L’Uomo!

Questa volta generalizziamo ferocemente. Perché nulla come i dettagli ci fanno perdere di vista l’essenziale. Con eterna gratitudine a William Blake, che vide nascere il mostro.

Non parliamo né di Destra né di Sinistra, ma di Liberalismo, che è la visione sottostante a tutto il resto.

Il liberalismo nasce rifiutando l’idea feudale della natura umana: “Io sono nato con la corona, tu no, quindi tu porta la legna e io mi sfrego le mani al fuoco”.

Il liberalismo introduce un’altra visione e per questo dicono che sia democratico e pure di Sinistra.

Ma la visione liberale è arbitraria e fideistica quanto quella feudale.

Tutti gli Uomini sono individui. Internamente, inscindibili e unici, esternamente scissi dal mondo, come se la pelle non avesse pori e gli occhi non vedessero che il nostro riflesso.

individualismeChi è Uomo (maiuscola obbligatoria)?

La storia del liberalismo consiste in una lunga serie di gente che bussa alla porta e di scenate di gelosia da parte di chi è già stato riconosciuto Uomo. Femmine, negri, pezzenti e froci che fanno le capriole per dimostrare di essere anche loro Uomini, e i già-Uomini del momento che dicono, “di questo passo finirà che dovremo riconoscere pure le tenie!”

Mai qualcuno che si chieda cosa sia l’Uomo.

Il dio del nulla produce l’Uomo in serie, in una grande fabbrica di lavagnette bianchetabulae rasae – su cui si può scrivere qualunque cosa. L’infinita scrivibilità dell’Uomo giustifica in un solo colpo la Scuola e lo Stato, i due pilastri anonimi che il sistema liberale contrappone agli antichi e personalissimi re.

Di fronte a questi due pilastri, i cittadini godono di una uguaglianza di partenza. Che è una pretesa fantastica, perché permette al sistema di dire a ogni Uomo che è già arruolato nel gioco, e se non ci sta, è colpa sua.

Paradossalmente, queste lavagnette sono tutte dotate di un fantasma nella macchina, qualcosa che non è un’anima religiosa; chiamiamolo il Cittadino Razionale. Un essere che non è carne, natura, animale o ambiente,  eppure è perfetto.

Il Cittadino Razionale, inserito in una ragnatela di inafferrabile complessità denominata Diritto tessuto attorno a lui da ignoti ragni (ma la legge non ammette l’ignoranza), prende decisioni sempre sensate sui due mercati inscindibili su cui opera: quello economico e quello elettorale.

Se decide contro il Diritto, lo fa intendendo e volendo, e viene quindi giustamente punito.

L’Uomo non ha habitat, ogni luogo gli è perfettamente uguale. Verso l’esterno ha solo rapporti contrattuali. Per il resto, è perfettamente sigillato nella sua impenetrabile individualità.

Gli individui sono spostabili come le perline o le merci, e possono andare ovunque il Cittadino Razionale calcoli di poter soddisfare al meglio il proprio interesse personale. E se qualcosa li sposta e li scaccia, ma ha il Diritto dalla sua, si spostino!

Questo fantastico ente, denominato Uomo, è ovviamente in totale contraddizione con ogni realtà nota alla scienza o all’esperienza. Mentre possiamo sempre immaginare che esistano i marid, gli ifrit e i nasnās, sappiamo tutti che la credenza nell’Uomo è un puro atto di fede.

Come d’altronde lo sono la credenza nel Denaro, lo Stato, la Proprietà e il Diritto, assieme all’Individuo il pilastro di tutta questa surreale fantasia.

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29 risposte a L’Uomo!

  1. Francesco scrive:

    Carissimo Miguel,

    sono talmente in disaccordo con te che avrei voglia di venire lì a Firenze, abbracciarti e spendere soldi che non ho per condividere una buona cena (fanculo la celiachia) e una bottiglia di rosso buono.

    Al termine della qual cena ti abbraccerei di nuovo, ti saluterei con immutato disaccordo e accresciuto affetto.

    Per l’intanto: il Diritto è roba dei Romani, il che demolisce metà del tuo post.

    Ciao

    • Z. scrive:

      Mi autoinvito per quando succederà. E faccio presente che Bologna, il centro del Mondo, è comoda meta per entrambidue 🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      “sono talmente in disaccordo con te che avrei voglia di venire lì a Firenze, abbracciarti e spendere soldi che non ho per condividere una buona cena (fanculo la celiachia) e una bottiglia di rosso buono.”

      Che bel commento, grazie!

  2. Z. scrive:

    La legge non ammette ignoranza è uno slogan curioso: è molto diffuso, ma è altrettanto lontano dalla realtà.

    Lo è anzitutto in teoria: almeno in Italia, il principio è valido soltanto per la legge penale, e trova limiti precisi nella giurisprduenza. In altri ordinamenti, se non mi hanno raccontato balle, è la stessa legge penale ad ammettere l’ignoranza. Nella pratica, comunque, la tolleranza verso chi davvero viola una norma per ignoranza è molto ampia: tutti noi abbiamo, credo, diversi episodi da citare al riguardo.

    A parte questo, noto che anche i critici postsessantottini del diritto (ma come mai non esistono critici, chessò, della geologia?) sono particolarmente attratti – direi anzi magnetizzati – dal diritto penale come fosse l’unico esistente. Ora, dal punto di vista mediatico immagino risulti più appariscente, ma tratta in realtà di una branca minoritaria e nel complesso diciamo pure secondaria dell’ordinamento. Direi che la legislazione civile e amministrativa di un Paese è molto più rilevante, per chi in quel Paese ci abita e per chi ci ha a che fare, di quella penale.

    Ma soprattutto, il diritto inizia ad esistere con il libersismo? La codificazione sistemantica forse sì, ma le XII Tavole – tanto per restare in Italia – non sono esattamente coeve alla macchina a vapore.

    • Miguel Martinez scrive:

      “La legge non ammette ignoranza è uno slogan curioso: è molto diffuso, ma è altrettanto lontano dalla realtà.”

      Grazie delle riflessioni interessanti.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Ma soprattutto, il diritto inizia ad esistere con il libersismo?”

      Interessante, stessa obiezione di Francesco.

      Ma non sto parlando della genealogia di un’idea, che è sicuramente di interesse storico.

      Sto parlando del sistema in cui viviamo oggi. E immagino che concorderai che Proprietà, Diritto, Denaro intercambiabile, Individuo intercambiabile, siano gli elementi imprescindibili del sistema, senza il quale scomparirebbe.

      • Z. scrive:

        Miguel, secondo me ciascun sistema ha il propri diritto, la propria economia, la propria valuta e una propensione a formare individui di un tipo piuttosto che di un altro. Li chiamerei caratteristiche più che elementi imprescindibili, ecco. Posso regalarti un paio di riflessioni molto terra-terra, al max…

        Anzitutto, secondo me il diritto non è un’idea e non un pilastro del nostro sistema quanto un prodotto. Un prodotto di qualsiasi sistema.

        Come scrisse un autore del XIX secolo, il diritto è la linea di confine dello scontro sociale: dove le parti cessano di scontrarsi e accettano un armistizio, lì si crea diritto.

        Questa intuizione – forse l’unica cosa valida di tutti e tre gli esami teorici che l’università mi ha costretto a sostenere – vale per tutte le società, per tutti i sistemi economici, per tutte le forme di diritto esistenti. In certi casi però è più evidente che in altri: anzitutto nel diritto del lavoro, poi nel diritto civile e commerciale. Ma è vero anche nel diritto penale, nel diritto tributario e persino nella procedura penale.

        Anche la proprietà e il denaro nascono qualche millennio prima del liberalismo. Nel periodo che tratti, questo sì, la proprietà terriera comincia a cedere la sua centralità all’industria e al commercio. Naturalmente, come abbiamo visto, questo si riflette nella legislazione. Gli ordinamenti cominciano ad accordare favore alla circolazione dei beni (anziché all’immobilità della ricchezza) e al creditore (anziché al debitore).

        Ma a ben vedere mi sembra solo un’ulteriore specializzazione del principio di divisione del lavoro che data ad epoche preistoriche, specializzazione resa possibile dalla tecnologia avanzata che andava diffondendosi all’epoca.

        Quanto al denaro intercambiabile, il denaro fino a pochi secoli fa era moneta-merce in senso stretto. Più intercambiabile di così si muore! Piuttosto mi sembra che la nascita e il rafforzamento degli stati-nazione abbia al contrario favorito e promosso sistemi economici basate su divise non intercambiabili.

        A me pare poi che gli individui siano meno intercambiabili oggi di quanto non fossero prima della rivoluzione industriale. Un’economia altamente specializzata e settorializzata richiede personale specializzato, che spesso non ha tempo e possibilità di sviluppare un vasto spettro di talenti.

        Ricordi quanto eravamo stupiti – io per primo – quando abbiamo scoperto che Habs oltre a essere storico delle istituzioni e della diplomazia è anche ingegnere? Ecco, ciò che al giorno d’oggi è una rarissima eccezione anche tra gli uomini di grande cultura una volta non era così singolare. Pensa a quanti studiosi del passato spaziavano entro una dozzina di campi che oggi consideriamo separati e distinti tra loro.

        A me sembra che il problema ci sia, e che sia pure serio, ma al contrario: nel mondo di oggi è richiesta sempre più specializzazione. Questo fa sì che le tue conoscenze diventano obsolete molto in fretta, e non solo – si rischia di perdere lo sguardo di insieme. O peggio, si rischia che lo sguardo di insieme resti appannaggio dei professionisti della tuttologia, della chiacchiera e della fuffa.

        Perché se ieri era forse possibile parlare con competenza di molti argomenti diversi tra loro, oggi probabilmente non lo è più: e infatti, quando qualcuno fa l’esperto di politica, calcio, vino, teatro e musica, non è né Pascal né Newton. E’ Andrea Scanzi.

        ***

        Poi non so se e come il sistema possa scomparire. E’ una discussione nella quale fatico a entrare, anche perché come sarebbe possibile – chessò – convincere di botto tutti quanti che la proprietà non esiste?

  3. necroclerico scrive:

    L’unica speranza da coltivare è quella nell’Iceberg che distruggerà la pagliacciata del liberalismo, del mercato e della civilizzazione.

    Come prevede il grande Theodore J Kazinski

    http://www.inventati.org/anarkids/nave.html

    • Pietro scrive:

      Qualcuno che conosce inventati oltre me, che bello! 😀

    • Miguel Martinez scrive:

      “Come prevede il grande Theodore J Kazinski”

      Grandissimo animo di vero americano.

      • Z. scrive:

        Con competenze che andavano ben al di là della mera teoria, sino al confezionamento artigianale di ordigni esplosivi di uso quotidiano.

        Il racconto è scritto bene, ma alla fin fine non è che una versione molto lunga di “ah se ci fossi io, io sì che saprei cosa fare per sistemare tutto!”. Una frase che sento almeno una decina di volte al giorno.

        Certo, Unabomber la scrive meglio 😀

  4. Moi scrive:

    HIGHLIGHTS 😉

    […]

    Il termine “essere avanti” è tipico dell’ideologia, e del totalitarismo: sostituisce domande molto scomode. Del tipo: quello che dico è vero o falso? Giusto o sbagliato? Utile o dannoso? Tutte domande che il progressista si esime dall’affrontare. Basta che dica al disturbatore le gliele pone: “Sei indietro . Io sono avanti. La classe politica è meno avanti dei cittadini. Lo dicono le statistiche. E tu sei un kattolico oscurantista, ancora co ‘sta metafisica! […]”.

    […]

    Non chiedete mai “avanti rispetto a cosa”. Perché si può essere “avanti” nella disgregazione sociale, nella patologia e nel degrado, ossia avanti in basso. […]

    [cit.]

  5. Moi scrive:

    … E il mancato commento eristico del Blondy 😉 :

    […]

    Esiste solo “Il processo evolutivo”: un evoluzionismo per cui il coronamento del tipo umano – ai tempi di Darwin il WASP, bianco-anglosassone-protestante – è cambiato: adesso il punto più eccelso dell’evoluzione umana è la Kulandra.

    […]

    • Z. scrive:

      Ricordo sempre a tutti che c’è un solo Blondy: Alpha Blondy.

      Una versione pitchata di uno dei suoi brandi più celebri, Sebe Allah Y’e, è stata l’indiscussa regina di tutti gli eventi afro della Riviera romagnola negli anni Novanta. Tutti la ballavano, tutti la canticchiavano, tutti la aspettavano per scatenarsi in pista.

      Se qualcuno di voi ha frequentato la Riviera all’epoca, se lo ricorderà certamente. Eppure, quasi certamente nessuno di voi ha prestato orecchio a come inizia quel brano. E’ ora di rimediare, e ci sono io per questo. Per voi.

      Moi, questa è soprattutto per te. Per tutti, ma soprattutto per te:

      https://www.youtube.com/watch?v=l3ynEm9oiy0

  6. Grog scrive:

    Il liberalismo è una terribile malattia contagiosa peggiore della peste nera, ha provocato più disastri e morti di tutte le guerre Greco Persiane, Romane, di Gengis Kan e di Attila messi insieme, tutti i mostri ideologici sono stati generati dal liberalismo per questa ragione BISOGNA RESISTERE.
    – I gatti sanno individuare BENISSIMO I LIBERALI infatti non so per quale ragione soffiano e li graffiano.
    – I cani non sono affidabili perché un poco tontoloni ma possono essere utili se di grossa taglia da LANCIARE SUL LIBERALE.
    – Si resiste al liberalismo giocando a bocce e giocando a tressette, si resiste al liberalismo PERDENDO TEMPO A CHIACCHERARE CON GLI AMICI.
    – Ed infine si resiste al liberalismo in MODO ATTIVO quando possiamo indisturbati ARRECARE DANNO A NOTI LIBERALI, danno fisico e morale che possibilmente conduca alla morte ed alla pazzia.
    – Per ogni LIBERALE ELIMINATO dovrebbe esistere un nastrino od una medaglia da indossare sulla pettorina.
    Grog!
    Grog!
    Grog!
    Grog!
    Grog!
    Grog!
    Grog!
    Grog!
    Grog!

    • Francesco scrive:

      Si resiste al liberalismo giocando a bocce e giocando a tressette, si resiste al liberalismo PERDENDO TEMPO A CHIACCHERARE CON GLI AMICI.

      quindi Croce è un eroe della resistenza al liberalismo?

      😀

  7. rosalux scrive:

    I diritti universali dell’uomo sono un prodotto della cultura umana tanto quanto la difesa delle tradizioni o i confini tra le nazioni, dunque non esistono a priori e sarebbe insensato sostenerlo. Ci sono delle forze politiche che li sostengono e altre che li avversano, e ci sono processi culturali ed evolutivi che si impongono con molta più forza delle ideologie. Le culture umane sono evolutive, ciò che non esisteva prima inizia ad esistere, ciò che esiste cessa di esistere: la politica e l’ideologia, che sia il fascismo o il liberalismo, possono relativamente poco. Il mezzo su cui scriviamo noi tutti in questo momento ha la capacità di azzerare le differenze tra uomo e uomo, tra cultura e cultura, molto di più di quanto non ne abbia il pensiero liberale di favorire il fenomeno o il comunitarismo di avversarlo, e questo processo è lo stesso che è iniziato con la ruota. L’essere umano è – di fatto – scrivibile, ed è la cultura a scriverci sopra. Annulli le distanze culturali? Avrai degli uomini più simili. L’illusione è forse quella di potersi autodeterminare e autoscrivere. Salut.

  8. Z. scrive:

    Habs,

    ti devo da tempo una risposta su Negri, che per qualche motivo non mi fa scrivere. Ogni volta che ci provo mi dice “forbidden”. Ma forbidden cosa, miseriaccia! aiuto!

  9. Moi scrive:

    http://www.filosofico.net/tonynegri.htm

    Diego Fusaro ha lasciato che fosse scritto ” Tony “, cone Little Tony ?! 😀

  10. francydafne scrive:

    Quindi da “buon” fiorentino preferisci il duca Cosimo de’ Medici al banchiere Bindo Aldoviti, giusto? Fra i due non saprei proprio chi scegliere, ma temo che non farei un tifo sfegatato per il duca….

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