
    a fare il vegano e poi mangiare la bresaola di nascosto

    Come Fred Vargas tifavo per Battisti ma Lucio come Berlinguer
    citavo sempre Marx ma Groucho
    navigo nell’oro dopo sacrifici e stress
    sono Colombo alla scoperta dell’American Express

    Che Guevara e Fidel Castro facevano collezione di motociclette inglesi e di Rolex
    ed il cuore di un punk rocker vuole la rivoluzione però si innamora di una top model
    basta rap, rock, house, pop o Manu Chao sul Range Rover
    Vanity Fair mi dà la cover
    canto bella ciao, bella ciao, ciao bella, ciaone
    comunisti col Rolex
    bella ciao, bella ciao, ciao bella, ciaone
    comunisti col Rolex
    bella ciao, bella ciao, ciao bella, ciaone

    La verità è che io non ce la farò mai a fare parte di un’élite
    sono pacchiano e pretenzioso sono radical kitsch
    zero tata francese, andavo a casa di mio nonno
    piena d’animali imbalsamati come nei film horror

    Che poi i nuovi comunisti sono infatti i re del lusso
    ma non noto del disprezzo verso un magnate russo
    faccio le foto coi tuoi figli che mi strappano i vestiti
    è vero, siamo comunisti mangiati dai bambini

    La verità è che certa gente ti odia sempre
    tanto vale farsi odiare facendo quello che ami veramente

    Perché in fondo il mio ideale è il socialismo reale
    quello sempre più social e sempre meno sociale

    Che Guevara e Fidel Castro facevano collezione di motociclette inglesi e di Rolex
    ed il cuore di un punk rocker vuole la rivoluzione però si innamora di una top model
    basta rap, rock, house, pop o Manu Chao sul Range Rover
    Vanity Fair mi dà la cover
    canto bella ciao, bella ciao, ciao bella, ciaone
    comunisti col Rolex
    bella ciao, bella ciao, ciao bella, ciaone
    comunisti col Rolex
    bella ciao, bella ciao, ciao bella, ciaone
    comunisti col Rolex
    bella ciao, bella ciaone
    comunisti col Rolex
    bella ciao, bella ciaone
    comunisti col Rolex

    • PinoMamet scrive:

      J Ax non è comunista, e Fedez non è comunista. Credo che nessuno ne abbia mai avuto il sospetto.

      Non capisco perché vogliano giustificarsi di avere il rolex.

      • Moi scrive:

        Questa è facile: per litigare meglio VS Salvini e Gasparri su Féisbuch ! 😉

      • mirkhond scrive:

        Però il testo di questa canzone (?) è uno spasso! 😉

      • Z. scrive:

        Perché sono grillini (per ora, finché conviene).

        Fedez spiegava, tempo fa, quanta “aria di onestà” si respirasse alla Casaleggio.

        Ax, dopo una vita da berluschino passata a schernire la sx, spiegava che lui è di sinistra e a volte addirittura dissente da Grillo (sull’immigrazione).

        Alla festa del FQ, mi pare.

      • PinoMamet scrive:

        Mah, a dire il vero non mi ricordo pezzi di Ax in cui schernisse la sinistra; è anche vero che non sono un suo grande esegeta…

        so che anni fa ai concerti faceva l’Avvelenata di Guccini: tutt’insieme funzionava, nonostante la differenza di storie personali tra i due autori
        (Guccini, un provinciale colto disilluso dalla critica, anche della sinistra di cui era un rappresentante; J Ax, un milanese ignorante che se la prendeva con la critica, immagino percepeita come parte di una sinistra di cui non faceva parte)

        certo, sentir cantare “voi che siete capaci fate bene ad aver le tasche piene” a un rapper, cioè a uno che del successo economico fa la sua (forse unica) bandiera, lasciava un po’ a riflettere, diciamo così…

        PS
        No, non ero a un suo concerto per gusto personale, nè come accompagnatore di qualche suo ammiratore/trice.

        • Z. scrive:

          Io ne ricordo almeno due. Una del 1994 e l’altra, mi pare, del 2000.

        • PinoMamet scrive:

          Non ne avevo idea. So che J Ax, cioè gli Articolo 31, nascono come creatura di Franco Godi, quindi sostanzialmente come un’operazione commerciale; cosa che gli altri rapper gli hanno sempre rimproverato (prima di trovare un’etichetta che li pubblicasse a loro volta, naturalmente).

          D’altra parte, i “grandi valori” del rap sono sempre stati: fare i soldi senza lavorare, scoparsi le modelle, farsi le canne.
          Ricordo con noia i patetici tentativi degli articoli culturali del manifesto per far passare l’ennesimo rapper americano (quello che usa esclusivamente il termine “troie” per riferirsi alle donne e si fa fotografare con pistole e catenone d’oro) come esponenete di una qualche controcultura di sinistra.

          Non è controcultura e non è neanche cultura; ma neppure subcultura; è proprio ignoranza.

          Poi oh, ci sono anche rapper che hanno dimostrato intelligenza e impegno politico, anche in Italia.
          NON gli Articolo 31.

          Ancora un annetto fa sentivo interviste di J Ax in cui diceva “io non sono né di destra né di sinistra”, che oltre a essere un mantra di persone francamente di destra, è anche il manifesto del berlusconismo spicciolo.

          In effetti credo che la sua vera ideologia, se ne ha una, sia quella di Mara Carfagna (sempre sia lodata) cioè quella specie di berlusconismo libertario, da parte della Carfagna nei confronti dei gay specialmente, da parte di Ax nei confronti delle canne; libertà nel senso della “casa delle libertà” degli sketch di Guzzanti, “facciamo quel cazzo che ci pare, è la casa delle libertà!”

    • mirkhond scrive:

      🙂

  22. Moi scrive:

    Se saranno di fatto italiani e vivranno con le stesse abitudini degli italiani, cosa cambia se hanno la pelle più scura o gli occhi più obliqui? Boh, giuro che non capisco.

    Pensavo che, quando si straparla di “sostituzione etnica” la preoccupazione fosse essenzialmente culturale (ovvero, sui possibili conflitti tra mentalità e tradizioni tanto diverse, il che un senso ce l’avrebbe), invece c’è ancora chi si preoccupa della razza, del sangue e di roba del genere?

    ———————————————

    A me pare che gli AntiRazzisti o presunti/autoproclamati tali si preoccupino invece del fatto che, pur essendo recessivi, i geni “da Bianchi” in generale e quelli recessivissimi (!) da “Norreni” in particolare … esistono ancora, e la loro stessa esistenza minaccia la “Dàivòrsiti”;) !

    Perciò SE davvero (!) volessimo diversità genetica … a maggior ragione dovremmo tutelare _ come tanto tempo fa suggerì provocatoriamente Mauricius _ gli Embrioni Bianchi (specie Norreni) Geneticamente Recessivi(ssimi), da innestare negli uteri di almeno il 60% Donne Fertili definite da Kalergi AfroAsiaticoLevantinoNegroidi, almeno al primo figlio !

    —————————————–

    Otherwise … AntiRacist is a CodeWord for AntiWhite ! 😉

    https://www.youtube.com/watch?v=V_SQuJk_flM

    … almeno lo si dicesse apertamente !

    • PinoMamet scrive:

      No, dai, questa non sta in piedi e basta.
      Nessuno ce l’ha con i biondi e non esiste nessun piano o nessuna volontà di farli scomparire. Raiga.

      • Peucezio scrive:

        Invece si vogliono far scomparire tutti: biondi, bruni, negri, gialli…
        E fare l’Uomo Grigio Universale (UGU, suona anche bene!).
        Ci sono personaggi che si sentono offesi e minacciati dall’esistenza stessa della varietà fenotipica umana.

        • Francesco scrive:

          te guardi una ripresa di un marciapiede di NY o LA o Parigi e pensi “so’ tutti uguali”?

          :0

        • PinoMamet scrive:

          Mmm in effetti sì, se non guardi le architetture. Quelle sono parecchio diverse.
          Invece un viaggio in metropolitana a NY o a Parigi (o a Milano) ti restituisce esattamente le stesse facce.

          Sia chiaro, dal mio punto di vista non è un male; neanche un bene; è così, semplicemente, e non credo che ci sia dietro nessun signor Kalergi. Non ce n’è stato mai bisogno, nella storia umana, di un signor Kalergi che “chiamasse” i Goti o gli Unni.

          • Francesco scrive:

            intendo dire ENTRO il marciapiede della singola città, non tra le città

            saranno anche uguali tra loro le città ma la folla in ognuna è estremamente multicolore

            ah, a Parigi è piena di bianchi, di arabi, di neri scurissimi; a LA è piena di bianchi, latinos, asiatici, a NY di italiani, russi, neri marroncini e portoricani

            siete voi che li vedete uguali!

            😀

          • PinoMamet scrive:

            Non ho capito la cosa del marciapiede, comunque ti informo che a Parigi gli asiatici e gli italiani e i sudamericani sono tutt’altro che rari..
            Davvero, non sto a fare le percentuali, ma la popolazione delle metropoli mi sembra davvero “ugualmente eterogenea.

            • Francesco scrive:

              e io invece ribadisco che ogni città ha la sua storia e la sua propria eterogeneità di popolazione

              😀

              PS per gli USA dovrebbe essere facile verificare, hanno la mania delle statistiche razziali, non so per Parigi

            • PinoMamet scrive:

              Che ogni città abbia la sua storia è indubbio, è il punto di arrivo che secondo me ormai è molto simile ovunque.

              Perché, per dire, dalle Filippine, ora di volo più o meno, è altrettanto semplice finire a New York come a Firenze.

              Dirai: vabbè ma dal Senegal è più semplice finire a Firenze che a New York… eppure anche lì, a sentire i casi di cronaca, salta fuori che il povero nero ucciso dalla polizia era appunto un immigrato dal Senegal o da un altro posto dell’Africa.

              E scopro per esempio che negli anni Novanta c’era a New York una temuta malavita albanese di recente immigrazione, proprio come in Italia.

              Insomma… tutto il mondo è paese, via.

              PS
              No, credo in effetti che Tokyo sia piena di coreani (non sempre distinguibili dai giapponesi, perché molti di seconda o terza o quarta generazione e nipponizzati anche nei nomi), di molti cinesi e di altri asiatici, mentre i neri (esclusi i turisti) siano pochini.
              Credo.

            • PinoMamet scrive:

              Comunque anche nel mio modesto non-capoluogo puoi vedere tutte le sfumature di nero (altro che cinquanta 😉 ) , indiani filippini coreani giapponesi latinoamericani e persino qualche maori o polinesiano vario, importato a scopo rugbystico.
              C’abbiamo persino gli ultraortodossi con i cernecchi (pochi).

              Insomma, la metropolitana di NY ci faun baffo!
              (E in effetti le passate amministrazioni spendaccione volevano farne una anche a qua, così, per non essere da meno 😉
              poi uno dice il senso della realtà…)

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            “Sia chiaro, dal mio punto di vista non è un male; neanche un bene”

            Mi chiedo sempre come faccia a non essere un male.
            Almeno per persone curiose come noi, che non sono rassicurate dall’omogeneità, ma incuriosite dal fatto di poter vedere sempre luoghi e cose diverse.

            • PinoMamet scrive:

              Perché per te la diversità in sè è un bene.

              Per me è un bene lo stile: mi dispiace molto l’omologazione verso il basso; ed è sempre verso il basso.

              Ma da un punto di vista “razziale”, mah, i popoli si sono sempre mescolati. Il mondo è semplicemente diventato più piccolo, per andare in Cina non ci vuole un anno di nave ma poche ore di aereo. E quindi…

              boh, se il mondo tornerà a essere grande, salteranno fuori nuovi tipi umani locali.

              • Peucezio scrive:

                E infatti io e Salvini e Trump lavoriamo perché torni ad essere grande 😉

                Scherzi a parte, ripeto, la questione è di misura.
                Il miscuglio rientrava in una dialettica che riproponeva sempre tipi locali.
                Come spiegava anche il Biasutti, la peculiarità etnica dell’Italia mica consisteva nell’avere un suo tipo razziale specifico, ma nel fatto che i caratteri delle varie razze (mediterranea, adriatica, alpina, nordica, qualche traccia di baltica) sono ingentiliti, temperati rispetto a quelli dei corrispondenti tipi transalpini.
                E comunque sono un sedimento plurimillenario.
                Davvero non vedo cosa ci si possa trovare di buono nella tabula rasa della complessità in favore di un minestrone tutto uguale dappertutto. Sono solo stimoli culturali in meno.
                Poi, per carità, de gustibus… Ma mi piacerebbe capire meglio.

              • PinoMamet scrive:

                Io però non capisco bene la tua domanda.

                Perché prima parli di varietà etnica, anzi, fenotipica, che è un’altra cosa ancora;

                e poi di stimoli culturali, che è una faccenda ancora diversa.

                A me, ti ripeto, dispiace per l’omologazione culturale: fosse per me la gente andrebbe in giro in abiti folkloristici, chi ha la fortuna o la sfiga di averli ancora, almeno la domenica o nelle festività.

                Dal punto di vista fenotipico, non riesco a vedere nulla di bene o di male.
                Semmai credo che l’ambiente eserciti un certo peso sulla selezione naturale (nei posti caldi ci saranno più persone con la pelle scura) nel corso di millenni, ovviamente.
                Ma proprio non riesco a immaginarmi nulla di male, o di bene, nel fatto che la popolazione italiana sia più alta o più bassa di qualche centimetro in media, o più chiara o più scura.

  23. mirkhond scrive:

    Che vuol dire raiga?

  24. Moi scrive:

    Esiste cmq, ma qui preferirei che ci dicesse la sua la Prof. Paniscus, il Paradosso Oggettivo (!) Genetico dell’ AntiRazzismo che deve stare dalla parte dei Popoli dai Geni Dominanti … visto che, dagli Anni Cinquanta in giù, chi ha scompigliato il Pianeta e relativa distribuzione demografica per ragioni di “Combattimento e Sottomissione per le Risorse Planetarie” erano Popoli dai Geni Recessivi !

  25. Moi scrive:

    E SE fra Tardo Reaganismo e Perestrojka fosse arrivato un Migrante 😉 da Cybertron per difenderci ? … Qualche XenoAutomatoFobo 😉 avrebbe da ridire ?!

    https://www.youtube.com/watch?v=0-5oZ89t4bc

  26. Moi scrive:

    Diego Fusaro VS Magliette Rosse Radical Chic !

    https://www.youtube.com/watch?v=jI37qmjuCIw

  27. mirkhond scrive:

    “Ma un socialismo cattolico, temperato con quel minimo di mercato che serve per non tarpare le ali all’iniziativa individuale e al naturale bisogno delle persone di possedere le cose che utilizzano, mi starebbe benissimo.”

    Condivido.
    Del resto è il programma della Rerum Novarum del 1891 di papa Leone XIII (1878-1903), ribadito da Giovanni Paolo II con la Centesimus Annus del 1991.

    • Francesco scrive:

      già, peccato che al 16 luglio 2018 sia solo una pia illusione priva di contatti con la realtà

      il “minimo di mercato” ha dimostrato una straordinaria forza eversiva della moderazione benpensante di noi clericali – e farne a meno è risultato più distruttivo delle bombe atomiche

      • mirkhond scrive:

        Troppo mercato produce miseria in chi non può reggere il ritmo del turbocapitalismo.

        • Francesco scrive:

          ma niente mercato cosa produce?

          a mio giudizio, c’è molto più posto nel mondo di mercato anche per chi ha un mediocre interesse a parteciparvi, che negli altri mondi

          di sicuro lo Stato sociale “grande” è un sottoprodotto dell’economia di mercato

          • Moi scrive:

            Troppo “Libero Mercato” una roba la produce eccome :

            Periferie Degradate e Violente !

            … Ormai quelle di Roma indistinguibili da quelle di Caracas !

  28. Moi scrive:

    Troppe polemiche (più che discutibili …) LGBTQ+ : Scarlett Johansson rinuncia al film biografico su Dante Tex Gill : Gangster / Pimp Transex F to M degli Anni Settanta !

    https://www.indy100.com/article/scarlett-johansson-rub-and-tug-movie-transgender-lgbt-community-backlash-8447016

    https://www.them.us/story/the-true-story-of-dante-tex-gill

    • Moi scrive:

      Mi raccomando: in Italiano “contemporaneo” 😉 se sono “èff-tù-èmm” si deve dire “lui”, se “èmm-tù-èff” invece si deve dire “lei”. Insomma, il contrario di quel che direbbe un esame del DNA !

  29. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    il “Socialismo Romagnolo” (come lo chiami tu …) ha funzionato … finché non ha scelto di diventare qualcosa di totalmente altro: sempre meno di Cultura Politica Europea e sempre più di Cultura Politica Statunitense !

  30. Moi scrive:

    Tàimàut ! 😉

    … Gli “Youtubers” rientrano fra i NEETs o no ?

    In genere si sentono “Imprenitori/trici” a parlare di qualsiasi cosa (cazzi loro, politically correct, nostalgici trentenni/quarantenni di film / cartoni animati vecchi, ecc …i DAMS andrebbero sostituiti direttamente con Corsi per Youtubers Reviewers 😉 …) e monetizzando le “viùs” 😉

  31. Moi scrive:

    … la mitica cameretta con ancora i poster e giocattoli dell’ infanzia, adibita a Sala Conferenze “Accaventiquattro” ! 😉

  32. Moi scrive:

    I cosiddetti NEET ci sono perché possono permetterselo.

    Cioè, perché i genitori consentono loro di fare i NEET, appunto, continuando a mantenerli in una situazione di (relativi) benessere, comodità e abbondanza, anche senza fare nulla.

    ————————————

    Giusto. Però è cmq strano che siano così tanti.

  33. Moi scrive:

    rectius : è cmq sorprendente che siano così tanti

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