Una risposta sull’Articolo 118

La nostra amica Rossana, una delle menti più lucide del nostro giro virtuale, ha scritto una replica al mio articolo di ieri, che merita di essere letta con grande attenzione. La pubblico qui con il suo permesso.

L’obiezione, in estrema sintesi è questa: nessun Comune fa Patti con i singoli cittadini, i quali per diventare interlocutori devono prima diventare figura giuridica costituendosi in Associazione.

L’associazione, oltre a poter partecipare a Bandi periodicamente pubblicati dalle Regioni per l’assegnazione di risorse su progetti specifici, ha poi fra i suoi compiti quello di attivarsi per la ricerca di risorse finanziarie c/o privati (singoli, ma anche Banche, industrie, ecc).

I progetti presentati devono essere sottoposti all’approvazione dei rappresentanti incaricati dal Comune quali interlocutori, i quali riferiscono al Consiglio Comunale il quale approva (o no) un progetto di intervento sul territorio (un’associazione rappresenta una piccola parte di cittadinanza, in genere facendosi portavoce di esigenze specifiche di un ristretto numero di singoli portatori di esigenze specifiche, quindi ogni progetto deve passare poi per l’intero consiglio comunale, oltre che per la Giunta, la quale ha l’ultima parola sull’approvazione o meno di ogni progetto).

Alla fine, ammettendo che, come ormai in molti casi succede, il progetto venga approvato, i fondi per la realizzazione di un’opera sono sostanzialmente responsabilità  solo parziale del Comune, il quale affida poi la realizzazione di tali progetti appunto alle associazioni interessate che l’hanno proposto, così da alleviare il peso sulle casse comunali di opere ritenute tuttavia necessarie alla cittadinanza tutta (v. i casi di associazioni che si attivano per la messa a norma di edifici pubblici per l’accessibilità  ai portatori di handicap).

Queste procedure, grazie al lavoro volontario delle associazioni, le quali si sbattono poi a trovare fondi sul territorio andando a battere cassa da aziende, Fondazioni bancarie, ecc, ha contribuito e contribuisce in maniera massiccia alla morìa di aziende piccole o medie che fino a ieri vivevano perché potevano partecipare ai bandi comunali, provinciali, regionali per la realizzazione di opere necessarie alla comunità  e pagate con denaro pubblico, cioè con parte delle risorse che affluiscono a Comuni, Province e Regioni grazie alla tassazione.

La sussidiarietà, cioè il volontariato e l’associazionismo in genere, sostituendosi in sostanza alla libera impresa, da una parte contribuisce al fallimento delle imprese del territorio che fin qui lavoravano su incarico dei comuni alla manutenzione del territorio o alla cura del sociale; dall’altra finisce per creare quella disoccupazione che poi come associazioni benevolmente si occupano di reinserire nel tessuto sociale, vuoi dedicandosi a reperire spese alimentari gratis (v. le associazioni che si occupano di reperire e distribuire spese a chi non avendo più reddito non ha più i soldi per farsele in autonomia), vuoi interponendosi fra il dovere dei Servizi Sociali (dello Stato) nel provvedere ai bisogni materiali dei cittadini o vuoi, in ultima analisi, contribuendo a mantenere in stato di dipendenza (sociale e alla fine emotiva) chi viene prima escluso dalla società  grazie alla perdita del lavoro che non c’é più per via dei fallimenti, poi deviando risorse pubbliche verso l’associazionismo anzichè distribuire le stesse risorse direttamente ai cittadini attraverso un reddito di cittadinanza o di sopravvivenza.

Per capire il danno sociale che la “sussidiarietà ” crea al tessuto sociale, è necessario retrocedere nella catena fino ad arrivare all’origine da cui si dipartono e su cui si reggono tutte le associazioni che entrano giocoforza a far parte di uno dei 2/3 network cui fanno tutte capo.

Poi, necessario è studiare i bilanci di quelle 3/4 ultime realtà  cui finiscono per fare riferimento i 2/3 network e quindi tutte le Associazioni (qualunque siano gli scopi per cui nascono o i progetti sociali cui partecipano): ne troverai solo appunto 3/4, con bilanci miliardari e la partecipazione finanziaria dei soggetti più diversi ma tutti finalizzati a far girare denaro a valanghe (non a caso, Presidenti di queste mega strutture, sono spesso gli stessi presidenti di Fondazioni Bancarie o di potentissime associazioni di industriali o sindacali, e via discorrendo)…

Sia chiaro, non sto entrando nell merito dell’Associazione di cui tu Miguel fai parte, né discuto le ottime iniziative che hanno contribuito a far diventare la vostra associazione un soggetto giuridico (se ricordo bene avete dovuto diventare associazione, per poter sperare di diventare interlocutori del Comune come cittadini: nessun singolo cittadino può agire in nome della sussidiarietà  nemmeno per piantarsi un alberello grazioso nella striscia di erba dell’isola spartitraffico su una stradina di campagna, pena multa (se beccato) piuttosto salata).

Mi scuso per la valanga di parole, ma il tema è così complesso che mi riesce difficile esaurirlo fermandomi alla lettura delle buone intenzioni dell’art. 118 della Costituzione.

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368 risposte a Una risposta sull’Articolo 118

  1. Grog scrive:

    Vamos a matar(1) todos lo usuarios de las palabras:
    – riforme
    – sussidiarietà (2)
    – project financing
    Grog! Grog! Grog!
    (1) gruppo giustiziere della ’44 magnum stile ispettore Callaghan
    (2) esclusi gli amici anche se un po pirloni

    • Peucezio scrive:

      Tanto per andare subito OT, abusando come al solito dell’immensa tolleranza di Miguel e sperando che altri commentino in modo più pertinente (o anch’io, se mi viene qualche spunto),

      Grog,
      una curiosità: ci sono differenze linguistiche fra Venezia e Mestre?

      • Grog scrive:

        Poca roba se non che Mestre pullula di terroni così venetizzati che è impossibile riconoscerli e darli in pasto al leone! Per cui l’unica è berci insieme e giocare a scopone e magari i furbastri ti montano anche le tose di casa!
        D’altra parte Venezia è stata un impero e si è mescolata anche con le rotaie del tram per cui un conto è la lingua che grazie a Dio si è conservata ed un altro la razza per cui siamo dei VERI BASTARDONI.
        Grog! Grog! Grog!

        • Francesco scrive:

          ne approfitto per chiedere: che conto aperto avevate con Bisanzio, per far combinare quel gran casino ai Franchi quando correva l’anno 1204?

          • Grog scrive:

            Il massacro dei latini del 1182, anche se saggiamente i bizantini massacrarono soprattutto Genovesi e Pisani (con gran goduria dei Livornesi), alcune decine di migliaia di cattolici! Chiaramente non giovò ai rapporti tra le due chiese.
            Grog! Grog! Grog!

  2. Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

    ” … Presidenti di queste mega strutture, sono spesso gli stessi presidenti di Fondazioni Bancarie o di potentissime associazioni di industriali o sindacali …”.

    Sono situazioni come queste a convincermi delle ragioni di fondo, almeno per ciò che riguarda la “pars denstruens”, dei left-libertarians…

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    ma cos’è questa storia della lotta dell’Europa contro la propaganda russa?

    https://francais.rt.com/international/29453-ue-russie-daesh-propagande

  4. Roberto scrive:

    Miguel,
    Io sarei curioso di leggere una tua risposta agli argomenti di rossana

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Roberto

      “o sarei curioso di leggere una tua risposta agli argomenti di rossana”

      Anch’io 🙂

      stamattina alle 6.30 ho consegnato la traduzione di un contratto, ho tradotto un testo pubblicitario, ho fatto un po’ di doveri familiari, alle 9 ho preparato una locandina e un volantino, adesso me ne hanno chiesta un’altra, se non crollo prima, cercherò di rispondere: almeno le idee chiare su cosa rispondere, ce l’ho!

  5. Moi scrive:

    UE, Isis, Russia : c’è una vignetta Russa becera … ma che rende l’idea :

    http://gayburg.blogspot.it/2016/10/lambasciata-russa-in-inghilterra.html

    poi ripeto che “vittime, vittimi e vittim*” del Terrorismo Islamico hanno lo stesso effetto sull’ Occidente che le bombe molotov dei Cosplayers possono avere sull’ Arma e le FFdO dopo aver danneggiato qualche appuntato / agente dei Caramba o della Pulla e , ovviamente, creato panico fra gente che atavicamente diffida di chiunque indossi una divisa.

    ———————-

    Il Nemico alle Porte :

    http://popoffquotidiano.it/wp-content/uploads/2015/06/00114.jpg

    questa di cui sopraè invece di Kracncic , che ormai disegna solo su internet, piacerà a Grog …e a Mirkhond, sebben per motivi diversi.

    • Grog scrive:

      La vignetta del sito dei culattoni(1) è divertentissima peccato che sia Russa,
      gli europei disegnati come porcellini salvadanaio in un campo di concentramento CULATTONICO che al posto del famigerato “Arbeit macht frei” ha il simbolo dell’euro è una vera delizia, infatti per esempio i Greci non hanno da mangiare e da riscaldarsi ma POSSONO LIBERAMENTE PRENDERLO NEL CULO, dire la verità in occidente è pericolosissimo perché il politicamente corretto è terribile e si è aggregato al POLITICAMENTE COL RETTO.
      La vignetta di popoff(2) è carina ma non è al livello di quella russa.
      Grog! Grog! Grog!
      (1) http://gayburg.blogspot.it/2016/10/lambasciata-russa-in-inghilterra.html
      (2) http://popoffquotidiano.it/wp-content/uploads/2015/06/00114.jpg

      • roberto scrive:

        secondo me una vignetta del genere pubblicata da un’ambasciata merita come minimo di tagliare la testa all’ambasciatore e spedirla al cremlino con UPS….anzi no con la royal mail così arriva bella putrefatta

        • Grog scrive:

          Roberto carissimo, la vignetta è poco diplomatica di sicuro ma dice la verità, poi il fatto che sia un’iniziativa presa a livello di ambasciata ti dice cosa pensano i Russacchiotti degli Europei e di come percepiscano la UE come un lager mentre sullo sfondo compare una Grande Santa Madre Russia senza muri ma con missiloni.
          Roberto carissimo poi se tu ami la UE, ami Superciuk, vai in erezione al solo pensare alla Merkel o peggio ti arrapa il sedere di Hollande allora vota SI e vedi di avere allegri rapporti anali con chi ti pare non sarà certo Grog a criticarti, il culo è tuo.
          Grog! Grog! Grog!

          • roberto scrive:

            ma figliolo, io non voglio avere rapporti né con hollande né tanto meno con la merkel. mi accontento solo di tagliare la testa all’ambasciatore russo. giusto quello, una testina caduta e son contento.

            (tra parentesi, i russi mi fanno tristezza. uno dei popoli più straordinari del pianeta, da sempre sotto il tallone di emerite teste di minchia. mah!)

            • Grog scrive:

              Hai ragione la Merkel fa un poco schifo meglio la Theresa May!
              E poi se uno ha pulsioni omosessuali mille volte meglio Vals che Hollande! Ha delle favolose orecchie a sventola che pui afferrare saldamente mentre lo sodomizzi!
              Grog! Grog! Grog!

            • Z. scrive:

              Max rispetto per May, specie se sgombra velocemente e spegne la luce. Sottolineo “velocemente”.

              Alle pulizie provvediamo noi. Non serve che i sudditi di S.M. la Regina si disturbino.

              Diccelo a Theresa 😀

        • Grog scrive:

          Aggiungo
          Il sito culattonico afferma tra l’altro che esista

          ” il progetto di Putin per l’invasione dell’Europa e per la creazione di un totalitarismo euroasiatico che sia sottomesso a Mosca”

          I cretinetti culatto fascisti sono arrabbiatissimi perché i brutali mugiki non apprezzano le loro terga e continuano ad andare con le donne “OVVOVE!”

          Poi i bambini mica si devono fare!
          Si COMPERANO come ha fatto quel disgraziato di Niki Vendola no?!
          E se ne restano a disposizione già un poco cresciutelli
          SI VENDONO AI PEDOFILI BELGI E OLANDESI(*)
          perché non bisogna reprimere gli istinti sani e naturali e nel contempo fare un po di denaro per pipparsi la coca! Olé!
          Grog! Grog! Grog!
          (*) li anche le case reali dono disprezzano giovani culetti

        • Francesco scrive:

          in effetti un minimo di decenza imporrebbe di cacciare l’ambasciatore, facendo notare alla Madre Russia che non siamo dei porcellini così disarmati e inoffensivi

          certo, il momento scelto è opportuno, il gas naturale russo serve all’Europa quando arriva l’inverno

          maleducati ma furbi, i nostri amici slavi?

          in ogni caso, se la UE va in pezzi godranno ancora più a Mosca che a Washington. Capito Pino perchè è un male?

          ciao

          • Grog scrive:

            L’Italia se la MASSONICA UE va in pezzi ha tutto da guadagnarci, con la propria moneta si è sempre sviluppata mentre con l’euro la pacchia è durata “l’espace d’un matin” legata all’esplosione dei valori immobiliari dal 2002 al 2007 ( 5 anni ) e poi crisi.
            Adesso i capannoni acquistati in parte con lo scudo fiscale dei denari rientrati dall’estero sono desolatamente vuoti e dove prima c’erano attività produttive adesso ben che vada si fa “cultura” tipo la fiera del libro! O del tartufo importato! O della vacca abbattuta perché non “sussidiaria” al culattonificio olandese o danese o francese o crucco.
            L’Europa si faccia più Allah! E non rompa i coglioni quà!
            I migranti vengano salvati se arrivano in acque territoriali, chi li ripesca al largo o sulle rive dell’Africa venga prima mitragliato e poi incarcerato per traffico di genere umano.
            I migranti se li prendano i paesi che hanno smontato la Libia e la Siria ed hanno sponsorizzato la primavera araba ovvero:
            – Israele;
            – Francia;
            – Gran Bretagna;
            – Stati Uniti.
            Viva San Marco e l’Italia (se si riprende e la smette di dar via il sedere) altrimenti ce ne andiamo con Austria ed Ungheria.
            I miei migliori auguri di buone Custoza e Lissa e tanti Kobarid!
            Grog! Grog! Grog!

            • Francesco scrive:

              >> L’Italia se la MASSONICA UE va in pezzi ha tutto da guadagnarci,

              mi permetto umilmente di avere i più seri dubbi al riguardo

              qualche suggerimento:

              1) “valuta pregiata” ricorda qualcosa?
              2) “debito pubblico” ricorda qualcosa?
              3) “forze armate” ricorda qualcosa?
              4) “fondo sociale europeo” ricorda qualcosa?
              5) “leggi LGBT imposte dal PE” in effetti anche a perderle io sarei contento 🙂
              6) “diritti umani dei detenuti” ricorda qualcosa?

              e potremmo proseguire assai a lungo

              saluti

            • roberto scrive:

              ““leggi LGBT imposte dal PE”

              temo che questo non sia uno dei meriti che si possano ascrivere all’UE.

              volete la prova?

              le “leggi LGBT” (qualunque cosa esse siano) non esistono in ogni stato membro, come dovrebbe essere se fossero veramente imposte dal parlamento UE

            • Francesco scrive:

              OK

              ma ai bigotti come me bastano e avanzano le risoluzioni LGBT approvate dal PE

              😉

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Che c’entra l’UE con i diritti dei detenuti? Mi sembra più roba da CEDU.

            • lanzo scrive:

              Infatti uno dei cavalli di battaglia di Trump e’ stato “l’accoglienza” di centinaia di migliai di migranti auspicata da Obama/Clinton.
              Da mo’ hanno riempito Minneapolis di orde di somali !
              In UK fra poco ci saranno piu’ “abbronzati” che bianchi. La Francia e’ totalmente invasa da decenni. Anzi mi piacerebbe sapere, un opinione di Miguel ci starebbe bene… Perche’ la Francia ha fatto entrare marocchini, tunisini algerini a go-go? Quando c’era una disoccupazione e disagio in Portogallo e Spagna ? Gumbluttista saro’.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Lanzo

                “erche’ la Francia ha fatto entrare marocchini, tunisini algerini a go-go?”

                Perché già parlavano francese, a differenza di portoghesi e spagnoli, e quindi era più facile spiegare loro come si doveva lavorare in cima alle impalcature, nei cementifici o sotto il sole e la neve.

                E parlavano francese, perché nessuno era riuscito a impedire che entrassero francesi a go-go in Marocco, Tunisia e Algeria qualche decennio prima 🙂

            • Francesco scrive:

              lanzo

              se ricordo Obama voleva regolarizzare circa 10 milioni (MILIONI) di latinos già residenti negli USA, illegalmente ma senza precedenti penali

              un’azione di banale buon senso e minima umanità, oltre che estremamente vantaggiosa per gli USA

              a Londra sono pieni di scuretti, è vero, in gran parte sono ricchissimi e stanno sulle palle ai bianchi spiantati … che senza di loro sarebbero più poveri e più disoccupati

              sulla Francia ha detto benissimo Miguel

              saluti!

    • Mondo cane scrive:

      Andate a vedere cosa è accaduto il 4 novembre davanti all’ambasciata Russa a Londra. Forse, sarete meno sorpresi dopo.

      • roberto scrive:

        non ci lasciare nel dubbio, che è successo?
        (link please)

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Gli inglesi che protestano contro i russi per la Siria mi ricordano gli inglesi che protestano contro i francesi per Calais.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Mondo cane

            “https://it.sputniknews.com/mondo/201611043584225-londra-proteste-ambasciata/”

            immagino fossero dei Fratelli Musulmani

          • roberto scrive:

            e che sarà mai, mica è la prima protesta davanti ad un’ambasciata!?!
            ce ne sono in continuazione davanti alle ambasciate israeliane, americane, inglesi, francesi in tutto il mondo e nessuno si scandalizza e nessun ambasciatore fa vignette alla charlie hebdo

            • Mondo cane scrive:

              Mah, comunque la sicurezza è del paese sul cui suolo insiste. Comunque, almeno di menifestazioni violente. l’ingresso/uscita deve essere garantito. Tant’è che spesso, le contestazioni contenute si svolgono dalla parte opposta o nelle immediate vicinanze. Quello che si vede è veramente di un’altro tenore. Poi se sei atlantista, e vuoi fare finta che non stia accadendo niente con la Russia, possiamo parlare fino a mezzanotte e finire col rimanere ognuno con le proprie idee

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Mondo Cane e Roberto

                Ho la sensazione che molti potenti in “Occidente” stiano cercando lo scontro con la Russia.

                Ma dubito che sia penetrato nella mentalità comune: l’ “occidentale medio” ha tante fobie, ma proprio perché ne ha troppe, non odia i russi.

                I media dovranno trasformare i russi in unica fobia occidentale, per poter fare una vera guerra.

            • roberto scrive:

              non sono affatto atlantista, le politiche imperialiste usa e urs…ehm russia mi stanno ugualmente antipatiche

              per fare un esempio neutro rispetto a russia e usa, l’amabsciata turca a parigi è regolarmente al centro di manifestazioni violente (una volta i curdi, un’altra gli armeni, la terza i pacifisti filorussi ecc.).
              regolarmente il governo turco manda una letterina di protesta o richiama il
              suo ambasciatore e finisce lì.

              sempre a parigi quest’estate l’ambasciata del congo è stata attaccata da una macchina che ha sfondato i cancelli e hanno buttato dei cocktail molotoff all’interno dei locali….

              ciò ovviamente non è bello, ma succede

              che per ripicca un’ambasciata pubblichi vignette di quel tipo mi sembra di una rozzezza e volgarità veramente fuori luogo, e se questa è l’idea di relazioni diplomatiche che ha putin, tanto vale chiuderle le ambasciate

            • Mondo cane scrive:

              Roberto dalla tua pilatesca risposta conferma quanto arguivo in merito all’inutilità della discussione, ma ci tengo a precisare il mio punto di vista e cioè che non vedo niente di imperialistico in ciò che fà la russia. L’ambascita tiurca è attaccata da minoranze etniche e politiche piuttosto inca**ate con il modo di fare di merdocan, non lo puoi paragonare ad una normale contestazione a particolari politiche estere.

            • roberto scrive:

              in effetti se mi dicevi prima che non vedi nulla di imperialistico nell’operato della russia mi risparmiavo la discussione….

            • Mondo cane scrive:

              Miguel
              dovranno o stanno?

  6. Miguel Martinez scrive:

    Risposta a Rossana “0”

    Vediamo se riesco a buttare giù qualche frase telegrafica, in una serie di risposte.

    Innanzitutto, credo che dobbiamo distinguere tra:

    1) situazione attuale

    2) prospettiva Labsus

    3) visione generale del futuro

    4) visione della vita e della società

  7. Miguel Martinez scrive:

    Risposta a Rossana “1”

    Sulla situazione attuale, Rossana ha assolutamente ragione. Sarebbe davvero da scrivere il Libro Nero dell’Associazionismo, che in grandissima parte svolge proprio il ruolo che lei descrive.

    Aggiungo un esempio: Firenze, dove metà dell’orario delle (fino a due anni fa) ottime scuole comunali dell’infanzia è stata appaltata a cooperative di pessima qualità. Il fatto che la signora Chiara Lanni, gran maestra di tutte le cooperative cielline in città, sia nel tempo libero anche moglie del sindaco di Firenze è ovviamente un puro caso:

    http://www.perunaltracitta.org/2015/06/22/linfanzia-non-si-appalta-neanche-a-lady-nardella/?print=print

    Ora, non vedo perché una funzione egregiamente svolta da dipendenti statali debba essere passata a cooperanti precari pagati la metà di stipendi che già non sono alti.

    Non esiste alcuna “sussidiarietà” in senso etimologico, alcuna maggiore vicinanza ai cittadini, niente. Anzi, le maestre comunali le conoscevamo da anni e spesso vivono nel quartiere, queste ragazze precarie che non vedono l’ora di scappare hanno meno rapporti con i cittadini.

    Infatti, noi ci siamo battuti contro questa riforma.

  8. Miguel Martinez scrive:

    Risposta a Rossana “2”

    Labsus, i cui esponenti sono persone alquanto moderate, però cerca di lanciare, non un “privato cooperativo legato ai carrozzoni”, ma proprio “l’iniziativa autonoma dei cittadini”.

    Ho descritto quello che Labsus cerca di fare, e concorderai che il tentativo è molto lontano da quello che sia Rossana che io troviamo inaccettabile della cultura dell’associazionismo.

    Deve essere una diretta partecipazione dei cittadini che vivono in un territorio alla gestione di quel territorio, non offrire le stesse cose che offre lo Stato, magari tagliando sui costi.

    Proprio per quello, si mette l’enfasi sul fatto che oggi un singolo cittadino può chiedere di gestire la scarpata abbandonata di una ferrovia, anzi lo potrebbe anche pretendere.

    Poi come i singoli comuni faranno i loro regolamenti, e chi ne approfitterà è un altro discorso: non a caso anche a Firenze i professionisti del “volontariato” sono già in marcia.

    • rossana scrive:

      Mi trattengo, per ora…però…Uff…
      Passando al setaccio il sito di Labsus, perché continua a ronzarmi in testa il fatto che non si capisce bene chi gestisca, mantenga e promuova Labsus, ho già scovato ciò che non avrei voluto scovare: come dicevo, gratti ed esce puntualmente fuori che alla fine tutte le associazioni, ma proprio tutte tutte, fanno capo a 3/4 network i cui presidenti e consigli di amministrazione sono puntualmente loro, i presidenti di Fondazioni bancarie, Confindustria, e so on
      Mi fa male, credimi…ma aspetto prima di iniziare a tirar fuori conigli dal cilindro…

    • rossana scrive:

      Deve essere una diretta partecipazione dei cittadini che vivono in un territorio alla gestione di quel territorio, non offrire le stesse cose che offre lo Stato, magari tagliando sui costi.
      Cosa offre (o dovrebbe offrire lo Stato: ad esempio, scuole di formazione professionale per il reinserimento in nuovi contesti lavorativi dei disoccupati.
      Oggi, i corsi (teoricamente) destinati ai disoccupati, per la maggior parte finanziati dal Fondo Sociale Europeo, sono appaltati per bando a società terze accreditate c/o le Regioni. Queste società si avvalgono di docenti la maggior parte dei quali, a seconda delle materie di studio, ruotano intorno a sindacato, confindustria (magari perché hanno loro stessi una qualche industria), a personale formato con corsi messi in piedi da cooperative che si occupano di “gestire il reinserimento lavorativo dei disoccupati”.
      I fondi del Fondo Sociale Europeo sono ghiotti, e consentono di distribuire retribuzioni (quasi sempre misere) a docenti, magari neo-laureati, giovanissimi, con poca nulla esperienza reale del mondo del lavoro, che vengono coinvolti nel progetto di formazione così da chiudere un cerchio per cui la formazione a scopo reinsrimento lavorativo produce un inserimento lavorativo solo per i docenti (a paghe misere e precarie) e per le società accreditate che vincono il bando per tenere i corsi.
      In tutto questo, i disoccupati sono mera merce utile a far girare il carrozzone dei fondi europei.
      La sostituzione del personale ausiliario delle scuole materne è un esempio di come le dichiarazioni d’intenti siano buone buone sulla carta ma pessime nei risultati: la formazione e la selezione di questi ausiliari viene fatta quasi sempre da enti e/o cooperative che accedono ai fondi per la formazione, e la formazione vera questo personale la finisce per fare nella realtà lavorativa, così a pagarne le conseguenze è l’intero sistema di formazione/educazione.
      E qui con gli esempi concreti hai certo più materiale di me (ma ne ho anch’io, aggiornata come sono da un paio di amiche con bambini in età scolare alle prese con “maestre” dementi al limite del collasso isterico quotidiano).

      • rossana scrive:

        Ciò che intendo dire è che la coperativa e l’associazione non sostituiscono lo Stato, ma occupano spazi che lo Stato lascia liberi forse proprio per consentire la proliferazione di associazioni che realizzano quella “sussidiarietà” prevista in Costituzione e così utile al dissolvimento dello Stato in previsione della cessione di sovranità a quell’UE che “ce lo chiede” anche con il referendum di domenica prossima.
        Gira e rigira, sempre lì si va a finire…

      • Miguel Martinez scrive:

        per Rossana

        “Oggi, i corsi (teoricamente) destinati ai disoccupati, per la maggior parte finanziati dal Fondo Sociale Europeo, sono appaltati per bando a società terze accreditate c/o le Regioni. ”

        E’ un tema di cui si parlava con il nostro artigiano/riparatore di organi di chiese/montanaro/cattolico, che avendo doti artigiane straordinarie, vedeva in che modo la regione fa corsi di “formazione professionale”, assolutamente a caso e utili solo per finanziare la cooperativa di turno.

        Mentre lui vorrebbe fare una scuola di artigianato triennale, aperto innanzitutto ai giovani del quartiere (non deve essere una roba che permette a un futuro designer americano di dire, “you know, I’m a real Florentine craftsman!”), in cui gli allievi già a partire dal secondo anno si possono autofinanziare lavorando.

        Un corso dove si insegni anche scienze naturali (cos’è il legno? cos’è la pietra? cosa sono i cicli naturali?), storia (perché nel Rinascimento facevano le immagini dei santi in questo modo?) e tante altre cose.

        Ma tutto questo dal Carrozzone non arriverà mai.

        • Francesco scrive:

          il problema non sarebbe far funzionare il Carrozzone, invece di deprecare la sussidiarietà?

          se utenti del blog che girano l’Europa rilevano che altrove i fondi europei sono spesi per gli scopi effettivi e non come prebenda agli amici, è impossibile che un giorno capiti anche in Italia?

          dobbiamo per forza rifugiarci nello stalinismo più becero del “tutto nello Stato, tutto dallo Stato, nulla fuori dallo Stato”? (sì, lo so, lo disse BM)

          • rossana scrive:

            …dobbiamo per forza rifugiarci nello stalinismo più becero del “tutto nello Stato, tutto dallo Stato, nulla fuori dallo Stato”? (sì, lo so, lo disse BM)

            No. Non è ciò che penso.
            Come scrivo in risposta a un commento sotto a Z:, nulla ho contro il privato, tranne una cosa: cresciuta alla scuola della libera impresa, una delle prime lezioni imparate è che l’impresa si differenzia dallo Stato per il fatto che questa sopporta su di sé il rischio d’impresa: se non cammini con le tue gambe, fallisci. Punto.
            Ma qui stiamo assistendo a imprese private che, sotto diverse definizioni, lavorano esclusivamente per conto dello Stato e grazie a finanziamenti dello Stato.
            Dove sarebbe il rischio d’impresa?
            Per carità, vivo in Italia dove nemmeno le banche fallite riescono a fallire grazie agli aiutini di Stato, quindi non è che mi stupisco, ma almeno smettiamo di santificare l’azione “umanitaria” e Sociale” di imprese che campano con denaro che arriva loro direttamente dalle stesse casse dello Stato che per contro dichiara di non avere fondi per alcun welfare…
            Diciamo che in questo l’Italia mantiene il suo primato come sistema di confusione su chi è cosa e per conto di chi fa…
            Per me, liberi di dare lavoro a qualunque associazione cooperativa o che ne so, ma posso indignarmi di fronte alla santificazioni del “volontariato sociale” sapendo che gli unici a lavorare gratis (e quindi davvero volontari) sono i fessi dell’ultima fila, cioè quelli che vengono sbattuti a fare collette convinti davvero di fare “solo volontariato” senza prendersi nemmeno la briga di capire chi stanno sbattendosi a finanziare con il loro lavoro gratuito (ma non innocente)?

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              “… l’impresa si differenzia dallo Stato per il fatto che questa sopporta su di sé il rischio d’impresa: se non cammini con le tue gambe, fallisci. Punto”.

              D’accordissimo anche riguardo a questo. E riguardo al caos che scaturisce dal ” privato” ad assistenza statale.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Abd

                “E riguardo al caos che scaturisce dal ” privato” ad assistenza statale.”

                Guardando il nostro caso, ci sono forme di contributi statali che non mi dispiacerebbero. Ad esempio, visto che facciamo tutto gratuitamente, e la nostra convenzione ci obbliga a stipulare un’assicurazione, non mi dispiacerebbe che se ne occupasse il Comune: non solo pagandocela, ma soprattutto aiutandoci, con consulenze legali, a trovare l’assicurazione più adatta.

                Oppure che ci permetta di utilizzare uno spazio al coperto, non utilizzato, che c’è nel giardino, visto che fa freddo e buio poco dopo le 16.

                Sono esempi di modi in cui le istituzioni potrebbero aiutare chi fa qualcosa a titolo gratuito – facendo risparmiare un sacco di soldi alle istituzioni sotto molti versi – senza creare pericolose dipendenze economiche.

              • Miguel Martinez scrive:

                Cito me stesso:

                “facendo risparmiare un sacco di soldi alle istituzioni sotto molti versi”

                Sia chiaro, non sto parlando di una cosa insensata, tipo offrire maestre di scuola dell’infanzia “cooperativi” al posto di maestre regolarmente assunte dal Comune.

                Sto parlando di cose che il Comune non ha mai fatto e non potrebbe fare: un’attenzione a tanti piccoli problemi prima che diventino costi, la capacità di trovare ruoli per persone che potrebbero diventare problematiche (e quindi costose in termini di integrazione, carcere, servizi sociali) e tante altre cose che nessuna istituzione può fare, perché le istituzioni non sono (giustamente) comunità.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Rossana

              “Per me, liberi di dare lavoro a qualunque associazione cooperativa o che ne so, ma posso indignarmi di fronte alla santificazioni del “volontariato sociale” sapendo che gli unici a lavorare gratis (e quindi davvero volontari) sono i fessi dell’ultima fila, cioè quelli che vengono sbattuti a fare collette convinti davvero di fare “solo volontariato” senza prendersi nemmeno la briga di capire chi stanno sbattendosi a finanziare con il loro lavoro gratuito (ma non innocente)?”

              Infatti.

              Anche per questo, sono contento che la nostra sia un’Associazione di Promozione Sociale (cioè con scopo prevalentemente “mutualistico”) e non un’Organizzazione di Volontariato (con scopo prevalentemente “solidaristico”):

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Miguel

              Sì, ma voi non siete un’impresa (ossia un soggetto finalizzato a creare utile tramite le proprie attività): siete un’organizzazione mutualistica 🙂 , appunto. Mi sono espresso in maniera generica: intendevo “privato imprenditoriale”, riferendomi al caso di un’azienda che non riesce più a sostentarsi tramite i propri guadagni e viene salvata tramite intervento statale: mi pare che questo, in prospettiva, non faccia bene a nessuno. Non conoscendo ” dall’interno” il mondo delle associazioni, non mi esprimo riguardo al vostro specifico caso.

            • Z. scrive:

              rossana,

              — Ma qui stiamo assistendo a imprese private che, sotto diverse definizioni, lavorano esclusivamente per conto dello Stato e grazie a finanziamenti dello Stato.
              Dove sarebbe il rischio d’impresa? —

              Forse mi sfugge qualcosa – che c’entra il rischio di impresa con la provenienza del dinero? che questo venga dallo Stato o dagli utenti, è sempre dinero, e vale esattamente uguaglio 🙂

              Tu sei fallibile o meno al ricorrere o meno di dati requisiti, e rispondi con tutto il tuo patrimonio o meno al ricorrere o meno di altri requisiti. Il tutto che tu riceva o meno fondi pubblici.

            • Francesco scrive:

              OMillenialAPP!!!

              hai toccato il punto più delicato per discriminare tra sussidiarietà e volontariato (che può benissimo meritare un sussidio economico statale) e furbetti parassiti (che sono bravissimi a ciucciare i soldi allo Stato)

              solo che, per una volta, non credo alla soluzione draconiana, perchè azzerando ogni contributo per eliminare i furbi si ammazzano troppe cose troppo buone

              tocca tenersi un pò d’acqua sporca per salvare il bambino e accetto volentierissimo qualsivoglia sistema per ridurla al minimo

        • Z. scrive:

          Difficile che una regione finanzi un corso riservato a chi risiede in un dato quartiere, in effetti.

          PS: lo disse BM, infatti, ma l’ultimo a cui l’ho sentito dire è stato il doge Enrico Dandolo 😀

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Z

            “Difficile che una regione finanzi un corso riservato a chi risiede in un dato quartiere, in effetti.”

            E allora non si lamentino della morte dell’artigianato a Firenze o non promettano di “far rinascere le botteghe”, come fanno continuamente.

            • Francesco scrive:

              secondo me, un corso di artigianato fatto bene non avrebbe bisogno di un limite geografico di un quartiere

              basterebbe chiedere la residenza a Firenze (o anche in Toscana)

              non credi?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “non credi?”

                Le tante scuole che esistono a Firenze e che insegnano a diventare gioielliere o simile, infatti, se ne fregano dei quartieri in cui operano.

                Ma le botteghe sono nate in un quartiere, cioè in un rapporto tra casa, strada, laboratorio e bottega, in un contesto di tramandamento che partiva dall’infanzia e che coinvolgeva gli anziani. Nulla escluda che anche un americano (o un giapponese) possa inserirsi felicemente in un contesto analogo, ovviamente riportato ai nostri tempi. Ma se invece viene, si compra un corso, va nei pub con i propri connazionali e poi torna a casa, non avrà capito assolutamente nulla di tutto ciò.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              ci si può lamentare o meno di quel che si preferisce.

              E credo di capire il tuo punto, peraltro.

              Ma credo pure che tu sappia che è piuttosto improbabile che una regione finanzi un’attività dedicata solo a chi abita in un dato quartiere.

              Non me ne intendo, ma se la limitazione riguardasse i residenti in regione immagino sarebbe più fattibile.

        • roberto scrive:

          scusa miguel, una domanda,

          ma perché il futuro designer americano che ha frequentato con successo il corso per essere un Vero Artigiano Fiorentino, che ha vissuto tre anni (minimo per fare il corso), a firenze, non potrebbe dire “you know, I’m a real Florentine craftsman!” (awwwwwwwwwsome!)?

          non credo che sia genetico essere un buon artigiano, esattamente come non devi essere napoletano per saper fare la pizza (per esempio non sono, ancora, bravo a fare la pizza, ma dammi una bistecca e te la cuocio come la farebbe un oste di greve in chianti)

          per il resto, i modi di trovarsi un finanziamento sono tanti e mi sa che per conoscere tutte le possibilità è una buona idea fare un piccolo investimento iniziale e rivolgersi ad un cercatore professionista di fondi.

          • rossana scrive:

            …rivolgersi ad un cercatore professionista di fondi.
            Pensa che ho recentemente scoperto che l’Unione Europea fa continuamente bandi per l’assegnazione di fondi su progetti specifici anche a privati, senza altre formalità che il presentare (ovviamente) un adeguato Business Plan e il fare riferimento a uno dei tanti bandi pubblicati. qui sotto uno dei portali a titolo di esempio:
            http://ec.europa.eu/budget/mff/programmes/index_en.cfm#eu4citizens

            • Roberto scrive:

              Si ma che io sappia quel tipo di fondi (cioè quelli senza intermediazione delle autorità nazionali) non vanno bene per l’amico di miguel perché richiedono sempre come condizione un elemento transnazionale (lui non è nemmeno transquartierale…)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Roberto

                “non vanno bene per l’amico di miguel perché richiedono sempre come condizione un elemento transnazionale ”

                Non credo che sarebbe un problema.

                Perché non mettere insieme cinque quartieri storici europei che abbiano un patrimonio culturale da tramandare e non solo da vendere su due piedi?

                Però il problema che è dovrebbero nascere delle vere e proprie scuole, non corsi usa e getta che non lasciano nulla tranne quattro soldi in mano a improvvisati “esperti” precari.

                E queste scuole dovrebbero essere dirette verso chi in quei luoghi ci vive davvero, non verso chi vuole fare un corso “esotico”.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “ma perché il futuro designer americano che ha frequentato con successo il corso per essere un Vero Artigiano Fiorentino, che ha vissuto tre anni (minimo per fare il corso), a firenze, non potrebbe dire “you know, I’m a real Florentine craftsman!” (awwwwwwwwwsome!)?”

            Perché tutte le scuole di artigianato a Firenze fanno SOLO questo.

            Curiosamente, gli unici frequentatori di corsi simili che si integrano davvero sono i giapponesi.

            Quello che serve è ANCHE una scuola che dia lavoro ai figli e ai nipoti degli artigiani che hanno perso i loro fondi e dovuto rinunciare ai loro mestieri.

            • Moi scrive:

              Curiosamente, gli unici frequentatori di corsi simili che si integrano davvero sono i giapponesi.

              ————-

              questo è interessante …

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Moi

                “questo è interessante …”

                I giapponesi di Firenze sono un fenomeno unico direi.

                Le giapponesi poi sposano tutte dei solidi artigiani sanfredianini e imparano a fare grandi risate e prendere in giro il prossimo.

                Ne abbiamo diverse tra le nostre fila!

            • Peucezio scrive:

              I giapponesi sono gente seria, quando ci si mettono le cose le fanno davvero.
              Non esiste niente che un giapponese non sia in grado di imparare per poi farla bene almeno quanto colui che glie l’ha insegnata.

  9. Miguel Martinez scrive:

    Risposta a Rossana “3”

    Credo comunque che non sia del tutto una balla, quando gli stessi Stati che mezzo secolo fa scialavano in spesa pubblica dicono oggi che “non ci sono più soldi”. Perché ritengo che tutta la bolla energetica che ha permesso la società della crescita stia per implodere, a una velocità che non possiamo indovinare.

    Quindi è un fatto che lo Stato taglia e svende.

    Sta a noi spingere perché lo Stato tagli prima su nuove armi, mega-aeroporti e TAV, ovviamente, e risparmi fino all’ultimo le scuole dell’infanzia.

    Ma a parte arrabbiarci, non possiamo farci più di tanto contro un processo storico di questa portata: dobbiamo pensare al dopo, e cominciare da subito a costruirlo.

    E il “dopo” sarà o del Privante neofeudale, o della Comunità Attiva; o meglio del Privante neofeudale, con qualche nicchia di Comunità Attiva che si batte con i denti e le unghie per sopravvivere.

    • rossana scrive:

      Sta a noi spingere perché lo Stato tagli prima su nuove armi, mega-aeroporti e TAV, ovviamente, e risparmi fino all’ultimo le scuole dell’infanzia

      Lo Stato, come sappiamo, è in dismissione: a me fa strano sentire ad esempio Mattarella glorificare l’Esercito Italiano quando sa perfettamente che questo è sì pagato dallo Stato, ma è ormai un esercito al servizio del capitale italiano da difendere nel mondo, non certo più una forza utile alla difesa del suolo patrio (non che mi preoccupi del suolo “patrio”, ma mi preoccupa che Mattarella continui a recitare la favoletta dello Stato e dell’esercito italiano quando sa perfettamente che dovrebbe chiarire agli italiani che l’esercito è ormai Nato/Eurogendfor e che, se uno scopo ha come Eurogendfor, è se mai di combattere gli italiani recalcitranti che si oppongono al Tav o alle armi in partenza dalla Sardegna)…
      Ciò che intendo, anche qui, è lo scollamento del racconto ufficiale dalla realtà effettiva. Conta lo storytelling, non la realtà già ben avviata alla sua destinazione finale.
      Che mi auguro naturlamente di veder slatare per aria, sperando nel famoso granello di sabbia e nell’intervento del caso, del destino, dell’imprevisto (che sono certa esiste e lavora per noi…)

      • Z. scrive:

        Rossana, scusa, ma è precisamente a quello che serve un esercito: a difendere gli interessi italiani, il che in buona parte significa i capitali italiani.

        Non mi risulta che abbia bombardato gruppi di No-X comunque denominati, invece…

        • rossana scrive:

          Pensa te. Ho sempre creduto che l’esercito nazionale avesse come primo scopo la difesa del paese e delle sue istituzioni.
          Ora (sto ironizzando), scopro che anche in questo imitiamo gli Usa, i quali appunto difendono con il loro esercito i loro “interessi” nel mondo.
          Poi, proprio come in parte fa ormai anche l’Italia, gli “interessi” poco importa se sono allo stadio del desiderar le cose altrui: li si invade, dichiarando il governo in carica dittatoriale, così che diventano “propri interessi” anche gli quelli che sono patrimoni nazionali altrui…
          E’ tutto molto logico e pure democratico…

          • Z. scrive:

            Rossana,

            cioè, la novità starebbe nel fatto che le forze armate servono a proteggere gli interessi – e non solo l’indipendenza – di una nazione? davvero?

            non è sempre stato così, da millenni ormai, e quindi da molto ma molto prima che esistessero gli stati-nazione (e anche gli Stati Uniti, ovviamente)?

      • Francesco scrive:

        >> è ormai un esercito al servizio del capitale italiano da difendere nel mondo

        scusi ma è sicura? perchè io voterei con moderato entusiasmo il governo che avesse fatto questo, epperò non mi risulta

        grazie

        • rossana scrive:

          So che mi pioveranno addosso pallottole, ma a titolo di esempio conosciuto le citerei il caso dei due militari della Marina Italiana – Girone e La Torre – imbarcati sulla petroliera E. Lexie come nuclei militari di protezione – Petroliera privata battente bandiera italiana, difesa da fucilieri della Marina Militare Italiana.
          La maggior parte delle operazioni militari italiane all’estero (parecchie, solo a febbraio 2016 se ne contavano 28), sono a supporto Nato o per addestramento militare in paesi che comprano armi dall’italianissima Finmeccanica…).
          Se non è “esercito a servizio del capitale questo non so cosa lo sia…

          • Z. scrive:

            Credo che Francesco intenda dire che il nostro impegno militare nel mondo è piuttosto esiguo se paragonato a quello profuso dalle grandi potenze europee e non.

        • rossana scrive:

          Concordo. In estrema sintesi, possiamo dire che tutte le guerre si fanno per difendere gli “interessi” del capitale.
          Il patriottismo, e la difesa del suolo patrio, sono una sorta di illusione favolistica utile a spedire la carne da macello al fronte senza rischiare che i soldati, una volta armati, inizino a sparare dalla parte sbagliata della barricata…

          • Francesco scrive:

            >> gli “interessi” del capitale.
            Il patriottismo, e la difesa del suolo patrio, sono

            al 99,9% esattamente la stessa cosa, è persino banale dirlo.

            l’ultimo con idee diverse forse è stato quel pirla di Mussolini, che ha sperperato sangue e denari d’Italia per avventure demenziali, ispirato dalla sua crassa ignoranza

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “Il patriottismo, e la difesa del suolo patrio, sono al 99,9% esattamente la stessa cosa, è persino banale dirlo.”

              La difesa del suolo patrio consiste, innanzitutto, nell’impedire che tale suolo venga cementificato o inquinato.

            • Francesco scrive:

              per quello ci sono i Carabinieri, però, è tutta un’altra faccenda

              cmq la costruzione di autostrade, purchè a regola d’arte, è cosa buona e giusta, non mi freghi!

              😉

  10. Miguel Martinez scrive:

    Risposta a Rossana “4”

    Forse colgo una visione filosofica diversa su un punto.

    Credo che sia un bene che tramonti il dualismo Stato Onnipotente e uguale ovunque/Individuo Isolato.

    Quello che deve stare in mezzo non è ovviamente la Chiesa cattolica o l’ARCI o i sindacati, istituzioni anch’esse.

    Quello che deve stare in mezzo è la cosa più naturale del mondo – la comunità delle persone che si conoscono e si danno una mano a vicenda; che poi è anche l’unica cosa che permetterà di sopravvivere alle ondate di crisi che si stanno diffondendo con la globalizzazione: l’economia (in senso ampio) locale.

    L’articolo 118 è anche un grimaldello che permette a questa comunità di farsi strada (e come tutti i grimaldelli, farà certamente comodo anche ai ladri).

    • rossana scrive:

      Tu mi stai provocando, perché non posso non ricordarti che quel “grimaldello” non è stato inserito in Costituzione nel 2001 per permettere alle comunità “di farsi strada”, ma forse (forse…), solo al fine di governarle e dirigerne le energie proprio là dove si vuole che vadano.
      Inoltre, da dovunque venga la “sussidiarietà”, la domanda da porsi è innanzi tutto: se a sopperire alla mancata getsione del territorio (dei beni comuni) sono i “cittadini attivi” con le loro forze ed energie, perché quei cittadini continuano a pagare tasse locali e nazionali che a questo dovrebbero servire?
      E ancora: se i “cittadini attivi” si prendono cura dei beni comuni lì dove possono e arrivano, come si interfacceranno con i cittadini non attivi? Dovranno ben confrontarsi anche con chi ha uguali interessi sulla gestione del territorio ma intende delegarne la gestione a quelle istituzioni a questo scopo elette, o no?
      Se un gruppo di cittadini vuole occuparsi di rimettere in sesto la scarpata del fiume, dato che il fiume è di tutti e perfino di tutti gli altri che vivono nei luoghi in cui il fiume passa, dovranno ben interfacciarsi con tutti coloro che sono portatori di interessi sulle scarpate del fiume o no?
      La ragione per cui un comune si chiama Comune, è proprio perché quella è la “casa comune” dove si decidono le cose che riguardano i beni comuni.
      Se i cittadini vogliono occuparsi dei beni comuni, perché ne hanno le energie e la forza, è nella “casa comune” che dovrebbero andare a confrontarsi con gli altri cittadini che sugli stessi beni comuni hanno pari interessi ma forse diverse visioni su come gestirli.
      Questa idea per cui i privati cittadini, grazie all’art. 118 e alla “sussidiarietà”, possono diventare soggetti attivi nella gestione del territorio, confligge con la regola generale per cui sul parto sotto casa ha pari dirittpo a passeggiare chi abita a 200 mt quanto quello che abita a 2km. Il quale ha diritto a dire la sua e ad avere idee diverse su cosa fare su quel prato.
      I Comuni sono già questo, e per questo esistono, per mediare soluzioni nell’interesse di tutti.
      Non è la “sussidiarietà” la soluzione, ma la partecipazione attiva dei cittadini ai consigli comunali, ai dibattiti in corso sulla programmazione di lavori degli uffici tecnici, dei servizi sociali, degli uffici ambiente dei comuni.
      Se ogni cittadino o ogni gruppetto di cittadini si organizza per fare “da sé”, nel piccolo, realizza proprio quell’obiettivo di stato neo-feudale che si prefigge di scongiurare.
      E fin dove arriva (fin quando le risorse glielo consentono), magari troverà soluzioni; ma quando finiscono energie e forze, si sarà messi peggio che non al punto di partenza, perché a quel punto del territorio non se ne occuperà nessuno e, con la povertà e la miseria che avanzano, sarà preda di chi se lo prenderà…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Rossana

        Adesso vado di corsa, spero di farcela a riprendere il discorso.

        Comunque se ho capito bene, per te la gestione dei luoghi in cui viviamo deve passare anche nelle piccole cose esclusivamente attraverso politici eletti e tecnici?

        Va benissimo se è così, hai espresso molto bene anche le tue ragioni per sostenerlo, ma è un po’ come dicevo: è sempre bene capire da quali premesse ognuno di noi parte, altrimenti si finisce per discutere di dettagli (gli appalti comunali ecc.) perdendo l’elemento di fondo.

        Come dovrebbe essere chiaro da tutto ciò che scrivo da qualche anno, le mie premesse sono diverse; e sono inseparabili dalla mia esperienza concreta.

        Per l’area che chiamiamo Nidiaci, noi cinque anni fa avevamo un buon servizio pubblico: una ludoteca gestita da una cooperativa, di persone bravissime, dove i genitori potevano rilassarsi mentre i figlioli giocavano, e poi riprenderseli.

        Questa ludoteca è stata chiusa per colpa di uno speculatore, e si è trasferita altrove, dove continua a fornire uno splendido servizio che è prezioso per tutto il quartiere.

        Noi per difendere il vecchio spazio, raccoglievamo firme (a migliaia), facevamo petizioni al Comune, chiedevamo audizioni, incontri con tutti gli assessori, funzionari, tecnici, estorcevamo strabilianti promesse dai politici di tutte le fazioni, facevamo fare continue interrogazioni dall’opposizione, attaccavamo manifestini in cui ce la prendevamo con il sindaco, eravamo tutti i giorni sui giornali, studiavamo cause legali su cause legali senza avere i soldi per portarle avanti e stavamo di un triste che non ti dico, perché il cancello del giardino restava chiuso a tutti, tranne che allo speculatore che lo usava per farci passare tutti i giorni i suoi camion.

        – adesso gestiamo noi il giardino e stiamo benissimo, noi e il giardino e tutto il quartiere. E gente che prima pensava che il posto fosse un luogo dove scaricare i bambini a spese dello Stato, oggi capisce che deve tenerlo pulito e curarlo e tutti i giorni contribuisce nuove idee e porta cose nuove, che non avrebbe mai sognato di portare quando si trattava di una normale ludoteca.

        Vicino a questo giardino continua a esistere, come dicevo, un’ottima ludoteca pubblica, con cui collaboriamo e che non intendiamo affatto sostituire. Ma è un’altra cosa, che non ha le stesse funzioni di una spazio comunitario autogestito.

        Questa esperienza, che somiglia a una conversione, è ormai un’intima parte non solo di me, ma anche di tante altre persone che la notte si svegliano e pensano a una cosa bella che potrebbero fare al giardino, anziché a una cosa brutta da dire a qualche funzionario.

        Non è una teoria che si possa confutare; e come ci opporremmo alla chiusura della ludoteca pubblica, ci opporremmo anche al funzionario che venisse a dirci, “la maggioranza al Consiglio Comunale ha deciso che questo giardino deve essere un normale giardino pubblico aperto giorno e notte a spacciatori e senza raccolta differenziata e lezioni di musica e scuola di calcio e il primo che prova a farci qualcosa di collettivo, mandiamo i vigili”.

        • rossana scrive:

          La vostra esperienza partita dal Nidaci è indubbiamente una prova di come dei cittadini decisi e insieme possano realizzare cose straordinarie per tutti.
          Non mi sogno nemmeno di contestarti su questo: la realtà sta sopra ogni discorso possibile.
          Ma ti chiedo: che fine ha fatto lo speculatore? si è ritirato? ha mollato l’osso? Una battaglia vinta, se è vero che è pur sempre un primo significativo passo, non è ancora una guerra vinta. O sì?
          Ti chiedo perché sinceramente sono curiosa e non so, non per sterile polemica…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Rossana

        “perché quei cittadini continuano a pagare tasse locali e nazionali che a questo dovrebbero servire?”

        Ragiono, scusami, sempre per esperienza.

        Le tasse che pago servono a far funzionare le fogne, la scuola, l’illuminazione pubblica, la ludoteca vicina a noi. Perché non dovrei pagarle?

        Inoltre, due anni fa servivano per tenere chiuso un giardino; e quando lo abbiamo riaperto, servivano per fare un’occasionale raccolta non differenziata di rifiuti, di cui ho parlato recentemente. Noi teniamo aperto quel giardino e differenziamo e buttiamo i rifiuti in maniera più salutare; ma perché non dovremmo continuare a pagare per le fogne, la scuola e tutto il resto?

        • rossana scrive:

          Paghi le tasse per le fogne, e poi e ripaghi alla società privata (o pubblico/privata) quando ti arriva la bolletta dell’acqua che comprende (almeno da noi) anche lo smaltimento delle acque nere e reflue compresi i costi di manutenzione della rete (società che riceve sì dei finanziamenti da parte dello Stato, ma non distribuisce dividendi al Comune né allo Stato quando realizza guadani in Borsa).
          Paghi le tasse per la scuola, tranne che le scuole cadono a pezzi e gli insegnanti seguono programmi scolastici decisi a livello europeo, così che i futuri cittadini saranno adatti alla futura società europea grazie alle tasse pagate allo stato italiano che a insegnare manda maestrine formate e selezionate dalle cooperative (e non a gratis per te, dato che per la loro formazione paghi ancora e sempre tu)
          La ludoteca è (forse) per ora ancora finanziata dal Comune, ma se funziona come funziona qui da noi, a gestirla sono ormai sempre meno dipendenti comunali e sempre più personale proveniente da associazioni o cooperative.
          La domanda rimane: perché paghiamo le tasse se poi a fornirci i servizi sono non lo Stato, non la Regione, non il Comune ( o solo in parte) ma cooperative e associazioni o Spa pubblico/private che ricevono finanziamenti dal Comune, dalla Regione, dallo Stato?
          A me continua a sembrare che lo Stato stia abdicando alle sue funzioni per delegarne la gestione a terzi, che giuridicamenti sono soggetti privati.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Rossana

            “A me continua a sembrare che lo Stato stia abdicando alle sue funzioni per delegarne la gestione a terzi, che giuridicamenti sono soggetti privati.”

            Infatti, la ludoteca che ho descritto come “servizio pubblico” è gestita proprio da una cooperativa, come tutte le ludoteche dell’area. Cooperative piccole (non legate ai carrozzoni in questo caso), ma che ogni tre anni temono di perdere il posto.

            Comunque, come difendiamo le maestre comunali contro le cooperative, difendiamo queste cooperative: stiamo molto attenti a non far vedere che “siamo più bravi noi”, per non far venire strane idee al Comune.

          • Z. scrive:

            Rossana,

            l’importante è non essere costretti a pagare due volte, direi, e non la natura di soggetto pubblico o privato di chi eroga il servizio.

            Tra l’altro, da quando lo Stato ha nazionalizzato l’esattoria, creando Equitalia, non fate che lamentarvene 😀

            • rossana scrive:

              @ Z:
              …non fate che lamentarvene 😀

              Fate…chi? Lamentarvene…chi?
              Non faccio parte di comitati, schieramenti politici, gruppi o movimenti di alcun tipo.
              E, quando è stato, con Equitalia mi ci sono batuta da sola. Vincendo. E per le giuste (riconosciute) ragioni.
              Non mi piace ragionare per categorie, se mi si addebita qualcosa sia sempre a livello pesronale, non collettivo…

              Sul fatto di pagare due volte, una allo stato e l’altra al privato, è esattamente il punto del mio ragionamento e ciò che contesto prima di ogni altra cosa alle cooperative, alle associazioni, a…è proprio il fatto di presentarsi a offrire servizi come soggetti privati per andare poi in realtà a battere cassa dallo Stato (attraverso i bandi) per ottenerne i finanziamenti.
              E per dirla tutta, una differenza fra privati e Stato nell’offerta di servizi ci dovrebbe essere: il privato, se non sopporta da solo il rischio della sua impresa, è (o dovrebbe essere) nel suo destino dichiarare fallimento e chiudere i battenti.
              Lo Stato no, perché lo Stato è lì per garantire servizi e, com’era fino a qualche anno fa, dovrebbe poter sostenere la spesa anche a debito.
              Perché in questa logica per cui i bilanci dello Stato sono parametrati alla stregua di bilanci aziendali, accettiamo l’idea che il paese sia un’azienda né più né meno che la cooperativa, per cui se sballa previsioni di spesa e non produce e venmde bene sul mercato, può fallire.
              Lo Stato fallisce però solo se si chiama Italia, Iralnda, Grecia, Spagna, Portogallo…
              Se invece si chiama Germania allora no, perché quello Stato si è dato regole tali per cui alcune parametri di bilancio europei non valgono, perché per loro prima viene la Germania (giustamente), poi l’Unione Europea.
              Però il punto è questo: se il “volontariato sociale” si offre di fornire servizi, o si finanzia completamente da solo o chiuda bottega.
              Non può chiedere finanziamenti o contributi allo Stato (al Comune) per offrire servizi che il Comune non offre più o in misura minore perché ha problemi di bilancio.
              Smettano di finanziare i buonisti e questi si trovino qualcosa di utile e davvero gratuito da fare, anziché trovare scappatoie fiscali (.ong, .org, .onlus, ecc) per fare i buoni con denaro che potrebbe essere meglio distribuito a chi ne ha bisogno e ha diritto a un aiuto…

            • rossana scrive:

              …accettiamo l’idea che il paese sia un’azienda né più né meno che la cooperativa

              Intendo, che siamo al paradosso per cui lo Stato può fallire, la cooperativa no (si arriva all’assurdo di consentire a una cooperativa inquisita e sotto indagine, di poter continuare a operare nello stesso ambito ma con un nome diverso…Parlo di un caso specifico di una delle più potenti cooperative del padovano, appunto sotto inchiesta e tuttavia operante con nome diverso fin dal giorno l’apertura di indagine per subappalti e per lo strano fenomeno per cui i bandi li vince(va) al 90% lei. Insomma, una specie di Mafia Capitale nostrana…che però, proprio come quella capitolina, nessuno ripudia e tutti continuano a farci affari…)

            • Z. scrive:

              rossana,

              — Sul fatto di pagare due volte, una allo stato e l’altra al privato, è esattamente il punto del mio ragionamento —

              Credo sia qualcosa che esiste da sempre. Per dire, oggi il ruolo dello Stato è più marginale rispetto a quarant’anni fa, ma non più marginale rispetto ai primi del Novecento. Il Novecento fu l’eccezione, anche se un po’ tutti noi – per ovvie ragioni – lo vediamo come fosse la regola.

              — Se invece si chiama Germania allora no, perché quello Stato si è dato regole tali per cui alcune parametri di bilancio europei non valgono, perché per loro prima viene la Germania (giustamente), poi l’Unione Europea. —

              A cosa ti riferisci?

    • rossana scrive:

      Quello che deve stare in mezzo non è ovviamente la Chiesa cattolica o l’ARCI o i sindacati, istituzioni anch’esse.

      Quello che deve stare in mezzo è la cosa più naturale del mondo – la comunità delle persone

      Dovrebbe, dovrebbe…nei fatti, non è così che per il residuo romantico che si sta risvegliando in alcune coscienza, e questo è il solo punto sul quale si potrebbe/dovrebbe lavorare…come già fai e come altri comitati di cittadini in tutta Italia stanno già facendo.
      Con npotevoli difficoltà (penso ad esempio al comitato Opzione Zero, che dopo essersi battuto per anni in Riviera del Brenta per fermare il progetto Veneto City, e dopo gli arresti di gente coinvolta sia in questo progetto che sul Mose, ora si vedono rispuntare la presentazione del progetto perchè, insomma, l’area è ferma, sono già stati spesi dei soldi, il progetto è valido e non si puà stare ad aspettare la giustizia o stare a sentire i soliti cittadini che non vogliono il futuro meravglioso che si prospetta loro…)

      • Francesco scrive:

        >> Quello che deve stare in mezzo non è ovviamente la Chiesa cattolica o l’ARCI o i sindacati, istituzioni anch’esse.

        come membro volontario e non stipendiato della Chiesa Cattolica rivendico il diritto della mia associazione di esistere eccome!

        sui soldi possiamo discutere, sul diritto no

        🙂

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “rivendico il diritto della mia associazione di esistere eccome! ”

          Certo, solo che non deve “stare in mezzo” tra me e lo Stato.

          • Francesco scrive:

            e quando capita?

            purtroppo da molto tempo le leggi dello Stato non devono più sottostare ad alcun imprimatur ecclesiastico

            il massimo che noi cattolici possiamo fare è fare come ogni altro gruppo di cittadini italiani con delle idee, le poche volte che siamo d’accordo tra noi

            ciao

  11. Miguel Martinez scrive:

    BECCATO UN ALTRO!

    RICICLIAMOLI TUTTI!

    http://www.lanazione.it/umbria/cronaca/truffa-rifiuti-1.2716206

    “Rifiuti, truffa da 25 milioni: arrestato il direttore tecnico della Gesenu / VIDEO

    Indagate 14 persone, sequestrato l’impianto di Tsa. Le accuse: associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti, truffa, frode nel commercio e in pubbliche forniture
    Ultimo aggiornamento: 30 novembre 2016
    4 min

    Perugia, 30 novembre 2016 – Truffa milionaria ai danni di 24 comuni e enti pubblici della regione Umbria, con centinaia di migliaia di cittadini che avrebbero pagato bollette per prestazioni e servizi falsamente forniti. E’ quanto hanno scoperto, in un’operazione congiunta, corpo forestale e guardia di finanza che, su ordine del gip e coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Perugia hanno arrestato Giuseppe Sassaroli, direttore tecnico di Gesenu spa (la società che si occupa della gestione dei servizi di nettezza urbana), ora ai domiciliari.

    L’operazione riguarda l’Ambito territoriale integrato 2 dell’Umbria alla Gest (raggruppamento di imprese tra Gesenu, Tsa, Sia e un’altra risultata però estranea agli addebiti) che avrebbe così conseguito profitti illeciti per oltre 25 milioni di euro. Indagati inoltre 14 tra rappresentanti legali e direttori tecnici delle altre società. I fatti contestati vanno dal 2013 al 2015. Dalle indagini è emerso che i rifiuti urbani non venivano trattati come era invece previsto dall’appalto (per il periodo 2009-2024 del valore complessivo di circa un miliardo di euro) e dalle norme ambientali negli impianti di Pietramelina e Borgoglione (entrambi ora sequestrati). Producendo così gas e percolato che hanno prodotto – secondo gli investigatori – “ingenti danni all’ambiente con potenziali ripercussioni sulla salute e sul portafoglio dei cittadini che pagavano le tasse di smaltimento”.

    Le 14 persone indagate sono accusate di associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti, truffa, frode nel commercio e in pubbliche forniture, inquinamento ambientale, gestione illecita dei rifiuti e violazioni delle prescrizioni ambientali.

    Intanto, in un comunicato congiunto, gli otto sindaci dell’area del Trasimeno e il sindaco di Corciano, chiedono chiarezza su tutti gli aspetti, da quelli ambientali a quelli finanziari. «Il rapporto di eccessiva ingerenza in Tsa da parte di Gesenu – affermano gli otto sindaci – che è il principale socio di minoranza con il 40 per cento delle azioni, ci aveva convinto già nell’estate 2014 a modificare lo statuto e a non rinominare l’amministratore delegato di spettanza di Gesenu. Questi infatti cumulava fino al 2014 la doppia carica di amministratore delegato sia di Gesenu che di Tsa. Un palese conflitto di interesse – sottolineano i sindaci del Trasimeno e Corciano – che oggi sembra nascondere anche qualcosa di più grave e preoccupante, dove i Comuni ed in particolare quelli dell’area Tsa (gestore operativo della discarica) sembrerebbero, in base a quanto riportato dagli organi di stampa, vittime di opache regie a loro danno».

    «A più riprese – continua il comunicato – i sindaci dell’area servita da Tsa hanno manifestato la necessità di rivedere il contratto generale Gest che regola il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nell’Ati2. Inoltre – concludono i sindaci – sul tema ‘rifiutì la giunta dell’Unione dei Comuni del Trasimeno ha formalmente richiesto sia agli organi regionali che a Gest di scongiurare criticità che possano compromettere le attività di raccolta e smaltimento».”

  12. Moi scrive:

    … Un Paese-Cooperativa ?

    https://www.youtube.com/watch?v=w0BoILF0FEI

    … Il Polettone 😉 da dove credete che provenga ?

  13. Moi scrive:

    @ GROG

    Sesso anale: è legale il consenso a 16 anni in Canada

    http://www.notizieprovita.it/filosofia-e-morale/sesso-anale-e-legale-il-consenso-a-16-anni-in-canada/

    Francesca Romana Poleggi

    • Roberto scrive:

      Leggi bene moi, secondo questa squinternata il vecchio pedofilo che ama la carne fresca può tranquillamente inchiappettare una sedicenne, perché più matura di un sedicenne!
      Interdizione di tastiera…..

    • Z. scrive:

      In Italia l’età del consenso è fissata in anni quattordici. Se la differenza di età tra le persone coinvolte non supera tre anni, di fatto è fissata a tredici.

  14. Mario scrive:

    Perdonino il fuori tema, ma la conferenza di mons. Williamson è finita, e qualcuno dovrà pur scriverne un breve eulogio.
    Dunque, dopo aver acquistato un ottimo siero liftante e illuminante della rilastil –noi tradizionisti amiamo la bellezza–, mi dirigo al tempio protestante di via Nazionale, nella cui sala il benemerito vescovo espulso dalla San Pio X, ora a capo di una resistenza raccogliticcia ma divertente, avrebbe di lì a poco tenuto la lectio sul modernismo. Appena arrivato, noto camionette dei carabinieri sul posto; il prelato giunge, si intrattiene amabilmente con le forze del disordine, le benedice con gesti solenni, e si introduce con tutte le cautele del caso nel tempio protestante. Amabile anche con l’eretico tenutario del tempio, forse contravvenendo a S. Paolo.
    Alcuni accoliti distribuiscono dei foglietti. Lo schema è il seguente: protestantesimo-liberalismo-modernismo-Vaticano II-apostasia della San Pio X-piccolo resto. Fellay è definito il nuovo Paolo VI: entrambi sono liberali. L’oggettivismo cattolico-tomista è opposto, per diametrum, al delirio kantiano, che porta ad immanentismo, idealismo, fenomenologia, ateismo, satanismo. GPII è giustamente vilipeso per aver ricevuto il segno di Shiva e la maledizione vudù, anche se Socci non lo ricorda. Il kantismo non concepisce l’intelletto passivo, quindi la ricezione di una forma (noumeno) nella mente. Il caffé che prendo a colazione è tale se io voglio che sia così: la volontà staccata dalla realtà sostituisce la pura intellezione del tomista perfetto, angelicamente ancorato alla realtà ed alla adequatio rei et intellectus. Don Curzio annuisce, e chiosa che però il caffé inglese fa schifo. Paragone, tratto dal dottore angelico, tra l’omosessualità e la perversione dei principi primi. Il protestantesimo porta dritto dritto all’inferno. Le encicliche papali hanno retto fino a un certo punto, poi è arrivata la medicina della misericordia e tutto è franato. Non esiste più l’intus-legere, ma solo le bergoglionate; “buonasera e buon pranzo”, ancora una amabile battuta di Curzio ad imitazione del buffone argentino. L’accordo tra la San Pio X e il Vaticano è stato un inganno di Fellay, che tra l’altro appioppò un avvocato ebreo a Williamson, che poi fu espulso per indisciplina.
    Ditemi voi se questo non è un sant’uomo: due ore di predica dottrinale, in una chiesuola episcopaliana, dovendo sopportare don Curzio, protestanti, sedevacantisti e carabinieri, in piedi, parlando contemporaneamente inglese, italiano per compiacere l’uditorio, tedesco per dare un tono di fermezza, spagnolo quando non ricorda l’italiano (pura carità) e francese in ricordo dell’Arcivescovo che, disobbedendo, salvò la Chiesa e la Messa immemoriale.

    • habsburgicus scrive:

      ok..non ho seguito bene..se é ironico (e non ho colto l’ironia, a causa della fretta) me ne scuso con te e con tuti
      ma il tipo ha condannato il protestantesimo e la protestantizzazione della Chiesa da un tempio protestante ?????? 😀 😀 😀
      perché se é così siamo alle comiche e mi seccherebbe dover dar ragione pure a Mauricius, quando parla di quegli ambienti !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mario

      “Perdonino il fuori tema, ma la conferenza di mons. Williamson è finita, e qualcuno dovrà pur scriverne un breve eulogio.”

      Grazie, bellissima descrizione.

      La chiesa di Saint Paul Within the Walls, prima chiesa non cattolica di Roma, è nota per i mosaici di Edward Burne-Jones: sant’Andrea ha il volto di Abramo Lincoln, san Giacomo quello di Giuseppe Garibaldi, san Patrizio quello del generale Grant, protagonista della Guerra di Secessione americana (cit. Wikipedia).

      • Mario scrive:

        Don Curzio ha spiegato tutto, non c’è bisogno di fare facilissime ironie: i protestanti hanno chiesto poco, mentre altre sedi sarebbero state troppo onerose, senza considerare che Fraternità, sedevacantisti e conciliari non avrebbero mai accettato di ospitare la conferenza. Fate pure i complottisti, ma con intelligenza.

        • Francesco scrive:

          è la tragica ironia della cosa, non un’accusa di complotto

          potete consolarvi ricordando che il maligno fa le pentole ma non i coperchi, per cui lui si illude di irridervi mentre voi proclamate la sovversiva verità anche dal suo tempio di menzogna

          😉

          • Peucezio scrive:

            Sì, però quel poco sempre nelle casse degli “ariani”, come li chiamava don Abbondio, sono finiti.
            Inoltre esiste una rilevanza del simbolico.
            Iniziative così sono senz’altro meritorie per i loro contenuti, ma, insomma, io avrei evitato una scelta del genere per risparmiare qualche soldo.

            Poi trovo un po’ inquietante la parabola di don Nitoglia (che pure stimo, perché ha scritto libri validissimi), dal sedevacantismo al sedeplenismo “prudenziale”, alle conferenze nei templi protestanti. Qual è il prossimo passo?

            • Francesco scrive:

              Melloni scrive che un Papa che insegna contro la Dottrina è ispo facto spapato!

              ne sapete nulla?

              😀

              PS lui lo fa per incitare al linciaggio di 4 coraggiosi cardinali ma pazienza!

        • izzaldin scrive:

          “i protestanti andranno all’inferno! sono eretici! Bergoglio è satanico perché parla coi protestanti!

          “beh, le altre chiese chiedevano troppi soldi, i protestanti ci hanno accolti”

          sempre sui soldi scivolate, voi coerentissimi intransigentissimi 😉

          e lo vieni pure a raccontare! 🙂

    • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

      “Il caffé che io prendo a colazione è tale se io voglio che sia così”.

      ???

      Se ti riferisci a Kant, allora sono in totale disaccordo, perché mi risulta che la “Critica della Ragion Pura” non abbia nulla a che vedere con ciò che attiene alla volontà.

      • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

        Infatti, il mondo fenomenico è tale perché le strutture cognitive sono quelle che ci caratterizzano, e c’è poco da fare. Non vedo in che modo ciò si relazioni con la volontà.
        Per il resto, Kant non è mai stato idealista, per il semplice fatto che non ha mai concepito la possibilità di superare il baratro incolmabile fenomeno/noumeno. La pretesa in questione appartiene a Fichte, ma è già ben altra storia. 🙂

        • Francesco scrive:

          aspetta se ho capito

          il nuomeno è inconoscibile, il fenomeno è oggettivo?

          • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

            @ Francesco

            Il noumeno è, secondo Kant, inconoscibile.

            Quanto al fenomeno, bisogna capire che cosa si intende per “oggettivo”. Il fenomeno è l’oggetto d’esperienza, quindi attiene strettamente a ciò che è conoscibile nel modo in cui è conoscibile. In questa prospettiva, non mi pare abbia senso confondere il fenomeno con l’aspetto essenziale del mondo, ossia con ciò che, nel contesto pre-kantiano, era oggetto di studio dell’ontologia.

  15. roberto scrive:

    OT (e scusate perché poi ritorno sul’interessantissima discussione fra rossana e miguel) per un piccolo momento di schadenfreude

    i filotrumpisti (gente manifestamente semplice ed ingenua) hanno scassato i cabasissi per mesi con la favoletta che il loro candidato era fuori dall’establishment, contro la finanza, contro i poteri forti, contro le grandi lobby, e chi si trovano adesso come “ministro delle finanze” (treasury secretary) ? goldman sachs!

    hahahahaha!

    http://www.politico.com/story/2016/11/goldman-sachs-power-white-house-231998

    PS
    ha ragione peucezio!
    sono dei rettiliani
    #tuttoèperduto
    occupiamoci di linguistica e storia che è più divertente

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “i filotrumpisti (gente manifestamente semplice ed ingenua) hanno scassato i cabasissi per mesi con la favoletta che il loro candidato era fuori dall’establishment”

      Due fondamentali lezioni in una:

      1) mai fidarsi di un politico

      2) mai fidarsi di uno speculatore immobiliare.

      • Z. scrive:

        La più importante è la 3: chi gioca a fare il riBBelle avrà tosto ciò che merita, per fortuna. Ma lo infliggerà anche agli altri, purtroppo.

        Purtroppo per loro. Io mica vivo oltreoceano 😀

        • Peucezio scrive:

          Io non so se Trump fosse contro l’establishment, ammesso che si ponga il problema. So che l’establishment era contro di lui (e tanto mi basta, perché l’establishment non è scemo) e quindi ora cerca di infiltrarlo e lui d’altronde sa che in politica si scende inevitabilmente a dei compromessi.

          Mi meraviglio invece di Miguel, tanto attento all’immaginario, che non coglie come i diversi immaginari non siano indifferenti, ma danno il segno a una civiltà.
          L’immaginario non è un coperchio finto sotto il quale si agita il mondo reale.
          L’immaginario è più reale del reale, perché esprime le pulsioni più profonde, che siano quelle degli omosessuali, delle femministe, dei razzisti, dei giustizialisti grillini anterinziani.
          Quello che non bisogna credere è che l’immagine si trasferisca pari pari alla realtà. Non è che siccome in America non si può dire “negro”, i negri sono trattati bene, anzi, c’è un’apartheid di fatto, ma, appunto, è un’apartheid strutturata in modo tale da avere bisogno di un rispetto formale dalle caratteristiche di isterismo, mentre il razzismo ottocentesco era funzionale all’apartheid violento e al tempo stesso paternalistico della società schiavile, che è una cosa molto diversa.
          E basta cambiare uno dei fattori, per innescare un meccanismo di modifica dello schema generale, perché, siamo sempre lì, la logica dei sistemi complessi è circolare, non lineare.

          • Z. scrive:

            Girala come vuoi, ma ha gabbato i trumpettini alla grande.

            Virgy coi suoi Alemanni, al confronto, è una dilettante 😀

            • Peucezio scrive:

              Diciamo che hai un’idea molto personale della Realpolitik 🙂

            • Z. scrive:

              Diciamo che non mi perdo in lunghi giri di parole stile UCAS per descrivere ciò che è evidente a tutti: un uomo di grande successo che ha gabbato i suoi adulatori alla grande 😀

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              ma la tua è una fissazione. Come Salvini, che a sentire te in fondo sarebbe filomussulmano e multietnicista, però finge il contrario per prendere voti (non si capisce poi per farne cosa).
              La politica è compromesso.
              Tu mi vuoi dire che Trump è abortista, immigrazionista, filoislamico e convinto sostenitore delle femministe e del politicamente corretto, ma ha fatto finta di essere l’esatto contrario perché ha capito che c’era un grande bacino di consenso potenziale intorno alle idee opposte?
              E tutto questo allo scopo di diventare presidente? E questo per poter difendere il politicamente corretto, che era già difeso benissimo com Obama e o sarebbe stato con la Clinton?

              Sei il solito paranoico malpensante 😛

            • Peucezio scrive:

              Il bello è che sarei io quello che complica le cose!!! 😀

    • Z. scrive:

      Del resto Trump lo disse tipo una quindicina di anni fa, mi pare: non conto di entrare in politica ma nel caso lo farei nei repubblicani, perché sono più facili da convincere.

      Non disse esattamente “facili da convincere”, in realtà.

      Del resto i nostri trumpetti lcali hanno fatto più o meno la stessa cosa…

    • Francesco scrive:

      beh, la rivoluzione è roba per professionisti

      anche alla Casa Bianca!

      seriamente, dopo la delusione Obama sono ottimista su Trump

      da sinistra, intendo

      ciao

    • habsburgicus scrive:

      i filotrumpisti (gente manifestamente semplice ed ingenua)

      non tutti sono così..alcuni non lo sono..e fin da subito sapevano che avrebbe tradito il più delle promesse (talvolta lo dissero anche qui, talvolta lo pensarono e non lo dissero per scaramanzia, talvolta credettero di dirlo, ma evidentemente lo fecero in modo così oscuro che lro stessi non ci capirono nulla, dunque figuriamoci gli altri :D)
      allora, mi dirai, perché appoggiare Trump ?
      1.per dare contro agli altri [ragione principale :D]
      2.per mettere in moto processi storici di (possibile) oggettivo indebolimento dell’establishment e se volete, marxianamente, per accelerare le contraddizioni del medesimo [che non lo amassero lo ha detto Peucezio, e ha ragione !]
      nell’euforia della vittoria inaspettata [fino ad un certo punto], pensai a un 30 % di mantenimento..entro 24 ore, scesi al 20 %
      debbo ammettere che sta facendo peggio delle peggiori previsioni..oggi come oggi il 5-10 % di promesse mantenute sarebbe di lusso..se Romney sarà Segretario di Stato cambierà nulla in quello che più a noi stranieri interessa cioé la politica estera ! [e peggiorerà sull’Iran rispetto a Obama, pur migliorando rispetto a Putin, ma neanche tanto, con Romney, uomo dei poteri veri]
      e vabbé, scendiamo all’1% di promesse mantenute..se rendere almeno più difficile l’aborto (riservando la decisione agli Stati), sarà pur sempre un vantaggio per la civiltà. l’America ! e chissà fra 100 anni, pure per l’Italia (se resisterà così a lungo)
      ma é una presa in giro sostanziale..Miguel ha ragione
      il tipo é imprevedibile, confido (ma non ci spero troppo) che almeno-per qualche ragione sua-possa fare qualche mossa in meglio !

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Habsburgicus

        Su Trump, riflessioni interessanti.

        Ne aggiungo alcune:

        1) Credo che sia bene il fatto che ovunque si stia sfaldando il sistema di dominio consensuale.

        2) Il motivo per cui ogni opposizione è necessariamente falsata è stato espresso in maniera molto lucida qui: https://www.theautomaticearth.com/2016/09/why-there-is-trump/

        3) detto questo, il potere è qualcosa che o si esercita tutti i giorni, o non si esercita.

        Per questo motivo, il cittadino che esercita il Potere di Crocetta (o di clic nelle votazioni elettroniche) per pochi istanti ogni cinque anni, non ha alcun potere; i suoi rappresentanti/recitanti hanno quindi o il potere che hanno in proprio (casi abbastanza rari come Trump e Berlusconi) o subiscono il potere di chi ha il controllo della situazione tutti i giorni.

        Ma anche nel primo caso, il loro potere è sempre piccolo rispetto alla somma degli altri poteri; in un mondo in cui, in genere, cane non morde cane e quindi quasi tutti i poteri convergono.

        Le elezioni quindi possono essere un sintomo psicologico e culturale interessante, ma non sono certo significative in sé.

        • Francesco scrive:

          >> il potere è qualcosa che o si esercita tutti i giorni, o non si esercita.

          e questo chi te l’ha detto, Zaratustra o il Mago Otelma?

          😀

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          “Le elezioni quindi possono essere un sintomo psicologico e culturale interessante, ma non sono certo significative in sé.”

          Il che già non è poco.
          Poi, come ho detto, io non credo che le cose siano solo sintomi o solo cause, ma esiste una circolarità, una retroazione.
          D’altronde il potere cambia i suoi connotati e le sue ideologie.
          Il problema non è abbattere il Potere in sé, si tratta di capire se quello che fa questo potere mi piace o non mi piace. E ci sono momenti storici in cui un orientamento etico, ideologico e culturale succede ad un altro.
          Può essere che ciò che stia accadendo ora sia solo una scossa di riassestamento, una crisi di crescita del modello corrente, ma può anche essere che sia una svolta vera, magari parziale (è difficile stabilirne le proporzioni per ora).

      • roberto scrive:

        certo habsb, non pensavo a te!

        ma immagino che pure tu sia sorpreso di vedere goldman sachs nel gabinetto presidenziale.

        • Peucezio scrive:

          Io non sono affatto sorpreso.

        • Peucezio scrive:

          Semmai c’è una questione molto più seria, rispetto al ministro Goldman Sachs.

          E cioè che la vera svolta strategica non sta nella conquista del potere politico, quando dell’apparato di propaganda, se così vogliamo chiamarlo, ma non nel senso della propaganda popolare, ma di quella legittimata.

          Cioè la vera sfida è creare un pensiero del dissenso rispetto all’ideologia corrente nei grandi giornali mainstream, nell’editoria, nelle università, ecc. Perché i veri centri del potere sono quelli, elaborano le ideologie che, attraverso la scuola, diventano i modelli formativi per tutta la società, e i tabù cui la politica, i media, il cinema, la pubblicità, le forme di intrattenimento popolare e, infine, il diritto penale, devono adeguarsi.
          Non sono stati i politici a stabilire che non si possa negare l’Olocausto o dire “negro” o che gli omosessuali debbano sposarsi. Poi, di conseguenza, lo decidono anche i politici, ma non è una cosa che parte da lì. Parte dal ceto semicolto, o, meglio, dalla parte di esso che ha le mani in pasta.
          Berlusconi non lo ha capito, ha pensato che bastasse convincere i cozzali e non servisse infiltrare le classi dirigenti (cosa che avrebbe potuto benissimo fare, coi soldi, le televisioni, i giornali e le editrici che aveva) ed è finita come è finita.
          Stavolta si spera che sia cambiato il vento, e quando cambia il vento la gente, a tutti i livelli, si adegua, ma la conversione del ceto egemone sarà un passaggio ineludibile. Quando sarà cambiato qualcosa a quel livello, allora davvero saremo alla fine di un paradigma di civiltà e all’inizio di un altro.

          Sempreché invece il rivolgimento non sia così violento da portare alla liquidazione di quel ceto, stile Pol Pot, ma ora come ora mi pare fantascientifico (e non so quanto sia auspicabile, perché traumi così forti hanno dei costi umani e culturali, non sono indolori).

          • Z. scrive:

            Dici che Trump si è fatto eleggere per proteggere il libero pensiero e diffondere la cultura del dissenso?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Non sono stati i politici a stabilire che non si possa negare l’Olocausto o dire “negro” o che gli omosessuali debbano sposarsi.”

            Concordo, ma sono temi su cui bisogna capirci.

            Togliamo il 90%, cioè tutti coloro che approfittano di questi luoghi comuni e quindi li alimentano (“chi dice che i pisani sono stupidi è come Himmler che metteva i mentecatti nelle camere a gas!” “Abbasso i fascisti turchi viva il Kurdistan libero!” “se non date armi a Israele siete come Hitler!”).

            Restano le cose in sé, che sono ben misere.

            Negare o affermare fatti di settant’anni fa (che riguardino Hitler, Stalin, i giapponesi o le guerre civili indiane), usare o no una data parola (i piacentini son davvero Pescegatti?), preoccuparsi se alle innumerevoli funzioni inutili dei funzionari comunali si aggiunge pure quella di mettere il timbro su un’unione civile tra Tizio e Caio… ecco, sono scemenze, diciamocelo. Solo il gioco degli esagitati da una parte o dall’altra possono trasformare queste cretinate in qualcosa di importante.

            E queste scemenze non sono più sceme di quelle che vengono spodestate, tipo Offendere la Patria, dire che la mamma non è sempre santa o simili.

            Al massimo, ci fa riflettere sul fatto che la nostra specie ha sempre bisogno di aggrapparsi a queste cose.

            E che i politici sfruttano proprio questi meccanismi.

            • Peucezio scrive:

              Non so se sono scemenze.
              Forse quelle che ho citato io sì (anche se una schiera di bambini cresciuti senza madre non oso pensare cosa significherà in termini di potenziamento dell’endemicità della nevrosi nella nostra società).
              Ma l’ideologia progressista ha fatto danni veri.
              Non si può negare che il divorzio, per esempio, abbia avuto un impatto enorme sulla società.
              Poi si può dire che ha risollevato tanta gente da una situazione di oppressione intollerabile o che ha minato la famiglia e quindi le basi stesse dell’aggregarsi fra gli uomini.
              L’antirazzismo poi, al di là dei vezzi linguistici, è la giustificazione ideologica dell’immigrazione di massa, che non è un fenomeno dall’impatto sociale trascurabile, anche in questo caso qualunque cosa se ne pensi, che sia cioè una giusta compensazione per i danni fatti dall’Occidente e un antidoto contro la denatalità e l’imborghesimento delle società occidentali o la distruzione dei connotati culturali, etici e religiosi e la destabilizzazione sociale delle stesse.

              Insomma, il razzismo ottocentesco poi lo schiavismo lo ha prodotto davvero. O, quantomeno, è servito a giustificarlo (diciamo pure che le ragioni erano economiche, anche se non c’è economia che tenga, quando qualcosa ripugna al sentire di una società: noi non facciamo il traffico d’organi, benché sarebbe immensamente redditizio) e così facendo quantomeno gli ha fatto da puntello.

  16. Mario scrive:

    Oltretutto, considera che Dio non esiste!

    Ci mancava solo quello che vuol fare l’anticonformista, ma la sua sparata andava bene sì e no nel 1800.

    • Z. scrive:

      Macché anticonformista!

      È solo che qui sono in minoranza, ma tra i miei amici quasi nessuno è credente.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ma dai che credi nel Partito-Chiesa 😀

        • Z. scrive:

          La Chiesa esiste, così come esistono le sette.

          È Dio che non esiste!

          • Mario scrive:

            Pare che ier sera il solo gesto benedicente dell’Eccellenza abbia convertito tre protestanti che curiosavano e quattro carabinieri in borghese (anche se Monsignore ha attaccato duramente la borghesia quale “classe dissolutoria”, in modo affine ad Evola, ma da punti di vista opposti, lodando invece i contadini, da cui discendeva il santo Pio X, coi piedi ben piantati in terra, ciò che lo fece divenire implacabile martello dei modernisti).

            • Francesco scrive:

              lodare i contadini? quindi è complice della PEC e della UE, è un cripto-massone! un infiltrato della Morte Nera! allarmi!!

            • Z. scrive:

              Anche la PEC è opera della massoneria?

              e gli SMS?

            • roberto scrive:

              PEC = posta elettronica certificata?

              e che c’entrano contadini, massoni, UE(*) e sedevacantisti?

              (*) noi c’entriamo nel senso che se un’avvocato ci scrive usando una PEC, non riusciamo a rispondergli per un motivo tecnico dipendente in tutta evidenza dalla imperscrutabile volontà di Dio

            • Francesco scrive:

              ops

              PAC intendevo, mi è uscito scritto PEC

              mea culpa

            • roberto scrive:

              no il problema è che io e Z siamo ossessionati (la PEC è pane quotidiano per i legulei)
              🙂

            • Z. scrive:

              Ah ecco. Lo dicevo che la massoneria era una cosa troppo seria per essere responsabile di una roba come la PEC 😀

  17. Grog scrive:

    Ci mancava la GALATTICA TESTA DI CAZZO DI FRANCIS FUKUJAMA!
    Il “raffinatissimo accademico” sostiene che il pericolo sia che Trump abbia dei debiti con una banca russa e che Putin lo sappia e sia quindi ricatttabile…
    A mio modesto parere FRANCIS FUKUJAMA potrebbe ricordarsi di essere giapponese e come tale fare un dignitoso e onorevole “seppuku” ma i bastardi liberali ammazzano gli altri e non se stessi e non sono onorevoli e dignitosi, ma senza onore e merdosi, l’essere merdosi per loro è normale visto che bazzicano e favoriscano gli ambienti LGBT dove ovviamente è adorato IL DIO CULO CHE NATURALMENTE E’ MERDOSO.(1)
    Grog! Grog! Grog!
    (1) la cacca esce dal culo

  18. Mario scrive:

    Altra figura di rilievo nel pantheon tradizionista, che porgo alla vostra pregiata attenzione, è quella di don Luigi Villa, che ebbe da Padre Pio il mandato di ridurre la massoneria in poltiglia. Due falle, tuttavia, ne inficiarono l’opera sistematicamente tetragona: la celebrazione del novus ordo, scandalosa e contraddittoria con le premesse assolutamente veridiche del suo argomentare piano epperò veemente, e l’accusa di panteismo rivolta a S. Francesco, contenuta in un foglietto in cui si interpretava una figurazione infraceleste come prova della dannazione del papa polacco: la tesi dell’eterodossia di San Francesco, fu suggerita, pare, dal fu vicepresidente del CNR.

    • Grog scrive:

      Infatti San Francesco è un poco preoccupante!
      Più del panteismo a me preoccupa che chiamasse tutti fratelli e sorelle, compreso “fratello uccello” con il rischio che fosse un “uccello padulo”!
      Poi anche un poco masochista quando parla della “perfetta letizia”
      _________________________________________________________________________
      “Quando noi saremo a santa Maria degli Agnoli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti di fame, e picchieremo la porta dello luogo, e ‘l portinaio verrà adirato e dirà: Chi siete voi? e noi diremo: Noi siamo due de’ vostri frati; e colui dirà: Voi non dite vero, anzi siete due ribaldi ch’andate ingannando il mondo e rubando le limosine de’ poveri; andate via; e non ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all’acqua, col freddo e colla fame infino alla notte; allora se noi tanta ingiuria e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente sanza turbarcene e sanza mormorare di lui, e penseremo umilmente che quello portinaio veramente ci conosca, che Iddio il fa parlare contra a noi; o frate Lione, iscrivi che qui è perfetta letizia.”
      _________________________________________________________________________
      Una persona solo normale avrebbe preso a male parole il frate portinaio e avrebbe smoccolato come Dio comanda, se per caso veneto avrebbe bestemmiato alla grande e magari “kopato il frate portinaio a pietrate” dicendogli “ciapa tiè fiol d’un can e de quela bagasca di tua mare!” invece sotto sotto il Francesco ci godeva e si masturbava sotto la tonaca!

      Grog! Grog! Grog!
      P.S.
      Grog ha diversi nastrini di diverse campagne effettuate con onore, tra cui l’espulsione dal catechismo a sette anni.

      • Francesco scrive:

        espulsione? hai messo le manine sotto la gonna della maestra di catechismo? purzelèt!

        San Francesco era un santo, anche nel senso che era troppo avanti rispetto all’umano medio

        • Grog scrive:

          Francesco omen nomen per cui difendi il tuo santo è logico però a parer mio constata la tua affermazione
          ______________________________________________________
          “San Francesco era un santo, anche nel senso che era troppo avanti rispetto all’umano medio”
          ______________________________________________________
          Stava davanti perché era sempre in attesa di portinai violenti e cattivi e magari sodomiti per cui mostrava le terga.
          Grog! Grog! Grog!

          • Francesco scrive:

            No, stava davanti sulla strada della perfetta ascesi.

            Io su quella via sono all’incirca appaiato a sibariti quali Z e Roberto, tu devi essere un paio di chilometri dietro (essendo veneziano poi)

            😀

            • Grog scrive:

              E’ l’eterno dilemma tra
              DANTE E PRENDENTE
              ma il diavolo di guardia del girone dei sodomiti quando a Dante cadde la matita con la quale prendeva gli appunti e si chinò per recuperarla affibio una terribile frustata sulle terga al Poeta che dolorante e risentito disse al diavolo
              “ma io sono Dante! ”
              Al che il diavolo, estremamente professionale rispose:
              ” o per me Dante o Prendente è irrilevante, quando vedo un culo sollevato io lo frusto!”

              Grog! Grog! Grog!

  19. roberto scrive:

    un articolo interessante sulla simpatica situazione pre guerra civile nell’UK
    (io lo dico sempre a theresa may che si deve spicciare)

    alla moi, mi piace notare i cortocircuiti logici. voto brexit perché voglio che il parlamento britannico sia sovrano, e definisco traditori tre giudici che dicono “è il parlamento che deve decidere di formalizzare il brexit”

    http://www.nytimes.com/2016/11/30/opinion/brexits-bitter-winners.html?mwrsm=Facebook&_r=0

    • Miguel Martinez scrive:

      Roberto

      interessante l’articolo sull’UK. Che ci dice anche quanto si stava bene nel meraviglioso mondo pre-Brexit:

      “Take the former industrial town in Northern England where I grew up: Stockport. The people there are seeing the longest squeeze in wages since the 19th century; a housing crisis caused by the lowest level of homebuilding since the 1920s; and public services under strain because of the worst budget cuts in generations. Many of the town’s residents view all these problems through the prism of immigration.”

      • roberto scrive:

        infatti credo che anche da semplicissimi turisti non si può che rimanere a bocca aperta davanti le diseguaglianze sociali albioniche.
        tra le luci di londra e il buio delle periferie delle cittadine di provincia c’è un abisso
        l’inverno scorso mi ha sconvolto cambridge.
        nello spazio di 300 metri passi dal tempio del potere della classe dominante a palazzoni stile unione sovietica *senza riscaldamento* (dico, senza riscaldamento a quelle latitudini!)

        ma adesso (cioè adesso quando decidono) potranno buttar fuori polacchi e lituani, liberarsi di lacci e lacciuoli ed essere finalmente felici…..

        • Mario scrive:

          Immaginavo che le mie parole sarebbero state sufficienti. Così non è stato, e quindi mi accingo, brevemente, a rispondere al buontempone che sostiene che i tradizionalisti scivolano sui soldi, sempre.
          Il problema è che io tradizionalisti italiani, e ancor più Don Nitoglia e la sua congrega veliterna, non hanno quasi un soldo, quindi vi è uno stato di necessità che giustifica l’eccezione, un po’ come, fatte le dovute proporzioni, la disobbedienza sacrosanta di Mons. Lefebvre al papa, definito poi “anticristo” nel 1987, quasi in contemporanea con l’uscita di “The Final Countdown” (notare l’analogia simbolicamente pregnante del titolo con la situazione della Chiesa).
          Inoltre, la conferenza dell’Eccellentissimo Mons. Williamson non sarebbe stata possibile in nessuna struttura:
          1) conciliare, ove il prelato è considerato un nazista che intralcerebbe ogni approfondimento della giudaizzazione della setta vaticanosecondista,
          2) della San Pio X, che Williamson l’ha addirittura espulso, per motivi ancora non chiari, ma forse legati alla svolta protestantica di Fellay;
          3) dei sedevacantisti, già poveri in canna, e che hanno accusato Williamson di scisma capitale per aver ordinato un nuovo vescovo (oltre a vecchie ruggini di trent’anni fa).

          Poi trovo un po’ inquietante la parabola di don Nitoglia (che pure stimo, perché ha scritto libri validissimi), dal sedevacantismo al sedeplenismo “prudenziale”, alle conferenze nei templi protestanti. Qual è il prossimo passo?

          Anch’io ho le mie riserve, ma in questo caso non me la sento di criticarlo. Tra l’altro, era una semplice sala, anche se adiacente a un tempio menzognero. Il problema era piuttosto l’acustica: provenivano da una sala attigua tronfi canti operistici, lodati peraltro da Mons. Williamson (“l’opera italiana è magnifica”). Addirittura, a un certo punto, un tizio colorato, evidentemente protestante, è stato amabilmente invitato a assistere alla conferenza ed alla cena successiva (“poi s’annamo a fa’ du’ spaghetti ajo e ojo”).

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Mario

            “la conferenza dell’Eccellentissimo Mons. Williamson non sarebbe stata possibile in nessuna struttura:”

            Una curiosità: personalmente, non avrei mai pensato a una delle strutture che citi, avrei pensato a qualche sala pubblica. Possibile che a Roma non ci siano piccoli locali appartenenti al Comune che si possano prendere in affitto?

            • Mario scrive:

              Per Miguel: non credo, ti ricordo che Monsignor Williamson è persona invisa a tutti gli ambienti: sedeplenisti, sedevacantisti, fraternitari, conciliari, giansenistici, comunali, bocciofili, santegidici e simili.
              Si poteva pensare, forse, a una suite all’Excelsior, col praticare una nicchia su una delle pareti per installare un altare maggiore: ma converrai che sarebbe stata operazione logisticamente e finanziariamente proibitiva. Sicuramente nel pacchetto sarebbe tato incluso un aperitivo a base di caviale del Burkina Faso, ma Nitoglia preferisce, a ragione, di gran lunga la coda alla vaccinara. Inoltre, v’è da considerare la quaestio di ordine pubblico (Williamson è stato arrestato, e costretto a pagare un’ammenda, in Germania: di qui la presenza massiccia di forze del disordine, ieri, senza considerare carabinieri e poliziotti in borghese e spie modernistiche e fraternitarie), e la mondanità di un albergo sito nella via della Dolce Vita, centro di irradiazione della dissoluzione a colpi di apericene e open bar.

            • Peucezio scrive:

              Non ho ben capito la funzione dell’altar maggiore in una conferenza.

              Però sarebbe molto interessante capire, ancor più che come mai loro abbiano scelto il tempio protestante (cosa che Mario ci ha spiegato bene), ma come mai i protestanti abbiano accettato, unici fra tutti questi nemici, di ospitare l’evento.

          • roberto scrive:

            una curiosità legata a quella di miguel.
            quante persone hanno assistito alla conferenza?

          • Peucezio scrive:

            Mario,
            capisco bene le ragioni, anche se non me la sento di approvarle.

            “3) dei sedevacantisti, già poveri in canna, e che hanno accusato Williamson di scisma capitale per aver ordinato un nuovo vescovo (oltre a vecchie ruggini di trent’anni fa).”

            Questo no, figurati, li ordinano anche loro, sia pure come extrema ratio.
            Semmai il punto è che don Nitoglia, per la sua svolta sedeplenista, è inviso ai sedevacantisti (che comunque non dispongono di spazi per conferenze: di solito le fanno in hotel o sale conferenze pagando, ammenoché non si prevedono venti o trenta persone e allora basta uno dei centri messa).
            Con Williamson ora come ora non so come siano i rapporti.
            Comunque per loro la questione della sede vacante è dirimente: non sono in buoni rapporti con chiunque sostenga che Bergoglio – e i suoi predecessori almeno da Paolo VI – sia papa. E non posso biasimarli, anche se io, non essendo un religioso ma un laico, un comune fedele, sono più incline ai buoni rapporti con chiunque in buona fede sostenga posizioni reazionarie (poi a una messa una cum non ci vado, per ragioni sacramentali, ma posso andare tranquillamente alla conferenza di un tradizionalista sedeplenista, a parte che sul piano umano e personale sono in buoni rapporti persino con preti modernisti e di sinistra, perché ho sempre evitato i settarismi nelle amicizie e nelle frequentazioni).

        • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

          @ Roberto

          “… le disuguaglianze sociali albioniche”.

          Concordo pienamente. E’ la stessa impressione che ho avuto io.

  20. Mario scrive:

    Da notare anche che Monsignore ha citato: Dante, un esoterista dei Fedeli d’amore; Shakespeare, un rosacrociano; Manzoni, un liberale (la cui moglie gli passò una dottrina infettata di giansenismo giacobino); ha stretto la mano e sorriso a due protestanti; benedetto dei carabinieri presumibilmente apostati, o quantomeno certamente in odore di eresia materiale; salutato una donna che aveva la gonna sopra il ginocchio; infine, è entrato in una pizzeria napoletana, dunque verosimilmente ricolma di lassisti. Vincit omnia amor.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mario

      “Da notare anche che Monsignore ha citato:”

      Mi incuriosisce quando sento critiche di questo tipo. Che rientrano in una tipologia, un dispositivo molto diffuso: penso ad esempio a certi anarchici che considerano tutti i centri sociali venduti. E in fondo qualche ragione ce l’hanno.

      Soltanto che ti chiedi, allora cosa resta?

      Sia nel caso del cattolicesimo che dell’anarchismo, non stiamo parlando di ideali “per pochi”, ma di visioni del mondo che si rivolgono all’intera umanità. Eppure finiscono per escludere il 99,999% della specie a cui si rivolgono.

      Badate che non è una critica, è solo una riflessione.

      • Peucezio scrive:

        Eheh, è verissimo.
        Poi una religione può benissimo avere un’etica che è in grado di applicare, e di fatto applicherà, solo lo 0,001% dell’umanità, ma il problema è sociologico: un predicatore di qualche secolo fa sapeva di rivolgersi a un popolo di peccatori. Oggi il problema è ideologico e soprattutto sociologico e si pone in termini di amici-nemici, dove amici siamo noi quattro e gli altri otto miliardi sono nemici.

  21. Peucezio scrive:

    Mario,
    una domanda: conosci don Floriano Abrahamowicz e padre Giulio Tam?
    E un’ulteriore curiosità: sei di Roma o ci sei andato per la conferenza?

    • Mario scrive:

      Li conosco entrambi di nome. Don Floriano mi pare più serio, l’altro troppo politico. A me piacciono i tradizionalisti non perché sia sempre d’accordo con loro, ma perché mi sembrano dei duri dal cuore tenero.
      Sono di Roma. Visto che dovevo passare a prendere il siero illuminante per il viso –la farmacia è lì vicino–, ho pensato di andare.

      • Peucezio scrive:

        In effetti uno dei miei preti sedevacantisti diceva che è più fascista che cattolico, il che, diceva, per un prete non va tanto bene.
        Io l’ho sentito una volta a un comizio, mi pare fosse di Forza Nuova, che parlava a Milano, in C.so Vittorio Emanuale, da un camioncino, e diceva che il Rosario è una mitragliatrice con cinquanta colpi da usare contro l’Islam e tutti i nemici della Fede.
        Un mio amico e camerata presente con me disse, molto compiaciuto, che sembrava una scena da anni ’50, da prete militante alla don Camillo.
        Don Floriano invece non l’ho mai visto.

  22. Mario scrive:

    Comunque, per la precisione: i sedeprivazionisti accusano Williamson di scisma capitale non perché ha ordinato un vescovo, ma perché l’ha fatto considerando Bergoglio papa.

  23. Moi scrive:

    A proposito di Referendum … anche Sant’Oro 😉 ha tradito sé stesso !

    • Z. scrive:

      Sant’Oro ne ha da espiare. Era ora che iniziasse!

      Comunque si può avere idee diverse dalle tue senza per forza essere gombloddhari, venduti o traditori di se stessi 😀

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Le braccia accoglienti del Partito lo avevano già accolto in Rai, alla fine. Mi dispiace solo non aver visto lo scontro finale: Travaglio e Berlusconi contro Verdini e Santoro, che sarebbe stato una chicca in questa disgustosa campagna referendaria.

        • Z. scrive:

          Eeh già. Del resto quelli che votano SI sono tutti opportunisti, fascisti e venduti. Solo chi vota NO è onesto e sincero!

          Il bello è che proprio voi grillini avete il coraggio di lamentarvi del fatto che la campagna elettorale è disgustosa. Tra un ricorso a raglio e una denuncia per abuso della credulità popolare 😀

            • Z. scrive:

              Sai che io questa non l’ho capita?

              Questa ordinanza dovrebbe essere “contingibile e urgente”, e io fatico a capire dove esattamente sia l’urgenza.

              Di più. Posso capire l’idea di vietare alla gente di farsi fotografare vestiti da centurione. Cioè, a dire il vero personalmente non mi sembra esattamente una tragedia, ma sforzandomi posso capire il punto.

              Ma il divieto di ciclotaxi, per di più nei soli luoghi turistici?

              Boh, forse mi sono perso un pezzo di dibattito.

            • Peucezio scrive:

              Ma che c’è da capire? Sono dei dementi.

              Poi francamente giuro che non ho capito quale problema di ordine pubblico creerebbe il fatto di farsi fotografare vestito da centurione…

            • Z. scrive:

              Credo che il problema non sia tanto di ordine pubblico, quanto piuttosto di “degrado” (così si dice oggi).

              Insomma, che sia una roba trash, una cosa che fa brutto.

            • Peucezio scrive:

              Se è così, la Raggi merita la fucilazione in piazza senza processo.
              ‘Sti perbenisti esteti dei miei coglioni…

            • Z. scrive:

              Sei sempre violento, tu. Povera Virgy!

              E poi, scusa, i romani l’hanno voluta…

              e adesso che se la tengano, com’è giusto che sia 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “E poi, scusa, i romani l’hanno voluta…

                e adesso che se la tengano, com’è giusto che sia”

                Non credo che abbiano “voluto” lei, né nessuno degli ultimi sindaci precedenti.

                Roma è un buco nero che divora tutto e tutti. Prevedo che i romani voteranno in massa SI per fare dispetto alla sindaca, come hanno votato in massa per lei per “cambiare” un collasso che invece è semplicemente irreversibile.

                Ma come con Trump e il Brexit, siamo sempre di fronte alla banale vicenda del dito e della luna.

            • Peucezio scrive:

              Questo è anche vero…

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “A proposito, il ripugnante legalitarismo pentastellato colpisce ancora:”

              Ma credo che più o meno tutti i sindaci ci abbiano provato, invano, a vietare i centurioni.

              Devo chiederlo al nostro amico (ex) centurione, giovane molto in gamba peraltro, di origini napoletane.

            • Peucezio scrive:

              “Ma credo che più o meno tutti i sindaci ci abbiano provato, invano, a vietare i centurioni.”

              Alla faccia della discontinuità.
              Sono esattamente come gli altri. E nelle cose peggiori!

            • PinoMamet scrive:

              “Credo che il problema non sia tanto di ordine pubblico, quanto piuttosto di “degrado” (così si dice oggi).

              Insomma, che sia una roba trash, una cosa che fa brutto.”

              A questo punto, potrebbe demolire direttamente il Colosseo.

              Roma antica è kitsch, è una delle più grandi fornitrici di kitsch nella storia dell’umanità, al terzo posto dopo i ristoranti cinesi e Venezia.

              Ora che ci penso, vietare i centurioni a Roma è un po’ come vietare i gondolieri a Venezia.

              Mo’ non scassatemi che i centurioni sono “falsi” e i gondolieri “veri”: la Storia mi interessa molto quando si parla di Storia, quando si parla di reale, di esistente, è un altro paio di maniche.

            • Peucezio scrive:

              OMDAP!

            • Z. scrive:

              Pino,

              — Ora che ci penso, vietare i centurioni a Roma è un po’ come vietare i gondolieri a Venezia. —

              Ma hai perfettamente ragione, ci mancherebbe. Oltre tutto i gondolieri a Venezia mica sono lì per garantire la mobilit: sono lì esattamente per fare scena a beneficio dei turisti, proprio come i gladiatori a Roma.

              Però, se parti dal presupposto che il problema più grave di Roma è il ciàffico, è inevitabile che il secondo problema più grande siano i gladiatori che fanno degrado.

              Continuo a non capire qual è il problema dei ciclotaxi in centro, ma pace. Ogni città, come sindaco, ha il Virgy o la Virgy che si merita 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Continuo a non capire qual è il problema dei ciclotaxi in centro, ma pace”

                Il problema è l’esistenza di una Soprintendenza, cioè un ufficio preposto non solo alla salvaguardia di un bene monumentale in sé, ma anche della sua “fruibilità”, concetto assai discutibile.

                E infine all’idea balorda che l’Italia debba campare di turismo, e quindi all’idea che se uno nel primo secolo dopo Cristo decide di fare un Disneyland-ammazzatoio per fare immagine all’impero romano, duemila anni dopo non ci devono essere gente che scrocca foto o fanno i risciò perché se no fa fare Brutta Figura all’Italia davanti ai compratori usani.

            • Peucezio scrive:

              Z., e l’Etna e la siccità ti paiono problemi da poco?
              E’ vero che non sono nel Lazio, ma tutto fa brodo!

            • Peucezio scrive:

              Bonacelli resta un grande!!!

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Grazie per aver prodotto un esempio concreto di questi mesi in cui si è parlato di me, di cosa sarei e di quanto sarei amico di Grillo o di Salvini, invece di parlare della porcata che state andando ad approvare festanti.
            Non vedo l’ora che il delirio irrazionale collettivo finisca. Sono anche disposto a sperare di vedere arrivare il momento in cui festeggerete, dopo che avrete vinto, che avrete giocato a fare i ribbelli contro il vecchiume del ’48 ed esservi eletti padri costituenti senza averne la statura, dopo che avrete sfasciato l’ordinamento costituzionale per sentirvi fighi e ggiovani, dopo che avrete ubbidito ciecamente al Partito. Alle orge di irrazionalità e obbedienza fanatica si può solo sperare di sopravvivere.

            • Peucezio scrive:

              Abbiamo fatto inquietare Mauricius…

            • Z. scrive:

              MT,

              seriamente, a parte il fatto che non mi pare che si sia parlato molto di te (?), non penso che tu sia amico di Salvini (e neppure di Grillo, in realtà: votare è una cosa, l’amicizia è un’altra).

              A parte questo, e a parte anche il referendum, ti abbraccio e ti incoraggio a tener duro: ancora due settimane e poi il periodo più brutto dell’anno sarà finito.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              macché finito!
              Non hai capito che se vince il Sì, senza più la protezione della costituzione del ’48 scoppia la Terza Guerra Mondiale, ci invadono gli alieni, casca un asteroide sulla Terra e si attiva il supervulcano di Yellowstone?

            • Francesco scrive:

              >> Alle orge di irrazionalità e obbedienza fanatica si può solo sperare di sopravvivere.

              è uno dei motivi per cui voto Sì, il timore di una seria orgia di irrazionalità e fanatismo nel segno delle cinque stelle.

              una roba che i comunisti anni ’50 al confronto sono non solo sensati ma anche democratici

              e rispetto a cui Renzi e i suoi sono creature angeliche

              e siccome sappiamo chi è Renzi, capisci quanto timore mi suscitano il connubio di stupidità, ignoranza, arroganza che oggi è il secondo partito del paese

              ciao

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “Alle orge di irrazionalità e obbedienza fanatica si può solo sperare di sopravvivere.”

              Conosco troppo bene i seguaci del Partito Unico per condividere questo ritratto.

              Il misto di piccola astuzia, di speranza di arrampicarsi in testa a qualcun altro, di pacche sulle spalle e fregatura (ce ne fosse almeno uno antipatico!)… questi obbediranno al Capo giusto finché offre loro qualche speranza di un impiego senza fatica, a spese del Privato-Pubblico.

              Poi ci sono i conformisti medi di ogni sorta, di cui i peggiori sono quelli appunto che giocano a “fare i ribelli”.

              Comunque, rilassati. Le carte, comunque mescolate, sono sempre in mano a loro, quindi non ti far venire troppa tristezza quando, ovviamente, vinceranno questo referendum.

              In qualsiasi casinò che si rispetti, il banco alla lunga vince sempre.

            • Peucezio scrive:

              E’ interessante come Mauricius paventi la vittoria del Sì in quanto fine della civiltà giuridica e costituzionale, apertura al caos e caduta irreversibile nel baratro, mentre Miguel la paventa (ma al tempo stesso la dà per scontata) per il motivo opposto, cioè in quanto conservazione di uno statu quo, di un assetto di potere solido quanto soffocante.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “E’ interessante come Mauricius paventi la vittoria del Sì in quanto fine della civiltà giuridica e costituzionale”

                Per me la “civiltà giuridica e costituzionale” è una finzione.

                Per me è andata così… guardando maniacalmente i sondaggi, il favoleggiatore di Rignano ha raccattato – con il permesso di quelli che lo pagano – un gruppo di tecnici per organizzargli un referendum che lo facesse trionfare alla grande, che in fondo è tutto quello che gli interessa. Contando sul fatto che quando parla in televisione, i sondaggi gli danno parecchi punti, perché simpatico certamente lo è (ha stretto la mano pure a questo traduttore di manuali tecnici almeno un paio di volte).

                I tecnici hanno raffazzonato in maniera forse discutibile un referendum a caso – sul Senato, anziché sul prezzo del formaggio in Val d’Aosta. Un tema del cavolo, visto che quelli che pagano Renzi hanno in mano sia la Camera che il Senato, per cui non si capisce dove sia il problema.

                Poi è successo che i sondaggi sono andati giù, come succede alla fine a tutti i fanfaroni, e il suo consulente Jim Messina è passato alle minacce,

                E’ andato da tutti, a dire loro di dire che se non gli regalavano il referendum, tutte le banche d’Italia sarebbero crollate, i cattivi eurocrati avrebbero messo le mani sull’Italia e in tutto il mondo avrebbero deriso gli italiani perché hanno due camere.

                In questo caso, come in quello di qualche decennio fa del suo predecessore Benito, si confondono reali interessi molto grandi con piccole questioni caratteriali.

                Ma tutto questo, non lo può capire chi non abbia convissuto per anni con il promettitore seriale di Rignano.

            • Peucezio scrive:

              “ha stretto la mano pure a questo traduttore di manuali tecnici almeno un paio di volte”

              Se non ricordo male, promettendo che, casomai avessi avuto mal di testa, te lo avrebbe fatto passare entro la serata.

              Comunque dovrei parlarne con uno psicologo. Se uno mi frega ma è simpatico, non riesco a volergliene, è più forte di me.
              Devo andare in fondo a questa cosa. Sarà registrata nel DSM?

  24. Roberto scrive:

    Questa è carina (ma ampiamente prevista)
    UK sembra pensare di pagare per avere accesso al mercato EU.
    Insomma pagano per avere una cosa che ora hanno e per di più rinunciano a participare a stabilire le regole del gioco (più o meno è questo di cui si parla quando si menziona il “modello norvegese” per il brexit)

    Non sono adorabili?

    https://www.google.lu/amp/s/amp.theguardian.com/politics/2016/dec/01/brexit-secretary-suggests-uk-would-consider-paying-for-single-market-access

    • Z. scrive:

      Ma col “modello norvegese” non c’è libertà di movimento per i lavoratori comunitari?

      • roberto scrive:

        si ma credo che questo sia uno dei punti che sicuramentesarà fuori discussione

        • Z. scrive:

          E allora che se ne vadano, senza accordi di sorta.

          Possono essere un rispettato Paese terzo: chessò, come il Tagichistan o l’Armenia.

          Z.

          PS: questi sono gli auspici, naturalmente. Nel mondo reale temo ci sarà la gara a svendersi agli inglesi, che dimostreranno di aver avuto ragione.

  25. Mario scrive:

    Mi pare che Sant’Oro sia protestante.

  26. Z. scrive:

    Ho notato che Renzi sorride in modo molto simile a Berlusconi.

    Fisicamente, dico. Colpisce, vista la differenza di età (39 anni).

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Z

      “Ho notato che Renzi sorride in modo molto simile a Berlusconi. ”

      Comunque vorrei tranquillizzare voi sì-isti.

      Il motivo principale per cui voi, invece di farvi una bella gita fuori porta domenica, dovete scarabocchiare una scheda è:

      1) Renzi ha promesso di lasciare la politica se non scrivete Sì sulla scheda

      2) Se Renzi lascia la politica, saremo attaccati dall’Isis, cacciati dall’euro, la NATO ci bombarderà, la Germania ci dichiarerà guerra e Beppe Grillo si mangerà tutti i nostri risparmi.

      Tranquilli, la premessa è sbagliata, perché Matteo Renzi non ha mai mantenuto una sola promessa in vita sua.

      Non si dimetterà.

      • Z. scrive:

        Non mi sono mai piaciute, le gite fuori porta 😀

        A parte questo, se tu avessi ragione la principale ragione per cui molti voteranno NO verrebbe meno. Ma secondo me sbagli: secondo me invece, in caso di sconfitta, la promessa gli conviene mantenerla.

        Insomma, votare NO per mandare a casa Renzi, da quel punto di vista, avrebbe senso. Non istigarmi…

        A dirla tutta, sono molto più scettico sul fatto che manterrà le sue promesse prenatalizie di benevolenza e conciliazione in caso di vittoria del SI.

        • Francesco scrive:

          eh no, io voto Sì perchè voglio il bagno di sangue!

          una piramide di teschi da riempire il Colosseo ci vuole

          in cima, ci metteremo quello di Renzi

          la Boschi non si tocca, Grog, brutto porco!

  27. Mario scrive:

    Scusate, ma secondo voi Renzi è satanista?

  28. Mario scrive:

    Io voto NO. Mi sono opposto a tutto nella mia vita: al Vaticano II, alla neomessa, al nuovo amministratore di condominio, ora che ci penso anche al vecchio, a questo stronzo di Bergoglio, al modernista di destra Ratzinger, al ralliement della San Pio X, alla riforma della riforma, alla chiusura dei manicomi, alla transustanziazione del MSI in AN. E ho perduto sempre, con onore, ma perduto. Ma la vera vittoria sta nel combattimento. D’altra parte, si vive almeno due volte, e la prima è solo un sogno, il ricordo di un lontano passato.

  29. Miguel Martinez scrive:

    A proposito dell’eterno centurione (e dell’eterna caccia allo stesso) nella città eterna:

    http://kelebeklerblog.com/2012/04/12/a-roma-il-sindaco-postfascista-apre-la-caccia-allebreo/

  30. Miguel Martinez scrive:

    Sempre a proposito di eterni centurioni, questa è del 2015:

    “Roma, Tronca vieta i centurioni al Colosseo. Loro protestano in abiti civili: “Prendetevela con gli abusivi”

    Dopo le ordinanze firmate dal commissario che proibiscono le foto con i turisti davanti ai principali monumenti della capitale, le prime multe di 400 euro. Raduno a Fontava di Trevi: “Siamo stati licenziati in tronco”

  31. Miguel Martinez scrive:

    Credo che dietro le famose grida dei sindaci romani, ci sia un’ordinanza (risalente al 2012) della Soprintendenza: di certe rogne, ne farebbero volentieri a meno tutti i sindaci.

    E’ uno dei motivi per cui evito accuratamente di “entrare in politica”, nonché di abitare a Roma.

  32. Miguel Martinez scrive:

    Poi ogni sindaco ha i problemi suoi: ieri sono scesi in piazza a centinaia di migliaia per chiedere l’arresto di quello di Jakarta, un cinese cristiano accusato di aver citato scorrettamente una sura del Corano.

  33. Miguel Martinez scrive:

    Per peucezio

    “Ma l’ideologia progressista ha fatto danni veri.”

    Io condivido con te l’importanza di ciò che tu chiami “ideologia” rispetto ai “fattori materiali”.

    Ma ci vedo una cosa molto diversa: si tratta, come dice Luigi Sertorio, di “mappe”.

    Per capirci: i romani avevano un sacco di motivi “materiali” per impossessarsi delle risorse minerarie del Messico, e con un piccolo sforzo tecnologico in più, ci sarebbero anche riusciti. Solo che sulle loro mappe, Mexicum non c’era.

    Quella che tu chiami ideologia progressista è soltanto l’inevitabile conseguenza di una “mappa”, disegnata a partire dal Settecento, che orienta tutto il sistema attuale, ed è (cito sempre Sartorio) la “mappa del denaro”.

    Non esistono che atomi/individui/elettori/cittadini, privati di ogni qualità;

    questi atomi/individui, garantiti dalla proprietà privata e dai diritti dell’atomo, si scambiano atomi/merce in cui la qualità è sostituita da una valutazione in denaro;

    il denaro quindi assume valore divino di metro unico di ogni cosa e di ogni essere vivente.

    Da qui derivano anche le conclusioni “progressiste” che denunci, ma anche molto, molto altro e forse anche di più importante che i “reazionari” non vedono.

    • Z. scrive:

      Vero, siamo passati dalla proprietà immobiliare a quella mobiliare come principale centro della ricchezza.

      Prima il metro principale era la terra, ora è il denaro.

      Ma non è che prima i sudditi godessero di particolari privilegi oggi perduti…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        “Ma non è che prima i sudditi godessero di particolari privilegi oggi perduti…”

        Non si parlava di “privilegi”. Si parlava della differenza tra “mappe” e ciò che Peucezio chiama “ideologie”.

        • Francesco scrive:

          Miguel

          cosa intendi per qualità delle persone nel mondo “pre-individualismo”?

          ciao

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “cosa intendi per qualità delle persone nel mondo “pre-individualismo”?”

            “Qualità” – a prescindere dall’utilizzo pubblicitario del termine – non è affatto un termine positivo: significa soltanto che ogni singolo ente porta con sé molti aggettivi.

            Dire che un certo boschetto “è” cento ettari di proprietà immobiliare, significa privarlo di ogni aggettivo e qualità, e quindi creare una finzione perché nulla può essere privo di qualità.

            Allo stesso tempo, questa finzione crea una realtà: cioè quel boschetto tenderà davvero a diventare quasi la stessa cosa del parcheggio della città. E anche questo è un effetto interessante, che constatiamo quotidianamente.

            • Francesco scrive:

              >> Dire che un certo boschetto “è” cento ettari di proprietà immobiliare,

              non credo che nessuno lo dica, nel settore immobiliare

              perchè se boschetto di querce avrà un valore diverso da uno di betulle

              se di castagni diverso da uno di abeti

              e così via

              siamo noi “intellettuali della Magna Grecia” che parliamo di boschetti

              PS avevo capito che per qualità non intendevi attributi positivi ma non capisco che tipo di attributi intendi

              ciao

        • Z. scrive:

          Miguel,

          in effetti tu parlavi di “qualità”.

          Di quali “qualità” sarebbero stati privati, i sudditi dell’antico regime?

    • Peucezio scrive:

      Sì, direi che siamo d’accordo. Il divorzio, i diritti degli omosessuali, delle minoranze etniche, ecc., sono tutte cose che vanno in questo senso: se c’è solo l’individuo, indistinto dagli altri, ogni altra struttura viene meno e in questo senso la famiglia, il gruppo etnico, il genere sessuale sono scomodi retaggi che ostacolano quest’intercambiabilità quantitativa e indistinta.
      Però, appunto, tutto ciò che va nel senso del ripristino di tali strutture o, più realisticamente, che tenta di inceppare o rallentare questo processo, che va in controtendenza insomma, è disfunzionale rispetto a questa logica quantitativa e individualista.
      Poi si può pensare che sia un processo inarrestabile, ma come tutti i processi storici, non lineare e non privo di contraccolpi, resistenze, temporanei riflussi, oppure si può pensare che ogni ciclo storico abbia una sua parabola e una fine e che quindi anche la fine di questo prima o poi dovrà arrivare.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “che tenta di inceppare o rallentare questo processo, che va in controtendenza insomma, è disfunzionale rispetto a questa logica quantitativa e individualista.”

        Quello che rende molto difficile la comunicazione è come si vedano soltanto aspetti secondari.

        Ad esempio, l’intera urbanistica moderna si fonda su questa “mappa”. E l’urbanistica è l’insieme dei luoghi in cui quasi tutti nascono, vivono e muoiono. Ma finché non c’è di mezzo il “matrimonio omosessuale”, una cosa di una tale enormità lascia del tutto indifferenti i “reazionari”, che mi sembrano camminare in una specie di nuvola che impedisce di vedere.

        • Francesco scrive:

          beh, Miguel, è che se togli “moderna” il tuo argomento funziona allo stesso modo

          i reazionari non sono così reazionari da pensare a comunità di cacciatori-raccoglitori!

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “beh, Miguel, è che se togli “moderna” il tuo argomento funziona allo stesso modo”

            Nient’affatto.

            L’urbanistica del 1200 non prevedeva interminabili dormitori a chilometri e chilometri dalle botteghe, collegate solo con un traffico interminabile di cavalli.

            • Francesco scrive:

              ma la distanza, mentale prima che fisica, tra la città e il contado era maggiore di oggi. e la velocità di movimento molto molto minore.

              e forse anche tra la catapecchia e il palazzo

              ciao

            • Peucezio scrive:

              SEcondo me la vera differenza sta nell’interazione frequente sempre più o meno con le stesse persone, cioè sulla coesione delle comunità.
              E, non c’è un cavolo da fare, senza questo c’è atomizzazione e quindi solitudine.
              Cioè la possibilità di incontrare tantissime persone sempre diverse può creare maggiori interazioni per le persone di età molto giovane e dal carattere estroverso, ma nel complesso poi ognuno sta sostanzialmente per i fatti suoi, o in coppia (se va bene con i figli) o, peggio, individualmente.
              Tutto nella nostra società – e in questo i modelli urbanistici hannouna notevole responsabilità, anche se secondo me assecondano, oltreché e ancor più che produrre, una tendenza psicologica all’egoismo e al fastidio rispetto al contatto con gli altri – è strutturato in modo da creare questo modello nucleare e atomizzato.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “SEcondo me la vera differenza sta nell’interazione frequente sempre più o meno con le stesse persone, cioè sulla coesione delle comunità.
                E, non c’è un cavolo da fare, senza questo c’è atomizzazione e quindi solitudine.”

                E’ vero; poi credo che le comunità possano anche essere molto flessibili, con ingressi e uscite; attenzione poi alle pseudo-comunità che si costruiscono artificialmente, le sette di ogni sorta, che pretendono di fondare volontariamente ciò che può solo nascere naturalmente.

                Posso amare la campagna, ma realisticamente mi rendo conto che viviamo in un contesto quasi totalmente urbanizzato, ed è lì che dobbiamo costruire le comunità.

            • Peucezio scrive:

              L’ultima osservazione è legata a una mia percezione chiarissima di un cambio generazionale a parità di strutture architettoniche e urbanistiche.
              Le persone della mia generazione – questo l’ho notato a Milano, ma molto più chiaramente a Bari, dove certe strutture si sono mantenute un po’ più a lungo – sono molto più gelose del proprio spazio e portate a ridurre i tempi della socialità, a parità di impegni lavorativi, rispetto alla generazione dei miei genitori, che praticamente stavano con gli amici in tutti i momenti liberi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Le persone della mia generazione – questo l’ho notato a Milano, ma molto più chiaramente a Bari, dove certe strutture si sono mantenute un po’ più a lungo – sono molto più gelose del proprio spazio e portate a ridurre i tempi della socialità, a parità di impegni lavorativi, rispetto alla generazione dei miei genitori, che praticamente stavano con gli amici in tutti i momenti liberi.”

                Interessantissimo.

                Tra l’altro, getta luce anche sul famoso “voto dei giovani contro il Brexit”: i giovani che hanno votato, effettivamente hanno votato perché magari non ottenebrati dai pregiudizi dei genitori (per concedere senza troppe discussioni tutto agli “europeisti”); ma pochissimi hanno votato. Perché per la maggior parte dei giovani, non avendo più amici a lungo termine, hanno perso il fondamento stesso della società, della discussione e della politica.

            • Peucezio scrive:

              Sei stato così rapido da inserirti fra i due pezzi del mio discorso 🙂

              “E’ vero; poi credo che le comunità possano anche essere molto flessibili, con ingressi e uscite; attenzione poi alle pseudo-comunità che si costruiscono artificialmente, le sette di ogni sorta, che pretendono di fondare volontariamente ciò che può solo nascere naturalmente.”

              D’accordissimo con ambo le osservazioni.
              Poi in qualche caso la dimensione settaria (parlo delle realtà più sane, meno carismatiche e plagianti) può tamponare un po’ il disagio di molte persone altrimenti tendenzialmente isolate, ma è una falsa soluzione, una riproduzione degli stessi meccanismi di alienazione.

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          in questo hai ragionissima.
          Purtroppo in queste cose i programmi politici sono sovrapponibili, ma ti assicuro che se venisse fuori il politico che facesse dell’urbanistica antimoderna la sua bandiera, mi metterei subito dalla sua.

          Comunque la questione che poni è molto seria.
          Da una parte ci sono la sessualità, i rapporti familiari, le categorie etiche ed estetiche, dall’altra le strutture materiali della società (architettura, urbanistica, trasporti, sistema industriale, tecnologie, digitalizzazione), che agiscono a livello profondo e probabilmente creano le basi anche per le trasformazioni dei sistemi di valori (anche se è sempre difficile dire se sia nato prima l’uovo o la gallina).

          In ogni caso l’essenza della questione che poni è molto interessante: come mai ci si preoccupa solo del primo aspetto e non del secondo, quasi fosse indifferente. Cioè parrebbe che il conservatore medio vorrebbe una società patriarcale all’antica, in mezzo a grattacieli, automobili e aeroplani (e anche smartphone, ecc.).
          C’è da dire che storicamente un tipo umano così si dà: se penso a un imprenditore medio italiano degli anni ’60, sicuramente era uno che aveva una concezione del costume, della società e dei rapporti famigliari di tipo sostanzialmente tradizionale, però costruiva autostrade, industrie e cementificava l’Italia, ponendo le premesse della generazione successiva di femministe, ecc.
          Curiosamente, anche lui aveva dei contemporanei “evoluti” sul piano dei valori, che però paradossalmente erano quelli meno coinvolti in quest’opera di modernizzazione, anzi, spesso vi si opponevano.
          Probabilmente l’interazione fra strutture materiali e sistemi di valori è complessa e anche se, come regola generale, vale il principio per cui una certa soglia di benessere e di indipendenza dalla sussistenza scardina i valori tradizionali, poi però il gioco e le interazioni sono molto più complicate e varie.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “In ogni caso l’essenza della questione che poni è molto interessante: come mai ci si preoccupa solo del primo aspetto e non del secondo, quasi fosse indifferente. Cioè parrebbe che il conservatore medio vorrebbe una società patriarcale all’antica, in mezzo a grattacieli, automobili e aeroplani (e anche smartphone, ecc.).”

            E questo spiega anche il mistero del “fondamentalismo islamico”, assolutamente a suo agio con Facebook, grattacieli, disboscamenti, McDonalds, centri commerciali, ma non con gonne che facciano vedere le caviglie o con citazioni dubbie del Corano da parte di un cristiano.

            • mirkhond scrive:

              Non si potrebbe buttare il primo, e salvare il secondo aspetto? 🙂

            • Peucezio scrive:

              “E questo spiega anche il mistero del “fondamentalismo islamico”, assolutamente a suo agio con Facebook, grattacieli, disboscamenti, McDonalds, centri commerciali, ma non con gonne che facciano vedere le caviglie o con citazioni dubbie del Corano da parte di un cristiano.”

              Qui però non riesco a vedere nessuna contraddizione.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Qui però non riesco a vedere nessuna contraddizione.”

                La mappa dell’Islam non è la mappa del denaro.

                E’ discutibile quanto si vuole, ma è un’altra.

            • Peucezio scrive:

              “Non si potrebbe buttare il primo, e salvare il secondo aspetto? 🙂 ”

              No, Mirkhond, devi comprare tutto il pacchetto.

            • Peucezio scrive:

              Il denaro infatti non è un fine ma un mezzo.
              Un mezzo per creare il deserto. Che sia quello di sabbia o quello tecnologico.
              E i non luoghi di Augé sono appunto dei deserti.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Il denaro infatti non è un fine ma un mezzo.
                Un mezzo per creare il deserto.”

                Sarebbe interessante capire il rapporto tra prevalenza del denaro, cambiamento tecnologico, passaggio ai carburanti fossili e diffusione dei numeri cosiddetti “arabi”, senza i quali è impossibile attribuire valore monetario alle cose in generale (non sto parlando dello scambio di una moneta d’oro contro una bella schiava, che ovviamente è antecedente).

            • Peucezio scrive:

              Già, interessante, non avevo mai pensato al ruolo dei numero arabi per lo sviluppo dell’economia moderna.
              Sono sempre più convinto del ruolo decisivo dei semiti nel creare questo mondo della quantità.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per peucezio

                “Sono sempre più convinto del ruolo decisivo dei semiti ”

                Direi di no: si tratta di numeri indiani, che i persiani hanno “infiltrato” nella cultura islamica, poi ha fatto comodo sicuramente a qualche marinaio nordafricano, che l’ha passato ai marinai italiani.

                Sono cose di cui non esiste traccia nel dispositivo islamico fondante.

                Nell’Islam “vero e proprio” c’è invece il concetto di numeri qualitativi, nel solco ebraico e pitagorico, che coincidono con lettere dell’alfabeto: “alif” è “Uno”, che è una riga che dall’alto si cala su una specie di coppa che è “ba”, eccetera, dalla cui dialettica nascerebbero tutte le cose, in stretta correlazione con il suono della voce divina.

              • Miguel Martinez scrive:

                Anche la scienza islamica nasce come approfondimento di una “mappa” spazio-temporale: quella della cosiddetta “preghiera”, che come tutti sanno si deve svolgere cinque volte al giorno, in momenti precisi, rivolgendosi alla Mecca – da lì il compito del muwaqqit, colui che disegna spazio e tempo.

                Questo spazio-tempo è quindi totalmente qualificato; casomai la particolarità molto “monoteista” è la sua astrattezza, il fatto che non abbia nulla a che vedere con boschi, monti e fiumi, che anticamente creavano lo spazio-tempo qualificato nostro.

            • Peucezio scrive:

              Interessante, questi sono aspetti che non conoscevo.

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Miguel

              Però credo non sia casuale che molti tra i più grandi algebristi della storia siano stati indiani, persiani e arabi (“al-jabr”, non a caso 🙂 ). In effetti, il sistema numerico posizionale, diciamo così, indo-arabo, per ciò che riguarda lo sviluppo dei calcoli, è incomparabilmente più efficiente del farraginoso sistema additivo romano.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Abd…

                “Però credo non sia casuale che molti tra i più grandi algebristi della storia siano stati indiani, persiani e arabi”

                In questo momento non mi vengono in mente arabi (escluso qualche iracheno, che poi per molti versi erano persiani). Poi magari mi sbaglio, è una cosa che butto lì senza troppo rifletterci.

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              Sì, molti erano arabo-persiani, come al-Khwarizmi, di Baghdad e con origini persiane.
              Però, sono stati grandi anche quelli del Maghreb e di al-Andalus, no?

          • Francesco scrive:

            >> parrebbe che il conservatore medio vorrebbe una società patriarcale all’antica, in mezzo a grattacieli, automobili e aeroplani (e anche smartphone, ecc.).

            ops, beccato in pieno!

            😀

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “ops, beccato in pieno!”

              praticamente, cittadino onorario di Raqqa

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              dalle mie parti si dice che ti conosco da quando eri ciliegia. 😀

            • Peucezio scrive:

              Poi, se t’interessa un po’ di aneddotica popolare pugliese, ti racconto la storiella che c’è dietro il detto.

            • Francesco scrive:

              OK

              vada per la cittadinanza onoraria di Raqqa e l’aneddoto pugliese

              😀

            • Peucezio scrive:

              Allora,
              un contadino aveva un albero di ciliegie, che però era del tutto improduttivo: non c’era verso che ne nascesse mezza ciliegia.
              Vista l’inutilità come albero, decise quindi di abbattere il ciliegio e farne della legna, che vendette alla parrocchia del paese.
              Un falegname ne fece quindi un bel crocifisso, che divenne il crocifisso principale, sull’altar maggiore, della chiesa.
              Un giorno la moglie del contadino si ammalò. Egli andò in chiesa e pregò Gesù, inginocchiato avanti al crocifisso, per la pronta guarigione della donna. Ma ella, lungi dal guarire, addirittura si aggravava.
              In un colloquio successivo davanti al crocifisso ligneo, il contadino gli si rivolse così: “dovevo aspettarmelo: tu grazie non ne fai. Iì te canòssceche da quànne iìive cerase!”.

              E’ curioso come si tenda a italianizzare in “ciliegia”, anziché “ciliegio”. In effetti cerase non può indicare l’albero, ma solo il frutto, quindi si tratta di una resa letterale. In Puglia gli alberi non sono mai il nome del frutto al genere maschile e con diversa desinenza, ma sempre u uàrue de “l’albero di”, preposto al nome del frutto al plurale preceduto dall’articolo (u uàrue de l’amìnue, u uàrue de l’auì, u uàrue de le cerase, risp. “mandorle”, “olive”, “ciliegie”).
              Quindi l’espressione fa un uso probabilmente metonimico e al tempo stesso ellittico della parola “ciliegia”, a indicare il frutto per l’albero, omettendo la parola “albero”.

            • Peucezio scrive:

              Va da sé che tantissime persone dalle mie parti usano abitualmente questo detto, ma poche conoscono l’aneddoto.

            • Z. scrive:

              Bello l’aneddoto!

            • Peucezio scrive:

              🙂

            • Roberto scrive:

              Peucezio,
              A Napoli c’è una storia simile ma con un pero (l’espressione è “ti conosco pero del mio giardino”)

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              interessante!
              Bisognerebbe fare uno studio comparato di queste espressioni.
              Tra l’altro chissà se in questi casi nasce prima la storiella o invece questa arriva in un secondo momento come spiegazione a posteriori dell’espressione.

            • Roberto scrive:

              Per di più la storia napoletana riguarda un santo (mi sfugge quale però)

            • Peucezio scrive:

              Se per casop riuscissi a ricostruirla con esattezza, mi farebbe molto piacere.

            • Roberto scrive:

              La storia come mi era stata raccontata è identica alla tua tranne che per due cose:
              – era un pero
              – il contadino ci avvera fatto la statua di un santo e non un crocifisso

              Proverò a chiedere a mio padre alla prima occasione (deve sicuramente venire da quella parte della famiglia che erano devoti ad ogni santo. da parte di mia madre erano tutti mangiapreti….ma fascistissimi 🙂 )

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              quindi era il contadino a fare la statua, non vendeva il legno.
              Non escludo che anche la versione pugliese, o una sua variante, fosse così; io la ricordo nell’altro modo, ma non escludo di confondermi: forse era proprio il contadino a fare il crocifisso.

  34. Mario scrive:

    Io sono un reazionario, e ho solo un difetto, e solo un pregio. Il difetto è che considero il 95% delle persone meno intelligenti di me (un po’ come Fellay il Vaticano II, che andava bene, per il neoliberale, al 95%); il pregio è che ho ragione.

  35. roberto scrive:

    l’europa è il male….
    i soldi sono lo sterco del demonio….
    sui fondi europei tutti ci mangiano, c’è la mafia…
    sarebbe molto meglio essere soli, ed autarchici…

    ma mi piace farvi notare questa notizia!

    http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/12/01/terremoto-ue-finanziera-tutta-ricostruzione-con-fondi-fesr_b5a2435f-a578-43d0-bf3e-cae881d2d562.html

  36. mirkhond scrive:

    “Ma tutto questo, non lo può capire chi non abbia convissuto per anni con il promettitore seriale di Rignano.”

    In effetti è molto difficile per chi non vive a Firenze.
    Tranne se non si sia riflettuto sugli articoli di Miguel, relativi all’argomento! 🙂
    Inoltre Renzi è giovane, dunque non può certo mollare il potere a soli 41 anni, quando non ha ancora trovato una….. decorosa sistemazione per se e per la sua famiglia.
    Oggi stesso al tg2, quando hanno mostrato Renzi ad un ennesimo comizio in cui paventava le sue dimissioni in caso di vittoria del NO, l’interessato ha poi rettificato che era solo un modo di dire.
    Le sue dimissioni.

  37. Mario scrive:

    renzi è il diavolo

    ma allora è peggio che satanista: è irredimibile!

  38. Mario scrive:

    Tra l’altro, Rignano è anche il paese dove ci fu uno scandalo per presunte empietà commesse da maestrine apparentemente pie

  39. Mario scrive:

    Se si dovesse descrivere il mondo moderno con una parola, si direbbe: artifizio. E qual è l’artifizio supremo? Fare il male sotto apparenza di bene. Chi opera così? Bergoglio, il sommo profanatore, amico dei poteri occulti per il tramite di una millantata pauperocrazia

  40. mirkhond scrive:

    “No, Mirkhond, devi comprare tutto il pacchetto.”

    Mah, la penso come San Paolo, quando dice che bisogna esaminare tutto, e tenere ciò che è buono.
    Del resto chi di noi, compra un intero pacchetto di una civiltà?
    Pensiamo ai tantissimi estimatori degli USA, che al tempo stesso sono molto critici su alcuni aspetti della società statunitense.

    • Peucezio scrive:

      Il fatto è che certe cose sono troppo intimamente connesse per essere scindibili.
      Ciò che dici è vero in teoria, ma non funziona nella realtà, perché la realtà funziona più secondo logiche olistiche che atomiche. Tocchi un mattoncino e crolla tutto l’edificio.

      • mirkhond scrive:

        Però pensiamo allo sforzo secolare fatto dal Cristianesimo per arrivare alla sintesi Gerusalemme-Atene-Roma, su cui si è fondata la nostra civiltà (ci sarebbero in realtà anche altri elementi, ma stiamo a ciò che è opinione comune).
        Sintesi non certo facile, ne indolore, e causa nei secoli, di scismi ed eresie.
        Però le difficoltà non hanno fermato, in questo caso, la Chiesa Cattolica dal cercare mediazioni assumendo a volte atteggiamenti elastici, per inglobare realtà e aspetti culturali ad essa inizialmente estranei.
        E dunque torniamo al buon San Paolo, che accettando alcuni aspetti della cultura greco-romana, ne scartò altri ritenuti, a ragione, incompatibili col Messaggio di Salvezza del Cristo Risorto.

        • Peucezio scrive:

          Mirkhond,
          è vero.
          Però alla fin fine quella che tu chiami sintesi, è stato un rinnegamento sostanziale, anche se non formale ed esplicito, dell’ebraismo.
          E comunque è nata un’altra cosa.
          Allo stesso modo, se vuoi snaturare l’Islam, avrai pure qualcosa in cui c’è dentro un po’ di Islam, ma non avrai l’islam.

          • mirkhond scrive:

            Se è così, allora lo è stato anche dell’ellenismo e della cultura romana, visto che, a dispetto del sempolicistico Gerusalemme-Atene-Roma, le seconde ci hanno messo tre-quattro secoli per accettarla Gerusalemme.
            E nell’accettarla hanno anch’esse ceduto su molti aspetti della coloro cultura, a partire dagli dèi falsi e bugiardi, dall’indulgenza verso la pederastia, dal culto divino verso l’imperatore.
            Non a caso intellettuali pagani come Celso, accusavano i Cristiani di essere dei traditori della patria!
            Dunque quello che chiami snaturamento, fu in realtà un superamento, ma con tanti aspetti delle civiltà su cui il Cristianesimo si innestò.

            • Peucezio scrive:

              Sì, nel complesso è vero.
              Ma, insomma, fu una cosa nuova, davvero non riconducibile o riducibile all’ebraismo, come neanche al paganesimo romano.

              Quello che voglio dire, tornando al discorso d’origine, è che una concezione religiosa che mortifica in questo modo i corpi e la natura, è normale che la mortifichi anche riempiendo il mondo di grattacieli. Non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca.
              Non mi riferisco all’Islam in generale, ma a quello integralista e letteralista. Non puoi in nessun modo scinderlo dai grattacieli, dai centri commerciali, dagli hotel megagalattici e dalla distruzione della storia e del paesaggio.
              Altrimenti non hai più il letteralismo sunnita. Hai altre cose.

  41. mirkhond scrive:

    “Questo spazio-tempo è quindi totalmente qualificato; casomai la particolarità molto “monoteista” è la sua astrattezza, il fatto che non abbia nulla a che vedere con boschi, monti e fiumi, che anticamente creavano lo spazio-tempo qualificato nostro.”

    In questo seguendo la Bibbia, in cui si nega il legame tra Dio e il creato, che essendo appunto creazione non è associabile a Dio.
    Che infatti è oltre il Sole, la Luna, gli Astri, la Terra, l’Acqua, il Fuoco, le Rocce, le Piante e gli Animali.
    Che sono tutte sue creazioni.

    • Miguel Martinez scrive:

      Al fontanello, dove andiamo a prendere l’acqua, incontro il cuoco marocchino che lavora in Via dell’Orto.

      Mi saluta sempre con “al-salaamu ‘alaykum”, anche se presumo che lui sappia che non sono musulmano.

      Poi, con sorridente intensità, mi chiede,

      “tu conosci le parole

      وَجَعَلْنَا مِنَ الْمَاءِ كُلَّ شَيْءٍ حَيٍّ

      e noi dall’acqua abbiamo fatto ogni cosa vivente?

      Tu hai mai visto una cosa viva, che può vivere senza acqua?”

  42. mirkhond scrive:

    “Perché per la maggior parte dei giovani, non avendo più amici a lungo termine, hanno perso il fondamento stesso della società, della discussione e della politica.”

    Infatti.
    Ed è per questo che, alla fin fine, il modello oltrarnino che ti è così caro, non può essere estendibile ovunque.
    Soprattutto quando si abita in un megacondominio di 120 condomini, che nella maggiorparte dei casi a stento si salutano quando si incrociano e andando di fretta proprio per NON fermarsi a parlare col vicino/estraneo.
    Anche se abita nel tuo stesso pianerottolo, e di cui a stento conosci nome e cognome.

  43. mirkhond scrive:

    E non è solo l’amicizia ad essere a breve termine, ma perfino i legami affettivi, i matrimoni, le convivenze oggi tanto di moda.
    Tutto è precario, provvisorio, e alla fine l’unica certezza che hai oltre alla morte, è proprio la solitudine.
    Questa nuova forma di povertà così tipica della società globale e tecnologica, ma ignota a chi ci ha precedeuto.
    Anche i tanti cosiddetti “femminicidi”, stigmatizzati senza alcuno sforzo di comprensione delle tragedie che ne sono la causa, nascono dalla paura del maschio di restare solo.
    Cosa più difficile da sopportare per un uomo che per una donna, e soprattutto perché, se non si è sciupafemmine, una volta che hai perduto l’unica donna che, tra immense difficoltà, sei riuscito a trovare, non è scontato che ne possa trovare un’altra.
    Ciò che femmniste, politici e giornalisti non si sforzano neanche di comprendere, perché essendo persone di POTERE, loro non fanno fatica a sostituire ciò che è andato perso, ne a faticare per ottenerlo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “Tutto è precario, provvisorio, e alla fine l’unica certezza che hai oltre alla morte, è proprio la solitudine.”

      Senza entrare nei singoli casi personali, quello che dici è assolutamente vero, ed è il corollario inevitabile dell’atomizzazione.

      Interessante la tua riflessione sui “femminicidi”. Senza “fare il maschilista”, credo che tu abbia colto un punto significativo: cioè che la solitudine nella società atomizzata sia talmente intensa, che possa spesso portare all’omicidio del singolo individuo con cui si crede di stabilire un rapporto. Poi i fattori sono tantissimi.

      • Z. scrive:

        Sono pronto a scommettere che oggi ci sono molti omicidi in meno, di uomini come di donne, rispetto a trecento anni fa.

        Di certo ce ne sono meno oggi di quanti ce ne fossero nel Ventennio, quando la società era certo meno “atomizzata”.

        • Z. scrive:

          (ogni tot abitanti)

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Z

          “Sono pronto a scommettere che oggi ci sono molti omicidi in meno, di uomini come di donne, rispetto a trecento anni fa.”

          Certo, infatti volevo solo sottolineare la questione della solitudine, non il numero di omicidi, tema su cui hai indubbiamente ragione.

          Gli omicidi sono molto meno anche rispetto a quando ero giovane io.

          • habsburgicus scrive:

            Z, sbagli
            allora gli omicidi erano rarissimi, e puniti con durezza estrema che oggi manco possiamo immaginare
            un vago ricordo della durezza della giustizia sabauda, ai bei tempi anteriori allo Statuto (promesso 8/2/1848, conceso 4/3/1848), sotto Carlo Felice e Carlo Alberto [pre-1848], quando i giudici non ci pensavano due volte a fare impiccare il reo (davanti a tutto il popolo), era rimasto all’epoca della mia fanciulezza fra i contadini

            • Z. scrive:

              Non scherziamo. Non solo gli omicidi erano comuni: spesso erano puniti con pene che giudicheremmo irrisorie.

              Non c’entra il Regno né il regime: era un mondo più violento, più duro, dove la morte era di casa. In Italia come altrove.

              Oggi vai a vedere quanti omicidi ci sono, in Italia e nell’ Europa occidentale.

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, è inutile andare per supposizioni, ci saranno pure le statistiche…

              Comunque, Z., non è che proietti troppo avanti?
              Ciò che dici mi dà più di società d’Ancien Régime.
              La gente vissuta negli anni ’30, come negli anni ’50, aveva una percezione di sicurezza che negli anni ’70 si è infranta (v. sempre l’istruttivissimo Il Belpaese, di Salce, che fa capire l’essenza del secondo Novecento più di mille trattati).

          • Z. scrive:

            Per questo secondo me l’allarme femminicidio è più che altro una tendenza culturale. Non dimostra nulla, se non appunto l’esistenza di questa tendenza.

            Tra l’altro alcune argomentazioni delle femminicidiste riprendono un topos caro a Giuseppe Stalin: più si fanno progressi più infuria la “reazione”. La storia che si ripete in forma di farsa, si sarebbe detto quando ero ragazzo.

            Che poi siamo più frammentati come società sono d’accordo, ma lascerei da parte il femminicidismo.

            • Peucezio scrive:

              Secondo me il femminicidio non è né un retaggio patriarcale, come vogliono le dementi femministe che parlano (e pensano) completamente a sproposito (non in quanto femministe, ma in quanto semplicemente la gente non capisce un cazzo dei fenomeni), ma neanche la reazione alla solitudine della società contemporanea.
              E’ il prodotto della reificazione delle persone nella percezione delle altre persone, dovuto al modello educativo attuale, che, rimuovendo qualsiasi forma di frustrazione, differimento del piacere e assunzione di responsabilità, fa sì che il rapportarsi agli altri sia predatorio, egoistico econsumistico, cioè funzionale al mero appagamento di istanze emotive del momento, il che è la negazione di qualunque forma di vera relazione fra persone, perché la relazione, a maggior ragione quando è più stretta, quale è quella di coppia, implica un continuo compromesso, immedesimazione, talvolta capacità di sacrificio, altrimenti non è relazione, è narcisismo, è autoreferenzialità.
              Ovvio che non appena l’altro si sottrae ad essere oggetto di questo edonismo solipsistico, può venire annientato, tanto non si tratta di eliminare la persona, ma buttare via un giocattolo vecchio, che non mi serve più.
              Tra l’altro mi pare che qualche tempo fa Blondet abbia fatto un’analisi più o meno in questi termini. Sarà monomaniaco sugli ebrei, ma spesso ha le intuizioni giuste sul mondo e la società.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Secondo me il femminicidio non esiste.

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, questo è ovvio.
              Però esiste chi uccide la fidanzata che lo lascia. E’ più raro il contrario, perché mediamente la donna è fisicamente più debole dell’uomo e meno portata alla violenza fisica.

  44. mirkhond scrive:

    Beato Zanardo che vede luce dove altri vedono il buio…….. 😉

  45. Mario scrive:

    Tutto è precario, provvisorio, e alla fine l’unica certezza che hai oltre alla morte, è proprio la solitudine.
    Questa nuova forma di povertà così tipica della società globale e tecnologica, ma ignota a chi ci ha precedeuto.

    Lei con queste parole, e con tutto il resto, ha meritato il Valhalla degli eroi invitti. Nelle sue riflessioni si scorge una geometrica riformulazione di giganti del pensiero di Occidente: Kierkegaard e Pascal, su tutti. Lei coglie i nodi dello stato “spirituale” –in realtà un intrico di psichismi, difficile da dipanare e forse ancor più da comprendere nella sua abissale radicalità– prorpio dell’ultimo uomo, così ben descritto da Nice e da Evola. Si tratta, in nuce e semplificando una materia densa e stratificata, di un iter che forse rimanda, per effetto di una paradossale eterogenesi dei fini, alla “individualizzazione” dell’anima umana, che con sublime sussulto teoretico –epperò devastante nei suoi esiti esistenziali: ve ne sarebbe da ricercare il punto in cui la rarefatta parabola tomista si incrinò– operò il dottore angelico: un’anima di fronte a Dio, per l’eternità; una libertà che è dono e scacco esiziale; un’angoscia combattuta con estasi vessatorie, e di cui il consumo anche immateriale è segno e copertura immaginale; “solitudine, scoglio, stella/a non importa ciò che valse/la cura bianca della vela”.
    Io, per le parole vergate sul cd. femminicidio, le darei il premio Nobel, se questo fosse proporzionato all’intelligenza di quanto da lei scritto.

  46. mirkhond scrive:

    Ti ringrazio per ciò che hai scritto, e possiamo anche darci del tu, dopo che per anni ho dato del lei a Miguel 😉 e lui al telefono infine, mi ha autorizzato a dargli del tu! 🙂
    ciao!

    • Mario scrive:

      Bene per il tu. Anche se più stimo una persona, più tendo a dargli del lei (se fossi coerente, dovrei dare del voi). Ecco perché a Bergoglio, se avessi la sventura di incontrarlo di persona –quale visione terrifica dovrebbero sopportare i miei poveri occhi, già indeboliti da questo mondo di tenebra! All’uopo ho acquistato un’eccellente contorno occhi della Chrissie-New York– darei del tu, palesandogli il mio disprezzo, non prima di avergli intimato di abiurare i suoi torbidi circiterismi e i suoi paludosi, letali ideologumeni.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Mario

        “se fossi coerente, dovrei dare del voi”

        Avendo vissuto in Sicilia, ho ben chiari tre pronomi:

        “tu”, amico stretto, parente

        “lei” rivolto alle persone di cui non mi fido e da cui vorrei mantenere le distanze (“le propongo l’ultima offerta della nostra ditta”)

        “voi” che indica il vero, profondo rispetto (non c’entra niente il tentativo fascista di introdurre il voi).

  47. Mario scrive:

    Onore a Miguel! Vi siete meritato il mio profondo, imperituro, cameratesco rispetto!
    Ora lavoriamo insieme per rettificare ab intra la religio di Occidente.

  48. Mario scrive:

    Non avrei mai pensato di difendere la costituzione nata dal putrido, criminoso antifascismo, e da una resistenza di facciata e opportunisticamente volta ove girava il vento della dissoluzione. Ricordo ancora l’epica della onorevole sconfitta a Nettunia, ove tutto franò.
    Oggi però dico: votate NO! Al peggio non v’è mai fine, anche se il mefistofelico duo Renzi-Boschi sembrerebbe aver segnato un punto di non ritorno per quanto concerne la difesa egli usurocrati.
    Poi, ci riuniremo a un tavolo e riformuleremo il blasfemo documento, espungendone le parti inquinate dai bachi della sovversione: Europa, nazione, socializzazione!
    Il fascismo è giustizia sociale, difesa del debole, nobiltà d’animo incarnata in una razza di uomini nuovi, che hanno in dispregio gli agi della vita comoda, e sono perennemente pronti al combattimento per l’Idea.

  49. Mario scrive:

    Ultima chiosa da ultimo boulevard: se siete incerti sul da farsi nel segreto dell’urna, riflettete su quanto male ha cagionato e cagiona alla nostra povera Patria il ripugnante trio Boschi-Renzi.-Bergoglio, con quest’ultimo esecutore di strategie perverse ed empie, autentico lupo Fenrir del postconcilio.

  50. Mario scrive:

    Non è poi questa gran figa. E’ una costruzione massmediologica.

    squallido cattocomunistoide da quattro soldi?!

    Ottima descrizione di Renzi e Bergoglio.

    • Peucezio scrive:

      Mah, Renzi di comunista non ha granché. E poi è simpatico… 🙂
      Comunque io una botta glie la darei (non a Renzi). Tu no? 😉

      • Mario scrive:

        Altro che botta, la schiaffeggerei con carità e le direi di ripudiare la sua affiliazione massonica e le sue torbide amicizie surmoderniste.

        • Peucezio scrive:

          Ormai sono sconsolato: in questo blog non riesci proprio a far passare l’unico verbo che conta, quello della f…
          Meno male che c’è almeno Habsburgicus che mi dà un po’ di manforte! 🙂

          • Roberto scrive:

            Per la boschi ci sono anche io
            😉

          • habsburgicus scrive:

            @Peucezio
            infatti, solo io e te diamo giusto valore al fattore F [no, o voi “esterni” che eventualmente leggete, non é il movimento di Mussolini, tranquilli ! 😀 😀 :D]
            eppure sarebbe tanto bello parlare scientificamente di donne !
            ve ne sarebbero di cose da sviscerare ! e sarebbe una variazione dall’erudizione fine a se stesa e dall’Oltrarno ! (i due principali argomenti qui, con netta prevalenza della prima latamente intesa a comprendere linguistica,storia e tutto lo scibile; insieme formeranno il 99 %)
            nihil..nada..e vabbé

          • habsburgicus scrive:

            @Peucezio
            anch’io la botta la darei..a chi sai te 😀 😀

  51. Mario scrive:

    Secondo me il femminicidio non esiste.

    La verità, anche s eprofeita da un modernista, rimane tale.

  52. Roberto scrive:

    Peucezio,
    Ho chiesto a mio padre la storia del pero e mi ha detto che secondo lui effettivamente il contadino cede il legno ad uno scultore (come nella versione pugliese) che ne fa una statua di Sant’Antonio.
    Altro però non si ricorda

  53. Moi scrive:

    @ Abd al-Jabbar Ibn Hamdis
    (copincollato per star sicuro di non sbagliarlo)

    Penso che senza la “dekafirizzazione” 😉 del Jainismo … tutta quella ” matemistica ” 😉 che giustamente lodi, NON ci sarebbe stata. In fondo, l’ Integralismo Islamico _come già avete notato _ ha una mentalità arcaica pur godendo di tecnologie moderne.

    D’altronde sappiamo chi sono le Avanguardie della Modernità : Animalisti Femministe, Feminazi, Veganazi, LGBTQU e Genderisti vari, Persone TransSpecie, Aspiranti Cyborg, Ricconi Eccentrici che si fanno criogenizzare il più a lungo possibile, ecc … tutte Finestre di Overton già scattate !

  54. mirkhond scrive:

    “D’altronde sappiamo chi sono le Avanguardie della Modernità : Animalisti Femministe, Feminazi, Veganazi, LGBTQU e Genderisti vari, Persone TransSpecie, Aspiranti Cyborg, Ricconi Eccentrici che si fanno criogenizzare il più a lungo possibile, ecc … tutte Finestre di Overton già scattate !”

    L’orrore allo stato puro!

    • Moi scrive:

      Più che altro gente che dialetticamente sa concepire solo “Indietro” e “Avanti” … il primo è sempre Male Assoluto, il secondo è Bene Assoluto; in pratica una parodia (!) del concetto di “Progresso” …

  55. Moi scrive:

    in realtà, secondo alcuni, NON è poi così moderno 😉 , trattandosi della prometeica (!) nonché primigenia Sfida di Satana al Padreterno “NON SERVIAM !”

  56. Moi scrive:

    MA la vera”Rivoluzione Scientifica” si ebbe quando Galilei con-Fidò 🙂 di trovare in tutto l’ Esistente le Impronte di Colui Che Ha Fatto il Mondo Scritto in Alfabeto Matematico, che si tratti di stelle o di pietre … senza ritenere più che la Realtà Celeste fosse più “degna” della Realtà Terrena.

    Questo però, come tutte le vere (!) Rivoluzioni, lascia in sé la propria futura Forza Antagonista : il Grande Architetto dell’ Universo dei Massoni !

  57. Moi scrive:

    @ HABS

    American Muslim Women ‘Afraid To Wear The Hijab’ After Donald Trump Wins Presidency

    http://www.huffingtonpost.ca/2016/11/09/muslim-women-hijab-donald-trump_n_12880946.html

    …. Donnie got it ! 😉

  58. mirkhond scrive:

    “E’ più raro il contrario, perché mediamente la donna è fisicamente più debole dell’uomo e meno portata alla violenza fisica.”

    Tranne se non è un’infermiera che ti avvelena poco per volta, magari facendo anche cremare il cadavere del defunto, per non lasciare tracce…….

  59. mirkhond scrive:

    “Secondo me il femminicidio non è né un retaggio patriarcale, come vogliono le dementi femministe che parlano (e pensano) completamente a sproposito (non in quanto femministe, ma in quanto semplicemente la gente non capisce un cazzo dei fenomeni), ma neanche la reazione alla solitudine della società contemporanea.”

    Se non si è provata la solitudine di chi è stato scartato, allora si può anche pensarla così.

    “E’ il prodotto della reificazione delle persone nella percezione delle altre persone, dovuto al modello educativo attuale, che, rimuovendo qualsiasi forma di frustrazione, differimento del piacere e assunzione di responsabilità, fa sì che il rapportarsi agli altri sia predatorio, egoistico econsumistico, cioè funzionale al mero appagamento di istanze emotive del momento, il che è la negazione di qualunque forma di vera relazione fra persone, perché la relazione, a maggior ragione quando è più stretta, quale è quella di coppia, implica un continuo compromesso, immedesimazione, talvolta capacità di sacrificio, altrimenti non è relazione, è narcisismo, è autoreferenzialità.
    Ovvio che non appena l’altro si sottrae ad essere oggetto di questo edonismo solipsistico, può venire annientato, tanto non si tratta di eliminare la persona, ma buttare via un giocattolo vecchio, che non mi serve più.”

    Non è sempre così, e se la donna fosse considerata solo un “giocattolo” non verrebbe ammazzata, visto che rotto un giocattolo, ne puoi acquistare sempre un altro.
    Mentre nei rapporti umani si è UNICI e INSOSTITUIBILI.
    Per cui, a meno che non sei uno sciupafemmine, quall’UNICA donna che con fatica sei riuscito a trovare, poi ti molla, magari dopo ANNI di convivenza, perché sei troppo povero, troppo pantofolaio, perché….perché….perché ho 40 anni e una voglia matta di divertirmi per esorcizzare la paura della vecchiaia, e divertirsi COSTA, allora ti pianto, pure se abbiamo dei figli.
    Ora, ci sono uomini che non ammazzerebbero una mosca e piangono, come mi è capitato di sentire un paio di volte.
    Altri, forse ancora più disperati, risolvono con un gesto di follia omicida che purtroppo, sempre più spesso si ripercuote sui figli e che porta al suicidio lo stesso sventurato.
    Perché la donna NON è sempre una vittima, e l’uomo non è sempre un carnefice.
    Cosa che purtroppo, vedo, che non viene capita nemmeno da chi si dichiara di “destra”……..

    • Peucezio scrive:

      Non credo all’omicidio per solitudine. Non ha senso.
      1) Perché uno che si sente solo desidera la compagnia delle altre persone, mica le uccide,
      2) che è la ragione più importante, gli omicidi li commettono o gli psicopatici (e l’essere psicopatico spiega in sé la cosa, senza bisogno della solitudine), oppure le persone risolute, violente, decise, con pochi freni inibitori e molto istinto, in sostanza persone abbastanza integrate (magari in un quartiere delinquenziale o in un’alta borghesia nullafacente e miliardaria, ma integrate) e con una relativa sicurezza in sé stesse.
      Lo schema è tipico: un uomo violento attrae la donna perché è visto come una figura forte e virile, poi, di fronte alla violenza vera, lei vuole allontanarsi e lui la uccide.
      La solitudine è un’altra faccenda, è una condizione più tipica di persone introverse, magari nevrotiche, magari miti, magari invece rancorose e rabbiose, ma non violente, anzi, compresse e poco reattive.
      Tra l’altro mi sembra che la tipologia umana dei “femminicidi” (senza circonflesso, non “femminicidî”) corrisponda più al tipo che ho descritto io che non all’uomo solo e triste.

  60. Mondo cane scrive:

    Rossana in linea generale ha ragione. Ma vorrei ricordare che le migliori intenzioni vengono inquinate dai soliti interessi. Infatti, alla fine qualsiasi legge, iniziativa, etc và sempre e comunque declinata “all’italiana”. Ad ogni modo, nel 97 fu approvata la legge per la riforma del terzo settore che ha costretto l’associazionismo a cadere preda delle Misericodie varie, a discapito di iniziative e realtà più piccole e variegate e probabilmente genuine, e se non lo sapete anche il nostro renzi ha giugno u.s. ha fatto una nuova legge per la nuova riforma del terzo settore, anche se non sò se poi è andata a buon fine, restava da pubblicarla sulla G.U. . Non la ho letta.

  61. mirkhond scrive:

    “Lo schema è tipico: un uomo violento attrae la donna perché è visto come una figura forte e virile, poi, di fronte alla violenza vera, lei vuole allontanarsi e lui la uccide.”

    Si, qui (e nel resto di ciò che hai scritto) hai ragione.
    Il guaio è che molte donne non accettano l’uomo per quello che è, ma pretendono di cambiarlo, con i risultati tragici che conosciamo.

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