Il funzionario e il cittadino

Oggi si ragionava su questo.

I Funzionari non sono né buoni né cattivi.

Qualcuno sarà pure corrotto, altri sono onestissimi.

E’ che la gente normale è pagata per lavorare.

I Funzionari invece sono pagati esclusivamente per dominare.

Nulla di glorioso o di napoleonico, eppure la faccenda ha qualcosa di grandioso.

I funzionari devono dominare tutto ciò che li circonda, senza alcuna eccezione: umani, animali, terra, aria, lo spazio e il tempo.

Gli esseri umani non sono mai soli: hanno luoghi, storie, genitori, figli, amici, nemici, cani, uccelli, ricordi, legami, alberi, angoli nascosti, complicità, segreti condivisi, scatti inattesi e siccome muoiono, hanno anche una continuità tra le generazioni.

Sembrerebbe una sfida impossibile, ma i Funzionari hanno un trucco.

Dividono la preda in frammenti: particelle catastali, specie, chilometri, litri e cittadini.

Il cittadino, a differenza dell’essere umano, ogni volta che deve affrontare i Funzionari, è per definizione solo, di fronte all’intero apparato statale, in un ufficio molto più grande di lui, dove gli si spiega le regole cui deve obbedire. Non può negoziare perché il Funzionario riesce a dire sempre non sono stato io a intrappolarti, la Trappola Esiste da Sé.

Ma non basta.

Il genio del dominio ha scoperto come frammentare il cittadino stesso.

Ogni frammento del cittadino è sotto un controllo che lo sottopone a una rete che è più forte del suo mondo vero.

Il piccolo cittadino si trova di volta in volta a essere infante, paziente, studente, lavoratore, elettore, imputato, guidatore, usufruttore di servizi di difesa militare, di giardini, di scuole, di polizia… ognuno dei suoi diritti lo isola e lo indebolisce ancora di più, perché solo il Funzionario può dispensare diritti.

Questa voce è stata pubblicata in riflessioni sul dominio e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

23 risposte a Il funzionario e il cittadino

  1. Peucezio scrive:

    “gli si spiega le regole cui deve obbedire”
    Bello il toscanismo!

  2. Grog scrive:

    Fantastico! Gli ex comunisti hanno una fantasia galoppante!
    Adesso avremo il
    PD = Porci Delinquenti
    e il
    DP = Delinquenti Porci
    poi come notava un intelligente commentatore saranno un po più a sinistra del PD ed un po più a destra della banda PISAPIPPA, “amici miei” a confronto erano dei VERI GIGANTI
    ______________________________________________________________________________
    Oh bucaiola – tu mi tradisci – tu dici: Vengo! – e invece – tu pisci – Ma vaffanzum!… Chi chiava tromba – chi tromba chiava… e chi non tromba si mena la fava!
    Ma vaffanzum!…
    ______________________________________________________________________________

    Grog! Grog! Grog!

  3. Marco scrive:

    Vero, ma direi che alla categoria dei funzionari bisognerebbe aggiungere i vari capi e capetti, responsabili etc delle aziende. Non è tutti i momenti che si ha bisogno di interagire con l’amministrazione pubblica, mentre, per lo meno chi lavora, si ha quotidianamente un kapó a tenerlo d’occhio.
    E nelle aziende il regolamento, quando c’è, è molto più astratto. Il capo ufficio non ha bisogno di tirare in ballo nessuna regola per importi un lavoro di merda e magari lasciare che la collega figa faccia niente. Il dominio è molto ma molto più capillare.
    Se nelle aziende ci fosse una qualche forma di democrazia i funzionari pubblici sarebbe annientati in fretta visto che ormai sono le aziende ad avere il sacro verbo in mano.

    marco

    • Marco scrive:

      a tenerti d’occhio*

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Marco

      “Vero, ma direi che alla categoria dei funzionari bisognerebbe aggiungere i vari capi e capetti, responsabili etc delle aziende”

      Verissimo.

    • werner scrive:

      Se nelle aziende ci fosse democrazia non ci sarebbero più le aziende.

      • Marco scrive:

        E perché ? nel passato ci sono stati molti casi di organizzazioni gestite democraticamente (all’antica ovviamente, in cui gli anziani pesavano di più) che oltre a sfamare chi ci lavorava scambiavano il surplus con altre organizzazioni simili. Non si chiamavano aziende e non erano votate al lucro, ma cos’è un’azienda se non un’organizzazione che produce beni ?

        • werner scrive:

          Una comunità di villaggio o una comune di sessantottini non sono aziende e hanno livelli di produttività di gran lunga inferiori. Senza contare che al crescere del numero dei membri diventano sempre più difficili da far funzionare.
          Organizzazioni simili mantenere qualche decina di persone, nulla di più.

          • Moi scrive:

            Una comunità di villaggio o una comune di sessantottini …

            —————————–

            NON sono soggetti intercambiabili in una frase ! 😉

          • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

            @ Werner

            Però è esistito, e credo in certi casi continui ad esistere, il sistema produttivo dei kibbutz israeliani, al tempo stesso (relativamente) efficace e (relativamente) egualitario. Lo sviluppo di Israele mi risulta debba molto a questo sistema, adesso in via di dismissione. Comunque, ne so poco: penso che Pino Mamet possa dire in proposito molto di più di me…

          • Z. scrive:

            Andrea,

            senza dubbio, ma direi che i kibbutz avevano le loro particolari ragioni per sorgere e per restare coesi.

            Nel mondo che ho avuto la ventura di conoscere, direi che le organizzazioni democratiche prive di scopo di lucro – quando lo sono davvero, eh, non quando dissimulano “imprese senza scopo di tasse”
            (M. Martinez) – difficilmente possono risultare produttive quanto un’impresa.

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Z.

              Sì, certo. Mi rendo conto del fatto che si trattava di un contesto costituitosi a partire da condizioni particolari e difficilmente ripetibili. Eppure, è stato pur sempre un caso di “produttività egualitaria”…

            • Z. scrive:

              Beh, in certa misura lo furono anche gli equipaggi pirata nei Caraibi, almeno secondo il punto di vista di Evangelisti…

              (a proposito, Tortuga non è male, se non vi infastidiscono troppo i settantasettismi e se riuscite a superare la parte-tutorial iniziale. Dà anche un’interpretazione originale del significato della canzone “La bamba” 🙂 )

            • PinoMamet scrive:

              Ho due amici nati e cresciuti in un kibbutz…

              i kibbutzim resistono ancora anche se il tipo di vita che ci si fa, mi dicono, è un po’ cambiato, loro comunque (sono all’incirca miei coetanei) hanno fatto in tempo a fare vita comunitaria, pranzi in mensa, turni di lavoro a mungere le capre e tutta quella roba lì.

              Solo per amatori.

  4. Zhong scrive:

    Idee/suggerimenti pratici per combattere il funzionario?? 😀

  5. Z. scrive:

    Quindi Lisa e Roberto sono pagati esclusivamente per dominare? garagulp!

  6. werner scrive:

    Credo che il perimetro di dominio dei singoli funzionari sia molto ridotto. Diverso se parliamo di intere organizzazioni burocratiche. Weber aveva già analizzato la questione e mi pare che quanto sosteneva sia ancora molto attuale.

  7. francydafne scrive:

    Concordo su tutta la linea. Grazie al seguente mantra: “Non può negoziare perché il Funzionario riesce a dire sempre non sono stato io a intrappolarti, la Trappola Esiste da Sé.” riesce a prendersi una rivincita sulla propria mediocrità. “Dura lex sed lex” e così, il solerte funzionario ti fa una multa di 25000 o di 40000 euro per non avere affisso una tabella vicino alle slot, per esempio. Personalmente ho sempre cercato di mettermi nei panni degli utenti e di ragionare di conseguenza, cercando di fare in modo che l’utente non rimanesse intrappolato nella trappola che esiste da sé. Per il momento ho collezionato due richiami (uno dal direttore provinciale), staremo a vedere come andrà a finire.

  8. Roberto scrive:

    Miguel

    ” solo il Funzionario può dispensare diritti”

    A me fai venire in mente mia moglie che si incazzava ogni volta che aveva a che fare con l’amministrazione italiana dicendomi “non conoscete la differenza fra sudditi e cittadini”.
    Aveva chiaramente ragione e vedo che pure tu fai la stessa confusione

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      ““non conoscete la differenza fra sudditi e cittadini”.

      🙂

      Il problema sta proprio nell’esistenza dei “diritti”, però

      • Roberto scrive:

        No il problema sta nel “esercitare un diritto” vs “pregare il funzionario di dispensarci un diritto”

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Roberto

          “No il problema sta nel “esercitare un diritto””

          Allora, io esercito il diritto di lavorare.

          Arriva lo Stato e mi chiede di pagare le tasse.

          Cosa certo in parte giustificata.

          Poi provo a pagare le tasse, e finisco massacrato, perché nessun essere umano è in grado di pagare le tasse come lo richiede lo stato.

          Lo può fare soltanto un commercialista, un privato che ha studiato tutta la vita come si fa a togliermi i soldi, e vuol essere pagato profumatamente per farlo.

          Se il 30, 40% del reddito di un piccolo commerciante se ne va in tasse, un altro 10% se ne va in commercialista.

          Che però se sbaglia, non ha alcuna responsabilità (almeno in Italia, in Messico invece è responsabile).

        • Roberto scrive:

          Non ho capito cosa c’entra questa storia dei commercialisti e delle tasse con la differenza fra suddito e cittadino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *