Vacanze da VIP

Nello scorso, cocente fine settimana, mentre i fiorentini normali affollavano le spiagge, qualche VIP si è concesso una vacanza a dir poco esclusiva.

Così, sabato pomeriggio, un piccolo gruppo di persone con tende e sacchi a pelo sono salite sull’autobus 57 e sono scese al Polo Scientifico, dove tra i palazzoni e le strade, nessun essere umano osa girare senza una corazza di una tonnellata di metallo addosso.

I quattro si apprestavano a passare la notte in punto geometricamente centrale, tra i capannoni cinesi dell’Osmannoro, la montagna costruita con tutti i rifiuti di Firenze, l’autostrada Firenze Mare e quella del Sole, il centro commerciale dei Gigli e la popolatissima metropoli di Sesto Fiorentino.

Stiamo parlando del Parco della Piana, l’ultimo pezzo di natura rimasto incastrato tra i denti della Metropoli in espansione.

firenze-mappa

Nell’area dove vi sorride il cosmopolita ammiratore di Dante e della Movida, – abitata da poche decine di migliaia di sopravvissuti – ogni anno si affollano nove milioni di turisti (13,6 milioni di pernottamenti). L’Oltrarno si trova vicino agli indubbiamente fertili lombi del noto personaggio.

In rosso, la parte dietro le quinte, abitata da un milione e mezzo di servi di scena, dove i turisti non mettono mai piede. Qui sorge la madre di tutte le domande: come mai la maggioranza dell’umanità vive in luoghi in cui la maggioranza dell’umanità non vorrebbe mai mettere piede?

“…that vast fortress, armoury, prison, furnace of great power…”

In verde, l’area umida sopravvissuta, di cui una piccola parte è costituita ufficialmente dal Parco della Piana.

Incredibilmente, in quest’area, con i suoi piccoli laghi,

sono state rilevate 76 specie particolarmente protette. Di queste, 50 risultano essere di interesse comunitario, e 57 di interesse regionale. 31 specie rientrano in entrambe le categorie.”

Scattiamo una foto che ci dà anche l’illusione che quest’area sia grande, oltre che bella.

In realtà è tutto così piccolo, in lontananza (dalla parte opposta rispetta a questa foto) vediamo il mostruoso Palazzo di Giustizia (che ci starebbe dentro tutto il nostro quartiere) e poi la cupola di Brunelleschi.

piana1-annaLa notte piantiamo le nostre tende accanto a un fiumiciattolo in secca, dove il fango indurito conserva le orme delle pecore.

Tutt’attorno a noi, vita, vita, vita. Incredibile, come sempre, la forza con cui si afferma.

Il bambù, gli insetti, gli uccelli notturni a caccia, i ricci, il fico che scava le sue radici, il piccolo alloro che abbiamo trapiantato dal nostro giardino in Oltrarno, le innumerevoli piante spinose.

piana2-annaOgni pochi minuti, a qualche centinaio di metri, nel cielo compare un’immensa luce gialla, che punta direttamente su di noi. Poi svolta improvvisamente verso la nostra sinistra, sembra che vada a frangersi contro l’insegna luminosa dell’albergone per imprenditori, e poi scende ruggendo sulla pista dell’aeroporto. Questa foto (presa in rete) dà l’idea di come funzioni di giorno l’aeroporto di Firenze:

aeroportoOra, tutto questo sta per cambiare. Un signore noto per aver prestato la propria casa a lungo all’attuale capo del governo sta per trasformare l’aeroporto di Firenze, mandando gli aerei sulle case di Prato anziché su quelle dell’Isolotto.

Questa foto ci insegna molto su come vedano il mondo i geometri in senso metaforico, sebbene oggi ci voglia la laurea anche per fare il facchino.

aeroporto-maniE’ il modellino che la Toscana Aeroporti adopera per spiegare il nuovo aeroporto di Firenze. La mano che cala geovicamente dall’alto, con la camicia bianca perfettamente stirata, poggia le sue dita più o meno sulla nostra tenda.

Sta spiegando che per attirare milioni di aerotrasportati l’anno in più a Firenze, basta spendere 300.000 milioni (una bazzecola, ogni italiano tiri fuori cinque euro a testa ed è fatta) e cementificare il Parco della Piana – ovviamente in maniera assolutamente sostenibile ed ecologica, ci mancherebbe. [1]

Nella stessa identica area, stanno per costruire un gigantesco inceneritore. A farlo, sono le stesse identiche persone che stanno facendo l’aeroporto, ma i geometri di oggi sanno fare qualunque mestiere. Per quello che prendono pure la laurea.

L’ASL di Firenze ci rassicura che la maggior parte delle sostanze inquinanti che ne usciranno, ricadranno esattamente dove dormiamo noi, che siamo meno urbanizzati:

asl-firenzeIl sole sorge presto, e all’alba andiamo a cercare l’Oasi della Querciola. Di qua, vediamo i bombi e le farfalle al loro instancabile lavoro.

bombi-farfalleMentre venti metri in là, i camion rombano sulla Firenze Mare e s’impilano nell’area di sosta, si innalza la montagna dentro cui i fiorentini hanno seppellito decenni di rifiuti e innumerevoli capannoni si estendono fino all’orizzonte.

Ma dalla parte nostra, c’è un unico essere umano, che non ho osato fotografare. Ha un’auto coperta da un misterioso telo mimetico, indossa un cappello di paglia,  canottiera e pantaloncini.

Davanti a lui dieci pali, su cui si posano dieci piccioni. L’umano si avvicina, tocca un palo, un piccione svolazza e torna sul palo. Poi tocca il palo accanto, sembra tirare una cordicella, il secondo piccione svolazza. Addestramento a cosa, caccia o diffusione di messaggi clandestini? Una misteriosa arte di campagna.

Arriviamo alla Querciola, che sarà grande poco più di un isolato, ma contiene gran parte della fauna di tutta la massacrata Toscana.

La Querciola sarà proprio il punto in cui gli aerei usciranno rombanti dall’asfalto e saliranno in cielo.

Qui:

piana9-annapiana7-annaTorniamo indietro.

Sul Ponte del Pantano, che attraversa la Firenze Mare a pochi metri dal casello dell’autostrada, una camionetta della polizia.

piana-poliziaQuesti impiegati statali fanno tenerezza.

Già ieri sera, i carabinieri hanno fatto una mezza sommossa, perché erano costretti a perdersi la partita per sorvegliarci. E stamattina, i loro colleghi della polizia stanno sotto un sole da cambiamento climatico, in abbigliamento da combattimento, senza un albero che dia loro ombra.

Cadranno come birilli, senza un avversario in vista.

 Poi lassù in alto, ci arriva il segnale che nemmeno nella terra di Mordor, c’è da disperare.

Sul monte che sovrasta Sesto Fiorentino, gli abitanti hanno scritto NO INC, no inceneritore, che sottintende il desiderio di liberarsi da tutto il mondo mortale dei geometri.

no-incIn questo momento in cui il nemico della vita ha tanta fame, ma anche paura, tutto è possibile.

Persino il bello, il vero e il buono.

Note:

[1] Gli apologeti pagati non mancano di ripetere che ad Amsterdam, che non è Sesto Fiorentino, hanno anche fatto un bosco vicino all’aeroporto. E’ a modo suo divertente la storia delle “opere di compensazione” promesse per il danno che faranno.

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30 risposte a Vacanze da VIP

  1. izzaldin scrive:

    una cosa simile avvenne a Milano nel parco di Porta Genova, ne parlò Elio in una canzone
    https://www.youtube.com/watch?v=EnUHdlSJe8E

    qui da noi basta ricordare che il MUOS è stato costruito dentro una riserva naturale magnifica, la Sughereta di Niscemi, ormai inaccessibile se non sei un marines 🙁

    anche la riserva naturale del Plemmirio in provincia di Siracusa è inaccessibile, a meno che tu non sia un finanziere

    https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwj-ycno_9nNAhVlKsAKHZ_eD9EQFggqMAI&url=http%3A%2F%2Fwww.giornalesiracusa.com%2Fnotizie%2F2013%2F07%2F26%2Fsiracusa-notizie-plemmirio-a-cosa-serve-la-zona-militare-della-guardia-di-finanza&usg=AFQjCNEPPcWAMx5H4UtMekC_ke6SbtcY9Q

    purtroppo il discorso è sempre quello: le enclosure. da circa un millennio i ricchi vogliono rubare gli spazi che i poveri considerano spazi comuni.
    fate bene a non mollare

  2. Francesco scrive:

    mica ho capito:

    fanno l’aeroporto e l’inceneritore nello stesso posto?

    con il caminone e il fumo a rendere emozionanti decolli e atterraggi?

    sapete divertirvi voi fiorentini!

    😀

    • Miguel Martinez scrive:

      “fanno l’aeroporto e l’inceneritore nello stesso posto?”

      Ma no, ci saranno almeno duecento metri tra l’uno e l’altro, e altri trecento fino alla terza corsia dell’autosole.

      • Miguel Martinez scrive:

        A proposito… mentre finora soltanto i fiorentini che prendevano il Firenze Mare potevano guardare negli occhi i piloti degli aerei mentre decollavano (e magari puntargli addosso il laserino per scherzo), oggi lo potranno fare anche tutti gli italiani che viaggiano lungo l’Autostrada del Sole.

        Tre giocose corsie di laserini. Così, per scherzo, mica per violenza tipo NoTav.

        • Miguel Martinez scrive:

          Un anno fa, in un blog molto sentito e un po’ ingenuo, si leggeva:

          http://gliuccellacci.blogspot.it/

          “Più di 5000 persone hanno manifestato per difendere la salute e il territorio, per dire No all’Inceneritore e al nuovo Aeroporto, per continuare a vivere in questo pezzo di terra che è nostra, dei nostri nonni, dei nostri figli, e non delle Multinazionali e delle Multiutility che vogliono speculare sulle nostre vite e fare soldi sulla nostra pelle. Noi non scapperemo da quì, questa è la nostra terra, se ne devono andare loro!”

          Quasi cinque secoli prima, quando con la scusa della Riforma, rubarono le terre ai contadini, qualcun altro disse:

          http://kelebeklerblog.com/2008/11/30/geometri/

          “voi [geometri] siete la causa per cui gli uomini perdono la loro terra; e talvolta vengono privati dei diritti di cui hanno a lungo goduto nelle proprietà signorili; e i costumi si cambiano, sono spezzati e talvolta pervertiti, oppure espropriati per colpa vostra”

  3. Miguel Martinez scrive:

    per nulla OT, dopo un quarto di secolo di devastazione TAV, di sbucheltamenti di valli, di arresti di contadini settantenni, il ministro Del Rio dice che era – in massima parte – uno scherzo.

    Comunicato Stampa

    4 luglio 2016

    http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=9451

    ——————————————————————————–

    TAV : IL CARNEVALE DI DELRIO

    La Torino Lione è un progetto in avanzato stato di decomposizione. Uno ad uno cadono i trucchi e le bugie intorno alla grande opera di cartapesta che non convince più nessuno. E così arrivano anche i saldi di fine stagione con le ipotesi di drastico ridimensionamento. Più che una ferrovia sembra una raccolta punti. Un illusionismo dietro il quale si nasconde però l’ennesimo bluff da smascherare.

    I soldi non ci sono. Lo avevamo detto con largo anticipo e avevamo ragione noi. Il Governo Francese, fustigato dalla sua Corte dei Conti , ha già dovuto fare marcia indietro ammettendo che la parte transalpina della Torino Lione non è un’opera prioritaria e rinviando la decisione tra vent’anni . E in Italia? La progettazione creativa degli architetti di governo (Virano e Foietta) ci regala l’ultima trovata carnevalesca: una Torino Lione da realizzare a pezzetti. È Graziano Delrio, ministro e sedicente ambientalista, ad annunciarla venerdì scorso: ”useremo gran parte della linea esistente”, dice, grazie ad “un’intelligente rivisitazione dei progetti per fare le opere nei tempi giusti, con i costi minori e che siano davvero utili”. Spesso la politica non ha il senso del ridicolo.

    Da oltre vent’anni Il Movimento No Tav dimostra che si può utilizzare la linea esistente. Ora anche il ministro ci dà ragione ma sotto gli slogan il cemento gronda a fiumi. Meglio andare a vedere chi resta in questa hit parade di “opere davvero utili” che vorrebbero propinarci.

    Il Tunnel di Base (57 km di doppia galleria ancora da scavare sotto le Alpi) resta la priorità numero uno. Il governo lo conferma pervicacemente malgrado sia un doppione inutile del traforo ferroviario già in esercizio al Frejus, ammodernato pochi anni fa per il transito dei grandi container (high cube) e del tutto sottoutilizzato. Nei programmi di Renzi e Delrio non si può rinunciare a bruciare 8,6 miliardi di euro e oltre di denaro pubblico .

    Nella tratta nazionale gli architetti di governo reinventano la geometria: il percorso più breve tra 2 punti? Una curva che scende vertiginosamente verso sud per poi risalire, allungando inutilmente il percorso tra Avigliana e Torino (già collegate dalla ferrovia esistente). Lo scopo? Attraversare il defunto scalo merci di Orbassano, un deserto dei tartari definitivamente abbandonato dai servizi merci di Trenitalia. 13 km tra tunnel a doppia canna sotto la collina morenica e cantieri a cielo aperto, al modico prezzo di 1,5 miliardi di euro (interamente a carico dello Stato italiano).

    Ma tutto questo ha ancora uno scopo? Le merci non ci sono mai state, le previsioni esponenziali di crescita sono miseramente sconfessate dalla storia. Ma ora è il progetto Torino-Lione ad evaporare , fatto a fette come un salame, un pezzo si e uno no. Una realizzazione schizofrenica che mette in discussione la funzionalità stessa dell’opera. Una volta finiti l’enorme buco nella montagna e l’ottovolante ferroviario tra Dora e Sangone, i treni merci (ammesso che ci siano) continueranno a non sapere dove passare. Difficilmente potranno attraversare Torino, il cui passante ferroviario è un vero collo di bottiglia: difficile convivenza fra traffico merci e passeggeri, limitazioni di sagoma e impossibilità di far passare merci pericolose. Gli architetti di governo si aggrappano disperatamente ad una soluzione di emergenza: instradare i treni merci verso sud (ma non dovevano andare ad est?), lungo la ferrovia Torino-Alessandria-Novi Ligure . Peccato sia una delle linee più strette del regno, le cui sagome impediscono il transito dei grandi container.

    Un gran pasticcio. L’incapacità di politici e architetti di governo è imbarazzante, i loro progetti sono inutili e fallimentari. L’unica cosa certa è il costo, inaudito, che vorrebbero farci pagare. Depredando la già esangue finanza pubblica. E violentando la nostra terra e le nostre comunità, trattate come colonie, sfigurate dalla devastazione perenne dei cantieri e dalla militarizzazione.

    Se ne stanno accorgendo in molti, pare. Prima in Valsusa e a Rivalta, poi a Venaria. E infine, clamorosamente, a Torino. Il partito del cemento è in affanno, sta progressivamente sparendo dalla carta geografica. A cancellarlo sono le persone che riprendono in mano le proprie vite e il proprio futuro. Quelle che rispediranno al mittente anche gli ultimi 25 km di allucinazioni di Renzi, Delrio, Virano, Foietta & C.

    Come sempre, da generazioni, abbiamo più fiato di voi. Quando vi avranno dimenticato, noi saremo ancora qui. Perché il Movimento No Tav è un interlocutore credibile: dice quello che fa, fa quello che dice. Sempre.

    Il Movimento No TAV

  4. Grog scrive:

    A questi bastardi di politici bisogna TOGLIERE I SOLDI.
    Grog! Grog! Grog!
    P.S.
    “A sarà dura!”
    I Piemontesi sono pericolosi, se anche valligiani peggio, hanno le teste più dure dell’universo, gli unici a poter competere sono i Sardi Barbaricini che d’altra parte con i Piemontesi sono sempre andati d’accordo.
    ONORE ALLE TESTACCE DURE DELLA VALLE DI SUSA
    P.S.P.S.
    Il mio povero vecchio per questione casuali ha FATTO IL PARTIGIANO IN VALLE DI SUSA ed ha DIALOGATO CON I TEDESCHI QUASI ALLA PARI, i bastardi sparavano con il mortaio e da sopra i partigiani li prendevano a raffiche di bren (orrido di Bussoleno).
    Lui era il “bocia magna polenta” che ricaricava i 29 colpi del caricatore 303 british (1 colpo in meno per evitare inceppamenti).

    • Miguel Martinez scrive:

      “Il mio povero vecchio per questione casuali ha FATTO IL PARTIGIANO IN VALLE DI SUSA”

      Grande, anche noi qui in Oltrarno abbiamo un combattivo amico della Val di Susa che si ricorda quei tempi, e conosceva tutti i partigiani. E non odia i tedeschi.

  5. Miguel Martinez scrive:

    Sul Corriere Fiorentino sentiamo le ragioni degli altri. 29 giugno 2016.

    Avendo fatto da interprete tante volte per imprenditori, quasi riesco a sentirli, mentre fanno le battute sulle salamandre, sul terzo mondo, sui pipistrelli, sui clienti che bisogna prendere a Bologna e sulle 60.000 persone che si mettono di traverso ai loro soldi. Con la minaccia finale, o ammazzate le salamandre, o vi licenziamo e ce ne andiamo in Bangladesh (mica è un augurio, è solo un paese scelto a caso).

    «Le aziende se ne vanno, se non ci sono infrastrutture», e a volte la discussione sugli interventi necessari «mi pare da terzo mondo». Il veleno è nella coda. Fabrizio Monsani, responsabile multinazionali di Confindustria, conclude così la conferenza stampa su tutt’altro (un incontro tra piccole e medie imprese e le «big» presenti in Toscana). Ma la scelta del luogo dove si è tenuto l’incontro, l’aeroporto di Peretola, era già un indizio che gli industriali volessero anche lanciare un segno. E l’attacco non è una «voce dal sen fuggita».

    Nel corso dell’incontro riservato e non aperto alla stampa, più voci si erano sollevate contro i ritardi e contro chi vuole rimettere in discussione il progetto di sviluppo dello
    scalo con la nuova pista parallela. Ma anche contro il possibile impasse sull’inceneritore.

    E non è un caso che gli interventi più caustici siano arrivati proprio da Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporto, e da Giorgio Moretti, presidente di Quadrifoglio (la partecipata che con Hera deve costruire proprio il nuovo impianto di ermovalorizzazione). Carrai si è scagliato contro le «pastoie della burocrazia»,
    irritato per l’attenzioni rivolta alle «salamandre dei laghetti”.

    Fabrizio Monsani responsabile multinazionali di Confindustria durante l ‘ incontro di ieri a Peretola», afferma che si perderà altro tempo per il «ripopolamento dei pipistrelli». Moretti invece ce l’ha proprio contro il no che arriva da Sesto, dopo il clamoroso successo di Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana:

    «Non è possibile che dopo 27 processi autorizzativi e sedici anni in cui la politica ha deciso, 6o mila persone decidano di rivedere un progetto condiviso ed utile ad oltre un milione di persone». Ma non è solo un problema territoriale. Lo dice anche il vicepresidente delegato di Confindustria Livorno, Stefano Santalena, che mutua il ragionamento sul porto della sua città con lo scalo di Peretola: «Così come il nostro porto non è ïl porto di Livorno ma della Toscana, o almeno uno dei porti, così l’aeroporto non è di Firenze, ma della Toscana, ancora di più dopo l’integrazione con quello di Pisa». E pure dal Chianti si leva la voce di Claudio Tongiani, presidente della locale sezione di Confindustria: «La scelta del luogo del nostro incontro è simbolica, importantissima. Lo sviluppo di Peretola è fondamentale per la nostra area, per le Pini e per il turismo: si ricordi che il turismo è una sottocategoria dei trasporti. E poi, non è una bella cosa l’attuale inquinamento acustico ed ambientale in zone così abitate.

    Inoltre, l’aspetto dell’investimento è fondamentale: non è possibile continuare ad avere clienti, come è successo a me per Pitti, che arrivano dall’estero e, o sono costretto a prenderli a Bologna, o ci mettono 12 ore da Parigi perché spostano i voli: facevano prima a venire in auto». Ma per Tongiani è anche l’ora «di mettere mano all’Autopalio».

    Tutte frasi che vengono sintetizzate da Monsani in una sorta di appello: «Se nel territorio non vengono fatte le infrastrutture, si perdono investimenti, occasioni e posti di lavoro. Solo pochi mesi fa, un’azienda importante ha delocalizzato in Toscana dal sud Italia proprio per mancanza di infrastrutture – ricorda Monsani – se però le aziende multinazionali delocalizzano da qui, vanno all’estero». Resta un nodo: la procedura dell’aeroporto è ferma perché ancora non è arrivata la Via, la valutazione di impatto ambientale, al vaglio del ministero. Si attendono le ultime prescrizioni perla deviazione del Fosso Reale. Un tema complesso, come le infrastrutture.
    M.F.

    • Francesco scrive:

      tutto bellissimo

      basta poi non lamentarsi della disoccupazione, dell’emigrazione e di altre conseguenze della mancanza di infrastrutture

      se uno è felice di vivere nel mondo sognato da Mirkhond, benissimo e bellissimo

      se invece uno volesse moglie ubriaca e botte piena, potrei alterarmi

      ciao

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “basta poi non lamentarsi della disoccupazione, dell’emigrazione e di altre conseguenze della mancanza di infrastrutture”

        Non mancano le infrastrutture, a Firenze, non ti preccupare.

        • Francesco scrive:

          ottimo, veramente e non scherzo

          io sono un serio liberista, ritengo che ognuno sia libero di fare con la sua vita e la sua economia come meglio crede

          se in Toscana e in Piemonte non servono nuove infrastrutture, ottimo e abbondante

          solo, non voglio sentire parlare di solidarietà territoriale e altra roba di quel genere

          ciao

      • paniscus scrive:

        «Le aziende se ne vanno, se non ci sono infrastrutture», e a volte la discussione sugli interventi necessari «mi pare da terzo mondo».
        ——————————–

        Se quelle aziende chiudono in Italia per andare in Bangladesh, bisogna dedurne che in Bangladesh ci sono infrastrutture migliori che in Italia?

        E che la situazione “da terzo mondo” in Bangladesh non ci sia, mentre in Italia sì?

        • Francesco scrive:

          spesso è così, almeno per alcuni settori e alcuni luoghi

          del resto, se una volta eravamo in serie A economica e adesso stiamo navigando tra zona retrocessione e serie B ci sarà un motivo

  6. Miguel Martinez scrive:

    Sul Corriere Fiorentino invece del 30 giugno, Leonardo Bassilichi, che riesce a essere tutto insieme banchiere, gestore a tutti gli effetti del Corriere Fiorentino, patron del PD e socio sia dell’inceneritore che dell’aeroporto, esprime lucidamente l’ideologia dei nostri tempi:

    “Non siamo per l’aeroporto perché difendiamo una parte politica. Noi siamo dalla parte dello sviluppo».

  7. MOI scrive:

    SE VA

    A Bologna noi invece abbiamo la Grande Opera (non “inutile”, ma discutibilissima come scelta apolicativa) del Pìpol Mùver … rimando al penultimo (al momento) post.

  8. MOI scrive:

    “applicativa”

  9. izzaldin scrive:

    E non è un caso che gli interventi più caustici siano arrivati proprio da Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporto, e da Giorgio Moretti, presidente di Quadrifoglio (la partecipata che con Hera deve costruire proprio il nuovo impianto di ermovalorizzazione). Carrai si è scagliato contro le «pastoie della burocrazia»,
    irritato per l’attenzioni rivolta alle «salamandre dei laghetti”.

    Fabrizio Monsani responsabile multinazionali di Confindustria durante l ‘ incontro di ieri a Peretola», afferma che si perderà altro tempo per il «ripopolamento dei pipistrelli». Moretti invece ce l’ha proprio contro il no che arriva da Sesto, dopo il clamoroso successo di Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana:

    «Non è possibile che dopo 27 processi autorizzativi e sedici anni in cui la politica ha deciso, 6o mila persone decidano di rivedere un progetto condiviso ed utile ad oltre un milione di persone»

    è incredibile, parlano come i cattivi di un film Disney o di un romanzo di De Amicis o Dickens.
    Davvero le vignette notav sugli animali dei boschi che cacciano i devastatori sono vere!
    Carrai arriva a insultare le salamandre in prima persona, lo dice chiaramente che non gliene frega niente della natura e gli interessa il profitto, nascondendo i propri affari dietro “un milione di persone” che beneficerebbe di tali scempi

  10. MOI scrive:

    Cosa c’entra Topolino ? (v.di scansione satellitare … o quel che più o meno l’è !)

    • Miguel Martinez scrive:

      “Cosa c’entra Topolino ? ”

      Il signor Walt Disney in persona forse avrebbe rappresentato meglio il ruolo attuale del centro storico di Firenze, ma sarebbe stato meno riconoscibile.

      • MOI scrive:

        Ah, già …

        http://www.dissapore.com/locali/firenze-mc-donalds-in-piazza-duomo-polemiche/

        McDonald’s in piazza Duomo: Firenze Disneyland del
        Rinascimento

        il sindaco di Firenze contro l’omologazione del centro storico… eccezion fatta per Mc Donald’s
        di: CINZIA ALFÈ 23 giugno 2016

        PS

        Ormai tanti anni fa, l’eccentrico Artistone 😉 Andy Warhol rispose a spregio in un’intervista che la cosa più bella di Firenze è il Mc Donald, quando ancora non c’era.

        • Miguel Martinez scrive:

          “il sindaco di Firenze contro l’omologazione del centro storico… eccezion fatta per Mc Donald’s”

          Infatti, ogni tanto ci sono questi scatti sulla “immagine” di Firenze.

          Un po’ di tempo fa, l’UNESCO (Firenze è “città UNESCO”) ha detto che era stato loro segnalato, che il centro storico si stava spopolando, che con il tunnel TAV si metteva a rischio la solidità idrogeologica della città… il Sindaco tenne secretata la lettera per alcuni mesi, poi disse che intendeva agire come voleva l’UNESCO, rompendo le scatole ai “minimarket” bengalesi che vendono alcol in centro.

          Per questo, non mi entusiasmo per questa lotta anti-McDonald, che riguarda poi semplicemente e ancora l’immagine che Firenze deve presentare ai turisti.

          Giustamente, l’AD di McDonald’s ha sputtanato la giunta rivelando che erano mesi che trattavano in segreto con l’Amministrazione, la quale assicurava che non c’erano problemi.

          Posso immaginare (ma non so) che sia un tentativo di recuperare credibilità dove la batosta elettorale.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Comunque tutto è in ballo: stamattina vedo il crollo del Monte dei Paschi di Siena, i cui servizi vengono gestiti dalla Fruendo di Bassilichi e di Accenture (quest’ultima una ditta nata a Bermuda, poi stabilitasi per evidenti motivi fiscali a Dublino).

    Leonardo Bassilichi inoltre è presidente della Camera di Commercio di Firenze, che è direttamente azionista dell’Aeroporto e pure dell’Inceneritore.

    Ah, dimenticavo, Marco Carrai – presidente dell’Aeroporto di Firenze – siede nel CdA della Bassilichi.

    • Miguel Martinez scrive:

      Adesso sarà interessante vedere se Renzi – dopo aver invitato tutti a investire nell’MPS in televisione – riesce a usare (di nuovo) i soldi pubblici per salvare la banca di partito, oppure se glielo impedirà l’UE.

  12. Miguel Martinez scrive:

    Tra l’altro, sta crollando un altro inceneritore contro cui si batte da anni la popolazione, quello di Scarlino vicino a Follonica, noto per la sua ricca produzione di diossina che sta facendo scappare i turisti.

    Per salvarsi, hanno costituito due società: una si beccava i debiti (verso 240 creditori), l’altra si beccava gli immobili, avendo come unico creditore il MPS, che grazie ai suoi agganci politici avrebbe dovuto permetterne la sopravvivenza.

    http://www.laretenonperdona.it/2016/06/20/scarlino-energia-inquinamento-e-bad-company-per-non-pagare-i-creditori/

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