Babbo Natale a Firenze

L’altro giorno, mi dicono che stanno per dare lo sfratto esecutivo a Renzino.

Così alle otto di mattina, con un freddo che pizzica le orecchie, ci troviamo in una decina davanti alla sua casa, nell’ultima stradina di tutte di San Frediano, dopo il tabernacolo del Maestro di Signa. Che si racconta che tanti anni fa, quando di qua passavano le greggi, le pecore sparivano misteriosamente dentro le strette casette buie, una pecora a destra e una a sinistra.

Immagine_d_restauroSulla porta di casa, c’è il Renzino, baffetti bianchi, settantotto anni portati con dignità da vecchio artigiano, che ci saluta; e c’è pure  Giulio, che avrà più o meno la stessa età e che lo sfratto ce l’ha tra tre mesi.

Renzino spiega

“Io ho una pensione di 600 euro al mese, l’affitto costa 750 euro, che devo fare? Al Comune mi hanno detto che potevano trovarmi posto all’Albergo Popolare…”

“Dove la notte ti rubano tutto e dalle nove di mattina alle sette di sera ti buttano fuori per strada…”

“Sì, poi mi hanno parlato di una cosa della Chiesa, che forse hanno una branda, devo andarci a parlare”.

In quel momento, arrivano insieme il padrone di casa, il suo avvocato, un poliziotto in borghese e l’ufficiale giudiziario, che riconosco subito.

E’ una ragazza dall’aria simpatica, sempre un po’ imbarazzata e che immagino, se non avesse il mutuo da pagare, preferirebbe fare qualunque altro mestiere.

Il padrone di casa comincia a inveire.

“Ho settantott’anni anch’io, ho solo la pensione e questa casa, e questo qui non paga l’affitto da sei anni! Ho un bypass e tre operazioni! Qui dentro se non ci credete ho tutti i documenti medici, sono malato! E questo figlio di puttana se ne deve andare da casa mia! Ho i miei diritti!”

E si gira verso il poliziotto: “ci voleva una carica de’ harabinieri, e invece c’è solo lei! E’ uno schifo!”

Gli dico, “capisco, ma l’inquilino dove dovrebbe andare?”
“Che c… ne so, sono c… suoi! A lui gli fa comodo, che non paga! L’appartamento è mio!”

Provo a dire, che se i due settantottenni fossero andati insieme a chiedere una sistemazioni in Comune, forse avrebbero ottenuto di più, e il proprietario certamente non avrebbe dovuto pagare un avvocato; e si sarebbe risparmiato il mezzo infarto che si sta costruendo tutto da solo.

Ma il tipo non ha una gran voglia di ascoltare. Riconosco subito il personaggio, i cui cloni occupano milioni di case buie di anziani arrabbiati in tutta Italia, dove l’unico lusso è il televisore sempre acceso. Anche quando si è ricchi.

“Pezzo di m…!” grida il settantottenne proprietario e comincia a prendere a pugni il settantottenne inquilino.

L’avvocato trascina via a forza il proprio cliente.

In quel momento, arriva Lorenzo Bargellini, che se siete di Firenze lo avrete sentito nominare nelle favole.

Lorenzo Bargellini per tanti è la prova che Babbo Natale esiste: avete presente, la famiglia sotto la neve, senza un tetto, la notte, la mamma che stringe al petto il bambino che tossisce, poi passa uno sconosciuto dall’aspetto improbabile (in questo casa con i capelli lunghi e senza barba) e le regala una casa senza chiedere assolutamente nulla in cambio?

Il mestiere (non retribuito) di Lorenzo Bargellini consiste nel far incontrare domande e offerta: le migliaia e migliaia di case che a Firenze marciscono senza inquilini, e le migliaia e migliaia di persone che nel Disneyland del Rinascimento non hanno un tetto.

Secondo i suoi ammiratori, questa sua attività gli avrebbe fruttato finora 400 denunce.

Siamo a Firenze, e quindi è giusto dire che Lorenzo è il nipote di Piero, famoso sindaco democristiano di Firenze ai tempi dell’alluvione, che raccoglieva storie nei vicoli di San Frediano e raddrizzava ingiustizie.

Il poliziotto, che evidentemente è una persona intelligente, lo chiama: “Lorenzo, vieni qui un momento!”

I due si allontanano insieme, parlottano, poi il poliziotto parla con l’avvocato, l’avvocato parla con l’ufficiale giudiziario, che con evidente sollievo comunica che lo sfratto è rimandato al 10 febbraio.

Anche se tutti sappiamo che entro il 10 febbraio, nessuno sarà in grado di risolvere i guai dei due settantottenni.

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254 risposte a Babbo Natale a Firenze

  1. Peucezio scrive:

    Tienici informato sugli sviluppi.
    In uno stato serio,lo stato esproprierebbe l’appartamento, dandolo in proprietà all’anziano inquilino, e darebbe un giusto indennizzo al proprietario, in modo che se ne compri un altro altrove e lo affitti a studenti fuori sede.
    Certo, ci vogliono soldi. Se non facessimo una politica scientifica di smantellamento e liquidazione dell’economia italiana alla speculazione finanziaria straniera, i soldi ci sarebbero.

    • PinoMamet scrive:

      OMDAP

    • Pietro scrive:

      L’Italia sta tentando di fare la tigre asiatica… Follia!

    • Roberto scrive:

      Credo che non esista e non sia mai esistito uno stato al mondo in cui si faceva una roba simile

      Piuttosto in uno stato serio esiste un’edilizia popolare seria, e magari non esistono pensioni da 600 euri

      • giovanni scrive:

        stai scherzando? Negli USA un cittadino su 10 da quando è iniziata la crisi ha smesso di essere proprietario della casa in cui viveva, figurati che fine hanno fatto quelli che nemmeno ai tempi d’oro si potevano permettere un mutuo che veniva stimolato con ogni mezzo possibile da governo e banche…

        • roberto scrive:

          a cosa ti riferisci?

          io a questo “lo stato esproprierebbe l’appartamento, dandolo in proprietà all’anziano inquilino, e darebbe un giusto indennizzo al proprietario” che mi pare non sia mai stato fatto negli USA né da nessuna altra parte (nemmeno in URSS dove il concetto di “giusto indennizzo” era un biglietto per la siberia se protesti)

      • Moi scrive:

        Esistono perché esistono pensioni statali da 90.000 euro al mese e Falsi Invalidi con il Diritto Acquisito grazie al Voto di Scambio con i Professionisti della Poltrona (NON certo in senso di ditte di sofà …) di 30 e più anni fa.

        • Moi scrive:

          Giovani con partita IVA per fare i “banali” impiegati perché il Uèlfer se lo so’ mmagnato i Penz’ionati Bèbbi di 30 e più anni fa, secondo le medesime modalità “politiche” di cui sopra …

        • Roberto scrive:

          Sono d’accordo e aggiungerei che esistono quelli che non pagano i contributi dei propri lavoratori, quelli che non pagano le tasse, indipendenti che lavorano al nero tanto al domani ci si penserà eccetera

    • Francesco scrive:

      Peucezio

      ma questo Stato serio tu lo hai mai visto? a me, come a Roberto, non risulta

      i migliori sono quelli che riescono a realizzare ospizi pubblici per i poveri e, in qualche caso, edilizia popolare sovvenzionata

      ma non penso certo di conoscere ogni Stato dell’orbe terracqueo

      ciao

      PS su dove siano i soldi per farlo, invece, attendo con ansia delucidazioni, perchè mi pare proprio che di soldi non ce ne siano punto nelle casse dello Stato

    • necroclerico scrive:

      @Peceuzio

      uno stato serio non deruba i proprietari di quel che hanno, indennizzo o no, anzi è fuori discussione. uno stato serio impicca ladri e politicanti e ricava da loro quel che manca ai meno fortunati.

      scusate, ma a tutti i paladini dell’esproprio ricordo che è figo tesserne le lodi, quando espropriano sempre la casa del padrone altrui, ma se toccano le quattro mura che hai ottenuto in proprietà o eredità, e come cambia (giustamente) la musica.

      • necroclerico scrive:

        Va da sé che mi dispiace per “Renzino” ammiro Bargellini ma prima di tutto senza e e senza ma sono dalla parte dell’anziano proprietario. Che non è neanche una banca svizzera….
        E non condivido stavolta la posizione e le simpatie di MM.

  2. Roberto scrive:

    “Ho settantott’anni anch’io, ho solo la pensione e questa casa”

    E dove vive?
    Se è vero e se è vero che da sei anni l’inquilino non paga (sempre ascoltare le due parti!) beh capisco capisco che sia leggermente irritato.

    Tu dici “fossero andati insieme al comune”
    Se la storia raccontata è vera (non mi stancherò mai di sottolinearlo) perché l’inquilino non è andato lui in comune?

    • Pare che ci sia andato, ottenendo la costruttiva risposta riportata nel testo.
      L’Albergo Popolare è quello che altrove si chiama “Ospizio de’ Poveri Vergognosi” o “de’ Poveri Vecchi” e fin dalla denominazione ricorda un contesto che stra fra Dickens e De Amicis. Dickensiana è spesso la povertà di chi vi si rivolge, mentre rimanda a De Amicis l’aura di carità pelosa che circonda il concetto stesso di quell’istituzione secondo una prima impressione che ci si augura sbagliata.

      • Miguel Martinez scrive:

        “L’Albergo Popolare è quello che altrove si chiama “Ospizio de’ Poveri Vergognosi” o “de’ Poveri Vecchi” e fin dalla denominazione ricorda un contesto che stra fra Dickens e De Amicis.”

        E’ un luogo dove ti fanno stare in brande in una stanzetta condivisa per due o tre settimane (non mi ricordo i tempi esatti) che possono o no venire rinnovati: ho un amico – un brillante artigiano napoletano caduto in disgrazia per una storia di debiti – che quando scadevano le tre settimane, andava poi a dormire sui treni in sosta alla stazione, sfuggendo sia ai poliziotti che ai balordi.

        Alle nove di mattina, tutti fuori, che splenda il sole o ci sia il temporale, rientro alle sette di sera.

        Ovviamente, l’Albergo Popolare ha tutta una propria fauna, che ci si è adeguata, grazie in genere ad abbondanti dosi di alcol, e la cui filosofia di vita si riassume nel discorso di uno degli “ospiti”, che diceva che preferiva stare in carcere, perché in carcere si possono vedere tutte le partite su Sky.

        Nel frattempo, ogni sera qualcuno viene derubato, per cui a chi va a finire all’Albergo Popolare, regalo quando posso un marsupio, da tenere attaccato alla cintura e sotto il maglione quando dorme la notte.

        Gli italiani accusano immediatamente i marocchini, motivo per cui all’Albergo Popolare, la simpatia per Salvini è alle stelle; e i marocchini s’incavolano, perché sanno benissimo chi è che ruba, e non sono loro.

        Questo è il mondo che il Comune offre al nostro artigiano pensionato con i suoi 600 euro.

        Alla carica, harabinieri!

        • Miguel Martinez scrive:

          Chiaramente, la maggior parte degli ospiti si trascinano dalle 9 di mattina alle 7 di sera in Piazza Tasso, dove di tanto in tanto vengono fatti oggetto di reportage sul Degrado della Piazza che Non Se Ne Può Più e confusi con:

          1) le cacche dei cani nelle aiuole
          2) i centri sociali
          3) i campi Rom
          4) la diffusione della cocaina e il ritorno dell’eroina

    • Miguel Martinez scrive:

      “dove vive” Chiaramente un’altra casa ce l’ha, intendeva dire che quella casa era l’unica fonte di reddito oltre alla pensione.

      Certo che l’inquilino è andato in Comune, infatti è lì che gli hanno detto che lo potevano far dormire all’Albergo Popolare.

      Se fossero andati però in due, forse avrebbero ottenuto di più. Ma certa gente non si sogna nemmeno di collaborare con il prossimo.

      • Peucezio scrive:

        Ma io vorrei capire, fino adesso è campato ‘sto padrone di casa, mica è andato in rovina, no?
        Noi molti anni fa investimmo in un monolocale ai Navigli, mia madre in uno, mio zio in quello attiguo.
        Erano abitati da una donna anziana e da un signore di mezza età.
        Pagavano un fitto simbolico, ma sapevamo che entrambi non erano eterni, non ci siamo sognati di cacciarli. Tra l’altro il povero uomo di mezza età è morto prima della vecchietta, di incidente stradale.
        Quando poi sono morti, abbiamo ristrutturato il tutto e cercato degli affittuari a prezzo di mercato.

        • Roberto scrive:

          E se gli affittuari a prezzo di mercato non pagassero, come dici tu
          “Lo stato esproprierebbe il monolocale ai Navigli, dandolo in proprietà agli inquilini”

          • izzaldin scrive:

            diamo atto a Peucezio però di non aver sfrattato la signora anziana per affittare al quadruplo a studenti fuorisede.
            i rapporti padrone di casa / inquilino possono essere al veleno o appunto può esserci una collaborazione.
            Se uno vuole “sgubbarci” a tutti i costi allora caccia la vecchia che ha sempre vissuto là per avere 300 euro in più al mese. sennò lascia vivere

  3. Roberto scrive:

    Miguel,

    1. Tizio ha una casa nella città x. Trova un lavoro nella città y ma vuole prima o poi tornare a x. Da quindi in locazione la casa a x e con i soldi del l’inquilino paga un affitto nella sua nuova casa a y. L’inquilino non paga più.
    Cosa deve fare tizio? Smette pure lui di pagare l’affitto?

    2. Tizio ha due figli. Con i suoi risparmi si è comprato una casa destinata ad uno dei suoi figli. Nel frattempo la da in affitto. Il figlio di tizio, un insegnante precario di filosofia, incontra una giovane praticante avvocato (200 euri al mese) e decidono di sposarsi. Tizio vuole recuperare la casa, ma intanto l’inquilino non paga e non se ne vuole andare.
    Che fanno il figlio di tizio e la fidanzata?

    3. Caio, normale impiegato, eredità la casa della mamma morta. Decide di affittarla, guadagna poco è un po di soldi gli fanno comodo. L’inquilino non paga e nel frattempo la ditta di caio fallisce e lui rimane a spasso. Che deve fare caio?

    (Tre episodi tratti da situazioni più o meno reali nella mia cerchia di amicizie e famiglia negli ultimi anni)

    • Se fosse interiorizzato il concetto che la casa è una e che non si vende perché ci devi abitare e stop (con buona pace di una torma di indossacravatte che in una pubblicità che mi ha sempre messo i brividi si dicevano in grado di “far muovere gli immobili” nel “paese” dove mangiano spaghetti) tutte e tre le situazioni non avrebbero avuto motivo di essere.
      Fine della discussione.

      • roberto scrive:

        “la casa è una”

        perché ovviamente nell’italia del 2015 tutti sono in grado di comprare una casa….

        giusto per capirci, il tizio dell’esempio 1 (che non ha scelto di andarsene dalla città x, gli è stato imposto) cosa avrebbe dovuto fare, vendere la casa in cui è sempre vissuto, comprarne un’altra e poi rivendere e ricomprare quando tornerà a casa? e quale vantaggio per l’inquilino moroso, avrebbe potuto comprare la casa se non ha nemmeno i soldi per l’affitto?

        • Mi scuso per l’avventata risposta, che ha una motivazione contingente e che non tiene conto di una miriade di casi più che concreti.
          E’ che sono un po’ stanco.
          Sono stanco di interventi sulle reti sedicenti sociali e sui commenti a blog e gazzette in cui tutti, invariabilmente, se la passano da cani.
          Fami dantesche, fieri morbi, scarogne epocali.
          Come se l’internet del “paese” dove mangiano maccheroni fosse dominata da vedove di guerra in procinto di finire stroncate dalla tisi. Di solito per colpa di Boschi e Boldrini e boiscàut, come qualche anno fa era colpa di Bertinotti Visco e D’alema, per intenderci.

          E poi, porca miseria, tutti a preoccuparsi di figghi pezzi ‘e core, di suocere, di cognati invalidi, di cugini a carico!
          Tutti con lo sfratto esecutivo, le rate del frigorifero e del televisore, le medicine per l’anzianamadresofferente, l’asilonido per i quattro gemelli (uno allergico al nosisabenecosa ma è sempre coperto di macchie bluastre pruriginose, uno celiaco, uno criptorchìdico, uno dislessico).
          Tutti a fare a gomitate nelle gengive per uno di quei paradisi, di quegli zen dei sensi rappresentati dalle case popolari che tantotipassansempravantenegreglizzingarii!
          Mamma mia: un “paese” di scarognati neri.
          Roba da stare attenti: capace portino anche sfortuna.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Se fosse interiorizzato il concetto che la casa è una e che non si vende perché ci devi abitare e stop

        Bene, allora il locatore avrebbe già venduto da sei anni la casa (a chi?) e l’inquilino avrebbe passato gli ultimi sei anni in mezzo alla strada, perché nessuno avrebbe avuto una casa da dargli 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      “Miguel,

      1. Tizio ha una casa nella città x”

      Ma nessuno che pensi che ci si potrebbe battere insieme all’inquilino, perché le istituzioni provvedano a dare un tetto a chi è senza casa e senza lavoro?

      Perché la carica dei carabinieri deve essere sempre il primo pensiero, quando una tua situazione di autentica difficoltà si scontra con la tragedia di qualcun altro?

      • roberto scrive:

        “Ma nessuno che pensi che ci si potrebbe battere insieme all’inquilino, perché le istituzioni provvedano a dare un tetto a chi è senza casa e senza lavoro”

        si miguel,
        ma nel frattempo?
        poi ti ho raccontato storie di minima borghesia non di grandi capitalisti, secondo te che cambia se tizio, diciamo un impiegato delle poste, va in comune con l’inquilino moroso a chiedere di aiutarlo? (oltre al fatto che umanamente noi possiamo provare simpatia per l’inquilino moroso, ma trovo che sia un po’ duro chiedere al proprietario di provare la stessa simpatia per uno che gli sta fregando dei soldi…non mi sono mai trovato in quella situazione ma riconosco la mia umana fallibilità e non so se ci riuscirei)

        • Miguel Martinez scrive:

          “si miguel,
          ma nel frattempo?”

          nel frattempo, finché le istituzioni non provvedono, si cerca di evitare lo sfratto, no?

          • roberto scrive:

            non ci capiamo

            concentriamoci sul caso 1.

            nel frattempo tizio, che non ha più i soldi sui quali contava per pagare l’appartamento che affita, che fa? evita lo sfratto ma si fa sfrattare lui? chiede un prestito in banca per pagare l’affitto? cerca un secondo lavoro? lascia l’appartamento e se ne cerca uno meno costoso?
            chiede un aumento di stipendio?

            scusami ma non ho molta fantasia, ogni idea è benvenuta

            certo tizio è stato un pirla ad affittarsi un appartamento che era probabilmente troppo costoso per lui, ma è lo stesso rimprovero che potrei far all’inquilino

            • Miguel Martinez scrive:

              “concentriamoci sul caso 1.”

              Io parlavo del Renzino.

              Del caso che citi tu, non posso dire nulla, perché non hai detto nulla a proposito dell’inquilino, perché non paga l’affitto, quanto sia alto l’affitto, ecc.

          • roberto scrive:

            “non hai detto nulla a proposito dell’inquilino”

            perché non ne so nulla.

            so che tizio ha passato un guaio veramente serio (uso il passato perché nelal storia vera l’inquilino moroso se ne è andato dopo circa un anno e ora tizio ha un inquilino che paga…pazienza per i soldi persi e irrecuperabili)

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            nel frattempo, finché le istituzioni non provvedono, si cerca di evitare lo sfratto, no?

            Quindi il proprietario paga le tasse su una casa da cui non percepisce nessun reddito?
            Cari risparmiatori italiani, dovevate spendere tutto il vostro stipendio a mignotte invece di passare 20 anni a pagare mutui per offrire case gratis a perfetti sconosciuti!

            • Miguel Martinez scrive:

              “Quindi il proprietario paga le tasse”

              E l’altro si deve quindi, secondo te, godere la pioggia di gennaio a Piazza Tasso, per non far pagare le tasse a vuoto al proprietario?

              Io non sto colpevolizzando il proprietario, ma mi sconvolge come alcuni si mettano nei panni suoi senza nemmeno immaginarsi i panni dell’altro.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Io nei panni dell’inquilino non avrei preso una casa a 750 sapendo di non poter affontare quel canone. Insomma, non giriamoci intorno: non era tenuto in ostaggio lì dentro e i debiti si pagano.
            Altrimenti tutti ci mettiamo a fare il cazzo che vogliamo.

        • Miguel Martinez scrive:

          “econdo te che cambia se tizio, diciamo un impiegato delle poste, va in comune con l’inquilino moroso a chiedere di aiutarlo?”

          Che siamo in Italia, e quindi una soluzione si trova.

          • PinoMamet scrive:

            Posso confermare.

            “La legge” è una macchina fatta di parole, commi “che parlano chiaro” (o per niente), scadenze, date, udienze…

            Le persone, anche nei ruoli istituzionali, sono persone;
            e quando si ricordano di esserlo, allora quei commi non parlano più tanto chiaro, quelle scadenze ohimè sono già scadute oppure via c’è modo di rinviarle, a quella telefonata dell’incazzoso creditore (che tutti sanno che è uno strozzino, ma riesce a stare sul filo del rasoio della legalità apparente) l’ufficiale giudiziario non risponde, è sempre occupato…

          • Francesco scrive:

            Pino

            non credo fosse tua intenzione ma hai appena scritto un bello spot per la campagna elettorale di Maggie!

            se aggiungo che sono d’accordo con quanto scrive sopra MT “Altrimenti tutti ci mettiamo a fare il cazzo che vogliamo.” e il costo sociale di questo è incalcolabile (diciamo la distanza economica, sociale, civile, tra Palermo e Francoforte)

            oggi dovrebbe piovere!

            com’era quella frase di Miguel sull’economia politica?

            ciao

  4. Roberto scrive:

    Ah dimenticavo, quando cercavo casa qui in Lussemburgo, ne avevo vista una bella in un quartiere che mi piaceva. Il proprietario era tornato al paese suo (portoghese se non ricordo male) aveva affittato la casa ad una famiglia (di svedesi). Il proprietario voleva vendere per comprare casa in Portogallo, gli inquilini da un anno non pagavano.
    La casa era messa in vendita alla metà del prezzo di mercato, ma con gli inquilini morosi dentro (è rimasta in vendita almeno per un altro anno e cazzi del proprietario portoghese se intanto si paga un affitto regalando la sua pensione ad un proprietario)

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Mettiamola così, con un proprietario veramete infame.
      Tizio è un feroce capitalista d’assalto che coi soldi delle sue imprese dove sfrutta i dipendenti e talvolta si dimentica anche di pagare gli stipendi compra un impero immobiliare di appartamenti locati. Peccato che i suoi inquilini siano morosi.
      L’impresa del biekiSSimo Tizio fallisce e si apre una procedura fallimentare, dove in prima fila ci sono i lavoratori che vogliono essere finalmente pagati. Si cerca di piazzare l’impero immobiliare di Tizio, ma le aste vanno a vuoto perché le case sono tutte okkupate da morosi.
      Credete che i lavoratori vedranno mai un soldo?

  5. Roberto scrive:

    Con questo non voglio mettere la croce sugli inquilini morosi che avranno sicuramente le loro ragioni (con l’eccezione degli svedesi di cui sopra che erano dei semplici delinquenti).
    Giusto farti notare l’esistenza di ottime ragioni per i proprietari per farsi venire un infarto

  6. PinoMamet scrive:

    Sì vabbè, però, ora io non c’ho presente la casa del Renzino, ma nessuno che si chiede se 750 euro, da chiedere a uno che ne prende 600 di pensione, è un prezzo giusto?

    Dice, eh ma il Renzino se non gli stava bene poteva trovarsene un altro più economico. Sì, parli bene te, ma sei andato a vedè se si trovano?
    Noi stiamo parlando sulla carta: facile.

    Poi magari (io giudico dai casi visti da me: non mi invento niente, la proprietaria dell’appartamentino/mansarda minuscolo dietro casa mia, quello stavano i Rom, è una vera stronza e queste cose le fa) il proprietario lo ha affittato subito a un prezzo basso, poi mano mano sale, sale, sale…
    non ti va bene? “carica dei carabinieri”…
    oppure quei contratti fittizi, da cui risulta che… così ci pago meno tasse… e invece….

    insomma, va bene tutto (dico specialmente a Roberto) ma tu parli sempre di esempi in cui il proprietario è innocente, e l’inquilino un pezzo di merda.

    Io nella realtà italiana vedo quasi sempre il contrario.

    • Miguel Martinez scrive:

      Io credo di aver raccontato in modo abbastanza obiettivo quello che è successo. Ho citato più o meno esattamente le parole del padrone di casa, e se l’ho descritto come un po’ esagitato (che non è un male di per sé) è perché lo era davvero.

      Non dico nemmeno che avesse torto.

      Io aggiungo però qui (e non nel testo) la mia opinione sulla categoria incarnata dal padrone di casa.

      Il vecchio (nel paese più anziano del mondo) con la sua roba (poca o molta che sia non importa), con la paura della carestia, la televisione sempre accesa su un tavolo austero in mezzo a oscuri armadi, con gli anni che passano che invece di addolcirlo lo rendono più rancoroso, abbandonato dai figli, che non potrebbe mai sognare di fare qualcosa assieme a qualcun altro, visto che il mondo intero gli è nemico.

      E che vive in simbiosi con un avvocato che odia e che sospetta che lo stia truffando, ma che ha il magico potere di chiamare la polizia che può far male a chi gli vuole male.

      E’ qualcosa di molto diverso dalle multinazionali della speculazione, però milioni e milioni di vecchietti rancorosi come questo qui assicurano che non ci possa essere un “popolo” (il mio vecchi discorso) in grado di frenarle.

      • Miguel Martinez scrive:

        Questi vecchietti rancorosi e profondamente conservatori hanno garantito anche la distruzione di ogni tradizione in Italia.

        Pensiamo, come esatto contrario, ai sudtirolesi, che appena c’è un incendio nel maso del vicino, accorrono; appena c’è da organizzare la banda del paese, fanno a gara a suonarci.

        In questo caso, la Toscana è molto particolare, perché si trovano entrambe le tendenze all’ennesima potenza, terribilmente confuse tra di loro.

        • Miguel Martinez scrive:

          Questi vecchietti rancorosi, che schiumano contro gli stranieri, sono i primi a cacciare un altro vecchietto oltrarnino dal quartiere e sostituirlo con cinque senegalesi a 800 euro al mese, oppure con un americano cocainomane a 1000.

          Per poi votare Salvini nella speranza che tenga lontani senegalesi e droga.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        ma che ha il magico potere di chiamare la polizia

        Magari, magari.
        Invece l’avvocato ha il magico potere di stare a perdere ore con gli ufficiali giudiziari, che fissano gli accessi a distanza di mesi, dove al primo accesso (pagato fior di quattrini dalla parte, si intende) non si fa mai nulla, al secondo l’ufficiale giudiziario (per il cui secondo accesso si è ancora pagato profumatamente, si intende) minaccia di chiamare la polizia, la quale FORSE si farà vedere al terzo accesso, ma poi ovviamente si rinvierà tutto con l’intervento dell’amico dell’amico, che farà pagare alla parte anche un quarto accesso. Il tutto perdendo giornate intere e facendo pagare al cliente incazzato un botto di soldi.
        Cliente che quindi si sente truffato dall’avvocato, perché ovviamente crede che sia colpa sua se le cose sono andate per le lunghe.

      • PinoMamet scrive:

        “Il vecchio (nel paese più anziano del mondo) con la sua roba (poca o molta che sia non importa), con la paura della carestia, la televisione sempre accesa su un tavolo austero in mezzo a oscuri armadi, con gli anni che passano che invece di addolcirlo lo rendono più rancoroso, abbandonato dai figli, che non potrebbe mai sognare di fare qualcosa assieme a qualcun altro, visto che il mondo intero gli è nemico.

        E che vive in simbiosi con un avvocato che odia e che sospetta che lo stia truffando, ma che ha il magico potere di chiamare la polizia che può far male a chi gli vuole male.”

        Mi sento di confermare la descrizione di questo tipo umano, parola per parola.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Sì vabbè, però, ora io non c’ho presente la casa del Renzino, ma nessuno che si chiede se 750 euro, da chiedere a uno che ne prende 600 di pensione, è un prezzo giusto?”

      Io non ho idea di cosa si un prezzo giusto, ma rimango colpito dal fatto che tra i due, non si pensi prima a quello che rischia di finire all’Albergo Popolare.

      Perché è quello il destino che attenderà sempre più gente, magari anche alcuni di noi, ed è bene rifletterci da subito.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Guarda, non so come funzioni a Firenze e mi sembra strano che in quel circondario la polizia si presenti al primo accesso, ma in genere l’ufficiale giudiziario va e viene un po’ di volte (e quindi si sborsano un bel po’ di soldi) prima che finalmente il bene venga rilasciato.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Guarda, non so come funzioni a Firenze e mi sembra strano che in quel circondario la polizia si presenti al primo accesso”

          Infatti, stiamo parlando dello sfratto esecutivo, e anche qui – come giustamente noti – lo sfratto è stato rinviato.

          Allora, tu vuoi mandare Renzino all’Albergo Popolare, o direttamente per strada, visto che è colpa sua che non paga 750 euro al mese?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Se fossi stato io il padrone di casa, quell’appartamento non glielo avrei mai locato vedendo che era al di sopra delle sue possibilità, quindi il signore avrebbe passato gli ultimi 6 anni all’albergo popolare, senza troppi complimenti.

            • Miguel Martinez scrive:

              ripeto:

              A me interessa sapere quale dei tre destini auspichi a Renzino, con i suoi 600 euro mensili:

              – Albergo Popolare
              – branda in “qualcosa della Chiesa”
              – tendina per strada (non nel centro storico, che deturperebbe il Decoro)

          • PinoMamet scrive:

            Maurì, non me ne volere, ma non credo che i proprietari, come insieme, siano più stupidi di te (o di me, o di qualunque altro).

            Semmai, a volte, un po’ più avidi o gretti.
            (Sul tipo umano, rimando alla descrizione di Miguel).

            Se affittano a una persona, è perché si aspettano che questa persona possa pagare l’affitto.
            Poi gli accollano tutte le spese possibili e immaginabili, rifiutando anche il minimo lavoro di miglioria:
            perché? breviter, sono stronzi, per motivazioni più articolate, vedi sopra.

            Ci sono anche quelli disonesti, che fanno affitti parzialmente in nero, che è una doppia fregatura per l’inquilino.

            Poi, tu dici “al di sopra delle possibilità”, come se si trattasse appunto della reggia di Caserta.

            Maurì, quegli appartamenti (io giudico dalla proprietaria di quello vicino a casa mia, e altre situazioni analoghe reali ) sono semmai al di sotto del loro prezzo .

            Sono sovraprezzati, e l’inquilino si lamenta?, bene, hai anche il pretesto per cacciarlo…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Sono sovraprezzati, e l’inquilino si lamenta?, bene, hai anche il pretesto per cacciarlo…

            Come dimostra il caso di Renzino, cacciare un inquilino che non paga è molto difficile e molto dispendioso.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sì vabbè, però, ora io non c’ho presente la casa del Renzino, ma nessuno che si chiede se 750 euro, da chiedere a uno che ne prende 600 di pensione, è un prezzo giusto?

      Giusto, infatti io non percependo reddito domani mi prendo in affitto la reggia di Caserta gratis. E se provano a chiedermi anche un solo euro mando te a fargli un culo così! 😀

      • PinoMamet scrive:

        Perché, il Renzino abitava nella reggia di Caserta?

        Oppure non percepiva reddito, e con un atto di prepotenza si è appropriato dell’appartamento del proprietario?

        Maurì…
        non sceneggiamo troppo, dai.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Io distinguo due tipi di ragionamenti: quelli corretti e quelli sbagliati. E’ una distinzione puramente formale, quindi se un ragionamento in certi casi non fila, allora è un paralogismo.

        • PinoMamet scrive:

          Se il ragionamento fila, ma non c’entra niente, non c’azzecca col caso in questione, non vedo comunque come possa essere corretto utilizzarlo come esempio…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Il ragionamento che proponi è: il prezzo di un bene deve essere proporzionato al reddito di chi ne usufruisce. Oppure, più limitatamente, il canone deve essere inferiore al reddito del conduttore.
            In entrambi i casi, è una petizione di principio che non fila.

          • PinoMamet scrive:

            Ma no, Maurì, a parte la proposta di Peucezio più sopra, ahimè irrealizzabile, io propongo un ragionamento molto più semplice:

            il prezzo di un bene deve essere proporzionato al bene stesso, e le spese di locatore e locatario devono essere divise secondo legge, ma secondo legge davvero, no “ehi mi dispiace ma io questo lavoro non lo voglio fare, fallo te; ah così non hai più i soldi per pagare l’affitto? e allora vattene in strada o chiamo i carabinieri…”

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            il prezzo di un bene deve essere proporzionato al bene stesso

            Io non so che contratto avesse Renzino, ma esistono le locazioni a canone concordato. Se aveva il canone concordato, allora si vede che forse l’appartamento quei 750 euro mensili li valeva. Ovvero non proprio un alloggio risicato.

    • roberto scrive:

      ” tu parli sempre di esempi in cui il proprietario è innocente, e l’inquilino un pezzo di merda”

      ti ho parlato di casi che ho conosciuto direttamente e non ne faccio una questione di “innocenza” o “colpevolezza”.
      cerco semplicemente (ma senza successo) di farvi notare che al dilà di qualsiasi questione morale, un debito non pagato può essre una vera tragedia per il creditore.

      il creditore addà mori’?

      puo darsi che sia la risposta, ma non ne sono così sicuro
      (il caso di mauriicius spiega chiaramente perché pure il pezzo di merda non deve morire)

      • Miguel Martinez scrive:

        “il creditore addà mori’?”

        Il creditore ha i carabinieri, prima o poi rientra in possesso della sua fonte di reddito e non muore, tranquillo.

        A me interessa sapere quale dei tre destini auspichi a Renzino, con i suoi 600 euro mensili:

        – Albergo Popolare
        – branda in “qualcosa della Chiesa”
        – tendina per strada (non nel centro storico, che deturperebbe il Decoro)

      • PinoMamet scrive:

        “il caso di mauriicius spiega chiaramente perché pure il pezzo di merda non deve morire”

        Permettimi, ma il caso di Mauricius non è neanche un caso, altro che spiegare qualcosa.

        è un’invezione: c’è un inquilino senza reddito che occupa uno stabile di pregio (la reggia di Caserta nel suo esempio) e minaccia il proprietario del medesimo.

        Bel caso, non escludo che possa essere addirittura successo, ma non ha niente a che vedere con quello che succede al Renzino, né a quello che succede a migliaia di inquilini reali .

        Poi se vogliamo divertirci a sceneggiare, avanti: è il mio lavoro.

        Se invece vogliamo parlare di problema degli affitti, edilizia popolare ecc., beh, direi che il vostro exemplum fictum non è molto pertinente…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          No, diceva il caso dell’imprenditore. Se vai nel sito delle aste giuudiziarie trovi parecchi casi di questo tipo.

      • paniscus scrive:

        ” tu parli sempre di esempi in cui il proprietario è innocente, e l’inquilino un pezzo di merda”
        ———
        ti ho parlato di casi che ho conosciuto direttamente e non ne faccio una questione di “innocenza” o “colpevolezza”.

        … e si vede che tu conosci direttamente solo proprietari, e che non hai mai conosciuto direttamente nessun inquilino che non possieda una casa di proprietà.

        Non è che sia una colpa , eh… però almeno un minimo di ammissione di essere condizionato da una conoscenza della realtà da una parte sola, potrebbe starci bene.

        L.

        • Roberto scrive:

          “hai mai conosciuto direttamente nessun inquilino che non possieda una casa di proprietà.”

          Me stesso fino a cinque anni fa.
          I miei genitori nei primi 20 anni di vita comune.
          Mia zia (che tra parentesi a quasi 80 anni ha dovuto cambiar casa perché il proprietario la voleva recuperare)
          Diciamo la metà abbondante dei non lussemburghesi che frequento in Lussemburgo

          Grazie comunque per l’intervento

        • Roberto scrive:

          Ora che ci penso i miei nonni hanno perso tutto durante la guerra e hanno poi vissuto in affitto fino alla fine dei loro giorni

  7. mirkhond scrive:

    “Io non ho idea di cosa si un prezzo giusto, ma rimango colpito dal fatto che tra i due, non si pensi prima a quello che rischia di finire all’Albergo Popolare.

    Perché è quello il destino che attenderà sempre più gente, magari anche alcuni di noi, ed è bene rifletterci da subito.”

    Legalizzando l’eutanasia, se ne risolverebbero di problemi.
    E gli amici di Roberto non dovrebbero preoccuparsi dei loro immobili…….

  8. Mauricius Tarvisii scrive:

    Volete il socialismo? Personalmente sono disponibilissimo a votare a favore, quindi prego, porte aperte, ma se Renzino viene schiaffato dallo Stato ad Empoli poi non si può lamentare e non può scegliersi la casa in Oltrarno.
    Volete l’economia di mercato? Allora Renzino potrà rendersi la casa che vorrà… a condizione che sia in grado di pagarla.
    Non esiste un mix dei due sistemi in cui io mi scelgo la casa e posso non permettermela.

    • Francesco scrive:

      come no? non si chiamava Mamma DC?

      ha lasciato un mucchietto di debiti in eredità ma ha convinto generazioni di italiani che esistesse quel sistema misto … oggi ci stanno solo i debiti e infatti no gode di molta buona stampa

      🙁

  9. Moi scrive:

    Noto che solo in Toscana e in Emilia Romagna sopravvive l’ istinto per le persone direttamente coinvolte (troppo comodo indignarsi in Salotto TV facendo morale ai poveri, quando si ha tutta la sicurezza economica su cui contare a livello personale o familiare !) a “prendersela verso l’alto (sociale)” dinanzi alle ingiustizie sociali … ma temo che stia sparendo.

    ———-

    Torna prima o poi il Topos dell’ Unità d’Italia fatta contro (!) il Popolo anziché per esso … no, NON è “troppo indietro: la Piaga Debito Pubblico inizia proprio allora. L’Italia dal cosiddetto Boom degli Anni Sessanta in poi è stata una potenza nonostante (!) le Classi Dirigenti, NON “grazie” ad esse.

  10. Z. scrive:

    Allora, anzitutto siete ingiusti con Roberto. Che dal suo primo intervento ha scritto:

    “Piuttosto in uno stato serio esiste un’edilizia popolare seria, e magari non esistono pensioni da 600 euri”

    Quindi a me sembra che si sia posto da subito il problema dalla parte di chi subisce lo sfratto e che se lo sia posto nei giusti termini.

    Intendiamoci, trovo normale che faccia resistenza allo sfratto, ci mancherebbe: cosa farei io al suo posto? Presumo la stessa cosa, confidando sulla possibilità di rinvio. Ma da qui a sostenere che il padrone di casa dovrebbe ospitare gli inquilini gratis a oltranza, magari sotto la bizzarra minaccia di esproprio se osa dissentire, ce ne corre.

    Detto questo, se sapessi che Renzino è sotto la protezione di Miguel, al posto del locatore sarei andato direttamente a trattare con Miguel, cosa che potrebbe costarmi meno dell’esecuzione di uno sfratto (che è un salasso non indifferente, al di là dell’onorario del difensore). Non credo invece che avrebbe ottenuto granché a parlare con il Comune: a quanto ricordo, e a differenza di quanto credano alcuni, l’inquilino moroso non gode di particolari priorità nell’assegnazione di un alloggio popolare.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Allora, anzitutto siete ingiusti con Roberto. Che dal suo primo intervento ha scritto:

      “Piuttosto in uno stato serio esiste un’edilizia popolare seria, e magari non esistono pensioni da 600 euri””

      Premesso che siamo in Italia, e non in uno stato serio, ripeto la mia domanda di base.

      A me interessa sapere quale dei tre destini auspichi a Renzino, con i suoi 600 euro mensili:

      – Albergo Popolare
      – branda in “qualcosa della Chiesa”
      – tendina per strada (non nel centro storico, che deturperebbe il Decoro)

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ha 600 euro al mese, quindi…
        Nei mesi/anni che sono passati dalla prima diffida sarebbe potuto andare in un’agenzia immobiliare, indicare il budget disponibile e trovare una soluzione abitativa diversi.
        E sono sicuro che se avesse detto al padrone di casa “guarda che tra un mese levo il disturbo con le mie gambe”, quell’altro sarebbe stato ben felice di non affrontare la grana in tribunale.
        Perché, come vi dice anche Z, tutto questo ambaradan giudiziario costa parecchio.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Ha 600 euro al mese, quindi…
          Nei mesi/anni che sono passati dalla prima diffida sarebbe potuto andare in un’agenzia immobiliare, indicare il budget disponibile e trovare una soluzione abitativa diversi.”

          Credo che tu abbia confuso Firenze con un villaggio in Bulgaria, dove sono certo che avrebbe trovato una soluzione compatibile con una pensione da 600 euro.

          Poi immagino che tu gli avresti pagato un corso accelerato di lingua bulgara.

          • Miguel Martinez scrive:

            Tra l’altro, forse non lo sai, ma la pensione all’estero non te la mandano: pensano che tu debba riscuoterla e spenderla in Italia.

            Quindi in Bulgaria, dovrebbe trovare teoricamente un affitto da 0 euro.

          • Z. scrive:

            Miguel, non c’entra niente con la vicenda dello sfratto, ma chi ti ha detto che non si può riscuotere la pensione all’estero?

            http://www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=8658

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Già l’ho detto: se vuoi l’economia socialista dove la casa ti viene data gratis dallo Stato, allora devi accettare che lo Stato ti sbatta ad Empoli.
            Se invece vuoi decidere dove vivere, allora quello che fa per te è il libero mercato, dove la casa te la scegli, ma la devi pagare.
            Lo stesso vale per le case popolari: lo Stato la casa te la può dare dove riesce, non dove vuoi. E di sicuro non ti fornisce un castello, sia ben chiaro.
            Non ti piace? Allora la casa te la scegli tu e onori il contratto che sottoscrivi.

            Soluzioni alternative?
            Se vogliamo bloccare tutte le procedure esecutive, non c’è problema: i creditori assolderanno picchiatori o si rivolgeranno alla criminalità organizzata, che costa meno ed al primo accesso ti libera l’immobile.

      • Z. scrive:

        Miguel,

        — Premesso che siamo in Italia, e non in uno stato serio, ripeto la mia domanda di base. —

        Non so quale sia la soluzione migliore delle tre, e non so quale delle tre sceglierei al suo posto. Come ho già detto, credo che al suo posto farei quello che ha fatto lui, cioè cercherei di ottenere un rinvio dell’esecuzione.

  11. mirkhond scrive:

    Miguel, chi ha i soldi difende chi ha i soldi.
    E questo smaschera il vero volto di certa sinistra italiana, il cui unico obiettivo è quello di tutelare le “famiglie” dei ricchioni.
    Il tuo povero amico per lorsignori può pure crepare sotto una coltre di neve sui lungarni…..

    • Miguel Martinez scrive:

      Come fare felici due agenti immobiliari.

      “Sai che oggi è venuto un vecchietto in agenzia…”

      “e non l’hai mandato subito a quel paese?”

      “No, avevo voglia di farmi quattro risate. Allora, questo fa, ‘cercavo un appartamento, anche piccolo.’ E gli ho detto, ‘ma io avrei questo monolocale sotterraneo in periferia senza finestre e senza riscaldamento a 600 euro al mese, ma al momento c’è dentro un vecchietto che non paga l’affitto, stiamo cercando di cacciarlo…’ E quello mi fa, ‘ma io ho una pensione da 600 euro’.”

      “Ma pensa che cretino, l’hai mandato a quel paese?”

      “Gli ho detto, ma vattene in Bulgaria, imbecille, che io devo lavorare!”

      “Ci fossi stato anch’io, sai come mi divertivo!”

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Comunque da una rapidissima ricerca vedo che le agenzie hanno in catalogo monolocali per quel budget (< € 400). E questo facendo la ricerca dentro il comune di Firenze, perché ovviamente in provincia i prezzi scendono.
        Poi se credi davvero che l'agente immobiliare di questi tempi rinuncerà alla commissione per poter fare il cretino con un suo collega, allora basta cambiare agenzia 😀

        • PinoMamet scrive:

          Mauricius, ottimo, problema risolto.

          Naturalmente con i 200 euro restanti Renzino dovrà mangiare bere e pagare le bollette, e magari potrà anche succedere che dovrà comprarsi un paio di scarpe o di mutande ogni tanto.

          Sono sicuro che ce la farà, no? e poi che importa, doveva pensarci prima (di cosa? di prendere una pensione così bassa? di nascere in uno Stato che dà pensioni così basse? di vivere?) in ogni caso sono fatti suoi, la legge è rispettata, il Mondo è salvo.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Prima di stipulare, magari? Non so, è un’idea.

            Ma se io andassida un imprenditore, un professionista od un lavoratore autonomo e mi facessi fare da lui un lavoro faraonico e poi non lo pagassi “perché non posso permettermelo, né ora né mai”, tu saresti così fanaticamente dalla mia parte?

          • PinoMamet scrive:

            Ti rimando alla domanda del mio intervento precedente.

            In ogni caso, mi pare evidente che tu non abbia molto chiaro come succede che una famiglia (o un singolo) si faccia sfrattare.
            Ti auguro di non saperlo mai, però, insomma, forse ti farebbe bene ascoltare anche le ragioni degli inquilini.
            Dico così, per imparzialità.

            Ti faccio un esempio molto, molto vicino.
            Una famiglia (non “una famiglia” a caso: una famiglia che conosco molto, molto bene) acquista un’immobile con un mutuo da un privato.
            Fa i suoi conti, e ci sta con le spese.

            Poi qualcosa va storto, ci sono spese impreviste, salta num. 1 rata, e il privato cede il mutuo a una Banca… che a sua volta lo cede a una finanziaria, che poi cambia nome e lo cede a un’altra, nel frattempo il mutuo viene “rinegoziato” e anche se la famiglia si fa in quattro per pagarlo (e avrebbe ormai pagato la casa più di due volte il suo valore) alla fine risulta inadempiente e riceve lo sfratto.

            Ma certo, la colpa è della famiglia che “doveva pensarci prima”…

    • Miguel Martinez scrive:

      “Miguel, chi ha i soldi difende chi ha i soldi.”

      In effetti, trovo sconvolgente l’accanimento contro Renzino, e non riesco a capirne le cause. Non dico i ragionamenti, ma il motivo per cui almeno tre persone qui – che magari per i “profughi” si commuovono astrattamente – abbiano tutto questo astio verso un tizio che sta per essere cacciato all’Albergo Popolare.

      Un tizio che poi è un tipico artigiano toscano, per cui la cosa non ha nemmeno motivazioni razziali.

      E’ un mistero che presumo abbia radici biografiche, ma non saprei quali.

      • Roberto scrive:

        Miguel,

        Non ce l’ho affatto con renzino.

        Semplicemente non ho nessuna soluzione, esattamente come tu non ne hai per i tre casi che ho proposto ed esattamente come quando facevo notare che a qualche centinaia di chilometri da casa nostra ci sono migliaia di persone abbandonate al loro destino in un prato, e tu scrivevi “non c’è posto per tutti” o cose simili.

        Se rileggi con calma i miei interventi di oggi, vedrai che non mi sono affatto accanito con renzino, mi sono più o meno limitato a dire che capisco che al proprietario gli sia venuto un infarto

      • Z. scrive:

        robéluxe,

        immagino che per “accanimento” Miguel si riferisse al padrone di casa, non a te o a Mauricius.

      • Roberto scrive:

        Credo proprio che si riferisca a me, e preferisco spiegare

      • Z. scrive:

        Ah, no, ho letto male. Miguel ce l’ha proprio con chi scrive qui.

        Chi è che avrebbe tutto questo “astio” verso Renzino, Miguel? ed esattamente da cosa lo deduci?

        Io capisco la sofferenza per un dramma che colpisce un tuo amico in difficoltà, Miguel. Ma che senso ha scrivere falsità offensive contro qualcuno per il solo fatto che non condividi le sue opinioni?

        • Roberto scrive:

          Suvvia non esageriamo, più che “falsità offensive” si tratta evidentemente di “incomprensione totale”

        • Miguel Martinez scrive:

          “Io capisco la sofferenza per un dramma che colpisce un tuo amico in difficoltà,”

          Non è un mio amico, l’ho conosciuto la mattina dello sfratto.

          Qui c’è un conflitto tra due persone anziane. Lasciamo perdere torti e ragioni.

          La prima rischia di passare altre mesi senza la sua seconda fonte di reddito oltre alla pensione.

          La seconda rischia di finire all’Albergo Popolare, perché con 600 euro al mese non puoi simultaneamente mangiare e pagare un affitto a Firenze.

          Tre di voi hanno pensato unicamente al problema del primo e non al problema del secondo, in base al principio espresso dal proprietario stesso, “sono c…. suoi.”

        • Peucezio scrive:

          Non hanno pensato al problema del primo, Miguel.
          A loro non interessa la sorte di nessuno dei due.
          Loro semplicemente sono convinti di vivere nel migliore dei mondi possibili, non nel senso che sia un mondo privo di sofferenze, ma nel senso che è un mondo perfetto e non perfettibile, perché basato sulle sarce regole delle società di mercato e quindi su un principio di legalità che venerano come un Totem.

          D’altronde la cifra della contemporaneità e l’essenza della legittimazone morale del potere oggi risiede proprio in questo legalismo fanatico e farisaico.
          Una volta, qualche decennio fa, il male era la diseguaglianza, oggi è la trasgressione delle regole: i vati di questa religione sono i personaggi alla Travaglio e compagni e i grillini sono un troncone del loro clero.
          Ovviamente in quest’ottica ogni ingiustizia sostanziale, purché benedetta dalla legge scritta e dalle regole sacre dell’economia di mercato, è del tutto accettabile, o, meglio, non esiste.
          Se a questo aggiungi un certo compiacimento narcisistico (e non ditemi che non è vero: ognuno ha i suoi vizi, io ne ho altri, voi avete questo) a llevar la contraria sempre e comunque, per il divertimento della contrapposizione dialettica a tutti costi, come mero esercizio autocompiaciuto, non ti meravigli più di come ciò passi anche cinicamente al di sopra di vere tragedie umane.

          Peraltro sono convinto che nessuno dei tre sarebbe indifferente a tragedie del genere, se ci avesse a che fare direttamente (non conosco di persona nessuno dei tre, ma sono lontano dal pensare che siano dei mostri, facendo l’equazione che fa Mirkhond fra opinion e persone, cui sotto sotto penso non creda neanche lui), ma qui dentro, se non rompono le scatole anche sulle cose più serie, non si divertono.
          Mi sa che te li devi sopportare così, in fondo sono fastidiosi ma non mordono 🙂

          • Roberto scrive:

            Mondo migliore?
            Mondo perfetto?
            Legalismo fanatico e fariseo?
            Il male era la diseguaglianza ora la trasgressione alle regole?
            Travaglio e grillini?
            Ogni giustizia sociale è accettabile e non esiste?

            Dicevo a Z di non esagerare, ma pure tu con l’alcol a quest’ora…

          • Peucezio scrive:

            Z. beve l’alcol a colazione?

          • Roberto scrive:

            No lui la sera

          • PinoMamet scrive:

            Robè, devo dire che la vedo più o meno come Peucezio.

            Tu, Z. e Mauricius siete “giurisprudenti”: fa parte della vostra formazione un certo culto delle regole.
            Non voglio entrare in psicologismi che non mi competono (con Mirkhond a volte mi permetto, ma si tratta di argomenti diversi).

            Sta di fatto che quello che studiate, e mettete o avete messo in pratica per lavoro, è proprio il funzionamento delle regole;
            che naturalmente per voi saranno perfettibili, certo, ma intanto ci sono, e “il bello” per voi, il succo della vostra formazione, non sta tanto nel cambiarle
            (per quello c’è Scienze Politiche) o nel capirne il perché (per quello c’è Filosofia) ma nel farle funzionare.

            Il bravo “giurisprudente” non è colui che si interroga sulla sorte di Renzino, insomma, ma colui che diche “ah! Renzino, hai sbagliato la data dell’opposizione al decreto ingiuntivo, mi dispiace, non hai capito bene la regola del gioco e allora hai perso”.

            Oltretutto, mi pare abbastanza evidente (a tutti tranne che a te e a Z.; e sai che provo affetto per entrambi) che sì, siete i più grandi difensori qua dentro del “mondo come è adesso”: sicuramente perfettibile, non siete ciechi né tantomeno scemi, però tutto sommato funzionante, e quindi da mantenere.
            Ogni proposta contraria, di fatto, suscita alzate di scudi, ironia o talvolta scandalo.

            Per quanto riguarda gli inquilini morosi poi, beh, non so proprio cosa vi raccontino all’università, ma non è certo la prima volta che intervenite compatti in difesa della categoria del proprietario;
            che ha iscuramente i suoi diritti e le sue ragioni, ma la cosa è, come dire, statisticamente un po’ sospetta.

            E visto che siete brave persone, umane, con ideali di uguaglianza ecc. ecc., è abbastanza naturale domandarsi “ma chissà perché prendono sempre una parte sola”.

          • Roberto scrive:

            Pino,
            Pure tu!?!

            Almeno con te ci provo partendo da un’altra parte.

            Cominciamo col dire che provo rabbia e compassione per la sorte di renzino (e vabbè pensavo che fosse inutile dirlo ma evidentemente non lo è) e delle centinaia di migliaia di renzini, e che non ho nessuna soluzione per lui/loro. D’altronde lui non ha trovato una soluzione in sei anni, che vuoi che dica io?
            gli direi di prendersi un appartamento con Giulio che magari unendo due pensioni arrivano a trovare qualcosa con due camere, ma io che ne so, forse lui e Giulio si detestano….

            Ciò premesso, del proprietario cosa sappiamo a parte “vivo con la pensione e da sei anni non mi paga”?
            Sarà un porco capitalista, ma magari pure a lui i soldi servono a campare, magari ha debiti, magari conta su quei soldi per aiutare la figlia disoccupata (e con un figlio handicappato)…
            Se è vero che la vicenda si trascina per sei anni, tu puoi dire a renzino, ok resta altri sei mesi, ma poi?

            Infine, io avevo fatto tre esempi di veri e propri drammi per proprietari che non vengono pagati (e uno l’ho abbastanza edulcorato, ma ti spiegherò in privato), prova almeno tu a rispondere ai tre tizi

          • Roberto scrive:

            Aggiungo

            “Il bravo “giurisprudente” non è colui che si interroga sulla sorte di Renzino, insomma, ma colui che diche “ah! Renzino, hai sbagliato la data dell’opposizione al decreto ingiuntivo, mi dispiace, non hai capito bene la regola del gioco e allora hai perso”.”

            Il bravo giurisprudente, si preooccupa della sorte di renzino E della sorte del proprietario.
            Il politico si occupa solo della sorte di renzino (se di sinistra) o solo del proprietario (se di destra).
            Il bravo politico cerca di prevenire situazioni come quella di renzino, ma ammetto che non ce ne sono molti in giro….

          • Roberto scrive:

            Infine, ma qui non potevi saperlo perché entriamo nel personale, per quanto mi riguarda il “bello” sta proprio nel cambiarle le regole!
            le poche volte che ci sono riuscito, pure se si tratta di settori assolutamente secondari, sono stati i momenti più eccitanti della mia vita professionale.
            Solo che cerco di non cambiare (rectius, proporre cambiamenti che più di tanto non posso) a capocchia, cioè prima di cambiare vedo come funziona, se funziona e come potrebbe migliorare un cambiamento

          • Roberto scrive:

            Quest’ultima l’ho aggiunta solo per evitare che pure tu cominci co’ sta solfa peuceschiana del culto delle regole, che, come già spiegato altre volte, per me sono solo una barriera all’anarchia.
            Anarchia alla quale un esserino debole fragile e imbranato come me non potrebbe sopravvivere

          • PinoMamet scrive:

            “Infine, io avevo fatto tre esempi di veri e propri drammi per proprietari che non vengono pagati ”

            Rispondo solo a questo per sintesi.

            Sì, mi hai fatto degli esempi di drammi proprietari;

            è esattamente questo che mi colpisce, come credo pure Peucezio e Miguel.

            Si parla di una singola persona, che è un inquilino/affittuario, e la prima reazione che si ottiene è “ehi, fermi tutti, ma vogliamo parlare dei proprietari?”

            Dai, non negare che sia, perlomeno…. curioso.

            Io dico, visto da fuori. Dacci un’occhiata da lì 😉

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “su un principio di legalità che venerano come un Totem”

            Potremmo fare in modo diverso, ovvero che eliminiamo i procedimenti di esecuzione e ciascuno si fa giustizia da solo. Non so quanto sia meglio per il debitore.

            Poi, visto che qui si fa i tradizionalisti de’ noaltri, ricordo che quando stipuli un contratto tu ti impegni a fare qualcosa. Nelle società tradizionali tu giuravi di fare qualcosa e se non lo facevi eri uno spergiuro.
            Ah, no, ma qui diventiamo tutti turbomodernisti quando ci va…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            i parla di una singola persona, che è un inquilino/affittuario, e la prima reazione che si ottiene è “ehi, fermi tutti, ma vogliamo parlare dei proprietari?”

            Un motivo c’è.
            Noi non sappiamo nulla di Renzino, non sappiamo come mai abbia stipulato un contratto che non sarebbe mai stato in grado di onorare né sappiamo nulla della sua reale situazione patrimoniale (infatti non sappiamo nulla della reale situazione patrimoniale di una bella fetta degli italiani).
            Sappiamo solo che c’è Tizio che accusa Caio di essere inadempiente da molti anni, che Caio effettivamente per alcuni mesi lo è stato e che Caio sostiene di avere come unica fonte di reddito una pensione ampiamente più bassa del canone.
            Come vedi l’unico elemento comprovato e non semplicemente asserito è l’inadempimento di Caio.
            Magari Caio anni fa vinse alla lotteria, oppure ereditò una grossa somma, oppure fece in nero o illegalmente un sacco di soldi: non siamo in grado di saperlo. Magari per ragioni incomprensibili il contratto tra Tizio e Caio era parzialmente simulato, ovvero con un canone dichiarato superiore al reale (ma perché? Boh! Supponiamolo e basta), con Tizio poi venuto meno all’accordo orale sottobanco.
            Noi che ne sappiamo di questa storia? Un bel nulla.

            Poi invece io vengo messo davanti ad una situazione che conosco bene, ovvero che Tizio, munito di titolo esecutivo, dopo aver pagato non so quanto per far valere i propri diritti, è privato di tali diritti di rilevanza costituzionale da un accordo tra dei pubblici ufficiali ed un terzo personaggio a me ignoto (che a quanto pare raccoglie denunce a strascico per non si sa bene quali ragioni).
            Infine mi si dice che questa palese ingiustizia sarebbe un buon compromesso tra le asserite esigenze di Caio (di cui non so nulla) e i diritti di Tizio (che invece sono di rango costituzionale).

            E mi si chiede sulla base di questi elementi di fare scudo con il mio corpo a Caio? E se io mi rifiuto sarei un perfido leguleio senza cuore e difensore ad oltranza del kapitalismo?

            E se anche volessi dare ragione a tutti i costi a Caio, chi mi assicura che Mevio e Filano, miliardari in nero e delinquenti, non smetteranno di pagare i canoni piangendo miseria e asserragliandosi in casa sfruttando la farraginosità delle procedure esecutive per scroccare ad oltranza?
            Costituiamo una speciale commissione composta da Miguel, Peucezio e Pino che studia le situazioni dei singoli e dà il via libera per sbattere fuori la vittima si estorsione che deve consumare una bella fetta del proprio reddito di nascosto per stare tranquillo, mentre tiene dentro l’estorsore che percepisce migliaia di euro di pizzo sottobanco?

            Io prima di dirvi “ok, risolvetevela a pistolettate” (nel caso di specie “sì, fate prepotenza su Tizio e neutralizzategli con un accordo ‘aumma aumma’ un titolo esecutivo”) vorrei una riflessione più lucida e più globale del fenomeno.

          • PinoMamet scrive:

            Mauricius, stacce: veneri il principio di legalità.

            Forse tu non lo noti, ma è abbastanza evidente: di fronte alle tribolazioni di un essere umano reale, la tua prima (e lasciatelo dire: insistita) reazione è stata quella di:

            -far notare che ha ragione la controparte
            -sminuire i problemi dell’essere umano di cui sopra
            -difendere la legge (e nello specifico, la situazioni immobiliare) attualmente esistente

            Non è un giudizio personale: non stiamo dicendo che sei uno stronzo, un criminale, un assassino.

            Ma da quello che scrivi, mi pare difficile negare che la tua prima preoccupazione sia il funzionamento e la correttezza morale del procedimento di sfratto, non certo Renzino…

          • PinoMamet scrive:

            “Noi non sappiamo nulla di Renzino, non sappiamo come mai abbia stipulato un contratto che non sarebbe mai stato in grado di onorare né sappiamo nulla della sua reale situazione patrimoniale ”

            Ti fermo qua:

            se non sappiamo nulla (più correttamente, quello che ci dice Miguel) come mai hai già deciso che Renzino non sarebbe mai stato in grado di onorare il contratto?

            è un curiosità sulla quale ti ho domandato più volte:
            ma secondo te, il proprietario dell’appartamento di Renzino è scemo?

            Non può essere, come più probabile, che l’affitto è cresciuto col tempo? e così le spese ecc.?

            Tu mi pare che abbia già deciso che Renzino è un furbo, e il proprietario la vera vittima “di rango costituzionale”.

            Mi sembra una decisione un po’ avventata, e mi stupisce che sia così automatica e così immediata.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            A me le procedure esecutive così come sono fanno schifo, quindi non le venero.
            Poi sì, mi piace molto il principio di legalità. Ed essendo l’unica persona veramente all’antica qui dentro, amo terribilmente il mantenere la parola data.

          • PinoMamet scrive:

            Onestamente devo ancora capire cosa c’entra e cosa me ne freghi particolarmente del fatto che tu sia all’antica.
            Poi la parola data, permettimi, non c’entra veramente una cippa.

            Non c’è alcuna “parola data” in tutto questo, c’è Renzino che non ci sta più dentro con le spese.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            se non sappiamo nulla (più correttamente, quello che ci dice Miguel) come mai hai già deciso che Renzino non sarebbe mai stato in grado di onorare il contratto?

            Perché lo dice lui stesso: 600<750

            ma secondo te, il proprietario dell’appartamento di Renzino è scemo?

            Non lo so: ho lanciato un paio di ipotesi in cui non lo sarebbe stato (simulazione ed esistenza di capitali o redditi occulti del conduttore)

            Non può essere, come più probabile, che l’affitto è cresciuto col tempo?

            L'affitto al massimo si rivaluta automaticamente in misura analoga alla pensione del conduttore. In caso di semplici aumenti del canone, vanno invece concordati tra le parti, quindi il conduttore deve accettarli. Se non gli stanno bene non può essere costretto a sottoscriverli.

            Tu mi pare che abbia già deciso che Renzino è un furbo, e il proprietario la vera vittima “di rango costituzionale”.

            Io non ho deciso nulla: ho solo detto che non so niente del conduttore, mentre so per certo che il locatore è stato temporaneamente privato di propri diritti costituzionali senza nessuna ragione accertata.

            Sono avventato? No, semplicemente se mi viene presentata una storia perché ci rifletta sopra, io valuto prima di tutto ciò che mi è presentato come oggettivo. Poi su quanto le parti in causa dicono senza prove, io sospendo il giudizio.
            E' solo un modo razionale di procedere, nell'era dei processi televisivi.

          • Peucezio scrive:

            Roberto,
            “Quest’ultima l’ho aggiunta solo per evitare che pure tu cominci co’ sta solfa peuceschiana del culto delle regole, che, come già spiegato altre volte, per me sono solo una barriera all’anarchia.
            Anarchia alla quale un esserino debole fragile e imbranato come me non potrebbe sopravvivere”

            Per carità, niente di più lontano da me proporre una società senza regole.
            Ma una cosa sono le regole, che hanno eminentemente una funzione pratica, una cosa, appunto, il culto, la religione delle regole, per cui la regola positiva diventa intoccabile anche quando non ha più nessuna funzione pratica o, peggio, quando la sua applicazione risulta disumana.
            Come ricorda giustamente Mauricius, tranne poi appplicarlo quando gli gira a lui, Dio ha fatto il sabato per gli uomini e non viceversa.

            Ovviamente non sto sostenendo che un inquilino che non paga si deve poter tenere la casa indefinitamente, tanto peggio per il proprietario: sarebbe arbitrio puro, ingiustizia evidente. Dico che in questi casi lo stato debba intervenire, salvaguardando entrambe le parti. L’esproprio con equo indennizzo, da applicare solo in casi veramente gravi, dove uno rischia di finire in mezzo a una strada, come in questo caso, potrebbe essere una soluzione (escogitata così, da profano), ma se ne trovate altre migliori, non avrei nulla da obiettare.

            Diciamo anche che insisto nel chiedermi come ha fatto ‘sto proprietario a tirare avanti fino adesso e perché proprio ora gli è venuto il prurito di cavare più soldi dall’immobile. Ma con questo non sto minimamente negando il principio per cui uno debba poter disporre della sua proprietà come gli pare. A parte le grandi concentrazioni di proprietà da parte di entità che le detengono a puri fini speculativi: lì ho un po’ meno scrupolo verso il diritto di proprietà.

            • Miguel Martinez scrive:

              Credo che Peucezio abbia toccato un punto importante.

              Personalmente, credo molto all’importanza di certe regole, perché ogni giorno vedo comportamenti “contro le regole” di ogni sorta – persone che parcheggiano il Suv sulle strisce pedonali e ti minacciano fisicamente se hai da ridire, la mamma con due bambini in bicicletta che va veloce contromano lungo la strada trafficata, gente che passa con il rosso e ti sbraita dietro se glielo fai notare, il localaro che ha il permesso per un piccolo dehors e invece occupa mezza piazza con tavolini e sedie.

              Credo che in Toscana ci vorrebbe un’immensa opera di civilizzazione prussiana in tal senso…

              Ma questo è diverso dal credere teologicamente alle leggi. Dal dire che va benissimo che un anziano crepi per strada, perché lo sfratto viene eseguito secondo tutte le “regole”.

              O al limite dire, “sì mi dispiace”, ma poi schierarsi emotivamente esclusivamente dalla parte di chi, “secondo le regole”, ha ragione.

              Comunque il problema è come sempre smettere di chiacchierare e fare qualcosa per cambiare la situazione. Lorenzo lo fa.

          • Peucezio scrive:

            E comunque, Roberto, da esserino debole e fragile non temere: casomai dovessero venire lesi i tuoi diritti, non hai che da avvisare: arriveremo io, Miguel, Pino, Mirhkond e un’altra pletora di giganti nerboruti a proteggerti!

          • PinoMamet scrive:

            “Perché lo dice lui stesso: 600<750"

            Adesso, Maurì, adesso.

            Allora, vogliamo parlare di parola data?

            Il signor Ernesto, nome di fantasia, affitta al signor Giorgio, pensionato, un appartamentino.

            Si trovano a discutere, "l'appartamento è un po' umido, eh però costa poco, ci sarebbe da mettere a posto questo, eh ma ci penso io, no ma ci pensi tu, ci troviamo domani dal mio avvocato a fare le cose per bene"
            firmano un bel contrattino, caffè, stretta di mano
            "poi tanto ci si conosce, se c'è qualcosa che non va ci si mette d'accordo, siamo persone oneste"

            poi la pensione di Ernesto non è quella che credeva, la figlia si sposa e c'ha il bambino, qua la vita costa sempre di più, quello stronzo di Giorgio paga una miseria per quell'appartamento, non è giusto…
            e Giorgio: porca puttana, faccio conti a fine e mese e metà pensione se ne va in affitto, l'altra metà nelle spese, qua bisogna risparmiare, la luce e il gas sono sempre più care li mortacci loro, e adesso salta fuori che quel cane di Ernesto ha deciso "un semplice aumento del canone", e dove li trovo i soldi?
            O così o vai fuori, dice, sì, dove cazzo vado, qua costano tutti uguali, se è per venti euro di meno non risolvo niente, adesso vediamo fino a dove posso arrivare, altro che "siamo amici, siamo onesti, ci diamo una mano"….

          • Z. scrive:

            Miguel,

            seriamente, avete pensato a un centro tutela per oltrarnini a rischio sfratto, con un avvocato vostro amico – magari addirittura uno di voi – che spiega agli inquilini come tutelare i loro diritti? dici che è fattibile?

            (che poi come ho detto credo che alla vostra comunità farebbe comodo anche al di là degli sfratti)

            • Miguel Martinez scrive:

              “seriamente, avete pensato a un centro tutela per oltrarnini a rischio sfratto, con un avvocato vostro amico – magari addirittura uno di voi – che spiega agli inquilini come tutelare i loro diritti? dici che è fattibile?”

              sarebbe un’ottima cosa. Due anni, stavamo per farlo, poi la nostra amica avvocato si è trasferita altrove (senza sfratto).

              Per alcune cose, rimandiamo all’Aduc, che però non è strettamente “oltrarnino” e si deve occupare di mille altre cose.

          • Francesco scrive:

            >> Ovviamente in quest’ottica ogni ingiustizia sostanziale, purché benedetta dalla legge scritta e dalle regole sacre dell’economia di mercato, è del tutto accettabile, o, meglio, non esiste.

            così, a occhio e croce, questo è perfettamente sottoscrivibile

            le ingiustizie sostanziali sono come i gusti e il tifo calcistico, ognuno c’ha la sua e non sono commensurabili. non fosse così, Hammurabi non avrebbe inventato le leggi scritte e a nessuno sarebbero venuti in mente gli avvocati

            è bello rinfrescare le fondamenta, ogni tanto

            😀

    • Peucezio scrive:

      “Miguel, chi ha i soldi difende chi ha i soldi.
      E questo smaschera il vero volto di certa sinistra italiana, il cui unico obiettivo è quello di tutelare le “famiglie” dei ricchioni.
      Il tuo povero amico per lorsignori può pure crepare sotto una coltre di neve sui lungarni…..”

      Mirkhond, non potevi dare una descrizione più lucida!

  12. mirkhond scrive:

    “Altrimenti tutti ci mettiamo a fare il cazzo che vogliamo.”

    No. Basterebbe espropriare chi ha più immobili oltre alla propria abitazione inalienabile, e dare il malloppo a chi ne ha bisogno.

    • Z. scrive:

      Abolire l’edilizia privata è una strada che nessun Paese mi risulta abbia adottato. Rendere inalienabile l’abitazione principale, invece, è una strada che è già stata tentata nelle campagne della Germania degli anni Trenta, per tutelare gli agricoltori proprietà rurale. Ne parlavo qualche tempo fa con Peucezio.

      Il risultato, purtroppo, fu che i contadini non avevano più beni da offrire come garanzia, e nessuno prestava più loro denaro.

      Del resto anche oggi quasi tutti comprano casa accendendo un mutuo, e la cosa funziona perché la casa funge da garanzia: se la casa diventa inalienabile chi te lo fa il mutuo?

      • Peucezio scrive:

        Sì, ne abbiamo già accennato.
        Sul mutuo, ci mancherebbe: semplicemente non esisterebbe più se la banca non potesse rivalersi sulla casa.
        Ma una volta pagato il mutuo, dovrebbe essere intangibile.
        Se poi uno per questo non riesce ad avere un prestito, tanto di guadagnato, così non rischia di perderla! La gente è incosciente…

        E comunque resta sempre il fatto che “ce le mbrìiste ièvene bbuène se mbrestàvene le megghiìire”.

        • Z. scrive:

          Peucè,

          l’accesso al credito non serve solo per l’acquisto della prima casa. Serve anche – ad esempio – per l’attività di impresa, e con la norma che tu proponi le imprese italiane sarebbero private di una delle più comuni e solide forme di garanzia. Temo che la nazionalizzazione di tutti i mezzi di produzione e di tutte le abitazioni private sarebbe una soluzione più praticabile…

          Che dice la frase in dialetto? 🙂

          • Peucezio scrive:

            Veramente io l’inalienabilità la riferivo solo alle abitazioni private

            Dice: “se i prestiti fossero buoni, si presterebbero le mogli”.

          • Z. scrive:

            Peucè, non temere, eri stato chiaro.

            Quel che sto dicendo è che in quel modo togli la possibilità al piccolo imprenditore, all’impresa agricola, alla società di persone di ottenere aperture di credito usando come garanzia un bene sicuro e di sicuro valore. Il costo – enorme – ricadrebbe su tutti loro, e quindi su tutti noi.

          • Peucezio scrive:

            Continuo a non capire il nesso.
            Un piccolo imprenditore che dà come garanzia la sua abitazione personale, dove abitano la moglie e i figli, secondo me è quantomeno un temerario.
            Va bene saper rischiare, ma c’è un limite.

          • Z. scrive:

            Non entro nel merito dei giudizi, che posso capire, ma di fatto, senza quella garanzia molti piccoli imprenditori si scorderebbero l’apertura di credito che ricevono dalle banche, e non potrebbero lavorare.

            E per fortuna non sta né a me né a te decidere chi ha o non ha il diritto di fare impresa, e come un privato cittadino ha diritto di impiegare i propri beni.

          • Z. scrive:

            Comunque, ripeto: è già stato tentato, in un mondo infinitamente più semplice e meno concorrenziale di quello odierno. Il risultato è stato un disastro…

        • Francesco scrive:

          >> Se poi uno per questo non riesce ad avere un prestito, tanto di guadagnato, così non rischia di perderla! La gente è incosciente…

          secondo me c’è gente che la pensa veramente così e non ne capisce le conseguenze

          finirò ad aderire alla finanza islamica

          o povera Italia, o povero mondo!

  13. Pingback: Il covo dell’estrema destra, a Firenze! | Kelebek Blog

  14. mirkhond scrive:

    Non abolire l’edilizia privata, ma fare in modo che tutti possano avere un tetto senza finire in mezzo alla strada…..

    • Roberto scrive:

      E questo non lo ottieni espropriando case ma investendo pesantemente sull’edilizia popolare

      • Moi scrive:

        Sì, ma devi vigiliare sul malaffare … o sarà tutto inutile, se non controproducente !

      • mirkhond scrive:

        Ci sono fin troppi edifici, non è necessaria un’ulteriore cementificazione.
        Basta redistribuire gli appartamenti che già ci sono, esclusa ovviamente la prima casa.

      • Peucezio scrive:

        “E questo non lo ottieni espropriando case ma investendo pesantemente sull’edilizia popolare”

        Si è già costruito fin troppo in un fazzoletto di terra qual è l’Italia.
        E ci sono un’infinità di appartamenti sfitti proprietà di banche e assicurazioni.

        • Roberto scrive:

          Ops, scusa ho lasciato intendere la parola tabù “costruire”….

          Ma a parte questo, senza bisogno di ricostruire, immobili di proprietà pubblica inutilizzati non ce ne sono più in Italia?
          Risanare quelli e destinarli all’edilizia popolare no?
          Vorrei far notare che il parco locativo destinato all’edilizia popolare è 5% in Italia rispetto al 20-30% in Francia Olanda, Austria

          Adesso partiranno le obiezioni.
          Attenti al malaffare! In Italia non si può! Dove li trovi i soldi! Poi ci vanno i figli degli orefici che non dichiarano nulla! Basta cemento! Non nel mio quartiere! Non il ghetto in periferia! (Perché sono io quello che considero il mondo in cui viviamo perfetto e non perfettibile, vero Peucezio?)

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          E ci sono un’infinità di appartamenti sfitti proprietà di banche e assicurazioni.

          Che sono sicuro che saranno contentissime di avere sul groppone beni che si svalutano in continuazione e che non producono reddito.
          No, ma c’è il gombloddoh che spiega tutto.

          • PinoMamet scrive:

            Maurì:

            1- non ti arrabbiare

            2-sì, ci sono moltissimi appartamenti proprietà di banche e finanziarie varie; sono contente di averli? boh. Però li hanno.

            3-nessuno ha parlato di complotti, perciò tirarlo in ballo mi sembra un modo molto “cheap” e gratuito di tentare di svalutare le opinioni altrui.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Nessuno vuole un appartamento vuoto a tempo indeterminato: costa e si deprezza.
            Al massimo lo si può tenere sfitto a lungo per ottenere un buon canone e non far calare il mercato.

        • Peucezio scrive:

          “Ma a parte questo, senza bisogno di ricostruire, immobili di proprietà pubblica inutilizzati non ce ne sono più in Italia?
          Risanare quelli e destinarli all’edilizia popolare no?”

          Questa sarebbe una misura non solo ragionevole ma doverosa!

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Condivido.

          • Z. scrive:

            A Bologna in qualche modo ci si sta lavorando. Merito soprattutto di Amelia Frascaroli, che poi era il mio candidato sindaco (o candidata sindaca) alle primarie.

            Poi, giusto perché non mi si dica che ho tradito lo spirito del Manifesto, vi rammento che io sono per un’imposizione “fortemente progressiva” sugli immobili non occupati.

            🙂

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ma è noto che dalle vostre parti si è… (inciso: mi costa sempre tantissimo dire qualcosa che ringalluzzisca l’ego altrui, ma questa volta ci vuole 😀 )… si è più civili, diciamolo così.

          • Z. scrive:

            A proposito,

            come la vedi un’incivile e spietata Sunday Fallout Madness?

            Nel caso sai dove trovarmi 😀

  15. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    In effetti a leggere certi commenti mi è tornato in mente il famigerato Michou di Saint-Denis :

    http://www.youtube.com/watch?v=LqJvcrxYrYY

    [Ita]

    Forse perché ai Profughi si può applicare un mythos del Buon Selvaggio, catartico per i sensi di colpa PostColoniali … mentre l’artigianino-ino-ino-ino caduto in disgrazia fa pensare al “Furbetto della Partita IVA” …

    MA in Italia il problema è un altro : uno Stato Sociale (?) che, prima di collassare, purtroppo ha distribuito molti più privilegi da Familismo Amorale che NON Diritti a chi ne avesse effettivo bisogno.

  16. Moi scrive:

    Am al déggh da par mé :

    DemaGGoGGGia !

    Populismo !

    Oclocrazia !

  17. Moi scrive:

    Proposta concreta per aiutare i Renzini (certo che di ‘sti tempi suona “dall’ altra parte” 😉 … ) : rivedere secondo giustizia certi abominevoli “Diritti Acquisiti” (George Orwell in confronto ai Nostri Pragmatici era un Dilettante, per di più Teorico-Letterario …) di cui sopra.

    Almeno, se governa la Dx, la gente le antenne le drizza … ma scatta il torpore ideologico se governa la Sx che ha tradito sé stessa.

  18. Moi scrive:

    Bisogna tener conto però di una roba che il PD dice dacché esiste con quella denominazione lì : oggi lavori con un copro-contratto 😉 qua, per qualche mese starai fermo, poi un altro copro-contratto 😉 a distanza qualche centinaio (se va fatta bene) /migliaio di kilometri.

    ——————————-

    L’Avanguardia del Nostro Stile di Vita :

    http://www.youtube.com/watch?v=E7QePDmPHfk

    Quel “non solo per turismo” è un capolavoro involontario (!) di satira grottesca politicamente scorretta , proprio perché vuol esserne l’ esatto contrario !

  19. Moi scrive:

    Ma i mutui “da Prima Repubblica” (almeno qui, diciamolo ch’è un’ espressione da giornalisti emulata dai Politici e perfino dai Giuristi per farsi capire nei tòlchsciò in TV …) avevano un’ovvia agevolazione tutt’altro che indifferente :

    15 (!) anni di contributi e i Bebbippenzionàti 🙂 andavano in pensione con una percentuale di stipendio rasente il 90% (!) + 10^6 vecchie lire ∀ Anno Lavorativo.

    Ai giovani oggi invece si dice di farsi la partita IVA perfino per lavori manuali che richiedano come unica formazione di aver tenuto pulita e mantenuta con qualche ciappino la casa 😉 …

    —————————————–

    Poi ci si chiede come mai i Vecchi Democristianazzi 😉 a Livello Nazionale vincessero sempre ma nessuno li votava mai. 😉

  20. Z. scrive:

    Carissimi, scusate se vi rispondo tutti assieme ma altrimenti mi perdo tra un commento e l’altro…

    Miguel,

    — Tre di voi hanno pensato unicamente al problema del primo e non al problema del secondo, in base al principio espresso dal proprietario stesso, “sono c…. suoi.” —

    Scusa, Miguel, ma mi sembri ottenebrato dalla rabbia e non sono abituato a vederti così. Ora, siccome è evidente che parli anche di me, posso sapere da dove deduci questa curiosa teoria? Se hai tempo e voglia, rileggi le poche righe che ho scritto e fammi sapere.

    Pino,

    — Tu, Z. e Mauricius siete “giurisprudenti”: fa parte della vostra formazione un certo culto delle regole. —

    Guarda, cogliamo l’occasione per chiarire una cosa anche se non c’entra con lo sfratto.

    A me le “regole” affascinano da sempre, anche da prima di iscrivermi a legge, in ogni loro aspetto. Come e perché nascono, come vengono bilanciate, quale prevale e quale soccombe e perché.

    Ma anche – e forse soprattutto, anzi – quali sono ingiuste, quali andrebbero abrogate e quali nuove regole dovrebbero essere introdotte. Del resto, se si vuole togliere un po’ di ingiustizia dal mondo bisognerà modificarne le regole: quelle scritte e quelle non scritte, naturalmente.

    Questo non c’entra con l’aver studiato legge (dove nessuno ti inizia a nessun culto misterico). Caso mai, questo sì, studiando legge mi sono reso conto che il tessuto normativo – che comprende norme interne e sovrannazionali, norme scritte e non scritte, etc. – è qualcosa di complesso e intricato, sul quale è difficile intervenire a colpi di bazooka senza fare grossi danni. Non scambiare per “culto delle regole” la mia professione di incompetenza e di ignoranza 🙂

    Peucezio,

    — Travaglio —

    …con tutti i difetti che ho, miseriaccia, possibile che tu sia riuscito a citare l’UNICO che non ho, ossia essere un seguace del Peggiore? 😀

    • Peucezio scrive:

      “…con tutti i difetti che ho, miseriaccia, possibile che tu sia riuscito a citare l’UNICO che non ho, ossia essere un seguace del Peggiore? :D”

      Bene, te ne do atto! Così come mi sono trovato in una sorta di consonanza spirituale e morale con te per quello che hai scritto su Assad e l’opposizione siriana.

      Un appunto, però. Z., sei uno che scrive bene, mannaggia, non ti ci mettere pure tu!
      Le regole ti affascinano, affascinano te, non a te! Verbo transitivo.
      E’ un errore diffusissimo, che fanno persino i professori universitari, ma andrebbe evitato (non è per fare il professorino: sai quanti ne sfuggiranno a me nella foga della scrittura, e non mancate di farmeli notare all’occorrenza).

  21. mirkhond scrive:

    Zanardo

    Purtroppo l’impressione che dai, è che, dietro contorti filosofismi e cavilli legali, tu difenda a spada tratta il diritto del ricco di fregare il povero.
    Secondo una tipologia di tanta sinistra che fu socialista, mentre ora è frocista……

    • Z. scrive:

      Duca, mi puoi spiegare quali contorti filosofismi e cavilli legali avrei difeso o sostenuto in questa discussione?

      • mirkhond scrive:

        Il diritto del ricco a spese del povero.
        Oh, ma mica solo questa volta.
        E’ una tua costante.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il diritto è l’unico freno all’oppressione in quanto, regolandola, ne impedisce il puro arbitrio.

          • mirkhond scrive:

            Oppure la legalizzazione dell’oppressione.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ma vedi, se io legalizzo l’oppressione non faccio altro che sancire uno stato di fatto, ma implicitamente limitandolo. In caso contrario ciò che conta è il puro rapporto di forza, che non legalizza l’oppressione, ma le concede un campo illimitato.

          • mirkhond scrive:

            Sempre legalizzazione di un’oppressione è.
            Invece bisogna annientarla, l’oppressione.
            In questo caso con un’equa ripartizione di immobili.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ma su questo condivido. E come ho scritto sopra non sono tra quelli che alla parola “socialismo” saltano sulla sedia.

        • Z. scrive:

          Duca,

          esattamente, in che modo sostenere la necessità di piani di edilizia popolare (attraverso riqualificazioni se possibile, e nuove costruzioni se necessario) significherebbe difendere “il diritto del ricco a spese del povero”?

          A me pare che l’astio e il livore random sia tutto vostro: tuo, di Pino e di Miguel, non necessariamente in ordine. Un astio di cui francamente non capisco il motivo.

          • mirkhond scrive:

            Come al solito ti rigiri la frittata come ti conviene.
            Però vedo che non sono l’unico ad essermi accorto che usi giri di parole per difendere sempre e solo i ricchi, in questo corentemente con la deriva liberale del fu pci……

          • Z. scrive:

            Duca, scusami, ma sei tu che con la scusa del “rigirare la frittata” non rispondi mai nel merito, come le peggiori statuine da talk-show.

            Ora, siccome tu non sei una statuita da talk-show ma una persona istruita e intelligente, spiegami: in che modo avrei difeso il diritto del ricco a spese del povero?

          • mirkhond scrive:

            Rileggiti ciò che hai scritto.
            Certo, nascosto dietro terminologie giuridiche formalmente impeccabili.
            Ma il senso è quello, visto che non sono stato il solo ad essermene accorto……

          • Z. scrive:

            Sì, ma in cosa avrei “difeso i ricchi”? ora, magari ho detto fesserie sesquipedali, non lo escludo, ma non mi pare di avere “difeso i ricchi”. Quali ricchi?

            Anzi, vuoi saperla tutta?

            Secondo me – come ho già scritto qualche settimana fa – il fatto che gli sfratti siano lenti e costosi non penalizza la grande proprietà immobiliare, che tanto ha le spalle larghe e può assorbire il colpo.

            Penalizza semmai i piccoli proprietari, e lo fa anche a favore degli immobiliaristi (i veri ricchi): che quindi in fin dei conti anziché rimetterci ci guadagnano, e magari alla fine si mangiano pure la proprietà dei primi. E di certo non si fanno più scrupoli dei primi a buttare la gente fuori di casa.

  22. mirkhond scrive:

    E qui vediamo come Augusto Del Noce avesse ragione nel profetizzare la deriva LIBERISTA del fu partito comunista italiano.
    A che serve idolatrare Togliatti e la Settimana Rossa del 1914, se poi NEI FATTI si sono gettati nel cesso quegli antichi valori e quelle antiche lotte?

    • Moi scrive:

      Profezia realizzatasi nel passaggio dai Congressi (retorici, pallosi & gerontocratici) alle Leopolde (smart, funny & young)

  23. Mauricius Tarvisii scrive:

    Comunque, mentre si fanno le classifiche di chi è più buono e altruista nei confronti del bisognoso, prendo atto che tutti in un modo o nell’altro ce ne fottiamo del conduttore, alcuni in particolare ritenendo giusto e doveroso che siano cazzi del locatore accollarsi i suoi problemi.
    Ma guai se faccio notare che stiamo associando ad un’ingiustizia sociale (i poveri esistono) un’ingiustizia personale (quella ai danni del locatore, che vede sacrificati i propri diritti): così divento io il bieko klaSSista.

    • PinoMamet scrive:

      Non ho capito bene, ma se dici che ce ne stiamo fottendo del locatore hai ragione, e quando ce l’hai te la do.

      E ti dico anche il background che mi spinge a questa dimenticanza, non per scusarla, ma per spiegarla:
      il tipo umano del locatore, descritto da Miguel, lo ho visto rispecchiato alla lettera in una persona che faceva il “mestiere” dell’usuraio ovvero strozzino.

      Non un exemplum fictum: una persona di cui ti posso dare nome e indirizzo, suo e dell’ex moglie che poi salta fuori che non è neanche ex.
      Persino l’ufficiale giudiziario lo trovava disgustoso.

      Non voglio dire che siano tutti così, ma la prima impressione diciamo che non aiuta.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        No, ho detto l’esatto contrario.
        Uno se ne fotte del conduttore perché tanto sono cazzi del locatore: non è un problema suo.

      • PinoMamet scrive:

        Mmm allora no, mi pare che a fottertene del conduttore sia solo tu, mi dispiace…
        non offenderti, ma è così.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          E’ importante credere nella propria Purezza, soprattutto se comporta lo scaricare su un terzo il problema.

          • Miguel Martinez scrive:

            “E’ importante credere nella propria Purezza”

            Non ho idea in cosa creda Renzino, veramente. Il suo problema per ora gli si sta scaricando in testa a lui, mi sembra.

            Poi tu te ne puoi legittimamente sbattere, ma mi sorprende la voglia di tifare che hai per quello che lo sta per mandare all’Albergo Popolare.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Perché due ingiustizie non fanno giustizia, forse.

        • PinoMamet scrive:

          Continuo a non capire di cosa tu stia parlando, Maurì.

          Mi sembra che tu metta nel discorso dei concetti (tradizione, purezza, la parola data, il complotto…) che nessuno ha nominato tranne te, e che ci vedi solo tu.

          Io vedo che Miguel, Peucezio, Mirkhond e il sottoscritto si sono preoccupati per Renzino, tu Z. e Roberto difeso il locatore.

          • Z. scrive:

            Pino,

            io non sono Saviano, e forse per questo non sento l’intimo bisogno di parteggiare quando non conosco bene i fatti di cui si parla (a volte neppure quando li conosco).

            Come diresti tu: stacce 🙂

            Quel che penso – non l’ho scritto, ma effettivamente lo penso, quindi puoi mettermelo tranquillamente in conto – è che:

            – Renzino non dovrebbe restare senza un tetto;
            – le spese perché Renzino abbia un tetto non dovrebbero essere addossate in via prevalente o esclusiva al suo padrone di casa.

            Ora, non capisco perché questo significherebbe che “difendo lo stato di cose esistente”, quando quel che vorrei appare anzi radicalmente diverso da quel che rischia di essere la realtà, almeno a quanto ci dice Miguel.

            E men che meno capisco dove sarebbe il mio “astio”.

            Boh.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            le spese perché Renzino abbia un tetto non dovrebbero essere addossate in via prevalente o esclusiva al suo padrone di casa.

            Infatti questo mi sembrava abbastanza ragionevole e comprensibile. E invece si passa per mostri se lo si sostiene.

          • PinoMamet scrive:

            Io vorrei sapere esattamente chi è che ha detto che le spese perché Renzino abbia un tetto debbano essere addossate al suo padrone di casa.

            Invece vedo chiaramente chi è si è fatto l’idea che Renzino sia un furbo, che “ha mancato alla parola data”, che vive in un immobile paragonato a “un castello” o alla “reggia di Caserta” e che il trattamento più umano auspicabile sia quello di “sbatterlo” in qualche altra città, o all’Albergo Popolare “senza troppi complimenti”, tutte parole tue (di Mauricius).

            Che nel corso della discussione ha trovato tutti gli argomenti possibili a favore del locatore, e manco uno a favore del conduttore.

            A me sembra un po’ di parte, e mi limito a dire questo.

            Ma visto che neanche questo va bene, neanche questo è accettabile, bisogna inventarsi ragionamenti a rovescio per dimostrare che voglio difendere “la mia Purezza” e che in realtà sono io che me ne frego della sorte di Renzino…

            dai su, Mauricius…

            dopo tutto ciò, mi permetto anche io di fare un po’ di psicologismi, e dire che se in coda alla tua difesa del Leso Diritto di Rango Costituzionale del locatore, senti il bisogno di questo singolare rovesciamento della realtà, forse sei tu che hai qualche problemino con la coscienza e devi difendere qualche “purezza”…

            scusa se te lo dico, eh, ma dopo una mezza dozzina di accuse simili da parte tua, credo di aver maturato il diritto 😉

            • Miguel Martinez scrive:

              “Io vorrei sapere esattamente chi è che ha detto che le spese perché Renzino abbia un tetto debbano essere addossate al suo padrone di casa.”

              Infatti. Io ho detto che ci sono due disgraziati – uno che rischia di non avere una seconda rendita, l’altro di non avere nemmeno un tetto – che sono in conflitto, perché viviamo in un paese che non riconosce il diritto primario all’abitazione.

              Per questo, suggerivo che i due, invece di tirare in ballo avvocati e poliziotti, avrebbero potuto darsi una mano a vicenda, rompendo insieme le scatole ai rappresentanti di quello stato che non riconosce tale primario diritto.

              Questa idea ad alcuni sembra che implichi la negazione delle Regole, il disprezzo per la Proprietà Privata e la mancanza di compassione per le Sofferenze dei Padroni di Casa.

              Le stesse persone non hanno espresso il minimo interesse per la descrizione della soluzione finale che l’amministrazione prevede per gli sfrattati, cioè l’Albergo Popolare.

              In questo vedo una vera incapacità di percepire l’altro aspetto: mi ha colpito molto come qualcuno abbia detto che capiva che io provassi simpatia per un mio amico, quasi scusando il fatto incredibile che qualcuno potesse preoccuparsi di più di Renzino che del proprietario di casa.

              Identificarsi in questo modo con una parte sola è umano, e qui siamo tutti liberi di esprimerci. Ma incuriosisce perché questa volta ci sia schierati con tanta passione dalla parte del (leggermente) più forte.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            L’accusa di purezza te l’ho rivolta solo dopo che sono stato dipinto come un mostro sanguinario che vuole togliere un tetto agli indigenti. Le altre cinque accuse non le ricordo, perdonami 😀

            Nel merito. Se tu dici che il padrone di casa non può riavere il proprio immobile stai proprio dicendo che sarà lui a doversi sobbarcare il peso sociale.
            Io le ho dette le tre opzioni possibili in un commento che non è stato commentato: socialismo, assistenza sociale, mercato. Nei primi due casi lo Stato ti manda dove vuole, non per cattiveria, ma per limitatezza delle risorse disponibili: a te non piace. La terza prevede che la casa te la scegli tu, ma la devi pagare. La soluzione per cui io mi prendo gratis la casa di un tizio e non gliela restituisco quando me lo chiede non è contemplata in nessuna delle tre opzioni, mi dispiace.
            La realtà è brutta? Mi dispiace, ma questo è il brutto della realtà.

            Poi se vi fa sentire meglio io posso benissimo essere il cattivone che vuole le persone al dormitorio comunale e che è sconsideratamente ostile all’esproprio proletario degli appartamenti da parte degli inquilini morosi.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Questa idea ad alcuni sembra che implichi la negazione delle Regole, il disprezzo per la Proprietà Privata e la mancanza di compassione per le Sofferenze dei Padroni di Casa”

            Veramente non ho mai parlato di quell’idea.
            Ho parlato della situazione concreta così come mi è stata descritta (cioè ripulita di quanto le parti affermavano, ma di cui non avevo conferma), in cui i diritti di un tale, riconosciuti da una decisione giurisdizionale, sono stati bellamente calpestati.
            Li ha calpestati l’ultimo poveraccio? Allora c’è poco da gioire, perché questo fa capire come mai gente ben più potente di lui può fregarsene altamente della legge e dei tribunali e tirare dritta per la propria strada.
            Poi io so quello che ho letto qui e partendo da quello che ho letto non posso davvero esprimermi su soluzioni alternative.

            Infine ribadisco (spero per l’ultima volta) che io non gioisco se qualcuno finisce al dormitorio comunale, ma dico soltanto che non me la sento personalmente di accollare un peso sociale allo sfigato di turno che ci si è trovato in mezzo (magari per temeraria e stupida volontà di speculare, eh!).

            • Miguel Martinez scrive:

              “non me la sento personalmente di accollare un peso sociale allo sfigato di turno che ci si è trovato in mezzo”

              e infatti, non ho detto che bisogna fare la guerra a quel proprietario.

              Quello che mi colpisce, invece, è l’intensa identificazione emotiva in quel mezzo sfigato contro l’altro più-sfigato. E’ questo che mi sfugge.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Infine ribadisco (spero per l’ultima volta) che io non gioisco se qualcuno finisce al dormitorio comunale”

              Capiamoci. Io almeno non ti ho mai sospettato di “gioire” se qualcuno finisce all’Albergo Popolare.

              Semplicemente, credo che tu condivida di più le sofferenze della persona cui manca una seconda rendita che le sofferenze di chi passa gennaio sotto la pioggia su una panchina a Piazza Tasso.

              E’ una questione di sensibilità diversa, ma mi chiedo a cosa sia dovuto.

              Una volta hai spiegato in modo straordinario la tua fobia per i cani, in maniera perfettamente comprensibile e che quasi condividerei; mi piacerebbe che tu spiegassi, se ne hai voglia, i motivi di questa tua particolarissima scelta.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            E’ che dello sfrattato non sappiamo nulla, mentre quella che mi viene messa davanti è una palese ingiustizia nei confronti del locatore, di cui sono menomati i diritti.
            Due ingiustizie non fanno giustizia, quindi mi preoccupa di più la seconda ingiustizia (quella in fieri) della prima.
            Poi se vogliamo parlare di welfare è un altro discorso, qui il locatore sparisce (e resta solo come contribuente) e ci dobbiamo focalizzare unicamente sullo sfrattato. Ma è un tipo di rapporto diverso quello cittadini-Stato (materia di welfare) e quello conduttore-locatore (che è quello retto dal contratto): Renzino è vittima nel primo, ma ha torto nel secondo.
            E’ questa complessità che ho cercato di far capire, ma fallendo per la mia cronica incapacità di convincere il prossimo 😀

          • PinoMamet scrive:

            Mauricius, per farla semplice, ma chiara

            (e lo dico, guarda, senza che sia intesa come una critica personale, tanto meno un insulto)

            tu sei uno che si focalizza “sulla carta”, io “sulle persone”.

            Che non conosciamo (ma manco le carte, nello specifico), ma sappiamo quello che ci racconta Miguel, e che posso confrontare con altre situazioni analoghe viste con i miei occhi, di cui conosco personalmente “locatori” e “locatari”…

            ora, sulla carta, i diritti del locatore sono lesi, è chiaro: non ha ricevuto l’affitto, ed hai ragione.

            Per quanto riguarda le persone, mi permetto di farti notare che la situazione è di solito un po’ più complessa di “doveva pensarci prima”.

            Ora, visto che questo è o sarà il tuo mestiere, per il bene di tutti ti invito a essere più comprensivo anche della parte umana delle vicende.

            Che non significa che io ti ritenga un mostro, sia chiaro; solo, stacci attento.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            tu sei uno che si focalizza “sulla carta”, io “sulle persone”

            Non è offensivo, è una descrizione dal tuo punto di vista di come sono effettivamente le cose 😉
            Dal mio punto di vista, la descrivo così: io uso la ragione e tu il sentimento. Il che non significa che io messo davanti alla vittima non proverei profonda empatia, né che tu sia irrazionale nell’esame delle soluzioni.
            Io ho bisogno di una soluzione astratta, valida per una pluralità di casi e che tuteli anche chi non è la vittima istantanea della situazione*. E’ una via estremamente più difficile, lo so, ma credo che sia anche molto più giusta.

            * L’esempio classico è il furto di chi ha fame: un furto considerevole commesso da chi è nel bisogno è comprensibile, ma non rende certo più giusto il sistema, visto che trasforma le sue vittime da una a due. Però il welfare fa schifo (e questo è pacifico) e il furto del bisognoso è considerato un rischio (per chi ha, naturalmente) accettabile davanti alla certezza dell’impennata fiscale che servirebbe per aiutare tutti.

          • Z. scrive:

            Miguel,

            — In questo vedo una vera incapacità di percepire l’altro aspetto: mi ha colpito molto come qualcuno abbia detto che capiva che io provassi simpatia per un mio amico, quasi scusando il fatto incredibile che qualcuno potesse preoccuparsi di più di Renzino che del proprietario di casa. —

            Miguel, il fatto che io – non qualcuno: io – credessi che Renzino fosse un tuo amico implica che quasi scusassi etc. etc.? o forse implica solo il fatto che credevo che fosse uno della vostra rete sociale, di quelli che fanno parte della vostra comunità? Davvero è necessaria tutta questa paranoia?

            Boh, si vede che questa vicenda ti coinvolge molto e posso capirlo, ma da qui a diventare una specie di commissario telematico col ditino puntato, stile Indymedia, ne corre. E tu ci stai correndo…

            • Miguel Martinez scrive:

              “Boh, si vede che questa vicenda ti coinvolge molto e posso capirlo”

              No, mi coinvolge pochissimo in quanto vicenda individuale.

              E’ interessante come da entrambe le parti, ci sembra erroneamente di vederla come faccenda “emotiva”.

              Su alcune cose secondarie siamo sicuramente d’accordo – che tutti e due gli attori in questa vicenda siano messi male, che la legge sia dalla parte del proprietario, ad esempio.

              Ma dietro questo, io vedo le relazioni reali che un essere umano tesse per tutta la propria vita con altri esseri umani e con il territorio in cui si trova, che non è neutrale, non è “proprietà” in senso astratto. Come non è neutrale la casa in cui vivo, dormo, sogno, mi rifugio.

              Vedo che un intero sistema sociale, politico, economico sta portando grandi masse della società alla inutilizzazione, cioè al destino delle discariche umane, come l’Albergo Popolare. Una realtà a cui la gente sa solo reagire in maniera rancorosa e confusa, litigando dentro il fondo della pattumiera con altri disgraziati.

              Dall’altra parte, c’è una visione delle cose che pone nelle regole il principio delle cose: nulla è superiore alle regole, se correttamente approvate e applicate, e quindi un sistema in cui le regole impongono che si venga cacciati a ottant’anni a prendere la pioggia in Piazza Tasso è errato soltanto nella misura in cui queste regole non vengono applicate entro i termini regolamentari: credo che nasca da questo (e non, come dice Mirkhond, da un’identificazione con i ricchi) il fatto di schierarsi immediatamente dalla parte del proprietario.

              Perché le istituzioni (in questo caso poliziotto e ufficiale giudiziario) hanno veramente piegato le regole rimandando l’esecuzione dello sfratto. E questo lo avete percepito come ingiustizia, perché identificate “giustizia” esclusivamente con “legge”.

              • Miguel Martinez scrive:

                Il problema non è che esistano le regole.

                Le regole tutelano sempre qualcosa, che sia all’interno della mafia, dell’azienda che produce antibiotici o dell’azienda che produce armi, o nel nostro giardino.

                Che modello di città si vuole tutelare con queste regole? Questa è l’unica domanda veramente importante.

              • Miguel Martinez scrive:

                Quando non si capisce che la questione è politica, e non emotiva, si cade anche nell’errore di pensare che sia una questione di punti-vittima.

                Cioè di ragionare in termini di quale individuo astratto soffrirebbe di più; perdendo completamente di vista il quadro complessivo.

                Chiaramente, a ogni vittima corrisponde un boia: ed ecco infatti che vengo accusato di aver dipinto il padrone di casa in quanto tale come un mostro assetato di sangue.

                Non per niente (ma la cosa pare non sia stata capita) ho separato nettamente la descrizione dell’episodio dalla mia personale opinione, espressa nei commenti, sul tipo umano incarnato da quel particolare padrone di casa.

                Per me, comunque non sarebbe cambiato di una virgola il giudizio politico su tutta la vicenda, se l’inquilino fosse un poco di buono e il padrone di casa un santo.

              • Miguel Martinez scrive:

                “tutti regolamentati da Leggi”

                Le leggi hanno vita propria, come sa chiunque abbia redatto lo statuto-Bibbia di un’associazione, poi abbia talmudicamente creato accanto un “regolamento”, che in teoria potrebbe essere a sua volta regolato all’infinito, anche in assenza dell’associazione stessa.

                Ma è proprio questo il punto: il fardello lievitante delle leggi continuerà ad affliggerci anche quando la società a cui fanno riferimento sarà totalmente trasformata o scomparsa.

          • Z. scrive:

            Miguel, perdonami, ma che la vicenda ti abbia coinvolto emotivamente – com’è normale che sia, peraltro, visto che tu l’hai vissuta in diretta – mi sembra difficile da negare.

            Non sto dicendo che il tuo punto di vista sugli sfratti sia di origine emotiva, eh. Sto dicendo che ti sei messo a leggere nei miei commenti cose che obiettivamente non ci sono – nessuno di voi ha saputo indicarmi una frase! – fino al punto di diventare aggressivo, cosa che non sei quasi mai.

            E questo, a mio avviso, perché l’idea di una persona anziana e sola buttata fuori di casa da un proprietario che gli urlava in faccia davanti a te non ti ha lasciato indifferente. Né si vede perché avrebbe dovuto!

            Io invece – col beneficio di una maggior freddezza che la distanza anche fisica mi permette – ho fatto in realtà una sola osservazione, anche piuttosto banale. Ossia, che l’inerzia dell’autorità ad affrontare la situazione degli alloggi in questo caso ha creato due ingiustizie.

            Ora, si può pure discutere su quale delle due ingiustizie ci commuove di più e litigare su chi si schiera con chi. Niente di male, solo che mi sembra tempo perso.

            Oppure, siccome sappiamo tutti che non è solo un problema personale di Renzino e del suo padrone di casa, ma un problema diffuso in molte città – non soltanto la mia e la tua – si può discutere di come dovrebbe essere affrontato e risolto.

            Non è che in un blog si possa fare molto di più, temo. Al massimo posso dirti, come già ho fatto, che secondo me un’organizzazione semi-stabile che si occupa di questo problema secondo me gioverebbe sia agli inquilini sia ai piccoli proprietari delle vostre parti (potrei sbagliarmi, naturalmente). Una specie di Leonardo locale, se vuoi.

            Z.

            PS: direi che i rinvii nell’esecuzione degli sfratti non sono una violazione delle norme. Direi anzi che a tutti gli effetti sono la norma. Anche per questo un’organizzazione che aiuta le parti a parlarsi conviene a entrambi, secondo me.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Io invece – col beneficio di una maggior freddezza che la distanza anche fisica mi permette – ho fatto in realtà una sola osservazione, anche piuttosto banale. Ossia, che l’inerzia dell’autorità ad affrontare la situazione degli alloggi in questo caso ha creato due ingiustizie.”

              E’ esattamente quello che ho detto io, rileggi e vedrai 🙂

  24. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    In fondo è normale la tua severità sui verbi transtivi/intransitivi … venendo da una terra che oggi viene sempre associata agli Zalonismi 😉 del tipo “escimi il cane … ” … “ok mò lo scendo e lo piscio” 😉

    • izzaldin scrive:

      questo che tu chiami Zalonismo (lo usa nel film, forse?) è in realtà un sicilianismo. “Scendimi le chiavi” è tipicamente palermitano, e mi fa piacere che questa sia l’ennesima innovazione della lingua italiana proveniente dall’isola.
      Dopo il romanesco, il siciliano è la lingua più porosa verso l’italiano

      • PinoMamet scrive:

        Mah, non per sminuire l’influenza siciliana, ma credo che l’uso sia di tutti i meridionali…

      • izzaldin scrive:

        e ci tengo ad aggiungere che “scendo il cane” esiste ma “scendo il cane che lo piscio” è una battuta fatta al nord per prendere in giro il modo di parlare degli immigrati siculi.
        Io stesso a Bologna ho lavorato in una redazione che rideva del modo in cui mi esprimevo.
        Come se un popolo incapace di pronunciare la esse e la zeta possa permettersi di prendere in giro la pronuncia altrui.

        • Moi scrive:

          Dài là, un ètar Chesteronian Civil Warrior 😉 :

          Pronuncia e grammatica NON sono da mettere sullo stesso piano. Suvvìa … su ‘ste robe sono più suscettibile che su molte altre, considerando il trattamento “Idioma Pellerossa in USA” che ha subito il Dialetto in Emilia Romagna ad opera dell’ Egemonia Culturale della Sx nella Regione-Vetrina.

          • PinoMamet scrive:

            Per curiosità, Moi:

            cosa sarebbero le Chestertonian Civil War?
            Me lo spieghi?

            (per favore: con un linguaggio semplice, non con altri giochi di parole, rimandi a filmati o a altre terminologie di tuo conio…)

          • Z. scrive:

            Mi associo alla richiesta, sottolineando due volte:

            “non con altri giochi di parole, rimandi a filmati o a altre terminologie di tuo conio”.

            😀

      • PinoMamet scrive:

        Io non ho problemi con la esse e la zeta, è la erre che mi dà qualche preoccupazione…

        • izzaldin scrive:

          la “grammatica”, per rispondere a Moi, non è fissa e immutabile. La pronuncia sì. A me i bolognesi mi prendevano in giro perché dicevo “Sicilia” con c dolce quindi quasi “Siscilia”. Ma i sicilaini chiamano così la propria isola, quindi la pronuncia non è sbagliata.
          Però se deridi la pronunica altrui e poi pronunci “Shizilia” in bolognese però vuol dire che non ti accorgi di essere patetico.
          Il discorso esse e zeta venne fuori in maniera clamorosa quando una mia amica palermitana a Bologna cominciò a dare lezioni ad una bimba di origine etiope, che non riusciva a imparare l’italiano con maestre bolognesi perché pensava che la esse (“esshe”) e la zeta (“sszeta”) fossero la stessa lettera! la mia amica palermitana le spiegò la corretta pronuncia e la bimba cominciò a imparare molto più in fretta 😉

          • Moi scrive:

            Ma dicevi anche “Emilia Řomagna (il fomema più simile è la “r con diacritico” in Ceco … che però è fonema distinto) ?

          • Moi scrive:

            Ah … in ogni caso quel fonema in Italiano NON c’è … facciamo il Ceco lingua ufficiale della ” Sičilja ” 😉 ?

          • Moi scrive:

            E comunque TUTTE le pronunzie regionali o locali vengono considerate “comiche” e “simpatiche” … rispetto a quell’ Italiano che NON esiste neppure in Toscana, con tutte quelle gorgiazze 😉 lì !

          • Moi scrive:

            In Bolognese esistono s sorda e sonora retroflesse, zeta sorda e sonora retroflesse … la roba che dice Izzy 😉 comincia dialettologicamente OltrePanaro.

          • Moi scrive:

            pardon : zeta sorda e sonora sono interdentali.

          • Moi scrive:

            Di solito le parole “buffe” dei Siciliani sono quelle con “tr+vocale” che diventano quasi (!) come “ciàffico” e “ceàc’-so” … per traffico e teatro.

          • Moi scrive:

            In dialetto sarebbe “Ssiz’églia” … le “i” toniche dell’ Italiano diventano tutte (o quasi) delle “é” …

          • Moi scrive:

            La pronuncia “siscilia” fa Romanesco … perciò probabilmente NON li faceva sorridere (dubito che ti deridessero in chissà che maniera umiliante …) la prouncia come fonemi … MA l’ intonazione (!) cupa (non so come dire …) “da Padrino”, il fim.

          • izzaldin scrive:

            certo, Emilia RRomagna. io non vado “a Roma”, io “vado arroma” 😉
            la cosa più divertente è che una volta chiesi indicazioni ad un anziano per via Vezza (pronunciato come vuole la lingua di Dante) e il signore non capiva. Poi disse “aaah, intendi via Vàssa!” 🙂

        • Z. scrive:

          Pino,

          — Io non ho problemi con la esse e la zeta, è la erre che mi dà qualche preoccupazione… —

          Maccome… a me la erre uvulare delle tue parti piace un sacco!

          • PinoMamet scrive:

            Se lo dici tu… io ne farei volentieri a meno, e in generale quasi tutti i parmensi odiano il fatto di averla
            (qualcuno, raro, ne va fiero).

            Poi è anche questione di orecchio: un amico doppiatore (rompicazzo) anche lui locale, mi rompeva le balle perché diceva che ce l’avevo (come se parlasse bene lui, poi… ‘sto cretino, con tutti i suoi sospironi per prendere fiato e la biascicatura da doppiatore anni Novanta), mentre un’amica siciliana studentessa fuori sede mi diceva “come parli bene tu, che non hai per niente la erre strana che hanno tutti qua”…
            boh!

          • Z. scrive:

            Chi viene da fuori nota più facilmente le differenze, a quanto pare. Con me di solito sono i forestieri a farmi notare che ho un accento diverso da quello bolognese: forse perché parlando con i miei concittadini mi viene da adeguarmi al loro accento mentre con i forestieri no? boh!

      • Peucezio scrive:

        L’uso transitivo dei verbi intransitivi (“scendimi le chiavi” appunto) è anche pugliese. Colloquialmente posso dirlo anch’io, ben cosciente che è un errore.

  25. izzaldin scrive:

    la descrizione dei vecchietti rancorosi che hanno come unico lusso la tv sempre accessa è davvero da applausi.
    la situazione degli affitti qui a palermo è abbastanza diversa, nel senso che la maggior parte delle persone cercano di non pagare gli affitti e vedono lo sfratto come il momento in cui andranno via da una casa in cui vivevano gratuitamente.
    Però qui c’è la mentalità mafiosa, quindi non sono solo i vecchi artigiani impoveriti come Renzino a non pagare. Anche imprenditori (!) salumieri, avvocaticchi, gente che trova i soldi per iPhone, Sky e scommesse, decide di non pagare l’affitto. è la particolare lotta di classe che abbiamo qui 🙂
    un esempio di questi giorni. Un mio amico affittava la casa dei nonni al piano di sopra ad una famiglia. Questi non hanno pagato l’affitto per mesi e se ne sono andati, e andandosene si sono portati la cucina! 🙂 questo mio amico dopo aver ripreso possesso ha chiesto conto e ragione, la risposta è stata:
    “embè, l’abbiamo usata noi quest’anno la cucina, quindi adesso è nostra!”
    voi non avete neanche lontanamente idea come siano concepiti i rapporti di questo genere da queste parti.

    • mirkhond scrive:

      I furbetti ci sono anche qui.
      Soprattutto in alcuni quartieri dove è alta la concentrazione di malavitosi…….

      • izzaldin scrive:

        a Palermo TUTTI i quartieri sono a maggioranza malavitosa 🙂
        quartieri di mafiosi ricchi, quariteri di mafiosi borghesi, quartieri di mafiosi popolari, quariteri di mafiosi miseri, etc etc

  26. Moi scrive:

    a Bologna i casi vagamente simili più diffusi sono i “Finti Tonti” sul Canone RAI … pure se comprano la TV ultrapiatta al plasma, ma dicono che l’antenna NON è la loro.

  27. Moi scrive:

    L’ intonazione (NON la pronuncia, l’ intonazione !) Modenese a Bologna suona “maraglia” … quella Bolognese a Modena suona “sborona”. Difficile rendere in Italiano la differenza …

  28. Moi scrive:

    Comunque una cosa incredibile che mi è successa a Napoli era un tizio giovane d’informazioni turistiche che parlava solo o Inglesazzo Approssimativo (ed è un blando eufemismo !) 🙂 o Napoletano … rifiutava l’ Italiano con la gente del Nord, anche dopo avergli detto di essere Italiano (se non vengo riconosciuto come Italiano, vengo scambiato per Slavo … mi è capitato). Va be’… l’ho presa in ridere.

    • PinoMamet scrive:

      Non è escluso che ritenesse di parlare italiano corretto.

      A Roma- dove problemi di comunicabilità italiano-dialetto sono risicatissimi- quasi tutti parlano romanesco “bastardo”, e tutti sono convintissimi di parlare italiano corretto.

      • Moi scrive:

        In Italia Centrale “medianofona” lo capisco … ma in Meridione mi fa strano: lì NON parlan certo “alloglosse” o come si chiamano …

        • Moi scrive:

          Che poi lo capisco ma mi dà un po’ fastidio … mi sa di sempre un po’ di spocchia, tipo i “Maceratismi” 😉 della Boldrini come “accòiere” senza nemmeno la “j” che fa già Lazio … o l’accento Romano dei Veltroni e dei Rutelli che NON è quello popolare da Meloni o Taverna …

          Non so se mi riesco a spiegare.

          PS

          In ogni caso, in Italiano Regionale (che è proprio “Italiano” modificato NON è una sovrapposizione Dialetto-Italiano … nella maniera più assoluta !) di “qua” è sempre il verbo frasale a prevalere … tipo “slungar su/giù” o “tirar fuori/ metter dentro”.

          PPS

          Esistono anche le autoironie … specie da parte dei comici, in un Paese come l’ Italia ove spesso _ anzi_ ci sono sedicenti artisti convinti di essere comici soltanto (!) per come parlano. Tipo quel Paolo Ruffini che si crede un comico limitandosi a “spingere sull’ accento” Livornese con voce un po’ roca e usando il tormentone “abbéstia” …

  29. Moi scrive:

    Ma proprio è che gli avevo chiesto una cosa in Italiano (non certo con accento da Ivan Drago 😉 … ) ma ci tengo a precisarlo, neppure (!) da Andrea Roncato,eh …) e mi aveva risposto in Inglesazzo Approssimativo.

  30. Moi scrive:

    Sostanzialmente, Chestertonian Civil War è quel prevalere dell’ Emotività sulla Razionalità che, confesso, trovo inquietante. Anche perché ho constatato che tende a essere più razionale la gente che si esprime in modo “becero ma schietto” della gente che soppesa invece ogni parola temendo di offendere chissà quale minoranza anche solo respirando.

    Buttare i poveri in mezzo a una strada … è meglio sdoganabile con un linguaggio “da Gentilini” o “da Boldrini” ? Sì, è una domanda retorica.

  31. Moi scrive:

    Non m’intendo di glottologia Pugliese, ma mi pare che Peucezio avesse scritto che certi fenomeni verbali in Puglia (Regione peninsulare lunga e stretta in un Paese peninsulare lungo e stretto !) sono più (!) intensi che nel resto del Meridione.

  32. Moi scrive:

    Via “Vassa” (?!) per “Véz’z’a” però NON so spiegarlo … non so neanche cosa significhi “vezza”, che potrebbe essere terminologia contadina.

    Forse l’ Emilianizzazione-Italianizzazione del Toscano “Veccia” che in Dialetto sarebbe effettivamente “Vàz’z’a” per alfacismo ?! … Tipo “gli sprocchi” che diventano “i sprugh” ?! O come già visto “il biroccio” che diventa “al bròz’ ” ?!

  33. Moi scrive:

    Il “biroccio” è un veicolo a due ruote a trazione animale; gli “sprocchi” sono ciuffi di erbacce isolate; la “veccia” è una pianta usata come mangime nell’ Ottocento e riscoperta dai ” Bio “… tutta roba “contadina” assolutamente aliena alla città: soprattutto sradicata, divelta da ogni identità pregressa e ossessionata dalla modernità.

    • Z. scrive:

      Non so se mi è già capitato di parlarne con te, ma quando ho visto i banchetti dell’agricoltura a chilometro zero in piazza mi sono chiesto:

      “se è a chilometro zero, esattamente dove la coltivano questa roba? in piazza Aldrovandi?”

  34. Moi scrive:

    Ma infatti i Kilometrozeristi li ritengo un’ altra delle tante sottocategorie di Cosplayers che caratterizzano Bologna, ponendola in una paradossale “Avanguardia” (magari scoprono in un libro tradotto dall’ Inglese certe tecniche agricole che per gli umarell e le zdaure sono ovvie …) fra Esterofilia e Provincialismo …

  35. Moi scrive:

    @ MAURICIUS

    Amelia Frascaroli è una Cattolica d’ Integralismo PostConciliare … NON ti sorprenderà 😉 .

  36. Moi scrive:

    L’espressione verbale errata più tristemente nota è “lo hanno sparato” / “è stato sparato” arrivata talvolta perfino al giornalismo main stream nazionale … con la probabile implicazione dell’ Inglese “they shot him” / “he was shot”.

    Però almeno in Inglese per gli “Human Cannonballs” Circensi c’è il verbo “to launch” … mentre in “Italiano” si crea un grottesco effetto.

  37. Moi scrive:

    A volte, per i casidi bullismo, si legge addirittura “è stato sputato” …

  38. Moi scrive:

    Cmq in Siculitaliano 😉 ci sono problemi di eccessiva assimilazione delle seconde consonanti che generano doppie abusive, specie assieme alla famigerata , “r” … tipo (tralasciando la “r” di tipo Ceco) “apettura” per “apertura” o chiamare “Ammando” chi si chiami “Armando”.

    • izzaldin scrive:

      il siculoitaliano è tendenzialmente siculo orientale, quello caricaturale dei film anni 60 per intenderci.
      Camilleri ha aggiunto alcuni termini tipicamente siculoccidentali come ‘cabbasisi’, e il dialetto palermitano piano piano sembra riprendere terreno anche nel cinema, anche se subiamo lo scotto degli arancini che sono al maschile a catania (e in italia) mentre da noi sono al femminile, le arancine. ciò causa blande polemichette e pour parler da social network.

      ottimo esempio di calata pienamente palermitana nel cinema è il grandissimo Tony Sperandeo. Ascoltate la erre, è quasi una zeta, affilalta come una lama, è questa è tipica del capoluogo:

      https://www.youtube.com/watch?v=FOnn1fczo-4

      attorno a 3:15/3:20 “raffinava” diventa quasi “zaffinava” 🙂
      a 4:30 poi “riconoscenza” e poi “aveze”

      • paniscus scrive:

        Camilleri ha aggiunto alcuni termini tipicamente siculoccidentali come ‘cabbasisi’,
        ————————

        Ma “cabbasisi” esiste davvero, e significa davvero “gonadi maschili”?

        Io ero sinceramente convinta che fosse una delle numerose parole in pseudo-siciliano che Camilleri si è inventato di sana pianta!

        L.

  39. Moi scrive:

    Ovviamente è sempre questione di livelli … Franco e Ciccio avevano pronunce molto differenti; per intensità, non per diversa origine. Come Dulio Pizzocchi e Giuseppe Giacobazzi “spingono sull’ accento” (anche se cmq è quello) per “fare gli asini”… loro _ a differenza di Paolo Ruffini e come appunto Ingrassia e Franchi, che ho sempre apprezzato _ almeno sono comici anche del “cosa” dire, non soltanto del “come” dirlo.

  40. izzaldin scrive:

    aspetta Moi, io ho scritto Vàssa perché l’ha detto alla bolognese doc. la scrittura fonetica coi giusti segni diacritici la lascio a te che su questo sei imbattibile, porca miseria, ti accorgi financo dei maceratismi nella parlata della Boldrini 🙂

    • PinoMamet scrive:

      Che poi Macerata è una bella cittadina… non me l’aspettavo. Scoperta quest’estate per caso.

      • Moi scrive:

        Allora sarà stato “veccia”, la pianta … come Italianizzazione del Dialetto (la “a” dell’alfacismo è quanto di più peculiare … molto più del passaggio da “c ‘ ” a “z’ ” … che c’è anche in Romagna, sempre senza SENZA “trascinarsi” in Italiano !) ; però è strano che non sia via “veccia” in Toscano-Italiano.

        Oltre Panaro è più tipica una forma di tipo “vessa” … sempre che sia calcata sul Toscano e non tutt’altra parola, cosa nient’affatto impossibile.

  41. Moi scrive:

    la biascicatura da doppiatore anni Novanta
    [cit.]
    ————-

    interessante, ma mi sfugge … i doppiaggi mediaset di solito sono “inleziositi”.

  42. Moi scrive:

    @ Izzaldin :

    http://www.youtube.com/watch?v=lY75UvZ9Bfc

    06:05 – 06:26 […] 11:25 – 11:35 ca

  43. Moi scrive:

    Sulla fissità immutabile della pronuncia … mah. La fonetica del Greco e del Rumelico 😉 si è differenziata parecchio, eppure grammatica e soprattutto lessico si sono conservati molto di più. Giusto, Pino ?

    • izzaldin scrive:

      è ovvio che la pronuncia cambia, la “cella” latina diventa sella o kella a seconda delle zone, a parità di segno “c”.
      io, che non sono un prof, sinceramente mi accollo tutto, grammaticalmente e foneticamente, il linguaggio è di chi lo parla 😉

      un ultimo aneddoto sulal lingua siciliana: quando Totò Riina fu arrestato ci fu l’interrogatorio, molto seguito. Ad una delle domande, il boss rispose “io non dico bugiarderie”. Il giorno dopo tutti i giornalisti italiani a prendere in giro gli strafalcioni del boss ignorante.
      Qualche tempo dopo, qualcuno fece notare che in realtà “bugiarderia” è un termine usato da Dante nella Divina Commedia… 🙂

  44. Z. scrive:

    Una buona notizia: pare che la posizione di Merola e Frascaroli vada verso l’archiviazione. Chissà che non ci si riesca a liberare di quell’articolo senza senso…

    http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/01/24/news/frascaroli_emergenza_casa-131956103/

    Per la cronaca: due consiglieri che avevano definito “surreale” e “delirante” il procedimento penale di cui sopra sono stati querelati dalla magistratura inquirente locale. Non commento, perché sono un vigliacco e tengo famiglia, ma direi che commentare non serve. Per fortuna i due magistrati hanno deciso di rimettere la querela.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Una buona notizia”

      infatti, a Firenze invidiamo l’amministrazione bolognese, almeno sulla questione dei patti per la gestione dei beni comuni, che però immagino facciano parte di un quadro più ampio.

      • Z. scrive:

        Mah, secondo me il sindaco è semplicemente ben consigliato da Amelia Frascaroli, e a differenza di altri prima di lui ha saputo ascoltare i consigli giusti. Che è già qualcosa 🙂

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