Fuffa, controfuffa e un discorso serio

Fuffa

Il presidente dell’Assemblea Nazionale francese, Claude Bartolone:

«Non bisogna stabilire un legame tra le classi popolari, le banlieue popolari e questi terroristi che non hanno nulla a che fare con popolazioni che aspirano solo a vivere normalmente»

banlieus-800x453Controfuffa

Eric Zemmour, islamofobo da talk show:

Invece di bombardare Raqqa, la Francia dovrebbe bombardare Molenbeek da dove sono venuti i commandos di venerdì 13″.

katie-priceUn discorso serio

Farhad Khosrokhavar, direttore di studi dell’‘École des hautes études en sciences sociales (EHESS), in un intervento che andrebbe letto tutto, ma di cui citiamo solo questo pezzo:

 “Quelli che hanno commesso gli attentati sono degli europei, belgi e francesi. Sono originari delle  « banlieues » in Francia e del loro equivalente in Belgio. Sono animati da un odio inestinguibile contro questa Europa che li ha visti nascere e li ha  più o meno mal educati.

[…] Esiste in Europa un esercito di riserva jihadista i cui attori sono i giovani declassati delle città e delle poor inner cities.

A breve termine, si potrà combattere contro questo esercito di riserve con arresti e incarcerazioni, ma a lungo termine, occorrerà neutralizzarlo con misure socio-economiche, far uscire dal ghetto i giovani e inventare un nuovo modo di urbanistica e di socializzazione. Questi giovani si indentificano nel jihadismo meno per motivi religiosi che identitari e sociali, l’islam diventa il simbolo della resistenza là dove nessun’altra ideologia può portare loro un supplemento di anima e un segno di sacro (estinzione delle ideologie di estrema sinistra).

A partire dal 2013, le partenze per il jihad in Siria dalla Francia (il numero più alto di jihadisti d’Europa) e dal Belgio (la proporzione più alta di jihadisti in Europa) formano la trama di fondo del malessere europeo. Tra questi volontari, si trovano membri della classe media, il cui numero è aumentato nel tempo. Ma il modello jihadista predominante, quello dei giovani delle banlieue, continua a funzionare, grazie a un potente strumento antropologico: l’odio della società, sacralizzato sotto l’espressione onnicomprensiva di jihad, pervertito e ormai privo di contenuto religioso stricto sensu, un significante vuoto.

Questo  odio si declina sotto una nuova forma: ingloba l’Europa intera, non conosce più frontiere nazionali, prendendo per bersaglio tutti gli europei (musulmani compresi) in questa volontà di punire che è la vendetta dei giovani declassati, compenetrati dal sentimento che la società li vorrebbe disumanizzare confinandoli in ghetti e negando loro la dignità di cittadino.

Questo malsano vittimismo fondato su una parte di verità in termini di razzismo e d’islamofobia non saprebbe occultare il proprio carattere mitizzato e il suo eccesso in un manicheismo che nega tutte le possibilità che una democrazia offre ai propri cittadini, non fosse che con lo strumento del voto.

Il jihadismo ha due invenzioni dalla portata straordinaria che questi giovani letteralmente incarnano: il neomartire, questa morte sacra nel delirio della soggettivizzazione, la neo-umma, una comunità effervescente che non è mai esistita storicamente e che i giovani scontenti d’Europa cercano di realizzare come rimedio al loro malessere identitario“.

HASNA AITBOULAHCEN

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65 risposte a Fuffa, controfuffa e un discorso serio

  1. rossana scrive:

    “…un manicheismo che nega tutte le possibilità che una democrazia offre ai propri cittadini, non fosse che con lo strumento del voto.”

    Ecco, no…dai…
    Qualsiasi cosa dica, uno che mi ripropone lo strumento del voto come “possibilità che una democrazia offre ai propri cittadini”, mi fa cadere le braccia.
    Non essere ancora consapevole della totale presa per i fondelli che il voto rapparesenta oggi in tutta l’UE è non vedere, non sentire, non voler nemmeno considerare i fatti.
    Eppure, basterebbe dire “Portogallo”, senza fare troppi discorsi sugli ultimi 3 governi italiani, per farsi almeno venire qualche dubbio…

    • Miguel Martinez scrive:

      “Qualsiasi cosa dica, uno che mi ripropone lo strumento del voto come “possibilità che una democrazia offre ai propri cittadini”, mi fa cadere le braccia.”

      Nessuno è perfetto 🙂 Ho deciso di non censurare il nostro involontario ospite, pur provando anch’io una leggera depressione dalle parti delle spalle.

      • Francesco scrive:

        In effetti per noi “bianchi” questa cosa del voto è la chiave di volta della legittimità del Sistema.

        Se ai “negri” non basta, tutto sommato c’è un grosso problema col contratto sociale.

        Il sogno rimane lasciare ai negri un loro Stato e vedere cosa fanno, però, perchè anche noi bianchi sappiamo essere cattivelli.

        Ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          “Il sogno rimane lasciare ai negri un loro Stato e vedere cosa fanno”

          Il problema, ripeto solo per la duemillesima volta, è un’urbanistica che ha diviso “bianchi” e “neri” e continua a farlo oggi più che mai; e cioè un’urbanistica basata sull’idea delle “zone funzionali”, area-per-ricchi, area-industriale, area-musei, area-dormitorio, area-commerciale…

          Il resto viene di conseguenza.

          • Francesco scrive:

            Discordo.

            In Italia hanno creato i quartieri per gli immigrati meridionali che salivano a lavorare nelle fabbriche ma non sono diventati ghetti, mi pare.

            C’era un sistema economico (diverso?) e oggi credo che molti di quegli immigrati non abitino più lì. Quei quartieri sono una tappa, non un cul de sac.

            Ciao

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Francesco, parliamo di una cittadina del Nordest che conosco bene: la mia.
            Il quartiere dove sono cresciuto oggi è un quartiere di immigrati. E’ vero che si è degradato col tempo, ma questo è stato dovuto inizialmente ad una regressione sul piano dell’offerta: un tempo chi affittava lì (casse previdenziali) vigilava sugli inquilini per tenere al sicuro il proprio investimento, mentre chi oggi affitta se ne fotte e pure se il risultato è il Bronx alla società immobiliare è sufficiente che una percentuale congrua dei canoni sia pagata. Anche questo è tessuto sociale.

        • ruttone scrive:

          Liberia

          • Miguel Martinez scrive:

            “Liberia”

            🙂

            E invece la Liberia è stato un disastro, perché c’erano i neri bianchi che comandavano sui neri neri, che alla fine si sono ribellati…

          • Francesco scrive:

            Credo che ruttone lo sapesse …

            il MIO problema è che se sono i poveri ad avere bisogno dei ricchi per non finire come i liberiani, allora Marx e tutta quella corrente di pensiero sbaglia. Compreso il pauperismo cristiano.

            Occorre una nuovo pensiero di sinistra, diciamo.

            Ciao

    • Z. scrive:

      La presa per i fondelli del voto è davvero niente, se la si confronta con la presa per i fondelli del NON voto. Senza neppure bisogno di citare la differenza tra repubblica parlamentare e presidenziale 🙂

  2. Francesco scrive:

    Non ho capito tutto, trovo molta continuità tra il secondo e il terzo intervento.

    Da dilettante, mi verrebbe da dire che abbiamo bisogno (almeno Francia e Belgio) di una bella guerra vecchio stile, per impiegare tutti questi poveri giovani senz’arte nè parte ma incazzati neri.

    Oppure potremmo riaprire le miniere di carbone al solo scopo di mandarli lì a lavorare? loro all’improvviso diverrebbero felici come i nani di Biancaneve, integrati e con un senso nella vita?

    Mah, più invecchio e meno capisco il mondo, ciao.

    • rossana scrive:

      “…una bella guerra vecchio stile, per impiegare tutti questi poveri giovani senz’arte nè parte ma incazzati neri…”

      Forse al Sistema serve invece una guerra “nuovo stile”, tipo quella testata con successo nella vecchia Jugoslavia: fomentare conflitti religiosi, etnici, culturali così da separare, dividere e quindi dominare tutti i poveri europei, bianchi neri o gialli e di qualunque religione. Quella che un tempo era guerra fra stati/potenze, oggi potrebbe diventare una guerra fra classi sociali.
      E l’energia della massa di giovani disoccupati e senza diritti, va in qualche modo incanalata così da essere utile strumento tattico nel quadro generale della strategia del dominio di pochi verso molti.
      Poi una domanda continua a frullarmi in testa: se già oggi nelle banlieues francesi e belga c’é il 40% di disoccupazione giovanile, perché l?UE continua a stimolare (con espliciti inviti, vedi Germania e Austria nei giorni di punta degli immigrati in arrivo via Balcani, di cui non si parla più) l’immigrazione vendendo l’idea che vi siano “opportunità” a patto che rispettino le “regole”?
      Leggevo ieri che in UE i giovani disoccupati europei sono quasi 8 milioni, dato senza distinzioni di religione, etnia, ecc.
      Poi ci sono i disoccupati adulti, ma quelli sono già sedati dall’età e dalla rassegnazione e quindi facilmente gestibili, tanto non protestano e si limitano a ingrossare le fila ai centri distribuzione pasti caldi e abiti smessi.
      Indicare nell’altro, diverso per cultura o etnia, il nemico da combattere, distrae le forze di chi potrebbe esser tentato di combattere contro i nemici veri, cioè quelli che ti chiedono il voto per potersi chiamare “democrazia” pur non riconoscendo comunque l’esito, di quel voto.
      E quand’anche, chi voti? Non esiste oggi in UE una forza politica di contrapposizione aperta al sistema europeo/usa…

      • Francesco scrive:

        >> Forse al Sistema serve invece una guerra “nuovo stile”, tipo quella testata con successo nella vecchia Jugoslavia: fomentare conflitti religiosi, etnici, culturali così da separare, dividere e quindi dominare tutti i poveri europei, bianchi neri o gialli e di qualunque religione.

        le guerre civili “in casa nostra” sono disdicevoli, fonte di traffico e di spesa pubblica sgradita, c’è sempre il rischio che qualche persona per bene finisca coinvolta

        credo che il bello delle avventure coloniali sia anche spedire i giovani lontano

        cosa ne pensi?

        • rossana scrive:

          Penso che hai ragione: è ancora così. Dove trovi ancora lavoro oggi, se non nel settore militare o quello collegato della sorveglianza e sicurezza? E quello militare ha lavoro certo da anni (giusta stamattina, leggevo poco fa, sono state riconfermate le “missioni all’estero” delle nostre forze armate).
          Poi, mi chiedevo giorni fa: chi ci dice che a breve non partirà una campagna, come Usa insegnano, per arruolare quei giovani immigrati che oggi ospitiamo e a cui offriamo “occasioni di inserimento” nelle cooperative e con lavori “socialmente utili”? Diamogli un annetto, e saranno pronti a fare i militari per servire lo “stato” contro il “terrorismo” o nella “sorveglianza del territorio”.
          Quale miglior prova di perfetta integrazione?

          • Francesco scrive:

            sono anni che dico che il servizio militare dovrebbe essere una via privilegiata di ottenimento della cittadinanza

            ma non mi ascolta nessuno

            🙁

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Visto ciò che conosco circolare tra le forze armate, direi di espellere al volo chi passa per le caserme, altro che integrarlo 😀

    • Miguel Martinez scrive:

      “Non ho capito tutto, trovo molta continuità tra il secondo e il terzo intervento.”

      Per forza.

      Notare la successione:

      1) la menzogna pura e semplice, per tappare il buco a breve termine (infatti il fuffarolo è in piena campagna elettorale proprio nell’Ile de France), che è quanto possono fare i politici.

      2) Il realismo di destra, che ha capito benissimo dove sta il problema, con qualche esagerazione ovviamente. E che scandalizza, non perché dice il vero, ma perché dice cose che non si devono dire, offende…

      3) L’unica risposta sensata al realismo di destra, che dice sì, il problema è lì, ed è dovuto al modo in cui voi avete impostato le città dei nostri tempi. Anche quando li avrete messi tutti in galera (unica cosa che la destra sa proporre), le stesse cose si riprodurranno come prima.

      Il problema è che tutta la dialettica ufficialmente permessa è tra la posizione 1 e la posizione 2. Anche in Italia.

      • Francesco scrive:

        Scusa ma hai visto una traccia di soluzione nel punto 3?

        Quello 2 risolve il problema in modo AH, quello 1 lo nega, quello 3 lo spiega, che forse è ancora più inutile.

        Ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          “Scusa ma hai visto una traccia di soluzione nel punto 3?

          Quello 2 risolve il problema in modo AH, quello 1 lo nega, quello 3 lo spiega, che forse è ancora più inutile.”

          E’ vero.

          Però solo la 3 ci può aiutare a fare qualche piccola scelta giusta. Ad esempio, deviare i soldi per la costruzione del prossimo Centro Direzionale a fare appartamenti popolari in Oltrarno 🙂

          • Francesco scrive:

            >> Ad esempio, deviare i soldi per la costruzione del prossimo Centro Direzionale a fare appartamenti popolari in Oltrarno

            Modalità F kattivo ON

            allora, se costruisco un Centro Direzionale faccio felice un sacco di gente, tra profittatori e lavoratori nel centro e operatori turistici e forse il PIL cresce, in ogni caso non devo continuare a occuparmene, dovrebbe camminare con le sue gambe

            se faccio gli appartamenti popolari, si riempiono di beurs incazzati senza lavoro, senza prospettive, ansiosi solo di trovare un giubbetto al plastico o l’ultimo GTA

            mi dici come faccio ad avere dubbi nella scelta?

            mode F kattivo OFF

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Un tempo si diceva inteligenti pauca: quando la diagnosi è che le strutture urbanistiche sono una fabbrica di jihadisti, forse la soluzione passa più per la sociologia e l’urbanistica che per lo stato maggiore.

          • Francesco scrive:

            e quindi? l’unica proposta urbanistica finora è quella di bombardare a tappeto i quartieri persi

            che ha anche un suo senso, a guardarla con occhio cinico

            PS Miguel, le banlieu sono fatti di appartamenti popolari o sbaglio?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            L’unica proposta che è arrivata alle nostre orecchie, forse, ma solo perché si riferiva ad azioni militari. Ecco, una proposta sarebbe orientare il dibattito pubblico in un’altra direzione, ma io non conto e non oriento un bel niente.

          • Francesco scrive:

            va bene che son ciellino e la fede deve farsi cultura eccetera eccetera ma veramente vuoi iniziare dal dibattito pubblico?

            che anche se arriviamo, arriviamo a babbo morto e sepolto e secondo marito installato e felice

            😉

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Quindi, Francesco, secondo te i problemi sociali non devono essere discussi e affrontati perché ci vuole tanto tempo per farlo?

          • Z. scrive:

            MT,

            — Un tempo si diceva inteligenti pauca —

            Un tempo si faceva economia di tutto, quindi presumo anche di consonanti! Comunque è un detto che è ancora molto caro al nostro Moi 🙂

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            E pensare che al ginnasio avevo anche un libro di versioni intitolato “Intellege et verte”. Che però nell’elenco dei libri di testo era “Intellege vertere” (sic).

          • Francesco scrive:

            quindi, Maurizio, secondo te le discussioni sui problemi sociali tendono a capirli e risolverli e non a dar da mangiare ai discutenti?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Hanno l’utilità di qualsiasi altra discussione. Poi sta a te decidere se la circolazione delle idee sia un bene o un male in sé.

          • Z. scrive:

            In astratto, è generalmente un bene, ma direi che dipende anche da quali idee circolano.

            In concreto la circolazione di idee può avere dei costi che non vengono recuperati. Ma questo vale per molte cose, incluse strade e ospedali.

          • Francesco scrive:

            Scusate, solo io vedo uno iato tra chiacchiere e azione?

            Sarà colpa della lettera di San Giacomo ma credo che invece di ammazzarsi di parole si dovrebbe agire, come insegna anche Miguel.

            Ciao

  3. Francesco scrive:

    Per curiosità, cosa vuole dire “declassati”? perchè a occhio e croce questi giovani non stanno peggio dei loro genitori.

    Grazie

    • ruttone scrive:

      @Francesco Infatti, questo mi chiedo pure io.
      Secondo me i “declassati” sono invidiosi e di cosa secondo me non te lo saprebbero spiegare nemmeno loro.

      Da bacchettone occidentale sono abituato a pensare che tali comportamenti si hanno quando manca una cultura solida, in questa prospettiva:
      più esperienza hai, più è possibile trovare una valvola di sfogo possibilmente inoffensiva per il tuo disagio di vivere

      Un altro pensiero a commentare sulla cultura (scusate ma sono prolisso):
      Paradossalmente in Italia forzare la gente a studiare secondo me ha addirittura peggiorato la situazione negli ultimi decenni; parte della popolazione sembra avere aperto disgusto per qualsiasi cosa intellettuale, reazione magari a brutte esperienze a scuola;

      un’altra vede la conoscenza come arma d’offesa (cosa parzialmente vera) che installata sulla mentalità tipicamente polemica italiana ha creato personaggi tipo Ferrara, Sgarbi, Scanzi o Travaglio che sono l’analogo intellettuale dei bulletti di quartiere, e immagino che siano il modello per molti.

      Un’altra parte vede la conoscenza come asset, persone che hanno studiato ma completamente acritiche.

      Poi ci sono i grillini

    • giovanni scrive:

      no, ma questi non sono più immigrati di prima generazione, che fuggivano dalla miseria assoluta dei loro paesi d’origine. Per i loro padri, essere considerati cittadini di serie B in Francia era comunque meglio di quello da cui venivano, per loro non c’è un termine di paragone, c’è solo la banlieue, e i francesi che continuano a trattarli come cittadini di serie B. Vedono solo l’odio di chi li circonda, e non se ne danno ragione.

      • Francesco scrive:

        Pare che invece siano i classici piccoli borghesi francesi, quelli che seminano sangue e distruzione dai tempi della Rivoluzione.

        Miguel, tu che hai un occhio di lince per i dettagli sociali, puoi smentire o confermare?

  4. Francesco scrive:

    PS al solito, se su dieci cose che scrivo, una penso sia seria, non se la fila nessuno

    devo iniziare a sospettare di essere stupido?

    :O

  5. Moi scrive:

    “Nel Mio Privé” featuring Sara Tommasi …

    • habsburgicus scrive:

      beh, ha fatto video un po’ con tutte (pornostar et similia)..se poi, se le “fa” anche, si può comprendere perché si senta su di giri 😀

  6. Roberto scrive:

    Il terzo è molto interessante

    “Questo malsano vittimismo fondato su una parte di verità in termini di razzismo e d’islamofobia non saprebbe occultare il proprio carattere mitizzato e il suo eccesso in un manicheismo che nega tutte le possibilità che una democrazia offre ai propri cittadini, non fosse che con lo strumento del voto.”

    Questo è un riassunto perfetto del punto che sto cercando maldestramente di esprimere in questi giorni!
    Se il riferimento al voto non ti piace, pensa ad altre possibilità, chessò, la ragionevole speranza di non essere torturato ad ogni controllo di polizia

    • Z. scrive:

      Il problema si risolverebbe abolendo la polizia, oltre al voto. E poi abolendo la legge, naturalmente, visto che se non c’è nessuno che la faccia rispettare la legge non serve a granché 🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      “Questo è un riassunto perfetto del punto che sto cercando maldestramente di esprimere in questi giorni!”

      Quando si ragiona e non si cerca soltanto di dimostrare che “è colpa del Corano!” o viceversa “è colpa del Misterioso Terrorismo”, si arriva facilmente a capirsi.

      Perché è ovvio che in tutto ciò che diciamo c’è una parte, piccola o grande, di verità. Credo che questo spirito aiuti a tenere in piedi lo strano forum che abbiamo creato qui.

      • Miguel Martinez scrive:

        Interessante il quadro che i media dipingono della ragazza morta nella sparatoria a Saint-Denis, ovviamente con tutti i limiti di voci vere o presunte raccolte a caldo e magari storpiate.

        Meditino coloro che parlano delle “donne islamiche sottomesse”.

        http://www.theguardian.com/world/2015/nov/19/paris-attacks-police-examine-remains-of-cowgirl-turned-suicide-bomber

        Genitori separati, girava con un cappellaccio da cowboy e beveva alcol, carattere deciso che non ascoltava nessuno, mette su un’impresa, improvvisamente si mette il niqab ma non si fa mai vedere con il Corano, visto che sta tutto il tempo a spippolare su Facebook e Whatsapp.

        Su facebook aveva scritto

        “Her status, written in a form of abbreviated slang, read: “Jver binto aller en syrie inchallah biento depart pour la turkie!” (I’ll soon be going to Syria, God willing, soon leaving for Turkey.)

        Il che ci dà un’idea anche della lingua di questa gente che, secondo i nostri media, “vivrebbe nel Medioevo”.

  7. mirkhond scrive:

    “Se il riferimento al voto non ti piace, pensa ad altre possibilità, chessò, la ragionevole speranza di non essere torturato ad ogni controllo di polizia”

    C’è chi vuole ciò che temi anche in queste radiose e luminose democrazie…..
    La dittatura poliziesca in nome della libertà e della democrazia……..

  8. mirkhond scrive:

    Ezio Mauro, intervistato dal tg1 ha chiesto misure repressive simili a quelle statunitensi dopo l’11 settembre 2001.
    Ovviamente per difendere la nostra libertà e democrazia….da se stesse!

    • Francesco scrive:

      credevo dai franchising del terrorismo, dove è che dice che dobbiamo difenderci dalla Costituzione?

      in ogni caso, forse meglio Ezio Mauro che Matteo Salvini a farlo, non credi?

      dai Duca, fin qui tutto bene!

      😉

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