Nei Balcani (2)

E’ facile ironizzare sui nazionalismi balcanici, dalla comoda posizione degli attuali abitanti dell’Italia.

Costa poco fare gli scettici verso profonde convinzioni che non sono le nostre: se volete un vero esempio di dissacrazione laicista all’opera, prendete una critica cattolica ottecentesca dell’Islam; oppure leggete certi godimenti ortodossi a propositi delle umane fallibilità dei papi.

Soffermiamoci su questo quadro in cui Oton Iveković (1868-1939) ci presenta il  mitico momento noto come Dolazak Hrvata na Jadran, “l’arrivo dei Croati all’Adriatico” (do-laz, od-laz, iz-laz, u-laz, na-laz, pri-laz, le prime parole che si devono imparare leggendo i cartelli, arrivo, partenza, uscita, entrata, presenza, vicinanza…).

Si possono fare molte pulci all’opera, a partire dall’aggettivo che ho scelto io, mitico. Non esiste infatti alcun mito che racconti dell’arrivo dei croati all’Adriatico. Anzi, la diffusione degli “slavi” è uno dei misteri irrisolti della storia, ben più affascinante del triangolo delle Bermude.

Poi, da appassionato lettore dei saggi di Michel Pastoureau sulla storia dei colori, mi sarebbe piaciuto chiedere a Iveković da dove avesse tratto i colori dei vestiti.

Ma questo tipo di disquisizione non controbatte nulla alla bellezza del quadro; alla sensazione incredibile che si prova quando si guarda dall’alto verso lo scenario dalmatico; e se non state facendo gli intellettuali progressisti in perfetta malafede, coglierete in questo quadro anche alcune delle cose fondamentali della nostra esistenza:

monte, acqua, terra, cielo, ferro, uomo, donna, bambino, spada, ascia e nuvola.

Quel momento forse non è mai esistito, ma noi vorremmo che lo fosse.

Casomai, mi permetto di sollevare due obiezioni oblique e ambigue. Che sono le uniche che si possono sollevare in buona fede alla forza della storia.

La prima riguarda l’ineccepibile realismo della scena: è esattamente così che dai monti si vede la costa dalmata, ed è una delle visioni più belle che sia concessa a un mortale.

Invece dalla costa dalmata stessa, non si vede altro che una montagna impenetrabile e brulla, e questo segna un confine reale.

La seconda non è un’obiezione.

E’ solo l’elenco dei nomi dei maestri di Iveković, ricavato – lo ammetto subito – da Wikipedia.

Il primo si chiamava Ferdinand von Quiquerez-Beaujeu ed è nato a Budapest.

Il secondo, Christian Griepenkerl, ed è nato a Oldenburg, in Prussia.

Il terzo, Josef Matyáš Trenkwald, è nato a Praga, e si firmava anche Josef Mathias von Trenkwald quando si sentiva più germanico.

Il quarto, August Eisenmenger, di Vienna.

Il quinto, Izidor Kršnjavi, che a parte il cognome, faceva parte di uno schieramento politico filo-ungherese.

Il sesto, Ferdinand Keller, di Karlsruhe, autore dell’Apoteosi del Kaiser Guglielmo Primo.

Questa successione di nomi-suoni, quattro tedeschi, uno slavo e uno – von Quiquerez-Beaujeu – talmente europeo da risultare indecifrabile, ci ricordano anche che si trattava sempre di persone che potevano permettersi di vivere al di sopra della nazionalità. Anche Julius Evola (autore di cui ho trovato i testi in lingua serba) ricordava da qualche parte con nostalgia l’epoca in cui si potevano varcare le frontiere con un semplice biglietto da visita.

I ricchi perché potevano, i poveri (magari senza biglietto da visita) perché le loro braccia erano desiderate ovunque in tempi premeccanici.

Onestà vuole però che si riconosca che arrivi il momento in cui tutti coloro che da una vita hanno zappato la terra, chiedano a un signore che si fa chiamare Ferdinand von Quiquerez-Beaujeu, nato a Budapest, non se sia un crucco o un magiaro, ma semplicemente se sia dei nostri oppure dei loro.

Chiedendogli magari anche perché, dopo aver dipinto l’Avvento dei croati, avesse dedicato uno dei suoi quadri alla Kosovka devojka, la “ragazza del Kosovo”, che aveva assistito i morenti eroi serbi.

Nell’esatto momento in cui viene posta quella tremenda domanda – cui io non saprei rispondere – finiscono tutti i sogni di meticciato, di integrazione, le Andalucia, le come-era-bella-la-Jugoslavia, gli imperi austroungarici.

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858 risposte a Nei Balcani (2)

  1. mirkhond scrive:

    Il quadro in effetti è bello, e mi era noto.
    Nell’elenco dei pittori che hai fatto, mi permetto di aggiungere Vlaho Bukovac (1855-1922), uno dei maggiori pittori croati, che in realtà si chiamava Biagio Faggioni, nato a Ragusavecchia (Cavtat) da padre di origine genovese e madre dalmata, e che lavorò per la famiglia reale serba e morì a Praga nel 1922!

  2. mirkhond scrive:

    Riguardo all’ironizzare sui nazionalismi balcanici, da parte mia l'”ironia” nasce da una constatazione dolorosa: l’utilizzo cretino-criminale che in quell’area si fa della propria storia da almeno 200 anni a questa parte.
    Ora se per essere amico di persone di quei posti, debbo dire di sì a tutte le castronerie che escono da quelle bocche, mi dispiace ma non ci stò.
    La storia di quelle terre è scritta su troppe sanguinose mistificazioni, e forse, solo il giorno che si riuscirà a superare questi nazionalismi malati e a riconoscere che insieme a guerre e odii, vi sono state tante cose in comune, forse, si spera, le cose potrebbero cambiare in meglio….
    Questo è ciò che ho appreso proprio studiando la storia della Dalmazia medievale, e in particolare di Zara.

  3. mirkhond scrive:

    E proprio pensando a tali nazionalismi, ringrazio Dio di essere nato e di vivere in Italia.
    Con tutti i suoi difetti, con tutti i contrasti che ci sono tra noi, devo riconoscere che il risorgimento nonostante tutto, ha fallito nel creare identità sanguinose come quelle dei nostri vicini balcanici.
    Meglio vivere in un paese dove l’autodenigrazione continua è un elemento essenziale della nostra identità che vivere in Serbia, in “Grezia” o in qualche altro paese dell’Est dove non c’è posto per chi è o viene percepito come etnicamente diverso.
    E’ proprio l’aver studiato la storia balcanica che mi ha fatto venire il rigetto per quell’area, in relazione ai suoi ultimi 200 anni di storia….

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “devo riconoscere che il risorgimento nonostante tutto, ha fallito nel creare identità sanguinose come quelle dei nostri vicini balcanici.
      Meglio vivere in un paese dove l’autodenigrazione continua è un elemento essenziale della nostra identità che vivere in Serbia, in “Grezia” o in qualche altro paese dell’Est dove non c’è posto per chi è o viene percepito come etnicamente diverso”

      Riflessioni che condivido, magari con qualche sfumatura diversa.

      Credo che il risorgimento sia riuscito a creare piuttosto bene un “identitarismo” marcato tra la minoranza colta degli italiani, come mostra Banti. Ma non è penetrato seriamente tra cattolici o contadini, cioè nella grande maggioranza della popolazione.

      Per quanto riguarda i Balcani, non credo che siano esattamente comunità intolleranti, anzi. Casomai sono piccole comunità impaurite che si aggrappano talvolta a fantasie storiche, o a volte “sparano per primi solo per difendersi”.

  4. mirkhond scrive:

    “Anzi, la diffusione degli “slavi” è uno dei misteri irrisolti della storia, ben più affascinante del triangolo delle Bermude.”

    Non solo la diffusione, ma lo stesso urheimat, che gli studiosi ritengono fosse tra l’attuale Polonia orientale, la Bielorussia e l’Ucraina settentrionale.
    Effettivamente come abbia fatto a sciamare per mezza Europa una tale massa di genti tra VI e VII secolo dopo Cristo, e da un ‘area così limitata, in gran parte coperta di paludi, resta un mistero….

  5. mirkhond scrive:

    “Non esiste infatti alcun mito che racconti dell’arrivo dei croati all’Adriatico.”

    Le notizie sul loro arrivo nei Balcani, INSIEME agli AFFINI Serbi, intorno al 630-640 d.C., ci vengono da fonti bizantine, come Costantino Porfirogenito (sec. X).
    E i Croati e i Serbi si affermarono su un’area già invasa da grandi masse di slavi fin dal 580 d.C.
    Però curiosamente un mito diffuso tra intellettuali dalmati e non solo, soprattutto nei secoli XIV-XVII, vorrebbe che i Croati discendessero dai Goti, stabilitisi nei Balcani nei secoli V-VI d.C.
    Mito che non trova a tutt’oggi una spiegazione convincente, se non in un vago, lontano ricordo dei Goti, come una sorta di herrenvolk, un “popolo-aristocrazia”.
    Ricordo, evidentemente sopravvissuto per secoli alla scomparsa di questo popolo.
    Mito che fu ripreso dalla Croazia di Pavelic’ nel 1941-1943, per ingraziarsi Hitler, affermando che i Croati erano sì slavi, ma di “pura” origine germanica, gotica!
    Poi, quando Hitler volle contingenti croati da spedire al fronte russo, tutto questo entusiasmo “gotico” cominciò ad affievolirsi notevolmente tra gli aspiranti all'”oriundità” germanica.

  6. habsburgicus scrive:

    Anzi, la diffusione degli “slavi” è uno dei misteri irrisolti della storia, ben più affascinante del triangolo delle Bermude.

    hai ragione, Miguel..qui, da me condensatissime, alcune teorie vari dei più quotati slavisti dei nostri tempi più diversi classici più qualche cialtrone, la cui presenza, ne converrai, è necessaria come l’aria 😀

    Secondo Mańczak 1990 l’habitat originario degli Slavi (che coinciderebbe con quello degli Indoeuropei !) sarebbe fra Oder e Vistola; i Baltici, come tutti gli altri, si sarebbero separati ma essendo rimasti sempre vicino agli Slavi ciò spiegherebbe la vicinanza delle lingue baltiche e slave; i Baltici però ebbero influenza del sostrato finno-ugrico e l’indoeuropeizzazione avvenne da sud a nord (più forte il sostrato finno-ugrico in lettone, meno in lituano, ancor meno in vecchio-prussiano)

    Secondo Šafárik i Venedi parlavano slavo

    Pogodin pose l’Urheimat degli Slavi in Podillja e Volyn’ (ucraina occidentale)

    Józef Rostafiński pose l’Urheimat degli Slavi nella paludi del Prypiać (Pryp’’jat’) in Polesia [in alto e medio Dnipro] e Niederle lo seguì (Niederle pose le migrazioni in II e III secolo d.C)

    Khvojka assegnò agli Slavi la cultura di Černjakhov (IV secolo d.C)

    Spicyn (1858-1931) assegnò agli Antes ritrovamenti in Ucraina centrale e meridionale
    Secondo Sedov, i Venedi iniziarono a muoversi nel Dnister superiore nei primi due secoli dell’Era cristiana

    Secondo Ivanov 1991 e 1993 la storia etnica degli Slavi inizia solo nel VI secolo d.C già tesi simili in Váňa 1983 che ammise che gli slavi, nella forma conosciuta dal VI secolo, non esistevano nell’antichità

    Jürgen Udolph 1978 e 1979, basandosi sugli idronimi, ritenne che l’Urheimat degli Slavi fu una zona ristretta alle pendici nordorientali dei Carpazi, nell’attuale Ucraina sudoccidentale, donde si sarebbero diffusi in tutte le direzioni, dal Baltico all’Egeo, dall’Elba al Don (Urheitmat in Galizia)
    secondo Volodymyr Baran la teoria di Udolph confermò le sue conclusioni (cui era già giunto) secondo cui le prime tracce archeologiche si hanno in Bukovyna e regioni limitrofe
    Kazimierz Godłowski accettò le conclusioni archeologiche di Baran ma fu scettico su migrazione che avrebbe riguardato in un tempo relativamente breve i due terzi dell’Europa partendo da un’area più piccola dei Paesi Bassi
    Oleg Trubačev 1991 pose l’Urheimat degli Slavi nel bacino carpatico; Udolph lo criticò “vennero gli Slavi dalla Pannonia ?”
    continua

  7. habsburgicus scrive:

    Kazanski 1999
    Ritiene i Veneti slavi e li piazza molto ad est (Bielorussia orientale), mentre ha dubbi sullo slavismo dei Veneti della Vistola
    La cultura di Zarubincy (Ucraina del nord e Belarus del sud), probabilmente dovuta ai Bastarnae (e di cui facevano parte anche altre tribù fra cui quasi certamente gli antenati dei Veneti) finì fra 30 e 70 d.C, in buona parte a causa dell’invasione dei Sarmati (ma ci furono anche altre cause, forse climatiche, perché finì anche nelle paludi del Prypiać inaccessibili alla cavalleria sarmata)
    Cultura di Černjakhiv, dei Goti, che arrivano a fine II/inizio III secolo d.C (i Veneti si trovavano a nord)
    Il Laterculus Veronensis (inizio IV secolo ?) sotto Indii potebbe menzionare i Venedi
    Cultura di Kyïv da cui deriveranno in modo diretto Antes e Venethi
    Cultura di Praha-Korčak ad essa sono associati gli Sclaveni “i puri Slavi” forse da identificare con gli Stavanoi menzionati da Tolomeo
    Nella regione dell’Oka superiore si forma verso il III secolo d.C la cultura di Mošino (balto-slava ?)
    Cultura finno-ugrica di D’jakovo fra Oka e Volga
    Cultura di Rjazan’-Oka, sul medio Oka (secondo alcuni presenti forti influenze baltiche)
    I Cannibali di Erodoto potrebbero essere i veri antenati degli Slavi (Rybakov li considerò baltici)
    A sud della regione di Novgorod-Pskov forse c’erano dei Venethi che possono essere la più antica popolazione slava della Russia nord-occidentale, antenati dei novgorodiani (senza influenza gotica)
    Alcuni attribuiscono agli Slavi anche dei siti sul Volga medio
    Venedi in carta di Peutinger
    Lo slavo knjaz sarebbe di origine gotica
    Negli anni 330’ il bellicoso Hermanaric sale al trono; nei 350-360’ combatte contro i popoli vicini fra cui gli affini Herules, che erano presso il Mare d’Azov, alla foce del Don (sono da lui sterminati); poi attacca e sconfigge i Venethi, quindi gli Aestii, indi gli arctoi gentes della foresta russa fra cui i Mordvini e i Mari
    I Goti di Vinitharius (c.a 400 d.C) erano nella zona forestale dell’Ucraina (attaccarono gli Anti e si scontrarono con gli Unni)
    I Goti di Gesimond, erano nella zona delle steppe dell’Ucraina a nord del Mar Nero (fedeli agli Unni)
    Gli Unni sconfissero gli Alani in c.a 370 e poi, insieme a loro, attaccarono i Goti
    Gli Unni erano fra il Mar d’Azov e il basso Dnipro, solo in c.a 410-420 si spostarono nel bacino carpatico ove negli anni 449’ si situa la residenza di Attila
    L’Impero unnico finì in c.a 454-455, gli Unni tornarono in Ucraina (i Kutriguri erano i loro discendenti o un popolo molto strettamente alleato)
    L’etimologia degli Antes è generalmente ritenuta iranica, secondo lui invece é altaica (già proposta da altri); gli Antes sarebbe i Venethi slavi
    A partire dal secondo terzo del V secolo d.C sono attestate 3 civiltà slave (da ovest a est), che durano sino al VII secolo d.C
    Praha-Korčak
    Pen’kivka
    Koločin
    Nel V secolo d.C ha termine la cultura di Mošino
    continua

  8. habsburgicus scrive:

    Schenker 1995
    Teoria autoctona
    Secondo la “teoria autoctona” (seguita soprattutto da molti studiosi polacchi, ad esempio i linguisti Lehr-Spławiński 1946, Rudnicki 1959-1961 e Nalepa 1968, lo storico Hensel 1980, gli archeologi Jażdżewski 1948-1949, Kostrzewski 1956 e Sulimirski 1962 e l’antropologo Czekanowski 1957; criticati dall’archeologo Godłowski 1979) gli Slavi abitavano fra Elba, Oder, Vistola e Buh e la cultura detta di Lusazia era slava (tale cultura fiorì fra 1300 e 400 a.C, ma non è detto che fosse slava)
    Dvornik, ceco, pareva essere persuaso dalla teoria dell’autoctonia
    Łowmiański 1967 e Gołąb 1991 ritennero Neuroi e Boudinoi (MENZIONATI IN Erodoto) Slavi, ma ciò non è provato;
    inoltre gli autoctonisti ritengono Slavi i Veneti lungo la Vistola, slavo il nome Vistola e [possibilmente] slavo il nome della città di Kalisz, menzionata da Tolomeo;
    è egualmente difficile dimostrare che i contadini Sciti menzionati da Erodoto possano essere stati Slavi (Gimbutas 1971)
    non vi è ragione nel dubitare che entro il VI secolo d.C gli Slavi fossero sulla Vistola (seppur è molto improbabile che allora avessero raggiunto il Baltico) ma non è detto che ci fossero prima
    Veneti già ritenuti slavi da Gil’ferding 1868, Pogodin 1901, Niederle 1925 e poi molti autoctonisti

    Teoria danubiana
    oggi ha pochi aderenti, quasi solo il russo Oleg N. Trubačëv 1982 e 1991; polemiche con Godłowski 1985 e Udolph 1988

    Teoria dnipriana
    molti studiosi assegnano gli Slavi preistorici al bacino del medio Dnipro, più o meno il territorio dell’attuale Ucraina nord-centrale e occidentale e Belarus sudorientale; fra questi
    Rozwadowski 1913 linguista
    Vasmer 1926 linguista
    Filin 1962 linguista
    Rostafiński 1908 botanico
    Moszyński 1957 etnologo
    C’è evidenza che i Baltici abitavano l’area fra il Baltico e l’alto Dnipro e che gli Iranici abitavano le terre a nord del Mar Nero (Sciti e poi Sarmati), ove furono poi sostituiti dai germanici Goti;
    influenze sullo slavo di baltico, iranico e germanico
    Schenker ritiene che la scarsa evidenza che abbiamo punta al bacino del Dnipro come luogo in cui vivevano gli Slavi prima delle grandi migrazioni del VI secolo d.C;
    il primo indubitabile riferimento agli Slavi sulle frontiere del mondo civilizzato appartiene al VI secolo d.C, Jordanes (c.a 550 d.C) che piazzò i Veneti lungo la Vistola, gli Sclaveni dal Danubio al Dnister e gli Antes dal Dnister al Dnipro (Veneti e Antes originariamente non erano Slavi)

    la patria ancestrale degli Slavi è stata anche piazzata in altri luoghi
    paludi del bacino del Prypiać Hirt 1907
    fertili terre della Volyn’ Gołąb 1983 e 1992
    colline ai piedi delle montagne carpatiche Udolph 1979
    varie combinazioni di tutte le teorie sopra menzionate (Niederle 1925, Tret’jakov 1953)

  9. habsburgicus scrive:

    Zbigniew Gołąb
    Secondo Brandenstein il più antico habitat realmente proto-indoeuropeo (PIE) deve essere stato localizzato nelle steppe sub-uraliche (kirghize [cioè kazache]), più precisamente nella loro parte nord-occidentale cioè al di là del Volga
    Thieme invece lo collocò fra bassa Vistola e basso Weser (ipotesi “occidentale”), ma non pare corretto
    i Pre-Slavi, separati dai “Pre-Balti”, iniziarono a svilupparsi socialmente, culturalmente e a fortiori linguisticamente come Proto-Slavi non prima del 1000 a.C; allora vivevano a Kyïv e in Volyn’
    oggi c’è poco dubbio che gli idronimi dell’alto Dnipro siano di origine baltica (su 1569 idronimi, 800 sono baltici);
    ve ne sono, di baltici, anche a sud del Prypiać, concentrati in Polissja (Palessie) orientale
    secondo alcuni i Veneti non erano slavi, secondo lui sì (era un nome slavo di gruppo sociale, poi esteso dai Germani a tutti gli Slavi)
    gli Slavi si estesero dall’alto Don (?) sino al bacino della Vistola e della Warthe, fra c.a 500 a.C e 500 d.C
    la regione dove si sviluppò un tipo di comunità linguistica proto sud-slavica era la Rutenia subcarpatica
    Gołąb ha stabilito che prima del 500 d.C la parte principale dei Proto-Slavi viveva su un territorio esteso che andava dal bacino del Dnipro ad est al bacino dell’Oder ad ovest, raggiungendo la costa baltica solo fra la Vistola e l’Oder ma NON raggiungendo il Mar Nero;
    essi erano separati dalla costa baltica dai Baltici (antenati dei vecchio-prussiani, lituani, lettoni) che all’epoca abitavano tutta l’Europa nord-orientale, estendendosi dal bacino dell’Alto Oka attraverso l’Alto Dnipro sino alle coste del Mar Baltico
    essi erano separati dal Mar Nero prima da popoli iranici (Sciti e Sarmati) poi da c.a 300 d.C dai Goti e quindi dagli Unni
    nel bacino dell’Oder si dovrebbe accettare una vicinanza di Slavi e Germanici prima delle grandi migrazioni germaniche
    all’Est (bacino dell’Alto Don ?) le tribù iraniche sembrano essere state i vicini più stabili, almeno sino all’invasione unna;
    il cuore primario dell’habitat proto-slavico, il luogo dei Nervi di Erodoto, era situato fra il medio Dnipro e il Buh cioè la Volyn’ e la parte occidentale della regione di Kyïv
    il resto della frontiera di quell’habitat tardo proto-slavico era rappresentato dai Carpazi e, in parte, dai Sudeti
    anche Moszyński pose l’habitati dei Proto Slavi all’epoca della nascita di Cristo all’incirca nella stessa regione, Volyn’ e regione di Kyïv; nel 1957 li collocò alla nascita di Cristo nel bacino del medio Dnipro [dunque lì] (in passato Moszyński sostenne che il Proto-Slavo ancora predominava da qualche parte in Asia verso VII-VI secolo a.C; ad ovest e forse a nord confinava con i linguaggi degli Ugri meridionali, ad est con i linguaggi turchici, a sud con i linguaggi degli Sciti);
    secondo Gołąb è impossibile porre il più antico habitat dei Proto-Slavi ad est del Volga
    dopo la dissoluzione finale della comunità linguistica PIE, che ebbe luogo in 3000-2500 a.C e dopo un periodo di transizione di “comunità” balto-slavica, gli antenati degli Slavi si separarono dai Balti e divennero un’autonoma entità etno-linguistica verso il 1000 a.C (o subito dopo); di lì in poi siamo intitolati a parlare di Proto-Slavi; prima dovremmo parlare di “Pre-.Slavi” intendendo con questi sia un sottogruppo entro la comunità balto-slava o primo ancora un sottogruppo entro la zona dialettale nord-europea del tardo PIE
    il 1° riferimento ai Proto-Slavi così definiti lo abbiamo in Erodoto (V secolo a.C), quando parla dei Neuroi (Nervi) e dei Boudinoi
    come punto di inizio donde i Pre-Slavi iniziarono a muovere gradualmente verso sud-ovest è ipotizzabile il bacino dell’Alto Don; questo movimento che deve essere iniziato verso il 2500 a.C portò i Pre-Slavi (allora strettamente correlati ai Pre-Balti) attraverso il Medio Nipro alle regioni di Kyïv e Volyn’ dove ultimamente allentarono i legami con i Pre-Balti, divenendo in tal modo una separata comunità etno-lingustica Proto-Slava;
    così il bacino del Medio Dnipro e le regioni a sud di Kyïv e ad ovest di Kyïv appaiono come il centro di cristallizzazione dei Proto-Slavi;
    i Boudinoi sono posti fra l’alto Donec’ e il Desna,
    i Neuroi in Volyn’ e nella regione a sud di Kyïv, sulla riva occidentale del Dnipro;
    una parte significativa dei Pre-Slavi rimase ad est del Dnipro e mantenendo stretti contatti con i loro affini ad ovest del Dnipro, contribuirono all’etnogenesi proto-slava
    presto iniziarono a muoversi ad ovest (forse in seguito all’invasione degli Sciti di c.a 700 a.C che bloccò la direzione sud-orientale per l’espansione proto-slava); il nome “Vistola” è slavo
    così all’epoca di Cristo i Proto-Slavi sembrano aver occupato un vasto territorio dal bacino dell’alto Don (?) attraverso il bacino del medio Dnipro alla Vistola sino al bacino dell’alto e medio Oder, raggiungendo la costa baltica a nord, alla foce della Vistola
    bacino dell’Alto Don come base da cui i Pre-Slavi iniziarono a diffondersi
    bacino del Medio Dnipro (Kyïv-Volyn’) come nucleo dove l’ethnos Proto-Slavo si cristallizzò
    bacini della Vistola e dell’Oder rappresentanti le zone di espansione preistorica e coloniale dei Proto-Slavi
    è dubbio se tutte queste zone fossero abitate simultaneamente da Proto-Slavi all’epoca della nascita di Cristo, specialmente ad est

    Slavi, contatti linguistici preistorici con
    Iranici la somma di sicuri prestiti (materiali) dall’iranico è 27
    Germani la somma di sicuri prestiti (materiali) dal germanico è 44 (o 45)
    Popoli altaici (non solo turchi; anche Avari che forse erano mongoli; Unni; Bulgari che sono proto-ciuvasci e Poppe separa ciuvascio e turco)

    Contatti con gli Iranici, c.a 700 a.C-300 d.C
    Contatti con i Germani, c.a 300 a.C-600 d.C
    (dunque più o meno stesso tempo)

  10. habsburgicus scrive:

    Godłowski 1983
    Pongono le sedi originarie degli Slavi in Europa orientale, in particolare nel territorio dell’nell’alto Dnipro
    Max Vasmer 1923 e (soprattutto) 1926
    Henry Ułaszyk 1959 (pol)
    Kazimierz Moszyński 1957 (pol)
    Werner Joachim 1971 (Antes e Sclaveni)
    Dimitrij A. Mačinskij 1976 (I-IV secolo d.C); 1976, con Marija Tikhanova (I-VII secolo d.C); 1981 (migrazioni I millennio d.C)
    Kazimierz Godłowski 1979 (pol), 1979 (ted)

    Pongono le sedi originarie degli Slavi nell’Europa centrale dell’est, soprattutto nel territorio della Vistola o anche dell’Oder
    Józef Kostrzewski 1923, 1946, 1961 sempre a Poznań
    Tadeusz Lehr-Spławiński 1946 Poznań
    Konrad Jażdżewski 1949 Łódź
    Jan Czekanowski 1957 Poznań
    Irina Rusanova 1976 (VI-VII secolo d.c)
    Valentin Sedov 1979

    Alcuni studiosi vollero localizzare gli Slavi originari parimenti nel territorio della Vistola come nel territorio del Dnipro
    Lubor Niederle 1931
    Konrad Jażdżewski 1970
    Witold Hensel 1973, 1978

    Solo isolati vengono altri tentativi di soluzione
    Kazimierz Moszyński 1926 identificò la patria originaria degli Slavi in Asia orientale !
    E. Gasparini 1952 (cultura lusaziana e Protoslavi) identificò la patria originaria degli Slavi in Asia orientale !
    Jürgen Udolph 1979, 1979
    Wolfgang Schmid 1979
    Otto Kronsteiner 1980
    (questi cercarono vie nuove; essi vollero localizzare la patria originaria degli Slavi in una stretta striscia sul versante nord dei Carpazi fra i Tatra e la Bukovyna, Kronsteiner in un territorio in qualche modo più grande; teoria duramente criticata dagli slavisti polacchi, fra cui Hanna Popowska-Taborska 1981, 1981;
    è una teoria molto inverosimile; è escluso già per ragiono demografiche che questo piccolo territorio di 30.000-45.000 kmq sia stata la patria originaria degli Slavi)

    il nome dei Lugi è verosimilmente celtico e non slavo, checché ne dica Lehr-Spławiński ;
    non ancora provato che il nome Vistola sia letto né che lo sia quello di Calisia (forse identica alla polacca Kalisz)
    Jordanes identifica con gli Slavi gli Antes e i Venedi (sebbene i loro nomi non siano di origine slava)

    Cultura di Wielbark
    Cultura di Pzeworsk PL centrale e meridionale
    Cultura di Černjakhiv (UA)-Sântana de Mureş, 2° metà III secolo d.C-inizio V secolo d.C UA, MD e parte RO

    c.a 400 d.C, nel territorio della cultura di Černjakhov scompaiono tracce della cultura germanica orientale
    c.a metà V secolo d.C, la nuova cultura raggiunge il territorio della cultura di Przeworsk in Polonia meridionale
    fine V secolo d.C o inizio 500 d.C, la nuova cultura raggiunge Polonia centrale, Slovacchia occidentale e arco nord-orientale dei Carpazi
    ad inizio VI secolo d.C, verosimilmente in 520 circa, notiamo una rottura culturale in Pomerania
    in Germania orientale la cultura germanica scompare fra metà VI secolo ed inizio VII secolo d.C
    parimenti nella seconda metà del VI secolo d.C scompaiono le ultime tracce di insediamenti germanici in Moravia del sud e Boemia
    (in territorio della Germania orientale e dell’ex-Cecoslovacchia ciò è da mettere in relazione con l’arrivo degli Slavi)
    invece non ci sono mutamenti culturali nelle aree baltiche In V-VI secolo d.C, anzi la cultura baltica si espande, all’est della Vistola, in territori abbandonati dalla cultura di Wielbark di epoca imperiale-romana ma non occupati dagli Slavi

    cultura di Kyïv
    cultura di Penkivka, V-VII o inizio VIII secolo d.C in parte superiore e settentrionale del territorio del medio Dnipro una parte dei ricercatori sovietici (Sedov, Rusanova) la descrive come baltica, altri studiosi (Werner, Symonovyč, Baran, Gorjunov) la ritengono come slava cosa che lui ritiene molto più verosimile
    cultura di Koločin

    ora è chiaro a molti studiosi polacchi e anche ad alcuni sovietici che il nome Veneti in origine non aveva nulla a che fare con gli Slavi
    i Veneti tacitiani erano, pare, in Bielorussia e Ucraina nord occidentale potevano essere già Slavi, lui lo ritiene possibile
    i Veneti di Tolomeo occupavano un territorio più piccolo , ad est della Vistola (Masuria ?) non ancora Slavi
    scettico verso metodo di Witold Mańczak
    non ci può essere dubbio che la cultura di Černjakhiv rifletta il periodo della dominazione gota nell’area a nord del Mar Nero e nel basso Danubio (c.a 280-375 d.C); naturalmente la popolazione di questa cultura non comprendeva solo Goti ma anche i discendenti di altri popoli germanici, sarmatici e daci, possibilmente anche alcuni Slavi o Proto-Slavi specialmente nelle parti settentrionali e nord-orientali del territorio della cultura di Černjakhiv;
    alcuni relitti della cultura di Černjakhiv sopravvissero in alcune parti sino alla seconda metà del V secolo d.C (ad esempio Teremce presso Kam’’janec’-Podil’s’kyj nel medio Dnister) e furono assimilati nelle culture early slave di Penkivka e di Praha

  11. habsburgicus scrive:

    Adam Naruszewicz (1733-1796, S.J, vescovo titolare di Smolensk e Luc’k) in 1794-1795 fu il primo a ritenere gli Antes come slavi;
    egli piazzò Sclavenes, Antes e Venethi in territorio polacco e li ritenne tutti e tre antenati dei polacchi
    Johann Caspar Zeuss (1806-1856) invece ritenne gli Sclavenes slavi occidentali e gli Antes una mistura di slavi meridionali e orientali
    Hruševs’kyj ritenne gli Antes (menz 385-inizio VII secolo d.C), che vivevano sulla riva nord del Mar Nero, come antenati degli ucraini; nell’articolo del 1898 (ma non nella Storia) li ritiene antenati di Ulyči, Tiverci e Siveriani
    Pogodin 1901 protestò per il tentativo di “riservare” ai soli ucraini gli Antes e li ritenne “est-slavi)
    Šakhmatov 1916 ritenne gli Antes “est-slavi” (o “russi”, per lui), mentre gli sclaveni sarebbero stati “sud-slavi”; egli accettò la “nazionalizzazione” degli Antes fatta da Hruševs’kyj ma la fece per conto della nazione pan-russa e non di quella ucraina e ritenne la storia degli Anti l’inizio della storia del popolo “russo” (est-slavo) mentre Hruševs’kyj la ritenne l’inizio della storia del popolo ucraino !
    Nel 1919 Šakhmatov ritenne gli Antes antenati della tribù “russa” nel suo intero
    Niederle 1910, 1923 e 1924 negò che gli Antes fossero antenati del popolo ucraino perché, dice nel 1923, nessun popolo di tal nome esistette dal IV all’XI secolo; li ritenne un’unione politica temporanea di tribù “sud-russe” (nel 1924, limitò da IV a VII secolo)
    Hruševs’kyj 1911, in russo, però tolse la parola “ucraino” e si limitò a dire che gli Antes erano gli antenati delle più tarde tribù “sud-russe” ed erano tribù slave dell’est meridionali; nel 1926 ammette che chiamare gli Antes “ucraini” sarebbe un anacronismo

    Peisker
    Secondo Šakhmatov gli Slavi era ereditarono il nome “Venedi” dai loro ex-signori, i Venedi celtici che viveno nel bacino della Vistola in III e II secolo a.C
    Ritiene Urheimat degli Salvi la Palessie (cita Rostafiński 1908), la culla degli Slavi, da tempi preistorici;
    poi emigrarono a nord occupando i posti lasciati liberi dai Balti;
    ad est, sin oltre l’OIka
    a sud, fino a Kyïv
    a sud-ovest raggiunsero i Carpazi
    ad ovest si mossero verso la Vistola (all’epoca di Tacito la Vistola era ritenuta la frontiera orientale dei Germani)
    influenza sugli Slavi di
    Bastarnae
    Heruli
    Gothi

    Dvornik 1956
    In passato molti ponevano l’Urheimat in Palessie, nelle paludi del Prypiać (ad esempio Peisker, in CMH 2, che ha anche molte teorie fantasiose e obsolete)
    Altri estesero l’Urheimat a sud fino ai Carpazi e ad ovest alla Vistola;
    vi è accordo su vicinanza degli Slavi con Germani, Balti e Traci
    nessuno dubita che l’Urheimat dei Germani sia in Scandinavia meridionale, in Danimarca e nelle isole e parte della costa fra Elba e Oder;
    i Baltici sono rimasti sempre nel loro habitat originario;
    i Traci originariamente erano in Ungheria (secondo Dvornik i Daci erano traci)
    la scuola moderna polacca (Czekanowski, Sulimirski, Kozłowski, Kostrzewski) ha sostenuto che l’Urheimat degli Slavi si trovava fra l’Elba, l’Oder, la Vistola e il Buh e che la cultura di Lusazia era slava;
    questa possibilità fu seriamente considerata anche da Niederle 1923 che tuttavia pose l’Urheimat degli Slavi fra Vistola e Dnipro, pur essendo sempre più inclinato ad estendere l’habitat originario degli Slavi verso ovest, oltre la Vistola; nel 1931 nel suo libro in ceco dice che Tacito e Tolomeo collocano gli Slavi ad est della Vistola
    Tret’jakov pone l’Urheimat degli Slavi fra Elba e Dnipro
    Secondo Vasmer (cartina) Urheimat Slavi si spingeva molto ad est, da Polonia sud-orientale all’area oltre Černihiv
    Secondo Jażdżewski (cartina), Urheimat degli Slavi comprendeva il sud-est della vecchia DDR (fin quasi a toccare i Celti, i Teutoni posti più a nord), tutta la Polonia centrale e meridionale (ma senza mai giungere al Baltico), Bielorussia meridionale, Ucraina occidentale e centrale
    Secondo Dvornik, i Neuroi e i Boudinoi di Erodoto erano probabilmente slavi; è anche possibile che gli “agricoltori sciti” (che Erodoto distingue dagli altri sciti) fossero parzialmente slavi
    Plinio sapeva che c’erano dei Venedi sulla Vistola (secondo Dvornik Slavi) e Tacito pone i Venedi ad est dei Germani
    Secondo Dvornik, poi gli Slavi menzionati da Tolomeo (ritiene i Venedi slavi)

    Anni 1970’
    Cultura di Zarubincy sull’alto Dnister, II secolo a.C-II secolo d.C Tret’jakov la ritiene protoslava, Sedov forse baltica
    Cultura di Černjakhiv, sull’alto Donec’, II-IV secolo d.C mista (Sarmati, Germani, Daco-Traci, Slavi)
    Cultura protoslava del Basso Danubio e dell’ovest dell’Ucraina, VI-VIII secolo d.C Sedov e Ljapuškin la ritengono la prima cultura slava in queste contrade

  12. habsburgicus scrive:

    dulcis in fundo, la Gimbutas 1963 (sui Balti, ma parla anche degli Slavi)
    La Gimbutas, contro la communis opinio che li ritiene Slavi, definisce Balti i Neuri di Erodoto (V secolo a.C)
    Gli Aestii sono menzionati da Tacito nel 98 d.C e senza dubbio sono baltici anche se non è chiaro se Tacito si riferisse a tutti i Balti o solo ai vecchi prussiani (Balti occidentali) o semplicemente ai raccoglitori di ambra nella costa lungo il Frisches Haff, che in lituano è ancora chiamato Aismarės (l’anglosassone Wulfstan in c .a 880-890 lo chiamò Eystmeer) e c’è tuttora un fiume Aista in Lituania occidentale;
    Jordanes nel VI secolo pose gli Aestii ad est della Vistola, Einhard in c.a 830-840 (Vita Karoli Magni) sulle rive orientali del Mar Baltico
    Tolomeo (II secolo d.C) menziona i Soudinoi e Galindai (Sudoviani e Galindiani), nomi di tribù prussiane; nel 1326 Dusburg li nomina ancora, nella lista delle tribù prussiane (in tutto 10: Pomesani/Pamedė, Pogesani/Pagudė, Varmienses/Varmė, Nattangi/Notanga, Sambite/Semba, Nadrowite/Nadruva, Barthi/Barta, Scalowite/Skalva, Sudowite/Sūduva e Galindite/Galinda anche noti come Jotvingai; vi erano altre due province a sud di Pagudė e Galinda, Lubava e Sasna conosciute da altre fonti storiche)
    Un nome generale per i prussiani, cioè i Balti occidentali, venne in uso nel IX secolo d.C ed è ricordato da un geografo bavarese poco dopo l’845 d.C, Bruzi (è creduto che prima del IX secolo “Prussiani” fu solo il nome di una tribù che fu gradualmente trasferito alle altre);
    in c.a 965 d.C il mercante arabo Ibrahim b. Ya’qub parla di Burūs e dice hanno una propria lingua e sono valenti nelle lotte contro i Vichinghi
    i Curoni o Chori sono menzionati nelle saghe scandinave che decrivono le guerre dei Vichinghi in Curlandia a partire da VII secolo d.C
    i Semigalli sono menzionati in fonti scandinave che descrivano le campagne di un Re danese nell’870 d.C in Semigallia (Lettonia centrale e Lituania settentrionale)
    le altre tribù compaiono più tardi, quelli dei Lituani e dei Lettigalli (Letti) solo in XI secolo (Lituania orientale, Lettonia orientale e Belarus);
    l’intero I millennio d.C è ancora proto-Storia per i Baltici

    Area proto-baltica in 1° metà del II millennio a.C comprendeva EST ed estremo sud SF

    c.a 600-400 a.C, Baltici occupavano
    gran parte Polonia
    Lituania
    Lettonia
    Bielorussia
    Ucraina del nord, sino a Kyïv
    Russia occidentale (sino a Mosca)

    Al tempo della nascita di Cristo, la Pomerania orientale e il bacino della Vistola erano già occupati dai Goti

    Nel 515 a.C (spedizione di Dario), narrataci da Erodoto in c.a 450 a.C prima notizia storiche che abbiamo
    Gli Sciti contadini sarebbero Slavi
    I Nervi sarebbero Baltici orientali, non Slavi
    Gli Androphagi sarebbero i Mordvini
    I Melanchlaini sarebbero, forse, i Mari
    I Budini sarebbero, possibilmente, gli Udmurti

    Nel II secolo a.C gli Zarubincy (ritenuti Slavi) invasero le terre del Prypiać [a sud] 1° espansione slava verso nord
    Le tribù baltiche, eccetto i Prussiani, abbandonarono la cremazione verso l’epoca della nascita di Cristo ed adottarono l’inumazione
    Da II secolo d.C a V secolo d.C ci fu l’età dell’oro della cultura baltica

  13. habsburgicus scrive:

    morale di tutte ‘ste notizie che magari qualcuno di voi forse leggerà pure ?
    che ha ragione Miguel 😀
    gli Slavi restano un mistero !

    • daouda scrive:

      E come mai c’è così tanta discrepanza anche genitica tra germanici e slavi se infondo erano così vicini ( esulando dal fatto che per me slavi e germani assieme a mauritani e copti mi fanno “rabbrividire” per aspetti diversi ma omplementari ) ?

    • Thyrrenus scrive:

      Certo che con un po’ di pazienza e tempo le leggo! Comunque mi resta la domanda: su che basi si mettono ad attribuire questo o quel popolo citato dagli antichi ad un gruppo linguistico piuttosto che ad un altro. Insomma, ammesse anche differenze tra i ritrovamenti archeologici tipo vasellame etc., resta il problema della lingua che non sembra restare attaccata alle ciotole… Come giustificano in genere tutti costoro le loro supposizioni?

    • Thyrrenus scrive:

      E comunque Habs: GRAZIE per queste tue notizie!! 🙂

  14. mirkhond scrive:

    Tutte queste ipotesi interessanti, hanno però un qualche fondamento almeno archeologico?
    Un punto comune, mi sembra nell’identificazione dell’area che, se non fu la culla dei Protoslavi, sarebbe stata però il punto di partenza della loro diffusione in mezza Europa, e cioé la zona tra Bielorussia, Ucraina settentrionale e Polonia orientale.

  15. roberto scrive:

    Miguel (e tutti quelli che capiscono l’inglese),

    anche se non ti interessa il basket, sul nazionalismo ex jugoslavo ti consiglio questo documentario stupendo, “once brothers”.
    è la storia di due giocatori, divac, serbo, e petrovic, croato, e della loro amicizia distrutta dal nazionalismo. devi fare la tara al fatto che la storia è raccontata dal serbo (il croato è tragicamente morto), ma io l’ho trovato illuminante

    https://vimeo.com/36827025

  16. roberto scrive:

    “E’ facile ironizzare sui nazionalismi balcanici”

    si e no.
    è difficile ironizzre su un nazionalismo stupido feroce che ha portato a un decennio di guerre.
    è facile ironizzare sull’aspetto ridicolo di questo nazionalismo.
    nel granducato ho molti amici sloveni (parlano tutti italiano!), qualche serbo e qualche croato (giocano a basket) e a volte fanno discorsi veramente surreali.

    gli sloveni per dire, possono nello spazio di due minuti dire “i serbi sono delle bestie, i croati peggio, noi non siamo proprio slavi, ma nella mia famiglia 2 su 3 sono o serbi o croati, e mi piace molto il modo di vivere dei serbi, facciamoci un bel barbecue di cevapcici, parliamo tutti lingue diversissime, ma ci capiamo tutti perfettamente, siamo tutti popoli diversi, ma così mischiati che non si capisce chi è cosa….(ad libitum)”

  17. PinoMamet scrive:

    Il quadro è interessante, bello e un po’ ridicolo.

    Mi ricorda certe illustrazioni viste alle Elementari (non lo dico per prenderlo in giro), con Teodorico e Galla Placidia, perché la nostra maestra era fissata con quel periodo lì,

    Non è ridicolo il tema: se non saranno stati i Croati, sarà stato qualche altro popolo ad arrivare così sull’Adriatico, e a rimanere stupito del paesaggio e insicuro di dove andare, come quell’uomo (il re?) con la spada che rimane un po’ incerta a mezz’aria, mentre il viso si rivolge agli altri non del tutto convinto:
    avanti miei prodi! sì, ma dove, che qua è finita la terra?

    è questa inattesa e forse non voluta umanità che risulta un po’ ridicola, e perciò gradevole.

  18. PinoMamet scrive:

    Riguardo ai passaporti e ai nazionalismi, riporto la mia esperienza romena e la paragono a quella italiana.

    A Timisoara ci sono: romeni, serbi, ucraini, svevi (tra cui francesi e financo spagnoli!), ungheresi, zingari, e altri gruppi minori che vanno dagli ebrei ai kurdi. Non di recente immigrazione, ma proprio lì “tradizionalmente”. Un fottio di religioni diverse.

    Dovendo scrivere una sceneggiatura ambientata lì, visto che tutte le pubblicazioni magnificano questa ricchezza culturale, ci sbatto dentro qualche minoranza (no, niente ebrei).
    Moral, il produttore romeno si incazza, perché ci sono troppe minoranze e non si potrebbe mettere semplicemente “il solito romeno”?
    (è il termine che si usa là per indicare l’uomo della strada).
    Bene, come non detto, mettiamo tutti romeni. (Poi alla fine alcuni attori ungheresi ci furono lo stesso).

    Ora, abito qua, e ci sono cognomi (“tradizionali”): francesi, spagnoli (i cui portatori verosimilmente non lo sanno), tedeschi, albanesi-turchi (vabbè, uno)… e giù giù nel tempo, fino a quelli longobardi e bizantini e quelli latini e uno addirittura etrusco.
    Praticamente tutti portati dal… “solito italiano”, dall’uomo della strada, dal discendente di zappatori.

    Ora, mi pare chiaro che ci sia stata un'”integrazione” diversa. All’uomo della strada, allo zappatore, di solito non interessa particolarmente il gruppo ilnguistico da cui provieni, interessa molto di più se gli freghi la terra, oppure se coltivi quel pezzo là che non vuole nessuno, così finalmente diventa praticabile e non più un rifugio di animali “nocivi”.
    Forse in Romania il “solito romeno” è stato troppo a lungo insultato o oppresso da gruppi diversi da sentirli come stranieri e non averli in troppa simpatia.

    Forse in Italia siamo semplicemente più antichi, e abbiamo avuto più tempo per metabolizzare le varie comunità: quasi tutte.
    Pochi giorni fa ero appunto nelle Marche, e due mie amiche straniere, essendo ragazze, si fermano al mercato.
    Bene, c’era un tipo che assomigliava parecchio agli indiani di qua, che vendeva bigiotteria; parlava però con marcato accento centro-italico e lo guardavo con curiosità, tentando di capire: sei un indiano che hapreso l’accento, o sei uno dei famosi rom abbruzzesi? Boh, non glielo ho chiesto.

  19. habsburgicus scrive:

    leggero OT, ma siamo sempre in Romania
    http://ow.ly/32zg4o
    è sbagliato il sottotitolo..Ceausescu c’entra poco, quei crimini furono commessi PRIMA (come si vede anche dalle date citate), all’epoca di Gheorghiu-Dej, del PMR (Partito operaio romeno) e della RPR (Repubblica popolare romena)..sotto Ceausescu (PCR=Partito comunista romeno, RSR=Repubblica socialista di Romania) avvennero molte cose brutte ma, di norma, non più tali crimini
    notizia molto positiva..anche se alla fine lo assolveranno, e comunque non gli faranno nulla con la scusa dell’età (che non vale per gli “altri” !)…
    è però la prima volta che finalmente anche uno schifoso boia marxista, un criminale rosso, viene processato ! meglio tardi che mai (i veri colpevoli, più alti in grado, sono già deceduti, o intoccabili..et pour cause)

    • PinoMamet scrive:

      In Romania tra l’altro mi parlarono di un carcere dove era stata sperimentata una teoria già applicata dai “maestri” sovietici; praticamente le guardie si limitavano a sorvegliare il perimetro esterno, mentre tutta la gestione del campo era affidata ai detenuti. Ovviamente si trasformò in un inferno.

      Stupisce, a leggere l’articolo, che la Romania abbia condannato ufficialmente il comunismo solo nel 2006.
      Ho avuto l’impressione che molti personaggi del regime si fossero riciclati in incarichi legati al nuovo governo democratico, comunque (e non solo, credo anche in qualche modo la Chiesa ortodossa locale, da cose che ho orecchiato).

      • habsburgicus scrive:

        avevo scritto due commenti sulla Chiesa ortodossa, c.a 20-25 giorni fa, probabilmente non li hai visti (son troppi :D)
        almeno il Metr. di Timisoara Nicolae Corneanu, in carica dal 1962 fu agente della Securitate (lo ammise lui steso, unico !)..qui è musica per Daouda 😀
        nel 2006 fu creata una commissione per investigare i crimini del comunismo (in senso storico, non giudiziario)..forse allude a quello, invero il primo passo ufficiale di “condanna”
        per il resto, a parole, il comunismo lo condannano dal 1990-1991 (quando il presidente del Senato era Alexandru Barladeanu, membro del Politburo del PMR nel 1965 :D)
        e, per altri versi, non lo si condanna neppure oggi, in quanto l’élite è quasi tutta formata da ex-comunisti e ex-securisti o loro figli

        • habsburgicus scrive:

          verissimo..
          quel carcere terribile ci fu

          • habsburgicus scrive:

            se Ritvan (ammesso che ci legga ancora) avesse voglia, e ci raccontasse in dettaglio l’incidenza di ex-comunisti ed ex-sigurimisti nell’Albania di oggi, farebbe cosa gradita
            e non sarebbe neppure fuori tema, visto che il post tratta dei Balcani !

          • Z. scrive:

            E poi insomma… croati o albanesi, sempre slavi sono!

            (ora se c’è interviene di sicuro 😀 😀 :D)

  20. habsburgicus scrive:

    @
    Ma non è penetrato seriamente tra cattolici o contadini, cioè nella grande maggioranza della popolazione.

    verissimo….e qui veniamo a un punto cruciale che dimostra la stupidità della classe dirigente italiana di allora (almeno quelli che avevano sinceramente obiettivi nazionali)..
    ‘sti geni vollero “nazionalizzare” le masse facendo guerra alla Chiesa cattolica l’unica che poteva raggiungere l’Italia profonda, “vera”, contadina (e anche femminile, in tutte le classi, poiché allora la donna era devota per antonomasia e le rarissime donne atee e anticlericali destavano orrore, specialmente alle altre donne, molto di più di quelle che esercitavano nelle case poi chiuse dalla celeberrima senatrice Merlin :D..e sono le madri che educano i figli) !
    poi è probabile che abbia ragione Mirkhond e che fu forse un bene che il processo risorgimentista, sia fallita
    obiettivamente, però, con una classe dirigente che ignora questi fondamentali, dove si può andare ?
    una classe dirigente astuta e seria, dopo avere “usato” l’anticlericalismo per avere l’appoggio inglese, avrebbe dovuto, a banchetto ultimato, fare un Concordato subito e riallearsi alla Chiesa, ad maiorem Monarchiae gloriam….almeno dopo il 1878 credo che, se si si fosse parlato in modo chiaro e serio a un Leone XIII, in canali confidenzialissimi, qualcosa si poteva ottenere..Leone XIII era il Papa “politico” par excellence e avrebbe valutato il tutto con freddezza e in base al più rigoroso do ut des (Pio IX, forse, bisognava lasciarlo,morire in pace..difficilmente avrebbe fatto un compromesso anche se, anche se..si poteva provare, e anche lì seriamente)
    e invece ‘sti buffoni giocarono a fare gli anticlericali, a organizzare sassate contro i cortei ecclesiastici e, sul piano diplomatico, a opporsi, ad esempio, all’invito del Papa alla Conferenza dell’Aja sulla Pace, quella voluta da Nicola II ! (Ministro degli Esteri era l’amm. Canevaro, nel primo governo Pelloux)
    vorrei credere che Cavour, fosse rimasto vivo, avrebbe agito così come dico..in tal modo si sarebbe dimostrato all’altezza della fama che gli hanno dato e avrebbe meritato il titolo di grande che altri gli danno ma non io (obstant Nizza e Savoia)…
    ho dei dubbi, però….ed purtroppo possibile, anzi probabile, che Cavour si sarebbe comportato alla stessa sciocca maniera dei suoi epigoni, pur con maggior furbizia nelle “piccole” cose
    quel fallimento ha avuto conseguenze importanti che si sentono ancora oggi

    • PinoMamet scrive:

      Stavo per scrivere che anche un’unità d’Italia in chiave cattolica non avrebbe sortito effetti diversi da quella in chiave anticlericale, perché in fondo il vero sentimento di appartenenza patriottica per l’italiano è la sua città o al massimo regione;

      poi però ci ho ripensato, e probabilmente avere avuto i preti come alleati nel fomentare il sentimento unitario (come in Grecia) anziché come avversari (come nel Meridione d’Italia e altrove) qualcosa avrebbe contato.

      D’altra parte (scusate le tre opinioni; sarà tesi antitesi e sintesi, o solo che ho le idee confuse)
      d’altra parte un’unità d’Italia in chiave cattolica, anzi, democristiana, l’abbiamo avuto nel secondo dopoguerra, e non mi pare abbia cambiato granché le cose…

      • habsburgicus scrive:

        l’abbiamo avuto nel secondo dopoguerra, e non mi pare abbia cambiato granché le cose…

        vero [tranne il fatto che sotto la cosiddetta I Repubblica stavamo meglio di oggi ]
        ma non erano più i tempi..e c’era già stato l’8 settembre 1943, che ha cambiato tutto !

  21. mirkhond scrive:

    Sotto il primo governo Crispi (1887-1891), in seguito agli eventi di Dogali (gennaio 1887), fu tentato un approccio col Vaticano per risolvere la Questione Romana, nel senso di una diga “conservatrice” in funzione antisocialista.
    E nel clero italiano vi erano anche i conciliaristi, i quali, ritenendo l’unità d’Italia, nel bene o nel male un fatto compiuto, ritenevano che bisognasse accettare il nuovo stato sabaudo per poter sopravvivere e contrastare il nascente socialismo (a sua volta sviluppatosi da ambienti mazziniani di sinistra in rotta col proprio maestro, dopo il 1870, perché considerato troppo accomodante con i ricchi e la proprietà privata, come emerso dai contrasti tra Mazzini e Marx durante la Prima Internazonale del 1864-1876).
    Tra i conciliaristi, spiccava l’arcivescovo di Milano, monsignor Calabiana, assai vicino ai Savoia.
    Però il buon Leone XIII (1878-1903) non ne volle sapere, avendo ribadito il Non Expedit di Pio IX nel 1886, e Crispi allora si vendicò facendo erigere la statua a Giordano Bruno, a Campo dei Fiori come “martire del libero pensiero” (1889)!
    La ripresa dei contatti tra stato unitario sabaudo e Chiesa Cattolica sarebbe avvenuto più tardi, sotto Vittorio Emanuele III, e sotto il governo Giolitti e Papa Pio X, a partire dal 1903, e con l’ingresso dei primi deputati cattolici in parlamento nel 1904, preludio del Patto Gentiloni del 1913 e dei Patti Lateranensi del 1929.

    • habsburgicus scrive:

      Crispi non offriva condizioni SERIE (né poteva pur avendo intravisto un po’ di luce, e infatti a me piace, soprattutto in politica estera..é il primo, dopo il buio !)
      condizioni serie erano
      n° 1, riconoscimento della sovranità TEMPORALE del Sommo Pontefice (sul quanto, si poteva discutere..forse si poteva già allora limitare al Vaticano, magari con qualche edificio in più)
      n° 2, Concordato che restaurasse il Cattolicesimo e rendesse chiaro urbi et orbi che i cattolici dominavano e gli altri erano tollerati 😀 (soprattutto i protestanti che Roma vedeva come il fumo negli occhi per il proselitismo) del resto bastava implementare l’articolo 1 dello Statuto, mai abrogato neppure dai governi più anticlericali anche se ridicolizzato e cangiato di significato
      n 3, compensazioni finanziarie per le spoliazioni
      più o meno quello che farà Benito..ma allora bisognava dare qualcosa in più, eh
      semplicemente accordarsi a fare la ruota di scorta dei liberaloni, questa è un mentalità democristian-degasperiana, che giustamente Leone XIII respinse !
      intendevo ben altro
      (forse Leone XIII, che amava i simboli, avrebbe preteso anche la restituzione del Quirinale..e che sarà mai ? i Savoia prendevano alloggio altrove, Roma è grande !)

      • habsburgicus scrive:

        P.S
        prima regola per trattare con il Vaticano (pre-Concilio) è saper ricevere schiaffi e dinieghi..lo insegna la Storia
        ne ricevi uno ? embé, abbozzi
        alla trentesima volta, riesci 😀
        reagire a un NO, scontato (un po’ come le donne di una volta che NON LA DAVANO per partito preso la prima volta anche se volevano :D) con una statua a Giordano Bruno, significa non capire nulla
        e fu l’Italia, quella che diceva di amare, a rimetterci
        torniamo però al discorso dell’inadeguatezza di quella classe dirigente !

      • Z. scrive:

        A conti fatti, credo che ci abbia guadagnato anche la Chiesa cattolica.

        Vero è che di solito quel che guadagni nel lungo termine è irrilevante, perché nel lungo termine siamo tutti morti: ma questo per la Chiesa non vale 🙂

  22. Z. scrive:

    Da intellettuale progressista in perfetta mala fede devo ammettere che non avevo notato l’ascia. Un particolare tutto sommato di rilievo, visto che – se ben ricordo – era un’arma tradizionale di quelle parti.

    Dubito che l’autore avesse fatto una ricerca accurata sui colori. Del resto non è dall’accuratezza storica nella raffigurazione che si valuta un dipinto: basta vedere quanti centurioni sono stati dipinti in armature complete medievali, senza neppur menzionare i re Magi della cappella Bolognini in S. Petronio, che tornano in Persia in nave!

    Ah, se l’unità d’Italia fosse stata realizzata con la collaborazione delle Chiesa l’opera di Stecchetti sarebbe stata pubblicata con tagli e censure, ammesso che sarebbe stata pubblicata ugualmente. Quindi direi che va bene così 😀

    • PinoMamet scrive:

      “Dubito che l’autore avesse fatto una ricerca accurata sui colori”

      Il saggio che dice Miguel pare interessante e dovrei leggerlo, prima o poi.

      Io da antichista posso dire che i colori… sono attestati 😉 nel senso che non è vero che le persone anticamente vestissero solo di bianco (come in certi film) o “color tela naturale”, anzi tutto sommato dovevano essere piuttosto variopinti a quanto si legge.

      (E anche pittoreschi: Luciano ci parla di questo stregone-santone dell’Anatolia, veramente esistito, che riuscì anche far cambiare nome a una città secondo i propri gusti- e si chiama ancora così!- il quale usava presentarsi in pubblico con un perizoma dorato… roba da locale gay di San Francisco!)

      Non sono in grado invece di pronunciarmi sui i tipi di pigmenti usati, sul costo relativo ecc.

      Per gli Slavi, mi pare che il colore avesse anche un certo significato simbolico legato all’ethnos o alla tribù:
      si parla di “Croati bianchi” (che sarebbero tra gli antenati degli ucraini moderni), “Serbi bianchi”, i “russi bianchi” o bielorussi li conoscono tutti, la “Croazia rossa” sarebbe grosso modo quella attuale e così via…

      analogamente nel mondo semitico gli Edomiti (i “rossi”) erano considerati popolo fratello degli Ebrei (letteralmente: discendente da Esaù, fratello maggiore di Giacobbe-Israele) e il rosso doveva essere un loro colore tribale o dinastico…

      mi pare che ci siano cose analoghe tra i Mongoli-Turanici e tra i nativi americani…

      • Z. scrive:

        Ma come… io credevo che gli uomini vestissero tutti con abiti bianchi pieni di fili non tagliati e portassero barbe perfettamente scalate e sagomate!!

        😀

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        E’ pieno di turchi celesti, khitai neri, unni bianchi…

        • mirkhond scrive:

          Unni Bianchi o Eftaliti che, probabilmente non erano turchi, bensì una popolazione nomade iranica, con qualche elemento turco nella sua classe dirigente.
          Procopio di Cesarea (490-565 d.C.) afferma che gli Unni bianchi erano diversi per aspetto dagli altri Unni (quelli veri, altaici e turchi).

  23. mirkhond scrive:

    Si poteva limitare alla ricostituzione del Regno d’Italia longobardo-carolingio del centro nord, sia pure sotto la dinastia borgognona massonizzata.
    E a sud del Tronto che non dovevano romperci i coglioni! 🙂

  24. mirkhond scrive:

    “Luciano ci parla di questo stregone-santone dell’Anatolia, veramente esistito, che riuscì anche far cambiare nome a una città secondo i propri gusti- e si chiama ancora così!-”

    Quale città?
    Quando ho letto Luciano, inizialmente ho pensato all’amico di Moi e di Zanardo! 😉

  25. habsburgicus scrive:

    Alessandro di Abonuteichos 😀

    • PinoMamet scrive:

      Grande Habs!
      Città che lui spinse al culto del dio Glicone, sotto forma di serpente (oltre che Luciano, lo testimoniano delle monete con la sua effigie) e fece rinominare, per motivi ignoti, Ionopoli (e tuttora si chiama Inebolu).

  26. habsburgicus scrive:

    magi…che tornano in Persia in nave!

    vabbè, non impossibile (con qualche omissione di passaggi)
    Betlemme-Cesarea, omesso
    Cesarea.Alessandria, in nave
    Alessandria-attuale Suez, via terra, omesso
    Suez-Adulis-Aden-Oman-Bahrain-Hormuz, in nave
    e rieccoli in Persia 😀
    anzi già che c’erano, ad Adulis, uno dei tre salutava gli altri due, sbarcava e se ne andava in Abissinia per conto suo (la tradizione rende abissino almeno uno dei tre)
    mi sa che a San Petronio avevano capito tutto ! 😀

    • Z. scrive:

      Sai che ciài raggione?

      Al di là del Mago di colore, cui non avevo proprio pensato, non è inverosimile che un viaggio del genere fosse intrapreso prevalentemente via mare!

      • mirkhond scrive:

        Così vorrebbero diverse leggende cristiane.
        Ma io propendo più per un viaggio di terra attraverso l’Iran, patria dei Magi (che non erano re, bensì sacerdoti zoroastriani), con cambio “doganale” all’Eufrate, confine tra Roma e Iran Arsacide (c.250 a.C.-226 d.C.).
        Oppure dall’Eufrate traversando in carovana il deserto, con sosta nella città-oasi di Palmira.

        • Z. scrive:

          Il viaggio di terra, almeno per il nostro immaginario, sembra maggiormente compatibile con l’umiltà del pellegrino, ancorché sapiente, in visita al figlio di Dio.

          Ma io non sono credente…

          • PinoMamet scrive:

            Non ci avevo mai pensato in questi termini.
            In effetti tendo a pensare che un viaggio per mare all’epoca fosse altrettanto scomodo e rischioso che uno di terra…

          • Z. scrive:

            Beh, se non altro era più veloce, e poi credo che in genere si viaggiasse lungo la costa 🙂

          • PinoMamet scrive:

            Mmm San Paolo ebbe delle brutte esperienze, se non ricordo male… 😉
            ma anche Cesare finì catturato dai pirati, a quanto dice Plutarco…

            Sinesio, vescovo di Cirene (un altro diventato vescovo prima ancora di essere cristiano, a quanto pare) raccontava (ma non riesco a ritrovare dove) un suo viaggio su una nave di marinai ebrei osservanti, che il sabato (cioè venerdì notte) si rifiutarono di ridurre le vele nonostante una tempesta, benché minacciati dalle spade di alcuni soldati arabi della cavalleria romana, che viaggiavano con loro;
            finché il capitano non decise che la tempesta era abbastanza grande da qualificarsi come “pericolo di morte” e allora si misero all’opera…

            l’epigrammista greco della mia tesi di laurea, invece, era pieno di epigrammi funebri per poveri naufragi…

            insomma, credo che viaggiare per mare potesse essere proprio un’esperienza movimentata 😉

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Nel Medioevo l’immagine del pellegrinaggio (inizialmente focalizzato su Gerusalemme) fu a lungo iscindibile dal viaggio per mare. Fu solo successivamente, con la predilezione per siti continentali, che il pellegrino comincerà ad essere esclusivamente un viaggiatore di terra.

          • Z. scrive:

            Quindi il pellegrinaggio via terra è un’immagine posteriore, nata successivamente. Non avevo mai considerato la cosa.

            Grazie a voi mi faccio una cultura 😀

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Il pellegrinaggio esclusivamente via terra per secoli non fu addirittura possibile.

            Invece abbiamo peregrinazioni esclusivamente via mare, in ambiente irlandese.

  27. mirkhond scrive:

    Ho ascoltato la Kosovka Devojka postata da Miguel.
    Alcune osservazioni mie:

    1) lo stoicismo delle due ragazze in piedi alle spalle del cantante serbo, fisse senza muoversi, come due corazzieri, per tutta la durata della nenia (quasi 15 minuti).
    2) l’ abbigliamento del cantante, che ricorda molto quelli del ‘700 napoletano, ma anche della Spagna e delle sue colonie del XVIII-XIX secolo, specie l’abbigliamento dei toreri.
    3) l’abbigliamento tipicamente balcanico delle ragazze, così differente da quello delle contadine slovene, e slave settentrionali come quelle russe e polacche, e invece molto simile a quello delle bulgare e delle albanesi cristiane, ma anche delle vlache e delle sarakatsane.
    E qui noto un’ulteriore conferma di quante somiglianze vi siano tra le genti balcaniche, nonostante le differenze linguistiche e ancora di più, delle sanguinose mitologie risorgimentaliste locali che da 200 anni sono la croce di queste terre.

  28. mirkhond scrive:

    Tempo fa, vidi un film serbo del 1948, e ambientato nella Serbia degli anni 1870.
    Sembrava un film turco, con donne che andavano all’hamam e vestivano alla maniera ottomana, incluso velo sul viso da lasciar scoperti gli occhi.
    E che erano serbe ortodosse, ma indistinguibili dalle musulmane ad occhi poco allenati alle realtà balcaniche dell’800!
    Un altro film, Gluvi Barut del 1990, ambientato tra i Serbi di Bosnia nel 1941-1945, e tratto dal romanzo autobiografico di un ex partigiano titino serbo, ci mostra le contadine e montanare serbe di Bosnia, vestite come delle musulmane, in niqab e pantaloni con stivali (per quelle che andavano a cavallo come drugarize titine)!

    • PinoMamet scrive:

      Il fogliaccio locale dedica da un po’ di tempo delle pagine alle varie comunità locali di origine straniera e alle loro associazioni.
      Oggi era il turno dei gr.. cioè… romei, pochi giorni fa sono stati gli albanesi.

      Ci sono foto dei loro balli tradizionali (organizzano corsi; l’80% dei partecipanti sono italiani) in costume tipico, cioè, in due o tre costumi tipici, e le donne sono vestite all’incirca come le due corazziere 😉 qui sopra.

      I costumi degli uomini variano: c’è quello alban.. ehm.. con la fustanella, che tutti conoscono, ma ce ne sono altre due o tre varianti con pantaloni, tra le quali riconosco quella cretese (camicia scura, pantaloni alla zuava, stivaloni e retina in testa).

      In generale i costumi balcanici, Grecia compresa, mi sembrano tutti più o meno simili, con un paio di varianti (fustanella o “salwari” turchi, in testa fez o colbacco o fazzoletto legato alla brutto cane… gilet decorati, pipe, pugnali turchi).

      Però i greci delle isole Ionie vestivano “all’italiana” (e, a quanto leggo, infatti al posto del pugnale turco facevano a coltellate con i coltelli chiudibili stile navaja spagnola, come noialtri 😉 ).

  29. mirkhond scrive:

    Le Isole Ionie non mi risulta che fossero state mai invase dagli Slavi, e nemmeno i tentativi ottomani di conquistarle tra XV e XVIII secolo ebbero mai successo.
    Dunque l’influenza veneta, ma anche italica in genere potè perdurarvi senza influenze ottomane!

    • habsburgicus scrive:

      Santa Maura=Lefkas però fu ottomana sino al 1684
      Zante, Cefalonia e Italia lo furono per pochi anni a fine ‘400 (forse più in teoria che in pratica)
      solo Corfù, la venetissima, NON fu mai ottomana

  30. mirkhond scrive:

    Mia madre quando ero bambino, era convinta che Itaca fosse l’Italia. 😉
    Fui io a spiegarle che era un’isoletta greca!

  31. mirkhond scrive:

    Riguardo al viaggio dei Magi.
    Vi sono due località che gli storici situano ai due opposti dell’Iran, che vengono considerate come il santuario mazdeo di cui i Magi erano officianti.
    Una è nel Sistan intorno all’antica città di Zarang (oggi al confine tra Iran e Afghanistan), area sacra zoroastriana e che gli iranisti Herzfeld e Gnoli consideravano la culla dello stesso Zoroastrismo.
    L’altra tra l’Azerbaigian (dal persiano Atarpatagan, cioé Terra dei Guardiani del Fuoco la Media Atropatene delle fonti greco-romane) e Teheran.
    Ora se il santuario dei Magi che si recarono da Cristo era nel Sistan, un viaggio via mare, circumnavigando l’Arabia, può essere fattibile, anche se non mi convince molto.
    Se il santuario invece era tra l’Azerbaigian e Teheran, credo che il viaggio via mare sarebbe stato inutile per l’allungamento del percorso……

    • PinoMamet scrive:

      Mah… in ogni caso il modo più logico e diretto per raggiungere Gerusalemme dalla Persia è via terra.

      Immagino, alla luce di quanto scrive Mauricius, che la rappresentazione della partenza dei Magi su una nave debba qualcosa invece all’immaginario medievale del pellegrino.

      • daouda scrive:

        Dovete considerare che l’Arabia non è tutta la penisola, che si entrava per Gerusalemme da Oriente ossia per l’Arabia. Inoltre i re di Tarsis, Arabia e Saba porteranno doni significa appunto quello che l’iconografia ha attestato, le 3 famiglie caucasiche, e per estensione umane, che vengono ad adorare il Messia e Salvatore del mondo.

        • habsburgicus scrive:

          a rigore, Arabia è Giordania e Siria del Sud (più il Negev e l’area sud-giordana)..anzi nel Tardo Impero, Arabia è solo mezza Giordania+regione siriana di Bostra 😀

  32. mirkhond scrive:

    Pienamente d’accordo!

  33. roberto scrive:

    OT
    noto che in questi due post sui balcani siamo miracolosamente rimasti quasi in topic per 200 commenti!

  34. Mauricius Tarvisii scrive:

    Ora ci vado io apertamente OT, ma temo sia necessario visto che si parla del maître à penser più citato sul blog 😀

    http://www.maurizioblondet.it/ma-quale-celiachia-chiamatela-roundup/

    E così anche Blondy si dà alle pseudoscienze: mi mancava questo suo salto di qualità nel campo della cialtroneria.

  35. mirkhond scrive:

    La prima riguarda l’ineccepibile realismo della scena: è esattamente così che dai monti si vede la costa dalmata, ed è una delle visioni più belle che sia concessa a un mortale.

    Invece dalla costa dalmata stessa, non si vede altro che una montagna impenetrabile e brulla, e questo segna un confine reale.”

    Un tempo cos’avrei dato per poterla vedere anch’io tale visione. Ma con gli anni, il mio crescente deprimermi per vicende innanzitutto legate alle mie vicende famigliari, mi hanno portato a maturare una visione sempre più cupa e deprimente non solo dei Balcani, ma anche della stessa Dalmazia.
    Complice probabilmente la storia degli ultimi 200 anni di quelle terre, fatta di mitologie nazionalrisorgimentaliste sanguinose, e che oggi appaio ridcole di fronte all’omologazione globalizzatrice dei comitati d’affari che sgovernano il mondo.
    Per su una cosa Miguel ha fatto centro, e cioé sul confine geografico tra Dalmazia e Balcano interno, che a lungo fu anche un confine culturale tra due mondi, sia pure in rapporto dialettico e osmotico.
    Ancora oggi, persone che conoscono da una vita la Croazia, mi hanno detto che l’area costiera e differente da quella slavonica interna, anche nel sentire degli stessi abitanti di quelle terre, ormai tutti Croati.

  36. mirkhond scrive:

    è differente

  37. mirkhond scrive:

    Zanardo è mai stato in Dalmazia?
    E in Croazia? Slovenia? Serbia? Montenegro?
    Che ne pensa?

  38. Z. scrive:

    Di qua dall’Adriatico, invece…

    http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/08/13/foto/rimini_basilica_paleocristiana-120923177/1/#1

    In Belgio da una cosa così ricaverebbero milioni a mazzi.

    In Italia scommettiamo che riusciremo a perderci dei soldini?

    Un motivo in più per visitare Rimini il prossimo inverno, comunque.

    • Thyrrenus scrive:

      Il problema che in nord europa non han niente, noi ‘troppo’, per cui alla fine non ci facciamo più caso manco se scopriamo la tomba di Romoletto… 😉

  39. mirkhond scrive:

    Zanardo che ne pensa di….Ancona?

  40. mirkhond scrive:

    Riguardo ai “misteri etnici”, anche i Sarakatsani lo sono…..

    • Thyrrenus scrive:

      Se sai qualcosa su questi greci di montagna fammelo sapere! Io non ne so quasi niente, a parte le solite cose in rete e qualche chiachiera fatta a caso in Grecia.

      • mirkhond scrive:

        Non più di quello che ho letto in internet e quel che mi hanno detto gli studenti romei qui a Bari.
        Però, se teniamo conto del nome con cui i Sarakatsani si autoidentificano, e cioé Vlachi, se ne può dedurre che siano vissuti a lungo in simbiosi con gruppi latinofoni, calati tra Epiro e Tessaglia (la Grande Valacchia dei secoli XI-XIV), quasi certamente intorno al X-XI secolo dopo Cristo.
        Dunque, un gruppo di montanari grecofoni del nord, e parlanti un linguaggio derivato da un Greco arcaico settentrionale, sopravvissuti all’invasione/sommersione slava del VI-VII secolo, forse grazie all’isolamento tra Pindo e Agrafa (da alcuni indicato come l’urheimat dei Sarakatsani), entrò in contatto con i successivi immigrati Valacchi nel X-XI secolo, probabilmente mutuandone lo stile di vita nomade e seminomade e quindi lo stesso etnonimo che, in questo caso indicava uno stile di vita.
        Il silenzio delle fonti bizantine e ottomane (fino al XVIII secolo), potrebbe spiegarsi proprio nel termine Vlachi e nello stile di vita pastorale-nomadico che i Sarakatsani seguivano assieme ai Valacchi e dunque finendo con l’essere identificati come Valacchi tout court da chi romeo, slavo o turco, non vedeva differenze tra genti che praticavano lo stesso stile di vita.
        Resterebbe dunque da chiedersi come mai, almeno dal XVIII secolo, i documenti Ottomani indichino questi grecofoni seminomadi come Sarakatsani, termine di possibile origine turca, iniziando così a distinguerli dai Valacchi veri e propri…..

  41. mirkhond scrive:

    A coloro che sono stati in Dalmazia

    In QUALE lingua vi siete espressi?
    E’ vero che l’Italiano e il Veneto da Mar non vi sono più parlati e capiti?
    Oppure fanno finta di non capire l’Italiano?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Verissimo. Ed i turisti veneti di oggi non li conoscono neppure i nomi italiani delle località!

      • mirkhond scrive:

        Anche quelli baresi.
        Quando dicevo Cherso e non Cres, o Ragusa invece di Dubrovnik, mi guardavano come un marziano….

        • PinoMamet scrive:

          Vabbè, la gente non è formata tutta da storici.

          Certo stupisce anche a me che si vada in viaggio in un posto, ignorandone completamente la storia: allora perché ci vai?

          Passi ancora per la Croazia (la Dalmazia vabbè) che ha un bel mare, vicino all’Italia e prezzi (credo) competitivi, ma molta gente che va a vedere le piramidi egiziane o quelle messicane senza sapere nulla, o non avere alcun interesse particolare, per la storia di quei paesi, mah, mi lascia un po’ stupito.

          Poi la spiegazione c’è: sono dentro al pacchetto dell’agenzia di viaggi, e perché non approfittarne per fare anche un po’ le “vacanze intelligenti”?
          (Inciso: bellissimo episodio di un film a episodi!)

          Del resto, fanno mica niente di male. Ma magari dare un’occhiata a una guida turistica, prima di partire…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Vanno in vacanza in un posto senza aprire un atlante diverso dalle mappe di Google!
            Mi ricordo che in tutte le carte geografiche appese nelle scuole che ho frequentato le località dalmate erano riportate con nomi italiani e non croati. E si trattava di carte recenti (cioè successive al 1992).

          • PinoMamet scrive:

            Beh, le mappe di Google sono comode!

            Purtroppo credo sia lasciata agli utenti la possibilità di fare modifiche.

  42. habsburgicus scrive:

    e pure questo
    http://booksc.org/book/11475173

    fondamentale è però, come già detto. il danese Hoeg, 1925, in francese…introvabile per ora

  43. habsburgicus scrive:

    e un articolo d’epoca qui http://digitool.dc.bmms.ro:1801/webclient/DeliveryManager?pid=868090&custom_att_2=direct
    è una rivista romena di Cluj..l’autore, Capidan, non sorprendentemente, ne fa dei romeni [valacchi] grecizzati
    usci più o meno negli anni di Hoeg e dunque, tempo, non poté utilizzarlo

  44. mirkhond scrive:

    “ne fa dei romeni [valacchi] grecizzati”

    Non mi convince molto.
    I Sarakatsani parlano un dialetto greco arcaico.
    Dunque c’erano PRIMA dei Valacchi.

    • Thyrrenus scrive:

      Grazie Habsburgicus e Mirkhond: diciamo che il mistero anche qui resta… comunque l’idea che siano dori nomadi dal tempo dell’immigrazione originaria non è male. M allora perché non etoli? Polibio scrisse che i popoli della Lega Etolica erano senza Poleis, ‘nomadi’ delle montagne. Forse che gli Etoli erano “visti male” dagli altri? Un motivo in più!

  45. MOI scrive:

    Scusate, riuscite ad aprire quei 2678 commenti di

    “Quelli che comandano su di noi” ?

    • MOI scrive:

      Mica per mandarlo avanti, ma per leggere, rileggere … l’ultima questione irrisolta era perché scrivere “madrasa” con una sola “s” …

      E SE pensate che essa sia la stessa (bello il Politically Correct : tutto è uguale a tutto, salvo quando “noi” siamo peggio … e il “peggio del peggio” è accusato di bersagliere gli altri mentre è l’unico a essere bersagliato e incentivato a esserlo !) cosa di scuola, sceneggiatevi una scena così “colà” 😉 :

      https://www.youtube.com/watch?v=pK5RuoRpZDc

      … oggi impensabile anche da noi per la vera Trinità Identitaria (Stato, Chiesa eF …) , nevvero Habs ?

    • PinoMamet scrive:

      Moi, la questione è risolta: in arabo di esse ce n’è una sola.
      Poi pronunciala come ti pare, anche con la sonora se ti va (che poi in italiano la sonora intervocalica è sbagliata, ma chissene) però si trascrive con una sola.

      Riguardo al significato di “scuola”: credo che un public school inglese, un collegio svizzero, la scuola dove andava mio padre e quelle che frequentano alcuni mie studenti di ripetizioni siano cose molto diverse.
      E allora?
      sempre scuole so’.

    • habsburgicus scrive:

      no, non riesco
      temo ci sia un limite di 2500 commenti (per dire)
      dunque vedrei due soluzioni
      n° 1, Miguel-se trova del tempo libero-ne cancella 178, facciamo 200, presi a caso..e, forse, dovrebbe tornare a vedersi, con 2478 commenti
      n° 2, lasciamo perdere..soluzione forse più saggia 😀
      n° 3, mai più arrivare a tanti commenti, se possibile non oltre 2000..se non ci sono nuovi post, riattivare a caso un post arcaico per i nuovi in attesa del prossimo post..come talora, seppur in modo effimero, è avvenuto

  46. MOI scrive:

    in italiano la sonora intervocalica è sbagliata

    ——–

    Questo non mi risulta affatto:

    la dizione moderna dice sorda intervocalica può essere giusta, perfino ricercata, se c’è un prefisso tipo “pre-side” 😉 , “pre-Socratici”, “a-simmetria” ecc … ma sennò è sonora (Luciano Canepari). Qualche toscanismo come “à-sino”è possibile … ma è roba da DOP, tipo la “kh”di “khaffè” come “Gorgia Light” 😉 di Cesare Cremonini.

    Poi è vero che (lasciando stare come i Sardi pronunciano l’ Italiano, che c’è di tutto …) sotto l’ Appennino le esse intervocaliche sono tutte sorde (alla Spagnola) e sopra tutte sonore (alla Francese e Portoghese) … però ci si avventura sul dialettologico.

    • PinoMamet scrive:

      Ho guardato un paio di siti e la cosa non sta come la metti tu, ma è più complessa:
      la maggior parte seguono l’uso (per me discutibilissimo) di “fare come fanno i toscani anzi i fiorentini”, per cui se mettono la s sorda in “casa” e sonora in “caso” bisogna adeguarsi, in teoria.

      A parte che mi sembra una minchiata bella e buona (mo’ non è che per via di Dante che ha scritto la Divina Commedia nel Vaffanculeismo secolo, dobbiamo imitare nei minimi particolari il modo di parlare del trippaio di via Inculaturisti a Firenze…)
      a parte questo, non c’è praticamente modo di saperlo.

      Il manuale dell’università la faceva più semplice: intervocalica, sorda. Ma suppongo fosse scritto da meridionali, a questo punto 😉

      Io sono dell’idea, come già ripetuto, che le lingue non debbano essere troppo normative: c’è un limite, anche di buon gusto oltre che di possibilità concreta.
      A Liverpool non parlano come a Londra, un amburghese non parla come uno svizzero e un milanese non parla come un palermitano, e chissenefrega, dal momento che ci si capisce va bene così.

      • Thyrrenus scrive:

        Concordo pienamente. E non solo sui fiorentini 😉

      • Lanzo scrive:

        QUOTO: un milanese non parla come un palermitano, e chissenefrega, dal momento che ci si capisce va bene così.
        Si, si capisce finche’ parlano l’italiano imparato a scuola ma se parlano in dialetto, l’Italia e’ una torre di babele, dal sardo al genovese, al campano, non parliamo del romagnolo, del bresciano – neanche gli altri lombardi lo capiscono et cetera – forse gli unici dialetti o vernacoli comprensibili vernacoli ? sono il romanesco, l’umbro, il marchigiano, il toscano.
        Mi ero ripromesso di starmene zitto e a cuccia, ma quando nientepopodimeno che un Mamet afferma che in Italia ci capiamo tutti… Quella bella famiglia di Avetrana, omicidio Sara Scazzi, persino i poliziotti che di solito sono terruncelli, non riuscivano a capire quello che zi’ miche’ – ve lo ricordate ? intercettato, diceva al telefono ! Personalmente, per ragioni di emigrazione, ho avuto colleghi/amici calabresi che pure essendo della stessa provincia si parlavano tra di loro in inglese in quanto i dialetti, sia pure i paeselli di origine fossero vicini, erano abbastanza diversi.
        Ammesso pure che ormai il giovane milanese o genovese, non conosca piu’ neanche il proprio dialetto, ora e’ stato sostituito dalle giovani risorse, latino americane, filippine, bangla, indiani, un Rom lo capisci se parla con un altro Rom, il romeno lo capiscono tutti, quello che parlano in Nigeria pure, l’arabo idem.
        Dividi et impera.

  47. MOI scrive:

    Comunque in Portoghese trascrivono “muçulmano” e “madraça” privilegiando la fonetica sull’ etimlogia … mentre “Islam” essendo avvertito _ a torto a ragione, ma in caso di torto nessuno ha da ridire … _ come nasalizzato (!) viene trascritto simpaticamente 😉 come “Islão”, o “Islã” ; che però è una desinenza molto più rara mentre la prima è notoriamente ricorrente.

    • Moi scrive:

      In Francese invece, aderendo all’ etimo, hanno fatto “Musulman” pur avendo avuto a disposizione “Muçulman” che sarebbe stato foneticamente perfetto e “Mussulman” che sarebbe stato meno imperfetto …

      La “Madrassa” 😉 invece è una parola tradizionalmente poco usata in Francia, di solito si preferisce “école coranique” in ogni contesto …

      • Moi scrive:

        E la pronuncia di “Musulman” è ancora “regolarmente”sonora … anche perché in Francia ogni eccezione di pronuncia va ufficialmente normata pubblicamente dall’ Académie Française e ciò, mai come oggi per ovvi motivi , scatenerebbe un gran putiferio !

      • Z. scrive:

        Ma infatti “madrasa” significa appunto “scuola”, in generale, e non “scuola coranica” in particolare. Trovo ragionevole che in francese si usi la parola per il significato che ha e non per il significato datole dai giornaletti berluschini 🙂

  48. MOI scrive:

    in italiano la sonora intervocalica è sbagliata

    —–

    Scusa Pino, ma … ‘sta frase lapidaria qui, donde ti giunge ?

    Dal fatto che in Latino non esistesse una sibilante sonora prima dell’ introduzione della “Z ; z” per trascrivere fonetizzandole delle parole straniere (specie Greche) che la contessero ? Assieme alla “Y ; y” per la “ü” ?

    Insomma, a me ‘sta cosa di fare tutte quante le “esse” come “sorde” sembra un po’ come gli “icché”, i “tettù”, gli “io vo”, “io fo”, ecc …

    Anche perché sennò, a una fonetica che sia Italiana (!), non concedi nulla di esistente sopra (!) l’ Appennino come corretto ?!

    • PinoMamet scrive:

      “Scusa Pino, ma … ‘sta frase lapidaria qui, donde ti giunge ? ”

      Dal manuale di dialettologia dell’Università, che però ho venduto/ceduto a un altro studente. SE lo ricordo bene.

      • MOI scrive:

        E infatti paradossalmente in Italiano dizione e dialettologia sono disgiunte … con l’ idea che la Letteratura, tanto, si deve leggere.

        La dizione è sostanzialmente considerata roba da doppiaggio … e per gli Italiani di madrelingua ci si limita a dire di “contenere” il proprio accento locale …

  49. MOI scrive:

    http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/pronuncia-s

    PS

    Conosco dei Calabresi che pronunciano le “S” iniziali (!) sonore (come i Tedeschi “die Sonne”, del tipo “il Żòòòòle ;)” per “il Sole” …) e le “S” intercvocaliche sorde …

    ———-

    PS

    Credo che cmq in Italiano il “Dizionese” 😉 abbia implicazioni “sociali” più marcate che altrove … considerando anche certi “orgogli fonetici” locali 😉 , tipo “Roma Bene”o “Milano Bene”.

    • PinoMamet scrive:

      Anche alcuni romani usano le s sonore un po’ a caso, a quanto pare a me;
      non so se sia proprio la pronuncia romana, o di certi quartieri, o un modo di “fare i fini” con un iper-correttismo, oppure la correzione di certe “z” romanesche che stanno al posto delle s italiane;

      fatto sta che capita di sentirli usare la s sonora anche a inizio parola o in posizione non intervocalica…

    • MOI scrive:

      Sì, una “esse” sonora Calabrese talmente sonora che rasenta la Zeta (!) sonora !

      … e infatti a innescare la polemica era stato il nostro 😉 Zeta !

  50. MOI scrive:

    Ah, be’ ma i Veltronismi 😉 tipo “il Z’ale (sale) delle Democrazie” lo considero da trascrivere in zeta 😉 … e anche Trilussa usava di questi stratagemmi, benché senza pretese normative !

  51. Moi scrive:

    Tornando in Topic , sui Balcani, abbozzo (!) di sintesi :

    Gli Imperi Centrali accettavano le diversità culturali, purché (!) con valori condivisi … generalmente, oggi, valori “da Fasci”: Dio/Allah, Patria, Imperatore/Sultano, Famiglia ; ecc …

    Gli Stati-Nazione hanno “tribalizzato e secolarizzato” queste suddette realtà …

    I Totalitarismi post 1945 hanno cercato di tornare all’ idea di Impero, con il Comunismo al posto di Dio e il Dittatore al posto dell’ Imperatore/Sultano … fallendo.

    Con l’ era attuale, pur tuttavia, i Balcani e l’ Est dell’ Europa hanno ancora quel minimo (!) di consapevolezza e di orgoglio identitarii che noi (Democrazie Secolarizzate) abbiamo irrimediabilmente (!) perso, e con Classi Politiche/Dirigenti/Culturali d’ un’ insipienza mai vista prima nella Storia dell’ Umanità !

    • habsburgicus scrive:

      e con Classi Politiche/Dirigenti/Culturali d’ un’ insipienza mai vista prima nella Storia dell’ Umanità !

      su questo sono d’accordo al mille per mille con te, Moi !
      però siamo solo in due, temo…
      comunque, se io e te fossimo di sx, il numero sarebbe già sufficiente per fare una scissione 😀

      • Z. scrive:

        Di solito si aspetta ad essere in tre per scindersi, così c’è una maggioranza riconosciuta e una minoranza ribelle. Però in due potete già fondare un partito 😀

        • Thyrrenus scrive:

          Dalla morte di Almirante mi sembra che anche a destra non si è scherzato! Mal comune mezzo gaudio 🙂 O sarà che a destra si sono ‘sinistrati’? A sinistra han dismesso i commissari politici e a destra i manganelli persuasori?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Veramente “Patria” è proprio tipica dello Stato-nazione, il prodromo di ogni nazionalismo.
      Ah, no, giusto: dal momento che fascio è buono & bello, non è possibile che uccidere per la patria possa voler dire infoibare gente 😀

    • Thyrrenus scrive:

      C’è da dire una cosa sulla differenza tra i nazionalismi ‘occidentali’ e ‘orientali’: i primi sono un portato della costituzione degli stati nazionali (in primis attraverso la costituzione di monarchie assolute) sorti sulle macerie del feudalesimo ma seguendone alcune regole. In europa ‘orientale’ la questione non fu poi così diversa: una casa nobile spesso ereditava o riuniva sotto di sé popoli diversi (esempio Polacchi e Lituani, Ungheresi e Croati, etc.). Ma i ‘regni’ non furono di per loro costruzioni feudali come, in fondo fu lo stesso regno di Francia, bensì avevano perlopiù origine da popoli omogenei dai confini incerti cogli altri popoli. Il regno d’Ungheria ebbe origine da una migrazione di un popolo ben definito (anche se per alcuni con una tribù ebraico-Khazara dentro 😉 ), idem per l’impero Bulgaro, e così anche per gli altri …

      • mirkhond scrive:

        La Bulgaria si formò con la conquista di una grande massa slava già immigrata nei balcani, da parte di una popolazione turca che vantava un’ascendenza unna, a sua volta mescolata con elementi iranici delle steppe: i Bulgari (dal Turco Bolghar=meticcio).
        Fu solo nel IX secolo dopo Cristo, soprattutto in seguito alla conversione al Cristianesimo da parte del khan Boris che prese il nome di Michele (852-885) nell’864 d.C., e con la successiva adozione della liturgia paleoslava di Cirillo e Metodio, che i Bulgari turchi dominanti e i loro dominati slavi si fusero in un unico popolo che continuava a chiamarsi bulgaro, ma ormai era divenuto slavo monoglotte.

        • Thyrrenus scrive:

          Ovviamente ciascun popolo ha auto una etnogenesi particolare, la sua appunto. Quel che volevo far notare è che i popoli dell’est europa, hanno costituito le loro forme statuali, nel medioevo, a partire da etnie, sia pure mai monolitiche (vedadi quante tribù nomadi han composto l’orda magiara o questa ha assorbito). L’etnogenesi dei bulgari è un altro esempio. Insomma gli stati orientali sorsero su basi principalmente etniche, quelli dell’europa occidentale hanno invece contribuito, anche qui in modo diversissimi, a formare i loro popoli. Per questo il nazionalismo è, secondo me, diverso, comparabile solo fino ad un certo punto. Non solo loro: anche danesi e svedesi, a mio parere, in qualche modo hanno un nazionalismo del genere.

  52. habsburgicus scrive:

    torniamo OT

    rassegna di fonti contemporanee

    15 agosto 1945 (15 VIII 20 Shōwa), resa del Giappone e fine della II Guerra Mondiale
    esistono 12 fonti contemporanee nipponiche sulla causa principale della resa
    delle fonti contemporanee, 2 fanno riferimento solo alla bomba atomica
    n° 1, celebre rescritto imperiale del 15 agosto
    n° 2, il P.M Suzuki al gabinetto il 13 agosto

    3 fanno riferimento solo all’intervento sovietico
    N° 3, dichiarazione di Konoye del 9 agosto
    N° 4, dichiarazione di Suzuki al suo dottore del 13 agosto
    N° 5, rescritto imperiale del 17 agosto alle Forze Armate in cui ordina il cessate il fuoco (scritto dall’assistente di Sakomizu e stranamente emesso solo il 17)

    7 fonti fanno riferimento sia alla bomba atomica che all’intervento sovietico
    N° 6, Suzuki il 9 agosto al gabinetto
    N° 7, Shimomura il 10 agosto
    N° 8, il Ministro degli Esteri Tōgō alla conferenza imperiale del 10 agosto
    N° 9, il Ministro della Marina Yonai il 12 agosto
    N° 10, Sakurai al gabinetto il 13 agosto
    N° 11, l’Imperatore ai tre Marescialli (Hata, Sugiyama e Nagano che in realtà era una grande ammiraglio) la mattina del 14 agosto
    N° 12, dichiarazione del 15 agosto del gabinetto Suzuki (prima delle dimissioni, avvenute alle 15.20, rivolse il suo ultimo messaggio al popolo ricordando come le due cause principali della decisione di finire la guerra la “nuova bomba” e l’intervento sovietico; obiettivo del popolo era preservare la kokutai=Stato imperiale)

    Tra le fonti non-contemporanee (ricordi post-bellici) si possono citare, a solo titolo di esempio (sono innumerevoli e talora gli stessi dissero cose diverse in tempi diversi) e scelti fra quelli che enfatizzarono in particolare la dichiarazione di guerra sovietica (8/8/1945)
    Amm. Toyoda (ultimo comandante della Marina) “io credo che la partecipazione russa alla guerra contro il Giappone più che le bombe atomiche fecero di più per affrettare la resa”
    Gen. Kawabe, vice CSM Esercito, che disse che lo shock provocato dai sovietici, ALLORA, fu maggiore

  53. mirkhond scrive:

    Come sintesi niente male! 🙂

  54. mirkhond scrive:

    In riferimento alla riflessione di Moi su Balcani.

  55. Moi scrive:

    “Nell’esatto momento in cui viene posta quella tremenda domanda – cui io non saprei rispondere – finiscono tutti i sogni di meticciato, di integrazione, le Andalucia, le come-era-bella-la-Jugoslavia, gli imperi austroungarici.”

    [cit.]

    ———————–

    Questa però rischia di essere fraintesa come una psicoproiezione retrofuturistica , sì insomma, ripeto :

    se dei Fricchettoni Sfaccendati Fuorisede AlteroMondialisti MultiKulti potessero viaggiare con una macchina del tempo in quelle realtà … le troverebbero molto “da Fasci” : “Clericofascismo/Islamofascismo”, “Paradigma Eterosessista” [sic] , “Maschilismo”, “Classismo”, “Giustizialismo”, un bordello a ogni incrocio 😉 , “Autoritarismo”, “Patriarcalismo”; se provassero a fare i “Writers” imbrattando la pubblica via conciati da “Selvaggi” con le “body modificaoions”, i Gendarmi li sacagnerebbero di smanganellate senza mercé … e altre robe che divengono Orrori ClericoFascisti senza la patina d’ Esotismo che si fa sostanza nelle loro giovini e flebili menti .

    • Moi scrive:

      Anzi, mi sa che i Gendarmi gli sparerebbero a vista, se imbrattassero la pubblica via … 😉

      • mirkhond scrive:

        E magari frustandoli sui numerosi e orrendi tatuaggi, piercing e pantaloni mozzi da finocchio…. 😉

        • Moi scrive:

          I pantaloni mozzi non erano derivati dai pirati ?

          • mirkhond scrive:

            Mi riferisco ai bermuda da checcoidi che imperversano d’estate da un po’ di anni a questa parte…..

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            L’Vomo virile d’estate patisce stoicamente il caldo, si sa.
            No, quello era l’uomo cretino.

          • mirkhond scrive:

            Contento te di vestirti da checca…. 🙂

          • Moi scrive:

            Ma i Pirati (prima che li sputtanassero i Pastafariani !) non erano Virili ?!

          • Z. scrive:

            Duca, contento te di soffrire il caldo per ideologia…

            🙂

          • mirkhond scrive:

            Io sto benissimo anche coi pantaloni lunghi d’estate.
            L’ideologia è quella degli omologati….

          • Z. scrive:

            Duca, altroché omologarsi!

            Qua (e credo valga anche per il Veneto) c’è un clima terribile, con un caldo umido intorno ai 40 gradi. Con le braghe lunghe fai i sughi… e a volte anche con quelle corte, ma il nudismo integrale non è ancora ammesso negli agglomerati urbani 😀

          • PinoMamet scrive:

            Angolo moda:

            non è che ci veda troppi significati nascosti, ma a me i pantaloni corti- bermuda- pinocchietti- capri, su un uomo, in città, non piacciono.

            Li trovo giustificati dove e come li metto io, immodestamente:
            in casa, in spiaggia o situazioni equirabili, al massimo se proprio ti sei scordato qualcosa al negozio sottocasa e corri giù.

            Non so se siano virili o meno; è che alcune cose hanno una collocazione precisa, idem con i colori.

            Naturalmente le donne non sono tenute a rispettare questa regola, come moltissime altre: è un loro privilegio, o anche semplicemente il fatto che una gamba femminile, curata, è piacevole da vedere, mentre faccio a meno di guardare i pelazzi di Tizio mentre vado a in banca o in posta.

            Stessa cosa per i sandali: se sei donna o frate francescano, puoi metterli, altrimenti desisti.
            Infradito non parliamone neppure.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Un saggio disse “io posso anche non mettermi le infradito per non disturbarti con la vista dei miei piedi, ma allora ti disturberò l’odorato con la loro puzza”.

          • PinoMamet scrive:

            Mai sentito odore di piedi in qualche locale pubblico.

            L’unico posto dove l’ho sentito, era un luogo dove si sta scalzi e spesso seduti sul pavimento, vale a dire sui tatami di un dojo di arti marziali.

            Altrimenti è decisamente un falso problema.

            Inoltre, lavarsi i piedi è buona norma;
            proprio come non mettere gli infradito 😀

          • Thyrrenus scrive:

            Fantastico: questa discussione su pantaloni mozzi e infradito possiamo farla solo noi italiani (soprattutto con i toni seri che avete! 😉 ). Grazie, mi sento a casa 😉

    • MOI scrive:

      Lo davo per scontato, ma con il tempo mi sono reso conto che dare per scontate anche le cose più banali può essere un errore gravissimo :

      quelle degli Imperi Centrali erano società “meticciate” ove se provavi a fare discorsi “antispecisti” … altro che la Neuro !

  56. mirkhond scrive:

    se provassero a fare i “Writers” imbrattando la pubblica via conciati da “Selvaggi” con le “body modificaoions”, i Gendarmi li sacagnerebbero di smanganellate senza mercé …

    Magari! 🙂

  57. mirkhond scrive:

    Riguardando il cantante serbo con le due corazziere 😉 del video sovrapostato, sarebbe bello che in Serbia la gente vestisse così anche nella vita quotidiana, e non solo nelle rappresentazioni teatrali…..

  58. mirkhond scrive:

    Uno degli aspetti più schifosi di questa globalizzazione a guida statunitense, è l’omologazione della moda mondiale in un senso di degradazione estrema, tra piercing, tatuaggi, bermuda e abbigliamento troioso….
    Uno sconforto!

  59. Moi scrive:

    La “Patria” NON è un’ invenzione del Fascismo, anzi: il Fascismo non ha inventato sostanzialmente un cazzo … ha solo reso obbligatorio il Cosplay 😉 di coordinate spazio temporali scelte dallo Stato !

    • Moi scrive:

      In un certo senso, mettere la Patria, il Popolo, la “Razza” ecc … è stato un sovvertimento (!) dell’ Ordine PreCostutuito ! Ma siccome si trattava di “Idola” … sono durati relativamente (! poco, facendoci approdare al più esangue Nichilismo, nevvero Habs ? 😉

      • Moi scrive:

        Per non dire di quanto si ricorrente “patria” come parola di Letteratura Latina … che NON è un’ antologia di testi romantici salsa-bachata-mambo-merengue 😉 !

        • MOI scrive:

          “Patria” è un concetto risalente alla Rivoluzione Agricola, quando delle comunità umane tribali, sempre meno piccole, cominciano a capire che un dato territorio, opportunamente conservato e coltivato, può dare risorse di sostentamento …

          se poi vogliamo politicallycorrectare 😉 pure la Preistoria, non so più icché dirvi …

          ————

          Oggi invece (è forse questo, anche, la cosiddetta “Postistoria” di cui parla Habsburgicus ?) abbiamo che fra risorse e territorio abitato il legame è labilissimo, se non addirittura ostile …

          • MOI scrive:

            Ah, territorio da difendere (v.di anche Ideogrammi Cinesi Classici …)

          • Thyrrenus scrive:

            non so i cinesi ma per moi indoeuropei, e per tanti altri, non valeva in tempi antichi il mito del suolo (alla faccia di tanti sangue e suolo) quanto quello del la propria ‘gente’. I popoli indoeuropei sono stati migranti per secoli e anche dopo essersi stabiliti in dati luoghi, se costretti a migrare trovavano la loro ‘identità’ nel gruppo che migrava, portandosi ovviamente i propri dei e mantenendo la propria lingua. Anche in epoche ‘recenti’ questo è accaduto. Gli ultimi sono stati i popoli slavi. Sangue e suolo è una puttanata di cialtroni che non conoscono la propria stessa storia.

          • Thyrrenus scrive:

            per ‘noi’ 🙂

  60. Moi scrive:

    mettere la Patria, il Popolo, la “Razza” ecc … DAVANTI a Dio

  61. Moi scrive:

    Ferdinand Keller, di Karlsruhe, autore dell’Apoteosi del Kaiser Guglielmo Primo .

    [cit.]

    (non proprio un richhettone MultiKulti 😉 , né tanto meno avverso al Potere-in-Sé con argomenti da “Antifa” 🙂 …)

  62. Moi scrive:

    “Fricchettone” e.c.

  63. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    http://www.maurizioblondet.it/morta-di-liberta-era-solo-un-topino/

    pesissimo … non so se l’hai già letto !

    • Moi scrive:

      Certo, è sempre fastidioso un Vecchio Borghese che fa la morale a dei Giovanissimi di Quartieri “Popolari”, però … però quell’ impietoso (!) punto di vista sul Vuoto e sul Nulla di questo (!) tipo di società, in cui tutti sono troppo occupati a smanettare un àifon e a pensare alla Discoteca per accorgersi di chi gli crepa accanto, NON lascia indifferenti.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ma… non dovevamo sparare ai barconi (magari solo a quelli pieni di muSSulmani, eh!) e fottercene di chi ci moriva accanto?

      • habsburgicus scrive:

        l’ho letto…
        è successo un finimondo, insieme a quello sui meridionali… 😀
        insulti di una volgarità estrema….
        tanto che ha dovuto eliminare i commenti (e, ritengo, abbia fatto bene)

        P.S 1
        (non suscitiamo un vespaio anche qui)
        la suscettibilità di buona parte dei meridionali è ormai estrema…
        ormai, e credo che qui sia stato Pino il primo a notarlo, in certi (da sottolineare, certi) meridionali l’odio per il Nord è infinitamente superiore a qualunque sentimento di antipatia che possa esistete da parte di alcuni “nordisti” verso il Sud

        P.S 2
        è stato il commento sulla sfortunata ragazza, che ha però scatenato la bagarre “finale”
        i commenti, se non li avete visti, non potrete vederli più.—leggete però subito-prima che lo tolga :D-il suo pezzo “spurgo dei commenti” in cui ne riporta alcuni, citando i nick

    • PinoMamet scrive:

      L’articolo è stato postato da un amico sul noto social network, che se ne è dimostrato scandalizzato e ha fatto grande spreco di aggettivi tipo “fascista”, “spregevole” e così via.

      Io l’ho letto, e l’ho trovato magari paternalistico, sicuramente discutibile (cosa non lo è, poi? per fortuna possiamo discutere!), forse sbagliato come analisi, parliamone…. ma proprio non ci ho visto niente di così terribile.
      La povera ragazza non è certo morta per colpa di piercing e tatuaggi, e sicuramente milioni di ragazze come lei vivono benissimo, e per fortuna.

      Però davvero la vicenda mette tristezza anche per lo smarrimento esistenziale che sembrava (sottolineo, sembrava) trapelare dalle foto e dall’aspetto della ragazza, oltre che dallo stile di vita che (e diamo ragione a Blondet quando ce l’ha) avrà davvero scelto così liberamente?

      • PinoMamet scrive:

        Invece lo “sdegno automatico” contro chi osi mettere in discussione piercing, tatuaggi e discoteche lo trovo davvero stucchevole, e dà da pensare.

        “Sono gusti, ognuno di libero quello che gli pare”, tranne criticarli o averne di diversi, si direbbe; e sia mai tentarne un’analisi!
        Vanno difesi e basta.

        Davvero pare una nuova era vittoriana, solo a rovescia.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          C’entra solo marginalmente, ma mi ricordo un servizio in TV in cui una signora che aveva abortito raccontava scandalizzata che un’infermiera l’aveva guardata male prima dell’operazione, considerando la sua scelta sbagliata. Questo dissenso espresso (con uno sguardo), a suo dire e a dire di tutti gli ospiti pro-aborto presenti in trasmissione, sarebbe stata una inaccettabile limitazione all’autodeterminazione.
          Per qualche strana ragione, insomma, si confonde sempre una libertà con il divieto di critica.

          • MOI scrive:

            l’ Aborto è l’ Ultimissimo Baluardo del Marxismo:

            Uomo = Padrone
            Donna = Operaia
            Gravidanza = Lavoro
            Aborto = Sciopero

            Con tutti i Malthusianesimi e i Femminismi-Genderismi a dargli manforte in difesa del Materialismo … NON è concesso neppure uno sguardo di dissenso, perché l’ istinto materno (che per le Elites del Controllo delle Nascite ) può risvegliarsi : non sia mai !

            Il Malthusianesimo è seguitissimo fra i più poveri delle società più ricche … ma è ignorato completamente fra i più poveri delle società più povere .

          • MOI scrive:

            che per le Elites del Controllo delle Nascite è il Male Assoluto …

          • Z. scrive:

            Trovo che la signora avesse ragione. Se fai l’infermiera non dovresti trattare con sdegno i pazienti che abortiscono, e se vuoi fare il commesso non devi trattare con disprezzo chi compra camicie a maniche corte. Con l’aggravante che certi atteggiamenti è più facile tenerli con chi versa in una situazione di oggettiva debolezza.

            Per inciso, non so se sapete come si comportano molte infermiere in casi del genere. Trattano apertamente le pazienti da puttane, il che presumo piaccia a molti qua dentro. Il mio punto di vista resta lo stesso: libertà di insulto in cambio di libertà di pestaggio. Posso permettermelo, io 😀

          • Z. scrive:

            Moi, l’aborto è una cosa seria e di norma drammatica, non un tema per teorie-ka$ta da staminari. Almeno secondo me.

          • PinoMamet scrive:

            “Per inciso, non so se sapete come si comportano molte infermiere in casi del genere. Trattano apertamente le pazienti da puttane”

            no, non lo so, ed è anche la prima volta che lo sento dire.
            Conosco diversa gente che lavora in ospedale, nessuna delle quali mi pare particolarmente portata a trattare le pazienti da puttane, ma una sola infermiera, che per inciso è femminista.

            ” il che presumo piaccia a molti qua dentro”

            secondo me Z. il giorno che smetterai di presumere starai molto meglio.

          • Z. scrive:

            Grazie per il consulto, dottó 😉

            Oh, tu non fai parte della categoria presunta, naturalmente. Chi ne fa parte lo sa 🙂

            Purtroppo non tutte le infermiere che assistono donne che abortiscono – o addirittura che chiedono la pillola del giorno dopo – sono come le tue amiche. Dalle mie parti ce ne sono diverse tipo quella che MT ha visto in TV. Forse pure peggio (ma riconosco il genere).

  64. Moi scrive:

    ** DAL POST DI BLONDET citato da HABS **

    Mi dispiace perché lascerò fuori persone che mi piacerebbe chiamare amiche. Come Nieuport, a cui lascio la parola:

    Nieuport

    Triste e trista polemica su un articolo molto bello,
    polemica che mostra l’inutilità e la pericolosità del politicamente corretto.
    Offende che la pietà faccia paragonare una ragazza morta a un topino o a un piccione, offende che non sia citato il suo nome, l’importante è rispettare le forme obbligate, e non si va oltre, a capire che quell’episodio rivela una
    situazione generale sempre più grave. Una bambina è morta, ma milioni di altri ragazzini non muoiono ma hanno una vita priva di valori, priva di cultura, in ambienti e paesaggi alienanti, che non finisce sui giornali ma ugualmente prefigura un destino tremendo. Che risposta sanno dare i politicamente corretti? Chiudiamo una discoteca. Ma se i problema è quello, perchè non hanno il coraggio di d ire: chiudiamo tutte le discoteche, in tutta Italia? I ragazzi sono come i negri in America, guai a chiamarli negri, sono afroamericani, ma poi si applaude quando si vestono come straccioni, e si trasmette l’idea che i campi in cui potranno primeggiare sono il rap, la breakdance, piercing e tatuaggi, al massimo qualche sport.
    Il negro Malcolm X voleva che i suoi fratelli vestissero in maniera
    impeccabile, i genitori di Condoleezza Rice volevano che lei diventasse pianista classica. I ragazzi dei quartieri popolari di Messina (ma non sono tanto diversi dagli analoghi quartieri in Toscana o in Veneto) sono il corrispettivo dei negri, e infatti ricevono gli stessi modelli. Una volta almeno i ragazzi poveri vivevano in un ambiente in cui avevano dei punti fermi, delle fonti di valori: la parrocchia, l’oratorio, la banda comunale per chi amava la musica, la casa del popolo, se i loro babbi leggevano l’Unità imparavano che i più grandi scrittori, come Pavese o Vittorini , pittori, come Guttuso, musicisti, come Berio o Nono, erano dalla loro parte, e quindi dei modelli.
    Peraltro, per quel poco che ho appreso dal Vangelo (Mt 21, 28-32 Lc 23, 43-44) ritengo probabile che ora la ragazza sieda nella Luce perpetua, alla Sua destra.

  65. MOI scrive:

    Interessante nel commento di Nieuport anche la scomparsa della Casa del Popolo come “Parrocchia Secolarizzata” (dico in sintesi io), cosa che fa pensare alla Bassa degli Anni Cinquanta dell’ Epopea Guarschiana del Mondo Piccolo … e, purtroppo, più a nient’altro !

  66. MOI scrive:

    Sì, ma diciamola tutta: le “braghe corte”, in origine, durante la presunta (!) Età dell’ Oro 😉 fino agli Anni Cinquanta prima che la Moda si massificasse … erano semplicemente “braghe da cinno”, cinno maschio ! 😉

  67. mirkhond scrive:

    “tanto che ha dovuto eliminare i commenti (e, ritengo, abbia fatto bene)”

    Concordo, e non perché sia d’accordo sempre con Blondet, vedasi l’articolo sui “meridionali” dove si è abbandonato ad esagerazioni ed eccessi tipici, da “norreno” dell’800.
    Concordo perché uno se ha un suo blog, ha diritto ad esprimere il suo pensiero senza essere molestato da troll e provocatori vari.
    Condivido invece il suo articolo sulla ragazzina morta e sul vuoto culturale che tale morte esprime.
    Anch’io quando ho sentito la notizia, mi sono chiesto dove fossero i genitori.
    Certo il suo linguaggio è aspro, offensivo, ma in questo caso non cattivo, ma espressione piuttosto del disagio di un uomo anziano cresciuto con ben altri valori, nel constatare il vuoto esistenziale della gioventù odierna.
    Vuoto che si cerca di riempire con piercing, tatuaggi, bermuda frocioidi e altre omologazioni in cui ci si crede di essere fighi, di essere accettati in una società che, COME TUTTE LE SOCIETA’ DI OGNI TEMPO E LUOGO, ha bisogno del conformismo dei suoi componenti, escludendo CHI NON SI ADEGUA.
    E dunque, pur non essendo riuscito a leggere i commenti, ritengo però che Blondet abbia il pieno diritto di difendersi da chi non condivide le sue idee.
    Di San Miguel Martinez che tutto sopportano ce n’è uno solo.
    Io, al posto di Blondet, avrei fatto lo stesso…

    • habsburgicus scrive:

      Di San Miguel Martinez che tutto sopportano ce n’è uno solo.

      modalità auto-esaltatoria ON
      però bisogna dire che qui, noi tutti (inclusi quelli che purtroppo, per libera decisione loro, ci hanno abbandonato: A. Di Vita, Luigi, Roseau, infiniti altri che non mi sovvengono e de facto, ormai, pure Tortuga) MAI abbiamo raggiunto certi livelli e il dibattito è di norma stato alto e interessante, o ironico, e nei rari casi in cui non lo è stato non si è avvicinato in alcun modo a quella cloaca !
      con dei commentatori come noi, mai lui avrebbe chiuso lo spazio commenti !!!
      modalità OFF

      se poi vogliamo dire che Miguel, anche quando interveniva di più, ha sempre mostrato una tolleranza unica, una capacità rarissima di immedesimarsi nell’interlocutore e di voler capire, questo è vero ! ciò gli è proprio..praticamente nessuno è così…non credo M.B (più aperto di quanto si pensi, mi è parso, purché si mantenga l’educazione ma senza dubbio un po’ rigido) ma ancora di meno quelli mainstream che spesso incomincino a dare in escandescenze non appena qualcuno incomincia a uscire un po’ dall’elogio prono e supino 😀
      dunque il dialogo è possibile, con educazione..merce sempre più rara..là scomparve del tutto in quelle “drammatiche” ore di bolgia :D…e la soluzione è stato il blocco dei commenti ! dubito che altri avrebbero fatto diversamente

      • mirkhond scrive:

        Concordiamo sulla unicità di Miguel! 🙂
        Ne parlavamo ieri sera con Peucezio (che è qui a Bari), in riferimento alla risposta datami da Miguel stesso, in riferimento alla mia riflessione sulle differenze tra Italia e i nostri vicini di casa balcanici.

  68. mirkhond scrive:

    “secondo me Z. il giorno che smetterai di presumere starai molto meglio.”

    Purtroppo se non spara la sua, non è contento.
    E’ il suo modo di divertirsi: perculare in continuazione chi ha il torto di non condividere le sue idee di conformista piddino e contento…..

    • Z. scrive:

      Non prendo in giro nessuno. Penso davvero che molti di voi siano d’accordo con quel modo di comportarsi dell’infermiera di cui parlava MT.

      • mirkhond scrive:

        Cosa ne puoi sapere?

        • Z. scrive:

          Infatti non ne sono certo, mi limito a presumerlo. Capita spesso: a volte ci si prende, altre no.

          Pensa che c’è chi non presume, ma crede fermamente che esistano uno o più Divinità. Ognuno la vede a modo suo 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Z.

          seriamente: a me non sembra che qua dentro ci sia qualcuno che giudica una donna che sta per abortire come una puttana.

          Ma poi: qualcuno lo ha scritto, da qualche parte?
          Altrimenti, siamo alla polizia del pensiero. Che non è una cosa molto piacevole, Z. …

          • Z. scrive:

            Uhm… quindi ogni qual volta tu esprimi un’opinione senza esibire prove documentali diventi – almeno pro tempore – un psicopoliziotto? anche se non arresti, né intendi arrestare nessuno?

            ugh, se è così dovrò trovare un notaio a buon mercato da portarmi appresso 😀

            Z.

            PS: ricordo che nella Capitale Morale dell’Occidente ci siamo già messi avanti. Non abbiamo ancora i psicopoliziotti, ma gli psicovigili ci sono già da un anno e mezzo buono. E a quanto disse il rettore, vengono addestrati all’Alma Mater, scuola di Lettere, dipartimento di Filosofia 😀

            http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/11/23/news/bologna_la_violenza_sulle_donne_ora_si_studia_anche_all_universit-71681677/

          • PinoMamet scrive:

            Beh Z.

            se intendi fai quello che si chiama un “processo alle intenzioni”, basandoti esclusivamente su.. quello che pare a te…

            sì, sei uno psicopoliziotto.

          • Z. scrive:

            Processi? Allora c’è un equiproco… il poliziotto mica fa i processi, arresta i cattivi! Un tizio che non arresta nessuno non è un poliziotto, oppure è un poliziotto pigro 🙂

            Peraltro, oltre ad nessuno non faccio processi e non scrivo sentenze. Ognuno la pensa come crede, ci mancherebbe!

            Anche io però 😀

          • PinoMamet scrive:

            Z., dai, mi sei simpatico e non ho voglia di entrare in una polemica infinita;

            che hai iniziato tu, per non accettare la realtà, credo abbastanza chiara (chiedi ad altri…) della tua tendenza a dare giudizi morali sui pensieri altrui.

            Io te lo dico amichevolmente: è un’abitudine che trovo sgradevole.
            Meglio di portare i sandali coi calzini, è chiaro, me sempre sgradevole.

            Se vuoi accettare un consiglio da un amico, eccotelo.
            Altrimenti, se ti vuoi divertire con i giochi di definizioni, fai pure, ma lo trovo abbastanza inutile.

          • Z. scrive:

            Beh, specialmente quando si comunica leggendo e scrivendo le parole una certa importanza ce l’hanno. “Poliziotto” – tanto per essere chiari, non la reputo un’offesa! – vuol dire una cosa e “sgradevole” vuol dire una cosa diversa.

            Ma anche “censore” e “sgradevole” sono due cose diverse. Che io scriva cose sgradevoli può darsi, e mi spiace; ma a parte che non sta scritto da nessuna parte che le mie opinioni debbano piacere a tutti, quali giudizi morali avrei dato?

            L’unico giudizio morale che mi pare di aver dato qui, negli ultimi tempi, riguardava alcune frasi di Biffi risalenti al 2000.

          • PinoMamet scrive:

            Z.

            ti ripeto che mi sei simpatico e mi spiace dirtelo;

            però dire che alcune persone qua giudicherebbero puttana una donna che va ad abortire, a me sembra un giudizio morale, basato poi su impressioni e non su cose scritte.

            E dai, se per te va bene, finiamola qua 😉

            scrivi anche cose gradevoli quando vuoi, purtroppo sei avvocato 😀

          • Z. scrive:

            No, non vuole essere un giudizio morale, credimi.

            Sì, ho scritto la mia opinione e molto sinceramente la confermo; mi piacerebbe molto che chi la pensa a quel modo cambiasse idea, e anzi mi piacerebbe saper trovare le parole per fargliela cambiare; penso che su certi temi ci vorrebbe meno ideologia e più umanità (da entrambe le parti, a dirla tutta). Confermo tutto.

            Ma questo non significa che io intenda dar giudizi morali su chi la pensa diversamente da me, e men che meno a chi scrive qui.

            Se questo non era chiaro allora sono contento di averlo chiarito 🙂

          • Z. scrive:

            Poi va precisato che ci sono alcune (rare) persone su cui do più che volentieri giudizi morali, tipo Salvini.

  69. mirkhond scrive:

    “la suscettibilità di buona parte dei meridionali è ormai estrema…
    ormai, e credo che qui sia stato Pino il primo a notarlo, in certi (da sottolineare, certi) meridionali l’odio per il Nord è infinitamente superiore a qualunque sentimento di antipatia che possa esistete da parte di alcuni “nordisti” verso il Sud”

    E’ possibile che sia diventata così estrema.
    Forse per reazione (magari spropositata) verso certi luoghi comuni razzisti duri a morire tra molta gente, nel nord, inclusi oriundi “meridionali”.
    Quanto poi a tale “odio” verso di voi, non limitatevi solo a quei fognai che sono gli spazi commenti (che i commentatori, se osservate bene, sono sempre un piccolo numero, sempre gli stessi, soltanto fastidiosi nella loro aggressività spesso però provocata).
    Io conosco gente che non ama il Nord, ma anche gente che ci è vissuta e vi si è trovata bene, al punto da mettervi radici e restarvi, sposandosi con persone del luogo e dando luogo a nuove famiglie e nuove vite meticce.

    • Z. scrive:

      Eh ma a loro volta anche i “nordisti” ti diranno che è per reazione – e dal loro punto di vista è sicuramente vero!

  70. mirkhond scrive:

    L’unificazione dell’Italia non è partita da noi (a parte un pugno di ricchi-fighi-snob traditori).
    Le più antiche manifestazioni di disprezzo anti”taronico” le troviamo già in Ippolito Nievo.
    Disprezzo, trasversale tra clericali e anticlericali, destroidi e sinistroidi ecc. ecc.
    Alla fine, a furia di sentirsi dire certe cose, uno esplode.
    Internet, purtroppo poi, ha il difetto di ingigantire le cose….

    • Z. scrive:

      Ma infatti io non parlo proprio di Internet, perché si finirebbe appunto per discutere di quattro o cinque esaltati che insultano a gratis (e si guarderebbero bene dal farlo di persona, come spesso ho avuto modo di osservare) e che non credo rappresentativi.

      Parlo delle antipatie che capita di sentire esprimere di persona, dal vivo, che non credo abbiano origine tanto dalle vicende dell’unificazione del Paese quanto da esperienze personalmente vissute.

  71. mirkhond scrive:

    Esperienze di gente appartenente a mondi molto diversi tra loro e reciprocamente incomprensibili, salvo per spiriti acuti.
    E tali incomprensioni iniziano proprio con una serie di considerazioni da parte di garibaldini e soldati piemontesi scesi nella colonia…ehmm… nelle Due Sicilie in cui per la retorica ufficiale, si era tutti fratelli.
    Poi, nel confrontarsi con gli anni, le incomprensioni sono sempre più aumentate….

    • Z. scrive:

      Cose più banali, secondo me… tipo: qui non si sente più il mio dialetto, qui assumono solo i loro, etc.

      • mirkhond scrive:

        O anche che i “meridionali” non amano lavorare, fanno matrimoni faraonici, vivono in case che sembrano regge ed altro che abbiamo udito….

        • Thyrrenus scrive:

          bah anche sentir dire che i tuoi parenti con i capelli rossi sono figli del diavolo come buona parte dei tuoi conterranei … non son cose che aumentano la capacità di comprensione quando te le senti dire. La spocchia “a ufo” di tanti neapolitani è invece roba normale: in Toscana ne abbiamo a carrettate. Quel che mi torna meno è la divisione tra nord e sud: anzitutto io riconosco un centro che è distinguibilissimo (oh almeno a me sembra lampante…) eppoi nel nord e nel sud cappero ci sono diversità interne notevoli. Un veneto ed un piemontese, c’è poco da fare, non sono la stessa cosa. Idem per un campano ed un calabrese.
          Ah, io al centro assimilerei gli Abruzzi e pure Bologna… (fuori Piacenza e Ferrara però sicuramente, dubbi su Parma e Modena, nessuno sulla Romagna: è centro 🙂 ) Sul Molise non saprei … mi piacerebbe conoscerlo meglio.

          • PinoMamet scrive:

            D’accordissimo sulla tua idea di Centro.

            In realtà l’Emilia, per farla semplice senza andare a ricercare divisioni chirurgiche e forse impossibile, dipende da come si svegliano gli abitanti, ma probabilmente è la stessa cosa per gli Abbruzzi.
            Io li metto tutti nel Centro per mancanza di prove contrarie 😉

          • habsburgicus scrive:

            non che lo conosca benissimo, ma per quanto riguarda il Molise, direi Sud, senza dubbio alcuno

            per il resto, tutto dipende dalla classificazione usata
            se ne usiamo una “cultural”-geografica, allora hai pienamente ragione (tranne sul Molise) e il Centro è più o meno quello che hai detto tu, distinto dal Nord e dal Sud

            se ne usiamo una “linguistica”, allora Emilia-Romagna è Nord (un Nord “eretico”, ma nord) e la Penisola (dunque Toscana inclusa) è altro, è il non-Nord, come il non-Iran delle iscrizioni di Shapur II (240-272) Re dell’Iran e del non-Iran 😀

            se ne usiamo una storica
            Centro=Stato Pontificio+G.D Toscana+Ducato di Modena+Ducato di Parma, cioè in termini odierni
            Lazio (tranne Gaeta che è Sud), Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna
            basta intendersi

          • mirkhond scrive:

            L’Abruzzo è “Sud” almeno dall’XI-XII secolo.
            Ma anche il Ducato di Spoleto insieme a quello di Benevento erano considerati nell’insieme Longobardia minor.
            Sì, ci sono delle differenze al nostro interno, e con ciò?
            Siamo stati uniti dall’XI-XII secolo al 1860-1861.
            Lo stesso Ignazio Silone, si definiva con orgoglio un TERRONE!

          • Thyrrenus scrive:

            Sul Molise posso concordare con chi ne sa più di me. Gli Abruzzi, che conosco, mi han dato sempre l’aria di differire pochissimo dalle altre regioni del centro e molto dalla Puglia e dalla Campania. Saranno impressioni certo. Non ci vedo poi niente di male o di strano che il Regno di Napoli avesse incluso tra i suoi domini una tale regione, ciò non la rende meno centrale ai miei occhi. Ma per me il Regno di Napoli è un’entità storico-politica non etnica. Eppoi, sennò, le enclavi pontificie in Campania (secolari pur esse) le dovremmo catalogare centro … 🙂 Un’altra regione del ‘centro’ è poi per me addirittura all’estero: è la Corsica. Con tutti gli sforzi franciosi l’isola, resta affine alle altre regioni ‘centrali’. E non ho alcuna pretesa ‘annessionistica’: per me può pur restare franciosa o divenire indipendente … di certo pur essendo stata secoli e secoli genovese resta più affine alla Toscana che alla Liguria (ma poi che nord è la Liguria? Boh.).

          • Z. scrive:

            Silone era una spia fascista y un nemico della classe operaia. Però mi ha citato in un suo romanzo, e come sappiamo ha chiamato uno dei suoi libri col titolo di un pezzo dei Metallica. Quindi lo perdoniamo 😀

          • Z. scrive:

            Comunque bisogna distinguere: geografia o abitanti?

            Quanto alla geografia, Bologna la metterei al Nord. Anche se, quando arriva dicembre – e almeno fino a tutto il mese di febbraio – vorrei anche io che Bologna fosse centro, se non addirittura sud!

            Quanto agli abitanti, non è né Nord né Centro. Come chiunque vi abbia abitato sa bene, Bologna è da parecchi anni una città del Sud, equamente divisa tra le province di Lecce, Foggia, Cosenza e Catanzaro 😀

  72. mirkhond scrive:

    In sostanza mettere insieme con la forza genti molto diverse tra loro, può favorire ulteriori incomprensioni.
    Del resto non ci si sopporta tra consanguinei, vicini di casa, concittadini e connazionali, e a maggior ragione lo si dovrebbe tra stranieri?

  73. mirkhond scrive:

    Vediamo ad esempio le due jugoslavie, quella grande-serba del 1918-1941 e quella federalista-sovietica di Tito 1945-1991, come sono entrambe finite male….
    Per restare in tema….

    • Thyrrenus scrive:

      Con tutte le ragioni che ti dò su come è andato il risorgimento (ovvero MALE) non confronterei la situazione delle genti italiane con i popoli jugoslavi. Sarebbe poi da ricordare in quel caso chi soffiava con forza sul fuoco (la Germania, il papa polacco, la stessa Austria e altri compagnucci di merende – poi ovviaente i lacché tipo i nostri ggiornali libberali, come Repubblica, tacendo degli altri).

      • habsburgicus scrive:

        la Jugoslavia fu una follia nel 1918…e fu una follia quando fu restaurata…giustamente venne a fine anche se avrebbe dovuto finire in modo consensuale e pacifico come l’altrettanto artificiale (e massonica, e antiasburgica) Cecoslovacchia [la YU nel 1918 ebbe anche una funzione anti-italiana, come la CS soprattutto anti-tedesca; nel caso jugoslavo si trattò della mercede data dai vincitori settari dell’Intesa, in primis i francesi, agli assassini di Sarajevo, per “ricompensarli” del loro gesto, evidentemente apprezzatissimo, con tutte le conseguenze, egualmente desiderate…..da loro, non dai loro sudditi !]
        linguisticamente, senza dubbio, si parla un unico idioma, che tuttavia, pensateci, non ha potuto ricevere un nome condiviso..
        serbo-croato fa inorridire i croati e, ormai, pure bosgnacchi e montenegrini e financo serbi “puri e ortodossi” anti-titini [ci sono !]
        croato-serbo fa inorridire tutti, inclusi i croati [tranne i croati jugoslavisti]
        serbo-croato-bosgnacco provoca liti sulla precedenza [perché non croato-bosgnacco-serbo, o bosgnacco-serbo-croato o croato-serbo-bosgnacco ? :D]
        serbo-croato-bosgnacco-montenegrino è troppo lungo e poi ci sono le varie combinazioni, perché preferire quella da me citata ? [talora, in ordine alfabetico slavo, si parla di BCHS, bošnjački-crnogorski-hrvatski-srpski, ma in italiano sarebbe BCMS cioè croati e montenegrino cambiererebbero posizione !]
        e poi non c’è solo la lingua
        c’è la religione che ha un impatto enorme nella cultura (ad onta dei soloni di Bruxelles, che non hanno voluto includerekle “radici cristiane” e godono per questo, senza rendersi conto che forse la loro Europa potrebbe durare meno di quanto pensano !], c’è la Storia…
        e ciò divide in modo radicale la Croazia dalla Serbia (anche su sull’idea di invenzione del popolo croato, concordo in sostanza con Fine )..non parliamo poi di macedoni (invenzione del XX secolo, con altra lingua) e sloveni
        solo un regime duro, talora spietato e brutali, carismatico e dotato di prestigio e di una ideologia mitica fondante (la Lotta contro italiani e tedeschi, e altri, nella II GM), in altre parole il regime di Tito, poteva tenerli assieme (da c.a 1955 anche con un discreto progresso economico e un buon liberalismo interno; già nel 19a9 un anglofono che si recò dalla Romania alla Jugoslavia scrisse che gli sembrava di tornare in un altro mondo ! là il regime stalinizzato, il culto della personalità dei boss marxisti, la Securitate e la miseria pur essendoci stato un progresso economico pure lì da poco [figuriamoci prima !], a Belgrado vita culturale europea, condizioni economiche soddisfacenti e “libertà” !)
        Tito però era un mortale…e la Jugoslavia morì con lui anche se ci fu un décalage di una dozzina d’anni
        ma non rimpiangetela ! e se siete tentati di farlo pensate ai nostri fratelli italiani, sangue del nostro sangue (e spesso i migliori della nostra stirpe), orrendamente eliminati al suono de grido sinistro Smrt fašismu ! Svoboda narodu
        cui è d’uopo rispondere Smrt Jugoslavije ! e così fu

        • habsburgicus scrive:

          19a9 è 1959, sotto Gheorghiu-Dej e Tito

        • Thyrrenus scrive:

          Come meglio di me ben sai quei morti italiani (su cui ci si accapiglia tra politici e meno tra storici seri) furono preceduti da molti morti ‘slavi’ perennemente dimenticati. Ma certo per te saranno argomenti antiitaliani da rifiutare a priori. Non so se la Jugoslavia fosse davvero solo una creazione a tavolino e una riedizione titina su basi concrete: la guerra vinta assieme contro i macellai croati e serbi di schietto e destro nazionalismo (con accentuate, purtroppo, venature croato-cattoliche). Io non posso sapere se sia da rimpiangere o meno non avendone avuto esperienza. Diciamo che era una spina nel fianco per la nuova Europa e per un nuovo ordine da dare ai Balcani. Ovviamente dall’esterno. Personalmente rimpiangerei una sorta di impero, non etnico dunque, nessuna Grande questa o quell’altra che avrebbe dovuto dar conto delle diversità e della autonomia dei tanti popoli in fondo mescolati nella grande ‘macedonia’ che erano i Balcani. Quel mondo è però oggi etnicamente razionalizzati per stati. Paradossalmente solo la cattiva Serbia non ha fatto pulizie etniche. Solo i bigonzi, l’UCK e quelli minacciati colle armi dalle mafie connesse credono ancora che ci provò in Kosovo.

          • habsburgicus scrive:

            Kosovo

            sei fortunato a scrivere ora, che non c’è più Ritvan 😀
            altrimenti ti avrebbe lanciato una dura invettiva, oltre a fornirti, secondo il suo costume, moltissimi dati e cifre !

          • Thyrrenus scrive:

            Mah diciamo che prima avrei concordato con Ritvan … adesso mi sembra di saperne di più. Eppoi basta vedere cosa è il Kosovo oggi.

          • MOI scrive:

            il Kosovo è stato tragicamente emblematico dell’ inapplicabilità dello Stato-Nazione a territori ove “troppo” a lungo popoli diversi hanno vissuto assieme, uniti da valori identitari più alti dell’ etnìa … una volta che essi vanno perduti.

            Maggioranza Albanese, ma Tito aveva risorse militari nettamente più forti di Hoxha … Fine di Tito. Fine di Hoxha. Fine del Socialismo Reale. Fine di ogni coesistenza …

          • Thyrrenus scrive:

            Lo stato nazione però ha avuto più successo in Europa orientale, costrutti come Francia, Gran Bretagna, Spagna, Italia e la stessa Germania (i Wendi chi se li ricorda? Solo in Lusazia?) sono stati anzitutto stati e poi han provato a farsi un popolo. L’Italia ammetto è più strana: noi non abbiamo né uno stato né un popolo siamo un network 😉 ed è bello così: una lingua ufficiale presa in toscana e fatta leggere a tutti da un reggiano (Ariosto) e imposta agli intellettuali da un veneziano (Bembo) senza la minima volontà di arrivare alla formazione di un stato unitario. Gli altri (in occidente) in genere son partiti dallo stato e son arrivati alla lingua. I piemontesi savoiardi non eran mica così contenti di doversi contentare di una lingua che gli altri avevan già deciso di usare come lingua comune 🙂

          • PinoMamet scrive:

            “Lo stato nazione però ha avuto più successo in Europa orientale, costrutti come Francia, Gran Bretagna, Spagna, Italia e la stessa Germania (i Wendi chi se li ricorda? Solo in Lusazia?) sono stati anzitutto stati e poi han provato a farsi un popolo.”

            Mmmm sai che io la vedo abbastanza al contrario?
            Credo che gli Stati-nazione siano tutti più o meno costrutti artificiali allo stesso modo;

            quelli dell’Europa occidentale, che forse hanno inaugurato la formula “sartorializzandola” sulle proprie misure 😉 , credo siano anche quelli che hanno avuto più successo.

            Certo un popolo totalmente univoco-uno-uniforme non esiste;
            forse i giapponesi ci si avvicinano di più, e anche loro non lo sono completamente…

            ma la finzione, in paesi che derivano da ex-imperi multietnici, mi sembra molto più scoperta, e pertanto mi sembra che richieda una dose più massiccia di ferocia per essere mantenuta.

            Nella sua forma peggiore, sono i massacri balcanici che abbiamo visto anche pochi anni fa;

            nella forma “migliore”, sono le infinite polemiche da forum-blog-commenti di youtube “il grande condottiero Stikazzic era serbo!” “no, era croato di nonno ungherese”, “che minchia dici lo sanno tutti che era sloveno perchè una volta aveva parcheggiato il mulo in Slovenia…”
            o i croati che si “dimenticano” i nomi dei marinai veneti nei monumenti…

          • Z. scrive:

            Dunque, io non sono un esperto del settore ma la teoria di Pino sull’artificialità di tutti gli stati-nazione mi sembra la più convincente. Quanto meno ha convinto me, dopo qualche resistenza iniziale.

            In Italia si tende troppo spesso a dire “aah, queste cose succedono perché non ci sentiamo un popolo unito” o cose del genere. Io sono più rozzo e lineare, e dico che invece “queste cose” sucedono perché è troppo facile evadere il fisco, vessare i lavoratori e abusare dei più deboli.

            Caso mai, questo sì, non faccio fatica a credere che se fosse un po’ meno facile fare tutto questo allora le cose funzionerebbero meglio e quindi ci sentiremmo più uniti e più orgogliosi di essere italiani. Ma non viceversa.

          • Thyrrenus scrive:

            Certo che tutti gli stati sono dei costrutti. Ma ci sono differenze pur notevoli tra l’esser francese e polacco che cercavo di esprimere. Nel medioevo si capiva chi era polacco e chi ungherese anche se per caso, estinte le dinastie ‘autoctone’ si importarono re dall’occiente che si trovarono a caso a regnare su popoli diversi. Fatto sta che i popoli ‘cerano ‘sotto’. In Germania sassoni e baiuvari e franchi e pincopallinen non si sentivano poi tanto uniti pur avendo un regno bene o omale vitale. I frisoni e altri limitanei erano e sono poi animali strani che no ebbero neppure una fase feudale. (Oggi si fanno barzellette sui frisoni come da noi sui carabinieri, un senso di ‘alterità’ resta.) I limburghesi sono stati resi tedeschi ma come da noi i friulani sono stati appaiati agli altri (non senza tuti i torti ma neppure co tutte le ragioni). Gli olandesi sarebbero stati fatti tedeschi se la storia fosse pencolata un po’ altrimenti. A Padova c’erano le case degli studenti delle varie ‘nazioni’ tedesche…
            Ad est i confini sfumano tra le entità statuali e ci sono stati ovviamente gli apporti del feudalesimo franciosizzante. Tuttavia gente come gli slovacchi che sono sempre ma sempre stati sudditi dei re ungheresi non si sono mai sentiti ungheresi (né gli ungheresi non lo avrebbero ammesso !! le magiarizzazioni sono del secolo XIX°. Gli sloveni come gli slovacchi non han mai avuto un loro regno (se non mitologico) eppure sono sempre stati un popolo. Se avessero avuto l’occasione avrebbero formato un loro stato. Altri più grandi se lo son fatto e hanno dominati anche popoli più deboli ma come altri popoli. Ora, per dire, in Francia i tolosani ci avran pure provato a darsi una qualche autonomia ma come sappiamo andò maluccio. I confini in Francia mutavano tra zone ‘inglesi’, borgognone, navarrene e parigine più per ragioni di dinastiche che per guerre (queste erano le conseguenze delle combriccole dinastiche). Il ‘francese’ non sì è creato che attraverso l’affermazione di quel dato ramo di capetingi … Se i borgognoni non si fossero estinti forse non parleremmo qui di francesi tout court 😉 o ne parleremmo come si parlava degli italiani …
            Sarò un po’ estremo ma insomma mi serve a mostrare meglio il punto. Poi non pretendo certo di stabilire differenze abissali.

          • Z. scrive:

            Certo, le cose potevano andare diversamente: ma sono andate così, e si è cristallizzata – talvolta considerandola “inevitabile” – la situazione dell’unico mondo che oltre ad essere possibile è anche concreto e attuale.

            In altre parole, secondo me, avete ragione entrambi 🙂

          • PinoMamet scrive:

            Thyrrè,

            per me le cose sono piuttosto semplici: i popoli dell’est Europa sono arrivati più tardi, e si ricordano ancora di essere stati, appunto, “nazioni”, nel senso di “tribù in cui ci nasci dentro” 😉

            “noi” dell’Europa occidentale/meridionale quella fase l’abbiamo avuta prima dell’Impero Romano, e vatti a ricordà com’era…
            😉

          • PinoMamet scrive:

            Ciò non toglie che poi alla prova dei fatti la Croazia o l’Ungheria siano altrettanto artificiali dell’Italia o della Spagna…

            confini ballerini, popolazioni ormai mescolate, minoranze più o meno riconosciute/integrate/nascoste/esibite e così via…
            😉

          • habsburgicus scrive:

            due cose
            sulla Germania..avrei forti dubbi che la Germania si possa mettere nella stessa categoria di Francia, Inghilterra e financo Spagna
            uno Stato tedesco mai esistette, dopo i primordi ambigui finiti al più tardi nel 1250, se non dal 1871 al 1945 e di nuovo dal 1990 (e si potrebbe dire che uno Stato veramente pantedesco esistette solo dal 1938 al 1945, unico periodo in cui fu unificato tutto il popolo tedesco..e che nel 1945 i vincitori divisero la Germania in tre, di cui solo due parti si riunificarono il 3/10/1990 mentre l’altra, ormai estraniata dal mondo tedesco, è nota ai più come Repubblica austriaca)
            è vero che gli infiniti staterelli tedeschi erano inquadrati nella cornice del Sacro Romano Impero (sino al 6/8/1806) però, seppur in modo ancora minore, pure il Nord Italia (tranne Venezia città e poi per estensione e abuso la terraferma veneta) e la Toscana furono sino a Napoleone nella cornice teorica del fantomatico “Regno d’Italia” (post-longobardo), entità divenuta con il tempo misteriosa e priva di ogni significato pratico (più che in Germania), la “Reichsitaliewn” degli storici tedeschi; dunque la storia tedesca è paragonabile, con tutti i distinguo del caso, a quella italiana, non a quella franco-inglese-spagnola..ciò è particolarmente vero per i secoli XV-XIX

          • habsburgicus scrive:

            la seconda
            sugli slovacchi….e chi lo dice che gli slovacchi non si definissero ungheresi ? 😀 spesso si definivano, o ancora più spesso erano definiti tali..si trattava, naturalmente, di ungheresi politici, cioè sudditi del Re d’Ungheria, il che non è in alcun modo da confondere con “magiari”
            gli slovacchi erano popolazioni di lingua slava fedelissimi sudditi dei Re d’Ungheria (dal 1526 un Asburgo) e dunque “ungheresi” (così come, si veda Fine, i sudditi dei Re di Croazia che dal 1102 erano i medesimi Re d’Ungheria, erano “croati” politici non etnici)…la nobiltà usava di norma come lingua scritta il latino, talora pure parlato (si !)..é un latino infarcito di parole tedesche e idiomatiche ma sempre latino è (in Transilvania, ma presumo in Slovacchia fosse la stessa cosa, nel XVIII secolo financo i postiglioni sapevano un po’ di latino e si rivolgevano in questo “latino” ai loro clienti !)
            la classe benestante delle città era spesso germanofona e aderiva a Lutero e talora più a sinistra ancora, sino a Calvino (con qualche sbandata per Socino)…il clero protestante amava usare il ceco della loro Bibbia (di fine XVI secolo), con l’ortografia arcaica che mantenne caparbiamente anche quando i cechi di Boemia la cambiarono tra fine XVIII e inizio XIX secolo..doinde nel XIX secolo la corrente massonica e anticattolica del “nazionalismo” slovacco dirà che gli slovacchi erano cechi o cecoslovacchi ! (a ciò reagì Ľudevít Štúr che pur essendo protestante, fu il “fondatore” o codificatore della lingua slovacca moderna, con un’ortografia diversa dal ceco, poi cambiata con intervento di cattolici per renderla ancora più distante dal ceco)
            il popolino, in genere analfabeta, parlava i suoi dialetti slavi (che in Slovacchia orientale incominciava ad avere caratteristiche “rutene”), sapeva un po’ di latinus grossus tanto per farsi capire nei tribunali o in luoghi dove ciò era necessario, ma non conosceva il magiaro..ignoto pure a diversi nobili
            ciò non impediva che fossero ungheresi !
            solo nel XIX secolo (e già dal 1791-1792 per reazione a Giuseppe II) si vorrà da parte dell’élite imporre una nazionalità su base della lingua magiara..ciò porterà all’eliminazione del latino come lingua ufficiale fra 1844-1848…il nuovo nazionalismo, su base linguistica, fallirà-e gli slovacchi che si erano sempre sentiti ungheresi non vollero sentirsi magiari e più tardi fra loro vincerà lo slovacchismo (dopo un periodo in cui pareva vincere il cecoslovacchismo, nei primi ’20)..la definitiva vittoria dello slovacchismo ha un nome, Žilina 6/10/1938..ciò non piace ai “politicamente corretti” ma è così…la definitiva vittoria delo slovacchismo fu una conseguenza di Monaco ! da cui nacque la Slovacchia autonoma (ott 1938-marzo 1939) e poi indipendente (marzo 1939-prim 1945)…nel 1945 i comunisti, pur impiccando il patriota Mons. Tiso nel 1947 (tuttora amato dal popolo più vero che pensa con la sua testa e non si prostra agli eurocrati o agfli stranieri), non oseranno in quello tornare indietro e nel 1968 daranno il federalismo, base costituzionale che renderà possibile e facile l’indipendenza nel 1992 (da 1/1/1993)

          • habsburgicus scrive:

            P.S
            se consideriamo anche la Svizzera tedesca (almeno il 60 % della CH), uno Stato tedesco unificato completo, mai esistette, fino ad ora !
            e, si presume, mai esisterà

          • PinoMamet scrive:

            Mi stupisce (positivamente) la popolarità del latino in parte dell’Europa orientale e settentrionale.

            Ieri, cercando le varie versioni di “Mamma mia”, ho trovato un film polacco ambientato nell’antica Roma, interamente girato in latino (mi pare una produzione “artigianale”, ma ben fatta, anche come ricostruzione; ho visto i primi minuti).

            Non c’entrerà, ma anche uno dei miei migliori studenti, nelle ripetizioni di latino e greco, è un ragazzo polacco, adottato quando era già quindicenne o giù di lì.
            Si è imparato (bene) l’italiano e l’inglese, credo che il francese già lo sapesse, in latino non ha più problemi e in greco solo qualche incertezza marginale.
            Alto, una pertica di ragazzo, serio, educato, sportivo.
            Se avessi una cugina adolescente glielo presenterei!

  74. mirkhond scrive:

    E l’esempio della chiusura dello spazio commenti da parte di Blondet, conferma ulteriormente come il dialogo sia solo una delle tante utopie della modernità, visto che è impossibile dialogare DAVVERO quando si hanno idee troppo diverse della vita.
    Internet poi da luogo a troll e insulti che approfondiscono tale incapacità di confrontarsi tra differenze reciproche molto radicali.

  75. MOI scrive:

    RENZI: NON POLEMIZZO CON SAVIANO, MA BASTA PIAGNISTEI SUL SUD

    http://www.youtube.com/watch?v=0zy-tqg5Pzs

  76. MOI scrive:

    http://www.ns-dubrava.hr/images/centri/galerija/6_7.jpg

    cercando Dolazak Hrvata na Jadran ho trovato questo … dev’essere una parodia, non so con che intenti.

    • PinoMamet scrive:

      Beh, non so se ci siano sotto altri significati che mi sfuggono, ma la parodia mi pare abbastanza chiara:
      il “mitico” arrivo dei Croati all’Adriatico è attualmente un affare di vacanzieri volgarotti e sovrappeso, in ciabatte e costume da bagno, alle prese con liti automobilistiche e divieti di accesso-proprietà privata
      (forse una polemica contro la privatizzazione di spiagge? boh).

  77. MOI scrive:

    @THYRRENUS

    Giusto: la Virilità TeutonicoNorrena impone Sandalen mit Kalzinen 😉 !

  78. MOI scrive:

    @ THYRRENUS

    Se percepisci come “Centro” (sottitendendo Italia più Italia del Nord e del Sud) Bologna e Romagna … è solo per ragioni di (tanto aborrita dai Toscanacci) Storia Pontificia !

    • Thyrrenus scrive:

      No, per la Romagna ci sono tante ragioni. Anche Ferrara fu pontificia eppure la catalogo prontamente nord. La Romagna è ‘orientale’, ‘bizantina’, fu ripienata di profughi siriani e armeni ai tempi che furono (ossia ai tempi delle invasioni arabe del medio oriente). Come pure Roma stessa (ci furono pontefici siriani per quasi due secoli 😉 diciamo che è forse per questo precedente che non mi spavento troppo per i siriani di oggi.) I fiorentini al tempo provarono ad espandervisi e un pezzetto è ancora in Toscana. I senesi si allargarono a sud su diversi paeselli che prima erano pontifici … Eppoi i romagnoli sono sfottenti e rompiballe come noialtri in Toscana 🙂 Mica come i paciosi umbri che pure sono centro eccome (oh se non lo son loro!). Dalle mie parti si dice che noi siam dei diavoli e gli umbri dei santi …

      • habsburgicus scrive:

        per i siriani di oggi.)

        e dove sarebbero i siriani ? [tranne pochissimi] si, lo so, lo dicono i tiggì, ma credevo che almeno qui si avesse un sano scetticismo
        io vedo africani (tanti), non siriani 😀 il mito dei “siriani” è uno di quelli che un giorno sarà sfatato..se sopravviveremo sino ad allora !

        • Thyrrenus scrive:

          Uhm, allora sono sviato dai dati tedeschi. Può essere. Là arrivano curdi, iracheni e siriani a caterve. In diverse cittadine ci sono già delle tendopoli. Oltre alle solite molotov contro i vari ricoveri, soprattutto nella ex DDR.

    • PinoMamet scrive:

      “Date il benvenuto alla (in greco c’è l’articolo) Angela Merkel

      con calze e sandali!

      tutti in strada!”

      • Thyrrenus scrive:

        Beh i film peplo in Germania si chiamano Sandalenfilm ….
        Personalmente conosco diversi prof che portano i sandali con calzino all’università (Colonia, Wuppertal, Bochum, Bonn, Francoforte, Kassel, … ) Uno a Colonia arrivava all’istituto d’inverno in scarpe normali e poi passava nel suo ufficio a ‘cambiarsi’.

        • PinoMamet scrive:

          “Personalmente conosco diversi prof che portano i sandali con calzino all’università ”

          ma…perché??? perchè???

          • Thyrrenus scrive:

            Brancolo nella più completa oscurità. E pensare che il tedesco medio ama wandern, pessimamente traducibile con fare escursioni nei boschi et similia. i sandali non mi sembrano adatti.
            A proposito di ‘wandern’: i germanofoni qua dentro sanno che i tedeschi chiamano Voelkerwanderungen le invasioni barbariche? Ossia escursioni in paesi non tuoi … e si offendono pure se le chiami barbarische Invasionen! Da quando l’ho scoperto non faccio che infierire 😉 i barbari germani qui e i barbari germani la etc etc (mi diverto come posso 😉 ).

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            L’escursione si fa rigorosamente con scarpe chiuse e pantaloni lunghi, da che mondo e mondo. Pena il rimanere imparanoiati per i due giorni successivi pensando alle zecche.

          • Thyrrenus scrive:

            A proposito: ho letto diversi articoli sulla stampa e addirittura dei filmati in cui si rivalutano i Vandali: in fondo (in parte è vero) arrivati in Africa si romanizzarono subito. Vallo a dire alle vittime di Genserico!
            Ma oramai a nord i barbari sono di moda: siamo noi i cattivi latini i portatori di una civiltà vigliacca e schiavista, per cui via anche con latino e greco! E questo non solo in Germania ma anche in Danìa e Svedìa e pure nella solita perfida Albione…

          • Thyrrenus scrive:

            Ammetto di aver visto i wanderisti quasi sempre debitamente calzati. Le zecche fanno anche più paura che da noi.

          • PinoMamet scrive:

            Ma… in fondo mi sa che i nordici assortiti abbaino sempre avuto un certo complesso di inferiorità;

            prima non potevano sfogarlo perché erano più colti, e quindi al limite si vendicavano cercando di appropriarsi della cultura classica, immaginandosi Greci e Romani come nordici che per caso avevano “vagato” a sud e avevano creato le grandi civiltà, che poi il meticciato con i terronici avevano distrutto, e così via…

            adesso che non sono più nemmeno colti, possono dare il via libera al loro sogno nascosto, quello di considerarsi migliori perché sì.

            Però la faccenda che “noi” saremmo schiavisti e loro no è proprio una scioccheza sesquipedale.

          • PinoMamet scrive:

            https: //www.youtube.com/watch?v=q5fA6dTnyrE&feature=youtu.be

          • Roberto scrive:

            Völkerwanderungen non la conoscevo ed è spettacolare, grazie 🙂

          • Thyrrenus scrive:

            Che chicca Pino!!! Questa me la ristravendo anche se mancano un bel po’ di accenti 🙂

          • Roberto scrive:

            ““Personalmente conosco diversi prof che portano i sandali con calzino all’università ”

            ma…perché??? perchè???”

            Non ne ho idea, ma credo proprio che gli piaccia, un po’ come ai texani il cravattino da imbecilli o agli inglesi le camicie con i polsini diversi dal resto della camicia.
            Sono anche certo che sanno che tutto il mondo li prende in giro per calzini e sandali (c’era una pubblicità delle birkenstock in cui, incredibile dictu, autoironizzavano su questa cosa), ma non c’è niente da fare, gli piacciono.

          • Thyrrenus scrive:

            Ahaha e leggere i commenti di certi greci? Anche quello è uno spasso (deh, uno piccolino ma insomma)

          • Roberto scrive:

            Hahaha, bellissimo il video Pino!

          • Z. scrive:

            Miseriaccia… sono troppo ignorante per gustarmelo. Avrei dovuto studiare di più al liceo 🙁

          • Thyrrenus scrive:

            Io son convinto che bisognava fermare Colombo: dall’America abbiamo importato le patate. Senza patate i nordici restavano in numero ragionevole e ci risparmiavamo un bel po’ di casini. Oppure si teneva tutto nascosto e si facevan assare solo i cocomeri e i pomodori 😉 che fessi a portare le patate!!! 🙁

          • Roberto scrive:

            Ma io adoro le patate!

          • PinoMamet scrive:

            “Ahaha e leggere i commenti di certi greci? Anche quello è uno spasso ”

            I romei 😉 non ci vogliono stare ad accettare che il greco antico fosse pronunciato diversamente…
            che gli cambia poi, boh!

            ipersuscettibilità?

            poi oh, per carità, io sono il primo a dire che bisognerebbe fare lezioni introduttive di greco moderno nei licei, o perlomeno insegnare la pronuncia “bizantina” (che è già metà dell’opera, o più…) ma insomma non vedo il motivo di scandalizzarsi.

            Però c’è un italiano che scrive nei commenti al video di Mamma Mea (la stessa canzone, in latino) dicendo che “siete inglesi e la vostra pronuncia fa cagare”;
            è vero;
            ma sii felice che ancora studiano il latino e ci si divertono, dico io!!

          • Z. scrive:

            Vedila così:

            per la max parte dei diplomati al classico – ossia, quelli che non hanno studiato lettere classiche all’università – la cultura classica appresa al liceo si rivela essere sostanzialmente tempo sprecato.

            Così, non riuscendo a trovare vie congrue per metterla a frutto a dovere, la si usa per dare fastidio agli altri 😀

      • PinoMamet scrive:

        “Beh i film peplo in Germania si chiamano Sandalenfilm ….”

        anche nel gergo cinematografaro italiano: “sandaloni”

  79. MOI scrive:

    Russia :

    Apoteosi del Culto per il Medioevo Truzzo …

    https://www.youtube.com/watch?v=TRysne3UdKs

    😉 🙂

  80. MOI scrive:

    La verità è che l’ Italia è particolarmente lunga e stretta in rapporto alle dimensioni, perciò Nord vs Sud NON basta … e l’ aggiunta “Centro” (di solito felicemente immune alle Fiere dei Beceri Luoghi Comuni Terroni Vs Polentoni) neppure.

    Qualche rara volta ci sono Meridionali che considerano l’ Emilia Romagna un’ entità a parte, tipo la Toscana … non obietto nulla appunto per evitare inutili e sfinenti polemiche.

  81. MOI scrive:

    @ MIRKHOND

    La morte di quella ragazzina di Messina è tragicamente emblematica del “Nostro Tempo” e relativi “Segni” [cit.] … Massimo Fini e Franco Cardini hanno aggiunto qualcosa di particolarmente diverso, rispetto a Maurizio Blondet ?

    PS

    Il rassegnato ma sgradito “Eh, ma se tutti fanno così …” (ormai diffusissima mentalità anche fra genitori giovani …) … ha qualcosa di inquietante, forse NON razionalmente spiegabile. Oppure dalla spiegazione razionale (che dà Blondet e NON solo …) che però è INACCETTABILE per la società contemporanea, che pure pubblicamente nelle istituzioni (sedicenti !) “Progressiste” di questi episodi impotentemente (!) si duole …

    • MOI scrive:

      Dirai che se “fosse ritorata” all’ Islam e assunto un secondo nome Arabo sarebbe ancora viva (salvo magari incontrare in moschea il primo trafficantucolo d’armi “esotico” che ci specula per magari farla morire in Siria, come Ibrahim Giuliano Del Nevo, che di quel mondo “gggiovanile” si era schifato e non ne poteva più …) ma … davvero (!) NON c’è alternativa ?!

    • habsburgicus scrive:

      si, discreto….specialmente la parte ottocentesca…
      poi il solito atteggiamento un po’ anti-tedesco, ma non stupisce
      il grande errore storico degli italiani dalmati fu non aver capito che gli Asburgo erano i loro migliori amici….non follie irredentiste, irrealizzabili, bensì una politica di appoggio assoluto all’Austria per ottenerne i favori e protezione contro la massa slavofona..questo bisognava fare, e non fu fatto ! si fece l’opposto
      il tutto poi è collegato con i Grandi Sistemi…
      qualora si fosse mantenuto l’Antico Regime, sarebbe stato possibile continuare a governare con Diete e privilegi e lì gli italiani (e gli italianizzabili) erano grande maggioranza..il grande mutamento di numeri, da 30 italiani contro 11 a o a 40 (et similia) non fu dovuto solo alla politica asburgica ma soprattutto alla democratizzazione strisciante..é chiaro che se il 95 % del popolo non conta, e gli unici a contare politicamente sono una trentina di patrizi, ci sarà sempre maggioranza italiana ! [lì ove la classe nobile era italiana, così come in Curlandia era tedesca]

  82. Thyrrenus scrive:

    C’è da ricordare che nell’Austria felix che fu nel parlamento viennese sedevano sempre più eletti nazionalisti germanofoni. Furon loro di non poco momento e nocumento alla tenuta della Cisleitania!! Il conflitto era tra germanofoni e boemi era gravissimo!

    • mirkhond scrive:

      Anche in Carniola-Slovenia, fin dalla fine dell’800 vi fu una spaccatura tra la popolazione germanofona delle città (Lubiana, Cilli, Marburgo) e gli Sloveni del contado inurbatisi e con una nuova coscienza nazionale, aquisita grazie all’istruzione di massa.
      Vedasi gli incidenti di Cilli del 1895.
      Nell’ottobre-novembre 1918, col crollo dell’Austria, un ufficiale sloveno con nome e cognome tedesco attaccò la popolazione tedesca di Marburgo, costringendola in parte a fuggire portandosi via pure la statua dell’ammiraglio Tegethoff, nativo del luogo!

      • Thyrrenus scrive:

        Ma pure i germanofoni raccolti nei partiti nazionalisti non erano stati troppo gentili con i loro vicini slavi, sempre considerati di un grado umano servile.

  83. Thyrrenus scrive:

    Uhm, dalla pagina citata da Moi suona un po’ come un commento al quadro qui sopra:

    Il poeta croato Vladimir Nazor, già sostenitore del regime fascista di Ante Pavelić e poi di quello comunista di Tito, lo confermerà in un comizio a Zara del novembre 1944: «Spazzeremo dal nostro territorio le pietre della torre nemica distrutta, e le getteremo nel mare profondo dell’oblio.”

    La torre nemica erano gli italiani e io ci metterei i parlanti dalmatico (già assimilati) e gli altri latinofoni (frange sono spravvissute in Istria).

    • mirkhond scrive:

      Vladimir Nazor, che per via materna era imparentato con Niccolò Tommaseo, e fu traduttore di molti testi di letteratura italiana in Croato, e lui stesso era perfettamente bilingue!

  84. Thyrrenus scrive:

    Certe cose mi fan rimpiangere di essere quel pigrone che sono sempre stato:
    https://www.academia.edu/3306460/THE_SLAVONIC_APOCALYPSE_THE_TWELVE_DREAMS_OF_SHAHAISHA_An_Iranian_Syriac_Reworking_of_a_Second_Temple_Jewish_Legend_on_Jambres

    o meglio certi passaggi storico-culturali fanno girare la testa

    • PinoMamet scrive:

      Aspetta, fammi capire:

      una redazione slava ecclesiastica (anzi due) di un’opera di un persiano siriaco a sua volta derivata da una leggenda ebraica?

      Fantastico!

  85. mirkhond scrive:

    “Paradossalmente solo la cattiva Serbia non ha fatto pulizie etniche. Solo i bigonzi, l’UCK e quelli minacciati colle armi dalle mafie connesse credono ancora che ci provò in Kosovo.”

    Potresti approfondire meglio la questione?
    Non so se hai letto la Storia del Kosovo di Noel Malcolm del 1999.
    Lì vi si portano abbondanti documentazioni sulla volontà serba di riserbizzare il Kosovo comprimendo pesantemente la popolazione albanese.
    A parte il periodo 1968-1989.

    • Thyrrenus scrive:

      Non conoscevo questo Malcolm, mhm ma perché su wiki non ci sono che pagine su di lui in lingue ‘di parte’ oltre che l’inglese ovviamente? Non ce n’è né in francese né in tedesco (passi in italiano e spagnolo). Posso essere sospettoso o è troppo? Ho sentito diverse cosucce in Germania sulle montature della ‘pulizia etnica’ serba al tempo della guerra in Kosovo. In ogni caso la politica di Milosevic fu di ‘normale’ nazionalismo’ non certo di pulizia etnica, mai. Tutto il contrario di quel che è avvenuto sutto il controllo della Nato.

      • mirkhond scrive:

        Il testo del Malcolm c’è anche in Italiano, per l’edizione Bompiami.
        E’ uno studio ben documentato e corposo, ricchissimo di note.

      • mirkhond scrive:

        Il Malcolm parla dei crimini serbi nel Kosovo riconquistato, nel 1912-1915, e poi nel 1918-1941 (in questa fase si cercò di incoraggiare l’immigrazione serba con donazioni di terreni e agevolazioni fiscali).
        E ancora sotto il duro regime del comunista serbo, Rankovic’ nel 1944-1966.
        Milosevic’ è stato solo l’ultimo di una lunga serie di oppressori serbi.

        • Thyrrenus scrive:

          Insomma i soliti serbi cattivi. Ci sta, tutti lo sono stati appena hanno potuto. Di fatto però non hanno mai fatto pulizia etnica come croati ed albanesi. Quel che mi racconti sono politiche nazionalistiche, riprovevoli ma non così efferate come quelle in atto dal ’98 ad oggi. Comunque se tutti dicono che i serbi sono i soli cattivi bisognerà crederci 😉

          • Thyrrenus scrive:

            Diciamo che io guardo alle carte etniche che mostrano gli sviluppi dal tempo turco ad oggi … La sola zona rimasta colle sue minoranze è la Serbia.

  86. mirkhond scrive:

    i Vandali: in fondo (in parte è vero) arrivati in Africa si romanizzarono subito. Vallo a dire alle vittime di Genserico!

    Mi sembra però che mantenendo tenacemente l’Arianesimo e cercando più volte di imporlo ai propri sudditi romani, crearono le basi per il loro rapido crollo nel 533-534 d.C.

  87. mirkhond scrive:

    “ma la finzione, in paesi che derivano da ex-imperi multietnici, mi sembra molto più scoperta, e pertanto mi sembra che richieda una dose più massiccia di ferocia per essere mantenuta.”

    Magari fossero stati territori abitati da etnie omogenee.
    In quel caso anche i crolli degli imperi sovranazionali come l’Austria-Ungheria o quello Ottomano, non avrebbero provocato le mattanze sanguinose che conosciamo.
    Perché molte di quelle aree essendo multietniche AL LORO INTERNO, non potevano che portare ai feroci regolamenti di conti in cui il più debole ha pagato.
    Come i Tedeschi in Slovenia e i Venetizzati in Istria e Dalmazia, giusto per fare due esempi a noi più vicini….

    • Thyrrenus scrive:

      Mi tocca di fare quasi il nazionalista: i venetizzati erano in realtà dalmatici per la maggior parte. Ossia una popolazione neolatinofona la cui lingua stava a mezzo tra i dialetti italiani e il rumeno, simile al morlacco e all’istrorumeno ancora oggi parlucchiati.

      • habsburgicus scrive:

        se si ammette che il romeno nacque nei Balcani (eresia in Romania, con poche eccezioni)
        dalmatico e romeno sarebbero fratelli
        dalmatico derivò dai latinofoni occidentali (che dal VII secolo furono ridotti a città dalmatiche e isole)
        romeno derivò dai latinofoni orientali (attuale Serbia orientale e Bulgaria nordoccidentale) quelli rimasti nei Balcani sarebbero gli aromuni e i megleno-romeni

  88. habsburgicus scrive:

    si rivalutano i Vandali: in fondo (in parte è vero) arrivati in Africa si romanizzarono subito. Vallo a dire alle vittime di Genserico!
    Ma oramai a nord i barbari sono di moda

    io però non sono anti-barbarico o, meglio, non sono anti-germanico [nell’epoca più antica, non sopporto i Celti, sono anti-gallico :D]….
    certo Roma è sempre Roma…ma credo che l’infusione di sangue germanico, giovane, abbia fatto bene a chi lo ha ricevuto 😀 forse ne abbiamo ricevuto troppo poco 😀 i barbari germanici, purché accettino Roma in religione (vale a dire il Cattolicesimo) mi stanno simpaticissimi…per quello non mi piacciono i Vandali perché sempre “ariani”..e non nel senso che sarebbe piaciuto ad AH 😀

    • PinoMamet scrive:

      Però è strano che ti siano simpatici i Germani e antipatici i Galli; come mai?

      PS
      io ho delle idee un po’ eretiche, lo ammetto; ma mentre la distanza etnica, linguistica e culturale dei Germani dagli Italici mi pare chiara e ben marcata, quella dei Galli mi sembra molto più sfumata.
      In effetti, non fosse stato per i Greci che li conoscevano già, e li avevano già battezzati Keltoi, non sono sicuro che i Romani si sarebbero accorti che i vari popoli celtici erano “qualcosa di diverso” da Sanniti, Umbri e compagnia…

      la cultura materiale era grosso modo la stessa, gli stessi santuari (almeno in Italia) erano frequentati da entrambi, le lingue erano molto vicine…
      e infatti alla fine si sono romanizzati estremamente velocemente.

      • Thyrrenus scrive:

        Ma la lingua?

        • PinoMamet scrive:

          Le lingue celtiche, nella loro fase antica, erano così a quelle italiche che qualcuno ha proposto un gruppo italo-celtico.
          L’idea non ha avuto particolare successo, anche se qualcuno la sostiene tuttora. A me non sembra campata per aria, “a orecchio”, e comunque è già significativo che diversi studiosi la abbiano formulata: col germanico il sospetto non gli è certo venuto, ma neanche con altri sottogruppi indoeuropei…

          • PinoMamet scrive:

            Integrazione:
            erano così simili a quelle italiche…

            mi sono perso un pezzo 🙂

          • Thyrrenus scrive:

            Non saprei. Certo io ho in testa il cgaelico che mi sembra una lingua di popoli delle fate non certo di latino affini. Poi, boh, ho sentito in Romania che c’è chi sostiene che il latino deriva dal daco … ecco qualcosa che mi sconcerta …

          • PinoMamet scrive:

            “Non saprei.”

            Apposta ci sto io 😀

            “Certo io ho in testa il cgaelico che mi sembra una lingua di popoli delle fate”

            se ti riferisci a Enya, quello è metà inventato, lo dice lei stessa 😉

            però penso che il gaelico sia stata una delle ispirazioni per i linguaggi elfici di Tolkien (ma anche il latino).

            Certamente le lingue celtiche attuali hanno subito una fortissima evoluzione (però io ho studicchiato un po’ di gallese, e molte cose sono tuttora riconoscibilissime) però la loro fase antica è davvero vicina alle lingue italiche:

            https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_gallica

          • PinoMamet scrive:

            PS
            la teoria italo-celtica non è accettata dalla maggioranza degli studiosi (ma leggo che sta tornando di moda) ma è una teoria seria ;

            discutibile, ma seria;

            non l’ennesima riedizione delle fantasie nazionaliste di qualcuno…. 😉

          • Dif scrive:

            A volte vedendo dei video di persone che parlavano gaelico, mi sembrava che suonasse simile all’inglese. So che ovviamente non hanno niente in comune, ma evidentemente trattandosi di irlandesi di madrelingua inglese, lo pronunciavano in maniera particolare, lasciando quella sensazione di “anglofonia” di fondo.
            Stessa cosa per il basco, che da alcuni video mi è sembrato simile allo spagnolo, evidentemente per lo stesso motivo.

          • PinoMamet scrive:

            In effetti sentendo gli audio delle lezioni di gallese, il primo impatto per me è stato di “inglesi che dicono cose senza senso in inglese”
            😉

            idem per i baschi e lo spagnolo rispettivamente, confermo.

            Dicono però che i gallesi, quando parlano inglese, hanno un accento molto riconoscibile, e sarà senz’altro vero.

            Riguardo ai gaelici, o a persone di sostrato gaelico, a me pare che l’accento degli irlandesi sia molto diverso da quello scozzese, quando parlano inglese, eppure il gaelico irl. e quello scozz. sono quasi identici… per cui..
            boh! 😀

          • Thyrrenus scrive:

            Meno male che ci sei tu 😉
            comunque più che Enya ho presente la roba strana ‘a fronte’ del testo tradotto in italiano di saghe gaeliche di un librino che si nasconde nei miei scaffali. Comunque da qualche parte italici e galli si saran differenziati nel parlare il loro urindogermanico 🙂 dunque per forza che ci sta la tua teoria. In casi simili mi viene sempre in mente quel che rispondono miei amici persiani al telefono che suona pressappoco: “ci è?”

          • PinoMamet scrive:

            Non è la “mia” teoria però; è una teoria piuttosto conosciuta…

            éS
            Naturalmente tutti i popoli parlanti proto-indoeuropeo (indogermanico lo dicono solo i tedeschi 😉 peraltro il germanico, lungi dall’essere “originale”, è un sottogruppo piuttosto tardo e aberrante all’interno della famiglia…)
            prima o poi si sono differenziati;

            pare che quelli italici e quelli celtici si siano differenziati tardi, o comunque che abbiano vissuto a lungo gli uni a contatto degli altri, anche prima di raggiungere le loro sedi storiche.

            PPS
            Sì, anche lingua indoeuropee “lontane” comne il persiano (o l’hindi) hanno inatese somiglianze con quello che sentiamo tutti i giorni…
            beh, altrimenti i linguisti non avrebbero mai pensato al gruppo indoeuropeo…
            ma certo stupisce che il persiano moderno (o l’hindi per quel poco che ho imparato via internet- tra parentesi, funziona!) alla fine suonino a tratti così “italiani” 😉

  89. MOI scrive:

    Versione in teoria (!) 😉 originale di “Mamma Mia” degli ABBA

    https://www.youtube.com/watch?v=CZ_5xCY44Fo

    Som du lurade mig,
    Og du vet när det var.
    Så jag sa till mig själv
    Du är inget at ha.

    Lära sig gå,
    Det var svårt,
    För jag snubblade på.
    Alla tankar som nuddar dig.
    Dom som tänder en eld i mig.

    När jag ser dig hör jag klockorna slå,
    När du ler så är jag högt i det blå.
    Oh, Oh, Oh.

    Mamma mia, är jag där igen?
    Nej, nej, kan jag inte vända?
    Mamma Mia, du är här igen.
    Säg, säg, kan du va’ den enda?

    Dagarna har vart gråa,
    Sångerna sorgligt blåa
    För mig, det är min realitet.
    Mamma mia, det är allt jag vet.
    Nej, nej, jag är trött på ensamhet.

    Jag var ledsen och arg
    När det bara tog slut.
    Vem kan räkna dom dar
    När jag inte stod ut?

    Lära sig gå,
    Det var svårt,
    För jag snubblade på.
    Alla tankar som nuddar dig.
    Dom som tänder en eld i mig.

    När jag ser dig hör jag klockorna slå,
    När du ler så är jag högt i det blå.
    Oh, Oh, Oh.

    Mamma mia, är jag där igen?
    Nej, nej, kan jag inte vända?
    Mamma Mia, du är här igen.
    Säg, säg, kan du va’ den enda?

    Dagarna har vart gråa,
    Sångerna sorgligt blåa
    För mig, det är min realitet.
    Mamma mia, det är allt jag vet.
    Nej, nej, jag är trött på ensamhet.

    När jag ser dig hör jag klockorna slå,
    När du ler så är jag högt i det blå.
    Oh, Oh, Oh.

    Mamma mia, är jag där igen?
    Nej, nej, kan jag inte vända?
    Mamma Mia, du är här igen.
    Säg, säg, kan du va’ den enda?

    Dagarna har vart gråa,
    Sångerna sorgligt blåa
    För mig, det är min realitet.
    Mamma mia, det är allt jag vet.
    Nej, nej, jag är trött på ensamhet.

  90. MOI scrive:

    Le diverse “wikipedie” sulla Vexata Quaestio … 😉

    https://en.wikipedia.org/wiki/Socks_in_sandals

    in realtà c’è pochissimo, per i Tedeschi è talmente normale da non esserci neppure la pagina

    … è vero cmq che in Giappone ci sono gli infradito (!) coi calzetti … ma nell’ insieme di uno stile “Tokugawesco” 😉 !

    https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/24/Flickr_-_yeowatzup_-_Aoi_Matsuri%2C_Imperial_Palace%2C_Kyoto%2C_Japan_%286%29.jpg

    • MOI scrive:

      Almeno il Giappone Tokugawa aveva l’attenuante che non aveva la scarpa, se non forse la “papussina” 😉 dalla Cina, con tutti i limiti …

  91. MOI scrive:

    Cmq pare che i Giovani Tedeschi attribuiscano la famigerata formula solo ai propri “Umarell” / “Opas” … neanche tanto “Zdàure” / “Omas” .

  92. MOI scrive:

    A proposito, i nomignoli affettuosi “Opa” e “Oma” sono di origine latina o neolatina ? L’ unica lingua in cui che io sappia che “O+…” significa “grande” è il Giapponese, però.

  93. MOI scrive:

    @ THYRRENUS

    I Serbi non è che sono “i Cattivi” … sono stati l’ Etnia più forte e meglio organizzata in un contesto di scontri tribali, onda lunghissima (!) della Fine degli Imperi Centrali.

    • Thyrrenus scrive:

      Erano anche quelli presi tra due fuochi: turchi ed austriaci. Gli austriaci affidarono, come è noto, a degli esuli serbi il compito di difendere i confini meridionali. In pratica han difeso i croati per secoli. Poi i croati, colla copertura occidentale, han fatto la pulizia etnica della Kraina e delle altre zone. Guarda caso ammazzando e bruciando per aiutare i cattivi serbi a sloggiare. Chissà perché se muiono i serbi non conta? Della guerra del Kosovo, ho memoria di bombardamenti che abbian fatto noi, gli ammeregani e gli altri compagnucci con bombe a grappolo su città senza valore militare (l’esercito serbo, allora ancora Jugoslavo restò infatti pressocché indenne) come da buona scuola anglosassone. A Nis presero un mercato pieno di gente. Ma se di Sarajevo si ricordano i bombardamenti (a proposito chi si ricorda che c’era una Sarajevo serba anch’essa sotto fuoco?) di Nis e di altre città non si parla. Ripeto, all’inizio, ben infarcito dai nostri media, ero anch’io orripilato dai serbi. Poi scopri che le foto dei ‘lager’ erano delle montature, poi scopri che scontri con l’Uck erano risistemati e venduti come massacri di civili…, poi … Insomma i serbi erano i soli cattivi soprattutto perché non erano dei nostri.

      Inoltre lo sapete che cosa han fatto gli albanesi uck e simpatizzanti alle bellissime chiese ortodosse? Lo so, ai civili serbi e di etnie non albanesi e a molti albanesi ‘renitenti’ han fatto ben di peggio…. però che scempio han fatto anche delle belle chiese di Metochia!

      • habsburgicus scrive:

        si, capisco Tyrrhenus….il ragionamento, che ha fatto specialmente sui media, è giusto (io ero già abbastanza critico allora)..fra l’altro chi governava ? il PDS 😀
        e allora perché non collimo in tutto con lui ?
        perché sono vaccinato dal filo-serbismo 😀
        c’è il 28 giugno 1914—incancellabile…o, perlomeno, non ancora 😀
        se si trattasse, chessò, di laotiani e vietnamiti (tanto per fare un esempio), e fosse tutto eguale,
        io darei ragione a Thyrrhenus al 150 % 😀

        • Thyrrenus scrive:

          Manco io sono filoserbo. Sono solo arrabbiato per essere stato ben ingannato a suo tempo. Ma ero giovane ed ingenuo.

        • Thyrrenus scrive:

          Non ti chiameresti Habsburgicus altrimenti !! 😉
          Però, se puoi, vai sul sito della Ca’ Foscari, ora non ritrovo l’indirizzo elettronico … cerca una tesi di dottorato: Milovan Pisarri, I crimini contro la popolazione civile serba nella prima guerra mondiale, 2010. Deve essere ancora scaricabile.Sarà ovviamente di parte, ma insomma sentiamo anche la parte serba qualche volta!

          • habsburgicus scrive:

            audiatur et altera pars..semper !
            però ti informo sommessamente che la “campagna di atrocità” dell’Intesa contro gli Imperi Centrali non è proprio nuova 😀 già testata, con successo(per loro) nel 1914-c.a 1920..e dunque legittimo scetticismo verso chi la riprende..e la riprendeà !

          • Thyrrenus scrive:

            Più che degli asburgici la diss tratta dei bulgari …

        • Z. scrive:

          Habs,

          DS, non PDS!

          🙂

  94. MOI scrive:

    La ex Jugoslavia, l’ ex Cecoslovacchia, l’ ex URSS, ecc … scoprono lo Stato-Nazione “anacronistocamente”, quando oramai in Occidente Capitalista era al capolinea, con l’ Avvento Satanico 😉 della Grande Finanza Internazionale Massonica a cui cedere Quote di Sovranità, e che nel frattempo _ secondo alcuni, eh …_ realizza l’ Antico Piano Kalergi 🙂 inondando di Masse AfroBeduoLevantinoMediterraneoNegroidi (spesso con l’ Aggravante Islam) i Popoli dell’ Europa Occidentale !

  95. mirkhond scrive:

    Le cose sono sempre complesse.
    Però se ti leggi il libro del Malcolm, forse scoprirai che anche i Serbi ch’anno le loro rogne sotto….
    A tuo sostegno però debbo aggiungere che, forse complice il periodo in cui sono usciti i suoi due la vori in Italiano (Storia della Bosnia del 1995 e Storia del Kosovo del 1999), l’autore non mostri una gran simpatia per i Serbi.
    Interessante come mostri che il grosso dei partigiani titini fossero Serbi della Bosnia e della Serbia occidentale!

    • Thyrrenus scrive:

      Non so chi prevalesse tra i partigiani. Non voglio neppure metter in dubbio la credibilità di questo Malcolm. Né affermo che i serbi sono stati santarellini. Solo che non hanno fatto pulizie etniche mentre gli altri le hanno fatte. E su questo non ci piove. Basta giardare le carte della Serbia. In Bosnia la situazione sarà stata più complessa ma guarda caso i musulmani a Bihac erano circondati da serbi della Kraina e serbobosniaci e non gli fu torto un capello. Furono, poi, invece epurati dai sarajevesi. Un’altra storia dimenticata. Poi certo anche i serbobosniaci han fatto le loro atrocità durante la guerra.

      • mirkhond scrive:

        E Srebrenica con i suoi 8000 musulmani trucidati e gettati in fosse comuni?

        • Thyrrenus scrive:

          Già, sarebbe bene indagare meglio 😉 non ci sono poi troppe evidenze di questi morti. poi sarebbe bene vedere cosa facevano gli armati musulmani nei villaggi serbi delle vicinanze partendo da una zona ufficialmente smilitarizzata … anche lì non è tutto così semplice…
          Però non mi va di fare il filoserbo ad oltanza della situazione perché non lo sono. Ripeto che è effetto di un risveglio brusco il mio prendermela.

          • Roberto scrive:

            Beh è stato abbondantemente indagato su srebrenica….
            Qui un riassuntino, ma se vuoi passarti una giornata a sprofondare nell’orrore, basta andare sul sito del tribunale per la ex jugoslavia* e cercare “srebrenica”
            http://www.icty.org/x/file/Outreach/view_from_hague/jit_srebrenica_en.pdf

            * no, per favore, non mi dite che son massoni e che è la giustizia dei vincitori….se anche è vero, se il vincitore trova le prove che ha trovato per srebrenica, beh, pure se vincitore, massone, anti serbo, in quel caso ha ragione

          • Thyrrenus scrive:

            Non sono più sicuro di niente di quel che viene fuori dall’Alta Corte, mi dispiace. Una certa giudice svizzera ne avrebbe da raccontare.

          • Thyrrenus scrive:

            Mi aggiorni sulle indagini relative ai massacri nella Krajina? O non c’è più niente da fare e i massacri non ci furono?

          • Thyrrenus scrive:

            Cosa ne pensava Carla del Ponte di Naser Oric? Perché fu assolto alla fine nonostante quel che fu mostrato? No mi dispiace. L’Aja non è stata credibile.

          • Roberto scrive:

            Thyrenus,
            ma il fatto che “L’Aja non è stata credibile” e che il più pulito ha la rogna, e che sicuramente è la giustizia dei vincitori, può veramente cancellare le prove che hanno trovato a srebrenica?
            Le fosse comuni le hanno trovate, le persone sono sparite, le testimonianze ci sono, assassini che hanno confessato ci sono….poi i 7-8000 morti non saranno stati tutti degli agnellini, ma insomma…

          • Thyrrenus scrive:

            Ripeto ho visto prove ‘provate’ come certi ‘massacri’ serbi in Kosovo che sono saltati dopo anni. Tanto il loro servizio l’avevano già fatto. Su Srebreniza ci sono dubbi sulle fosse comuni: non più di 2000 morti e sembra che ve ne siano stati aggiunti da luoghi e situazioni diverse. Non dico che quel che ho avuto modo di sapere io sia la verità. Solo che non credo più come prima a certe documentazioni. Ma ripeto una domanda sincera: che fine han fatto i morto della Krajna che per la Croazia non esisterebbero mentre per i parenti rifugiati in Serbia e per diverse testimonianze assommerebbero a molte migliaia? Sono morto di raffreddore? CI sono state inchieste? Oppure le inchieste sono state simili a quelle condotte dagli americani sui loro soldati o piloti che fanno secchi turisti sulle Alpi o nostri agenti in Irak o … o … o …
            Perché Gotovina è stato assolto? Perché anche i dirigenti del Uck sono immuni dalla giustizia? Perché il Kosovo è uno stato a dirigenza mafiosa nonostante il carissimo e lunghissimo impegno europeo? La presenza di Unmik Eulex che cosa ha fatto oltre aprendere atto della pulizia etnica di serbi, rom ed altri non albanesi, del controllo mafioso su TUTTO?
            Per inciso la mia ex danese vi ha prestato servizio per un anno e mezzo … diciamo che ho notizie di prima mano.

          • Thyrrenus scrive:

            Quello che mi interessa non è negare i massacri di Srebreniza ed altre porcherie perpetrate dai serbi. Mi interessano i due pesi e le due misure applicate. Mi interessano le popolazioni epurate. E ribadisco: la Serbia oggi è l’ultima parte degli antichi Balcani dove è sopravvissuta la stessa carta etnica di inizio secolo XX.

          • roberto scrive:

            Thyrrenus,

            il tuo ultimo post descrive efficacemente quello che interessa anche me.

            non voglio dire che dall’altra parte siano stati tutti dei santarellini, ma che dubitare dei crimini e massacri serbi perché pure dall’altra parte hanno fatto delle schifezze non mi pare una buona idea. due torti non si compensano.

            per ritornare al punto di partenza, se mi dici “non è stato indagato su tutto” posso anche essere abbastanza d’accordo. se mi dici invece “non ci sono poi troppe evidenze di questi morti” (ndr a srebrenica), beh, non condivido per niente

          • Z. scrive:

            Non è molto diverso dalla battaglia di cifre sulle foibe. Ho sentito politici locali parlare di decine o centinaia di migliaia di vittime (Gasparri disse addirittura “milioni”, se ben ricordo).

            Poi ho letto l’articolo di una ricercatrice che, togliendo tutti i nomi duplicati, quelli uccisi diversamente e quelli deportati altrove, le stimava tra seicento e settecento (600 – 700, non mila). Il Carlino, scandalizzato, andò a intervistare uno storico italiano dei Balcani che disse: sì, la quantificazione della ricercatrice è tutto sommato corretta.

            C’è una certa differenza, insomma. Ora, io non so come siano andate le cose nei tardi Novanta, ma i tribunali dei vincitori, a mio avviso, non andrebbero mai costituiti. Tribunali di quel tipo non celebrano processi ma drammi teatrali ad uso politico, e per quanto li si voglia imbastire e giustificare difficilmente ne uscirà qualcosa di molto diverso da Norimberga: fuori tempo massimo, per giunta.

            Del resto basta vedere l’imbarazzo delle stesse istituzioni: a Norimberga vegliavano per impedire che i nazisti morissero o si suicidassero. Mentre ai giorni nostri, quando Milosevic è morto prima del giudizio, l’atteggiamento pareva quasi di sollievo.

            Z.

            PS: a proposito, era l’avvocato di Milosevic che andava in giro a rilasciare interviste in cui diceva peste e corna del suo cliente?

          • habsburgicus scrive:

            l’articolo di una ricercatrice

            immagino sia una nota comunistissima, di cui non faccio il nome :D….poco credibile e faziosamente anti-italiana e pro-titina [una che, per intenderci, se le vittime delle foibe fossero state esattamente le stesse, non una in più e non una in meno, ma fossero state perpetrate dai tedeschi con la Hakenkreuz, oggi sarebbe la prima a urlare ai quattro venti che lì era stato commesso un genicidio, il secondo al mondo per estensione e prima di quello degli armeni, che le vittime italiane erano come minimo sul milione e che bisogna coltivare la memoria, catturare i colpevoli avessero pure 109 anni e stigmatizzare nunc et semper la barbarie teutonica eguale in se stessa con il tempo, allora contro i popoli indifesi oggi contro l’eroica Grecia del compagno Tsipras !!! invece le han fatte gli slavo-comunisti..e che volete che sia ? anzi, ‘sti luridi italiani fassisti dovrebbero ringraziare il grande Tito per essersi “moderato”, no ? 😀 ]…dovresti prendere meglio le tue fonti, Z !
            ciò non toglie che io sia per un uso non-giudiziario della storia, perché altrimenti non si capisce più nulla e si finisce nello pseudo-moralismo ipocrita nordamericano (ahinoi, oggi diffuso dovunque) e nel norimberghismo deleterio, che enfatizza crimini passati, selettivamente [solo gli altri li commettano, i “nostri” son puri !] e così di fatto copre i crimini dell’oggi (quelli che bisognerebbe provare a impedire o limitare)
            dunque su questo son d’accordo e pure sull’inattendibilità di certi racconti…
            però questo deve valere per TUTTI i crimini del XX secolo, non solo per le foibe e i gulag (e altri massacri comunisti e laicisti, vedi Spagna rossa)..
            troppo comodo fare i garantisti con i crimini comunisti e i forcaioli con i crimini fassisti !
            la Storia non dovrebbe essere un tribunale, caro Z.. ove tu usando la tua riconosciuta, ben nota e da noi ammirata abilità di avvocato vinci sempre !.. confondendo le carte, come da tradizione leguleia 😀
            la Storia dovrebbe cercare una spiegazione obiettiva, non una sentenza di condanna (per i “nemici”) o di assoluzione (per gli “amici”)
            quelle miserie lasciamole ai tribunali dello Stato !

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Habs, perdonami, ma Z ha citato due fonti, entrambe non identificate. Puoi contestare nel merito il dato, ma non puoi dire che sicuramente una delle due fonti è comunista, titina, cattiva, infame, boia che molla, ecc.
            E il tutto senza identificarla a tua volta, in modo che Z possa confermarne o smentirne (se possibile: magari non si ricorda il nome) l’identità.

          • Z. scrive:

            Habs, ti ho risposto più sotto…

            nel frattempo, se puoi, cerca di non sbranarmi vivo! E’ vero, sono grasso e gustoso, ma anche noialtri grassi e gustosi abbiamo diritto a vivere 😀

        • Thyrrenus scrive:

          Comunque mi sembra chiaro il giudizio da dare alla Corte dal destino di Gotovina e di quello di Milan Martic: uno assolto e l’altro condannato a 35 anni.

  96. mirkhond scrive:

    c’hanno

  97. Thyrrenus scrive:

    Moi, forse non mi sono fatto capire: lo stato-nazione è un’invenzione occidentale che ha creato in una discreta parte i propri popoli. Ad est i popoli c’erano e anche le nazioni ma senza il particolare costrutto chiamato ‘stato’ da noi. Erano sì entità ‘statuali’ ma di tipo diverso. Non sto poi parlando del XIX° secolo ma più che altro del medioevo e pure di quello ben ‘profondo’.

  98. mirkhond scrive:

    “i venetizzati erano in realtà dalmatici per la maggior parte. Ossia una popolazione neolatinofona la cui lingua stava a mezzo tra i dialetti italiani e il rumeno”

    Mmm…anche qui la vicenda è più complessa, visto che sulla fase di transizione dal Dalmatico al Veneto da Mar tra XIII e XV secolo, le opinioni degli storici divergono, ovviamente influenzati da simpatie e appartenenze nazionali.
    Il tuo punto di vista rispecchia ovviamente quello italiano, mentre per la storiografia croata, il Dalmatico si sarebbe estinto (tranne in poche “oasi” dove sarebbe durato fino al XV secolo, più Veglia fino al XIX) tra XI e XIII secolo, per lasciar posto alla croatofonia.
    In sostanza, stando a questa tesi, il grosso della costa dalmata sarebbe stato rilatinizzato da Venezia a partire dal XV secolo, su una popolazione ormai divenuta quasi totalmente slavofona. E ognuno, porta i suoi documenti in appoggio alle rispettive tesi!
    Tipo il documento relativo al viaggio di Papa Alessandro III (1159-1181) nel 1177, diretto a Venezia, il quale, sbarcato a Zara (allora veneziana, ma contesa dal Regno d’Ungheria), sarebbe stato accolto dalla popolazione festante con canti e acclamazioni IN LINGUA SLAVA!
    Mentre per glottologi, filologi e linguisti italiani, il locale idioma dalmatico zaratino si sarebbe estinto solo nel XV secolo direttamente soppiantato dal Veneto da Mar!
    Dov’è la verità?

  99. MOI scrive:

    @ THYRRENUS

    Negli Anni Sessanta, a Bologna i Western li chiamavano “Cappelloni” (probabile citazione da Alberto Sordi) e i Peplum appunto “Sandaloni” …

  100. Thyrrenus scrive:

    I popoli ad est, poi, come provava a raccontare Mircea Eliade dei rumeni, vissero e alcuni di loro (i più piccoli e sperduti) vivono ancora, ‘fuori dalla storia’, in un tempo ancora essenzialmente ciclico. Non so se Eliade e il suo tempo che torna su se stesso (ma mi sembra di aver letto qualcosa di simile anche in Lucian Blaga) siano da prendere eccessivamente sul serio, diciamo è solo un altro tasselluccio alla mia impressione sulle differenze tra europei occidentali e orientali a prescindere dagli scismi religiosi.

  101. MOI scrive:

    @ HABS

    Pare che quel ch’è stato buttato fuori dalla porta della scuola rientri dalla finestra dell’ attualità …

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-nello-stato-islamico-tornano-i-mercati-delle-schiave-13550.htm

    • MOI scrive:

      A fare la ricerca per immagini inversa leggo :

      A Muslim woman covers the yellow star of her Jewish neighbour to protect her from prosecution. Sarajevo, 1941

      … come fanno a saperlo ?

    • habsburgicus scrive:

      falso, faziosissimo e propagandistico…e pure male informati..l’Arcv era avversario politico del Poglavnik (al massimo, entro certi limiti, Kvaternik..e anche lì ci sarebbe da ridire)
      certa gente non merita di essere letta….a tutto c’è un limite !

  102. MOI scrive:

    @ HABS

    http://www.ilgiorno.it/sondrio/profughi-andalo-valtellina-night-1.1218346

    Non solo ospitati in albergo a spese del contribuente. Ma ora anche a divertirsi nei night, pagati dal solito “pantalone” tricolore. E’ emerso l’altro pomeriggio, nel vertice “blindato” convocato in Prefettura, per discutere dell’emergenza profughi.

    «I carabinieri hanno dovuto intervenire, chiamati dal gestore del night di Andalo Valtellino, in quanto due immigrati, che avevano probabilmente alzato il gomito o comunque non in grado di reggere l’alcol ingerito, hanno iniziato a importunare gli altri clienti e a disturbare il lavoro delle spogliarelliste […]

    [CIT.]

    • habsburgicus scrive:

      mi sa che se continua così, fra un poi pretenderanno pure che gli forniscano le zoccole 😀 e quelle tipo super-modelle (come dicono escort…roba da senatore in su :D), mica le semplici mignotte di basso livello, per il popolino !

      • habsburgicus scrive:

        P.S
        l’ho notato adesso..per la prima volta mette l’ora giusta ! (nel commento)
        per anni metteva un’ora sfasata, di circa 10-15 minuti 😀

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Scopro anche che sarebbe reato chiedere l’elemosina in Italia. Vedo anche che l’articolo è del 2015, quindi di diversi anni successivo all’abrogazione dell’art. 670 c.p.
      Moi, sei sicuro dell’attendibilità delle tue fonti?

    • roberto scrive:

      in questa triste vicenda c’è un barlume di speranza nell’ultima frase

      «Mica possiamo pedinarli. E poi, un giorno, mi è capitato un incidente. All’esterno di una chiesa ho detto a una signora di non dare soldi e quasi mi prende a bastonate…»

      brava anonima bastonatrice, insegna con i tuoi duri e nodosi argomenti cosa è la carità cristiana

    • Z. scrive:

      Moi, te l’hanno data la tessera – almeno onoraria – della Lega o la propaganda la fai pro bono?

      😀

      • MOI scrive:

        Purtroppo certe cose sucedono, ma solo chi ha un linguaggio se vogliamo “becero” ha, purtroppo, l’ onestà intellettuale di farcele sapere.

        Poi ripeto che una società che lascia ai Leghisti l’ ABC del Senso di Realtà … è una società “dead walking”, come dicono in ze Iuesséi; confido che almeno Habs concordi 😉 .

        • MOI scrive:

          Dead Society Walking …

        • Z. scrive:

          Cioè, la propaganda di odio contro gli immigrati – come andare a cercare tutti gli articoli in cui ci si finge scandalizzati perché anche loro possono delinquere – è “senso di realtà”?

          Credere a tutte le bufale, dai complotti gay ai cimiteri comunali vietati ai cristiani, è “senso di realtà”?

          Scrivere che le violenze contro gli immigrati perpetrati dai neofascisti e giustificate dalla Lega sono colpa degli intellettuali progressisti di Roma è senso di realtà?

          Portarsi appresso un poliziotto che ha applaudito tre colleghi assassini, e che nega di averlo mai fatto, è senso di realtà?

          Se è così abbiamo un’idea diversa di “senso di realtà”.

  103. Z. scrive:

    Avete letto i due articoli di Feltri sul FQ sul costo/opportunità degli studi universitari?

    E’ stato sommerso di critiche e insulti da indignati mirrorclimbers, ed effettivamente c’è un errore in quello che ha scritto:

    parla di “facoltà”, quando adesso hanno cambiato nome e si chiamano “scuole”!

    • roberto scrive:

      letti….che dire, se avesse scrito il sole sorge ad est e tramonta ad ovest avrebbe scritto una cosa ugualmente ovvia senza prendersi gli insulti
      🙂

      sinceramente fatico a comprendere come si possa contestare la frase “se studi medicina trovi lavoro più facilente che se studi filologia romanza”…

    • PinoMamet scrive:

      Non li ho letti, che dice?

    • roberto scrive:

      appunto che secondo uno studio di non mi ricordo dove se ti laurei in medicina o ingegneria trovi in media più facilmente lavoro e sei all’inizio meglio pagato che se ti laurei in filosofia o scienze delle comunicazioni.
      🙂

      • PinoMamet scrive:

        Mah… se dice questo, lo si può accusare al massimo di essere lapalissiano.

        Credo che lo sappia ogni studente di lettere e filosofia!

        Carmina non dant panem : mica è ‘sta novità… 😉

        • habsburgicus scrive:

          in quello sarebbe bene un’economia pianificata…si, in certe cose è da prendere pure il modello sovietico, sono apertissimo 😀

          uno Stato serio dovrebbe selezionare gli studenti dotati (in tutti i campi, eh..qui però parliamo di studi umanistici), farli studiare gratis in scuole e Università..e poi dargli il posto che a ciascuno compete in un’Accademia delle Scienze..sezione filologia, sezione studi storici
          e in base alle necessità dello Stato trovare posti anche per i laureati in filologia romanza !
          ad esempio lo stato intende stabilire rapporti amichevoli con la Cina popolare..ordina che si preparino 100 studenti specialisti di lingua, cultura e storia cinese, che poi lo Stato impiegherà nei suoi Istituti, in Italia o pure in Cina
          lo Stato decide di fare una campagna che durerà un decennio conrro i Croati e gli slavi.. lo Stato quindiordina di formare 50 studenti in storia slava medievale, tutti già con impiego sicuro, che verranno utilizzati per fornire armi alla polemica scientifica e culturale contro lo slavismo in Adriatico e altrove
          lo Stato decide di avvicinarsi all’America latina..forma 300 studenti specialisti di storia e cultura latinomericana ecc

        • Z. scrive:

          L’accento era soprattutto su quanto frutta, non frutta o addirittura costa in termini economici il tempo impiegato negli studi universitari. In base alle cifre raccolte in uno studio – fatto da altri, e oltre tutto per altri scopi – Feltri metteva in guardia i non-ricchi dall’impiegare il proprio tempo negli studi letterari all’università. Niente di particolarmente originale, insomma, ma è bastato a scatenare un temporale.

          Ora, non voglio dire che bisogna prendere quelle cifre come fossero le Tavole della legge. Ad esempio secondo me è sottostimata scienze politiche (con cui si fanno quasi tutti i concorsi pubblici) ed è sovrastimata giurisprudenza – che peraltro appare più difficile (ma non impossibile, secondo me) da misurare a quella maniera. Ma le critiche, in stile GrilloQuotidiano, sono piuttosto del tipo: maccome, mallacultura, mallatecnocrazzia, maiohoffattoilclassico, aaaah!

          E passi finché sono i soliti facinorosi del web. Quello che rattrista è vedere giornalisti e intellettuali unirsi al coro. Ma qualche analisi obiettiva ogni tanto al posto delle solite docce emozionali no?

        • roberto scrive:

          “lo Stato decide di fare una campagna che durerà un decennio conrro i Croati e gli slavi.. ”

          se poi per un motivo qualsiasi lo stato decide di cambiare idea, che se ne fa dei 50 studenti in storia medievale croata? in fabbrica?

          poi se io decido oggi che voglio tot specialisti di storia medioevale croata, quanto tempo mi ci vuole per formarli? voglio dire, vabbé la pianificazione, ma qui si parla di pianificazioni con lustri di anticipo!

          • habsburgicus scrive:

            si attende un cambio di politica 😀
            corsi e ricorsi storici, diceva qualcuno

          • Z. scrive:

            Soprattutto, per la propaganda non credo servano persone così istruite. Basta vedere chi la fa e chi se la beve 😀

          • habsburgicus scrive:

            per i piddini e i grillini, d’accordo 😀
            ma al mondo c’è altro
            e si tratta anche delle generazioni future, di costruire un’opera aere perennius !

          • Z. scrive:

            Non è tanto l’interlocutore, habs, è proprio il fatto che la propaganda in sé non penso richieda conoscenze storiche approfondite…

            Altrimenti non si chiamerebbe “propaganda”, si chiamerebbe “storia”, e per inciso sarebbe qualcosa di molto più serio e interessante!

  104. habsburgicus scrive:

    oppure i 50 “preparati” per andare contro gli Slavi, si riciclano come mediatori culturali per le relazioni amichevoli con il mondo slavo, in caso di cambio di politica 😀 tanto le basi culturali le hanno !
    (il contenuto è tutto sommato indifferente :D)

    • Z. scrive:

      Mah, per come la vedo io sono in parte d’accordo con te. Ossia, cinquanta storici l’anno vanno benissimo, e lo Stato potrebbe istruirli ottimamente e permettere loro ottime possibilità di carriera, ma non necessariamente usarli come scudo, megafono o ariete.

      In altre parole, cinquanta storici vanno bene semplicemente perché è necessario che ci sia chi conosce, preserva e tramanda la nostra storia: non ne servono a milioni, ma a decine sì.

      Dico numeri a raglio, per capirsi insommma 🙂

      • Thyrrenus scrive:

        Già già. Ma se tutto lo regola il mercato proprio la scelta universitaria deve essere regolamentata?

        • habsburgicus scrive:

          e chi lo dice che tutto lo regola il mercato ? 😀

        • Z. scrive:

          T.,

          — Già già. Ma se tutto lo regola il mercato proprio la scelta universitaria deve essere regolamentata? —

          Oppure, al contrario, se il mercato è il Nemico del Genere Umano come mai improvvisamente diventa un Amico dei Collettivi del Popolo quando si tratta di opporsi al numero chiuso? 😀

          Parlando seriamente, per come la vedo io il problema è proprio il mercato. Se i laureati in alcune materie non trovano lavoro adeguato in Italia, allora significa che lo Stato italiano paga per formare telefonisti dei call center o professionisti che arricchiscono i mercati e la conoscenza dei Paesi stranieri.

          Beninteso, si può anche decidere di far pagare allo studente l’intero costo della sua formazione universitaria, il che renderebbe superfluo il numero chiuso. Ma non sono sicuro che sia una buona idea. Programmare il numero di iscritti, invece, è una buona idea anche per gli aspiranti studenti: scoprire a 30 anni di averne buttati via 11 è peggio che sentirsi dire a 19 “qui per te non c’è posto, è meglio se ti iscrivi lì”.

          • Thyrrenus scrive:

            Io lo sapevo già al momento della mia iscrizione che sarei stato un precario o un disoccupato. Oltretutto la facoltà cui mi iscrissi è una delle meno sovvenzionate in Italia perché la nostra formazione richiede solo buone biblioteche (un bene che si aggiorna ma non c’è bisogno di cambiarlo ogni pochi anni per mantenerlo all’avanguardia) e nessun laboratorio o simili. Non credo che chi si iscrisse con me voleva fare soldi, né credo che chi si iscriva oggi pensi diversamente.

          • Z. scrive:

            La spesa non sta solo nei laboratori: sta anche – e forse soprattutto – nei costi delle strutture, nelle risorse umane, nelle spese amministrative. Se tu avessi dovuto pagare ogni euro della tua formazione avresti probabilmente pagato tasse universitarie di un’altro ordine di grandezza.

            Invece lo Stato ha sussidiato le spese per la tua formazione e tu – a quanto ho capito – ora lavori e arricchisci il bagaglio sociale, culturale ed economico di un altro Paese. Praticamente l’Italia ha formato un’unità di personale qualificata e specializzata nell’interesse della Germania. Grillo direbbe, non del tutto a torto: “abbiamo fatto un bel regalo alla Merkel senza ricevere nulla in cambio! Sveglia piddini!” 😀

            Ho diversi amici come te che si sono laureati in Italia e non trovando seri sbocchi in Italia hanno trovato lavoro nella cultura e nella ricerca all’estero. Per loro, per voi è stato un successo; per lo Stato (e per chi in Italia paga le tasse, in genere) è un fallimento.

            I miei amici che dopo studi umanistici fanno i telefonisti al call center, invece, rappresentano un fallimento non solo per lo Stato ma anche per i loro sogni e per le loro prosettive.

            Non parliamo poi della smisurata pletora di avvocati e praticanti senza futuro, cui un numero chiuso all’ingresso (e non all’iscrizione all’albo) avrebbe certamente giovato alla grande.

          • Z. scrive:

            (un’altro? UN’ALTRO?? misericordiaaaaa… sempre rileggere quel che si scrive, specie quando si sostituiscono parole con parole di un altro genere!!)

  105. mirkhond scrive:

    “se consideriamo anche la Svizzera tedesca (almeno il 60 % della CH), uno Stato tedesco unificato completo, mai esistette, fino ad ora !”

    Nel 1861, la Gazzetta Militare di Torino, propose una spartizione della Svizzera tra il nuovo regno d’Italia, l’Austria e la Francia, su basi etnolinguistiche (i Romanci sarebbero andati all’Italia?), salvo poi smentire clamorosamente qualche settimana dopo, per le proteste del governo svizzero!

    Da Alfredo Comandini, l’Italia nei cento anni del XIX secolo, periodo 1861-1870, Milano 1922.

  106. mirkhond scrive:

    “lo Stato decide di fare una campagna che durerà un decennio conrro i Croati e gli slavi.. lo Stato quindiordina di formare 50 studenti in storia slava medievale, tutti già con impiego sicuro, che verranno utilizzati per fornire armi alla polemica scientifica e culturale contro lo slavismo in Adriatico”

    Non bastano e avanzano le polemiche e gli sproloqui nei siti internet? 🙂

  107. MOI scrive:

    @ HABS

    Come almeno tu già sai, a Srebrenica c’erano anche 3000 Cristiani, ma di quelli _ si sa _ non frega un cazzo anessuno. I primi a sbattarsene altamente i maroni dei propri Fratelli (?!) trucidati In Odium Fidei sono gli Spiritati 😉 del Concilio … che preferiscono continuare a fare le CattoVispeTerese, blaterando di “convivenza” con chi di “convivere” NON vuol saperne; di “integrazione” con chi di “integrarsi” NON vuol saperne !

    I Massoni odiano i Cristiani almeno (ma proprio “alminimo” !) quanto l’ Isis (e cioè molto di più dell’ Islam “Classico” con la Umma-Dhimma-Jiyza e altre robe propagandate con un’ insipienza d’ Occidente da prolasso scrotale !), perciò è già molto se non esultano se i Cristiani vengono sterminati e, se possono, li propagandano da carnefici anche se sono vittime …

    Sì, insomma: se i Cristiani “Esotici” confidano nelle Associazioni Umanitarie dei Grembiulini & Cappuccioni, stan freschi !

    • Z. scrive:

      Premesso che io di massoneria non capisco un tubo, secondo te – ad esempio – Raffi e i suoi confratelli in privato inneggiano ai massacri di cristiani?

      • MOI scrive:

        Come sai, o dovresti sapere, Raffi si è dimesso … la Massoneria trova la propria massima ragion d’essere in opposizione alla Chiesa. Io e Habs riteniamo che oggi ciò sia segno inequivocabile d’insipienza e di avulsione dalla realtà … ma tranqui: non possiamo certo inluenzarne il corso storico !

        • habsburgicus scrive:

          nei fatti è così..delle 3 principali obbedienze in Italia, una era più moderata (e saggia) [ed ammirava Benedetto XVI proprio per le ragioni in sé “laiche” di cui Moi ha parlato più volte], ma è proprio quella che conta meno ! il G.O.I è così, purtroppo, almeno nella sua parte maggioritaria (l’unica che conta, probabilmente)…la terza obbedienza è né carne né pesce, comunque pochi adepti…poi c’ la super-loggia, “l di là della Massoneria” di Di Bernardo (ex-G.O.I, 1990-1993, molto anticlericale illo tempore) di cui parla, e si vanta, lui stesso 😀

        • Z. scrive:

          Non sapevo si fosse dimesso, in realtà… ma prima di dimettersi festeggiava i massacri di cristiani? oppure lo fa il suo successore?

          Cioè, capiamoci: io non so esattamente cosa pensi il suo ramo della Chiesa, ma neppure io e te siamo credenti e non per questo ci fa piacere – o restiamo indifferenti – se persone credenti vengono massacrate.

          Poi immagino che ci siano fanatici ovunque, anche tra i massoni (o supposti tali), ma dubito che sia la regola!

    • habsburgicus scrive:

      stan freschi !

      meglio confidare nella magnanimità islamica (non dell’Isis !), una volta fatta professione di dhimmitudine 😀

      • MOI scrive:

        @ HABS

        Mi dispiace doverlo dire perché ci sono Musulmani che ritengo i classici “Pochi ma Buoni” e che stimo molto come persone (Ritvan, Jam, Tahar Ben Jelloun, Khaled Fouad Allam e purtroppo fatico a farmene venire in mente altri) ma … ma nel “Mondo Islamico” le cose stanno letteralmente precipitando da far sembrare _ ripeto che mi dispiace dover usare quest’ espressione ma non so dirlo diversamente ! _ da far sembrare, dicevo, oggi come “cioccolata” quel che ieri era “m…” chiaro,no ?

        • Z. scrive:

          Beh, Moi…

          qui di musulmani non ne passano tantissimi: di commentatori abituali ne abbiamo avuti solo due, e tu li metti entrambi tra i buoni.

          Insomma, sei sicuro che quelli che tu chiami “buoni” siano davvero così pochi?

          🙂

      • MOI scrive:

        Insomma: SI’ , purtroppo è così … per quanto non certo “ottimale” è così !

  108. MOI scrive:

    ***** Premesso che fa un certo effetto leggere Maurizio Blondet accusare di “Complottismo Svaporato” altra gente, un’ intervista tristemente significativa al suddetto, da parte di Raffaella Frullone *****

    LA BARBARIE CORRE SULLO SMARTPHONE

    Internet, social network, nuove tecnologie: opportunità di conoscenza o accelerazione della caduta di una civiltà?
    di Raffaella Frullone

    Imbevuti di progresso tecnologico e allo stesso tempo sulla via del regresso cognitivo ed etico. Sono quelli che Maurizio Blondet, giornalista e saggista di lungo corso, ha chiamato “Selvaggi con il telefonino” (Effedieffe, 2006). Un tipo umano inconsapevole del fatto che l’imbarbarimento passa anche dal touch screen e dai pantaloni col cavallo basso.

    Cosa sta succedendo ?

    L’uomo-massa vive nella civiltà come il selvaggio della foresta amazzonica vive nella Natura. Prende smartphone, internet, auto, medicinali, come se nascessero sugli alberi. Tutto ciò che rende loro facile la vita nella società complessa – non solo le tecnologie più avanzate ma le istituzioni, l’istruzione gratuita, le libertà politiche, lo stato di diritto – lo vivono come se fossero “naturalmente” a disposizione, gratis come l’aria. Non sa che sono invece il prodotto dei più grande apparato artificiale mai esistito, la civiltà occidentale, frutto di sforzi, coraggio, geniali intelligenze che i nostri antenati hanno profuso per tremila anni. Usano computer e il web senza nemmeno conoscere come funzionano, anzi senza averne alcuna curiosità. Ancor più per le istituzioni, che danno per scontate, sono per loro diritti acquisiti e non si sentono obbligati a mantenerle, migliorarle e restaurarle. Non sanno che la civiltà ha bisogno di “manutenzione”, e da selvaggi, la “consumano” soltanto, erodendola, e alla fine si trovano davvero nella giungla che hanno creato

    Internet è però anche una formidabile risorsa di conoscenza e di “auto-formazione”, no?

    È la biblioteca d’Alessandria del nostro secolo; ma i neo-selvaggi non sanno che farsene della biblioteca d’Alessandria: credono di nascere “già imparati” (come si dice a Napoli), e di aver studiato “anche troppo”. Basta vedere cosa cercano sul web: pornografia, calcio, “luoghi” digitali dove possano soddisfare le loro rabbie, far rigurgitare la loro “pancia”, coltivare le loro ossessioni e idee fisse minime (basta vedere i militanti frequentatori del blog di Beppe Grillo: ecologisti, credenti nelle scie chimiche e in altri complottismi svaporati, ugualitari fanatici, aspiranti psico-poliziotti che vogliono la totale “uguaglianza” e “purezza” politica, come certi settari medievali). Nell’insieme, questo tipo umano – che è maggioranza oggi – frequenta il web come sostituto dei rapporti umani che non riesce ad avere (vedi Facebook), come il luogo dove può sviluppare i suoi mono-ideismi senza trovare contraddittorio: in pratica, come consolazione autoerotica

    Nel costume c’è una forte attrazione per l’arcaico, per il barbarico: creste da Mohicani, tatuaggi che una volta contraddistinguevano galeotti e criminali, pîercing che prima si trovavano solo fra gli indigeni di qualche arcipelago polinesiano… si tratta solo di mode effimere o c’è altro dietro ?

    Potrei rispondere: niente di strano che i neo-selvaggi, quelli con lo smartphone, si coprano di tatuaggi, si buchino orecchie, naso e lingua e persino le parti intime: è esattamente il tipo di abbigliamento a pelle e di auto-mutilazioni dei selvaggi di ieri, dei congolesi della giungla. Le ragazze sono già pronte per il gonnellino di paglia, già mostrano le mammelle come le ottentotte e zulù (che non lo fanno più). Ma a voler essere più profondi (non so se ne vale la pena) ricordo che è stato Nietzsche il primo ad annunciare all’Europa protestante, civile e repressa, che lui andava “in Africa”, nella barbarie. E perché? Perché Wagner, che lui tanto ammirava per la sua libertà sessuale, lo aveva “tradito” col Parsifal: nel Parsifal, scrisse in modo rivelatore, “la predicazione della castità resta una istigazione alla negazione della natura”; quello del vecchio Wagner, un tempo suo eroe e modello trasgressivo, è un vile “prostrarsi ai piedi della Croce”. Ora basta, urlò Nietszche: io emigro verso “la serenità africana”, dove (secondo lui) vigeva “l’amore (sessuale) come fatum, come fatalità, cinico, innocente, crudele”, dove la “felicità è breve, improvvisa, senza remissione”. Nietszche, “solitario di Sils Maria” trovò la sua Africa nella demenza. Molti altri intellettuali poi hanno seguito la sua direttiva, a modo loro. Thomas Mann, in Morte a Venezia, “scrisse una meditazione intrinsecamente moderna che ruota attorno a un quesito: se la cultura occidentale valga la sublimazione sessuale” (Michael Jones, il Ritorno di Dioniso, Effedieffe). E’ un quesito tipicamente protestante, dove la grazia manca, e il sesso era repressione, senza grazia, insostenibile. Ma l’Europa e gli Usa hanno risposto alla domanda di Mann: no, la civiltà non vale la repressione sessuale, ergo rinunciamo alla civiltà. Il selvaggismo dei giovani tatuati è in fondo la banalizzazione del niccianesimo, l’ultimo livello più basso dove l’abbandono della civiltà è diventato “normalità”. In questo basso livello, l’adozione del barbarico comporta una precisa conseguenza: la brutalità. Il culto e la pratica della brutalità. Fino a quello che i media, in piena malafede, chiamano “femminicidio” frequente.

    Per quanto riguarda le brutture veicolate da tanta cultura pop(olare) e non solo: quanto è l’estetica a essere un riflesso dell’etica e quanto è invece l’estetica che influenza l’etica?

    Pensiamo cos’era la musica “popolare” ancora trent’anni orsono: Edith Piaf, la canzone napoletana, Mina, il “melodico” mantenevano un legame con l’identità nazionale, ne parlavano la lingua, raccontavano storie… Oggi invece: metal, rave, rap. Ritmi brutali che hanno superato di molto (verso il basso) i tam-tam “africani”, ripetitivi, linguaggio inarticolato con rime stupide; il rap: una produzione che non richiede alcun ingegno né impegno, che chiunque può “comporre”. E’ come se di colpo, una generazione avesse “cambiato lingua”, abbandonato la propria. E quando un essere umano non sa usare il linguaggio per dare espressione (ordinata, se non artistica) ai propri sentimenti, inevitabilmente ricorre al “linguaggio” della barbarie: la violenza fisica, lo stupro, il passare alle vie di fatto. Avviene tra le tifoserie calcistiche, come ai giovinotti abbandonati dalla donna: l’ammazzano, si ammazzano, si bruciano con i figli. E’ gente che è stata allevata, convinta, abituata – educata, diciamo – a obbedire ai propri impulsi primari.

    Questo è il messaggio che martellano tutte le “agenzie diseducative” veramente potenti: pubblicità, tv, consumismo, pedagogie permissive e ideologie delle “libertà” trasgressive: “soddisfa la tua sete”. Era uno slogan della Coca Cola, ma è la metafora generale del messaggio dominante: non porre freno ai tuoi desideri, godi qui ed ora, lo scopo della vita è “innamorarsi”, soffrire non ha senso, tutti hanno diritto alla felicità, che consiste nel diritto al piacere senza subire impedimenti; l’idea che la liberazione dalle “inibizioni” sia necessaria per sviluppare una personalità fiorente, equilibrata, moderna e laica. La massa di sprovveduti così “educati” dalla pubblicità scopre poi che è la realtà a porre ostacoli, ostacoli a cui nulla li ha preparati. Lui incontra lei, si “amano”; le ragazze si propongono come oggetti sessuali, i ragazzi ci cascano, e solo dopo scoprono che dietro i caratteri sessuali di lei, desiderabili, da pornodivetta, esiste una personalità: estranea, e spesso insopportabilmente antipatica, perché anche lei è stata “educata”, come lui, a prendere senza dare, a inseguire la propria felicità e obbedire ai propri impulsi, “vivere la mia vita”. Lui vuole, di lei, gli organi sessuali, ma non sopporta la sua “persona”; lei è caduta nello stesso equivoco, accorgendosi che il bel palestrato con cui si è fatta in discoteca è un banalissimo, noiosissimo, viziatissimo figlio di mammà… Le condizioni per la tragedia ci sono tutte. Se non finisce in femminicidio, finisce almeno in infelicità, odii senza fine, separazioni litigiose, figli sballottati, mariti devastati economicamente, altre convivenze, sempre alla ricerca della “felicità”, dell'”amore”, che pubblicità, cinema e rotocalchi avevano garantito. E senza mai giungere all’ovvia conclusione dell’esperienza: che il sesso non è facile ma problematico, che non esiste un diritto al piacere, che la felicità è qualcosa di più complesso dello “sballo” o dell’orgasmo; che “realizzare se stesso” si può solo “dimenticando se stesso” in un’opera, in un compito.

    San Paolo ci ricorda che la vera battaglia non è contro “creature di carne e di sangue, ma contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra”. Abbiamo forse perso l’allenamento a leggere la presenza del demonio dietro a certi fenomeni culturali?

    Soprattutto la Chiesa, intesa come clero, ha perso questa capacità. E’ proprio come avesse acquistato un angolo cieco, o una sordità specifica a certe “lunghezze d’onda” del profondo. Da qui le cantonate tragicomiche che la Chiesa ha preso sui “segni dei tempi” , che ha smesso di saper leggere proprio quando ha cominciato a vantarsene, col Concilio: al punto da vedere un “umanesimo integrale”, un “cristianesimo anonimo” nella secolarizzazione compiuta, che invece avanzava verso gli esiti di nichilismo, omicidi e anti-umani che abbiamo qui sopra descritto.

    Ancora oggi, ridicolmente, molti nella Chiesa invocano pedagogie burocratiche come “una educazione alla legalità”, aderendo alla pedagogia illuministica terminale secondo cui i giovani si educano facendo loro leggere e studiare la Costituzione Italiana. Nemmeno ci si rende conto che i giovani non hanno bisogno di “etica”; hanno bisogno di “epica”. Ossia di essere incitati ad imprese grandi, belle, al cavalleresco sprezzo del pericolo, alla nobile indipendenza interiore, alla lotta solitaria e orgogliosa contro il “quel che fanno tutti”, alla aristocrazia: come diceva Goethe, “vivere a proprio gusto è del plebeo – il nobile aspira a un ordine e a una legge”. E chi insegna più, ad essere nobili?

    Titolo originale: La barbarie corre sullo smartphone
    Fonte: Il Timone, Luglio-Agosto 2014
    Pubblicato su BastaBugie n. 364

  109. MOI scrive:

    Ci sono oggi a mio avviso dinamiche antropologiche tamarro-high tech che ricordano spaventosamente “Lord of Flies” di William Golding …

  110. MOI scrive:

    Lella Costa …

    http://altoadige.gelocal.it/tempo-libero/2015/07/28/news/ce-l-ho-con-il-maschile-e-diventato-insopportabile-1.11850658

    Adesso (dopo aver clickato e letto) capite perché i Jihadisti Bombaroli sono degli idioti patentati e il miglior Jihad è “non-agire” 😉 ?

    • MOI scrive:

      “Ironia (pesissima) sugli Uomini” = “Male Bashing” / “Misandria” …
      “MiSSoGGGenia” = “Ironia (leggerissima) sulle Donne” …

  111. MOI scrive:

    Esperimento

    [segue]

  112. MOI scrive:

    ليلي جروبر

    الساحل ليلا

    لورا

  113. MOI scrive:

    cosa ci leggete, quelli che lo san leggere ?

    PS

    terza riga, cognome NON traslitterabile / traducibile ?!

    😉

    • habsburgicus scrive:

      mah, così ad occhio, potrebbe esserci pure luna 😀 gli arabisti però sono altri 😀

    • PinoMamet scrive:

      Lilli Gruber; Leila “qualcosa” (Alsahal?)
      Laura;

      scritti da qualcuno che non sa l’arabo.

      • Z. scrive:

        In effetti sembra che alla terza riga il tizio volesse scrivere Laura, ma sta di fatto che lì la prima “a” di Laura non c’è… e giustamente Habs non ce l’ha vista!

        • PinoMamet scrive:

          Mah, se l’arabo funziona come l’ebraico, le vocali, si sa, sono ballerine, e la prima “a” di Laura potrebbe essere “sottintesa” nella L iniziale;

          comunque il tizio che ha scritto i nomi, è, suppongo, il nostro Moi; 😉

          Leila AlSahal dovrebbe essere Lella Costa, che Moi ha nominato nei commenti precedenti;
          e la misteriosa Laura, a questo punto, non può essere che la Boldrini 😉

          • Z. scrive:

            Nah, direi proprio che la “a” di “Laura” sarebbe bene mettergliela 🙂

            Come regola generale, le vocali nei nomi (italiani, poi non so come ci si regola coi nomi esteri, ma ad una prima occhiata sul webbe direi allo stesso modo) sono considerate lunghe e sono scritte.

            Le eccezioni che ho notato riguardano quelle vocali che non vengono pronunciate ma utilizzate per formare suoni per cui si usano più lettere, tipo – in italiano – “gi” per “g dolce”. “Giulia”, infatti, viene trascritto come fosse “Julia”, senza la prima “i”.

            Però i complimenti a Moi li faccio lo stesso perché Leila As-Sahil per Lella Costa è bellissimo!

  114. MOI scrive:

    @ MIRKHOND

    A ‘sto giroil Salento ha battuto 😉 la Romagna :

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lultimo-grido-della-savana-pure-il-tampax-alcolizzato-13554.htm

    ma NON in senso che possa piacerti ! 🙂

    • Dif scrive:

      Prima che partano gli “o tempora, o mores” ve lo dico: è una bufala che gira da anni.
      Il che non toglie che in Salento si sia riversato il top della tamarraggine italiana negli ultimi anni.

  115. MOI scrive:

    Mah … uno che voleva “sbufalare” il Piano Kalergi NON conosceva Praktischer Idealismus, sicché …

    http://www.dailystormer.com/wp-content/uploads/2014/03/Coudenhove-kalergi-Richard-Praktischer-Idealismus-Adel-Technik-Pazifismus.pdf

    • roberto scrive:

      mi hai fatto venire una curiosità e ho fatto un esperimento che ti sottopongo per controllarne la correttezza ed eventualmente tirarne delle conclusioni.

      praktischer idealismus è stato pubblicato nel 1925

      se cerchi per google “piano kalergi” tra il 1 gennaio 2000 ed il 31 gennaio 2000 hai 3 (TRE!) risultati

      stessa ricerca per il 2010 ti da un 200 risultati

      se cerchi a partire dal 1 gennaio 2015 ad oggi hai circa 400 risultati

      che ne deduci?

      come mai il piano che dovrebbe guidare l’azione di migliaia di politici e burocrati in giro per l’europa da 60 anni a questa parte è praticamente sconosciuto nel 2000 e così famoso nel 2015?

      1) il piano kalergi era supersegreto ed è stato scoperto solo recentemente (ma ti scontri con la legge di “monica lewinsky”: se due persone conoscono un segreto, non è più un segreto)

      2) il piano kalergi è una moda telematica

      3) ho sbagliato qualcosa a fare la ricerca

      4) altro

      • PinoMamet scrive:

        Io voto la 2 😉 ma magari sono prevenuto io…

      • habsburgicus scrive:

        è sempre così Roberto…
        in diversi altri casi si può dimostrare che i contemporanei non ne sanno nulla, i quasi contemporanei ne sanno poco e solo le generazioni successive ne sanno di più 😀
        è chiaro che ciò è un forte indizio di apocrificità ! (io ero fra i non molti, credo, cui il nome di Coudenhove Kalergi era già noto sin da fine ’80..e allora, non che mi interessassi più di tanto,. il tipo non evocava nulla di orripilante !)
        resta però che le cose, ahinoi, stanno andando proprio così..e dunque anche se le chiacchiere che si fanno sono apocrife (verosimilmente) e se quanto si dice su web è al 95 % sproloquio puro, resta purtroppo che qualcuno appare agire contro l’Europa e la nostra civiltà, con un sadico gusto..forse con obiettivi ben diversi dal presunto piano..ma agiscono !
        dunque se il cosiddetto “piano”, pur farlocco, servirà a svegliare un po’ gli europei dal loro torpore, ben venga
        talvolta la verità è senza effetti, mentre una sopercheria può averli ! triste, ma questa è la natura umana

        • roberto scrive:

          quindi tu sei per “4) altro”
          🙂

        • Miguel Martinez scrive:

          Ma infatti la tesi fondamentale di Kalergi – cioè che l’industrializzazione e le comunicazioni avrebbero soppiantato una cultura “agrocentrica” – è certamente vera. In questo senso, la sua profezia non solo si avvera oggi, ma già si avverava allora.

          E credo che questo passaggio porti anche a una società in apparenza più “pacifica”, cioè dove la violenza fisica è appannaggio esclusivo dei “professionisti” (piloti di aerei, costruttori di carceri, impiegati dei macelli comunali) e dei “pazzi pericolosi”.

          Resta discutibile ogni conclusione moralistica, che sia quella di Kalergi (“meraviglioso futuro di pace, progresso e intelligenza”) o quella dei suoi avversari (“tenebroso futuro di razze subumane”).

        • Miguel Martinez scrive:

          Un elemento curioso nell’attuale kalergomania è la centralità del discorso razziale.

          Io ammetto di avere sfogliato solo velocemente il suo testo, e mi sembra che di “razza” parli spesso; ma lo facevano tutti all’epoca, e la sua tesi di fondo non riguarda la mescolanza biologica, ma (diremmo oggi) “culturale”.

          Evidentemente è stato qualche neonazista tedesco – con la strana ossessione della razza biologica che ancora li caratterizza – a scoprire il testo e a diffonderlo; e per questo persino un Magdi Allam mette l’accento su un aspetto decisamente minore dello scritto di Kalergi.

      • Z. scrive:

        Ma in estrema sintesi, cos’è questo piano Kalergi che ultimamente appassiona tanto Moi?

        • roberto scrive:

          o, niente di che, prendo dal primo link a caso

          “Kalergi dichiara che gli abitanti dei futuri “Stati Uniti d’Europa” non saranno i popoli originali del Vecchio continente, bensì una sorta di subumanità resa bestiale dalla mescolanza razziale. Egli afferma senza mezzi termini che è necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’élite al potere”

          http://jedasupport.altervista.org/blog/attualita/piano-kalergi-gregge-multietnico-ue/#

          • Miguel Martinez scrive:

            Qualche settimana fa, avevo scritto tra i commenti questo:

            Submitted on 2015/07/07 at 4:26 am | In reply to MOI.

            Qui un articolo di buon senso su questa figura: http://www.indiscreto.info/2013/10/del-piano-kalergi.html

            Mi sono scaricato il libro Praktischer Idealismus, vedremo…

            Aggiungo che il libro di Coudenhove-Kalergi è stato messo meticolosamente su pdf da un militante dell’NPD, il partito di estrema tedesco http://www.bernd-schubert.de/

            Da cui presumo che gli eurocrati attuali, uno debbano sapere almeno leggere il tedesco e due, ricevano gli insegnamenti segreti del buonanima tramite un cosiddetto “neonazista” tedesco (in Italia li ricevono da Magdi Allam).

        • roberto scrive:

          che poi mi domando perché le elites vorebbero sempre comandare su deserti apocalittici e greggi di pecore.

          per me è molto più figo dominare il mondo così com’è e avere degli schiavi umani, piuttosto che un gregge di subumani bestiali, sennò farei il pastore, mica l’eurocrate 🙂

        • roberto scrive:

          se sei pigro er leggere, te lo spiega in tre minuti magdi!

          https://www.youtube.com/watch?v=yOgCcFpX5IE

        • Miguel Martinez scrive:

          Kalergi fu un nobile austroungarico, di madre giapponese, con una spiccata antipatia verso lo “spirito tedesco”.

          Scrivendo subito dopo la prima guerra mondiale, scrisse un pamphlet in cui accusava le “razze” fissate con la “terra” di essere aggressive, guerrafondaie, ottuse e “pagane”, e contrappone a loro le “razze” urbanizzate, colte, pacifiche e “cristiane”, a suo dire. E diceva che in un lontano futuro, i popoli si sarebbero mescolati sempre di più, rendendo arcaico quello spirito “possessivo” dei cultori della terra.

          Più di trent’anni (e un’altra guerra) dopo questo pamphlet, Kalergi ha giocato un ruolo anche nei primi incontri che hanno portato alla pacificazione europea.

          Posso solo immaginare, come segnala Roberto, che qualcuno abbia letto per puro caso il pamphlet giovanile di Kalergi una decina di anni fa e lo abbia diffuso in qualche circuito su Internet, facendo varie e indebite associazioni.

  116. MOI scrive:

    Insomma, forse è stata la scìa di voler emulare il famoso Paolo Attivissimo (che secondo Blondet è un Insabbiatore Professionista che fa “strawmen” e “cherrypicking” … ma tant’è), ma … di fatto ci sono presunti Cacciatori di Cialtroni NON meno Cialtroni delle “Prede” che cacciano ….

  117. MOI scrive:

    Magari se ne convincono :

    يلا كوستا : ” أريد أن أكون لنا ”

    http://www.lastampa.it/2015/01/09/multimedia/cultura/tuttolibri/lella-costa-che-bello-essere-noi-tVNORYR8tChkzXP8LAWQMM/pagina.html

    😉

    🙂

    😉

  118. MOI scrive:

    Firenze : scoppia il Caso Mika

    http://www.quotidiano.net/video/frase-omofoba-su-manifesti-di-mika-lui-la-pubblica-1.1208237

    MEB (come si fa chiamare su Twitter la “Fanfanian Hot Babe” 😉 )

    http://www.wakeupnews.eu/ministro-boschi-compra-biglietti-il-concerto-mika-lomofobia/

    VS

    Maurizio Gasparri

    http://www.quotidiano.net/mika-gasparri-frocio-1.1213185

    ” dire frocio a qualcuno, per quanto possa essere considerata un’ingiuria, per capirci è come se io dicessi imbecille, non può diventare un reato specifico di omofobia”
    [cit.]

    Mi sa che Gasparri è rimasto all’ Epopea (oggi impensabile !) Alvaro Vitali-Lino Banfi-Edwige Fenech

    • habsburgicus scrive:

      quelli erano tempi !
      ma ci pensi che oggi non sarebbero più possibili il 90 % dei film “leggeri” degli anni ’70
      e il 100 % di quelli dei ’50 e inizio ’60 !!!
      il politicamente corretto è un veleno, che ci sta distruggendo !
      ma vaglielo a dire al tuo corregionale Z 😀

  119. Mauricius Tarvisii scrive:

    Cari omofobi, vi insulterei di meno se foste prodighi di ragionamenti cretini

    http://www.estense.com/?p=478486

  120. habsburgicus scrive:

    100 anni fa

    notte fra 17/8/1915 e 18/8/1915: cade ai tedeschi la fortezza di Kaunas (Kovno); nel Fremdenblatt viennese della sera del 18/8/1915; telegrammi di congratulazioni di Wilhelm II al GFM von Hindenburg [ben noto; pres Reich 1925-ob. 2/8/1934], al GO von Eichhorn (che riceve il Pour le Mérite) [sarà ucciso in Ucraina a fine luglio 1918, nell’ambito della strategia terroristica propugnata soprattutto dai SR e di cui cadde vittima il 6/7/1918 financo il conte Mirbach, Ministro plenipotenziorio tedesco presso il neo-governo sovietico] e al GdI Litzmann (che riceve l’Eichenlaub al Pour le Mérite) [in epoca NS, da quel generale prese il nome Łódź, annessa al Reich nell’ambito del cosiddetto Wartheland, da fine 1939 a gen 1945, con il nome di Litzmannstadt]

    GFM=Generalfeldmarschall, Maresciallo generale nella I GM pochissimi, se escludiamo qualche principe cui era dato purché facesse qualcosa; nella II GM, più di manica larga
    GO=Generaloberst, colonnello-generale
    GDI=General der Infanterie “Königin aller Waffen” (Regina di tute le armi..si dirà in un celebre manifesto della II GM), generale d’artiglieria [CdA da noi]
    Eichenlaub=foglie di quercia

    • habsburgicus scrive:

      18/8/1915: il Dresdner Neuesten Nachrichten ha da Varsavia che il Warschauer Zeitung, nuovo giornale ad uso delle truppe tedesche [entrarono a Varsavia il 5/8/1915], indica la nomina del gen. Goedecke a governatore di Varsavia, per svolgere funzioni di polizia (c’era anche il Deutsche Lodzer Zeitung; in Russia Pirše Vedomosti era l’organo di Sazonov)

  121. MOI scrive:

    Forze dell’ Odine che non hanno un cazzo da fare e la cui sezione scientifica ha solo visto “Siamo Fatti Così” 😉 e Medici Corrotti dal Vaticano ?!

    Sequestrati a una donna di Terlizzi centinaia di tampax alla vodka

    https://www.youtube.com/watch?v=tm4g9SzhJng

    Tampones mojados en alcohol, nueva moda para emborracharse rápido

    https://www.youtube.com/watch?v=LHnXlLiFKy4

    Tampax alla vodka, il dottor Giacomo Schiaraldi a PuntoTG: ‘Rischi altissimi per la salute

    https://www.youtube.com/watch?v=kkaSfohbLGc

    … sarà, però par strano.

    PS

    Quando dice “la vagina tiene une quilibrio muy delicado”, in altro contesto, sembra il Cisco di Max Pezzali ! 🙂

    • Roberto scrive:

      Ovviamente nel Salento non hanno inventato nulla, guarda un po’ qui, 2011
      http://m.leplus.nouvelobs.com/contribution/220886-des-tampons-imbibes-de-vodka-pour-se-saouler-une-legende-urbaine.html

      Comunque, dando per vera la storia, mi chiedo:
      – perché sequestrare i tempax alla vodka, è vietato?
      – la patatina (o il sedere nel caso dei francesi) non gli brucia?
      – giacché ti sei comprato una bottiglia di vodka, berla è troppo facile?
      – mi stupisce anche che l’assorbimento attraverso le mucose possa portare all’ubriachezza, qualcuno vuol provare (l’articolo francese dice che va bene pure il sedere) e raccontarci? Io sono un po’ tradizionalista e preferisco il classico bicchiere…..

      • PinoMamet scrive:

        Mmm questa cosa delle mucose l’avevo già sentito, e credo (credo) abbia un fondamento scientifico;

        mi pare che i Mayi o gli Atzechi, insomma, se non gli autentici popoli “precolombiani”, perlomeno la loro rappresentazione popolare 😉 assumessero anche il tabacco sotto forma di clistere, con effetti simili a quelli di una droga, molto più potenti cioè che con la semplice inalazione.

        O perlomeno lo ho visto in un documentario che mi è stato linkato da un amico, una roba tipo “6000 anni di droga”

  122. MOI scrive:

    Mi pare che in Giappone siano già selettivissimi che la possibilità di accesso all’ università te la giochi dalrendimento in “prima elementare” ) che come in tante altre parti di mondo inizia a 5 anziché a 6 anni(

    Strano (per noi Gaijin) a dirsi, NON c’è classismo : fanno _ o farebbero_ dei test d’ intelligenza “ad cinnum” 😉 (come direbbe il Dottor Balanzone) e lo Stato si preoccupa giustamente (!) solo di sussidii a “Genii Squattrinati” …

    • Z. scrive:

      In Italia le borse di studio sono solo una delle tante forme di incentivo all’evasione fiscale. Uno studente che non sia figlio di evasori, di norma, può pure scordarsele.

      Ma il problema non è che evadere le tasse conviene, eh, il problema è che “non ci sentiamo abbastanza uniti”, “manca una coscienza collettiva”, “non c’è corrispondenza tra i servizi offerti e blah”, mi raccomando! 😀

  123. MOI scrive:

    Da noi, invece …

    http://www.youtube.com/watch?v=JuyxHGjZUQ8

    … prima che venga rimosso/oscurato per Insufficienza di Politically Correct 😀

  124. mirkhond scrive:

    Sulle Foibe

    Credo che da parte italiana, il miglior storico sull’argomento, per lucidità, pacatezza ed equilibrio, sia Raoul Pupo.
    Poi, come in tutte le vicende umane, la storia non è mai un fatto assodato per tutti, ma un’interpretazione a seconda delle sensibilità, dei vissuti e degli orientamenti ideologici.
    La memoria condivisa è un’utopia e dove vige è il frutto di un’imposizione di stampo dittatoriale, come l’Olocausto divenuto l’Olodogma, su cui è vietato indagare e giungere a conclusioni anche molto diverse da quelle che ci hanno insegnato.

  125. mirkhond scrive:

    Habsburgicus

    Stando ai tuoi studi, cosa ne pensi davvero della Croazia degli ustascia del 1941-1945?

  126. mirkhond scrive:

    Sempre riguardo alle differenti interpretazioni storiche riguardo in questo caso, alla storia balcanica, ritorno sulla questione del passaggio dal Dalmatico al Veneto da Mar, su cui si è discusso con Thyrrenus.
    Ora, avevo citato il viaggio di Papa Alessandro III verso Venezia, compiuto il 9-23 marzo del 1177, e della sua sosta a Zara il 13-17 marzo dello stesso anno.
    Di questo viaggio esistono almeno due racconti, il più antico e coevo agli eventi, di Romualdo Guarna, vescovo di Salerno, che in qualità di ambasciatore del re di Sicilia Guglielmo II (1166-1189), accompagnò il Papa nel suo viaggio, che cita brevemente il soggiorno del Papa nella città dalmata, con relativa accoglienza popolare, senza aggiungere altro.
    L’altra, del cardinale Bosone Breakspear, che accompagnò come pure Romualdo Guarna e la cui relazione va sotto il nome di Acta Alexandri Pontificis.
    Quest’ ultimo racconto conobbe due redazioni e adattamenti successivi: il primo del 1192 ad opera di Cencio Savelli, e il secondo (che è quello più ampio), del 1360 ad opera di Niccolò Boselli.
    Ed è proprio nella redazione del Boselli, di due secoli successiva al viaggio papale, troviamo la notizia controversa dell’accoglienza popolare zaratina con canti ed acclamazioni in lingua SCHIAVA (slava).
    Ora, la redazione degli Acta del Boselli, che è quella più completa, contiene però delle inesattezze, tipo considerare Zara una città del Regno d’Ungheria, cosa non vera nel 1177, in cui la città dalmata era governata da un rappresentante (chiamato conte) veneziano, Ruggero Morosini (sarebbe diventata ungherese nel 1181-1202).
    Mentre nel 1360, Zara era nuovamente sotto l’Ungheria, essendo stata strappata a Venezia insieme a tutta la Dalmazia veneziana nel 1358, dopo una guerra che aveva visto vittorioso il re d’Ungheria Luigi I d’Angiò-Napoli (1342-1382); dominio ungherese che sarebbe durato fino al 1409-1420.
    Dunque se il Boselli, nel trascrivere (e rielaborare) gli Acta, ha in mente l’epoca in cui scrive, anche la questione controversa della lingua che si sarebbe parlata a Zara, pone diversi interrogativi.
    In sostanza vi sono almeno tre ipotesi in merito:

    1) Il Boselli ha in mente la realtà zaratina del suo tempo, la metà del XIV secolo, in cui, forse, la slavofonia era divenuta prevalente nella città dalmata.
    2) Per lingua “schiava” non si vuol delineare un aggettivo etnico, quanto uno geografico. Zara è in Dalmazia, che nei documenti del XIV secolo è spesso denominata Schiavonia per via dell’indubbia predominanza linguistica dell’elemento slavofono.
    Dunque, se questa interpretazione è corretta, lingua schiava indicherebbe solo una provenienza geografica, un pò come chiamare pugliese il Salentino, solo perché il Salento è parte della regione Puglia.
    Per cui pur non parlando affatto in un idioma croato, ma neolatino, gli zaratini del XII (e del XIV) secolo, sarebbero stati indicati come “Schiavi” solo perché appartenenti ad un’area geografica chiamata Schiavonia, quali che fossero le lingue che vi si parlassero.
    3) Per popolazione slavofona, sono da intendersi gli abitanti del contado di Zara, che non solo nel XIV secolo ma anche già nel XII, erano in stragrande maggioranza slavofoni, ed accorsi in città per salutare il Papa, si sarebbero espressi nel proprio idioma, che sarebbe rimasto impresso ai membri della delegazione papale, tutti latinofoni o comunque non adusi ai linguaggi della Dalmazia/Schiavonia.

    In sostanza, con questo piccolo esempio, si vuol notare come uno stesso evento con gli stessi soggetti e gli stessi luoghi, possa essere visto e letto in modi alquanto differenti, soprattutto in epoche a noi più vicine, in cui la battaglia per stabilire questo o quell’aspetto etnico, linguistico, culturale, religioso e politico, viene utilizzato a difesa di questa o quella tesi storiografica, condizionata da esigenze politiche.

    • habsburgicus scrive:

      io direi la 1°…anche perché manca nella redazione più antica, e nell’altra fonte (la più antica di tutte)

      • mirkhond scrive:

        La redazione di Romualdo Guarna, ugualmente presente agli eventi, non fa però alcun cenno a tale slavofonia della popolazione zaratina del XII secolo.
        A mio modesto parere, come in gran parte della costa dalmata, la popolazione zaratina doveva essere bilingue.

      • habsburgicus scrive:

        la 3° potrebbe essere ma in tal caso c’era da attendersi un accenno ai villici o a qualcosa di simile
        la 2° molto inverosimile…potrebbe essere SE E SOLO SE la lingua zaratina, ancorché neolatina, fosse stata così particolare da restare impressa e degna di nota (ancorché in questa ipotesi indicata non correttamente, come “lingua schiava”); tuttavia è lecito pensare che il dalmatico zaratino, nel XII secolo, fosse ancora molto vicino al latino e dunque all’italiano “centrale” coevo (non si dimentichi che l’italiano “vero”, cioè peninsulare è romanico orientale, esattamente come dalmatico e financo romeno)…in ogni caso nulla di sconvolgente..il Papa avrà sentito acclamazioni dialettali ben più strane nell’Italia del nord !…è quindi inverosimile che intendesse il dialetto zaratino. certo vi è la possibilità che lo acclamassero in slavo (il che, senza dubbio, avrebbe colpito), ma si veda n° 1 !

  127. mirkhond scrive:

    Bosone Breakspear che pure accompagnò Papa Alessandro

  128. mirkhond scrive:

    Sempre sulle Foibe

    Questo termine è stato acquisito nell’immaginario storico-massmediatico relativo a quella tragedia, come sinonimo di eliminazione degli Italiani da Venezia Giulia, Istria e Dalmazia.
    Però come termine complessivo pur con aspetti fortemente evocativi di quella tragedia, è scorretto.
    In quanto gli infoibati veri e propri, in due fasi, settembre-inizi ottobre 1943 in Istria, e maggio-giugno 1945 nel Carso Triestino, non sono stati più di un migliaio.
    In questo credo che gli studi Alessandra Kersevan (la storica comunista citata da Habsburgicus?), non mi sembra che siano stati sostanzialmente contestati in sede strettamente storiografica.
    Mentre il grosso degli Italiani vittime della repressione titina, morirono nei gulag della nuova Jugoslavia o giustiziati in altri modi (a Zara, molti, tra i pochi italiani rimasti dopo lo sfollamento del grosso dei cittadini in Italia, nel novembre 1943-ottobre 1944, per sfuggire ai bombardamenti angloamericani che criminalmente distrussero gioielli dell’arte dalmata ineguagliabili; a Zara dicevamo, molte vittime titine, morirono gettate in mare legate a grossi macigni).
    Sul numero delle vittime, ovviamente c’è discordanza a seconda dei punti di vista.
    Stando a Raoul Pupo, dovrebbero aggirarsi intorno ai 5000 morti, e non tutti italiani, ma anche sloveni e croati collaborazionisti dell’Asse, o di sentimenti comunque fascisti.
    Ciò, ovviamente non elimina o sminuisce una tragedia, ma la colloca in un contesto che fu quello di un sanguinoso regolamento di conti per vecchi e nuovi torti e rancori, e in cui l’Italia tra 1918 e 1943 non è esente da peccati gravissimi.
    In sostanza, ci dice Pupo, la maggiorparte delle vittime della tragedia che va sotto il nome generalizzante di Foibe, NON morirono infoibati.

  129. habsburgicus scrive:

    la storica comunista citata da Habsburgicus

    no..se è lei cui si riferiva Z, gli debbo mezze scuse, anzi facciano solo un quarto (a ‘sti avvocati se gli dai un braccio si prendono pure le gambe :D)
    questa, pur faziosa, è di altro livello…ritengono sia contestabile (e forse pure molto), ma ripeto parliamo di un altro piano
    no, intendevo una il cui nome fa rima col celebre passo Pordoi 😀 ben noto a chi ama il ciclismo

    • habsburgicus scrive:

      si, le cifre direi siano quelle di R. Pupo..
      diciamo 3500 italiani ? non ci si dovrebbe discostare molto.se ci limitiamo agli infoibati stricto sensu
      se a Z paiono pochi, pensi che-se ci fosse libertà di ricerca e le grucce non attendessero l’eretico che osi tali blasfemie ! anche altri, più estesi e noti, genocidi vedremmo il numero delle vittime crollare..pur rimanendo una cifra spaventosa e orribile, sia chiaro !!!!
      stranamente, ma mica poi tanto, son solo le vittime del comunismo in URSS e Cina che, quando si può fare il confronto (oggi non più in Russia, c’è stata una breve parentesi sotto El’cin come in Cina c’è stata una parentesi sotto Hu Yaobang e Zhao Ziyang) risultano spesso di più di quanto si pensasse !
      ma si sa i comunisti sono buoni, democratici, antifassisti 😀

      • Z. scrive:

        Habs,

        non ricordo se l’articolo del Carlino commentasse Cernigoi (che immagino sia quella a cui ti riferisci) o Kersevan, e neppure ricordo il nome dello storico intervistato. Era presentato dal Carlino come uno storico italiano che si era trasferito in Jugoslavia quanto ancora era unita: mi pare nella odierna Slovenia ma non posso esserne sicuro. Sì, lo so, non ti sto dando molte informazioni per approfondire ma è quel che ricordo…

        I numeri con cui sostanzialmente mostrava d’essere d’accordo, comunque, erano effettivamente intorno al migliaio, forse un po’ meno. In ogni caso non credo sia necessario prendermi a badilate in faccia per così poco, su!

        Tanto più che non volevo suscitare un vespaio citando casi controversi, ma solo osservare come le cifre nella storia possono variare di molto a seconda di chi le racconta, da qualche centinaio a qualche milione. La prossima volta prenderò a esempio i numeri delle manifestazioni, tradizionalmente ingigantiti a dismisura da tutti gli organizzatori, così non ti verranno i fumini 😀

        • habsburgicus scrive:

          intorno al migliaio

          migliaio temo sia follia…o malafede….o entrambe..
          se diciamo da 3000 in su, ok (io direi, per quel che poche vale la mia opinione, 3500-4000 stricto sensu, e 6000-7000 contandoli tutti…poi ci sono i profughi, eh..diciamo 5000, dai…poi chi conosce meglio di me la questione potrà erudirci)
          leggi anche oltre

          • Z. scrive:

            Si parlava di infoibati in senso stretto, in effetti, non di profughi o di persone comunque indotte a lasciare le proprie terre.

          • habsburgicus scrive:

            poi ci sono i profughi, eh..diciamo 5000, da

            le vittime…i profughi furono purtroppo molti di più (e male accolti dalla sx, mica come adesso..eh già erano italiani !)…penso sia chiaro…comunque meglio precisare 😀

  130. mirkhond scrive:

    Ti riferisci a Claudia Cernigoi, giusto? 😉

  131. mirkhond scrive:

    “Era presentato dal Carlino come uno storico italiano che si era trasferito in Jugoslavia quanto ancora era unita: mi pare nella odierna Slovenia ma non posso esserne sicuro.”

    Forse si tratta di Giacomo Scotti, nato in un paese vicino Napoli, e trasferitosi in Jugoslavia nel 1947-1948, e per anni considerato (soprattutto negli ambienti degli esuli giuliani-istriani-dalmati come il portavoce italiano di Tito), e attualmente residente, credo a Fiume, oggi in Croazia.

    • habsburgicus scrive:

      buono quello 😀
      certo che il Carlino non brilla certo per obiettività (se è così) !
      sarebbe come se io chiedessi informazioni sulla baia di Porci e in generale sul castrismo a un esile di Miami scelto fra i più duri, colaboratore fidato di Jorge Mas Canosa 😀

  132. habsburgicus scrive:

    a chi interessa
    su conversione in Spagna islamica

    http://www.ifao.egnet.net/anisl/AnIsl042_art_02.pdf

  133. habsburgicus scrive:

    a chi interessa
    su cristiani sotto Omayyadi (661-750 d.C)
    http://www.ifao.egnet.net/anisl/AnIsl042_art_07.pdf

    eh, Moi, dobbiamo prepararci alla condizione di dhimmi, no ? 😀

    su etnie nella Sicilia coranica
    http://www.ifao.egnet.net/anisl/AnIsl042_art_04.pdf

  134. habsburgicus scrive:

    homenaje a Miguel…
    un raro punto di legame fra la terra dei faraoni e quella di Montezuma [tranne in Tex, si veda El Morisco]
    http://www.ifao.egnet.net/anisl/AnIsl037_art_09.pdf
    in più c’è pure “nègre” nel titolo..impossibile oggi in Italia, vero Moi ?

    • mirkhond scrive:

      In Tex, però, mi sembra che, al di là delle storie di fantomatiche sette segrete che sognano di restaurare l’impero dei Mexica/Aztechi con la sua sanguinaria idolatria, il Messico e i Messicani vengano visti con il solito stereotipo e luoghi comuni tipici dell’immaginario western wasp.

  135. habsburgicus scrive:

    @Z
    non offenderti…
    del resto sul nocciolo della questione hai ragione…le cifre nella Storia sono variabilissime, già nell’antichità 😀 idem nelle manifestazioni
    mi dispiace solo un po’ che si diminuiscano sempre le vittime dei rossi e degli alleati (hanno avuto il coraggio di farlo pure su Dresda e sulle bombe atomiche !), mentre invece uno è linciato se-spesso con argomenti fondati-prova a diminuire le cifre che sparano loro !
    ormai però ci ho fatto il callo..dunque, nessun problema 😀
    tutto qui

    • Z. scrive:

      Habs, tranquillo, non mi offendo e non voglio sminuire niente, credimi!

      su questo posso rassicurarti nel modo più ampio possibile 🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Habs

      “mi dispiace solo un po’ che si diminuiscano sempre le vittime dei rossi e degli alleati (hanno avuto il coraggio di farlo pure su Dresda e sulle bombe atomiche !)”

      Come al solito, credo che sia importante non giocare al gioco che ci impongono gli altri. I giochi bisogna capirli.

      I Morti Ufficiali, in questo specifico momento storico (ma il passato, si sa cambia incessantemente) hanno una gerarchia precisa. E siccome viviamo nella cultura delle Vittime e dei Vittimi, tutti ci tengono al primo posto.

      Il primo posto è saldamente occupato dagli ebrei vittime di Hitler; e quindi c’è una lotta violentissima per ottenere un onorevole Secondo Posto.

      Come giustamente lamenta Habs, questo secondo posto viene difeso con le unghie e con i denti dalle “Vittime del Fascismo” di vario tipo, che non esistano a fare i Faurisson con tutte le innumerevoli vittime del sistema sovietico e cinese.

      Un timido terzo posto viene concesso alle “vittime del terrorismo islamico”, che confortano antifascisti e anticomunisti nella loro condivisa superiorità occidentale.

      Ma antifascisti e anticomunisti sono complici nel negare un posto alle altre vittime della storia: le migliaia di persone ammazzate dal governo egiziano in questi mesi – in piena visibilità mediatica – scompaiono nel nulla.

      E lo dico senza avere alcuna particolare simpatia per i Fratelli Musulmani.

      • Miguel Martinez scrive:

        Il problema sta ovviamente nel partecipare al gioco stesso dei Punti Vittima.

        Personalmente, per quello che ne so io, credo che il regime di Tito abbia fatto stragi spaventose nei primi anni di potere.

        Stragi di italiani, ma soprattutto di serbi, croati e sloveni.

        Ogni calcolo è reso impossibile dal fatto che:

        1) i comunisti avevano interesse a nascondere il numero di omicidi commessi

        2) i comunisti avevano interesse a esagerare il numero di omicidi commessi, per poter instillare maggiore terrore (si pensi alla politica attuale dell’ISIS)

        3) nazionalisti italiani, croati e sloveni avevano interesse a esagerare i delitti dei comunisti

        4) per ogni menzogna che nega un omicidio, ci può essere benissimo una menzogna che inventa un omicidio mai commesso.

        Tutto questo ci spiega molte cose su come nascano i regimi politici. Ma nulla sulla qualità del regime politico stesso.

        • mirkhond scrive:

          Miguel

          Più ci penso, e più mi viene una rabbia per una storia che è stata scritta col sangue sulla base di ideologie astratte, che in terre meticce, mistilingui non potevano che portare a delle tragedie.
          Come in Dalmazia, ma anche in Istria o nelle città germanofone della Slovenia.
          E questo disagio, questo malessere che mi porta depressione, mi ha impedito fino ad ora di recarmi nei luoghi della mia lontana tesi di laurea….

          • Miguel Martinez scrive:

            Hai ragione, ma TUTTI fanno così.

            L’intera storia umana, mica solo quella dei Balcani, è un unico compromesso tra violenza e menzogna sulla violenza.

            Leggevo in questi giorni qualcosa sulle origini dell’Argentina… è la specie umana che è mostruosa.

          • mirkhond scrive:

            E’ vero, ma forse, data la vicinanza geografica e per molti versi anche storica, dei Balcani con l’Italia, quelle vicende mi fanno più male rispetto ad altrettante tragedie più lontane nel tempo e nello spazio.

            • Miguel Martinez scrive:

              Ti capisco perfettamente, e anche per questo ho un certo amore per i Balcani.

              Però, così come parlo dell’Oltrarno per parlare del mondo intero, anche quando parliamo dei Balcani, dobbiamo sempre parlarne per cogliere il mondo intero.

        • habsburgicus scrive:

          Personalmente, per quello che ne so io, credo che il regime di Tito abbia fatto stragi spaventose nei primi anni di potere.

          Stragi di italiani, ma soprattutto di serbi, croati e sloveni.

          una sola parola..Bleiburg (soprattutto croati)…e altre, non dissimili, di serbi e sloveni

      • habsburgicus scrive:

        lo dico senza avere alcuna particolare simpatia per i Fratelli Musulmani.

        si..questo Sisi è ignobile !
        e non ha neppure la statura, e le giustificazioni storiche, di Mustafa Kemal, che fece orrendi massacri ma almeno costruì una Nazione (e la sua opera mostra solo oggi con qualche incrinatura), riuscendoci così bene da vincere, credo, il posto (ambito ?) di most succesful dictator del XX secolo !

  136. mirkhond scrive:

    “E diceva che in un lontano futuro, i popoli si sarebbero mescolati sempre di più, rendendo arcaico quello spirito “possessivo” dei cultori della terra.”

    Ciò che in parte sta accadendo oggi.
    Solo che la cosa suscita parecchi malumori tra chi si sente minacciato nella propria identità etno-culturale.
    Da qui tutto un risorgere di nostalgismi, spesso di opposte vedute, tipo il neoborbonismo e il neorisorgimentalismo fascio-irredentista solo per restare in Italia, ma accomunati comunque da un profondo disagio in una società sempre più globalizzata e intercambiabile, in cui molti si sentono persi….

  137. mirkhond scrive:

    “Resta discutibile ogni conclusione moralistica, che sia quella di Kalergi (“meraviglioso futuro di pace, progresso e intelligenza”) o quella dei suoi avversari (“tenebroso futuro di razze subumane”).”

    Come tutte le utopie più belle, anche questa può trasformarsi in un incubo per chi non riesce a sentirsi parte del nuovo ordine illuminato….

  138. Miguel Martinez scrive:

    Vedo che si parlava di Istria, foibe e dintorni.

    Mi viene in mente la straordinaria figura di Maria Pasquinelli:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Pasquinelli

    A prescindere dalle scelte che fece, che a questa distanza sembrano irrilevanti (dove allora c’erano le fosse comuni di italiani, oggi ci sono i turisti italiani al Bar Figa), colpisce un’umanità così diversa dalla nostra.

    Che si vede anche nell’aspetto fisico e nell’abbigliamento di questa maestra.

  139. mirkhond scrive:

    Maria Pasquinelli, insegnò Italiano a Spalato nel 1942-1943, e dopo la conquista tedesca della città, occupata dai Titini il 10-27 settembre 1943, fece ritrovare i cadaveri di 134 persone, quasi tutti funzionari di polizia, carabinieri, fascisti e civili comunque italiani o legati all’Italia, come il rettore Soglian (il quale, affermò di aver salvato la vita a 300 Croati. Cosa che NON gli salvò la vita, in quel clima di sanguinosissimo regolamento dei conti avvenuto nei territori annessi all’Italia, all’indomani dell’8 settembre 1943…).

  140. mirkhond scrive:

    Sempre su Maria Pasquinelli

    Le sue idee sono antitetiche alle mie, ma non si può non ammirare il coraggio e la mancanza di tornaconti personali che hanno animato questa pasionaria fiorentina, che non ha mai chiesto la grazia, e si è sempre assunta la responsabilità di ciò che ha fatto.
    Anche dopo uscita dal carcere, per lunghi anni ha rifiutato interviste e notorietà, restando appartata, anche in un’epoca in cui la tragedia semplificata sotto il nome di Foibe, è stata sputtanata fino all’eccesso, per ragioni che hanno poco o nulla a che fare con chi ha vissuto quei drammi, e moltissimo invece con ambienti politici che su quella tragedia hanno cercato di rifarsi una verginità politica per tornare e mantenere il potere….

    • Miguel Martinez scrive:

      E’ vero. Maria Pasquinelli è davvero una figura eroica.

      Tra l’altro, mi aiuta a capire la totale falsità delle figure della “fantasy eroica” dei nostri tempi: basta guardare, come dicevo, la sua foto, e confrontarla con quella delle eroine delle finte epopee contemporanee.

  141. mirkhond scrive:

    Riguardo all’America Latina

    Recentemente ho scoperto una collana a fumetti, Rodeo, con una saga, Storie del West, ambientata tra il 1804 e il 1890, e avente come collante, la storia della famiglia Mac Donald, a partire dal suo primo protagonista, immigrato negli appena nati Usa, ai primi del XIX secolo.
    Ora, mi sono soffermato su due storie di questa saga, Comancheros e Soldati di ventura, ambientati sull’allora frontiera usano-messicana nel 1845-1846.
    Questi racconti, pur non mancando di spunti critici verso il carattere “garibaldino” e predatorio dell’aggressione e sottrazione al Messico della sua metà settentrionale, tra 1835 e 1848, alla fin fine, pur proveniendo da uno staff di autori italiani (alcuni, collaboratori della saga di Tex), mostrano di mantenere sul Messico quell’immaginario e quei pregiudizi tipici dell’immaginario western nordamericano.
    Insomma fottere Texas, Nuovo Messico e Alta California ai legittimi proprietari, certamente non è cosa proprio pulitissima, ma in fondo i Wasp sono sempre quelli buoni, e il Messicano buono è solo quello che aiuta i Wasp, spesso CONTRO il suo paese e il suo popolo.
    E perno di questa filosofia è la tragica storia d’amore tra il protagonista Pat Mac Donald e la bella Regina Duarte, figlia di possidenti rapinati dai Wasp, e divenuta capo di una banda di guerriglieri che fanno brigantaggio ai danni dei Wasp per vendicare i torti da loro subiti nel Texas strappato al Messico.
    Alla fine i due antagonisti si innamorano, ma la storia finisce male, con Regina che viene uccisa per aver fatto da scudo col suo corpo all’amato avventuriero Mac Donald.
    Il quale (siamo nell’estate 1846, nella Los Angeles che viene strappata al Messico), alla fine, se ne va verso nuove avventure, felice e contento di aver RUBATO Nuovo Messico e Alta California (come già il Texas) ai legittimi proprietari, con quell’aria da avventuriero che lotta però sempre per il bene.
    Bene che è costituito dall’INOSSIDABILE fedeltà alla bandiera statunitense!
    Sono riflessioni un po’ rozze, che però mi porto dentro da un bel pò, e di cui volevo parlarne con Miguel, che è figlio di quelle terre e di quelle storie….

  142. Thyrrenus scrive:

    Però, a leggere l’articolo del Carlino anche questo Scotti, pur non avendo ucciso nessuno mi sembra un vero eroe.

  143. Thyrrenus scrive:

    Correggo: Il Piccolo di Trieste e non il Carlino

  144. mirkhond scrive:

    Scotti è sicuramente un personaggio controverso.
    Però uno che sceglie di RESTARE nella Jugoslavia KOMUNISTA, anche DOPO la rottura Tito-Stalin del 28 giugno 1948, e che costerà il gulag di Goli Otok a diversi comunisti italiani, tra i 2000-2500, che nel 1947-1948 avevano scelto un “controesodo” per cercare nella nuova Jugoslavia di Tito, quel socialismo da sempre agognato!
    Molti di costoro erano “meridionali” come Scotti.
    Raoul Pupo ci dice che dopo la delusione derivata dalla rottura Tito-Stalin, portò i compagni italiani di recente immigrazione a difendere Stalin e dunque ad andarsene dalla Jugoslavia, ed emigrare poi in Francia o in Svezia, perché si vergognavano di tornare in un’Italia da cui se n’erano volontariamente andati, seguiti dopo il 1955, dai sopravvissuti dall’inferno di Goli Otok, e che al ritorno in Italia, furono costretti al silenzio dal pci, in nome della riconciliazione Tito-Krusciov.
    Scotti invece fu uno di quei “controesodati” che decisero di RESTARE in Jugoslavia, nonostante tutto.
    Naturalmente per stare lì, non poteva non fare l’elogio di Tito, e che si scandalizza evidentemente non comprende cosa voglia dire vivere in una dittatura (sebbene la Jugoslavia titina, dopo il 1955 fu ORO rispetto ai paesi della Cortina di Ferro).

  145. mirkhond scrive:

    chi si scandalizza

  146. Thyrrenus scrive:

    Non conosco abbastanza la storia Jugoslava per stabilire come fu il periodo titino. Commentavo solo le notizie del Piccolo. A naso credo però che il periodo titino sia stato il migliore per molti popoli della Jugoslavia dal 1918 in poi. Per ragioni di lavoro ho avuto a che fare con profughi dalla guerra del Kosovo e negli anni con tanti ex jugoslavi di tutte le etnie. Pochissimi non mi han parlato bene di Tito.

    • mirkhond scrive:

      Un mio caro amico croato (dalmata di Sebenico e di parziale ascendenza italiana, per parte di madre), ex commentatore in questo blog, mesi fa mi disse che Tito era odiato dai Croati della Croazia profonda e vera e propria, tranne che dai Dalmati (qui per via della brutale dominazione italiana del 1941-1943).
      Mentre invece, mi ha detto che era il beniamino dei Serbi.
      E la cosa non mi ha scandalizzato, visto che i Serbi, sin dall’estate 1941 si divisero tra cetnici e partigiani, e il grosso degli effettivi dell’armata titina era costituita da Serbi (seguiti dagli Sloveni, grazie alle splendide politiche tedesche e italiane nel 1941-1943)!
      Comunque anch’io, credo che la Jugoslavia di Tito fosse in fondo, migliore della Jugoserbia del 1918-1941.
      Solo che alla fine è ugualmente crollata perché Sloveni e Croati non sopportavano la TROPPA serbocrazia che perfino Tito non aveva potuto impedire di ricostituirsi e di mettersi a fare nuovamente i capatazzi.
      Del resto la capitale era nuovamente a Belgrado, mica a Sarajevo.
      Come sarebbe stato più logico in una Jugoslavia davvero di TUTTI gli Slavi del Sud.
      Ma, appunto, fin dal 1941, il GROSSO dell’apparato politico-militare-poliziesco e del consenso popolare a Tito, era tra i SERBI.

      • habsburgicus scrive:

        era il beniamino dei Serbi.

        tutto vero, ma con una precisazione..dei Serbi fuori di Serbia ! (mi riesce difficile scrivere “dell’estero”)
        Tito è/era una divinità fra i serbi di Bosnia e, se possibile ancor più, fra i serbi della Dalmazia interna, della Krajina di Knin e della Slavonia orientale…molto popolare era (è ?) pure fra i “serbi” del Montenegro o, diciamo così, fra i montenegrini che si dicono serbi (saranno un buon 40 %, contro 30-35 % di agnostici e un 25 % che si dice montenegrino, odia i serbi, è filo-occidentale e disprezza Tito..oggi in pratica il Montenegro è governato dai montenegrinisti+gli agnostici quasi tutti ex-boss del PC che hanno i dinari :D, mente i “serbisti”, forti soprattutto nell’est, sono esclusi dal potere)
        i serbi di Serbia, specialmente al sud e all’est (Belgrado è un po’ diverso, e in Vojvodina-che non è Serbia storica-vale più o meno quanto detto per la Bosnia, seppur un po’ meno) Tito è invece odiato…là si venera Mihajlović e la vecchia dinastia serba !

        • mirkhond scrive:

          Nel 1941-1944 il grosso del territorio in mano titina era pressoché limitato alla Bosnia serba, entroterra montenegrino, Sangiaccato, più entroterra dalmata.
          In Slovenia, pur riconoscendo Tito, de favto i comunisti locali agivano in maniera autonoma anche per la lontananza dalla base bosniaca di Tito.

          • mirkhond scrive:

            L’amico croato mi diceva che era il beniamino dei Serbi durante la sua vita.
            Dopo, sono rispuntati fuori i Karageorgevic’ e i cetnici di Mihajlovic’.

  147. Thyrrenus scrive:

    Comunque questo Scotti si è inimicato praticamente tutti ed ha avuto il coraggio di restare nella terra che si era scelto pur avendo saggiato la delusione per il governo titino. Mi sembra che abbia provato ad avere un occhio lucido sui fatti.

  148. mirkhond scrive:

    Ti capisco perfettamente, e anche per questo ho un certo amore per i Balcani.

    Ce l’ho anch’io, fin da bambino, quando c’era ancora la Jugoslavia e c’era Tito, che fino a 20 anni per me era un eroe, anzi l’unico vero eroe del socialismo reale, a differenza di Lenin e Stalin (perché sotto sotto ero/sono dalla parte dello Zar e della Russia Ortodossa 😉 ).
    Poi, dopo i vent’anni, studiando anche per la mia tesi di laurea, quelle storie affascinanti ed inquietanti (se vedete le foto del lager di Jasenovac, le foto dell’Olocausto nazista, vi sembreranno roba moolto più mite…), complice anche la mia situazione famigliare, mi è venuto un senso di depressione che mi ha portato ad allontanarmi anche solo dal leggere storie di quelle terre, in special modo gli ultimi sanguinosissimi duecento anni.
    E poi, un amico che va a Ragusa (non ce la faccio proprio a chiamarla Dubrovnik!), parla con la gente del posto in INGLESE! In Inglese capite?
    In terre che a lungo furono bilingui, mestize e culturalmente molto più vicine all’Italia che al retroterra balcanico, come acutamente osservato anche da Miguel.
    Poi, parenti e conoscenti che mi dicono che gli Italiani sono ODIATI per i trascorsi irredentisti-fascisti, che nei bar di Zara fingono di non capirti se chiedi un gelato in Italiano, e infine che le donne sono tutte mazze! 🙂
    E allora, quell’amore scema, cala, anche se continuo a vedere film jugoslavi, serbi, croati, bosniaci (capendoci si e no 2 o 3 parole al massimo), a documentarmi, e in fondo in fondo, a NON odiare Tito, nonostante tutto……

    • roberto scrive:

      “Poi, parenti e conoscenti che mi dicono che gli Italiani sono ODIATI”
      boh, io ci sono stato una vita fa e allora non mi sembrava proprio che ci fosse questo odio (tra parentesi, in europa l’unico posto in cui mi è parso chiaramente che gli italiani gli stanno antipatici è l’austria)

      “nei bar di Zara fingono di non capirti se chiedi un gelato in Italiano,”
      come sopra, poi in genere basta tirare fuori il portafoglio e tutti i baristi del mondo capiscono ogni lingua 🙂

      ” e infine che le donne sono tutte mazze”
      questo infine è fortunatamente vero 🙂

      • PinoMamet scrive:

        Beh, ormai lo conosci il nostro Mirkhond, se dieci persone gli dicono “mah, io mi sono trovato bene”, non li ascolta, quando trova uno che gli dice “caspita, io sono stato proprio male”, allora quello se lo ricorda a vita 😉

      • mirkhond scrive:

        Insomma, devo ripiegare sui Balcani orientali. 🙂
        Sob!

    • Thyrrenus scrive:

      Io ho provato a ordinare in italiano al baretto in mezzo a Pompei un paio d’anni fa. I tipi mi rispondevano in inglese. Ho fatto la prova un due volte. Che sarà stato?

  149. Thyrrenus scrive:

    Ho vissuto per un paio di mesi in un piccolo villaggio della Macedonia Greca, vicino a Serres. Al caffè ho conosciuto diversa gente del posto. Oltre a greci macedoni c’erano greci di ascendenza anatolica, albanesi, bulgari, slavomacedoni e ovviamente i rom. Tutti aevan da ridirsi qualcosa ma in generale si stava tutti benissimo assieme e si facevano delle lunghe disquisizioni storiche e etnomusicali: tutti poi stavamo a sentire i rom che erano dei bravissimi musici (il clarinettista in particolare). Da notare che tutti erano bene o male ‘nazionalisti’ e tra i greci si distinguevano anche quelli giunti anni prima da un’isoletta delle Cicladi. Vicino poi c’era un villaggio di roumeli orientali, greci della Roumelia: insomma poco sopra Costantinopoli. Avevano addirittura il loro modo di essere ortodossi e alcuni all’università mi dissero che erano discendenti di pauliciani… Sono stato ad una loro cerimonia di pirobasia, insomma camminavano sulle braci ardenti con delle icone in mano. Quando mi sono informato da gente che ne capiva qualcosa mi han raccontato di strane mescolanze interbalcaniche ed anatoliche… Ecco nei Balcani possono scoppiare guerre tremende ma per chi ha voglia e tempo si possono trovare cose che fan girare la testa. Ah: gli albanesi erano musulmani che pretendevano con orgoglio di avere dei sufi…

    • PinoMamet scrive:

      Secondo me non è che pretendevano, è che i sufi ce li avevano proprio…

      se Ritvan si decidesse a tornare, potrebbe dirti di più.

  150. Thyrrenus scrive:

    P.S.: non ho mai scambiato, anche per principio, una sola sillaba in inglese nei Balcani: MAI!

    • mirkhond scrive:

      Le donne che hai incontrato sono prevalentemente mazze, oppure ci sono anche come piacciono a me? 😉

      • Thyrrenus scrive:

        Certe rom avevano l’aria di indiane non mazze, però come rom sai che sono inavvicinabili. Forse alcune bulgare e alcune greche ti sarebbero piaciute.

  151. mirkhond scrive:

    “Vicino poi c’era un villaggio di roumeli orientali, greci della Roumelia: insomma poco sopra Costantinopoli. Avevano addirittura il loro modo di essere ortodossi e alcuni all’università mi dissero che erano discendenti di pauliciani… ”

    Mmm…interessante!
    Deve trattarsi dei discendenti di quei pauliciani convertiti a forza all’ortodossia calcedoniana, nell’Anatolia dei secoli IX-X e/o nei Balcani da Alessio I Comneno (1081-1118).
    Però una grossa fetta di Pauliciani, che Giovanni Zimisce (969-976) aveva deportato a Filippopoli per farne un grenzraum militare contro i Bulgari e poi i Peceneghi, restarono tenacemente ostili ai tentativi di conversione forzata all’Ortodossia bizantina di Costantinopoli, diventando invece e inaspettatamente cattolici, tra 1595 e 1670-1680 (in piena epoca ottomana), grazie agli sforzi missionari dei Francescani di Bosnia, costituendo il nucleo del Cattolicesimo bulgaro giunto fino ad oggi.
    Alcuni di questi Pauliciani divenuti cattolici poi, fuggirono nel Banato dopo la rivolta antiottomana del 1688, e soprattutto dopo il 1718, quando con la Pace di Passarowitz (oggi Pozarevac nella Vojvodina serba), il Banato fu annesso all’Ungheria riconquistata dagli Asburgo.

  152. mirkhond scrive:

    “Sono stato ad una loro cerimonia di pirobasia, insomma camminavano sulle braci ardenti con delle icone in mano.”

    Una cerimonia del genere, fu celebrata a Tarnovo in Bulgaria, nel 1187, quando i due fratelli cumani Teodoro-Pietro e Asen, fondarono il Secondo Impero Bulgaro, come riportatoci da Niceta Coniata (1150/1155 c. – 1217), all’epoca governatore romano di Filippopoli, e pressoché UNICA fonte coeva alla nascita del suddetto Secondo Impero Bulgaro.

  153. mirkhond scrive:

    Sempre riguardo al rapporto Serbi-Tito.

    In alcuni film jugoslavi ambientati nell’epoca 1941-1945, gli unici ecclesiastici che si vedono, sono popi e monache serbe, che aiutano e sostengono i partigiani comunisti!
    Nel gennaio 2007 a Bari, ci fu una mostra fotografica sul lager croato di Jasenovac, e gli organizzatori, un comitato pro Jugoslavia e filotitino, era infatti composto da serbi e faceva capo a Belgrado.

    • Thyrrenus scrive:

      Li si può capire. Molto clero cattolico croato fu piuttosto anticristiano durante quella guerra.

    • Thyrrenus scrive:

      I croati furono probabilmente dei maestri per i tedeschi. Furono infatti i primi a creare un campo di sterminio. Alla faccia di Stalin, WC e soci che avevano solo dei campi di lavori forzati non finalizzati al genocidio razziale.

      • mirkhond scrive:

        La crudeltà degli ustascia fu davvero demoniaca, e credo che sia davvero una pietra di scandalo per il mondo cattolico, soprattutto quello reazionario, che ci glissa sopra a chi glielo fa notare…

      • mirkhond scrive:

        Si dice che di fronte agli orrori degli ustascia, persino Hitler avrebbe raccomandato loro maggior moderazione!

        • habsburgicus scrive:

          io penso che fossero sì crudeli, ma non più dei cetnici e dei comunisti..al più possono averli superati all’inizio, ma gli altri si sono “rifatti” in seguito,. se così si può dire..Bleiburg, a guerra finita, per dirne solo una…
          il resto deriva dal fatto che la NDH ha perso la guerra per debellatio e in più il fatto che contro di loro si riuniscono tutte le propagande (antifascista, alleato/ciurcillista, filoserba, anticattolica sia laica che ortodossa..risultato assicurato in tal caso :D)
          “ce ne fut que la victoire qui décida s’il fallait parler de foi punique ou de foi romaine” (Montesquieu)

          • Thyrrenus scrive:

            Già già Bleiburg. Altro posto-evento controverso. I progetti di genocidio poi perpetrati dal governo croato con diretto aiuto di parte del clero e dei ‘santi’ padri francescani invece sono controversi solo per chi ama il gioco delle scimmiette che non vedono e non sentono quel che non piace loro. A Vienna ho incontrato anch’io un francescano, bravo a scacchi tra l’altro, che non si vergognava di ammettere le responsabilità, pavoneggiandosene. Fu il primo colpo alle mie illusioni sull’ordine francescano, confermate poi da notizie, di seconda mano però, sulle ‘autorità’ di Assisi. Non credo che i francescani di per loro siano manchevoli, tutti lo sono, tutti lo siamo. Diciamo che bisogna sempre reimparare che Babbo Natale non esiste.

        • mirkhond scrive:

          avesse raccomandato

  154. mirkhond scrive:

    fra i serbi della Dalmazia interna, della Krajina di Knin

    Qui però contrastati dai cetnici, circa 20.000, tra i cui leaders, spiccava il pope Momčilo Đujić, che erano appoggiati dall’Italia, e che contavano su almeno una parte della popolazione serba della Kninska Krajina.
    Fu solo dopo l’8 settembre 1943, col crollo dell’Italia, che, stando ad Ajmone Finestra, all’epoca komandir (comandante) di una compagnia di cetnici filoitaliani, molti dei Serbi delle Dinariche passarono a Tito.

  155. MOI scrive:

    @ ROBERTO

    *** 3) : Hai sbagliato qualcosa nella ricerca : ***

    se cerchi per google “piano kalergi”

    Limiti la ricerca alle sole fonti in Italiano

    tra il 1 gennaio 2000 ed il 31 gennaio 2000 hai 3 (TRE!) risultati

    In Italiano, lasciando fuori quel (comunque senz’altro poco) che possa risalire agli Anni Novanta

    stessa ricerca per il 2010 ti da un 200 risultati

    Sempre e solo in Italiano, escludendo tutti risultati intercorsi fra 2001 e 2009

    se cerchi a partire dal 1 gennaio 2015 ad oggi hai circa 400 risultati

    Sempre e solo in Italiano, escludendo tutti risultati intercorsi fra 2011 e 2014

    che ne deduci?

    Che dovresti riprovare tenendo conto di quanto sopra

    PS

    Io NON è che “credo nel Piano Kalergi”: io semplicemente percepisco forte e chiaro un virulento suicidio identitario dell’ Occidente ” E condivido l’ approccio “olistico” del Confratello di Pino più controverso di Francia ! 😉 , che ha individuato i “Quarant’Anni che han disfatto la Francia”, fra gli Anni Settanta e Oggidì !

    Secondo la tesi che la Francia è stata, per l’ Occidente, Avanguardia nella Nascita e ora Avanguardia lo è nel Suicidio !

    • Roberto scrive:

      Beh per l’italiano stavo appunto cercando risultati in italiano per la semplice ragione che mi curiosi e come il web italiano (e di riflesso politici e giornalisti) abbiano scoperto dell’esistenza di kalergi molto recentemente.

      Sugli anni hai ragione che li ho presi a caso (avrei potuto prendere un qualsiasi altro anno) ma quello che mi interessa non è il cumulo dei risultati, ma quante cose nuove vengono pubblicate anno per anno

  156. MOI scrive:

    @ PINO / MIGUEL

    Com’è possibile che GoogleTranslate traslitteri perfettamente “Lilli Gruber” ma fatichi con “Laura” (tutt’al più mi aspettavo una rielaborazione tipo “laurea” o “lauro”/”alloro” …) e non riesca a far niente con “Boldrini” ?

    “Lella”, intreressante questo, lo ha rielaborato in “Leila”, diffuso nome Arabo che, se il Maltese “lejl” non m’inganna, significa in Arabo “notte” / “nottata” … “Costa” come “litorale” non mi sorprende affatto.

    Ho provato con Wikipedia :

    لورا بولدرینی

    (però c’è solo in Persiano, in Arabo no !)

    http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11820533/Laura-Boldrini—La-cittadinanza.html

    … e sarà una “coincidenza” che Kalergi NON c’entra.

    • PinoMamet scrive:

      “Com’è possibile che GoogleTranslate traslitteri perfettamente “Lilli Gruber” ma fatichi con “Laura” (tutt’al più mi aspettavo una rielaborazione tipo “laurea” o “lauro”/”alloro” …) e non riesca a far niente con “Boldrini” ?”

      Semplicemente perché Google Translate è pensato per tradurre , non per traslitterare .

      Perciò magari “riconosce” i nomi propri, ma i cognomi? “Costa”, che comunque ha un significato, lo può tradurre (“Sahil”), ma “Boldrini” che vuol dire?

      In persiano, probabilmente nota qualche somiglianza, oppure il programma è “settato” diversamente, non so, e alla fine forse involontariamente traslittera: b-w-l-d-r-i-n-i

      • PinoMamet scrive:

        La stessa cosa, in arabo, succede per la Gruber: forse il programma nota qualche assonanza, che gli permette di scrivere “Gh-r-w-b-r”

  157. MOI scrive:

    @ ROBERTO

    Ricerca Pancronosinottica Ologlotta scrivendo solo “Kalergi” :

    436.000

    Quattrocentotrentaseimila risultati !

  158. MOI scrive:

    Credo che in TV “Kalergi” (“Càlergi” ? “Càlerghi” ? “Calèrgi” ? “Calèrghi” ?) sia ancora “vergine” 😉 come parola …

    Magari, quando a Settembre riprendono LaGabbia e AnnoUno (sempre “pionieristiche”) inizia a parlarne anche la TV … così che darà la colpa al Sciur Kalergi anche la classica “Sciura Milanese da servizio di La7” che _ spesso divenuta Leghista suo malgrado da Ex di Sx, sentendosene abbandonata_ che stenta a sopravvivere con la pensione, vedendo che Pisapia i soldi del bilancio comunale li mette in moschee, centri sociali facinorosi, campi nomadi, hotel per profughi e ghèipràid “da Broadway Musical” … senza mai dare un ghello a lei, che esce solo per far la spesa e vive asserragliata per paura delle aggressioni all’ imbrunire ! … E di cui, sostanzialmente, non fotte un cazzo a nessuno se non per applicarle qualche nuovo balzello !

  159. MOI scrive:

    Neppure Salvini, pur avendo descritto un “progetto pilotato di sostituzione dei popoli d’ Europa” , ha mai nominato che io sappia “Kalergi” … comunque possa pronunciarlo.

  160. MOI scrive:

    Però mi sa che la prima volta che si sentirà (con quale che sia la pronuncia) “Kalergi” in TV … si unirà d’urgenza una Commissione Parlamentare Governativa per imbavagliare Internet, ovviamente chiamandola “Carta dei Diritti” a reti TV unificate , con sillabato e cadenzato accento Maceratese che parte “pigolante” per poi “inrochirsi” …

  161. MOI scrive:

    Cmq, se prima di Internet in 4 Gatti Italofoni hanno letto qualche opera di Kalergi … il 50% degli Eruditi Felini 😉 sono tra noi : Miguel & Habs ! (2/4 = 50%) 😉

  162. MOI scrive:

    Poi chissà, magari Kalergi è ancora vivo e destinato segretamente a vivere ancora per molti secoli in un corpo cyborghizzato 🙂 😀 :

    https://www.youtube.com/watch?v=XAvrrcHbp4o

    https://www.youtube.com/watch?v=FbZjjm9Cofo

    https://www.youtube.com/watch?v=nv3upILeD88

  163. mirkhond scrive:

    “quando trova uno che gli dice “caspita, io sono stato proprio male”, allora quello se lo ricorda a vita ;)”

    Tipo questo che ho letto ieri notte:

    http://www.maurizioblondet.it/sulle-esperienze-di-pre-morte/

    Spaventoso!

    • Thyrrenus scrive:

      L’ho letto. Lo trovo spregevole. Se Dio permettesse davvero questo sarebbe l’essere più abominevole che si possa concepire. Mi verrebbe il desiderio di divenire ateo!
      Ci sarebbe poi da chiedere che esperienze si hanno in altre culture. Per di più queste descritte mi sembrano più ammeregane che cristiane.

      • mirkhond scrive:

        Io non ho dormito una notte pensando a quanto letto sull’articolo.
        Forse Blondet, raccontando queste esperienze terrificanti, aveva l’intento di scuotere le coscienze, nello stile da Savonarola o peggio, come giustamente hai notato, da pastore protestante.
        Ne parlavo ieri sera con un amico, e ne abbiamo convenuto che DIO se C’E’ E’ AMORE, e non SI sarebbe FATTO crocifiggere, per dannare una parte dell’umanità.
        Nello Zoroastrismo ci sono Paradiso, Zona intermedia (il nostro Purgatorio) e l’Inferno.
        Ma Zona intermedia e Inferno, servono solo per purificare coloro che non hanno voluto redimersi sulla Terra, e alla fine queste due zone scompariranno e TUTTI saremo sommersi dalla LUCE AMOREVOLE di DIO per sempre!
        Io credo ad un Dio di AMORE, che Vuol salvarci TUTTI!

        • Thyrrenus scrive:

          Pienamente d’accordo. Mi sono sempre chiesto perché la dogmatica ha voluto un inferno eterno e ha rifiutato l’idea dell’apocatastasi sostenuta da Clemente alessandrino, Origene, San Gregorio di Nissa ed altri al tempo del costantinopolitano (553). Forse per distinguersi dagli zoroastriani? O piuttosto una ‘schwarze Paedagogie’, ossia un modo di far rigar dritti attraverso la nuda paura, che però necessariamente agisce senza l’illuminazione dello Spirito? (Sarebbe così qualcosa di molto simile ad una bestemmia contro lo Spirito.)

        • PinoMamet scrive:

          Beh, credi al Cristianesimo quindi.

          Non stare a pensare troppo a Blondet…

          • mirkhond scrive:

            Pino che ne pensa di quanto riportato da Blondet?
            Nel Giudaismo come viene visto il concetto dell’Aldilà?

          • PinoMamet scrive:

            Mah, per quanto riportato da Blondet ho già risposto sotto…

            credo siano esperienze interessanti: positive o negative che siano, se inducono a fare una vita migliore, tanto meglio.

            Ma non credo siano “visioni dell’Aldilà”, credo sia la mente della persona in coma che, per dirla in linguaggio semplice (ma credo anche esatto…) sogna o ha delle allucinazioni, sulla base del proprio vissuto.

            l’Ebraismo, come in moltissime cose, non ha una visione univoca o dogmatica dell’Aldilà, e nella letteratura talmudica, cabbalistica ecc. si trova letteralmente di tutto, ma la visione comune non è poi particolarmente diversa da quella cristiana;
            da questo mondo (“‘Olàm ha Zè”) si andrà nell’Aldilà (“‘Olam ha-bà”, il mondo a venire);
            tra l’uomo e l’altro, taluni parlano di reincarnazione, che nell’Ebraismo è un’idea comunemente accettata;

            ma ormai lo è anche nel mondo occidentale in genere, direi più o meno nelle stesse modalità anche se in parte con origini diverse, quindi direi che sensibilità “ebraica” e “cristiana” riguardo a questi temi ormai sostanzialmente si equivalgono.

        • PinoMamet scrive:

          Una nota:
          il tipo che in coma “guarda alla sua destra e vede una nerezza generale” ha avuto un incidente sul lato destro del volto, che probabilmente gli ha colpito anche l’occhio destro, come visibile dalla foto.

          Voglio dire, non è detto che queste esperienze siano davvero “esperienze di pre-morte”, sono banalmente (si fa per dire, ok) visioni durante lo stato di coma, sogni; che possono benissimo avere causa psicologiche e persino fisiche.

  164. mirkhond scrive:

    “al più possono averli superati all’inizio”

    Diciamo che le mattanze furono proprio gli ustascia ad iniziarle, scatenando quel vortice di orrore totale di tutti contro tutti.
    Ricordiamo che nell’area sotto influenza italiana, furono proprio le truppe italiane a fermare la mattanza antiserba nell’agosto 1941, e a fucilare perfino alcuni sacerdoti cattolici croati, macchiatisi di tali crimini…..

    • Z. scrive:

      Parecchi anni fa lessi che gli occupanti italiani intervennero anche per fermare aggressioni contro i serbi da parte albanese. E’ vero o è una delle tante cose che si trovano su internet?

      • mirkhond scrive:

        E’ verissimo.
        E viene spiegato anche col fatto che le truppe italiane simpatizzassero con la popolazione serba del Kosovo, perché le donne serbe si concedevano agli Italiani, mentre le albanesi, no. 🙂

        • Z. scrive:

          😀

          E’ davvero difficile orientarsi nel dedalo di informazioni trovate sul web senza una guida competente, comunque.
          Per questo preferisco sempre chiedere!

    • Miguel Martinez scrive:

      Credo che andrebbe rivalutata la figura del povero principe reggente Paolo, che – al contrario di Alessandro – cercò innanzitutto di fare la pace con i croati e di non fare della Jugoslavia una colonia serba.

      Scoppia la guerra, Mussolini minaccia di annettersi Dalmazia e Slovenia, i croati sono sull’orlo della rivolta; Paolo, dopo aver chiesto invano aiuto agli inglesi, fa un patto con Hitler che salva la neutralità e l’integrità della Jugoslavia. E scrive agli inglesi spiegando esattamente cosa sarebbe successo al suo paese, se non avesse fatto così.

      Subito dopo gli inglesi organizzano un colpo di stato, accolto con la solita gioia suicida dai serbi; Paolo viene arrestato, mandato in esilio in Kenya dagli inglesi, dichiarato nemico dello stato poi dai comunisti quando arrivarono al potere…

      Ma se fosse riuscito a salvare la neutralità della Jugoslavia, almeno la storia di quel martoriato paese sarebbe stata diversa.

  165. mirkhond scrive:

    Ciò che mi colpisce degli ustascia è proprio questa violenta pulizia etnica dell’elemento serbo (30% della popolazione) presente nel nuovo stato croato, sorto nell’aprile del 1941, non certo giustificabile dalla serbocrazia del 1918-1941.
    Non mi risulta che la Jugoserbia avesse fatto pulizie etniche di Croati o avesse cercato di convertirli in massa all’Ortodossia serba….

    • habsburgicus scrive:

      l’oppressione fu fortissima, il clero ortodosso (massonizzato nei vertici) petulante, infido e fanatico nel suo odio per Roma (il Concordato che pure interessava alla YU come Stato, fu fatto fallire e non ratificato per l’opposizione del clero serbo fanatizzato), alcuni capi croati assassinati more serbico nel 1928 in pieno Parlamento (l’assassino era un montenegrino), gli ustascia catturati selvaggiamente torturati more serbico, specialmente dopo l’assassinio del capo-banda che chiamano Kralj Aleksandr il 9/10/1934 (una delle poche volte che in tempi moderni ci fu per così dire sensus historiae..Sarajevo 1914, Marsiglia 1934, chi la fa l’aspetti :D)..in più il menefreghismo delle cricche serbe per il bene comune (anche di altri serbi !) irritante e strafottente (si pensi al folle golpe del 27/3/1941 ad maiorem Churchill gloriam che rovinò l’opera dello knez Pavle che aveva raggiunto un capolavoro diplomatico con l’adesione al Tripartito a Vienna il 25/3/1941 a ottime condizioni e il placet per l’annessione di Salonicco vecchio sogno, INIZIANDO il tutto con la legittima reazione dell’Asse e provocando la fine della Jugoslavia ! con piacere ho visto che su fb, un serbo, odiatore di Tito, su questo-e s0lo su questo, eh-collima con me, e pure un’italo-slava che è invece filo-titina parimenti difende lo knez Pavle e attacca il golpe del 27/3/1941 :D), il senso di tradimento, di essere stati gabbati nel 1918 ecc (in alcuni forse anche il senso di lealtà e rimpianto per gli Asburgo e di conseguenza odio per i serbi che causarono la fine dell’Austria Felix, quel mondo splendido in cui avevano parte anche i croati)
      tuttavia ammetto senza problemi che l’oppressione serba del popolo croato nel 1918-1941 fu di tipo classico-balcanico e non genocida ! questo sì…la reazione fu (di gran lunga) spropositata…e dunque la condanna recise delle prime mosse NDH pare doverosissima….bisognerebbe però sentire anche la loro campana, però 😀 e vedere che dicono

      • Miguel Martinez scrive:

        Curioso come Habs e io, pur avendo probabilmente prospettive molto diverse, siamo spesso d’accordo nei dettagli. Infatti, proprio mentre io scrivevo la lode al principe Pavle, Habs scriveva:

        “si pensi al folle golpe del 27/3/1941 ad maiorem Churchill gloriam che rovinò l’opera dello knez Pavle che aveva raggiunto un capolavoro diplomatico con l’adesione al Tripartito a Vienna il 25/3/1941 a ottime condizioni”

        • habsburgicus scrive:

          😀
          mi fa veramente piacere, Miguel, sul serio !
          dunque siamo in 4..io, te, il serbo citato e l’italo-slava citata 😀
          consolante, per la salvezza di Sodoma dicono bastasse 1 😀

      • habsburgicus scrive:

        P.S
        in realtà il croatismo ustascia sosteneva che il popolo croato (ovviamente presentato come diversissimo dai serbi :D) era un unico popolo con 3 religioni
        1.croati cattolici in un certo senso i più puri
        2.croati musulmani (e gli ustascia, con malumori della gerarchia cattolica, diedero posti altissimi ai musulmani, anche il Ministro degli Esteri nel 1944-1945 !..nessuno lo dirà mai, non è politically correct :D, ma se Tito si sentì in dovere di inventare i “musulmani” come etnia, lo fu perché i “musulmani” sotto gli ustascia ottennero privilegi enormi che non era più possibile togliere; l’unica differenza è che Tito separò i musulmani [di Bosnia] dai croati e ne fece un’etnia a sé, i bosgnacchi)
        n° 3, croati ortodossi la dirigenza NDH puntò, all’inizio (e in teoria) a creare una Chiesa ortodossa croata e solo croata (con aiuto dei bulgari); lì fallì’, perché l’ortodossia fanaticamente sposò il serbismo [questo non si dice, però !] e in alcuni luoghi c’erano già stati massacri io che esacerbò gli animi; allora molti ustascia e alcuni preti cattolici decisero l’eliminazione degli ortodossi mediante espulsione, “ritorno” forzato al Cattolicesimo e nei casi estremi, massacro [alcuni lo fecero già prima, ma probabilmente senza ordini] il Poglavnik avrebbe voluto, sembra, una Chiesa ortodossa croata e solamente croata…e probabilmente avrebbe dato a questi croati ortodossi, se leali al croatismo, gli stessi enormi privilegi dei musulmani (e il clero cattolico avrebbe protestato :D) ciò non fu possibile sia per l’odio profondo a livello popolare sia per i primi spontanei massacri sia perché il clero ortodosso fu, è e sarà veicolo di serbizzazione !

        • habsburgicus scrive:

          il che esacerbò

        • Thyrrenus scrive:

          Chissà perché il clero ortodosso odiasse così il cattolicesimo romano! Ah certo, secoli di disprezzo tridentino non c’entrano!

          • Thyrrenus scrive:

            P.S.: mi ècapitato di leggere qualcosa di cattolico sulla questione ortodossa anteconcilio. Se fossi stato preso a pesci marci in faccia come lo furono loro e se fossi stato ortodosso non avrei potuto amare Roma. Comunque Habsburgicus ho letto degli interventi recenti di prelati greci ortodossi che rimproverano il Patriarca di Costantinopoli per la sua politica di apertura. Il loro linguaggio assomiglia molto a quello che ameresti tu! Durezza e carattere! Volontà di potenza sotto abiti sacri. Insomma il converso del tridentino in salsa greco-ortodossa.

          • habsburgicus scrive:

            l’alto clero ortodosso, da fine XVI secolo (e soprattutto da XVIII secolo in Russia e da XIX secolo) subisce l’influenza protestante…comunque l’odio per Roma era già fortissimo nel XV secolo (pensiamo al loro Marco Eugenico che hanno portato agli altari, nemico acerrimo di Firenze 1439, ottima soluzione almeno come punto di partenza, poi si poteva migliorare con il tempo)…a partire da fine XVIII secolo, non fosse altro che per la decadenza e l’impotenza dei cattolici, sono stati gli ortodossi a colpire i cattolici molto più di quanto sia avvenuto viceversa
            i prelati di cui fai riferimento non hanno torto..o, meglio, il loro anti-cattolicesimo é sgradevole (in più neppure si rendono conto dei cambi enormi avvenuti dopo il CV II), ma sono anche gli stessi che mettono in guarda contro la UE, il mondialismo, il genderismo ecc
            e dunque non si può andare troppo per il sottile…
            prendiamo ciò che ci passa..la lavra ! 😀

  166. mirkhond scrive:

    “tuttavia ammetto senza problemi che l’oppressione serba del popolo croato nel 1918-1941 fu di tipo classico-balcanico e non genocida ! questo sì…la reazione fu (di gran lunga) spropositata…e dunque la condanna recise delle prime mosse NDH pare doverosissima….”

    Ringrazio te e Miguel per le ottime delucidazioni sul reggente Paolo (1934-1941) e sulle politice ustascia che mi sono note solo in parte, e che, dunque, meriterebbero ulteriori approfondimenti.
    Resta però il fatto che anche tu hai giustamente riconosciuto, e cioè che pur con tutti i distinguo e le revisioni sempre opportune in ambito storico, la reazione ustacia contro i propri sudditi serbi fu spropositata ed eccessiva.
    E davvero indegna di un popolo cattolicissimo che era stato parte di una grande civiltà come quella ungherese, e poi asburgica-mitteleuropea!

  167. mirkhond scrive:

    “Credo che andrebbe rivalutata la figura del povero principe reggente Paolo, che – al contrario di Alessandro – cercò innanzitutto di fare la pace con i croati e di non fare della Jugoslavia una colonia serba.”

    Vedasi gli accordi Cvetković–Maček del 26 agosto 1939, che portarono alla nascita della banovina (provincia) di Croazia, allentando di molto la precedente politica serbizzante di re Alessandro (1918-1934).
    Bisogna aggiungere che, a differenza che con le altre etnie non serbe, la Jugoslavia dei Karageorgevic’ non trattò affatto male gli Sloveni, facendoli rientrare tutti nella banovina più settentrionale coincidente con i territori sloveni non annessi all’Italia nel 1918.
    E gli Sloveni, stando allo storico Joze Pirievec non ne ebbero mai a patire dalla serbocrazia, a differenza di Croati, Musulmani di Bosnia, Albanesi e Macedoni.

  168. mirkhond scrive:

    errata corrige: Alessandro di Jugoslavia re dal 1921 al 1934.

  169. mirkhond scrive:

    Il principe Paolo Karageorgevic’ (1893-1976) era figlio della nobildonna russo-fiorentina Aurora Pavlovna Demidova di San Donato, appartenente ad una nobile famiglia russa, dal 1822 spesso residente a Firenze, dove fece erigere una villa, Villa Demidov, centro di mecenatismo, e in cui visse lo stesso Paolo, nel dopoguerra, in esilio.

  170. mirkhond scrive:

    “il clero ortodosso (massonizzato nei vertici)”

    Ciò smentisce l’assunto massonico, che la Massoneria sia sempre e solo sinonimo di pace e tolleranza reciproca, sotto la propria “illuminata” influenza e dominio….

    • habsburgicus scrive:

      non smentisce nulla…perché i croati erano cattolici e i cattolici si possono, anzi si devono combattere, mica hanno diritti loro ! (lo pensano e i più franchi pure lo dicono)
      non l’hai ancora capito ? 😀

      del resto il “loro” Locke, a livello filosofico, non diceva già quello expressos verbis ? tolleranza per tutti TRANNE i cattolici
      e ciò si collega all’intuizione di Moi sull’oggi…che perderà la nostra civiltà !

  171. mirkhond scrive:

    (in alcuni forse anche il senso di lealtà e rimpianto per gli Asburgo e di conseguenza odio per i serbi che causarono la fine dell’Austria Felix, quel mondo splendido in cui avevano parte anche i croati)

    Sì, ma se la presero anche con i Serbi dell’ex Confine Militare Asburgico, che erano e rimasero fedeli sudditi asburgici fino al 1918 (l’ultimo grande feldmaresciallo austriaco, fu il SERBO Svetozar Boroevic’ von Bojna, 1856-1920, detto il Leone dell’Isonzo, e che morì poverissimo e in solitudine).

    • habsburgicus scrive:

      Boroević si definiva ortodosso croato (i serbi se lo appropriano falsamente, lui era fiero di definirsi ortodosso ma almeno dalla maturità non voleva avere nulla a che fare con i serbi)…..lui non avrebbe dato problemi 😀 però era (quasi) l’unico

  172. MOI scrive:

    Eric Zemmour (pochi minuti) … emula San Tommaso d’Aquino :

    https://www.youtube.com/watch?v=Kd2e_53ucg8

  173. habsburgicus scrive:

    Papiro bizantino, in greco, del 641 d.C sotto Costantino III, successore di Eraclio I, 5/10/610-21/1/641 d.C (ad invasione araba dell’Egitto già iniziata), rarissimo e di importanza storica incalcolabile [qualora si dimostri al 100 % che sia di quell’Imperatore il che ora non è certo]; il papiro é SB VI 8986 ed il testo greco è quello della restituzione di Zuckerman 2010 che migliora Zuckerman 1995 (sfidata da altri fra cui Gonis 2008, in ZPE; dubbi in Bagnall & Worp 2004)
    la traduzione è mia e così molti commenti (anche se tutti i punti sono toccati, e /o analizzati, da Zuckerman 2010)

    “In nome della santa, della stessa sostanza e che dà la vita, Trinità Padre, Figlio e Spirito Santo
    nell’anno 29 di regno dei divinissimi e splendidissimi e coronati da Dio nostri sovrani, Flavio Eraclio il Nuovo Costantino ed Eraclio, sempre Augusti, Imperatori e grandissimi benefattori
    e nell’anno 10 del consolato dei medesimi
    e dei felicissimi nostri signori Flavio Eraclio e David e Martino, Cesari beneffatori
    e del protetto da Dio, nobilissimos ….
    nel mese di mecheir
    nella quattordicesima indizione, nella città di Apollo sopra
    ecc ecc ecc

    Esaminiamo la datazione
    XIV indizione=estate 640/641 d.C (in quel periodo, o 625/626, 655/656 ma siamo già fuori sd una prima occhiata !) altrove iniziava il 1 settembre, ma iniziava talora con il capodanno egiziano (29 agosto) o in certe aree anche prima, comunque in estate
    Mecheir=26 gennaio-24 febbraio
    dunque basterebbero queste due semplici indicazioni per datarlo con certezza al 26 gennaio-24 febbraio 641 d.C (più probabile verso la fine del mese), all’inizio dell’effimero regno di Eraclio il nuovo Costantino=Costantino III (641 d.C)

    Eraclio il nuovo Costantino è Costantino III (figlio di Eraclio I e della prima moglie Eudocia), fatto Augusto il 22/1/613 (secondo Kaegi) e console il 1/1/632 allora era sul trono, da poco (e morirà pochi mesi dopo)
    Il suo anno 29 va dal 22 gen 641 al 21 gen 642 d.C, dunque una data in fine feb/marzo 641 collima
    Il suo anno 10 di consolato è il 641 d.C (anno 1=632 d.C, anno 12=641 d.C), dunque una data in fine gen/feb 641 collima
    Da ritenere quindi che questo rarissimo papiro appartenga al regno di Eraclio il nuovo Costantino (è l’unico datato) alle soglie del dominio romano/bizantino sull’Egitto ! in quel mese gli a abi già occupavano parte dell’Egitto
    come avviene anche in altri casi, non è messo l’anno di regno dell’altro Augusto che è Eraclio il giovane=Eracleona (figlio di Eraclio I ma dalla seconda moglie Martina), fatto Augusto il 4/7/638, dunque non potrebbe essere certo il suo 29° anno; idem, il consolato non vale per lui; Eraclio il giovane=Eracleona non fu mai console (in quest’epoca il consolato indica il vero potere o l’associazione effettiva al vero potere dunque non lo rivestivano ipso facto tutti gli Augusti, così come alla fine di Bisanzio, sotto i Paleologi 1261-1453, ciò sarà indicato dall’autokratoría)

    Il papiro menziona anche 3 Cesari
    Fl. Eraclio è il futuro Costante II (641-668) figlio di Eraclio il nuovo Costantino; alcuni negano con forza che potesse essere già un Cesare ad inizio 641 ma Zuckerman 2010 mi pare risponda in modo convincente
    Davide e Martino, gli altri due Cesari, erano i figli di Eraclio I e Martina, che faranno una brutta fine, quando Martina ed Eraclio il giovane=Eracleona saranno rovesciati in autunno 641 a favore di Fl. Eraclio (il primo Cesare, qui) figlio di Eraclio I ma dalla prima moglie e non da Martina

    Menzionato pure un nobilissimus
    Il nome del nobilissimus è caduto…Zuckerman 2010, correggendo la sua ipotesi del 1995, ipotizza che sia lo sfortunato quarto figlio di Martina che dopo il golpe citato, fui castrato, ancora bambinetto e morì in conseguenza di complicazioni; egli ritiene, e mi pare abbia ragione, che non sia il Theodosius che sarà ucciso per ordine di Costante II nel 659, figlio di Eraclio il nuovo Costantino=Costantino III e dunque fratello di Fl. Eraclio=Costante II

    Il papiro porta l’invocatio Trinitatis, introdotta da Maurizio (582-602 d.C) nel 591 d.C come invocatio Christi (definito kýrios=Signore portato in passato dagli Imperatori pagani mentre il più “basso” e “umano” despótes=Sovrano era l’Imperatore e così è anche qui), poi estesa a tutta la Trinità da Foca (602-610 d.C)

    La più grande obiezione fatta sin dall’inizio verso questa ricostruzione zuckermaniana del testo greco sta nel fatto che 1 mese, 1 mese e mezzo perché la notizia della morte di Eraclio I (11/1/641 d.C) giungesse ad Edfu nell’Alto Egitto sembrano pochi !!! ma non è impossibile (ecco perché ho detto che è più probabile verso fine febbraio)
    e quindi nel dubbio, manteniamo almeno la speranza che questo sia un papiro datato in Egitto proprio durante l’invasione araba che cambierà per sempre la storia dell’Egitto chiudendone il millennio iniziato con Alessandro e trasformandolo, dopo alcuni secoli, in un paese arabo quale è ancora oggi !

    N.B
    tutto dipende da quel mese..poteva giungere a Edfu la notizia in un mese o poco più ?
    Gonis lo data anch’egli in gen/feb 641 [ma in nome di Eraclio I e pensa che Eracleona sia stato dimenticato e calcolato solo come Cesare]; ripeto le lunghe formule sono IN GRAN PARTE ricostruite

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Un mese è mezzo potrebbe anche essere credibile, ipotizzando una diffusione rapida della notizia dovuta al momento d’emergenza. E’ pure vero che l’Egitto fu praticamente abbandonato a se stesso, quindi forse non c’era nemmeno l’interesse ad una rapida diffusione di questo genere di notizie.

      Perché cancellare un nome in seguito ad un golpe se l’invasione araba è in corso? Che interesse ci sarebbe potuto essere?

      • habsburgicus scrive:

        non è cancellato…è ricostruito e non si sa chi possa essere….Zuckerman 1995 pensava che il nobilissimus fosse Martino, poi si ricredette e lo ritenne Cesare..anche gli altri sono ricostruiti, tranne la certezza che ci sono uno o due Eracli..dunque sarebbero forse possibili altre combinazioni
        la data è quella, con certezza, perché in quel periodo XIV indizione può essere solo quella (fra l’altro nel 626/627, oltre a non esserci gli Imperatori sufficienti, l’Egitto era in mano persiana)

  174. habsburgicus scrive:

    ri N.B
    alcuni, oggi non più sembra, facevano morire Eraclio l’11 febbraio 641..in tal caso, finis !
    vi piace la formula ? 😀 (ceto che oggi non sono più così belle e lunghe !)

  175. MOI scrive:

    @ HABS

    Roma. Il filosofo ateista francese Michel Onfray, idolo della gauche grazie ai suoi libri fieramente antireligiosi e libertini, è caduto in disgrazia. Colpa del tweet che aveva lanciato a settembre, in un accesso di puro buonsenso (capita anche agli ateisti, pare). Riferendosi ai programmi scolastici improntati alla negazione della differenza sessuale (il famigerato “Abcd de l’égalité”), aveva scritto: “E se a scuola, al posto della teoria del genere e della programmazione informatica, si insegnasse a leggere, scrivere, far di conto, pensare?”. E’ bastato, perché Onfray fosse accusato di essere un neoreazionario. In Francia, con l’avvento di Hollande alla presidenza e grazie ai suoi tre ministri dell’Educazione, il tema della “decostruzione” degli stereotipi sessuali o presunti tali è al centro di una sorta di nuova rivoluzione giacobina.

    [cit.]

    http://www.ilfoglio.it/articoli/2014/12/24/francia-teoria-gender-non-che-nuovo-puritanesimo___1-v-124097-rubriche_c391.htm

    • habsburgicus scrive:

      già lo odiavano perché attaccò con violenza, smascherandone l’ascientificità nientepopodimeno che Sigmund Freud !
      comunque Onfray, pur partito dall’anticristianesimo à la gauche, è un ateista serio (rarissima vis.. ignota in Italia, dove ateista=anticattolico e bon !)..e infatti oggi attacca duramente tutti e 3 i monoteismi ! e, presumo, attaccherebbe pure i politeismi se esistessero ancora in Europa..e qualcosa mi dice che nell’intimo si sarà reso conto che, anche per un ateista come lui, i cristiani, oggi, sono ancora il meno peggio 😀

  176. MOI scrive:

    Interview of Christopher Lasch by Richard Heffner, recorded in 1991.
    “The Pursuit of Progress”

    I

    https://www.youtube.com/watch?v=GRJl54Y_VCk

    II

    https://www.youtube.com/watch?v=SbJIULQouZk

  177. habsburgicus scrive:

    (anniversari obliati)

    21 agosto 1915=8 ağustos (ab) 1331 A.H. milliye, cioè 100 anni fa esatti, l’Italia dichiarava guerra alla Turchia (la 2° volta in pochi ani, lo facemmo già come tutti sanno, il 29/9/1911=16 eylül 1327); noi demmo la protezione agli USA (Amb. Morgenthau, padre del famigerato autore del piano antitedesco del 1944), i turchi la diedero alla Spagna; il nostro Ambasciatore era Garroni (uomo di Giolitti, inviso a Sonnino che lo farà radiare dalla diplomazia, ma più tardi lo riabilitarono; ambasciatore ottomano era Nabi Bey)
    quanto ci scommettete che i tiggì non diranno nulla ? 😀

  178. mirkhond scrive:

    “Che cosa puoi dirmi di più di quella pirobasia bulgara? Al tema sono molto interessato.”

    Non ne so molto. Tutto quello che posso dirti lo traggo da Niceta Coniata e dalle note dell’opera Grandezza e Catastrofe di Bisanzio, Volume II, a cura di Jan Louis Van Dieten e Anna Pontani, Fondazione Lorenzo Valla/Arnoldo Mondadori Editore, 1999:

    ” Poiché i Mesi erano in preda ad un’aperta rivolta a capo della quale stavano quelli che ho detto (Teodoro/Pietro e Asen, nell’inverno 1185-1186, ndr.), l’imperatore (Isacco II Angelo 1185-1195 e 1203-1204, ndr.) fece una spedizione contro di loro (primavera-estate 1186, ndr.).
    Anche di questi fatti non bisogna omettere il resoconto. I Valacchi dapprima esitavano e riluttavano alla rivolta, a cui li spingevano Pietro e Asen, per timore che l’impresa fosse impegnativa. Per allontanare questa viltà dai connazionali, i fratelli edificarono un oratorio dedicato al grande martire Demetrio, in cui radunarono molti indemoniati dei due popoli (dei Bulgari e dei Valacchi ndr.), che strabuzzavano le pupille iniettate di sangue, avevano le chiome disciolte e per il resto tenevano alla lettera i comportamenti di chi è posseduto dai demoni. A costoro i due suggerirono di dire nell’estasi che Dio era favorevole ai propositi di libertà del popolo dei Bulgari e dei Valacchi e acconsentiva che si liberassero dall’annoso giogo: per questo anche il martire di Cristo Dementrio aveva lasciato la metropoli dei Tessalonicesi (allusione alla conquista e allo spietato saccheggio normanno di Tessalonica nell’agosto 1185, ndr.), la sua chiesa e la sua residenza presso i Romani. Questi pazzi, dopo essersi trattenuti per un poco, all’improvviso raccogliendo più fiato, balzavano con frenesia, gridando in estasi con voce penetrante che ormai non era più tempo per indugi, ma si dovevano prendere in mano le armi e combattere con i Romani: quelli che fossero stati catturati in battaglia, non dovevano essere fatti prigionieri né tenuti in vita, ma si dovevano sgozzare e uccidere senza pietà, non bisognava liberarli dietro riscatto né farsi piegare da suppliche né indebolire da genuflessioni, ma restare inflessibili come acciaio dinanzi ad ogni richiesta e annientare ognuno che fosse stato catturato.
    Tutto il popolo, conquistato da profeti di tal fatta, si dà in massa alle armi.”

    Niceta Coniata, Volume II, Libro XII, pp. 349-351.

    E, in una nota, n° 82, del Libro XII, a p. 709 dello stesso Volume II, si può leggere:

    “Partendo dall’aggiunta al passo di Niceta che si trova nella Synopsis Sathas (p-372, 4-5: “radunati molti indemoniati, che alcuni chiamano Astenaria”), Malingoudis (come già aveva fatto G. Rossi Taibbi, Sopravvivenze di riti dionisiaci nella Tracia orientale greca: Le Anastenaria, ” Annali del Museo Pitrè” II-IV 1951/1953, pp. 77-104) si adopera a collegare tale aggiunta con la tradizione, ancora esistente nella Bulgaria sud-orientale e in Macedonia, delle feste dette Anastenaria, sopravvivenze di un culto a carattere orgiastico di origine ellenica. Esse, che si svolgevano in varie località secondo un rituale analogo, prevedevano che, nei giorni precedenti la festa del santo del villaggio, gli Anastenari (persone consacrate al culto del santo) pregassero insieme dinanzi alle sacre icone; il giorno della festa entravano in una sorta di trance e, tenendo in mano le icone, danzavano come invasati, talora a piedi nudi, su carboni ardenti. Quindi, pur non potendosi provare che “il raduno degli ossessi” abbia davvero avuto luogo nella circostanza narrata da Niceta, il suo racconto, che si configura come un veridico excursus, appare in ogni caso importante per la storia delle tradizioni popolari, costituendo la prova più antica (come aveva messo in luce Rossi Taibbi, pp. 98-100) dell’esistenza in età medievale di un rito di antichissima origine pagana, peraltro ancora vivo ai nostri giorni.”

    • Thyrrenus scrive:

      Notizie interessanti. A quanto ho capito ci sarebbero stati anche anasteriades valacchi, per adesso sapevo solo di greci e di bulgari (con qualche traccia in Anatolia). Che questa pirobasia sia di origini precristiane può darsi, affermare che sia un resto di qualcosa di dionisiaco lo vedo già un po’ più tirato. In quelle terre, ma soprattutto nella Roumelia, ossia nell’antica Tracia, si sono incrociati nei secoli influssi le cui ascendenze spaziano dalle steppe, dai Balcani tutti da una parte e dall’altra arrivano all’Iran e all’India. Che poi un’estasi sia comunque una parousia di Dioniso come un’intuizione felice una parousia di Apollo … beh perché no? 😉
      Io spero di scovare qualche notizia delle influenze iraniche sul primo impero bulgaro. Ho letto da qualche parte (ma non mi ricordo più dove!!) di ritrovamenti di fondamenta di templi bulgari dalla architettura simile a templi del fuoco.

      Gli Anasteriades che ho conosciuto, non abbastanza bene, venerano Santa Eleni e Santo Costantino. Ho trovato questo filmato in italiano proprio su di loro.
      https://www.youtube.com/watch?v=O7bTG-e2hBo

      Una cosa che mi ha colpito, specie nella cerimonia invernale, quando la pirobasia avviene nel konaki, al chiuso, è la semplicità con cui tutti vivono la cosa. I contadini e gli altri non si mettono costumi tradizionali o altro, non è un evento pittoresco, ma semplice, tra intimi seppure aperto a tutti.

      (non ti stupire del fatto che ci sia qualcuno che parla italiano, molti greci hanno studiato in Italia, anche in piccoli paesi trovi il farmacista che ti sa parlare in italiano, almeno nella Macedonia greca questo mi è successo diverse volte)

  179. habsburgicus scrive:

    Questo è l’ultimo papiro greco datato dell’Egitto romano-bizantino, non quello di ieri 😀 ed è del 10/10/641 d.C

    CPR XXIII 35, in ind 15 (641/642 d.C), il 13 di un mese egiziano (secondo Mitthof, Phaophi o Athyr donde 10 ottobre o 9 novembre 641 d.C)

    “Nel nome del Signore e Sovrano Gesù Cristo Dio e Salvatore nostro,
    nell’anno 10 di regno del divinissimo e piissimo nostro Sovrano Eraclio fedele hemerotatos basileus in Cristo e nell’anno 4 dopo il suo consolato
    nell’anno 4 di David felicissimo Cesare e nell’anno 3 di Martino anch’egli felicissimo Cesare, sempre Augusti Imperatori,
    il 13 di phaophi, nella 15° indizione,
    nella splendidissima e amica di Cristo città di Alessandria presso l’Egitto”

    il 13 phaophi (scelgo quello) è il 10 ottobre, dunque è del 10/10/641 d.C (quando i settatori di Maometto già si erano pappati i tre quarti dell’Egitto)
    in questo papiro vi è un solo Augusto che è chiamato basileus, Eraclio cioè Eraclona anni di regno contati da quando divenne Cesare (come già sotto per Tiberio II), infatti anno 10 anno 1=632 d.C; anno 10=641 d.C collima
    anni di consolato collimano [e dunque mi correggo, Eraclona assunse il consolato], ma se e solo se li facciamo partire dal 4/7/638 d.C quando divenne Augusto secondo la prassi posteriore attestata da Costantino IV [in realtà, là, non da quando divenne Augusto ma da quando divenne Augusto AL POTERE]; eppure sappiamo che Eraclona assunse il consolato vestito con la toga praetexta il 1/1/639 d.C; in tal caso sarebbe anno 3 [anno 1=639, anno 3=641]; forse lo assunse il 1/1/639 (penultimo nella Storia) ma poi lo si contò dall’Augustato (anno 1=4 lug/31 dic 638 ex post; anno 2=639; anno 3=640; anno 4=641) così collimerebbe

    messi anni di regno pure dei due Cesari come sotto Giustino II e Tiberio II
    anno 4 di David, fatto Cesare il 4/7/638 d.C, dunque 4/7/641-3/7/642 collima;
    anno 3 di Martino che sappiamo essere stato fatto Cesare verso metà 639 se crediamo a Niceforo (il 4/1/639 d.C era stato fatto semplice nobilissimus) donde anno 3=metà 641/metà 642 collima

    Invece omesso Costante II che era membro del collegio, come Cesare, ad inizio anno (papiro di ieri, SB VI 8986), secondo Zuckerman [secondo me questo è però un campanello d’allarme che parla CONTRO la restituzione da lui fatta e che vi ho descritto ieri]

    Questa ultima apparizione di un collegio imperiale su papiro, fu la prima e l’ultima in cui comparve il titolo basileus e lì sta la sua importanza enorme
    MAI era apparso prima in Egitto e mai, pour cause, apparirà dopo ! quasi a significare l’inizio di un’epoca nuova, non più romana (ed è piccante che ciò avvenne proprio mentre l’Egitto stava divenendo arabo) e fu infatti così [in una novella costantinopolitana il nuovo titolo era già comparso nel 629 d.C, ma non nei papiri]

    L’espressione ton aiuonion Auguston Autokratoron “sempre (eterni) Augusti Imperatori” ora abbraccia l’intero collegio imperiale, coprendo sia gli Augusti che i Cesari (già in un esempio latino africano, vedi infra)

  180. habsburgicus scrive:

    Formula latina presso Telergma in Algeria [anche lì oggi vi si recita la shahada], del marzo 636
    “In nome del Signore
    e dei massimi benefattori
    Eraclio piissimo Imperatore per decreto di Dio, nell’anno pacifico XXVI e dopo il suo consolato anno XXV
    e di Costantino Imperatore benefattore
    e di Eraclio Cesare benefattore
    invero nell’anno XXIV di Costantino Imperatore benefattore e nell’anno V dopo il suo consolato
    invero nell’anno V di Eraclio Cesare benefattore,
    perpetui Augusti Imperatori
    formula coerentissima [con un’eccezione apparente]; i titoli di Augustus e Imperator sono estesi a Eraclona che era solo Cesare, così come in CPR XXIII 35 di ottobre o nov 641 d.C, il titolo di Augusto è esteso ai due Cesari, David e Martino

    il papiro è del marzo 636 d.C, come accennato

    Eraclio è Eraclio I
    Anno 26=5 ott 635/636 collima
    Anno 25 di consolato è il 635 se computato al mondo “recente” (come nei papiri citati) e non collima ma è 636 d.C se computato al modo “antico” e collima (lui assunse il consolato in gen 611 d.C; “modo recente”, anno 1=611 d.C; “modo antico”, più confacente alla tradizione, anno 1 di post-consolato=612 d.C, dunque anno 25=636 d.C collima)

    Costantino è Costantino III, figlio di Eraclio dalla prima moglie
    Anno 24=22 gen 636/21 gen 637 d.C collima (anno 1=22 gen 613/614 d.C)
    Anno 5 di consolato, collima se calcolato al modo nuovo (anno 1=632 d.C, anno 5=636 d.C) resta il mistero per un consolato calcolato in due modi diversi, però si spiegherebbe, modo antico per il vecchio e modo nuovo per il giovane 😀

    Eraclio Cesare è Eraclona, figlio di Eraclio da Martina
    Anno 5 di Eraclio Cesare collima è 636 d.C (anno 1=632, anno 5=636 d.C)

  181. daouda scrive:

    Maronno quanta robba regà!

  182. MOI scrive:

    http://www.wired.it/internet/web/2015/08/21/ashley-madison-hack-indiscriminata-gogna-pubblica/

    … perché gli Avvocati Divorzisti dovrebbero fare un monumento agli Smanettoni ! 😉

    • MOI scrive:

      La domanda è : perché lo han fatto, ‘sti Smanettoni ?

      Forse si erano iscritti “invano” 😉 🙂 😀 ?

      Eh … mi sa che a Francesco Bertolotti detto Cisco dovrebbero dargli qualche laurea Honoris Causa, mentre Umberto Galimberti “al pol andèr a spaz’èr la Montagnola” [cit.] …

      • MOI scrive:

        Ecco, UG 😉 è un perfetto esempio di quegli Intellettualoni Specialisti Surrogati Parentali di Massa di cui parlava Christopher Lasch …

  183. MOI scrive:

    http://www.tracce.it/?id=266&id2=234&id_n=6650

    sempre su Christopher Lasch …

    ——

    Quella di Narciso è l’immagine simbolo del nostro tempo, dell’io incapace di aprirsi al riconoscimento dell’altro. Un io auto-proclamatosi ombelico del mondo, origine e fine di ogni cosa.

    —-

    la nuova élite che ha mortificato il padre, indebolito la famiglia, messo l’uno contro l’altro uomini e donne grazie al contributo decisivo del femminismo. Predicando una nuova forma di paternalismo senza padre, si è così giunti a predicare l’autorealizzazione a danno della fatica del vivere, perché è proprio questa élite che «si schiera con le pulsioni narcisistiche e scoraggia la loro modificazione in cambio del piacere di conquistare la fiducia in se stessi».
    Questa nuova classe di esperti è l’origine della diffusione di una nuova cultura, di un individualismo reso arma di distruzione di massa autorizzata. Contrapposto alle virtù di un “individualismo populista” tutto americano, etico, razionale, profondamente religioso, che non rinnega mai la realtà, che non dimentica le tradizioni e che vuole vivere con autonome forme di self-help la via americana alla democrazia, Lasch descrive il nuovo individualismo narcisistico, ansioso e inquieto, ripiegato su se stesso, mosso da un desiderio di possesso e di benessere senza limiti. Un individualismo creato e diffuso dalla nuova classe al potere, quella che si stacca dal popolo per creare una gabbia lontana dal mondo e dalla realtà.

    ————

    . Scrive Lasch: «Il liberalismo assistenziale, che assolve gli individui da ogni responsabilità morale e li considera vittime delle condizioni sociali, ha elaborato nuovi sistemi di controllo sociale, che trattano la devianza come una malattia e hanno sostituito alla pena la riabilitazione medica». La stessa cultura che sostituisce gli adulti, in particolare il padre, con la pletora di esperti cui si rivolge l’individuo in cerca di senso e identità. La stessa cultura che, dice Lasch, ripudia la Chiesa per sostituirla con l’egemonia dell’organizzazione commerciale, dentro cui emerge «la nuova classe dirigente composta di amministratori, burocrati, tecnici e specialisti».

  184. MOI scrive:

    @ MIRKHOND

    http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2015/08/21/ahlam-el-brinis-la-miss-musulmana-che-sfida-l-islam-1.1449723

    Ahlam El Brinis la miss musulmana che sfida l’Islam
    La ventenne di origini marocchine rivendica il diritto a sfilare senza veli: “voglio vincere Miss Italia per prendermi una rivincita”. Minacce su facebook: “Infedele, ora ti servirà la scorta”

    • PinoMamet scrive:

      Di Miss Italia non me ne frega niente, ma quando la Boldrini dice che in TV parla solo il 2% delle donne, “il resto è muto e svestito”, credo dica una percentuale falsa e/o tirata a caso.

      Forse sarà stato vero nella Tv degli anni Ottanta (ma mi sembra una percentuale esagerata anche per quell’epoca…)

    • MOI scrive:

      La cosa più inquietante è che ad applaudire l’ Imamessa Somma 😉 ci sono ex Uomini (nel senso che adesso sono “Maschietti”, Cachorrinhos* di qualche Lèdilàich 🙂 …) che in gioventù si sentivano di Sx con la famigerata classifica di Cuore che metteva al primo posto “la Figa” [sic] considerandolo di Sx contro l’ Ipocrisia Borghese …

      *

      http://www.youtube.com/watch?v=SNtX5gvYMXY

      *

      Se tem uma coisa que me deixa passada
      É gritar comigo sem eu ter feito nada
      Se tem uma coisa que eu não admito
      É gritar comigo

      Você gosta de mandar
      Você só me faz sofrer
      Você só sabe gritar
      E grita sem saber
      Mas sem mim você não vive
      Sem meus cuidados amor
      Fala baixinho comigo
      A sua dona chegou

      Vem aqui que agora eu tô mandando
      Vem meu cachorrinho, a sua dona tá chamando(4x)

      Sit, junto, sentado e calado(2x)

      Se tem uma coisa que me deixa passada,
      É gritar comigo sem eu ter feito nada
      Se tem uma coisa que eu não admito,
      É gritar comigo

      Você gosta de mandar,
      Você só me faz sofrer,
      Você só sabe gritar
      E grita sem saber,
      Mas sem mim você não vive,
      Sem meus cuidados, amor
      Fala baixinho comigo
      A sua dona chegou…

      Vem aqui que agora eu tô mandando,
      Vem meu cachorrinho, a sua dona tá chamando(4x)

      Sit, junto, sentado e calado(2x)

      Você gosta de mandar,
      Você só me faz sofrer
      Você só sabe gritar,
      E grita sem saber
      Mas sem mim você não vive,
      Sem meus cuidados, amor
      Fala baixinho comigo
      A sua dona chegou…

      Vem aqui que agora eu tô mandando,
      Vem meu cachorrinho, a sua dona tá chamando(4x)

      Vem aqui
      Sit, junto, sentado e calado(2x)

      • Z. scrive:

        Moi, non dire fesserie. Il primo posto era sempre riservato all’amore! Evidentemente non lo leggevi…

        • MOI scrive:

          E’ da molto che non lo leggo, ma i pare che qualche volta la Figa scavalcasse l’ Amore, l’ Amicizia in genere era al terzo posto, poi veniva sempre più “ironicamente” … la coesistenza di Figa e Amore nello “spazio riempipista” mi ha sempre saputo di comprmesso col Femminismo, che allora cmq era molto meno influenzato dai Liberal Statnitensi, con “Donne Attiviste in quanto Donne” più concrete nella sostanza e meno suscettibili nella forma !

          • MOI scrive:

            Poi veniva sempre più “ironicamente” Il Comunismo.

            Poi ripeto, il Politically Correct addirittura lo sbeffeggiavano con l’ inserto “Garrone” … destinato a diventare premonizione quasi profetica de “L’ Unità” sotto Concita De Gregorio.

  185. MOI scrive:

    un’altro? UN’ALTRO?? misericordiaaaaa… sempre rileggere quel che si scrive, specie quando si sostituiscono parole con parole di un altro genere!!

    Z

    [cit.]

    Ma no, ma no … tranquo : è il Superamento del “Paradigma EteroSessista” [cit. sic.] nella Riforma del Pens _ ahem, pardon 😉 … _ della GrammatiKa !

  186. MOI scrive:

    “Olàm ha Zè -“Olam ha-bà” … Life goes on, bra (“regggiseno” 😉 ?!) !

    https://www.youtube.com/watch?v=gRtAO-nffz0

  187. mirkhond scrive:

    “Io spero di scovare qualche notizia delle influenze iraniche sul primo impero bulgaro. Ho letto da qualche parte (ma non mi ricordo più dove!!) di ritrovamenti di fondamenta di templi bulgari dalla architettura simile a templi del fuoco.”

    Francis Conte, storico degli Slavi, sosteneva che i Bulgari di Khan Asparukh che nel 681 d.C., fondarono il Primo Impero Bulgaro, erano dei Turchi, meticciati con elementi iranici sarmatici.
    Del resto lo stesso nome del loro sovrano ASPARukh, ha una radice iranica.
    Inoltre le donne bulgare turche, portavano i pantaloni, secondo il tipico abbigliamento delle steppe e che, forse proprio attraverso l’Iran, è passato nell’Islam di cultura iranica tra Bosnia e Bangladesh.

  188. MOI scrive:

    @ MIRKHOND

    A proposito di Aldilà Ebraico …

    https://www.youtube.com/watch?v=waPoGkGEz3U

    http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-bibbia-non-parla-di-dio-libro.php

    … ultimo emergente del Paleocontattesimo : Mauro Biglino ! Si è concentrato sul testo masoretico, perché _ dice _ è dato per “ufficiale” dalla “Cisa Catòlica” …

  189. mirkhond scrive:

    Biglino, l’ultimo acquisto della “scuola” ufologica come chiave interpretativa delle religioni, Ebraismo in primis! 🙂

    • PinoMamet scrive:

      Posso fare un discorso serio?
      Beh, tipo.

      Secondo me è perlomeno da fine Ottocento (Era dei Baffi a Manubrio nella cronologia Moi-ana 😉 ) che esiste una tendenza scientista-religiosa, che vuole coniugare, o più spesso rimpiazzare, l’elemento religioso-metafisico con uno para-scientifico o fanta-scientifico.

      In realtà il metafisico, cacciato dalla porta, rientra dalla finestra, perché gli Alieni Colonizzatori, oltre a essere trattati in tutto e per tutto come dèi pagani (in primis, nella loro indimostrabilità) dai sostenitori della teoria, avranno comunque avuto qualcuno o qualcosa che li ha creati…

      • mirkhond scrive:

        Concordo totalmente con Pino, che ha centrato perfettamente la questione.
        Sono i figli di Madame Blavatskaja! 🙂
        Il problema è farlo capire a certi testoni, tetragoni nella loro pur buona fede, tipo un amico di Peucezio, con cui nei giorni scorsi abbiamo parlato proprio di Biglino.
        Questi, che si è dichiarato non cattolico, ci ha fatto un lungo pippone sulle interpretazioni storiografiche, sulla storia scritta sempre dai vincitori, sull’indimostrabilità di Cristo, ecc., credendo però ciecamente nelle “verità” di Biglino! 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Cioé, uno crede all’indimostrabilità di Cristo
          (che ripeto, lasciando da parte la resurrezione che è questione di fede, è “dimostrabile” quanto Socrate… del quale nessuno dubita!)
          e poi si fida di un tizio che dice che la Bibbia è una storia di UFO col raggio della morte??

          • mirkhond scrive:

            Esattamente!
            Non crede in Cristo ma crede in Biglino e nelle sue ricostruzioni “esegetiche”. 🙂

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Un paio di uaarini mi dissero (seriamente, difendendo una teoria paleocontattista) che secondo loro è più credibile quella degli UFO.

  190. MOI scrive:

    le principali parole-chiave “incriminate” da Biglino sono :

    Elohim (pl.) : NON “Dio” … e NEMMENO “Dei”
    Elyon : NON “Altissimo” (poiché NON è un superlativo assoluto)
    Barah : NON “Creare”
    Yaweh : NON “Signore”
    Ruach : NON “Spirito”
    Kavod : NON”Gloria”
    Olàm : NON “Eternità”

    http://maurobiglino.it/2015/04/un-suggerimento-pasquale-da-mauro-biglino/

    • Moi scrive:

      L’invito di Biglino (ex chierichetto e che “non gli era mai tornata” …) è alla lettura di qualsiasi semplice Bibbia Masoretica approvata CEI … solo sostituendo mentalmente le parole di cui sopra ai corrispettivi “da Chiesa”; senza nemmeno darsi significati di traduzione “alternativa”, lasciarle in V.O. e desumerne il significato dal contesto … Alieni, astronavi, raggi distruttori e antigravitazionali, ingegneria genetica, trasformazioni geologiche dell’ habitat naturale e del paesaggio umano ecc … risulterà l’unica cosa “razionale”: considerando quante stelle siano potenziali “Soli”, ciascuno con almeno un potenziale pianeta esobiologicamente abitabile e verosimilmente abitato.

  191. MOI scrive:

    @ MIRKHOND

    La Storia della Roccia, secondo Biglino :

    http://maurobiglino.it/2013/01/kavod-la-gloria-di-dio-nuovo-articolo-di-mauro-biglino/

    in pratica, ‘ste rocce, la tecnologia dei Pleiadiani NON sarebbe in grado di distruggerle / smuoverle antigravitazionalmente ?! … Ma come ?! Ma non erano proprio i raggi laser taglia-tutto e i raggi antigravitazionali delle astronavi la “spiegazione edilizia più logica” 😀 per movimentare i blocchi delle Piramidi ?!

  192. mirkhond scrive:

    “Secondo me è perlomeno da fine Ottocento (Era dei Baffi a Manubrio nella cronologia Moi-ana 😉 ) che esiste una tendenza scientista-religiosa, che vuole coniugare, o più spesso rimpiazzare, l’elemento religioso-metafisico con uno para-scientifico o fanta-scientifico.”

    Il nostro buon Habsburgicus ;), ci direbbe, a ragione, che si tratta di uno dei tanti aspetti della cultura massonica di costruire una “spiritualità” alternativa all’odiato Cristianesimo CATTOLICO.

  193. mirkhond scrive:

    Da un lato atei razionalisti illuminati, dall’altro ridicoli creduloni negli ufo, in Shambhala, nei Superiori Sconosciuti, nella metempsicosi, nello spiritismo con le evocazioni delle anime dei defunti facendo ballare i tavolini, magari anche nell’aula del parlamento italiano, come nel lontano 1978, durante le drammatiche fasi del sequestro e dell’assassinio di Aldo Moro (a quella seduta, partecipò anche un giovane e cattolico Romano Prodi!).
    I bazurloni della “Ragione”. 🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      Credo che sia un grosso errore associare in quanto principi cose che in qualche testa individuale si fondono.

      Partecipare, con un atteggiamento di vaga curiosità e dicendo “male non fa” a una seduta spiritica non è la stessa cosa che ritenere sensata la metempsicosi ad esempio. Anzi, nessuno è più contrario allo spiritismo di un teosofo, proprio perché non lo considera un semplice passatempo infantile.

      • mirkhond scrive:

        Non saprei.
        Però avendo ascoltato e letto Valentino Compassi, ho notato che tutto ciò di cui ho accennato, viene creduto in ambienti che rifiutano il Cattolicesimo e, spesso, costituiscono l’altro volto del razionalismo illuminista.
        Insomma non credo al Dio Cattolico, ma credo a tutto il resto…. 🙂

  194. habsburgicus scrive:

    oggi leggevo un libro di Freeman, sull’Ascesa della Fede in cui a farla brevissima, vede nel IV e V secolo d.C l’abbandono della ragione, tipica per lui del mondo greco, in favore del principio d’autorità (e attacca pure S. agostino dive questo si vedrebbe con il passare del tempo) [ciò varrebbe per il mondo cristiano, est e ovest; in un accenno dice che non fu così fra gli arabi]
    la ragione tornerebbe per lui, in Occidente, con San Tommaso (e l’aristotelismo)
    semplifica ma alcune delle cose che dice sono da meditare..
    comunque, temo, che oggi stiamo nuovamente abbandonando la ragione
    a quando un San Tommaso che la restaurerà ? fra 7-8 secoli ?

  195. mirkhond scrive:

    Non è che nello scorso XX secolo, la ragione abbia guidato gli uomini nel fare sempre il bene, però….

    • habsburgicus scrive:

      intendevo anche il XX…per me è sempre il mio secolo 😀
      (però, a livello teorico, nell’ultimo cinquantennio l’irrazionalità è aumentata..prima c’era crudeltà inaudita, che non sempre purtroppo è irrazionale..comunque, ahinoi, quella c’è pure oggi)

  196. Thyrrenus scrive:

    Andando fuori tema:

    http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&id_article=1586

    Una volta tanto un complotto ‘musicale’ che considero piuttosto avvincente (anche perché anticrucco). Da diverse conversazioni ed esperienze con accademici tedeschi, dal ‘sentire’ che spira, non mi stupirebbe per niente che vi sia stata una, magari neppure razionalizzata, ‘congiura del silenzio’.

    • PinoMamet scrive:

      Mmm

      -sì, tendo a credere anche io che i tedeschi&affini siano inclini a questo genere di comportamento (sarò razzista?) specialmente quando sono in ballo questioni di “onore nazionale”; di autolesionisti che godono a sminuirsi da soli, a parte noialtri italiani, del resto, ne vedo pochini in giro;

      -può benissimo essere che il ruolo di Luchesi sia stato sottostimato, anzi è probabile, come è probabile che tra le moltissime opere di Mozart se ne sia infilata anche qualcuna non sua;

      -non credo invece a questo Luchesi “autore di mezza musica tedesca” (Mozart, Haydn, Beethoven..) che traspare dall’articolo;
      per altro, se fosse stato il maestro di Beethoven, non vedo perché quest’ultimo non ne avrebbe mai parlato; c’è un limite anche al nazionalismo! tanto più che le cose allora stavano diversamente da oggi (italiano faceva figo) e che Beethoven avrebbe avuto tutto da guadagnare dallo sbandierare un maestro importante (allora) come Luchesi rispetto a uno “mediocre” come dice il tizio dell’articolo.

      Insomma, mi pare che si vada da un estremo all’altro…

      • Thyrrenus scrive:

        Intanto io ne ho approfittato per sentire qualcosa di Sammartini e Luchesi e farmi un tantinello meno ignorante 😉 In effetti, rispetto alla musica barocca che prediligo, questi mi sembrano davvero ‘moderni’ (o meglio ‘classici’). Che dire allora della scuola napoletana!
        Interessante comunque la notizia di un Haydn capace di scrivere opere in piena demenza che ‘smette’ non appena Luchesi muore…
        Haydn negò sempre di essere stato influenzato da Sammartini anche se diversi musicisti all’epoca lo trovarono chiaramente in debito artistico.
        Su Mozart: in effetti è strano che il Nostro fosse capace di scrivere in bella scrittura e senza mai correggersi le sue opere… c’è poi questa scancellatura: http://www.italianopera.org/luchesi/luchesijupiter.html
        Sto scoprendo un po’ di sciovinismo musicale in me 🙂 anche se in fondo non me ne dovrebbe calare più di tanto: ho smesso di ascoltare Mozart da tanto tempo, preferendo di gran lunga i nostri barocchi e considerando anche Bach impossibile senza costoro.

        • PinoMamet scrive:

          Mah, io di tanti sciovinismi che ho, quello musicale devo dire che mi manca.
          Posso impegnarmici, volendo.

          In generale, come non credo troppo ai miti, tendo a non credere neanche ai “contromiti”
          (es. “Mozart non cancellava mai!” contrapposto a “Mozart non cancellava mai, perché copiava!”; ecco, non sono addentro la filologia mozartiana, ma con un minimo di esperienza di altri ambiti, entrambe le cose mi puzzano di falsificazione…)

          • Thyrrenus scrive:

            Manco io metteri la mano sul fuoco su tutto quel che si dice, soprattutto in grazia della mia colossale ignoranza. Tuttavia a volte per far venire dei dubbi viene l’istinto di esagerare. Questo, seppure spesso sembri controproducente, ha comunque il positivo effetto del sasso lanciato nello stagno…

      • Thyrrenus scrive:

        Intrigante poi la notizia che nell’archivio del Kapelmeister di Bonn, dove era attivo Luchesi, finito in seguito a Modena, vi siano delle operucce non firmate, che corrispondono a K 504 e K 551 (la sinfonia op. 38 alias Praghese e la n. 41 Jupiter!!!), registrate almeno dal 1784, mentre Mozart le data nel 1786 e nel 1788…
        Nello stesso archivio si trovano, registrate prima del 1784 opere che Haydn avrebbe scritto tra il 1796 e il 1801…
        Non mi sorprende l’idea che Haydn e Mozart, costretti a produrre, abbiano comprato cose valide da qualcun’altro che non avrebbe avuto, con la sua musica, comunque una adeguata rinomanza o ricchezza.
        Ammetto comunque che il tutto titilla molto il mio bieko anticrucchismo 🙂

  197. daouda scrive:

    Chi mette a disposizione qualche sito web di informazione affidabile?

  198. Miguel Martinez scrive:

    Riprendo da quanto detto da Mirkhond, per divagare sulla reincarnazione/metempsicosi.

    Parlo solo della versione “occidentale”, nella forma che è passata probabilmente da Giordano Bruno alla Blavatsky, con molte mutazioni in mezzo. E che probabilmente non ha molto a che vedere con teorie indiane che vengono usate per giustificarla.

    Nella visione cristiana, esiste un Giudice che dispensa premi e punizioni infinite per quei minuscoli meriti e quelle piccole colpe che riusciamo ad accumulare tra l’infanzia e l’Alzheimer e mentre siamo svegli: anzi, come giustamente rammentano gli evangelici ai cattolici, la prima colpa non sta nelle “opere” ma nel fatto stesso di essere nati.

    Nella visione della reincarnazione, non esiste alcun Giudice: esistono innumerevoli (non infinite) esperienze, dentro il flusso del divenire, che permettono di scoprire, dentro una presunta “coscienza” che sarebbe cosa del tutto diversa dalla mente, che l’esistenza stessa è un’illusoria opera d’arte, una fantastica creazione matematica.

    Ogni singola esistenza (a prescindere dalla forma che assume) è talmente piccola, transitoria, risibile… assume senso solo quando si sono esaurite tutte le possibilità della realtà, che vanno dall’ameba affamata all’angelo.

    Non ho alcun motivo per credere che questa ipotesi sia vera; però la trovo molto più vicina alla mia sensibilità di quella cristiana.

    • Thyrrenus scrive:

      Una via di mezzo è quella che Platone ci presenta col mito di Er nel X della Repubblica.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      come giustamente rammentano gli evangelici ai cattolici, la prima colpa non sta nelle “opere” ma nel fatto stesso di essere nati

      E’ un’idea molto particolare, ma non so quanto sia teologia cristiana. Semmai è una pessima lettura del concetto di peccato originale, che, da Agostino in poi, mai è stato interpretato come una colpa dovuta al semplice fatto di essere (infatti alcuni particolari individui, pur essendo nati, non ne sarebero stati affetti). Quindi, se è vero che nei secoli è stato detto tutto e il contrario di tutto su di esso, mai e poi mai è stato affermato che l’esistenza in vita in sé sia peccaminosa.

      • Thyrrenus scrive:

        No, detto in codesti termini saremmo davvero in certo gnosticismo. Però il tema del peccato originale è stato la pietra dello scandalo in molti momenti cruciali della storia del cristianesimo. Al tempo della Riforma i nodi tornarono al pettine.

  199. mirkhond scrive:

    “come giustamente rammentano gli evangelici ai cattolici, la prima colpa non sta nelle “opere” ma nel fatto stesso di essere nati.”

    Una visione ispirata più dal Manicheismo, che dal Cristianesimo, pure veterotestamentario.
    Credo che Daouda :), avesse ragione, quando una volta disse che i Protestanti NON sono Cristiani….

    • Thyrrenus scrive:

      No, è che i protestanti accentuano la questione agostiniana del peccato originale. Senza il peccato originale non ci sarebbe bisogno di una chiesa che distribuisce sacramenti perché tutti potrebbero salvarsi colle sole opere. Insomma Pelagio colpirebbe ancora 😉

      • daouda scrive:

        Se non si ha la tradizione apostolica e non si riceve il sacramento dagli iniziatori ( diacono-sacerdote-vescovo ) si è fuori.

        Se si vuol essere stringenti poi, possono dialogare fra sè solo le realtà che discendono da un patriarcato petrino ( bizantini-latini-copti e siro-giacobiti )

  200. mirkhond scrive:

    Sant’Agostino, che, a sua volta, in gioventù, era stato manicheo…. 🙂

  201. mirkhond scrive:

    Gesù morendo sulla Croce e risorgendo dai morti, ci ha salvati dal Peccato Originale.
    Cosa che certi predicatori con l’ossessione dell’inferno, tendono un po’ troppo spesso a dimenticare….

    • Miguel Martinez scrive:

      Chiaramente molto dipende da come si raccontano le cose.

      Ad esempio, si potrebbe, al contrario, affermare che il Padre, dopo aver condannato innumerevoli generazioni dell’umanità ad atroci sofferenze senza fine, avrebbe deciso di ammazzare il proprio Figlio per sentirsi finalmente soddisfatto e permettere a qualcuno di non passare l’eternità allo spiedo.

      • mirkhond scrive:

        Il proprio Figlio che E’ LUI STESSO INCARNATOSI in un UOMO!

      • habsburgicus scrive:

        il Cristianesimo è un mistero dei misteri…follia pura direbbero alcuni 😀 però non è che le altre religioni siano poi meno misteriose e, dunque, secondo costoro meno folli !
        il paganesimo greco-romano, con i suoi limiti intrinseci e dai suoi seguaci non negati, forse è più naturale e comunque suscettibile di un più facile inserimento nella natura..anche lì c’erano problemi, che i cristiani più accorti notarono..e comunque è scomparso, o fu fatto scomparire
        l’unica “soluzione” è quella di accettare il Cristianesimo così come é, senza elucubrare troppo, e dirigere le nostre domande e la nostra fantasia in altri campi (e ce ne sono !)
        ecco perché l’eretico, in sé, non dovrebbe essere punito, se tratta di pure speculazioni più o meno assurde, fantasiose e incomprensibili (comunque indimostrabili)..l’eretico invece dovrebbe essere tacitato col gladio se rischia di mettere a soqquadro l’intero ordine sociale ! ecco perché gli aftartodocetisti io li avrei lasciati sproloquiare a volontà mentre avrei fermato Lutero..non per la sua dottrina (a me pare errata, ma non questo il punto, avrà pure il diritto di avere una sua idea, per quanto sballata !) ma per i fatto che non se le tenne per sé e mise in atto un grande caos che travolse l’Occidente e i cui effetti si sentono ancora oggi

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          l’unica “soluzione” è quella di accettare il Cristianesimo così come é, senza elucubrare troppo, e dirigere le nostre domande e la nostra fantasia in altri campi

          Io l’ho sempre detto che non sei cattolico e che il tuo modo di pensare è incompatibile con il cattolicesimo 😉

        • Thyrrenus scrive:

          Lutero mi sta così antipatico che ti seguirei anche col mio gladio o con il mio accendino… 😉
          Non mi sorprende poi oramai il tuo atteggiamento da ‘romano’ … 🙂
          Il fatto è che il cristianesimo ha voluto avere una teologia e costruire un sistema dogmatico credibile. Senza il tentativo di rendersi credibile sarebbe già crollato, anzi non si sarebbe proprio imposto! Gli antichi avrebbero continuato a sentire le belle favole di san Paolo sull’Aeropago e poi avrebbero fatto un sbadiglio di commiserazione. Mica erano barbari che volevano sentirsi ‘integrati’ nel mondo civile e che per questo in soldoni si lasciarono in seguito battezzare! Di storie come quella del Cristo ne circolavano ad noiam nel mediterraneo.

      • PinoMamet scrive:

        “Ad esempio, si potrebbe, al contrario, affermare che il Padre, dopo aver condannato innumerevoli generazioni dell’umanità…”

        Beh Miguel, questa non assomiglia molto “all’altra campana” della dottrina cattolica, che dice (copio e incollo dal sito del Vaticano):
        “037 Dio non predestina nessuno ad andare all’inferno; 633 questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine. Nella liturgia eucaristica e nelle preghiere quotidiane dei fedeli, la Chiesa implora la misericordia di Dio, il quale non vuole « che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi » (2 Pt 3,9)”

        Già Dante del resto metteva in scena diavoli ferocemente arrabbiati (anzi, se fosse stato vivo nel nostro tempo, avrebbe detto: incazzati) per un defunto la cui anima gli viene strappatta da “due lacrimucce” in punto di morte…
        (non ricordo la citazione esatta)

        • MOI scrive:

          Infatti Qualcuno (non ricordo più chi, ma in fondo fa lo stesso) “Studioso Laico” citato da Zemmour individuava nel Cristianesimo in generale e nel Cattolicesimo in particolare, la meno (!) virile delle religioni monoteiste … e di conseguenza, anche in versione secolarizzata, i Paesi Cattolici sono quelli più capaci (se non gli unici capaci) di provare empatia per la sofferenza altrui … anche per gente molto diversa da sé.

        • Miguel Martinez scrive:

          Le “innumerevoli generazioni” sono quelle precedenti all’a nascita di Gesù.

          Nessuno è mai riuscito a dimostrare, poi, che avesse torto teologicamente la buonanima di Leonard Feeney: tra l’altro, fu scomunicato da Pio XII semplicemente perché diceva che i protestanti americani erano destinati all’inferno, scegliendo però il momento peggiore per dirlo – in piena guerra fredda.

          • PinoMamet scrive:

            “Le “innumerevoli generazioni” sono quelle precedenti all’a nascita di Gesù. ”

            Beh, lo avevo intuito, ma già Dante (e da allora molto è stato scritto…) ne salva un buon numero (sostanzialmente, i giusti, portati dal Limbo al Paradiso con la venuta di Cristo).

            Dante è teologo un po’ sui generis, ma neanche tanto.

            Del resto da parte cattolica si è sentita anche l’ipotesi dell’ “inferno vuoto”, cioè l’inferno ci sarebbe, ma nessuno ci sarebbe finito (troppo grande l’amore del Padre).

            • Miguel Martinez scrive:

              Ma infatti stiamo dicendo la stessa cosa: cioè che i protestanti hanno smascherato questi tentativi cattolici di annacquare le cose.

              Perché alla fine, o si è redenti perché il Padre ha avuto pietà dei giusti, ecc., o perché salva solo il sangue del Figlio.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            O per entrambe le cose. Non riesco a capire l’esclusione di questa eventualità.

    • Thyrrenus scrive:

      A quanto mi ricordo della ‘dottrina’ non ci ha salvato ma ci ha dato la possibilità di salvarci, attraverso i sacramenti e la fede conseguente. Per cui resta il vecchio problema dei giusti non cristiani contrapposto al significato dei sacramenti e della chiesa che li amministra …

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        E’ un problema che si pone quando (come è quasi sempre accaduto, purtroppo) il sacramento si riduce a rito (mentre l’aspetto rituale, ovvero il “segno”, è ritenuto contingente e modificabile già nel XII secolo), cioè a qualcosa di magico e formale.
        Il sacramento, in realtà, è qualcosa di sostanziale: effetivamente l’eucaristia è strumento di comunione con Cristo, ecc.

  202. Thyrrenus scrive:

    poi ci sarebbe questo, il famoso frammento di Anassimandro, per alcuni il primo testo ‘filosofico’ della nostra tradizione:
    ..εξ ών δέ η γένεσίς εστι τοίς
    ούσι, καί τήν φθοράν εις ταύτα γίνεσθαι κατά τό
    χρεών: διδόναι γάρ αυτά δίκην καί τίσιν αλλήλοις τής
    αδικίας κατά τήν τού χρόνου τάξιν.

    … da dove è il nascere per le cose lì è anche la loro dissoluzione, secondo il necessario; infatti esse rendono giustizia le une alle altre dell’ingiustizia, secondo l’ordine del tempo.

    vi si può leggere un rimando ad una giustizia immanente, affatto temporale, che per alcuni può echeggiare i cicli di certo pensiero indiano oppure una visione tragica dell’ente finito

  203. Moi scrive:

    Il Peccato Originale (sostantivo e aggettivo sputtanatissimi …) NON è l’ Esistenza, ma una condizione di Essenza. Oppure i primi Umani Ibridi Artificiali Annunaki-Erectus erano sterili … finché il “nostro” 😉 Paladino _ che sarebbe poi diventato di travisamento in travisamento a lunghissima durata “Satana” (!) … _ non ci ha fatto la “mudéffica” 😉 di renderci fecondi.

  204. Moi scrive:

    Peccato Originale (sostantivo e aggettivo sputtanatissimi …)

    ——-
    fa pensare a “Contrattempo (“che peccato !”) Inusuale (“che originale; sì, insomma: tutt’altro che una “Hybris” in salsa monoteista !

  205. Moi scrive:

    […] (“che originale !”) ; sì […]

  206. Moi scrive:

    Biglino dice che “Satan” è in realtà un termine banalissimo per “Oppositore”, in pratica qualunque Annunaki Dissidente osasse opporsi al Capo Annunaki era un “Satan” …

    • daouda scrive:

      Guarda che di satanassi , come di anticristi, ce ne sò talmente tanti…Il diavolo mica è uno solo, puro si alla fine và ad indicare sempre il capoccia.
      D’altronde ognuno di noi ha il suo diavolo accanto al suo angelo, e Dio si serve degli uni e degli altri.
      Ora bisognerebbe comprendere perché è principe ( e NON Rex ) di questo mondo, ossia essi si situano nel piano psichico tra l’ideale e l’ilico.

  207. MOI scrive:

    @ HABS

    Incionnus 😉 (v.di un certo contrverso 🙂 Vèc’ Cardinlâz’ …) Propheta in Patria :

    Slovacchia : Migranti? Sì grazie, ma solo cristiani.

    http://www.iltimone.org/33589,News.html

    Va be’: almeno qualcuno che conta, altrove (!), ha capito che dal 1789 a oggi qualcosina 😉 nel mondo è cambiato in materia di laicità …

    Intelligenti _ ergo tibi _ pauca !

  208. MOI scrive:

    Mauro Biglino alle prese con uno spettatore molto polemico

    https://www.youtube.com/watch?v=8QSd2z6O-9E

    Il Testo Masoretico
    di Patrizio Rota Scalabrini

    http://www.bicudi.net/materiali/manoscritti_bib_ebraica/testo_masoretico.htm

    • MOI scrive:

      In realtà non è chissà quanto polemico, ma si sa che chi parla in conferenza si aspetta sempre e soltanto greggi belanti … a prescindere (!) da idee, temi, contenuti, ecc …

  209. MOI scrive:

    Monsignor (!) Gianfranco Basti:

    https://www.youtube.com/watch?v=v-KPIBZAn90

    … Alieni nella Bibbia.

  210. habsburgicus scrive:

    due cose
    questa è la prima, un po’ banale e neppure mi interessa più di tanto, dunque sarà commentata 😀
    http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/08/20/tsipras-linsopportabile-tsipras-dira-mai-la-verita/
    risposta semplice alla sua domanda finale..uno non può giungere a quei livelli, oltretutto a sx, senza essere iniziato e conoscere la “luce”…fino al 6 luglio per ragioni ignote ai profani gli fu data tanta (troppa ?) libertà..quel giorno gli si ricordò, probabilmente in modo brusco, che la Vedova, se aiuta i suoi figli (dando loro anche e soprattutto quando non meriterebbero alcunché, cattedre, primariati ospedalieri, direzioni di giornali, appalti, posizioni ottime nella burocrazia militare, diplomatica, civile, alla faccia della meritocrazia !), pretende anche in fundamentalibus obbedienza e per chi sgarra non c’è scampo 😀 tutto qui…Tsipras, evidentemente da buon marxista edonista senza alcun ideale vero in fondo, si sarà detto che è molto meglio vivere alla grande in questo mondo (donne, onori, divertimenti ecc) piuttosto che….. e si è adeguato, alla faccia del popolo greco (of course)..nihil novi sub sole…anche un ottimo giornalista come l’autore dell’articolo non avendo letto le opere fondamentali dell’epoca di Leone XIII (di venerata e immortale memoria) e alcune posteriori non può cogliere questo aspetto, auto-evidente e il più importante di tutti..peccato…è un ottimo giornalista e, senza dubbio, continuerà a darci buoni articoli, ma non completi

  211. habsburgicus scrive:

    La seconda cosa è questa, mi interessa molto di più e sicuramente passerà inosservata 😀
    @Miguel (soprattutto)
    Feeney..Pio XII

    Mi hai dato spunto ad una riflessione e hai contribuito a far nascere in me una senzazione…ovvero, che i grandi cambiamenti della Chiesa forse iniziano già sotto Pio XII [ve lo vedete un Pio IX o un Pio X che scomunicano Feeney per quello ? certo si era in un altro momento storico :D] e sono una conseguenza dei risultati del 1945, e non più tardi con il Concilio (come io steso più volte ho detto)..lo dico per puro scrupolo storico..almeno tu dovesti sapere che se ho le mie idee (magari sbagliatissime :D), non permetto che tali idee influiscano sull’analisi storica che per me è sacra..chiaramente a me Pio XII piace molto di più di un Paolo VI o di certi Papi più attuali 😀 però sto cominciando a chiedermi se il cambiamento (per me innegabile e, secondo me, pure per te..conosci troppo bene cosa fu il Cattolicesimo, in Messico ad esempio, per non capire da esterno che oggi quello che i media chiamano cattolicesimo è altro) in definitiva non iniziò già sotto di lui il che porterebbe a “scagionare” un po’ il Concilio o meglio a metterlo in una prospettiva storica più ampia (non c’è dubbio che l’ultimo anno di Concilio sia andato molto oltre e ancor più il post-Concilio..ma anche qui, per correttezza, dovremmo dire che Giovanni XXIII stesso difficilmente si sarebbe sentito a suo agio negli ultimi due, esiziali, anni di Concilio il 1964 e 1965 e soprattitto nel quinquennio folle 1965-1970 !)..né è forse da obliare che il primo vulnus alla liturgia “classica” fu fatto da Pio XII nel 1956 (riforma della Settimana Santa), più “esteso” delle riformine di Giovanni XXIII [N.B ribadisco che io stimo e ammiro Pio XII; non è che proponga un sedevacantismo 2.0 che elimini pure Pio XII..anche perché se si continua così fra èoco arriveremo a S. Lino :D]
    Che ne pensi ?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Io penso che tu sia un protestante, come ti ho già scritto sopra. L’unica differenza è che cerchi un’età del Vero Cristianesimo diversa rispetto a quella che cercano gli altri protestanti.

    • Miguel Martinez scrive:

      Condivido in pieno: Pio XII poi fu il primo papa “mediatico”.

      Tra l’altro, Feeney – da buon cattolico – fu scomunicato per il suo troppo amore: non voleva soltanto prendere il caffè con i suoi numerosi amici protestanti, voleva anche far sì che si salvassero l’anima.

      • MOI scrive:

        Sì, ma il primo Papa Mediatico secondo standard “attuali” mi sa ch’è stato Giovanni Paolo II (Vauro Senesi gli dedicò una raccolta di vignette “contro” per “épater les bourgeois”… in realtà si “épatato” da solo, perché così facendo si è vosto quanto fosse asservito a quell’ URSS che adesso rinnega, per fare l’ Alternativo che ha da solo gli anni di un gruppetto d’ universitari messi assieme;) … )

        • Z. scrive:

          Più semplicemente era una raccolta di vignette e articoli già pubblicati da Cuore sul Papa, così come ce ne furono sulla Fiat e su Berlusconi.

          Il direttore era Serra, non Vauro, e non mi risulta che abbia rinnegato alcunché. Né si vede cosa c’entri l’Unione Sovietica, che secondo me rimpiangete a torto 🙂

          • MOI scrive:

            Più semplicemente una “raccolta” raccoglie per definizione cose precedenti.

            Così come Berlusconi e la Fiat non c’entrano un cazzo.

            Mai detto che il Direttore di Cuore fosse Vauro … qui siamo alla “Healthy Plant Invention” o come si chiama, ben peggio di “Strawman” e “Cherry Picking” che son tutto dire ! … NON sono il primo a fartelo notare !

            Senza seguirli, o “followarli” o come accidenti si dice adesso, non può risultarti alcunché.

            Cosa c’entri l’ URSS, si vede aprendo il libercolo.

            Possiamo continuare a darci del “tu”, rimpianti o meno.

          • Z. scrive:

            Moi,

            — Più semplicemente una “raccolta” raccoglie per definizione cose precedenti. —

            Certo, solo volevo precisare il contesto dell’operazione editoriale.

            — Così come Berlusconi e la Fiat non c’entrano un cazzo. —

            Perché non c’entrano? Nelle raccolte “Cuore contro” di cui parli gli argomenti sono stati, non necessariamente nell’ordine: il Papa, Berlusconi, la Fiat, la mafia, le vacanze (estive) e probabilmente altri che non ricordo.

            Di quello su Berlusconi ricordo che SB veniva (poco profeticamente) definito come già spacciato, mentre sul Papa precisava: “Noi non siamo contro il Papa. Siamo senza.”

            — Mai detto che il Direttore di Cuore fosse Vauro —

            Pensavo che lo credessi direttore, visto che gli attribuivi l’iniziativa editoriale di Cuore Contro. Diversamente, non mi è chiaro che particolare ruolo avrebbe avuto Vauro. Niente di grave, eh!

            — qui siamo alla “Healthy Plant Invention” o come si chiama —

            Moi, tranquillo, era solo una precisazione. Non c’è bisogno di scaldarsi così per una sciocchezza 🙂

            — Senza seguirli, o “followarli” o come accidenti si dice adesso, non può risultarti alcunché. —

            Certo, ma dubito che Serra abbia un passato rilevante da accanito filosovietico. Vauro boh, da uno che vota Ingroia mi aspetto di tutto: ma effettivamente non lo seguo da una vita. Non su FB o altro, non lo seguo proprio perché è una vita che non riesce a far ridere neanche piangendo.

            — Cosa c’entri l’ URSS, si vede aprendo il libercolo. —

            Cioè, tu ce l’hai? ne hai una copia? grande! Io dovrei averlo ancora da qualche parte, ma chissà dove… detto questo, che c’entra l’URSS? non è che Cuore fosse esattamente una testata filosovietica!

            — Possiamo continuare a darci del “tu”, rimpianti o meno. —

            Intendevo “tu e Serra”, o “tu e Vauro” se preferisci 🙂

  212. MOI scrive:

    @ MIGUEL

    NON è che i Cattolici “annacquano” la Bibbia … è che la Bibbia è la testimonianza della tradizione in cui si inserisce Gesù, che mitiga (“femminilizza” secondo certi studiosi laici (!) un po’ Freudiani …) la durezza Patriarcale Ebraica (che sarà invece recuperata dall’ Islam) … l’ Eresia Protestante (il cui Zolfo Satanico è pesantemente penetrato nella Chiesa con lo Spirito del Concilo, specie “In Odium Reginae Pacis” …), in pratica, dice che Dio S’E Fatto Uomo In Gesù sostazialmente perché non sapeva che cazzo fare per far venir sera 😉 🙂 …

  213. MOI scrive:

    Un documentario RAI-Storia sul Concilio Vaticano II riporta di un Cardinale (il nome non ricordo, quasi sicuramente Habs lo ricorda … ma vi si può risalire) che, vegliardo gravemente malato, sperava tuttavia di morire prina (!) che il Concilio si chiudesse, per poter stare tranquillo di morire Cattolico e rimanendo fedele alla proibizione assoluta del suicidio (cosa involontariamente documetata persino da Frau Dietlinde nell’ AutoSaga Familiare da Franz-Josef a Sepp Kerschbaumer [terzo volume in preparazione, ndr] attraverso Adolf Hitler) .

    • habsburgicus scrive:

      penso si riferisse al Card. Ottaviani….

      • habsburgicus scrive:

        qualora si riferisse al Card. Tardini sarebbe una forzatura, perché morì nel 1961 (e la sua morte fu nefasta perché eliminò un freno alla personalità esuberante di Giovanni XXIII; tutte le fonte più serie notano una svolta a “sinistra”, in sacris, dopo la morte del Card. Tardini)

  214. MOI scrive:

    @ HABS

    Ricapitoliamo :

    Alba Dorata dice che Tsipras vince … spunta ! 😉
    Alba Dorata dice che Tsipras fallisce … spunta ! 😉
    Alba Dorata dice che … poi “van su” loro.

  215. MOI scrive:

    Bellina anche l’ espresione Emiliano Romagnola (ma forse anche diffusa sopra il Po, oltre tale Confine Naturale 😉 … ) del Presidente della Repubblica che quando forma un nuovo Governo “mette su” un nuovo Presidente del Consiglio, tipo un “Digèi” in discoteca con le canzoni.

    Anzi, mi sa che l’ espressione verbale fraseologica “metter su”è ormai entrata in Italiano _ almeno parlato_ proprio grazie alla popolarità dei Digèi di Rimini e provincia.

    • Thyrrenus scrive:

      “metter su” ha sempre avuto il senso di metter qualcuno o qualcosa a far qualche azione
      a parte il “metter su bottega”, “metter su famiglia”, c’è anche il “metter su qualcuno contro qualcun altro”
      Quasi un mettere in piedi, un far sì che qualcosa prenda a funzionare e non solo un metter su qualcosa su qualcos’altro. Comunque l’espressione è un po’ più vecchiotta dei digéi romagnoli senza nulla toglier a costoro 🙂
      poi ci sono altre istanze: metter su il broncio per esempio che mi significa l’atto di iniziare a tenere il broncio … (noi toschi poi si broncia, ma non è la stessa cosa)

      • PinoMamet scrive:

        Ma mettere su un presidente ce l’avete?

        • Thyrrenus scrive:

          Non è che ce l’abbiamo noi caro toscofobo 🙂 è un modo piuttosto antiquato di dire che trovi magari ad inizio XX° sec. ma meglio prima. Per me il Presidente legge robetta vetusta e ne è influenzato (per me positivamente), ma sempre meglio del bòi di Rignano no?

          • MOI scrive:

            Da noi invece il verbo fraseologico fa _o almeno ha fatto_ “cosa divertente/simpatica” … forse come aspetto vestigiale accettabile del dialetto, che negli ambienti “socialmente elevati” è sempre stato quasi-equiparato al turpiloquio.

            E anche senza espressioni scurrili che comunque non sono infrequenti; qualcosa di simile si sta riproponendo a mio avviso con l’ Inglese rispetto all’ Italiano.

            Ad esempio, NON mi è chiaro perché si dica in certi ambienti “matrimionio séim-sèchs” [sic] quasi che l’ Italiano “dello stesso sesso” fosse naturaliter omofobico. Indubbiamente c’è gente che percepisce davvero ciò, ma sinceramente non capisco come …

          • PinoMamet scrive:

            “Non è che ce l’abbiamo noi caro toscofobo”

            Non sono toscofobo io, è che siete voi a essere mondofobi… 😉

          • PinoMamet scrive:

            A parte gli scherzi, è vero che, come fa notare Moi, i dialetti emiliano-romagnoli sono ricchi di quelli che in inglese si chiamano “phrasal verbs”.

            Non so se sia roba di sostrato o sviluppo parallelo di una strategia di comunicazione sintetica.

  216. PinoMamet scrive:

    Alcune considerazioni sparse.

    Non so se, come mi risponde Miguel, sia il Protestantesimo a smascherare l’ipocrisia della Chiesa cattolica (perché un inferno, se poi è vuoto? se c’è, Dio deve usarlo, e se lo usa, come definirlo buono?) o non piuttosto il contrario…

    secondo me non dovremmo farci sviare dal linguaggio religioso, tipo “peccato originale”, che uno lo legge e pensa a due tipi nudi vicino a un melo, quando invece si tratta del male insito nella natura umana.

    Tra l’altro io tendo a vedere la dottrina cattolica come un grosso insieme di idee derivate da fonti diverse (la Bibbia come Aristotele come i miti greco-romani, in una certa misura…) che trovano una loro coerenza in divenire , simboli dai quali la Chiesa tenta di estrarre una spiegazione razionale e coerente della vita umana, del Bene e del Male e così via, anche adattandosi notevolmente alla mentalità del secolo o venendone influenzata.

    Allora la Chiesa, a un certo punto, riceve l’idea dell’Inferno: ci sta, è scritto nel Libro Sacro, non ci si può girare intorno; bene, che farne?

    E mano mano, ne ricava questo, che se esiste un tal luogo, è la condanna che l’uomo infligge a sè stesso, nonostante i tentativi di Dio di salvarlo.

    • daouda scrive:

      In poche parole non solo affermi che il cristianesimo è un’idiozia, ma distruggi il senso di ogni realtà religiosa.

      Dovresti invece capire che l’inferno è stato creato, assieme al paradiso, il giorno stesso della discesa del Cristo Gesù nell’Ade/Sheol.

      Il fatto che si sia creduto che esso abbia un luogo è perché le sofferenze o le gioie che si subiranno od avranno saranno anche fisiche per quanto ci si situi al di là del kosmo.

      L’unica cosa che rende l’inferno spregevole è, secondo me, non la sua esistenza od il supplizio dolorosissimo, quanto l’eternità. Se invece fosse perpetuo ( calcolando che l’universo morirà tra altri 10 miliardi di anni ) allora alla fine non ci sarebbe problema.

      • PinoMamet scrive:

        “In poche parole non solo affermi che il cristianesimo è un’idiozia, ma distruggi il senso di ogni realtà religiosa.”

        Al contrario, affermo che il cristianesimo è una cosa molto seria, e che la religione non andrebbe presa alla leggera.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per daouda

        “L’unica cosa che rende l’inferno spregevole è, secondo me, non la sua esistenza od il supplizio dolorosissimo, quanto l’eternità. Se invece fosse perpetuo ( calcolando che l’universo morirà tra altri 10 miliardi di anni ) allora alla fine non ci sarebbe problema.”

        Giustissimo.

        • daouda scrive:

          Dichiarare però che l’inferno non è eterno è ugualmente affermare che il paradiso non lo sia, rendiamocene conto.

          Inoltre ciò sottende l’identità con Dio , il che non è tanto una bestemmia quanto una stronzata, checché ne abbia detto Guénon o chi altri , nella loro protervia idiota, perché di idiozia si tratta…d’altronde dire non duale è di per sé escludere il cosmo dal Tutto, a meno di ritenerlo più che un in-ludus proiettivo ed olografico come và di moda fare oggi.

          In ciò non ci si rende conto che solo la Santa Trinità riesce a dirimere la questione dogmaticamente. Nessu’altra Fede può riuscirvi né ci riesce difatti.

    • PinoMamet scrive:

      E veniamo al Protestnatesimo:

      questo mi pare che, con una certa protervia, dica “no! Dio deve voler condannare all’Inferno i peccatori!”
      Di questo Dio punitivo il mondo protestante sembra attratto e al comtempo spaventato, e ne incolpa il Cattolicesimo…
      ci sarebbe lavoro per gli psicologi, credo.

      In fondo, credo i protestanti ne farebbero volentieri a meno, di questo Dio punitivo, ma la loro idea così “crucca” di coerenza li spinge a tenerselo: ma la colpa, sia chiaro, è dei cattolici che l’hanno inventato… secondo loro.

      Per farselo ancora più feroce, c’hanno messo la predestinazione
      (“it was good enough for Paul and Silas, it’s good enough for me. It’s good enough for you, too.”).

      a me sembra tutto un grosso imbroglio spirituale, un gioco delle tre carte metafisico, che toglie la responsabilità da chi il male ce l’ha davvero (la natura umana, ahimè) per scaricarlo sulla figura del “Dio cristiano patriarcale ecc. ecc.”.

      Dalla stessa tendenza, che poi porta a credere che l’uomo, essendo intrinsecamente buono (cioè, niente peccato originale, nel linguaggio cristiano), possa fare semplicemente ciò che vuole, derivano secondo me tanto le varie “controculture”, quanto il satanismo d’accatto di certi intellettuali inglesi, poi finito in forma sputtanata in alcuni gruppi rock… come anche le tendenze esoteriche di certo spiritualismo, che poi magari si butta a Oriente, per così dire.

      Non voglio dire che sia “tutto un complotto”, che i dischi rock ascoltati al contrario mandino messaggi o così via;
      però la tendenza mi sembra abbastanza chiara: i cattolici traggano conclusioni su chi possa esserne l’autore…

      Fatto sta che se ci lasciamo imbrogliare dai simboli (e in questo senso, i racconti delle visioni raccolte da Blondet sono davvero molto “americani”) anziché leggere quello che c’è sotto come significato, anche in una prospettiva puramente laica è facile farsi fregare…

    • Miguel Martinez scrive:

      Concordo in parte sulla tua visione della Chiesa cattolica; ma direi che al centro di questo immenso complesso, c’è una narrazione molto precisa e che si racconta in due minuti, e che dà un senso a tutto il cristianesimo.

      I primi esseri umani, che contengono in potenza in qualche modo tutta la specie, disobbediscono al Padre e vengono puniti. Con esilio e morte in terra e la punizione eterna nell’aldilà.

      L’unica possibile uscita da questa posizione consiste nella scelta del Padre di scaricare la punizione sul Figlio (che poi è un po’ Dio anche lui), rendendolo uomo e poi facendolo morire in un modo necessariamente atroce.

      A questo punto, divergono le interpretazioni: per i cattolici, la “salvezza” dall’inferno si ha attraverso un insieme di “fede” e “opere”, dove l’opera principale consiste nella condivisione fisica del corpo di Cristo, transustanziato nella Comunione, e secondariamente negli altri sacramenti (e terziariamente nel non picchiare la gente a caso, non avere tre mogli, ecc.).

      Per il protestantesimo, questa è una mistificazione deliberata, che mantiene l’umanità in una condizione di perdizione; la soluzione consiste solo nella “fede” nel sacrificio salvifico di Gesù.

      Poi è ovvio che tutto ciò è sostanzialmente un racconto, mentre la Chiesa è soprattutto un’organizzazione che – in quanto tale – sopravvive a qualunque cosa, più o meno come il PD di oggi è pur sempre il vecchio PCI sopravvissuto a se stesso.

    • Thyrrenus scrive:

      All’interno del credere al dio perfetto non può stare l’idea di un essere umano dalla natura imperfetta o malvagia di per sé. Come si diceva con Mauricius questa è un’idea profondamente estranea al cristianesimo: il creato, finanche il materiale, non può essere malvagio. Per questo la Caduta, ma per questo anche l’interrogativo sull’origine della Caduta stessa ovvero sull’irruzione nel creato del male. In un sistema etico che prevede come fondanti non la theosis ma la giustizia remunerativa e la distinzione tra bene e male non si può che cercare di cacciare dalla porta un dualismo gnostico-manicheo per farlo rientrare dalla finestra o dalla porta della cantina lasciata aperta.

      • daouda scrive:

        Cosa ci sarebbe di strano nel sacrificio di Cristo? Gli antichi quando sacrificavano, non sapevano forse cosa facevano?

        Non c’è molto problema sulla caduta. Il Verbo si sarebbe incarnato ugualmente, gli homini avrebbero appreso ugualmente il bene ed il male CON ed IN e PER Dio.
        Questo è il solito buffo dilemma di chi non comprende la convergenza di predestinazione e libero arbitrio.

        E’ chiaro che però si deve prevedere una theosis effettiva che permetta di divenire Dio per grazia ( non natura! ) ed anche un’apokatastasi altrimenti sì, il manicheismo rimarrebbe latente

        • daouda scrive:

          il sacrificio di Cristo è poi di per sè la negazione di qualsivoglia iniziazione in realtà
          Questo dovreste tenerlo a mente.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      che trovano una loro coerenza in divenire

      La dottrina cattolica è qualcosa di dialettico e di progressivo, perché l’umanità muta e si evolve. Se così non fosse, avrebbero ragione i protestanti e basterebbe la sola scrittura, ma così non è.
      Che poi il divenire spaventi è vero da sempre, infatti anche in seno al cattolicesimo si è cercato di negarlo o almeno di dissimularlo (non nuvum, sed nove…). Ma, con buona pace di chi crede che il cattolicesimo sia nato a Trento, la trasformazione ed il dialogo col mondo sono la costante all’interno della Chiesa. Non erano omnia munda mundis?

  217. MOI scrive:

    non dovremmo farci sviare dal linguaggio religioso, tipo “peccato originale”, che uno lo legge e pensa a due tipi nudi vicino a un melo, quando invece si tratta del male insito nella natura umana.

    [cit.]

    ………………………..

    Esatto, e già questa nozione di base è pochissimo assimilata da chi “andava a dottrina” …

  218. MOI scrive:

    @ MIGUEL

    A Umar Andrea, prima del Ritorno all’ Islam, piaceva in qualche modo “Happy Hour” di Luciano Ligabue … probabilmente ci ha visto la Summa della Crisi della Fede in Occidente.

    … e ne ha tratto la conseguenza ritenuta più logica, che in effetti mi sache lo è.

    • MOI scrive:

      L’ Ateismo, almeno quello “pratico” di rapporto dell’ individuo con sé stesso e con la società, direi che ormai da decenni è _ almeno per la Gioventù Occidentale “condizione esistenziale di partenza”, o no ?

  219. MOI scrive:

    @ MIGUEL

    Ma i primi umani disobbediscono al Padre … di propria sponte o perché Satana (“Umanista” o “Sovversivo” ?) trova un argomento convincente ? 🙂

    Come la vedi ?

    E la Teosofia (della quale NON fai più parte, come sappiamo) cosa dice di Satana ?

    • Miguel Martinez scrive:

      “E la Teosofia (della quale NON fai più parte, come sappiamo) cosa dice di Satana ?”

      Sostanzialmente, si tratterebbe di un mito inventato dai cristiani; diverso il discorso su “lucifero”, il “portatore di luce” che, entrando nella coscienza di una particolare linea di esseri, porta la “coscienza”. E con la “coscienza” viene la possibilità di errare, nasce la confusione e l’errore e il male, assieme alla possibilità però di redenzione.

      E’ la coscienza che rende l’umanità inferiore agli animali, uno stadio dell’esistenza più lontano da quello primordiale e divino.

      • MOI scrive:

        Ma l’ Ebraismo già parla di “Satan” … come fa a essere un’ invenzione de’ Cristiani ?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Nietzsche definiva il cristianesimo come il frutto di un gombloddo giudaico.

          • habsburgicus scrive:

            “gombloddo” forse no….ma è l’interpretazione diffusa anche oggi, e soprattutto oggi, negli ambienti della “destra” [termine che i più degli aderenti rifiutano schifati, dunque metto le virgolette] identitaria, fascista “pura” e “sociale”…
            su fb, è di fatto quotidiano 😀
            altrove, basti citare l’orobico che qui un tempo ebbe notorietà giornaliera 😀 (nei suoi tweets ci ritorna spessissimo)
            ciò in alcuni è rafforzato dalla percezione della Chiesa (il Vaticano, dicono ) come “comunista”, “pro-immigrati” (Mons. Galantino :D) ec ecc ecc ciò fa rinascere in loro l’anti-clericalismo e pontificano sulle origini del Cristianesimo 😀 pochissimi hanno idea delle posizioni diverse all’interno della Chiesa e dei mutamenti avvenuti !

          • Moi scrive:

            Di solito i Gruppettari di Estrema Dx considerano il Cattolicesimo (rigorosamente PreConciliare !) come il “meno peggio dei Monoteismi” , ma mica come “Bene” … nonostante l’ affettata cortesia con cui facciano conferenze youtubiche invitando il controversissimo (!) Don Curzio Nitoglia !

            • Miguel Martinez scrive:

              Non so adesso… paradossalmente il “duro” Nitoglia – quando era sedevacantista – coerentemente evitava ogni rapporto con l’estrema destra, perché la riteneva pagana, nazionalista, razzista, risorgimentale e massonica.

              Invece singoli preti lefevriani avevano ottimi rapporti con leghisti e affini.

              Adesso non so come si comporti Don Nitoglia.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sempre su Don Nitoglia. Una cosa che sfugge in genere ai critici è la grande differenza che esiste tra chi segue fino in fondo un ragionamento, e chi segue fino in fondo un sentimento.

                Il cattolico “radicale” che ha un debole per gli Asburgo, per Hitler, per Berlusconi, per Bush e per i samurai giapponesi crea una confusa costellazione in base a un sentimento.

                Il cattolico “radicale” invece si legge San Tommaso, e quindi dice, Asburgo vanno abbastanza bene, Hitler è un pagano-gnostico, Berlusconi un puttaniere, Bush un protestante, i samurai sono pagani. E quindi non si fa sedurre dal fascino di una presunta affinità, che spesso dipende solo dal fatto di trovarsi assieme ad altri tra gli scarti della storia.

          • Moi scrive:

            Che se non erro, Don Nitoglia si è fatto Lefebvriano !

          • daouda scrive:

            padre Nitoglia è un “cane sciolto”.

            Il ragionamento di Miguel non fà una piega. Voglio precisare che Nitoglia è giunto anche alla critica della monarchia , ossia, il vero modo di intendere la politica per il cristianesimo non può non includere un’ambito “democratico” nel senso aristotelico.

            Per quanto riguarda l’estrema destra, andava per la maggiore in certi gruppi più settari il ritenere il cristianesimo un ebraismo per goym cosìcché essi , pilotandolo , potessero conquistare il mondo.
            Non mi ci spreco a perder tempo con una facezia del genere, constato solo che oltre le infiltrazioni indubbie, l’unica religione che deve combattere con pagani pseudo romanisti ed ebrei allo stesso tempo è il cristianesimo, e tanto mi basta.
            Però queste posizioni avevano valore addirittura prima della svolta conciliare per questo sono più interessanti 🙂

            p.s. lucifero portatore di Luce benevola ed iniziatica svela per l’appunto, tralasciando la distorsione, che tutte le pretese iniziatiche non portano mai oltre la manenza del cosmo.

          • habsburgicus scrive:

            constato con piacere (non che ne dubitassi :D) che don Miguel conosce perfettamente il cambio di posizione di don Nitoglia !
            per quel poco che ne so, don Nitoglia-dopo essere stato sedevacantista del Cassiciacum (IMBC, di Verrua Savoia) e prima ancora lefebvriano [è uno dei famosi 4 preti italiani, poi ridottisi a 3 per la defezione di uno, un tal Munari mi sembra; gli altri sono don Ricossa che è oggi il “capo”, don Giugni e appunto don Nitoglia-del priorato di Montalenghe che, dopo essere stati ordinati sacerdoti da Lefebvre e aver conosciuto di persona tutte le variegate personalità del lefebvrismo fra cui Mons. Williamson allora professore di teologia ad Ecône, si allontanarono da Lefebvre sbattendo la porta fra 1983 e 1986, ritenendo il lefebvrismo debole, confusionario, non-romano e tinto di gallicanesimo, insistendo soprattutto per l’assurdità di riconoscere G.P II come Papa il che era fatto con ostentazione da Lefebvre, e nello stesso campo criticarlo, ignorarlo, disubbidirgli come faceva, e teorizzava, il medesimo Lefebvre; essi, rifacendoci alla tradizione romana classica “papalina”, ritenevano che qualora G.P II fosse stato effettivamente Papa, avrebbe dovuto essere obbedito senza discutere; dal momento che essi ritenevano che però Papa non fosse, allora era tutto divesro, ecc ecc ecc] abbandonò (2008 c.a ?) il sedevacantismo ritenendolo una strada senza uscita e si collegò, in qualche modo, a SI SI NO NO (lefebvriani intransigenti) pur mantenendo la sua autonomia..in questo ha ragione Daouda, è un cane sciolto…in lui sono presenti tendenze blondettiane…non è ostile agli islamici DA LORO (è pro Siria, pro-Putin, pro-Iran)..ora non si concentra più tanto sulla questione del Papa, almeno Benedetto XVI lo accettava senza problemi (pur ritenendolo debole) e probabilmente accetta pure questo (che gli fa venire l’orticaria, presumo), ma sottolinea come la crisi della Chiesa sia generale…su una cosa non è cambiato, sulla sua ferma posizione cattolica “rigida” (“radicale” direbbe Miguel), ma ora la coniuga in altro modo…probabilmente, anche se è oscuro, dai suoi testi pare evincersi che il sedevacantismo così prolungato è un’aberrazione..dunque bisogna tenersi ‘sti Papi qui, criticarli duramente quando lo meritano (anche Piero, ricordò, commise errori e pure apostasia, il gallo che canta) e soprattutto lottare per la purezza della Fede cattolica contro tutti e tutto, ma egualmente prendendo quel che c’è di buono (se c’è) senza guardare la posizione di provenienza (sedevacantisti, lefebvristi, benedettosedicisti, messoristi e pure, almeno in teoria giacché dubito che vi veda qualcosa di buono anche se posso sbagliare, quelli in consonanza con chi governa la Chiesa ora)..mi pare che questo sia oggi, all’ingrosso, il suo pensiero

          • habsburgicus scrive:

            Pietro

  220. MOI scrive:

    E’ la coscienza che rende l’umanità inferiore agli animali
    [cit.]

    Be’, non è una peculiarità esclusiva umana, la coscienza (percezione della propria esistenza) … semmai è questione di livelli, no ?

  221. PinoMamet scrive:

    “c’è una narrazione molto precisa e che si racconta in due minuti, e che dà un senso a tutto il cristianesimo.

    I primi esseri umani, che contengono in potenza in qualche modo tutta la specie, disobbediscono al Padre e vengono puniti. Con esilio e morte in terra e la punizione eterna nell’aldilà.”

    Secondo me il punto è proprio questo.

    Se la narrazione è questa (Dio dà un comandamento agli uomini; gli uomini disobbediscono) allora hanno ragione i protestanti;

    ma, se poniamo l’accento sull’arbitrarietà del comandamento, avrebbero ancora più ragione i satanisti!

    Se invece la narrazione è un filo più allegorica (e non si vede perché non debba esserlo, neanche in una prospettiva cristiana: nessuno pensa più ad Adamo e Eva come a due persone realmente esistite, con un codice fiscale, per così dire…) e cioé:

    l’uomo acquisisce il libero arbirtrio (“l’albero della conoscenza del bene e del male”) ma non anche la bontà o la conoscenza assolute;
    rimane una creatura sapiente, ma imperfetta, che ha bisogno di perfezionamento;

    allora hanno ragione i cattolici, e questo perfezionamento è la venuta di Cristo, o gli ebrei, e questo perfezionamento è la Torah stessa…

    • Thyrrenus scrive:

      Già, il perfezionamento che chiamavo sopra theosis.

    • daouda scrive:

      Apparte che Cristo è la Torah, il libero arbitrio l’homo lo aveva anche prima.

      Poi voi , in generale, rompete sempre le palle con sta punizione di Dio.

      Veramente Dio quando punisce elargisce clemenza, e quando è clemente punisce nel caso in cui l’homo è malvagio od erra, e puta caso è questo il caso.

      Che poi voi che ormai sapete la sbobba del fatto che il male non esiste, avreste dovuto fare delle deduzioni ovvie, solo che vi scoccia portarle fino agli estremi ed al contempo siamo tutti troppo orgogliosi e pigri per lavorare ed evitarci milioni di anni di esilio che, quando passeremo nell’Ultra , è come se non ci fossero mai stati.

      • PinoMamet scrive:

        “Apparte che Cristo è la Torah, il libero arbitrio l’homo lo aveva anche prima.”

        Ehm, prima di quando? prima di essere creato?
        Non so se hai letto le stesse cose che ho scritto io, Daouda 😉

        ma in generale, parlando con te, ho sempre l’impressione che tu stia facendo qualche altro ragionamento tuo, magari interessante, ma che c’entra relativamente poco…

        boh.

        • daouda scrive:

          faccio anche quello…probabile…

          certo che l’homo aveva il libero arbitrio già in Eden e che la Torah è Cristo, ma Cristo è tante cose.

  222. Thyrrenus scrive:

    Fuori tema. Ma si parla spesso qui di politicamente corretto no? Provate a sentire il prof qui specie alla fine. https://www.youtube.com/watch?v=zbilyUL5inY
    (in queste trasmissioni qualcosa di buono esce pure)

    • Moi scrive:

      Molto interessante, ben problematizzato.

      In ogni caso, credo che paragonare l’ Inghilterra Vittoriana che sottomette i Maori in Nuova Zelanda ai Latini che s’ impongono sui Volsci e/o gli Osco-Umbri implichi o una grande ignoranza o una grande malafede. In ambiente accademico, senz’altro la seconda !

    • PinoMamet scrive:

      Lo avrei guardato volentieri, ma minchia, 40 minuti di “Consorzio Nettuno”, dai, non ce la posso fare, fosse per lavoro ancora ancora…

      un po’ come quando mandavano le regate di coso là, Luna Rossa: già che l’ora non favoriva, ma tra il rumore delle onde e delle corde, la soporifera cronaca della non-azione sportiva (“Luna Rossa sta strambando… pausa… pausa… gnnniiig crik crik splash…. pausa… ecco Johnson Lupdimar, lo stratega dei kiwi, che ordina di cazzare la randa…. …. …. gniiiggg crik crik….”) ci piantavao certe dormite…

      insomma, mi fate un riassunto? 🙂

      • Thyrrenus scrive:

        Guarda sull’operazione consorzio nettuno ho sempre storto il naso. Però mi sono andato a guardare prof di cui avevo sentito parlare bene. Questo non è affatto soporifero, almeno per coloro che anmano sentire parlar bene di storia. Il tema è la romanizzazione dell’Italia di cui il corso tratta e di cui questa lezione finale da un sunto. Il concetto è stato messo in questione dalla recente storiografia anglosassone sulla scorta degli studi ‘coloniali’. Il prof approfitta del caso per parlare anche del problema del politicamente corretto, in storiografia e non. Niente di trascendentale ma chiaro e dirimente.

  223. MOI scrive:

    @ FRANCESCO

    Sulle Aperture Domenicali che detesti, in aperta contraddizione con il tuo CattoLiberismo, poco “Catto” 😉 …

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dobbiamo-pure-ricordare-cose-la-domenica-13593.htm

  224. Thyrrenus scrive:

    L’uomo non fu fatto per il sabato ma il sabato per l’uomo affinché vada a far shopping!

  225. mirkhond scrive:

    “Il cattolico “radicale” invece si legge San Tommaso, e quindi dice, Asburgo vanno abbastanza bene, Hitler è un pagano-gnostico, Berlusconi un puttaniere, Bush un protestante, i samurai sono pagani. E quindi non si fa sedurre dal fascino di una presunta affinità, che spesso dipende solo dal fatto di trovarsi assieme ad altri tra gli scarti della storia.”

    Questo è il motivo per cui, pur non essendo cattolico integralista, non mi sono intruppato nei gruppi fascio-borbonici che esistono dalle mie parti.
    Le analogie tra il Fascismo e le Due Sicilie Borboniche, sono del tutto superficiali e dettate da sentimentalismi che risolvono le contraddizioni che si portano dentro, dietro la presuntà affinità del trovarsi tra gli scarti della storia, come giustamente ha rilevato Miguel.

  226. mirkhond scrive:

    “coerentemente evitava ogni rapporto con l’estrema destra, perché la riteneva pagana, nazionalista, razzista, risorgimentale e massonica.”

    Se ne parlava qualche giorno fa con Peucezio.
    Ed è il motivo per cui da borbonico NON posso stare insieme a gente che va dietro a Istria e Dalmazia “italianissime” da riconquistare all’Italia, facendo proprio il nazionalismo massonico antiausburgico e antiborbonico!

    • MOI scrive:

      il Pontefice interviene quasi ogni settimana in ricordo dei nostri fratelli massacrati, invocando la comunità internazionale a non restare indifferente.

      [cit.]

      ———

      E infatti le Massocrazie Europee NON restano indifferenti : si godono lo spettacolo suddetto !

      • Francesco scrive:

        anche il popolo “generoso e pacifista” della sinistra direi

        sono impressionato dagli sforzi che l’ISIS fa per ottenere una reazione dall’opinione pubblica occidentale e dalla calma serenissima di quest’ultima

        direi che potrebbero persino mettere su un resort con cancello e cartello Arbeit macht frei senza ottenere nessuna reazione, neppure verbale

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il problema è: fare cosa? E poi sappiamo benissimo che una volta ritirata la forza d’occupazione sarà punto e a capo.

          • Miguel Martinez scrive:

            Sempre per Francesco… credo che tu non segua i media “di sinistra”: mica te ne faccio una colpa, non ti sei perso molto.

            Ma se la seguissi, vedresti che inveiscono giorno e notte contro l’ISIS.

            Per l’80% esaltano i kurdi dell’area PKK che combattono l’ISIS con le armi;

            per il 10% esaltano il governo siriano che combatte l’ISIS

            e per il restanto 10% urlano contro gli americani che sono “egoisti” e non attaccano l’ISIS.

            Poi quando hanno finito di inveire, se ne vanno a dormire, tanto la sinistra non conta assolutamente nulla.

            • Miguel Martinez scrive:

              I più divertenti di sinistra sono quelli che definiscono l’ISIS “nazista”.

              La prossima volta che vedete un biondone che ce l’ha con i turchi e che dice che Varsavia dovrebbe essere tedesca, sappiate che è dell’ISIS.

        • Miguel Martinez scrive:

          Non so cosa sia “l’opinione pubblica”.

          Se intendi che gli Stati Uniti dovrebbero intervenire militarmente, trovami un motivo valido per cui dovrebbero farlo.

          L’ISIS minaccia seriamente l’economia degli Stati Uniti?

  227. mirkhond scrive:

    E soprattutto l’isis non aspetta altro che il NOSTRO intervento militare nel Dar-al-Islam (in questo caso ex Libia o Daesh a cavaliere dell’Eufrate) per dichiarare il tanto (da loro) sospirato jihad contro gli infedeli, in modo da (sperare di) coalizzare tutte quelle forze e gruppi musulmani sunniti che fino ad oggi, NON si riconoscono nell’estremismo wahabita!

    • PinoMamet scrive:

      Mah… io credo che il jihad lo abbiano dichiarato da un pezzo, in effetti!

      Che poi, in Europa, sia lasciato sostanzialmente ai cani sciolti e all’auto-organizzazione, è un altro discorso.

  228. mirkhond scrive:

    Certamente.
    Però immagina che cosa succederebbe se sbarcassimo in Libia ADESSO…..
    Questi lestofanti troverebbero le ragioni che cercano, per coalizzare (o almeno, tentare di farlo) tutte quelle forze sunnite dalla Nigeria alla Mesopotamia, che ora in lotta tra loro, potrebbero trovare UN COMUNE NEMICO nell’infedele frangistano, creando un fronte molto più compatto delle forze frammentate che si riconoscono nel califfato di al-Baghdadi….
    Insomma un cul de sac da cui non si sa proprio come uscirne……

    • PinoMamet scrive:

      Che poi per curiosità mia (sai che amo la letteratura deteriore…) mi sono ritrovato a leggere cose sul Mahdi, e poi i Senussi…

      pare proprio che la Storia sia ripeta.

      Più ancora che la spedizione anglo-egiziana contro il sedicente Mahdi, la situazione attuale mi ricorda la rivolta semi-dimenticata dei Senussi, gruppo integralista islamico, che lanciò (pare sobillato dagli ottomani e dai tedeschi) il jihad in Libia e territori limitrofi…
      sconfitto- una delle innumerevoli “guerriciole” dimenticate- da una sostanziale coalizione anglo-italiana, con aiuto anche francese.

      Per esempio ci sono medaglie al valore italiane, concesse dal Re d’Italia a militari britannici per le azioni in quel contesto…

      • habsburgicus scrive:

        @Pino
        jihad..Senussi

        se ti riferisci a quanto avvenne durante la I GM, in verità il Re avrà dato tutte le medaglie che vuole, ma ottenemmo poco…
        la Senussia (e tutta la Cirenaica) la conquistammo nel 1930-1931..invero non molto tempo..diciamo nel 1928 si pose seriamente il problema, nel 1929 si inizio, in 1930-1931 con durezza risolvemmo la questione
        la Libia tutta TACQUE, senza fiatare, dal 1932 al 1940 e, incredibile dictu, pure in 1940-gen 1943 (cioè NON ci fu resistenza, a differenza dell’Europa..o se ci fu, si trattò di qualcosa veramente minimo)
        fosse stato per i libici, noi saremmo ancora lì !—e potremmo dire le parole mitiche “ci siamo..e ci resteremo !”
        ma vennero gli inglesi ed il 23/1/1943, data sempre nefasta per chi crede nell’Italia, entrarono a Tripoli (comportamento degno e virile dei nostri cittadini e cittadine..ben diverso da quello dei siciliani pochi mesi dopo ! e i genere degli italiani, anche dopo..lo notò già G.Z. Ornato su “La Stampa” del 23/1/1945-XXIII..probabilmente l’italiano di Libia “sentiva” che il nemico ci odiava, non faceva la guerra al fascismo ma al nostro popolo e “intuiva” che la sua vittoria sarebbe stata la fine per la nostra Africa..gli italiani d’Italia, gonzi, si fecero abbindolare da Radio Londra..specialmente le scene siciliane del luglio 1943 resteranno a eterna infamia ! non del glorioso popolo siciliano nel suo complesso e tantomeno degli Italiani, bensì dei tanti itaglioti=itali idioti, che si trovarono in Sicilia ma anche, in gran copia, altrove)
        quella che sottomise la Libia era però un’altra Italia !

        • PinoMamet scrive:

          “la Senussia (e tutta la Cirenaica) la conquistammo nel 1930-1931”

          Mmm, secondo Wikipedia le cose stanno al contrario, cioè, dopo la campagna del ’15- ’17, i Senussi continuarono a fare un po’ di guerriglia con “effimeri successi”, finché attorno al ’30 non poterono avere basi più solide in Egitto;
          ma ormai erano sfiatati e in pratica accettarono il potere italiano.

          Immagino comunque che nl deserto sia difficile capire chi ha vinto e chi perso, in condizioni belliche di quel genere.

          Comunque, leggo, opportunisticamente i Senussi ebbero poi un atteggiamento filo-britannico, e comunque filo-chiunque fosse al potere, e continuarono a esistere in qualche forma fino agli anni Sessanta.

    • habsburgicus scrive:

      con durezza romana repubblicana, si potrebbe tutto 😀
      però non ci sono gli uomini (neppure per molto meno !), dunque non si farà nulla..ma SI POTREBBE fare…sono le generazioni post-belliche (specialmente in itaglia un tempo Italia) che si sono infiacchite !…voglio vedere, ‘sti due barbuti, si fossero trovati davanti i nostri antenati ! gente che ha saputo fermare (o, quantomeno non cedere a) un Mehmet II e un Solimano, mica un califfucolo da quattro dirham (e forse è troppo, diciamo 3 dirham e 2 fils)

      • mirkhond scrive:

        Scusa, ma chi avrebbe fermato Maometto II?
        A parte i montanari albanesi gheghi cattolici uniati di rito slavo-bizantino di Skanderbeg, e Venezia, mi risulta che solo la morte del sultano, e la breve lotta di successione tra i figli Bayazid II (1481-1512) e Gem Sultan, persa da quest’ultimo nel 1482, rallentarono la minaccia ottomana, salvando l’Italia dall’invasione…

        • mirkhond scrive:

          Inoltre l’esplosione del fondamentalismo sunnita, si accompagna all’emergenza di una sempre più massiccia immigrazione dal Medioriente, Afghanistan e Africa, in parte collegate agli scompaginamenti dei già delicati equilibri di quelle aree, proprio da parte degli Usa e di Israele…
          Al massimo, se si sdoganasse DAVVERO l’Iran, almeno in Medio Oriente e in Asia Centrale, potremmo trovarci un formidabile alleato.
          Però i piagnistei di Israele impediscono una politica più seria nell’area, purtroppo…..

  229. mirkhond scrive:

    L’Italia ci mise vent’anni per sottomettere la Libia (1911-1931), e non disdegnando bombardamenti, anche con gas tossici, più 100.000 deportati nella Sirte, di cui circa 60.000 morti nel 1930-1933.
    Immaginiamo OGGI se dovesse ripetersi qualcosa del genere, con le tecnologie e con l’ESTENSIONE della Sunna radicale, di cui dobbiamo ringraziare le guerre usane dal 1991 ad oggi, più la mancata soluzione della Questione Palestinese….

  230. mirkhond scrive:

    Il Mahdi e i Senussi, nonostante gli appelli all’universalismo sunnita, erano però delle realtà localizzate, e la loro espressione.
    Dunque sia pur con fatica e sangue, potettero essere alla fine sconfitti.
    Ma il fenomeno isis non è che l’ultima declinazione di un fondamentalismo sunnita wahabita che non ha fatto altro che universalizzarsi, a partire dall’invasione sovietica dell’Afghanistan e con il forte appoggio statunitense.
    Tanto non saranno certo gli Usa, protetti dalla geografia e dall’atomica, a pagare il prezzo di quanto sta accadendo ai nostri confini sud-vicino-orientali…..

    • PinoMamet scrive:

      “Ma il fenomeno isis non è che l’ultima declinazione di un fondamentalismo sunnita wahabita che non ha fatto altro che universalizzarsi”

      Ma, sì e no.

      Alla fine si è universalizzato nel senso che grazie a internet arrivano, mettiamo, in Siria, combattenti marocchini o yemeniti.
      Ma a ben vedere, la stessa cosa accadeva anche uno o due secoli fa, e senza internet.

      Ma mentre Al Qaeda, per esempio, si proponeva espressamente come movimento terroristico, e contro l’occidente;
      l’Isis sembra volersi proporre come Stato, con una sua estensione territoriale, magari esagerata nei proclami e nei sogni, ma di fatto concretamente identificata in un’area ben precisa
      (la Siria storica).

      Il resto sono, appunto, cani sciolti, emulatori, o tutt’al più gruppi paralleli e legati che tentano di fare la stessa cosa in altre aree del mondo islamico rimaste “vacanti”, come appunto la Libia.

  231. MOI scrive:

    In teoria mandare armi a chi si ritiene il meno peggio…ma zero uomini.

  232. mirkhond scrive:

    Come fece Reagan coi Mujahiddin afghani in funzione antisovietica.
    E abbiamo visto come è andata a finire…
    E i Talebani Pashtun, almeno fino alla recente (?) scomparsa del Mullah Omar, avevano solo obiettivi locali….

  233. mirkhond scrive:

    quella che sottomise la Libia era però un’altra Italia !

    Si, quella dei bombardamenti ai gas chimici su gente con armamenti arretrati…..

  234. MOI scrive:

    Bene, allora è semolicissimo: non c’è più nulla da fare siamo spacciati !

    Forse (!) Slovacchi e Ungheresi, dando retta all’ ultimo secondo utile a un vecchio Cardinale Bolognese, se la caveranno. Almeno Habs sarà suo malgrado concorde …

  235. MOI scrive:

    semplicissimo …

  236. habsburgicus scrive:

    @Moi (e tutti)
    slovacchi e ungheresi

    forse se le caveranno, ma per il (residuo) nazionalismo che alberga in loro…
    mi sto rendendo sempre più conto che bisognerebbe recuperare il nazionalismo…sono perfettamente conscio del ruolo nefasto che ebbe in passato, dei guai provocati e last but non least del ruolo di ariete svolto nel dare l’ultimo colpo alla civiltà tradizionale, cristiana e monarchica, in primis nell’Europa centro-orientale (ma anche in Italia), utilizzato dai settari..parimenti, da un punto di vista storico, non posso che ridicolizzare i miti nazionalisti e, pur senza appoggiare gli egualmente mitici argomenti di alcuni dei suoi oppositori, sono senza dubbio più vicino alle posizioni di un Fine e alla sua iconoclastia (è chiaro che parlare di una Croazia esistita ininterrottamente dal X secolo, o magari dal IX, o financo dal VII secolo, alla ricerca di un’indipendenza finalmente ottenuta in modo duraturo sotto Tudjman nel 1990-1991 è follia ! e così innumerevoli altri casi all’Est)
    ma…MA…in questo mondo amorale, essere privi di un’identità etnica forte porta al disastro, come stiamo vedendo..
    ecco perché il nazionalismo andrebbe recuperato !
    nacque a sx, massonico e anticlericale ? [a parte che non è proprio così DAPPRETUTTO]..e chi se ne frega ! 😀 siamo in una fase nuova e dunque occorrono strategie nuove..se i suoi ex-fautori lo hanno abbandonato e anzi sono divenuti i suoi più acerrimi detrattori, non è questa una buona ragione perché lo abbandonino anche gli altri ! anzi è una ragione in più perché lo adottino !
    già Stalin, credo nel 1952, disse ai comunisti occidentali di prendere in mano la bandiera della Nazione lasciata cadere vergognosamente nel fango dalla borghesia..quanta ragione aveva, qui, il georgiano ! il PCI stava, come sempre, adeguandosi e nell’inverno 1952-1953 comparvero su “Rinascita”, “L’Unità” e altri fogli degli articoli buoni, una mano a tesa alle forze nazionaliste, contro la sudditanza agli USA e il rinunciatarismo degasperiano..poi morì Stalin, contrordine compagni :D, e il PCI tornò alla sua vocazione più “naturale”, l’anti-nazionalismo, l’anti-fassismo, il sinistrismo 😀
    non solo il nazionalismo sarebbe da adottare ma potrebbe essere un modo per unire tutti gli italiani degni di questo nome: laici, massoni che abbiano conservato in parte il lume dell’intelletto, marxisti previani, comunisti staliniani “ortodossi”, destri patriottici, cattolici conservatori e semplicemente persone di buon senso, apartitiche e a-ideologiche..l’unione di tutti i buoni, già da me preconizzata, nel nome della difesa del popolo italiano, dei suoi diritti e delle sue condizioni di vita…
    parole al vento…non se farà nulla 😀 né mai ho pensato altrimenti 😀

    • roberto scrive:

      ma una volta che hai recuperato il nazionalismo, che fai?

      • mirkhond scrive:

        Crea solo problemi ulteriori, visto che con l’emergenza dovita all’arrivo di MILIONI di immigrati nei prossimi 40-50 anni, attaccarsi a vecchie muffe superate, significa solo non accettare la realtà delle cose.
        Che esige, al contrario, una più estesa collaborazione tra i paesi europei e l’onere di redistribuirsi equamente i nuovi arrivati e, se si hanno culture e valori forti, assimilarli gradualmente.
        Se invece ne saremo sommersi, le motivazioni andranno ricercate nella crisi identitaria nostra che è dovuta esclusivamente a vicende che sono TUTTE INTERNE al nostro modo di vivere.
        Se non facciamo più figli, la colpa è degli immigrati?
        Se non crediamo più in Dio la colpa è degli immigrati?

        • Miguel Martinez scrive:

          Sostanzialmente, le cose stanno così.

          Stiamo vivendo una trasformazione epocale, un passaggio storico maggiore della caduta dell’impero romano, della scoperta dell’America o della rivoluzione industriale.

          E soprattutto un passaggio molto veloce, che nel giro di pochi anni spazza via ogni cosa che si cerca di costruire. Non è solo “la nazione” che viene spazzata via: è anche la stessa nozione di politica, di lavoro, di tempo, di spazio, di natura umana che si sta dissolvendo.

          E non c’è nulla in cui “integrare” qualcuno.

          Camminiamo come acrobati su di un filo sopra l’abisso, e in ogni istante siamo tentati di cadere di qua o di là: dove “di qua” c’è la fiducia cieca nel futuro, nel’integrazione, nell’umanità, nel mercato o in altre salvifiche chimere.

          E di qua invece c’è l’illusione che ci possiamo ancorare a qualche relitto che galleggia nella tempesta, non importa che sia la Chiesa tridentina, lo stato sociale, l’Italia, il pensiero di Marx, la Costituzione…

          Ma appena vacilliamo, da una parte o dall’altra, cadiamo giù dalla corda e veniamo divorati dal gorgo.

          • MOI scrive:

            E che un mezzo-Austriaco e mezzo-Giapponese abbia scientemente programmato tutto con estrema precisione 90 anni fa … impossibile !

            … Nevvero ?

          • habsburgicus scrive:

            @Miguel
            Stiamo vivendo una trasformazione epocale…
            invece c’è l’illusione che ci possiamo ancorare a qualche relitto che galleggia nella tempesta—

            molto probabilmente hai ragione tu…
            non si può far nulla..
            allora, però, si torna a quanto da me già detto, come constatazione eh !, e cioè che rimane solo l’edonismo e l'”epicureismo”…
            tertium non datur
            vedi che in entrambi i casi ho ragione io ? 😀 😀 😀

    • Miguel Martinez scrive:

      Credo che sia significativa la lista di “italiani degni di questo nome” che fa Habs. A parte il concetto ampio ma generico di “persone di buon senso”, cosa caratterizza le tipologie che lui elenca?

      Innanzitutto, si tratta di individui. Individui intelligenti e sensibili, ma ognuno dei quali è in minoranza rispetto al proprio ambiente di riferimento (ad esempio i “comunisti staliniani ortodossi” sono una minoranza molto malvista all’interno della stessa minoranza che è l’estrema sinistra).

      Secondo, si tratta di persone con esperienza. Cioè sono tutte già “qualcosa”, l’esperienza ne ha fatto persone piuttosto tetragone e in grado di resistere a ogni tentativo di far loro cambiare idea.

      Terzo, si tratta di persone che si identificano tutte in una serie di sconfitte.

      Non è così che è nasce il nazionalismo reale.

  237. mirkhond scrive:

    Sei ridicolo!

  238. mirkhond scrive:

    (tra parentesi, in europa l’unico posto in cui mi è parso chiaramente che gli italiani gli stanno antipatici è l’austria)

    E ne hanno motivo?

    • PinoMamet scrive:

      La stessa cosa mi dicono altri amici, che vanno in Austria perché sono organizzati ed è un bel posto per portarci i bambini.
      In montagna, cioé: classica montagna crucca, organizzatissima pulitissima con parchi giochi immacolati in legno per bambini e così via.

      Italiani guardati con sospetto/antipatia/superiorità (mica sempre) in quanto sporchi e casinisti.
      Qualche volta hanno anche ragione, qualche volta proprio no.

      Una mia amica per esempio mi diceva che le sue bambine suscitarono reazioni sdegnate in una chiesa semplicemente per essersi scambiate di posto un paio di volte e aver scambiato qualche parola a voce alta.
      Caspita, sono bambini!
      Ironia della sorte, è la mia amica sposata con un olandese (che non nutre soverchia simpatia per i crucchi, pur parlandone benissimo la lingua) e le bimbe sono mezze olandesi…

    • Roberto scrive:

      Beh, nel mio caso non ne hanno proprio motivo!

  239. mirkhond scrive:

    “In montagna, cioé: classica montagna crucca, organizzatissima pulitissima con parchi giochi immacolati in legno per bambini e così via.”

    E la montagna a sud di Parma e di Bologna, invece com’è?

    • PinoMamet scrive:

      Beh, normale…
      i classici Appennini che trovi un po’ ovunque in Italia 😉

      in un aggettivo, direi: “spopolata”.

  240. mirkhond scrive:

    “Ma appena vacilliamo, da una parte o dall’altra, cadiamo giù dalla corda e veniamo divorati dal gorgo.”

    Qual’è la soluzione, Miguel?

  241. mirkhond scrive:

    Non ne ho la più pallida idea.
    Mi chiedo solo cosa pensi tu, in merito.
    Se credi che qualcosa si possa fare….

  242. mirkhond scrive:

    Moi si rifugerà nell’Alta Ungheria/Slovacchia?
    Lo stesso farà Habsburgicus?

    • MOI scrive:

      Mah … in teoria, Slovacchia e Ungheria dovrebbero fare anche una legge di complemento interno; una legge che preveda l’esilio istantaneo per gli autoctoni che scelgano l’ Islam come religione. 😉

      • mirkhond scrive:

        Qualcosa di simile (stando al poema montenegrino Il Serto della Montagna dell’800) sarebbe accaduto nel Montenegro, nel XVII secolo, quando il vladika (principe vescovo, caso unico di principato ecclesiastico ortodosso; la successione andava da zio a nipote, fino al 1851, quando salì sul trono un principe non ecclesiastico) impose ai suoi sudditi che erano diventati musulmani di tornare all’Ortodossia serba o morire.
        Chi si rifiutò, venne sgozzato.
        In tal modo il vladika intese preservare il carattere serbo-ortodosso del suo piccolo staterello montanaro (circa 15.000 abitanti all’epoca), come baluardo antiottomano.

      • habsburgicus scrive:

        e si potrebbe pure riesumare il latino, lingua ufficiale sino a meno di 170 anni fa..
        non licet musulmanos esse 😀
        (che gli storici futuri, del XXXIV secolo, chiameranno l’Institutum Moianum e lo paragoneranno al più celebre, e controverso Institutum Neronianum)

      • Miguel Martinez scrive:

        E una legge che vieti agli slovacchi di emigrare in paesi islamici:

        http://www.internations.org/dubai-expats/slovaks

  243. mirkhond scrive:

    Già che ci sono, potrebbero anche riunirsi con l’Alta Ungheria che ridiviene un unico stato la cui capitale è Budapest…. 😉

  244. mirkhond scrive:

    Slovacchie e Ungheria che ridiventano un unico stato.

  245. mirkhond scrive:

    Slovacchia

    • Miguel Martinez scrive:

      Adesso i musulmani invadono la Slovacchia anche a cavallo:

      http://www.arabianbusiness.com/dubai-crown-prince-wins-slovakia-s-endurance-race-602780.html

      Dubai Crown Prince wins Slovakia’s endurance race

      August 16 2015 10:12

      H.H. Sheikh Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Crown Prince of Dubai, has won the 120km Slovakian endurance race, the official state news agency WAM reported on Saturday.

      The event, which attracted top riders from Europe and Asia, was run Saturday in four stages of 40km, 30km, 30km and 20km.

      “Sheikh Hamdan’s victory added a new achievement to the UAE riders’ record,” WAM reported.

      H.H. Sheikh Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice President and Prime Minister of the UAE and Ruler of Dubai, was also present at the event for Sheikh Hamdan’s victory.

  246. habsburgicus scrive:

    trovo in fb
    “Diciamo la verità, il nazionalismo ucraino è un’invenzione polacca,per questo ha un sapore disgustoso da mignatta”

    il tipo probabilmente NON SA che il nazionalismo ucraino nacque, in gran parte, CONTRO i polacchi ! come saprebbe chiunque conosca la storia della Galizia a fine ‘800 e inizio ‘900 [è uno che scrive articoli, talora anche interessanti perché pur filo-russo sfegatato si stacca dalla sx cui non lesina critiche e su alcuni punti è vicino a posizioni “nazionali”…però è anche un tipo saccente, intollerante di obiezioni e critiche e dall’insulto facilissimo, come vedo nei suoi altri post..dunque ho ritenuto non perdere il mio tempo a replicare !]
    a questi livelli siamo ! e poi ci lamentiamo che ‘st’Italia va a rotoli 😀
    se c’è qualcuno che “inventò” il nazionalismo ucraino [e non ci fu, lo inventarono gli ucraini] furono gli Asburgo e poi i tedeschi..ma non è che lo “inventarono”, lo “favorirono” il che è diverso

    • habsburgicus scrive:

      al massimo si potrebbe dire, volendo essere buoni, che i polacchi crearono le condizioni con l’Unione di Brest (1596) perché poi, molto dopo, con la nota eterogenesi dei fini, potesse nascere un nazionalismo ucraino rivolto anche contro di loro (ora soprattutto contro i russi)
      da documenti segreti del XVIII secolo, ora noti, pare chiaro che i polacchi ritenessero l’Unione solo come una tappa verso la latinizzazione religiosa cioè, in quel contesto, verso la polonizzazione..non certo a favore di un nazionalismo ucraino (parola allora non usata) cui nessuno ancora pensava !
      fu Roma, in un certo senso, a impedire tale latinizzazione, pur acquiescendo poi al Sinodo latinizzante di Zamostja (1720) che però si limitò a latinizzare il rito e dunque a separare gli uniti dagli scismatici il che era negli interessi pure del Vaticano (più tardi sarà ,l’arma segreta che salverà fuori di Russia l’Unione) ma assolutamente non favorì la latinizzazione della Chiesa unita anzi rafforzandola (ciò che pochi negano) di fatto contribuì ad allontanarla nel generale, pur ammettendola in usi particolari !
      dunque in nessun caso se non con mille distinguo si possono fare i polacchi i padri del nazionalismo ucraino, polonofobo (dal 1848) !

      • mirkhond scrive:

        Certamente, ma converrai che senza le politiche cattolicizzanti avviate sotto la lunga dominazione polacca, ben difficilmente si sarebbe sviluppato un nazionalismo ucraino, sì antipolacco, ma anche antirusso e filo-occidentale.

        • habsburgicus scrive:

          le origini in Galizia (che è la parte più anti-russa oggi e quella dove gli uniti c’entrano di più) furono contro i polacchi (allora i russi non erano sempre odiati, anzi..gli Asburgo e il clero deviarono il moto contro i russi, entro 1905 gli “ucrainofili” avevano vinto in Galizia ma qualche “russofilo” o “vecchio ruteno”* rimase fino al 1914..e in Ungheria i “vecchi ruteni” rimasero dominanti)
          in Russia, l’ucrainismo fu agli inizi cosacchismo dunque anti-polacco per definizione (si pensi all’omonimo del calciatore del Milan, loro poeta nazionale) divenne anti-russo anche grazie alla politica poco saggia di San Pietroburgo che vietò le opere in ucraino in 1863, 1876 e 1881, sino al 1905 (e per influssi galiziani una volta che lì vinse la tendenza anti-russa, molto tardi come ho detto prima)

          *i “vecchi ruteni” pur amando la Russia (che ritenevano alleata CONTRO i polacchi) ritenevano i “ruteni” un popolo slavo a sé, pur legato ai russi..dunque San Pietroburgo li appoggiava fino ad un certo punto..inoltre erano leali agli Asburgo e rimpiangevano la perduta amicizia fra San Pietroburgo e Vienna che, a ragione, ritenevano un bene pe l’Europa anche loro pensavano a se stessi 😀 (molti ecclesiastici uniti, conservatori-ma non quelli più latinizzanti-erano “vecchio ruteni” sino al 1905 circa)
          i “russofili” invece, a parole, accettavano la teoria ufficiale che gli ucraini (ruteni) erano russi ! e bon..e anche politicamente erano sospetti a Vienna (religiosamente erano sospetti al Vaticano)
          anche linguisticamente c’erano differenze..alla buona
          1.ucrainofili usavano l’ucraino in lettere cirilliche moderne
          2.vecchi ruteni usavano il ruteno in cirillico ecclesiastico, finché fu possibile
          russofili usavano il russo o quello che ritenevano essere 3.russo 😀 (lo jazyčie, un gergo russificato)

  247. mirkhond scrive:

    Forse però, tale nazionalismo, sarebbe stato impensabile senza la lunga dominazione polacca su queste terre Rus’, che subirono un processo di forte cattolicizzazione, soprattutto con l’uniatismo.

  248. mirkhond scrive:

    inpensabile

    • roberto scrive:

      come si fa a prendere sul serio uno che scrive

      “E’ per questo che i malati di lebbra nel terzo mondo hanno perduto le dita delle mani; hanno sollevato pentole bollenti e ferri roventi senza sentire dolore”

      suvvia…

  249. mirkhond scrive:

    Roberto è mai stato in Slovacchia? Ungheria? Boemia?
    Che ne pensa?

    • Roberto scrive:

      Slovacchia solo Bratislava (caruccia), ungheria solo Budapest (affascinante), Boemia girata in lungo ed in largo (stupenda, ma sembra di stare in Germania, quindi veramente poco esotica).
      Sono molto attirato dall’Ungheria che per il poco che ho visto mi sembra veramente particolare (ci vado sicuramente a maggio 2016 per un convegno)

  250. MOI scrive:

    @ Z

    Su”Hanno la Faccia Come il Culo” ci sono finiti PlutoKrati molto meno peggio di Juncker … per ipocrisie di gran lunga minore !

  251. MOI scrive:

    In realtà per la convivenza tra popoli di cultura diversa dovrebbe bastare l’ ABC anche se arrivare almeno a “D” non sarebbe male …) del Buon Senso e del Discernimento … ma il problema è che le Insipienti Elites gridano al “ClericoFascismo” già ad “A” … nevvero, Habs ? 😉

  252. MOI scrive:

    @ MIGUEL

    Se vuoi trovare Migranti, specie donne, che beneficiano dell’ Ospitalità Islamica … vai su DubaiEscort 😉 ;D 😀 … vàira, Habs ?

    • habsburgicus scrive:

      peccato che per usufruirne bisogna essere sceicchi, emiri et similia..o perlomeno presidenti del Milano (così nota negli anni ruggenti, l’altra essendo l’Ambrosiana) 😀

  253. mirkhond scrive:

    “Boemia girata in lungo ed in largo (stupenda, ma sembra di stare in Germania, quindi veramente poco esotica).”

    E in Slovenia hai avuto una sensazione analoga?

    • roberto scrive:

      l’ho vista troppo poco per avere un’impressione chiara

    • PinoMamet scrive:

      Io in Slovenia sono stato solo di passaggio e per quel poco che ho visto mi è sembrata un’Austria di serie B… montagne un po’ più scrause e nostrane, e campagne tenute meno maniacalmente, insomma un po’ vicina all’Italia (anche paesaggisticamente) che non è neanche un male.

      Insomma, un luogo di passaggio tra tante cose, cultura tedesca, slava, e probabilmente anche un bel po’ latina anche se gli sloveni forse non lo sanno.

      Essendovi di passaggio, ho incontrato pochissime persone (solo camerieri e benzinai…) ma tutti simpatici e che non davano certo l’impressione di odiare gli italiani, anzi…

      anche i due-tre sloveni che lavoravano con noi in Friuli erano molto simpatici e alla mano.

      • mirkhond scrive:

        Chissà perché, ma ho avuto come una sensazione che la Slovenia dovesse piacerti….
        Se Dio vorrà, un giorno potrei recarmicisi anch’io…..

      • mirkhond scrive:

        Come hai comunicato con loro?
        In Inglese o in Italiano?

        • PinoMamet scrive:

          Mezzo e mezzo, ma appunto ho avuto conversazioni solo “di servizio” con camerieri, cassieri, benzinai, niente di prolungato o difficile…

          invece con gli sloveni incontrati in Friuli ho parlato sempre in italiano (non erano neppure tutti di cittadinanza italiana, credo che una fosse slovena proprio, ma parlava italiano benissimo).

          • PinoMamet scrive:

            Uno di loro mi diceva anche che lui capiva abbastanza bene le altre lingue slave, anche il russo, non tutto tutto ma riusciva a seguire interviste televisive, a parlare con i camionisti di passaggio ecc.

            in compenso aveva difficoltà col dial.. ehmm… lingua friulana che teoricamente sarebbe dovuta essere usata negli uffici.

  254. mirkhond scrive:

    In Boemia e in Slovenia ti sei espresso in Tedesco?

    • roberto scrive:

      slovenia ci sono stato solo di passaggio

      in boemia e slovacchia mi sono fatto capire abbastanza bene in inglese, anche se in boemia, fuori dalle città, non funzionano tanto né l’inglese né il tedesco.

      La prima volta che sono stato in boemia (ma allora era ancora cecoslovacchia), ho sempre alloggiato in case private e, fuori praga e brno, non ho mai, ma propro mai, beccato qualcuno che sapesse due parole di inglese o tedesco.

      gran bel viaggio, fra l’altro l’unico in vita mia fatto proprio da solo!

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