Il Sacro

Qui fondo tre discorsi, che insieme ci rivelano cose molto profonde sulle ossessioni psicologiche che intrappolano la nostra specie, impedendole di capire cosa stia succedendo al pianeta stesso su cui vivono.

Il primo è un commento di Peucezio, che afferma:

Il punto sostanziale è che le vignette su Maometto o Anna Frank in Occidente non le puoi fare, quella su Cristo sì.

Starei per rispondere che le vignette su Maometto te le vieta, non certo lo Stato, ma qualche ragazzo di periferia che si assume comunque tutte le responsabilità di tale divieto.

Però Zeta offre una risposta molto più profonda della mia:

Distinguerei le cose.

Se sfotti Cristo qualcuno si arrabbierà, quasi sempre senza conseguenze di rilievo. La società occidentale è molto secolarizzata, il cristianesimo ha sempre meno peso e d’altronde i cristiani sono abituati alla satira.

Se sfotti Maometto qualcuno si arrabbierà, di solito senza conseguenze di rilievo e qualche volta con qualche conseguenza più seria. In parte perché molti musulmani ai margini della società trovano nella fede intransigente il loro riscatto (e probabilmente, come dice Miguel, vedono gli sfottò verso Maometto come sfottò verso i poveri e gli emarginati). In parte perché i leader del mondo arabo cercano di cavalcare eventi del genere per rastrellare consenso, con dinamiche non troppo diverse da quelle care ai leader della Lega.

Se sfotti Anna Frank si arrabbiano in molti, spesso con conseguenze più serie. Il ripudio dell’ideologia nazista, e l’orrore per lo sterminio – con particolare riferimento allo sterminio per gli ebrei – sono elementi fondamentali in tutte le società democratiche occidentali. Su Anna Frank, in Occidente, non si scherza, proprio come in Arabia immagino non si scherzi con Maometto, e direi – in fondo – per la stessa ragione.

A questo punto, interverrei io (per quelli che non hanno voglia di leggersi tutto quello che segue, diciamo che sono d’accordo sull’essenziale con Zeta):

Nessuno ha mai confutato le parole di Shakespeare, che restano valide oggi esattamente come allora; non solo, nessuno ha nulla di realmente utile da aggiungere a queste parole:

To-morrow, and to-morrow, and to-morrow,
Creeps in this petty pace from day to day,
To the last syllable of recorded time;
And all our yesterdays have lighted fools
The way to dusty death. Out, out, brief candle!
Life’s but a walking shadow, a poor player
That struts and frets his hour upon the stage
And then is heard no more. It is a tale
Told by an idiot, full of sound and fury
Signifying nothing.”

Gli esseri umani però decidono di dare significato ad alcuni oggetti.

Questi oggetti sono in genere piuttosto concreti, e li possiamo visualizzare nella nostra immaginazione: una bandiera, un santuario, Gesù, le Camere a Gas, Anna Frank, i Confini della Patria, i Compagni del Profeta. A volte sono solo leggermente più astratti – la Fede Cristiana, i Diritti degli Omosessuali, le Vite dei Neri, la Razza Ariana.

A tali oggetti, è vietato applicare l’acido dissolutore di Shakespeare.

Proprio questo divieto costituisce il Sacro.

Il Sacro richiede il silenzio, oppure il gesto rituale, lo stato d’animo che in inglese si chiama awe.

Il primo nemico della awe è la risata sguaiata, come sa chiunque cerchi di insegnare qualcosa a scuola. Questo non vuol dire che chi impone la faccia seria sia privo di senso dell’umorismo in altri campi: ma nel campo sacralizzato, è obbligatorio avere sempre la faccia compunta.

Il Sacro ammette lo studio teologico, ma mai l’analisi dissolutore.

Lo studio teologico si fonda sul Sacro, lo giustifica persino con la ragione, ma è solo un’ancella della sacralizzazione.

Ecco che si possono elencare le gloriose gesta degli antichi Germani, dimostrare l’esistenza di Dio o dedicare una vita intera all’esegesi dei detti del Profeta, come si possono studiare le vite degli Illustri Partigiani; ma certo mai in maniera problematica.

Ora, se life’s but a walking shadow, non esiste alcun modo di giocare con le ombre che sia davvero superiore a un altro: monarchia, califfato, repubblica, democrazia, dittatura, comunismo, libero mercato, stato nazione, governo universale…

Possiamo giustificare le nostre scelte solo sacralizzandole.

La violenza è normalmente nascosta: il coltello pugnala nell’ombra, e nessuno se ne assume la responsabilità.

Il Sacro, invece, richiede una violenza visibile.

Quando, in mezzo all’immensa illusione che è la nostra esistenza, tu dici: “Io decido che questo è vero e indiscutibile”, devi quasi per forza aggiungere, “e se ti metti a ridere, ti gonfio di botte.”

Dire, “ti gonfio di botte” mette a tacere le risate sguaiate e i dubbi: ti prepara allo stato di awe, dove resti – come richiede anche la pronuncia della stessa sillaba – a bocca aperta, e in silenzio. Di fronte a ti gonfio di botte (o ti licenzio, o ti banno da Facebook) non sono ammessi sghignazzi.

Ecco che la difesa del Sacro richiede sempre autodafè pubblici, esecuzioni in piazza oppure – per parlare dei nostri tempi caricaturali – la sospensione dal calcio per tutta la vita di qualcuno che stende il braccio destro in avanti per pochi secondi.

E’ molto facile capire questo meccanismo quando si tratta del nostro Sacro: è un meccanismo che applichiamo istintivamente, senza la minima  fatica.

Il problema è che il Sacro degli altri che ci risulta assurdo, irrazionale, un arbitrio violento:

e che cavolo, il tizio ha solo fatto una vignetta su Muhammad, mica ha offesa Anna Frank; ma su, quello ha detto che Gesù era figlio di padre incerto, mica ha deriso un ritratto di Atatürk…

Noi al massimo possiamo vagamente rispettare che quegli ignoranti di musulmanici, o quei fanatici di turchi, o quegli ossessionati di clericali, o quei pittoreschi indigenisti boliviani, abbiano qualche fissa che non dobbiamo prendere in giro perché siamo persone gentili. Ma mica è Sacro come le nostre fisse.

Solo se capiamo tutto questo possiamo liberarci dall’incantesimo. Solo Shakespeare ci può aiutare a farlo, però.

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118 risposte a Il Sacro

  1. habsburgicus scrive:

    Ecco che si possono elencare le gloriose gesta degli antichi Germani, dimostrare l’esistenza di Dio o dedicare una vita intera all’esegesi dei detti del Profeta, come si possono studiare le vite degli Illustri Partigiani; ma certo mai in maniera problematica.

    o, meglio quando si inizia a studiarle in maniera problematica, è indice che il Sacro sta cessando di essere tale
    pensiamo a de Wette (oggi obliato) che ad inizio Ottocento in pratica “distrusse” tutto l’Antico Testamento..de Wette era un protestante, anche acceso, ma era ormai molto lontano [forse senza saperlo] da Lutero e Calvino..applicò i metodi critici al Vecchio Testamento come se fosse uno scritto di Plauto e fece così radicale che addirittura oggi alcuni non osano superarlo ! l’ultra-radicale di Copenaghen Lemche (che nega storicità al V.T e lo ritiene un libro in essenza ellenistico) dice che pure Wellhausen (che passa per uno di sx..ai tempi di Pio X, di santa memoria, scomunica immediata se ti trovavano a leggere i libri di Wellhausen nei seminari :D) fu reazionario rispetto a de Wette
    ecco, per de Wette il Sacro cessò di essere tale

  2. Peucezio scrive:

    Miguel,
    secondo me stiamo parlando del “sacro” moderno. Che in fondo non è sacro.
    La pietas tradizionale non è affatto così: coi santi una volta la gente ci parlava, s’incazzava pure!

    L’uomo tradizionale non si sentiva offeso, semplicemente temeva il potere numinoso di tutta una serie di entità che lo circondavano e quindi cercava di ingraziarsele anziché di rendersele nemiche.

    Questo fatto dei gruppi che prendono qualche feticcio e lo erigono a oggetto del rispetto universale, tabù intangibile, è una cosa inedita.
    E più che di sacro, mi puzza di perbenismo.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Quindi secondo te i tabù sono un’invenzione recente?
      Il fatto che siano sempre esistite valvole di sfogo, ovvero una blasfemia accettata, conferma più che smentire.

      • Peucezio scrive:

        No, non il tabù in sé. In effetti l’ultima frase andava resa più esplicita.
        Oggi il tabù è spesso da una minoranza come simbolo della sua identità, pretendendo rispetto dal resto della società.
        Normalmente invece il tabù è una cosa interna al gruppo e non è certo vincolante per le altre comunità.

        I cristiani devono rispettare i simboli e le prescrizioni cristiane, non quelli mussulmani e viceversa. Anzi, direi che per un cristiano rispettare l’Islam è una forma di apostasia: se sei cristiano, ritieni gli islamici infedeli e come tali non solo non devi rispettarli, ma, anzi, devi combattere con ogni mezzo la loro falsa religione. E viceversa.
        E lo stesso vale per le varie confessioni cristiane fra loro.

        Diverso è il discorso per il paganesimo antico: lì effettivamente c’era una tendenza sincretistica. Ma perché si percepiva una generale partecipazione alla sacralità di ogni simbolo religioso.
        Oggi non è così, tanto è vero che si pretende anche dall’ateo e dall’agnostico che rispetti l’Islam, perché in realtà si pretende che rispetti i gruppi umani che lo professano.
        Il che di per sé non sarebbe sbagliato: rispettare le persone non è una brutta cosa. Ma diventa tabuistico, irrazionale e fanatico. Allora non è più rispetto delle persone, è sacralizzazione dei gruppi umani, delle minoranze in quanto tali.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Oggi il tabù è spesso da una minoranza come simbolo della sua identità, pretendendo rispetto dal resto della società.

          Ma il tabù è proprio roba della comunità nel suo complesso, non di singole sue parti. Il fatto che tu possa identificarlo con qualcosa di più ristretto (per esempio, l’albero sacro con chi ci abita proprio accanto…) non significa che non abbia pari valore per tutti.
          La sola differenza con il passato è che oggi la comunità è estremamente più estesa. Non dico che sia globale (tutte le comunità si percepiscono come “globali” per una deformazione prospettiva), ma è comunque molto estesa e al suo interno contiene tantissimi individui che non ci si riconoscono appieno.
          Se poi il problema è che l’Olocausto avrebbe riguardato solo poche minoranze, ti rimando di nuovo a Girard: il sacro e i tabù possono derivare proprio da linciaggi, ovvero situazioni in cui ad essere colpita è una minoranza costituita proprio da un’unità.

          • Peucezio scrive:

            D’accordo, certo che è della comunità nell’insieme.
            Ma in passato non c’era questa dinamica dell’offeso-offensore: l’infrangere il tabù offendeva tutta la comunità del suo insieme allo stesso titolo, perché a suo modo era simbolo di essa.
            Oggi, anche se alla fine il risultato è lo stesso (tabù per tutti), nominalmente si pone come rispetto di un gruppo.
            Cioè se io offendo gli islamici, vengo accusato di offendere una minoranza.
            In realtà, come giustamente fa notare Pino, chi me lo fa notare sono italiani borghesi, mentre gli immigrati islamici, tranne qualche esaltato, hanno altri problemi pratici di cui occuparsi.
            Ma ammetterai che erigere a tabù un sottogruppo della comunità è una cosa abbastanza piuttosto nuova.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Forse ho capito il fraintendimento. Tu ritieni che la foto di Anna Frank sia condannata perché offende gli ebrei e che quindi il nostro tabù sia l’offesa agli ebrei.
              In realtà non è così: il tabù è proprio la foto di Anna Frank, indipendentemente dall’offesa agli ebrei. Se pure non ci fossero ebrei, il tabù esisterebbe lo stesso. Anche l’offesa agli ebrei è tabù, ma non è una sorta di tabù di livello superiore, è un tabù legato allo stesso mito fondante, ovvero il momento storico da cui è nato il sacro della comunità. E quel momento è l’Olocausto.
              Facci caso: Anna Frank e gli ebrei ci sono certamente tra i tabù, ma ci sono anche cose che con l’ebraismo non c’entrano nulla, tipo camere a gas e forni crematori. Il comune denominatore non sono gli ebrei, ma l’Olocausto.

            • PinoMamet scrive:

              “. Se pure non ci fossero ebrei, il tabù esisterebbe lo stesso. ”

              Mi sento di confermare.

              Mi pare anzi che fuori da Roma, Milano, e forse Venezia e Livorno, dove capita di incontrare persone esteticamente riconoscibili come ebrei con una certa frequenza (in realtà soprattutto per la “rinascita” ortodossa dei Lubavicther), a parte questi casi insomma la popolazione italiana “scopre” che ci sono ebrei nella propria città con assoluta sorpresa, e non sapendo decisamente niente della loro presenza.
              (Specialmente i più giovani, ma non solo.)

              A parte i curiosi che chiedono “ma scusi, questa è la moschea islamica ?”
              (perché, esiste la moschea buddhista?)
              facendo la guida in sinagoga capita di trovare la signora che dice “io sono originaria di qua, ma non ho mai saputo che ci fosse una sinagoga ebraica… è da tanto che è aperta?”
              “Dal millecinquecento, signora…”

            • Peucezio scrive:

              Mauricius (e Pino),
              credo che ci siano un po’ tutte e due le cose.
              L’Olocausto è un tabù in sé e continuerebbe ad esserlo anche se domani, per incanto, scomparissero tutti gli ebrei in carne e ossa (per un certo tempo, poi decadrebbe, perché secondo me sono loro ad alimentarlo, ma non tanto in quanto li riguarda: secondo me alimentano anche quello di islamici, negri, omosessuali, donne, ecc.; ma ciò non inficia in nessun modo il discorso di Pino: gli ebrei sono l’essenza dell’Occidente, non sono certo un’alterità).

              Però la nostra civiltà ha anche l’ossessione della difesa delle minoranze. Non tanto in senso pratico, in relazione al loro benessere materiale, ma in senso simbolico: guai a offenderne una.

          • Peucezio scrive:

            Non so quanto ci sia in comune col Sacrificio di Cristo: un individuo non è una minoranza. Inoltre una divinità è cosa diversa da un normale membro della comunità: è normale sia sacra. Infine il tabù e il sacro si impongono quando l’individuo non è più una figura biografica concreta, ma un mito: quelli che l’hanno conosciuto hanno visto un uomo straordinariamente carismatico e gli hanno dato credito nel ritenerlo Dio, ma, insomma, era in carne e ossa, non era un oggetto di venerazione.
            Mentre ciò che chiamamo cristianesimo si può far partire da S. Paolo, che non l’ha mai conosciuto se non in visione.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Girard ritiene che il sacrificio di Cristo sia esattamente il contrario di un sacrificio tradizionale: la forma sarebbe simile, ma la sostanza sarebbe radicalmente opposta.

            • Peucezio scrive:

              Ma quindi sarebbe più vicino al “sacro” contemporaneo…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              No: è il sacro contemporaneo ad essere fondamentalmente precristiano e tradizionale.

            • Peucezio scrive:

              Allora non ho capito…
              Puoi chiarire?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Esiste un meccanismo vittimario in cui una comunità si abbandona a un linciaggio e poi crea un culto intorno al linciaggio che ha commesso e producendo una serie di tabù intorno a tutto ciò che ricorda quel linciaggio (antisemitismo, camere a gas, svastiche…). Questo meccanismo, secondo Girard, è tipico dei culti arcaici, ma lo si ritrova anche in epoca storica.
              Per una serie di ragioni (ci ha scritto un libro sopra…) lui dice che il cristianesimo fa eccezione a questo meccanismo, pur nascendo in fin dei conti intorno ad un linciaggio, ma questa secondo lui è l’unica eccezione, perché il meccanismo sociale spontaneo è quello tradizionale.

            • Peucezio scrive:

              Ma quindi dove sarebbe lo specifico del cristianesimo?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Nella decostruzione del meccanismo vittimario.

            • Peucezio scrive:

              Facciamo finta che ho capito…

              Mi ricordavo (non l’ho letto, ma conosco diverse persone che lo hanno letto abbastanza approfonditamente) una cosa del tipo che la differenza starebbe nel fatto che il sacrificio di Cristo avrebbe disinnescato il meccanismo del capro espiatorio, perché, ucciso lui, non c’è stato più bisogno di altre vittime.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Non disinnescato, ma proprio decostruito. E’ molto complicato e devo dire che non l’ho capito nemmeno io del tutto il ragionamento, e addirittura io credo che il meccanismo vittimario sia più complesso di quello descritto da Girard.
              Comunque la differenza principale è che nel racconto cristiano manca la figura del capro espiatorio e la presenza di una colpa da punire.

            • Peucezio scrive:

              Approfgondirò.
              Ho visto che la pagina di Wikipedia italiana su Girard è fatta molto bene, gli sto dando un’occhiata.

            • Z. scrive:

              Sto leggendo Girard pure io. Tanto la stagione di Diablo non è ancora iniziata.

              Vi saprò dire.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius fa scuola coi suoi autori di riferimento.

      • PinoMamet scrive:

        “Oggi il tabù è spesso da una minoranza come simbolo della sua identità, pretendendo rispetto dal resto della società.”

        Vedo da dove arrivi 😉 , come dicono gli americani, ma secondo me stai vedendo le cose a rovescio.

        Non è la minoranza che pretende un rispetto, che spesso non ha i mezzi concreti per ottenere
        (pensa all’Islam: in realtà, chi cavolo lo rispetta? e quando mai, comunque, l’operaio marocchino o il kebabbaro pakistano possono chiedere che la loro religione venga particolarmente rispettata, e più di quella cristiana maggioritaria?)

        è la parte “illuminata” della maggioranza (quindi, a sua volta, una minoranza) che ritiene:

        1-di dover fare una forte autocritica di ciò che ritiene “suo”, usi costumi tradizioni ecc.

        2-di dover accettare usi costumi e tradizioni altrui così come sono, in virtù del fatto che sono “altre” (“altro” è una parola che andava fortissimo in certi ambienti di sinistra: altroconsumo, “tradizioni altre”, altro questo altro quello) e quindi:

        a- esotiche ed affascinanti;
        b- oppresse da “noi” e da compatire;
        c- estranee antropologicamente e quindi esenti da giudizio morale (un criterio copiato dall’antropologia ed applicato fuori contesto: la vita non è uno studio etnografico, richiede anche giudizi morali)

        Di questa “minoranza della maggioranza”
        (i bianchi, sì; ma bianchi con una certa formazione culturale e inclinazione politica e sociale)
        e delle sue contraddizioni specialmente, abbiamo già nel blog il massimo esperto, che è Moi.

        • Peucezio scrive:

          Sì, sono pienamente d’accordo.
          Volevo esprimere il principio (secondo il tabù, il gruppo X va rispettato), ma effettivamente non è il gruppo X a chiedere il rispetto.

          E’ quello che ho spesso obiettato a Miguel, che parla di forza delle minoranze organizzate: non ho mai creduto al fatto che siano davvero i negri i portatori veri delle istanze dei diritti civili dei negri; lo stesso vale per le donne, gli omosessuali, ecc.

          Poi la forza delle minoranze organizzate diventa un corollario: se dai un’automobile a un tizio, il suo raggio di mobilità si amplia di molto, per forza di cose, ma non l’ha inventata lui, né te l’ha chiesta lui.

          • Lucia scrive:

            “non ho mai creduto al fatto che siano davvero i negri i portatori veri delle istanze dei diritti civili dei negri; lo stesso vale per le donne, gli omosessuali, ecc.”
            Beh, oddio, capisco la critica sulla falsariga del problema “può il soggetto subalterno parlare? E se non ha gli strumenti (perché sono forgiati da e su misura per la classe dominante) con che diritto e autorevolezza l’esponente ‘illuminato’ della classe dominante parla per lui?”
            Però
            Ormai (per fortuna) molti subalterni parlano – e d’accordo che non sono quasi mai i più discriminati della scala sociale, chè quelli probabilmente pensano a sopravvivere, e d’accordo che possono dirne anche i subalterni tante di cazzate (come tutti) – però soprattutto da qualche decennio a questa parte (ma pure le suffragette in un certo senso rientrano in questa categoria) lo fanno. Parlano, da loro. Non è un fattore da sottovalutare, secondo me.

            • Peucezio scrive:

              Mah…
              Ma è farina del sacco loro?
              O è ciò che gli hanno messo in bocca i gruppi egemoni?
              E spontaneamente avrebbero parlato nello stesso modo o in modo diverso?

              Un esempio lampante, in quanto estremo, sono gli zingari.
              Non è che la difesa dei diritti dei rom sia un’ossessione delle borghesie porgressiste contemporanee, né esiste un attivismo rom molto significativo, però, nella misura in cui c’è, si appropria di temi e di un linguaggio sideralmente distanti dalla cultura zingara, completamente artefatto, assimilato superficialmente dalle categorie e dagli schemi dei gagé.

              D’accordo, per negri (in America), donne, omosessuali, ecc., è diverso, il loro ruolo nelle battaglie a difesa dei propri diritti è molto importante e sono gruppi pienamente integrati nella cultura delle loro (cioè le nostre) società, quindi non sono portatori di modelli altri.
              Ma, appunto, proprio per questo non si capisce bene che alterità hanno da proporre.
              A quel punto preferisco l’alterità vera: mi è più simpatico un rapper negro gangster di quartiere rispetto a un universitario attivista afroamericano con i suoi libri e i suoi discorsi.

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              secondo te un Martin Luther King fa i discorsi dei bianchi perbene, perchè non ha una sua testa e una sua cultura per pensare?

            • Peucezio scrive:

              Ma lì è in Sudafraca, sono maggioranza.
              Ma ciò non toglie che ha sicuramente mutuato molte delle sue categorie concettuali e culturali dall’Occidente, più che dalla tradizione autoctona africana.
              Credo usasse l’inglese (o al massimo l’afrikaans), no? Quindi lingue europee.

            • Peucezio scrive:

              Scusa, pensavo a Mandela.

            • Lucia scrive:

              Beh, in un certo senso è un’operazione anche spontanea utilizzare (anche per criticarle) categorie egemoni/mainstream. Fa anche parte della evoluzione del pensiero umano, e anche le classi egemoni – più raramente – possono venire capte 😀 dalla cultura di popolazioni vinte. Stando che io problema del paternalismo è della “vera” voce dei subalterni esiste, quindi non voglio darti del tutto torto, allo stato di cose o ragioniamo su ogni (ok, alcuni scelti altrimenti non si finisce più 😀 ) discorso particolare o è come minimo poco rispettoso partire dal presupposto “se sei troppo simile a noi sei solo una marionetta che non pensa con la sua testa”

            • Moi scrive:

              riassunto di Peucezio sugli Zingari in due parole:

              Dijana Pavlovic … la Romnì “Boldrinista” 😉

            • Moi scrive:

              va be’: 4

        • Moi scrive:

          Grazie, Pino … mi sento lusingato. 🙂

          In realtà vi debbo dire che anche “da soli” non siete male a scovare certa AntropoFauna 🙂 …

          Cmq la cosa più pazzesca a mio avviso è l’ assimilazione che fanno fra

          pratiche antichissime “esotiche” basate sul
          No Limit per la Comunità (a spese dell’ Individuo) VS pratiche futuristiche “avanguardiste” Occidentalissime basate sul No Limit per l’ Individuo/a/* (a spese della Comunità) .

          • Moi scrive:

            *** Storiellina didattica, inventio di esempio provocatorio: ***

            il Geometra Filozzi e il Ragionier Fantini [cripto-cit. 😉 …] hanno in ufficio una Capa-Donna Femministoide dispotica ma arrogantemente vittimista … i due “ne hanno a basta” !

            Una sera accettano l’invito a cena da un amico Marocchino (anche “normale”, mica un Salafita o giù di lì !) che pur facendo un lavoro più umile e peggio pagato (al peggio non c’è mai limite) del loro … in casa fa rigar dritta la moglie con il velo (anche solo sui capelli !) proprio “in quanto donna” !

            I due Italici si sentono come entrati in una Stanza-Macchina del Tempo dagli Anni Cinquanta in giù. S’informano da chi di dovere, diventano loro (!) i Salafiti (o giù di lì) Acquisiti …

            un bel mattino dell’ 8 Marzo (anzi “Io Lotto Marzo” sic), esasperati perché se portano le mimose alla Capa-Donna sono Stalkers e se NON le portano sono Maschilisti … la prendono e la “sfrombolano” 🙂 giù dal decimo piano della SuperMegaAzienda inun liberatorio grido “Allah u Akhbaaaaaaaar !!!”

            … Chi è l’ Islamofffobbo/a/* Western White Cultural Suprematist che avrebbe da ridire ?!?!

            😉 🙂 😀

            • Moi scrive:

              Se un giorno di questi accadesse davvero qualcosa del genere, o saltasse fuori ch’è già successo ma me lo son perso … non me ne meraviglierei affatto !

              … Giovannino Guareschi rispondeva talvolta così ai giornalisti che gli chiedessero se le sue storie più “pittoresche” fossero reali o inventate.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Moi

              “*** Storiellina didattica, inventio di esempio provocatorio: ***”

              E’ autobiografica?

  3. Francesco scrive:

    Miguel

    hai mai letto un libro di Guareschi? credo distrugga la tua tesi, lì col Sacro c’è un rapporto “umano” che ha ben poco a che fare con l’awe inglese.

    senza mai sognarsi di mettere in crisi il Sacro, cosa peraltro abbastanza difficile: è del bigotto che si ride, non del santo.

    e quando ci provi, fai la figura da coglione di certi critici di Madre Teresa

    ciao

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      E’ da chiedersi quanto di sacro fosse rimasto allora nel sacro di Guareschi, visto che sacro significa proprio “altro” (anche per te, visto che pregando dici “sia santificato il tuo nome”, dove quel santificare indica proprio alterità).

      • Francesco scrive:

        ma Don Camillo ha pienamente presente che Cristo è “altro”, solo che è un “altro” che si è voluto fare prossimo, senza perdere nulla della sua “sacralità” o “altritudine”

        insomma, Vero Uomo e Vero Dio, come insegna la saggia teologica tradizionale

        🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “hai mai letto un libro di Guareschi? credo distrugga la tua tesi, lì col Sacro c’è un rapporto “umano” che ha ben poco a che fare con l’awe inglese. ”

      Riflessione interessante. Penso anche ai Racconti Indiani di Jaime de Angulo e al sacro mesoamericano. Probabilmente avere a che fare con coyote, santi, lingam, antenati e altre realtà poco intellettuali crea un tipo di sacro abbastanza diverso da quello di cui parlavo io.

      Non “distrugge” affatto la mia tesi, ma la delimita sicuramente al sacro istituzionale.

      • Francesco scrive:

        scusa ma per me “sacro tradizionale” arriva tranquillamente a come i miei nonni hanno vissuto la Fede cristiana

        per te?

        ciao

    • ruttone scrive:

      e quando ci provi, fai la figura da coglione di certi critici di Madre Teresa

      France’ ultimamente ti commento contro

      Ma madre teresa era un ragno velenoso da schiacciare

      • PinoMamet scrive:

        Non ho sottomano tutta la documentazione 😉 ma mi farei contare tra i difensori della suora.

        Mi pare che molte critiche siano decisamente ingenerose.

        “Ha costruito, come prima cosa, una casa per gente moribonda anziché un ospedale”: per gente moribonda rifiutata dagli ospedali…

        “Nei suoi ospedali è stata trovata poca igiene e cure improvvisate”: stiamo parlando del Terzo Mondo… la sorella di una mia amica fa il medico (niente di religioso, eh?) in Africa… si potrebbe dire che fa i miracoli, laicamente, ma sono sicuro che se diventasse famosa, qualche critico che trova da ridire ci sarebbe sicuramente…

        “Pensa che le sofferenze siano volute dalla Provvidenza”, cioè è cristiana…

        “Ha utilizzato i soldi di dittatori” mica per farsi la villa per piscina! in ogni caso ha fatto bene.

        Guarda, non voglio dire che fosse santa (quello spetta ai cattolici) e che il suo metodo non avesse difetti- probabilmente ne aveva più di uno- ma mi pare che descriverla come questo mostro affamato di sofferenze altrui sia stato un atto piuttosto meschino, proveniente da ambienti che per formazione religiosa (anticattolicesimo protestante, o anticristianesimo ateo) o per semplice invidia della fama, avessero il peculiare gusto di “sporcare” l’immagine altrui.

        • Moi scrive:

          Ruttone allude con ogni probabilità al cult book della UAAR di Christopher Hitchens …

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Che contiene le accuse riassunte da Pino…

            • ruttone scrive:

              alle quali credo abbastanza. intendiamoci, formalmente quella era una cristiana perfetta, nulla di quello che faceva è contestabile da chiunque sia cristiano

              io constato semplicemente che ci sono testimoni che hanno detto che lei apertamente rifiutava le pratiche fondamentali riguardo all’igiene etc etc

              Questo comportamento in un medico è inaccettabile, no? Allora se io divento madre tereso e faccio na trasfusione de nafta allora non ho colpe perché lo facevo per il Signore. E siccome è il terzo mondo va tutto bene hanno solo la nafta. insomma che cazzaccio di merito avrei se quello deve morì uguale?

              Madre teresa sta bene insieme ad altri beniamini come lady diana, bono vox e papa wojtila. Magari al giudizio universale ci delizieranno con un bel concertino per alzare i soldini per qualche buona causa (la loro). Jovanotti che rincorre il pulmino della turné

            • ruttone scrive:

              E urla: afpettatemi

            • Moi scrive:

              @ RUTTONE

              Jovanotti che urla “aFpettatemi !” rincorrendo il pullman è stupenda !

            • Carlo scrive:

              Sul rifiuto delle norme igieniche, temo che più di un rifiuto ci fosse l’impossibilità di farle rispettare, comunque madre Teresa non era medico, né si è mai spacciata per tale quindi non faceva operazioni o simili, si limitava ad assistere i morenti.

            • ruttone scrive:

              si limitava ad assistere i morenti.

              A me la logica de “soffriamo insieme” non piace nemmeno per il cazzo.

              Quella i soldi li teneva per fare la superstar ma non ce li aveva per far bollire l’acqua e sterilizzare gli aghi.

              A lei e a tutto il teatrino de morti de fama non va proprio riconosciuto un cazzo

            • PinoMamet scrive:

              Ruttone,

              a nessuno piace la logica del “soffriamo insieme”, ma la trovo sempre migliore di quella del “soffrite pure da soli abbandonati per strada in mezzo alle cacche di cani”.

              Io poi non so se a Madre Teresa di Calcutta piacesse essere diventata, a modo suo, una celebrità
              (nel qual caso, sarebbero fatti suoi e del suo confessore)
              o lo facesse solo per raccogliere fondi;

              fatto sta che ‘sti fondi sono stati reinvestiti in ospedali ecc. ecc.

              Poi si può criticare la gestione di questi ospedali: era meglio farne pochi che funzionano alla perfezione, o molti che funzionano così così?
              Ed è un altro discorso diverso dalla demonizzazione della suora albanese, che onestamente non credo si meriti.

              Francamente, dopo aver sentito i racconti provenienti dalla conoscente medico in Africa, dove capita che malati gravi debbano percorrere un centinaio di chilometri per raggiungere l’ospedale- un ospedale purchessia;
              dove i turni di lavoro sono, in pratica, di 24 ore su 24;
              e dove bisogna trafugare medicinali nelle valige, tornando dall’Italia, perché per motivi amministrativi, di accesso agli aiuti ecc., i governi locali non li lasciano entrare volentieri;

              dopo tutto ciò, ecco, non mi scandalizzo troppo nel sentire che le condizioni igieniche negli ospedali di Madre Teresa lasciano a desiderare, e non ci vedrei dietro, come i malpensanti, il sadismo della suora che vuole che tutti soffrano eprché, si sa, i cattolici sono tutti sadici e bastardi.
              😉

            • Francesco scrive:

              >> A me la logica de “soffriamo insieme” non piace nemmeno per il cazzo.

              posizione un pò del cazzo, che suggerisce che ci possano sempre essere alternative alla sofferenza. invece per quelli di cui si occupava Madre Teresa non c’era nessuna speranza di evitare nè la sofferenza nè di crepare. e quello lo stesso gli dava un attimo di considerazione da esseri umani: che sia questo che fa incazzare nazionalisti indiani e atei fanatici?

              PS manco a me la sofferenza piace, però mi rendo ben conto che non averci a che fare non è merito mio

          • Francesco scrive:

            veramente IO alludevo alle cazzate scritte da Hitchens, esempio preclaro di malafede (almeno in questo caso, lo conosco poco non condividendo la passione per lui di Ferrara)

            • Carlo scrive:

              Secondo me nel caso di Hitchens più che di malafede bisogna parlare di visione eccessivamente ideologica unita all’incapacità di mettere i fatti nei loro contesti, due elementi che combinati danno vita a una cosa simile al “sacro istituzionale” di cui parla Miguel solo che in negativo: la demonizzazione.

            • Francesco scrive:

              OK ma, Porca Libera Professionista del Sesso, i numerosissimi miserabili che crepano di fame sui marciapiedi di Calcutta sono un bel macigno di contesto da non voler vedere!

              Ciao

  4. Moi scrive:

    In pratica, il “Sacro” è la “Proprietà Privata delle Divinità” … Esseri Spirituali e Metafisici.

    … Che però esigono che venga bruciato per loro del grasso surrenale da sniffare per calmarsi, o fanno sfracelli.

    😉

  5. Horatio scrive:

    Il punto di vista di Miguel mi sembra quello di un Meleto che osserva un mondo pieno di Eutifroni. E però non è così. O almeno non è solo così. C’è ancora qualcosa di folle e leggero. A entrambi (e a tutta la cultura occidentale novecentesca, soprattatto quella che si è formata, ovvero suicidata nelle scuole) mi sembra sfugga qualcosa di essenziale per la cultura europea.

  6. Moi scrive:

    Una provocazione di Miguel che condivido è che il Vero “Sacro” (separazione dal resto, guai a chi lo tocca …) dell’ Occidente sono la Proprietà Privata e il Libero Mercato (di cui Gender,Politically Correct, etc… sono sottoprodotti a tutela del/la/* Consumatore/trice/tr*) In un certo senso, si può loro “Offrire in Sacrificio” l’ intero ecosistema planetario !

  7. Moi scrive:

    . In senso stretto, si definisce sacro ciò che è connesso all’esperienza di una realtà totalmente diversa, rispetto alla quale l’uomo si sente radicalmente inferiore, subendone l’azione e restandone atterrito e insieme affascinato; in opposizione a profano, ciò che è sacro è separato, è altro, così come sono separati dalla comunità sia coloro che sono addetti a stabilire con esso un rapporto, sia i luoghi destinati ad atti con cui tale rapporto si stabilisce.

    http://www.treccani.it/vocabolario/sacro1/

  8. Moi scrive:

    BREAKING NEWS IN TOPIKERRIMO 🙂

    l’ ultimissimo Sacro Identitario rimasto in Italia è crollato con la commercializzazione degli insetti, dopo che l’ ha tolta tanti prodotti tipici … o si distrugge per sempre dando a damnatio memoriae UE e PD fra pochi mesi o sarà la Fine Kalergica Gastronomica della Civiltà Umana !

    So che ci sono Fricchettoni entusiasti, magari già Etnico-Crudisto-Vegani Specisti (!!!) che useranno insetti al posto di integratori da farmacia: bene, l’ Unione Sovietica _ per carità, era quello che era … ma bisogna lasciarla stare per quanto riguarda [cit.] _ il buon vecchio concetto di Nemici del Popolo !

    • Davide Troiano aka daouda scrive:

      Ma gli insetti sono animali punto e basta.
      Se abbiamo importanto l’aranci e li pommodori e le patate non sarà un problema colli insetti. Tanto li sapremo cicinà a modo

    • Roberto scrive:

      Ma io una cosa la vorrei sapere: se a uno gli piacciono gli scarrafoni e se li fa fritti con puré di termiti….a te che te ne frega?
      Mica nessuno ti obbliga a mangiare scarrafoni….

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Overton.

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        questi sono proprio i limiti del pensiero liberale.
        La gente va educata.
        La civiltà non può essere un’opzione individuale.
        Il rifiuto dei cibi ripugnanti va imposto.
        Nessun genitore assennato consentirebbe che il figlio mangiasse per terra o con le mani per non reprimerne la creatività e la libera espressione, benché il cibo non venga meno alla sua funzione nutritiva anche se consumato per terra o con le mani.
        Le opzioni gastronomiche non sono neutre e non sono legate solo a ragioni pratiche o di salute.

        • Roberto scrive:

          Vabbè ma ripugnante è molto soggettivo. Io trovo ripugnante il tofu manica voglio proibirlo…

          • Peucezio scrive:

            Non sono d’accordo.
            La ripugnanza è un fatto culturale, quindi collettivo.
            Poi ci sono oscillazioni individuali.
            I nobili europei almeno fino al ‘700 non si lavavano mai e puzzavano come maiali, eppure nessuno ci faceva caso. Oggi, se passiamo a dieci metri da uno che non si lava mai, ci viene il vomito.

        • ruttone scrive:

          io preferirei prima informarmi su quale sia il loro vantaggio nutritivo e salutistico ed assaggiare se mi piacciono, prima di sparare cazzate sulla funzione genitoriale, liberalismo, e civiltà e complotterie, perché le prime sono alla base di una decisione oggettiva, il resto è chiacchiera

          ah tanto perché a te te piace la Tradizione con la lettera grande, i romani mangiavano le larve di tarlo: https://en.wikipedia.org/wiki/Cossus_cossus

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Le opzioni gastronomiche non sono neutre.”

          Assolutamente d’accordo. Penso a:

          1) spreco di cibo nei ristoranti
          2) allevamento intensivo per carne che consuma enormi aree di terreno potenzialmente agricolo
          3) ormoni nelle carni (in Italia usano gli antibiotici, quando beccano gli allevatori li multano, ma il guadagno è molto superiore alla multa)
          4) contenitori per il cibo come i biscotti del Conad con la scritta “Conad per l’ambiente – l’imballo va nell’indifferenziato”
          5) i piatti di plastica nelle mense scolastiche per risparmiare un po’ di soldi al Comune
          6) le merendine piene di zucchero con involucri di plastica fatti in Cina
          7) gli uliveti industriali in Tunisia che distruggono l’agricoltura locale ma fanno marcire le olive sugli alberi nostri.

          Ce ne sarebbero di cose da vietare.

          • Peucezio scrive:

            D’accordo, ovviamente, ma il mio era un discorso sul versante del consumo, del gusto, del costume.
            Indipendentemente da come si produce, i valori sociali, di gusto e di costume espressi da una bistecca sono più o meno gli stessi di quando si faceva c on allevamenti non intensivi (certo, quella era più saporita, ma, insomma, di bistecca parliamo).

            Io separerei le conseguenze materiali delle cose dal valore simbolico, sociale e culturale delle stesse.
            Il primo è fondamentale e non se ne parla mai abbastanza, ma per chiarezza concettuale io credo che i due piani vadano distinti.
            Poi se ne possono analizzare le interazioni e ricomprenderli in uno schema più ampio.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “D’accordo, ovviamente, ma il mio era un discorso sul versante del consumo, del gusto, del costume.”

              capisco benissimo, infatti il mio non è un discorso “materialista”.

              Per me è qualcosa di molto viscerale ed emotivo, lo schifo che provo dopo la festa di compleanno a vedere le montagne di piatti di plastica, il ricordo delle tartarughe che ho visto strozzate da buste di plastica, la vergogna che provo a pensare che certe cose vengano presentate come del tutto normali ai figlioli.

              Poi dopo arriva il discorso razionale, ecologista, eccetera eccetera.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “Io separerei le conseguenze materiali delle cose dal valore simbolico”

              E poi, cosa c’è di più simbolico della plastica?

            • Roberto scrive:

              Tu secondo me saresti felicissimo in Lussemburgo. Fammi sapere quando vieni

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              d’accordo.
              Se fossi vissuto all’epoca dell’introduzione della plastica sarei stato senz’altro contrario.
              Non penso sia stata introdotta con una misura legislativa, ma semplicemente secondo meccanismi commerciali. Ma una misura legislativa si poteva sempre invocarla per vietarla.

              Molte cose di cui parli in generale sono comportamenti di fatto. Come tali, non facili da controllare.
              Ma non avrei problemi a invocare misure atte a reprimerli.
              Effettivamente cose introdotte per legge tendono a impressionare di più (non dico sia giusto): ci indignamo se la gente butta le cartacce per terra anziché nel cestino, ma se si facesse una legge che stabilisse che si devono buttare per terra, o anche solo che si possono, cioè se anche solo il legislatore si scomodasse per rendere leciot un comportamento così incivile, tenderemmo a scandalizzarci molto di più, perché sarebbe il sugello legale, la legittimazione ufficiale.

          • Z. scrive:

            Ma chissene degli insetti! In Italia c’è gente che mangia tortellini al ragù e alla panna. Alla panna. Giuro.

            Ed è legittimo venderglieli. Nessuno va in galera.

            Occorre una Lebensmittelkulturkampf che faccia pulizia di questa Attentatweltanschauung onde ripristinare il nostro Ortgeist.

          • Roberto scrive:

            Puoi precisare il tuo punto 7 che mi sembra fuori dal mondo?

            • Francesco scrive:

              Ohi, non ti sei accorto che Miguel, come il Papa e altri loschi figuri latino-amerindi, è un eretico che nega i vantaggi del Libero Commercio?

              che è un pò come negare che la luce del giorno provenga dal Sole ma più di moda

              😉

  9. Moi scrive:

    Diciamoci la verità: un libro-invettiva, tipo quello di Hitchens … una volta letti i punti riassuntivi, serve davvero perder tempo a leggerselo tutto ?

    … In termini di Logos, dico: è chiaro che se uno vuol leggerselo in termini di Pathos è tutt’un’ altra rumba (letto com’è scritto) !

    • Moi scrive:

      invece la trilogia della Fallaci è uno Tsunami in piena … Pathos puro, uno sfoggio acrobatico di retorica da (senza disprezzo !) Artista Circense: NON è organizzabile per punti !

      • ruttone scrive:

        non me la sono mai letta, perché a giudicare dallo spessore deve essere eccezionalmente verbosa

        Hitchens non mi sta antipatico ma la Fallaci sì

        ma sono entrambi lo stesso tipo di merda: gente vanesia ed egocentrica, il cui scopo nella vita è stato avere ragione sugli altri nella maniera più facile e più prepotente. dei bulletti a cui sono state risparmiate delle mazzate fortissime. (probabilmente altri le hanno prese al posto loro)

        Infatti entrambi erano comunisti da giovani e liberali (nel senso europeo) da vecchi

        A loro ci sta Ferrara che fa da analogo a Jovanotti nel commento sopra

  10. Moi scrive:

    Una giusta osservazione di René Girard è senz’altro la difficoltà di saper trovare il giusto mezzo tra ingenuità e cinismo … che dovrebbe essere il buon relazionarsi del Cristiano nel Mondo.

  11. Moi scrive:

    Uno dei “Sacri” più strani di sempre:

    https://en.wikipedia.org/wiki/John_Frum

    Il Culto di John Frum …

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Uno dei “Sacri” più strani di sempre: ”

      Fantastico.

      E’ un santo alla Guareschi però, nessuno si sognerebbe di metterti al rogo o bandirti da Facebook se non ci credi.

      • Moi scrive:

        … pensa mò, se potesse scrivere del Partito che dopo essersi asservito al Turbo Liberismo AnarcoApolide ha sostituito “Insetti e Precariato ad Vitam” a “Pane e Lavoro” pei Trinariciuti !

  12. Moi scrive:

    This is February 15, John Frum Day, on the island of Tanna in the South Pacific nation of Vanuatu. On this day, cult followers from all over the island come to the village of Lamakara at Sulfa Bay to march, raise their flags and celebrate. The leader at this time was Mellis who has since died and his son Isaac Wan has inherited the leadership mantle.

    https://www.youtube.com/watch?v=YfSC6RDyVA0

    The Fantastic Invasion John Frum and USA

    https://www.youtube.com/watch?v=gFKfqrdP6xs

  13. Moi scrive:

    All’ epoca veniva bollato come”Bufala” … oggi si scopre che era vero:

    http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/10/28/salvini-insetti-a-tavola-ue-si-fotta_b17dca01-0883-428b-b568-d3d154f460fd.html

    Salvini, insetti a tavola? Ue si fotta
    Se questo è il futuro folle che ci prepara l’Ue, andiamocene

    • Roberto scrive:

      Se non ricordo male, si bollava come bufala l’assurda idea di “obbligo” che hai espresso ancora ieri.
      Che ci sia da tempo un “semaforo verde” in pentola, era noto a tutti

  14. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=dYD_AvAgciQ

    Dalla vostra parte – L” UE ci fa mangiare insetti – Il pane di Altamura da difendere dall’ UE

    ————————————————————————-

    https://www.youtube.com/watch?v=HDFLpF12ndY

    Matteo Salvini: “Da Gennaio 2018 l’Europa ci farà mangiare gli INSETTI, con la complicità del PD”

    • Francesco scrive:

      ecco, queste in verità mi fanno più curiosità che ribrezzo

      ho sognato che Salvini non esisteva più: è vero? o è stata solo la peperonata?

      🙂

  15. Moi scrive:

    … e i media man stream entusiasti che si deve essere “open màindid”

  16. Moi scrive:

    Ma non è che quei 2/3 d’insetti spariti in Germania … i Crucchi se li son taffiati tutti ?! 😉

  17. Moi scrive:

    Oh … eccolo qui il Piddume ,nel Losco Figuro di Maurizio Martina :

    https://www.youtube.com/watch?v=clxDGXnL1nU

  18. Moi scrive:

    … Dov’è finito il Kavod 🙂 di Grog, con il Ruach-Bzazzz ?! 😉

  19. Moi scrive:

    Quando la Meloni lo disse due anni fa … gli Zerbini del Potere dicevano che era una bufala:

    https://www.youtube.com/watch?v=kyc2P17Mbfg

  20. Moi scrive:

    Cmq se davvero meritiamo di sparire sommersi da insetti e Musulmani … sia !

  21. Moi scrive:

    @ ZETA

    SE è vero che al Parco Nord cesserà finalmente lo strazio della Festa del Giornale Traditore-di-Sé 🙂 … ci andrai (si vocifera Unipol Arena di Casalecchio) “al Stènd di Burdigón” ad assaggiarne i suoi manicaretti onde mostrare la tua Incrollabile Fede Politica ? 😉

    • Moi scrive:

      … oppure c’è chi dice che La Festa (per antonomasia) tornerà in Montagnola … come nei Fifties in cui giganteggiava la Madre Patria Sovietica in un’ Europa allora-ancor degna di cotal nome !

    • Z. scrive:

      Chissà se la faranno davvero a Casalecchio. Mi sembra comunque una prospettiva ottimistica. Forse non la faranno proprio più.

      Secondo me gli insettazzi saranno il cibo del futuro. Un futuro in cui spero di essere morto da tempo 😀

  22. Moi scrive:

    @ PINO

    La “kasherut” degli insetti dipende da “combo” 😉 tipo “non mettere aracnidi ed esapodi o i coleotteri e lepidotteri nello stesso piatto” … giusto ?;)

  23. Moi scrive:

    Sincretismo Partenopeo di Pino Daniele & Renato Carosone :

    http://www.senzalinea.it/giornale/napoli-etnica-quando-gli-insetti-diventano-cibo-gourmet/

    😉

    o’ scarrafone …bell’e piatton’eeeeee !

    La Fav’ina di Gv’illo (… NON Beppe !) diventerà una Moda Radical-Chic … me lo sento !

  24. Moi scrive:

    @ IZZALDIN

    Sei andato anche te alla scorpacciata assieme ai Professoroni di SX ma (!) che esigono il “Vossia” ?

    http://www.lasicilia.it/news/cibo-salute/80546/gli-insetti-compatibili-con-l-alimentazione-umana-ecco-la-dieta-del-futuro.html

  25. Roberto scrive:

    Comunque è il momento di sdoganare il casu marzu

    http://www.agrodolce.it/2016/08/01/casu-marzu-il-formaggio-piu-pericoloso-al-mondo/

    (Per me no grazie, mi accontento del porcetto)

    • Peucezio scrive:

      Noi a Bari ci abbiamo u fremmagge punde, che in sostanza è la stessa cosa.
      Non è certo una novità.
      Una cosa comunque è mangiare un formaggio in cui ci sono stati i vermi, un’altra è mangiarsi un piatto di vermi!

  26. Francesco scrive:

    Allora, Miguel, mi devi ancora dire se con Guareschi ti ho convinto che esiste un Sacro che non è solo awe e che quindi non ha le conseguenze che tu ne trai!

    Ciao

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