Il privilegio delle spigolatrici

Non vi sarà sfuggita la notiziola dei dipendenti della Lidl di Follonica che hanno sorpreso due donne Rom a frugare tra i rifiuti (“angolo rotture”) e le hanno rinchiuse brevemente dentro il gabbione dei cassonetti, non solo prendendole in giro, ma anche filmandosi e pubblicando il tutto su Facebook. Che ancora una volta rivela il proprio lato positivo come sterminatoio darwiniano degli imbecilli.

Scontate le reazioni: duecentomila visualizzazioni del video, tanti che dicono “bravi” e tanti che dicono “cattivi” (e tanti che dicono “cattivi” a quelli che dicono “cattivi” e “bravi” a quelli che dicono “bravi” e così via, lo sterminatoio funziona così).

La Lidl prende le distanze:

“Siamo venuti a conoscenza del video diffuso in rete. Prendiamo le distanze senza riserva alcuna dal contenuto del filmato che va contro ogni nostro principio aziendale.

Lidl Italia si dissocia e condanna fermamente comportamenti di questo tipo. L’Azienda sta verificando le circostanze legate al video e si avvarrà di tutti gli strumenti a disposizione, al fine di adottare i provvedimenti necessari nelle sedi più opportune.”

Possiamo essere sicuri che alla fine i dipendenti in questione finiranno incornati dalla multinazionale e mazzolati dalla magistratura.

Al centro di questa vicenda, ci sono due donne Rom; eppure tutta questa sceneggiata è uno scambio di retoriche tra non-Rom. I diritti delle due donne (due minuti chiusi dentro il gabbiotto fanno “sequestro di persona”), il pericolo immigrati, i magistrati, la politica aziendale, la legalità, la proprietà privata.

Nessuno che si chieda, cosa ci stessero a fare le due donne.

C’è una multinazionale che produce una quantità enorme di ciò che i suoi clienti schizzinosi oppure regolamenti astratti definiscono “rifiuti” o “rotture”. Cose in buona parte perfettamente commestibili o utilizzabili in tantissimi modi, da persone meno schizzinose o succubi dei regolamenti.

La multinazionale decide che questa roba deve sparire nell’inceneritore, da cui ritornerà sotto forma di tante piccole particelle che terranno compagnia ai polmoni delle frequentatrici schizzinose della Lidl.

Due donne decidono invece di esercitare l’antico privilegio dei poveri, che è quello di spigolare.

La multinazionale ordina ai suoi subordinati di impedirglielo, e due dei suoi precari sgherri particolarmente infeisbucati obbediscono in maniera cretina, almeno dal punto di vista della magistratura e dell’immagine aziendale – le spigolatrici in genere prendono queste cose come gli inglesi prendono la pioggia, avendo cose ben più importanti a cui pensare.

I due dipendenti, da perfetti burocrati felici di esserlo, sghignazzano, “Non si può entrare nell’angolo rotture della Lidl!”

Eppure il mandante del delitto ha la faccia tosta di prendere le distanze.

Tutto questo mi ricorda uno straordinario post dell’amico Ugo Bardi, scritto un po’ di tempo fa. Consiglio di leggerlo integralmente, ma riporto qui la parte che ci riguarda direttamente. Ugo è uno dei pochi a non voler proiettare il mondo dei Gagè sui Rom.

La parte che segue è tratta dal post di Ugo Bardi

Quindi, riguardo all’essere sovversivi, be’, se devo essere sovversivo posso fare molto di meglio che ringiovanire vecchie macchine. Guardate questo:

Sì, sono io, Ugo Bardi, insieme a due signore Rom (zingare o gitane, se preferite) davanti ad un mucchio di oggetti d’acciaio e ferro raccolti per essere riciclati. Questa foto è stata fatta qualche anno fa, proprio di fronte al mio ufficio all’Università di Firenze. Era parte di un progetto finanziato dalla regione Toscana per aiutare i Rom a trovare lavoro e diventare finanziariamente indipendenti. Così, abbiamo avuto l’idea di concentrarci sulla raccolta dei rifiuti.

Sapete che i Rom hanno la fama di raccogliere le cose, occasionalmente, anche senza il permesso del proprietario. Questo viene detto comunemente, ma sono sicuro che i Rom preferiscono di gran lunga evitare la seccatura ed il rischio di questo tipo di riciclaggio, se solo hanno l’opportunità di fare il loro lavoro legalmente. Se gli viene data quest’opportunità, infatti, i Rom si rivelano dei raccoglitori di rifiuti efficienti: quello che possono riusare lo riusano o vendono, quello che non possono riusare lo rivendono come rottame. Infatti, il governo locale ha incoraggiato i Rom a metter su delle cooperative di riciclaggio – hanno anche fornito loro assistenza legale.

Ma i governi, come sappiamo, sono completamente schizofrenici. Così, alcune parti del governo hanno deciso che riciclare acciaio era un’attività criminale ed hanno mandato pattuglie della polizia con le mitragliette a fermare le cooperative. E’ vero, era come in un film. O almeno così mi è stato raccontato (erano coinvolti diversi gruppi di Rom oltre a quello con cui lavoravo io). In più, ogni cooperativa è stata multata per alcuni milioni di euro perché la legge, apparentemente, richiede che ogni pezzo di acciaio debba essere accompagnato da un foglio di carta stampato e firmato che descrive esattamente da dove viene. Per inciso, i Rom non erano particolarmente preoccupati da tutti quei milioni di euro che si supponeva dovessero pagare. E’ il lato buono del non possedere nulla.

Quindi, vedete quanto possa essere sovversivo suggerire che la gente possa farsi una vita da sé e sopravvivere senza i sussidi dello stato. Tuttavia, l’idea sembra attrarre alcune persone e mostra segni di diffusione nel mondo sotto la definizione di “gestione collettiva partecipata dei rifiuti”. Eccone un esempio.


A sinistra vedete un “catador” brasiliano (raccoglitore di rifiuti), sulla destra c’è la professoressa Jutta Gutberlet dell’Università di Vittoria, in Canada. E’ una storia affascinante e la Prof.ssa Gutberlet ci ha lavorato per anni. I catadores dell’America Latina si guadagnano da vivere raccogliendo e riciclando i rifiuti urbani (e riusando ciò che possono). Non è certo un modo per diventare ricchi, naturalmente, ma sembra essere un modo per guadagnarsi dignità è un posto nella società. Persino il presidente Lula sembra aver riconosciuto questa cosa – dev’essere un gran sovversivo. Qui lo vedete con alcuni catadores brasiliani nel 2009.

Posso dirvi che, una volta che cominciate ad occuparvi di queste cose, la vostra visione del mondo cambia, e cambia parecchio. Ma cos’è che fanno esattamente questi catadores? Ha senso? Penso proprio di sì. Penso che abbia molto senso se torniamo alla definizione di rifiuti che abbiamo visto prima. I rifiuti sono alimenti, abbiamo detto, e per questa gente ciò è assolutamente vero: si guadagnano da vivere coi rifiuti. E quello che fanno non è nemmeno nuovo, è parte di una vecchia usanza umana che ci ha accompagnato per millenni. Lasciate che ve lo mostri:

Questo è un dipinto del 1857 del pittore francese Francois Millet. Mostra delle spigolatrici al lavoro. Ora, “spigolare” è un termine che oggi è diventato quasi sconosciuto. Nella mia esperienza, quando lo domando, quelli che sanno cos’è la spigolatura sono una minoranza, forse un 10% o qualcosa del genere. E tuttavia, il fatto stesso che esista una parola specifica per questa attività, significa che fosse molto comune e che avesse uno scopo specifico nell’economia, molto tempo fa.

Lasciate che vi spieghi. Quando diciamo “i rifiuti sono alimenti” intendiamo che il ciclo industriale debba essere chiuso in modo tale da rendere l’economia umana simile ad un’ecologia: un sistema che ricicla ciò che usa e non esaurisce mai niente. Ora, se sapete come funziona un’ecologia, osserverete che ogni organismo produce rifiuti. Nessun organismo è efficiente al 100% e non potrebbe esserlo. Ma ciò che è rifiuto per un organismo è cibo per un altro. Così, un’ecologia è creata dalla collaborazione di molte specie che gestiscono il flusso di nutrienti minerali in modo tale che quasi niente venga buttato e quasi tutto venga riciclato.

Torniamo alla spigolatura. Pensate al raccolto del grano in tempi antichi. Significa che un gruppo di contadini armati di falci andavano sui campi a mietere e raccogliere le spighe di grano, legandole in covoni. Notate che il lavoro dei mietitori non era quello di raccogliere ogni spiga che cade a terra. Se avessero dovuto tornare sui propri passi per farlo, avrebbero perso tempo e sarebbero stati meno efficienti. E’ una cosa ben conosciuta in economia: la legge dei rendimenti decrescenti.

Così, il sistema agricolo si è evoluto in modo tale da ottimizzare il rendimento dei campi, sviluppando un sottosistema chiamato “spigolatura”. Gli antichi contadini dovevano fare i conti con una risorsa dal rendimento relativamente basso: le spighe sul terreno. Raccogliere quelle spighe con un rendimento positivo richiedeva un processo molto efficiente. Veniva fatto mobilitando risorse umane che non potevano essere usate per il pesante lavoro del raccolto: le donne, i giovani e gli anziani. Veniva fatto senza attrezzature, informalmente, senza ordini, gerarchie o strutture sociali. La gente camminava semplicemente nei campi, raccogliendo ciò che trovava – questa è la spigolatura. E veniva praticata non solo col grano, ma con qualsiasi prodotto agricolo. Sembra semplice, ma era estremamente importante nell’antica società agricola: era per il fatto che era così efficiente. La spigolatura ha un posto fondamentale nella Bibbia ed è ancora legale praticarla in alcuni posti. Non dappertutto, comunque. Al tempo di Stalin, in Unione Sovietica, ti sparavano sul posto se venivi sorpreso a spigolare. Così, vedete, anche la spigolatura sembra essere qualcosa di sovversivo. Ma è probabile che molti dei nostri avi siano sopravvissuti perché potevano spigolare il proprio cibo. E così eccoci ad oggi!

Ci sarebbe molto da dire sulla spigolatura, ma l’ho presa come paradigma del modo di fare i conti con risorse a basso rendimento. Ciò che chiamiamo “rifiuto”. Non possiamo trattare trattare i rifiuti come abbiamo trattato le risorse minerali. Il rendimento dei rifiuti è troppo basso per trattarlo con gigantesche macchine minerarie. Ci servono processi specifici adattati al basso rendimento delle risorse. Processi che siano ragionevolmente liberi dalla burocrazia, dalle gerarchie, dalle legislazioni complesse e da strutture dall’alto verso il basso. Processi che dovrebbero essere il risultato dell’auto-organizzazione in direzione della massima efficienza e che potremmo chiamare “spigolatura urbana” o “spigolatura industriale”. Secondo me, questi metodi non possono essere imposti per legge o dall’alto. Devono essere sviluppati gradualmente dalla gente, proprio come negli ecosistemi le specie si sono gradualmente evolute nei propri ruoli ecologici.

Ci sarebbe molto ancora da dire su questo argomento, ma credo che mi fermerò qua e spero di avervi dato un po’ di rifiuti – …ehm cibo – per la mente. Vorrei concludere con una foto di alcuni bambini Rom del gruppo col quale ho lavorato.

 

Vedete, questi bambini sono considerati un problema e, sotto diversi aspetti, lo sono. Ma sono anche una grande opportunità. Non perché li voglia vedere come lavoro a buon mercato per la raccolta dei rifiuti – assolutamente no. E’ perché guardando questi bambini per quello che sono, cioè allegri, simpatici e amichevoli, vedi anche te stesso come un essere umano e vedi la difficile situazione dell’umanità che stiamo affrontando oggi. Non possiamo risolvere niente se dimentichiamo che noi tutti siamo esseri umani e che dobbiamo risolverli insieme. E’ il solo modo che abbiamo e spero che sia la strada che sceglieremo.

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257 risposte a Il privilegio delle spigolatrici

  1. Grog scrive:

    Che stronzi e mollaccioni i dipendenti LIDL!
    Si vede che non hanno applicato il sistema tedesco secondo il quale gli zingari non vanno chiusi con i cartoni e simili ma messi SUBITO IN FORNO, gli stronzetti da
    BRAVEN ITALIANEN CON CUORE FATTO A MANDOLINEN
    hanno fatto uno sconto alle sub umane e le hanno chiuse con il cartone, la ripresa video
    NON E’ STATA FATTA PER UMILIARE LE DUE LADRE
    ma per dimostrare che gli
    ITALIANI SONO BRAVA GENTE
    – come quel porco di Graziani in Libia con i campi di concentramento
    – come quel porco di Badoglio in Etiopia con l’uso dei gas (*)
    – come quei bravi italiani che hanno massacrato 1.000.000 di sloveni e serbi con i loro amichetti Ustascia tanto cattolici e tanto pii e quei bastardi islamici degli albanesi
    Grog! Grog! Grog!
    (*) Gli italiani arrivano sempre dopo infatti i gas sono stati usati da francesi e spagnoli nel Rif marocchino e da quei gran signori di culattoni inglesi in Mesopotamia PRIMA degli italiani, ma nessuno lo ricorda perché non sta bene.
    Come non sono state concesse estradizioni di militari assassini di massa in Jugoslavia mentre le porcate fatte in Grecia sono state condonate da quei tondi di Greci stessi fascistelli atlantici.
    MA LA COLPA E’ DI PUTIN, ORBAN E DUTERTE!

    • Guenonista scrive:

      “come quei bravi italiani che hanno massacrato 1.000.000 di sloveni e serbi con i loro amichetti Ustascia”

      Falso. Gli ustascia hanno massacrato i serbi con l’assistenza crucca, non italiana.

      • Grog scrive:

        http://www.criminidiguerra.it/itinerari.shtml
        Groggati la memoria
        Grog! Grog! Grog!
        P.S.
        Ciò non toglie che i crucchi siano dei gran bastardi ma gli italiani sono bastardi forse un po meno ma come ipocriti nessuno li batte.

        • Francesco scrive:

          OK

          però farci capitalizzare tutte le brutalità jugoslave mi pare troppo

          c’abbiamo la nostra quota parte d’infamia, suvvia

          • Grog scrive:

            Noi siamo le vergini dai candidi manti, siam rotte di dietro ma sane davanti; i nostri ditini son tutti escoriati a furia di cazzi che abbiamo menati. Nell’arte sovrana di fare i pompini battiamo le troie di tutti i casini; la lingua sapiente e l’agile mano dan gioia e sollievo al duro banano.
            Grog! Grog! Grog!

  2. Grog scrive:

    E chiudere la catenza LIDL!
    MANDANDO A FAN CULO I CRUCCHI E I LORO DIPENDENTI COLLABORAZIONISTI.
    Grog! Grog! Grog!

  3. mirkhond scrive:

    “Vedete, questi bambini sono considerati un problema e, sotto diversi aspetti, lo sono. Ma sono anche una grande opportunità. Non perché li voglia vedere come lavoro a buon mercato per la raccolta dei rifiuti – assolutamente no. E’ perché guardando questi bambini per quello che sono, cioè allegri, simpatici e amichevoli, vedi anche te stesso come un essere umano e vedi la difficile situazione dell’umanità che stiamo affrontando oggi. Non possiamo risolvere niente se dimentichiamo che noi tutti siamo esseri umani e che dobbiamo risolverli insieme. E’ il solo modo che abbiamo e spero che sia la strada che sceglieremo.”

    Se potessi addormentarmi qui e domani mattina svegliarmi, mettere il basto all’asino e andare alla vigna.
    Se potessi addormentarmi e svegliarmi, non soltanto con i polmoni sani, ma anche con la testa di un uomo normale, col cervello liberato da tutte le astrazioni.
    Se potessi rientrare nella vita reale e normale.
    Zappare, arare, seminare, raccogliere, guadagnarmi da vivere e la domenica parlare con gli altri uomini.
    Adempiere la Legge che dice: “tu ti guadagnerai la vita col sudore della fronte”.
    A rifletterci bene, forse l’origine delle mie angoscie è in questa infrazione all’antica Legge, nella mia abitudine di vivere tra i caffè, le biblioteche e gli alberghi, nell’aver rotto la catena che per secoli aveva legato i miei antenati alla terra.
    Forse mi sento un uomo fuori legge, non tanto perché contravvengo ai decreti arbitrari del partito al potere quanto perché sono fuori di quella più vecchia Legge che aveva stabilito : “tu ti guadagnerai da vivere col sudore della tua fronte”.
    Non sono più un contadino, ma neppure sono diventato un politico; mi è impossibile tornare alla terra, ma ancora più difficile tornare nel mondo immaginario in cui ho vissuto finora.

    Ignazio Silone, Vino e Pane, pp.124-125, Oscar Mondadori 1989

  4. mirkhond scrive:

    Il suo tradimento lo ha però pagato carissimo, col fratello Romolo, morto in carcere a 28 anni, per le sevizie subite dalla polizia fascista.

    • Grog scrive:

      E’ (Silone) un antesignano del PD e come tale va DEPIDDIZZATO, caca dubbi antisovietico peccato che avesse solo due piedi e non quattro per potersi accasare un poco ovunque.
      Grog! Grog! Grog!

  5. Francesco scrive:

    hanno fatto una legge, che permette di utilizzare i “rifiuti” alimentari dei supermercati, che sono ancora perfettamente buoni da mangiare, anche qui in Italia

    sulla spigolatura, mi associo a Miguel

    interessante come l’odio contro gli zingari sia potente e “naturale” nel popolo italiano, nutrito di leggende ridicole ma credutissime

    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ francesco

      “popolo italiano”

      Non hai visto i Polacchi. Al loro confronto, noi Italiani gli Zingari li portiamo in palmo di mano.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • mirkhond scrive:

        I Polacchi amano tanto battere sul loro ruolo di vittime, ma dimenticano facilmente quello di essere stati a loro volta degli oppressori.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ mirkhond

          Concordo.

          Quanto agli Zingari, i Polacchi dopo il 1945 cercarono a lungo di renderli sedentari all’interno della variante Polacca dei sovchoz, i PGR (Państwowe Gospodarstwo Rolne = “proprietà agraria statale”), senza successo. Il rifiuto Zingaro di restare sedentari è alla base di molto del disprezzo attuale dei Polacchi contro gli Zingari, considerati degli ingrati.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • mirkhond scrive:

            So che anche i Giudei erano odiati dai Polacchi.
            Ricordo molti anni fa, uno sceneggiato, Fuga da Sobibor, tratto da una storia vera, in cui un prigioniero giudeo, fuggito dal lager nazista venne poi ucciso da un contadino polacco.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ mirkhond

              La cosa tragica è che fino alla spartizione della Polonia alla fine del Settecento la Polonia stessa era stata un rifugio sicuro per gli Ebrei.

              Casimiro il Grande (Kazimierz Wielki) è ricordato persino dal personaggio nazista di ‘Schindler’s list’ come quello che garantì ospitalità agli Ebrei in fuga da altri Paesi come la Spagna.

              Più tardi, Stepan Batory fece degli Ebrei i suoi esattori delle tasse nei confronti dei sudditi di quella che di lì a poco sarebbe diventata la Repubblica dei Due Popoli (Rzeczpospolita Obojga Narodów).

              A Tykocin l’immensa sinagoga, simile in dimensioni al prospiciente duomo Barocco (ma senza statue, naturalmente) fu ricostruita a spese dello Stato dopo un incendio nel Seicento
              (https://pl.wikipedia.org/wiki/Plik:Tykocin_synagogue_fc01.jpg ).

              Dopo la Spartizione la musica cambia, anche perché la polizia Zarista – che faciliterà la diffusione dei famigerati Protocolli dei Savi di Sion – ha buon gioco a far passare gli Ebrei (molti dei quali ex esattori delle tasse…) come capri espiatori dell’oppressione.

              In quel periodo gli Ebrei dovevano vivere o in appositi shtetl (villaggi) situati lungo una sorta di fascia di rispetto lungo i confini orientali del Granducato di Varsavia, oppure nei ghetti di grandi città.

              Contemporaneamente i Polacchi passano sistematicamente da ‘cattivi’ anche nella grande letteratura Russa dell’epoca, dagli infingardi ufficiali de ‘I fratelli Karamazov’ ai nemici di ‘Taras Bul’ba’. Lo Zar passa da cattivo nella letteratura Polacca solo in allegoria, per ovvi motivi, come il Nerone del ‘Quo Vaids’ di Sienkiewicz. Ancora l’altro ieri leggevo su Repubblica di un famoso scrittore Russo partito volontario per combattere gli Ucraini nel Donbass identificare la guerra contro Kiev come riedizione della repressione Cosacca dei moti insurrezionali Polacchi del 1831, quelli de “L’ordine regna a Varsavia” e delle sonate di Chopin, intesi come tentativo Anglo-Francese-Polacco di conquistare l’Ucraina, una specie di riedizione della campagna Svedese finita alla Poltava… e non sto scherzando).

              Quasi centovent’anni di propaganda non sono passati invano. Nella Polonia indipendente degli anni Venti, sotto il regime autoritario della Sanacija la xenofobia raggiunge livelli tali che un futuro premio Nobel, Czeslaw Milosc, perde il posto perché di ascendenza Lituana presso la radio di Stato su suggerimento dell’ordine dei francescani (episodio narrato nella sua autobiografia, dove confessa di non essere mai riuscito ad andare ad Assisi). I Testimoni di Geova vengono emarginati. Gli Ebrei tirano avanti facendo vita assolutamente separata dagli altri, come sotto gli Zar. Ma il fatto che Trotskij ed altri capi bolscevichi siano Ebrei rafforza la ‘Judokomunija’, l’idea che l’Eterno Ebreo stia dietro un oscuro complotto che usa il Comunismo per distruggere la Polonia devota alla Santa Vergine di Chestochowa. L’idea è rafforzata dal fatto che a Bialystok gli Ebrei – non i Polacchi – andarono incontro col pane e col sale in segno di amicizia ai Sovietici che “liberavano” la città nel 1939 colpendo la Polonia alle spalle.

              Durante la seconda guerra mondiale, a Jedwabne un pogrom spontaneo, senza alcuna sollecitazione da parte nazista, porta mileseicento Ebrei a morire bruciati vivi in un granaio dato alle fiamme. Prima che le facessero sparire ed erigessero un piccolo monumento commemorativo a spese dello Stato di Israele, ho fatto in tempo a vedere le steli cimiteriali con lettere Ebraiche, steli spezzate e buttate in un rovo nella periferia del paese. Un lontano parente di mia moglie conosceva uno degli autori materiali del pogrom.

              La separazione fra Ebrei e Polacchi era talmente ovvia e naturale che persino le due fallite insurrezioni antinaziste a Varsavia sono avvenute separatamente e in momenti diversi, quella del Ghetto nel 1943 e una Polacca del 1944 (cosa spesso dimenticata qui da noi anche da gente competente).

              Dopo la guerra, nel 1945 si avrà un pogrom a Kielce contro gli Ebrei che volevano tornare alle loro case ma che furono scacciati da quei Polacchi che se erano impadroniti al grido di “E’ colpa vostra se i Tedeschi ci hanno invasi”.

              Il regime sovietico cancellerà formalmente l’antisemitismo fra gli orrori nazisti, salvo ricuperarlo ai tempi del terrore staliniano fino al 1953 nei vari processi per “cosmopolitismo” (in omaggio al noto antisemitismo personale di Stalin), segnatamente a carico di Ebrei.

              Nel 1968 si ha un’altra recrudescenza di processi per “cosmopolitismo” in occasione della reazione Sovietica ostile a Israele dopo la Guerra dei Sei Giorni; fu questa una delle accuse rivolte al primo segretario del partito, l’onesto Gomulka, quando fu defenestrato da Gierek due anni dopo.

              Nono si parla più di antisemitismo fin dopo la caduta del Muro. Alcuni partitini fanno battute antisemite nelle campagne elettorali degli anni della presidenza Walesa, ma vengono spernacchiati.

              Purtroppo oggi il governo del partito del Diritto e della Giustizia (Prawo i Sprawiedliwosc), con l’attivo supporto di Radio Maria e dell cosiddetto partito dei berretti di mohair (le beghine che riempiono le messe ad ogni ora del giorno) sta rinfocolando i vecchi fantasmi per puro scopo di potere cercando di creare un clima di caccia alle streghe. Mazowiecki, il vecchio amico di Walesa, se n’è dovuto andare fra sospetti di una sua pretesa ascendenza Ebraica. Un tentativo governativo di vietare qualunque forma di aborto è stato respinto dalla massiccia mobilitazione di quattro milioni di donne che sono scese per strada. La Judokommunija è qualcosa di cui si sente parlare spesso, anche se è ancora fuori dai salotti televisivi (un po’ come il nostro ‘quando c’era Lui i treni arrivavano in orario’). Preti paragonano nelle omelie domenicali la vittoria del 192o contro Trotzkij e Budiennyj (il “Miracolo della Vistola”) alla battaglia di Poitiers, “la difesa dei Valori Etermi della Polonia della Madonna Nera dalle orde dell’Asia”. I Musulmani vengono indicati come il nuovo male assoluto, dimenticando che in Polonia ci sono Musulmani autoctoni da quattrocento anni.

              Insomma, il fantasma, inoculato dagli Zaristi e fomentato dai demagoghi, è ancora lì, silente ma pronto a colpire.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

      • roberto scrive:

        e non avete mai sentito i rumeni….

        • mirkhond scrive:

          Sì, nei confronti degli Ungheresi.
          In quel caso però si tratta di una sorta di “vendetta” per il ruolo di dominanti della Transilvania da parte (non solo, ma soprattutto) ungherese nel 1437-1918 nei confronti dei Valacchi/Rumeni.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ roberto

          So che i Rumeni chiamano gli Zingari “cioarà”, cioè “corvi”.

          Quanto ai rapporti cogli Ungheresi… ho studiato Russo per quindici mesi con un’insegnante Moldava di Chisinau. Una volta, parlando della Transilvania, ebbe modo di sbottare “La Transilvania è in Romania e in Romania si parla Rumeno!”

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • mirkhond scrive:

            La Transilvania è oggi Romania, come il Kosovo oggi è albanese.
            I Valacchi in Transilvania sono stati gli ultimi ad arrivare.
            Questo però non giustifica certo l’Unione Fraterna o delle Tre Nazioni del 1437-1438, con le sue discriminazioni antivalacche.

  6. Andrea Di Vita scrive:

    @ martinez

    “LIDL Italia si dissocia”

    Anche i Rom sono possibili clienti. E di rado vale la pena lasciare che un cliente si senta offeso.

    Si racconta che negli anni Venti in Georgia (USA) il direttore di un supermercato convocasse tutti i capi-reparto per annunciare la prossima promozione. Riuniti tutti, tiro’ fuori un dollaro e disse. “Vedete questo dollaro? Daro’ la promozione a chi mi sapraà dire per primo se questo dollaro è stato pagato a una delle nsotre casse da una cliente bianca o da una cliente negra”.

    “La multinazionale ordina ai suoi subordinati di impedirglielo,”

    L’attività di riciclo dei rifiuti sarà verosimilmente riservata in esclusiva a qualche cooperativa, che avrà stipulato con Lidl un regolare contratto.

    Se come dice Bardi (un grande) il rifiuto è risorsa e se il cassonetto della rumenta non è su suolo pubblico ma rimane all’interno della proprietà della Lidl allora la rumenta è proprietà della Lidl e nessuno può portarsela via senza autorizzazione. Tale sottrazione è un furto, e i Rom hanno fin troppo la nomea di ladri.

    Nell’attuale economia il riciclo del rifiuto è motivato dal fatto che al rifiuto si può associare un valore di mercato: almeno idealmente, si passa dal pagare per sbarazzarsene al farsi pagare per sbarazzarsene.

    Quello che viene stigmatizzato nell’azione dei dipendenti Lidl non è l’avere fermato dei ladri, ma l’averli esposti come prede sconfitte alla gogna mediatica, un po’ come i Carabinieri che si facevano fare la foto col brigante fucilato o come facevano i cacciatori dei safari col leone abbattuto.

    Trattandosi di Rom e non di leoni, sa di samudaripen.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Andrea Di Vita

      “Quello che viene stigmatizzato nell’azione dei dipendenti Lidl non è l’avere fermato dei ladri, ma l’averli esposti come prede sconfitte alla gogna mediatica, ”

      E questa è esattamente la parte del tutto irrilevante ai Rom stessi.

      • Francesco scrive:

        mi tocca difendere i Rom, a me che sono cattivo costitutivamente … chiaro che la spigolatura è sempre stata un furto, tollerato e accettato dai padroni del fondo per un ampio senso di solidarietà

        poi le sceneggiate da poveri vittimi dei Rom mi scatenano la bestia interiore, come tutte le sceneggiate (sono uno di quelli che direbbero “e buttati rompicoglioni” e per questo sto zitto zitto)

        ciao

        • PinoMamet scrive:

          ” chiaro che la spigolatura è sempre stata un furto”

          assolutamente no.
          Ma caspita, cattolici, leggetevela la Bibbia ogni tanto!

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ PM

            Per me la ‘spigolatrice’ è sempre quella di Sapri, della poesia su Pisacane. Se non fosse stato per il Risorgimento, per me ‘spigolare’ rimaneva uno di quei termini utili a risolvere i problemi della Settimana Enigmistica.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Z. scrive:

              E “raspollare”, invece? Dai che non è male!

              PS: la vera soddisfazione è completare un cruciverba senza schema grazie all’inserimento decisivo della risposta PARTICELLACATASTALE

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “poi le sceneggiate da poveri vittimi dei Rom mi scatenano la bestia interiore”

          Credo che siano cose che vadano viste in un’ottica amorale.

          Vivo in un rudere, devo mantenere cinque figli (di cui due con la polmonite) e un marito ubriaco che mi prende a cinghiate quando torno a casa. Mio fratello è in galera, mia sorella ha una malattia terribile che probabilmente le è stata provocata da una maledizione della cugina, mentre l’altro fratello si è preso a coltellato con mio marito, che si è salvato solo perché avevo un amuleto che è costato duecento euro.

          Sono senza documenti, ma a un certo punto più che tenermi in un posto di polizia per qualche ora (che magari ci scappa pure da mangiare) non mi possono fare, visto che non ammazzo mai nessuno.

          C’è un posto dove c’è tanta roba, prendo quello che posso e probabilmente se prendo tra i rifiuti piuttosto che tra i banconi, c’è meno rischio che chiamino la polizia.

          Uno mi chiude dentro e allora urlo in modo da sconvolgere tutto il vicinato, magari qualcuno mi tira fuori.

          Non mi sembra una cosa così complicata.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            In un paese civile, quando una qualunque persona riscontra le cose che hai elencato tu:

            – i bambini malati li manda a curare in ospedale; se i genitori si oppongono, si toglie la patria potestà (abbiamo i giudici apposta)

            – il marito che prende a cinghiate la moglie viene (a) preso a cinghiate lui se si azzarda un’altra volta (soluzione illegale ma molto soddisfacente) (b) mandato in galera (soluzione legale ma costosa e temporanea)

            – il rudere viene abbattuto su ordine dell’ufficio di igiene; donna e bambini hanno una casa popolare e un sussidio, la cui spesa viene controllata dagli assistenti sociali.

            In un paese civile …. a tratti, come l’Italia (eufemismo) quanto meno si evita che i recipienti di rifiuti vengano saccheggiati senza alcun criterio di salvaguardia ambientale (gli avanzi che fine fanno? Sarò razzista, ma dubito che quelle Zingare buttassero i LORO scarti nella differenziata)

            In un paese incivile si tira dritto, si dice ‘poveracci’, e ci si scandalizza se qualcuno fa le foto al tutto, lasciando però che le Zingare svuotino i cassonetti.

            Sono forse io un positivista scientista coi baffi a manubrio in delirio overtoniano e fiducioso sostenitore delle istituzioni totali tanto invise a Foucault?

            Sì, e con entusiasmo.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Andrea

              “In un paese civile, quando una qualunque persona riscontra le cose che hai elencato tu:”

              Hai dipinto in modo perfetto l’incubo in cui vivono certe zingare, il terrore con cui si svegliano la notte, aspettando che

              – le rapiscano i bambini (questo veramente è il terrore di più o meno tutte le mamme zingare)
              – le arrestino il marito
              – abbattano il suo rudere e la rimandino per strada
              – non le permettano nemmeno di scavare tra i rifiuti

              e la costringano pure a pagare l’avvocato…

              Ci mancan solo i vampiri.

              Essere rinchiusi per cinque minuti nel gabbiotto non è nulla a confronto.

              Comunque, se mi posso permettere una frecciatina avvelenata, mi diverte sempre vedere come i progressisti che “difendono i Cittadini Rom contro i Razzisti”, appena si inizia ad approfondire, cominciano a dire le stesse che dicono appunto i razzisti.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sempre per Andrea

                ““In un paese civile, quando una qualunque persona riscontra le cose che hai elencato tu:””

                La tua Endlosung per la questione Rom, poi, pone un problema… sarebbe anche applicabile in Italia, nonostante folli urlanti perché si danno le case agli zingari.

                Ma che fai in un paese europeo come la Slovacchia, dove i Rom sono il 10% della popolazione?

                Il governo slovacco dovrebbe strappare alle famiglie il 10% dei bambini del paese (anche di più, visto il tasso di natalità) e metterli in orfanotrofi, mettere in galera il 10% dei maschi e regalare case popolari al 10% delle donne (senza uomini o bambini)?

                Mi sembrerebbe più umano ed economicamente fattibile espellerli tutti e mandarli in Italia.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              “incubo”

              Lo credo bene.

              Il modo di vivere che convenzionalmente si attribuisce agli Zingari – non so se poi tutti vivano davvero così – è incompatibile con la civiltà come la conosciamo.

              Il motivo è che la ‘civiltà’ (da ‘civis’, ‘cittadino’) è propria dei sedentari, mentre le radici del modo di vivere Zingaro affondano nel nomadismo.

              Non sono mica convinto che le due modalità di organizzazione umana possano convivere. L’idea stessa di Stato che abbiamo noi è incompatibile col nomadismo; da ciò nascono ad es, i tanti problemi dei Tuareg fra Algeria e Niger.
              Fu Toynbee a scrivere che la definitiva sconfitta del nomadismo era cominciata quando la conclusione della costruzione della Transiberiana aveva finito col tagliare l’immensa superficie dell’Eurasia in due. Gli Svedesi del primo dopoguerra hanno risolto il problema con una sotterranea sterilizzazione forzata, cosa oggi com’è noto difficilmente proponibile.

              Tornando al quotidiano: la Caritas a Genova ha messo vicino a casa mia delle apposite campane di plastica per depositare vestiti usati da lasciare ai bisognosi. Gli Zingari arrivano, rompono le campane e si prendono i vestiti. Alla lunga, a rimetterci (oltre al decoro dei marciapiedi dove gli Zingari lasciano la roba che non serve loro) sono i bisognosi che non vanno in giro a rompere le campane. La Caritas ha sostituito (anche dietro mia segnalazione telefonica) le campane rotte, ma ovviamente è solo questione di tempo perché quelle nuove facciano la stessa fine. Delle due l’una: o i poveri in questione si appostano e danno un fracco di legnate agli Zingari (pseudo giustizia fai da te ma efficace), o lo Stato si prende i bambini Zingari in modo da impartire loro un’educazione capace di sradicare la cultura Zingara alla radice (il che è legale ma è un etnocidio). Tertium non datur.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              Sì sono passato per la Slovacchia e in effetti sono rimasto colpito da quanti Zingari ci vivono.

              La domanda è: visto che sono talmente tanti che non possono mica rovistare tutti quanti fra i rifiuti, a quanti sono, qual’è la percentuale di Zingari che si comporta in modo incivile? La quantità diventa qualità: non possono mica passare la vita a prendersi i rifiuti l’un l’altro.

              Come ho scritto altrove, gli Svedesi a suo tempo avevano risolto il problema con un silenzioso programma di sterilizzazioni di massa, ma oggi tale metodo è difficilmente proponibile.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

          • PinoMamet scrive:

            Hai perfettamente ragione al contrario, Andrea.

            Cioè, lo Stato non dà una casa agli zingari;
            se osa metterli nelle graduatorie delle case popolari, apriti Cielo! protestano tutti, “prima gli italiani”.
            Idem per spese ospedaliere ecc. ecc.

            Però, non si sa come, il grosso problema, quello che fa incazzare la gente, è che due zingare rovistino tra la monnezza.
            Prodotta da altri: ma il “danno ambientale”, niente da fare, lo farebbero le zingare, “perché a loro volta non smaltiscono nella differenziata…”

            ragazzi, stiamo coi piedi per terra?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ pino mamet

              Infatti un paese civile è governato dagli oppositori di quelli che dicono ‘prima gli Italiani’.

              Conta il reddito (reale), non l’identità. Il reddito è ciò che si mangia, l’identità non si mangia. E l’essere umano è ciò che mangia.

              “Non di solo pane vive l’uomo”? Beh, intanto cominciamo da quello.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Andrea Di Vita

                “Conta il reddito (reale), non l’identità. Il reddito è ciò che si mangia, l’identità non si mangia. ”

                Però attenzione, anche dal punto di vista più “materiale”, uno Stato si immagina come una sorta di contratto sociale: lo Stato prende le tasse da tutti i contraenti e in cambio dà ai vari contraenti una serie di servizi (dal reparto nascite al reparto oncologico degli ospedali, con quello che sta in mezzo). E il contratto presuppone un rapporto durevole – tipicamente, lo Stato spende sull’istruzione per allevare contraenti che potranno pagare le pensioni agli attuali contraenti, ad esempio.

                E i soldi spesi dai contraenti dovrebbero servire per mantenere servizi per i contraenti stessi: pensiamo alla questione dei contribuenti austriaci che sono costretti a pagare l’autostrada e i costi dell’inquinamento (quindi anche ospedalieri) per chi transita dalla Germania in Italia e viceversa.

                Quindi “prima gli italiani” una certa logica “moderna” ce l’ha, che ha più a che vedere con il pane che con l’identità.

                Poi si possono fare anche altri ragionamenti – ad esempio, che il confine del contratto sarebbe tutta l’Europa, e quindi comprende Rom romeni e slovacchi, oppure che il giovane senegalese che lavora in fabbrica, anche se non è cittadino, contribuisce con le tasse al pagamento delle pensioni; ma siamo sempre dentro il contesto di “prima i contraenti”.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              “contraenti”

              Esattamente.

              La differenza oggi fra ‘destra’ e ‘sinistra’ in politica, nonostante tutte le ciance sul fatto che non vi sarebbe più una differenza (ciance che lascio a casapound) sta proprio nello stabilire chi sia contraente e chi no.

              La sinistra si basa sul principio di ‘inclusione’: è contraente chi soddisfa un minimo di requisiti comuni (a seconda delle versioni, dall’essere nato qui a lavorare qui solo da cinque anni,… e così via generalizzando fino a comprendere l’intera specie umana).

              La destra si basa su principio di ‘esclusione’: è contraente solo chi diciamo noi, gli altri fuori dalle balle e li aiutimao semmai a casa loro. A seconda delle versioni Ci si restringe dai melaninodeficienti ai Cristiani agli Europei ai Padani ai Padani ariani… fino ad arrivare al biliardo di casa mia). C’era tanti anni fa un bel monologo di Bramieri che dimostrava a furia di sillogismi come la Vera Unione Europea aveva un territorio limitato appunto al biliardo del suo salotto.

              Molto grosso modo, e me ne perdoni Grog 🙂 , i vari provvedimenti del PD, i discorsi della Boldrini, le omelie di papa Francesco, la canzone di Jovannotti sulla ‘grande Chiesa che va da Luther King a Madre Teresa’ vanno tutti nella direzione dell’ “inclusione”.

              Invece i decreti di Trump, i comizi di Salvini, le urla grulline (che ‘escludono gli avversari, tutti servi della Casta), gli atricoli de Il Foglio e di Libero, i post di Blondet vanno tutti nella direzione dell’ “esclusione”.

              Nella direzione dell’ “inclusione” conta ovviamente solamente il non rifiutare l’inclusione stessa (con l’ISIS non funziona, con gli Zingari neanche). Conta quindi non chi si è, ma quello che si fa. Siccome persone diverse possono benissimo fare cose simili, nell’approccio dell’ “inclusione” le differenze fra individui sono poste in secondo piano rispetto alle somiglianze, si esalta il “dialogo”: conta il Noi.

              Nella direzione dell’ “esclusione” conta chi sono io e chi sei tu, amici cari ma ciascuno a casa propria, patti chiari e amicizia lunga, ti aiuto a casa tua ma te ne resti dove sei,… In tale direzione conta chi sono, non quello che faccio: posso saltare su una bomba dell’ISIS come te, ma se sono Musulmano e tu sei Cattolico io sarò sempre in qualche modo più vicino al bombarolo di quanto lo sia tu. Possiamo fare le stesse cose, lavorare allo stesso modo, morire pure allo stesso modo, ma io sono fuori e tu se dentro. Conta l’ “Io”, non il “Noi”.

              La differenza fra le diverse accentazioni di “Io” e “Noi” in ‘destra’ e ‘sinistra’ l’ha evidenziata Norberto Bobbio, e dà origine a famiglie di risposte completamente differenti alla domanda: come si stabilisce chi è il contraente de patto sociale?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Andrea,
              “Il modo di vivere che convenzionalmente si attribuisce agli Zingari – non so se poi tutti vivano davvero così – è incompatibile con la civiltà come la conosciamo. ”

              Lasciami dire in tutta franchezza:
              tanto peggio per la civiltà come la conosciamo.
              Ammesso che ciò che noi conosciamo abbia una qualche parentela con la civiltà.

            • Z. scrive:

              Ragazzi,

              il “contratto sociale”, o patto sociale, è quello sottoscritto da chi costituisce una società. Una società commerciale. Di quelle che servono a fare gli sghei, per capirsi.

              Usato in qualsiasi altra accezione è un’impostura retorica che dovremmo lasciare ai giusnaturalisti dell’Antico regime.

              Il potere dello stato è autoritativo: alle sue leggi non si obbedisce perché hai sottoscritto un qualche patto, si obbedisce perché sì. La pena non consegue alla violazione di un patto liberamente sottoscritto, ma ad un’imposizione dall’ alto che ci vincola e ci bastona indipendentemente dalla nostra volontà.

            • PinoMamet scrive:

              “Il potere dello stato è autoritativo: alle sue leggi non si obbedisce perché hai sottoscritto un qualche patto, si obbedisce perché sì.”

              Detta così, qualunque persona che abbia un minimo di stima di sè stessa non può non uscire di casa subito e trasgredire la prima legge che trova.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Pino, fammi capire: ti disturba veramente così tanto l’esistenza di regole non scritte da te? Ma quindi gli studenti a scuola dovrebbero sfumacchiare in faccia al professore durante l’interrogazione, devastare i bagni e prendere a picconate i banchi e bruciare i registri?

            • Peucezio scrive:

              Z.
              “Il potere dello stato è autoritativo: alle sue leggi non si obbedisce perché hai sottoscritto un qualche patto, si obbedisce perché sì”

              Certo, si obbedisce perché lo stato ha il monopolio della forza.
              Questo in teoria.
              In realtà sappiamo che se un poliziotto spara a un delinquente, finisce nei guai.
              Quindi lo stato perseguita il suo braccio armato, quello che ha materialmente il compito di far valere il monopolio della forza.
              In questo sesno il discorso della contrattualità ha un suo senso: chi è completamente fuori dalle regole ha una sua forma di tutela, mentre chi ha accettato un relativo livello d’integrazione è passibile di subire gli aspetti più odiosi e vessatori del monopolio della forza, perché deve pagare avvocati, ecc.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “chi è completamente fuori dalle regole ha una sua forma di tutela, mentre chi ha accettato un relativo livello d’integrazione è passibile di subire gli aspetti più odiosi e vessatori del monopolio della forza, perché deve pagare avvocati, ecc.”

                Hai detto una cosa verissima, anche se è solo parte della verità.

                Esistono delle soglie di legalità.

                Diciamo che se vivi “contro” la legalità in Italia, in genere finisci male: spari a qualcuno, compi uno stupro davanti a testimoni ecc.

                Ma se vivi appena “sotto” la legalità, butti nel camino le multe e così via, puoi sopravvivere benissimo. Ma attenzione, dopo sei rovinato per tutto quel che è la vita “normale”.

                Come quel tale che fu sorpreso per strada dalla polizia mentre faceva la pipì. Zero conseguenze immediate, solo che dopo gli tolsero la cattedra che aveva vinto in un concorso, perché aveva precedenti penali (o qualcosa del genere, Moi e Z ci spiegheranno meglio come andò la faccenda).

                A mano a mano che la società diventa più “tollerante” diventa anche più controllata, e non sfugge più nulla.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              è un discorso che non regge: l’adulto è adulto e come tale è autonomo, mentre il bambino o il ragazzo è per sua natura soggetto a potestà altrui.
              Si potrebbe obiettare a ragione che anche l’adulto spessissimo è inconsapevole e va guidato.
              Ma allora questo vale anche per gli apparati dello stato, che sono formati da una massa di cazzoni identici agli altri cazzoni che si vedono in giro per strada e che fanno danni. Quindi i cazzoni dello stato non hanno una particolare legittimità nell’esercitare una forma di autorità unilaterale sugli altri cazzoni.

            • Z. scrive:

              Peucezio,
              non ho capito la tua tesi. Il fatto che anche un agente di PS sia soggetto alla legge significa che tutti gli italiani avrebbero “sottoscritto un contratto”? E perché mai?

              Pino,
              per fortuna quello che descrivi non è un atteggiamento così comune! Detto questo, bada, è anche per questo che secondo me l’impostura del contratto va denunciata. Perché è anche – non solo, ma anche – un tentativo rozzo e incolto di colpevolizzare il dissenso e di escludere il dissidente.

            • Z. scrive:

              Mi spiego meglio.

              Se io ricevo certi diritti in base ad un patto (che chissà chi avrebbe sottoscritto chissà quando con chissà quale procura), allora appena lo stato dichiara che ho violato il patto ne verrò privato. Se invece li ho e basta, beh, li ho e basta.

              Se i doveri che ho ce li ho perché li ho pattuiti, peggio per me: sono io che li ho voluti. Se ce li ho perché mi sono stati imposti, magari contro la mia volontà, sarà più difficile negarmi il diritto di difesa.

              La bugia del “patto”, per come la vedo io, serve a due cose:

              – da un lato, a permettere a chi vuol farsi i suoi comodi di farli, denunciandone la violazione da parte altrui;
              – dall’ altro, e peggio ancora, a giustificare gli abusi contro gli esclusi a qualsiasi titolo, dicendo che “se la sono cercata”.

            • PinoMamet scrive:

              “Pino, fammi capire: ti disturba veramente così tanto l’esistenza di regole non scritte da te? ”

              1- sì.
              2- sì.
              3-anche
              ….

              1.250, all’incirca: io posso capire benissimo un ragionamento tipo “esiste un tacito patto per cui io non faccio danni al mio vicino (o a uno sconosciuto) e lui non ne fa a me, e per comodità questo patto, invece che tacito, lo scriviamo su un pezzo di carta che chiamiamo leggi dello Stato”

              al contrario “Tu denuncerai il venditore abusivo di bibite in stazione perché te lo ordina un’entitù sovrumana chiamata LoStato” lo prendo automaticamente come un invito a delinquere.

              PS
              Ripeto per l’ennesima volta: ho tuttora parenti stretti in carcere. Per omicidio.
              Quindi non cagatemi il cazzo con “i discorsi astratti” e “il culo degli altri”.

            • Peucezio scrive:

              “Peucezio,
              non ho capito la tua tesi. Il fatto che anche un agente di PS sia soggetto alla legge significa che tutti gli italiani avrebbero “sottoscritto un contratto”? E perché mai?”

              La forza coattiva della legge È la legge, quindi non può essere sottoposta alla legge, se non nel senso che deve farla eseguire, non che deve limitarla.

              La contrattualità, sia pure parziale, è un dato di fatto.
              Se io abito in un paese della Sicilia e subisco un torto, posso denunciare il colpevole oppure posso andare dal padrino del posto. Va da sé che il padrino è molto più efficiente, anche se il costo per me sarà molto maggiore in ogni senso.
              In ogni caso sta a me la scelta.

              Comunque, Z., è strano.
              Mi stai dicendo che ti collochi fuori da una visione liberale. Puoi immaginare quanto possa essere legato io a una visione del genere, ma nel tuo caso è un po’ diverso: se non ti appigli al liberalismo, a che cavolo di appigli?

            • Z. scrive:

              Pino,

              io la vedo al contrario: per me dirmi “hai firmato un patto” significa dirmi che la legge che mi obbliga alla delazione contro gli ambulanti l’ho voluta io.

              Mentre io non ho sottoscritto un tubo, né tacitamente né espressamente.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              anche l’esecuzione coattiva di un provvedimento soggiace alla legge, come credo tu possa immaginare.

              Rivolgersi ai CC per sporgere denuncia non assomiglia a un contratto nemmeno un po’: semplificando, tu denunci un fatto, loro notiziano il PM, il PM indaga e decide.

              Di padrini non mi intendo 🙂

              Perché la mia visione sarebbe illiberale?

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Z

              “Il potere dello Stato è autoritativo”.

              Penso ciò derivi dal fatto che lo Stato moderno in Europa discende, tutto considerato, da quello d’Antico Regime, fondato sull’esercizio del Potere legittimato da Dio, e quindi necessariamente autoritario e pervasivo nei fini (si pensi all’Impero universale come “struttura unitaria del genere umano” a immagine del Regno di Dio): che poi, nei fatti, lo Stato d’Antico Regime fosse ben lontano dal riuscire ad esercitare un controllo pervasivo, penso lo si debba principalmente alla limitatezza degli strumenti a disposizione. Penso che lo Stato liberale (e poi democratico) moderno, in fondo, non sia che il tentativo parzialmente riuscito di ricavare spazi di libertà ed uguaglianza a partire da un’organizzazione sociale essenzialmente autoritaria e gerarchica, no?

            • Peucezio scrive:

              Z.

              perché se fondi il potere dello stato non su un libero contratto, ma su un’autorità metafisica, che trova in sé la sua giustificazione unilaterale e non è sottoposta a nessuna negoziazione , mi spiace ma non sei liberale, ma assolutista.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              la bugia del contratto serve appunto a far digerire l’oppressione e la coercizione a chi le deve subire. Così almeno la vedo io: non mi risulta di aver mai firmato contratti di società, infatti.

              Quando esprimo questa opinione generalmente mi accusano di essere anarchico, nichilista o cose simili. Non condivido, ma posso capire. Immagino che un anarchico o un nichilista possano ben partire dalle stesse premesse.

              Ma “assolutista”?

            • Peucezio scrive:

              Stai dicendo che l’autorità dello stato è tale “perché sì”, che non si discute, che non soggiace ad alcuna negoziazione.
              Più assolutista di così!
              Anche proprio in senso etimologico, oltre che sostanziale: cioè è ab-soluta, non soggiace ad altro e trova in sé la sua ragione, non è un patto fra volontà.

              Poi tu sostieni che tutto ciò sul paino pratico serva a tutelare i più deboli.
              Però mi sembra un po’ paternalistica come concezione: comando io, altrimenti tu ti fai male!
              D’accordo, forse hai anche ragione. Ma assolutista lo sei eccome!

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Stai dicendo che l’autorità dello stato è tale “perché sì”, che non si discute, che non soggiace ad alcuna negoziazione.”

                Guarda che per una volta sono pienamente d’accordo con Z.

                E’ proprio così.

                E credo che ogni dispositivo umano sia così, e non può essere diversamente.

                Apprezzo che anche Z lo riconosca.

            • Peucezio scrive:

              Mah, nel Medioevo non era così.
              Ogni gruppo aveva il suo diritto e lo applicava al suo interno.
              Il resto era contrattuale.
              E anche all’interno la concezione del diritto non era stato vs cittadino. Infatti anche il diritto penale era interpretato in senso privatistico. Ti perdono, perché hai ucciso mio fratello, mi hai risarcito, sei a posto.
              Poi potevano esserci grandi dislivelli di forza e allora subivi l’arbitrio di un nobile o un re (cioè un feudatario più forte) molto più potente di te. Se diventavi più potente di lui, gli rendevi il servigio.

              Secondo me rischiamo di universalizzare il contingente.
              Il concetto moderno dello stato, soprattutto in Italia, ma un po’ in tutto il mondo, è figlio del giacobinismo francese, la Rèvolution, il Codice Napoleone.
              Tutte cose peraltro che non ci sarebbero state senza aver avuto prima il re Sole, l’assolutismo francese, ecc.
              Lo stato come istanza sovrana superiore a tutti gli individui, che ha la sua legittimità in sé, non in questi ultimi.
              E’ uno dei possibili modi di organizzarsi della società. Non l’unico.

  7. mirkhond scrive:

    “caca dubbi antisovietico”

    Dall’articolo di Ugo Bardi, sovracitato da Miguel:

    “Al tempo di Stalin, in Unione Sovietica, ti sparavano sul posto se venivi sorpreso a spigolare.”

  8. roberto scrive:

    Miguel
    avevo capito cosa facevano le rom in mezzo ai rifiuti di Lidl.

    per quanto riguarda l’interessante articolo di bardi sui rifiuti ferrosi, non sarebbe male fermarsi a riflettere su “perché” il legislatore (europeo e nazionale) si è occupato di questa cosa. infatti, come sempre ogni legge o ogni obbbligo burocratico si può criticare e tutto può essere fatto meglio, ma credo che sia necessario capire perché una certa cosa viene fatta

    troverai in rete mille cose, ma bisogna partire da due considerazioni
    1. i rottami ferrosi sono riciclabili al 100%, sono una risorsa importante per l’industria siderurgica e partendo da quest’idea non sono “rifiuti” (c’è a proposito un regolamento ue, 333 del 2011)
    2. tutto quello che c’è intorno al rottame ferroso non è detto che sia riciclabile e non puoi buttarlo in mezzo ai campi. prendi una lavatrice, togli le parti metalliche ed il resto che fai? lo butti nell’arno? lo lasci in un campo? lo bruci all’aria libera? ecco che il legislatore (italiano stavolta) mette delle regole all’attività di raccolta

    http://www.bartolinistudiolegale.com/varie/rottami-ferrosi-divieto-dacquisto-dai-privati.php

    http://www.riciclanews.it/normative/collegato-ambientale-rottami-ferrosi_4250.html

    • PinoMamet scrive:

      Roberto

      come vuoi, però ricordiamoci che in una società agricola il grano era ancora più necessario e vitale del ferro in una società industriale.
      Non era un rifiuto.

      Ciò nonostante, ecco, la spigolatura era permessa…

      così, giusto per ricordare.

      Non credo che la politica industriale dell’Unione Europea andrà in rovina perché gli zingari hanno preso una vecchia bici o una vecchia poltrona, ecco 😉

      • Roberto scrive:

        La differenza è che come spiega bardi il grano raccolto dalle spigolatrici sarebbe stato perduto senza le spigolatrici, i rifiuti ferrosi verrebbero raccolti e venduti da qualcun altro.
        Senza dimenticare il punto 2. Il grano abbandonato su un campo si degrada, il copertone della bicicletta no

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma no: a Roma gli zingari fondono i metalli e la plastica insieme e il problema lo risolvono. E così non serve nemmeno l’inceneritore, visto che ad incenerire senza filtri e senza smaltimento regolare per le ceneri ci pensano loro aggratis 😀

      • PinoMamet scrive:

        Le cose stanno proprio al contrario, Roberto:

        il grano sarebbe stato raccolto dal proprietario (vedi anche esempio del covone dimenticato, mio altro intervento) mentre la bici scassa, Europa o non Europa, rimarrebbe lì a marcire.

        Peraltro è da discutere il fatto che lo zingaro debba raccogliere solo il ferro della bici e non anche il copertone e metterci una bella pezza se necessario…
        mi sembra che stai parlando di esempi disincarnati e fittizi.
        Stiamo reali, diceva qualcuno 😉

        • Roberto scrive:

          Ok, allora per stare reali ti invito a rispondere alle domande che faccio più sotto parlando della signora che raccoglie la sedia.

        • Roberto scrive:

          Scusa pino, dammi tregua con l’Europa.

          Non ne sto parlando, non mi sembra utile metterla in mezzo in ogni discussione tipo la boldrini per moi (ho solo citato il regolamento per dire da dove viene questa cosa, poi il resto sono leggi italiane)

          • PinoMamet scrive:

            Ehm…

            “non sarebbe male fermarsi a riflettere su “perché” il legislatore ( europeo e nazionale)”

            dacci tregua tu, e noi seguiremo.

          • roberto scrive:

            ok allora riformulo

            “non sarebbe male fermarsi a riflettere su “perché” degli stronzi si sono occupati di questa cosa”

            la tua risposta è “per rompere le palle agli zingari”

            ok, sarà per quello e lascio perdere….

            • Francesco scrive:

              basta che poi non si lamenti per le megadiscariche alla cazzo di cane della camorra, però!

            • PinoMamet scrive:

              1- cosa c’entra? semmai il metodo dei “raccoglitori” citato da Bardi limiterebbe le discariche, comunque il legame tra i due argomenti mi sembra molto molto vago…

              2-mai parlato di megadiscariche e di camorra. Mi hai scambiato per Saviano?
              Io vedo semmai che da queste parti ci sono delle “efficientissime” discariche (o mamma mia, molto meglio che lasciare che gli zingari si freghino una poltroncina! Lì ne puoi trovare quante vuoi, per non parlare di computer e televisori, anche perfettamente funzionanti) e e molta gente che ha piantato una sceneggiata perché non volevano un inceneritore, mentre ce n’era un altro in funzione a poche decine di chilometri, ma si sa che occhio non vede…

            • Francesco scrive:

              Pino

              quando lasci che le leggi non contino, addirittura con toni da leghista incazzato e infastidito, mica puoi esimerti dalle conseguenze dell’illegalità

              che sono peggiori di una sedia rattoppata nella baracca di una famiglia Rom

            • PinoMamet scrive:

              Il tono da leghista incazzato e infastidito è il tuo (e in questo caso anche di Roberto).

              Quando lasci che le leggi contino più delle persone, sei un totalitario (direi “fascista” ma è troppo vago e quasi un complimento…. i fascisti a volte erano più umani).

            • Francesco scrive:

              Pino

              tu non sei di Milano vero?

              perchè mi sa che questo spiega moltissimo

              ciao

              PS e sì, noi siamo decisamente migliori del resto della penisola baciata dal sole e dal mare 🙂

            • PinoMamet scrive:

              Per carità eviterò di rispondere su Milano e milanesi.

  9. roberto scrive:

    aggiungo che alcune esperienze più fortunate rispetto a quella di cui ci parla bardi sembrano possibili

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/27/consorzio-soci-italiani-rom-sinti-facciamo-insieme-raccolta-metalli/1448991/

    (interessanti come al solito i commenti.
    lo zingaro non lavora? malissimo lo manteniamo noi o ruba!
    lo zingaro lavora? malissimo c’è qualcosa di losco e lasciamo il lavoro agli italiani!)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/27/consorzio-soci-italiani-rom-sinti-facciamo-insieme-raccolta-metalli/1448991/”

      E’ un bellissimo esempio, almeno a sentire i promotori (e considerando che dura da appena un anno), comunque tra le persone citate, vedo un Sinto e (mi sembra dal cognome) una Gurbeta.

      Che non sono esattamente rappresentativi della media degli “zingari”.

  10. mirkhond scrive:

    “no intendevo “rumeni nei confronti dei rom” ”

    Conoscevo una signora rom, che mi disse che lei preferiva la Romania di Ceausescu, perché potevano loro Rom, avere la legna per l’inverno gratis, mentre oggi la devono pagare.
    E l’inverno in Romania non è come qui a Bari…….

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “Conoscevo una signora rom, che mi disse che lei preferiva la Romania di Ceausescu, perché potevano loro Rom, avere la legna per l’inverno gratis, mentre oggi la devono pagare.”

      Esatto.

      I Gagè stanno a discutere delle leggi, dei contratti, della proprietà, dei diritti umani, della “gogna”, del “razzismo”, delle “regole”, del “comunismo”, della “economia di mercato”, della “cattiveria dei dittatori”.

      I Rom pensano alla legna.

      Il re buono te la dà, il re cattivo ti sbatte in galera se la tocchi.

      E’ la mentalità “nostra” (come acutamente sottolinea Mirkhond) in un altro commento a essere strana e incomprensibile alle persone normali.

      Questa è l’incolmabile differenza tra Rom e Gagè.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Il re buono te la dà, il re cattivo ti sbatte in galera se la tocchi.

        Mi pare che sia il ragionamento dell’elettore medio: se l’economia va bene vota il Re, altrimenti se la prende con lui. Togli economia e metti tasse basse, bel tempo, raccolti buoni, posti di lavoro o quello che preferisci.

        • PinoMamet scrive:

          Mmmm

          a me pare di no, insomma: l’elettore medio vota Il Tal Partito perché l’ideologia è quella giusta, il “programma è efficiente”, lo ha sempre votato nonno, non lo ha mai votato nonno, Il Presidente è così simpatico, L’Altro Partito sono tutti idioti, “al governo ci deve andare gente capace”, “è vero sono un po’ ladri ma almeno sanno governare”, “è vero non sanno governare m,a almeno non sono ladri”…

          e soprattutto vota .

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Prendi la parabola di Zapatero, col vento in poppa finché l’economia ha tirato e poi crollato insieme al PIL spagnolo.

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            infatti.
            Basta vedere il referendum.
            Indipendentemente dal merito, la gente è andata in culo a Renzi, mica a pensato al proprio portafoglio.

        • Francesco scrive:

          passi per la palese stupidità di votare il governo nelle fasi positive del ciclo e l’opposizione in quelle recessive, che porta ad accumulare debito pubblico

          ma almeno le tasse sono veramente un tema politico!

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Cioè tu dici che votare il governo nazionale che grazie alla congiuntura economica e/o alla delega di spese agli enti locali taglia l’IRPEF sia una decisione politico-economica dell’elettore?

            • Francesco scrive:

              spero che il taglio delle tasse sia un tema politico, su cui discutere tra posizioni contrapposte

              votare perchè c’è carestia o siccità o le orde mongole o hai perso ai rigori la finale, invece, è stupido

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Certo che può essere un tema politico. Anche le orde mongole possono esserlo, se affrontate razionalmente.
              Ma i due argomenti incidono sul voto irrazionalmente.

  11. roberto scrive:

    aggiungo

    “Processi che dovrebbero essere il risultato dell’auto-organizzazione in direzione della massima efficienza e che potremmo chiamare “spigolatura urbana” o “spigolatura industriale”.

    immaginiamo le due signore sfortunate protagoniste della vicenda lidl, e le immagino completamente “auto-organizzate”

    trovano una sedia da ufficio rotta.
    la prendono e se la portano a casa.
    a casa separano le parti metalliche dal resto, ed il resto (plastica) che ne fanno?
    lo riportano da lidl? lo portano alla discarica? lo bruciano? lo abbandonano da qualche parte?

    siamo sicuri che questa sia “massima efficienza”?

    • Zhong scrive:

      Concordo con Roberto.

      Premesso che il razzismo e’ una cosa schifosa.

      Mi chiedo se con il discorso che i Rom hanno i loro modi non si rischia di rientrare nella retorica che gli intoccabili sono “fortunati” perche’ sono i figli prediletti di Dio?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Zhong

        “Mi chiedo se con il discorso che i Rom hanno i loro modi non si rischia di rientrare nella retorica che gli intoccabili sono “fortunati” perche’ sono i figli prediletti di Dio?”

        No. Rientra nel discorso che i Rom hanno i loro modi, punto e basta e senza retorica.

        • Zhong scrive:

          “No. Rientra nel discorso che i Rom hanno i loro modi, punto e basta e senza retorica.”

          Ah OK ..cosi’ e’ piu’ chiaro! 😀

    • PinoMamet scrive:

      Siamo sicuri che sia “massima efficienza” lasciare la sedia a marcire tutta intera?

    • PinoMamet scrive:

      Peraltro, dai per scontato che la sedia sia raccolta per riciclare il “preziosissimo” materiale ferroso.

      Ho dato un’occhiata ai tuoi link, e in realtà a me pare, considerato le esenzioni concesse, che la faccenda della “preziosità” dei rifiuti metallici sia una grossissima PALLA e che lo scopo ultimo sia semplicemente quello di rompere le palle agli zingari.
      Posso sbagliarmi, ma altrimenti non si vedrebbe il senso di questa deroga:

      La norma prevede una deroga al regime generale dei rifiuti prevedendo che i soggetti che svolgono l’attività di raccolta e trasporto di rifiuti in forma ambulante, se abilitati allo svolgimento della attività medesima e limitatamente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio, l’esenzione dall’obbligo della comunicazione al catasto dei riufiuti ( art. 189 D.Lgs 152/06), della tenuta del registro di carico e scarico ( art. 190 D.Lgs 152/60), della tenuta e compilazione del F.I.R. ( art. 193 D.Lgs 152/06), dall’iscrizione all’Albo Nazione Gestori Ambientali ( art. 212 D.Lgs 152/06).

      Già si noti che la norma di cui sopra sottolinea il fatto che i rifiuti debbano essere oggetto del proprio commercio escludendo già di per sé l’ambulante che va in giro a procurarsi gli stessi per poi rivenderli.

      Tale deroga, si badi bene, è sempre stata limitata alle sole ipotesi in cui sia effettivamente applicabile la disciplina sul commercio ambulante[1] di cui al D.Lgs 114/98 e cioè a quelle attività che esercitano la vendita su aree pubbliche e al dettaglio verso un generico pubblico di consumatori finali: i c.d. “robivecchi”.

      • roberto scrive:

        “Peraltro, dai per scontato che la sedia sia raccolta per riciclare il “preziosissimo” materiale ferroso”

        sant’iddio stiamo parlando di raccolta di ferrivecchi!!!

        • PinoMamet scrive:

          stai parlando di raccolta di ferrivecchi, io sto parlando di (cito):
          “i dipendenti della Lidl di Follonica che hanno sorpreso due donne Rom a frugare tra i rifiuti”

          Partendo da questo episodio tu immagini che lo scopo di questa raccolta debba inevitabilmente essere “rubare” all’industria italiana del prezioso metallo, e citi leggi a protezione del medesimo;
          poi ti impunti a chiedere (e qui, scusami, ma finiamo davvero nell’assurdo) che fine farebbe l’imbottitura (da te immaginata) di plastica (secondo te) della poltrona (da te immaginata) di cui gli zingari avrebbero (secondo te) riciclato le parti metalliche, per cui risulterebbe che allora sarebbe meglio lasciarla tutta intera nell’angolo dei rifiuti piuttosto che inquinare tutto, orrore, lasciando la sola copertura di plastica…

          scusami Roberto, ma poi ve la prendte (tu e Z. ,che stavolta però non c’entra) quando vi si dice che voi difendete l’ordine costituito, sempre e comunque, senza se e senza me.
          Se c’è una legge, a voi piace ed è buona e giusta;
          il deviante, anche minimo, anzi, specialmente minimo, ha sempre torto.

          Poi uno dice Pangloss e il migliore dei mondi possibili…

          • Z. scrive:

            Pino,

            sai quanto ti voglio bene, ma se non c’entro perché mi tiri in mezzo – con citazioni da ginnasiale e fuori contesto, per giunta? 🙂

            • PinoMamet scrive:

              Ma certo, è come con il latino: qualunque frase in latino che ti dia torto (il che è molto semplice) è “latinetto” ed è “fascista”, è così che funziona, no?

            • Z. scrive:

              Pino, sei arrabbiato con me? dici che non c’entro, poi mi tiri in mezzo, poi dici che baro (?), poi dici che qualcosa mi da torto e mi rinfacci una parafrasi scherzosa di un testo di Silvestri!

              Non ho neppure capito su cosa la pensi diversamente da me. Ma soprattutto non ho capito perché te la prendi.

              Cosa ti ho fatto?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      ” casa separano le parti metalliche dal resto, ed il resto (plastica) che ne fanno?”

      La tua domanda è sensata. Infatti un’eventuale cooperativa dovrebbe vegliare su questo, non sulla correttezza della documentazione.

      • Francesco scrive:

        e non SOLO sulla correttezza della documentazione

        perchè mica possiamo fidarci sempre sulla parola, temo

        quindi vorrei sapere per davvero dova va a finire lo schifossissimo toner usato, per fare un esempio

        ciao

  12. PinoMamet scrive:

    Tra le spigolatrici bibliche ricordiamo Ruth, moabita (quindi straniera) e nonna di re David.
    Non si deve neppure mettere un limite all'”angolo” del campo (anche in senso figurato) in cui è permesso spigolare, né su deve tornare indietro a raccogliere il covone dimenticato, che è di proprietà dei poveri.
    La sapienza popolare emiliana, forse raccogliendo suggestioni bibliche, o di buon senso, chiosava: “Quello che è nei campi è di Dio e dei santi”.

  13. Miguel Martinez scrive:

    Comunque gli str… non infieriscono solo sugli zingari.

    La Unicoop di Firenze ha fatto sapere informalmente a tutti i dipendenti che non c’era problema a frugare nella “gabbia dei rotti” per vedere se c’era qualcosa di utile, e ci ha messo un cartello con sopra scritto “merce rotta e non in vendita”.

    Poi ci ha messo le telecamere nascoste.

    Poi ha denunciato e licenziato 27 lavoratori, accusati di “furto”.

    Per fortuna, un magistrato non succube ha costretto la Unicoop a reintegrarli e pure a chiedere scusa.

    Ma all’italiano progressista medio, il fatto (idiota) di chiudere per due minuti qualcuno nel gabbiotto e filmare (idiotamente) è considerato peggio che denunciare e licenziare qualcuno che poi magari si trova per strada non potendo più pagare il mutuo, costrigendolo pure a subire anni di processi e appelli e burocrazia.

    I cattivi sono sempre e solo i piccoli (dipendenti zelanti o zingari, poco importa). Che magari sono cattivi davvero, ma la loro cattiveria è nulla rispetto alla cattiveria di quelli che hanno uno studio di avvocati alle spalle.

    • Francesco scrive:

      scusa ma la storia manca di un movente: perchè la Unicoop si sarebbe preoccupata di cacciare 27 dipendenti?

      su quanti in totale?

      non voglio difenderli ma mi sembra che non stia in piedi

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ne assume 27 a tutele calanti…

        • Francesco scrive:

          ma è una Coop, non possono già fare quello che vogliono dei dipendenti?

          poi se cacci 27 persone su 50? 60? in ogni caso ti fai un bel casino all’interno, a meno di essere la mafia

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “ma è una Coop, non possono già fare quello che vogliono dei dipendenti?”

            non capisco la frase.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            ma è una Coop, non possono già fare quello che vogliono dei dipendenti?

            No.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “ma è una Coop, non possono già fare quello che vogliono dei dipendenti?

              No.”

              Ripeto che non mi è chiara la domanda, comunque una cooperativa è una società come le altre, con i suoi proprietari (i soci), i suoi dipendenti retribuiti e trattati come in qualunque altra società e i suoi dirigenti, in genere reclutati fuori dalla cooperativa stessa.

              I dipendenti immagino possano casualmente anche essere soci, come centinaia di miglaia di italiani (solo nelle Organizzazioni di Volontariato è vietato retribuire i soci), ma questo non dovrebbe aver alcun effetto sul loro posto di lavoro.

              Ciò che distingue la cooperativa è che gli avanzi di gestione dovrebbero essere reinvestiti e non ripartiti (non mancano le escamotage in materia che permettono praticamente di ripartire gli utili lo stesso).

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “perchè la Unicoop si sarebbe preoccupata di cacciare 27 dipendenti?”

        Non lo so, se vuoi approfondire cerca su Google unicoop gabbia dei rotti, ci sono molti articoli.

  14. Miguel Martinez scrive:

    Sulla malvagità della Unicoop, la dice bene l’avvocato che difese i licenziati:

    http://lavoratori-unicoop.blogspot.it/2009/03/accusati-di-furto-e-poi-assolti-in-12.html

    “”Presa visione dei filmati – conclude il legale – l’Unicoop ha limitato la propria denuncia solo a coloro che svolgevano il turno notturno. Durante il giorno era infatti quasi impossibile stabilire quale dipendente aveva mangiato una merendina dalla confezione sciupata o preso un fazzoletto di carta mentre magari lo trasportava al compattatore”.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Sul concetto di spigolatura…

    Su un sito ovviamente xenofobo al massimo viene riportato quello che una cliente, tale Ilaria Alberti, scrive:

    http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/il-video-delle-rom-in-gabbia-e-i-dipendenti-lidl-denunciati-i-buonisti-passano-allattacco-58117

    ” “Frequento il supermercato Lidl di Follonica. La ‘signora sequestrata’ è la stessa che molesta costantemente i clienti all’uscita del supermercato ed è stata tempo fa sorpresa nel reparto panetteria a contaminare i prodotti e non voglio aggiungere come! Mi raccomando tutelate questa gente a discapito di una bravata poco furba di ragazzi che lavorano con cortesia e dedizione ogni giorno! È questo che lede la vostra immagine, non certo una ragazzata”.

    E’ una citazione interessante, perché mostra il clima reale di “fisicità” di rapporti di questo tipo: io ti tiro il braccio per mendicare, danneggio in qualche modo i prodotti (forse semplicemente cercando di rubarli, oppure lasciandoci sopra un pannolino usato), tu rispondi chiudendomi dentro il gabbiotto e ridendo.

    Solo che questa fisicità è inconcepibile nella nostra società, che si tratti dell’orrore per la fisicità degli zingari o per quella dei dipendenti.

    Mentre la vera questione resta il fatto che qualcuno per contratto si trovi obbligato all’infame mestiere di vietare la spigolatura, non si sa come (poi che si diverta pure a farlo non depone a favore del suo carattere personale, ma questo è decisamente secondario).

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Nel tuo periodo romano ti è mai capitato di vedere tappeti di immondizia intorno ai cassonetti in cui qualcuno aveva “spigolato” dimenticandosi di rimettere dentro i propri scarti di spigolatura? Oppure di vedere il medesimo tappeto di rifiuti differenziati mescolati tra loro dopo la “spigolatura”?
      Ma mettiamola in un altro modo, più cinico.
      Domani passa un vigile fuori dalla Lidl e vede che gli zingari portano via i rifiuti. Sai cosa penserà? Che la Lidl usi gli zingari per risparmiare sui costi di smaltimento e partiranno sanzioni.
      Per il resto, credo che il tema del rapporto tra i supermercati e gli emarginati che ci vivono intorno non sia stato mai studiato nella spaventosa complessità che lo caratterizza, tra mendicanti usati come buttafuori, barboni che l’ispettorato del lavoro ha fatto assumere a tempo indeterminato, conflitti quotidiani tra lavoratori e figure strane che bazzicano nei dintorni, rapporti di parassitismo e simbiosi…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Per il resto, credo che il tema del rapporto tra i supermercati e gli emarginati che ci vivono intorno non sia stato mai studiato nella spaventosa complessità che lo caratterizza, tra mendicanti usati come buttafuori, barboni che l’ispettorato del lavoro ha fatto assumere a tempo indeterminato, conflitti quotidiani tra lavoratori e figure strane che bazzicano nei dintorni, rapporti di parassitismo e simbiosi…”

        interessantissima riflessione!

    • PinoMamet scrive:

      Non so Miguel, ma io non mio periodo romano vivevo con due tizi che facevano la “raccolta differenziata” addirittura staccando le etichette dalle bottiglie di plastica, poi davano il tutto a me (perché pigri e pirla);

      io portavo i sacchetti differenziati nei cassonetti del vicinato, che erano indifferenziati e dentro c’erano dei cessi e dei mezzi scooter, tra l’altro…

      non so cosa c’entrino gli zingari con tutto ciò, credo niente.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Io una volta sono stato quasi centrato da una scheggia scagliata da un tale che aveva estratto dal cassonetto della plastica un infisso e, per recuperare l’alluminio, stava distruggendo meticolosamente con una mazza la vetrocamera in mezzo al marciapiede.

    • Francesco scrive:

      >> io ti tiro il braccio per mendicare,

      no, non credo proprio. perchè o il supermercato caccia subito chi facesse una cosa del genere o non mi vede più neppure dipinto

      lasciamo stare l’idea di “lasciandoci sopra un pannolino usato”, che potrebbe spingere un catto-borghese celiaco come me ad azioni di linciaggio

      mi ripeti, scusa, in che posto vivi?

      :0

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “no, non credo proprio. perchè o il supermercato caccia subito chi facesse una cosa del genere o non mi vede più neppure dipinto”

        Caccia come? Le spara? Chiama la polizia che arriva mezz’ora dopo?

        Non si dice infatti che la mendicante abbia usato violenza, ma probabilmente è una gran rompiballe.

        • Francesco scrive:

          come? a me non interessa

          però dove trovassi persone del genere, io non tornerei

          se sono in una giornata di gentilezza, avverto il personale del supermercato

          in una normale, ci faccio una croce sopra e basta

        • paniscus scrive:

          E comunque, la maggior parte della gente normale non può nemmeno permettersi la scelta di cambiare supermercato… perché se fino ad ora aveva sempre scelto quello aveva le sue ragioni pratiche e di tornaconto personale che continuano a valere anche dopo.

          O perché è quello più vicino a casa, o perché è quello più diretto sulla strada tra casa e lavoro, o perché è più economico, o perché c’è più scelta, o perché solo lì si trovano certe cose specifiche che gli interessano, o altra roba del genere.

          MOLTO difficilmente l’idealista duro e puro riuscirà a tenere il puntiglio di principio per più di una settimana o due, se l’alternativa è più scomoda, più costosa o meno soddisfacente.

      • PinoMamet scrive:

        Un pannolino usato non l’ho mai visto lasciato al supermercato su uno scaffale, ma tirare qualcuno per il braccio mi sembra una cosa piuttosto comune, anzi la prassi dei mendicanti.

        Tu, per esempio, Francesco, in che posto vivi?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per PinoMamet

          “Un pannolino usato non l’ho mai visto lasciato al supermercato su uno scaffale,”

          Ma infatti l’ho detto quasi per scherzo, riguardo all’accusa contro la Romnì di aver “contaminato” dei prodotti.

          Vabbè che una volta a Roma, sull’autobus, ho visto una zingara romena, peraltro simpaticissima, afferrare al volo un’anguria che era cascata dalla busta delle spese a una signora eritrea e mangiarsela a morsi mentre mi faceva vedere le foto dei suoi figli.

          L’eritrea si lamentava invano mentre guardava la sua anguria che veniva divorata a colpi di unghie con tanto di buccia, e la zingara che rideva e le diceva, “ma se ti era cascato per terra, cosa vuoi?!”

          • Francesco scrive:

            vabbè, io quella cosa di contaminare non so neppure se metterla nei disturbi psichici o che … dove se la è sognata?

            troverei più normale entrare nel super, aprire e mangiucchiare qualcosa e poi uscire pagando una scatole di Tic Tac

        • PinoMamet scrive:

          A F. c’era “la donna sputo”, che sputacchiava su tutto, dalle auto in corsa (centrando il finestrino aperto!) agli scaffali di frutta e verdura.

          Non era zingara, che io sappia, ma sicuramente “contaminava i prodotti”.

        • Francesco scrive:

          a Milano è strapieno di mendicanti, non è che vivo sulla Luna o nel Palazzo Proibito

          mai visto un mendicante toccare qualcuno, neppure quelli più insistenti

          al massimo toccare le auto ferme al rosso ed è già tenuto per fastidio intollerabile

          ciao

  16. mirkhond scrive:

    Andrea Di Vita

    Ti rispondo qui per comodità.
    Grazie innanzitutto per le tantissime informazioni storiche sulla Polonia, che solo uno “di casa” può conoscere.
    Alcune domande:

    1) Gomulka era ebreo?
    2) I Musulmani di Polonia sono Polacchi divenuti musulmani 400 anni fa, oppure si tratta di Tatari? Se non sbaglio nel settembre del 1683, a Vienna, tra le truppe di Sobieski vi erano anche questi Tatari musulmani (per non parlare di quelli cristiani, uno dei cui discendenti fu il celebre Karol Businski, meglio noto come Charles Bronson).

    Infine hai accennato al razzismo antilituano nella Polonia di Pilsudski, ma lo stesso Pilsudski non era di origine lituana (Pilsudi dovrebbe essere il cognome originario in Lituano)?

  17. Grog scrive:

    Dopo la DEPIDDEIZZAZIONE del paese ci sarà la
    DECOOPIZZAZIONE DEL SISTEMA DISTRIBUTIVO
    con apposito provvedimento di legge verranno vietata PENA LA MORTE(*) un certo numero di parole
    – PIDDI
    – COOP
    – RENZI(**)
    Grog! Grog! Grog!
    (*) boia della transilvania che impala
    (**) aggravante spelatura da vivi e bollito lento a bassa temperatura tipo gulasch

  18. Andrea Di Vita scrive:

    @ mirkhond

    1) non credo proprio. Da giovane militò in organizzazioni giovanili socialiste, e queste erano ben divise fra Ebraiche e non-Ebraiche, e nel Partito Indipendente dei Contadini; gli Ebrei avevano il loro Bund. A tutti gli effetti, nel primo dopoguerra Ebrei e Polacchi vivevano in pace, ma da separati in casa. Esiste un bellissimo film Polacco su questa convivenza, ‘Austeria’, purtroppo mai doppiato, che descrive la vita di un gruppo di chassidim nella campagna Polacca del primo dopoguerra.

    2) Tatari, su questo mia moglie – che me ne ha parlato per la prima volta – è chiarissima. Erano gruppi che non riconoscevano l’autorità dei Khan che attaccarono la Rzeczpospolita. Il bello che ne parla lo stesso autore (Sienkiewicz) di ‘Quo Vadis’, nel suo bel romanzo storico ‘Pan Vojodejowski’. Ci sono moschee di legno che risalgono appunto a 400 anni fa non molto distanti da Bialystok (https://pl.wikipedia.org/wiki/Meczet_w_Kruszynianach) .

    3) Pilsudski è nato non lontano da Vilnius. (Certo, ci sono pure quelli che dicono che fosse un Ebreo Lituano il cui vero nome era Selman e che era stato infiltato dallo spionaggio Asburgico ai vertici dei circoli patriottici Polacchi per via della sua accesa russofobia – https://hubalblog.wordpress.com/2016/06/04/jozef-pilsudski-agent-austriacko-pruski-zdrajca-polski/ – ma sinceramente mi sembra roba da Kazzenger. Più serie le notizie di collaborazione col Kempeitai durante la guerra Russo-Giapponese del 1905 https://pl.wikipedia.org/wiki/Józef_Piłsudski ). L’intera questione fra Polonia e Lituania ai nostri occhi è puro nonsenso. Dopo la prima guerra mondiale, e a fronte della vittoria Polacca sulla Vistola del 1920, Vilnius diventa Polacca e la capitale Lituana si sposta a Kaunas (per qualche mese di Lituanie ce ne sono addirittura due, ne parla anche Milosc nella sua autobiografia). Ci sono sparatorie da entrambe le parti. Rimane chiusa la frontiera: è il mondo in cui è ambientato il romanzo ‘Vaghe stelle dell’Orsa’, scritto appunto da un ex contrabbandiere. Per andare da un villaggio a quello distante dieci chilometri ma rimasto di là dalla frontiera bisogna fare un viaggio di quattro giorni fino al mare e poi in traghetto da una parte e dall’altra. Oggi i Lituani hanno ‘lituanizzato’ tutto, e persino la casa natale di Mickiewicz, l’autore del ‘Pan Tadeusz’ (il poema equivalente Polacco dei nostri ‘Promessi Sposi’) è intitolata a un tale Mickiewicius. La cosa si fa triste quando si viene a sapere che quando c’è un’inondazione gli aiuti ai bambini delle famiglie Polacche rimaste oltrefrontiera devono arrivare dalla Polonia, e che nonostante la propia militanza in Solidarnosc l’ex-presidente Komorowski ha dovuto far dimenticare, per farsi eleggere, le proprie origini Lituane.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Andrea Di Vita scrive:

      Ho dimenticato la cosa più importante: Pilsudski era di famiglia Polacca (ma i Polacchi nel territorio dell’attuale Lituania erano diffusissimi).

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  19. Grog scrive:

    I polacchi dovrebbero essere chiamati STRONZACCHI infatti oltre ad essere dei nazionalisti fascistelli della peggior specie ed ESSERE STATI PERVERTITI AL CATTOLICESIMO sono anche
    PAZZI FURIOSI E UN POCO VIGLIACCONI
    – Nel 1919 aggrediscono la Russia allo sbando e solo per miracolo non ci rimettono anche Varsavia.
    – Si fottono un pezzo di Lituania en passant.
    – Nel 1938 1939 massacrano alcune migliaia di Volk-Deuch residenti in Polonia alla faccia dell’imbianchino austriaco.
    – Si fanno infinocchiare da Francesi Inglesi ed Americani e rifiutano l’aiuto Russo nel 1938 restando così il balia da soli dei terribili Crucchi.
    – Accoppano allegramente ebrei dando una mano ai Crucchi che si lamentavano perché senza Polacchi i pogrom veniva male ed in modo troppo ordinato! E non abbastanza sconvolgente.
    Adesso sono in campana per vedere di ritagliarsi un pezzo di Ucraina rischiando una manica di legnate che neanche sospettano, insomma hanno l’intelligenza politica di una patata anche se sono coraggiosi in modo sostanzialmente suicida ed idiota ed hanno donne molto belle e nemmeno troppo troie.
    Grog! Grog! Grog!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Grog

      Ho appena segnalato il tuo post agli ultrà del Legia Warszawa e a quelli della Jagiellona Bialystok, che ha appena raggiunto il vertice della classifica superando gli odiati rivali della capitale.

      Hanno già stipulato una tregua per venire in torpedone a prenderti (e hanno abbastanza hacker dalle loro parti per sgamare dove ti trovi partendo dalle tracce informatiche lasciate dai tuoi post).

      Prima che il tuo posteriore venga ridotto a striscioline sanguinolenti dalle loro cinghiate, in analogia a quanto capitava presso la Superba ai debitori insolventi, ti ricordo che nel 1602 (anno più anno meno, vado a memoria) i Polacchi davano fuoco a Mosca.

      Un consiglio: procurati tanti cuscini finché sei in tempo… 🙂 🙂 🙂

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Grog scrive:

        Grazie capisco, il problema è che ho detto la verità!
        Non mi stanno antipatici ma provvederò a richiamare la mia guardia Atalantina, i tifosi più pericolosi della penisola ed in ottimi rapporti con Venezia.
        Magari con un rinforzo di torinisti che pare siano anche cattivelli.
        Grog! Grog! Grog!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ grog

          “Nel 1938 1939 massacrano alcune migliaia di Volk-Deuch residenti in Polonia ”

          Dove?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • mirkhond scrive:

            Rainer Zitelmann nel suo Hitler, Laterza Editore, parla di circa 4500 Tedeschi ammazzati dai Polacchi alla vigilia dell’aggressione nazista del 1939.
            Tedeschi della Posnania, credo.

  20. Miguel Martinez scrive:

    Per ADV

    “Il modo di vivere che convenzionalmente si attribuisce agli Zingari – non so se poi tutti vivano davvero così – è incompatibile con la civiltà come la conosciamo. ”

    Vai, un sacco di argomenti di discussione.

    1) Ovviamente non tutti gli Zingari vivono così, ma siamo partiti dalle donne di Follonica, non dalla nostra amica kosovara tutta contenta perché ha appena ottenuto l’abilitazione a paramedico.

    • Francesco scrive:

      però un odio così “popolare” che accumuna paesi diversi mi rende curioso, perchè ce l’hanno con gli zingari?

  21. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Qui si accenna alle origini lituane di Pilsudski:

    https://en.wikipedia.org/wiki/Pi%C5%82sudski_family

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mirkhond

      Ah vabbè, qui si risale ai Samogizi… un poco indietro nel tempo 🙂

      Sì, allora ci credo: all’epoca Polacchi e Lituani erano molto più mescolati che nei periodi successivi.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  22. Miguel Martinez scrive:

    Per ADV (2)

    “Il modo di vivere che convenzionalmente si attribuisce agli Zingari – non so se poi tutti vivano davvero così – è incompatibile con la civiltà come la conosciamo. ”

    2) Disaccordo.

    I nomadi sono comunità indipendenti, legati ai movimenti stagionali degli animali e dei pascoli, e spesso piuttosto combattivi.

    I Rom non sono nomadi!

    I Rom (parlo sempre di quelli che “fanno gli Zingari”) per capirci sono piccolissimi nuclei – spesso una sola famiglia – che si insinuano nelle nicchie lasciate dai “civili”, da cui sono inseparabili e di cui imitano costumi, cibo e religione (i costumi degli zingari sono sostanzialmente quelli locali dimenticati dagli autoctoni).

    Queste nicchie sono di tutti i tipi e cambiano facilmente:

    – mancano i musicisti ai matrimoni, ci pensano loro
    – nessun clan albanese osa andare per i campi per paura delle vendette degli altri clan? Raccolgono il grano
    – i civili lasciano in giro rifiuti? Li prendono loro
    – servono domestiche nelle case?
    – c’è bisogno di un boia?
    – c’è da rubare denti d’oro nelle tombe?

    Spesso si muovono, perché le nicchie del genere si esauriscono facilmente o perché arriva la polizia, ma non è affatto nomadismo.

    Stanno alla civiltà come i piccioni.

  23. Miguel Martinez scrive:

    Per ADV (3)

    “Gli Zingari arrivano, rompono le campane e si prendono i vestiti.”

    Per capire certe cose, basta pensare in modo semplice.

    Un pescatore di ostriche vede una conchiglia chiusa, sa che dentro c’è qualcosa che gli serve e quindi apre la conchiglia.

    Credo che nessuno Zingaro-zingaro darebbe mai fuoco a una campana per il gusto di farlo.

    Poi magari uno zingarello si integra benissimo e va in giro con i suoi amichetti italiani a divertirsi così.

    • Francesco scrive:

      però i Rom che entrano nelle campane (o ci cacciano dentro i bambini che sono della taglia giusta) e buttano fuori tutto, salvo prendersi quello che serve a loro al momento e abbandonare il resto, io li ho visti di persona

      non mi paiono “costumi dei locali che questi hanno dimenticato”

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        ” “costumi dei locali che questi hanno dimenticato””

        No, per costumi intendevo il modo di vestire, in particolare delle donne. Ad esempio, le Rom calabresi portano ancora oggi i costumi tipici delle donne calabresi di inizio Novecento.

  24. Miguel Martinez scrive:

    Credo che i Rom siano una cartina da tornasole per valutare esattamente il senso della famosa “tolleranza liberale”.

    Che finisce esattamente là dove inizia qualcosa di diverso da noi.

    Di Andrea Di Vita, apprezzo la capacità di esprimere in maniera sintetica idee forti.

    Bene, credo che nella sua visione di assistenti sociali che portano via bambini, ruspe che abbattono casupole e poliziotti che arrestano la gente che fruga tra i rifiuti, ci sia tutta la cosiddetta civiltà occidentale quando incontra qualcosa di diverso da sé.

    Facile tollerare gli altri quando seguono le nostre regole e la pensano come noi.

    Cito da un altro post di Ugo Bardi (da leggere tutto http://ugobardi.blogspot.it/2013/07/consigli-di-sopravvivenza-da-parte-dei.html):

    “Anni di contatto con i Roma, che chiamiamo anche “Gitani” o “Zingari”, hanno cambiato in molti modi la mia visione del mondo. Non che potessi penetrare, se non superficialmente, una cultura che ho scoperto essere la più aliena che abbia mai incontrato e della quale non parlo nemmeno uno dei tanti dialetti. Ma credo di aver assorbito abbastanza da poter provare a dare un’interpretazione personale dei modi dei Gitani: di come sono riusciti nell’impresa straordinaria di sopravvivere per più di mezzo millennio in Europa, all’interno di una società spesso ostile. Non prendete questo mio testo come un tentativo di glorificare i Roma – capisco i problemi che stanno affrontando. Ma riconosco anche che si può essere umani in molti modi e che i Roma ne hanno scelto uno specifico e, per questo, meritano rispetto. Forse, da loro possiamo imparare qualcosa di utile per i tempi duri che stanno arrivando. “

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ martinez

      “apprezzo la capacità di esprimere in maniera sintetica idee forti.”

      Apprezzamento, credimi, ricambiato di tutto cuore 🙂

      Apprezzo te come apprezzo Ratzinger: posso non essere d’accordo con quello che dice, ma che cavolo, almeno dice qualcosa e lo dice in modo chiaro. Farsi capire è innanzitutto una questione di buona educazione.

      Postare in questo blog è per me una meravigliosa palestra di arte retorica (intesa nel senso buono, classico, di ‘rivolgersi a un pubblico’) proprio come leggere i post altrui è un quotidiano esercizio di apprendimento delle nozioni e delle esperienze che vi sono riversate.

      Insomma, kelebeklerblog.com è l’anti-“Che tempo che fa” di Fabio Fazio.

      “Facile tollerare gli altri quando seguono le nostre regole e la pensano come noi.”

      Infatti.

      Augusto Del Noce ha avuto buon naso quando ha scritto che la civiltà occidentale ha una base fortemente intollerante. Non, si badi, la ‘sinistra marxista’, o la ‘massoneria liberale’, o ‘la volontà generale di Rousseau’. No no, proprio la civiltà occidentale. Mi viene in mente l’ostracismo dato dagli Ateniesi ad Aristide il Giusto, o la sentenza di Ibsen sulla democrazia (“Il vero nemico del popolo è la maggioranza”). Come Maurois -cattolico come Del Noce- credo che per la tolleranza ci siano case apposite.

      Anche solo l’applicazione della regola fondamentale ‘la libertà di ciascuno finisce dove inizia la libertà degli altri’ – sulla quale anni fa ebbi una lunghissima discussione su questo blog con Francesco (qualcosa come cinquecento post 🙂 ) e che sta alla base del liberalismo, che so, di uno Stuart Mill jr. – implica che nessuno possa porre il proprio convincimento personale alla base di una norma valida per il prossimo. Ciò implica ad esempio l’esclusione alla radice di una politica basata sulla dottrina sociale della Chiesa. Di fatto, anzi, equivale ad affermare che l’unico modo con cui l’individuo può porsi all’interno della società è quello della monade di Leibniz, che può pure all’occorrenza e se lo desidera sincronizzare la propria azione con altre monadi; ma l’agire collettivo è in ogni momento sottoposto alla censura ultima di una coscienza individuale che non accetta ultimo criterio di giudizio diverso da se stessa, come il protagonista dei “Demoni” di Dostojevskij.

      In questo senso uno Stato è giustificato solo dalla capacità di garantire a ciascuno la possibilità dell’esercizio della propria libertà.

      Può un tale Stato lasciare che i figli della madre Zingara deperiscano perché la madre è troppo occupata a schivare le cinghiate del marito?

      E togliamolo pure, l’aggettivo ‘Zingara’. (Ci fu un campione Zingaro di pugilato, i nazisti lo dovettero ammazzare non riuscendo a sconfiggerlo. Altro che ‘razza inferiore’, puzziamo tutti allo stesso modo se non ci laviamo.).

      La domanda è: la miseria è legale?

      E’ civile?

      E’ tollerabile?

      Ho il diritto io, cittadino Italiano, di vedere mendicanti con bambini in braccio usati per estorcere denaro alla pietà dei passanti invece di essere a scuola, e di tirare diritto? La mia nazione, quella alle cui leggi ho prestato giuramento di fedeltà quando prestavo servizio da Ufficiale, finanzia missioni su Marte e non è capace di evitare questo?

      In questi casi io mi attacco al telefono e faccio denuncia. Magari serve solo a farmi andare a letto tranquillo, lo so, ma intanto lo faccio. Meglio rimpiangere di avere fatto che rimpiangere di non avere fatto.

      “possiamo imparare qualcosa”

      E’ vero che gli Zingari si sono acquattati col loro modo, diciamo così, ‘singolare’, al mondo moderno. E’ vero che rappresentano un modello di sopravvivenza.

      Anche le muffe lo sono, e alcune loro specie sopravvivono da centinaia di milioni di anni, perfettamente adattate all’ambiente circostante nelle cui pieghe allignano.

      Quando arriverà un meteorite, o quando i mari si solleveranno e annegheranno le nostre bandiere e i nostri libri e quello che ci fa civili, indubbiamente l’esperienza Zingara tornerà utile.

      Ma oggi ho il diritto, io, di considerare un bambino come una muffa?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “Postare in questo blog è per me una meravigliosa palestra di arte retorica”

        Grazie!

        Hai fatto una bella arringa a difesa dell’Occidente.

        Ti rispondo solo su un punto:

        “Ma oggi ho il diritto, io, di considerare un bambino come una muffa?”

        Partiamo da un po’ di “benaltrismo”.

        “Ma oggi ho il diritto, io, di considerare la roba che butto nella spazzatura mia proprietà?

        Anzi, ho il diritto di far coincidere ‘me stesso’ con una società per azioni, e quindi dire che ‘quella spazzatura è mia e guai allo zingaro che la tocca?

        E siccome qui stiamo parlando di gente str…, che manovra milioni di euro e conta su schiere di avvocati e commercialisti e si attacca pure all’immondizia, mentre dall’altra parte c’è una tizia analfabeta diventata mamma a tredici anni e se sente la parola “avvocato” si mette a tremare tutta…

        Fatta questa premessa che è decisiva (trave, pagliuzza), no, non hai il diritto di considerare un bambino come una muffa.

        Non hai nemmeno il diritto di dire che un’istituzione saprebbe farlo stare meglio di una mamma: non a caso, statisticamente, i Rom che delinquono di più sono quelli che sono stati “civilizzati” da qualche caritatevole istituzioni di rapitori di bambini.

        Hai il dovere di rilassarti e dire per una volta che non ne sai più di loro.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          Che sia una società per azioni o una persona fisica e’ irrilevante.

          In questa società si da’ valore alla proprietà privata.

          Se ci si riduce al furto per sopravvivere – e soprattutto se si addestrano al furto i propri bambini, condannandoli a non avere altro futuro oltre al furto o all’accattonaggio, uno Stato civile deve intervenire.

          Sono i medico pietosi a gate le piaghe purulente.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • paniscus scrive:

          Scusate la domanda terra terra: ma per quale motivo le donne zingare (che spesso, anche se non sempre, sono vittime a loro volta di una consuetudine familiare maschilista e violenta) non suscitano gli stessi sentimenti di solidarietà democratica e progressista che vengono riservati alle donne musulmane… sistematicamente descritte come povere vittime schiavizzate e “costrette a portare il velo” da padri e mariti fanatici, e bisognose di qualche atto di forza della società civile che le liberi da questa ingiustizia?

          Al massimo, nella sensibilità comune, è diffusa una certa preoccupazione per i bambini degli zingari, che verrebbero “mandati a rubare” o “mandati a cheidere l’elemosina”…

          (anche se poi l’unica soluzione che viene proposta è quella di toglierli ai genitori e affidarli ad altri, come se ci fossero le migliaia di famiglie che non vedono l’ora di adottare un ragazzino che ha già 9 o 10 anni e che li ha passati tutti in un campo nomadi della periferia di una grande città)

          … ma non ho visto MAI un analogo sentimento di solidarietà per le donne zingare, che più o meno sono nella stessa situazione, perché anche loro sono “mandate” da altri a svolgere quelle attività sgradevoli.

          Non so quante di loro siano costrette a forza e quante no, ma è chiaro che lo fanno perché la loro comunità “si aspetta che lo facciano”, e perché non hanno alternative, esattamente come può succedere ai ragazzini.

          Ma non ho mai capito il motivo per cui, della donna marocchina che porta il velo (ma per il resto fa una vita perfettamente normale, e ci si comunica serenamente alla pari) si dia per scontato che sia costretta e che ci voglia un atto di forza legale per liberarla da questa ignominia… mentre quando si parla della donna rom, qualunque forma di abuso o di degrado in cui può trovarsi a vivere, si dà per scontato che se la sia cercata e che se la meriti.

          • Z. scrive:

            Lisa,

            buona domanda. Forse il fatto di rubare fa perdere i punti-vittima, forse perché della vita nei campi si sa davvero poco o niente mentre un collega o un amico marocchino capita a molti di averlo. O forse perché la ripulsa per gli zingari prevale su tutto il resto.

            Comunque è un tema interessante.

          • Peucezio scrive:

            Secondo me il discorso va inserito nel più generale atteggiamento verso l’Islam.
            Dell’Islam si parla molto, perché gli islamici nel mondo sono incommensurabilmente più degli zingari e perché hanno una rilevanza geopolitica enorme, il petrolio, c’è il terrorismo, le guerre, mentre gli zingari sono marginali assoluti privi di ogni potere. Quindi, parlando molto di Islam, viene naturale anche parlare della condizione femminile, dei rapporti familiari, della concezione del diritto nelle società islamiche.
            Inoltre l’Islam in Italia è una novità (almeno da quando gli Angiò hanno eliminato quello che rimaneva degli arabi rimasti in Italia, quindi da circa 700 anni), quindi è naturale che un elemento umano nuovo generi più dibattito e curiosità.

            Inoltre ho molti dubbi sul fatto che le rispettive condizioni femminili siano accostabili.
            Quella zingara è come tutte le società arcaiche: tendenzialmente maschilista, poi, quando le donne raggiungono l’età avanzata, sono rispettate, in quanto anziane, esattamente quanto gli uomini.
            Nelle società islamiche, al netto di tutte le differenze interne, c’è qualcosa di più profondo, c’è una sorta di misoginia, c’è un patriarcato violento e sprezzante che è un tratto specifico delle società semitiche e di alcune società asiatiche Se a questo aggiungi un rapporto disarmonico e repressivo con il sesso che non ha pari in altre società umane (escludendo forse il mondo protestante e le borghesie ottocentesche), che è collegato a sua volta alla misoginia, hai un mix perfetto per generare una società ultrarepressiva che non può non ripugnare alla sensibilità occidentale contemporanea (che pure, quanto a sessuofobia, ha i suoi enormi scheletri nell’armadio, però certo non è misogina, non esteriormente almeno).

            • paniscus scrive:

              “Nelle società islamiche, al netto di tutte le differenze interne, c’è qualcosa di più profondo, c’è una sorta di misoginia, c’è un patriarcato violento e sprezzante che è un tratto specifico delle società semitiche e di alcune società asiatiche Se a questo aggiungi un rapporto disarmonico e repressivo con il sesso che non ha pari in altre società umane (…), che è collegato a sua volta alla misoginia,
              —————-

              Mi sa tanto che su quetso specfico punto non ci hai preso per niente.

              La tradizione islamica è sicuramente più maschilista e più patriarcale, ma è molto meno “sessuofobica” e molto meno “misogina” di quella cristiana.

              Non mi risulta che nell’islam esista l’esaltazione della castità di per sé, e la diffidenza contro la sessualità IN QUANTO TALE, che invece domina tutta la morale cristiana, e in particolare cattolica.

              Magari nell’islam ci sono espressioni di fanatismo più estreme che nel cristianesimo sul mantenimento della verginità fino al matrimonio, o sull’orrore dell’infedeltà coniugale, ma di sicuro non c’è la visione negativa del sesso in sé come una cosa pruriginosa, imbarazzante, che anche in situazioni “autorizzate” dovrebbe comunque essere considerata “un po’ zozza”, e quindi praticata il meno possibile e con meno disinvoltura possibile.

              Solo il cristianesimo ha avuto il coraggio di inventarsi limitazioni assurde su cosa sia consentito e cosa no ANCHE nella sessualità praticata in privato tra coppie regolarmente sposate e fedelissime.

              O meglio, alcune di queste limitazioni il cristianesimo se le è inventate, altre le ha prese di peso dalla tradizione ebraica (che anche quella non scherzava, con l’ossessione del puro e dell’impuro), ma comunque non mi sembra che siano così diffuse nell’islam.

            • PinoMamet scrive:

              Mah, l’idea di puro e impuro “sessuale”, nell’Ebraismo, è legata sostanzialmente alle emissioni, mestruali o di seme.

              Non c’è invece un’ossessione di tipo morale: fare sesso non è una vergogna ma una cosa normalissima e piacevole, da farsi per esempio “per dar gioia la Sabato” o comunque quando lo richieda la donna.

              C’è invece il tabù delll’omosessualità, anche se, a rigor di termini, riguarda l’atto sessuale tra due maschi con pentrazione.

              Poi però, in concreto, mi pare che l’atteggiamento delle tre religioni verso il sesso sia nella pratica lo stesso
              (e da quello che ho visto da conoscenti, ci metterei anche l’Induismo, che non c’entra niente ma nella pratica è altrettanto o più “puritano”…)

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              bisognerebbe vedere l’applicazione però.
              Io non parlo tanto di sessuofobia dottrinale, ma di sessuofobia pratica.
              Bisogna vedere l’entità dello iato fra la dottrina e la pratica delle società.
              I preti fino a non molto tempo fa avevano quasi tutti la concubina.
              Una religione non è fatta solo di ciò che dice, ma anche di ciò che suggerisce, del mondo che le sta attorno e le dà l’impronta, che è molto di più della lettera delle sue prescrizioni.

            • Peucezio scrive:

              Pino e tutti:
              “Mah, l’idea di puro e impuro “sessuale”, nell’Ebraismo, è legata sostanzialmente alle emissioni, mestruali o di seme.

              Non c’è invece un’ossessione di tipo morale: fare sesso non è una vergogna ma una cosa normalissima e piacevole, da farsi per esempio “per dar gioia la Sabato” o comunque quando lo richieda la donna.

              C’è invece il tabù delll’omosessualità, anche se, a rigor di termini, riguarda l’atto sessuale tra due maschi con pentrazione.

              Poi però, in concreto, mi pare che l’atteggiamento delle tre religioni verso il sesso sia nella pratica lo stesso
              (e da quello che ho visto da conoscenti, ci metterei anche l’Induismo, che non c’entra niente ma nella pratica è altrettanto o più “puritano”…)

              C’è qualcosa però che non mi torna esattamente.
              1) Perché solo nel mondo islamico e cristiano si è arrivati a forme estreme di disprezzo e repressione di tutte le forme della vitalità umana e sociale, per cui si guarda con sospetto la musica, il ballo, l’arte, insomma, tutto ciò che è bello e piacevole per le persone normali.
              2) Perché l’ossessione di coprire il corpo è così forte nelle società mediorientali (e di conseguenza, in misura minore, in quelle cristiane, che ne sono, ahimè, spiritualmente eredi), mentre nella maggior parte delle società umane, a maggior ragione quelle più primitive (ma anche quella greco-romana per esempio) non c’è o è molto più blanda?
              3) Perché solo nelle religioni abramitiche la morale, più che il tabù o la prescrizione spicciola, ha un peso così forte? Con morale intendo dire che mentre nelle altre religioni la morale ha lo stesso ruolo del rito, cioè ha il mero scopo pratico di ingraziarsi la divinità per ottenerne dei vantaggi, per noi ha un ruolo nobilitante, la introiettiamo, ci riconisciamo in essa, ne facciamo un’istanza superiore indipendente da qualsiasi vantaggio pratico, anzi, il vantaggio pratico ne inficia il senso.

              Si possono nutrire molte riserve verso certi eccessi schematici di certo freudismo divulgativo, ma è vero che in Freud ci fu un’intuizione profondissima (non a caso veniva anche lui da quel ceppo), cioè la connessione fra il sesso e l’energia vitale più generale (la libido appunto) e fra la sua repressione e le costruzioni morali e ideali.
              Possiamo respingere il riduzionismo che c’è in questo, ma il fatto di ricondurci ai nostri meccanismi biologici e ricordarci quanto essi strutturino ciò che siamo è stato un apporto illuminante.
              E io credo che lo stesso progresso della civiltà moderna (ma non lo dico io, è un luogo comune fin troppo trito) non sarebbe stato possibile senza questa repressione e sublimazione.
              Cioè non avremmo avuto i geometri e gli sbucaltatori senza la repressione sessuale. Quindi non può essere un caso se i grattacieli non sono stati inventati in India, in Cina o nelle Americhe precolombiane (poi indiani e cinesi hanno imparato a farli pure più alti dei maestri, ma è un altro discorso).

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “mi pare che l’atteggiamento delle tre religioni verso il sesso sia nella pratica lo stesso”

                riflessioni interessanti.

                Però aggiungerei che in qualunque cultura fino a pochi decenni fa, la sessualità eterosessuale è anche e soprattutto riproduzione: la donzella allegra che incontra il marinaio lungo la spiaggia, nove mesi dopo partorisce…

                Noi ci preoccupiamo del “sesso prematrimoniale” pensando in termini di peccato contro liberazione.

                Mentre per il 99% della storia umana, la questione era se si dovesse fare il primo figlio a tredici anni o a venti, e chi doveva prendersene carico o vice versa, chi avrebbe potuto sfruttarne la forza lavoro.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “non suscitano gli stessi sentimenti di solidarietà democratica e progressista che vengono riservati alle donne musulmane”

            Perché le donne zingare sono percepite come una minaccia. E’ difficilissimo provare simpatia per chi ti importuna chiedendoti l’elemosina o con chi cerca di borseggiarti.
            Se ci si fa caso, neppure con i bambini si è molto teneri, perché la minaccia diretta è quella roba che ti trasforma, usando un’espressione che qui piace molto, ma che mi convince molto poco, in “umanità pura”. Se tu provi a toccare la mia roba il mio primo istinto sarebbe quello di ammazzarti (sul serio, non iperbolicamente) e solo millenni di cultura riescono a reprimerlo.

            • Z. scrive:

              Pensandoci bene, MT, credo che tu abbia proprio ragione.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              ” pura”. Se tu provi a toccare la mia roba il mio primo istinto sarebbe quello di ammazzarti ”

              Però il confine della “mia roba” cambia molto.

              Il contadino che aveva due cavalli, ammetteva la spigolatura davanti ai suoi occhi. Magari a malincuore, ma non puoi permetterti di fare la figura del mostro davanti a tutto il villaggio.

              L’azionista della Lidl che non sa nemmeno dove si trovi Follonica, non ammette la spigolatura nel cassonetto nemmeno lì. Perché non appartiene a nessun villaggio.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Il “mio” è una pura pretesa: per “mio” intendo ciò che gli altri non voglio che tocchino. Dunque i residui del raccolto non sono “miei”, perché io non li voglio per me, mentre gli scarti che tengo nel recinto fuori dal mio supermercato sono “miei” perché ho ordinato ai miei dipendenti di custodirli gelosamente.
              E questo a prescindere da come vogliamo inquadrare le cose giuridicamente o – a maggior ragione – moralmente.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “In questo senso uno Stato è giustificato solo dalla capacità di garantire a ciascuno la possibilità dell’esercizio della propria libertà. ”

        Bene.

        La libertà del signor Eduardo Eurnekian di far volare aeroplanini, finisce là dove inizia la mia libertà di girare per la Piana di Firenze senza venire assordato e avvelenato dagli aerei che lui vorrebbe far calare sul nuovo aeroporto di Firenze.

        http://formiche.net/2014/07/05/eurnekian-segreti-numeri-del-nuovo-padrone-degli-aeroporti-firenze-pisa/

        Roba che tra l’altro è parecchio più fastidiosa della zingara che fruga nell’immondizia.

        So che è benaltrismo, ma è proprio questo il punto.

        • Z. scrive:

          Secondo me la frase sulla libertà che inizia e finisce non significa granché, e solo perché mi piace essere cauto: in realtà sospetto che non significhi proprio niente.

          E non significa niente perché manca il punto terzo di cui si parlava qualche giorno fa. Non tutti i patti vanno rispettati e non tutti i danni vanno risarciti.

          Comunque ADV, non volermene, ma leggere “Stuart Mill” è come leggere “reato penale” o “conditio sine qua non”. It can’t be read, uns pò brisa lèzzar, nun se po legge 🙂

        • Andrea Di Vita scrive:

          Proprio per questo e’ necessario fare politica. Perché e’ la politica che traccia la linea di demarcazione tra la nostra libertà e quella altrui.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  25. mirkhond scrive:

    “anche la tesi “ha fatto paura ai capitalisti” direi che è storicamente insostenibile”

    Non in Italia, tra 1947 e 1991, quando ha contribuito al benessere e allo stato sociale.
    Che dal 1991 è in continua erosione.

    • Francesco scrive:

      che abbia fatto paura è indiscutibile

      che questo abbia davvero avuto effetti positivi è invece una autogiustificazione dei comunisti quando il mito della rivoluzione è crollato

      anche abbastanza patetica credo

      • mirkhond scrive:

        Le lotte sindacali chi le ha fatte?
        Senza il pericolo rosso, il padronato non avrebbe ceduto, ne ci sarebbero state le conquiste sociali, di cui hanno goduto anche quelli che ora ci sputano sopra.

        • Francesco scrive:

          >> Le lotte sindacali chi le ha fatte?

          i lavoratori incazzati, anche nei paesi senza comunisti, anche quando il padrone era il partito comunista

          per questo non trovo ragionevole la tesi dell’utilità storica del comunismo – mentre ne riconosco ai sindacati, in certe fasi dello sviluppo delle forze produttive

          ciao

  26. Moi scrive:

    @ ANDREA DI VITA

    Però devi considerare il “Dinamismo”, i “Cambi di Turni” 😉 nel comandare / discriminare ; anche qui: in senso di “limitare indebitamente libertà altrui”… tu che bazzichi 😉 la matematica (ossia il “pedaggio” del sapere scientifico) sai cosa significhi davvero “discrimine” !

    Inoltre solo in “Occidente” trovi narrazioni implacabilmente (!) vittimistiche opposte e contemporanee … che ad esempio sulle questioni “simboliste” (direbbe Miguel …) del “Gender” sovrabbondano !

    • Andrea Di Vita scrive:

      noi,

      Solo l’Occidente ha formulato la propria cultura in termini di diritti umani, aprendo così la stura al piagnisteo universale

      Ciao

      Andrea Di Vita

  27. Moi scrive:

    Comunque è molto interessante, nel grovoglio di simboli (anche di “segno opposto” …) ad alto potenziale “triggherante” 😉 … il recupero azzeccatissimo della categoria antropologica e socioeconomica della “spigolatrice”, della “spigolatura” …

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “altra interpretazione …”

      L’avevo già citato io!

      🙂

      Ma mi sembra che i fatti siano assodati.

      Secondo il popolo italiano, indistintamente di destra o di sinistra, i miliardari che gestiscono la Lidl fanno bene a obbligare i propri dipendenti a fermare chi spigola tra i rifiuti.

      Poi quelli di sinistra credono che dovrebbero farlo in modo invisibile, come si fa nelle macellerie: ammazzi il porco, ma mica ti fai il selfie mentre lo fai.

      • Z. scrive:

        Che il popolo italiano pensi che rubare non sia attività lodevole in effetti non mi stupisce.

        Che parte di esso non la ritenga una ragione sufficiente per privare qualcuno della dignità, beh, mi rincuora. In effetti, come ci insegnò Ritvan, non ci sono mai validi motivi per farlo.

        Poi naturalmente possiamo discutere di riciclo, ecologia e persino di robe – noiose, per voi – come la procedura penale: una delle poche cose che distingue l’uomo dalle bestie 🙂

      • PinoMamet scrive:

        Z.
        c’è vita fuori dai codici. Dacci un’occhiata, ogni tanto.

        • Z. scrive:

          Pino,

          non capirò mai se quando scrivi certi commenti ti senti ganzo. Boh 🙂

          Comunque la mia considerazione è banale:

          se il popolo italiano, per dirla con Miguel, ritiene che portarsi via gli scarti di Lidl sia rubare, è normale che non biasimi i dipendenti che lo impediscono.

          Invece è meno scontato è che molti di loro biasimino il loro comportamento incivile e l’umiliazione che hanno inflitto alle ragazze.

          E no, fuori dai codici non c’è vita. Ci sono babbani abbruttiti che litigano per futili miserie 😛

        • PinoMamet scrive:

          Forse Z. se qualche volta ti spiegassi, invece di fare il ganzo tu (“io sono l’ironico conoscitore dei Codici che riporta alla realtà i poveri scemi che litigano sui massimi sistemi”), verresti meno frainteso.

          E l’avvocato è una pessima forma mentis, ma pessima pessima.

          • PinoMamet scrive:

            PS
            Ovviamente capisco quando uno bara, quindi mollami.

          • Z. scrive:

            Allora riformulo:

            a me potrà interessare l’aspetto procedurale, a Miguel quello ecologico, ad altri altro ancora.

            Però sono interessi marginali: non mi stupisce che la gente comune, più semplicemente, ritenga giusto impedire i furti.

            Mica c’è bisogno d’istizzirsi 🙂

  28. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=sYbX3oTSZtE

    il gabbiotto di Follonica è già meta/oggetto di pellegrinaggio con ex voto …

  29. Grog scrive:

    Il problema dei ROM é che sono saltate tutte le loro attività tradizionale per via dei cambiamenti:
    – non possono più fare i racconta storie perché più nessuno è interessato, c’è il bugieficio TV;
    – non possono più affilare coltelli perché si comprano nuovi;
    – non possono più tappare i buchi delle pentole di rame con ricopertura di stagno perché sono in inox;
    – non possono leggere la mano perché ci sono gli imbroglioni TV che la fanno da padroni;
    – non possono prostituirsi perché sono zozze da morire e hanno una concorrenze a partire dalle bionde dell’Est ai travestiti Brasiliani alle morazze Nigeriane.
    E si potrebbe andare avanti per un bel po, mentre quei cornuti di attori sono passati dal carro di Tespi al palcoscenico, al cinema ed alla TV i Rom sono passati dalle attività tradizionali al furto che hanno sempre praticato in modo omeopatico per non fare incazzare troppo i villici al furto moderno che invece fa inferocire i borghesi ed i più smaliziati e sedentari anche all’usura.
    I Rom cui sono diventati ALTRI rispetto alla realtà nella quale vivono ed hanno perso il loro posto tradizionale per nulla in cambio, per assurdo un immigrato BONGO è più facile da integrare.
    S l’immigrato BONGO è anche BELLO FIGO allora è una pacchia o fa il rapper o fa il Balotelli che poi è la stessa roba perché fanno felici le madame bresciane a caccia di fallo robusto ed instancabile.
    I poveri Rom devono trombare le loro donne per farle STARE SEMPRE IN CINTA, così non possono arrestarle nemmeno se colte in flagranza, e poi sono gelose come tigri e se i loro uomini si azzardano solo a guardare una Gaggé(*) li castrano seduta stante.
    Non ho idea di come fare con i Rom certo è meglio se rubano in casa di Francesco, di Andrea di Vita e di Miguel piuttosto che in casa mia, così posso fare l’umanitario brillante con il culo degli amici!
    Grog! Grog! Grog!
    (*) Gaggé vuol dire NON ZINGARO allo stesso modo in cui GOY vuol dire NON EBREO e sono cazzi dei Gaggé e dei Goy! Che vengono derubati in banca dagli Ebrei ed in casa dagli Zingari e quando stavano per risolvere il problema l’imbianchino austriaco ha fallito miseramente
    P.S.
    Miguel ha ragione a dire che
    omissis….. E’ perché guardando questi bambini per quello che sono, cioè allegri, simpatici e amichevoli, vedi anche te stesso come un essere umano e vedi la difficile situazione dell’umanità che stiamo affrontando oggi……omissis
    Una mia carissima amica che ha insegnato a ragazzini Rom in una scuola che si chiamava “Lacho drom”(buon viaggio) ci si trovava benissimo e quando le hanno rubato due ruote della “2CV” sotto casa i suoi allievi, venutone a conoscenza, le portarono due ruote nuove con pneumatici Michelin ed il copri coppa del colore giusto! Mi diceva che erano un poco sul grezzo ma intelligentissimi e molto affettuosi.
    La mia amica ha patito poi moltissimo nel rientrare in una scuola media “normale” e ci ha impiegato un po a recuperare anche perché si era “inzingarita” anche nell’abbigliamento con gonne pieghettate lunghe e monili vari da far invidia alla regina di Saba, tette quasi al vento mostrate come armi contundenti e nessun tanghero di preside che osasse dirle niente!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Grog

      “Una mia carissima amica che ha insegnato a ragazzini Rom in una scuola che si chiamava “Lacho drom”(buon viaggio) ci si trovava benissimo ”

      🙂

      • Moi scrive:

        https://www.youtube.com/watch?v=J3zQl3d0HFE

        Documentary using Music & Dance to tell the story of Romany Gypsies migration across Asia and Europe through the ages.

        ———————–

        @ MIGUEL

        Mi sa che il limite di queste iniziative “celebrative” ad opera di Gagé sia il voler concepirli come “Popolo” … quando, in realtà, non c’è niente di più alieno alla loro mentalità dello Stato-Nazione Otto-Novecentesco : “immensi robi” tutti inni, bandiere, tradizioni comandate e “conformate”, confini, istituzioni “dall’ alto”, ecc …

        Invece, nonostante gli autoproclamati Personaggioni Re, Imperatori o Boss “delli Zingheri” 😉 ; ebbene : no !

        l’ identità è una parola che gli “Zingari” concepiscono con la minuscola : famiglia (altro che i Conferenzieri AntiGender !), religiosità “creativa” (altro che Mediatori Culturali !) , parenti (in rapporto amore-odio) e ,massimo-massimo, i “Capi-Carovana” .

        … Assistenti Sociali con Specializzazione in Pedagogia del Nomadismo attento alle Diversità di Genere ?! … Bimbi che trovano normalissimo, da sempre assieme alle famiglie, picchiarsi fra loro per poi fare merenda assieme … nornale che le bimbe siano “maschiacci” finché non entrano in età fertile o da marito, ch’è poi la stessa (senza UNAR , senza Assessori Leghisti con NumeroVerde AntiGender nelle Scuole, SE nelle scuole ci vanno … perché le cose importanti hanno trasmossione soltanto per via orale in famiglia) !

        … Giusto ? 😉

  30. Z. scrive:

    Una delle questioni più interessanti sollevate da Miguel è lo scarico sistematico di responsabilità verso il basso. Mettere i sottoposti in condizione di non lavorare, di lavorare male o di violare la legge, e poi lavarsene le mani se e quando arrivano i guai.

    Non sono sicuro che in questa vicenda c’entri granché, onestamente. Direi anzi che non c’entra pressoché niente.

    Ma è un fenomeno di cui non si parla mai abbastanza, e che più che essere una stortura è piuttosto un elemento portante, sistematico appunto, di una società dove tutto è comunicazione: alcune forme di responsabilità, scendendo verso il basso della scala sociale, aumentano anziché diminuire.

    Continuo a chiedermi per chi votano le persone coinvolte, naturalmente – parlo anche dei commentatori su FB – e diciamo che la mia idea ce l’ho. Di solito ci prendo. Giusto per ricordarsi che non siamo poi tutti uguali, per fortuna.

  31. Zhong scrive:

    Non so se qualcuno ha gia’ detto qualcosa di simile, comunque bisognerebbe anche capire che ormai i video sono parte del vivere comune. Se uno e’ in pubblico puo’ essere filmato, se e’ a casa sua no. Da quanto ho capito, ormai pure la legge dice cosi’, anche perche’ se dicesse il contrario sarebbero vagonate di gente che finiscono in tribunale ogni giorno. Il video in questione e’ diventato virale perche’ la signora urla come un aquila, il fatto che sia rom sinceramente e’ un contorno. Se fosse stata una sciura di milano che si metteva a urlare cosi’ diventava virale ugualmente secondo me…

    • Grog scrive:

      Zhong sei un GENIO ASSOLUTO!
      L’idea di rinchiudere una “sciura” di Milano in un cassonetto e di filmarla è DIVERTENTISSIMA sicuramente strillerebbe come una gallina spennata.
      Grog! Grog! Grog!

      • werner scrive:

        Forse diventerebbe virale ugualmente, ma dubito che scatenerebbe reazioni di pari volume e qualità.
        Le reazioni sarebbero di scherno o indignazione, ma nessuno si spingerebbe a dire ” dovevano dagli fuoco” e nessun politico si sarebbe schierato con i dipendenti lidl. Queste reazioni le scatenano solo gli zingari e in misura minore, gli immigrati.

  32. Miguel Martinez scrive:

    Saviano scrive:

    ” un video in cui due folli sequestrano (e ridono mentre lo fanno) una donna solo perché non italiana”

    Poi lo stesso articolo di Repubblica dice che “I due uomini, di 25 e 35 anni, ieri mattina avevano bloccato le rom nel gabbiotto dei rifiuti nel retro del piazzale della Lidl, in un’area non aperta al pubblico.” “Non aperta al pubblico”, che è il punto fondamentale che cerchiamo di far capire qui. E’ da lì che nasce tutto l’episodio.

    Ah, Repubblica come al solito chiama le donne “nomadi”.

    Ora, Saviano pensa che i due “folli” avrebbero “sequestrato” una turista tedesca “solo perché non italiana”?

    • Z. scrive:

      Per altri versi, non avrebbero sequestrato me…

    • Zhong scrive:

      “Ora, Saviano pensa che i due “folli” avrebbero “sequestrato” una turista tedesca “solo perché non italiana”?”

      Quello che va molto su internet e’ condividere video di “degrado”. Questi possono essere rom o italiani o tedeschi…. Una rom che urla, un italiano che bestemmia per mezz’ora ad alta voce in un bus, o un carabiniere italiano obeso (da cui il mitico commento ti dichiaro in arrosto).

      Se sono rom poi quelli che commentano contro i rom ci si buttano a capofitto. Ma all’origine la motivazione del video e’ condividere il “degrado”. E’ vero che spesso ci sono immigrati, ma anche tanti italiani.

      Il mio preferito in assoluto e’ quello dell’immigrato di colore che ferma i carabinieri per denunciare che un suo amico gli ha rubato il pisello con una magia:

      https://www.youtube.com/watch?v=QxYD-6IxUQY

  33. Moi scrive:

    Anche perché spesso le ” Romnì ” hanno documenti che ne fanno (!) cittadine Italiane …

  34. Z. scrive:

    Secondo me MT ha ragione: i non-zigani ragionano spesso come gli zigani. Ed è giusto così.

    Hanno votato NO per affondare Renzi? Senza dubbio, ma mica perché Renzi tifa viola o perché è toscano.

    Leggetevi l’editoriale di Mattia Feltri al riguardo…

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Z

      “Hanno votato NO per affondare Renzi? Senza dubbio, ma mica perché Renzi tifa viola o perché è toscano.”

      Uno, gli zingari non votano se non li paghi.

      Due, gli zingari simpatizzano in genere per chi comanda.

      Due motivi per cui è improbabile che gli zingari abbiano votato No.

  35. PinoMamet scrive:

    Ho letto i commenti all’articolo ri-postato da Moi.

    Per fortuna c’è qualcuno che fa notare che le zingare non “rubavano” ma rovistavano nei rifiuti (subito accusato di “essere dalla parte delle Rom”, come se fosse una brutta cosa).

    Ma aldilà delle categorie di “giusto” e “sbagliato”, che in questo caso mi sembrano appiccicate a forza (sono altre le cose giuste e sbagliate, ma non voglio cadere nella retorica), mi colpisce il modo in cui molti assegnino altre due etichette, “bello” e “brutto”.

    Perché stanno antipatici i Rom, chiede Francesco qua da noi;

    la risposta che gli daranno molti è “perché non lavorano e rubano”
    (e sono sporchi, hanno mille figli, ecc. ecc.).

    Come se “lavorare” fosse uguale a “etcichetta: bello” e “rubare” (foss’anche la spazzatura) “brutto”.

    Almeno in altre lingue il lavoro viene chiamato, senza infingimenti, “servitù” (” ‘avodà”, “doulia”): lo si fa perché si deve, ma mica è una cosa tanto bella, di cui andare in giro a vantarsi.

    Non capisco se tutti questi che ce l’hanno con gli zingari “perché non lavorano” siano davvero tutti così alienati, che 8 ore in fabbrica o in ufficio sono “il bello” o perlomeno “la normalità”, e non una cosa transitoria nella fase dell’evoluzione umana, della quale liberarsi al più presto.
    Oppure se ce ne siano anche di (nascostam,ente, magari a loro stessi) invidiosi.

    • Z. scrive:

      Pino,

      se qualcuno ruba le mie cose, beh, per me è brutto. Quindi sì, se negassi che rubare è brutto sarei un’ipocrita niente male.

      Sicché, se gli zigani hanno la nomea di essere ladri già è comprensibile che siano visti con scarsa simpatia. Se poi hanno pure la nomea di non essere “come gli altri”, terribile in molti gruppi umani, le cose peggiorano.

      E chissà, magari una volta erano pure invidiati. Oggi non saprei.

    • PinoMamet scrive:

      Ma i oquesta cosa non la capisco.

      Non è un atteggiamento: proprio non la capisco. La vedo ovunque, e non la capisco.

      C’è-gente-che-trova- bello – lavorare.

      Fare “l’onesto cittadino”.

      Non che lo trovi giusto, o doveroso, o comodo: proprio bello .

      Ci si infiammano, ci si identificano, come con la squadra di calcio:
      “noi”, gli onesti cittadini lavoratori, contro “voi”, i ladri, gli sporchi, quelli che rubano, quelli che non hanno l’etica del lavoro, quelli che vivono male.
      Mah!

      • Z. scrive:

        Immagino ci sia anche una componente di “squadra”, infatti in molti gruppi chi è diverso è spesso emarginato, o peggio.

        Poi c’è il fatto che alla gente non piace essere derubata, e magari la paura di trovarsi qualcuno in casa (Ravenna dicono abbia un record di furti in appartamento, non so se sia vero).

        Da queste parti quando fanno un appartamento si dice spesso “sono venuti gli zingari”, poi magari erano gagè (o gagé?)

  36. Moi scrive:

    @PINO

    Il “si fa così perché sì” di Zeta circa lo Stato di Diritto lo trovi aberrante … eppure si tratta del principio per cui la Legge Mosaica è com’è, no ?

    Poi, per Zeta, siccome non c’è alcun “Dio” … va bene tutto così com’è, a,meno finché il PD amministra o governa. Idem Roberto, però con la UE !

    • Z. scrive:

      Ragazzi,

      io mi spiego male, non ho dubbi, ma pure voi non vi applicate!

      Evidenziare che un divieto non è un “patto” ma una bastonatura calata dall’alto – magari del tutto ingiusta – non significa che “va bene così”.

      Significa che:

      1) non ho scelto io di essere bastonato;
      2) ho tutto il diritto di dissentire;
      3) non per questo lo stato può arrogarsi la potestà di escludermi o peggio.

      Significa evidenziare che anche lo Stato più benevolo che esista, sol per il fatto che esercita una qualche autorità, non può esimersi del tutto dalla coercizione, dall’oppressione, dall’ uso della forza contro i cittadini.

      Significa che gli eventuali abusi del cittadino verso lo Stato non possono giustificare altri abusi a loro volta.

      È un richiamo garantista, che denuncia la mentalità dirigistica e repressiva che può nascondersi nella “teoria del contratto”.

      Circa il contrario di quel che avevate inteso 🙂

  37. Moi scrive:

    “Così il germe del razzismo rischia di sopraffare”

    http://www.quinewsmaremma.it/follonica-rom-rinchiuse-razzismo-pd.htm

    Per il Pd di Follonica, la risposta a questi fenomeni non può però essere solamente l’indignazione e la presa di distanza

  38. Moi scrive:

    @ LISA PANISCUS

    Probabilmente perché le “Comunità Islamiche” , nonostante le “stranezze tribali” che possono triggherare il prossimo (tipo i veli integrali copri-faccia, primi fra tutti) , vengono ritenuti “civilizzabili” 😉 perché condividono la stessa antropologia nostra di “Homo Oecomomicus” 😉 … in fondo, ancora oggi termini come “Nababbo, Pascià, Sceicco, Emiro” ecc … fan pensare a gente con i miliardi di euro che si dedica esclusivamente al proprio edonismo sprecone perché tanto ha il petrolio che gli sgorga, tenendolo sospeso a zampillo, da sotto al culo come nei vecchi fumettini di Tintin 😉 … mica come l’ imprenditore che prima di concedersi certi lussi “si fa il mazzo”.

    Invece gli Zingari sono ritenuti “irrecuperabili”: coniugando Adolf Hitler con Zygmunt Bauman , Rifiuti Umani NON Riciclabili … soluzione “Buonista” 😉 la Discarica (Campo Rom) oppure (letteralmente, stando a tanti “Social Videogames”) soluzione Inceneritore.

    http://www.huffingtonpost.it/2014/11/20/rom-termovalorizzati-cristiano-zuliani_n_6190476.html

    Il Sindaco Zuliani si è inserito nella Scia Gentiliniana dei “Megafoni del Popolo” …

  39. Moi scrive:

    Infatti: secondo Zeta è lo Stato stesso … il Dio-che-(NON)-esiste 😉 !

    • Z. scrive:

      Spiegami meglio…

      • Moi scrive:

        Facciamo così : dicci qual è la Fonte del Diritto, perché si è tenuti a seguirLo … e in cosa differeiscano le Categorie di Legale e Giusto, se tu (!) li fai differire.

        • Z. scrive:

          Risposte metafisiche non ne ho.

          Secondo me è bene seguire le regole perché se ognuno fa sempreve solo quel ch’ui pè tutte le istituzioni e le organizzazioni – pubbliche e private – cessano di funzionare.

          Salvo che non si intenda proprio sabotarle, ovviamente.

  40. Moi scrive:

    Poi è giusto in via teorica il discorso “se non denunci un reato sotto i tuoi occhi, ne sei complice …” però è vero anche che NON tutti sono d’accordo con lo Stato su quali azioni debbano considerarsi “reati” e quali no; è vero anche che spesso (anche e soprattutto in Italia) se denunci e ti sbagli a dire _ che so … “estorsione” o “ricatto” _ nei guai ci vai te con lo Stato, ma ancor più spesso lo Stato o arriva che ti han già accoppato o non arriva proprio. Oppure arriva e assolve il delinquente _ che ha bisogno di una seconda possibilità e cazzi di chi è stato travolto dalla prima possibilità … _ penalizzando il cittadino che ha sbagliato una parola nello sporgere denuncia.

    • Z. scrive:

      No, Moi, non è giusto. Un conto è commettere una cosa, un conto è non denunciarla.

      Un ordinamento che ti obbliga a denunciare reati bagatellari con la minaccia di trattarti da concorrente se non lo fai è un ordinamento oppressivo e ingiusto.

      Se poi ti dicono pure che TU l’hai voluto, perché hai firmato un non meglio specificato “patto” senza nemmeno saperlo (!), ecco, non ti senti un poco preso in giro?

  41. gianni scrive:

    mah … considero il video una cazzata fatta senza pensarci da due coglioni che probabilmente adesso saranno a spasso .
    Considero quelli che hanno scritto nei commenti “dovevano bruciarle!” delle merde umane.
    ma …. non venitemi a dire che i rom, sinti o quel che vi pare abbiano un posto nella società: quelli che ho conosciuto io si vantavano di non pagare il bollo della macchina, le tasse, l’acqua, etc etc. Sono esattamente dei parassiti della società, non ne fanno parte. Tutti i tentativi di integrazione falliscono miseramente, se ne fottono di qualsiasi regola del vivere civile . Se un rom cerca lavoro non lo trova ? nemmeno io … ma nessuno cerca di integrarmi nella società, e se non pago il bollo dopodomani mi sequestrano la macchina . Il mondo è pieno di poveracci senza lavoro, senza niente, però non sono zingari, e allora vadano affanculo. Sono zingari ? il mondo è razzista e non vuole integrarli . vabbè.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Gianni

      ” non venitemi a dire che i rom, sinti o quel che vi pare abbiano un posto nella società:”

      Partiamo dal fatto che alla scuola dove vanno i miei figli, ho identificato tanti zingari, che gli altri non hanno la minima idea che siano zingari: sono semplicemente “rumeni”, “kosovari” e così via, e nessuno ha mai avuto il minimo problema con alcuno di loro.

      Quindi, non stiamo parlando di una realtà “razziale”.

      Stiamo parlando di un sistema antichissimo di vita, che proviene dal sistema castale indiano.

      Ora, la cosa affascinante è come questo sistema castale indiano sia potuto passare attraverso il Punjab, l’Iran, l’Anatolia, i Balcani, arrivare in Europa… senza un governo, senza una religione, senza una storia, senza libri, e sopravvivere persino a Follonica.

      Mettiamo da parte per un istante tutte le questioni se facciano bene o facciano male. Esci dal tuo punto di vista di “italiano”, e prova a chiederti per un momento quale sia il senso e il segreto di questa strana storia di fuoricasta indiani.

      • Z. scrive:

        Qual è il senso e il segreto di questa strana storia di fuoricasta indiani? E sia chiaro, non è una domanda retorica: non so assolutamente niente dell’argomento!

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        E’ semplicissimo da fuoricasta rimanere tali: le società non fanno prettamente a gara ad assimilare il diverso. Anzi, forse l’unicità occidentale sta proprio in questo tentativo di assimilare tutto.

        Citando un personaggio di Star Trek, noi siamo come i Borg. Anzi, siamo peggio di loro, perché loro assimilano apertamente, mentre noi siamo più subdoli e assimiliamo le persone senza che quelle se ne rendano conto 😀

        • Miguel Martinez scrive:

          per MT

          “E’ semplicissimo da fuoricasta rimanere tali: le società non fanno prettamente a gara ad assimilare il diverso”

          Attenzione, però, “fuoricasta” è un concetto abbastanza estraneo alla cultura “occidentale”. Non va assolutamente confuso con il poveretto in basso che regge tutto il peso della piramide sulle proprie spalle.

          Gli zingari non sono degli sfruttati. Anche questo li rende antipatici, sicuramente.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Il lavoratore sfruttato è la persona più inserita nella società che esista, perché è lui la base stessa dei processi produttivi. I nostri fuoricasta noi li abbiamo avuti in categorie marginali e talvolta anche ammirate: se il lebbroso era emarginato, l’eremita era ammirato.
            Poi la nostra civiltà è riuscita ad eliminare queste figure, con l’eccezione (che in realtà è parziale: è avvenuta l’assimilazione di zingari nei secoli. Sarebbe da capirne l’incidenza) degli zingari.

        • Peucezio scrive:

          OADAMT
          (occasione annuale)

      • gianni scrive:

        che questo sistema abbia potuto continuare ad esistere sinceramente non me ne frega un cazzo. E idem con patate considero le caste indiane e tutto quello che ne deriva come pattume assoluto , roba da 1200.
        Nel contempo considero peggio quelli che dicono “dovevano bruciarle” perchè questi discorsi sono da nazisti. MA … non esiste da parte loro nessuna voglia di far parte di una società civile, solamente il prenderne i benefici. Io da ragazzo passavo tutti i giorni per il campo di quarto oggiaro, visto che prendevo il treno a certosa. Costumi di scena per andare a chiedere l’elemosina per le donne, fancazzismo assoluto dalla mattina alla sera per i maschi … bolli non pagati, corrente gratis, acqua idem. Ho parlato con molti sinti che si rifornivano come me di hashish dagli stessi spacciatori …. rifiuto totale delle regole, assoluto disprezzo per noi gaggi. Ovvero … “voi siete dei poveri pirla che pagano le tasse, noi no ! ” Ma allora .. perchè dovresti avere i miei stessi diritti ? perchè esisti ? Hanno Condizioni di vita di merda, sono d’accordo .. ma nessun desiderio di uscirne. Qui per essere parte della società si richiede qualcosa d’altro. Se le nuove generazioni di zingari cercano di uscire da questo vivere non civile e non societario .. ben venga. MA per ora non vedo nulla di tutto ciò. Ho più stima di un senegalese che vende i calzini che di una rom che chiede l’elemosina al semaforo con il figlio in braccio. Vuoi fare il buonista a tutti i costi ? prego. MA winnie the pooh non esiste e non viviamo ad Oz.

        • gianni scrive:

          “stiamo parlando di un sistema antichissimo di vita” … ma che cazzo stai dicendo ? a questo punto se uno è antropofago da millenni dovrebbe continuare con il cannibalismo ? non è che se una puttanata c’e’ da tanti anni allora è giusta e sacrosanta.
          Se 200 anni fa era “giusto” che uno pestasse moglie e figli allora dovrebbe essere giusto anche adesso, visto il tuo ragionamento . “domandati da italiano” … ma ti prego, io da italiano non ragiono proprio . Ragiono da persona civile che potrebbe vivere in italia come in messico … siamo nel 2017 … certe cazzate è ora che finiscano. A me le tradizioni fanno solo pena, quando sostentano un modo incivile di vivere.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Gianni

            ” questo punto se uno è antropofago da millenni dovrebbe continuare con il cannibalismo ?”

            Io non ho conosciuto sinti che compravano hashish, ho conosciuto soprattutto rom della ex-Jugoslavia che avevano come primo problema trovare da mangiare per i loro bambini. Ma non importa, le nostre esperienze possono essere simili o diverse.

            Tu stai compiendo un errore logico molto grave: stai facendo confusione tra una realtà, e il tuo giudizio su quella realtà.

            Ti faccio un esempio diverso.

            Un liberista mi dice, “il capitalismo ce l’ha fatta a trionfare su ogni sistema diverso di economia”.

            Se io rispondo, “a me il capitalismo fa schifo perché non mi piace lavorare per qualcuno che sul lavoro che faccio, guadagna più di me”, non ho affatto risposto all’obiezione del liberista, ho solo espresso un mio sentimento personale.

            Separare constatazione di un fatto da sentimento personale, grazie.

            • Z. scrive:

              Veramente Gianni – che mi perdonerà se lo interpreto – non dice che ti stai sbagliando a dire che lo stile di vita degli zigani è plurimillenario.

              Dice, se ho ben capito: “e chi se ne frega, resta uno stile di vita inconciliabile con la nostra civiltà”.

            • Z. scrive:

              (A proposito dei termini come “zingari”, “tzigani” etc.: ho sentito diversi etnologi spiegare che sono offensivi, ma ho letto e sentito anche diverse interviste dove i rom parlano di sé definendosi “zingari”. Può essere che i rom se ne freghino?)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Può essere che i rom se ne freghino?”

                🙂

                Io non mi faccio scrupoli a usare la parola “zingaro”, perché – come il “cimitero” che si nasconde come “camposanto” – è l’oggetto stesso che è problematico.

                E perché il Popolo Zingaro-Zigano-Rom NON ESISTE.

                Non è quindi “altro” rispetto a nessuno altro “popolo”, non ha in testa sionismi, non ha memorie storiche da rivendicare.

                “Rom” vuol dire semplicemente, “un uomo sposato, parente nostro, che rispetta le regole di purezza e accetta i giudizi del Kris”.

                In questo senso, è assai difficile dire dove finiscano i Rom, nel senso che per qualunque Rom, la maggior parte degli altri “zingari” non sono nemmeno lontanamente parenti e probabilmente hanno costumi talmente diversi, da fare schifo.

                In genere, gli zingari dicono “la nostra gente” per quelli che sentono vicini, e che non comprendono certamente tutti quelli che gli “altri” chiamano “zingari” o “Rom”.

            • PinoMamet scrive:

              Ricordo un’intervista a degli zingari nel Veneto
              (credo fossero sinti, abitavano- all’epoca- in un quartierino di prefabbricati dall’aria del tutto “civile”)

              che autodefinivano zingari, e contemporaneamente si lamentavano del fatto che “gli zingari sono venuti a derubarci!”

              e spiegavano “beh, non c’è niente di strano, anche per noi ci sono gli zingari

          • Peucezio scrive:

            Qualcuno però prima o poi dovrà spiegarmi per quale motivo “uno” che “è antropofago da millenni” non “dovrebbe continuare con il cannibalismo”.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ gianni

            “A me le tradizioni fanno solo pena, quando sostentano un modo incivile di vivere.”

            Grandissimo!!! 🙂 🙂 🙂

            Ciao!

            Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Gianni

          “Ho parlato con molti sinti che si rifornivano come me di hashish dagli stessi spacciatori”

          Da gestore di questo blog, mi piace questa frase, e anche tutto il tuo commento.

          Perché qui facciamo come Ouida, che quando organizzava una festa, affiggeva sulla porta di casa un cartello dove stava scritto, “please leave morals and umbrellas in the hall”.

          Però attenzione anche tu, al culto del “vivere civile” e della “società”.

          Che sono esattamente le cose che ci hanno messi, in sette miliardi, con le spalle al muro.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ martinez

            “Però attenzione anche tu, al culto del “vivere civile” e della “società”.

            Che sono esattamente le cose che ci hanno messi, in sette miliardi, con le spalle al muro.”

            Non sono d’accordo.

            Penso anzi che sia esattamente il contrario.

            A metterci con le spalle al muro è l’atteggiamento descritto dalle parole della Thatcher: ‘Io non so cosa voglia dire la parola ‘società’ ‘.

            L’atteggiamento, cioè, per cui il benessere della specie si ottiene lasciando che ciascuno per sè ricerchi il proprio massimo comodo indipendentemente dagli altri.

            Dal che – come già dimostro ‘ il Club di Roma negli anni Settanta – deriva l’abuso delle risorse, lo spreco ecc., nonché le folli spese per mantenere tutto questo.

            Se per guadagnare consenso prometti a tutti di non morire da fame va bene. Ma se prometti a tutti la lavastoviglie, l’automobile, un numero arbitrario di figli, lo stereo, il motorino, e magari in futuro anche l’elicottero e la cintura antigravitazionale, allora prima o poi il sistema scoppia. (Quando ero giovane, Toraldo di Francia diceva che non c’è posto sulla Terra per un miliardo di automobili; siamo già a un miliardo e duecento milioni; quanto potrà durare non so). E una frazione sempre maggiore di risorse viene immobilizzata per non fare aumentare la paura di perdere ciò su si è fatto in tempo a mettere le mani.

            Sono queste le cose che spingono verso l’effetto serra, lo scioglimento dei ghiacci ecc.

            Noi soffriamo di mancanza di capacità ordinatrice, non del suo eccesso.

            Probabilmente ciò è dovuto al fatto che siamo animali gregari, non sociali: ci viene spontaneo aggregarci in branchi, e la civiltà è solo una sottile vernice che rende più difficile lo sgozzarci.

            Ecco perché una società anarchica (è una contraddizione in termini, lo so, ma facciamo a capirci) lungi dall’allontanare la catastrofe, la accelera: come diceva Hobbes, “indico in primo luogo come inclinazione generale dell’umanità un perpetuo e irrequieto desiderio di potere dopo potere, che cessa solo in morte.”

            Come dimostra la storia di un’infinità di comunità del cosiddetto Terzo Mondo, un’umanità fatta di tanti piccoli Oltrarno è la prima a sparire.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              >> il benessere della specie si ottiene lasciando che ciascuno per sè ricerchi il proprio massimo comodo indipendentemente dagli altri.

              Si chiama libertà, in effetti, questa roba qui, e non mi stupisce che ti dispiaccia.Però da quello che scrivi l’unica soluzione plausibile sono 7,4 miliardi di trapianti di cervello, da formiche a umani. Giusto?

  42. Ugo Bardi scrive:

    Ehi, ragazzi, mi sono letto tutti i commenti. Ma nessuno che dica che i Rom rapiscono i bambini? Ma via, in che mondo vivete? Lo sanno tutti. Grog, grog, grog!!

    • Z. scrive:

      …poi li vendono ai musulmani, che li macellano in modo halal; il sangue dei bambini viene a sua volta rivenduto agli ebrei, che se lo bevono; il resto del bambino viene infine ceduto ai comunisti, che se lo mangiano.

      Bentornato 🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Ugo Bardi

      “Ehi, ragazzi, mi sono letto tutti i commenti.”

      Mi ricordo che tu avevi scritto un post interessantissimo sulla maniera in cui si presentano le zingare, con un aspetto volutamente alieno, ma non riesco a ritrovarlo.

      Potresti segnalarcelo, perché era una riflessione molto profonda?

      • Ugo Bardi scrive:

        Boh…. ora non mi ricordo più nemmeno io. Vedo di cercarlo. Ora intanto sono invitato a cena dagli Hacker russi che sono tutti comunisti e servono bambini arrosto. Gli ho chiesto se dopo che sono riusciti a fare eleggere Trump negli USA potrebbero anche fare eleggere Salvini in Italia. Ma dicono che questo è impossibile anche per loro.

    • Francesco scrive:

      caro Professor Bardi,

      perchè tutti sanno che gli zingari rapiscono i bambini?

      grazie

      F o’curioso

  43. francydafne scrive:

    >>>>Al centro di questa vicenda, ci sono due donne Rom; eppure tutta questa sceneggiata è uno scambio di retoriche tra non-Rom. I diritti delle due donne (due minuti chiusi dentro il gabbiotto fanno “sequestro di persona”), il pericolo immigrati, i magistrati, la politica aziendale, la legalità, la proprietà privata.

    >>>>Nessuno che si chieda, cosa ci stessero a fare le due donne.

    Qui però non ti seguo…. al di là di tutta una serie di analisi che, comunque, vanno fatte, penso che il fatto che una persona non si chieda che cosa ci stessero a fare le due donne in quel gabbiotto, non vuol dire necessariamente che la stessa non possa indignarsi per il comportamento di quei due ragazzotti geniali. Se per “retoriche fra non-Rom” intendi comportarti come Elena Lowenthal che in un articolo su “La Stampa” si mise a piagnucolare sul fatto che Bertinotti si era permesso di dire “noi siamo ebrei”, allora, dal mio modesto punto di vista, non ci siamo proprio…. Mentre tu – giustamente – pontifichi dal tuo aristocratico scranno sui massimi sistemi, a me non dispiace che poveri mentecatti plebei “non rom” si indignino e gridino ad alta voce il loro “no” a comportamenti indegni.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francydafne

      ” a me non dispiace che poveri mentecatti plebei “non rom” si indignino e gridino ad alta voce il loro “no” a comportamenti indegni.”

      Se però ci mettiamo da un terzo punto di vista, quella dei Rom stessi… per semplificare: il mondo è una giungla, piena di tigri pronte a saltarti addosso, e tu non hai altre armi che la tua scaltrezza. Se le tigri ti saltano addosso, non c’è niente di strano o di immorale, succede e non c’è nulla di cui indignarsi. L’importante è tornare a casa con il cibo per la giornata e non finire sbranati.

      Questo modo di pensare rende i Rom singolarmente tranquilli di fronte a cose che mandano in bestia i gagè.

      Ad esempio, mentre a Napoli, gli studenti universitari e affini (fisicamente e culturalmente indistinguibili da Salvini stesso) accolgono Salvini con le molotov, in un campo Rom accolgono Salvini così, ragionandoci in modo assai pacato, e tutto sommato dimostrando pure di avere ragione:

      https://www.youtube.com/watch?v=6EB_z3BQexI

      • francydafne scrive:

        Ciò che affermano le donne Rom in quel video non verrebbe sottoscritto da alcuni Rom con cui sono in contatto e che preferirebbero vivere in una casa piuttosto che in un campo. Come vedi la realtà è molto più complessa di quella che potrebbe sembrare e non è detto che il “Rom medio” debba necessariamente essere quello che hai in mente tu.
        Capisco che possa dare fastidio ad una persona come te, perennemente impegnata sul campo, che un/a gagè che non è mai andato/a in un campo Rom e non si è mai “sporcato/a le mani” possa alzare la voce per stigmatizzare il razzismo di questa gentaglia, ma continuo a pensare che, comunque, è già qualcosa e che sia positivo il fatto che avvenga. Non è detto che nel momento in cui diveniamo testimoni di un episodio di razzismo anti-Rom dobbiamo tacere per il solo fatto che “il mondo è una giungla, piena di tigri pronte a saltarti addosso, e tu non hai altre armi che la tua scaltrezza. Se le tigri ti saltano addosso, non c’è niente di strano o di immorale, succede e non c’è nulla di cui indignarsi. L’importante è tornare a casa con il cibo per la giornata e non finire sbranati.” Anche perché, a questo punto, se al posto del Rom ci fosse un negro o un omosessuale potrei indignarmi perché questi, non avendo il problema che ha un Rom (portare qualcosa da mangiare a casa), mi consentirebbe di indignarmi. Spiacente, ma Rom o non Rom, io innanzi agli occhi ho solo ed esclusivamente un essere umano, e se questo viene trattato male io alzo la mia voce; per fare un esempio scemo, l’altro giorno ho pagato una fetta di pizza ad una Rom che insisteva con il pizzaiolo per averla gratis. Esattamente come avevo fatto una settimana prima con un negro.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francydafne

          “Ciò che affermano le donne Rom in quel video non verrebbe sottoscritto da alcuni Rom con cui sono in contatto e che preferirebbero vivere in una casa piuttosto che in un campo. Come vedi la realtà è molto più complessa di quella che potrebbe sembrare e non è detto che il “Rom medio” debba necessariamente essere quello che hai in mente tu.”

          Concordo in pieno.

          Un elemento comune che però vedo, tra la mamma “sono nata in Romania” che fa un lavoro precario, cerca di mandare il figlio a scuola e sogna la casa da una parte; e una “zingara estrema” come Margherita è proprio l’approccio pragmatico alla vita e una gran fatica a star dietro alle nostre teorizzazioni e filosofie.

          Solo quando ti trovi a stretto contatto con questa modalità, ti rendi conto quanto noi siamo condizionati dall’astrazione e dalla lettura.

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