Crimini contro l’umanità

Sicuramente ognuno di voi conosce qualche Mostro reo di crimini contro l’umanità, a partire dal giovin sgozzatore dell’Isis, fino ad arrivare – secondo le antipatizzazioni personali – a Renzi, Grillo, Salvini, la Boldrini o Trump.

Siccome conosco solo superficialmente Renzi, e gli altri non li ho mai incontrati, mi limito a raccontarvi di alcune persone che stanno lavorando davvero per trasformare il futuro dei nostri figli in un inferno.

Ora, noi, per quel poco che ci possiamo capire, sappiamo che più si spreca, si affumica, si consuma, più salato sarà il conto per i nostri figli. Qualcuno dice che camperanno parecchio peggio di noi, qualcuno dice che creperanno tutti.

Mancandoci la macchina del tempo, non possiamo certo dire chi abbia ragione. Però il problema di fondo è assolutamente lampante.

La prima rea di crimini contro l’umanità è una signora nostra, incinta al settimo mese, che se ne sta sulla panchina a fumarsi una decina di sigarette nel giro di un paio d’ore (“i’ddottore m’ha detto che fino a tre al giorno ne posso fumare!”).

Poi, siccome oggi si fa la festa dello sport del quartiere da noi e tocca concludere con un’orgiastica merenda, c’è un signore che tira fuori tutti i piatti di plastica possibile, e li mette a disposizione dei bambini, che poi li disseminano per il giardino. E quando vado in giro a raccoglierli, faccio presente ai babbi che io li devo raccogliere, e quelli, che non si sognano di raccoglierli loro, mi rispondono, “eh son bambini!”

Il terzo criminale contro l’umanità – anzi i terzi – sono alcuni babbi che, siccome si fanno vedere di rado perché lavorano troppo, decidono il fine settimana che devono accompagnare i figlioli alla partita di calcio, così si sentono meno in colpa.

E va a finire che ci vanno con sei macchine, a portare undici giocatori. Ne sarebbero bastate la metà. E se tutti al mondo avessero ragionato allo stesso modo, magari quegli undici giocatori sarebbero campati qualche anno in più in buona salute.

C’è davvero da sentirsi, come dice Jorgen Randers, un uomo depresso con un viso sorridente.

Ma domani, se avrete il coraggio di riaprire questo blog, vi presenterò il peggiore di tutti i criminali.

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493 risposte a Crimini contro l’umanità

  1. Lord Attilio scrive:

    Il problema è che come aveva intuito in maniera intelligente Gunther Anders, siamo animali troppo rozzi e arretrati rispetto a ciò che abbiamo prodotto. Per cui non siamo in grado di utilizzare le cose in maniera adatta al nostro periodo storico. La mia soluzione sarebbe lo statalismo totalitario comunista ed ecologista, ma bisogna mettere in conto che dei danni collaterali ci saranno sicuramente.

    • Carlo scrive:

      Per quanto riguarda le fumatrici incinte una tipica scusa da esse addotta è quella secondo cui “se non fumo divento nervosa e sicuramente il fatto di essere nervosa nuoce al bambino che porto in grembo più del fumo stesso”, prove di questa fantastica affermazione, però, non ne ho ancora viste.

      • paniscus scrive:

        Si, più o meno le stesse che poi dopo la nascita del bambino proveranno distrattamente ad attaccarlo al seno per i primi tre o quattro giorni, e poi concluderanno immediatamente che è meglio rinunciare perché è troppo stressante, troppo ansiogeno e troppo faticoso, e non si può mica stare a disposizione 24 ore su 24, e non si può mica sopportare la tensione di non sapere quanti grammi ne ha preso, e che “per il bambino è sempre meglio avere il latte artificiale da una mamma serena piuttosto che il latte materno a tutti i costi” da una mamma stressata“.

        Poi dopo sei mesi vanno a sfogarsi con quell’altra mamma che allatta ancora, e declamano: “Che bello, come ti invidio, quanto sei fortunata ad avere il latte, io ci ho provato ma purtroppo ne avevo poco e mi è andato via subito!..

        Fermo restando che esporre il bambino al fumo fa molto peggio del latte artificiale, ma la mentalità è la stessa.

        • Peucezio scrive:

          ““per il bambino è sempre meglio avere il latte artificiale da una mamma serena piuttosto che il latte materno a tutti i costi” da una mamma stressata“”

          Come quelli che dicono che è meglio stare con un solo genitore (o alternandosi) sereno che con entrambi i genitori che litigano.
          Magari meglio stare con un padre spacciatore di droga, che quindi, essendo ricco, è più appagato e contento, che con un padre impiegato, di cui il bambino percepisce la frustrazione.

          Discorsi così meriterebbero la fucilazione sul posto ipso facto.

          • Z. scrive:

            Ottimo. Ora sii conseguente, vieni a Bologna e fucilami 🙂

            • Francesco scrive:

              Vengo anch’io, perchè i luoghi comuni inutili vanno bene ma quelli dannosi meglio fucilarli da piccoli.

              PS Z, ce li hai i fucili e le munizioni?

          • paniscus scrive:

            per Peucezio: in realtà non vorrei essere fraintesa, è vero che ho ipersemplificato.

            Cioè, ammetto che gli allattamenti difficoltosi esistano (ma potrebbero essere molti di meno di quanto si ritiene, se si venisse correttamente informate in anticipo sugli accorgimenti da prendere subito), e ritengo che non ci sia nulla di male a smettere se la cosa dovesse veramente diventare motivo di ansia e di stress eccessivo.

            Quello che trovo ipocrita è il non provarci nemmeno, o il rinunciare alla primissima difficoltà che si sarebbe sistemata da sola nel giro di pochi giorni… per poi ribadire il ritornello del “beata te che hai avuto la fortuna di avere il latte, io invece no”.

            Poi, dopo 10 o 12 anni, te le ritrovi allo stesso modo a guardarti con gli occhi sgranati dall’invidia perché “hai avuto la fortuna straordinaria di avere figli che non stanno tutto il giorno a spippolare sullo smartphone, io sono disperata, non so più come fare a limitarglielo” .

            Ma non è che sia stata tutta ‘sta grande fortuna casuale, semplicemente è stata fatta una scelta educativa coerente e ben preparata a lungo termine, anche con fatica e determinazione da parte dei genitori, e soprattutto con esempio personale quotidiano…

            E chiudo qua lo spin-off fuori tema.

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              “Cioè, ammetto che gli allattamenti difficoltosi esistano (ma potrebbero essere molti di meno di quanto si ritiene, se si venisse correttamente informate in anticipo sugli accorgimenti da prendere subito), e ritengo che non ci sia nulla di male a smettere se la cosa dovesse veramente diventare motivo di ansia e di stress eccessivo. ”

              Una volta per questo c’era la balia e se si agisse con un minimo di criterio sarebbe fattibilissimo anche ora, basta rivolgersi a qualche mamma immigrata, di queste che sfornano figli spesso e che sarebbero ben contente di guadagnarsi qualcosina in più.
              Si è sempre fatto, da che mondo è mondo, d’altronde.

            • Peucezio scrive:

              Comunque a non allattare (o non far allattare) c’è sempre di male.

      • Un preservativo costa un euro.
        E con questo chiuso il discorso.

    • Z. scrive:

      Come funzionerebbe il progetto per lo stato totalitario eco-comunista?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Basta applicare un rigido razionamento a tutte le risorse, basato sullo sfruttamento globale esclusivamente di uno stock sostenibile e niente di più, per poi dividere tutto in parti uguali. Ovviamente nessuno sarà d’accordo e chi non è d’accordo lo fuciliamo in modo tale da ridurre anche l’impronta ecologica complessiva.
        Mondo salvato.

        • Francesco scrive:

          chi applica? chi fucila? chi fa i calcoli ufficiali dell’impronta? chi decide cosa sacrificare (le auto, i saponi, gli aerei, Internet, i preservativi, i libri, i sacchetti di plastica, i Playmobil, le bambole gonfiabili, i vaccini)?

          un pò di dettagli, SVP

    • Francesco scrive:

      comunista ed ecologista non hanno molti precedenti storici positivi, nel senso di stare insieme

      e poi che partito comanda? rossi o verdi?

      su su, fidatevi tutti del PCC, loro ci stanno pensando

      😀

      • Z. scrive:

        Eh, anche per questo sono abbastanza perplesso.

        Il PCC ha risolto la questione al contrario: non sono ecologisti, ma neppure più comunisti 🙂

        • Francesco scrive:

          per il comunismo non so ma da un pò si vantano di essere verdissimi

          e tenderei a credergli

          • izzaldin scrive:

            non sono comunisti alla bolognese, questo sicuro.
            però in Cina tutti hanno la possibilità di fare una doccia al giorno, non di più, e questa è una gestione di risorse simile a quella utopica paventata da Mauricius poco sopra.
            Io non sono particolarmente amante del sistema cinese, per il solo fatto che non ci sono mai stato in cina e ne so abbastanza poco. però che piaccia o no il modello di “capitalismo comunista”, va detto che la gestione di un sistema-paese così gigantesco come la Cina presuppone una conoscenza del rapporto fra risorse e popolazione e soprattutto una serie di azioni concrete per evitare che il sistema collassi.
            Leonardo Di Caprio ha fatto da poco un documentario sul global warming e nel film a un certo punto va in Cina e mostra come, rispetto all’America, il problema del surriscaldamento globale sia affrontato senza reticenze e senza gli isterismi di chi come Trump dice che il global warming non esiste.

            • Francesco scrive:

              bella fonte però

              lui anche in Cina si farebbe tutte le docce che vuole

            • izzaldin scrive:

              no no la fonte è un caro amico che è stato in Cina per lavoro e mi ha detto appunto che, piaccia o no, la gestione di un sistema così immenso e complesso richiede una preparazione non indifferente.
              Di Caprio mostrava una app che informa sulle emissioni delle varie industrie inquinanti e avverte quando l’aria è irrespirabile. Poi paragonava questa situazione ai talk show americani dove si nega il riscaldamento globale, tutto qui

            • Francesco scrive:

              che io sappia, in Cina il problema dell’inquinamento è preso sul serio perchè rischiano di morire asfissiati nelle loro megalopoli industriali

              solo che un sistema a partito unico e sindacato pubblico ha grossi problemi proprio per la pretesa di gestire tutto in prima persona, senza spazio per opposizioni (politiche o sociali)

              sono curioso di vedere per quanto tempo ce la faranno, sembra che la situazione delle loro imprese pubbliche faccia sembrare l’IRI degli anni ’70 e ’80 un paradiso di buona gestione

            • Z. scrive:

              Izz,

              non mi è chiaro in cosa la Cina di oggi sia comunista, però…

      • Lord Attilio scrive:

        Giusta osservazioni, ma se gli svedesi che sono capitalisti fanno crescere le foreste non vedo perché non possiamo riuscirci noi. Certo i primi tempi saranno sofferenza e dolore perché bisognerà rifare con la forza tutta la nostra società, ma meglio questo che morire tutti.

        • Z. scrive:

          Sì, ma spiegami un pochino come funzionerebbe questo progetto!

          • Moi scrive:

            … Posso suggerire la sospensione a tempo indefinito del suffragio universale ? Quando i tempi saranno maturi, di nuovo elezioni: ovviamente a voto palese e lista unica ! 😉

          • Lord Attilio scrive:

            Non dovrebbe essere molto diverso dal comunismo fino ad adesso, solo che non essendo sorto questo in tempi di gravissima emergenza ecologica come è adesso non poteva accorgersi del problema e dunque inquinava come il capitalismo. Solo un’impostazione marxista e statalista è in grado di risolvere il problema perché è l’unico sistema fino ad ora sperimentato diverso dal capitalismo. Semmai il vero problema è liberarsi dell’impostazione non violenta, democratica e paracula degli ecologisti che in Italia sostenevano Prodi e in Germania la Merkel. Comunque non è un progetto innovativo, si tratta solo di instillare l’ecologismo nel comunismo di tipo sovietico.

            • Francesco scrive:

              😀

              un pò instillare il buon senso a Giggino

              auguri!

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Lord Attilio

              “Solo un’impostazione marxista e statalista è in grado di risolvere il problema perché è l’unico sistema fino ad ora sperimentato diverso dal capitalismo.”

              Non ho grossi problemi di scrupoli: di fronte a un’emergenza di questa portata, ben venga anche il dittatore con il fucile spianato.

              Il problema però è che manca una leva.

              Il marxismo-leninismo diceva (in sostanza), la maggioranza degli esseri umani è sfruttata da una minoranza, se smettono di lavorare per la minoranza e prendono il potere, saranno la leva che potrà cambiare il mondo.

              Oggi non ci sono leve. Non ci sono né persone normali, né eserciti, che abbiano tutto da guadagnare da un mondo più “ecologico”. I nostri veri nemici sono la mamma che fuma dieci sigarette e il babbo che se ne sbatte se i figlioli buttano i piatti di plastica in giro: e nessuno vuole farsi nemici i normali babbi e le normali mamme di questo pianeta.

              Per questo, temo non ci sia nulla da aspettarsi da stati, eserciti o simili.

            • Z. scrive:

              Insomma,

              si tratterebbe di vivere in modo miserabile in un paese mostruosamente corrotto, e fin qui è un regime socialista classico, ma senza nemmeno la tecnologia industriale che permetteva più o meno di sfamare gran parte del popolo.

              Ora arriva la seconda domanda: come si potrebbe riuscire a convincere, o a costringere, la gente a subire un simile obbrobrio? 🙂

            • Francesco scrive:

              coi film di Ermanno Olmi? e le prediche di Strada e di quello dello Slow Food?

            • Lucia scrive:

              @Miguel (e Paniscus) però scusate, le gravide che fumano pacchetti su pacchetti, i genitori che se ne sbattono dell’atteggiamento dei fogli, le madri che dopo il primo problema non allattano più… Davvero sono così tanti? Lo chiedo perché a me sembra, dalla cerchia dei genitori (di bimbi piccoli, soprattutto) che conosco, che così non sia. E questo soprattutto per una ragione che in Italia dovrebbe valere ancor più che in Germania: non c’è più la pressione sociale di una volta a fare figli, anzi sono molti a ricordarti che fare figli è fatica. Quindi chi li fa è spesso consapevole delle conseguenze e ha intenzione di intraprendere un percorso che comporta delle responsabilità. Poi certo, tutti siamo (a volte) stanchi, stressati, impostati sul paradigma capitalista del consumo subito per cui è difficile fare sacrifici… Ma infatti molti oggi non fanno figli, e fanno bene

            • roberto scrive:

              “Davvero sono così tanti?”

              dimentichi che Miguel scrive dall’oltrarno…you’ll never find a more wretched hive of scum and villany (cit.)

              😉

              scherzi a parte, ho lo stesso dubbio, ma se lo esprimo miguel mi dirà che non vivo in italia e che frequento persone antropologicamente diverse, quindi taccio

        • paniscus scrive:

          “ma se gli svedesi che sono capitalisti fanno crescere le foreste non vedo perché non possiamo riuscirci noi. “
          —————-

          Magari il clima svedese aiuta, a far crescere le foreste con più facilità che da noi, e con meno necessità di interventi artificiali massicci, eh.

      • Lord Attilio scrive:

        No no, i Verdi non comandano, quelli con il loro pacifismo da fricchettoni fanno solo danni, senza contare che secondo me prendono soldi da gente tipo Rockfeller, Soros o Zuckerberg: Gunther Anders aveva detto chiaramente che per fermare sto disastro ci vuole la violenza.

  2. Carlo scrive:

    Per quanto riguarda le fumatrici incinte una tipica scusa da esse addotta è quella secondo cui “se non fumo divento nervosa e sicuramente il fatto di essere nervosa nuoce al bambino che porto in grembo più del fumo stesso”, prove di questa fantastica affermazione, però, non ne ho ancora viste.

  3. Pierluigi Vernetto scrive:

    a me basta vedere la quantita’ di gente che va in giro in auto in citta’ per convincermi che siamo assolutamente spacciati. mettiti l’anima in pace e goditi quel po’ di natura che non sono ancora riusciti a massacrare

  4. Roberto scrive:

    Sei di una pazienza ammirevole, ai babbi dei piatti avrei dato fuoco e pure al giardino

  5. PinoMamet scrive:

    “E va a finire che ci vanno con sei macchine”

    Mi sembra giusto.
    La sera, tutti all’Ippopotamo (cit.)

  6. Roberto scrive:

    Sempre a proposito di piatti, mi viene in mente che ogni volta che c’è un picnic o una merenda di gruppo, la raccomandazione generale è “cerchiamo di fare cose che non hanno bisogno di piatti e posate => cioè che si possono mangiare in un tovagliolo in mano”, proprio per evitare di portarci in giro sacconi di plastica pieni di piatti di plastica

    • Francesco scrive:

      ma piatti bicchieri e posate che si buttano nell’organico non li avete? qui a Milano ci sono pure al super

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “ma piatti bicchieri e posate che si buttano nell’organico non li avete? ”

        Basta convertire la gente all’idea di usarli.

        Un problema consiste nel fatto che costano molto di meno, se se ne comprano in blocco; ma se noi ne compriamo mille e poi li rivendiamo – senza alcun ricarico ovviamente – mentre vietiamo i piatti di plastica, chissà cosa può pensare la gente.

        • Miguel Martinez scrive:

          Sempre per Francesco

          “ma piatti bicchieri e posate che si buttano nell’organico non li avete? ”

          Comunque mi hai fatto venire un’idea, vediamo se riusciamo ad applicarla.

          • Francesco scrive:

            aspetta che mi appunto una medaglia al petto!

            in effetti, in certe occasioni i piatti veri sono impraticabili, quelli usa e getta “ecologici” sono una soluzione accettabile

            ciao

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “aspetta che mi appunto una medaglia al petto!”

              Vedi quanto a volte si litiga invano. Tu, Insco, Peucezio, Roberto, Z, che ogni giorno duelliamo su tutte le questioni teoriche fondamentali del pianeta, poi sapremmo scegliere di comune accordo su questa piccola cosa.

              La differenza è che (senza nulla togliere alla tua battuta) io non mi appunto nessuna medaglia: non credo che ridurre il numero di piatti di plastica, nel nostro giardino, modifichi minimamente ciò che sta succedendo.

              Ma serve per iniziare a percepire l’abisso che abbiamo avanti, la difficoltà crescente, la necessità di riflettere con attenzione su tutto ciò che prima davamo per scontato.

            • Francesco scrive:

              ma le medaglie ce le si appunta per auto-soddisfazione, mica per avere vinto!

              siamo come i serbi contro gli ottomani, tutto sommato

              😉

            • Z. scrive:

              Miguel,

              invece serve. Perché una tra le più importanti domande che dovremmo farci resta pur sempre, ora come cinquant’anni fa: what are we doing to postpone the prophecy of Armageddon?

              (per i baresi, veri e sedicenti, che snobbano l’inglese: cosa stiamo facendo per posticipare la profezia della Fine del mondo?)

            • Z. scrive:

              E per essere più precisi:

              The world is in the throes of accelerating chaos. The ever growing dysfunction is dehydrating the mind of man and woman. And what are you doing as society disintegrates? Who will pick up the pieces? The burnt out torch to finish the relay to a better, saner world. And what are the new young, the new old doing, as the earth dissolves beneath their feet? Are the new young, the new old, anonymously working on something to postpone the prophecy of Armageddon?

      • Roberto scrive:

        Sai che qui non li vende quasi nessuno? Almeno nei posti dove faccio la spesa piatti si, forchette e bicchieri no

        • izzaldin scrive:

          anche qui sono difficilissimi da trovare, e se li vendono sono tipo dieci piattini e costano uno sproposito. e soprattutto sono incellophanati con plastica non riciclabile 🙂

    • paniscus scrive:

      “a raccomandazione generale è “cerchiamo di fare cose che non hanno bisogno di piatti e posate => cioè che si possono mangiare in un tovagliolo in mano”, ”
      ——————–

      Pizza-con-le-palle forever!

      http://www.giallozafferano.it/images/ricette/34/3424/foto_hd/hd650x433_wm.jpg

      Si può fare sia dolce che salata, sia in versione per onnivori che per vegetariani, sia “carica” sia dietetica… e in tutti questi casi si sporziona direttamente a mano senza bisogno di posate, e ogni singola porzioncina si mangia a morsi senza bisogno di piatti.

      Per tutte queste qualità paranormali, è adattissima alle cene informali, in cui ci si muove liberamente invece di stare seduti a tavola, e per le feste di bambini all’aperto.

      E oltretutto è una delle poche robe-da-forno che mi riescono quasi sempre!

  7. Roberto scrive:

    Ma ci tieni sulle spine, chi è il mostro peggiore?
    La mamma che in macchina a fare la spesa comprando arance siciliane, olio e pasta pugliesi, tutte merci che hanno fatto centinaia di km in camion, petti di pollo e fettine di manzo? Magari una cassa di bottiglie di plastica piene di bevande zuccherate?

  8. Moi scrive:

    … Ambiente ? … Clima ?

    … SKiaKimist Power !!! 😉

    GEOSTORM :

    https://www.youtube.com/watch?v=EuOlYPSEzSc

    … si noti la Hillary “di scorta” ! 😉 … “Mister” [sic] !

    • Moi scrive:

      … nel senso che mentre lo giravano davano per scontato che avrebbe vinto la Donna Grata ai Padroni del Mondo, invece ha vinto l’ Uomo del Popolo ! 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “… Ambiente ? … Clima ?

      … SKiaKimist Power !!!”

      La nostra amica inglese sostiene che il cambiamento climatico non esiste: è un panico sociale indotto per convincerci ad accettare che ci spruzzino le scie chimiche. Giustamente, ci invita a diffidare delle centraline antinquinamento, che potrebbero essere usate per spiare su di noi.

  9. Mauricius Tarvisii scrive:

    Scopro solo oggi che un buontempone ha detto a Puigdemont che potrebbe fare la fine du Companys, il presidente catalano fucilato dai franchisti. E no, non lo ha detto il primo idiota intervistato per strada…

    http://www.lavanguardia.com/politica/20171009/431922539247/pp-puigdemont-acabar-lluis-companys-dui.html

    Magari così triggeriamo Habsburgicus 😀

    • habsburgicus scrive:

      il citato Batet era massone…per questo nel 1936 si pose col governo rosso..e Franco lo fece, poi, fucilare..come permise la fucilazione del suo ex-vice all’Accademia di Zaragoza, massone, che a Granada rimase con la Repubblica 36 ore prima di aderire all’Alzamiento..in questo caso, però, la morte di questo generale fu voluta da Queipo de Llano e accettata con riluttanza da Franco che aveva con lui rapporti personali buoni..Queipo invece disse, più o meno “questo mi ha sparato per 36 ore e io ora lo fucilo”(Franco in quei giorni non aveva ancora il potere che avrò in futuro e in Andalucia era costretto a non antagonizzare Queipo)
      si può dimostrare, ed è stato dimostrato dati alla mano, che tutti gli ufficiali rimasti con la Repubblica erano massoni
      vi erano alcuni fratelli anche fra i generali proto-golpisti (Cabanellas, voci su Queipo de Llano, non provate…gridò però “Viva la Repubblica” nei primi giorni del golpe quando i militari ancora sostenevano che non volevano rovesciare la Repubblica ma solo “rettificarla” e infatti mantennero la bandiera tricolore massonica che era quella repubblicana..fu Franco, che non gridò mai “Viva la Repubblica” ma sempre “Arriba Espana”, a far issare il 15/8/1936 a Sevilla, alla presmza del Card. Arcv. Ilundain la bandiera spagnola, rosso e oro, simbolo della Spagna eterna che fu, è e-se la Spagna persiste-sarà ! e fu Franco a fine 1936 che virò verso il confessionalismo, provesso invero concluso solo più tardi, mentre nei primi mesi i militari si dichiararono a favore delle leggi laiche, seppur “interpretate” in modo leggero e non fanaticamente anticattolico come sotto i governi rossi..Franco però aveva altri obiettivi e da fine 1936 il Cattolicesimo tornò onorato i tutto il suo splendore e fasto)

    • PinoMamet scrive:

      Dal punto di vista della legalità, stento a vedere una differenza tra Puigdemont e i tizi veneti del “tanco” con la bandiera della Serenissima.
      Che Puigdemont abbia un importante incarico istituzionale, mentre i “tanchisti” veneti erano quattro disgraziati da bar, è semmai un’aggravante.

      Dal punto di vista del sostegno popolare, non discuto
      (ma vedo anche- e lo ammetto, con un certo piacere- sfilate di catalani con scritte tipo “catalani sì, spagnoli anche”, che mi fanno pensare che il buon senso storico non sia totalmente defunto in terra iberica)
      ma se voleva l’indipendenza la via da seguire era un’altra, cioè quella, lunga ma corretta, della riforma costituzionale, non dei teatrini e delle urne-fai-da-te e di lo-dico-ma-non-lo-dico.

      Ricordargli la fucilazione è sicuramente sgradevole e di cattivo gusto.

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        “ma se voleva l’indipendenza la via da seguire era un’altra, cioè quella, lunga ma corretta, della riforma costituzionale, non dei teatrini e delle urne-fai-da-te e di lo-dico-ma-non-lo-dico.”

        Stà friscke… coi castigliani non si ragiona, non accadrebbe mai.

    • PinoMamet scrive:

      Cercando notizie sui “tankisti”, toh…

      sorpresa!
      https://it.wikipedia.org/wiki/Gunslinger_Girl

      roba per Moi

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ma poi la Consip a chi ha dato l’appalto per le cyborg? Ed è vero che un automa in Italia costa sei volte che all’estero?

  10. habsburgicus scrive:

    P.S
    (fanta-politica)
    per chi credesse che io sia “spagnolista” puro, sbagliando 😀
    ci sarebbe un modo di risolvere il problema catalano in modo pulito, bello e tradizionale..purtroppo impossibile in questi tempi folli 😀
    proclamare la Monarchia dualista ispano-catalana
    con Felipe VI Re di Spagna, con le Cortes
    e Felip I (sempre lui) Principe sovrano di Catalogna, con le Corts
    la Catalogna diverrebbe uno Stato indipendente, semplicemente con stesso Sovrano rispetto alla Spagna, con propria bandiera, armi e addirittura sedi diplomatiche (a Barcelona e in alcune capitali estere e in Vaticano; fra Catalogna e Spagna non vi sarebbero relazioni diplomatiche pleno iure perché Felipe-Felip non potrebbe accreditare qualcuno a se stesso :D; vi sarebbero Alti Commissari con lettere credenziali dei Primi Ministri, non inclusi nel Corpo diplomatico e dunque in fondo a ogni lista protocollare, ma godenti tutti i privilegi diplomatici d’uso..un po’ come nel vecchio Commonwealth, anche se oggi ormai gli Alti Commissari sono sempre più simili agli Ambasciatori)..e un’alleanza diplomatica, non più forte di quella del vecchio Benelux….il Sovrano sdoppiato comanderebbe i due Eserciti, fra loro alleati
    e tutti vivrebbero felici e contenti 😀

    • Z. scrive:

      Secondo te cosa c’è di vero nelle teorie complottiste sulla morte di Sanjurjo e Mola?

      • habsburgicus scrive:

        io credo che sia fortuna..
        lo so, non fa “figo” ma la fortuna (o, purtroppo, la malasorte) esistono !
        e Franco, sino almeno a quando gli ammazzarono Carrro Blanco, fu fortunato !
        a questi aggiungerei una terza morte…..il mattino del 16 luglio 1936 morì in un (presunto) incidente il gen. Amado Balmes, comandante di Gran Canaria, ritenuto repubblicano (e, dunque, .:)..ciò servì a Franco per due ragioni: 1.gli permise di trovare una ragione plausibile per recarsi a Gran Canaria (il governo rosso lo aveva confinato a Tenerife de facto e gli poneva varie limitazioni, specie dopo la sua lettera del 23/6/1936 al Primo Ministro rosso Casares Quiroga, un estremo ammonimento e un invito accorato all’ultima ora a cambiare rotta per impedire la bolscevizzazione della Spagna), allegando la necessità e l’opportunità della sua partecipazione ai funerali; 2.Amado Balmes avrebbe potuto restare fedele al governo rosso (pur essendo, nominalmente, subordinato di franco) e dargli seri problemi; invece, come sappiamo, all’alba del 18 luglio il gen. Luis Orgaz (monarchico), per ordine di Franco che aveva proclamato la legge marziale nelle Canarie (SENZA riferimento esplicito alla Repubblica, a differenza di Queipo e Llano), sciolse i partiti di sinistra, arrestò i facinorosi e ne fucilò i più recalcitranti ed entro 48 ore la Repubblica rossa scomparve nelle Canarie, anche come semplice e vago ricordo..e Franco, fin dalle 14.00 del 18, poté partire per il Marocco spagnolo, con tappa in quello francese in incognito, ad iniziare la sua Grande impresa, senza preoccupazioni (la moglie se la vide brutta, ti lascio preceduto da * un mio appunto)
        ebbene, anche in quel caso, io credo si sia trattato di sfacciata fortuna !..per Franco, eh..non per Amado Balmes 😀
        gli antichi avrebbero inventato qualche profezia, atta a “spiegare” l’ascesa di Franco 😀

        *18/7/1936: la moglie e la figlia di Franco (che aveva provveduto a lasciarle in incognito nel quartiere militare, scortate da Martínez Fuset) si imbarcano più tardi sul Uad Arcilla, identità ignota a tutti se non al capitano; così facendo Franco senza saperlo le mise in gravissimo pericolo poiché dappertutto al largo delle coste sud ed est della Spagna i marinai massacrarono gli ufficiali e si schierarono con la Repubblica rossa; quella stessa notte il capitano dovette reprimere un tentativo di ammutinamento e fu quasi l’unico capitano a mantenere il controllo, tranne quelli di El Ferrol; il 19/7/1936 Carmen e Carmencita, ancora scortate da Martínez Fuset, furono trasferite al battello tedesco Waldi (come previsto) che restò in Gran Canaria solo poche ore prima di partire per Le Havre; le lasciò a Bayonne, ove rimasero 2 mesi ospiti dell’ex-governante dei figli Polo, Madame Clavier

    • PinoMamet scrive:

      Potrei appoggiare l’ipotesi Habs. magari in forma moderata
      (due stati semi-indipendenti con esercito comune).

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma i catalani sono incazzati da quando non è più così, appunto.

  11. Daouda scrive:

    Habs mi scrivi riguardo papa Onorio per piacere alla email daouda86@libero.it se puoi su tutta la storia e la trafila documentata? Te ne sarei grato

  12. habsburgicus scrive:

    appena posso lo farò, Daouda….
    ma non credere che io ne sappia poi molto su quella particolare questione !
    credo che qui, Mirkhond e Mauricius (come minimo, forse altri) su quella controversia ne sappiano ben più di me
    comunque sarà un piacere risponderti (quando ho tempo)…ho già salvato la mail
    buona giornata !

    • Daouda scrive:

      Grazie habs! Inoltro la richiesta a mauricius e mirkhond se avranno il piacere di documentarmi sul tutto. Ve ne sono debitore nel caso

      • habsburgicus scrive:

        inviato !

        • habsburgicus scrive:

          @Daouda
          rimandato, h. 22.09 o giù di lì, con titolo “nuovo”
          dimmi se ti è arrivato
          se non lo è, magari posso mettertelo qui (se lo prende) 😀

          • Daouda scrive:

            Prova a rimandarla senno mi metti tutto qui se Miguel non si incazza eheheh

            • habsburgicus scrive:

              te la metto qui (non ho più provato a rimandartela)
              ciao Daouda…
              ti invio 7 documenti (in allegato oppure link..se non riesci a scaricarli dimmelo e vedremo di trovare una soluzione, se possibile; 5 in link e 2 in allegato che vorrei mandarti ma al momento non li prende: sono tuttavia i meno importanti, i 5 link sono quelli più importanti)
              sono tutti in lingue straniere, francese e inglese
              n° 1, FONDAMENTALE (dal punto di vista cattolico), in francese “La questione di Onorio. Onorio e il monotelismo”, nel Dictionnaire de Théologie Catholique, volume VII parte 1, scritto da Émile Amann trovi quanto ti interessa a pag 56 e sino a pag 74 (del file; in tutto sono 644 pagine; del libro, sono pag 96-pag 132, su due colonne, dunque fanno metà pagine effettive) ci trovi una bibliografia sterminata (forse anche in italiano, ma non contarci troppo) e da solo dovrebbe bastarti a conoscere l’essenziale, e molto di più, di quella che era la posizione della Chiesa cattolica prima del Concilio…di sicuro poiché siano in 1922 (imprimatur marzo 1921), epoca abbastanza “liberal” vi saranno rimandi anche ad autori non cattolici ECCO IL LINK https://archive.org/download/dictionnairedethv7pt1vaca/dictionnairedethv7pt1vaca.djvu (DJVU, io lo preferisco) oppure https://archive.org/download/dictionnairedethv7pt1vaca/dictionnairedethv7pt1vaca.pdf (PDF)
              n° 2, Arthur Loth, “La causa di Onorio”, 1870, Parigi, in francese ESSENZIALE PER LE FONTI ci sono i testi greci e latini e la traduzione francese epoca arcaica (e in più nel pieno del dibattito dell’infallibilità), dunque possibile qualche “scherzetto di travisamento” delle posizioni dei non-cattolici e qualche forzatura in un senso o nell’altro 😀 ma direi serissimo ECCO IL LINK https://books.google.it/books?id=iGupkUFiEbEC&printsec=frontcover&dq=la+caude+d%27honorius&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj4g7DBsvXWAhXBVxQKHc10DwIQ6AEIKDAA

              La Cause d’Honorius
              books.google.it
              /

              n° 3, “La condanna di papa Onorio”, Londra, 1907, di Chapman, della Catholic Truth Society buono; essendo scritto in paese protestantissimo e anti-cattolico non poteva permettersi di fare qualche “trucchetto” e di stiracchiare troppo le fonti, dunque direi molto affidabile e oggettivo, per quanto scritto in epoca molto “dura” ECCO IL LINK https://libgen.pw/download.php?id=1339185#
              n° 4, articolo “L’invenzione del dioteletismo”, in inglese, del polacco Marek Jankowiak, recentissimo, dotto, si occupa poco di Onorio, ma molto di quel clima teologico; nega che il monoteletismo sia un’eresia TE LO INVIO (se riesco, idem)
              n° 5, libro di un ucraino in inglese Serhij Hovorun (dunque attento alla posizione ortodossa) sulle controversie cristologiche del VII secolo d.C, dotto e recente… ECCO IL LINK https://libgen.pw/download.php?id=688404#
              n° 6, articolo monoteletismo nulla di che, in inglese TE LO INVIO (se riesco, idem)
              n° 7, Michael E. Butler 1994, in inglese “Unione ipostatica e monoteletismo: cristologia diotelitica di San Massimo il Confessore” ECCO IL LINK https://libgen.pw/download.php?id=817705#
              buona giornata

            • Daouda scrive:

              Solo i primi due meritano gli altri solo accenni privi di documentazione ed approfondimenti. A me interessava più la posizione che lo volesse eretico. Quegli altri che mi devi mandare se sono sul livello degli altri non te ne curare. È inutile che ti ringrazi ancora però debbo dire che questo link mi ha colpito…tu come la vedi???

              https://www.google.it/amp/s/www.corrispondenzaromana.it/news/amp/22001/

            • Daouda scrive:

              Non so che problema abbia la tua o la mia email. BOH

            • habsburgicus scrive:

              merita anche il n° 3, Daouda..lo cita proprio l’articolo che mi hai linkato 😀 e che già conoscevo
              Hovorun in realtà é dottissimo, ma tratta d’altro
              gli altri tre sono di non molto valore

              P.S
              l’articolo di De Mattei é saggio ed equilibrato
              mi sembra però che De Mattei sia (filo)-lefebvrista, dunque portato a “diminuire” l’infallibilità papale in certi casi
              non so se i sedevacantisti, che invece sono “ultra-romani” (cioé esaltano, ed espandono l’infallibilità papale…anzi, dichiarano la sede vacante proprio perché dichiarano impossibile che un “vero” Papa possa commettere anche il minimo errore…per loro è anatema al cubo e orrorifico che non solo i lefebvriani ma anche i “conservatori” critichino l’attuale Pontefice e poi lo riconoscano..per loro un Papa, se fosse a loro giudizio “veramente” Papa, dovrebbe essere riverito e ascoltato in ginocchio, diciamo stile epoca di Leone XIII ! in questo sono ultra-papisti, pur negando la qualità di QUESTI Papi..é una differenza teorica grandissima, che purtroppo non tutti colgono, neanche qui !) siano d’accordo..mi sembra che Sodalitium una volta scrivesse di Onorio…consulta il loro sito, Sodalitium é scaricabile dal n° 27 in poi (Sodalitium merita in sé, en passant !)..e sentiamo Peucezio che, quasi certamente, ne sa di più

            • Daouda scrive:

              Si si pure il 3. In effeti certi papisti conservatori attuali ricalcano le posizioni sedevacantiste sul papismo e la papolatria giacché il mondo conservatore è variegato sono quelli che cercano di rileggere tutto alla luce della tradizione wuelli dell’ermeneutica della continuità. Ai lefebriani direi invece di ricordarsi di Trento che non ebbe un impatto così diverso da quello del vaticano II. Vediamo Peucezio che dice…grazie ancora

            • Daouda scrive:

              Il libro 1 non si apre in pdf ahimè. Scusa senti tartasso

            • habsburgicus scrive:

              a me si apre..riprova
              o cercalo da te su archive.org e provi a scaricartelo….meglio se entrambe le prove le fai su un pc fisso, essendo grandissimo (56 MB)
              ciao

  13. Daouda scrive:

    Comunque tralasciando che il tizio depresso sorridente parla al Club of Rome il problema è che le aree pubbliche essendo tali ( comprese le strade ingolfate ) non permettono una efficiente COMPRENSIONE dello spazio occupato. Ecco perché la mala educazione. Siamo stati troppo abituati a confondere bene comune e bene pubblico ( che è statale ergo privato anche esso ) e la carenza del sistema statale perorata dal sistema ha portato al collasso in primis dell’educazione che è l’unica cosa che permetta una educazione civica.

    Ma veniamo al grande Walter Block:

    “Lo spargi-rifiuti trova oggigiorno poche persone che lo difendano. E’ attaccato da tutte le parti, e deve sostenere l’urto delle “anime belle”. Canali radiotelevisivi mandano in onda spot anti-rifiuti sotto forma di “servizio pubblico”; comitati di genitori e di quartiere, associazioni parrocchiali ed organizzazioni civiche sono tutti d’accordo nell’attaccare chi semina rifiuti…i rifiuti sparsi sono un grande elemento riunificatore.
    In ogni caso, c’è un piccolo, apparentemente insignificante dettaglio che annienta l’accusa contro i rifiuti sparsi e contro lo spargi-rifiuti: i rifiuti sparsi possono solo esistere sul suolo pubblico, mai su una proprietà privata. Le pubblicità che illustrano le presunte nefandezze dello spargimento dei rifiuti sono ambientate nelle autostrade, sulle spiagge, sulle strade, nei parchi…tutti luoghi pubblici. E ciò non perchè la maggior parte dei rifiuti venga seminata nei luoghi pubblici ma perchè è così per definizione. Se qualcosa somigliante in tutti gli altri aspetti allo spargimento dei rifiuti dovesse accadere in un luogo privato, non sarebbe affatto considerato spargimento di rifiuti.
    Quando grandi folle lasciano uno stadio, una sala cinematografica, un circo, quelli che restano tra le poltrone e nei corridoi non sono e non possono essere dei rifiuti sparsi. E’ immondizia, sporcizia, spazzatura, ma non “rifiuti sparsi”.
    Alla fine del normale orario lavorativo, nelle zone centrali delle nostre città un’orda di addetti delle pulizie converge su banche, negozi, ristoranti, uffici, fabbriche ecc. privati. Ciò che devono fare è pulire e assolutamente non si può dire che raccolgano rifiuti sparsi. Contemporaneamente, la nettezza urbana pulisce le strade e i marciapiedi pubblici, raccogliendo i rifiuti sparsi.
    Ora non è possibile fare una vera distinzione tra l’abbandono di spazzatura in luoghi pubblici e l’abbandono di spazzatura in luoghi privati. Non c’è ragione di chiamare l’uno, e non l’altro, “spargere rifiuti”, poiché in ambedue i casi in pratica si fa la stessa cosa. In ambedue i casi, infatti, la produzione di spazzatura è una concomitanza del processo del produrre e del consumare.
    In certi casi, l’abbandono della spazzatura, perchè venga raccolta più tardi, è una soluzione ottimale. Per esempio, un falegname, sprecherebbe troppo tempo se raccogliesse i trucioli mentre lavora. E’ più semplice ed economico lasciare che i rifiuti si accumulino, per poi spazzarli via a fine giornata o a intervalli regolari. Il direttore di una fabbrica potrebbe indire una campagna anti-rifiuti, e costringere i falegnami a tenere i loro spazi di lavoro liberi da qualsiasi accumulo di trucioli. Potrebbe rinforzare quest’ordine con una multa, però, a causa di queste regole, la sua forza-lavoro potrebbe licenziarsi o, non licenziandosi, i costi di produzione salirebbero eccessivamente, e la ditta perderebbe ordinazioni che passerebbero a fabbriche concorrenti.
    Nell’esercizio della professione medica, d’altro canto, lo spargimento di rifiuti non può essere tollerato. Le sale operatorie, di consultazione o di trattamento, devono essere igieniche, disinfettate e ben pulite. La mancata adozione di una forte campagna anti-rifiuti porterebbe in questo caso al fallimento dell’ospedale, via via che si spargesse la voce che l’istituto è anti-igienico[…]ciò che questi esempi, apparentemente disparati, hanno in comune, è di illustrare come, nel mercato, il decidere se e quanto spargimento di rifiuti sia lecito permettere si basi, in ultima istanza, sulla volontà e sui desideri del consumatore.
    La questione non viene trattata semplicisticamente, e non si alza un grido generale per eliminare gli spargi-rifiuti. Vi è piuttosto un attento soppesare dei costi e dei vantaggi che il permettere ai materiali di scarto di accumularsi comporta.
    Nella misura in cui i costi di raccolta delle immondizie sono bassi, e i danni provocati dalla spazzatura elevati, saranno frequenti le raccolte e severe le sanzioni per chi abbandona le immondizie, come nell’esempio proposto sui rifiuti sparsi in un ambiente medico. Se i costi della raccolta delle immondizie sono alti, e i danni provocati dall’accumulo pochi, ci saranno raccolte meno frequenti, e nessuna sanzione per lo spargimento dei rifiuti. Queste politiche differenti non sono il risultato di una legge statale, ma sono il risultato di un processo di mercato. Gli imprenditori che non agiscono in accordo con un’analisi minuziosa dei costi/vantaggi perdono clienti…un sistema basato sui bisogni e sui desideri dei singoli individui è molto flessibile. In ciascun esempio, la politica da adottare sullo spargimento dei rifiuti viene concepita su misura per le esigenze di ogni specifica situazione. Inoltre, un simile sistema, è in grado di reagire con prontezza ai cambiamenti, che siano i costi della raccolta dei rifiuti o i danni causati dai rifiuti non raccolti[…]nel considerare lo spargimento di rifiuti sul suolo pubblico, non esiste un sistema sintonizzato con precisione che risponda ai bisogni e ai desideri dei singoli individui. Anzi, il suolo pubblico è sotto la tutela dello stato, ed è lo stato stesso a trattare le richieste del consumatore in modo piuttosto arrogante, praticamente ignorandole. L’impresa statale è la sola impresa che risponderebbe ad un aumentato desiderio di spargimento dei rifiuti con una determinazione irremovibile ad eliminarlo, rifiutando dunque di adattarsi sia ai desideri del consumatore, sia all’evoluzione della tecnologia. La legge è legge. Lo stato può funzionare in questo modo perchè è fuori dal mercato. Non ottiene le sue entrate nel processo di mercato dello scambio volontario; le ottiene tramite la tassazione, processo che non ha alcun rapporto con la capacità di accontentare i clienti.
    L’argomento statale contro lo spargimento dei rifiuti è che ciò accada per mancanza di rispetto dei diritti altrui. Ma questo argomento non è valido. L’intero concetto dei rifiuti privati ne è una dimostrazione. Se i rifiuti sparsi fossero una violazione dei diritti ed una noncuranza per il benessere altrui, cosa diremmo dei rifiuti “sparsi” nei ristoranti, nei cinema ecc? I rifiuti esistono nel mercato privato proprio come mezzo per soddisfare il desiderio di benessere dei consumatori. Non si violano i diritti del padrone del ristorante spargendo rifiuti, proprio come non si violano mangiando, perchè entrambe queste cose vengono pagate[…]una politica sullo spargi-rifiuti, per poter essere flessibile, deve essere sostenuta da un sistema di prezzi[…]ma se lo stato varasse un sistema di questo tipo andrebbe contro la sua stessa natura, fondata su quel sistema delle imposte che risulta interamente separato dall’abilità o meno di soddisfare i desideri dei consumatori.
    […]alla luce dell’inflessibilità dello stato e del suo apparente disinteresse nel venire incontro ai gusti del pubblico, come va considerato lo spargi-rifiuti? Lo spargi-rifiuti tratta la proprietà pubblica più o meno allo stesso modo in cui tratterebbe la proprietà privata, se solo ne avesse la possibilità. Vale a dire, ci sparge sopra la spazzatura. E’ stato dimostrato che non vi è nulla di intrinsecamente malvagio in questa attività, e che se non fosse per la calcificazione governativa, essa sarebbe largamente accettata nell’arena pubblica, come lo è nell’arena privata. E’ un’attività che andrebbe regolamentata secondo i bisogni degli individui, non per decreto statale.
    Dobbiamo concludere, perciò, che lungi dall’essere un nemico della collettività, lo spargi-rifiuti sia in realtà un eroe. Il coraggio evidenziato dallo spargi-rifiuti, vista l’intensa campagna diffamatoria contro di lui, è notevole. E, più importante ancora, il comportamento dello spargi-rifiuti, che di proposito prende la legge nelle sue mani, può servire da protesta contro un sistema ingiusto”

    È chiaramente provocatorio ma ci sono punti interessanti da sviscerare.

    Tralascio la questione della donna incinta fumtrice. Cosa assurda.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Daouda

      “Comunque tralasciando che il tizio depresso sorridente parla al Club of Rome il problema è che le aree pubbliche essendo tali ( comprese le strade ingolfate ) non permettono una efficiente COMPRENSIONE dello spazio occupato. Ecco perché la mala educazione. Siamo stati troppo abituati a confondere bene comune e bene pubblico ( che è statale ergo privato anche esso ) e la carenza del sistema statale perorata dal sistema ha portato al collasso in primis dell’educazione che è l’unica cosa che permetta una educazione civica.”

      Scusami se ricito tutto il brano, ma hai colto l’essenziale. Grazie, è una bellissima riflessione.

      Adesso analizzo il lungo testo che hai copiato.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Daouda

      Avendo tre traduzioni da consegnare in contemporanea, non riesco a pronunciarmi in modo certo sul brano di Block, che non conoscevo. Faccio fatica (ma è un limite della mia attenzione al momento) a capire dove vada a parare.

      Diciamo che esistono tre tipi di spazi.

      Quelli privati, che significa semplicemente “quelli di cui gli altri sono privati”. Saranno curatissimi, belli, ecc. ecc. ma se provo a entrarci, la guardia all’ingresso chiama la polizia, oppure mi picchia direttamente, quindi mi interessano fino a un certo punto.

      Quelli pubblici, cioè statali. Entra ed esce chiunque e fa quello che vuole, tanto nessuno di noi è “lo Stato”. E la maggior parte degli spazi in cui si muove la gente è spazio statale.

      Quelli comuni. Non sono “miei” come quelli privati, ma sono “nostri”. Non possono essere grandi più di tanto, e hanno bisogno di confini, elastici quanto si vuole, ma mai così aperti che possano venire distrutti dalla prima vampata.

      • Daouda scrive:

        No problem.

        Bene pareremo dopo l’importante è capire che ci sono questi 3 spazi però con un appunto sui privati. Ogni negozio ha una piazzola davanti a sè di passaggio e non per questo è sporca anzi ( se si vuol pensare ai clienti ). Pensa agli hotel. Inoltre privato non vuol dire di per sè inaccessibile affatto. Neanche una casa è inaccessibile per esempio ad ospiti od amici

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Daouda

          “Ogni negozio ha una piazzola davanti a sè di passaggio e non per questo è sporca anzi ( se si vuol pensare ai clienti ). Pensa agli hotel. Inoltre privato non vuol dire di per sè inaccessibile affatto. Neanche una casa è inaccessibile per esempio ad ospiti od amici”

          Verissimo.

          Come è anche vero che esistono spazi pubblici chiusi (prova a entrare in una caserma e farci un picnic).

          • Daouda scrive:

            Appunto! Come ci sono anche luoghi privati zozzi e luoghi pubblici puliti. Il dilemma è altrove ricordando che è il bene comune il sommo bene ed in esso rientra il cisidetto ambiente

    • Francesco scrive:

      da economista trovo l’amico Block un furbetto imbroglione, le cui conclusioni e la cui pseudo-analisi non regge.

      il punto fondamentale è “di chi è il posto in cui lascio i rifiuti?”, da cui discende sia “chi paga la pulizia” sia “chi paga le conseguenze della sporcizia”.

      senza contare il discorso borghese, per cui giusto, per cui non si lasciano rifiuti per il solo fatto che è disdicevole e disordinato.

      anche perchè, senza borghesia, ci si ritrova coi coglioni che lasciano la rumenta sotto casa loro e poi crepano di colera, così, senza pensarci

  14. Francesco scrive:

    o i ragazzotti che devastano le stesse panchine su cui si ritrovano la sera …

    • Daouda scrive:

      Ma lui ti ha appena spiegato che i luoghi di cui cianci sono pubblici giust’appunto

      • Daouda scrive:

        Ergo serve caratterizzare diversamente questi luoghi. Dovresti invece leggerti la sua difesa del bagarinaggio che economicamente è ineccepibile

      • Francesco scrive:

        laonda la quale? solo un idiota insozza il luogo in cui sa che tornerà, pubblico o privato che sia

        • Daouda scrive:

          Ergo è questione di mancata punizione e mancata ptevenzione ( adibire appositi cestini e ricambiarli ) oltre che culturale. Il pubblico sovente non lo fa il privato si

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Daouda

            “Ergo è questione di mancata punizione e mancata ptevenzione ( adibire appositi cestini e ricambiarli ) oltre che culturale. Il pubblico sovente non lo fa il privato si”

            Giusto; però c’è anche un problema di dimensione. Io semplicemente non mi posso prendere la custodia del pianeta terra con sette miliardi di persone irresponsabili messe irresponsabilmente al mondo, e che sono la causa loro stessi della distruzione del pianeta.

            Posso prendermi la custodia di un giardino e di persone che conosco. E oggi mi sono rincuorato, a vedere alcuni che si prendevano davvero cura. Ogni mattina, arrivano di nascosto un montanaro toscano e un albanese, e puliscono, sistemano, piantano pomodori e fagioli; un macedone aggiusta muri e reti; una giapponese dà un’occhiata per capire cosa combinano i figlioli; e persino diversi indigeni si prendono cura del proprio quartiere.

            Questo è un Bene Comune.

            Quello pubblico è gestito da regole astratte; quello privato è spesso solo una macchina intercambiabile per fare soldi (con tutto rispetto magari per il piccolo oste che ama il proprio ristorante); il Bene Comune è amato.

            • Daouda scrive:

              Tralasciando oil pianeta e le deviazioni alla Club of Rome.

              per proteggere il bene comune ci vuole scuola impegno ed educazione civica. Il bene pubblico invece è l’arcano giacché anche il pubblico è privato ma viene xonfuso con un bene comune. In questi casi la privatizzazione potrebbe essere una risoluzione, dichiarando che tipo di privatizzazione sia : statale od individuale. Anche il voatro parco arrichisce. In una sana gestione dell’exonomia il profitto non soverchia mai la gratificazione personale. Esempio. Un poaswssore di un quadro da 50 milioni di euro non ha tecnicamente la stessa ricchezza per il fisco di un possessore di case da 20mln o di chi ha in banca 1 mln. È più povero. Ma oltre l’investimento è evidentemente ben gratificato dall’acquisto fatto

            • Daouda scrive:

              Il dilemma è allora come far funzionare il pubbkico? La faccenda la vede walter block. Distruggere la commistione tra bene comune e proprietà pubblica ed aprire quest’ultima alla concorrenza cosa che si può fare pur essendo in monopolio rendendo ogni funzionario di per sè espressione dell’amministrazione

            • Daouda scrive:

              Fermo restando che l’Oltrano di cui parli e che curi è un Oltrarno morto da tempo. Gli autoctoni sono di meno e quindi non può essere espressione di fiorentinità né di oltrarnità indipendentemente se gli allogeni siano o no ottime o brave persone. Difendi dunque un qualcosa tanto per perché quel qualcosa lo avete ucciso voi

            • Z. scrive:

              Dauda…

              il tuo ultimo commento è sbagliato. Come faccio a saperlo? semplice, contiene la parola “allogeno”.

              Se scritta con due elle, il ragionamento che la contiene è sempre sbagliato.

              😛

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “il tuo ultimo commento è sbagliato. Come faccio a saperlo? semplice, contiene la parola “allogeno”.”

                🙂

                un appello a tutti i filologi.

                Premesso che siamo quasi tutti allogeni: qui abbiamo pure dei pugliesi arrivati fino a Milano, per non parlare di napoletani arrivati in Lussemburgo o di messicani arrivati in Oltrarno.

                E comunque molti di noi dell’Oltrarno sono nati a Santa Croce o persino nel senese.

                Ci serve una parola per definire quelli che sono allosi nella testa. Tipo qualcuno che compra casa in Oltrarno e non sa niente di quello che vivono le persone che stanno così. Mi viene allocefali, ma aiutatemi…

            • Z. scrive:

              Miguel,

              tipo uno che compra casa nel tuo quartiere e poi non lo vive?

              Allobiotico?

              (forse il termine etimologicamente più inappuntabile sarebbe apolitico, che però in italiano è passato a significare altro)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “forse il termine etimologicamente più inappuntabile sarebbe apolitico,”

                bellissimo, è esattamente quello il concetto. Poi, come giustamente dici, non si può usare 🙁

            • Daouda scrive:

              Anche io sono contro gli allocefali comunque. Non siamo tutti allogeni…trq schiavismo nell’antica Roma e migrazioni barbariche i neo egemonici hanno gonfiato di troppo le cifre. Noi siamo noi. Gli oltrarnini non ci wono più. Certo m3glio chi lo vive il quartiere e chi lo cura, ma essi i veri, non ci sono più. Come cantava la Ferri anche a Roma…povera Roma nostra forastiera

            • paniscus scrive:

              “(forse il termine etimologicamente più inappuntabile sarebbe apolitico, che però in italiano è passato a significare altro)”
              ———————————

              Allopolitico” ?

            • PinoMamet scrive:

              Io proporrei eteroctoni, nel senso che non vivono in un “altro territorio”, ma in un “territorio altro”;

              oppure qualcosa come “disbionti”, nel senso che vivono nello stesso ambiente, ma separatmente.

            • Daouda scrive:

              Il proletariato esterno di Nicola Zitara fa capire come mafia e subalternità meridionale rispetto ai savoia abbiano prosperato grazie alla migrazione verso nord. Insomma se si voleva combattere davvero ed evitare l’oggi l’emigraziobe non sergiva. L’allogeno per chi lo riceve ed il fratello per chi se lo vede andar via sono servi del capitale e non aiutano a cambiare le cose

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “laonda la quale? solo un idiota insozza il luogo in cui sa che tornerà, pubblico o privato che sia”

          Sì e no.

          Intanto, in una città come Firenze, quanti ci “tornano”?

          Ma di quelli che ci tornano:

          1) la maggior parte pensa che i luoghi siano autopulenti. Come non capiscono – se non molto astrattamente – da dove venga la carne che mangiano, non capiscono dove vadano a finire le cose che buttano. Proprio non ci si pensa.

          2) una parte minore invece si diverte proprio a fare danno. E’ un miscuglio del comportamento distruttivo che vedo tutti i giorni tra tanti bambini, figli magari di genitori miti e gentili; dell’idea che “tanto il progresso e le risorse sono infinite”; della cultura della protesta, dei cosplayer; e della frutrazione che si prova in una società in cui non si può mai fare nulla di violento, per cui ti sfoghi sulla panchina.

          • Daouda scrive:

            Concordo

          • Z. scrive:

            Concordo pure io.

            Voglio dire, lo studente fuori sede dovrà anche tornare nell’Urbe Rossa, ma mica per restarci. E poi l’Urbe per lui può essere un luogo di studio, di svago, sinanco di lavoro – ma almeno per i primi anni, difficilmente si tratta di casa sua.

            Al massimo, se è beneducato, non sporcherà troppo.

          • Francesco scrive:

            Miguel

            se il punto 1 è corretto, mi allontano un altro paio di parsec dall’idea del suffragio universale

            ridatemi la Borghesia! e pure certi comunisti

            • Moi scrive:

              Be’, sul punto 1 :

              non so se è vero … ma lessi un bel po’ di tempo fa che nei fastfood Americani c’erano giovani disgraziati subpagati per conciarsi da pagliacci che raccontavano ai cinni delle cazzate come i “campi di hamburger” …

            • Moi scrive:

              … era su Repubblica, mi pare. Cmq NON me ne meraviglierei …

            • Moi scrive:

              insomma: NON dire ai cinni che per far gli hamburger di cui van ghiotti si deve accoppare una vacca e lasciar orfano un vitellino !

          • Francesco scrive:

            1) la maggior parte pensa che i luoghi siano autopulenti.

            Miguel, sai che hai appena sfornato un argomento ottimo a favore dell’alternanza scuola-lavoro? dopo un paio di settimane di pulizia cessi e raccolta spazzatura avremmo reso edotta una generazione sulla erroneità della tesi “autopulizia”

            Quasi quasi vado a iscrivermi al PD

            😀

            • PinoMamet scrive:

              Purtroppo nell’Alternanza Scuola Lavoro non imparano affatto queste attività utilissime, e che potrebbe imparare benissimo a scuola.

            • Francesco scrive:

              No aspetta: fare una cosa a scuola o fare la stessa cosa all’esterno, meglio se in una azienda, è una cosa totalmente diversa.

              Non amo i discorsi motivazionali dei Grandi Eroi Del Nostro Tempo, tipo Stefano Lavori, ma sottoscrivo in pieno “se pensate che il vostro insegnante sia duro, aspettate di conoscere il vostro capo”.

              Ciao

            • PinoMamet scrive:

              Ma è proprio qui dove ti sbagli:

              nella Alternanza i ragazzi non verranno mai impiegati a pulire i cessi.

              Vengono inviati, se possibile, a fare qualcosa di “inerente al percorso scolastico”.
              Nel migliore dei casi, la cosa è davvero inerente, e imparano qualcosa di come funziona un ambiente di lavoro in cui potrebbero anche finire.

              Nel peggiore, fanno qualcosa che non c’entra niente, e non imparano neppure niente di come funziona un ambiente di lavoro purchessia, perché affidati a qualche “tutor aziendale” che li mette in un magazzino a pettinare le bambole per toglierseli di torno.

              (Nel peggiorissimo, vengono mandati a fare un lavoro che non c’entra assolutamente niente e sfruttati senza paga).

              Non hai idea di quante ragazze che studiano ex-magistrali (adesso c’hanno un altro nome ma sempre quelle sono) sono finite in scuole/asili/centri estivi per bambini, e- da come risulta dalle schede- si sono rifiutate di avere mansioni a contatto con i bambini…
              ma allora che sei andata alle magistrali a fare?

            • Francesco scrive:

              No scusa se insisto ma mi stai dando ragione: sgobbare sfruttati è esattamente il miglior addestramento/avvertimento a cosa è il mondo del lavoro. E fare cose non inerenti i propri studi/interessi/seghe mentali da ragazzini è grasso che cola.

              Poi mica dico che uno si deve abituare o rassegnare ma almeno sarà avvertito in anticipo.

              Sulle bambole da pettinare: quante aziende hanno ancora strutture così grandi da poterlo fare?

            • PinoMamet scrive:

              Forse non mi sono spiegato bene:

              quando l’Alternanza Scuola Lavoro funziona (e qua nel Mondo, direi quasi sempre) gli studenti non fanno assolutamente quello che pensi che dovrebbero fare.

              Esiste anche un mondo fuori dal Mondo, che deve essere un gran brutto posto di cui ogni tanto Miguel ci parla, ma qua non è pervenuto.

              In ogni caso gli studenti NON si occupano di pulizia o ordine del posto di lavoro.

              Per insegnargli la pulizia e l’ordine ci sono fior di circolari interne della scuola, che vengono applicate così:

              -liceo classico: benissimo, con ordine e diligenza
              -altri licei: con sufficiente coscienziosità;
              -altre scuole: “quale regolamento? ehi, pulire è il lavoro dei bidelli! papà mi ha detto che il vero uomo puzza! mamma mi ha detto che io posso fare quello che voglio perché non sono mica la serva!”

              Motivo per cui le alre scuole dovrebbero essere chiuse, dopo essere state bruciate e le macerie cosparse di sale.

            • Daouda scrive:

              Ahahahah

            • Peucezio scrive:

              Ma, per capire, la cosa è puramente simbolica (vai un giorno a vedere come funziona un’azienda o quello che sia) o sei davvero controllato e se non lavori anche tu vai incontro a qualche tipo di conseguenza (diversamente da quanto accade se non studi, visto che ormai la bocciatura non esiste più perché sarebbe un trauma e perché comunque poi arrivano i genitori con le armi da fuoco)?

            • PinoMamet scrive:

              La cosa funziona così:

              un “fortunato” professore viene scelto come tutor scolastico per una classe;

              contatta le aziende del territorio che hanno dato la loro disponibilità, avendo cura di combinare possibilmente distanza- raggiungibilità- orari e giorni possibili per lo studente e per l’azienda- corrispondenza al percorso scolastico ecc.

              lo studente viene affidato a un “tutor” aziendale
              (non è detto che sia per forza un’azienda privata; i liceali vanno anche in biblioteche, pinacoteche, università ecc.)
              che gli dice cosa fare, controlla che arrivi in orario e si comporti bene ecc.

              Il professore è tenuto a valutare, sulle indicazioni ricevute dal tutor aziendale, l'”alternanza” dello studente, che contribuisce al suo voto finale di maturità…
              ma esattamente come non lo sa nessuno, perché la cosa è ampiamente nebulosa, e cambia tutti gli anni e mi pare che ogni scuola si regoli in pratica a modo suo;
              il grande interrogativo dell’anno scolastico scorso:
              il voto dell’alternanza come si calcola? in che materia va? diventa una materia a parte? boh. Mistero.

              Comunque mi dicono che- contrariamente a quanto ci si aspetterebbe- in genere le aziende si mostrano molto soddisfatte del comportamento degli studenti, sia come prestazioni che come educazione, puntualità ecc.

              Non saprei se sia la scuola italiana, che funziona ancora, o se sia l’atmosfera del “lavoro”, che mette i freni agli istinti peggiori degli adolescenti;
              probabilmente entrambe le cose.

            • PinoMamet scrive:

              PS
              quest’anno sono finalmente in una parte del Mondo vicina a casa mia, e dove le teste non sono quadre 😉

              qua gli studenti non vagano di aula in aula senza un perché, e non si tengono inutili “monti ore” autogestiti dagli studenti, che nella quadrata città di Reggio venivano considerati un obbligo di legge.

          • Lucia scrive:

            “E’ un miscuglio del comportamento distruttivo che vedo tutti i giorni tra tanti bambini, figli magari di genitori miti e gentili; […] e della frutrazione che si prova in una società in cui non si può mai fare nulla di violento, per cui ti sfoghi sulla panchina” bisognerà rifletterci 😀 (posto che la maggior parte delle persone, genitori e no, almeno in pubblico – ma credo anche in privato – sono abbastanza “miti e gentili”)

  15. Daouda scrive:

    P.s. Mirkhond mi aiuti con documentazione su Onorio e la sua eresia o presunta tale?

    • mirkhond scrive:

      Per Daouda

      Ne trovi dei cenni nella Storia dell’Impero Bizantino di Ostrogorsky, e un pò più approfonditamente nella Storia dei Papi a cura di Martin Greschat e Elio Guerriero, Edizioni San Paolo, pp. 129-130 e 145-146 (queste ultime nella bibliografia, dove trovi uno studio dedicato proprio a Onorio I, ma in Tedesco).

      • Daouda scrive:

        Non hai un link? Mi pare di aver trovato qualcosa ma era puramentr descrittivo non intrressante ahimè. La tua opinione?

  16. Z. scrive:

    Ma Puigdemont ci crede davvero, secondo voi, o fa finta? Possibile che non si sia accorto che è ora di andare a casa?

    (o si è ingassato a leggere Gomez? 🙂 )

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Secondo me in qualche misura deve crederci: i rischi che ha deciso di correre sono troppo grossi perché non ci creda almeno un poco. In generale, gli indipendentisti catalani mi sembra che ci credano sul serio e temo il momento in cui Madrid si giocherà il più grande asso nella manica lasciatole da Franco, ovvero la bomba demografica degli immigrati in Catalogna.

      • PinoMamet scrive:

        Cioè far cosa?

        Non credo che farà mai una cosa del genere, ma soprattutto non lo credo plausibile in Spagna, dove tanto sono già tutti uguali, tolti i cartelli stradali, per cui, paradossalmente, ci vuol davvero poco a fare dei catalani di gente arrivata da tutt’altra parte.

        • PinoMamet scrive:

          Peraltro quelli arrivati con Franco, figli e nipoti, credo anzi siano in prima fila tra gli indipendentisti.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Cioè trasformare la questione catalana da problema interno alla Spagna a problema interno alla Catalogna.

          • PinoMamet scrive:

            Mmm sempre più complicato per me. Continuo a non capire nella pratica cosa potrebbe fare o voler fare!

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Non si parla di cosa si fa, ma di cosa si usa per farlo. Quello che si fa dipende dall’evoluzione della crisi.

            • PinoMamet scrive:

              Non c’ha niente da usare secondo me.

              Uno arriva in Catalogna, spagnolo era prima ,spagnolo resta dopo.
              A scuola impara il catalano (esattamente com i catalani di nascita da generazioni) e per strada fa finta ogni tanto di usarlo, come i catalani.
              Vota Lega Nord Catalogna per motivi fiscali sostanzialmente, uguale come gli altri catalani. Boh.

              Leggo per caso l’articolo di un tizio spagnolo, che scrive di “quando è stato catalano”, cioè di quando ha vissuto cinque anni a Barcellona e la sentiva come casa sua.
              Non esclude che se fosse rimasto lì sarebbe stato anche lui indipendentista.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “Uno arriva in Catalogna, spagnolo era prima ,spagnolo resta dopo.”

                Mi sembra che nessuno abbia sottolineato il fatto che mi colpisce di più.

                I rivoluzionari catalani hanno tutti i capelli come i miei.

                Su dieci, capelli, sette sono bianchi, uno è grigio e due sono neri.

                Insomma, hanno una capigliatura da Europeo Medio.

                La politica è una roba da vecchietti.

                Mentre i giovani si interessano di quanto siano lunghe le barbe o di quanto siano buoni gli aperitivi a questo o quel bar.

                Una piccolissima minoranza di giovani, poi, passa il proprio tempo a fare graffiti o a sognare di picchiare qualche ragazzino fascista, tra una canna e l’altra.

                Questa mutazione generazionale è fondamentale: la rivoluzione catalana è la prima volta che la storia non viene fatta da giovanissimi maschi pronti a uccidere e a morire.

            • Peucezio scrive:

              Siamo in un’epoca strana.
              Non solo ci sono pochi giovani (e ammosciati), ma gli uomini adulti e maturi hanno una mentalità da giovani, da pueri aeterni, non tanto nel senso dell’ardimento, del sangue che ribolle e simili (quello si trova solo nei più anziani, che l’hanno mantenuto da allora), ma nel senso della “capa alla sciòcola”, come si dice dalle mie parti (e mi ci metto io per primo).

            • PinoMamet scrive:

              “I rivoluzionari catalani hanno tutti i capelli come i miei. ”

              Beh, mi auguro che tu non abbia i capelli come Puigdemont…
              altrimenti cambia barbiere!! 😉

              A parte gli scherzi, Poggiodimonte (copyright Mauricius), i due Jordis (non erano i cani della regina d’Inghilterra?) ecc. hanno delle terribili facce da…
              da…
              ecco!
              da politici italiani.

              Poggiodimonte assomiglia moltissimo a un politico leghista friulano con cui ebbe a che fare per un film.
              Detto tutto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                “Beh, mi auguro che tu non abbia i capelli come Puigdemont…”

                Io cerco sempre di attirare i kelebekiani polli in Oltrarno…

                magari posso attirarti con questa terrificante possibilità, di controllare se i miei capelli somiglino a quello del povero Poggiomonte?

            • Peucezio scrive:

              Letteralmente una cosa tipo “testa al gioco” (il gioco è “u scèche”, ma “la sciòggue” vuol dire “lo scherzo”, “la giocosità”, ma in senso un po’ negativo);
              uno che ha la capa alla giocola è uno che non pensa alle cose serie, che è spensierato, un po’ inscosciente, che pensa alle futilità, ai divertimenti.

      • Z. scrive:

        No, certo, che abbia intrapreso un progetto in cui credeva ne sono convinto. Non discuto la sua buona fede, e nemmeno quella dei catalani ribelli.

        Quello che mi chiedo è: si rende conto, ora, che nessuno lo prende più sul serio?

  17. Miguel Martinez scrive:

    OT

    Sono rimasto molto colpito dall’uccisione di Daphne Caruana Galizia, di cui avevo letto varie volte il blog.

    Mi sembrava una persona poco “ideologica”, legata proprio all’alta società maltese che aveva il coraggio di denunciare.

  18. Moi scrive:

    Il Compagno 😀 (ascoltando capirete) Edward Luttwak (!) fa i conti in tasca a Italiotland !

    https://www.youtube.com/watch?v=363E2a-BOpE

    • PinoMamet scrive:

      A me Luttwak è simpatico, lo ammetto!

      • Moi scrive:

        … Ha un senso della Madre Patria altissimo, per altro !

      • roberto scrive:

        stessa simpatia della thatcher, solo che fa il simpatico con i paesi degli altri….

        • Francesco scrive:

          Ehi, io ero innamorato di Maggie! una donnina deliziosa con un nonsochè per le relazioni sindacali. E personali, sospetto.

          Ma nessuno è perfetto, si sa.

        • PinoMamet scrive:

          A me la Thatcher è sempre stata sulle palle, Luttwak invece no…. sicuramente è un cinico bastardo, ma è più americano della Thatcher (cioè più umano, e migliore) e più “latino” di molti statunitensi (cioè più umano, e migliore).

          • izzaldin scrive:

            “più latino di molti statunitensi”
            certo, è cresciuto a Palermo! frequenta ancora Bagheria.
            c’è una bellissimo ritratto di Luttwak sul Guardian, se già ti sta simpatico dopo averlo letto lo amerai ancor di più!

          • roberto scrive:

            ogni volta che apre la bocca parla di licenziare masse di persone (lui non usa questo termine, per lui sono numeri) o ucciderne altre, invadere paesi, bombardarne altri. il tutto poi riferendosi ad un paese che non è il suo.

            non riesco a trovarci nulla di simpatico

            • izzaldin scrive:

              nel 1968 Luttwak scrisse un libro sulle tecniche del colpo di stato, credo si chiami Coup d’Etat, che spiega quanto è facile prendere il potere con la forza, e scende proprio nei dettagli.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Devo fare io l’antipopulista?
      Vabbé…

      Primi 15 secondi… mezza minchiata: i carichi di lavoro delle due corti non sono neppure lontanamente paragonabili. Non ci credete? Nel 2016 la Cassazione ha sfornato oltre 82.000 (ottantaduemila) provvedimenti. Il dato usàno non riesco neppure a trovarlo (evidentemente non solo non fanno un cazzo, ma non ritengono che l’utenza debba essere informata sul loro non fare un cazzo), ma dalla numerazione dei provvedimenti mi pare sia proprio un diverso ordine di grandezza. I sistemi di common law hanno infatti un verognoso sistema di filtri che impediscono l’accesso alle giurisdizioni superiori.
      Da 0.15 a 0.60: sì, è vero, paghiamo i funzionari pubblici di vertice tanto, sicuramente troppo. Ma è strano che un professorino usàno ce lo faccia notare, visto che rappresenta il sistema educativo di un paese in cui la persona con lo stipendio più alto in ogni college è l’allenatore della squadra di football…

      • PinoMamet scrive:

        Intendiamoci, io ritengo che il sistema statunitense, nel complesso, sia uno dei peggiori tra quelli democratici, e quando sento parlare degli USA come della “più grande democrazia del mondo” mi viene l’orticaria;
        (e sicuramente il sistema scolastico USA, a giudicarlo con indulgenza, si può dire che faccia vomitare)

        però insomma, dai, dire che i funzionari italiani di vertice sono pagati troppo è pura e semplice verità.

      • Francesco scrive:

        perchè vergognoso? mi pare faccia funzionare bene tutto il sistema

        e poi mica ce l’hanno solo loro, a giudicare da quanti pochi avvocati hanno i paesi civili rispetto all’Italia

      • Francesco scrive:

        visto che rappresenta il sistema educativo di un paese in cui la persona con lo stipendio più alto in ogni college è l’allenatore della squadra di footballù

        che c’azzecca?

  19. Moi scrive:

    Scusate ma … il completamento della Sagrada Familia, la Catalunya (che poi diverrebbe una repubblica, no ?) indipendente se lo dovrebbe finanzaiare da sola ?

    … Va be, per la Fede ch’è rimasta fra la popolazione autoctona possono farci direttamente la discoteca; anzi: il Jazz Club Hipster 😉 !

  20. Moi scrive:

    per me il Mostro non ancora palesatosi 😉 è uno che fa pochi ettometri in automobile o in motorino …

  21. maffeia scrive:

    Personalmente, cerco di commettere quanti meno “crimini contro l’umanità” possibili.
    Per esempio, cerco di usare meno plastica, o meno acqua, o di spegnere la luce quando esco da una stanza.
    Con tutto questo, sono tra i principali inquinatori che conosco. Lavoro a 90 km da casa, in una zona non servita da mezzi pubblici e con orari di lavoro che mi rendono proibitivo il car sharing.
    Insomma, a quelli che non si pongono il problema (probabilmente la maggioranza) vanno aggiunti quelli come me, che vorrebbero ma trovano che agire in maniera ecologicamente responsabile comporti sacrifici sinceramente eccessivi. Anche perché non credo che un mio grande sacrificio porterebbe a risultati significativi a livello globale.

    • Francesco scrive:

      L’ultimo punto sarebbe meglio dimenticarlo, per non dare ragione a quelli che se ne catafottono bellamente.

      Alla fine è la moltiplicazione di “inutili” comportamenti individuali che farà qualcosa di buono o non lo farà.

      E poi si crepa tutti alla fine, meglio vivere bene fino a che si può.

      Ciao

  22. Francesco scrive:

    OT

    qualcuno di voi è così bravo e intelligente da disegnare una mappa dei celebecchiani che illustri da dove partiamo come posizione teorica per poi vedere dove finiamo in pratica?

    che di fatto mi vedo Peucezio e il sottoscritto a citofonare al Duca perchè al Giardino ci sono le salsiccie, con Roberto che le sta cuocendo, mentre Z ferma due vigili urbani preoccupatissimi a suon di Latinorum e Lisa nasconde il fatto a MM, che sarebbe troppo innervosito da questi figuri; in un angolo Moi discute con Dauda senza fare un tubo, Pino intrattiene i bambini con storie prese dalla sceneggiatura di SW e così via

  23. Moi scrive:

    Quand’è che “Sbatti il Mostro in Prima Pagina” [cit.] … Miguel ? 😉

  24. Moi scrive:

    [cit]

    https://it.wikipedia.org/wiki/Sbatti_il_mostro_in_prima_pagina

    PS

    Quel ILR 😉 NON è un omonimo 😉 …

  25. Moi scrive:

    Harvey Weinstein trova un* avvocat* 🙂 di eccezione in Vladimir Luxuria :

    http://www.huffingtonpost.it/2017/10/11/vladimir-luxuria-ad-asia-argento-a-weinstein-avresti-dovuto-dire-no-la-replica-evidentemente-non-sei-mai-stata-violentata_a_23239903/

    Vladimir Luxuria ad Asia Argento: “A Weinstein avresti dovuto dire no”. La replica: “Evidentemente non sei mai stata violentata”

  26. Moi scrive:

    allo … allo … allo … allo-psico-ctoni ? 😉

  27. Moi scrive:

    Woody Allen Warns of ‘Witch Hunt’ Over Weinstein, Then Tries to Clarify

    https://www.nytimes.com/2017/10/15/movies/woody-allen-harvey-weinstein-witch-hunt.html

    … al dgé quàl ch’ al maridé la fiola Coreana (adottiva … che ormai ha quasi 50 anni, fra l’altro …) Soon Yi ! 😉

    • PinoMamet scrive:

      ..sì, però mi sembra che dica cose condivisibili, tipo “evitare il clima da caccia alle streghe”

      • Moi scrive:

        Secondo me la cosa giusta (e sarebbe anche molto interessante, la farebbe senz’ altro molto bene) che dovrebbe fare Woody Allen sarebbe un film “Canto del Cigno” 😉 sulla Rivoluzione Sessuale dagli Anni Sessanta a Oggi … sul tipo “What We Expected VS What We Got”, ma dubito che sarebbe apprezzato … se non da gente ritenuta “Reazionaria” e quindi NON culturalmente egemone !

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “..sì, però mi sembra che dica cose condivisibili, tipo “evitare il clima da caccia alle streghe””

        In teoria, sono d’accordo.

        E credo che il mondo sia pieno di femmine str…, quanto di maschi str…

        Ed è difficile dire se tutte le accuse siano vere.

        Però sicuramente gran parte lo sono.

        Penso che quelli che approfittano della debolezza di una persona – maschia o femmina che sia – per soddisfare qualche capriccio personale, meritino di essere fatti a pezzi a colpi d’ascia (infatti, non troverete mai in questo blog una mia critica alla pena di morte).

        Non è un’idea di “sinistra”, è il principio stesso della cavalleria: io sono superiore dal momento in cui non mi lascio tentare, non approfitto, non sfrutto.

        Con tutti i miliardi che ha, se non riesce a distaccarsi dai propri desideri, Weinstein è più debole di me.

        “Io non ho nulla, eppure non mi manca niente”, come mi diceva l’altro giorno Paolo Coccheri.

        Non amo la caccia alle str(eghe), ma non ho nulla contro la caccia agli str(onzi)…

        • Z. scrive:

          Miguel,

          — infatti, non troverete mai in questo blog una mia critica alla pena di morte —

          Non preoccuparti, a quelle ci penso io!

          Anche perché, a ben vedere, su Weinstein non hai tutti i torti: e “approfittare della debolezza di una persona (…) per soddisfare qualche capriccio personale” non è male, come definizione per chi vorrebbe istituita la pena di morte.

          • Moi scrive:

            Ma no, via: qui scatterebbe “populisticamente” il contrappasso dello Ius Grogghi 😉 [ma dov’ è finito ?!] dell’ affidarlo al Bongo Omoerotomane 😉 …

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Z

            ” non è male, come definizione per chi vorrebbe istituita la pena di morte.”

            Ma infatti non dico nemmeno una parola a favore della pena di morte.

            Casomai ho dei dubbi sul concetto di pena in genere, o sull’autorità di qualunque istituzione.

            Però tra ergastolo e fucilazione, sceglierei senz’altro la seconda, almeno per me stesso.

            • Miguel Martinez scrive:

              Altro punto a favore della pena di morte è la sua prossimità all’evento stesso.

              Poniamo che io a vent’anni, in una rissa, avessi ammazzato qualcuno: a vent’anni, sono cose che capitano. Fucilato subito, avrei capito benissimo perché.

              Se invece io stessi ancora in carcere, quarant’anni dopo, avrei solo un ricordo vago e confuso dell’evento, e ormai mi sentirei completamente estraneo a quella storia. La mia sarebbe semplicemente un’esistenza sprecata, a enorme costo per la collettività.

              Insomma, guardo la faccenda, non dalla parte della “società”, ma dalla parte del “punito”.

            • Carlo scrive:

              Miguel, in alcuni posti (USA e Giappone in testa) tra la condanna a morte e l’esecuzione possono passare decenni tanto che alcuni condannati fanno in tempo a morire prima, come l’assassino seriale messicano-americano Ricardo “Richard” Ramirez, condannato a morte nel 1989, 4 anni dopo essere stato arrestato e morto per cause naturali nel 2013 dopo la bellezza di 24 anni dalla condanna.

            • Daouda scrive:

              È sbagliato uccidere troppo presto. Prima risarcimento ai lavori forzati e poi espiazione xon la prorpia morte

            • Z. scrive:

              Miguel,

              un ergastolano può sempre suicidarsi, se davvero lo desidera.

              In ogni caso, l’esecuzione della pena capitale segue spesso di molti anni i fatti contestati…

            • Z. scrive:

              Miguel,

              — Ma infatti non dico nemmeno una parola a favore della pena di morte.–

              Excusatio non petita…

              — Casomai ho dei dubbi sul concetto di pena in genere, o sull’autorità di qualunque istituzione – –

              O sull’esistenza della istituzione stessa, o sull’esistenza di una realtà… no, nel cielo nuvoloso della fumisteria intellettuale non riesco a seguirti, per quanto ti voglia bene 🙂

        • Z. scrive:

          Peraltro, anche vendere il proprio corpo per far carriera e chiamarlo stupro…

          (nei casi in cui effettivamente va così, eh, non nei casi effettivi di stupro: è bene distinguere, tanto più che ultimamente si tende a farlo sempre meno, visto che non sempre conviene)

          …è una forma di manifestazione del non sapersi distaccare dai propri desideri.

          Ebbene – proprio come Lisa, non provo particolare empatia verso chi si prostituisce per far carriera e poi cerca di accreditarsi come vittima. Vero. Ma tremo anche all’idea di un mondo dove qualcuno, uomo o donna, si sente legittimato ad uccidere a colpi d’ascia chi l’ha scavalcato offrendosi al profittatore di turno.

          Non è mai superfluo ricordarsi che chi pretende occhio per occhio rende il mondo cieco, e pure sordo, e dà il suo piccolo contributo alla distruzione della civiltà (che nasce, a mio avviso, nel preciso momento in cui si rifiuta questa logica).

        • roberto scrive:

          Miguel

          “Con tutti i miliardi che ha, se non riesce a distaccarsi dai propri desideri, Weinstein è più debole di me”

          questo è un pensiero che condivido totalmente

        • PinoMamet scrive:

          Io sono a favore della pena di morte, corredata di clausole che la rendano quasi inapplicabile;
          Invece ho sempre trovata, in linea di principio, disumana la reclusione, che priva una persona del suo bene più prezioso, che tutti sappiamo essere la libertà, non la vita.

          Chi ha fatto un danno, ripaghi il danno, SE possibile; se non è possibile, tenerlo rinchiuso non risolverebbe comunque nulla.
          Farei eccezioni per i criminali pericolosi incapaci di controllarsi, come serial killer ecc.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            La limitazione della libertà, però, è la costante della vita umana, variando solo la quantità di libertà limitata. La condanna a morte, invece, è proprio la negazione della vita umana.

            • Peucezio scrive:

              In effetti è vero anche questo.

            • PinoMamet scrive:

              ” La condanna a morte, invece, è proprio la negazione della vita umana.”

              Diciamo che ho una scala di valori diversa dalla tua…
              comunque, ripeto, io metterei la pena di morte, sì, ma in pochissimi casi eclatanti, e con tali clausole da renderla quasi (e sottolineo quasi) inapplicabile.

              Per citare la sapienza di un antico popolo monoteista 😉 “un tribunale che condanni a morte una persona in 70 anni è da considerarsi un tribunale di assassini”

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “La condanna a morte, invece, è proprio la negazione della vita umana”

              Ripeto, a differenza di Daouda ad esempio, non mi pongo “dal punto di vista della società”, che ha norme variabili nel tempo e nei luoghi e con cui io non necessariamente concordo.

              Per questo faccio una riflessione tangenziale, che riguarda il curioso culto totalizzante della “vita” intesa nel semplice senso di numero di battiti del cuore e di mancanza di dolori fisici di un organismo umano.

              Che è comunque destinato prima o poi a spegnersi: non esiste vita senza morte (né morte senza vita), per cui non esiste alcun conflitto tra le due.

            • Daouda scrive:

              Il caso di messa a morte è quello di omicidio genericamente. Chi attenta alla vita altrui perde la dignità della sua prorpia vita

          • Peucezio scrive:

            Circa la pena di morte,
            distinguerei fra ragioni di principio e ragioni di opportunità pratica.
            Sul piano di principio io sono un vecchio hegeliano che crede nello stato etico, sono un comunitarista organicista, quindi per me la comunità ha la piena titolarità e disponibilità della vita dell’individuo, perché l’individuo esiste per la comunità e non viceversa. Quindi la pena di morte, per quanto sgradevole e da applicare con estrema prudenza, non si può escludere del tutto.
            D’altronde è anche l’insegnamento di sempre della Chiesa Cattolica.

            Sul piano dell’opportunità pratica, bisogna distinguere le situazioni:
            in generale c’è tutta una serie di reati violenti per cui io la proporrei senza esitazioni, per esempio l’infanticidio o, cosa che mi ripugna ancora di più, l’uccisione di una persona anziana (in generale qualunque atto contro un anziano è più odioso, per un principio di rispetto dell’età).
            Mi guarderei bene però dal proporla in Italia, neanche per scherzo: dare alla magistratura italiana il potere del disporre persino della vita dei cittadini, dopo che si sono presi il potere (da qualche anno con l’entusiastico sostegno dei grillini) di veto e di selezione della classe politica, sarebbe la fine: avrebbero già fatto uccidere Berlusconi, ma poi anche Salvini, Renzi e chiunque altro gli venisse in antipatia, per poi, dopo aver sterminato la classe dirigente e gran parte della società civile italiana, comincerebbero a uccidersi fra loro.

            • Daouda scrive:

              Se non si può giustficare la morte dei criminaki neanche una guerra giusta sarebbe lecita e ssremmo nel pacifismo più assoluto

            • Z. scrive:

              Una cosa brutta del web è la sete di sangue che ha messo a persone miti e tendenzialmente innocue come voi.

              Non lo perdonerò mai, ad Al Gore…

            • PinoMamet scrive:

              Non si tratta mica di sete di sangue.
              Non è che io, o Peucezio o Daouda o Miguel, si vada in giro a dire sgozza quello, spara a quell’altro.

              Non sono neppure un colpevolista, quando sento casi di cronaca: tendo a essere garantista, invece.

              Però non ho il tabù sulla pena di morte che sembra d’obbligo in Italia.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              D’obbligo in Italia? Ma se becco ovunque penadimortisti? 😀

            • Z. scrive:

              Distinguiamo, neh!

              Anzitutto, tu non c’entri: non sei né mite né tendenzialmente innocuo 😛

              Peucezio invece fa esattamente questo: auspica esecuzioni almeno una volta al giorno soltanto qui, poi non so fuori. Moi grosso modo anche. Daouda e specialmente Miguel, in effetti, un po’ più di rado: non siamo tutti uguali!

              Vuoi dirmi che non alzerebbero mai le mani su nessuno? ne sono convinto, ma è questo che fa il web: tira fuori la rabbia e la sete di sangue.

              C’è un’azienda che ci ha visto giusto, ci ha fondato un partito, e quel partito forse vincerà le prossime elezioni 🙂

              Z.

              PS: in realtà la pena di morte mi sembra tabù in tutte le democrazie occidentali, esclusi gli Stati Uniti…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Vuoi dirmi che non alzerebbero mai le mani su nessuno? ne sono convinto, ma è questo che fa il web: tira fuori la rabbia e la sete di sangue.”

                Ma guarda che io la pena di morte la immagino esclusivamente dalla parte del paziente. Immagino me, condannato, cui chiedono, vuoi fare l’ergastolo o vuoi essere fucilato subito? Poi giustamente qualcuno nota che esiste anche un’elegante combinazione dei due, la pena di morte dopo trent’anni di attesa, e sicuramente lì sono contrario.

                Ma non ho nessuna sete del mio sangue 🙂

            • PinoMamet scrive:

              “Anzitutto, tu non c’entri: non sei né mite né tendenzialmente innocuo”

              Grazie Z. 😀

              “D’obbligo in Italia? Ma se becco ovunque penadimortisti? 😀 ”

              Sì Mauricius, ma tutta gente che lo dice per essere anti-, per fare i bastian contrari (che, sicuramente, è uno degli sport più diffusi al mondo), o per il solito discorso del tempo che fu…
              insomma, per andare contro alla solida realtà dei fatti in Italia, che dice che la pena di morte è una brutta cosa e un paese civile non ce la dovrebbe avere.

            • Z. scrive:

              Più che un fatto, Pino, è un’opinione. Però in effetti è dominante da decenni nelle istituzioni dell’Occidente.

              Ma ora il sentimento popolare sta cambiando, credo.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              — Ma guarda che io la pena di morte la immagino esclusivamente dalla parte del paziente. —

              Secondo me la immagini dal punto di vista di Miguel, vivo e vegeto, libero e non privo di progetti sul proprio futuro e su quello della propria famiglia e della propria comunità.

              Dal punto di vista di un condannato credo che la prospettiva sia differente.

              Pensaci: abbiamo letto e sentito molte storie di condannati a morte che tentavano di farsi commutare la pena in carcere a vita.

              Quante ne abbiamo sentite di storie di ergastolani che tentavano di farsi commutare la pena in pena di morte?

              Anche perché suicidarsi in carcere, a quanto pare, non è poi un’impresa così impossibile.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              veramente io ho fatto un discorso teorico basandomi sulla maggior parte delle civiltà umane (che non ho inventato io: non è colpa mia se per millenni gli uomini hanno fatto esecuzioni, si sono sposati solo fra sessi diversi, non hanno predicato la libertà illimitata di movimento, ecc.), ma poi, sul piano pratico, del mio auspicio reale, ho paventato come un’ipotesi tremenda il ripristino della pena di morte in Italia, per i motivi che ho spiegato.
              Se significa essere assetati di sangue sul web guardare con terrore all’ipotesi di giudici che ordinano esecuzioni di massa…
              Semmai mi preoccupa il fatto che soggetti come Travaglio, Scanzi, Grillo e compagnia sarebbero ben felici di poter fare esecuzioni indiscriminate. Ma vere, mica telematiche (per loro la rete va bene solo per fare le elezioni)!

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              però ti do atto di una cosa, che suscita tutto il mio furore genocida telematico, e lì lo ammetto, faccio volentieri outlet, come diceva Checco Zalone:
              quelli che parlano male di Assad. Che dicono che è un dittatore, che non va bene, ecc… Per loro la pena di morte la vorrei! Lo ammetto… non ci posso fare nulla.

            • Z. scrive:

              Peucè,

              poche storie: lo sappiamo che sei un fascista mite e gracilino, tutto chiacchiere e distintivo e studio.

              Mica un VERO VOMO come ti avrebbe voluto il DVSCE.

              E ti preferiamo così, ti preferiamo!

              😛 😛 😛

            • Peucezio scrive:

              E chi dice il contrario?
              Io ho detto che li vorrei condannati a morte, mica che vorrei eseguire io la condanna a mani nude 🙂

  28. Peucezio scrive:

    OT per gli emiliano-romagnoli del blog:

    https://www.facebook.com/616519485158020/photos/gm.1738767206153436/1034016780074953/?type=3&theater&ifg=1

    Vi convince questa carta linguistica? Pare di capire sia stata fatta da un appassionato abbastanza competente, ma m’insospettisce: troppa corrispondenza con i confini amministrativi.

    • PinoMamet scrive:

      Infatti!

      Per quanto riguarda la parte occidentale, almeno, cioè quella che ho… sott’orecchio 😉 posso dirti che è completamente sballata.

      Parma e Piacenza, i cui dialetti sono diversissimi anche al primo ascolto occasionale, sono messe insieme, mentre Parma e Reggio, che hanno più che altro una differenza di accento
      (più “bolognese” e stereotipatamente emiliano quello reggiano, più “francese” quello parmense/parmigiano) e di qualche particolarità lessicale, sono divise in due gruppi diversi…

      anche i confini appenninici (tolte le aree parmensi-piacentine, dove anzi la cartina è forse troppo sbilanciata in senso “antiemiliano”) mi sembrano decisamente troppo netti, e sicuramente non rendono conto, in nessun caso, del continuo sfumare delle isoglosse.

      • Peucezio scrive:

        Molto interessante, immaginavo, grazie…
        E questo sarebbe un “esperto”.
        Il bello è che scrive pure articoli con Canepari, anche se non ha ruoli accademici.

        Quand’è che scrivi qualcosa tu…?!

        • Moi scrive:

          Ha fatto bene a mettere il Ferrarese come “cuscinetto” di separazione … ma doveva metterci anche il Bolognese.

          Cmq mi pare che in Emilia “TransPanarica” (lo dico per farmi capire, ma è un’ espressione che non usa nessuno: farebbe ridere !)gli unici tre dialetti “assimilabili” siano Modenese, Reggiano e Parmense “Orientale” per quanto quella erre uvulare (tipo Gene Gnocchi) sia peculiarissima.

          • Moi scrive:

            e cmq ci sono (nella misura in cui ci sia attaccamento al dialetto, cosa tutt’altro che comune) due mentalità “opposte” e “parallele” 😉 :

            “i dialetti sono tutti uguali, perché ci si capisce tutti” Vs “i dialetti sono tutti diversi, perché ogni 10 km, anche di meno, si capisce che non sei di 10 km prima, anche di meno”.

          • PinoMamet scrive:

            Gene Gnocchi è parmense occidentale comunque 😉
            ed è proprio lì che la r uvulare è più tpica!

            i dialetti parmensi non sono comunque molto distnti tra est e ovest della provincia (semmai sono i piacentini che a est si “imbastardiscono”) ma tra sud (ligure) e estremo nord-Po (influsso lombardo)

    • PinoMamet scrive:

      Per intendesi:
      fino a Fiorenzuola/Alseno, provenendo da Piacenza, si parla piacentino (“a sum sta… m’han ciamà… “);
      da lì cominciano i dialetti parmensi occidentali, che arrivano fino al torrente Taro dove comincia l’influenza di Parma città; a Parma città rimane solo il dialetto dell’oltretorrente (una varietà abbastanza aberrante rispetto alla norma) e quello della campagna (dei nobili e degli “ariosi”), che riprende il dominio fuori città verso est, sfumandosi nei dialetti reggiani senza soluzione di continuità.
      Non saprei distinguere invece i dialetti reggiani da quelli modenesi.

      • PinoMamet scrive:

        PS A Reggio, o forse sino a Sant’Ilario, il bambino è un “cinno”
        (proprio così, anche in dialetto, con fonetica “italiana”).

        A Parma e provincia, forse per influenza francese, è un “garsòn” (con s sonora) se grandicello, un “putèn” se piccolo.

        • Moi scrive:

          PS A Reggio, o forse sino a Sant’Ilario, il bambino è un “cinno”
          (proprio così, anche in dialetto, con fonetica “italiana”).

          ————–

          Stessa roba a Bologna, ove fra l’ altro rimane invariato al plurale, cambia solo l’ articolo da “al” a “i” … stesso “trattamento” di “cinno” curiosamente anche per “treno” e “freno”, che restano invariati al plurale e sono detti “come in Italiano” anche in dialetto.

    • Z. scrive:

      Non sono un linguistico, purtroppo…

      ma la diversa cadenza tra riminesi e cesenati può essere rilevata anche da un forestiero, secondo me; la parlata cesenate, in ispecie, è piuttosto particolare.

      Similmente, l’accento di Ravenna non è particolarmente simile a quello di Forlì: e fin qui passi, magari sono io ad essere pignolo. Però l’autore di questa cartina mette insieme Conselice (ai confini col ferrarese) e Marradi, sicché questa classificazione mi lascia un po’ perplesso.

      Io dividerei salomonicamente i forlivesi in due: West Forum-Levy, con annesse Faenza e Imola, nonché East Forum-Levy, con annessa Cesena.

      Infine, io questo netto confine, ad es., tra riccionesi e tavulliesi non lo sento. Ma qui potrei essere io, eh 🙂

  29. Moi scrive:

    l’unica differenza che abbia notato fra Reggio e Modena è la terza persona plurale del presente indicativo … di tipo rispettivamente “a sòm” vs “a sâm” , “siamo” [che a Bologna diventa “a sàn”, da non confondersi con ” a sån” che è “(io) sono”] :la quantità vocalica breve o lunga ancor più che il timbro !

  30. Moi scrive:

    Cmq una cosa che trovo abbastanza sgradevole è quell’ indissolubile mischione fra Italiano e dialetto, la “parlata” dell’ Italia Centrale … compiaciutamente fatto anche da gente coltissima.

  31. Peucezio scrive:

    Insomma, impressione mia iniziale pienamente confermata e superata: cartina fatta completamente alla c…. di cane!

    • Moi scrive:

      Massimo Fini ultimamente ha imparato finalmente a paragrafare un po’ … prima faceva dei “walls of text” scoraggianti ! 🙂

      • Z. scrive:

        Può darsi che qualcuno lo faccia per lui. Sta perdendo la vista, a quanto ricordo. Mi è dispiaciuto molto quando l’ho saputo.

  32. Z. scrive:

    Amici chelebecchiani, voi che siete istruiti, spiegatemi una cosa:

    da quanto il verbo abusare è diventato transitivo?

  33. Moi scrive:

    Ma … cos’è che disse Al Gore, sulla Pena Capitale ?

  34. Moi scrive:

    Ma … quand’è che arriva l’ Eco-“Belva Umana” [cit.] ordunque ?

  35. PinoMamet scrive:

    Ultim’ora! Bloccate le frontiere! 😉 😉
    “Asia Argento: me ne vado dall’Italia!”

    (ma non fatevi illusioni, sono dieci anni che lo sta a dire…)

    • Moi scrive:

      la caratteristica più peculiare di AA 🙂 consiste nell’ essere odiata visceralmente da chi invece osanna suo padre DA … poi AA ha pure ricevuto piena solidarietà e richiesta di rimanere perché “il problema sono gli uomini” [sic] indovinate da chi 😉 …

  36. PinoMamet scrive:

    E per la rubrica “quando ho torto lo ammetto”
    e “diamo a Francesco quel che è di Francesco”

    http://www.glistatigenerali.com/occupazione_scuola/i-millenials-viziatelli-mi-hanno-francamente-rotto-le-palle/

    sunto: l’autore ha visto un ragazzo che protestava contro l’Alternanza Scuola-Lavoro esibendo il cartello “lavare i piatti non è formazione!”

    l’autore ribatte che lavare i piatti è formazione, e mi sento di dargli pienamente ragione.

    • Carlo scrive:

      Articolo interessante e condivisibile, cui aggiungerei che ha francamente rotto anche l’uso ubiquo che alcuni articolisti, specie del gruppo Repubblica-L’Espresso fanno del termine “millennial”.

    • Z. scrive:

      L’autore però dichiara che veniva pagato il giusto, e allora sì che sono d’accordo con voi.

      Il ragazzo che non vuol fare il lavapiatti quanto lo pagherebbero?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Pa…gherebbero?

        • Z. scrive:

          …eh 🙂

          • izzaldin scrive:

            l’alternanza scuola-lavoro non è un problema solo per gli studenti che fanno “formazione” da McDonald o lavorando gratis per Farinetti.
            Quando l’alternanza è fatta bene (che ne so, un istituto tecnico la fa in una azienda informatica) di fatto copre un fabbisogno lavorativo che un tempo veniva distribuito tra stage e tirocini spesso retribuiti. Quei piccoli tirocini pagati che aiutano i giovani universitari adesso non li farà più nessuno perché lavoreranno gratis i ragazzi.

            • Z. scrive:

              Gli istituti tecnici e professionali fanno lo stage da sempre. L’unico rischio, dalle mie parti, era che l’impresa convincesse lo studente a farsi assumere subito, prima ancora del diploma…

            • Peucezio scrive:

              Che poi se uno lavora non si capisce che cavolo se ne fa del diploma.
              Ci fa gli aeroplanini? Le barchette?

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              non ci crederai ma a volte a scuola si imparano delle cose. davvero

              e, non sconvolgerti, potrebbero essere anche cose utili!

              😉

            • Peucezio scrive:

              Tipo…?

            • roberto scrive:

              io, come ho già raccontato, ho imparato a resistere in maniera stoica ed efficace alla noia.
              sono capace di assistere senza usare droghe ad udienze, riunioni, conferenze di una lunghezza assurda e noia assoluta, totale, sconfinata.
              Il bello è che entro in uno stato di stand by, mantenendo la capacità di reagire appena sento una cosa che mi interessa

              evidentemente, ore di filosofia in cui entravo in questo stato catatonico, salvo svegliarmi appena sentivo, in maniera semicosciente, una cosa che mi interessava, non sono state sprecate

            • roberto scrive:

              ho imparato poi a frequentare gente che mi stava odiosa.

              infine, il prof di ginnastica è stato il mio primo allenatore di basket, al quale sarò sempre riconoscente per avermi insegnato aluni fondamentali (un paio di movimenti schiena a canestro, gancio, taglia fuori) che mi permettono ancora oggi a 44 anni di sopravvivere su un campo di basket

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              se uno ha un diploma di perito meccatronico ha più possibilità lavorare come perito meccatronico di me. Davvero. Parola.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              perché si dà importanza ai titoli anziché alle competenze.
              E questo è il vero guasto.

            • Francesco scrive:

              Peucezio,

              nel Mondo Ideale i titoli sono un riassunto e una garanzia di competenze.

              Nel Mondo Ideale, lo so.

              Ciao

            • Z. scrive:

              Peucè,

              dalle mie parti quel titolo non lo regalano e le imprese lo sanno.

              E del resto anch’io do importanza ai titoli: non vado dal cartomante ma dal medico, se sto male. Che vuoi farci!

            • Z. scrive:

              roberto,

              è lì che hai iniziato a tifare Fontitu… Fottritu… Fornitu…

              quella roba lì insomma?

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              beato te, cui non raccontano quello che succede dentro le università.
              Non sai che bel discorsetto ha fatto un rettore medico di un’università di cui ovviamente non faccio il nome, a un mio amico di cui ovviamente non faccio il nome.
              Tu, nella tua beata ingenuità, credi che le lauree si diano per attestare che Tizio ha acquisito le tali competenze. Mentre le lauree l’università X le dà perché più gente laurea più fondi riceve.
              E sono palesemente due ragioni in conflitto (tranne il caso che siano tutti inteligentissimi e studiosissimi, cosa che, oltre ad essere statisticamente impossibile, non si dà per il fatto che già dalla scuola vengono educati a non impegnarsi).

            • PinoMamet scrive:

              Peucè, dai, sei un po’ estremista.

              Le lauree le università te le danno se hai superato tutti gli esami e hai fatto una tesi almeno presentabile.

              Non è assolutamente garanzia che il laureato sia un grande esperto del suo ramo, ma sicuramente si può dire che conosca le basi.

              Il discorso che riporti è verissimo, ma è ovviamente un discorso generale, ad ampio raggio:

              faccio gli esami più semplici, prendo pià studenti ergo più soldi, o faccio gli esami più difficili, quindi meno studenti e meno soldi ma mi faccio la fama di università seria che nel lungo periodo forse mi frutterà più soldi?

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              “Le lauree le università te le danno se hai superato tutti gli esami e hai fatto una tesi almeno presentabile.”

              La prima cosa sì, ma ovviamente bisogna vedere i parametri di valutazione.
              La seconda no. Magari!

              “faccio gli esami più semplici, prendo pià studenti ergo più soldi, o faccio gli esami più difficili, quindi meno studenti e meno soldi ma mi faccio la fama di università seria che nel lungo periodo forse mi frutterà più soldi?””

              La seconda cosa ti assicuro che semplicemente non succede.

    • Peucezio scrive:

      Io la penso come il preside del film di Moretti: la scuola non deve formare, ma informare.

      Fino alla fine darete ragione a me, che sostengo che andrebbe abolita.
      Che senso ha fare a scuola ciò che normalmente si fa al lavoro? Non si fa prima a lavorare direttamente?
      Una delle cose detestabili dell’epoca presente è il fatto che i nomi si usano per indicare cose diverse da ciò che significano.

      • PinoMamet scrive:

        Io, ora che rivedo dopo anni una scuola decente (liceo) e una scuola ottima (liceo classico, anzi, uno dei migliori della regione, modestamente, alla faccia dei fighetti del non-capoluogo)

        sono arrivato a questa conclusione:

        non va abolita la scuola, vanno abolite alcune scuole, cioè quelle tecniche e professionali.
        Anzi no: va abolita metà degli studenti che ci vanno 😉

        Non solo non deve esserci obbligo scolastico oltre le elementari
        (non è classismo: è che alle medie disimparano quello che hanno imparato alle elementari!), ma per molti ragazzi deve esserci proprio la proibizione di avvicinarsi a più di cento metri da un edificio scolastico.

        Io metterei la regola come quella americana copiata dal baseball 3 strike e sei fuori.

        • Peucezio scrive:

          Certo che però nell’esperienza di elementari e medie mi accorgo che c’è molto di soggettivo.
          Io alle elementari no ho imparato un beato cazzo: a leggere, scrivere e fare le quattro operazioni ci si metterebbe un mese o due, invece ti ci tengono cinque anni a fare dettati completamente inutili e altre attività idiote.
          Alle medie, per contro, avendo avuto un insegnante bravo, tra l’altro allievo di Cesare Segre (ci prese tipo a 26 anni e dopo quella classe ne ebbe una cosa come un paio, non di più, poi si è dedicato ad altro, traduzione, poesie, narrativa…) ho imparato moltissimo, ho formato le mie basi, ho sviluppato la passione per le discipline umanistiche e infine per la linguistica storica (fu ai tempi della terza media che cominciai a comprare i manuali di indoeuropeistica del Pisani), oltre ad essermi divertito.
          Al liceo mi sono annoiato, ma non posso dire che non sia stato importante per la mia formazione (soprattutto il ginnasio, perché lì ti formi davvero le basi solide per le lingue classiche).

          • Peucezio scrive:

            Lingue classiche che per inciso considero quasi l’unica ragion d’essere della scuola, istituzione nel complesso inutile, ma la cui unica utilità è di insegnare un po’ di grammatica latina e greca.

            • Z. scrive:

              Se si insegnassero la lingua latina e quella greca allora sì che sarebbe tempo speso bene.

              Impiegare due ore con un dizionario per tradurre dodici righe con due errori in una lingua che è praticamente italiana, dopo cinque anni di studio, significa non conoscere quella lingua. Invece a scuola vale un otto.

              Per usare un eufemismo, non è tempo impiegato benissimo.

            • PinoMamet scrive:

              Ma non è vero, Z.
              Che il metodo di insegnamento delle lingue classiche sia da ripensare, lo di sa dall’ottocento (e metodi diversi hanno i loro sostenitori e praticanti)
              Però dal liceo escono tuttora persone che traducono il greco all’impronta o quasi.
              Sono troppo pochi, questo è vero.

              Poi oh, io ho fatto evidentemente una scuola buona, mi rendo conto che possono esserci state esperienze diverse, ma credo abbiano poco a che fare con il metodo di insegnamento, semmai con la volontà degki insegnanti

            • Peucezio scrive:

              In effetti però il problema che pone Z. è reale.
              Credo c’entrino molto le riforme degli anni ’70, perché la vecchia guardia in genere riusciva a tradurre all’impronta.
              Inoltre cominciare a studiare una lingua dai 14 anni è un po’ troppo tardi per assimilarla bene: una volta il latino si faceva alle medie.
              Fosse per me si farebbero latinoe greco obbligatoriamente dalle elementari. Sarebbe anche un bel filtro per fare sì che solo una parte della popolazione prenda la licenza elementare.

            • Z. scrive:

              Pino,

              che tu ne fossi in grado ne sono certo. Che ne sia in grado lo studente medio da otto, beh, no.

              In cinque anni si impara a sufficienza non dico il tedesco, ma pure l’arabo e il giapponese. Per imparare il francese mi è servito molto meno.

              Che servano cinque anni, un dizionario e due ore per tradurre dsl latino dieci righe in italiano claudicante e con un paio di errori, beh, a me pare follia.

              Come se dopo tre anni di ragioneria uno studente prendesse otto per aver registrato dieci operazioni in due ore, con un programma e un manuale operativo a disposizione, in modo approssimativo e sbagliandone pure due 🙂

            • Z. scrive:

              Peucezio, come sempre, vuole vietare l’istruzione agli altri 🙂

            • PinoMamet scrive:

              Beh però Z. la situazione del latino mi pare meno tragica di come la metti tu.
              Lo studente medio da 8 può avere difficoltà con autori complicati come Tacito, può anche fare qualche svista o svarione persino in italiano, ma insomma se gli danno è perché da 8, in media,

              Però è vero che il metodo di insegnamento è poco efficiente, lo si sa, e ne avevamo già discusso.
              Io sarei a favore di una riforma, che però farebbe passare il latino e greco da “status symbol della vecchia borghesia” a “lingue straniere”, e quindi non credo si farà a breve.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              mi critichi anche quando ti do ragione 🙁

              Comunque la risposta è sì: io ho le capacità e la passione, quindi è giusto che studi.
              C’è tanta gente che studia per forza, che non ama lo studio, né da giovane, né da adulta. Non è uno spreco inutile di energie del sistema e del soggetto interessato?

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              comunque il discorso vale in generale:
              tu hai mai sentito nella storia umana un propugatore della giustezza della schiavitù che non fosse un uomo libero? E possibilmente un padrone di schiavi?
              L’umanità non è tutta uguale ed è normale anche difendere il privilegio.

            • Peucezio scrive:

              Tornando al merito,

              Pino,
              io a scuola avevo risultati mediocri, perché proprio non studiavo. Però ho pur sempre fatto il classico al Berchet negli anni ’80.
              All’università però ho fatto in tutto tre esami di latino (ahimè, non di greco e me ne pento, comunque ricordo tutto) e ho preso due 30 e un 30 e lode, ma, soprattutto, ho sempre passato lo scritto al primo colpo, scritto che era lo spauracchio di tutti e che molti tentavano più volte senza successo).
              E sono pure un linguista, che conosce l’indoeuropeistica, la romanistica, ecc., ecc. (e il grosso che so adesso di linguistica storica lo sapevo già quando facevo la quarta ginnasio).
              Wppure ti assicuro che io non sono capace di tradurre all’impronta, né dal latino né dal greco.
              Che poi mi ricordi esattamente, dopo quasi tre decenni, tutto ciò che ho acuisito allora, mentre so per esperienza che la maggior parte degli studenti a due anni dalla fine del liceo si è già dimenticata quasi tutto, è un altro conto.
              Effettivamente in tutto ciò c’è qualcosa che non torna.
              Te l’immagini uno che studiasse inglese cinque anni e poi andasse in Inghilterra, gli discessero una cosa e lui dicesse: “adesso mettimela per iscritto, che prendo un dizionario e in una decina di minuti la traduco, così poi ti rispondo”?
              Dice: ma l’inglese non è il latino. Va bene, ma insomma i latini e i greci parlavano anche e comunque, anche se il latino parlato era più semplice, quelli colti leggevano e capivano all’impronta anche i testi degli autori. Non c’è lingua storico-naturale che l’essere umano non possa imparare a parlare in modo fluente.

            • Francesco scrive:

              Non so quanto c’entri. Io ho finito il Liceo 30 anni fa e da allora col Greco ho chiuso i rapporti, ahimè.

              Mia figlia inizia adesso a tradurre qualche versione e mi accorgo che mi ricordo praticamente tutto, dalla struttura delle frasi a “sapere” che quella parola dovrebbe essere un verbo o un sostantivo, mentre lei è disperata.

              Insomma, la soddisfazione è tanta.

              🙂

            • PinoMamet scrive:

              Complimenti!!

              e incoraggia tua figlia!
              Peccato che sei un po’ lontano, altrimenti, nel caso, sarei a disposizione per ripetizioni…
              (ma c’è Peucezio che è tuo concittadino 😉 anche se finge di non saper tradurre all’impronta…)

            • Z. scrive:

              Pino,
              sì, se uno studente prende otto significa che è bravo. Questo è il problema: dodici righe per due ore e due errori, con dizionario, è roba da bravi. Iznogoud. Appoggio la tua proposta, quindi: studiare il latino come una lingua straniera comune. E sono convinto che funzionerebbe alla grandissima.

              Peucezio,
              io ti do addosso per partito preso e comunque sì, il punto è circa quello: troveresti giusto imporre la schiavitù?

            • Daouda scrive:

              Già siamo in schiavitù zozzo!

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “troveresti giusto imporre la schiavitù?”

              Sì. Purché appunto non debba fare io lo schiavo 😛

              Pino,
              una volta per Z. e non ricordo chi altro ero quello che era laureato e fingeva di non esserlo, poi per Roberto sono diventato quello che sa l’inglese anche se dice di no, ora sono uno che traduce il greco all’impronta, ma lo nega… 🙂

            • Peucezio scrive:

              Ma ho così la faccia del bugiardo???

            • Z. scrive:

              Ma non ho mai detto queste cose!

              Perché mi attribuisci fesserie mai dette? non ti bastano quelle che dico davvero?

              Sei arrivato persino a scrivere che sono un fan del Peggiore. Io. No, dico, io.

              Tutto ciò è di una gravità inaudita, come dicono i nostri parlamentari 😀

            • Roberto scrive:

              In realtà dico un’altra cosa e cioè che mi sembra strano che un fine linguista non sappia leggere un articolo di giornale in inglese

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              chi, Travaglio? 🙂

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              che vuoi da me, io sono un dialettologo… 🙂
              Comunque il discorso era in relazione al fatto che stavo esponendo i contesti di applicazione della regola allofonica per cui nella varietà americana l’occlusiva alveolare sorda diventa monovibrante.
              Ma questo non significa nulla: io potrei darti raffinate spiegazioni sulla fonetica russa, sia in sincronia che in diacronia, così come potrei spiegarti l’origine indoeuropea, attraverso lo slavo comune, di una serie di desinenze. Ma questo non significa assolutamente che io sia in grado di leggere un articolo di giornale in russo.

            • Roberto scrive:

              Non voglio certo insistere, ma solo puntualizzare che non pensò che tu ti sia inventato una non conoscenza dellinglese. d’altronde conosco traduttori che traducono testi difficilissimi dall’ungherese o dal finlandese ma che a Budapest o Helsinki fanno fatica ad ordinare un gelato (non è una battuta!), quindi conosco il fenomeno.

              Dico solo che a me sembra un fenomeno sorprendente visto che funziono in modo diverso, cioè comprensione scritta/orale conoscenze attive e passive vanno avanti tutte di pari passo (vabbè “avanti” per modo di dire….)

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              guarda che anche per me più o meno è così.
              Ho in generale una competenza scarsissima, sia attiva che passiva, sia orale che scritta.
              Ovviamente ho molta più facilità a capire una frase scritta che la stessa frase pronunciata velocemente in modo naturale, ma questo, nella nostra civiltà mediata dalla scrittura, in particolare in soggetti abbastanza portati allo studio, penso sia un dato di esperienza comune: lo stesso mi accade col tedesco e col russo e in qualche misura anche col francese: nel discorso orale fai fatica a segmentare il continuum nelle singole parole, le sillabe spesso sono ipoarticolate (cioè, come si dice, ci si “mangiano” le parole), ecc.
              Ciòà fa sì che in una lingua come l’inglese, col lessico colto di origine latina (e greca), mi risulti piuttosto facile leggere testi specialistici di linguistica (facile, ma sempre con lentezza e fatica e a volte mi capita comunque di non riuscire a capire il senso di certe frasi), mentre sentendo un discorso colloquiale o anche un discorso formale sugli stessi argomenti, posso non capire quasi nulla.

              Circa invece le mie competenze scientifiche di linguistica storica e sincronica, è assolutamente normale che io conosca bene alcuni fenomeni specifici, che però non vogliono dir nulla riguardo alla capacità di usare e comprendere una lingua: lì si tratta di pure nozioni teoriche. D’altronde uno studioso di accadico o di etrusco non so se sarebbe in grado di parlare tali lingue o se capirebbe un fantascientifico parlante redivivo.

            • Peucezio scrive:

              Lo stesso vale, all’inverso, per lo spagnolo: capisco praticamente tutto, orale e scritto, e mi so esprimere con discreta scioltezza.
              E’ chiaro che la competenza attiva e quella passiva non possono essere completamente scisse e, a determinate condizioni, nemmeno quella orale da quella scritta.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Io alle elementari no ho imparato un beato cazzo: a leggere, scrivere e fare le quattro operazioni ci si metterebbe un mese o due

            Non hai buoni ricordi della tua infanzia, vero?
            Io mi ricordo fatica per scrivere frasi minime, errori ortografici che a pensarci adesso mi vien da ridere ed errori di calcolo marchiani. E parlo delle classi più avanti, mica di prima e seconda.

            • Peucezio scrive:

              Per me era seccante in sé l’operazione di scrittura, nel senso che era una fatica fisica, un’operazione scomoda, fastidiosa.
              E lo è ancora: il fatto che esista ancora la scrittura a mano all’epoca del computer è un anacronismo, come andare a lavare i panni al fiume.

              Invece non ricordo problemi con l’ortografia: mi capitava di fare errori di distrazione, come tutti, ma le regole le sapevo, d’altronde sono semplici.
              Poi c’è l’assurdo che a scuola non t’insegnano dove va l’accento acuto e dove il grave, ma tanto anche quello è talmente facile che poi lo impari.

              Quanto alla matematica, quella teorica mi piaceva (parlo sempre delle elementari), ma tanto non si faceva, mentre fare gli esercizi e le operazioni mi annoiava.

              In generale alle elementari mi annoiava praticamente tutto.

            • Peucezio scrive:

              Per il resto è difficile avere buoni ricordi della propria infanzia se si è cresciuti a Milano negli anni Settanta.
              Però ho ricordi decenti della mia vita familiare e domestica.
              E’ proprio la scuola che non m’ingozzava.

        • Z. scrive:

          Qui a Bologna abbiamo valide scuole tecniche e professionali.

          Ma in effetti c’è da chiedersi quanti vi sono stati piazzati controvoglia, con nocumento per gli altri e a conti fatti pure per loro stessi.

        • Francesco scrive:

          OATTTTconPM

    • Francesco scrive:

      Grazie Pino

      anche perchè non mi capita così spesso di avere ragione

      🙂

  37. MOI scrive:

    @ CARLO / TUTTI

    A me invece il termine “millennial” usato così di frequente sembra giusto … o per lo meno, NON immotivato.

    Mi spiego meglio: io lo percepisco “a pelle” molto fortemente che c’è nei giovani una “sensibilità culturale” per così dire “di SX” ma in un senso totalmente (!) “DE-Marxistizzato” … in cui il “Gergo Gender” e il “Politically Correct” sono praticamente tutto, ma il Sistema Economico per quanto possa sfruttarli e umiliarli, neppure (!) concepiscono che possa essere messo in discussione ! Anzi: si sentono “imprenditori/trici/tr* 😉 ” a “monetizzare” [sic] il video _ spesso logorroico e infarcito di PseudoAnglismi in ParaAziendalese ;)_ su Youtube girato in cameretta in casa coi genitori (1 0 2 😉 ….) come se fosse una Sala Conferenze Universitaria … commentando chi film, chi libri, notizie ! Inoltre hanno una vera e propria “merceolatrìa” / “prodottofinitolatrìa” che è quanto di più ANTI-Marx si possa concepire !

    … NON ti / vi piace “Millennials” ? … Va bene, ma si proponga un termine alternativo 😉 e lo si motivi.

    Ce n’è che mi paiono proprio “Americani Italofoni”, per farmi capire …ad esempio “la mia amica “Afrodiscendente” (in senso di SubSahariana… pare che l’ Africa inizi lì sotto 😉 …) , detto con estrema naturalezza. .

    • izzaldin scrive:

      d’accordissimo

    • Lord Attilio scrive:

      Per fortuna sono nato nel 1994 (quindi posso dire di essere del NOVECENTO!), i Millenials tipo mia sorella sono capre che passano la vita a guardare youtubers e serie televisive e a commentarle: ma non è colpa loro, sono le famiglie e il sistema scolastico italiano, e non solo dato che si tratta di un fenomeno che riguarda tutto l’Occidente a guida americana, che fanno schifo e li tirano su così, nel senso che sono talmente carenti e insufficienti da ogni punto di vista queste due istituzioni dal punto di vista educativo che i giovani imparano a vivere (o a non vivere) da altre fonti che ovviamente sono imperniate ideologicamente dei valori dell’American Way of Life, leggermente corretti in senso nazionale. Tra l’altro con i massacri che sto governo sta facendo alla Scuola e all’Università presto le istituzioni scolastiche perderanno ogni funzione educativa e si riduranno a diventare consiglieri per la carriera: e i genitori diventeranno funzionari del modo di vita occidentale e fornitori di plusvalore sotto forma di paghetta da spendere per far girare l’economia, senza più alcuna funzione educativa perché ormai togliere la play station per 1 settimana è un crimine contro l’umanità.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Una volta eravamo la generazione Y, ora siamo millenniali.

  38. MOI scrive:

    Ma soprattutto, NON ragionano ! Ci hanno la “phobia” del “polemos” , del “processo dialettico”… buttano tutto sull’ emotività / empatia in termini di “punti-like” … boh, spero di esser stato chiaro.

    Ripeto che NON mi voglio fissare sul termine “Millennials”, ma … suggerite e motivate e termini alternativi.

    • Z. scrive:

      Sei stato insolitamente chiarissimo 🙂

      E secondo me dovremmo chiederci: noialtri, che millenniali non siamo, quanto cadiamo nelle stesse trappole?

  39. Moi scrive:

    CLEVELAND :
    People Are Outraged That This School Defended Homophobic Posters As “Free Speech

    http://www.refinery29.com/2017/10/177173/homophobic-posters-free-speech-cleveland-state-university

    … PESISSIMO !

  40. mirkhond scrive:

    “Il proletariato esterno di Nicola Zitara fa capire come mafia e subalternità meridionale rispetto ai savoia abbiano prosperato grazie alla migrazione verso nord. Insomma se si voleva combattere davvero ed evitare l’oggi l’emigraziobe non sergiva. L’allogeno per chi lo riceve ed il fratello per chi se lo vede andar via sono servi del capitale e non aiutano a cambiare le cose”

    E se uno a casa propria non ce la fa a sopravvivere, che deve fare?

  41. Francesco scrive:

    caro Miguel , torno sul punto della festa

    >> Poi, siccome oggi si fa la festa dello sport del quartiere da noi e tocca concludere con un’orgiastica merenda, c’è un signore che tira fuori tutti i piatti di plastica possibile,

    o bella lì, e questo simpatico tizio caccia lui i soldi per i piatti? mica si può provare a fargli presente che li si può acquistare non di plastica e a prezzo ragionevole, a comprarne tanti? e chiedere 10 euri cadauno di cassa comune per la festa, così da avere i fondi per i piatti biodegradabili?

    >> e li mette a disposizione dei bambini, che poi li disseminano per il giardino. E quando vado in giro a raccoglierli, faccio presente ai babbi che io li devo raccogliere, e quelli, che non si sognano di raccoglierli loro, mi rispondono, “eh son bambini!”

    Beh, cacciare un urlaccio, chiamare a raccolta le bestie (pardon, i bambini) e fingendo che sia una cosa normale dire “è il momento di raccogliere tutta la monnezza, forza datevi da fare?”. Magari questi ci cascano, credono d’essere nell’altro granducato e un tre minuti il lavoro è fatto

    😉

    Ciao

    • Z. scrive:

      Dopo tutto, se abbiamo preso in prestito la terra dai nostri figli, che ci aiutino a tener pulita casa loro!

      W Francesco l’immigrazionista 😀

      • Francesco scrive:

        Joe Jordan

        Ray Wilikins

        Ruud Gullit
        Marco Van Basten
        Frank Rijkaard

        Du du MacAdoo
        Arsenio Lupin

        ma chi cazzo mi fa diventare anti-immigrati?

        😀

    • Moi scrive:

      … pesissima, questa: pesissima davvero ! 😉

      Cmq l’ argomento di cui alla questione lo ha avanzò per primo (che io sappia) uno dei Pilastri Fondatori della UAAR lo Storico Giordano Bruno Guerri VS il Vaticano: che “immiseriva il popolo pensando a immichelangiolirsi” [sic] ! 😉

      • Moi scrive:

        Ma se l’ ISIS conquistasse l’ India … farebbe saltare in aria il TajMahal, per lo Shirk dell’ Amore Umano Passionale ?!

      • Peucezio scrive:

        Giordano Bruno Guerri è uno dei fondatori dello UAAR???

        • Moi scrive:

          per lasciare in piedi il Taj Mahal, dovrebbero dichiararlo Enclave del Pakistan ? Ma mi pare che, ripeto, a NON tutta la Umma garbi il Taj Mahal …

          • PinoMamet scrive:

            Lo lasceranno in piedi perché non sono autolesionisti, però ci sarà sempre qualche fanatico indù che brontola perché rivuole il suo tempio alla “Sacra cippa di cazzo di Shiva” (lingam) e qualche ammazzamento reciproco, mentre qualche espertone italiano sui giornali ci dirà che gli indiani sono tutti buddhisti (!) e perciò (!!) sono buoni e pacifici
            (è successo davvero ,ricordate?)

            • Peucezio scrive:

              Come sarebbe bello il mondo se, invece di distruggere, per contrastare i simboli di X, se ne costruissero per ognuno 100 di Y.
              Avremmo migliaia di templi induisti in più, senza toccare un capolavoro come il Taj Mahal e così per tutto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Come sarebbe bello il mondo se, invece di distruggere, per contrastare i simboli di X, se ne costruissero per ognuno 100 di Y.”

                Oddio, ricordati che i monumenti possono anche essere MOLTO brutti. Penso ad esempio ai crimini architettonici commessi dalla Chiesa cattolica post-wojtyliana in Polonia, che superano quelli commessi dai comunisti.

                Anzi, i comunisti, nei più cupi anni del dopoguerra, hanno ricostruito il centro totalmente distrutto di Varsavia in maniera non so quanto fedele, ma almeno credibile: è un centro storico bello, insomma.

                Non è un’apologia del regime comunista in Polonia, che era certamente poco credibile, tanto che credo che non ci sia rimasto un filocomunista in tutto il paese (a differenza di altri paesi dell’Est).

            • Peucezio scrive:

              Già, il brutto è brutto, ma è raro che si demoliscano cose in quanto brutte.
              Nella maggior parte dei casi si fa per motivi pratici e/o economici.
              In qualche raro caso per motivi ideologici o religiosi.

  42. Moi scrive:

    @ LORD ATTILIO

    “programmerai, nel video, il mondo che vuoi tu … al computer !”
    “alienazione elettronica !”

    https://www.youtube.com/watch?v=lqK8j9WrFZE

    … 1983 : “I don’t know if I render” 😀 😉 !

  43. Moi scrive:

    C’è qualcuno/a/* di Firenze che possa dirci senza mediazioni giornalistiche la tragica faccenda del turista morto perché un capitello di Santa Croce gli è caduto addosso ?!

    Tutta quella promozione dell’ arte, e neanche quella la tengono sotto manutenzione ?!

  44. Moi scrive:

    Maurizio Crozza ha appena chiesto ufficialmente la Damnatio Memoriae di Indro Montanelli …

    • Moi scrive:

      … per il suo approccio giovanile a una Faccetta Nera Bell’Abissina

        • Peucezio scrive:

          Certo che è incredibile l’incapacità di conestualizzare e relativizzare.
          Siamo una società concentrata sul suo buco del culo: se un pelo del culo esce di mezzo millimetro fuori dalla circonferenza del nostro ano, ci risulta incomprensibile e raccapricciante. Crediamo che l’umanità nei millenni sia sempre vissuta come viviamo noi da un paio di decenni a questa parte.

          • Moi scrive:

            @PEUCEZIO

            Crozza … Alte Luci 😉 :

            Arriva il monologo di Crozza. Si rifà al poco rispetto che ha mostrato Feltri per le donne. Lui, dice il comico in maniera sarcastica, ha preso il timone che fu di Indro Montanelli. Mostra un filmato in cui Montanelli parla delle donne come “un animalino” e poi dell’acquisto di una dodicenne in Africa. “Non si possono revocare tutte le strade intitolate a Montanelli? afferma Crozza.

            http://www.maridacaterini.it/intrattenimento/52380-fratelli-di-crozza-diretta-puntata-20-ottobre.html

            • Moi scrive:

              Peucé, il senso era che negli ultimi 81 anni l’ Italia si sarebbe evoluta poco nelle”interrelazioni di genere” … s’ al le dis clu-qué 😉

            • Peucezio scrive:

              Certo che pochi sono allineati in modo così pedissequo all’ideologia dominante come Crozza.
              Peccato, perché come comico vale, non si può negarlo.

            • PinoMamet scrive:

              Da quando esiste il digitale, a casa non si prende un cazzo di canali
              (per precisa volontà di qualcuno: c’è stato un periodo in cui se ne vedavno una 20na così così, poi per un paio di giorni si sono visti tutti, perfettamente, poi di colpo bum! sparito tutto, si vedono solo i 3 canali RAI e poco altro, e manco bene).

              Quindi sono per forza di cose disintossicato dala televisione, e vedo vecchie cose su Youtube, oppure Netflix ecc.

              Mi sono perso tutto il Crozza recente, e visto che fa cose abbastanza politiche non mi manca, perché non credo siano adatte al suo stile.

              I Broncoviz, tanti anni fa, invece mi piacevano!!

            • Roberto scrive:

              C’è un cazzabubbolo da cambiare all’antenna. Hanno avuto lo stesso problema i miei genitori, risolto con 5 euro di spesa + 80 di antennista

            • PinoMamet scrive:

              Grazie Roberto!
              Buono a sapersi, provvederò!

  45. Moi scrive:

    Appena va sul tubo la ghègh dei pulsanti elettronici, la linko a Mauricius 😉 …

  46. Moi scrive:

    … tranqui, régaz’ : colpa di Silvio, problema risolto ! 😉

  47. Moi scrive:

    Piddissimo 😉 :

    Carlo (Memberberry Litro di Latte) Padoan

    Padoan choc: “I pensionati muoiono troppo tardi, influisce negativamente sui conti dell’INPS”

    https://www.newnotizie.it/2017/10/19/863352/

    • Moi scrive:

      … Cosa cazzo deve dire ancora il Piddume prima che gli Umarell e le Zdàure , con in testa il PCI che fu , si sveglino … e smettano di votarlo ?!

    • Roberto scrive:

      Invece per i destri il problema è “I gestori dell’Inps hanno elargito somme a tutti, alle donne in maternità, agli operai in Cassa integrazione guadagni, ai poveracci che riscuotono l’assegno sociale pur non avendo mai sborsato un centesimo”…..ma intendiamoci hanno ragione, se le donne non facessero figli ci sarebbero meno vecchi tra pochi decenni, e se la plebe muore di fame non invecchia.

  48. Moi scrive:

    … esisterà mai, un giorno, la possibilità di dichiararsi Profughi o per lo meno Prigionieri Politici da Figa ? ….Non scherzo mica troppo !

    … Nevvero, Habs ?

  49. Moi scrive:

    Cmq Vladimir Luxuria che dice che una donna può anche rifiutare di far carriera dandola è potenzialmente un vespaio devastante ! … Pensa se una Femminista TERF sbrocca !

  50. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    https://www.uaar.it/libri/

    Giordano Bruno Guerri – Povera santa, povero assassino
    Giordano Bruno Guerri – Io ti assolvo
    Giordano Bruno Guerri – Gli italiani sotto la Chiesa

    • Peucezio scrive:

      In effetti non sembra proprio un filoclericale.
      L’impressione però è che l’UAAR voglia arruolarlo per forza, mentre lui è una specie di autore critico che mette in discussione un po’ tutto.

  51. Moi scrive:

    https://www.uaar.it/libri/povera-santa-povero-assassino/

    Povera santa, povero assassino

    La vera storia di Maria Goretti
    Giordano Bruno Guerri
    Bompiani
    2008

  52. Moi scrive:

    Io ti assolvo

    https://www.uaar.it/libri/io-ti-assolvo/

    Etica, politica, sesso : i confessori di fronte a vecchi e nuovi peccati
    Giordano Bruno Guerri
    Dalai Editore
    1993

  53. Moi scrive:

    Ben due Versioni di …

    Gli italiani sotto la Chiesa. Da san Pietro a Mussolini, Milano, A. Mondadori, 1992.
    Gli Italiani sotto la Chiesa. da San Pietro a Berlusconi, Milano, Saggi Bompiani, 2011.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Giordano_Bruno_Guerri#Produzione_letteraria

    di Giordano Bruno Guerri

  54. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO& MIRKHOND

    http://www.storiainrete.com/11649/risorgimento/via-il-busto-del-massacratore-napoli-espelle-il-generale-cialdini/

    NAPOLI

    Trattamento Generale Lee (… NON la macchina truzza 😉 !) per Enrico Cialdini …

    • Peucezio scrive:

      Bene. Era ora.

      • mirkhond scrive:

        Concordo con Peucezio.

        • Moi scrive:

          ma … che differenza c’è con la faccenda del Generale Lee o del Duce ? 😉

          • Z. scrive:

            Moi,

            come legge e ordine, così l’Orrore per l’Abbattimento Statue si applica sempre e solo agli altri.

            • Peucezio scrive:

              Z., non diciamo sciocchezze, sarebbe logico che in Israele ci fossero le vie dedicate a Himmler, a Göring e a Goebbels?

              Cosa c’entra il generale Lee? Gli abitanti degli stati del sud sono stati sterminati dal generale Lee?
              Se però gli intitolassero delle vie in Liberia, sarebbe un po’ singolare, no?

              E cosa c’entra il Duce?
              Qui non si tratta di testimonianze storiche, mica si sta dicendo di demolire l’Altare della Patria perché è una testimonianza dei Savoia.
              Non mi risulta che dal ’45 in poi in qualche parte d’Italia ci siano vie intitolate al Duce o suoi busti celebrativi nei palazzi pubblici.

              Sarei anche contrario a cambiare nome a vie intitolate a Garibaldi, Mazzini e Cavour, se fossero state ex novo realizzate in età postunitaria. Il problema è che si è cambiato nome a piazze e vie borboniche o comunque preesistenti, che è un’idiozia pura.

              Va bene la battuta, ma deve avere un fondamento.

            • Moi scrive:

              … ma il busto di Cialdini, è stato museizzato, almeno ?

            • Peucezio scrive:

              Beh, insomma, non voglio credre che l’abbiano distrutto, altrimenti avreste ragione tu e Z.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              che io sappia si parlava di un monumento a Lee costruito negli anni Trenta, a significare: noi i negri li teniamo bassi.

              Insomma, ciò raggione io: ed eccezionalmente anche Moi, per la proprietà transitiva 🙂

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              ma la maggioranza degli abitanti degli stati del sud sono negri o bianchi?

            • Z. scrive:

              Credo bianchi, e allora? significa che alla minoranza nera debba piacere una statua eretta a spregio?

              Con questo criterio si potrebbero rimettere su statue naziste in Germania: dopotutto gli ebrei lassù sono una minoranza, no?

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              è ovvio.
              Io sono per la rimozione del busto di Cialdini perché uno che massacrava meridionali è folle che abbia pure i busti in meridione.
              Ho detto che le vie intitolate a Hitler non dovrebbero esserci in Israele, mica in Germania.
              In Germania non ci sono comunque, ma mica perché ha ucciso gli ebrei; perché ha perso la guerra. Se l’avesse vinta, ci sarebbero, stanne pure certo.

              Il criterio, se ben capisco, è che devono essere le minoranze a decidere quali statue ci possono essere, a discapito delle maggioranze.
              In pratica il concetto (oggi molto di moda) di democrazia capovolta: vince e comanda il partito che prende meno voti.

            • Z. scrive:

              Ecco Peucè,

              per te è ovvio che erigere monumenti pubblici a Hitler oggi in Germania – o mantenere quelli esistenti – sarebbe una buona idea.

              Partendo da questa curiosa posizione, immagino che molte cose risultino bizzarre 🙂

            • Peucezio scrive:

              Dai, Z., hai capito benissimo il mio discorso, indipendentemente dall’essere io nazista, comunista o liberale.

  55. Moi scrive:

    a proposito di Montanelli :

    Montanelli lo diceva già 30 anni fa: “Per i terroristi l’Italia è casa loro”

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/montanelli-diceva-gi-30-anni-fa-i-terroristi-litalia-casa-1290531.html

  56. Moi scrive:

    Pier Paolo #Litrodilatte #Italianimuoionotroppotardi scopre che la Signora Ciccone è una Santa con Cazzo [sic]

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/oh-madonna-santa-c-padoan-non-regge-pi-matteo-1419014.html

    • Moi scrive:

      No, Pier Carlo, che sempre un Pier è !

      PS

      @ HABS

      Che effetto fa a un Nobilastro Decaduto Premier, ai Giacobini ? 😉

      PPS

      Le Politiche del 2018 saranno una Guerra Civile nelle Urne ..

  57. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “per lasciare in piedi il Taj Mahal, dovrebbero dichiararlo Enclave del Pakistan ?”

    Ovviamente sono favorevole a lasciare in piedi quello, come tutti i monumenti.

    Il punto però è un altro: che i monumenti sono sempre segno di un dominio.

    In questo caso, di mille anni di dominio islamico sull’India, con costi peraltro certamente maggiori di quelli della schiavitù negli Stati Uniti.

    Ma siamo talmente occidentalocentrici, da considerare giustificato prendersela con il monumento (bruttino) al soldato confederato, ma inconcepibile prendersela con il monumento (certo molto più bello) a un dominatore del Terzo Mondo.

  58. Moi scrive:

    cmq oltre alle Femministe TERF (Trans Excluding Radical Feminists) ci sono anche le SWERF (Sex Worker Excluding Radical Feminists) …

  59. Moi scrive:

    da un Blog Radical-Chic, segnalo anche il “Donnismo” [sic] seppur esposto in termini negativi …

    https://abbattoimuri.wordpress.com/2013/03/12/in-italia-si-pratica-il-donnismo-antifemminista-movimento-di-distrazione-di-massa/

    In Italia si pratica il Donnismo Antifemminista (Movimento di distrazione di Massa)

  60. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    Vai, nella Cechia abbiamo l’Antikalergi in persona (o il Kalergi reincarnato e pentito?):

    ” E non solo: una formazione radicale, xenofoba, antieuropeista, il Partito della libertà e della democrazia diretta guidata da un leader di origini miste ceco- giapponesi, Tomio Okamura, attestandosi attorno all´11,58 per cento contende al centrodestra storico (Ods) il posto di secondo partito.”

    • PinoMamet scrive:

      Fighissimo!
      Posso immaginarmi (suppongo con l’approvazione di Moi) i due euronipponici come due lottatori mascherati di PuroReso (pro-wrestling giapponesi)?
      😀

  61. Moi scrive:

    Sempre dal Blog RadicalChic di cui sopra :

    https://abbattoimuri.wordpress.com/2017/10/17/asia-argento-vittima-di-violenze-e-di-chi-fa-victim-blaming/

    Asia Argento: vittima di violenze e di chi fa victim blaming

    cmq, segnalo che oltre al victim blaning ci sono altri “ing” 😉 : tipo slut shaming, body shaming e cat calling (che non riguarda i gatti) …

  62. Moi scrive:

    https://abbattoimuri.wordpress.com/2017/06/04/wonder-woman-un-film-che-normalizza-e-ricontestualizza-il-suo-eroismo/#more-23752

    critica invece interessante a WonderWoman da medesimo sito … si capisce però che l’ autrice è digiuna di Anime nel dire che nessun Eroe Maschio parla di mai amore nel bel mezzo d’ una battaglia !

  63. Moi scrive:

    il massimo dei suoi poteri deriva dall’amore provato per Steve, dalla rabbia per averlo perso, dal fatto che, per l’appunto, lei dice “credo nella forza dell’amore”. non ci sono super eroi al maschile che nel bel mezzo di una battaglia dicono qualcosa del genere
    [cit.]

    https://abbattoimuri.wordpress.com/2017/06/04/wonder-woman-un-film-che-normalizza-e-ricontestualizza-il-suo-eroismo/#more-23752

    Costei NON conosce Dragonball (dài ch’è scopiazzato dallo ZenkaiPower di Goku Vs Freezer, il Finale di Diana Vs Ares) !, L’Uomo Tigre, Ken Il Guerriero, I Cavalieri dello Zodiaco … tanto per dirl*ne 4 ! 😉

    L’ empatia di Diana, scambiata insipientemente da costei per debolezza, mi pare che invece recuperi la caratterizzazione di She-Ra, di cui le Femministe non si ricordano mai.

    • Moi scrive:

      l’insipienza su She-Ra consiste soprattutto (quelle poche volte che le Femministe ne parlino) nel ritenere che fosse”Distaff Counterpart” , quando invece era semplicemente “Twin Sister” rispetto a He-Man …

    • Miguel Martinez scrive:

      Per moi

      “abbattoimuri”

      Splendida descrizione dell’Assioma Fondante da cui deriva tutto il resto:

      “Non è una visione spoliticizzata dei rapporti tra i sessi, non è conservatore, non è un dogma, una religione, non fissa parametri altri che non siano innanzitutto il partire da se’ e partire da se’, dar luogo all’autorappresentazione, toglie necessariamente il potere/diritto, a chiunque parli di te con la pretesa di rappresentarti, di usarti e legittimare così, attraverso te o quello che di te si vuole raccontare, culture che ci sono nemiche e nemiche per davvero.”

      Che moltiplicato per sette miliardi di atomi che “partono da sé” spiega perfettamente il cambiamento climatico e tutto il resto.

    • PinoMamet scrive:

      Linko per conocenza e discussione:

      https://abbattoimuri.wordpress.com/2017/07/22/scopro-me-stessa-la-mia-liberta-la-mia-sessualita-e-tu-compagno-percio-mi-tratti-senza-rispetto/

      personalmente trovo che nella lettera pubblicata su quel sito sia sbagliato praticamente tutto, a cominciare dalla pretesa di considerare la vasectomia una bella pratica da conisgliare a tutti gli uomini per finire con il racconto surreale di lei che vuole solo scopare un tizio (ma la dizione corretta è “divertirsi” e “scoprirsi”) e si arrabbia quando lui le dice che vuole scopare e che verosimilmente ha “scoperto” altri uomini prima di lui.
      Prima si arrabbia quando lui si mostra premuroso e non glielo vuole mettere in bocca, poi si arrabbia quando lui non si mostra premuroso e glielo vuole mettere nella vagina, infine si arrabbia quando lui la trova pazza, infien si arrabbia (e in questo caso ha ragione… ma ce n’è voluto) quando lui la tratta con poco rispetto (ma tentando di adeguarsi, a quanto pare, al canone di “sesso spensierato tra amiconi” che ha tentato di instaurare lei).

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “Linko per conocenza e discussione:”

        Sarà il mio carattere, ma io faccio una fatica enorme con le robe, tipo, “mentre io mi stavo facendo di cocaina alle tre di notte, arrivano questi due che si dicono compagni, e volevo scoparmene uno, ma poi…”

        Proprio come faccio fatica con quelli tipo, “alle tre di notte, stavo cercando di trombarmi questa americana, e poi lei mi ha detto di no, la troia!!”

        E intanto i due terzi degli insetti volanti della Germania sono spariti, che sono la base della catena alimentare che permettono a st* maniac* di fare i cretini notturni.

        • Miguel Martinez scrive:

          Ciò che sento profondamente alieno, fino all’incomprensibile, è l’individualismo di fondo.

          Io galleggio su un abisso di storia, respiro un’aria che viene dagli alberi e condivido con ogni essere vivente, sono figlio della sessualità di altro e progenitore di altre vite, cammino in mezzo a strade che non ho costruito, se mi muovo su veicoli a petrolio lo faccio macinando cadaveri di milioni di minuscoli esseri viventi di cui non so nulla, e se vi dico questo, ve lo dico in italiano, che deriva dal latino, che è rimasto incredibilmente simile attraverso centinaia di generazioni.

          E siamo tutti dentro un ciclo di nascita, vita, vecchiaia, malattia, morte.

          Come si fa a vivere guardandosi l’ombelico?

          • Peucezio scrive:

            Hai pienamente ragione, ma tu appartieni a un’altra razza, costituita da te stesso e da pochi altri fortunati (o meritevoli) esseri immuni all’omfaloscopia endemica nella società.

    • PinoMamet scrive:

      Comunque urge una seria riflessione sul tema suscitato da Moi:

      rivoluzione sessuale, what we expected vs what we got, traduzione: puzza di fregatura
      (per ambosessi).

    • Peucezio scrive:

      Alla fine io credo che si possa sintetizzare il disagio di oggi in questo modo:

      – l’ideologia ufficiale vuole totale libertà per ambo i sessi (ma anche una forma un po’ troppo unilaterale di rispetto per la donna che, come ogni cosa unilaterale non va bene),
      – la realtà vera invece è che le donne d’oggi sono molto molto nevrotiche.

      La combinazione di questi due fattori è micidiale, perché le ubbie che una volta venivano incanalate e contenute dalle convenzioni sociali, oggi hanno libero sfogo senza nessun argine.

      Bisogna a onor del vero dire che l’uomo mediamente ha sempre quel po’ di grossolanità di troppo, è maldestro, gli riesce difficile evitare frasi o gesti fuori luogo e sotto sotto, almeno in Italia, pensa ancora che per la donna voler godere del sesso e viverlo come una cosa bella sia una forma di zoccolaggine (e in realtà lo pensano anche quasi tutte le donne, anche se non lo ammettono, altrimenti non si spiegherebbe la circostanza contro natura per cui le donne in Italia la danno così poco e malvolentieri, visto che il piacere e la pulsione sono le stesse dell’homo sapiens di tutti gli altri luoghi dell’orbe terraqueo).
      Ma il guaio è che diversamente da lei, lui lo dice pure, col risultato che le poche libere si sentono offese. E questo è uno dei più odiosi paradossi maschili: volere scopare, lamentarsi quando le donne non lo fanno, ma pensare che in fondo una che lo fa è leggera, non degna di considerazione e rispetto.
      E devo dire che per quest’ultima categoria di uomini, che è ancor oggi molto più diffusa di quanto non si pensi, io, tanto per dar ragione a Z. che mi vede come un mostro assetato di sangue telematico, ma mite e buono nella vita reale, proporrei la castrazione (fisica, non chimica), almeno scoperebbero solo quelli che lo vogliono fare veramente, con donne vere che anche loro vogliono farlo e ne godono.

    • Peucezio scrive:

      Il problema, più in generale, è che la dimensione sociale, cioè l’introiezione radicata dei valori sociali, del senso di presentabilità e accettabilità, dell’immagine sociale di sé, ha sul sesso un’incidenza profondissima, direi che struttura totalmente il comportamento sessuale delle persone (uomini e donne, in modo diverso, ma complementare nel male), almeno in Italia.
      Ciò fa sì che lo spazio per un esercizio veramente libero, naturale e soddisfacente (fisicamente e psicologicamente) della sessualità sostanzialmente non esista, perché in Italia nessuno fa sesso (in generale nessuno fa nulla, nemmeno quando caga sul cesso o quando dorme) se non per fare bella figura. Anzi, molto peggio, per non fare brutta figura (l’italiano contemporaneo, soprattutto la donna, non è un agente, è un omittente).

    • PinoMamet scrive:

      Per me la cosa è molto più semplice.

      Uso l’efficace espressione coniata da un mio amico per criticare certe critiche femministe:
      “Il sesso è molto sessista”.

      • Peucezio scrive:

        E in concreto che significa?
        Che quando i ruoli erano netti funzionava bene?
        Ma i ruoli ci sono ancora, forse più di prima, solo che sono impliciti, perché l’ideologia ufficiale non li ammette.

        • PinoMamet scrive:

          Quando tu sai benissimo che una mela è una mela, ma l’ideologia ufficiale, come dici tu, vuole che tu la chiami pera;
          e sei costretto a chiamarla mela solo di nascosto, e se ti scoprono ti scusi e ti inventi delle storie;
          allora sì, c’è qualcosa che non funziona.

          Cosa vuol dire, chiedi.
          Per come la intendo io, vuol dire che nel sesso c’è il maschio che penetra la femmina.
          Può anche parere brutto, però è così.

          C’è anche il sesso omosessuale, in cui i due amanti usano il più possibile i loro organi riproduttivi come se se fossero di due sessi diversi.
          Attenzione, non sto parlando o giudicando la loro sfera affettiva: dico solo, meccanicamente, come accade l’atto sessuale, fisico.
          Non dico è giusto è sbagliato: è così.

          Il sesso è una cosa che funziona così, da sempre, e pretendere di volerlo cambiare in base a un’ideologia è destinato a produrre tutte le paranoie e i fallimenti e i drammi che producono tutti gli idealismi e i tentativi di fare “l’uomo nuovo” (inteso come umanità), quando già fare il vecchio è tanto difficile.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per PinoMamet

            “Quando tu sai benissimo che una mela è una mela, ma l’ideologia ufficiale, come dici tu, vuole che tu la chiami pera;”

            Sicuramente le Femministe Lesbofasciste 🙂 hanno ragione rispetto ai TransIntersezional*, quando sostengono sostanzialmente la stessa cosa. Il sesso non è una scelta, e le persone davvero di sesso incerto sono pochissime.

            E’ molto discutibile anche tutta la questione del “genere”.

            Terza questione, è se qualcuno si sente attratto da qualcuno del proprio sesso, cosa abbastanza diffusa e naturale.

            Altra cosa ancora, se qualcuno si sente attratto SOLO da qualcuno del proprio sesso, cosa che succede, e su cui non possiamo dire molto.

            Ancora un’altra cosa, se esistono differenze di comportamento e capacità tra i sessi. Personalmente sospetto che esistano, ma non siano sempre quelle che ci aspettiamo in base alla cultura (che ne so, le donne magari saranno in media più portate ad avere la erre moscia dei maschi, o ci saranno più maschi mancini).

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            sono d’accordo su tutto ovviamente.
            Ma non penso che il motivo del disagio sia solo questo.
            Ma anche fattori legati alla tradizione, attualizzati.
            In generale credo che la questione sia molto più complessa del linguaggio politicamente corretto o femminista.
            Cioè il problema non è solo lo iato fra l’ideologia ufficiale e le pulsioni di ognuno.
            C’è anche tutto un mondo di condizionamenti, inibizioni e tabù, sotto l’ideologia feminista-politicamente-corretta ufficiale, in parte in consonanza con questa, in molta parte del tutto indipendenti e legati ad altri fattori, attuali e storici.

      • Peucezio scrive:

        Scusami, ma io credo che questo sia un esempio di ciò che dico da sempre, e cioè che sulla rivoluzione sessuale e dintorni c’è un colossale equivoco.

        Cioè, con tutte le sfumature e le articolazioni del caso fondamentalemnte tutti pensano che un tempo la donna era repressa e il maschio dominante, mentre oggi no: ci siamo pareggiati o addirittura è la donna a dominare.
        Ne derivano due atteggiamenti:
        1) l’ideologia “presentabile”, quella ufficiale, dice che è una cosa meravigliosa, perché finalmente le donne godono appieno della loro sessualità e in fondo è un bene anche per i maschietti, che copulano con donne libere e felici. Se però qualcosa ancora non va (come non va), è perché, malgrado tutte le battaglie, molti uomini sono ancora legati a un concetto fallocratico, patriarcale e violento e pretendono di imporlo alle donne;
        2) si stava meglio quando si stava peggio, l’uomo è nevrotizzato e represso dall’eccesso del femminismo, si sono sovvertiti ruoli e tendenze naturali, il sesso è inquinato da tutte queste paure di mancare di rispetto alla donna, e da qui nasce il disagio e il sesso infelice, represso e insano. Questo si dice molto meno pubblicamente, ma lo pensano in molti.

        Gli uni e gli altri dicono la stessa sciocchezza, solo con giudizi di valore invertiti.
        Poiché non c’è nulla di vero nel fatto che il sesso sia più libero e meno represso, anzi, non è mai stato più represso. Ma, soprattutto, non c’è nulla di vero nel fatto che si sono annullati i ruoli e che la donna esprime una sessualità libera: è un’immensa puttanata.
        La donna è ancora più inibita di un tempo, perché un tempo la pressione per la castità, la sottomissione all’uomo, ecc., era esterna, ma in fondo, nell’istinto, la donna voleva scatenarsi.
        Oggi la pressione esterna apparente, esplicita, va nel senso opposto, ma le idee tradizionali, ormai estranee al discorso pubblico, sono state introiettate profondamente dalle donne, per cui ormai non si reprimono per costrizione, ma è diventato un loro bisogno profondo. Ovviamente ciò nevrotizza enormemente di più, perché se hai fame, ma hai qualche difficoltà a trovare il cibo, sei sano, ma se non senti la fame vuol dire che hai l’anoressia e ci puoi lasciare la buccia.

        • Z. scrive:

          Non sottovalutiamo una cosa: stiamo parlando di esibizionisti psicolabili che abusano abitualmente di stupefacenti, e che frequentano altre persone analoghe.

          Sul web hanno molta visibilità, ma non pensiamo che qualcosa sia diffuso perché degli web editor hanno ritenuto proficuo commerciarlo e smerciarlo.

          La gente che frequento io, per dire, non si fa certo questi viaggi mentali…

          • Peucezio scrive:

            D’accordo.
            Ma si tratta di esempi estremi di tendenze diffuse.

            • Z. scrive:

              Bah. La gente nel magico mondo reale, secondo me, non va tanto appresso a certe bizzarrie.

              Ma che volete, io sono una persona banale e frequento persone ordinarie, forse 🙂

  64. Moi scrive:

    chissà se Costei dovesse criticare Dragon’s Lair ;D 😀 😉 …

    https://www.youtube.com/watch?v=FWzrcb8qZg8

  65. Moi scrive:

    interessante in un commento il concetto di “Waifu”, ch’è poi Wasei Eigo tornato in Inglese fra i Madrelingua …

  66. Moi scrive:

    allora: “waifu” sta per “wife” in”wasei Eigo” ovvero 🙂 “English at Dick Made in Japan” 😉 … il termine indica un personaggio femminile immaginario (film, fumetti, videogiochi) di cui l’ Otaku (maschio) era innamorato da cinno 🙂 e su cui ha fantasie erotiche da giovane (e anche non più 😉 giovane …) adulto ; alcuni contattano addirittura le prostitute-cosplayers che la interpretino “incarnandola” dal vivo … in ogni caso, è una figura femminile ideale per la quale l’Otaku serberà sempre un profondo rispetto.

  67. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Sì, ma a me risulta che il TajMahal in realtà ricorda una Donna Amata … e tale Amore ha avuto il sopravvento su quello per Dio / Al-Lah , fino allo Shirk !!!

    Per questo è controverso all’ interno (!) dell’ Islam stesso, come monumento ! … Chiaro ? … SE è così, ma … suona così accattivante come storia che spiacerebbe se fosse Falso Storico. 🙂

  68. Moi scrive:

    Ma a parte il Taj Mahal … altri “Monumentoni” nella “lochéscion” sbagliata ?!

  69. Moi scrive:

    sempre di “colà”:

    Vota Donna? Maddechè: piuttosto vota trans-femminista!

    https://abbattoimuri.wordpress.com/2013/02/19/vota-donna-maddeche-piuttosto-vota-trans-femminista/

  70. Moi scrive:

    Purple Washing e Rainbow Washing !

    … ovviamente !

    ———————————-

    @PEUCEZIO

    Un altro paradosso (si fa per dire) è che prima “sradicano” dai ruoli “tradizionali” di genere … poi re-tribalizzano, re-incasellano, ri-raggruppano tutti nelle singole lettere del siglone 😉 LGBTQUAA+XYZ ecc …o le “Comunità” / “Comunities” da etnia/religione/gusti musicali/abitudini alimentari/fisse da Nerd (per Marco Zuccheromonte 😉 non cambia nulla …) ; sì insomma: SOLVE ET COAGULA ? 😉

  71. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Un altro paradosso (si fa per dire) è che prima “sradicano” dai ruoli “tradizionali” di genere”

    Poi attenzione, ci sono sradicamenti demenziali, e ci sono alcune cose minori.

    E’ demenziale che viviamo in città di 10 milioni di abitanti.

    E’ demenziale che abbiamo luci accese 24 ore su 24.

    E’ demenziale che possiamo ordinare in inglese un prodotto che ci arriva in poche ore dalla Cina.

    E’ un po’ meno bizzarro che non si capiscano bene i ruoli di maschi e femmine.

    • PinoMamet scrive:

      Mmm secondo me invece si capiscono benissimo, ma sorvoliamo (vedrai, è proprio il caso di dirlo) perché oggi ho avuto un “momento Miguel”:

      un amico mi linka su Facebook un filmato secondo cui un tizio dal bizzarro nome di Elon Musk, che pare che da un anno tutti conoscano mentre prima non ne avevo mai sentito parlare, sostiene che userà dei vettori spaziali, dei razzi insomma, per spedire la gente da Londra a Los Angeles in 20 minuti e così via, e il tutto costerà come un normale biglietto aereo
      (ma su questo punto, persino lo speaker del filmatino avanzava delle perpelessità).

      E mi viene da chiedere: perché?

      Sai che io sono un sostenitore dei viaggi e dell’opportunità di non impedire gli spostamenti, ma insomma, ecco, c’è un limite.

      Davvero ci serve andare da Londra a Los Angeles in 20 minuti, anzichè 10 ore?
      Davvero questo risparmio di poche ore- di uno spazio insignificante nella vita di un uomo, per non parlare di quella delle Terra- vale la pena di costruire una serie di piste di lancio per razzi, consumo di carburante dei razzi medesimi ecc. ecc.?

      • Moi scrive:

        Mmmmh … gli Astronauti (e le Astronaute 😉 … tipo ‘sta AstroSamantha con la quale Renzi e la Gruber ci han scartavetrato i maroni …) hanno una preparazione fisica preliminare degna degli atleti professionisti degli sport più usuranti … perciò mi sembra strano che “chiunque” possa viaggiare in razzo come se fosse un tram ! 😉

  72. mirkhond scrive:

    Peucezio

    Una chicca per te:

    Minima Cardiniana 185/3
    Pubblicato il 23 ottobre 2017

    FUNERALE IN CAMICIA NERA

    Chissà dove mai sono finite le mie copie dei romanzi che “Giovannino” Guareschi ha dedicato tra gli Anni Quaranta e gli Anni Cinquanta a Don Camillo. Li avevo tutti e li avevo letti ripetutamente. Per me, “ragazzo di San Frediano” nato nel 1940 in una famiglia rossa della rossa Firenze – ma con la nonna cattolica di ferro e lo zio “fascista di sinistra” alla Berto Ricci, che mi avevano lasciato entrambi più di qualcosa – e cresciuto nel clima della Guerra Fredda, quelle storie della Bassa Padana parlavano un linguaggio noto e familiare. Mi ricordo, in particolare, la pagina della morte della maestra di Brescello, la vecchietta che aveva cercato disperatamente d’insegnar qualcosa a quella zucca dura di Bottazzi Giuseppe, più tardi l’indimenticabile “sindaco Peppone” dai baffi alla Stalin cui Gino Cervi dette un’indimenticabile maschera cinematografica.

    In punto di morte, la maestra aveva preteso funerali religiosi e tricolore con tanto di croce sabauda sulla bara. Scandalo e bufera nel piccolo comune rosso. Alla fine, il sindaco Peppone salomonicamente sentenzia: come sindaco, non può certo consentire lo spettacolo reazionario di esequie clericali e monarchiche. Ma, aggiunge, qui non comanda il sindaco: comandano i comunisti. E, come capo dei comunisti, Bottazzi Giuseppe sentenzia che la sua vecchia maestra il funerale col tricolore sabaudo ce l’avrà eccome, e guai a chi s’intromette.

    Storie forse vere forse no, comunque plausibili ed esemplari d’una vecchia Italia che non c’è più. Un’Italia certo più semplice e ingenua, forse però anche molto più pulita di quella di adesso.

    In questi giorni l’Italia sembra attraversata da una nuova ondata d’isteria: da una parte rivendicazioni “nostalgiche”, dall’altra rivendicazioni “reistenziali”. Isteriche e patetiche, le une e le altre. Fuori luogo, comunque.

    Eppure, ancora qualche anno fa, Luciano Violante poteva dalla sua sponda politica rendere omaggio alla buonafede dei “ragazzi di Salò” e due vecchi socialisti come Roberto Vivarelli e Carlo Mazzantini potevano pubblicare due apprezzati libretti di memorie in entrambi i quali, con semplicità, senza iattanza e al di là di qualunque provocazione, nel dichiarare il loro sincero rispetto per i partigiani che avevano combattuto fra ’43 e ’45 “per la Libertà”, rivendicavano la dignità del loro passato di adolescenti “repubblichini” che avevano preso le armi “per l’Onore”. Credevamo di esser giunti a un ragionevole accordo sulla storicizzazione del nostro passato, al di là dell’ipotesi forse utopica della “memoria collettiva” e nei limiti d’una legittima “elaborazione del lutto” che, rispettando e ribadendo differenze e distinzioni, concedesse comunque spazio a un necessario rispetto reciproco, a una legittima reciproca comprensione che non può affatto confondersi con una superficiale e banale cancellazione delle responsabilità. Restiamo pure diversi fra noi, ma impariamo a rispettare la differenza dell’altro e ad esigere rispetto della nostra.

    Forse è vero che, in quella tragica guerra civile del 1943-1945 che molti ancora si rifiutano di riconoscere come tale, assistemmo alla “morte della Patria”. Ma era e resta necessario, anzi doveroso, presentare quanto meno le armi dinanzi a una tanto illustre defunta. Da questi vecchi ricordi affidati alle pagine di Mazzantini e di Vivarelli (e d’infiniti altri, dalle molte parti della barricata: molti, dal momento che né il fronte “fascista” né quello “antifascista” furono univoci e unitari, al contrario!) spira un equilibrio morale che, ormai, nei rigurgiti di polemiche nate dalla confusione mentale e dal demagogismo elettoralistico, pare scomparso. Oggi, agli isterici che distribuiscono provocatòri saluti fascisti e minacciano ridicole neomarce su Roma rispondono altri isterici che chiedono provvedimenti legislativi liberticidi nel nome della libertà e che invocano la mutilazione di monumenti storici responsabili, in realtà, solo di essere quello che sono: vale a dire, appunto, monumenti storici. Un neofascismo cialtrone contro un neoantifascismo grottesco, che ci fanno riflettere su quante ragioni avesse Ennio Flaiano quando dichiarava che ci sono due tipi di fascismo, il fascismo e l’antifascismo.

    Ebbene: risaliamo dal gorgo di queste brutture, riaffioriamo in più spirabil aere. Rientriamo nel mondo della civiltà e della dignità. Pochi giorni fa un anziano signore che ha vissuto per lunghi decenni in modo integerrimo, un cittadino e un professionista esemplare, è giunto al momento estremo della vita. E si è fermato sulla soglia, a meditare sul senso della sua esistenza: sulle sue illusioni di ragazzo, in particolare sulla sua fedeltà conservata intatta non a quel che un’idea politica e il partito che la rappresentava furono in realtà, ma a quel che essi sostenevano e pretendevano di essere e che egli aveva creduto che fossero. Fedeltà ai valori di dedizione alla patria, che vuol dire di subordinazione della propria esistenza alla vita della comunità civile di cui si fa parte; fedeltà ai valori di onore e di coerenza, che vuol dire fedeltà al senso dello stato e all’aspirazione magari ingenua a veder crescere giorno dietro giorno il proprio paese in dignità, in forza, in autorevolezza di fronte al consesso delle nazioni.

    Il fascismo, nella sua realtà, non fu certo tutto ciò: o lo fu solo in parte, infine fallendo ai suoi scopi. Diciamo pure che il “fascismo reale” fu un sistema politico che si resse in buona parte sulla repressione, sul conformismo e sull’ipocrisia; e che rovinò in un immenso fallimento. Potremmo dire la stessa cosa del “comunismo reale”. Ma ciò nulla toglie al rispetto dovuto ai tanti che – accanto ai troppi ipocriti, profittatori, criminali e voltagabbana – restarono fedeli a quella tensione ideale, a quel che quei movimenti e quelle idee pretendevano di essere e che essi avevano creduto che fossero.

    Un anziano signore che per tutta la vita, pur nel dolore del disincanto per ciò che in effetti è stato, ha mantenuto fede a quei magari traditi e disattesi valori con dignità, disinteressatamente, sempre pagando di persona, conferma ora la sua testimonianza e chiede ch’essa sia onorata. Dispone dunque di esser sepolto come, dentro di sé, ha sempre vissuto. In camicia nera.

    Le ultime volontà di chi si congeda da questo mondo sono sacre e debbono essere rispettate. Ricordiamolo con Giovanbattista Vico e con Ugo Foscolo: sono “nozze e tribunali ed are” i tre valori che consentono all’essere umano di uscire dalla foresta della bestialità e di costruire la civiltà. E tra le are, gli altari, hanno posto anche le tombe.

    Può darsi che la camicia nera sia stata obiettivamente un simbolo di violenza e di tirannia. Ma per molti che la indossarono con onestà, a testa alta e in buona fede, non fu così. Per loro fu una bandiera. Rendiamo onore a questo nostro compatriota che prende congedo da noi com’è sempre vissuto: “con la coscienza pura”, secondo la parole dedicate anni fa da Fabrizio de André a Luigi Tenco. Non è il colore della sua camicia, non sono le sue idee poltiche, non sono le sue illusioni: è il modello della sua testimonianza che noi onoriamo.

    FC

  73. habsburgicus scrive:

    c’è una ripresa antifascista, che io notavo già una decina-dozzina di anni fa, la quale è voluta da circoli potenti ed è, per quanto si può ipotizzare, inarrestabile…probabilmente, in Italia, eliminerà ogni traccia del vecchio romagnolo, che invece e la cavò abbastanza bene dal 1948 in poi (il PCI lo eliminò a forza nel 1945-1946 nelle zone “sue”; poi ci fu la calma e BM, ove rimasto, in genere si salvò :D)
    vale poco dirmi che ciò è grottesco..lo so anch’io, non dubitate…ma è così e non ci può far nulla
    ad esempio, oggi De Felice non potrebbe più scrivere quello che scrisse, la PRIMA E UNICA BIOGRAFIA SCIENTIFICA di BM (perfetta ? no ! l’imperfezione è tipica di noi mortali..ma grande sì ) [attenzione, non dico “simpatetica”; per quello vi è la letteratura fascista, talora di livello infimo ma talaltra buona anche e volutamente ignorata, che arriva all’agiografia del predappiese; dunque c’è, volendo, una “controstoria”..manca, con l’eccezione pressoché unica di De Felice e mancherà sempre di più rebus sic stantibus una storia seria, imparziale del fascismo, pur con i propri inevitabili “pregiudizi”]
    il fascismo oggi è una palla al piede….da molto dico (inascoltato !) che la dx oggi dovrebbe essere liberale, tornare ai principi del liberalismoclassico [in politica, non in economia] che sarebbero un usbergo per tutti (in primis per gli anti-liberali :D)..ma é come parlare ai muro 😀
    per i rossi, invece va bene, la nuttata per loro è passata 😀 e non fu mai troppo dura, all’ovest, men che mai in Italia
    hanno pure “vinto” loro la guerra, dunque sono “buoni”, dunque nonostante quel “cattivello” di Stalin, son solo monelli 😀
    ecco dunque che oggi possono negare Katyn e ottenere cattedre universitarie.,.alla faccia dei gonzi 😀 la sx estrema è “figa”, triste ma va riconosciuto..la realtà prima di tutto..certo non più come nei Settanta quando nei salotti delle signore bene di Milano (straricche e con la puzza sotto il naso, che si sarebbero pure lavate le mani per mezz’ora dopo un’eventuale e improbabile stretta di mano con un operaio..ma, diamine, loro erano “dalla parte del popolo” :D), l’unica differenza ammessa era fra Lotta Continua (la “sx”) e PCI (la “dx”) !
    poi, una volta fatta carriera alle spalle dei trinariciuti, certo, i capi della sx estrema devono “calmarsi” e se vogliono un posto di sottogoverno accettare il sistema capitalistico , magari puntando sul gender e sulla lotta alle discriminazioni sessuali volute dal Vatikano kattivo (anzi non dal Papa che è buono ma dai Kardinalen kattiven !) per fregare di nuovo i beccaccioni 😀 ed ecco che entrano in partitini a sx del PD che, facendo leva sul’antifascismo e sullo sbarrare la strada alle destre, ottengono qualcosa per sé :De si sistemano 😀 e divengono meno radicali 😀 ma, in sé, la sx anche estrema oggi ha il vento in poppa ed è molto meglio per lei di un decennio fa..l’esatto contrario per la dx, che ormai è finita, a viste umane irrimediabilmente…prima se ne rende conto, meglio è per lei e per tutti

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Habs

      “c’è una ripresa antifascista, che io notavo già una decina-dozzina di anni fa”

      Credo che bisogna distinguere tra

      1) un antico fenomeno italiano, che in fondo nasce nel 1919, cioè “l’antifascismo”, e che riguarda questioni di conflitti di classe che non hanno il minimo senso oggi, però hanno lasciato un segno nei figli dei figli dei figli. I novantenni con la quinta elementare, che esaltano la Costituzione, per capirci, e la difendono pure contro Renzi.

      2) l’antinazismo liberale modaiolo hollywoodiano, che effettivamente si diffonde ovunque e che è un pianeta diverso.

    • roberto scrive:

      “c’è una ripresa antifascista, che io notavo già una decina-dozzina di anni fa”

      questo è uno degli argomenti sui quali sono in assoluto in maggior disaccordo con il buon habsb.

      per me c’è una chiarissima ripresa fascista (latu senso…destra nera), come stanno a ricordarci i vari le pen, o neo nazisti tedeschi o austriaci, o anche semplicemente il fatto che ormai in italia dire a qualcuno ce è “di sinistra” è praticamente un insulto (e nessuno al di là di qualche inisgnificante gruppuscolo ormai si dice “di sinistra”)

      daltronde a forza di sdoganamenti, di racconti dei vinti, di rimettiamo tutto in gioco, cosa altro si poteva ottenere?

      • PinoMamet scrive:

        Mmmm

        arimmmm

        non so, dopo B. c’è un grandissimo casino e non ci si capisce più niente;
        però trovo che moltissime persone, anche giovani e giovanissimi, rivendichino con orgoglio di essere “di sinistra”;

        invece gli ex studenti liceali anni Duemila, quelli che ora sono universitari e oltre, mi paiono la generazione che considera “comunista” e “disinistra” come degli insulti.

        Di questi, tutti sono concordi nell’essere “antifascisti” nel senso americano del termine, per cui “fascista”, anzi “fesist”, è un po’ tutto quello che “non piace”, un termine generico in cui mettere dentro il nemico di turno, al quale una caratteristica fascista la si trova sempre.

        Così ci sono dei militaristi di destra appassionati di armi und disciplina che si ritengono antifascisti perché, boh, se la prendono con l’Arabia Saudita che è troppo maschilista.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “questo è uno degli argomenti sui quali sono in assoluto in maggior disaccordo con il buon habsb”

        parlando dell’Italia e non del Lussemburgo, credo che abbia ragione Habs.

        C’è un gran numero di ragazzi con i capelli rasta, che si fanno le canne e tirano sassi contro la polizia ogni volta che due imbecilli aprono una sede di Casa Pound.

        E’ un fenomeno che mi rattrista molto, perché invece di farsi le canne, tirare i sassi e finire in galera, quei ragazzi, nel deserto in cui viviamo, avrebbero potuto fare qualcosa di più valido e interessante.

        • Roberto scrive:

          Quanti saranno i rasta cannati?
          Meno di quelli di casa pound immagino….

          Io parlo di un altro fenomeno. Quando andavo a scuola (30 anni fa, mica un’altra epoca) un discorso del tipo “il sangue dei vinti”, o un esame indulgente del comportamento dei giovani di salò sarebbe stato letteralmente immaginabile. Adesso credo che sia inimaginabile parlare, chessò, di resistenza senza il doveroso richiamo ai crimini dei resistenti.

          30 anni fa dirsi pubblicamente fascisti era impensabile, se non in certi microscopici ed ininfluenti ambienti. Ora è una cosa quasi banale

          Davvero mi stupisco del fatto che non ve ne accorgiate, forse vedervi da lontano aiuta

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Quanti saranno i rasta cannati?
            Meno di quelli di casa pound immagino….”

            Quelli di Casa Pound a Firenze credo siano una decina, i rasta cannati (dalla versione con cane e tre anelli al naso a quella del laureando in filosofia che la canna se la fa soltanto ai cortei) un migliaio.

            E mi sembra che le proporzioni ovunque siano analoghe.

            Per il resto, io sono cresciuto a Roma dove, come ho già detto, la metà della gente di una certa età aveva ricordi personali positivi del fascismo, soprattutto se veniva dalla campagna; ed era normale che una minoranza di giovani facesse saluti romani beccandosi magari sprangate da altri, ma senza che nascessero titoli scandalizzati sui giornali.

            Oggi sarebbe inimmaginabile, e comunque non si pensa in realtà al fascismo, si pensa a questioni come l’immigrazione che non hanno alcun rapporto con l’immaginario o l’esperienza storica del fascismo.

            • Miguel Martinez scrive:

              Secondo me, quello che invece è cambiato è che una volta, ognuno poteva vivere in un proprio ambiente, in grande libertà.

              Alcuni potevano andare ai funerali del reduce dell’RSI e fare i saluti romani, e nessuno se ne accorgeva; altri potevano cantare in coro, a migliaia, della fine che avrebbero fatto fare ai padroni o ai preti; le femministe potevano dire cose terrificanti dei maschi, in circoli in cui nessun maschio poteva mettere piede.

              Quotidiani e telegiornali molto seriosi evitavano di occuparsi di sciocchezze del genere.

              Oggi, chiunque fiati viene immediatamente “stanato” su Facebook, che ha reso intercomunicante tutto. Ecco perché sembra che “i fascisti” o “la lobby gay” o qualunque altra realtà ci stia antipatica stia conquistando il pianeta. Anche Habs sbaglia prospettiva: gli antifascisti saranno dieci o (a Firenze) cento volte più numerosi dei fascisti, ma questo non toglie che siano anche loro una minoranza di scarsa importanza.

            • Dif scrive:

              Visto che si è parlato delle tendenze politiche dei giovani mi sento in dovere di dire la mia, visto che ancora appartengo alla categoria 😀

              Dalle mie parti chi è uscito dal classico è in maggioranza di sinistra, ma molto moderato (in breve, vota PD).
              Quelli usciti dallo scientifico sono diciamo metà e metà, per il resto c’è una pletora di gente che va da “Silvio non faceva niente di male” a “Viva il Duce”, con un generico gentismo e xenofobia di fondo che li accomuna.

              Per quanto riguarda la politica attiva esiste solo Casa Pound, con tanto di candidato sindaco (fortunatamente diventato una barzelletta nazionale di Facebook) e forte rappresentanza in curva allo stadio.

              Non so nel resto d’Italia come vadano le cose, ma credo che la maggior parte delle piccole città italiane somiglino più a una depressa cittadina del Lazio che a Firenze o Bologna.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Dif

                “Non so nel resto d’Italia come vadano le cose, ma credo che la maggior parte delle piccole città italiane somiglino più a una depressa cittadina del Lazio che a Firenze o Bologna.”

                Molto interessante e certamente vero.

                Mi permetto di farci una parziale tara: il Lazio è particolare in questo senso (infatti parte della differenza di esperienza mia rispetto a quella di Z o di Roberto è dovuta al fatto che io sono cresciuto a Roma); e comunque le piccole città italiane del centrosud saranno numerose, ma contano meno di Firenze, Milano, Torino o Bologna, subiscono la storia più che farla.

            • Dif scrive:

              “…e comunque le piccole città italiane del centrosud saranno numerose, ma contano meno di Firenze, Milano, Torino o Bologna, subiscono la storia più che farla.”

              Questo sicuramente, da queste parti la vita scorre ogni giorno uguale, la gente si lamenta ma non si sogna nemmeno di provare a cambiare qualcosa.

            • Z. scrive:

              Esistono terre incognite ove l’uomo emiliano-romagnolo non ha svolto appieno la sua missione civilizzatrice.

              Il suo dovere, il suo fardello, è proseguire l’opera fino in fondo. E quel giorno sarete liberi dalle vostre catene,e assieme a noi ne gioirete.

          • Peucezio scrive:

            Roberto,
            se non sbaglio hai più o meno la mia età.
            Ma mi chiedo se siamo cresciuti su due pianeti diversi.
            Io ho frequentato il Berchet nella seconda metà degli anni ’80 (trent’anni fa per l’appunto). Solo un decennio prima lì ci si prendeva a sprangate. Un giudice amico mio mi raccontava di un ragazzo che fu colpito in faccia da una biglia di ferro lanciata da un rosso, che gli ruppe delle ossa del viso.
            Bene, quyando ci andavo io c’erano i soliti comunistelli, ma ricordo proprio una ragazza che mi pare distribuisse materiale del Fronte della Gioventù e una mia compagna, che non credo fosse di destra, dire, prensando che chi ne stava parlando volesse criticare la ragazza (ma non era così), che era un’idea come un’altra. Il clima corrente era questo.
            Oggi una cosa così sarebbe semplicemente inconcepibile.

            E davvero non so di che Italia parli quando dici che ci si vergogna a dirsi di sinistra: in tutti gli ambienti di gente giovane minimamente istruita è scontato essere di sinistra e criticare Salvini oggi e, fino a qualche anno fa, Berlusconi.
            Poi forse nei bar di periferia sarà diverso, non ne ho idea.

            • roberto scrive:

              “Ma mi chiedo se siamo cresciuti su due pianeti diversi.”

              credo si essere di 2-3 anni più giovane, e ho frequentato a bologna un liceo di sinistra (ma dire tendenzialmente un parcheggio per scansafatiche) a metà degli anni ottanta (mi sono diplomato nel 91).

              ora, all’epoca, destri in generale e fascisti in particolare erano essenzialmente non esistenti, e se anche qualcuno avesse avuto delle idee vagamente destre, beh se le sarebbe tenute per se per evitare una bullizzazione generale.

              oggi non mi sembra proprio che sia così. facciamo alcuni esempi concreti per capirci.
              sarebbe immaginabile oggi uno studente ostracizzato perché di destra?
              è possibile parlare di resistenza come negli anni 80, cioè senza avere il contraltare di chi ci racconta delle nefandezze della resistenza?
              è possibile una partecipazione unitaria alla festa del 25 aprile, cioè senza che ci sia il gruppone di quelli che dicono “ma è la festa della vergogna perché si festeggia una sconfitta?”
              possiamo parlare di salò senza dover giustificare i poveri ragazzi che seguivano un ideale?

              queste erano tutte cose che succedevano a scuola, a bologna, anni 80, e che chiaramente sono inimaginabili oggi (e, bada bene, non sto esprimendo nessun giudizio di valore, non sono mai stato un fanatico e se qualcuno mi dice “guarda che i resistenti hanno fatto le loro porcate” lo ascolto con interesse se ha cose interessanti da dire)

            • roberto scrive:

              aggiungo che è proprio tutto un discorso pubblico che è stato sdoganato. anche qui, senza giudizio di valori (cioè ho chiaramente un giudizio su questo fenomeno, ma vorrei limitarmi alla descrizione), quante volte senti “io non sono di destra ma…..”? quante volte senti i temi storicamente cari alla destra (per dirne una, la pena di morte, il nazionalismo) che trent’anni fa dovevano essere nascosti che ora vengono tranquillamente discussi, senza tabù di nessun tipo?

              ma proviamo a estendere la descrizione ad altri campi. parlo sempre di bologna anni 80-90, era praticamente obbligatorio idolatrare autori di sinistra. se non vedevi nanni moretti eri un fascio e diventavi lo zimbello della scuola, oltre ad azzerare le possibilità di avere commercio carnale con le coetanee. tutti vedevano samarcanda con santoro. tutti davano per scontato che alle 19.00 si guardava il telegiornale di telekabul. Oggi? posso dire che 90% dei film di nanni moretti mi fanno cagare senza paura di essere lapidato in piazza

            • Francesco scrive:

              >> è possibile una partecipazione unitaria alla festa del 25 aprile, cioè senza che ci sia il gruppone di quelli che dicono “ma è la festa della vergogna perché si festeggia una sconfitta?”

              beh, io sono del ’68 e quella festa è sempre stata una roba da zombies. in cui ai discorsi dei politici sulla repubblicanatadallaresistenza si dava meno attenzione che alle celebrazioni della GRP nella Bulgaria degli anni 80 o alle prediche del parroco (beh, quelle io le ascoltavo)

              non mi stupiscono affatto le reazioni di Lotito su AnnaFrank, la lezione morale della guerra è stata uccisa da molto tempo

              hai ragione sul fatto che negli anni 80 fosse meno normale dirsi di destra ma non si rischiava di essere menati a leggere il Giornale di Montanelli. anche perchè i personaggi che facevano la storia erano Reagan, Thatcher, GP2 e i comunisti che piangevano Enrico Berlinguer una curiosa tribù di provinciali nostalgici

            • roberto scrive:

              insomma, come abbiamo detto già una volta, secondo me è del tutto evidente che il mondo sta cambiando, lentamente, sicuramente non in maniera definitiva, ché non c’è niente di definitivo nella vita degli uomini, non in maniera coerente…sta cambiando in una direzione che a me non piace e a te probabilmente si, ma non vedere il cambiamento (per orgoglio miope a sinistra e voglia di lamentarsi a destra) è veramente da ciechi

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ” è del tutto evidente che il mondo sta cambiando, lentamente, sicuramente non in maniera definitiva”

                Ma infatti, sta cambiando radicalmente e sempre più velocemente, e ogni cambiamento genera nuovi cambiamenti del tutto imprevedibili. A partire dal calo dei due terzi degli insetti volanti in Germania in pochi anni, cosa che penso nessuno si aspettasse; e che cambia il mondo molto di più delle cose superficiali di cui ci preoccupiamo. Anche perché non sappiamo nemmeno quale sia il motivo per la scomparsa degli insetti, possiamo fare solo ipotesi a posteriori.

            • roberto scrive:

              ultima cosa

              “non in maniera coerente”

              su certi temi è invece esattamente l’opposto. pensiamo ai gay. 30 anni fa “mena il frocio” era lo sport nazionale, oggi è sicuramente malvisto

            • roberto scrive:

              Francesco

              “ma non si rischiava di essere menati a leggere il Giornale di Montanelli.”

              a legere te e peucezio, credo che veramente bologna e milano erano all’epoca su due pianeti diversi. purtroppo bologna si è trasferita su pianeta milano
              🙂

            • roberto scrive:

              della scomparsa degli insetti nessuno ha mai avvisato le zanzare….

              a parte ciò non ho ben capito cosa c’entra la tua osservazione con la mia

              • Miguel Martinez scrive:

                per roberto

                “a parte ciò non ho ben capito cosa c’entra la tua osservazione con la mia”

                Riporto l’essenziale:

                “secondo me è del tutto evidente che il mondo sta cambiando, lentamente, sicuramente non in maniera definitiva, ché non c’è niente di definitivo nella vita degli uomini, non in maniera coerente…sta cambiando in una direzione che a me non piace e a te probabilmente si, ma non vedere il cambiamento (per orgoglio miope a sinistra e voglia di lamentarsi a destra) è veramente da ciechi”

                Ora, quello degli insetti – http://edition.cnn.com/2017/10/19/europe/insect-decline-germany/index.html – mi sembra un caso molto chiaro di come il mondo stia cambiando, e non certo lentamente, a causa di processi convergenti che toccano tutti gli aspetti della vita. Diciamo che gli insetti che scompaiono, i Ccmmons che nascono sui luoghi pubblici, i “matrimoni gay”, le migrazioni, la possibilità di andare in vacanza dove ci pare, la disoccupazione, sono tutti intimamente interconnessi.

                Però mi rendo conto che tu invece ti riferivi a uno specifico cambiamento, e nella sequenza dei commenti avevo perso il filo.

                Poi sullo specifico, non sono d’accordo con te per una serie di motivi che ho già spiegato, e quindi sono incerto se esista la stessa cosa di cui stiamo parlando. Non è questione di essere ciechi, è questione proprio di vedere il treno che si muove verso nord oppure verso sud.

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              sì, effettivamente evidentemente c’è molta differenza fra Milano e Bologna (o c’era negli anni ’80).

              D’altronde c’era un tizio di destra di Lanciano (CH) che si trovò a fare l’università a Bologna più o meno in quegli anni che, in base a un aneddoto non ben verificato, essendo un tipo molto impressionabile, raccontava:
              “Tu non sai che significa vivere a Bologna! So’ chiesto l’ora a uno… m’ha sparato! Pe’ la Madonna!”.
              (Non ricordo se l’avevo già raccontata…).

            • Peucezio scrive:

              In generale comunque ciò che racconti mi sembra lunare, sia per il passato che per il presente (come ti dicevo, trovo che sia successo il contrario).
              Al di là delle diverse città e contesti, probabilmente il retroterra ideologico è un filtro notevole nella nostra percezione della realtà.
              Io ho percezione netta di vivere in un contesto dove, almeno negli ambienti di gente che ha fatto il liceo, dire che non si è di sinistra, a favore dell’immigrazione, acriticamente per la resistenza, ecc., ecc., è scandaloso e squalificante.
              Poi io ho la fortuna di aver trovato gente estremamente libera intellettualmente, ma sono ovviamente figure molto minoritarie.

  74. Moi scrive:

    @ PINO

    Abbiam capito che non ha voglia di leggere Asia Argento Vs Harvey Weinstein ; ma sei hai voglia di udire 😉 …

    https://www.youtube.com/watch?v=_yPqKo8VTws

  75. Moi scrive:

    se hai
    e.c.

    ————–

    Si noti Bianca Berlinguer che dice ad Asia Argento “avevi 21 anni”, come se fosse “avevi 11 anni” 😉 …

  76. Moi scrive:

    Adesso sta saltando fuori che AA raccontò di HW nel suo film Scarlet Diva del 1999

  77. Miguel Martinez scrive:

    Ancora sulla questione fascismo oggi…

    Roma negli anni Settanta era una città sconvolta dall’immigrazione: centinaia di migliaia di persone arrivate da fuori, una città snaturata nell’urbanistica, la vita sociale devastata, baracche nelle periferie, interi quartieri di ladroni (ben descritti in quel meraviglioso film Brutti, sporchi e cattivi), dialetti diversi.

    Ebbene la maggior parte dei “fascisti” era composta proprio da immigrati o figli di immigrati; e la questione dell’immigrazione nemmeno si poneva come tale (a differenza ad esempio di Torino).

    Le questioni erano quelle descritte nel bellissimo libro il Fasciocomunista (ma anche il film non è male): ecco chi erano i “fascisti” dell’epoca e in cosa credevano. Anche perché avevano ricordi diretti in famiglia del fascismo, e si “nasceva” fascisti come oggi si nasce, che so, valdesi o ebrei, o almeno tifosi di una certa squadra di calcio.

    Oggi si litiga tra fronti completamente trasformate, su cose completamente diverse. Chi mai avrebbe pensato allora, che si sarebbe finito per preoccuparsi dei musulmani o dei ghanesi?

    • Miguel Martinez scrive:

      “e si “nasceva” fascisti come oggi si nasce, che so, valdesi o ebrei, o almeno tifosi di una certa squadra di calcio.”

      Ovviamente, si nasceva anche comunisti, con due precisazioni: molti figli di vecchi socialisti diventavano comunisti; e molti “neocomunisti” di varia specie, politicizzatisi nel Sessantotto, non erano figli di comunisti.

      Mentre i fascisti erano quasi sempre figli di fascisti.

      • Miguel Martinez scrive:

        Un’altra cosa, se vogliamo andare ancora indietro nella storia, fino alla morte di Paolo Rossi nel 1966, gli studenti universitari votavano in maggioranza per il FUAN, l’organizzazione universitaria parallela all’MSI (ma largamente autonoma), almeno a Roma, Perugia, Napoli e Messina (non so bene nelle altre università); e ancora più indietro, nel 1956, ci furono immense manifestazioni studentesche per l’Ungheria, organizzate dall’MSI. Poi è chiaro che incideva la natura selettiva del sistema scolastico italiano – gli studenti, senza essere necessariamente reazionari, comunque non nascevano dalla classe operaia o contadina.

        • Francesco scrive:

          >>> nel 1956, ci furono immense manifestazioni studentesche per l’Ungheria

          da non crederci, poi come ci siamo ridotti. del resto, se le organizzava il MSI e non la DC, la strada era già segnata

          🙁

        • Francesco scrive:

          da quel che leggo su Internet, fu un exploit limitato a quelle università e molto limitato nel tempo

          poi il ribellismo giovanile si buttò all’estrema sinistra

          ciao

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Io però ho conosciuto fascisti romani di famiglia fascista che sono proprio romani romani (dei Castelli, per la precisione, che non sono zona esattamente fascista).

  78. maffeia scrive:

    Non sei lontano dalla verità quando parli di crimini contro l’umanità.
    L’organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato un report nel quale afferma che il rischio ambientale è stato responsabile nel 2012, ultimo anno analizzato, di 12,6 milioni di morti. Ovvero il 23% di tutte le morti nel mondo.
    Per fare un paragone, 15 volte di più di tutte le guerre.
    http://www.who.int/quantifying_ehimpacts/publications/preventing-disease/en/
    Per chi non parla inglese, il reporter è disponibile anche in francese e in spagnolo.

  79. Francesco scrive:

    Miguel,

    ho letto, distrattamente, le notizie sono troppe, la storia della quasi sparizione degli insetti dalle foreste tedesche.

    Di primo acchito, mi pare una stronzata: se fosse vero, le cause e pure le conseguenze dovrebbero essere sanguinose. Definitive.

    Nel 1987 credo le piogge acide fossero molto peggiori di oggi, lassù i Germania, e sono notoriamente dei fanatici delle regole ecologiche, da tempo.

    Tu hai trovato altro in rete?

    Ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “insetti”

      Ecco l’articolo:

      http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0185809

      Abstract

      Global declines in insects have sparked wide interest among scientists, politicians, and the general public. Loss of insect diversity and abundance is expected to provoke cascading effects on food webs and to jeopardize ecosystem services. Our understanding of the extent and underlying causes of this decline is based on the abundance of single species or taxonomic groups only, rather than changes in insect biomass which is more relevant for ecological functioning. Here, we used a standardized protocol to measure total insect biomass using Malaise traps, deployed over 27 years in 63 nature protection areas in Germany (96 unique location-year combinations) to infer on the status and trend of local entomofauna. Our analysis estimates a seasonal decline of 76%, and mid-summer decline of 82% in flying insect biomass over the 27 years of study. We show that this decline is apparent regardless of habitat type, while changes in weather, land use, and habitat characteristics cannot explain this overall decline. This yet unrecognized loss of insect biomass must be taken into account in evaluating declines in abundance of species depending on insects as a food source, and ecosystem functioning in the European landscape.

      • Miguel Martinez scrive:

        Sulla scomparsa degli insetti volanti in Germania.

        Io non dico che sia “verità”: ma è certamente l’esito di uno studio scientifico molto serio, condotto attraverso un periodo di 27 anni. E che non pretende nemmeno di dimostrare qualcosa, infatti le cause restano incerte.

        Eppure questa notizia – che come dice Francesco o è una stronzata, o avrà effetti “definitivi” nel peggior senso della parola – suscita un commento di Francesco.

        Invece alcuni di noi (tra cui il sottoscritto) hanno affermato che antifascismo sta “aumentando” e altri che il filofascismo sta “aumentando”.

        L’evidenza, da entrambe le parti sono alcune impressioni estremamente soggettive e soprattutto l’oggetto stesso è inafferrabile: tra le mille sottile sollecitazioni che passano attraverso i neuroni degli italiani, cosa succede quando per un istante la mente si attacca alla Seconda guerra mondiale?

        Eppure, abbiamo fatto molto più commenti (a partire da me) alla seconda questione.

        Shampoo di cenere per me, stasera.

        • Francesco scrive:

          Miguel,

          c’è molto poco da commentare sulla notizia della biomassa insettistica crucca che sparisce.

          Se è vera, possiamo aspettarci che sia la prima dimostrazione che l’ecosistema è crollato. In attesa di un nuovo equilibrio, dovremmo estinguerci a breve. A che pro discuterne?

          Se non è vera, sono i soliti scienziati che fanno noiose ricerche e hanno pure sbagliato a impostarle. Troppo banale anche per irriderli.

          Ciao

          PS io tenderei per l’ottimismo, in un ecosistema tutto si tiene ed è difficile che crolli un pezzo senza che gli altri diano segni di sofferenza.

  80. Moi scrive:

    cmq se le zinzelle d’ogni categoria 🙂 : anofeli, tigri e financo “tradizionali” 🙂 e chi più ne ha più ne metta … si estinguessero dal Pianeta, dubito che avrebbero tanta gente a rimpiangerle 🙂 !

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