Giaidisti e pecore

E’ il pastore delle pecore scure dai fiocchi rossi, alto e forte e giovane, assieme alla moglie, a a raccontarci di un altro massacro, avvenuto il giorno prima a Monaco di Baviera.

pecore“Qui ce ne freghiamo dei giaidisti“, mi aveva detto poco prima N., indicando il vecchio metato, dove si trasformavano le castagne in farina.

Come sapete, in questo blog non abbiamo nulla contro i jihadisti (né contro i crociati, né contro i brigatisti né contro i vampiri), però capisco perfettamente: quelle sono tutte storie di città.

Ciò che i poveri giornalisti chiamano jihad è l’espressione suprema della metropoli moderna. E’ lì che portano tutte le strade dei nostri tempi, e non si sa se sia più un segno dei cattivi o della paura dei buoni che hanno creato tutto il male.

N. è diventato un po’ sordo, dice, a forza di lavorare l’argento.

Con la lentezza con cui racconta tutto, dice “si dovrebbero mettere sempre le cuffie quando si fa il mio lavoro, ma non mi piacciono”.

“Ma quanti lavori hai fatto?”, gli chiedo alzando la voce.

N. non risponde, un po’ perché non sente, un po’ perché ha davanti a sé un orizzonte immenso.

“Uh, uh, uh….

Sai che su quella montagna ci fa il nido un’aquila? Ogni aquila ha cento chilometri quadrati di territorio, e fa due uova… nascono due piccoli, e uno butta fuori dal nido l’altro.

Questa è la vita.”

Davanti a noi, le montagne si susseguono, dal verde scuro e profondo di quelle più vicine,  a quelle più lontane di un azzurro delicatissimo.

N. procede, con i suoi tempi e i suoi silenzi.

“E poi vedi laggiù, quella torre? Ha più di mille anni, era una torre dei longobardi, e c’è l’immagine di un cavaliere con tutta l’armatura ma senza la testa.

Una volta, rubarono i gioielli della santa di cui facevano la festa nel paese, mi hanno chiamato per rifarne la collana.”

Poi gli viene un sorriso mite,

“uh, uh uh…

quando ero ragazzo, allevavo cavalli in Basilicata, ho fatto anche il clown nel circo, ho fatto il facchino, ho fatto i mercati da Bergamo a Matera, e raccoglievo erbe medicinali e le vendevo a valle.

uh, uh, uh…

la mia nonna era ortodossa, era di una famiglia albanese e aveva sposato un aristocratico che stava con i Borboni, ma i Borboni non contavano più, mio padre era un anarchico ed ebbe dieci figli con cinque donne diverse… “

Sotto il crocifisso del Passo, N. disegna lentamente tra i sedimenti ferrosi una A cerchiata…

croceE ho fatto il boscimane, lo sai cos’è il boscimane?” chiede N. con un sorriso che non richiede una risposta veloce.

“E’ quando vivi di quello che c’è e non chiedi lavoro o niente a nessuno. Ho vissuto delle cose che c’erano in questo bosco. E ho fatto anche il fannullone, quello che non ha voglia propria di lavorare, ma quando si tratta di camminare per tante tante ore in montagna, in mezzo alla neve, non si stanca mai”.

Il pastore e lui si guardano mentre le pecore avanzano come un muro famelico (senza mai toccare le felci, che non gli garba) e i cani li rincorrono, e raccontano del tale che un po’ di tempo fa (un mese, un anno, un decennio?) si è sparato un colpo alla gola.

“Ho sentito tutti dire, quanto fossero tristi, ma io non non ero per nulla triste. Quello sparava alla gente, odiava tutti, cattivo lo era pe’ davvero!”

“uh, uh, uh…” dice N., molto piano e con fatica.

“Una volta nel bosco laggiù, ci portavo degli inglesi, e ci fu un temporale, tu lo sai cos’è un temporale qui…. c’era un inglese con una collana d’oro al collo, gli ho detto, toglitela, l’oro attira i fulmini…

Avevo un amico che amava andare per montagne, lo uccise un fulmine. E quando ho visto il suo corpo, era tutto nero proprio dove portava una collana d’oro”.

monti

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43 risposte a Giaidisti e pecore

  1. mirkhond scrive:

    Sei stato in Basilicata?

    • MOI scrive:

      Ci sono aneddoti di Briganti Ex Duo Siciliani andati a compiere stragi di civili a Torino ? … oppure un Senso dell’Onore (in senso NON Mafioso) ce l’avevano ?

      • Francesco scrive:

        Credo ci fosse una mentalità diversa, per cui quel genere di cose non si faceva. E non solo per la difficoltà tecnica di fare da solo delle stragi con le armi di allora.

        Senza contare che il suicidio era tabù, se non mi sbaglio.

        • mirkhond scrive:

          Suicidi sono documentati tra i nostri militari, nel 1861, quando le autorità piemontesi crearono delle pattuglie navali a Rimini, per cercare di impedire i suddetti suicidi dei nostri militari, catturati e costretti a servire nell’esercito piemontese.
          I quali giunti davanti al porto di Rimini si gettavano in mare…..
          Pino Aprile, nel suo recente Carnefici, accenna pure a suicidi tra i soldati piemontesi mandati da noi.
          Non credo che non ci fossero suicidi, solo che c’era una mentalità diversa che vedeva nel suicidio un tabù.
          E dunque, quando si verificavano, si tendeva il più possibile a mascherarli e/o farli passare per morti di altro tipo.
          Un esempio: Luigi di Borbone-Napoli (1838-1886), conte di Trani, secondogenito di Ferdinando II di Borbone, e fratello di re Francesco II, soffriva di depressione per via della sua omosessualità, depressione aggravata dalle vicende che avevano portato al crollo del Regno e all’esilio dei membri della famiglia reale napoletana.
          Il conte di Trani dicevo, si suicidò a Zurigo, ma per consentirgli il funerale cattolico, si fecero carte false facendolo risultare morto a Parigi in ospedale per altri problemi di salute……

          • Francesco scrive:

            pensavo al suicidio come componente essenziale del piano di attacco, tipico dei terroristi da qualche anno

            una volta sarebbe stata presa come una roba da matti, un attacco in cui eri sicuro di crepare

            giusto?

  2. MOI scrive:

    NON ho capito cosa “zob” 🙂 c’entri il Jihad (ma si sa: per alcuni l’ Islam è come il prezzemolo), né come dei Buoni possano schiacciare dei turisti/curiosi di un festival e dei bambini sotto a un TIR guidandolo all’ impazzata* … sta di fatto che come dice Habsburgicus (al quale niun becerà “studia, ignorantazzo !” …) piaccia o no, malgrado la Vulgata Romantica l’ Africa NON è mai stata matura per l’ Indipendenza: troppi tribalismi sanguinosi, troppa arretratezza bel lungi dal Mito del Buon Selvaggio, ecc …

    *o forse secondo la logica : “il tuo bisnonno colonizzato l’ Africa, come risarcimento danni ti stupro la figlia !” … alla facciazza delle Femministe AlteroMondialiste !

    *o forse riciclando dall’ Aceto Balsamico al Cous-CousLa Locomotiva di Francesco Guccini :

    http://www.youtube.com/watch?v=h1zHKkNPOFE

    • Miguel Martinez scrive:

      “l’ Africa NON è mai stata matura per l’ Indipendenza”

      Ahem, preciso che non sono andato in Africa, ma tra i monti toscani.

    • Carlo scrive:

      MOI, il “mito del buon selvaggio” può essere due cose diverse:
      -l’idealizzazione di popolazioni che agli europei parevano primitive, ma che non vivevano in Africa bensì nell’America centrale caraibica, tipica di autori della seconda metà del Cinquecento (tipo Michel de Montaigne)
      -la figura del buon selvaggio di cui parla Rousseau e che Rousseau stesso dichiara non corrispondere alla condizione storica dei selvaggi (al massimo potrebbe essere una sorta di uomo primordiale). In entrambi i casi l’Africa c’entra come i cavoli a merenda. A questo aggiungiamo che molte popolazioni africane erano tutt’altro che “selvagge”, ma somigliavano forse di più a come eravamo “noi” nell’antichità e che esistono anche paesi africani che non hanno avuto gravi conflitti dall’indipendenza (Botswana, Senegal) o che ne hanno avuti, ma molto dopo averla raggiunta (Costa d’Avorio, Ruanda). Comunque in molti casi i “tribalismi sanguinosi” hanno avuto un ruolo solo secondario nei conflitti a paragone del controllo delle risorse o di altri fattori (due esempi a caso: l’Uganda è lo stato con più etnie al mondo e non ha quasi mai avuto conflitti etnici, anche se ha avuto problemi di altro tipo, viceversa la Somalia è etnicamente più omogenea ed è in guerra civile perenne)

  3. mirkhond scrive:

    “Ci sono aneddoti di Briganti Ex Duo Siciliani andati a compiere stragi di civili a Torino ? … oppure un Senso dell’Onore (in senso NON Mafioso) ce l’avevano ?”

    Non ne so nulla.
    Da Torino casomai i Napoletani e i Siciliani, cercavano di scapparsene…….
    Nel giugno 1861 però, vi era un clima di tensione tale a Torino, che vennero arrestati degli operai piemontesi che scioperavano, perché scambiati per spie austriache!

    • Miguel Martinez scrive:

      “Ci sono aneddoti di Briganti Ex Duo Siciliani andati a compiere stragi di civili a Torino ?”

      Credo che ce ne sia stata un’infinità. L’Italia post-unitaria aveva tassi di omicidio spaventosi, in particolare al sud; e tanti meridionali sono emigrati a Torino.

      Poi magari le statistiche mi smentiranno.

      • mirkhond scrive:

        Tutto è possibile.
        Però, in base alla documentazione conosciuta, più che ad attentati, si pensava a far fuggire le reclute napoletane e siciliane, arruolate a forza nell’esercito piemontese, spesso in condizioni da forzati…….
        Questo, almeno nei primi anni dell’unità d’italia, sempre stando a ciò che si conosce…..

      • Francesco scrive:

        Aspetta, un conto è commettere un omicidio per motivi personali, un conto è andare al Nord ad ammazzare gente per vendicare l’invasione del Regno.

        Di quest’ultima cosa io non ho mai sentito nulla.

        Ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          “Aspetta, un conto è commettere un omicidio per motivi personali, un conto è andare al Nord ad ammazzare gente per vendicare l’invasione del Regno.”

          Non è così semplice distinguere tra fatti personali, vendette, sradicamento e storia.

          Poi nella cultura europea, la violenza “politica” era un monopolio di sovrani e generali, con l’eccezione degli anarchici.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            ” la violenza “politica” era un monopolio di sovrani e generali”

            E’ vero che il brigantaggio nacque con gruppi di regolari trasformate in irregolari, ma ci volle poco perché il ruolo degli (ex) ufficiali borbonici diventasse quantitativamente irrilevante.

  4. mirkhond scrive:

    Per Moi

    Qualcosa di LONTANAMENTE simile a ciò che hai chiesto, avvenne a Villarbasse, vicino Torino, il 20 novembre 1945 :

    https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Villarbasse

    Però, non vi furono motivazioni politiche, ma semplice criminalità, anche se al processo gli avvocati difensori degli imputati siciliani, cercarono di far passare questo atto criminoso, come una “vendetta” del Sud “borbonico” contro le passate angherie piemontesi (stando almeno, a quanto riferito da Messori nel suo Il Mistero di Torino del 2004).

  5. mirkhond scrive:

    Da aggiungere che, la strage di Villarbasse, per la sua efferatezza, vide i suoi esecutori subire l’ultima condanna a morte inflitta dallo stato italiano, nel 1947.
    Il cappellano che confortò i condannati, anni dopo in un’intevista, disse che costoro morirono al grido di Viva la Sicilia indipendente!
    Evidentemente in carcere si erano avvicinati alla causa del separatismo siciliano…..

    • habsburgicus scrive:

      ne parlavano ancora i vecchi, quando io ero bimbo…dunque almeno un trentennio dopo
      ma senza citare quei motivi (a loro sarebbero parsi del tutto estranei)..
      al massimo si condannava con forza la violenza cieca dei “mandarin” [così erano chiamati i meridionali] e ancor più si deplorava che fosse stata abolita la pena di morte, unico sistema per trattare certi delitti efferati
      [e sulla pena di morte io sono ovviamente d’accordo 😀 è l’unica pena razionale difesa dai dotti ortodossi nei secoli passati, tanto che è l’attuale “buonismo” ad essere se non eretico, “prossimo all’eresia” ]

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “è l’unica pena razionale difesa dai dotti ortodossi nei secoli passati”

        I dotti difendevano anche i supplizi. Sei favorevole anche a quelli?

        • MOI scrive:

          Dio perdona … Habs no ! 🙂

        • MOI scrive:

          Scommetti che se Salah Abdelsalam lo affidassero ai parenti delle vittime, il modo di farlo cantare, loro, lo trovano ?

          … Invece li trattano perfino meglio dei Pentiti di Mafia in Italiotland … altro scandalo che è tutto dire.

          • MOI scrive:

            Da 30 anni di Ken Il Guerriero non abbiamo imparato proprio un cazzo , allora?!

            😉

          • habsburgicus scrive:

            @Moi
            il non plus ultra è forse il trattamento “liberal” al norvegese criminale e pazzo…
            e si lamenta pure !
            [se fosse italiano, avrebbe preteso pure le femmine :D]

          • Z. scrive:

            Moi,

            — Scommetti che se Salah Abdelsalam lo affidassero ai parenti delle vittime —

            No, dai, siamo a questo livello? qui, sul blog di Miguel?

            Su, abbi pietà di noi.

            • Francesco scrive:

              non è una roba da Arabi l’idea di affidare il destino del reo alla famiglia della vittima?

              Moi criptoislamico?

              😀

            • Z. scrive:

              In effetti, sono quasi sicuro che fino al 2001 Moi era uno di quelli che diceva spesso “eeeh, coi ladri bisognerebbe fare come gli arabi” 😀

            • Francesco scrive:

              Oggi il mondo è pieno di gente che dice che con gli arabi bisognerebbe fare come gli arabi, abbiamo sconfitto i neocon dopo tutto.

              Penso in particolare all’intervento di Putin in Siria, un bellissimo caso di inculturazione militare (favorito dalla vicinanza di partenza).

              🙁

      • Carlo scrive:

        Certo che uno che si definisce “habsburgicus” che difende la pena di morte, abolita per la prima volta da Leopoldo d’Asburgo-Lorena in Toscana nel 1786 fa un po’ impressione

        • habsburgicus scrive:

          Leopoldo II non mi piace e sono naturalmente contro la politica, anche religiosa, di Leopoldo (Scipione de’ Ricci)
          né mi piace Giuseppe II
          invece mi piacciono gli Asburgo barocchi e naturalmente Cecco Beppe !
          comunque anche la mia asburgofilia (che sussiste in funfamentalibus) è soggetta-come tutto, non essendo io settario-ad approfondimenti e messe e punto..senza che veda necessità di cambiare nick 😀
          sulla stessa Grande Guerra, uno dei cardini fin da ragazzo della mia Weltanschauung pro-asburgica (e pro-germanica) ho incominciato ad avere dubbi, non tanto dal punto di vista teorico, quanto dal punto di vista del realismo storico e, diciamolo, dell’ex post, altrimenti detto “senno di poi” (lo so che non bisogna, ma ha anche la sua importanza…per quanto ne siano piene le fosse 😀 ).
          ne ho parlato in un commento, che a me piaceva [a differenza di altri che stranamente ottengono seguito :D] e che è stato completamente ignorato (almeno sino a poco tempo fa)
          a chi sentisse voglia di leggerlo, ricordo che era dopo una frase di Mirkhond in cui auspicava una Costantinopoli di nuovo romeo-ortodossa e dunque, presumo, in uno dei primi post sul golpe in Turchia, non saprei dire adesso quale

          • Miguel Martinez scrive:

            “ne ho parlato in un commento, che a me piaceva”

            riesci a ricordarti qualche parola del commento, così lo cerco in archivio?

            • habsburgicus scrive:

              allora,
              forse citavo McMeekin [l’ho però fatto almeno un’altra volta, tempo fa]
              parlavo della rivoluzione del marzo 1917..mi sembra che ripetessi “ma questo è avvenuto lo stesso” due e tre volte
              ti basta ?

            • mirkhond scrive:

              In relazione alla tesi che alla vigilia della rivoluzione del marzo 1917, la Russia fosse all’apogeo della sua potenza militare?

            • habsburgicus scrive:

              @Miguel
              è in “proclama dei golpisti turchi” (ho controllato) sono 3 commenti
              16/7/2016, h. 4.56 p.m
              16/7/2016, h. 5.00 p.m
              16/7/2016, h. 5.04 p.m
              (in realtà uno, il primo+2 postille)
              verso l’inizio (non proprio inizio estremo, ma abbastanza in alto)

              incipit del primo
              se non cadeva la Santa Russia nella più folle e assurda rivoluzione (quella del marzo 1917).

            • habsburgicus scrive:

              riferimento alla tesi…

              si

      • mirkhond scrive:

        Stando sempre a Messori, i 4 siciliani omicidi di Villarbasse, erano degli sbandati militari che, dopo l’8 settembre 1943, trovandosi in Piemonte erano stati accolti dai proprietari della cascina di Villarbasse, dove avevano lavorato come braccianti (wikipedia invece afferma che solo uno di loro aveva lavorato nella cascina).
        E dunque nascosti e trattati esattamente come gli altri dipendenti.
        Questo loro atroce “sputare” sul piatto dove avevano mangiato per due anni, non trovò giustificazione, neppure attraverso la lettura “politica” che i difensori degli imputati vollero trovarvi.
        Lo stesso De Nicola, presidente provvisorio della neonata repubblica, si rifiutò di concedere la grazia ai 3 condannati (il quarto era stato ucciso in Sicilia, in seguito ad un regolamento di conti e dove i malfattori erano tornati, nella speranza illusoria di sfuggire alla giustizia italiana).

  6. Grog scrive:

    Andaria ben ripristinar la “vergine di Norimberga” ma me dise amici cruchi del posto che di vergin non ghè se più nesuna nemeno a Norimberga.
    Grog! Grog! Grog!

  7. lordfranklin scrive:

    > “E ho fatto anche il fannullone, quello che non ha voglia propria di lavorare, ma quando si tratta di camminare per tante tante ore in montagna, in mezzo alla neve, non si stanca mai”

    Dunque la mia condizione attuale ha questo nome. Buono a sapersi.

  8. Z. scrive:

    Mi dissocio dall’Autore in materia di jihadisti e crociati, nonché in materia di brigatisti di ogni colore.

    Mi associo quanto ai vampiri, che effettivamente non hanno mai fatto male a nessuno!

  9. Z. scrive:

    Altroché i giadisti: a Parma, nella civilissima Emilia-Romagna, si fa della vera e propria “macelleria sociale”.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/23/juventus-club-di-parma-silura-con-una-lettera-un-bambino-di-10-anni-genitori-protestano-con-la-figc/2928182/

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