Il Maestro di Sogni

Ieri mi capita di conoscere per la prima volta Peter Greenaway.

Mi invitano infatti a fargli da traduttore, quando verrà a Firenze a presentare il film The Nightwatching, e non avendo mai visto nulla delle sue opere, mi metto solertemente a studiare prima, temendo una dotta botta e risposta tra regista e critici su temi tecnici a me del tutto ignoti.

In realtà non occorre.

Noi servi di scena siamo sempre riconoscenti verso chi capisce come si lavora con un traduttore, parlando in maniera chiara e con frasi brevi, e Peter Greenaway è in questo senso perfetto (nonché energico e divertente). Per fortuna, non lascia spazio alle Domande: normalmente fatte da persone che adoperano lunghe frasi inconcludenti per arrivare al nulla.

Inizia poi il film, e la sala è così piena che me lo vedo tutto in piedi, appoggiato a una colonna.

Come dice Greenaway, è un tentativo di dialogo tra gli ottomila anni di pittura europea e “the miserable 120 years of cinema”, con una straordinaria bellezza di chiaroscuri e riflessioni che non cercano di predicare nulla. Un mondo immaginale che naviga spesso in acque torbide e talvolta perverse, ma è anche molto altro.

Torno a casa e mentre mi addormento, la testa si affolla delle immagini che ho visto; e appare così il mio regista.

Il mio Maestro di Sogni è il più grande artista che io abbia mai conosciuto – non è un particolare vanto, perché non dipende certo da alcun atto cosciente mio, e non ho mai conosciuto i vostri Maestri di Sogni.

Ma quasi ogni notte, prendendo a prestito le piccole cose quotidiane che ho vissuto, le mescola in immagini e racconti di meravigliosa bellezza; e ciascuna storia è anche carica di riflessioni che potremmo definire filosofiche. La sua opera è talmente superiore a qualunque cosa io potrei mai aspirare di creare da sveglio, da lasciarmi sempre un po’ sconvolto.

Sicuramente le opere del mio Maestro hanno anche angoli oscuri, ma non credo che abbiano i banali sensi che gli psicanalisti attribuiscono ai sogni, anche perché il mio personale regista somiglia molto di più a Tarkovski che a Greenaway.

Solo che stanotte, il Maestro di Sogni ha potuto lavorare, non con le piccole cose quotidiane, ma proprio con le immagini di Greenaway, e ha creato così con un racconto unico, che si è dissolto per sempre all’alba.

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10 risposte a Il Maestro di Sogni

  1. PinoMamet scrive:

    Qualcosa di molto simile lo scriveva Stevenson, a proposito del suo Maestro di Sogni, al quale riconosceva il merito di molte delle scene più incisive e suggestive della sua produzione (la trasformazione di Jekyll in Hyde alla finestra, sotto gli occhi dei suoi conoscenti, per esempio).
    Non ricordo con quale termine lo chiamasse.

    Comunque confermo: anche il mio Maestro di Sogni ha un talento che il sottoscritto, sveglio, non riuscirebbe mai a eguagliare.
    C’è da interrogarsi su chi o cosa siamo, in effetti, e le risposte della psicanalisi sono ben lontane dall’esaurire l’argomento.

    PS
    complimenti per la conoscenza con Greenaway! devo dirlo a un amico che ha fatto la tesi di laurea su di lui!

    • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

      @ Pino

      “… chi o cosa siamo …”.

      ” La Vita è Sogno”, per dirla con Calderon de la Barca… 🙂
      E, secondo me, va inteso in senso letterale… Ricordo che Russell, ne “I Problemi della Filosofia”, sottolinea che l’unica ragione per cui attribuiamo alle percezioni dello stato di veglia il significato di rappresentazioni del mondo esterno (che mai c’è dato conoscere nel suo aspetto essenziale), a differenza di quanto non facciamo per le immagini oniriche, consiste nel fatto che le prime godono di una costanza e di una coerenza ovviamente non caratterizzanti le seconde… Se però i sogni fossero altrettanto coerenti, allora sarebbe davvero difficile discernere il mondo “reale” da quello onirico… Ricordo che Russell rievocava, in proposito, un’immagine addotta da Pascal: “Un re che avesse la certezza di sognare ogni notte, per dodici ore di fila, di essere un mercante, sarebbe felice esattamente quanto un mercante che avesse la certezza di sognare ogni notte, per dodici ore di fila, di essere un re”… Non so come si faccia a sognare per dodici ore di fila, ma va be’… 🙂

  2. Moi scrive:

    A proposito di Sogni e Psicanalisi … adesso c’è la PNL de’ Miracoli che trasforma i sogni in Obiettivi SMART (acronimo di Specific Measurable Achievable Realistic Timely) … 😉

  3. Meno male: pensa che c’è gente che sogna sempre il solito esame di maturità o una visita a domicilio della Cooperativa Pignoramenti…!

  4. Grog scrive:

    Matar todos lo anglo sasones a golpeos de pietrones che va fan culo merica che via Mexico!
    Por la virgin RADIO MARIA mata los fiorentinos piddiotes a golpeos de masones!
    Grog! Grog! Grog!

  5. silviu' scrive:

    ho adorato (quasi) tutti i film di Greenaway ma l’opera che più mi ha colpito è una installazione sconvolgente del 2008 sul Cenacolo vinciano a Palazzo Reale di Milano-
    Probabilmente per mia insipienza tutto quello ch ho trovato è stato un accenno su Wiki.
    sei un uomo fortunato

  6. Roberto scrive:

    Peter greenaway ha fatto ue sta cosa bellissima a Bologna (il video non rende niente)

    http://youtu.be/Ccwe9BaOvc0

  7. Grog scrive:

    La minoranza PD (minorati) si SCUPERLA e lecca il posteriore ad ERDORENZ gemellato con ERDOKAZ.
    ___________________________________________________________________________
    Che viva RADIO MARIA y matamos todos los PIDDIOTES!
    Che vadan far in CUL TODOS LOS CULTATONES con el papito TANGHERO!
    Che crepen de CANCHERO TODOS LO RADICALES amnistiotes BONINO compresa tambien!
    ___________________________________________________________________________
    Grog! Grog! Grog!

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