Breve guida alla democrazia rappresentativa

Come sai, tu e io viviamo in un regime – il migliore noto alla storia umana – in cui cittadini liberi e consapevoli, dopo attenta riflessione, scelgono gli uomini migliori per rappresentarli.

Per questo mi chiedi, quali qualità devi avere tu, giovane di grandi aspirazioni, se vuoi essere uno di questi Uomini Migliori?

Sappi, figliolo, che esistono due vie, entrambe di pari dignità.

Innanzitutto, mi auguro che tu appartenga a una famiglia di persone probe e rispettate.

I Cittadini istintivamente sapranno riconoscere in te un custode dei valori che più apprezzano, e non dovrai fare altro che farti votare alle elezioni e poi farti notare il meno possibile. Saranno gli onori a venire spontaneamente da te, come dimostra il signore che attualmente veglia sulla legalità e l’onestà di tutti gli italiani.

Ma la democrazia è bella anche perché apre orizzonti a nuovi talenti, come il tuo.

Ti invito quindi a riflettere su due esempi, persone che al contrario di Angelino Alfano, fanno di tutto per farsi notare. Siamo euroecumenici, e quindi scegliamo gli esempi nell’erasmico mondo francofono.

Di uno, abbiamo già parlato qui, il signor Charles Michel, attualmente primo ministro del Belgio, che ci insegna l’importanza delle Competenze Digitali.

Dirai che Charles Michel è figlio d’arte, essendo figlio di Louis Michel che dopo quarant’anni è ancora in prima fila in politica e non dà il minimo segno di voler smettere di sacrificarsi per il prossimo.

Però si può presumere che anche tu sia figlio di qualcosa, se aspiri a farti strada nella Democrazia Rappresentativa, per cui passiamo oltre.

Adesso, permettimi di attirare la tua attenzione a una notizia che ogni giovane che ambisca a un futuro diverso, dovrebbe considerare attentamente.

E’ di queste ore, la scoperta che il parrucchiere personale di François Hollande percepisca attualmente quasi 10.000 euro al mese di stipendio.

Ora, guardiamo il signor Hollande e in particolare i suoi capelli:

Francois_Hollande_2015.jpegHo scelto di proposito una foto ufficiale (quella che compare su Wikipedia), in cui risalti al meglio l’arte del parrucchiere.

Noti qualcosa di particolare? Qualcosa di originale?

Qualcosa che possa suscitare ostilità e diffidenza in un rabbino, un francese di souche con la baguette e la puzza sotto il naso, un comunista, un marocchino, una nonna dell’Alsazia, un venditore di pentole, una giornalista, un prete, un rockettaro cocainomane?

Un Libero Muratore o un muratore proletario?

Il proprietario di un locale per soli maschi omosessuali con dobermann all’ingresso per tener fuori le lesbiche? Un imam delle periferie, un magistrato a caccia di tangenti?

Bene, se non hai notato nulla nel taglio di capelli di François Hollande, capirai il decisivo ruolo che sta svolgendo nella storia francese il geniale signor Olivier B., e perché meriterebbe uno stipendio molte volte maggiore.

A differenza di tante persone superficiali cui sfugge l’essenza della democrazia rappresentativa, non ironizziamo affatto sulle giustificazioni che leggiamo:

“Sarah Levy, l’avvocato del coiffeur contattata dal settimanale, ha spiegato che la cifra è giustificata dal pesante carico di lavoro a cui è sottoposto. E ha poi aggiunto: “E’ a disposizione del presidente 24 ore su 24, non si fa mai sostituire da nessuno, tanto che era al lavoro anche quando sono nati i suoi figli o quando aveva un braccio rotto”. A Le Canard enchaîné” anche l’Eliseo ha parlato dei grandi carichi di lavoro del parrucchiere, che fino a prima dell’incarico presidenziale aveva un salone nel XVII arrondissement. “Comincia la sua giornata di lavoro molto presto, con orari molto lunghi, pettina il presidente ogni mattina e quando necessario, ogni volta che deve parlare in pubblico”, weekend compreso. Inoltre accompagna il capo di Stato in ogni sua trasferta ufficiale”, così l’Eliseo al settimanale.”

Per diventare uno dei Migliori, comincia dal parrucchiere.

Questa voce è stata pubblicata in riflessioni sul dominio, società dello spettacolo e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

127 risposte a Breve guida alla democrazia rappresentativa

  1. mirkhond scrive:

    Hollande ricorda vagamente le caricature su Luigi Filippo di Borbone-Orleans, re dei Francesi (1830-1848)….. 🙂

  2. Grog scrive:

    Pasticcioni questi mangia rane, altro che ghigliottina! Bastano 3 metri di corda, costano meno, non sporcano, e si può dondolare il figlio di troia appeso.
    Grog! Grog! Grog!
    P.S.
    Evviva il grande Renato Carosone!
    “Prendi una bastiglia e non piensi amme”

  3. habsburgicus scrive:

    paradossalmente la nostra società ha realizzato il marxismo..cioé il ridurre tutto ad economia, a gretto materialismo
    In effetti ed è una semplice constatazione [non approvazione], l’unica questione importante oggi, è quella del denaro…se uno ha la fortuna di guadagnare moltissimo o comunque di avere una posizione remunerativa (perché figlio di) ha tutto..può avere a sazietà donne (anche uomini, oggi c’è il gender :D), viaggi, lussi, vita comoda..altrimenti, è (come minimo) triste !
    In un certo senso, e Marx, ha di nuovo ragione qui, vi è una “lotta di classe”, ma a senso unico, perché chi ha è infinitamente più potente di chi non ha (cioè quasi tutti, in crescita oggi, malheureusement)
    Quindi smettiamolo di dire che Marx ha sbagliato (l’ho fatto anch’io, più volte..e faccio autocritica)..no, ha avuto ragione !
    Siamo all’homo oeconomicus pure, che si suddivide solo fra chi guadagna bene (e gode) e chi no (e crepa, o tende a crepare) 😀
    E naturalmente il primo sta bene in questa società (anche se per noia o per la congenità stupidità umana fa qualche critica, ma su inezie) e l’altro no e tende a criticarla e financo odiarla (ma è impotente e al più può fare invettive….senza effetti)
    Obliavo, la cultura serve a nulla per decidere l’appartenenza alla classe I (gli habentes) o alla classe II (gli altri):D al più, così per status, un “figlio di” si pensa che sia bene ottenga, in qualche modo, un pezzo di carta a Oxford o Leuven..cambia nulla, rimane semi-analfabeta, di solito 😀 e il suo potere (con ricchezza inclusa) lo avrà ex patre non ex titulo 😀

    è possibile qualche passaggio da II a I, oggi sempre più raro, sino agli Ottanta più facile…ma qualcuno giungeva alla nobiltà pure nel Portogallo di fine XVII secolo, società notoriamente chiusa ! ed è irrilevante alla scienza (ma importante, ça va sans dire, per il singolo fortunato 😀 o sfortunato, se si tratta di declassamento, oggi quasi impossibile per la “casta”, ma nondimeno non escludibile a priori secondo ragione)

    • Carlo scrive:

      “Ridurre tutta l’economia a gretto materialismo” Perché? Non è sempre stata così?

    • Miguel Martinez scrive:

      “paradossalmente la nostra società ha realizzato il marxismo..cioé il ridurre tutto ad economia, a gretto materialismo”

      Mettendo da parte Marx, credo che “economia” (in senso moderno) e “materialismo” siano due termini inconciliabili tra di loro.

      “Materialista” è uno come Roberto, che magari quando si parla di letteratura barocca ti dice, “dai, parliamone un’altra volta che ho cucinato roba buona per tutti oggi!” E si accorge anche di quello seduto in un angolo che stava zitto, ma aveva davvero fame.

      Alan Watts diceva che non si potrebbe mai chiamare “materialista” una società capace di inventare un pane industriale come quello statunitense.

      La “economia” è invece una bizzarra fede cieca in forze extra-naturali e in numeri che esistono solo per convenzione, a cui sacrifichiamo le nostre intere vite e tutto ciò che ci circonda; una fede mantenuta con una dose incessante di promesse e godimenti immaginari che tengono i credenti in uno stato di soggezione oppiaceo.

      Un materialista buono apprezza e difende le garzette della Piana.

      Un materialista cattivo si chiede se siano commestibili.

      Un economista ci piazza sopra un aeroporto che manco usa poi e magari gli fa schifo.

      • Z. scrive:

        Secondo me habs intendeva “vittoria del materialismo” in senso tecnico: la vittoria della teoria secondo cui l’idea nasce dalle cose, i valori sociali (tra cui la cultura) sono mera sovrastruttura dell’economia…

        • Miguel Martinez scrive:

          “la vittoria della teoria secondo cui l’idea nasce dalle cose”

          Forse sì, ma le bolle di sapone teorie difficilmente cambiano il mondo.

          Pensa al venditore-truffatore di Enel Energia. Non ha la minima idea di cosa sia “l’energia”; non sa nemmeno come funziona una lampadina; non ha la minima idea di chi lo manda; e non sa manco pronunciare “Marx”.

          Sa che qualcuno gli ha promesso, che vendendo contratti immaginari, gli pioveranno in testa dei soldi.

          Poi parlano male dei combattenti dell’Isis che almeno avrebbero la fantasia di immaginarsi le Huri.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Poi parlano male dei combattenti dell’Isis che almeno avrebbero la fantasia di immaginarsi le Huri.”

            Se l’islamista si mette a fare propaganda molesta chiamando ad ogni ora del giorno e della notte a casa e al cellulare e spammando la mail per venderti la vita eterna a noi sta bene, perché agisce dentro il sistema. E’ se si crea il suo stato in M.O. che a noi non sta più bene perché lo fa fuori dal sistema.

            • PinoMamet scrive:

              Mmmm

              arimmmm

              beh, secondo me le cose stanno un po’ all’opposto.
              Lo so che a logica non esiste “un po’ all’opposto”, o è all’opposto o no, ma la realtà è più complessa della logica 😉

              voglio dire, se i musulmani estremisti rompessero le balle con le televendite, tutti li odierebbero.

              Rompono le balle col terrorismo, che è leggermente più fastidioso delle televendite 😉 ed è comunque una cosa “dentro il sistema”.

              Tolto questo, credo che la gente se ne fregherebbe dello “Stato dell’Isis” quanto se ne frega delle Isole Tonga.

        • habsburgicus scrive:

          si, infatti…
          e anche (ma ne è implicito) che l’argent (alias pecunia, schèi, sesterzai, fate voi) è al centro di tutto e la misura di ogni cosa..e NON fu mai così anche se lapalissianamente fu sempre meglio avere le tasche piene che averle vuote 😀 (ma un dotto cinquecentesco, anche se in condizioni economiche non eccellenti, non era MAI disprezzato perché mancava di palanche e ritenuto inferiore al mercante riccastro semiamalfabeta anzi alla fine trovava sempre un nobile che lo aiutava..i più famosi e fortunati trovavano un Re o un Papa, e son passati alla Storia)
          in sintesi
          1.lo hai ? [l’argent] allora vali ! con annessi e connessi, piacevoli: femmine giovani e belle, considerazione sociale, “stima” [probabilmente falsa ma conta l’apparenza], bella vita, comodità, “godimento”
          2.non lo hai ? [idem] allora sei “sfigato” [con annessi e connessi, meno piacevoli]
          ciò mi sembra tipico, in questa gradazione almeno, SOLO della società odierna
          hai vinto, o Trevirano !

      • Roberto scrive:

        Ma come hai fatto a descrivermi così bene!?!
        Io stesso non avrei saputo far meglio
        🙂

      • Francesco scrive:

        veramente l’economia è il pensiero del materialista, che non essendo un lupo ha anche la facoltà e la necessità di pensare, oltre a quella di mangiare agnelli

        spazziamo dal tavolo buoni e cattivi, sono parole che voi senza Dio non avete diritto di usare 😉

        un materialista può apprezzare di più le garzette vive (sono belle!) o arrosto (sono buone!)

        un economista è solo uno che calcola quanto legno serve per fare il ponte per arrivare al posto delle garzette, se ci metto di meno in barca, se invece non è meglio fare il giro da dietro e così via

        io sarei curioso di sapere chi è stato il mio collega economista che ha promesso il Paradiso in terra e che ha sputtanato la categoria per l’eternità

        a proposito, il denaro esiste da prima che iniziassero a chiedersi cosa è il denaro.

  4. Mauricius Tarvisii scrive:

    Immagino che il barbiere non sarà toccato dalla riforma del lavoro…

  5. PinoMamet scrive:

    Beh, consoliamoci: se fosse successo in Italia, avremmo detto “solo in Italia succedono certe cose”.

    D’altra parte, se quei pezzenti non avessero mai conquistato la Bastiglia nella giornata di oggi, nel 1789, il pres… no, il re, avrebbe avuto la soddisfazione di non pagare un solo franco al barbiere, se gli girava, e di prenderlo a calci in culo.

    Bello essere re! (cit.)

  6. roberto scrive:

    dovete però capire che le président de la république non è niente di meno che un re eletto

    ricordo a proposito che sarkozy (che adesso si scandalizza) aveva una truccatrice pagata 8000 euro al mese

    http://www.slate.fr/story/121033/coiffeur-hollande-symbole-elysee-luxe

    • Miguel Martinez scrive:

      “ricordo a proposito che sarkozy (che adesso si scandalizza) aveva una truccatrice pagata 8000 euro al mese”

      Infatti. L’errore più grosso in queste cose è la personalizzazione, perché tiene in piedi tutto il sistema.

      Non ti piace la truccatrice di Sarkozy? Allora vota Hollande!

      E non c’entra niente il “lusso”, il parrucchiere o la truccatrice non sono un buon vino e nemmeno un’olgiatina.

      Sono le figure decisive della democrazia rappresentativa ai tempi della televisione. Dovrebbero pagarli più e non meno degli attori che truccano.

  7. roberto scrive:

    “Come sai, tu e io viviamo in un regime – il migliore noto alla storia umana – in cui cittadini liberi e consapevoli, dopo attenta riflessione, scelgono gli uomini migliori per rappresentarli”

    una cosa che mi piacerebbe tanto e che chiederei ai kelebekiani come regalo di compleano per i miei 50 (c’è tempo, aprile 2023), sarebbe sapere che tipo di società sognate come alternativa alla terribile situazione attuale, con il maggior numero di dettagli possibili (politica, economia, organizzazione,chi più ne ha più ne metta…non basta dire “tutti in un bel prato verde a contare le stelle” che si mangia, che si fa quando si è malati? come ci si riscalda quando fa freddo? come ci organizziamo se litighiamo? ecc.)

    l’unico che finora si è lanciato in questo esercizio è habsburgicus (ed in parte mirkhond che però, se ho capito bene, invece di descrivere la sua utopia si riferisce ad società più o meno realmente esistita)

    • PinoMamet scrive:

      Io me la cavo subito: a me sta bene la democrazia e sono tra quei fessi che pensano che, con tutti i suoi difetti, sia ancora il sistema migliore.

      E ho già spiegato anche il perché:
      nonostante non sia un campione di modestia, penso che, to’, qualche volta potrei persino avere torto. E anche gli altri. Compresi quelli che pensano “facciamo che decido tutto io, no tu, no i laureati, no quelli il cui trisavolo ha partecipato alla battaglia di Rocroi, o ha comprato un titolo da chi ci ha partecipato, no i biondi, no i bruni…”

      Per cui, l’unica è fare maggioranza.

      • Roberto scrive:

        È un inizio.
        Ma poi democrazia rappresentativa o diretta?
        Capisco che vuoi eliminare l’UE, ma cosa vorresti? Stato-regioni-province-comuni? O niente stati e solo regioni? È così via…
        (È lungo e complicato ma avete 7 anni 🙂 )

      • PinoMamet scrive:

        Diciamo diretta, il più possibile.
        Trasfomerei la UE in una federazione, con governo eletto direttamente dai cittadini di tutti gli Stati e potere centrale che si esercita quasi esclusivamente sulla politica estera, cioè un po’ l’opposto di quello che è oggi, mi sa…

        e metterei per legge di non ascoltare mai gli economisti, le banche e i fondi monetari 😀

        • Z. scrive:

          Miseriaccia, mi sono dimenticato di difendere gli economisti, lo sapevo.

          Provvederò domani 😀

          Z.

          PS: secondo me la politica estera dovrebbe essere proprio materia esclusiva dell’Unione. Il resto, come del resto negli Stati Uniti o in Svizzera, dipende.

        • Z. scrive:

          Comunque alla fine, più che una rivoluzione della democrazia rappresentativa, mi sembra una proposta di riforma della UE (non ho capito perché eleggere direttamente i singoli membri dell’esecutivo ma probabilmente è perché sto crollando dal sonno!).

          Riguado alla democrazia diretta invece? referendum propositivi?

        • PinoMamet scrive:

          E chi mai ha parlato di rivoluzione della democrazia?

          Io l’ho detto subito, a me la democrazia sta bene.
          Mi chiedono, mi sa che non ti piace l’UE, che ci faresti?

          Rispondo, la rifarei così e così, ma poi non è che sia contrario a una qualche forma di Unione Europea, solo questa non mi piace, mi sa di banca e di gente che lavora in banca, che è utilissima, ma uno Stato è un’altra cosa…

        • Francesco scrive:

          >> Trasfomerei la UE in una federazione, con governo eletto direttamente dai cittadini di tutti gli Stati

          fin qui ti seguo del tutto. magari a questo governo diamo anche la difesa e la politica economica, almeno a grandi linee

          per il resto, mi va bene il sistema di eleggere vari livelli di governo, per cui un tizio si occupa dei semafori e un altro delle autostrade e un altro ancora delle bombe atomiche

          POCA democrazia diretta, che permette ai cretini di dire la loro e li salva dal principio di non contraddizione

          un pò di stato sociale se amministrato da dei tedeschi, sussidio di disoccupazione con regole alla Thatcher (se non provi a lavorare non mangi) ma una leggera mano di Italia nella gestione

          il Papa a capo di tutto, formalmente, per far incazzare massoni e atei

          una superlega europea di calcio, naturalmente

    • Z. scrive:

      roberto,

      a me vengono in mente solo due risposte praticabili, nel senso che nella sostanza non ammettono una controprova:

      – “ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”, oppure
      – “non si tratta di ciò che conto di fare, tanto andrà comunque così (…)”

    • Miguel Martinez scrive:

      “sarebbe sapere che tipo di società sognate come alternativa alla terribile situazione attuale”

      E’ una domanda a cui faccio fatica a rispondere per tanti motivi.

      Il primo è che non vedo la storia come una serie di programmi a confronto, tipo, “preferisci i dinosauri o l’era glaciale?”, e ci si tiene per sempre quello che si preferisce.

      La storia la vedo come un movimento incessante di forze, in larga parte indecifrabili, che in certi momenti raggiungo dei picchi e momenti catastrofici.

      In genere, quando succede, si va a sbattere per forza d’inerzia, perché tutto spinge nella stessa direzione, e quindi non c’è “programma alternativo” che tenga.

      Noi stiamo vivendo in uno di questi momenti, vediamo che succederà, nessuno lo sa, sappiamo solo che tutto si muove sempre più vorticosamente.

  8. lordfranklin scrive:

    Come sospettavo, la Quinta Repubblica francese si basa sull’avere un monarca a tempo. Ché è fin da allora che si sentono parricidi.

  9. Carlo scrive:

    Per Miguel ho apprezzato molto l’articolo, ma avrei un piccolo appunto da fare alla definizione, che mi sembra tu attribuisca al cittadino di paese occidentale medio, di democrazia come “migliore regime noto alla storia umana”. Secondo me, almeno qui in Italia la gente in realtà pensa che la democrazia potrebbe essere il miglior regime noto alla storia umana se solo non ci fossero i negri/razzisti/musulmani/islamofobi/terroni/polentoni/atei/cattolici/ebrei/antisemiti/gay/omofobi e chi più ne ha più ne metta che la rovinano (in sostanza l’italiano medio pensa: la democrazia funzionerebbe bene se tutti fossero come me o la pensassero come me)

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      La democrazia può funzionare esclusivamente in società abbastanza uniformi al proprio interno: in caso contrario o ci sarà ingovernabilità, oppure le decisioni della maggioranza appariranno insopportabili alla minoranza. Non parliamo ovviamente di semplici contrapposizioni tattico-politiche, ma di divisioni sociali nette, come quelle che si registrano in molti paesi mediorientali.

      • Pietro scrive:

        La democrazia e’ incapace di gestire i no, quindi piu’ e’ grande il gruppo piu’ possono esserci divergenze piu’ la democrazia rischia di diventare repressiva. Un regime con capo uno puo’ dire “faccio quello che mi pare” giustificandolo con X motivi, dal volere divino al gusto personale, la democrazia DEVE sempre dire che lo fa in nome del popolo che poi diventa maggioranza che poi diventa avanguardia illuminata che poi diventa comunque uno ma che ha la menzogna come principio costituente.

        • Z. scrive:

          La democrazia rappresentativa segue la strada meno sgradita, o una delle meno sgradite, alla maggioranza. Magari è una strada sbagliata, ma dove sta la menzogna?

          Poi sì, immagino che un regime dove si fa esattamente quello che vuoi tu sia preferibile per definizione 😀

        • Roberto scrive:

          Non credo di essere d’accordo
          La democrazia gestisce benissimo i no, dando la possibilità ai no di esprimersi, cercare di convincere i sì ed infine diventare maggioranza

          Piuttosto è difficile essere così democratici da accettare un no, lo dico innanzitutto a me stesso

          • Z. scrive:

            In quel che dice Pietro c’è del vero, però.

            La democrazia ti costringe al confronto, e non sempre la cosa piace. Che poi a ben vedere è buona parte del motivo per cui è più facile amare gli animalini e odiare le persone che viceversa.

            • Pietro scrive:

              La menzogna sta nel fatto che la democrazia dice di agire in nome di principi universali universalmente riconosciuti. Ossia si basa su un consenso che non prevede dissensi.

            • Z. scrive:

              Non facciamo confusione, Pietro:

              che c’entrano i principi universali con la possibilità di dissentire?

              L’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge mica significa che non si possa discutere se il verbale che ti ha fatto il vigile per attraversamento col semaforo rosso sia o meno illegittimo, se io abbia usucapito o meno il tuo fondo, se Tizio sia stato ingiustamente escluso da un concorso pubblico.

              Comunque non è che i sistemi autocratici non pretendano di agire in base a principi universali e universalmente riconosciuti: il diritto di sangue, la grazia di Dio e così via.

    • MOI scrive:

      @ CARLO

      Come da sintesi “corale” in occasione del Brexit :

      “SE ci piace è Democrazia, SE NON ci piace è Oclocrazia” ! 😉

      • Z. scrive:

        Vero, e credo che valga per qualsiasi voto, sempre e comunquemente 🙂

        • Carlo scrive:

          Non potrei essere più d’accordo, tuttavia volevo anche sottolineare come tutti gli evidenti problemi che anche le società democratiche hanno vengano spesso attribuite come colpe a “cattivi che sono cattivi perché sono cattivi” che possono essere crudeli invasori islamici oppure perfidi clericali o qualunque altra caricatura di una fazione che non piace

          • Miguel Martinez scrive:

            per Carlo

            “tutti gli evidenti problemi che anche le società democratiche hanno”

            Qui non abbiamo però parlato di società, né abbiamo definito tali società “democratiche”.

            Con molta generosità, abbiamo concesso un punto al nemico, parlando di “democrazia rappresentativa”.

            Ho scritto più volte che per me “democrazia” significa, come diceva Costanzo Preve, il contrappunto a “oligarchia”.

            Potere del demos, autorganizzato, in perenne conflitto con il potere degli oligoi; noi con i numeri, voi con i soldi. E con i parrucchieri.

            • Z. scrive:

              …e io ho sempre risposto che sono entrambe forme di governo degenerate: la prima una dittatura della minoranza, la seconda una dittatura della maggioranza.

              😛

            • Z. scrive:

              (naturalmente la prima è l’oligarchia, la seconda è la democrazia)

            • Carlo scrive:

              In effetti avrei dovuto essere più preciso nella terminologia. Quello che intendevo dire è che secondo me il “democratico-rappresentativista” si immagina comunque una forma possibile migliore cioè sempre la democrazia rappresentativa ma senza i “cattivi” di turno, che non sto ad elencare, e quindi senza quelli che, forse impropriamente, ho chiamato “problemi”.

  10. mirkhond scrive:

    Credo che avvenga in tutti i paesi democratici…….

    • Carlo scrive:

      Penso anch’io, solo che non viaggio molto all’estero e quindi il mio “campo d’indagine” si limita alla vecchia Italia.

  11. Z. scrive:

    Democrazia rappresentativa, una nuova categoria presenta il suo ultimatuma al PD: “Non vi votiamo più!”

    http://www.repubblica.it/politica/2016/07/14/news/prostituzione_bini_pd_proposta_minacce_non_votiamo_piu_-144036778/

  12. MOI scrive:

    Penso che in Carinzia siano già in preparazione nuovi appalti edili … ma questa mi sa che l’ha capita solo Habs 😉 !

  13. MOI scrive:

    Cmq dopo la Brexit la Finestra di Overton per la Revisione del Suffragio Universale … è avviata.

    • MOI scrive:

      Fra l’altro, “palla al balzo” post-Brexit “presa su a busso” in USA dai Liberal … per scaga che “vada su” Donnie invece che la Hilly !

      • habsburgicus scrive:

        ottimo Johnson al FCO.. anche Davis alla brexit
        ritorno un po’ ottimista 😀

        • habsburgicus scrive:

          P.S
          per chi non lo rammentasse, dal 1968 il gloriosissimo-ok, anche nefasto ma le due cose in questa valle di lacrime vanno spesso insieme-Foreign office (FO) si fuse con il Commonwealth Office (erede sia del Colonial office che del Dominion Office che trattava i Dominions cioè in essenza le “colonie” bianche inclusa la South Rhodesia, tecnicamente mai un Dominion a differenza di Canada, Australia, New Zealand, South Africa fino a 1961 e per un certo tempo anche Newfoundland e Irish Free State…i non “bianchi” india, Pakistan, Ceuylon era considerati anch’essi Dominions) dando vita al Foreign and Commonwealth Office (appunto FCO)

          • habsburgicus scrive:

            che a poi, a dirla tutta (amo la precisione), India e Pakistan sino all’ago 1947 dipendevano ancora da un altro ente, l’India and Burma Office (prima, India Office) cui dipese sino al 4/1/1948, con il nome di Burma Office, la sola Birmania (che in quel giorno divenne indipendente USCENDO dal Commonwealth, fatto clamoroso che gettò in orgasmo gli ambienti politici e diplomatici in tutto l’Oriente…ma lasciò nella flemma più assoluta gli albionici 😀 e fu ignorata dagli italici :D)

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per Roberto

    “l’unico che finora si è lanciato in questo esercizio è habsburgicus”

    Io ti posso dire come mi piace vivere, ma questo vuol dire mettermi sul lettino del blog-analista per parlare di me, non è un “programma”.

    Mi piace vivere senza alcun valore assoluto, senza “credere a” Dio, la Democrazia, lo Stato, l’Uomo, la Natura, la Patria, la Monarchia, il Socialismo, l’Uguaglianza, il Destino, il Diritto, la Pace, la Vita, la Scienza o il Futuro.

    Nella mia esperienza di vita, che alla fine è tutto ciò che possiedo, mi sento in un mondo assolutamente fluido, illusorio, sfuggente, imprevedibile;

    in questo scorrere vedo immagini molto belle

    la vecchietta affettuosa che ti cala un ombrello dalla finestra perché c’è il temporale,

    il martin pescatore su di un ramo,

    sentirsi molto vicino a un’autrice morta ottant’anni fa e volerle parlare,

    montagne,

    piccoli sorrisi,

    antiche torri,

    salvarsi la vita per un pelo da gente che ti vuole ammazzare,

    cose buone da mangiare,

    sogni che la notte portano lontano,

    la Madonna della Pala Nerli

    – e cose molto brutte –

    uomini in grigio dal cuore congelato e morto,

    impiegati comunali impauriti,

    ragazzi che si bruciano la testa con droghe,

    gente che gira con enormi carrozze di acciaio,

    uomini che passano la vita a massacrare una donna che li vorrebbe dimenticare,

    uccelli che muoiono soffocati con buste di plastica,

    gente che va in televisione.

    Da tutto questo, colgo che ciò che conta non è nessuna astrazione, ma ciò che vedo e mi è vicino.

    E in questo ci metto donne e uomini a cui voglio bene, anche se magari incontrati una sola volta, luoghi e persone-animale,

    ma anche i miei sogni, nel senso letterale – non come nella menzogna pubblicitaria di chi dice, “sogno un mondo in cui tutti sono fratelli”, ma nel senso dei miei sogni, dei mondi meravigliosi che a volte la notte mi concede.

    • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

      @ Miguel

      “sentirsi molto vicino a un’autrice morta ottant’anni fa e volerle parlare…”.

      Quale autrice, se posso permettermi la domanda ‘personale’?

    • Z. scrive:

      Miguel, aspetta, la domanda non era “come ti piace vivere”.

      Che è sicuramente un tema interessante, se non altro per le tante differenze che passano tra tutti noi, ma la domanda di Roberto era quest’altra:

      “che tipo di società sognate come alternativa alla terribile situazione attuale?”

      • Miguel Martinez scrive:

        “ma la domanda di Roberto era quest’altra:

        “che tipo di società sognate come alternativa alla terribile situazione attuale?””

        Cosa dovrei rispondere?

        Tu sindaco di Bologna, io con il posto di vice-sotto responsabile al verde pubblico per l’Oltrarno, a gestirmi 412 euro di fondi comunali per affrontare tutti i problemi?

        Che poi mi becco l’interrogazione (a cui l’Amministrazione evita accuratamente di rispondere) perché alle Scuderie ci sono tante buste di plastica per terra?

        • Z. scrive:

          Miguel,

          perché mi vuoi del male? cosa ti ho fatto??

          La domanda era “che tipo di società sognate come alternativa alla terribile situazione attuale”, non “che tipo di pena non convenzionale vorreste vedere crudelmente applicata ai vostri fedeli lettori!” 😛

    • izzaldin scrive:

      Che bello questo commento di Miguel.
      porterò i suoi saluti ad una ragazza che non conosco, morta da sola in una grotta ma che ha fatto in tempo a salvare una cittá intera dalla peste.
      stasera è il festino di Santa Rosalia e per chi di voi ne avesse bisogno, potrò invocarla in vostro soccorso.
      se non credete a queste cose, mi limiteró a mangiare i babbaluci anche per voi 🙂
      un abbraccio e a presto

    • Roberto scrive:

      No Miguel,
      La questione che mi incuriosisce non è “come ci piace(riebbe) vivere” ma come è organizzata la nostra società ideale.

      Mi sembra di capire che sei leggermente scettico verso la democrazia rappresentativa in una cosa che si chiama stato.
      Con cosa la sostituiresti?
      Non ti piacciono le macchine né i trasporti. Come vorresti che fosse organizzata la vita quotidiana della tua comunità?

      Sono questioni che hanno a che fare con la nostra sfera pubblica, sennò pure io ti direi che nel mio ideale vivrei in una casetta al mare in un’isola greca, vivendo della vincita alla lotteria….mare trasparente, bambini sorridenti ed abbronzati, barchetta a remi sulla quale passere il tempo sgranocchiando pistacchi e bevendo ouzo, melanzane da arrostire e koriatikì, due chiacchiere con gli amici al kafeneio giocando a backgammon, due tiri a basket, una bella grigliata di pesce da gustare sotto un pergolato accarezzati dal meltemi….

      • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

        “… nel mio ideale vivrei in una casetta al mare in un’isola greca …”.

        Magari… 🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Lo ha scritto: lascerebbe tutto uguale e in più doterebbe la propria persona del privilegio di togliersi qualche soddisfazione. Cioè lascerebbe tutto uguale, per voi 😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Roberto

        “La questione che mi incuriosisce non è “come ci piace(riebbe) vivere” ma come è organizzata la nostra società ideale.”

        Per indicarti la difficoltà nel rispondere…

        Con tutti i dubbi che portano con sé le ipotesi sul futuro, inseguiamone una (tagliando con l’accetta, è il ragionamento che importa, non la precisione scientifica).

        Il permafrost della Siberia settentrionale si sta sciogliendo velocemente, a causa soprattutto dell’inquinamento che arriva dalla Cina. Inquinamento dovuto a sua volta alla fantastica crescita economica della Cina, legata al mercato statunitense. Crescita che di tanto in tanto subisce un rallentamento, tanto che hanno dovuto aprire un nuovo canale di Panama per permettere a navi come non se ne erano mai viste prima a portare più merci più rapidamente alle coste orientali degli Stati Uniti.

        Ora, l’ipotesi è che lo scioglimento del permafrost libererà quantità enormi di metano, intrappolate sotto il ghiaccio; e che questo accelererà il processo di riscaldamento globale in maniera talmente consistente da trasformare il pianeta in pochi anni.

        Bene, passiamo alla conclusione “politica”:

        1) Intanto, la validità di questa ipotesi sarà dimostrata o confutata solo dai fatti. Potrebbe succedere domani, ma anche no. E quindi prendere provvedimenti drastici per impedire che ciò avvenga, potrebbe portare a disastri imprevedibili di tutt’altro tipo: la storia degli ultimi due secoli ci insegna la regola d’oro, “più fai, più danni fai”.

        2) Premesso che vogliamo “fare qualcosa”, esattamente che cosa facciamo (e siccome stiamo parlando di ideali, ammettiamo per assurdo che io abbia il potere di farci qualcosa)?

        – sterminiamo i cinesi? A parte qualche piccola questione etica, “il mercato” è congegnato in modo tale che la palla passerebbe invece subito all’India; e comunque non è detto che i cinesi accettino la cosa.

        – chiudere l’Oceano Pacifico al traffico commerciale? Privare gli statunitensi di qualunque merce cinese?

        A quel punto, io non tiro affatto i remi in barca.

        Ma mi occupo degli spazi – Oltrarno, la Piana ad esempio – dove si possa un minimo resistere.

        • Z. scrive:

          Come Interprete Apocrifo di Miguel, vista l’osservazione a mio avviso ragionevole di MT, provo a interpretare il suo pensiero – ché altrimenti, da intellettuale no-global, continuerà a sviluppare all’infinito la traccia n.2 🙂

          Seriamente, Miguel, ti riconosci nella sostanza nel paragrafo che segue?

          Un sistema politico – come quello che noi abbiamo accettato di chiamare “democrazia rappresentativa” – vale grosso modo l’altro. Inoltre non c’è quasi niente che possiamo fare per modificare il sistema politico in cui viviamo: occuparcene è dunque tempo sprecato se non a livello intellettuale, di studio.

          Meglio occuparsi quindi di altro: degli spazi, degli ambienti, degli ambiti territoriali dove abbiamo la concreta possibilità di intervenire, di resistere a un peggioramento o di determinare un miglioramento.

          Ci sono andato vicino?

          • Miguel Martinez scrive:

            “Ci sono andato vicino?”

            Non lontanissimo 🙂

            C’è però un punto che sottolineo nelle mie “divagazioni traccia 2”.

            Io non sono di quelli che dicono “vorrei tanto fare un sistema migliore di tipo X, ma purtroppo il sistema di tipo Y è immodificabile”.

            Non c’è alcun sistema immodificabile; c’è piuttosto un’inondazione, una roba gigantesca che si muove da tutte le parti e travolge tutto.

            E’ come stare dentro un vulcano.

            • Francesco scrive:

              quindi a essere immodificabile non è un sistema ma un’ondata?

              però tu sei come Capitan America e resisti lo stesso?

              🙂

            • PinoMamet scrive:

              Onestamente devo dire di faticare molto a stare dietro a questo tipo di ragionamenti.

              Un’inondazione di cosa, di chi? che ci porterà a cosa? che vuol dire?

              Boh, io non sono un grande appassionato di politica. Forse per ignoranza mia, la vedo molto semplice.

              Non c’è alcuna inondazione e nessun disgregamento, c’è semplicemente che la maggior parte degli Stati attualmente vivono in un sistema democratico.
              Naturalmente ci sono altri tipi di potere (finanziario, religioso ecc.) che esulano dalla democrazia, con gli Stati (le regioni, i comuni…) si trovano ad avere a che fare, rapportandovisi a volte in modo proficuo, con beneficio di tutti, a volte no, come da natura umana.

            • PinoMamet scrive:

              Scusate gli errori, scrivo in fretta.

          • Z. scrive:

            Miguel,

            certo, tu ritieni che il sistema di tipo Y non possa essere modificato dai consociati operando razionalmente, in modo consapevole. Non che esista un sistema oggettivamente immodificabile.

            Stabilito questo, che senso ha criticare la democrazia rappresentativa? non è come criticare il meteo?

            • Miguel Martinez scrive:

              “Stabilito questo, che senso ha criticare la democrazia rappresentativa? non è come criticare il meteo?”

              Io credo che sia importante anche rendersi conto di come stanno le cose.

              Nel 2003, il gioco mediatico ufficiale allora era soltanto, “si tolgono a Saddam Hussein le sue terribili armi di distruzione di massa con le buone – sanzioni – o con le cattive – guerra? Si può fare una democrazia in Iraq con la guerra o senza?”

              Che in questo modo creava anche uno spazio di falso dissenso (“sì, Saddam Hussein è il problema numero uno del pianeta, bisogna assolutamente che gli iracheni abbiano un parlamento con tanti partiti, è nostro dovere civilizzarli… ma senza buttare bombe, per favore!”).

              In questa situazione, alcune persone hanno detto invece, “guardate, non è una Guerra per la Democrazia. E’ un regalo incredibile che le imprese militari stanno facendo a se stesse, ma che finirà per trasformarsi in una catastrofe irreversibile per l’Iraq, per il Medio Oriente e poi per il mondo intero”.

              Chi faceva tale critica aveva appunto le stesse possibilità che ha chi critica il meteo.

              Però almeno non si è lasciato prendere in giro.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              quella che tu hai citato non era una critica alla democrazia rappresentativa, era una critica a Giuliano Ferrara!

              Se il sistema politico è come il magma, criticarlo ha senso quanto criticare il magma. Ui è poch da fê…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma perché sarebbe possibile resistere nel micro con poteri limitati, mentre non sarebbe possibile resistere nel macro con i fantomatici poteri illimitati del nostro gioco?
          Insomma, facciamo lavorare l’immaginazione, che è l’unica cosa decente dell’essere umano 😀

  15. MOI scrive:

    la diminuzione dell’0ccupazione, per effetto della quale i ferrovieri sono calati da 220.000 a poco più di 70.000, e soprattutto sono stati tagliati i macchinisti e l’elevazione dell’età pensionabile portata a 67 anni dall’ineffabile Fornero, nonostante si tratti di lavori molto usuranti e nocivi.

    Last but not least, i sistemi di sicurezza “all’avanguardia per quanto riguarda l’Alta Velocità, preistorici sulle tratte locali”. Si veda a tale ultimo proposito la testimonianza della ricercatrice del Cnr sul sistema obsoleto del “blocco telefonico” che avrebbe in buona misura contribuito al verificarsi della tragedia.

    [cit.]

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/14/incidente-treni-puglia-le-responsabilita-sono-politiche/2902404/

  16. izzaldin scrive:

    Rosalia aveva, va detto, qualche pregiudizio ideologico 🙂
    però ha deciso di abbandonare il mondo ‘mondano’ per dedicarsi alla meditazione.
    il ritrovamento delle sue ossa nel ‘600 fece terminare una terribile pestilenza.
    anni dopo qualche scientista ideologizzato dimostró che le ossa miracolose erano ossa di capra, ma nessuno in cittá gli dá credito 😉
    Andrea te la saluto, a te e anche agli altri, a chi non interessa.
    che la Santuzza vi protegga
    un abbraccio

    • mirkhond scrive:

      Ma la festa di Santa Rosalia non è a Settembre?

      • izzaldin scrive:

        tradizionalmente il festino si svolge tra l’11 e il 15 luglio.
        il 4 settembre, data della morte della giovane Rosalia, è il giorno dell’acchianata al santuario.
        da notare che le comunità Rom e Tamil di Palermo hanno adottato il culto di Santa Rosalia facendolo loroa tutti gli effetti.
        ieri sera infatti erano molti i Tamil e gli immigrati in genere.
        tra l’altro assistere ai fuochi d’artificio in strada nel momento in cui arrivavano le notizie da Nizza, oltre a farmi provare un sincero orrore, mi ha fatto pensare che un camion non avrebbe mai potuto fare la stessa cosa a Palermo semplicemente perché il traffico era chiuso nel punto sul lungomare in cui si assisteva ai fuochi d’artificio.
        al di là di tutto, mi sembra davvero che i francesi abbiano qualche problema organizzativo. certo un attacco del genere è impossibile da prevedere ma diciamo che le premesse per la buona riuscita di un piano terroristico c’erano tutte, come è stato possibile fare avvicinare un camion alla Promenade? non me lo spiego

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          A Palermo cosa impediva ad un camion di entrare? Transenne o bitte di cemento? E queste ultime sono sufficienti a bloccare un TIR sparato? E non è possibile spostarle manualmente?

          • izzaldin scrive:

            c’erano poliziotti e vigili ad ogni ingresso della zona pedonalizzata per l’evento.
            a quanto dicono le testimonianze, l’attentatore avrebbe convinto i poliziotti a lasciarlo passare perché “doveva consegnare dei gelati”.
            se è andata realmente così, mi sembra una carenza organizzativa pesantissima.
            camionette e poliziotti armati ad ogni varco chiuso sono la normalità in qualsiasi evento pubblico e mi riesce davvero difficile pensare che in Francia, dopo quello che è successo negli ultimi due anni, non usino queste misure di sicurezza, che non sono neanche misure “antiterrorismo” ma proprio la base di ogni organizzazione di un evento pubblico di massa.
            dài, in nessuna città d’Italia la polizia lascerebbe passare un camion con la semplice scusa che “devo consegnare dei gelati”

            • izzaldin scrive:

              se, mettiamo un camion lanciato a velocità avesse tentato di forzare un posto di blocco, posso immaginare che le forze dell’ordine avrebbero sparato alle gomme oltre che al guidatore?
              un attacco del genere è imprevedibile e difficilissio da arginare, ma qui stiamo parlando di un camion che non ha forzato nessun blocco, che ha corso per oltre due chilometri schiacciando tutto ciò che incontrava. sono cose che possono capitare ma mi sembra che qualche carenza nel filtraggio ci sia stata.
              per fare un esempio, gli eventi sportivi sono già adesso molto più controllati, l’attentaore dello stadio a Parigi non riuscì a superare i controlli per entrare nelle tribune e si fece esplodere in mezzo a degli innocenti ai tornelli.

  17. MOI scrive:

    DEMOCRAZIA E LIBERTA’ D’ESPRESSIONE

    @ Chi c’ha Feisbuch :

    è vera la storia che adesso anche se scrivi “crucchi” ti bannano ?

    • Roberto scrive:

      No, io lo scrivo in continuazione (ho varie conoscenze che vivono in crucclandia e/0 sposati con crucchi/e e ci capita quotidianamente di parlare dei nostri bene amati crucchi)

  18. MOI scrive:

    cmq l’episodio di Crevalcore risale a più di 10 anni fa … internet era cresciuto enormemente rispetto alla seconda metà degli Anni Novanta, ma c’era molto meno di adesso.

  19. MOI scrive:

    Hollande al pèr un (extra) fiol ed Profi 😉

  20. MOI scrive:

    http://www.gazetanord-vest.ro/wp-content/uploads/2016/03/Profi-MASTER-2015-1.png

    che poi è un Prof e somiglia al logo di una catena di supermercati Rumeni (v.di sopra)

  21. MOI scrive:

    l’importante è lo scaricabarile istituzionale discendente … e siccome siamo in democrazia possiamo permettere a Gufi&Sciacalli un po’ di rimbalzella ascendente dello scaricando barile.

    http://www.ansa.it/puglia/notizie/2016/07/13/scontro-treni-puglia-indagati-ferrovieri_fc4bd4a4-d4f2-4071-99b8-60aeadf8b58c.html

    Conclusione filo-governativa : son i Gufi del M5S che portan sfiga !

    http://www.fanpage.it/scontro-treni-m5s-aveva-presentato-interrogazione-su-binario-unico-governo-non-rispose/

    Scontro treni, M5S aveva presentato interrogazione su binario unico: “Governo non rispose”

    Spunta un’interrogazione parlamentare alla quale nessuno dei ministri, Lupi prima, Delrio poi, ha mai risposto. I soldi per ammodernare il tratto, fondi europei, non sono mai stati utilizzati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *