I bambini tra gli alberi

Non ho seguito la vicenda delle proteste in Puglia contro il TAP, il gasdotto trans-adriatico, e quindi non mi permetto di dire qualcosa di specifico.

Mi ha colpito però una polemica sorta per la presenza di bambini alle manifestazioni. Un certo Eraldo Affinati, su Repubblica, pontifica:

“Questa protesta in formato famiglia, prima ancora degli ulivi espiantati, chiama in causa i bambini più piccoli, coinvolti in un’impresa che non avrebbe dovuto riguardarli. Essere responsabili del principio di umanità che rappresentano vuol dire prendersi in carico la loro coscienza in via di formazione: custodirla, non esporla; proteggerla, non bruciarla, guidarla, non soffocarla.”

A parte il fatto che è meno soffocante una giornata in campagna che una attaccata alla playstation, colpisce questa visione della politica come una cosa sporca, a cui non bisogna esporre l’innocenza infantile.

Videogame_bambiniPoi è comprensibile.

Esistono davvero situazioni in cui i bambini vengono coinvolti in imprese che non avrebbero dovuto riguardarli.

Quando si instillano in loro il culto di esponenti di partiti politici, gerarchie religiose, di merci oppure identitarismi nazionalisti: insomma, roba da grandi.

renzi-scuolatricoloreVESCOVO2

trussardiwebMa qui stiamo parlando di una politica che evidentemente gli editorialisti di Repubblica non conoscono: quella di imparare a vivere nella propria comunità di persone, luoghi e alberi, amandola e proteggendola.

Se non si impara da piccoli, quando mai si imparerà?

bambini-notapQueste riflessioni mi sono state ispirate da un bellissimo articolo di Rosaria Gasparro su Comune-Info.

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319 risposte a I bambini tra gli alberi

  1. Francesco scrive:

    Non sono pienamente d’accordo: i bambini vanno esposti a “tutto” ma in modo opportuno. Quindi l’incontro con il Vescovo o il Sindaco non è in sè più nocivo della giornata in campagna, a difendere gli ulivi – sperando che da grandi capiscano che fesseria era la questione in sè ma è ben poca cosa.

    A questo “tutto” farei una specie di verifica: preferisco esporre i bambini alla tradizione piuttosto che alla rivoluzione, però immagino sia perchè diffido tantissimo della seconda.

    Ciao

    PS sulla pubblicità con i bambini, invece, credo di essere a destra anche della tua posizione. Fucilazione di chi solo ci pensa e via andare.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “A questo “tutto” farei una specie di verifica: preferisco esporre i bambini alla tradizione piuttosto che alla rivoluzione, però immagino sia perchè diffido tantissimo della seconda.”

      Ma i nostri bambini sono controrivoluzionari e difendono gli ulivi e i giardini secolari 🙂

      • Francesco scrive:

        Opporsi alle decisioni delle Autorità è atto sommamente sovversivo, condannato da tutti i savi fin dai tempi di San Paolo di Tarso!

        😀

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “Opporsi alle decisioni delle Autorità è atto sommamente sovversivo, condannato da tutti i savi fin dai tempi di San Paolo di Tarso!”

          Hai ragione, vediamo se Mirkhond può chiedere al Capo della Real Casa Borbone Due Sicilie un decreto urgente di espulsione dei Tappatori e la loro teppaglia massonico-savoiarda.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            😀

          • Francesco scrive:

            Veramente il Duca ha dimostrato quanto i Borbone fossero all’avanguardia, quali opere pubbliche avessero fatto fare per il progresso economico e civile Regno.

            Poi arrivò la teppa in camicia rossa (rossa!) e i ladri piemontesi.

            Ma la TAP avrebbe avuto l’approvazione reale, non so la benedizione ecclesiastica.

  2. Andrea Di Vita scrive:

    @ francesco

    Sostanzialmente concordo, ma con qualche precisazione.

    Educare i bambini alla NIMBY è pericoloso: la prossima volta che la costruzione di una centrale fotovoltaica sradicherà cento volte più ulivi di un singolo tubo interrato, i difensori della natura avranno grossi problemi.

    E poi: vabbè che adesso Putin va di moda fra gli oppositori de PD, ma educare pure le giovani generazioni a boicottare l’importazione di energia che non passa dalla Russia mi pare esagerato.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Educare i bambini alla cittadinanza attiva è ottimo, sperando che nel loro caso il cervello venga acceso e ben utilizzato!

      😉

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “attiva”

        Abbiamo genitori cui qualcuno ha raccontato che il metanodotto farà crescere le orecchie d’asino ai bambini e li ridurrà alla fame perché si dovranno trasferire qualche migliaio di ulivi fra qualche milione. Terrorizzati, trasmettono la paura ai figli, che ovviamente van loro dietro.

        Cosa c’è di ‘attivo’ in questa ‘cittadinanza’?

        Mi ricorda tanto le vignette di Guareschi contro gli operai che portavano i figli in piazza a manifestare contro de Gasperi: ma almeno quelli alla fame c’erano davvero.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Abbiamo genitori cui qualcuno ha raccontato che il metanodotto farà crescere le orecchie d’asino ai bambini e li ridurrà alla fame”

          Non sono al corrente della storia delle orecchie d’asino.

          A me per manifestare basterebbe sapere che sradicano gli ulivi, non ho proprio pensato che potesse succedere qualcosa ai bambini.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ martinez

            “orecchie”

            Era solo un’esagerazione retorica 🙂

            Ma nella mia città ho sentito con le mie orecchie gente laureata, dico, persone istruite che mi davano di gomito, strizzavano l’occhio e dicevano: ‘Visto? Il PD ha sparso la xylella fra gli ulivi così ha avuto la scusa di abbatterli per fare posto al metanodotto su cui prendono le bustarelle!’

            Come dire, roba da ‘Napalm51′ di Crozza: un po’ tipo guardarsi ‘X-Files’ e scambiarlo per il telegiornale, o il Tommy Lee Jones di ‘Man in Black’ che si legge la stampa scandalistica per controllare gli atterraggi degli UFO.

            E se questo succede a milleduecento chilometri di distanza, immagino che sul posto faranno la novena a Padre Pio per esorcizzare i miasmi del metano 🙂 🙂

            Ciao!

            Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      Andrea,
      “E poi: vabbè che adesso Putin va di moda fra gli oppositori de PD, ma educare pure le giovani generazioni a boicottare l’importazione di energia che non passa dalla Russia mi pare esagerato.”

      Questo non lo sapevo. Una ragione in più contro il TAP! 🙂

      • Francesco scrive:

        stareste insinuando che il Governo italiano vorrebbe diversificare le fonti di importazione dell’energia? facendo una cosa di sommo buon senso? volete che io torni a votare?

        no ditelo eh

  3. Grog scrive:

    I giornali repubblica, stampa SI CHE SONO PERICOLOSI sono dei
    GIGA PETI LANCIATI CONTRO LA POPOLAZIONE
    sopra ci scrivono i
    BUGIARDISTI (1)
    pagati per fare gli interessi di
    DEBENEDETTI ELKAN AGNELLI ( sessantotinamente LADRI GEMELLI )
    Pericolosissimi anche i religiosi noti
    SODOMIZZATORI DI INFANTI
    Il mostro di rignano è anche pericoloso perché
    TENTA DI PIDDIZZARE GLI INFANTI
    la linea
    TRUZZARDI JUNIOR E’ INFAME
    è un invito a nozze per i PEDOFILI
    Intanto depiddiziamo un pochetto
    Grog! Grog! Grog!
    (1) Eraldo Affinati BUGIARDISTA! Va a contare balle in Russia dove se scrivi qualche cosa di offensivo la parte offesa ti fa fare la stessa fine di quel bel tomo della tua collega BUGIARDISTA Politovskaya che infangava l’Armata che combatteva per Santa Madre Russia, basta un sergente un po incazzato.
    Nel frattempo Eraldo Affinati BUGIARDISTA ficcati il tuo amato TAP nel sedere e godi come un MANDRICCIO(mandrillo riccio) OMOSEX
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
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    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!
    Bzazzzz!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ grog

      Beh. ma allora scusa – complotto per complotto – perchè non ricordare che:

      a) TAP trasporta in Europa il metano Asiatico senza passare dal territorio Russo
      b) La Russia è comandata da Putin
      c) Putin è ammirato da Grillo che comanda i grullini
      d) i grullini capeggiano le manifestazioni antiTAP… 🙂 🙂

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      P.S. E non temere: la tua FRANCESCHINIZZAZIONE è vicina!

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Gombloddo di Puteeen!1!

      • Grog scrive:

        Andrea di Vita dispettoso e ignorante!
        FRANCESCHINIZZA TUA MOGLIE così nell’intimità ti sodomizza!
        a) Il TAP trasporta il metano AZERO ovvero un PETO rispetto a quello Russo con il quale ci fai al massimo due uova al tegame, il metano asiatico ovvero TURKMENO se lo pappano Cina e Russia e NON PUO PASSARE SOTTO AL CASPIO perché i dispettosi IRANIANI E RUSSI non lo permettono
        b) La Russia è la Russia e Putin ne ha le chiavi perchè è Zar pro tempore, litigare o peggio aggredire i Russi porta magna sfiga, lo Zar è grande ma rispetto all’ANIMA DELLA RUSSIA è un piccolo uomo
        c) Grillo è un simpatico capo comico GENOVESE(1) con poche idee confuse che ha messo su un impressionante movimento politico SOSTANZIALMENTE TERRONICENTRICO grazie agli auguri di un TERRIBILE PORTASFIGA PIDDINO TORINESE(2)
        d) I grullini TERRONI PUGLIESI capeggiano quello che preferiscono tanto non fa storia salvo per l’ORSO YOGHI Presidente della regione.
        (1) I liguri sono dei rompicoglioni come quel DELINQUENTE DI GARIBALDO ed hanno la tendenza ad arrivare in qualche modo in SICILIA un po come i LEMMING chi su due navi rubattinate prestate boh non si sa o addirittura a nuoto.
        (2) L’ho già detto che i porta sfiga TORINESI sono inarrivabili COME IL SANTO DON BOSCO CHE HA STESO I SAVOIA tanto per gradire (peccato che ci abbia messo del tempo con due guerre in mezzo) ma sono sicuro che al prossimo girò saprà far meglio e più in fretta.( a me sta simpatico)
        Grog! Grog! Grog!
        Depiddizzo more solito
        Bzazz!
        Bzazz!
        Bzazz!
        Bzazz!
        Bzazz!
        Bzazz!
        Bzazz!
        Bzazz!
        Grog! Grog! Grog!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Grog

          Vabbè che i mestrini sono notissimi scorreggioni (con quel cànchero di vinaccio che si sbevazzano lo credo bene, mica come lo Sciacchetrà), ma per chiamare ‘peto’ il gas portato dal TAP ci vuole un bel coraggio:

          “TAP trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale”

          https://it.wikipedia.org/wiki/Gasdotto_Trans-Adriatico

          Comunque i complottisti devono essere teste sopraffine:

          “Il 7 settembre 2016 la Procura di Lecce ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta aperta su TAP relativa alla procedura seguita dal Ministero dell’Ambiente per il rilascio della Valutazione di impatto ambientale. Per il pubblico ministero Angela Rotondano non sono emerse irregolarità”

          https://it.wikipedia.org/wiki/Gasdotto_Trans-Adriatico

          Quanto ai Liguri, in effetti è vero che tendiamo alla Sicilia: la famiglia Genovese prende il nome da quei banchieri di Genova che portarono al regno di Napoli l’invenzione nostrana del gioco del lotto per rimpinguare le casse del fisco locale. E a Caltagirone il dialetto locale (‘calatino’) è pieno di parole Genovesi come ‘carrugio’.

          Del resto, è noto: “Dovve i Zeneixi vàn, ‘n’atra Zena fan”. La civiltà è contagiosa 🙂

          Ciao!

          P.S. ‘Grog’ sa di Inglese ed è quindi bruttino come nickname. Prova col Genovese equivalente ‘licôre’ 🙂

          • Grog scrive:

            Già che ce la avete su con gli inglesi che hanno bombardato Genova senza che GLI AMMIRAGLI LIGURI riuscissero a beccarli almeno sulla strada di ritorno e colarli a picco!
            Come marinai non valete una sega tant’è che Colombo in America ci è arrivato per sbaglio e credeva di essere nel Catai dove il nostro Marco c’è arrivato 4 secoli prima a cavalcioni DELLE NAVI DEL DESERTO.
            Grog! Grog! Grog!

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ grog

              Se parli dell’ultima guerra l’arcano è presto svelato: troppi veneti a Supermarina. 🙂

              Poi non ce l’ho affatto con gli Inglesi, ma con i veneti che si fanno il nickname Inglese (quando hanno tanta Commedia dell’Arte cui ispirarsi 🙂 🙂 🙂 )

              Marco Polo? Ah, sì, quel simpatico semianafabeta che ha dettato le sue memorie a Rustichello da Pisa nelle accoglienti galere del nostro palazzo San Giorgio mantenuto a spese della nostra Compagna, a duecento metri da casa mia… 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • PinoMamet scrive:

              Andrea Di Vita, mettila giùcome ti pare, ma i veneziani continuano a essere simpatici e a vivere in una città magnifica, mentre i genovesi… beh… soprassediamo và.

            • Z. scrive:

              A me Genova è sempre piaciuta e coi genovesi sono sempre andato d’accordo!

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Z

              Volendomi ispirare alla recente vulgata antiRisorgimentale e nostalgica così ben rappresentata da alcuni frequentatori di questo blog 🙂 , potrei affermare che come la stampa Inglese ha diffuso nel mondo lo stereotipo dell’Irlandese ubriacone, del Gallese attaccabrighe e dello Scozzese tirchio, così la stampa Sabauda ha diffuso in Italia lo stereotipo del Genovese ‘refiùso’ (= taccagno + gretto + scorbutico + misantropo) e poco socievole … 🙂

              … quando l’inesausta teoria di cantautori, comici e attori Genovesi (da Manzari a Crozza, da Lastrico a Gassmann, da Volonghi a Lauzi, da De Ceresa a De Andrè, da Tenco a Paoli, da Villaggio a Ornano) sta lì a dimostrare il contrario al colto e all’inclita.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Z. scrive:

              …però va detto che hai, ehm, dimenticato di menzionare Beppe Grillo 😀

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Z

              Volutamente.

              Anche fra i dodici apostoli non si conteggia l’Iscariota.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              P.S. Comunque, a ben vedere, pure il guru attesta tutto il contrario di un carattere Genovese introverso e asociale.

            • roberto scrive:

              tutti i genovesi che ho conosciuto sono molto simpatici ma ammetto (ed il buon ADV mi perdonerà) che trovo genova una città brutta forte….

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ roberto

              Non ti perdono affatto, a meno che tu non torni immantinente a visitare la Superba 🙂

              E’ irriconoscibile (in meglio!) rispetto a qualche anno fa.

              Centomila visitatori in un fine settimana ai palazzi dei Rolli vorranno pur dire qualcosa 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “a) TAP trasporta in Europa il metano Asiatico senza passare dal territorio Russo”

        Il complotto nostro non me lo ricordo qual è, ma son sicuro che ce l’abbiamo pure noi!

  4. Peucezio scrive:

    Miguel,

    “Ma qui stiamo parlando di una politica che evidentemente gli editorialisti di Repubblica non conoscono: quella di imparare a vivere nella propria comunità di persone, luoghi e alberi, amandola e proteggendola.”

    D’accordo.
    L’unica mia riserva è che, mentre se vesti il bambino da Balilla o da piccolo sovietico, gli stai imponendo il modello educativo vigente nella società in cui vivi, quindi gli dai un ruolo passivo (come è logico che sia l’educazione, per quanto “interattiva” possa essere), mentre se lo porti a una manifestazione, gli stai facendo dire ciò che non è consapevole per poter dire, gli stai attribuendo arbitrariamente un ruolo attivo, che però non sceglie lui.

    • paniscus scrive:

      Ah, quindi la presunta violazione del diritto di scelta autonoma e matura del bambino dipende solo da quanto questa scelta sia maggioritaria e conformista nell’ambiente che lo circonda?

      Cioè, se il genitore gli fa fare qualcosa di originale e di poco comune, allora sta commettendo un abuso, in quanto “pretende di scegliere al posto suo”, mentre se lo spedisce in maniera del tutto acritica a seguire pedestremente le usanze della maggioranza senza il minimo punto di riflessione, allora invece NON SI STA ugualmente scegliendo al posto suo?

      Giuro che non capisco. Con lo stesso criterio, dovrebbe essere completamente abolita qualsiasi libertà di scelta dei genitori su quale educazione e quali esempi dare ai propri figli, e dovrebbe diventare obbligatorio far seguire acriticamente ai figli tutte le convenzioni sociali, le mode e le abitudini che ci si trovano intorno già prefabbricate, anche se i genitori stessi non le condividono e non vi si identificano, e magari le combattono.

      E’ il solito tormentone che si sente ripetere, che so, contro chi non battezza i figli… “Ma non ti sembra ingiusto imporgli una scelta tua, invece di lasciarlo libero di decidere da solo quando è più grandeeee????” E certo, perché il genitore che battezza il figlio da neonato, invece, l’ha lasciato libero di scegliere da solo? Ma non siamo ridicoli!

      Il concetto di ruolo attivo e ruolo passivo, scusami, ma proprio non li capisco. Tu sostieni che assumere un ruolo passivo (o incoraggiare i figli a farlo) sia sempre la cosa migliore rispetto a far balenare la possibilità di fare anche altro? Oppue, semplicemente, pensi che uniformarsi alla maggioranza non sia una scelta ma un automatismo naturale e dovuto, che non richiede scelte personali? Boh, giuro che non ci arrivo…

      • Peucezio scrive:

        Lisa,
        come ti scaldi con facilità…
        Io voglio solo dire che far manifestare un bambino è un po’ come farlo votare.
        Se si porta un bambino a una manifestazione filogovernativa, per me vale esattamente lo stesso discorso.
        Un bambino lo mandi a scuola (o lo battezzi o gli fai fare il balilla) per lui. Ma a una manifestazione lo porti perché manifesti, quindi per la causa. Cioè lo fai diventare strumento. Questo non mi sta troppo bene.
        Ma ciò non toglie che inteso nel senso in cui lo intende Miguel, posso capirlo, infatti non ho detto di essere fanaticamente contrario, ho solo espresso sommessamente una riserva.

        • PinoMamet scrive:

          Peucè, tu ami le costruzioni un po’ complesse, ma a volte dai l’impressione di creare delle grosse cortine fumogene.

          Vediamo le cose nella loro concretezza:
          secondo te, portare il bambino in piazza “no buono”, portarlo in piazza vestito da balilla “buono”

          😉

          • Peucezio scrive:

            Vabbè, dai, hai capito benissimo che intendo 🙂

            • PinoMamet scrive:

              Ehm, a dire il vero no.

              Ha capito Z., e mi fido di lui, ma non vedo come si possa dire che portare il bambino a una manifestazione è un po’ come farlo, votare, mentre vestirlo da balilla o da pioniere del socialismo (come si chiamavano?) non lo è…

              naturalmente se i balilla o i pionieri sono la maggioranza, c’è anche del semplice conformismo, ma non vuol dire, anche l’ambientalismo è un’idea che va per la maggiore, e molte manifestazioni non rappresentano affatto un’idea minoritaria…

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              guarda che è veramente semplice:
              se porto mio figlio in chiesa, è per inculcargli la religione, se lo vesto da Balilla, è per inculcargli il fascismo: posso pensare, a torto o a ragione, che tali idee gli servano da adulto.
              Se lo porto alla manifestazione, è perché lo vedano gli altri, è per fare numero. Cioè serve alla causa, non a lui.

            • PinoMamet scrive:

              Perdonami, ma continua a sembrarmi fumus…

              non dicevi che il conformismo andava bene?

              e allora, che problema c’è se lo porti alla manifestazione (o in chiesa… o vestito da balilla… continuo a non vedere differenze) “perché lo vedano gli altri”?

              Boh, dai, non ho voglia di mettermi a smentire una smentita che dice il contrario dell’affermazione precedente, non ha semplicemente senso.

              Mettiamola così, torno alla mia opinione:

              il bambinio vestito da balilla o alla messa ti piace (ma non ti faccio torto: ti piacerebbe anche vestito da pioniere del socialismo, in un paese socialista) portato alla manifestazione no, mica per altri motivi, ma solo perché ti stanno sulle balle quelli che percepisci come “contro”.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              “mica per altri motivi, ma solo perché ti stanno sulle balle quelli che percepisci come “contro”.”

              Ammesso che sia, che ci sarebbe di male?
              Per inciso: non attribuirmi un uso dei concetti non mio 😉 Quando parlo di conformismo mi riferisco sempre all’antagonismo, alle idee à la page, d’avanguardia, mai al sentimento collettivo, quello dell’uomo della strada.
              In questo senso io sono un anticonformista e il tizio che porta il bambino in chiesa non è un conformista, ma una persona normale, media.

            • paniscus scrive:

              “Se lo porto alla manifestazione, è perché lo vedano gli altri, è per fare numero. Cioè serve alla causa, non a lui.”
              ———————————-

              punto primo: in questo contesto, non vedo differenze tra una manifestazione pubblica di massa di stampo politico e una di stampo religioso.

              Se pensi davvero che portare il bambino a una manifestazione politica “serva solo a farlo vedere dagli altri e a fare numero, e non a trasmettere qualcosa a lui“, allora non vedo cosa ci sarebbe di diverso nel portarlo a una processione religiosa (in cui la presenza dei bambini è ambitissima) o a uno di quegli affollatissimi assembramenti pubblici di stampo religioso, tipo la “giornata delle famiglie” in Vaticano, con migliaia di parrocchie che organizzano pullmanate di massa da tutto l’emisfero.

              punto secondo: per quale motivo pensi davvero che portare un bambino a una manifestazione serva SOLO per usalto come numero e non anche per trasmettergli qualcosa? Giuro che non ci arrivo.

            • paniscus scrive:

              punto terzo: ma il bambino non sarà comunque libero di dissociarsi dalle convinzioni dei genitori e di cambiare idea, quando sarà più maturo? e questo non vale esattamente allo stesso modo sia per il bambino portato alla processione religiosa, sia per quello portato alla manifestazione politica, o ecologista, o comunque di “causa impegnata”?

              Qualunque genitore ha il sacrosanto diritto di PROVARE a trasmettere ai figli i principi in cui crede… e ha anche il sacrosanto dovere di mettere in conto che il tentativo potrebbe anche non funzionare.

              E allora, di che stiamo a parlare?

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              “allora non vedo cosa ci sarebbe di diverso nel portarlo a una processione religiosa (in cui la presenza dei bambini è ambitissima) o a uno di quegli affollatissimi assembramenti pubblici di stampo religioso, tipo la “giornata delle famiglie” in Vaticano, con migliaia di parrocchie che organizzano pullmanate di massa da tutto l’emisfero.

              punto secondo: per quale motivo pensi davvero che portare un bambino a una manifestazione serva SOLO per usalto come numero e non anche per trasmettergli qualcosa? Giuro che non ci arrivo.”

              Non riusciamo a capirci.
              Io sarei contrario anche alla giornata delle famiglie, ma non alla processione, perché la seconda è un atto di culto, la prima di attivismo ideologico, anche se cattolico.

              Circa il trasmettergli qualcosa, nella misura in cui lo scopo è quello, va bene.

          • Z. scrive:

            Io ho capito cosa intende Peucezio, e trovo che la cosa abbia una sua logica.

            Detto questo, mi porrei un problema differente: se battezzo mio figlio o lo vesto da balilla – o da tifoso della Fortri… quella, insomma – siamo sicuri che lo faccio per lui? non è che in fin dei conti lo faccio anche o soprattutto per me?

            Il nesso tra mio figlio e il trapianto forzoso di 211 ulivi fatico a vederlo, certo, ma vale lo stesso per molte altre cose. Se penso che sia una irrinunciabile questione di principio, poi, forse non è così fuori dal mondo che io coinvolga i miei figli.

            • Peucezio scrive:

              Sì, non hai tutti i torti.

              Una cosa che potrei aggiungere è che essere balilla negli anni ’30 o cattolico in generale in Italia significa aderire a modelli educativi condivisi (indipendentemente dal merito), mentre la manifestazione è per natura una cosa divisiva (il che non significa che non possa essere sacrosanta): stai scegliendo una parte.
              In questo senso l’obiezione di Lisa non mi convince: è normale condizionare il bambino secondo uno schema che vale “per default“: ogni forma di educazione è un condizionamento; altro è scegliere una posizione non scontata, quindi condizionarlo in modo unilaterale, parziale.
              E’ inevitabile che uno che cresce in Italia impari l’italiano. Ma se decido di insegnargli il cinese o il tedesco, anziché l’inglese o lo spagnolo, faccio una scelta unilaterale e me ne prendo la responsabilità. Solo che sapere una lingua è una competenza; fare propri dei contenuti ideologici condiziona i propri schemi mentali (in realtà anche la lingua, ma vabbè…).

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “mentre la manifestazione è per natura una cosa divisiva ”

                Secondo me non dovrebbe esserlo.

                Quando lo speculatore si è impossessato della ludoteca/giardino del quartiere, al massimo si era divisi tra lui (che non abita nel quartiere) e il quartiere. Ed è ovvio che manifestassero anche i bambini.

                Tu confondi le manifestazioni partitiche, tipiche dell’Italia del passato, con questi nuovi fenomeni.

                Quelle erano effettivamente legate a identità di fazione, a divisioni, a ideologie non condivise.

                Infatti, ancora oggi ci sono molti che fanno confusione, e credono che se tutte le famiglie dell’Oltrarno scendono in piazza, è perché gliel’ha ordinato qualche politico di cui non gliene potrebbe importare di meno, alle famiglie dell’Oltrarno.

            • paniscus scrive:

              In questo senso l’obiezione di Lisa non mi convince: è normale condizionare il bambino secondo uno schema che vale “per default“:
              ———————-

              Perché tu assumi che esista uno “schema che vale per default” e che lo condividano tutti (o che, comunque, quelli che non lo condividono, siano consapevoli di “stare facendo qualcosa che non va” e che si sentano un po’ in colpa, e un po’ in dovere di tenere il profilo basso).

              Quando invece non basta che lo schema sia maggioritario, perché esso “valga di defalut per tutti”: esistono persone che non lo condividono proprio, che lo avversano, che preferiscono sostenere un punto di vista diverso, e che trovano naturale educare i figli in base al punto di vista in cui credono davvero… e non vedo perché mai debbano essere considerati in difetto per questo.

              Oppure, mi spiego meglio: non vedo perchè mai da loro debba essere preteso un livello altissimo di attenzione, di scrupoli, di esami di coscienza e di autocritica continua per qualsiasi decisione prendano (specialmente se ci sono di mezzo figli)… mentre per chi si limita ad ACCONSENTIRE a seguire il gregge (anche se non è pienamente convinto nemmeno lui), invece no.

              Come a dire… se la consuetudine comune di default è che la maggioranza dei ragazzini a 11 anni abbia a disposizione lo smartphone con collegamento a internet illimitato 24 ore su 24 e possibilità di comunicare con tutto l’universo mondo assolutamente fuori dal controllo dei genitori…

              …allora chi accetta questa modalità e glielo offre senza fiatare è un bravo genitore che sta rispettando i diritti del figlio, mentre chi cerca di resistere e NON glielo offre è un estremista che sta ingiustamente imponendo al figlio delle scelte proprie?

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “Secondo me non dovrebbe esserlo.”

              In questo senso ti do pienamente ragione.

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              in parte c’è un dato di tradizione, che è molto superiore e profondo rispetto alla mera maggioranza numerica (e questo vale per la religione).
              Per il resto, non sto dicendo che ciò che fanno tutti sia sempre necessariamente giusto, anzi, oggi la maggior parte della gente fa cazzate ed educa i proprio figli malissimo.
              Però, malgrado le mie stesse critiche al modello di società dominante, non posso negare che c’è una verità dietro le scelte collettive, che per quanto stupide sembrino, obbediscono a meccanismi e pulsioni profonde.
              Chi si pone in totale distonia con la società in cui vive, anche per ragioni fondate, crea sempre una disarmonia e un’alienazione. Per cui si deve sempre cercare un compromesso accettabile (che non significa adesione acritica a tutto).

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              inoltre l’essenza dell’uomo e lo scopo della sua vita è nella sua proiezione sociale, cioè nei rapporti che intrattiene con gli altri uomini.
              Quindi, per potersi intendere col prossimo, devi condividerne almeno in parte gli interessi e i bisogni di fondo, le abitudini, i ritmi di vita.

              Modelli completamente diversi da quello nostro attuale funzionavano bene perché erano condivisi. Applicarli ora come scelte isolate individuali significa tradirne l’essenza, che era collettiva.

              Miguel dal canto suo applica una logica microcomunitaria. Mi sta benissimo (sempre tenendo conto che c’è sempre un grado d’interazione col resto della società, che non puoi trascurare, pena l’alienazione microcomunitaria).
              Ma in una logica comunitaria, c’è comunque un costume condiviso, solo che da un gruppo di persone più ristretto, anziché esteso a una nazione o a una civiltà: comunque non sono scelte completamente individuali.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              tutte le manifestazioni sono divisive: se tutti fossimo d’accordo, non ci sarebbe bisogno di manifestare dissenso.

              Dividersi, peraltro, non è necessariamente un male. Spesso è salutare e talvolta è pure necessario.

            • paniscus scrive:

              “inoltre l’essenza dell’uomo e lo scopo della sua vita è nella sua proiezione sociale, cioè nei rapporti che intrattiene con gli altri uomini.
              Quindi, per potersi intendere col prossimo, devi condividerne almeno in parte gli interessi e i bisogni di fondo, le abitudini, i ritmi di vita.”
              —————-

              Quindi ammetti che la maggior parte dei rituali e delle consuetudini che tu consideri tanto dense di significati di principio, in realtà, siano seguite con lo scopo principale di “farsi vedere dagli altri” e di dimostrare qualcosa agli altri?

              E allora come ti viene in mente di criticare le manifestazioni altrui, solo perché sono diverse da quelle che piacciono a te?

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              “Quindi ammetti che la maggior parte dei rituali e delle consuetudini che tu consideri tanto dense di significati di principio, in realtà, siano seguite con lo scopo principale di “farsi vedere dagli altri” e di dimostrare qualcosa agli altri?

              E allora come ti viene in mente di criticare le manifestazioni altrui, solo perché sono diverse da quelle che piacciono a te?”

              Perché il farsi vedere dagli altri non è denso di significati, vista appunto l’essenza sociale dell’uomo?
              Io critico la parzialità e la strumentalità, non la pubblicità in sé.
              Anche perché una volta la fazione era qualcosa di organico, investiva tutti i membri della famiglia, spesso del quartiere, ma oggi hai marito e moglie a volte con opposte idee politiche, religiose, sociali, quindi tanto varrebbe sottrarre il bambino a ‘ste scempiaggini.
              Quando poi si ribella un quartiere dalle caratteristiche di quelle descritte da Miguel, ci può anche stare, è un altro conto, perché lì non sono idee, sono interessi collettivi della comunità.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Io voglio solo dire che far manifestare un bambino è un po’ come farlo votare.”

          Ma è proprio questo che contesto.

          Si vota per una persona lontana da se stessi, sui cu si potrebbero avere tante opinioni diverse.

          Mentre la difesa del proprio territorio è una cosa che dovrebbe essere ovvia. Tipo mettere i calzini sporchi nel cassetto del bucato invece che buttarli per terra.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ martinez

            “difesa”

            Per parlare di ‘difesa’ vuol dire che da qualche parte sta arrivando un ‘attacco’.

            Scusate, qualcuno mi spiega in che modo un metanodotto (presumibilmente interrato, per lo più) ‘attacca’ il territorio?

            Il metano è inodore e insapore (tanto che per accorgersi di una fuga fi gas in cucina bisogna aggiungergli un additivo dall’odore di tartufo).

            E’ infiammabile, certo, ma – a differenza del petrolio – è più leggero dell’aria: incidenti tipo quello di Viareggio sono quindi impossibili.

            Inoltre il metanodotto passa per la campagna, dunque non è come il GPL in un parcheggio sotterraneo che può accumularsi ed esplodere stile gas grisou nelle miniere.

            Bisogna togliere dalla striscia di terreno immediatamente sopra il metanodotto degli ulivi? Anche se la rimozione fosse permanente, qualcuno ha calcolato quanti ulivi porta via la costruzione di una centrale a energie rinnovabili di potenza installata paragonabile a quella che si può ottenere dal metano trasportato da metanodotto?

            E qualcuno, soprattutto, ha calcolato il danno all’ambiente dovuto alla combustione del petrolio che andrebbe bruciato se non si costruisse nè il metanodotto nè una corrispondente centrale a energie rinnovabili ?

            O rimaniamo sempre nelle nebbie del NIMBY?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Scusate, qualcuno mi spiega in che modo un metanodotto (presumibilmente interrato, per lo più) ‘attacca’ il territorio?”

              Non era questo l’oggetto del mio post, l’ho spiegato chiaramente nella prima riga.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              Lungi da me qualsiasi intenzione polemica.

              Ma le parole sono importanti.

              Tu giustifichi – almeno così mi è parso, se mi sbaglio mi scuso – il coinvolgimento dei bambini sulla base dell’affermazione che “la difesa del proprio territorio è una cosa che dovrebbe essere ovvia.”

              Io contesto che qui si tratti di “difesa del proprio territorio”.

              Come ho cercato di chiarire ponendo una serie di domande basate su quello che so io di metano e anche sulle reminiscenze della mia famiglia (Pugliese per parte di madre) temo – e sarò lieto di essere smentito – che qui si tratti di pura e semplice disinformazione.

              O, per meglio dire, della stessa micidiale miscela di disinformazione, sindrome Not In My Backyard e semplice paura che ha portato alla psicosi anti-vaccini con conseguente ritorno del morbillo.

              (OT: E, mi permetto di aggiungere, che ha portato al timore generalizzato del nucleare con conseguente impennata delle emissioni di CO2, anche se forse la Cina e l’India ci salveranno FINE OT)

              Condita e sobillata dall’opposizione grullina e simil-grullina, questa mescolanza è devastante.

              Più che la difesa del territorio, per quei bambini (e i nostri bambini) andrà difesa la capacità di pensare con la propria testa.

              (Nell’epoca dell’inganno universale, la verità è rivoluzionaria)

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Z. scrive:

              ADV,

              il M5S dalle mie parti fa effettivamente attivismo antivaccinista, considerato quale importante forma di protezione della libertà genitoriale dalla protervia del PD.

              Dev’essere una forma di difesa del territorio…

          • Francesco scrive:

            E io che credevo di essere stalinista!

            Miguel, mi hai fatto paura, fortuna che ora vado in mensa e dimentico tutto.

            🙁

    • PinoMamet scrive:

      La differenza tra ruolo passivo e attivo “peuceziani” sfugge anche a me.

      Cioè, andare in campagna con la divisa da balilla va bene, senza no? Hmmmm…
      no, direi che non regge, Peucè, ma bel tentativo 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “mentre se lo porti a una manifestazione, gli stai facendo dire ciò che non è consapevole per poter dire, gli stai attribuendo arbitrariamente un ruolo attivo”

      Se ne parlava oggi.

      La nostra Maestra d’Orto sta preparando i cassonetti in cui piantumare varie piccole piante.

      E ci dice,

      “sappiate che molte piante moriranno, molte saranno rovinate… che ci saranno tanti errori… ma è così che i bambini imparano.

      Non soltanto ascoltando, ma facendo qualcosa con le mani. E impareranno così anche le regole, che devono essere chiare e dure, perché non voglio che dopo arrivi la mamma iperprotettiva e si lamenti perché il suo bambino non può fare quello che vuole nell’orto. Ma devono essere anche regole che possiamo cambiare ogni volta che serve.

      I bambini impareranno che il cibo viene dalla vita, che la vita è sempre a rischio, ma che loro comunque hanno fatto crescere qualcosa, e che il giardino dipende da loro, sono loro che devono tenerlo pulito.

      Ogni bambino con un rastrello in mano, a camminare all’indietro, e via!”

      • Moi scrive:

        In a world I do not know, I am no longer your teacher, […] you are mine

        https://www.youtube.com/watch?v=JHppLZtb15A

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        tutto questo va benissimo.
        Ma la manifestazione è una cosa diversa: è un fatto pubblico. Cioè stai facendo fare al bambino un atto politico davanti all’umanità.
        A questa stregua capisco di più uno che insegna a un bambino a usare le armi, perché se domani c’è una guerra, saprà farla, o se fosse necessario farla per sopravvivere, saprà generarla.

        • Roberto scrive:

          Il battesimo non è pure un fatto pubblico?
          (O forse confondo con la comunione, ma cambia poco)

          • Francesco scrive:

            Guardate che ha ragione Lisa: l’unico modo per “togliere” del tutto i bambini dall’agone pubblico (politico e anche peggio) sarebbe toglierli ai genitori e chiuderli in falansteri dove siano educati in modo “neutrale” … espressione così idiota che non mi dilungo. Lisa usa la parola conformista che è più sincera.

            Non c’è modo di evitare il rischio: io porto mio figlio a vedere il cantiere della metropolitana, con la “talpa” che scava le gallerie, Miguel alla manifestazione contro l’inceneritore. Abbiamo ragione entrambi, nella misura in cui vogliamo bene ai figli e rispettiamo la loro libertà, quando si manifesterà in modo difforme dalle nostre più profonde convinzioni.

            Ciao

            • roberto scrive:

              sono d’accordo.

              è la distinzione di peucezio fra alcune cose ed altre basate sul “lo faccio per me o lo faccio per loro” o “manifestazioni pubbliche” e “cose private” che non mi convince tanto

            • Francesco scrive:

              anche far battezzare un figlio potrebbe essere un atto politico, penso a posti come l’India

              è una dimensione non eliminabile della vita comune

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              “è la distinzione di peucezio fra alcune cose ed altre basate sul “lo faccio per me o lo faccio per loro” o “manifestazioni pubbliche” e “cose private” che non mi convince tanto

              Infatti non interpretarla in senso troppo netto.
              Non vorrei essere frainteso: la mia non è una crociata, solo una perplessità.

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              infatti in India non bisogna battezzare i bambini.
              E in Italia non bisogna iniziarli a culti esotici.

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              noi cristiani in India i nostri figli li battezziamo eccome e che gli indù (oscena parodia modernissima, anzi Novecentesca) del peggio dell’Occidente, non rompano il cazzo, manica di stronzi prepotenti!

              🙂

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              male, male: ognuno a casa sua dev’essere il padrone.
              Estirpare i culti semitici dall’India, cristiani o mussulmani che siano! Radicalmente!

              Accetto un’eccezione solo per i nestoriani, che sono tre gatti e sono lì da molto prima di portoghesi, islamici e gentaglia varia.

            • Peucezio scrive:

              Lisa, è che tu continui a considerare la religione un’opzione individuale.
              Invece è come l’abitudine a parlare italiano, a manigare la pasta e a bere il caffè espresso.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              quindi noi romagnoli dovremmo perseguitare i cristiani? Ma no, dai 😀

            • PinoMamet scrive:

              Dai à, Peucezio, ho capito che ti piace fare il fascistone che tutti la devono pensare uguale ecc. ecc.

              (Poi in realtà tu i “culti semitici” li estirperesti anche dall’Italia, altro che dall’India… 😉 )

              beh, l’essere umano è semplicemente troppo complesso: mica è colpa tua.
              Tu hai la forma mentis, o vuoi far pensare di averla, dell’uomo gerarchico e autoritario; credi, inanzittutto, che esistano degli “italiani” o degli “indiani”, addirttura dei “pugliesi” e addirittura (perché più si scende di livello, più la distinzione si fa incosistente e fumogena, al contrario di quello che pensi tu) dei “pugliesi del tal paesino”.

              Invece se tu prendi un indiano in Italia, boh, si può trovare anche spaesato: non sa chi è Aldo Fabrizi, non ha mai sentito quella canzone di Venditti, ha assaggiato la carbonara ma non gli è piaciuta, crede che Cavour sia una nave molto grossa o una marca di vino.

              Invece se lo metti a Roncocampocanneto, voilà, in due mesi è uno del paese, conosce tutti e porta il bambino alla manifestazione contro i tubi del metano o la TAV.
              Perché è uno del paese.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Invece se lo metti a Roncocampocanneto, voilà, in due mesi è uno del paese, conosce tutti e porta il bambino alla manifestazione contro i tubi del metano o la TAV.
                Perché è uno del paese.”

                Esatto!

            • PinoMamet scrive:

              Inoltre (perché mi accorgo di non aver finito il ragionamento) mica tutti hanno la tua forma mentis.

              C’è anche quello che ha quella della “minoranza”, e del “rompipalle”, quello che a tutti i costi vuol fare diverso dagli altri, e se a tutti piace bianco, e nel paese s’è sempre fatto bianco, lui fa nero, to’!

              E che gli vuoi dire? Non siamo tutti uguali, semplicemente, Peucè.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Pino mamet

              “Roncocampocanneto”

              Sempre che i valorosi cittadini di Roncocampocanneto non abbiano fatto le barricate per non farcelo arrivare neanche, l’Indiano, nel loro ameno paesino.

              Di recente vanno di moda le Piccole Patrie e le Comunità Locali In Difesa Del Territorio E Dell’Identità Minacciata.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              P.S. Poi vabbè, in Italia ci sono anche i posti dove un Albanese arriva schiavo e i suoi nipoti diventano Dogi 🙂 , ma mica possiamo essere tutti uguali… 🙂 🙂

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              potresti definirmi “ognuno” e “casa sua”?

              grazie

            • PinoMamet scrive:

              “Sempre che i valorosi cittadini di Roncocampocanneto non abbiano fatto le barricate per non farcelo arrivare neanche, l’Indiano, nel loro ameno paesino.”

              Guarda, non ho i numeri di Roncocampocanneto (che esiste) ma in tutta la Bassa la comunità indiana è in effetti una delle più numerose e “meglio integrate” come dicono i giornalisti, nel senso che sono arrivati moltissimi agricoltori del Punjab, abituati a usare il trattore e a curare le mucche, e si sono mescolati agli agricoltori emiliani, usando il trattore e curando le mucche.

            • PinoMamet scrive:

              “Poi vabbè, in Italia ci sono anche i posti dove un Albanese arriva schiavo e i suoi nipoti diventano Dogi”

              Vabbè, in quella brutta città di gente antipatica sarà arrivato UN albanese, qua vicino nel piacentino ne è arrivato un paese intero e c’è stato così bene che ha anche quasi dimenticato di essere albanese
              (attualmente parla semmai piacentino).

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              ‘stavolta sono io che non ho capito il tuo ragionamento.
              Perché io direi che devono essere tutti uguali?
              Io parlo di parametri minimi.
              Un italiano può essere chiarissimo, rosso, castano, bruno e dalla carnagione molto scura. Ma non negro o giallo: quello è troppo.
              Non per niente, ma perché se in ogni posto ci sono tutti i popoli, di qui a un po’ di generazioni tutti i posti avranno lo stesso tipo umano e allora addio diversità, altro che io fascista autoritario che voglio tutto uguale: sarò pure fascista, ma tutto uguale lo vogliono gli altri, non io 😛 .

            • PinoMamet scrive:

              “Io parlo di parametri minimi.
              Un italiano può essere chiarissimo, rosso, castano, bruno e dalla carnagione molto scura. Ma non negro o giallo: quello è troppo.”

              Mmmm

              faccio un po’ fatica a seguirti su questo terreno, perché ho sempre pensato:

              1- la “razza” sia il più ininfluente dei fattori;

              2-in effetti è probabile che moltissimi italiani italiani italiani, visivamente bianchi, abbiano antenati “negri” (non credo che i moltissimi negri usati per capriccio come lacchè dei nobili e borghesi napoletani- specialmente- siano passati lasciar traccia; in tempi più recenti non ho bisogno di citarti Tammuriata nera e la compagna di classe- mulatta figlia di un americano, o che ne so, un brasiliano- di mia mamma- per inciso, anche lei figli di uno straniero).

              Ma a parte questo, facciamo conto che tu parli di cultura, che è un discorso secondo me più centrato:

              -un italiano può essere induista e restare italiano?
              Per me la risposta è sì, perché le identità non si elidono a vicenda, semmai si sommano.

              Del resto, migliaia di Romani credevano in Iside o in Mitra, per cui…

              Siamo arrivati lontano dal punto di partenza, ma in generale ho l’impressione che tu tenda a credere a una società sostanzialmente “immobile”, fatta di piccole patrie circoscritte e praticamente impermeabili.

              Mentre io credo a un continuo flusso di persone, idee, culti, mentalità;

              credo anche io a qualcosa come una “piccola patria”, intesa come la “zona all’interno della quale uno si sente abbastanza a casa”, ma credo sia impossibile, inutile, e comunque deleterio dettarne dei confini fisici o culturali;

              l’unica è cercare, con le persone con le quali ci si trova affini, una soluzione per i problemi concreti, il resto sono e hanno da essere gusti individuali.

              Io per esempio non ho nulla in contrario al fatto che nella mia “patria locale” convivano dei convintissimi sikh, degli altrettanto convintissimi atei e cattolici bestermmiatori, musulmani, buddhisti italiani e il mago T., cartomante ed ex pappone (attenzione: personaggio vero), anzi, devo dire che tutto contribuisce al colore locale e lo rende meno monotono.

            • paniscus scrive:

              per Peucezio:

              “Lisa, è che tu continui a considerare la religione un’opzione individuale.
              Invece è come l’abitudine a parlare italiano, a manigare la pasta e a bere il caffè espresso.”
              —————–

              Guarda che se io considero la religione un’opzione individuale NON E’ per partito preso ideologico, ma è semplicemente perché nella mia esperienza concreta è davvero così.

              Cioè, ti assicuro che, nel contesto della mia vita personale, professionale e sociale, non frega assolutamente niente a nessuno se io mi sono sposata in chiesa o no, se ho battezzato i figli o no, se li mando al catechismo o no, o se li iscrivo a religione a scuola o no.

              Il fatto che ognuno sia libero di scegliere personalmente come vuole, è considerato NORMALE, sia dai cattolici che dagli atei, dagli agnostici, o dai credenti di altre fedi…

              Fattene una ragione!

            • habsburgicus scrive:

              Cioè, ti assicuro che, nel contesto della mia vita personale, professionale e sociale, non frega assolutamente niente a nessuno se io mi sono sposata in chiesa o no, se ho battezzato i figli o no, se li mando al catechismo o no, o se li iscrivo a religione a scuola o

              hai ragionissima, Lisa !
              le cose stanno proprio così, oggi
              MA questo é semplicemente la prova, o l’epifenomeno o chiamiamolo pure in altri modi, che la secolarizzazione ha vinto in modo completo e, a vista di noi fallibili mortali, irreversibile
              in altre epoche non era così, neppure in Toscana !
              (P.S penso tuttavia che Peucezio ‘ste cose le sappia bene..semplicemente egli ancora proclama a voce alta ciò che DOVREBBE ESSERE ma non è
              forse è un esercizio inane 😀
              ma non credo sia più di quello)
              si, va detto poiché la realtà anche se triste va riconosciuta
              il Cristianesimo, come civiltà non esiste più ed è ormai estranea a noi quanto la cultura assira !..sopravvivono dei cristiani o persone che si definiscono, talora con orgoglio, tali (quelli della variante del Concilio credono in un Cristianesimo così particolare che avrebbe fatto sobbalzare anche un curato di campagna dell’ottocento 😀 esistono poi dei cattolici riconoscibili come correligionari da un prete controriformista, ma sono più o meno nella stessa proporzione degli zoroastriani in Iran, anzi meno 😀 bon !), questo è innegabile…
              ma ormai i Cristiani vivono la loro religione come un fatto privato (quelli del Concilio perché nella loro dabbenaggine pure se ne vantano ignorando ciò che fu il Cattolicesimo 😀 gli altri, rosicando,ma devono accettare il Fato) !
              Voltaire ha avuto ragione..conosci penso la famosa frase a lui attribuita “sono stanco di sentirmi dire che bastarono 12 uomini per creare una nuova religione..io voglio dimostrare che può bastare un uomo solo per distruggerla”..e così è stato
              ecco perché, come amo dire e ho detto anche nell’altro post, la rivoluzione giacobina che ha eliminato il Cristianesimo (non subito, ma lo ha ferito mortalmente), è l’unica vera rivoluzione,l’unica che ha lasciato e lascia tracce nella Storia
              quella bolscevica invece è nulla..e già spazzatura
              chi oggi pensa alla “classe operaia ? al materialismo dialettico ? e ad altre stupidate ?
              Mao è qualcosa ma solo se interpretato come un successore dei boxer (1900) ovvero un cinese xenofobo anti-occidentale, ma più fortunato, lui..il Mao del Libretto Rosso fa ridere i cinesi per primi 😀 e solo da voi a Firenze lo prendono ancora sul serio (PMLI)
              Riforma e Rivoluzione del 1789 sono gli avvenimenti più importanti della storia europea post-costantiniana..io li aborro, ma lo riconosco !
              la Riforma ha impedito il “ripaganesimo” del Cattolicesimo, quello che io chiamò la “via indù” alla religione che sarebbe stata una soluzione ! i Papi del Rinascimento tanto odiati a me piacciono 😀
              la Rivoluzione ha eliminato del tutto il Cristianesimo come fattore culturale e politico (anche se gli effetti si vedono solo ora, o meglio dal Sessantotto)
              dove andremo ? boh..se vincerà il Corano in Europa [e ne dubito] la Causa Prima sarà egualmente la rivoluzione, che ha tolto agli europei la loro religione !
              quella Fede che permise in passato Belgrado (1456), Lepanto (7 ottobre 1571) e Vienna (12 settembre 1683) !
              ora non ci sono più anticorpi

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              mettiamola così, per sintetizzare e trovare il punto dirimente del mio discorso: a me interessa la pluralità.
              Se le piccole patrie immobili me la dano, perché ostacolano l’omologazione planetaria (o nazionale o continentale), mi stanno bene. Se sono elementi opprimenti che bloccano forme di creatività e di vivacità culturale, quindi di articolazione e di complessità, non mi piacciono più.
              Il problema di oggi è che il meccanismo omologante è travolgente, quindi il reazionarismo più retrivo e immobilista viene ad essere funzionale.

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              d’accordo.
              Ma ammetterai che il tuo è un contesto anomalo nella media della società italiana. Delle persone che conosco, i non battezzati saranno uno o due in tutto.
              Purtroppo, quando la rivoluzione diventa abitudine, non è più percepita come tale.
              Ma allora bisogna ammettere di essere fuori da ogni retaggio storico, di aver cancellato la stratificazione di millenni di civiltà (perché attraverso il cristianesimo, ufficiale e popolare, ereditiamo tutto un insieme di cultualità precristiana e anche preindoeuropea, anche se la cosa non entusiasma troppo Mirkhond, che però è colto e quindi sa che non può negarla del tutto; e non solo cultualità: mentalità, cultura, filosofia, istituti sociali, giuridici, politici).

              A me questa cosa sembra come uno che dicesse: per essere liberi dobbiamo tornare ad essere amebe, perché l’evoluzione (sempre se ha ragione l’evoluzionismo) ci ha caricato di una serie di fardelli e sovrastrutture inutili, di cascami di cui è ora di liberarci.
              E in effetti l’umanità novella è fatta di amebe, di “fiocchi di neve”, di invertebrati, di gente che ha paura di quello che mangia, che beve, che respira, che ha paura di tutti gli altri esseri umani indistintamente, del mondo, delle cose, ecc.

              Certo, non è il tuo caso e non sarà mai certo quello dei tuoi figli, ma tu sei un caso non raro: unico. Non hai battezzato i figli, ma li hai cresciuti come avrebbe fatto la mia bisnonna. E’ chiaro che un lungo allattamento e una serie di altre attenzioni strutturano la personalità molto più di un battesimo, che è un atto importante ma simbolico. Ma, ripeto, tu sei come il leninista cattolico, il fascista pacifista, chessò, l’ecologista cacciatore.
              Non puoi prenderti ad esempio.
              Tu sei il perfetto capovolgimento dell’adagio: “fà come digghe iì, non zi facènne come fàzzeche iì”.

            • PinoMamet scrive:

              “Certo, non è il tuo caso e non sarà mai certo quello dei tuoi figli, ma tu sei un caso non raro: unico. Non hai battezzato i figli, ma li hai cresciuti come avrebbe fatto la mia bisnonna.”

              Non per sminuire Lisa, ma il suo mi sembra anzi un caso molto comune.

              Non ha battezzato i figli, e li ha educati bene
              (non credo “come la bisnonna”, ma vabbè):
              beh, che c’è di strano?
              Mica è una cosa così rara.

              E mica tutti i “non battezzanti” sono degli esagitati agitatori fanatici della controcultura vegani e buddhisti…

              anzi, quelli che conosco io sono persone, direi, molto “tradizionali” e dai valori, come dire, comuni.

            • Z. scrive:

              Peucezio e Pino,

              in effetti, nemmeno io sono battezzato e nemmeno io faccio esattamente parte degli “esagitati agitatori fanatici della controcultura vegani e buddhisti”.

              Mangio i tortellini e la cotoletta petroniana, guardo la Juve in Champions, gioco a Diablo III e a Civ V e se non faccio una vita tranquilla da piccolo borghese del Novecento è solo perché non me la posso permettere.

              Del resto, la mia famiglia viene dal Ravennate, e laggiù la politica divideva i cittadini tra socialisti e repubblicani. I primi non andavano a messa e i secondi davano ai figli nomi adespoti affinché non portassero il nome di un santo.

              Però mangiavano cappelletti, bevevano Sangiovese e tifavano Juve esattamente come i cattolici.

            • Peucezio scrive:

              Lisa, Pino, Z., la realtà tosco-emiliana non è poi così rappresentativa dell’Italia in genere: sono le regioni rosse storicamente più fanatiche, quindi certe tendenze sono estremizzate.

              Comunque, certo, la laicizzazione c’è dappertutto.
              Ma Lisa è un caso più unico che raro non tanto per non aver battezzato i figli, ma per il suo modello tradizionale di puericoltura, che, ahimè, non si applica più da generazioni (e i risultati si vedono).

              Non ho capito poi cosa c’entrino il veganesimo e simili.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              non è colpa mia se il presente è omologante e antipluralista e se il passato è articolato e plurale.

              Se il mondo andasse verso il pluralismo, io guarderei al futuro, anziché al passato.

              E quando sembrava che ciò stesse accadendo, come nei primi anni Novanta, lo facevo.

              Metafisicamente però io non credo in passato, presente e futuro: tutto in un certo senso è contemporaneo.
              Semmai c’è ciò che è stabile e ciò che è effimero.
              E’ tradizionale non ciò che è passato, ma ciò che si tramanda, è moderno ciò che si inventa ogni volta di nuovo.
              Se a una società basata sul continuo smarrimento e riapprendimento dei saperi se ne sostituisse una basata sulla trasmissione intergenerazionale di questi ultimi, io mi riconoscerei di più nella seconda, anche se temporalmente successiva, piuttosto che nella prima.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              — Lisa, Pino, Z., la realtà tosco-emiliana non è poi così rappresentativa dell’Italia in genere: sono le regioni rosse storicamente più fanatiche, quindi certe tendenze sono estremizzate. —

              Focus, Peucè! Stavo parlando di Romagna, che non è né tosca né emiliana!

              A parte questo, esattamente dove starebbe il “fanatismo”, o l’ “estremismo”? nel non andare a messa?

              I repubblicani ad esempio erano certamente anticlericali, ma non per questo “fanatici” (e per nulla rossi, oltre tutto). Certo, c’era chi tra di loro era più moderato e chi era più radicale: come del resto in tutti i gruppi, politici e non.

              In questo tuo desiderio di assimilazione affastellata – curiosamente rozzo, considerando la profondità della tua cultura – ci vedo molta simpatia per quel pensiero unico che dici di detestare 😀

            • paniscus scrive:

              Peucezio:
              ———————–
              Ma Lisa è un caso più unico che raro non tanto per non aver battezzato i figli, ma per il suo modello tradizionale di puericoltura,
              —————————

              Prendo atto del tuo apprezzamento per certe scelte, e mi fa piacere… ma dove tu sbagli è nel pensare che io abbia fatto tali scelte per “adesione a un modello tradizionale”, quando invece per me è stato esattamente il contrario: ossia, non avevo NESSUN modello tradizionale da seguire, ci sono semplicemente arrivata per conto mio, perché mi sembrava biologicamente più plausibile e più efficace (oltre che più comodo, che era un dettaglio minore ma comunque significativo). Voglio dire, per me era normale attaccare il neonato alla tetta quando voleva lui, e non quando lo stabiliva l’orologio, ma non ho mai pensato che questa fosse una “tradizione”, ho semplicemente seguito l’istinto e ho pensato che fosse la normalità per tutti i mammiferi!

              Io non ho mai avuto nessun “modello tradizionale” su come gestire la maternità, non avendo mai avuto alle spalle una comunità di donne che trasmettessero un modello condiviso.

              Le testimonianze di mia madre (partoriente negli anni settanta) remavano esattamente al contrario di quello che avevo in mente io: per fortuna non ho mai considerato plausibili le sue indicazioni (cioè quelle che mettevano in testa a lei negli anni settanta), altrimenti non sarei MAI riuscita ad allattare!

              Per il resto, essendo l’unica donna giovane di famiglia della mia generazione, non avendo mai avuto né sorelle, né zie né cugine dirette, e nemmeno amiche molto strette che avessero partorito poco prima di me… non avrei minimamente saputo a quale “tradizione” adeguarmi!

              Un po’ mi sono ispirata alla mia nonna paterna, ma anche quella non era certo una “tradizione” collettiva (visto che lei stessa aveva avuto un figlio solo, e nessun’altra nipote prima di me) ma solo un legame emotivo molto personale, semplicemente ci si capiva al volo e basta!

              http://www.paniscus.net/immag/priv/bisnonna01.jpg

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              certamente.
              Se l’avessi fatto per adesione astratta a un modello non avrebbe funzionato così bene.
              Le donne di una volta seguivano l’istinto, rafforzate dalla consuetudine loro tramandata.
              A te è mancata quest’ultima, ma a parte questo hai fatto come loro.
              Questo è tanto più ammirevole.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ pino mamet

              “piacentino”

              Insomma, sono passati dalla lingua di Skanderbeg al dialetto del fondatore di DP. Contenti loro… 🙂

              Nulla, s’intende, che potesse servire da lingua franca nel Mediterraneo, come quel genovese che era capito dai marinai di Alessandria d’Egitto almeno fino alla seconda guerra mondiale.

              Provinciali..! 🙂 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Roberto,
            il battesimo non è un gesto di militanza.
            E infatti delle manifestazioni parlano i giornali, fosse pure locali, ai battesimi, anche se formalmente sono pubblici, perché nessuno vi è interdetto, in genere vanno parenti e amici: sono di fatto atti privati.

            • paniscus scrive:

              Non sono più atti soltanto privati, nel momento in cui quelli che non battezzano vengono visti come estremisti stravaganti che devono “giustificarsi” per aver fatto una scelta tanto strana e tanto anomala, oppure si sentono chiedere: “ma non ti senti un po’ in colpa ad avergli imposto una scelta tua, invece di lasciarlo decidere da solo?”…. come se invece il bambino battezzato a due giorni di vita NON avesse subìto una decisione dei genitori e fosse stato invece lasciato libero di scegliere da solo.

              Poche storie, la situazione è assolutamente simmetrica:

              quello che è stato battezzato da piccolo ha la massima libertà di allontanarsi dal cattolicesimo da grande, di diventare ateo, agnostico o di convertirsi a un’altra fede… ESATTAMENTE come quello che non è stato battezzato da piccolo avrà la stessa massima libertà di avvicinarsi alla religione cattolica in seguito e e di farsi battezzare da grande per scelta sua, se vorrà.

              Quindi, da dove arriva la fissazione che se lo si battezza “gli si lascia più libertà di scelta” mentre se non lo si battezza gli si sta imponendo ingiustamente una limitazione permanente della libertà personale?

              L’Italia è piena di genitori cattolici che “hanno avuto un grosso dispiacere” perché i figli adulti sono diventati miscredenti, ma sono tutti sopravvissuti tranquillamente… potrà succedere anche il contrario senza tragedie, no?

            • Peucezio scrive:

              Non c’è nulla di simmetrico: la nostra arte, cultura, letteratura, storia è cristiana.
              Questo legittima il battesimo.
              Anche gli atei dovrebbero battezzare i loro figli. Per un mero fatto culturale (mero si fa per dire, perché la cultura è la nostra essenza spirituale).
              Respingere il battesimo equivale a respingere l’Italia: se uno non ama l’Italia, non capisco perché ci abita.

            • Peucezio scrive:

              Ma, soprattutto,
              non c’è cultura che non abbia dei riti legati all’entrata nel mondo.
              L’uomo ritualizza.
              Altrimenti invece di metterci a tavola, mangeremmo per terra, ognuno quando ha fame, con le mani…

              Che poi non capisco: i progressisti rifiutano la ritualizzazione della vita, poi vogliono il matrimonio per i ricchioni con tanto di nome e cerimonia pubblica, invece di lasciarlo come una vecchia tradizione per chi la vuole e prevedere, per le questioni pratiche delle coppie di fatto, solo delle firme in un ufficio per disciplinare singoli aspetti della convivenza comune.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              l’esposizione della tua ideologia dimostra che il battesimo può essere anche un segno di militanza, che è come lo vivi tu.

              Però ecco, dovresti accettare che non tutti siamo così gonfi di ideologia 😀

            • paniscus scrive:

              “Respingere il battesimo equivale a respingere l’Italia: se uno non ama l’Italia, non capisco perché ci abita.”
              ——————-
              Magari perché ci è nato e perché ha avuto antenati italiani da millemila generazioni, anche se non è credente nella religione cattolica (e magari anche qualche suo antenato non era credente già 100 anni fa o anche oltre, ma era italianissimo lo stesso)?

              Non capisco cosa c’entri l’Italia col battesimo, sinceramente: ti risulta che sia obbligatorio il battesimo cattolico per essere riconosciuti come cittadini italiani? A me no.

              A me risulta che il battesimo sia una cerimonia privata, che viene celebrata solo da chi è convinto, eventualmente festeggiando con parenti stretti e amici personali, ma non certo una patente di rispettabilità sociale o di dirritto alla cittadinanza.

              Nel resto della vita sociale, se Pierino è battezzato e Paolino no, chi cavolo dovrebbe accorgersi della differenza?

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, dai, hai capito benissimo cosa intendo.
              Trovami una fiaba tradizionale, un proverbio, un aneddoto popolare, una filastrocca, un canto tradizionale in cui non sia scontato che gli uomini sono cristiani (tranne l’irrompere di infedeli, completamente altri e ostili), battezzati, tranne i bambini morti prima di fare in tempo.
              Poi è ovvio che esiste anche l’Italia attuale, ma non è più italiana. E’ un luogo che si trova nello stesso territorio fisico dell’Italia, ma ha perso ne connotazioni di italianità.
              Se fra un secolo o due parleremo tutti l’inglese e i bambini ignoreranno l’italiano, fisicamente staremo nella penisola italiana, ma l’Italia e l’italianità non c’entrano più nulla (poi qualcosa resterà, inevitabilmente, per pura inerzia).
              La scristianizzazione non è un’evoluzione interna della società italiana, legata a dinamiche locali profonde. E’ solo l’adeguamento a un laicismo internazionale in cui tutto è intercambiabile, in ogni luogo c’è una percentuale di mussulmani, cristiani convinti (quindi non cristiani, ma fanatici identitari moderni che hanno scelto l’etichetta di “cristiano” fra tante), atei, neopagani, buddisti, ecc.
              In fondo è il regno guenoniano della quantità di cui parla Miguel: le identità sono bandierine, non patrimoni comunitari tramandati e vissuti.
              Quando questa patologia identitarista e da etichetta si diffonde anche in ambito cattolico, con atteggiamenti di ostentata rivendicazione, sono il primo a criticarla.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Vabbè, dai, hai capito benissimo cosa intendo.”

                Io sono d’accordo con te su quasi tutto quello che dici, tranne per la tua tendenza a vedere questi fenomeni come esclusivamente ideologici.

                Quando l’ordine cosmico è dato dalla cristianità, dall’Islam, dal dharma induista ed è legato a relazioni vere con persone e luoghi, con tramandamento soprattutto orale e manuale (cioè trasmissione di gesti) hai il quadro che correttamente descrivi. C’è un presente, vissuto intensamente, e un passato.

                Quando l’ordine cosmico è dato dallo Stato, dall’esercito e dalla fabbrica, ha un ordine cosmico totalmente diverso, che il “cittadino” impotente deve imparare sui libri. I gesti (come avevano già colto Ruskin e Morris) non sono organici, ma sono programmati dai funzionari. Il tempo è esclusivamente il futuro, per cui si fanno le guerre, si scolarizzano i figlioli e si fanno investimenti. Questo è il mondo “laicista”.

                Noi stiamo entrando in un terzo stadio, totalmente diverso dai primi due: proprio come la finanza passa dagli investimenti a lungo termine alle speculazioni immediate, l’umanità diventa una rete istantanea, priva di qualunque ordine o senso, dove solo le dita continuano ad agitarsi, il resto del corpo si atrofizza, e avviene un curioso corto circuito: di tutte le facoltà umane, restano solo le emozioni, ma le emozioni espresse non devono suscitare correnti contrarie all’interno dell’isterosfera, perché verranno immediatamente massacrate. Qui il tempo è esclusivamente il presente, ma non esiste alcuna esperienza.

            • Peucezio scrive:

              Il discorso invece del laicismo anticlericale 800-900centesco cui fai riferimento richiederebbe un discorso a parte.
              Nasce da uno spirito rivoluzionario già snaturante, ma ha fatto in tempo a radicarsi in alcune realtà rurali acquisendo caratteri popolari e, a loro modo, tradizionali.
              Ma sono fenomeno quasi marginali, di passaggio, come le vecchie russe che venerano le icone di Stalin alla stessa stregua dei santi ortodossi, perché quando c’era Lui loro avevano il pane (come tutti quelli che lui non ha ucciso direttamente o fatto morire di carestia e che quindi possono raccontarlo).

            • PinoMamet scrive:

              Quello che mi colpisce, Peucezio è che parli (ma non solo tu: è un vizio europeo) solo del passato.

              Per te l’Italia (o l’Europa, o la Puglia) è ciò che è stata nel passato, o dovrebbe esserlo.

              Il presente è sempre escluso da questi discorsi, perché sentito come “estraneo”, diverso, degenere;
              per non parlare del futuro.

              Eppure il passato non è altro che una somma e sovrapposizione di diversi presenti, ognuno dei quali la “degenerazione” (e perché no, semplicemente, il cambiamento?) dell’altro.

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              “Quello che mi colpisce, Peucezio è che parli (ma non solo tu: è un vizio europeo) solo del passato.

              Per te l’Italia (o l’Europa, o la Puglia) è ciò che è stata nel passato, o dovrebbe esserlo.

              Il presente è sempre escluso da questi discorsi, perché sentito come “estraneo”, diverso, degenere;
              per non parlare del futuro.

              Eppure il passato non è altro che una somma e sovrapposizione di diversi presenti, ognuno dei quali la “degenerazione” (e perché no, semplicemente, il cambiamento?) dell’altro.”

              @ Pino

              Splendido intervento: da incorniciare.

              @ Miguel

              “Quando l’ordine cosmico è dato dalla cristianità, dall’Islam, dal dharma induista…”.

              A quale contesto cronotopico facciamo riferimento? Perché, ho l’impressione che, posta così, l’asserzione non sia falsificabile… 🙂

              “Quando l’ordine cosmico è dato dallo Stato, dall’esercito […] Questo è il mondo “laicista”.

              Ma certo! Proprio come l’Impero spagnolo del Cinque-Seicento, che ha inteso passare il rullo compressore sulle Iberie, costringendo alla conversione (nonché, spesso e volentieri, all’esilio) i Musulmani e gli Ebrei di al-Andalus… In effetti, il suddetto è proprio il paradigma dello Stato laicista e giacobino! 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Abd

                ” Proprio come l’Impero spagnolo del Cinque-Seicento, che ha inteso passare il rullo compressore sulle Iberie”

                Riflessione interessante. Infatti, nel conflitto tra “cortes” e corona potrebbe essere una delle radici della modernità. Da pensarci, anche se la Spagna è stata un po’ un vicolo cieco della storia, più che un esempio.

                Però offre spunti importanti.

                Sull’ordine cosmico dato dall’Islam, sono stato stenografico.

                Credo che l’Islam sia in genere la spiegazione ultima delle cose, a cui non si pensa necessariamente sempre, ma che definisce i grandi contorni appunto cosmici.

                Anche l’ordine dello Stato/esercito è la spiegazione “ultima”: non tutti ci pensano quotidianamente, ma è il limite invalicabile, finale.

                Però quello che è importante – ed è il motivo per cui mi trovo in disaccordo con Peucezio – è il rapporto tra ciascuno di questi “ordini” e una fonte energetica: organica (cibo, legno…); solido-combustibile (carbone); liquido-combustibile (petrolio e anche plastica).

                Con questo non intendo dire che “la spiegazione sta nella materia”. Ma la materia è inscindibile dalla spiegazione stessa.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sempre per Abd

                “” Proprio come l’Impero spagnolo del Cinque-Seicento, che ha inteso passare il rullo compressore sulle Iberie””

                Infatti, la radice ideologica della “Insurgencia”, la rivolta messicana del 1810, era proprio quella: il ritorno al diritto medievale di autogoverno contro l’assolutismo, dove si vedeva una continuità tra stato centralizzatore borbonico, l’attacco ai gesuiti e Napoleone.

                Poi gli eventi hanno preso altre strade, e alla fine ci siamo trovati con il PRI 🙂

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              Per ciò che riguarda i Musulmani, si è arrivati all’espulsione definitiva agli inizi del Seicento…

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Miguel

              “… il ritorno al diritto medioevale di autogoverno …”.

              Ora che ci penso, le vicende della Spagna seicentesca mi ricordano un po’ quelle della Sicilia federiciana, con le politiche di deislamizzazione forzata (cui Mirkhond – ricordo – ha dedicato splendidi interventi) condotte dal Sacro Romano Imperatore, allo scopo di ottenere un’Isola ben più omogenea e, quindi, facilmente governabile (pianificazione, calcolo!… 🙂 ): politiche che quindi andavano a comprimere irreparabilmente il diritto all’autogoverno di comunità pienamente integrate nel contesto culturale isolano… F. II è medioevale, no? 🙂

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Miguel

              Poi, un’altra cosa che non capisco è perché consideri “organici” il cibo e il legno, ma non il carbone (vegetale) ed il petrolio, dato che il carbone vegetale e (molto probabilmente anche) il petrolio mi risulta abbiano essi stessi origini organiche…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Abd

                “Poi, un’altra cosa che non capisco è perché consideri “organici” il cibo e il legno, ma non il carbone (vegetale) ed il petrolio”

                Mentre lo scrivevo, è venuto lo stesso dubbio a me 🙂

                Ma credo che la differenza stia nella combustione come base di tutto.

                Immagina di essere un mago che possa vedere all’interno delle cose.

                Sei nell’anno 1200 e vedi, di qua e di là, il focherello di una donna che cucina, a qualche chilometro di distanza, un carbonaio al lavoro, e poi più in là un camino acceso.

                Sei nell’anno 2017, e guardi sulla strada centomila automobili con un fuoco acceso dentro ciascuno.

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              “… la Spagna è stata un po’ un vicolo cieco della Storia”.

              Un vicolo cieco che ha dominato la scena europea come potenza egemone per almeno due secoli ed ha contribuito in modo determinante a plasmare le sorti di (almeno) due continenti?…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Abd

                “Un vicolo cieco che ha dominato la scena europea come potenza egemone per almeno due secoli ed ha contribuito in modo determinante a plasmare le sorti di (almeno) due continenti?…”

                Tu sei siciliano, io sono messicano… siamo entrambi ispanizzati, quindi (io anche nel nome e cognome).

                Da pensarci, grazie!

            • Peucezio scrive:

              Migue,
              non ho capito bene l’obiezione.

              Ciò che voglio dire è che per creare gli uomini d’acciaio e quelli liquidi ci vuole un piano, una concezione a tavolino, un’idea del mondo.
              Invece l’uomo preindustriale non è il risultato di nessun progetto fatto da qualcuno, ma è l’esito di dinamiche spontanee.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              aggiungo che il tuo discorso su passato, presente e futuro varrebbe in astratto, ma non vale per la nostra epoca, che è unica nella storia ed è completamente diversa da tutte le altre, che, con tutte le loro differenze, avevano tratti in comune, dal neolitico (per certi versi persino dal paleolitico), fino a tre o quattro generazioni fa.

              Non ricordo se esa Pasolini che osservava come i bambini dell’Italia rurale che lui fece in tempo a vedere (e a veder sparire) avevano una conoscenza di certi aspetti della campagna e della cultura materiale simili a quelli della Bibbia e scomparsi nel giro di una generazione.

              Io non ce l’ho col presente in quanto tale, ma solo con questo presente.
              Che è presente solo perché ci viviamo noi.
              Ma è futuro per chi ci ha preceduto e sarà passato per chi verrà dopo di noi.
              Ma sempre un’epoca del cazzo resterà, da qualunque parte la si guardi.

            • Z. scrive:

              Peucè, secondo me parti da un errore di prospettiva. Più che un errore, un bias.

              Vista oggi la nostra società può sembrare frutto di un esito inevitabile, artificiale. Ma vista da ieri non sarebbe che uno degli esiti possibile, forse nemmeno il più probabile.

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              “… siamo entrambi ispanizzati …”.

              “Io vidi dal ponte della nave
              I colli di Spagna
              Svanire, nel verde
              Dentro il crepuscolo d’oro la bruna terra celando
              Come una melodia:
              D’ignota scena fanciulla sola
              Come una melodia
              Blu, su la riva dei colli ancora tremare una viola…
              Illanguidiva la sera celeste sul mare:
              Pure i dorati silenzii ad ora ad ora dell’ale
              Varcaron lentamente in un azzurreggiare:…
              Lontani tinti dei varii colori
              Dai più lontani silenzii
              Ne la celeste sera varcaron gli uccelli d’oro: la nave
              Già cieca varcando battendo la tenebra
              Coi nostri naufraghi cuori
              Battendo la tenebra l’ale celeste sul mare.
              Ma un giorno
              Salirono sopra la nave le gravi matrone di Spagna
              Da gli occhi torbidi e angelici
              Dai seni gravidi di vertigine. Quando
              In una baia profonda di un’isola equatoriale
              In una baia tranquilla e profonda assai più del cielo notturno
              Noi vedemmo sorgere nella luce incantata
              Una bianca città addormentata
              Ai piedi dei picchi altissimi dei vulcani spenti
              Nel soffio torbido dell’equatore: finché
              Dopo molte grida e molte ombre di un paese ignoto,
              Dopo molto cigolìo di catene e molto acceso fervore
              Noi lasciammo la città equatoriale
              Verso l’inquieto mare notturno.
              Andavamo andavamo, per giorni e per giorni: le navi
              Gravi di vele molli di caldi soffi incontro passavano lente:
              Sì presso di sul cassero a noi ne appariva bronzina
              Una fanciulla della razza nuova,
              Occhi lucenti e le vesti al vento! ed ecco: selvaggia a la fine
              di un giorno che apparve
              La riva selvaggia là giù sopra la sconfinata marina:
              E vidi come cavalle
              Vertiginose che si scioglievano le dune
              Verso la prateria senza fine
              Deserta senza le case umane
              E noi volgemmo fuggendo le dune che apparve
              Su un mare giallo de la portentosa dovizia del fiume,
              Del continente nuovo la capitale marina.
              Limpido fresco ed elettrico era il lume
              Della sera e là le alte case parevan deserte
              Laggiù sul mar del pirata
              De la città abbandonata
              Tra il mare giallo e le dune…” (Dino Campana, “Viaggio a Montevideo”).

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “Ciò che voglio dire è che per creare gli uomini d’acciaio e quelli liquidi ci vuole un piano, una concezione a tavolino, un’idea del mondo.
              Invece l’uomo preindustriale non è il risultato di nessun progetto fatto da qualcuno, ma è l’esito di dinamiche spontanee.”

              Beh, non è forse quell’avanzamento dello Spirito dall’inconsapevolezza verso l’autoconsapevolezza descritto da Hegel e cantato da Teilhard de Chardin?

              Homo faber fortunae suae, diceva Appio Claudio Cieco.

              (E nota che non ti ho citato dei positivisti scientisti… 🙂 )

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              D’accordo, Andrea,
              ma la consapevolezza dovrebbe essere un fatto intellettuale, non dovrebbe modificare la realtà materiale.
              Qui invece siamo passati dall’uomo che modifica la natura (neolitico), attraverso l’uomo autoconsapevole (i Greci), a quello che modifica sé stesso (noi), che è una rovina, perché lo fa male.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “Però quello che è importante – ed è il motivo per cui mi trovo in disaccordo con Peucezio – è il rapporto tra ciascuno di questi “ordini” e una fonte energetica: ”

              Però la fonte energetica da sola non serve a niente: siamo noi a inventare la tecnologia per sfruttarla.
              Quindi il problema non è la fonte energetica ma la tecnologia.
              Che a sua volta è il risultato della concezione che l’uomo ha della natura e di ciò che bisogna farci.
              E quindi torniamo al binomio trascendentismo-immanentismo.
              Comunque la giri, sempre quello è il punto.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “non dovrebbe”

              Un par de ciùfoli, diceva il Poeta.

              Per te la consapevolezza sembra ridursi allo scrutarsi ben bene l’ombelico.

              Ma una vera consapevolezza non si limita certo all’etereo mondo delle idee.

              Al contrario, essa incorpora la techne: nel Canto del Beato è il divino Auriga a ricordare a Rama come il perdere se stessi nella compiutezza dell’azione materiale è la Via stessa.

              Il che spiega i successi scientifici e tecnologici dell’essere umano, non appena questo si divincola dalla miseria materiale più soffocante.

              “che a sua volta è il risultato”

              Precisamente.

              Finchè ha dominato l’idea della separatezza fra spirito e corpo, abbiamo avuto èlites di santoni circondati e mantenuti da moltitudini di servi della gleba. E l’unica fonte energetica era il lavoro manuale di bestie e di uomimi ridotti al rango di bestie, con la legna faticosamente strappata dalla terra a colpi d’ascia.

              Quando ci si è resi conto che tante delle pastoie che affliggevano l’uomo della strada erano non solo ingiuste, ma inutili, allora le fonti di energia sono saltate fuori dalle cose più inaspettate: le esalazioni delle paludi, i pozzi di fuoco del deserto, le pietre che macchiano le lastre fotografiche… 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              E adesso servi della gleba lo siamo tutti.

              La differenza fra il passato (diciamo i Greci, ma vale ancora per il sud Italia dell”800 e del primo ‘900) non è che adesso siamo tutti signori, ma che i signori non esistono più.
              Una volta c’era il popolo e i signori.
              Distrutta la cultura popolare e scomparsi i signori, oggi ci sono i plebei.
              Infatti non ci sono né filosofi né veri letterati, né artisti.

  5. izzaldin scrive:

    i 5stelle sono opportunisti in maniera disgustosa, l’ho visto coi miei occhi a Niscemi coi NoMuos.
    però fanno benissimo i Notap come già i Notav ad affidarsi a parlamentari che possono aiutarli in qualche modo (non solo 5stelle ma anche Sinistra Italiana etc)
    il discorso Notap è il discorso affrontato quotidianamente qui: in teoria i ‘cittadini’ attraverso le istituzioni elette hanno già accettato l’opera.
    il problema è che loro non avevano eletto quei rappresentanti per espiantare centinaia di ulivi secolari.
    io penso che facciano benissimo a opporsi

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ izzaldin

      Quando molti più ulivi vengono sradicati per fare una centrale fotovoltaica (che tra l’altro viene installata da privati solo per ciucciarsi gli incentivi statali, dato che di solito il suo kWh è fuori mercato) i cittadini cosa dicono?

      Non mi ricordo di averli visti fare tante storie. Il che fa ben capire quanto spontanee sian queste manifestazioni: un ulivo è un ulivo, non è che vanno salvati solo gli ulivi sradicati per il TAP e non quelli sradicati per le celle fotovoltaiche.

      Ma tanto è come per le trivelle, basta dire ‘piove governo ladro’. Non preoccuparti che se e quando governeranno i grullini e dovranno mangiarci loro, se qualcuno protesterà gli scaglieranno contro i mastini.

      E allora Facebook lo censureranno per le fake news.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “Non mi ricordo di averli visti fare tante storie. Il che fa ben capire quanto spontanee sian queste manifestazioni: un ulivo è un ulivo, non è che vanno salvati solo gli ulivi sradicati per il TAP e non quelli sradicati per le celle fotovoltaiche.”

        Se parli di energia nucleare, ti ascolto, perché tu nei sai molto più di me.

        Permetti che invece io ne sappia più di te sui “Comitati”.

        E quindi non sai quanti comitati in Italia sono contrari alle pale eoliche. Non conosco lotte specifiche sui pannelli fotovoltaici, immagino che non vengano però imposte pubblicamente.

        Ma se c’è una cosa che mi manda in bestia, è il discorso “dietro questi qui c’è…”

        E’ un po’ come la signora che è si innamora di un’altra donna, e poi si sente dire, “vedete, è la propaganda omosessualista! Ecco cosa succede quando il PD cerca voti diffondendo le perversioni sessuali!”

        La gente che si batte per queste cose può benissimo sbagliare.

        Ma rischiano in prima persona, i politici – se arrivano – arrivano solo dopo.

        Poi magari tu vedi il politico in televisione, ma attribuire a lui la lotta vuol dire scambiare l’effetto per la causa.

        Poi è comodo sicuramente sostenere che dietro qualunque cosa non ci piaccia c’è la trama di qualche politico che ci sta antipatico.

        Però ti assicuro che è proprio brutto per chi si impegna davvero, sentirsi buttare addosso fango del genere, sapendo che è falso.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ martinez

          Non mi sono spiegato, è colpa mia e mi scuso.

          Non mi sono mai sognato di mettere in discussione la buona fede dei vari comitati.

          Solo che – a me che ho un po’ di formazione scientifica, sarò una minoranza ma mi disegnano così 🙂 – mi girano davvero i cosiddetti a vedere gente che si scalmana – in buona fede, per carità, in perfetta buona fede – per cose di cui palesemente non sa assolutamente nulla.

          Ormai tutto questo aprioristico disprezzo di tutto ciò che non sia il Legame Col Territorio, il Ricupero Delle Radici e l’Adorazione del NIMBY mi dà una nausea crescente. Se hai visto la scena finale di “Prova d’orchestra” di Fellini capirai meglio quello che intendo.

          E le trivelle, e il nucleare, e le sirene, e il bio-wash-ball, e il glutine, e il metanodotto, e i vaccini …e basta! 🙁

          Non è che siccome uno ‘vive su un territorio’ ne sa necessariamente di più.

          Non si vuole il metanodotto perchè c’è da sradicare qualche pianta? Va bene. Da domani tutti a spaccare legna per il riscaldamento, la luce elettrica, il bucato ecc. Poi vediamo quanti ulivi restano in piedi.

          Vogliamo davvero vivere di decotti d’erbe e dieta vegana? Va bene. Poi voglio vedere quanto ferro riusciamo ad assimilare dagli spinaci.

          Vogliamo fare la vita di Mauro Corona? OK, ma facciamola davvero. Va bene. Voglio proprio vedere quanto dura.

          Ricordo l’immonda fesseria detta da una leader della sinistra extraparlamentare dell’epoca, tale Lidia Menapace, a un comizio antinucleare dell’epoca del primo referendum antinucleare: “C’è un modo maschile e un modo femminile di risolvere le equazioni”.

          Siamo tutti ecologisti col sudore degli altri.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • roberto scrive:

            “Non si vuole il metanodotto perchè c’è da sradicare qualche pianta? Va bene. Da domani tutti a spaccare legna per il riscaldamento, la luce elettrica, il bucato ecc. Poi vediamo quanti ulivi restano in piedi. ”

            a parte i rarissimi casi di veri eremiti,
            temo che spesso vi sia una reale distanza fra quanto il quisque de populo crede di essere disposto a fare e la realtà.
            credo che se tu facessi questa domanda ai vari “anti” (*) riceveresti in perfetta buonafede la risposta “si, per salvare le generazioni future taglierei legna per riscaldarmi”, salvo poi fermarsi all’ostacolo che il primo albero è a 2 km, che trasportare la legna senza macchina è complicato e che per riscaldare una casa di legna ce ne vuole una montagna

            (*) anti gasdotti, anti petrolio, anti nucleare, anti eolico, anti dighe,

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ roberto

              Concordo al 100%

              E’ precisamente per questo che dici tu che diffido istintivamente di tutti questi Comitati Per Il NO Alle Grandi Opere.

              Tutti composti da persone in assoluta buona fede, per carità! 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Z. scrive:

              Robè,

              difficile darti torto.

              Ma di sti tempi il tuo ragionamento è troppo profondo per essere compreso: non è sensazionalistico, non fa òdienz, non fa “contro”.

              E soprattutto è un ragionamento.

          • paniscus scrive:

            “Ricordo l’immonda fesseria detta da una leader della sinistra extraparlamentare dell’epoca, tale Lidia Menapace, a un comizio antinucleare dell’epoca del primo referendum antinucleare: “C’è un modo maschile e un modo femminile di risolvere le equazioni”.”
            ————————————

            Francamente, non credo che sia sua: mi pare più un’arrampicata sugli specchi da filosofesse-pscicanaliste-postmoderniste di cultura francese, tipo Luce Irigaray, Elisabeth Badinter o Julia Kristeva, o di qualche loro epigona americana arrivata al seguito poco dopo.

            Citofonare Alan Sokal e Jean Bricmont per chiarimenti.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ paniscus

              E’ possibile. Io l’ho sentita come le mie orecchie pronunciare le parole precise che ho riferito, all’epoca mi traumatizzarono 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              AHHH ho capito!!!

              a casa mia, il modo femminile è dire “vai da tua padre per questa roba”

              🙂

      • izzaldin scrive:

        @Andrea Di Vita

        a me va pure bene che facciano affari con una dittatura per fare un gasdotto che traumatizza un territorio votato al turismo.
        Ma non voglio sentire una parola negativa da parte del governo contro NESSUNA altra dittatura.
        questa ipocrisia è intollerabile.
        Tutti siamo a favore dei dissidenti russi o delle donne afghane, ma se un governo fa affari con altre dittature (Azerbaigian, Yemen, Arabia Saudita) oppure crea misure che sarebbero state liberticide nel medioevo (tipo il Daspo urbano) allora l’ipocrisia diventa insopportabile.
        Poi comunque non mi pare si parli di fotovoltaico ma di gas, se non erro, quindi il tuo paragone è quantomeno fuori fuoco

        • Z. scrive:

          Izz, ma esattamente quale sarebbe il trauma che il territorio subirebbe? Io ho letto di qualche centinaio di ulivi trapiantati, dici che sono notizie false?

        • Peucezio scrive:

          “Tutti siamo a favore dei dissidenti russi”

          Parla per te! 🙂

        • Z. scrive:

          Izz,

          a proposito… cussa l’è il daspo urbano?

          • izzaldin scrive:

            questo è il daspo urbano

            http://www.palermotoday.it/cronaca/droga-spaccio-daspo-urbano-giovani-movida.html

            giá usato per bloccare una macchina di ragazzi che andavano ad una manifestazione e preventivamente bloccata alle porte di Roma, cittá ib cui non potranno andare per tre anni.
            sugli alberi dei Notap, diciamo che condivido le perplessitá della popolazione su un’opera che in ogni caso inciderá sul loro territorio.
            C’è un film sull’Ilva in cui si vedono gli espianti di ulivi per costruire il mostro che certo ha dato lavoro e sicuramwnte ha migliorato le condizioni di vita dei tarantini…

            • Francesco scrive:

              beh, non sono uno storico dell’economia italiana ma mi risulta che l’ILVA sia stata un elemento indispensabile della crescita economica italiana per decenni

              assai più degli ulivi che c’erano prima

              poi, se vogliamo discutere del fallimento dei tentativi di industrializzare il Sud Italia e dei relativi costi economici, sono un vetero-leghista, vi ricordo!

              😀

            • izzaldin scrive:

              @Francesco
              certo, la lavatrice e il ferro da stiro in cambio di un tumore sono un affarone!

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ izzaldin

              “affarone”

              Vogliamo andare a vedere la mortalità in Italia nell’anteguerra e oggi?

              C’era una bella serie di documentari su SuperQuark al riguardo, qualche anno fa.

              Perchè per ammalarti di tumore ci devi arrivare ad avercelo, il tumore.

              Senza la tecnologia che ti mette a rischio di tumore, muori molto più facilmente e molto prima: di pellagra.

              Magari se smettessimo tutti di sputare nel piatto in cui mangiamo… 🙁

              Ciao!

            • Francesco scrive:

              x Izzaldin

              non vorrei sembrare in conflitto di interessi ma fatti una lista un pò seria dei beni fatti con l’acciaio (o anche con l’acciaio)

              poi aggiungici quelli fatti con macchine in larga parte fatte di acciaio

              ti risparmio la fatica: tutto.

              quindi passiamo a vedere come si fabbrica l’acciaio in paesi normali per capire quali sono davvero i problemi

              almeno il Duca accetta serenamente una durata della vita breve e le malattie, nella vita naturale e desertica che auspica

              ciao

            • Z. scrive:

              Izz,

              inciderà come, costringendoli al trapianto di 211 ulivi? sarebbe questa l’incisione?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ izzaldin

          Se tu avessi ragione allora non sarebbe possibile nessun esproprio pubblico di nessun tipo, nemmeno per costruire un ospedale o un carcere o un asilo infantile: sarebbe un atto dittatoriale in ogni caso.

          E se dovessimo fare affari solo con le democrazie allora dovremmo smettere di comprare qualunque cosa dalla Cina all’Africa. Con grande sollievo delle popolazioni locali, immagino.

          Quanto al fotovoltaico, faccio notare che gli ulivi da espiantare crescono al crescere dell’area interessata; e siccome la potenza prodotta dal fotovoltaico cresce con tale area mentre quella prodotta dal metano no, che una cella fotovoltaica ti dà circa 10 Watt all’ora a metro quadro e che il metanodotto a regime porta 10 miliardi di Watt all’ora, puoi calcolare da solo quanti ulivi sono da espiantare per produrre la stessa energia col fotovoltaico.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • izzaldin scrive:

            siamo d’accordo, quindi, che ogni monito governativo contro la violenza di qualsiasi colore è insensato visto che si ingrassano i tiranni, quando ci conviene.
            sulle differenze fra fotovoltaico e altre forme di energia non me la sento di entrare in polemica con chi ne sa molto più di me

            • Francesco scrive:

              >> ogni monito governativo contro la violenza di qualsiasi colore è insensato

              non ti capisco: questa è una posizione neo-con estremista, per cui dobbiamo armarci e partire ad abbattere ogni regime non democratico se vogliamo vivere in pace con la nostra coscienza

              è troppo anche per me!

              ciao

          • izzaldin scrive:

            aggiungiamo un po’ di dettagli sulla TAP; visto che Andrea Di Vita ha fatto un quadro forse un po’ troppo roseo.
            Certo, il gasdotto corre sottoterra e sottacqua, ma per farlo arrivare a noi servirà la costruzione di un PRT, centro di depressurizzazione che occuperà una superficie di 12 ETTARI tra Melendugno, Vernole, Calimera e Castrì, in una zona votata al turismo.
            Poi, la ditta Azera che la costruirà aspetta i NOSTRI soldi dell’unione europea per avviare i lavori. Non pagano loro, paghiamo noi cittadini.
            Poi, altro motivo per opporsi, non è solo la ditta azera ad avere problemi per così dire etici, e il cui mancato rispetto dei diritti umani mette a rischio i fondi europei e con essi tutto il progetto: anche le ditte italiane e greche sono in odore di mafia: la Bonatti ha avuto degli arresti per mafia, la Ellaktor greca ha a capo Leonidas Bobolas che ha un mandato di cattura internazionale per evasione fiscale: https://www.theguardian.com/global-development/2016/dec/16/europe-development-banks-plan-5bn-backing-for-gas-project-with-mafia-links-bankwatch-report

            questo l’elenco delle ditte che si arricchiranno con la TAP (elenco tratto da questo link risalente a dicembre scorso: http://notransadriaticpiperline.blogspot.it/2016/12/comunicato-n16-tap-come-lolanda-di.html ) :

            Qui da noi a gestire i lucrosi appalti e subappalti per conto di TAP ci sono:

            – Renco S.P.A. costruirà le strutture del PRT,la centrale di depressurizzazione di 12 ettari sita tra Melenugno,Vernole,Calimera e Castrì.

            – Enereco S.p.a. e Max Streicher S.p.a per il PRT e il tratto a terra del gasdotto. In questi mesi gli uomini Max Stricher hanno girato per il tracciato TAP con SUV grigi –

            – Saipem-ENI, per il tratto in mare e studi fattibilità micro tunnel. ENI è accusata di tangenti in Nigeria e Algeria

            – Almaroma servizi di guardia. Ruolo di responsabile della sicurezza troviamo il contractor Claudio Moruzzi, già impegnato con ENI in scenari rischiosi, come Nigeria e Libia.

            – Mello Lucio per l’espianto e la gestione degli alberi di ulivo nella fase ante operam (fase mai avvenuta, quindi, di che inizio lavori si parla?) e post costruzione. Quest’appalto, di cui si conoscono ufficialmente solo gli estremi, vale 81 milioni di €, conosciamo anche i nomi di alcuni subappaltatori, ma, non avendo ancora riscontro cartaceo, evitiamo di scriverli, questi signori, sempre salentini, ma ancora più vicini al territorio, hanno avuto il coraggio di accettare TAP, loro sono a conoscenza che noi conosciamo il loro nomi.

            – SME STRADE S.R.L. di Copertino. dovrebbero essere interessati alla rimozione anche dei muretti a secco lungo il tragitto, diciamo dovrebbero perchè è da aprile che non li vediamo più.
            – TRIVELSONDA S.R.L. Squinzano Trivellazioni e fase prospettiva in corso a terra.

            quindi non è solo un gas inodore sottoterra ma:
            -trivellazioni nella fase prospettiva;
            -espianto di ulivi;
            -una centrale di pressurizzazione di 12 ettari;
            -una serie di aziende in odore di mafia e già impegnate in scenari inquietanti per conto di aziende già protagoniste di disastri ambientali.

            diciamo che, messa così, forse i cittadini hanno qualche ragione per allarmarsi, oppure devono stare zitti e pendere dalle labbra di ingegneri e manager?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ izzaldin

              Non mi hai risposto: quanti ulivi andranno sacrificati? Quant’è la percentuale sugli ulivi esistenti? Quanti di questi non possono essere ripiantati da un’altra parte? E quanti ne andrebbero sacrificati nel caso in cui la TAP non si facesse?

              Quanto a quello che scrivi, altre domande necessitano di risposta: i 12 ettari ‘in una zona votata al turismo’ sono in mezzo agli ulivi o no? Perchè se sono alla periferia – magari da riqualificare, ho visto certi sobborghi di Fasano che lasciamo perdere – di una cittadina è un conto, se stanno fra i trulli o sotto Castel del Monte è un altro.

              Poi, dico, stiamo parlando di una superficie di 12 campi da calcio: non c’è bisogno di essere un manager per capire che tutto ‘sto casino è forse, come dire, sovradimensionato.

              Azzardo una previsione: se il metanodotto dovesse veramente essere spostato da qualche altra parte, non importa se di dieci metri o di mille chilometri, subito nella nuova località sorgerebbero tanti Comitati per il No come quelli sulla cui buona fede giura il nostro Martinez, e saremmo punto e da capo.

              Quanto ai soldi (argomenti caro a un Genovese): come hai scritto tu, i fondi sono Europei, non Italiani, perché è tutta la UE che beccherà i dieci miliardi di Watt per ora senza dover chiedere permesso a Putin. Come dire che il contribuente Italiano partecipa per un po’ meno del 10%.

              E poi cosa vuol significare che una ditta è accusata di tangenti? Se dovessimo accettare questo criterio, i tifosi di ben poche squadre dovrebbero andare allo stadio; e naturalmente pochi automobilisti potrebbero fare benzina a cuor leggero. Se ci sono stati dei reati andranno perseguiti; ma l’utilità di un’opera pubblica non dipende dal fatto che siano stati commessi dei reati.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • izzaldin scrive:

              non so quanti ulivi, non so dirti il numero preciso, o meglio, quelli nella fase preliminare sono qualche centinaio, potrei fare un calcolo ad occhio di quanti ulivi ci entrano in dodici campi da calcio ma rischierei di sbagliare.

              per quanto riguarda le tangenti, io sono garantista, quindi essere tangentari per me non è affatto un problema se poi dimostri di avere risolto i tuoi guai.
              diciamo però che se affidano un business del genere a ditte con legami mafiosi acclarati, alcune di queste con disastri ambientali alle spalle, diciamo che è comprensibile che i cittadini si agitino. oppure no?
              mettici anche che il country manager della TAP è colui che era a capo delle Ferrovie durante la strage di Viareggio, come ha fatto notare il sempre ottimo Riccardo Venturi
              http://ekbloggethi.blogspot.it/2017/03/gli-ulivi-di-via-ponchielli.html

              ecco, se io vivessi a Melendugno forse non avrei una fiducia totale e assoluta nei confronti di questa accolita di professionisti

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ izzaldin

              Peccato che il metano a Viareggio non c’era.

              E che gli unici a morire per esplosioni di metano sono quelli che hanno lo scaldabagno a gas difettoso, visto che la volontà popolare ci ha risparmiato la sorte dei Francesi che, poverini, col nucleare hanno tutto elettrico e non hanno più morti per fughe di gas in casa da decenni.

              Ah, anche i Francesi hanno le loro inchieste penali per corruzione in campo energetico: diciassette centrali ferme per sospette malversazioni nella fornitura dell’acciaio per il contenitore del nocciolo.

              Il risultato è che la centrale a carbone sotto la Lanterna ha ricominciato a bruciare carbone a tutto spiano per vendere elettricità ai Francesi finchè dura il fermo delle loro diciassette centrali. Mentre le altre trentacinque continuano a lavorare tranquillamente, loro continuano a cucinare col fornello elettrico e a farsi la doccia con lo scaldabagno elettrico senza problemi, mentre qui ogni tanto qualche palazzina salta per aria.

              E ma sì, certo, siamo più furbi noi Italiani, a fermare tutto perchè così si impedisce a qualche palazzinaro di rubare. Dobbiamo aspettare un mitico futuro in cui tutti saranno Onesti, anche solo prima di poter installare un rubinetto (o smontare la caldaia dell’Oltrarno di Martinez)

              Il mondo ci invidia. Come siamo furbi…

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              messa così, la seconda che hai detto

              se proprio sono preoccupati, che diano un occhio ai lavori e memorizzino il numero del Gabibbo sul cellulare

              (PS 81 milioni per 4 ulivi? qualcuno dovrebbe essere indagato per quello, altro che Nigeria)

    • Francesco scrive:

      scusa, siamo seri: di ulivi in Puglia ne hanno da buttar via, questi manco li abbattono, li ripiantano altrove (ma funziona? non è che per la tristezza avvizziscono?)

      l’argomento per cui il il TAP non porta ricchezza nel paesino in rivolta è peggio che ributtante, mi rifiuto di commentarlo

      alla fine è solo per il gusto di far casino e di sentirsi vivi dicendo no al governo, che fa tanto figo

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “gusto”

        gusto su cui i grullini speculano.

        Signore non perdonarli, perchè lo sanno quello che fanno.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  6. izzaldin scrive:

    in questo momento su raitre c’è un question time parlamentare col ministro Calenda.
    Delorenzis dei 5stelle e Fratoianni di SEL/SI hanno detto più o meno le stesse cose, solo che quello 5stelle lo ha fatto in modo da avere una clip da diffondere su Facebook, quello di Sel ha parlato in maniera molto calma e ‘politichese’, ma hanno detto esattamente le stesse cose.
    si vede che vengono addestrati dai tv coach della Casaleggio Associati srl.

  7. Grog scrive:

    Calenda è quello dell’industria 4.0 e degli ammortamenti quadrupli anticipati, il prossimo giro passerà all’industria xxx.0 e agli ammortamenti anciticpati alla 10^6 basterà passare il giorno dopo a ritirare gli utili ed assumere dei portatori Bonghi per someggiare i fasci di banconote ed i lingotti! I portatori Bonghi faranno numero per l’ISTAT e relativi dati sull’occupazione.
    Calenda NON E’ UN ECONOMISTA MA UNO STREGONE BIANCO
    Perchè non spedire Calenda in BONGOLANDIA con le sue ricette sperando che in quella di BONGOLANDIA SIANO CANNIBALI un po di bocca buona.
    Grog! Grog! Grog!

    • Francesco scrive:

      perchè i macchinari delle imprese italiane stanno diventando più vecchi e obsoleti delle navi veneziane nel 1700!

      vogliamo Calenda nuovo Papa Re, altro che Putin

      • Grog scrive:

        La STOLIDA CRICCA GENOVESE COLPISCE ANCORA
        quando noi avevamo le navi che AFFONDAVANO I TURCHI A LEPANTO voi avevate il gozzo non come barca ma come gozzo di quelli di Cuneo! (siete anche vicini)
        Depiddiziamo un poco intanto
        Bzazzzzzz!
        Bzazzzzzz!
        Bzazzzzzz!
        Bzazzzzzz!
        Bzazzzzzz!
        Grog! Grog! Grog!

        • Francesco scrive:

          vedi? io cerco di essere serio e guardare al futuro, tu combatti a ciarle un derby finito vari secoli fa per estinzione dei concorrenti!

          😀

          • Grog scrive:

            Francesco benedeto ti no ghà capio un’ostrega!
            Par noialtri il ciacolar xè fondamental mia come i zenesi che se faceva imbarcar sensa dirito de mugugno per due sporche palanche in più!
            E poi è stranoto che ne la bote col buso per far sfogar i marinai ne le lunghe navigasioni c’era sempre un sedere (bulicio) zenese che una sporca palanca sodisfava la ciurma compresi i Bongoni dell’alto Nilo.
            Grog! Grog! Grog!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Grog

          Quando voi vi facevate scorticare il povero Bragadin a Famagosta noi col Banco di San Giorgio prestavamo soldi all’Imperatore. Non a caso nel Seicento voi le prendevate per dritto e per traverso, mentre per gli storici quello era ‘El siglo de los Genoveses’.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

            @ Andrea Di Vita

            “Non a caso nel Seicento voi le prendevate per dritto e per traverso, mentre per gli storici quello era ‘El siglo de los Genoveses’

            Siamo proprio sicuri? 🙂 “El Siglo de Oro” non era piuttosto il Seicento della Spagna ruggente e prima potenza d’Europa? 🙂

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              Non per nulla l’epoca di Cervantes e Calderon de la Barca…

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già “Andrea”)

              E bravo.

              E secondo te di chi era ammiraglio Andrea D’Oria, se non della flotta Spagnola? 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

  8. paniscus scrive:

    Calenda NON E’ UN ECONOMISTA MA UNO STREGONE BIANCO
    ——————————–

    E la cosa tragica è che suo nonno sia vissuto tanto a lungo da aver fatto in tempo a vederlo diventare quello che è diventato…

  9. Moi scrive:

    Ma chi è(ra) il Monsignore intento commettere la grave ingerenza di fare catechesi … pro Leopolda ?! 😉

  10. Z. scrive:

    Con tutti i sacrifici che si fanno per i figli non vedo perché non dovrebbero essere usati come manichini per Trussardi o come scudi umani contro gli autocarri. Che almeno rendano due lire agli amati genitori, perbacco.

    Che poi sono attività passive, il che valga a tranquillizzare il buon Peucezio.

    Piuttosto, è vero quel che dice la stampa di reggime? Che si tratta di qualche centinaio di alberi da trapiantare?

    • Moi scrive:

      più facile che “rendano” da “Baby Models” che NON da “Truck Stoppers” … o come accidentazzo si dice oggi !

  11. Moi scrive:

    GNANCA A FEREL APOSTA 😉

    *** Carlo Calenda RetroFuturistic 😉 Kid Version 😉 ***

    “Ha rubato … possibile ?!”

    “Io nocqui,” … “Noi [del PD,ndr] n(u)ocemmo”

    😉 🙂

    http://video.corriere.it/ricordate-piccolo-protagonista-cuore-ecco-ministro-calenda-quando-aveva-10-anni/32accdb2-1689-11e6-a3a2-ca09c5452a5d

  12. Moi scrive:

    PARAFRASI 😉

    Enrico, figlio mio … non sia mai che tu abbia a dire che il figluolo di un olivicoltore è unto: egli porta su di sé i segni del proprio lavoro: il lavoro, non è mai sudiciume !

    😉

  13. Moi scrive:

    figliuolo

    e.c.

    …uff.

    ——————
    va be’:

    https://www.youtube.com/watch?v=TyLa2b-wRTo

    Carmelo Bene – Il Muratorino

    • izzaldin scrive:

      bellissimo Moi, grazie!

    • izzaldin scrive:

      “Non dir mai d’un operaio che vien dal lavoro: – È sporco. – Devi dire: – Ha sui panni i segni, le tracce del suo lavoro. Ricordatene. E vogli bene al muratorino, prima perché è tuo compagno, poi perché è figliuolo d’un operaio.”

      ecco, questo è il discorso identico spiccicato che mi capitò di fare da ragazzo a un compagno di classe che sull’autobus mi disse “i negri puzzano”.
      i negri sull’autobus puzzano perché tornano dal lavoro, e sudano, portano i segni del lavoro che come ricorda il video che hai postato, non è mai sudiciume..

      • izzaldin scrive:

        la stessa cosa naturalmente vale per noi terroni al Nord Italia, e valeva anche per i terroni di Biella come quello del video di Carmelo bene che hai postato

        • Moi scrive:

          Ma infatti il Libro Cuore è _ per certi limitati frangenti_ “asintoticamente” 😉 di Sx nel senso NON da Liberal Statunitensi !

          • Moi scrive:

            Be’, cmq anche il Migrante alla Leopolda piace se è un po’ sull’ artista andante … il Migrante Lavoratore (in quanto lavoratore) è già un Windows 98 😉 … il Lavoratore Italiano invece è proprio un Commodore64 ! 😉

            • izzaldin scrive:

              certo, il libro Cuore è di sinistra, ma nel senso che (fatto documentato) Edmondo De Amicis andava a passare le serate nel salotto torinese di Cesare Lombroso con altri amici positivisti e/o socialisti 😉
              aspettiamo Habs per conferma ed eventuali aneddoti ulteriori!

            • habsburgicus scrive:

              confermo !

            • habsburgicus scrive:

              De Amicis del resto era (o sarebbe stato, presentandosene l’opportunità) definito di “sinistra” dai contemporanei..perché lo era, bon !
              anche se quella sx lì era ben diversa dal “buonismo” di oggi
              anzi é una sx che attraverso Oriani può (non DEVE, può) arrivare a Mussolini..non a caso di sinistra anch’egli, e ben più di De Amicis

        • Z. scrive:

          Izz,

          a dire il vero, per quanto mi riguarda ho conosciuto poche persone pulite come gli immigrati dall’ Africa nera.

          Molti di loro erano vestiti in modo dimesso, ma tutti in modo dignitoso. Non ricordo di averne mai incontrato uno che puzzava.

          • izzaldin scrive:

            al nord e al sud le condizioni degli immigrati sono purtroppo terribilmente diverse.
            molte persone della storica comunitá ghanese di Palermo stanno emigrando in Lombardia perchè qui non ce la fanno

  14. Moi scrive:

    Ah, quindi la presunta violazione del diritto di scelta autonoma e matura del bambino dipende solo da quanto questa scelta sia maggioritaria e conformista nell’ambiente che lo circonda ?

    ——————-

    Be’ … i modelli educativi ufficiali han stufato perché partono sempre dagli Anni Cinquanta Eterni Immaginari dei Raical-Chic !

  15. Moi scrive:

    Cmq, da ‘sti post di Miguel, una cosa penso di averla capita bene : nessun Burocrate rilascerà mai il Certificato di Morte del proprio già de-funto (infatti ha esattamente “cessato di fungere” 😉 …) Datore d’ Impiego : lo Stato !

    • izzaldin scrive:

      ricordiamo sempre il compagno sovietico Pomonariov che, in visita al partito comunista più forte d’Italia, a Bologna, nella lussureggiante sede di Palazzo Barberia, dopo che gli furono mostrati gli affreschi settecenteschi chiese al dirigente PCI bolognese “va bene compagno, bellissimo, ma dove sono i fucili per la rivoluzione?”
      i compagni che dovevano estinguere lo Stato sono diventati dirigenti comunali che sgomberano gli squatters che, epr quanto sottoforma di cosplay, la rivoluzione la farebbero pure, dipendesse da loro…

      • Z. scrive:

        Credo che a Bologna gli operai vivessero un pochino meglio che a Leningrado. Diglielo, al compagno Pomodoriov 😀

        Credo anche che gli squatter, dopo la Rivoluzione, sarebbero stati i primi a finire non sgomberati, ma proprio alla Kolyma.

        Forse è per questo che continuano a tornare qui…

        • izzaldin scrive:

          senza dubbio i cosplayer bolognesi sarebbero finiti in Siberia, ma quantomeno non erano iscritti a un partito che aveva come obbiettivo la rivoluzione proletaria e che invece si spartiva gli appalti nella stanze affrescate di un palazzo del 700

          • mirkhond scrive:

            Izzaldin

            E’ il destino di tutti i rivoluzionari, sopravvissuti alle purghe:
            nascere incendiari e morire pompieri.

          • Z. scrive:

            Izz,

            i cosplayer “bolognesi” sono figli del benessere, e se stanno a Bologna anziché a S. Pietroburgo forse un motivo c’è.

            Qua il Partito nel dopoguerra fu sempre riformista e governativo, e forse – dico forse, eh – anche per questo la ricchezza fu redistribuita più che altrove.

            Eh, ma vuoi mettere con lo spaccio imprenditoriale con buttafuori auricolati al L57. Quella sì che era rivoluZZione 😀

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ izzaldin

        “Ponomariov”

        Mi ricorda la scena de ‘Il compagno Don Camillo’ quando Peppone regala al collega Sovietico una forma id parmigiano e quello la scambia per una cappelliera.

        E’ inutile, anche se non ce lo meritiamo restiamo sempre il centro del mondo. 🙂

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Grog scrive:

          Brescello comunune sciolto per mafia.
          – da compagnuzzi della parrocchietta
          – a compagnuzzi delle coschetta
          Il saluto tipico PD emiliano, viste le foto di Del Rio con appartenenti all’onorata società
          BACIAMO IL PROSCIUTTO COMPARE AHHH !
          SMAC! SMAC! SMAC! SMAC! SMAC! SMAC!
          VOSSIA PIDDINOTTO E’ MINCHIA SIGNOR ASSESSORE!
          BACIAMO LA MAZZETTA COMPARE AHHHH !
          PURE LA BENEDIZIONE DI DON CAMILLO!
          BACIAMO LA PANTOFOLA AHHHHH!
          Grog! Grog! Grog!

  16. mirkhond scrive:

    “Perchè per ammalarti di tumore ci devi arrivare ad avercelo, il tumore.

    Senza la tecnologia che ti mette a rischio di tumore, muori molto più facilmente e molto prima: di pellagra.”

    Non è un bel morire, quello del tumore, aggiungendo che non si è ancora arrivati al testamento biologico.
    Piero Angela disse che il tumore è il prezzo da pagare al nostro benessere.
    Solo che è un prezzo molto, molto, molto pesante, se teniamo anche conto del crescente impoverimento della società italiana.

    • Francesco scrive:

      veramente siamo fermi, non ci stiamo impoverendo

      sai, popolazione in calo ed economia ferma non fanno un impoverimento

      Angela ha fatto un discorso duro ma serio, me lo fai apprezzare. senza la “civiltà moderna” io sarei crepato da alcuni anni, dopo aver vissuto da zoppo e da orbo. Preferisco pagare le ricerche dei medici su come curare o prevenire i tumori

      Ciao

      PS felice di rileggerti

  17. mirkhond scrive:

    Di cancro però si muore male.
    Almeno ci dessero l’eutanasia, così ci liberamo dal cancro e da una società che non ci piace.

  18. mirkhond scrive:

    Piero Angela, per sua fortuna è vicino ai 90 anni.
    E’ facile a questo punto fare la morale.
    Non ho mai visto nessuno guarire dal cancro.

    • Francesco scrive:

      non sono un medico ma mi risulta che ci siano stati grandissimi progressi negli ultimi decenni, tra prevenzione e cura precoce

      poi è chiaro: alla fine siamo tutti destinati a crepare, come già ricordava Socrate agli ateniesi distratti

    • roberto scrive:

      “Non ho mai visto nessuno guarire dal cancro”

      mirkhond,
      hai avuto tragica sfiga.
      io di sopravvissuti al cancro ne ho personalmente conosciuto più di uno (e ahimé pure poveretti che invece non ce l’hanno fatta), tra i quali un arzillo vecchietto di 73 anni che dopo un tumore al pancreas curato 15 anni fa, ieri sera è sceso in campo con la mia squadrina di basket e ha giocato 15 minuti (4 punti a referto….io dopo 25 minuti avevo i crampi pure alle orecchie). per la stessa è identica malattia mia suocera se ne è andata a 70 anni.

  19. mirkhond scrive:

    “tutte le manifestazioni sono divisive: se tutti fossimo d’accordo, non ci sarebbe bisogno di manifestare dissenso.

    Dividersi, peraltro, non è necessariamente un male. Spesso è salutare e talvolta è pure necessario.”

    Miguel però, si riferiva alle manifestazioni del suo Oltrarno, non a quelle politiche.
    Le divisioni a cui accenna, se ho ben capito, sono tra gli speculatori edilizi e la gente del quartiere.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “Miguel però, si riferiva alle manifestazioni del suo Oltrarno, non a quelle politiche.”

      Sì, ma più generalmente, mi riferisco alla fine della vecchia divisione degli italiani in tre o quattro grandi minoranze identitarie/astratte, tutte diffuse da un capo all’altro del paese, un curioso miscuglio di ragionamenti complessi, di emozioni, di miti storici e di traffici di potere.

      Questa è stata finora “la politica”, e molti – soprattutto della mia generazione – stentano a capire che è finita per sempre, anche se mantiene un’enorme visibilità mediatica.

      Quello che ne sta prendendo il posto non ha una forma giuridicamente riconosciuta, non è nemmeno ben compreso dai media; i “vecchi” la spiegano con mille distorsioni (“li paga il partito X”, “Nimbisti!”), ma la diffusione è irrefrenabile.

      Questa nuova realtà assume mille forme, ma si tratta sempre di realtà molto legate a esperienze concrete, che non devono quasi nulla a ideologie; che creano certo divisioni, ma non artificiali e astratte o basate sul linguaggio, bensì sulla vita concreta che si conosce bene.

      Dove non si prendono ordini da nessuno, ma si accetta anche di usare i politici per alcuni servizi concreti.

      E dove in tanti si cerca di capire e di informarsi.

      E’ un enorme passo in avanti, in tempi altrimenti bui.

      • Z. scrive:

        Sempre di divisioni si tratta, però.

        E continuo a non capire, nel caso di specie, dove sarebbe l’aggressione al territorio.

        Incasellare tutto dentro la propria ideologia era sbagliato ieri e oggi lo è ancora di piu.

  20. Miguel Martinez scrive:

    OT

    In questo preoccupante momento di guerra/pre-Guerra, un eccellente articolo sul referendum in Turchia, che centra i veri problemi:

    https://dispatchesfromtheedgeblog.wordpress.com/2017/04/05/turkeys-dangerous-moment/

    Trump, che è stato eletto da milioni di americani stanchi della guerra senza fine, oggi rischia di infilare il mondo in un casino ben più grande di quello iracheno.

  21. mirkhond scrive:

    Alla fine ha dovuto piegarsi ai desiderata dello stato profondo, al cui vertice c’è la nota lobby.

    • Z. scrive:

      Povero Trump, così pacifista dentro…

      • Francesco scrive:

        la fama era di isolazionista, non di pacifista

        • Z. scrive:

          Fatto sta che fino a ieri era quello che mica faceva la guerra come Obama…

          Siamo in attesa di spericolate arrampicate di specchi.

          • Francesco scrive:

            Non da parte di uno spericolato bellicista come me, spero.

            😀

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Z

            “Fatto sta che fino a ieri era quello che mica faceva la guerra come Obama…”

            Come al solito, bisogna distinguere tra i politici e il motivo per cui i politici vengono seguiti.

            Prendiamo Renzi.

            Renzi è arrivato al potere perché è un furbetto ambizioso, ammanicato in un particolarissimo mondo toscano, che ha saputo agganciare un alleato banchiere; l’alleato banchiere l’ha presentato nella buona società dei nobili e proprietari terrieri, e lui li ha incantati promettendo di salvare i loro soldi, per cui lo hanno fatto diventare capo del governo.

            Questa è la cronaca (non chiedetemi le fonti, so che è andata così).

            Ma Renzi era la persona ideale, perché gli italiani sono giustamente stanchi di decenni di contorte chiacchiere partitiche; perché vogliono qualcuno che parli chiaro; perché cercano una persona dalla battuta pronta, che parla come la casalinga normale; ma allo stesso tempo, l’Italia ha un forte perbenismo, per cui Renzi è esattamente il “rottamatore” adatto per questo paese, rottama ma non dice parolacce, rottama ma sa essere perfettamente conformista, non contesta mai le cose care alla casalinga di Voghera.

            Noi possiamo pensare a Renzi sotto questi due profili.

            E anche Trump ha due profili.

            • MOI scrive:

              @ MIGUEL

              i due profili di Trump :

              uno è l’ Uomo del Popolo, che ha gli stessi gusti (figa, sport, buona tavola e figa 😉 …) di chi vorrebbe avere i suoi stessi soldi ; quello che fa “triggherare” i Radical Chic perché fa le battutacce becere-becere ; se dice “negro/nigger” sottintende un complimento per la Dotazione 😉 Made in Bongoland, direbbe Grog … insomma : il World-Wide-Silvio ! 😉

              … l’altro, quello del tutto secondario 😉 , sarebbe ? 😉

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Moi

                ” l’altro, quello del tutto secondario 😉 , sarebbe ? ;)”

                Scusa, mi sono espresso male.

                Volevo dire che esiste il Renzi Matteo o il Donald Trump (in inglese non si invertono nomecognome) reale; ed esiste quello immaginario che è il motivo per cui la gente lo vota.

                Il Trump di cui parli tu fa già parte di questo secondo aspetto.

  22. Moi scrive:

    Ma la Scuola che “Macché nozioni ! Macché cultura ! I cinni 🙂 debbono imparare a stare al mondo: sporcandosi le mani a fare dei ciappini 🙂 !” … non era quella Steineriana ?!

    Però poi, da grandi, hanno l’ immancabile aspirazione a ” muoversi – vedere gente – fare cose ” … dov’è che sbaglia 😉 l’approccio educativo ?!

  23. Moi scrive:

    A Squola [sic] le donne so’ state abbbolite 😉 …

    (2:05 in poi …)

    https://www.youtube.com/watch?v=Q72xgx4vRDQ

  24. Moi scrive:

    Ci vorrebbe una Nuova Guerra Fredda, ma proprio Giazza 😉 per la Pace Perpetua : tutti debbono aver paura che al primo petardo poi finisca il mondo !

  25. Grog scrive:

    Il coso con i capelli di stoppa non farà una bella sega di niente in Siria, hanno smesso quei diavolacci degli israeliani e quando ci hanno riprovato sono stati missilati di brutto, Bibi Cazzaniau passa più tempo a Mosca che a Tel Aviv a fare la danza del ventre per sedurre Vladimiro.
    Grog! Grog! Grog!

  26. Moi scrive:

    Insomma : gran balotta rurale e “tutto cambierà la nostra Terra guarirà” [cit.] !

    https://www.youtube.com/watch?v=bGiyNwpvTrM

  27. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Z

    “E anche Trump ha due profili.”

    Ora, il primo profilo di Trump è quello suo personale.

    E’ un imprenditore immobiliare di successo, quindi un delinquente. Non solo un delinquente per questa o quella singola truffa, ma perché il sistema immobiliare statunitense è uno dei più grandi delitti mai commessi, sin dai geometri del Settecento.

    Poi è naturale che si allei con i suoi simili, cioè lo stesso complesso militare-industriale che sperava nella vittoria di Hillary Clinton.

    A me interessa di più, il motivo per cui l’hanno eletto.

    Che è la disperata ricerca da parte della maggioranza degli statunitensi di conservare il “sogno americano”, cioè un paese dove

    ci sia opportunità per tutti,

    il petrolio scorre come acqua,

    tutti possano avere una villetta in mezzo al verde per farci vivere la propria famiglia,

    non ci sono guerre perché gli americani sono una Repubblica e non un Impero,

    il ragazzino che vende i giornali al semaforo può diventare presidente della Repubblica,

    il libero mercato dà a ciascuno ciò che merita,

    ma ci sia assistenza sanitaria a un prezzo fissato dal mercato e non dal capriccio delle multinazionali sanitarie,

    tutti possano lavorare senza prostituirsi, e con la prospettiva di poter pagare i propri debiti.

    Questa costellazione ha scelto Trump contro il male certo di Hillary Clinton, e anche contro la destra repubblicana. E mi sembra che meriti di essere analizzata, nei suoi pregi e nei suoi difetti.

    • Z. scrive:

      Miguel,

      ricordi i discorsi su Trump che non farà la guerra e tutte le teorie che dovevano dimostrarlo?

      Ricordi quando dicevo che quelle teorie mi sembravano piuttosto fantasiose?

      Diciamo che la realtà le ha smentite piuttosto in fretta.

      Questo volevo dire.

    • Roberto scrive:

      “Che è la disperata ricerca da parte della maggioranza degli statunitensi di conservare il “sogno americano”, cioè un paese dove

      ci sia opportunità per tutti,”

      Questa è una parte dell’elettorato.
      Un’altra parte è quella che il sogno americano non lo ha più perché sa che gli è precluso ed è talmente incazzata che gli sta bene che tutto sia raso al suolo

      Poi ci sono quelli che non le vogliono le opportunità per tutti, perché odiano tutti quelli che non sono come loro.

      È un grave errore dimenticare gli incazzati, i disperati e gli odiatori, che hanno avuto finalmente una voce

      • mirkhond scrive:

        Vero, ma Hillary sarebbe stata migliore?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Roberto

        “Poi ci sono quelli che non le vogliono le opportunità per tutti”

        In realtà, direi che questa categoria cmprende anche l’altra: io mi trovo con il mutuo da pagare per la casa e per la macchina, l’unico lavoro che riesco a trovare è al McDonald’s e c’è la mamma nera con tre figli e senza marito che riceve soldi direttamente dallo Stato.

        Ora, la stessa opportunità ci sarebbe anche per me, se mi mettessi a fare tre figli e rinunciassi alla casa e alla macchina, ma mi incavolo lo stesso.

        • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

          “… la mamma nera con tre figli e senza marito …”.

          La signora (non conosco il welfare americano, ma voglio sperare che) riceve il (più che legittimo) sussidio pubblico, non perché donna o nera, ma perché con tre figli e senza reddito… Un uomo bianco con tre figli e senza reddito (voglio sperare che) riceverebbe lo stesso trattamento… Invece, chi ha la possibilità di lavorare si trova in condizioni ovviamente diverse: e non vedo che ragione abbia di incavolarsi con la mamma nera più che con il papà bianco…

        • Roberto scrive:

          Scusami miguel ma tu sei americano, dovresti conoscere meglio di me la categoria dell’odiatore a prescindere, categoria schifata e/o colpevolmente dimenticata da Clinton

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Roberto

            “Scusami miguel ma tu sei americano, dovresti conoscere meglio di me la categoria dell’odiatore a prescindere,”

            Io non capisco la parola “odiare”; o meglio, lo trovo un sentimento talmente naturale e ovvio, da non capire dove sia il problema.

            Magari esisterà pure quello che apprezza speciali sfumature di sapore più di altri, ma a tutti “piace mangiare”. E allo stesso modo, tutti “odiamo”.

            Che è una reazione sana e normale ai conflitti con cui ci si trova nella vita.

            Poi c’è chi dà seguito a questo odio con atti violenti, ma qui non stiamo parlando di azioni.

            Sono sicuro che anche la Clinton odiasse qualcuno, mica è un robot.

          • Roberto scrive:

            Se non sei oggetto dell’odio in effetti non vedo nessun problema nell’odio.
            Quando invece uno inizia a lanciarti pietre sulle finestre perché sei nero in un quartiere di bianchi o messicano in un quartiere di neri o frocio o quel che vuoi, beh ammetterai che la questione si complica

            (Ti ho raccontato qualche episodio di puro odio anti meridionale contro una tranquilla famiglia composta da un’insegnante, un impiegato e due bambini nella bassa veronese, so di cosa parlo e cosa esiste fuori dalla vostra goccia)

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Roberto

              “Quando invece uno inizia a lanciarti pietre sulle finestre perché sei nero in un quartiere di bianchi”

              Ho appena detto che non parlavo di atti violenti.

              Mi chiedo come si possa considerare criminale un’emozione condivisa dall’intera specie umana.

              Vietare l’odio è come vietare l’attrazione sessuale.

              Io ho odiato e sono stato odiato da un sacco di persone, per i motivi più svariati. E sicuramente mi avranno odiato tantissime persone che non me l’hanno mai detto apertamente, come capita di essere attratti da una fanciulla, senza per questo farle qualche dichiarazione.

              Immagino che tu non abbia provato esattamente affetto verso quelli che se la prendevano appunto con una “tranquilla famiglia meridionale”.

            • Miguel Martinez scrive:

              Esempio di odio come sentimento sano e naturale.

              Se io fossi un parente della bambina travolta da questo signore, proverei un odio immenso verso di lui.

              http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/04/08/news/milano_investe_bambina_scooter_e_scappa-162508045/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P4-S1.4-T1

              “Milano, investe bimba di 4 anni in scooter e scappa: rintracciato e denunciato il pirata

              E’ un imprenditore di 65 anni. Guidava senza assicurazione e senza patente, gli era stata ritirata”

            • Roberto scrive:

              “Mi chiedo come si possa considerare criminale un’emozione condivisa dall’intera specie umana.”

              Facciamo a capirci Miguel.
              L’odio come sentimento umano mi sta benissimo, le manifestazioni di odio che affliggono terzi che vogliono solo vivere tranquillamente mi stanno antipatiche.

              Se tizio odia chi mangia la carne buon per lui, se tizio viene a bussare a casa mia mentre cucino per dirmi di non mangiare carne si prende una padellata nei denti.

              Comunque tutto ciò ci porta lontani dal mio discorso che è questo: trump ha dato voce a quelli che brucerebbero negri, messicani, finocchi e chissà quanti altri senza un motivo preciso (dimentica ogni questione sociologica od economica, giusto perché è così). Può essere che sia una bellissima avanzata della democrazia, finalmente anche chi ha idee antipatiche è rappresentato, ma insomma visto che alla fin fine siamo obbligati a vivere insieme su questo pianeta, non sento questo gran bisogno di rappresentazione di queste idee

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Se tizio odia chi mangia la carne buon per lui, se tizio viene a bussare a casa mia mentre cucino per dirmi di non mangiare carne si prende una padellata nei denti.”

                Questa non l’ho capita.

                Tu odi le pecore fino al punto di farle squartare (da terzi) e poi mangiartele.

                Poi arriva il noioso tizio che dice che Non Bisogna Odiare nemmeno le Pecore, e lo prendi a padellate nei denti dall’odio che provi anche verso di lui.

                So benissimo che ti sto prendendo un po’ in giro, ma vorrei farti capire quanto siano imprecise queste definizioni.

                Il problema non è l’odio.

                Se risucissimo a liberarci da paroline di questo tipo, potremmo anche ragionare sul motivo per cui tanti statunitensi hanno paura dei messicani, e tanti messicani hanno paura sia degli statunitensi che dei salvadoregni che dei cinesi.

                Parlare di paura, anziché di odio, già ci aiuterebbe a cogliere meglio il senso delle cose.

            • Roberto scrive:

              Non sono affatto d’accordo sulla paura.
              I paurosi sono una categoria corteggiata da tutti i politici che cercano in un modo o l’altro di rassicurarli per guadagnarne il voto.
              Gli odiatori non hanno paura. Pensa alla storia delle toilette per i trans. Di cosa hai paura se nel bagno dove c’è tua figlia c’è un transessuale? Di nulla ovviamente, solo che il trans ti fa schifo e sei contento se il governatore del Texas gli rompe le palle (che non ha più) vietandogli di andare nel gabinetto delle donne.
              Sottovalutando gli odiatori, o peggio ancora non riconoscendoli fai lo stesso errore della Clinton (uno dei tanti….)

            • Roberto scrive:

              Io poi non odio le pecore.
              Se vedessi la cura che ho nel cucinarle te ne renderesti conto da solo
              😉

  28. mirkhond scrive:

    Alla fin fine però, in barba ai buoni principi, anche el Trumpo ha mandato le truppe in Siria, per le forti pressioni di chi comanda davvero negli USA e ai cui diktat il presidente non può sottrarsi.
    In fondo il presidente usa non è uno zar, ma un inquilino temporaneo della casa bianca che sta dove sta, nella misura in cui soddisfa chi comanda davvero.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “In fondo il presidente usa non è uno zar, ma un inquilino temporaneo della casa bianca che sta dove sta, nella misura in cui soddisfa chi comanda davvero.”

      Hai colto esattamente il motivo per cui auguro solo al mio peggiore nemico di vincere le elezioni.

    • Roberto scrive:

      Mi ricordate chi comanda davvero?

      • mirkhond scrive:

        Le multinazionali e la lobby giudaica.

        • Roberto scrive:

          Ma trump non doveva essere nemico delle multinazionali?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Roberto

            “Ma trump non doveva essere nemico delle multinazionali?”

            Vedremo.

            Di alcune sicuramente sì, almeno se realizza parte della sua politica economica.

            Ma il potere economico fondamentale resta delle due lobby, abbastanza distinte: quella petrolifera e quella militarindustriale.

            Trump ha saggiamente dato il controllo della politica estera alla prima, tramite Tillerson.

            Per quanto riguarda la seconda, era fortemente schierata con Hillary, che prometteva guerre in tutto il mondo, o comunque era contro Trump.

            Ma è gente pratica; e quindi, adesso, dopo avergli fatto la guerra accusandolo di essere un “agente dell KGB”, si vede che l’hanno costretto a un compromesso, che possiamo immaginare consista nel fare quello che vuole verso gli immigrati, ma fare anche le guerre che la lobby militarindustriale richiede.

            Immagino che dopo l’attacco alla Siria, Trump incontrerà molto meno difficoltà di prima in casa.

            • werner scrive:

              Uhm… Ha ragione Z la teoria non tiene. Da ben prima del bombardamento l’amministrazione Trump stava brigando per aumentare le spese militari tagliando altre spese.

            • Roberto scrive:

              “Per quanto riguarda la seconda, era fortemente schierata con Hillary, che prometteva guerre in tutto il mondo, o comunque era contro Trump”

              Miguel,
              Recorderai però che ti avevo citato pezzi del programma di trump che prometteva spese militari a destra e a manca. Non era affatto difficile immaginarsi che le guerre in tutto il mondo ci sarebbero state pure con trump….

            • habsburgicus scrive:

              Non era affatto difficile immaginarsi che le guerre in tutto il mondo ci sarebbero state pure con trump

              questo è vero, Roberto l’ha detto
              forse abbiamo fatto a male a tenerne troppo poco conto

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Habs

                “questo è vero, Roberto l’ha detto
                forse abbiamo fatto a male a tenerne troppo poco conto”

                Concordo, roberto l’ha detto in modo inequivocabile, sin dall’inizio.

                Dovrei rileggere quello che ho scritto all’epoca; credo di aver sottolineato sopratutto i motivi dell’isolazionismo dell’America Dimenticata, quella dell’urban sprawl e che alla canna-del-debito, e di non aver detto molto su Trump personalmente, a parte che appartiene alla specie immonda degli speculatori immobiliari.

                Ma magari mi autogiustifico…

                Rimango del parere che la Clinton non avrebbe fatto di meglio per quanto riguarda guerre e il loro specchio, i trattati internazionali.

                E che comunque se ci fidiamo di un politico, siamo rovinati.

          • Z. scrive:

            Miguel,

            insomma, una volta che la teoria viene seccamente smentita dai fatti non si rettifica la teoria.

            Si usa un’altra teoria per rabberciare la prima 🙂

            Non fraintendermi, lo studio dell’immaginario è interessante e anche importante. Ma mettere sempre i fatti tra parentesi, secondo me, non è una buona strada da percorrere.

    • Francesco scrive:

      quali truppe scusa?

      a me pare abbia sparato una sessantina di missili e leggo pure che una metà glieli hanno abbattuti (noterella tecnica: i missili da crociera volano bassi e lenti e sono facili da abbattere)

      direi che siamo lontani da un intervento di terra, del tipo di quello russo o iraniano

      per fortuna

      ciao

  29. mirkhond scrive:

    “P.S. Poi vabbè, in Italia ci sono anche i posti dove un Albanese arriva schiavo e i suoi nipoti diventano Dogi 🙂 , ma mica possiamo essere tutti uguali… 🙂 :-)”

    Alludi alla famiglia Durazzo?
    Lo schiavo albanese deportato a Zena, era un ortodosso poi convertitosi al cattolicesimo?

  30. mirkhond scrive:

    “Vabbè, in quella brutta città di gente antipatica sarà arrivato UN albanese, qua vicino nel piacentino ne è arrivato un paese intero e c’è stato così bene che ha anche quasi dimenticato di essere albanese
    (attualmente parla semmai piacentino).”

    Più esattamente in due frazioni, Pievetta e Bosco Tosca, di un paese, Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. 🙂

  31. mirkhond scrive:

    Comunque i Durazzo non furono gli unici schiavi che a Genova, divennero qualcuno.
    Agli inizi del XIV secolo, a Genova vi erano anche schiavi circassi, catturati grazie ai porti genovesi sul Mar Nero come Caffa.
    Schiavi venduti poi in tutto il Mediterraneo, sia a stati cristiani che a musulmani, nonostante il divieto papale della vendita a questi ultimi!
    Uno di questi schiavi circassi, abbracciò il Cattolicesimo e divenne francescano col nome di Giovanni della Zichia (o Zechia).
    Il quale, tornato nel suo paese d’origine, vi avviò un’opera di evangelizzazione tra i suoi consimili, tanto che nel 1349 papa Clemente VI (1342-1352) lo nominò vescovo di Matrega (Fanagoria) sullo stretto di Kerch, dove lo troviamo almeno per un quindicennio, a capo della missione francescana del Caucaso.

  32. mirkhond scrive:

    “in generale ho l’impressione che tu tenda a credere a una società sostanzialmente “immobile”, fatta di piccole patrie circoscritte e praticamente impermeabili.”

    In effetti è così.
    Peucezio fa difficoltà ad accettare i mescolamenti che si sono sempre avuti nella storia umana.

  33. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “a casa mia, il modo femminile è dire “vai da tua padre per questa roba””

    Eh?

    Avete raggiunto finalmente la parità?

    A casa tua, anche i maschi ci capiscono di equazioni e fisica?

    Beati voi!

    • Francesco scrive:

      i maschi vecchi (poi è uno solo) DEVONO capirci di quella roba, per insindacabile decreto del Capo

      capiti ci siamo?

  34. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “insomma, una volta che la teoria viene seccamente smentita dai fatti non si rettifica la teoria.”

    Capisco quello che dici, ma non credo che sia questo il caso.

    Io dico:

    “esistono milioni di americani che dicono, ‘è più importante pagare il mutuo di casa che fare guerre in Medio Oriente, voto Trump perché la pensa come me'”

    L’esistenza di queste opinioni, come dei discorsi anti-guerra di Trump che le ha suscitate, sono un fatto.

    Come è un fatto che Trump ha tradito tali aspettative.

    • Z. scrive:

      Miguel,

      non mi è chiaro né chi né cosa Trump avrebbe “tradito”.

      Ha detto che avrebbe rilanciato le spese militari, e lo ha fatto.

      Ha detto che avrebbe restituito agli Stati Uniti un ruolo da protagonista nel mondo, e lo sta facendo.

      Quando vi è stato fatto notare, qui, che ci voleva molta fantasia a sostenere tesi altromondane in cui Trump avrebbe condotto gli Stati Uniti su di un sentiero di pacifico isolazionismo, avete risposto con tesi ancora più alternative, certo ben elaborate e immaginifiche.

      La realtà ha smentito queste bizzarra tesi in poche settimane.

      Ora, c’è gente che pensa che il M5S sia qualcosa di diverso dall’ufficio politico della CA s.r.l., quindi può esserci stato benissimo chi credeva veramente che Trump sarebbe stato un unicorno volante o una pantera multicolore.

      Ma ecco, l’esempio di habs dimostra che, ogni tanto, guardarsi allo specchio e ammettere di aver preso una sonora cantonata non è un dramma. Anzi, a volte è persino liberatorio.

      🙂

  35. MOI scrive:

    Lidia Menapace è una RadicalChic, culturalmente fossilizzatasi a prima del Sessantotto.
    Sempre meno peggio delle Femministe sul MILF andante che si mettono a fare del “Ghérl Pàuer” 😉 da BimbeminKia OverSesasoned … cunpà s’al foss ed l’ Oil of Olaz ! 😉

  36. Moi scrive:

    Sì, ma … probabilmente la faccenda dell’ equazione al maschile o al femminile sarà stata una brillante battuta di qualche neurologo/a o di qualche matematico/a 😉 che la LM avrà ripetuto del tutto decontestualizzata senza averci verosimilmente capito nulla (cosa che faticherei ben poco a credere 😉 …) poi figuriamoci se le equazioni rientrano nel paradigma eterosessista ! 😀

    Bài ze u’éi 😉 , mai sentito parlare di “Lateral Thinking” ?

    • Moi scrive:

      un po’ come quella di Alan Turing che”perfino un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno” … che ha un significato in origine piuttosto diverso dal Travagliesco 😉 attuale.

  37. Moi scrive:

    *** esempio di Lateral Thinking / Pensiero Laterale ***

    Il Barometro Tuttofare
    di Andrea Frova

    Uno studente universitario si presenta al suo primo esame di fisica. Il professore appartiene al genere che, pur
    avendo una solida cultura scientifica, si tiene saldamente legato alle nozioni acquisite, evitando di sondare la
    struttura più opinabile e fluttuante della materia che insegna. Un genere di professore che il giovane, destinato
    per originalità e spregiudicatezza a un futuro di grande scienziato, cordialmente detesta. La domanda che
    gli è stata posta è: “Mi dica come farebbe per misurare l’altezza di un grattacielo disponendo di un buon barometro”.
    Lo studente pensa per qualche attimo, poi risponde: “Salirei in cima all’edificio, legherei il barometro
    a un lungo spago e lo calerei fino a terra. Poi lo tirerei su e misurerei la lunghezza dello spago utilizzato”. È il
    caso di ricordare che la risposta naturale sarebbe invece che un barometro può essere impiegato come altimetro:
    giacché la pressione atmosferica scende con l’altitudine – circa 9 mm di mercurio per ogni 100 m – basta
    misurare la differenza di pressione alla base e alla cima dell’edificio.
    Alle parole dello studente il professore ha un sussulto: “Non mi sembra proprio il caso di scherzare”. Lo studente
    si dimostra meravigliato: “Il mio metodo è molto preciso, le assicuro professore che, tra le varie misure
    possibili, questa darebbe l’errore più piccolo”. “Non è un metodo fisico – ribatte il professore – la risposta
    non mi permette di valutare la sua conoscenza della materia”. “Se questo è il motivo, professore, ho in mente
    altre maniere. Per esempio, potrei salire sull’edificio, poggiare il barometro sul bordo del tetto, poi dargli una
    spinta e cronometrare il tempo che intercorre tra il lancio e il momento in cui lo vedo toccare il suolo. Dalla
    legge del moto di caduta libera dei gravi, posso ricavare lo spazio percorso”. Il professore si accascia sulla sedia
    con un gemito. “Oppure – prosegue imperterrito lo studente – potrei cronometrare il ritardo tra il momento
    in cui vedo il barometro rompersi e quello in cui mi giunge il rumore dell’urto contro il suolo: sapendo che
    la velocità del suono in aria è di 340 m/s, mentre la propagazione della luce è agli effetti istantanea, valuto
    l’altezza come prodotto velocità del suono per ritardo”.
    “Per carità – geme il professore, mettendosi le mani nei capelli – lei è una pubblica calamità. Mi faccia il piacere,
    se ne vada, per favore… scompaia dalla mia vista”. Lo studente si allontana, ma non ha alcuna intenzione
    di abbandonare il campo. Si reca dal direttore del dipartimento e riferisce l’intera storia, sostenendo di conoscere
    molte altre possibili risposte e lamentando che non gli è stata data l’opportunità di esprimersi. Il verdetto,
    secondo lui, è del tutto ingiusto. Il direttore non può non riconoscergli una certa dose di ragione:
    prende il telefono e chiama il collega, afferma di comprendere il suo risentimento, ma gli suggerisce di concedere
    allo studente un’ulteriore opportunità, questa volta in sua presenza.
    Così, poco più tardi, l’esame riprende. D’accordo con il docente, è ora il direttore a avanzare la domanda:
    
    Il barometro tuttofare
    Marzo 2008 Satira&Altro Pagina 19
    “Allora, mi dica: premesso che lei deve proporre una misura che non sia una burla, che non sia distruttiva,
    che invece faccia emergere chiaramente la sua conoscenza della fisica, come farebbe per misurare l’altezza di
    un grattacielo disponendo di un barometro?”.
    “Il metodo con più implicazioni fisiche che mi riesce di immaginare è quello di appendere il barometro a un
    filo e farne un pendolo. Lo porrei quindi in oscillazione, prima a livello della strada e poi in cima all’edificio.
    Poiché il periodo delle piccole oscillazioni di un pendolo dipende in modo noto dall’accelerazione di gravità,
    e questa a sua volta dipende dalla distanza dal centro della Terra, cronometrando la durata di un numero adeguatamente
    grande di oscillazioni potrei determinare con buona precisione la differenza di periodo nei due
    casi, benché piccola, e da essa risalirei all’altezza dell’edificio”.
    “Sbalorditivo! – esclama il direttore – temo proprio, caro collega, che non vi sia modo di ritenere non valida
    la sua risposta. Prima di procedere con l’esame, però, benedetto giovane, ci dia almeno la soddisfazione di
    sentirle pronunciare anche ciò che a lei pare ovvio. Faccia un piccolo sforzo, la prego”.
    “O.K., di modi semplici e ovvi ne potrei citare una cifra – fa lo studente iniziando a elencare. – Uno sarebbe
    quello di collocare il barometro in piedi accanto all’edificio in una giornata di sole e misurare la lunghezza
    delle rispettive ombre. Conoscendo l’altezza del barometro, dalla proporzione geometrica dedurrei subito
    quella del grattacielo. Ma ci sono maniere ancora più banali: un metodo diretto è quello di prendere il barometro
    e cominciare a salire le scale dell’edificio, riportando sul muro con un gesso delle tacche corrispondenti
    alla lunghezza del barometro. Nella discesa si contano le tacche e così si conosce l’altezza dell’edificio in unità
    di lunghezza del barometro. Sulla strada delle soluzioni non fisiche del problema, c’è poi quella che è veramente
    la più elementare. Si suona al campanello del portiere e quando si presenta gli si mostra il barometro:
    .

  38. Moi scrive:

    c’è poi quella che è veramente
    la più elementare. Si suona al campanello del portiere e quando si presenta gli si mostra il barometro:

    Caro signore, è bello questo strumento, vero? Bene, se mi dice quant’è alto quest’edificio glielo regalo!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Moi

      🙂

      …anche perchè poche delle metodologie ‘alternative’ proposte dallo studente sfuggono a una semplice obiezione:

      ‘che succede se tira vento?’

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  39. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    Inutile che insisti con Zeta : egli ha sostituito l’ Esprit de Géometrie con l’ Esprit de Politique e l’ Esprit de Finesse con l’ Esprit d’ Idéologie … per lui Comunisti, Massoncelli Ederati 😉 e CattoComunisti l’ importante è l’ Ecumenismo del Tortellino (v.di sopra), al massimo si triggherano un po’ se Cofferati gli mette il vino rosso nel brodo in stile Cremonese.

  40. Moi scrive:

    il Battesimo era un fatto pubblico finché la religione era un fatti pubblico … poi è divenuto un fatto di “balotta” di parrocchia !

  41. Moi scrive:

    Lisa è un caso più unico che raro non tanto per non aver battezzato i figli, ma per il suo modello tradizionale di puericoltura,

    PEUCEZIO
    [cit.]

    ————————————-

    …. Cioè ? … Si può approfondire ?

    Ovviamente mi rivolgo anche e soprattutto a Lisa … che difende il Sessantotto-Settantasette MA (!) esige che i giovani si mettano a studiare ! 😉

  42. mirkhond scrive:

    “Invece l’uomo preindustriale non è il risultato di nessun progetto fatto da qualcuno, ma è l’esito di dinamiche spontanee.”

    Dinamiche spontanee che però, all’origine, devono aver pure avuto una sorta di imput iniziale.
    Diversamente saremmo ancora degli animali affini alle scimmie.

  43. mirkhond scrive:

    “Pino,
    non è colpa mia se il presente è omologante e antipluralista”

    Effettivamente il presente crea un’umanità di sradicati cosmopoliti, ma tutti con le stesse abitudini, la stessa moda, gli stessi gusti.
    Per chi non si adatta, la solitudine……..

    • Z. scrive:

      Temo che nei paesi di cinquant’anni fa – e immagino peggio ancora, in quelli di duecento anni fa – ci fosse ancora più omologazione. E per chi non si adattava, ancora più solitudine.

      Non solo cinquant’anni fa, eh. Ho un amico che ha dovuto nascondere per anni la sua omosessualità. Ora è felicemente sposato e vive felicemente lontano dal paese natio.

      • Peucezio scrive:

        Il punto è l’omologazione complessiva, non degli individui.

        • Z. scrive:

          Cioè? mi facci capire!

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            In pratica sostiene che esiste una comunità all’interno della quale l’omologazione è un bene e il diverso va emarginato se non giustiziato per il bene dell’omogeneità e dell’Identità. Poi esiste una comunità diversa dalla prima all’interno della quale l’omologazione è negativa.

    • Francesco scrive:

      insomma, avete mai sentito due anglofoni che tentano di parlare tra loro, che siano però nati in due paesi distanti?

      siamo molto lontani dalla mia idea di omologazione

      😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “avete mai sentito due anglofoni che tentano di parlare tra loro, che siano però nati in due paesi distanti?”

        Vero!

        Infatti, la diffusione dell’anglobale è un effetto dell’omologazione, ma l’inglese non è per nulla globale.

  44. mirkhond scrive:

    Purtroppo c’è chi non riesce a trovare bella questa società, così radiosa e luminosa ma solo per ALCUNE categorie di persone.

  45. mirkhond scrive:

    “nei paesi di cinquant’anni fa – e immagino peggio ancora, in quelli di duecento anni fa – ci fosse ancora più omologazione.”

    A quei tempi uno come me, avrebbe avuto una famiglia.

  46. mirkhond scrive:

    Comunque ogni volta che c’è da criticare questa società, ecco spuntare i ragionieri del blog, tutto conti in tasca, per propinarci la solita minestra che meglio dell’oggi non c’è niente.
    Peccato che queste stesse persone, non ci siano e non sappiano dare risposte ai drammi della solitudine e del disadattamento provocati da una mentalità a loro così cara.
    Non ci sono solo i culattoni, Zanardo.

    • Z. scrive:

      Duca,

      non possiamo saperlo per certo: può darsi che nascendo cinquant’anni prima tu avresti avuto meno problemi – magari in una realtà rurale, diversa da Bari città.

      Ma può anche darsi di no, perché ho conosciuto persone nate allora – persone che certamente non hanno letto e studiato quanto te – che hanno avuto una vita poco felice e molto solitaria.

      Vedi, a volte viene anche a me da pensare di essere nato nel posto sbagliato e nell’epoca sbagliata, ma è andata così, che posso farci? Ho anche l’impressione di andare verso un futuro che mi piace sempre meno, per tante ragioni diverse: e anche qui non c’è molto che possa fare. A me piaceva il Novecento, mi piaceva parlare tra amici che sapevano chi era Kerenskij e avere avversari di cui potevo capire e apprezzare le ragioni, ma quel periodo è finito.

      E per essere banali, non me la sento di sprecare il mio presente per un passato che non c’è più.

      Te lo dico con affetto: se questo mondo non ti piace non è un problema, il problema è se tu gliela dai vinta. Non dargliela vinta.

  47. Mauricius Tarvisii scrive:

    ” il presente è omologante e antipluralista e se il passato è articolato e plurale”

    E’ qui l’errore: entrambi sono omologanti e pluralisti – come tutte le società umane – ma lo sono in modo diverso. Il passato omologava o differiva su base geografico-etnico, mentre il presente omologa e differisce su base volontaristico-culturale.
    Nel passato il Peucezio che abbandonava la Chiesa per seguire una setta ereticale sarebbe stato messo a morte, mentre oggi ha il diritto di dire che il suo vescovo è un eretico e di frequentare un gruppo di persone che pregano esattamente come lui in un posto con il quale non ha un legame geografico (dubito che la sua parrocchia sia sedevacantista, infatti).
    Non escludo che il futuro remoto potrebbe portarci essere come la Cultura dei romanzi di Banks, dove persino lo Stato diventa su base volontaristica.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “” il presente è omologante e antipluralista e se il passato è articolato e plurale””

      Ma perché non pensre invece che la vita è breve, e la comunità di cui ci dobbiamo occupare è quella che creiamo con le nostre mani.

      Come la creiamo?

      Il resto sono chiacchiere.

      • mirkhond scrive:

        “Il resto sono chiacchiere.”

        Verissimo.
        Però non tutti siamo creativi e viventi in comunità umane appaganti.
        Per cui la chiacchiera telematica, a volte diventa un modo per passare giornate solitarie e un pò tristi…….

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Il creare la comunità può voler dire trovarsela appioppata oppure scegliersela. Qui c’è la differenza tra ieri e oggi.
        Anche se persino ieri c’era chi poteva scegliersela.

    • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

      Sono sostanzialmente d’accordo con Mauricius.
      Le istituzioni fondate sull’adesione volontaria e sulla sovranità/autonomia diffusa sarebbero l’ideale della Libertarian Left… In teoria, questo sarebbe l’optimum (almeno, dal mio punto di vista)… Ma, per riprendere il discorso di Moi, probabilmente si tratta del remoto barlume di una delle molteplici *alternative* possibili… 🙂

      • Francesco scrive:

        anche per la Libertarian Right credo, e per gli anarchici in generale

        mi viene solo in mente un presupposto “energetico”: potersi andare a cercare la comunità a cui aderire, se quella in cui nasciamo non ci garba

        ciao

    • Peucezio scrive:

      Mauricius,
      veramente avevo già spiegato perché il pluralismo contemporaneo è un falso pluralismo.
      Sei un lettore un po’ distratto 😉

  48. Peucezio scrive:

    Z.,
    che cavolo è un “bias”?

    • Z. scrive:

      Un Biagio, ad esempio. San Bias, ossia San Biagio (“san” si pronuncia come fosse francese e “bias” si pronuncia tipo biês).

      Oppure è un termine inglese 🙂

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