L’Arno in piena, gli schiavi e due bambine su un ceppo

Il commentatore che si firma Z si è preso la briga di tradurre in italiano tutto il post precedente, scritto in inglese. Grazie!

Da qualche parte, lontano, abita un mio amico.

Parla inglese, e quindi risponderò in inglese.

Il mio amico è una di quelle persone che vede le cose in modo molto diverso da me, e probabilmente proprio per questo può aiutarci a vedere meglio.

Questo dialogo è iniziato come una discussione sulle manifestazioni in una delle parti meno graziose di Roma, contro un gruppo di rifugiati da vari paesi che l’amministrazione della città aveva deciso di scaricare lì.

Il mio amico, che possiede un salutare istinto che lo porta a lottare contro ciò che percepisce essere l’andazzo dei nostri tempi, ha visto qualcosa di positivo in quelle manifestazioni, e ha aggiunto commenti contro l’immigrazione in Italia da parte di persone provenienti da altri paesi, nonché qualcosa riguardo ad un’entità chiamata “Razza Bianca”.

Qui riteniamo che a tutte le voci debba essere dato ascolto, prestata attenzione e se necessario data risposta. E questa è la mia risposta.

Partirò da Firenze, anche se tu sei partito dalla periferia di Roma.

Questo per un solo motivo: conosco ogni strada del mio quartiere, e mi sento molto più a casa tra queste pietre che non tra i palazzoni fatiscenti che speculatori immobiliari e mafiosi hanno costruito a Roma negli anni Cinquanta e Sessanta.

Palazzoni che hanno a poco a poco rimpiazzato le baracche, i rifugi di legno e lamiera dove una pittoresca umanità di operai, prostitute, ladruncoli e altri – originari dell’Italia centrale e meridionale – spaventava la classe media del centro di roma. I giovani coatti delle periferie erano soliti uscire di quando in quando dal loro altrove, per divertirsi a picchiare i giovani ben vestiti (con particolare gioia quando riuscivano a ripulirli dei loro abiti o stivali firmati).

Mi incuriosice l’espressione che hai usato – la Razza Bianca.

So che negli Stati Uniti è qualcosa in cui molti credono, ma suona davvero fuori posto in Italia, dove l’aspetto fisico non è mai stato determinante per il destino delle persone (è sempre stato molto più importante il denaro); le idee positiviste del secolo XIX in materia di ereditarietà e fisiognomica di certo non sono parte della tradizione italiana, anche se Cesare Lombroso era italiano.

Ora, tu suggerisci che Firenze dovrebbe ritrovare la sua purezza genetica e tornare alla Razza Bianca.

Lascia che ti racconti un paio di storie.

Firenze è sempre stata divisa in due dall’Arno, che in questi giorni è in piena e potente e rumoroso e color bruno; si potrebbero trascorrere ore ascoltando il suo rumore, guardando i gabbiani mentre il fiume ci spruzza l’acqua sul viso.

Detta papale papale, a nord del fiume abitano i ricchi, e a sud i poveri.

Per questo ai tempi di Roma la parte settentrionale è rimasta pagana quasi fino alla fine, mentre quella meridionale – il nostro Oltrarno, in larga misura abitata da immigranti siriani, come dimostrato dagli scavi di Santa Felicita – era la parte della gente tenuta “fuori dalle mura” e dei primi cristiani.

Il primo santo di Firenze, Miniato, che secondo la leggenda – dopo essere stato decapitato – raccolse fiero la propria testa e la portò sopra le colline che dominano l’Arno, si dice fosse un principe armeno. Forse non lo era, ma è così che i fiorentini vogliono ricordarlo.

La parte dell’Oltrarno in cui abito io è la parrocchia di S. Frediano – dedicata ad un santo irlandese – ma è disseminata attorno alla chiesa carmelitana, fondata assieme al suo convento nel 1267 per ospitare l’ordine appena riformato dall’inglese Simon Stock.

Vale la pena di osservare che nell’archivio carmelitano c’è un documento del secolo XVI che è considerato la trascrizione di un documento del 1 maggio 743, firmato dal notaio Rainerio di Simone – documento che afferma che l’area fu donata a sette frati carmelitani che fuggivano alla persecuzione di Re Omar d’Arabia. Il documento, ancorché ovviamente falso, dimostra quanto siano cambiati i tempi da allora: essere rifugiati in fuga dall’Oriente significava essere oggetto di rispetto e stima, non di paura.

I fiorentini sono sempre stati un miscuglio etnico, e non solo per via di tutti i britannici (che un tempo costituivano un quarto della popolazione), russi e tedeschi che si sono stabiliti qui nel XIX secolo.

Era una delle città più ricche dell’Europa occidentale durante il Rinascimento, e perciò attirò immigranti da tuttal’Europa, assime ad un gran numero di schiavi.

All’inizio i fiorentini compravano i loro schiavi dai veneziani e dai genovesi, ma più tardi iniziò ad occuparsene l’Ordine Toscano dei Cavalieri di S. Stefano: secondo i registri sono stati catturati e venduti circa 14.000 turchi tra il 1543 e il 1642.

Gli schiavi erano prevalentemente “Tatari”, “greci”, “neri”, russi, turchi, Saraceni nordafricani e persone provenienti dal Caucaso.

Nel 1370 una graziosa schiava costava fino a 70 fiorini; quando partorivano i figli del loro padrone, questi ultimi venivano inviati a uno dei numerosi orfanotrofi di Firenze. Da qui nacque quello che è probabilmente il più diffuso cognome fiorentino, Degli Innocenti; va però ricordato che il figlio che Cosimo de’ Medici ebbe da una schiava circassa portava con orgoglio il cognome del padre.

I registri arcivescovili di Firenze contengono una lunga lista di schiavi “turchi”, “mori” e “negri” che chiesero di essere battezzati tra il 1599 e il 1724, nel basttistero in cui ciascuna persona nata in città, nel giorno di San Giovanni, veniva accolto nella comunità del popolo fiorentino.

Ancora nel secolo XVII, circa il venti per cento della popolazione di Livorno – il porto di Firenze dove si teneva il più grande mercato di schiavi della Toscana – era composto da schiavi nordafricani, che tra l’altro avevano una loro moschea, la prima in Italia. E Livorno era l’unico porto in Italia dove i rematori schiavi di religione islamica, anziché essere costretti a dormire incatenati ai remi, potevano trascorrere la notte sulla terraferma.

Il Granduca Cosimo II concesse inoltre privilegi speciali a tutti gli stranieri (liberi) che intendevano stabilirsi a Livorno, e ciò spiega perché ancora oggi laggiù si trovi una popolosa comunità armena.

E a pochi passi da casa mia, oggi, c’è una comunità georgiana popolosa e profondamente devota, che celebra la propria messa – lunga quattro ore – tutte le domeniche, nella chiesa di S. Elisabetta delle Convertite, (le Convertite, naturalmente, erano ex prostitute).

Ora, tutto questo si inserisce perfettamente nello scenario fisico della nostra parte di città: il mutamento dei cognomi e dell’aspetto delle persone è qualcosa di poco rilevante. Ciò che conta sono le strade strette e la pavimentazione grezza delle strade; ciò che conta è che ogni volta che esci di casa puoi salutare le persone e chiacchierare con loro; ciò che conta è che c’è rispetto per ciò che tutte le generazioni passate – di qualunque origine fosse il loro sangue – hanno fatto qui; ciò che conta è la gente è ancora abbastanza povera per sorridere e scherzare.

L’ossessione per il sangue nobile e per i titoli è tipica di chi non ha né l’uno né gli altri: pensa all’incredibile teoria di pseudo-ordini di Malta, gente che si guadagna da vivere trasformando meccanici in cavalieri.

Ciò che conta è dove scorre il nostro sangue, ossia nei nostri figli: è più facile che una comunità nasca dalla sana necessità di far vivere bene i nostri figli che non per via di questa o quell’ossessione sul passato.

Il passato, per chi ama la storia come me, è una risorsa straordinaria, e nell’Oltrarno lo avverti ovunque. Ma la cosa terribile del passato è che non puoi cambiarlo, in nessun suo aspetto: qualsiasi cosa tu faccia, le cose orribili fatte da turchi, greci, tedeschi, antichi romani, ebrei, russi, musulmani, sciiti, cristiani etc. a danno di qualcuno cinquanta cento o mille anni fa non cambieranno mai.

Si dice che i fantasmi continuino a ripetere sempre le stesse cose, a maledire le stesse mani, senza alcuna possibilità di cambiare quei luoghi dannati… e inculcano le loro ossessioni nella testa dei vivi.

“Tocca ogni pietra, pensa a quanto è vecchio l’albero, pensa alla sfilata di geni ed artisti leggendari che percorreva queste strade, ma non permettere mai al passato di divorarti”: ecco ciò che potrebbe significare “tradizione”, nel suo significato più nobile.

Vivere in queste strade è provare un vero sentimento di comunità; è fare parte di un’economia che nasce dalla condivisione di tutte le piccole cose (“scusa, domani potresti andare a prendere mio figlio da scuola visto che io farò tardi… ah, ho dell’ottimo olio d’oliva, passa da me ché te ne do un po’!”), è provare intresse in quello che dicono le persone anziane, perché ci parlando dei nostri luoghi e delle nostre vite; è avere un occhio che vede sente e riflette su ogni cosa che succede nel nostro mondo.

Per questo Anastasia, una Rom rumena con un grazioso viso indiano, non solo fa le pulizie nelle case durante il giorno e lavora come cuoca in un ristorante la sera, ma abita in un piccolo appartamento con belle travi a vista vecchie di secoli, dove si ritrovano i compagni di classe di sua figlia. L’altro giorno erano tutti intenti a studiare la storia greca antica.

Cos’è che potrebbe distruggere tutto questo?

Ci sarebbero molte forze convergenti di cui parlare, ma ne tratterò una sola.

C’è una signora che aveva un forno a piano terra.

L’aveva ereditato dai genitori, senza mai acquistare i muri. Era in affitto. Era un’oltrarnina da generazioni, che ha sempre dimostrato ruvida amicizia a tutte le persone “come lei” che arrivavano, fossero essi fiorentini o napoletani o senegalesi o americani.

L’altro giorno ho scoperto che il suo forno aveva chiuso.

L’ho cercata per chiederle perché. Mi ha risposto: “la mia padrona mi ha detto che o le pagavo 5000 euro di affitto al mese o dovevo andarmene”.

Ora, chi può permettersi 5000 euro al mese per un negozio? Gli unici che possono sono i mafiosi, che investono tranquillamente importi del genere perché si aspettano di ricavarne almeno 10000 al mese. E c’è un solo modo per farlo: vendere superalcolici ai giovani, mettere musica scassatimpani e tenere aperto tutta la notte.

Chi sono questi giovani? Soprattutto americani di razza bianca (concetto irrilevante per me, ma che per alcuni a quanto pare è molto importante), provenienti da famiglie ricche a sufficienza per spedirli a ubriacarsi per un anno ad una delle 43 università americane che hanno succursali a Firenze.

E quando i residenti trovano ragazze alte e bionde che urlano, vomitano o fanno sesso alle tre del mattino sotto le loro finestre tendono a traslocare altrove.

E quel modo di vivere, quella comunità che è andata avanti per duemila anni, pian piano va in frantumi.

Eppure parte della nostra comunità è costituita da americani: gente che apprezza il quartiere, che vuole imparare qualcosa della sua vita, che ne ama l’arte. Molti tra loro sono persone alte, bionde e per bene: per il flusso violento e distruttivo del capitale l’aspetto fisico è irrilevante.

Ogni comunità deve affrontare i propri Ceauşescu, come è capitato ai villaggi in Romania.

Ci sono molti tipi di Ceauşescu: alcuni ti spiegano che il Progresso Industriale dello Stato è la risposta a tutto e inviano i bulldozer a salvarti dalle superstizioni reazionarie.

Altri ti spiegano che il Libero Mercato e il Capitale risolveranno tutti i tuoi problemi; che importa se perdi la casa e il lavoro, il pianeta è tutto uguale; circolare, circolare, e se la tua mente non tiene il passo del flusso dei mercati meriti solo di affogare nel fango.

E altri ancora ti spiegano che devi mutilare parte di te stesso, parte del corpo vivo della tua gente, per soddisfare un’astrazione che chiamano “razza”.

Ma non dobbiamo mai cedere la nostra vita a questi Ceauşescu: e uno dei modi di cedergliela è pensare troppo a loro. La peggior cosa che il tuo nemico può farti è traviare la tua mente in modo da farti pensare a lui.

Cresciamo di nuovo su questo ceppo tagliato, nel giardino che ci hanno portato via, mentre guardiamo al lato posteriore nascosto della Basilica di Santa Maria del Carmine, dove ha preso inizio il Rinascimento…

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269 risposte a L’Arno in piena, gli schiavi e due bambine su un ceppo

  1. Francesco scrive:

    >> “Tocca ogni pietra, pensa a quando è vecchio l’albero, pensa alla sfilata di geni ed artisti leggendari che percorreva queste strade, ma non permettere mai al passato di divorarti”: ecco ciò che potrebbe significare “tradizione”,

    è bellissimo!

    grazie

  2. roberto scrive:

    bellissimo!

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “è bellissimo!

    grazie”

    E’ la prima volta che me lo dici in quattrocentoquarantaquattro anni di frequentazione 🙂

    Mi viene da arrossire.

    Però è vero che tante volte, superate le apparenze, le persone si capiscono sulle cose che contano davvero.

    • Francesco scrive:

      insomma, capirsi è una parola grossa

      io di ogni pietra antichissima vedo anche che quando è stata posata era nuova di zecca e spesso messa al posto di qualcosa d’altro

      ricordo che ogni nascita – parlando di città – è possibile solo uccidendo quello che prima c’era (foresta, palude, basilica romana, casupola etrusca, moschea moresca, stazione della ferrovia, viottolo, bottega …)

      però ricordarlo è per me decisivo e chi non ricorda andrebbe almeno tenuto a guinzaglio, se non abbattuto

      ciao

  4. Moi scrive:

    Più o meno è quanto intendevo nell’ ormai parecchio dispersivo anch’esso post in English; cercando, però, di aderire di più all’ abusatissimo (Giornalisti per primi !) concetto (“identitario”, negli intenti …) di “Radici” :

    —————

    Radice identitaria è ciò che cresce spontaneamente …

    Anche la radici crescono costantemente …

    Troppo spesso si parla di “radici” come se fossero “fondamenta”, sulle quali effettivamente più di tanto NON si può aggiungere. Ma “radice” è un termine di metafora botanica, biologia; dovrebbe essere quindi “res viva”, che cresce proporzionalmente a tutto il resto.

    ***

    Aggiungo ora (ne avevamo già accennato tanto tempo fa) che si tende a considerare “a tubero” o “a fittone” ciò che si preferisce … ma di solito le cose stanno più a “rizoma ramoso”; a volte addirittura le radici risalgono dal terreno come se fossero dei rami rasoterra, perfino rialzati.

  5. Moi scrive:

    @ TUTTI (specie @ MIRKHOND) , giacché qui s’ è “switchato” ; -) in Italiano …

    http://www.uncommons.it/words/l-italia-non-esiste-133

    http://it.wikiquote.org/wiki/Fabrizio_Rondolino

    http://it.wikipedia.org/wiki/Fabrizio_Rondolino

    “L’Italia non esiste. Per non parlare degli italiani”, 2011; ed. Mondadori .

    PS

    La polemica sarà pur vecchia e stantìa … ma qualche elemento di originalità c’è.

    • Moi scrive:

      Riassunto con supporto audio-video :

      http://www.youtube.com/watch?v=ihwvpEDnGzA

    • habsburgicus scrive:

      Grazie Moi per avercelo postato….molto interessante, splendido !
      La forza dell’articolo sta non tanto in varie inesattezze e neppure in chissà quali rivelazioni
      Risiede nel fatto che a dire queste cose è un uomo di sinistra, laicissimo (e ciò si vede nella sua caratterizzazione dello Stato pontificio e della presunta influenza ecclesiastica in Italia; ma non è quello che ci ineressa), già uomo di D’Alema, costretto a dimettersi come è noto per aver scritto qualcosa di porno 😀
      In altre parole è un testo scritto da uno che, se ci fosse meccanicismo, dovrebbe essere il primo a urlare W l’Italia unita, abbasso i Borbone, W Cavour, W Mazxini, W Garibaldi ! (e infatti molti con quelle idee, o meglio, pregiudizi :D, evidentemente meno riflessivi dicono ancora così 😀 e sono i più)
      Splendida anche la difesa dell’Impero asburgico..e venendo lui da sx, è un unicum o quasi 😀 complimenti doppi !
      E il riconoscere che il marxismo è il padre di TUTTI i totalitarismi..applausi
      E riconoscere che il “totalitarismo” l’hanno inventato i sovietici e sia Mussolini che Hitler hanno solo “copiato” (con qualche originalità, va detto)….ottimo
      È uno dei rarissimi che pur venendo da sinistra ha mantenuto la capacità di analisi storica (ameno nella Storia “secolare”,,ma non pretendiamo la luna !) di altri credo ci sia stato (quasi) solo Preve, da lui diversissimo…credo sia difficile raggiungere la decina con tutti gli sforzi 😀 che però, più “avanti” e più “coraggioso” in altre cose era forse rimasto più “indietro” nella critica al marxismo (e alla stessa Unità d’Italia..o forse non ne ha mai parlato..opure io non ho letto gli scritti rilevanti)
      Quindi, chapeau all’autore 😀
      E chissà, forse voi riderete, il merito è della fàiga 😀
      Non scherzo..vi ho accennato che questo è “caduto in disgrazia” per ragioni boccaccesche…
      Orbene, visto anche la virulenza con cui la pseudo-sx di oggi si scaglia contro la fàiga :D, non sarà che quella contribuisce a mantenere un contatto con la realtà :D…
      La f… come unico, o quasi simbolo identitario rimasto.. 😀
      Moi mi canzonava..ma forse non avevo del tutto torto 😀
      Almeno, con questo qui, pare abbia dato buoni frutti !

      • Francesco scrive:

        Il totalitarismo, come pretesa di rifare tutta la società basandosi sulle proprie idee, credo sia nato in ambito cristiano – temperato da fattori storici esterni che lo rendevano impraticabile e fattori religiosi interni che ne limitavano le pretese – e poi ripreso dai giacobini.

        In parte da tutti gli illuministi, come ricorda Miguel quando parla dei “geometri”, ma quelli erano largamante “nel giusto”, al modo in cui lo erano i romani a rimodellare l’Europa a colpi di strade, ponti, acquedotti

        Poi sono venuti i bolscevichi – che altri marxisti sono rimasti a livello di pie intenzioni – e i fascisti.

        Quindi … almeno come presunzione i sessantottini? le femministe? i pacifisti? insomma, quelli che volevano rifare il mondo “da sinistra” e hanno mandato molto a puttane.

        Ultimi, direi, gli estremisti del neoliberismo, delle cui nefandezze non avete idea (io ve lo dico di studiare economia).

        Ciao

    • PinoMamet scrive:

      L’articolo è molto interessante, sono d’accordo al 80% (sottostima molto la conoscenza dell’italiano- un modo di vedere le cose mi pare ormai abbastanza vecchio- e non è vero che l’Italia non è mai stata unita, anche se è vero che non è mai esistito uno Stato “italiano”…)

      però insomma coglie molte cose vere, ma credo che sbagli la conclusione.
      L’Italia, purtroppo o per fortuna, è qui per restare.

      Troppo faticoso disfarla, e troppo pigri gli italiani. Che ormai esistono, c’è poco da fare…

    • roberto scrive:

      “Chiunque sia stato una volta nella vita a Cosenza e a Varese […] sa benissimo che l’Italia non esiste.”

      chiunque abbia almeno una volta nella vita varcato i confini italiani, sa benissimo che l’italia esiste

      (visto poi che fa l’esempio della spagna, che vada a bilbao o a barcellona a dire “la Spagna è uno Stato, una Na­zione con la maiuscola”)

      bah!

      • Francesco scrive:

        >> chiunque abbia almeno una volta nella vita varcato i confini italiani, sa benissimo che l’italia esiste

        Mi sa che Roberto ha calato l’asso di bastoni: sfido chiunque a ribattere a questa sacrosanta affermazione.

        Resto comunque secessionista, eh!

        😀

      • roberto scrive:

        ricopio un commento che dice più chiaramente quello che volevo dire

        “[….] le differenze tra gente di diverse parti d’Italia si notano solo quando si è in Italia. Una volta che gli italiani s’incontrano all’estero, tutte queste disparità, magicamente, svaniscono; ci ritroviamo tutti a pensarla esattamente allo stesso modo, per qualche strana ragione…
        E poi le differenze culturali (ed etniche) esistono in ogni Stato: gli inglesi del nord, per esempio (intorno a Newcastle), sono completamente diversi dai londinesi, per non parlare dei gallesi (che parlano una lingua diversa) e degli scozzesi, da sempre fautori della devolution.
        [….]”

        secondo me anche in paesi dei quali nessuno mette in dubbio l’esistenza (sempre che questa cosa voglia dire qualcosa), le differenze fra regioni si sentono e come. non vorrà mica sostenere l’autore di quest’articolo che un marsigliese ed un parigino si assomigliano di più che un calabrese ed un veneto, vero?

      • Peucezio scrive:

        “chiunque abbia almeno una volta nella vita varcato i confini italiani, sa benissimo che l’italia esiste”

        Condivido.

  6. Moi scrive:

    Segnalazione :

    http://www.imille.org/2014/11/eric-zemmour-la-francia-del-politicamente-scorretto/

    La nomea di Eric Zemmour valica finalmente le Alpi …

    I “Bobos”, dopo più di 40 anni, “han reso” ! 😉

  7. Moi scrive:

    Le XI 😉 Regiones dell’ Italia Augustea

    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/21/ItaliaAlTempoDiAugusto_%28expo_-25_contrasto_25%29.jpg

    … e ve’ mò: ve’ mò s’ai é al VIII 😉 e cum la ‘s ciàma !

  8. Moi scrive:

    ******** Scusate, ho sbagliato post di riferimento *********

    @ HABSBURGICUS

    Si tratta dell’ introduzione del libro, che però non ho letto, e che immagino non abbia avuto gran promozione nonostante l’ editore prestigioso …

    http://www.librimondadori.it/libri/l-italia-non-esiste-fabrizio-rondolino

    http://books.google.it/books?id=U1Z-6EN6BjYC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false

    Ma dimmi: che l’è ‘sto “Fàiga Ghéit” di cui sopra 😉 ?

    • Moi scrive:

      la virulenza con cui la pseudo-sx di oggi si scaglia contro la fàiga

      [cit.]

      —————–

      Ma intendi dire che si tratta di una battaglia ideologica che precede (!) gli scandali da Noemi Letizia a Ruby Rubacuori / Karima El Marough e tutte le altre ?!

  9. Moi scrive:

    La Cougar MILF Renzina in una versione 😉 di Lady Oscar :

    http://www.youtube.com/watch?v=op4S9nQEVFM

    “Lady … Làik” 😉

  10. Moi scrive:

    A proposito di Esorcismi :

    http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2014/11/24/news/moretti-anche-nilde-iotti-era-ladylike-1.10372132

    Una battuta per esorcizzare (!) il caso delle polemiche dopo un’intervista alcuni giorni fa: «Ladylike era anche Nilde Iotti».

    [cit.]

  11. Moi scrive:

    Ma il VERO miracolo è che ‘sto PD Leopoldino è riuscito persino a “lassèr a cà” 😉 dalle Urne _ per la prima volta in vita loro, gente che ha iniziato a votare che c’era ancora l’ URSS e Stalin ! _ legioni di Umarèll e Zdàure !

    Mi sono recato alle urne verso le 15, e l’ affluenza da poco aggiornata sulla lavagna del seggio segnava un “17%” che mi lasciava a bocca aperta … sapendo che appunto Umarèll e Zdàure “i ‘s lìven” (“si alzano”) di buon’ora e “apànn’ ażdè” (“appena svegli” [lett. “destati”] vanno a “Votare” (la maiuscola si sente [sentiva] dall’ orgoglio con cui lo pronunciano [pronunciavano] … pensando che grazie alla Resistenza esercitano il Diritto di Voto; sempre “udibilmente maiuscolo”)

    • Moi scrive:

      @ MIRKHOND

      Che sotto Matteo I 😉 si stia ripetendo nell’ Ex Capitale della Delegazione Pontificia delle Romagne per il PD quella disaffezione già vistasi per la Chiesa sotto Pio VI e Pio VII ?! 😉

      • Francesco scrive:

        la speranza è morta

        infatti i politici “emergenti” nel voto sono Grillo e Salvini

        sarà contento Mirkhond: tra poco dalle Alpi al mare sarà tutta una grande Puglia

  12. Moi scrive:

    NON so chi l’abbia fatto, ma … vi mostro questa interpretazione del PD (“Partito Depilatico” [sic])

    Ladylike

    http://i-exc.ccm2.net/iex/1280/1640995777/872841.png

    prima che venga rimossa e magari incarcerato l’ autore per miSSoGGEnia …

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per habsburgicus

    “E riconoscere che il “totalitarismo” l’hanno inventato i sovietici e sia Mussolini che Hitler hanno solo “copiato” (con qualche originalità, va detto)….ottimo”

    Non sono d’accordo.

    Lenin prima, Mussolini subito dopo e poi Hitler hanno tutti copiati dal modello totalitario degli apparati bellici della prima guerra mondiale.

    Che se ci riflettiamo un attimo, vuol dire che anticomunismo e antifascismo si fondano su premesse sbagliate, che assolvono il vero colpevole.

    Se pensiamo che il Manifesto di Marx risale al 1848, il socialismo marxista ha una storia di quasi 70 anni prima di Lenin, che nulla di totalitario.

    • Moi scrive:

      Indubbiamente però il Marxismo è un’Ideologia Prometeica e Volitiva : con le Maiuscole non solo in Tedesco 😉 … una “Vis” che ricorda quella che oggidì ha la “Gender Culture”.

      …o no 😉 ?

      • Moi scrive:

        Certo, l’ idea del “Nemico Colpevole di Esistere” risale a una forma estremista di Giacobinismo … che poi è quella che ha prevalso; perché diciamolo: i moderati (minuscolo, quelli veri …) sono insulsi e noiosi. 😉

      • Francesco scrive:

        beh, il marxismo è assolutamente totalitario, con una franchezza quasi imbarazzante

        Lenin ha giusto messo in atto quello che era teoricamente indicato

        possiamo però dare atto a Miguel che il modello “pratico” di sistema totalitario è dato dalla mobilitazione generale della società realizzata per combattere la Grande Guerra

        • Z. scrive:

          Ehm, veramente no. L’ortodossia marxista, fino alla rivoluzione bolscevica, era pressoché universalmente individuata nella socialdemocrazia tedesca.

          Persino dopo la rivoluzione, il sistema vigente prima della stretta di Stalin non era particolarmente totalitario.

        • Francesco scrive:

          caro Z

          quanto mi dici mi risulta del tutto nuovo per quanto riguarda Marx (la socialdemocrazia è un tradimento del marxismo bello e buono) e falso per l’URSS (Lenin era totalmente totalitario, pure con gli altri rivoluzionari, che in Russia non mancavano certo nel 1917)

          ma io sono di un’altra parrocchia

        • Z. scrive:

          Lo vedi che anche tu sei stato bolscevizzato? 😀

          La socialdemocrazia tedesca era non “un” marxismo bensì IL marxismo. Poi arrivò Lenin e Kautsky divenne il “rinnegato Kautsky”.

          E il regime bolscevico divenne compiutamente totalitario con la collettivizzazione a passi forzati impressa da Stalin. Quanto alle parrocchie, anche la stretta sulla Chiesa ortodossa è dello stesso periodo (durante la Rivoluzione c’è stata più tolleranza di quanto comunemente non si creda).

          Questo riguardo al regime, appunto; se Stalin fosse o meno più totalitario o più feroce dei suoi oppositori (di destra o di sinistra) non so. Personalmente credo che molti si comporterebbero allo stesso modo se ne avessero la possibilità, che per fortuna nei regimi liberaldemocratici è preclusa a chiunque.

        • Andrea scrive:

          @ Z.

          “La socialdemocrazia tedesca era non “un” marxismo bensì IL marxismo.”

          Però – correggimi, se sbaglio – la dottrina marxista, indipendentemente dalle interpretazioni successive, prevede la “dittatura del proletariato” (e quindi la distruzione della democrazia rappresentativa) come tappa non bypassabile nell’ottica della realizzazione della “società senza classi”. Dopodiché, risulta anche a me che la socialdemocrazia sia, sin da principio, una delle interpretazioni del Marxismo. Del resto, Rosa Luxemburg si autoproclamava “socialdemocratica”, no? Secondo la mia prof. di filosofia del liceo, l’analisi storico-economico-politica di Lenin, secondo la quale l’Imperialismo storico non sarebbe che il risultato del Capitalismo nella sua fase estrema, sarebbe sostanzialmente scopiazzata da quella di Luxemburg… Qualcuno mi saprebbe dire di più su quest’ultimo punto e su quanto c’era in Luxemburg di effettivamente “socialdemocratico” in senso contemporaneo?

    • Peucezio scrive:

      A loro volta però gloi apparati bellici della Prima Guerra Mondiale da dove vengono?
      Sono il prodotto della modernizzazione legata alla Seconda Rivoluzione Industriale?

      • Francesco scrive:

        e del fanatismo nazionalista, che mi pare un figlio bastardo – ma figlio – della rivoluzione francese

        come se la ragione illuministica avesse riconosciuto la propria insufficenza pratica e inserito la Nazione come elemento trascendente del proprio Mondo Immaginario

        con una forza travolgente

        pensate solo alla follia che fu la leva obbligatoria

  14. Moi scrive:

    Miguel,tetù ‘unn ce l’hai un’altra bella foto delle bimbe su i’ (c)ceppo da metter in fondo a i’ (p)poste ? 😉

  15. Moi scrive:

    @ PINO

    Forse Rondolino ha in mente gli Universitari (e poi Laureati) che identitariamente si compiacciono di parlare “alla Checcho Zalone” … qualche commentatore/trice li ha in mente di sicuro !

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Indubbiamente però il Marxismo è un’Ideologia Prometeica e Volitiva : con le Maiuscole non solo in Tedesco 😉 … una “Vis” che ricorda quella che oggidì ha la “Gender Culture”.”

    Certo, e infatti credo che sia più sensato il confronto tra il marxismo del 1880 e la Gender Culture di oggi, con tutti i suoi difetti, che con il leninismo militare del 1920.

    C’era tutta un’atmosfera ingenua di fede nella scienza, nell’industria, nella scuola e nelle elezioni, un trascurare i moventi non economici della vita umana, e mille altri difetti, ma il militarismo (direzione totalitaria, nemici da colpire, ecc.) era assente fino alla prima guerra mondiale.

    In questo senso il grande dibattito attorno a Nolte – “furono i neri/bruni o i rossi a lanciare il primo sasso?” – è tanto più mistificatorio, quanto più è colto.

    Il comunismo e il fascismo furono l’esito imprevisto delle decisioni prese nel 1914 da alcuni spocchiosi e imbecilli membri della classe dirigente europea, che e a loro volta furono il prodotto di grandi processi di sviluppo economico-industriale attorno agli Stati-Nazione.

    • Francesco scrive:

      >> direzione totalitaria,

      insomma, avendo Marx capito tutto, ogni idea al di fuori del marxismo era una perdita di tempo, un tradimento della Causa Comunista, una divagazione lungo il cammino della Storia e del Progresso

      >> nemici da colpire,

      qui è facile: il Proletariato doveva colpire tutti gli altri perchè era l’inizio della vera storia umana.

    • Peucezio scrive:

      “che e a loro volta furono il prodotto di grandi processi di sviluppo economico-industriale attorno agli Stati-Nazione.”

      Quindi mi avevi già risposto, implicitamente, nella stessa linea che ipotizzavo io.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Mi sono recato alle urne verso le 15, e l’ affluenza da poco aggiornata sulla lavagna del seggio segnava un “17%” che mi lasciava a bocca aperta … sapendo che appunto Umarèll e Zdàure “i ‘s lìven” (“si alzano”) di buon’ora e “apànn’ ażdè” (“appena svegli” [lett. “destati”] vanno a “Votare” (la maiuscola si sente [sentiva] dall’ orgoglio con cui lo pronunciano [pronunciavano] … pensando che grazie alla Resistenza esercitano il Diritto di Voto; sempre “udibilmente maiuscolo”)”

    Bellissima descrizione di un mondo.

    Quell’impegno è stato autentico, quotidiano, attento e intelligente, anche da parte di persone con la quinta elementare, che però erano in grado di riflettere su tante cose.

    Quell’impegno era accompagnato da un impegno di intellettuali di alto livello. Spesso sulle bancarelle ritrovo testi “politici” scritti negli anni Settanta che analizzavano la scuola, l’economia, le trasformazioni sociali, la politica internazionale, la giustizia, la medicina e mille altri temi. Certo, erano “di parte”, come tutto, ma c’era una profondità di riflessione e una documentazione inimmaginabili oggi.

    Non è stato per niente un mondo di “stupidi trinariciuti”.

    Eppure, tutto questo ha dato come esito il signor Renzi e la signora Moretti.

    • Francesco scrive:

      l’economia???

      mi permetto di dubitarne, come ti sospetto di scambiare “analisi” e “polluzioni libresche” se l’epoca sono i ’70

      ciao

  18. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Il totalitarismo, come pretesa di rifare tutta la società basandosi sulle proprie idee, credo sia nato in ambito cristiano – temperato da fattori storici esterni che lo rendevano impraticabile e fattori religiosi interni che ne limitavano le pretese – e poi ripreso dai giacobini.”

    Sicuramente è vera questa analisi.

    Molto dipende da ciò che consideriamo “totalitarismo”.

    Io pensavo piuttosto a “Unione Sovietica e Germania Nazista”.

    Ora, nel primo caso una sorta di ideologia ufficiale esisteva, rubacchiata a veri filosofi (in senso lato) precedenti; e lo stesso Lenin sicuramente era anche un “pensatore”.

    Nel nazismo, non abbiamo alcun lavoro filosofico: persone pragmatiche hanno qualche volta trovato utile avere con loro Heidegger o teorici della razza o altra gente, ma il testo fondante del nazismo diceva semplicemente, “siamo stati sconfitti nella prima guerra mondiale, non deve più succedere”, che non costituisce un’idea con cui plasmare il mondo.

    Una visione totalizzante della vita è cosa diversa dalla pratica totalizzante.

    La pratica totalizzante cosiddetta marxista non nasce negli interminabili dibattiti dei circoli operai tedeschi del 1880, ma quando Trotzky ristruttura l’esercito zarista per saccheggiare le campagne e nutrire le città ridotte alla fame; quando si instaura la pena capitale per i “controrivoluzionari” e marinai e operai armati sciolgono il parlamento.

    E questo è legato a uno stile che continua la prima guerra mondiale, con il suo sistema di indifferenza al singolo, di comando unico dall’alto, di dire “se noi perdiamo mille uomini domattina alle sei, e loro ne perdono duemila, abbiamo vinto noi”.

    E’ legato a una visione complessiva dello spazio geografico – con un ordine, tiro fuori il grano dall’Ucraina, fucilo i ferrovieri che si rifiutano di trasportarlo, siccome la quantità è quella che è, decido di darlo agli operai che stanno producendo armi e lascio crepare i non combattenti dietro le linee e fucilo quelli che si rifiutano di seppellirne i cadaveri.

    Il totalitarismo nazista nasce come risposta alla presunta “pugnalata alla schiena” di socialisti, pacifisti ed ebrei durante la prima guerra mondiale. “Mai più!” per loro voleva dire, applichiamo i sistemi che si usavano nelle trincee a tutta la società.

    In entrambi i casi, si tratta di sistemi già applicati su scala enorme tra il 1914 e il 1918, a milioni di esseri umani e a nazioni intere.

    • Francesco scrive:

      >> Una visione totalizzante della vita è cosa diversa dalla pratica totalizzante.

      Non credo si possa realizzare una pratica totalizzante senza avere una visione totalizzante.

      Per ridurre tutto a mercato ci vuole qualcuno che pensi, e dica, e magari creda pure, che il denaro è l’unico serio metro di tutte le cose.

      Ciao

    • Peucezio scrive:

      “In entrambi i casi, si tratta di sistemi già applicati su scala enorme tra il 1914 e il 1918, a milioni di esseri umani e a nazioni intere.”

      E’ un punto di vista molto interessante.
      E così, a naso, non mi sembra affatto peregrino.

  19. habsburgicus scrive:

    @tutti
    Mirkhond pare in “sciopero” 😀 forse immagino anche quale sia la causa (non c’entriamo nulla né io né Roberto né Francesco..solo per fare tre nomi :D)…
    e pensare che Rondolino, nel suo ottimo articolo, rese omaggio addirittura ai Borbone ! ai Borbone, dico 😀 da uno laico, di sinistra, già uomo di D’Alema, fautore della libertà sessuale e per giunta, credo, settentrionale è tantissimo, penso non ci siano altri esempi ! per Mirkhond dovrebbero essere soddisfazioni 😀 roba mica di tutti i giorni 😀
    e invece non ha commentato 😀
    vabbè, lo farà, quando, e se, vorrà lui…ed è giusto così, aggiungo !

  20. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    ““In entrambi i casi, si tratta di sistemi già applicati su scala enorme tra il 1914 e il 1918, a milioni di esseri umani e a nazioni intere.”

    E’ un punto di vista molto interessante.
    E così, a naso, non mi sembra affatto peregrino.”

    E Vernon Lee, durante la guerra, aveva già colto tutti i meccanismi.

    Se solo non avessi un milione di altre cose da fare, mi piacerebbe tradurre tutto il suo saggio.

  21. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Non credo si possa realizzare una pratica totalizzante senza avere una visione totalizzante.

    Per ridurre tutto a mercato ci vuole qualcuno che pensi, e dica, e magari creda pure, che il denaro è l’unico serio metro di tutte le cose.”

    E’ vero, e infatti il capitalismo (o la legge o l’Islam o il socialismo reale o il femminismo o mille altri dispositivi del genere) è essenzialmente uno stato della mente.

    Ciò però con cui non sono d’accordo è l’importanza dei documenti programmatici e teorici.

    I documenti danno un’aura durevole e un’apparenza di “verità” a uno stato della mente, ma lo stato della mente nasce dall’interazione tra le circostanze concrete – in perenne divenire – e le passioni umane, che sono abbastanza simili ovunque.

    La passione umana che dà origine al femminismo c’era magari sempre, ma esplode con le possibilità offerte da circostanze oggettive – il crollo della famiglia patriarcale, la riduzione dell’importanza dei lavori “pesanti”, la pillola, per citare alcuni fattori semplici.

    Tutto questo dà spazio, a un certo punto, a opere scritte da persone intelligenti, che però non sono mai la causa vera.

    Non fu Marx a lavare il cervello a milioni di persone. Furono milioni di persone che credettero di trovare in Marx la spiegazione del particolarissimo vissuto del mondo industriale tra il 1870 e il 1970.

    Marx nel Medioevo non lo avrebbe capito nessuno, e di nuovo oggi, se si regalasse il Capitale a ogni studente italiano, non avrebbe più impatto della diffusione delle opere di San Tommaso.

    • Andrea scrive:

      “…e di nuovo oggi, se si regalasse il Capitale a ogni studente italiano, non avrebbe più impatto della diffusione delle opere di San Tommaso.”

      Ahahahahahahhaahah!!!!!! Questa è favolosa!

      • Francesco scrive:

        mi sa che questa volta sono in disaccordo

        quello che manca è un Maestro, non le circostanze storiche

        che alla fin fine, non cambia mai un cazzo di niente, gli uomini sono sempre gli stessi – per più che non le sole “passioni” – forse dovremmo intenderci su cosa sono codeste passioni

        ciao

        • Peucezio scrive:

          Sì, ma il maestro, ammesso che questa sia un’epoca disposta ad ascoltare maestri, dev’essere uno in sintonia con le istanze e le pulsioni di questo momento.
          Se no rimane a fare il maestro di sé stesso.

          Poi è anche vero che certi personaggi riescono a mettersi perfettamente in sintonia con le aspiettative di un certo momento storico, però poi imprimono delle svolte non scontate, perché, una volta diventati rilevanti, sono in grado di condizionare l’evoluzione degli eventi in un senso o in un altro.
          Altrimenti avremnmo un determinismo sociale assoluto.

  22. Guido scrive:

    Credo che “Il Capitale” non abbia mai avuto un grande impatto, nemmeno nell’età dell’oro del cosiddetto “comunismo” tra tante virgolette. Si tratta di un testo troppo vasto e complicato per essere considerato fruibile alle grandi masse; e anche fra sedicenti marxisti credo che solo una trascurabile minoranza ne abbia affrontato la lettura. Semmai bisognerebbe riferirsi a “Il manifesto del Partito Comunista”, quello sì fu pensato come strumento di agitazione. A distanza di un secolo e mezzo su questo testo è possibile leggervi in filigrana buona parte dell’immaginario e dei sentimenti di quella forma di vita occidentale che veniva sradicata dal tradizionale contesto rurale per essere ingabbiata nell’inferno della fabbrica.
    Ciò che ha fatto Marx è stato semplicemente rendere evidente uno stato di fatto e provare a elaborare una cassetta degli attrezzi utile ad “abolire lo stato di cose presenti”.
    Il “Marxismo” andrebbe poi studiato con la stessa metodologia che si applica alla storia della Chiesa.

  23. Miguel Martinez scrive:

    A proposito dell’unità d’Italia, una cosa che mi affascinava ai tempi del sistema elettorale proporzionale.

    Tolto il Sudtirolo e la Val d’Aosta, i risultati elettorale ovunque e sempre seguivano lo stesso schema.

    1) PCI o DC in testa, solo in pochissime province con la maggioranza assoluta; e comunque, dove il PCI era il primo partito, la DC era il secondo e viceversa

    2) ovunque, gli altri partiti avevano risultati quasi fissi: PSI terzo partito, MSI quarto, ad esempio. E se il PSI nella provincia più di successo raggiungeva il 13,5% del voto, dove gli andava male aveva il 9,2%.

    3) Gli altri partiti ovunque ricadevano dentro una percentuale ben delimitata di voti, che fosse a Caltanissetta o a Padova – tipo PLI 3,1%, PLI 2,9%, PLI 4,6%…

    Ma ancora più regolari erano i cambiamenti in ogni elezione – “PCI + 0,7% a Siena, + 0,5% a Catania, + 1,1% a Trieste” si accompagnava immancabilmente a “PSDI -0,3% a Genova, -0,4% a Cuneo, -0,2% a Siracusa”.

    Risultati finissimi, e non legati apparentemente ai grandi meccanismi mediatici che oggi condizionano i risultati delle elezioni.

    E’ sempre stato un mistero per me, ma mostra una profonda unità di qualche tipo.

    • Francesco scrive:

      mi sa che sei straniero

      1) vero quello che dici per DC e PCI

      2) c’erano piccole parti d’Italia dove i partiti minori raggiungevano anche il 20% del voto, forse di più. piccole roccaforti socialiste, missine o repubblicane, forse anche liberali da qualche parte

      3) il risultato del voto richiedeva sempre una laurea in statistica e una in semiologia per essere compreso, avendo come presupposto mai detto che in ogni caso al governo doveva starci la DC, con varia compagnia

      4) i VERI risultati elettorali erano INTERNI ai partiti, compresi quelli piccoli

      5) il sistema nel suo complesso faceva cagare e ha azzerato la classe politica italiana, lasciando solo dei politicanti.

      ciao

    • habsburgicus scrive:

      è verissimo, Miguel…hai colto l’essenza del sistema proporzionale
      che era il più adatto all’Italia
      io all’epoca lo criticavo, ma sbagliavo

      • PinoMamet scrive:

        OMDH 😀

      • Roberto scrive:

        D’accordissimo con habsburgicus

        • Francesco scrive:

          cicci belli

          posso ricordarvi che la peste, come le querce, nasce da un piccolo seme che cresce lentamente fino a diventare un grande albero?

          quel sistema politico ha ucciso l’Italia: nell’economia, nella politica, nella morale pubblica e privata, nella cultura, persino nello sport

          oggi che sentiamo il lezzo della decomposizione pensiamo che allora si stava meglio ma è allora che il male è nato e cresciuto

        • PinoMamet scrive:

          “quel sistema politico ha ucciso l’Italia: nell’economia, nella politica, nella morale pubblica e privata, nella cultura, persino nello sport”

          Può essere, ma l’evidenza suggerisce il contrario:
          con quel sistema politico l’Italia funzionava, appena lo hanno smantellato ha cominciato ad andare a catafascio.

          Naturalmente la spiegazione vera può benissimo essere contro-evidente, ma…

          credo che in realtà sia più complessa anche di così.

          L’Italia non è stata né distrutta dal sistema proporzionale né salvata da quello maggioritario, o viceversa.

          Però il sistema maggioritario, essendo meno democratico, ha permesso più facilmente la “rottamazione” (per usare un termine di moda) delle strutture rese fatiscenti da anni di cattiva gestione.

          Questa rottamazione è stata positiva? Io credo di no.

          Come non credo che la cattiva gestione derivasse dal fatto di avere 5 partiti al governo anzichè 2.

          Perciò, allla fine… abbiamo ragione noi 😀 (Hans Roberto e io 😀 )

        • PinoMamet scrive:

          Errata corrige: Habs
          😉

        • roberto scrive:

          “quel sistema politico ha ucciso l’Italia”

          e quello attuale l’ha seppellita e sta cacando sulla tomba.

          sinceramente francesco ero della tua idea prima di vedere quello che abbiamo ora (e dico una parola: “governabilità”. il sistema di prima rendeva l’italia “ingovernabile”…poi si è arrivati a quello di ora…)

        • Francesco scrive:

          a me pare evidente che le cose siano andate così

          1) il sistema elettorale proporzionale e quello politico consociativo hanno ucciso la vittima; non funzionava NULLA tranne quei sistemi di predazione che ingenuamente Pino chiama strutture

          2) i sistemi elettorali parzialmente maggioritari non hanno sconfitto la politica consociativa e non hanno risuscitato la vittima

          3) il ritorno al proporzionale e al consociativismo lascerebbe la vittima morta e gli italiani senza speranze

          4) Renzi, con tutti i suoi limiti, è il second best per l’Italia (il first best è la Troika, vi ricordo)

          5) quando inizierà la caccia agli immigrati e agli zingari (ma sul serio), io non parteciperò ma non servirà a un cazzo. il futuro dei proporzionalisti è Alba Dorata, temo

          ciao

        • PinoMamet scrive:

          Mmm

          3) il sistema proporzionale visto che peggio di così non può fare, rimettiamolo, ha almeno il pregio di essere democratico; consociativi tanto non abbiamo mai smesso di esserlo;

          4) il first best dell’Italia è la Camusso, il second è Salvusconi, mentre in graduatoria la troika se la gioca con Stalin e Dick Dastardly…

          5) Non ci sarà alcuna caccia, se non altro perché tutti quelli cacciabili se ne stanno andando da soli.

        • Francesco scrive:

          la Camusso è il Male Assoluto

          poi viene Salvini

          poi Berlusconi

          poi Renzi

          poi il nulla

          poi la Troika

          al peggio non c’è mai fine

          credo nel futuro dei pogrom, al massimo dovremo inventarci dei nuovi ebrei da perseguitare

        • Z. scrive:

          Qualcuno che difendesse Landini potrei ancora capirlo: a me sembra un incrocio tra Gino Strada e Vittorio Sgarbi, ma potrei capire.

          Ma difendere Camusso mi sembra davvero un’impresa disperata, quasi quanto difendere Debora Serracchiani.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Cause buone: era voto di appartenenza pura, in un paese non troppo disomogeneo in cui, bene o male, esisteva una bipolarizzazione nella multipolarizzazione ed in cui si era attenti all’equilibrio come antidoto alla radicalizzazione violenta.
      Cause cattive: era lottizzazione pura, in un paese attentissimo alla salvaguardia degli equilibri in cui ognuno distribuiva favori nei limiti del proprio peso, pena il salto del tavolo e la radicalizzazione.

      • Francesco scrive:

        cosa c’è di buono nel voto di appartenenza? è la morte della democrazia, quando voto un bianco coglione e disonesto solo perchè è bianco

        cosa c’è di buono nell’equilibrio – che è sempre equilibrio tra parassiti a scapito di chi paga?

        ciao

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          È buono (temine per semplificare) perché legittimo. Quello che ho chiamato cattivo, invece, è un po’ meno legittimo.
          Ammetto di aver usato le due parole perché non avevo voglia di cercarne di migliori.

        • Francesco scrive:

          che senso avrebbe dare un voto di appartenenza se poi il politico appartenente manco poteva farti un favore?

          sarebbe un sistema assurdo!

          ciao

  24. Francesco scrive:

    😀

  25. Moi scrive:

    Una penisola stivaliforme lunga e stretta al centro del mare dei Levantini è ovvio che sia etno-culturalmente variegatissima … ma NON è questo il punto. Il punto è che solo in Italia c’è cotanta labilità identitaria istituzionale e civica : destinata a ripercuotersi tanto perniciosamente in tutto il resto.

    “Come dici” ?! ”Nazione ” ? … “Fascista” ! “Stato” ? … Comunista ! “Paese ?” … “Va be’: mercanteggiamo la coesistenza !”

    Roberto dirà : “Eh … ma per fortuna che c’è la UE , a Europeizzare l’ Italia !”

    Ma personalmente mi sa che la UE stia (in senso deleterio, di cui sopra …) invece “Italianizzando l’ Europa !”

    *** il punto è il seguente : ***

    Si sta ora ripetendo con le banche, per l’ Europa, quella forzata e disastrosa modalità di Unità che nel 1861 venne applicata all’ Italia con gli eserciti ?

    ————————

    NON vuol essere una domanda retorica …. Me lo chiedo.

    • Francesco scrive:

      per le banche mi pare evidente di sì

      i colossi bancari sono un danno per l’economia, sia a livello generale (too big too fail e allora devi salvarli coi soldi dello Stato), sia a livello locale (sono banche generaliste che capiscono solo di finanza e nulla di economia reale)

      mi pare abbiano lo stesso problema negli USA

    • Andrea scrive:

      “Ma personalmente mi sa che la UE stia (in senso deleterio, di cui sopra …) invece “Italianizzando l’ Europa !””.

      E’ il discorso di Leonardo Sciascia riproporzionato su scala europea (nel senso che Sciascia ne “Il Giorno della Civetta” si limitava a dire che la Sicilia stava “sicilianizzando” l’Italia).
      Si tratta di una delle posizioni di Sciascia, di cui ho immensa stima, che francamente mi convincono meno: voglio dire, certi fenomeni (…) si ripresenatono identici in Egitto come in Giappone, in Russia come in Messico…

  26. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “mi sa che sei straniero”

    No, qui non mi freghi, perché nella mia adolescenza mi divertivo a disegnare le cartine dei risultati provincia per provincia.

    Su ottomila comuni, esistevano una decina (microscopici) dove l’MSI in effetti aveva la maggioranza.

    La “roccaforte” repubblicana era Ravenna, ma il PRI non superava il 14% del voto.

    Credo che in qualche provincia, il PSI si avvicinava al 20%.

    In un’elezione – non mi ricordo quale – il PLI si avvicinava al 9% in provincia di Cuneo.

    Quello che NON trovavi era che in qualche provincia il PLI raggiungesse il 40% dei voti; e soprattutto, nella stessa elezione, se il PLI perdeva lo 0,2% a Trapani, perdeva lo 0,3% a Vercelli. Mentre nelle elezioni successive, il PLI avanzava dello 0,4% a Catania e dello 0,2% a Mantova.

    Il sistema elettorale proporzionale mi sembrava chiarissimo. Non capisco assolutamente il sistema attuale.

    • Moi scrive:

      I Feudi del PRI sono sempre stati Forlì e Cesena …

      • habsburgicus scrive:

        a Mondovì e vicinanze il PLI si avvicinava anche al 20 %…
        ciò però era spiegabilissimo
        1.fattore locale (Ministro Costa) ciò valeva soprattutto per il Monregalese, nel resto meno; nell’est della provincia si faceva sentire negli anni ’80 l’effetto Goria, insigne politico DC (anche P.M 1987-1988), astigiano
        2.impossibilità, e ciò vale per tutta la provincia, per il MSI di adoperare dunque il voto di destra (che c’era anche !) andava da noi al PLI in blocco
        3.il voto monarchico, o comunque filo-sabaudo, che ancora nei primi anni ’80 da noi sussisteva…che andava anch’esso in blocco al PLI
        4.altri, talora pure cattolici conservatori, schifati dalla DC, che davano in quell’epoca (pre-Lega e pre-Grillo) un voto di protesta….al PLI 😀

      • Moi scrive:

        La Malfa …. 😉

    • Z. scrive:

      Il PRI di Ravenna era diverso però dal PRI nazionale.

      A Ravenna il PRI riceveva spesso i voti della destra, tant’è che spesso si alternavano sindaci del PRI e delle sinistre.

      Tuttavia, tra i repubblicani di Ravenna dovevano evidentemente coesistere più anime, perché quando il PRI nazionale si è regalato a Berlusconi il PRI di Ravenna è passato senza indugio alcuno dalla parte opposta.

      E i sindaci hanno smesso di alternarsi…

    • Peucezio scrive:

      “No, qui non mi freghi, perché nella mia adolescenza mi divertivo a disegnare le cartine dei risultati provincia per provincia.”

      Temevo di essere io uno dei pochi adolescenti eccentrici…
      No, in realtà mi sa che l’ho fatto un po’ dopo, verso i 20 – 22 anni.

      • Francesco scrive:

        peccato non averci pensato ma ero troppo preso a godermi la politica estera … sono nato nel 1968 e ai miei 21 anni cadeva il Muro!

    • Francesco scrive:

      veramente il sistema in vigore attualmente è proprio quello di allora, per colpa della Corte Costituzionale (ti giuro, se ripenso a quella sentenza mi viene l’ulcera)

      solo che ci sono nuovi partiti a ogni giro e forti spostamenti di voto

      oggi possiamo aspettarci il PD come primo partito quasi ovunque, con il posto del secondo partito che vanno al M5S, in qualche posto del Nord alla Lega, e più in basso Forza Italia (al Sud anche NCD)

      in pochi posti il terzo posto, maxime il secondo, ai rossi duri e puri – Livorno?

      ciao

  27. Moi scrive:

    “Marx nel Medioevo non lo avrebbe capito nessuno, e di nuovo oggi, se si regalasse il Capitale a ogni studente italiano, non avrebbe più impatto della diffusione delle opere di San Tommaso.”

    [cit.]

    Reply

    ———————

    Ma infatti penso che oggi sarebbero più interessanti per dei giovani con della “voglia di cambiare” quei “Socialisti Utopisti” (come sprezzantemente li ebbe a definire Marx non senza una certa spocchia … ) tipo :

    http://it.wikipedia.org/wiki/Henri_de_Saint-Simon

    ———————————————-

    http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Fourier

    http://it.wikipedia.org/wiki/Falansterio

    • Francesco scrive:

      e per il cattivo motivo che erano più approssimativi e superficiali?

      o per quello buono che erano meno deterministici e positivisti?

  28. Moi scrive:

    La Bindi e Civati la rimenano che “se continua così” fan la scissione … in pratica come il “Che barba che noia , che noia che barba ecc … !” & “Sì perché guarda che io sono stufa eh, ma proprio stufa stufa stufa !” di Sandra Mondaini con Raimondo Vianello; una gag durata sessant’anni, fino all’ultimo respiro.

  29. Moi scrive:

    Occhetto: “Il Pd? Il peggio della Dc e del PCI”

    http://www.youtube.com/watch?v=eHQOmYQ7Wqs

  30. Moi scrive:

    “Gli anni d’oro del grande PCI” – FERRINI & TROJA

    http://www.youtube.com/watch?v=aQCtcruFEeg

    Vaudeville di

    http://www.youtube.com/watch?v=gVx2hMLuY_4

    Gli Anni _ 883

  31. Moi scrive:

    Dal PCI al PD : in meno di 3 minuti e mezzo …

    http://www.youtube.com/watch?v=6e57Nmhetwo

  32. Guido scrive:

    X Moi

    Credo che oggi qualsiasi proposta di un progetto complessivo di società “alternativa” non può essere altro che manifestazione di estrema ingenuità, non solo per chi ha l’ardire di proporla ma ancor di più per chi mostra di credervi. In generale le teorie politiche che stanno sul mercato o propongono solo aggiustamenti parziali e dunque velleitari di ciò che c’è, o altrimenti sono solo esercizi di stile per impotenti e falliti nichilisti, i quali il più delle volte finiscono con l’arrendersi ai “padroncini del vapore” o addirittura con il collaborare con essi.
    L’unica cosa che onestamente si può tentare di fare è una sistematica opera di analisi e decostruzione di ciò che ci riguarda nella nostra esperienza quotidiana, nella nostra peculiare forma di vita in cui non esiste nulla, ma proprio NULLA di neutrale, di scontato, di “naturale”. Si può solo tentare di operare secessioni più o meno piccole da UN MODO DI ESSERE AL MONDO che sempre più presenta dei costi insostenibili. Si può solo immaginare e praticare un potere destituente a partire dalla famosa raccomandazione di Foucault “Non innamoratevi del potere!” (vedi: http://maldoror.noblogs.org/files/2012/08/Foucault_IntroduzioneAllaVitaNonFascista.pdf)

    Marx a suo tempo cercò di elaborare una cassetta degli attrezzi che in buona parte è ancora secondo me utilizzabile. Il “marxismo” è tutta un’altra storia…
    Oggi più che i socialisti utopisti andrebbero secoa mio giudizio rivalutati i Luddisti le cui intuizioni sul capitalismo nascente già recavano a grandi linee gli elementi che sarebbero stati messi in luce parecchio tempo dopo (per es. da G. Anders, Benjamin, Situazionisti, Tiqqun, Comité Invisible).

  33. Miguel Martinez scrive:

    Per Guido, Peucezio, habsburgicus

    A proposito di “proposte” per cambiare il mondo (v. Guido), propongo agli ispanofoni (Peucezio e Habsburgicus in primis) questo testo, che nasce da un progetto di riscrittura collettiva di una nuova costituzione messicana, in previsione dell’implosione dello Stato liberale.

    Viste le particolari circostanze del Messico, si tratta di qualcosa di (un po’) diverso da un semplice esercizio di stile, anche perché redatto da tanta gente, soprattutto contadini e piccoli intellettuali (maestri di scuola e simili).

    Al di là di una certa ingenuità, trovo interessante l’approccio così lontano da ciò che diamo per scontato in Europa.

    “1. La equidad y la justicia son principios rectores de toda la ley, aplicables a cualquier forma cultural.

    2. Entendemos por cultura una costumbre de vivir y de pensar que caracteriza a cualquier persona, de manera individual o colectiva, ya sea porque se ha organizado voluntariamente así o forzada por las circunstancias, de manera consciente o inconsciente.

    3. En nuestra nación existen diferentes culturas étnicas que han resistido a la conquista y a la colonia española, así como muchas otras culturas posteriores, de corta o larga duración, que son producto del mestizaje y de la organización social. Y existen pueblos y comunidades interculturales, cuyos individuos pertenecen a diversas culturas particulares a la vez.

    4. Las personas pertenecientes a diversas culturas, tienen un doble derecho: sus derechos individuales; y sus derechos colectivos particulares que los distinguen
    de otras culturas, sin importar el grado de consciencia que cada persona
    tenga de la propia identidad cultural o comunitaria.

    5. Los derechos humanos, ya sean individuales o colectivos, no vulneran los derechos
    individuales de nadie, ni de otras culturas. Se ejercen bajo los principios de equidad y justicia, tanto en la propia cultura como en relación con las demás culturas del país. Y podrán ejercerse en un determinado territorio o sin delimitación de fronteras territoriales.

    6. Los diversos territorios culturales serán definidos por los propios habitantes, y podrán traslaparse y ser compartidos por las distintas culturas, las cuales serán igualmente respetadas en sus costumbres y creencias.

    7. Esta Constitución garantiza el derecho de los pueblos y las comunidades indígenas a la libre determinación y, en consecuencia, a la autonomía para decidir sus formas internas de convivencia y organización social, económica, política y cultural.

    8. Toda expresión cultural tiene derecho a tener o no tener una forma de autoridad propia para regir su vida, autónoma e independiente, bajo los principios de equidad y justicia; y a tener o no tener necesidad de reconocimiento por parte de cualquier otro
    nivel de autoridad local, regional, estatal, nacional o internacional.

    9. Todos los pueblos y comunidades tienen derecho a resolver sus propios conflictos comunitarios, con sus propios órganos de justicia, basados en la reparación del daño, el diálogo y el respeto mutuo, el perdón, y nunca en base a la privación carcelaria de la libertad mediante el uso de la fuerza, toda vez que las cárceles están prohibidas
    en México de acuerdo al artículo correspondiente de esta constitución.

    10. Toda expresión cultural tendrá derecho al aprovechamiento justo y equitativo que necesite de los recursos naturales y tecnológicos de la nación, así como de los servicios públicos, sin importar la ubicación o fuente originaria de los mismos.

    11. Los recursos federales serán distribuidos justa y equitativamente en todos los municipios del territorio nacional, en proporción al número de habitantes, independientemente de la cultura a la que pertenezcan; y será de manera directa y no a través del gobierno estatal.
    Del mismo modo, los gobiernos municipales los distribuirán equitativa
    mente en sus comunidades, las cuales conformarán un cuarto nivel
    de gobierno.

    12. El Plan Nacional de Desarrollo, como el estatal y regional, serán elaborados desde los municipios, según las necesidades regionales. La ley establecerá los procedimientos para que participen todos los sectores sociales de la población.

    13. El sistema económico nacional garantizará, mediante salarios dignos, pleno empleo, pensiones y subsidios del Estado, la satisfacción de los derechos humanos de todas los mexicanos en materia de trabajo, alimentación, salud, educación, vivienda, transporte, energía, recreación, cultura y medio ambiente.

    14. Además, los diversos municipios y sectores de la población
    podrán diseñar de manera autónoma sus propios sistemas económicos que fortalezcan aún más su nivel de vida, como pueden ser redes
    de economía solidaria y monedas comunitarias.

    15. La cultura capitalista, basado en la lucha de clases y en la relación de trabajo obrero-patronal, no será fomentada por el estado
    mexicano, pero será respetada como forma de vida económica, siempre
    que sea asumida con libertad ante otras alternativas de economía
    cooperativa y solidaria.

    16. Todas las culturas, pueblos y comunidades, que se consideren a
    sí mismos indígenas o no, tendrán los mismos derechos.

    Ésta es una propuesta para lo referente al Artículo 2º en una
    nueva constitución.”

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Il nove mi ricorda la storia di un ricco romano che malmenava la gente con al seguito un servo che distribuiva assi 😀

    • Peucezio scrive:

      “4. Las personas pertenecientes a diversas culturas, tienen un doble derecho: sus derechos individuales; y sus derechos colectivos particulares que los distinguen
      de otras culturas, sin importar el grado de consciencia que cada persona
      tenga de la propia identidad cultural o comunitaria.”

      Bello.

      “…y nunca en base a la privación carcelaria de la libertad mediante el uso de la fuerza, toda vez que las cárceles están prohibidas
      en México de acuerdo al artículo correspondiente de esta constitución.”

      Non ho capito però come fanno a proibire le carceri. In che modo prevedono di punire i delitti?

      • Francesco scrive:

        1) ci credo ti piace, inchioda uno alla sua identità collettiva anche se non lo sa o non vuole! tu sei un barese e devi mangiare le orecchiette, non importa se ti fanno schifo!

        peccato che ci siano i baresi-ambrosiani di sangue misto, mangiano le orecchiette con l’ossobuco?

        2) pene corporali immediate e pubbliche, immagino

        • Z. scrive:

          …sì, ma o inizi a mutilare selvaggiamente i condannati oppure questi ricominciano a delinquere appena finite le frustate. In entrambi i casi mi sembra un sistema poco realizzabile 😀

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Comincia a cavare gli occhi ed amputare braccia e vedi come ripristini l’ordine.

          Un po’ OT
          Una volta ho trovato una socialista/libertaria che scriveva sulla disumanità intrinseca delle pene detentive e del sistema giudiziario accentrato (a suo dire, fisiologica “fabbrica di Cucchi”), ma poi sosteneva che la faida potrebbe ben rimpiazzarlo, essendo molto migliore perché darebbe vita ad un sistema decentrato e quindi ontologicamente buono.

  34. Francesco scrive:

    >> 11. Los recursos federales serán distribuidos justa y equitativamente en todos los municipios del territorio nacional, en proporción al número de habitantes, independientemente de la cultura a la que pertenezcan; y será de manera directa y no a través del gobierno estatal.

    me gusta, è dai tempi della Thatcher che non vedevo una redistribuzione pro-capite che non favorisce i poveri!!!

    13. El sistema económico nacional garantizará, mediante salarios dignos, pleno empleo, pensiones y subsidios del Estado, la satisfacción de los derechos humanos de todas los mexicanos en materia de trabajo, alimentación, salud, educación, vivienda, transporte, energía, recreación, cultura y medio ambiente.

    questo, scusami, lo trovo poetico: come si fa a garantire una cosa simile? se ci riescono (riuscite?) avrete tutta la mia piena approvazione, benedizione, ammirazione e anche un pò di invidia.

    se fossi più serio, ti cercherei il titolo di un racconto di fantascienza USA del 1943 (o 1944), in cui il sistema economico venusiano funziona perfettamente nel senso della Costituzione messicana e il gruppo di eroi terrestri (che starebbero morendo di fame) si ingegna a distruggerlo inoculando l’avidità e il desiderio di stare meglio nei lavoratori venusiani!

    ciao

  35. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “quel sistema politico ha ucciso l’Italia: nell’economia, nella politica, nella morale pubblica e privata, nella cultura, persino nello sport”

    Ho capito.

    Meno male che noi messicani abbiamo pensato, due secoli fa, di copiare fino alle virgole il sistema elettorale/amministrativo statunitense.

    Cosa che ci ha permesso di godere di un sistema politico altamente etico e funzionante, a differenza di voialtri.

    • Francesco scrive:

      il fallimento totale di un sistema non implica che qualsiasi alternativa vada bene in qualsiasi altro posto

      in più, i sistemi non possono funzionare a prescindere dagli uomini: in Russia Putin è un dittatore con un sistema che scimmiotta quello USA anche nei meccanismi di difesa dall’autoritarismo

      complimenti per aver mandato in vacca il sistema USA, comunque

  36. habsburgicus scrive:

    OT
    28 novembre 1912
    Ismail Qemal Bej Vlora proclama l’indipendenza dell’Albania

    • Ritvan scrive:

      Grazie del ricordo, caro habs!
      P.S. E digiamolo :-), tale proclamazione fu possibile grazie agli Habsburgi in primo luogo…e un pochino anche dell`Italia.

  37. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius Tarvisii

    “Il nove mi ricorda la storia di un ricco romano che malmenava la gente con al seguito un servo che distribuiva assi :-D”

    Capisco, perché pensi appunto a Roma, o comunque all’Italia.

    In Messico, sommariamente, convivono da sempre due sistemi paralleli di giustizia.

    1) Il poliziotto che se non gli consegni la borsa ti spara – tanto a lui praticamente non lo pagano – e poi prende il secondo stipendio lavorando la sera come sicario. E se lo denunci, ci pensa il magistrato a ordinare che ti sparino. In compenso, se commetti tu un omicidio di quelli alla messicana (sistema motosega, scuoiamento, bruciato vivo dopo avergli tagliato le braccia ecc.) e hai abbastanza soldi, e l’incredibile sventura di venire condannato, in carcere ti puoi comprare una residence privata dove ricevere le tue amanti. E con un piccolo sovrapprezzo, ti paghi anche l’evasione con scorta poliziesca.

    2) Il consiglio di tutto il villaggio che si riunisce in piazza, ti permette di difenderti, ascolta tutte le voci, e ti punisce solo se c’è l’unanimità dei presenti.

    • Francesco scrive:

      sbaglio o ormai la maggioranza della popolazione messicana vive in grandi o piccole città?

      lì ci sono solo i poliziotti e giudici del tipo 1?

      🙁

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ciò non toglie che la sola punizione del risarcimento è classista quanto 1, visto che se ammazzo un tizio e sono ricco mi risparmio perfino l’onere delle mazzette a giudici e secondini.

  38. Guido scrive:

    Sarebbe fuorviante, oltreché superfluo, elencare i tanti punti ambigui o oscuri del testo proposto. Sicuramente vi vedo una certa ingenuità frammista però alla positiva consapevolezza di vivere un particolare periodo storico, cioè quello dell’implosione dello Stato e della sua riduzione a semplice strumento di repressione.

    Giunti ormai alla fase di turbocapitalismo finazista, vengono meno le capacità di occultare la lotta tra le classi attraverso quel particolare processo di welfare che ha significato, soprattutto in occidente, la nascita e lo sviluppo dei cosiddetti ceti medi, cioè di quel blob informe che serviva a consumare le merci e a santificare lo status quo. Lasciamo perdere il nebbioso nuvolone d’aria fritta costituito da produzione/consumo di falsa coscienza, dai media ai sindacati, dal cittadinismo al diritto-umanismo.

    Fatto sta che questa implosione permette l’emergere di alcune possibilità per pensare a:
    1) SOPRAVVIVERE quando viene a mancare il flusso di un’economia basata sul modello centralista di produzione/consumo;
    2) VIVERE , disintossicandosi di tutto un mondo che ci ha modellato (fino alle cellule di cui siamo fatti) per renderci dipendenti, tossicodipendenti, da una serie di concetti che informano pensieri, parole, opere e omissioni… Dalla grammatica all’urbanistica non vi è alcun aspetto della nostra esistenza che non contenga micidiali cellule cancerogene in grado di riprodursi e uccidere l’organismo su cui si sono impiantate.

    Ovviamente non vi è distinzione netta tra 1) e 2). L’1) senza 2) porta alla costante riproposizione di ciò di cui ci si vorrebbe sbarazzare. Il 2) senza l’1) conduce all’impotenza a cui è condannata la speculazione “astratta”, semplice sfogo per frustrati.

    Il mio istintivo pessimismo viene parzialmente attenuato quando vengo a conoscere che in zone “periferiche” dell’Impero esistono comunità che cominciano a pensare e a vivere “diversamente”, ponendosi addirittura il problema di non cadere in derive identitarie. Anche nel “primo mondo” sacche di resistenza e focolai creativi danno ogni tanto segnali di vita

    Se si vuole fare di necessità virtù c’è veramente tanto su cui ragionare e agire.

  39. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “4) Renzi, con tutti i suoi limiti, è il second best per l’Italia (il first best è la Troika, vi ricordo)”

    In questi giorni, ho molti motivi per riflettere su ciò che oggi si chiama PD (ma ieri si chiamava DC, prima ancora si chiamava clero, prima ancora chissà che cosa…).

    Me lo immagino come un’immensa calamita o spugna, che attira a sé qualunque cosa, senza via di scampo, con dolcezza e offrendo sempre qualche piccolo premio a chi affonda per sempre tra le sue spire.

    Con un tocco carino, di moderno, qualcosa di Ladylike, come si dice… esattamente mentre collassa lo Stato, collassa ogni possibilità per le istituzioni di fare qualunque cosa, loro fanno.

    Quest’anno toglieranno i posti macchina in Piazza del Carmine, senza avere la minima idea di dove le macchine dovrebbero andare, senza aver rifatto il pavimento, senza aver mai deciso a cosa servirà la parte abbandonata della piazza, che i vuoti in natura non esistono.

    Però ci faranno il Concerto di Capodanno, e qui trovate tutto il PD. Con un sorriso.

    Guardo questa immensa spugna che assorbe tutto, e penso che il capolinea sia il PRI, non il vecchio Partito Repubblicano Italiano, ma il fantastico Partido Revolucionario Institucional, che da quasi un secolo è il Messico, il potere assoluto, intangibile, rivoluzionario e istituzionale insieme, con le sue sorridenti inaugurazioni, con i discorsi sulla giornata del bambino, con le sue promesse di progresso, con le rigorose leggi democratiche e con gli armadi che quando li apri, cascano fuori teste decapitate, mani mozzate e cuori strappati a centinaia di migliaia.

    • Francesco scrive:

      forse non lo sai ma sul Corriere della Sera dicono lo stesso e lo chiamano Partito della Nazione (mica è lo stesso partito di Putin in Russia?)

      l’unica flebile speranza che ho è la durezza di Renzi contro la CGIL e la FIOM e la stessa sinistra del PD: forse vuole fare qualcosa.

      forse si accontenta di vivacchiare e farsi vedere duro, ogni tanto

      non lo so

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “sbaglio o ormai la maggioranza della popolazione messicana vive in grandi o piccole città?

    lì ci sono solo i poliziotti e giudici del tipo 1?”

    Hai ragione.

    Negli ultimi vent’anni, venti milioni di contadini sono stati cacciati dalle loro terre, e campano come possono.

    E lì incontrano il Tipo Uno.

  41. Francesco scrive:

    Mirkhond

    tra poco scatta il fine settimana e sarò presissimo, quindi il mio appello lo lancio adesso: come va? ci sei?

    hai preso il coraggio a quattro mani e sei a spasso per Bari?

    fatti sentire, per favore

    ciao

  42. Z. scrive:

    OT,

    visto che il Duca e il Giovane hanno abbandonato la nave appena ha iniziato a imbarcare acqua, basta che le condoglianze le faccia a Moi o c’è qualche altro lettore che soffrirà per la dissoluzione del Movimento dei Movimenti? 🙂

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Io la rimpiangero’: i voti stanno tornando alla Lega, gemellini minore del PD, come Treviso ha dimostrato.

      • Z. scrive:

        Non solo tornano alla Lega, ma pare addirittura che tornino moltiplicati; del resto, Grillo non ha mai esitato a vellicare la xenofobia dei suoi elettori.

        Similmente, Renzi è stato molto bravo a impadronirsi di alcuni aspetti del grillismo che io personalmente trovo grotteschi (certa propaganda web, streaming, sloganeria etc.), piallando il proprio avversario sul suo stesso terreno e facendo agevolmente piazza pulita di quella che ora è la minoranza interna.

        Grazie a Grillo entrambi sono più forti di prima, sicché non rimpiangerò né il braccio politico della Casaleggio Associati né Grillo e Casaleggio stessi – pur rispettandoli e in qualche modo stimandoli per come hanno moltiplicato il loro patrimonio rivendendo agli elettori un (evidentemente non troppo) inverosimile misto di noglobalismo, dipietrismo e xenofobia, con una robusta guarnizione di Adam Kadmon. Esattamente come Berlusconi, Grillo ha ottenuto tutto quel che poteva ottenere, e può ben dirsi soddisfatto (e infatti pare che lo sia, visto che i click sul blog proseguono).

        Archiviato il grillismo, esiste un’alternativa al renzismo che non passi per Salvini?

        • Francesco scrive:

          la Troika!!!

          😀

        • PinoMamet scrive:

          La Troika, Francesco, è Stalin, giusto un filino meno sanguinario (ma dagli tempo) ma è esattamente Stalin, e noi italiani, greci ecc. siamo i kulaki ucraini.

          Peccato che voi economisti, per capirlo, ci metterete trent’anni di calcoli.

          Ma non disperiamo, ci arriverete anche voi 😉 speriamo di arrivarci vivi, però 😉

        • Z. scrive:

          A quanto pare fanno proprio come in Unione Sovietica: mostrano ai visitatori solo ciò che è loro concesso di vedere. Perché quest’estate sono stato in Germania, e posso assicurare che l’Unione Sovietica me la immaginavo tanto diversa.

          Comunque non ho dubbi: tra qualche tempo crollerà il capitalismo – è da quanto sono nato che deve crollare, e sospetto pure da prima – e Stalin si insedierà al suo posto 😀

        • PinoMamet scrive:

          Io sono stato in Romania e l’Unione Sovietica me la immaginavo esattamente uguale, pensa un po’…
          😉

        • Z. scrive:

          Capisco. Credevo di essere a Francoforte nel 2014, invece ero a Togliatti nel 1966. Per fortuna non sono finito in un gulaSH. Ci starò più attento la prossima volta, tovarish 😀

        • PinoMamet scrive:

          Io Parma del 2014 la trovo abbastanza cambiata, in peggio, da Parma del 1994.

          E se continuiamo su questa china- attività che chiudono a spron battente, ne apre nessuna, disoccupazione crescente, e corruzione pure, servizi tagliati mentre le tasse crescono…
          ci vorrà molto per arrivare alla situazione di Togliatti, inteso come città, nel 1966?

          Bene, in Germania se la passano meglio (non che avessi dubbi) ma perché questa notizia mi dovrebbe sollevare il morale?
          E farmi piacere l’Unione Europea, poi??

          Ahò, a me non piace, la trovo poco democratica, macchinosa, e credo che non faccia i nostri interessi.

          Ma certo non ci sono statue di Stalin in giro, e niente parate sulla Piazza Rossa, ed è anche sostanzialmente ininfluente in politica estera.

          Cioè, dell’Unione Sovietica non ha neanche le parti migliori…

        • Z. scrive:

          Pino,

          — Io Parma del 2014 la trovo abbastanza cambiata, in peggio, da Parma del 1994. —

          Certo, anche Bologna.

          Ma pensare che questo sia colpa delle istituzioni comunitarie, francamente, è davvero troppo ingenuo per una persona intelligente e istruita quale tu sei – e lo so per certo, perché ti ho conosciuto di persona!

          Intendiamoci. Che ci siano cose che proprio non vanno nell’Unione Europea sono d’accordo con te. E lo è anche Roberto, credo. Ma da qui a dare alla UE la colpa di una crisi economica di lunga durata che investe l’intero mondo occidentale, e dell’incapacità del nostro modello politico-economico di riassorbirla, ne corre.

          Nel caso italiano, poi, c’è anche il fatto che prima o poi i debiti arrivano a scadenza. E con buona pace di certi asseriti economisti di casa nostra, non basta stampare carta moneta per diventare tutti più ricchi. Purtroppo.

        • PinoMamet scrive:

          Io non credo che l’Unione Europea abbia colpa della crisi economica.

          Credo invece che sia inadeguata a risolverla. L’austerità non funziona, osolo come misura temporanea, e per questa misura temporanea, credo onestamente che abbiamo già dato.

          Non credo poi affatto all’imparzialità di molti rappresentanti dell’Unione, che secondo me fanno alla grande gli interessi del proprio Stato, e non credo neppure alle “buone intenzioni” da parte di Germania e soci (che secondo me- ma non sono un economista- stanno coprendo le loro magagne, rinfacciando ad alte voce quelle degli altri).

          Io sono stato abbastanza disgustato dal modo cinico in cui è stata trattata la crisi greca, che mi è sembrato un voler “dare una lezione”.
          Diciamo che il mio disamore per l’Unione Europea è cominciato lì.

          E poi questi figuri che vengono a dire “adesso gli Stati devono fare questo e quello”, sono effettivamente odiosi.
          Se poi Renzi si serve dell’odio che suscitano, per la sua personale campagna di simpatia, è un altro discorso.

          E comunque continua a essere un meccanismo poco democratico…

          se uscissimo, saremmo tutti più ricchi? Io oso sperare di sì (gli economisti dicono di no, ma l’ultima volta che hanno azzeccato una previsione deve essere stato… adesso che ci penso, credo mai).

          Ma anche se non fosse così, il fatto è che non ci lascerebbero uscire, fosse per loro.

        • Z. scrive:

          Sono d’accordo sulla risposta – tardiva e discutibile – alla crisi economica, e lo sono ancora di più con l’atteggiamento tenuto nei confronti della Grecia.

          Intendiamoci, io credo che la Grecia si meriti la propria situazione esattamente quanto noi meritiamo la nostra. Il fatto è che parliamo di un Paese il cui PIL è paragonabile a quello di una regione italiana, per cui si poteva e si doveva intervenire prima, nell’interesse dell’Europa intera, anziché restarcene a guardare adducendo inverosimili questioni di principio. Sarebbe bastato poco, e tutti ci avremmo guadagnato.

          Detto questo, dalla UE possiamo uscire, e ci mancherebbe altro. Nessuno ci bombarderà per questo: la UE ancora non ha un esercito. Solo, bisogna vedere se ci conviene che i nostri stipendi da 1000 euro inizino a valerne 500 (il debito estero dovremo pagarlo ancora con soldi veri), che ai nostri emigranti venga negato l’accesso nei paesi UE, che le nostre imprese siano estromesse o penalizzate su di un mercato così grande e costrette a pagare le materie prime in una valuta troppo forte rispetto alle Bunga-lire…

          A meno che tu non voglia proprio ripudiare il debito. In questo caso, beh, noi non siamo l’Argentina. E le conseguenze sarebbero sgradevoli. In Italia quando un imprenditore non paga a operai e professionisti tocca restare muti, ma nel mondo brutto e cattivo al di là delle Alpi il creditore tende ad essere molto, molto meno remissivo.

          Insomma, non sono un economista, ma non mi è ben chiaro cosa potremmo guadagnarci. Un’idea su cosa potremmo rimetterci invece temo di averla…

        • Francesco scrive:

          x Pino

          io la Troika me la immagino come Stalin in effetti (diciamo due Stalin maschi e uno femmina), però al posto dei Kulaki vodo bene i percettori di redditi indebiti dallo Stato italiano

          per questo la attendo con ansia, e vorrò sentire gemiti e stridii di denti allora

          mi illudo?

          tanto non verrà

  43. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    Io non so se tu abbia un’idea chiara di cosa sia la giustizia in Messico 🙂

    Ecco una ragazza della Policia Comunitaria che combatte contro i Cavalieri Templari proprio dove ho passato una parte straordinaria della mia infanzia:

    https://www.youtube.com/watch?v=SQOu4artGKo

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sono sicuro che sia quanto di più corrotto possibile. Non riesco solo a comprendere perché un sistema in concreto sballato funzionerebbe meglio se sostituito con un sistema che è già sballato in teoria.

  44. habsburgicus scrive:

    Ah, sei del Michoacán ?
    Peccato che il bel nome iberico di Valladolid sia stato sostituito con Morelia !
    (nulla di particolare contro Morelos…c’è di peggio, in Messico :D)

  45. Miguel Martinez scrive:

    Per habsburgicus

    “Ah, sei del Michoacán ?
    Peccato che il bel nome iberico di Valladolid sia stato sostituito con Morelia !”

    Quanti ricordi! E mi commuove il fatto che tu sappia dell’avvicendarsi dei nomi… e anche che rispetti quel folle di Morelos, con la sua buffa bandana.

  46. Miguel Martinez scrive:

    Qui abbiamo la vicenda di una gentile signora che ritorna nel Michoacan, dopo 15 anni passati negli Stati Uniti, e apre un negozio di vestiti.

    Qualcuno ha l’idea non proprio azzeccata di chiederle il pizzo.

    Ora, la risposta italiana a una vicenda del genere, la potete immaginare… questa invece è la risposta messicana:

    https://www.youtube.com/watch?v=3xu-HErowIw

    • PinoMamet scrive:

      Ma non è mica una questione di “carattere nazionale”, è che in Italia mica puoi andartene in giro legalmente con un fucile d’assalto…
      altrimenti, hai voglia quante “comandanti Bonite” (e “Boniti”) ci sarebbero in Italia…
      dammi una mezz’oretta, faccio un giro tra i commercianti del paese e te ne porto una trentina!

      • Francesco scrive:

        in effetti. a volte penso che il divieto di portare armi che vige in Italia favorisca solo la Mafia

        • Moi scrive:

          In Italia i politici chiamano “micro” la criminalità che non li tocca.

          Parlare di “proporzione tra offesa e difesa” fra chi la violenza la pratica tutti i giorni e chi ci si ritrova invischiato suo malgrado, è in pratica una tutela all’ aggressione con criminalizzazione della difesa.

          Ma si sa: in Italia quel che conta in concreto conta meno di quel che suona bene in astratto, per tirarsela da “Culla della Civiltà Giuridica” fra Professionist* della Tartina nei Salotti Pariolini & Affini … iper-protetti e a “distanza di sicurezza” dai quartieri “difficili”, naturalmente.

          PS

          Temo che il timore di Francesco che il “Vacuum” del Malcontento Popolare possa essere riempito da Alba Dorata NON sia peregrino.

        • PinoMamet scrive:

          “Parlare di “proporzione tra offesa e difesa” fra chi la violenza la pratica tutti i giorni e chi ci si ritrova invischiato suo malgrado, è in pratica una tutela all’ aggressione con criminalizzazione della difesa.”

          Sono d’accordo

        • Roberto scrive:

          Dai, fatela la prova di “armi per tutti”!
          Io sto abbastanza lontano da godermi lo spettacolo in TV

        • PinoMamet scrive:

          Beh è più o meno quello che succede negli USA.

          La legislazione italiana sul possesso delle armi è sicuramente più restrittiva, ma il punto non credo sia quello: un gioielliere che voglia comprarsi una pistola per legittima difesa può comunque farlo, anche se ovviamente qui in Unione Sov… ehm.. europea, e in Italia specialmente, tutto ha da essere immensamente più burocratico
          (mica solo una pistola: anche una macchina o un chiosco di bibite…)

          Il fatto sono le conseguenze di quando la usa davvero…

          chiaro che se spari a una persona o la ammazzi o ci vai molto vicino;
          è “eccesso” di legittima difesa? E invece il rapinatore che ti prende a randellate? che devi dirgli, scusa fermati?

        • Roberto scrive:

          Al rapinatore che scappa che fai, lo insegui per strada sparando per strada e chi coglio coglio?
          Tu magari no, ma chissà quanti risponderebbero di si.

          Sono un obbiettivo troppo grosso e lento per poter volere tanti sceriffi della domenica armati per strada

        • Z. scrive:

          A parte i soliti luoghi comuni da Studio Aperto (l’Europa stalinista, quelli del Parioli etc.), che a quanto vedo hanno cominciato a far presa anche su Pino, vorrei ricordarvi che il principio della proporzione tra offesa e difesa non è un’invenzione del legislatore fascista del 1930.

          E’ un principio che sottostà all’istituto della difesa legittima (quanto meno) nel mondo occidentale, e sospetto anche altrove; peraltro trova applicazione persino nell’americanissimo Robocop 😀

          Per inciso, il principio non significa che non puoi sparare se il tuo aggressore impugna un arma da mischia. Significa quello che c’è scritto: proporzione tra offesa e difesa. Ad esempio, se tentano di rubarti un vaso da fiori, assassinare il ladro con una fucilata alla schiena forse è una difesa del tuo diritto di proprietà leggermente sproporzionata all’offesa.

        • PinoMamet scrive:

          Naturalmente hai ragione, e chi può darti torto?

          nella pratica però significa che tu non puoi sparare al tuo rapinatore che ti minaccia con una pistola.
          Il che io ritengo sia, come dire, sleale.
          Certo la mia è una concezione della giustizia lontana anni luce dalla nostra Gloriosa Civiltà Giuridica, una concezione anzi abbastanza incivile , lo ammetto, però è la mia.

          PS
          Un’unione di Stati, con una democrazia, diciamo eufemsticamente, mediata, un poderoso apparato burocratico, direttive e piani comuni decisi dall’alto a cui gli Stati membri devono sottostare…

          certo, non è l’Unione Sovietica: non ha una politica estera degna di questo nome, manca di parate militari, e non manda nessuno in Siberia. Per ora.

        • Z. scrive:

          Pino,

          — nella pratica però significa che tu non puoi sparare al tuo rapinatore che ti minaccia con una pistola. —

          Certo che puoi. Chi ti ha detto di no?

          — Certo la mia è una concezione della giustizia lontana anni luce dalla nostra Gloriosa Civiltà Giuridica, una concezione anzi abbastanza incivile , lo ammetto, però è la mia. —

          Più che altro è una convinzione basata su presupposti di fantasia. Ma ognuno è libero di fantasticare come crede, persino nella sanguinaria e dittatoriale Unione Europea.

          😀

        • PinoMamet scrive:

          Z., lo so che può sparare, ma poi le conseguenze?

          Io non tendo a credere che se la caverebbe senza conseguenze, ma l’avvocato sei tu…

        • Z. scrive:

          Che il PM accerta la difesa legittima, e l’uccisione dell’aggressore è scriminata.

          Questo anche in caso di legittima difesa putativa – come nel finale di Un giorno di ordinaria follia, ad es.

          Se tu invece spari alla schiena di qualcuno che ti ha rubato una pianta in un vaso, invece, è abbastanza probabile che un processo non te lo levi nessuno.

          Z.

          PS: Non è un esempio inventato. Il tizio è stato catturato dai CC, a cui ha detto stupito “ma come, non c’è la nuova legge sulla legittima difesa?”. E il giornalista ha commentato: la legge non è ancora entrata in vigore. Ci sarebbe da ridere, se non fosse morta ammazzata una persona.

        • Peucezio scrive:

          “Che il PM accerta la difesa legittima, e l’uccisione dell’aggressore è scriminata.”

          Sì, sempre nel migliore dei mondi possibili.
          In quello reale i giudici guardano con simpatia umana il rapinatore, perché socialmente disagiato (secondo loro) e con prevenzione il cittadino comune (perché un piccolo borghese, in fondo un fascista potenziale.

          E in ogni caso, anche una volta che vieni assolto, hai passato anni di guai, spese, angosce, problemi, per cui dopo se hai ancora lavoro, moglie e famiglia e un minimo di sicurezza economica sei fortunato.

          La realtà è che non solo il principio di proporzionalità della difesa, ma anche di uguaglianza è un’idiozia, perché c’è un’alterità antropologica fra delinquente comune e piccolo borghese.
          E’ come ritenere che in un combattimento fra un leone e una gallina, le regole debbano essere uguali per entrambi.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Peucezio, i giudici sono borghesi come me che guardano prima di tutto ai borghesi come me. Poi se i borghesi come me sono così stronzi da dover proprio sparare alla schiena ai rapinatori, allora nemmeno il borghese più empatico, codice alla mano, può salvarli.

        • PinoMamet scrive:

          “Peucezio, i giudici sono borghesi come me che guardano prima di tutto ai borghesi come me.”

          Mah, francamente non credo che si possa generalizzare, ormai.
          Secondo me una maggioranza di giudici è tutt’ora di estrazione borghese; e in processi di tipo civile, credo guardino con una certa qual simpatia alla loro personale classe sociale, della quale se non altro comprendono le ragioni molto meglio di quelle altrui.

          Però la tendenza è temperata da altri fattori:

          -i processi non si decidono in base a un’astratta “ragione”, ma spesso in base alle tempistiche della procedura, come sai meglio di me, perciò occorre sempre uno Z. a portata di mano 😉
          -alcuni giudici sono in effetti di sinistra o di tendenza diciamo “liberal”:
          -la Legge (in Italia) non sarà uguale per tutti, ma il Codice Civile sì…

          Per il penale, entrano in gioco altri fattori ancora, ma insomma ci siamo fatti un’idea.

          Io comunque ho un amico giudice, che non sento da bel po’, di estrazione non borghese, di sinistra, e piuttosto favorevole ai “poverazzi”, come mi ha confidato di persona.
          Credo sia a lui che si riferisca la destra quando parla di “giudici comunisti” 😉

          Ma lui è lui, mica sono tutti così!

        • Z. scrive:

          Non sono stato abbastanza chiaro, temo.

          Vediamo se ora ci riesco: la storia del povero commerciante che non può difendersi dall’aggressore armato è una fesseria da Studio Aperto, e chi ci crede è un boccalone.

          L’idea che il giudice medio guardi con più simpatia ad un aggressore armato che alla vittima di un reato è, invece, una tale stupidaggine che il termine “stupidaggine” – così come il termine “boccalone” – suonano talmente eufemistici da risultare persino ipocriti. Ma non mi sento di usare quelli appropriati, ché non mi piace offendere la gente, che comunque è libera di credere alle fantasticherie che preferisce, da Babbo Natale in giù 🙂

          Comunque, siccome ci conosciamo da anni, spero non vi offenderete se vi suggerisco di approfondire meglio un argomento prima di sentenziare e pontificare in merito.

          🙂

        • Z. scrive:

          Dopodiché non ci sono dubbi che nel processo – come nel resto delle attività umane – oltre ai fatti sostanziali contano le procedure; che ogni giudice è una persona diversa dagli altri e quindi interpreta il diritto a proprio modo; che un bravo avvocato (o un bravo PM) possono influenzare notevolmente l’esito di un processo.

          Siamo esseri umani, insomma, sempre e comunque.

          Questo è sempre vero, ma che c’entra?

          Z.

          PS: nel mondo reale i proletari – quando va bene – vanno al professionale, mica a fare i magistrati o gli avvocati. In particolare, i giudici hanno fatto cinque anni di superiori, quattro o cinque anni di giurisprudenza almeno e hanno superato uno tra i concorsi più difficili che esistano in Italia. Se sono giovani, poi, hanno anche il titolo di avvocato e/o il diploma di una scuola di specializzazione post-lauream, senza i quali non ci si può iscrivere al concorso. Insomma, l’idea che tra di loro ci sia pieno di sottoproletari usciti strisciando dalla giungla urbana è davvero curiosa…

        • PinoMamet scrive:

          “Insomma, l’idea che tra di loro ci sia pieno di sottoproletari usciti strisciando dalla giungla urbana è davvero curiosa…”

          è talmente curiosa che nessuno la aveva ancora scritta, qua…
          😉

        • Peucezio scrive:

          “Peucezio, i giudici sono borghesi come me che guardano prima di tutto ai borghesi come me.”

          Cercherò di insegnarvi un po’ di socio-antropologia spicciola.
          Anche per fare un po’ di luce sulla questione, dopo la sciocchezza sesquipedale di Z. (che mi è molto simpatico sul piano personale e mi ha anche tradotto il post di Miguel) secondo cui i giudici decidono in modo distaccato ed equanime, indipendentemente da ogni simpatia ideologica e sociale.

          E’ ovvio che i giudici sono borghesi.

          Se fossero popolani, appenderebbero per i coglioni il rapinatore o lo lascerebbero esposto al pubblico linciaggio e darebbero la medaglia al valore civile al suo eventuale uccisore, anche se gli ha saprato sei mesi dopo.

          Solo che una cosa è il piccolo borghese o il popolano nel senso del cittadino medio, tranquillo, che bada ai suoi interessi.

          Un’altra cosa è l’alto-borghese istruito, professionista, intellettuale, o comunque facente parte dei ceti egemoni. I giudici fanno parte di questa categoria.

          Una terza cosa ancora è il marginale, che sia il criminale o più in generale quello fuori dagli schemi, dall’immigrato al senzatetto al punkabbestia, ecc.
          E’ una categoria che comprende persone diversissime, con alcune delle quali il nostro Miguel ha un’invidiabile capacità di relazionarsi, cogliendone tutto il buono.
          Ma è anche una categoria con cui l’alto-borgese-professionista-intellettuale va a nozze.
          Non perché glie ne freghi niente umanamente: diversamente da Miguel, non sarebbe capace di prenderci nemmeno un caffè insieme.
          Ma perché gli è funzionale contro la prima categoria, quella dell’uomo medio, del popolano-piccolo-borghese-onesto-lavoratore-che-si-fa-i-cazzi-suoi-e-chiede-solo-di-essere-lasciato-in-pace.
          Ovviamente questo l’alto-borgese-professionista-intellettuale non lo sa, perché crede di nutrire un sincero trasporto umano per il marginale, anche perché, siccome appunto non va a prenderci il caffè insieme, gli manca la riprova.

        • Z. scrive:

          Peucè, anche tu mi sei simpatico, però non ho capito assolutamente un tubo del tuo ultimo intervento (ci ho provato, credimi, ma non ce l’ho fatta). O meglio, ho capito che secondo te io avrei detto che il giudice decide in modo assolutamente astratto da etc.

          Invece avevo scritto:

          che ogni giudice è una persona diversa dagli altri e quindi interpreta il diritto a proprio modo; che un bravo avvocato (o un bravo PM) possono influenzare notevolmente l’esito di un processo.

          In altre parole, che nel processo – come in qualsiasi attività dove ci siano persone coinvolte – il fattore umano è un elemento di grande importanza, proprio perché siamo macchine e non automi.

          E siccome siamo umani, è abbastanza naturale provare empatia per le asserite vittime: per il PM, per il giudice, e persino per l’avvocato che difende l’asserito colpevole – sì, anche gli avvocati sono esseri umani!

          Secondo Berlusconi i giudici sono persone antropologicamente diverse dagli altri esseri umani. Questo sarebbe vero, appunto, in un mondo ideale: nel mondo reale partecipano – come tutti noi – alle passioni e agli umori della società, che certo non esalta i carnefici a dispetto delle vittime. Biasimarli per questo sarebbe ingiusto, però, e comunque non è per niente raro trovare un giudice che si pone nettamente di traverso all’arroganza ocolinga del potere mediatico. Molto più di quanto non avvenga per altri tipi di professionisti, se devo essere sincero.

          Detto questo, credimi: se tu davvero pensi che il giudice medio parteggi per l’imputato contro la persona offesa, sei davvero fuori strada.

          Oppure non credermi, se preferisci, tanto mica ci guadagno un tubo 😀

        • Peucezio scrive:

          Z.,
          “L’idea che il giudice medio guardi con più simpatia ad un aggressore armato che alla vittima di un reato è, invece, una tale stupidaggine che il termine “stupidaggine” – così come il termine “boccalone” – suonano talmente eufemistici da risultare persino ipocriti.”

          E se non guarda con simpatia l’aggressore armato, non lo fa perlappunto in nome dell’equanimità?
          Il problema non è essere umani, ma essere ideologizzati.
          E chi, come l’umanità attuale, è cresciuta sui banchi di scuola anziché per strada, non è più capace di valutare cose e persone, ma ragiona secondo idee.
          E poiché l’idea principale è che la normalità è male e che il principio progressivo vuole che si viva in un perenne stato di eccezione e di sovversione, il giudice, come qualunque persona un po’ istruita, vuole la rovina dei ceti normalizzanti.

        • roberto scrive:

          “Il problema non è essere umani, ma essere ideologizzati.”

          ideologizzati a”sinistra”, immagino
          io continuo a non capire come cavolo facciate a bervi sta sciocchezza.
          che ci siano giudici di sinistra è statisticamente ovvio (e pure che ci siano delle emerite cape fresche, pure questo è nella statistica).
          che la magistratura sia ideologizzata a sinistra, boh….prendi un gruppo di persone di buona famiglia che possono permettersi studi lunghi senza lavorare e per miracolo se fanno il magistrato diventano tutti protettori di ladri e spacciatori contro i commercianti ed i borghesi. il tutto in un paese che è chiaramente di destra.

          se anche non conoscessi nessun magistrato e non fossi sicuro di quanto questa storiella sia anni luce lontana dalla realtà, mi sembrerebbe veramente una cosa bizzarra.

          il problema piuttosto è che non puoi sparare alla schiena ad un tipo che sta scappando da casa tua dopo averti fregato il candelabro d’argento. solo che questa cosa verrebbe descritta dai giornali come “il povero padre di famiglia che spara per salvare la sua famiglia”, ed il magistrato che condannerà lo sceriffo sarà un “pericoloso comunista che vive nella sua torre d’avorio”.

        • PinoMamet scrive:

          “il problema piuttosto è che non puoi sparare alla schiena ad un tipo che sta scappando da casa tua dopo averti fregato il candelabro d’argento”

          Però, dai, Roberto, non sostituiamo una fiction (“il povero padre di famiglia che si difende”) con un’altra fiction (“il gioielliere fascio che si improvvisa giustiziere e spara nella schiena al povero ladro che insomma ha soltanto rubato”).

          Sono l’unico a leggere di rapine con violenze, botte ecc.? Di gente sequestrata in casa, picchiata e legata mentre gli svaligiano la villa?
          Ok, la stampa ci marcerà per i suoi motivi, ma queste cose avvengono.

          Ora, Z. ci rassicura (e Z. è un uomo d’onore 😉 ) che se tu spari a un tizio che ti sta picchiando con una mazza di baseball, puoi farlo.

          L’istinto, derivato da anni di voci, letture, conoscenze ecc., ci porta a pensare che però saresti tu a passare un sacco di guai .

          Naturalmente saranno tutte voci falsate, letture di parte e quello che vuoi.
          E io e Peucezio e Moi, ovviamente, siamo tre boccaloni ecc. ecc.

          Però io continuo a pensarla così, che ci vuoi fare…

        • roberto scrive:

          “Ora, Z. ci rassicura (e Z. è un uomo d’onore 😉 ) che se tu spari a un tizio che ti sta picchiando con una mazza di baseball, puoi farlo.”

          certo che puoi farlo!
          e certo che in ogni caso passi un mare di guai perché, prima di tutto, credo che se uno non è uno psicopatico uccidere non è bello, e, seconda cosa, ci sarà sicuramente un processo, e pure se alla fine ne esci indenne è un’esperienza che non vorrei fare e che non auguro a nessuno.

          quelo che non puoi fare è sparare ad uno che sta scappando (magari sparando all’impazzata in strada), sparare ad uno disarmato, più in generale ammazzare uno che non sta mettendo in pericolo la tua vita. trovi lo zingarello che ti fruga nei cassetti? non gli puoi sparare.

          mi vuoi dire chè è difficile decidere quando puoi e quando non puoi, magari in una frazione di secondo in cui un’esplosione di adrenalina ti sta paralizzando il cervello? certo, sono d’accordo con te, ed infatti come ho già detto non vedo molto di buon occhio le armi in mano ai pistoleri della domenica (che in ogni caso, a meno che tu non sia seriamente addestrato, il vero delinquente che potresti ammazzare, ti ha già legato ed imbavagliato e ti sta spezzando le ossa con una mazza da baseball prima ancora che tu abbia trovato la tua pistola che non sai più se è nel primo o nel terzo cassetto…ah no era nell’armadio)

        • roberto scrive:

          “il gioielliere fascio”

          non ne faccio affatto una questione di fascio o non fascio. in una situazione drammatica e confusa, dove stress e paura prendono il sopravvento, *chiunque* può reagire facendo una fesseria.

          ricordi il soldato iperaddestrato che ha ammazzato il poveraccio che aveva salvato quella giornalista italiana (mi sfuggono i nomi)? beh lasciamo da parte la dietrologia. in un posto dove se una macchina non rispetta uno stop hai una buona probabilità che sia piena di soldati nemici che vogliono farti la pelle, è tanto strano immaginare che per un tipo che ha i nervi a fior di pelle, una situazione appena un po’ strana gli faccia perdere la testa? no vero? e allora che c’è di strano se il gioielliere/il buon padre di famiglia, in una situazione di stress/paura perda la testa? per me niente, solo ch epoi se “perdere la testa” vuol dire ammazzare un tizio, per mariuolo che possa essere, beh lì abbiamo un problema

        • Z. scrive:

          Peucezio, fidati, tu sei la persona più ideologizzata che conosca, nel senso che tu stesso dai a quel termine.

          Nel senso che nei tuoi ragionamenti fai uso della tua cultura – certamente ampia e profonda – ma non ci vedo la minima traccia di rapporto col mondo reale.

          Comunque, se vuoi credere che il giudice medio tenda ad essere più empatico verso l’aggressore che non verso la vittima per me puoi crederlo liberamente. Si vede che non hai mai visto un’aula di tribunale, e per questo – credimi – ti invidio 🙂

        • Z. scrive:

          Pino,

          infatti hai tutto il diritto di pensare a ciò che credi, ci mancherebbe. Il mio consiglio è di informarsi meglio, ma tu sei liberissimo di fregartene 🙂

        • Peucezio scrive:

          Z.,
          vengo da una famiglia di uomini di legge (non i miei genitori, ma i miei zii, cugini, ecc., con cui sono praticamente cresciuto), quindi, anche se non vado tutti i giorni in tribunale, perché mi occupo di altro, ti assicuro che un’idea di quello che succede nei tribunali ce l’ho.
          Non sei l’unico avvocato che esiste in Italia.

        • Z. scrive:

          Peucezio, forse non mi sono spiegato: non c’entra essere avvocati o cancellieri.

          C’entra che sto parlando di cose di cui ho avuto esperienza concreta, diretta e ripetuta. Non di cose che ho sentito dire da altri o letto sui giornali.

          E personalmente tendo a fidarmi di più di ciò che so per averlo visto di persona che di quello che tu hai elaborato in base a quanto altri ti avrebbero riferito, fermo restando che – come già detto – ognuno è libero di fantasticare e strolgare come crede 🙂

        • Peucezio scrive:

          Z.,
          “E personalmente tendo a fidarmi di più di ciò che so per averlo visto di persona che di quello che tu hai elaborato in base a quanto altri ti avrebbero riferito, fermo restando che – come già detto – ognuno è libero di fantasticare e strolgare come crede ”

          Cioè dovrei fidarmi di te.
          E, guardacaso, la tua esperienza reale (o quei dati di esperienza che tu hai filtrato e sono diventati parte del tuo vissuto) coincide con il tuo retroterra ideologico o, comunque, con la tua visione del mondo.
          Ma siccome la tua visione del mondo, induttivamente, si fonda sulle tue esperienze concrete, dovrei prenderla per buona.
          Se non fosse però che quasi sempre, nelle persone, accade il contrario: sono le esperienze ad essere lette e interpretate alla luce di un filtro ideologico, o comunque mentale, preesistente.

        • Z. scrive:

          Peucezio,

          — Cioè dovrei fidarmi di te. —

          Allora continuo a spiegarmi male, temo 🙂

          Tu hai tutto il diritto di fidarti di chi ti pare, e trovo naturale che la tua fiducia vada a chi è più vicino a te dal punto di vista familiare oltre che ideologico.

          Allo stesso modo, comprenderai che io invece preferisco fidarmi della mia esperienza diretta – peraltro comune a molti altri, le cui idee politiche sono spesso piuttosto diverse dalle mie – piuttosto che di testimonianze riferite di seconda o terza mano.

          E la mia esperienza diretta mi fa davvero sorridere all’idea che si possa davvero considerare il giudice medio alla stregua di un pericoloso sovversivo anti-sistema, al punto che non riesco a non credere (magari sbagliando, sia ben chiaro) che certe tue tesi provengano prevalentamente dalla tua personale rielaborazione di testimonianze altrui.

          Z.

          PS: ti faccio notare che quello che tu consideri il mio “retroterra ideologico” consiste di svariati dogmi che non condivido, e credo che tu te ne sia accorto da tempo!

      • Z. scrive:

        (e anche se ci dicono che essere invidiosi è sbagliato, per il fatto che tu ti sia sempre occupato di altro ti ribadisco la mia sincera invidia!)

  47. Moi scrive:

    Una cosa buona Lady Làik ; -) la sta facendo : … le donne riscoprono “Autocritica”* [cit.] applicata al Gender .

    I

    http://ferrari.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/11/21/perche-ladylike-ci-riporta-indietro/

    “Perché ladylike ci riporta indietro” di AlbertA Ferrari

    II

    “Se va avanti così Zaia non perderà le elezioni per colpa della Moretti, ma le vincerà grazie alla Moretti”.

    https://www.facebook.com/selvaggia.lucarelli/posts/10152537461085983

    di SelvaggiA Lucarelli

    *** Poiché non ho mai capito come funzioni la visualizzazione di Facebook a chi come me NON è iscritto (temporanea ?), scusate se ricopio-incollo : ***

    “Se va avanti così Zaia non perderà le elezioni per colpa della Moretti, ma le vincerà grazie alla Moretti”.

    Se va avanti così Zaia non perderà le elezioni per colpa della Moretti, ma le vincerà grazie alla Moretti. Se non avete visto l’agghiacciante intervista della Moretti al Corriere ve al riassumo io, perché è un tripudio di perle tali che io l’ho dovuta ascoltare due volte per credere che fosse vera.

    “Renzi mi ha telefonato di notte per chiedermi di candidarmi e io ho accettato. Sono quella che può mettere più in difficoltà Zaia, quando uno convoca la nazionale cosa fa? Chiama i migliori”.

    Certo. Ripetilo un altro paio di volte con questa prosopopea e finisce che se alla presidenza della regione veneto qualcuno candida Cecilia Rodriguez prende più voti di te.

    “Il Veneto è scalabile dal pd!”.

    E’ scalabile, Dio santo. A quanto pare Renzi non si limita a chiamarla di notte, ma lei si addormenta con le cuffie, ascoltando l’audio degli interventi di Matteo alla Leopolda dal 2011 in poi, perché utilizza pure gli stessi (orrendi) aggettivi. In Veneto è scalabile l’altopiano di Asiago, al massimo.

    “Il mio stile in politica è uno stile femminile, c’è la cura di me stessa, la voglia di essere sempre a posto.”.
    Ci mancava che dicesse “Perché io valgo!”.

    “La bellezza non è incompatibile con l’intelligenza!”.
    Ma dai. E magari le donne sanno anche guidare e non è vero che quando siamo nervose abbiamo il mestruo.

    “La Bindi aveva uno stile per fortuna è cambiato il mondo, uno stile che mortificava la bellezza.”.
    Certo. Infatti la Merkel non conta più un cazzo. E’ cambiato il mondo. Il premier tedesco è Adriana Lima e non ce ne siamo accorti.

    “Io vado dall’estetista ogni settimana, faccio qualsiasi cosa!”.

    E qui viene da ridere. Niente di male per carità, fa anche bene. Il punto è: e a noi cosa ce ne frega? Cosa dovrebbe avere a che fare la sua frequentazione settimanale dall’estetista con la politica? Perché, se una si taglia i peli da sola sui polpacci con una gilette bilama non è in grado di fare il ministro? Non è al passo coi tempi? La ceretta a caldo è un dovere per chi fa politica? Boh. Io sono curata e a posto, dall’estetista ci vado tre volte l’anno e in teoria dell’aspetto dovrei preoccuparmi più della Moretti.

    “La mattina accompagno i miei figlia scuola, loro in bici io di corsa”.

    Che super donna. Magari tenendo lo zaino dei Pokemon in equilibrio sul naso come le foche monache. Noi mamme normali che li portiamo in macchina smadonnando in turco perché c’è parcheggio solo sul tetto dell’edicola, siamo proprio delle sfigate.

    “Non ci intimidiscono, più fanno così più saremo belle curate!”.

    Oh, la intimidiscono. Diamole la scorta come Saviano quando va dall’estetista. Potrebbero esserci delle cimici nella capsula abbronzante. Dei cecchini nascosti mimetizzati nel bagno di vapore. Dei panetti per la ceretta esplosivi.

    “Perché ce l’hai con me? Perché ho gli occhi blu? Perché sono anche brava intelligente e bella?”.

    No, perché sei modesta. Che poi calmati Moretti. Torniamo con i piedi per terra eh. Diciamo che ti piace vincere facile dai. Che la politica non è la sfilata di Victoria’s secret e quindi una normalmente carina diventa una strafiga. Perché qualcuno te lo deve dire: le belle so’ altre. Sei caruccia e comunque lascia che te lo dicano gli altri. Brava e intelligente invece sì, fai bene a dirtelo da sola, gli altri non se la sentono.

    “La Madia è bella brava intelligente”.

    Idem.

    “La Boschi ha un suo stile, una sua eleganza”.

    Sua e di altre 463’735’426 donne, visto che veste Zara. Che poi ne avrà di pregi la Boschi, ma tra scarpe tigrate e tailleur blu elettrici di lì a dire che è Amal Clooney mi sa che ce ne passa.

    “Il nostro stile è LADYLIKE!”.

    Eh? Ma cosa dice? Ma cosa s’è fumata? Ladylike? E la Madia coi boccoli cos’è? Lady Oscar?

    Matteo Renzi, fermala. Ripensaci. Falle un’altra telefonata, magari di mattina mentre si lancia dal balcone con un triplo carpiato per accompagnare i figli a scuola, il cane a fare la pipì e il gatto a farsi le unghie sul salice e dille che c’hai ripensato.

    Dille che la candidi al prossimo giro d’Italia come LadyBike.

    III

    Annalisa Chirico sulla “Berlusconizzazione del PD” di cui lo “stile Ladylike” è una sortitia paradigmatica :

    http://www.formiche.net/2014/11/20/stile-ladylike-renzi-segue-berlusconi-parla-annalisa-chirico/

    • Francesco scrive:

      “Lady Oscar”

      ecco cosa mi girava in testa da parecchi giorni!

      Renzi la vuole alla Difesa o alle Pari Opportunità?

  48. Moi scrive:

    @ ROBERTO

    Ci sono i “Campi Nomadi”, i “Centri di Accoglienza” e le “Borgate” in Lussemburgo ?

    • Roberto scrive:

      Campi nomadi sicuramente no. So che ci sono circa un migliaio di yeniches, ma totalmente lussemburghesizzati (non mi far cercare, ma avevo letto che addirittura la lingua yeniches era in qualche modo protetta da queste parti).
      Per i rom migranti, sinceramente non so perché non vengono. Il fatto che la mendicità qui sia proibita sicuramente gioca un ruolo (questo non è che mi piaccia molto ma tant’è). Aggiungi poi che applicano in modo abbastanza severo le regole per lo stabilimento dei cittadini dell’unione europea (il principio più o meno è che, se non lavori e se non hai risorse torni a casa…vale anche da voi, ma diciamo che l’applicazione delle regole in Italia sembra incontrare qualche difficoltà)

      Centri di accoglienza per rifugiati si, uno anche vicino a casa mia. Come ti ho già detto il Lussemburgo accoglie molti più rifugiati che l’Italia, in percentuale rispetto alla popolazione (e figuriamoci rispetto ai cittadini, che qui sono si e no il 50% della popolazione). I campi per rifugiati hanno comunque un aspetto un po’ diverso rispetto ai canili che la generosità italica mette a disposizione dei rifugiati.
      http://onsstad.vdl.lu/uploads/media/ons_stad_101-2012_54-55.pdf
      La palazzina rossa è quella vicino a casa mia

      Borgate nel senso di quartiere popolare certamente si (c’è pure un quartiere red lights per la grande gioia tua e di habsburgicus 😉 e la disperazione della boldrini)

    • Roberto scrive:

      A proposito di rifugiati, questa primavera c’era stata un polemica divertente sui rifugiati siriani. L’Europa si era dichiarata ad accogliere circa 12000, dei quali 10ooo in Germania e gli altri sparsi fra gli altri stati membri (Italia e UK esclusi perché non ne volevano).
      Il Lussemburgo e la Spagna (nota la differenza di taglia) 30 (trenta) a testa (cioè il Lussemburgo prima 60, poi visto l’andazzo hanno detto 30)

  49. mirkhond scrive:

    Per Francesco

    Sono ancora vivo!
    Solo che non sto bene per motivi che non riguardano Pino (con cui abbiamo parlato in privato, in ossequio alle direttive di Martinez).
    Ma due grosse botte che ho subito in questa settimana, e da cui non mi sono ancora ripreso….
    Giusto perché hai chiesto mie notizie!
    Grazie e ciao!

  50. mirkhond scrive:

    Traversara

    Se ho votato Grillo e i 5stelle non l’ho fatto per:

    1) Massimo due mandati, poi a casa.
    Cosa assurda, visto che il potere è una scuola e per apprendere le arti del governo non bastano certo pochi anni.
    2) Lotta alla corruzione. Nobile principio sulla carta, quanto difficilmente applicabile nella realtà delle cose. Al massimo si puo’ contenerla, ma non impedirla del tutto.
    Che altrimenti saremmo nel Regno dei Cieli e non in questo mondo.
    3) Rottamare i vecchi politici e i “ragazzi vecchi” alla renzy. E qui si puo’ essere d’accordo, ma solo con un ATTENTO FILTRO e numerosissimi distinguo, in quanto nel magma dei “vecchi da rottamare” ci sono anche uomini validi e con provate capacità che sarebbe piuttosto giusto cooptare.
    Insomma la tabula rasa non è la soluzione più fattibile.

    Dunque non avendolo MAI votato per i motivi sovracitati, perché allora la scelta grillina, dopo ANNI di astinenza elettorale?
    Perché Grillo, mi era sembrato UNICO in Italia, a porre il problema della decrescita.
    Che non è felice, Traversara, ma è NECESSARIA se vogliamo SOPRAVVIVERE su QUESTA terra.
    Certo possiamo sempre attendere che le missioni spaziali trovino altre cornucopie da saccheggiare (Marte?), che lo stesso Piero Angela disse che per mantenere il tenore di vita attuale, ci vorrebbero TRE terre.
    TRE terre o Zanardo.
    Però, intanto che ci si arriva su Marte o su Fleed o su Alqaselze25, noi saremmo già belli e crepati!
    E dunque invece di sentire il solito mantra sulla crescita ripetuto a pappagallo dall’intero arco parlamentare destrosinistro più i sindacati, Grillo e i suoi, mi erano sembrati gli unici a sollevare QUESTA questione.
    Insieme alle sciocchezze utopistiche sovracitate.
    Ecco il perché del mio voto.
    Però i 5stelle sono “implosi”, vittime della loro inesperienza e ingenuità nell’impantanarsi nella melma della “palude romana” come la chiamava (a ragione) Gianfranco Miglio.
    Insomma più dilettanti dei leghisti del 1994!
    Mentre questioni gravi e decisive come la decrescita, necessitano di un lavoro di approfondimento, di preparazione.
    Che non puo’ solo ridursi a milioni di commenti su un blog!

    • Z. scrive:

      Il ragionamento fila – ossia, al di là di quel che penso della “decrescita”, ora capisco le tue ragioni.

      Mi stupisce che tu credessi davvero che ai dirigenti importasse altro che il proprio conto in banca, e alla maggior parte dei suoi qualcosa di diverso dal sistemarsi per un paio di legislature, ma del resto le cose che non capisco sono tante.

      • mirkhond scrive:

        Essendo un movimento nuovo, e con tanti giovani e con un leader che, unico aveva accennato alla decrescita, sì, gli ho creduto.
        Pur sapendo che la lotta alla corruzione e al poltronismo di potere, erano e sono delle utopie….

        • Z. scrive:

          Come diceva un grande intellettuale della mia città, Roberto “Freak” Antoni, tristemente scomparso di recente:

          “il giovane è intransigente
          soprattutto quando non gli costa niente”

          E in questo, in effetti, assomiglia molto all’anziano 🙂

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Però voi piedini non sistema le a intransigenza. A patto che si parli dello Steve-Jobs Act che va approvato così com’è, in modo da redistribuire le tutele tra lavoratori e padroni a vantaggio dei secondi 😀

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Piddini

        • Z. scrive:

          “Piedini” si capiva. E’ il resto della frase ad essere piuttosto inintelligibile 😀

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Sì, il correttore automatico è una disperazione

          (Vediamo come mi trasformerà questa!)

    • Peucezio scrive:

      Sì, ma chi cazzo è Traversara?

      • mirkhond scrive:

        Zanardo de Traversariis, discendente di un ramo povero e decaduto, della prestigiosa famiglia romagnola dei Traversari.
        Chiamati così dal nome del casale di Traversara, nel forese di Ravenna.
        Oltre alla meglio nota (per i romagnoli) Traversara, frazione di Bagnacavallo!
        ciao!

    • Roberto scrive:

      Sui punti 1 e 3 di mirkhond sono perfettamente d’accordo

  51. mirkhond scrive:

    Riguardo all’articolo di Rondolino

    L’ho trovato condivisibile al 90%.
    Però credo insieme a Pino, che gli “italiani” sono troppo pigri e abitudinari (ciò che viene scambiato impropriamente per conservatorismo) per sfasciarla di nuovo.
    Per non parlare di intere aree, non solo napoletane e siciliane, in mano a mafia e camorra, e la cui situazione peggiorerebbe ulteriormente se abbandonate a se stesse….

  52. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Se ho votato Grillo e i 5stelle non l’ho fatto per:”

    Mi piace molto il ragionamento che fai. Se non ho votato Grillo, non ho mai demonizzato il M5S proprio per i motivi che dici tu.

    Aggiungerei anche una certa stima per gli eletti grillini al Comune e al Quartiere, che si impegnano, non scendono a compromessi e a forza di cercare di capire, finiscono per capirci davvero di più degli altri.

    • Z. scrive:

      Boh, si vede che i più svegli li mandano a Firenze, che ti devo dire…

      😀

    • PinoMamet scrive:

      Il sindaco grillino-dissidente del mio non-capoluogo non è male, dopo tutto.

      Ma l’ho già detto: fa all’incirca quello che può.

      Inoltre pare abbia meno inciuci dei predecessori di centroquì- e centrolà, perciò sta comunque un gradino sopra, e deve lottare con i rimasugli delle precedenti amministrazioni inciuciatissime

      (perché, insegna la sapienza cinese- Ji Xiaolan, “Note scritte nello studio Yuewei”, “Quando il vecchio funzionario non tutto se ne va con lui”)

      che gli fanno le battaglie, spesso mascherate da “gloriose crociate per la civiltà”
      (“perché quest’anno non sono stati stanziati tot mila euro per la mia Associazione La Pizza e i Fichi!!! è una vergognaaaa indigniamoci tuttiiii”).

      E in effetti in molte cose pare che abbia voglia di capirci qualcosa.

      • PinoMamet scrive:

        Errata corrige: “quando il vecchio funzionario se ne va

        • Francesco scrive:

          appunto: quando se ne va?

          perchè in Italia hanno massacrato Berlusconi (e ci voleva poco), Monti e pure Renzi.

          Letta lo considero dalla loro parte.

      • Z. scrive:

        Il vostro sindaco è appunto un sindaco, non un funzionario, e infatti la saggezza del maestro di Nathan Nev… ehm, del filosofo da te citato va ben oltre una mera constatazione dei rovesci delle amministrazioni precedenti 🙂

        • mirkhond scrive:

          Traversara

          Ma TU in cosa credi DAVVERO?

        • Z. scrive:

          A proposito di cosa? o vuoi sapere se credo in qualche tipo di divinità?

        • mirkhond scrive:

          No. Ma visto che critichi tutto e tutti, in quali IDEALI credi, a parte le navigate col tuo amico Max e il Ravenna Golf Club?

        • Z. scrive:

          Urca, mica facile!

          Intendo, mi sembra una domanda molto generica, e temo che la risposta suonerà quindi altrettanto generica.

          Idealmente credo che a tutti dovrebbero essere date le stesse possibilità alla partenza, che a tutti dovrebbe essere assicurata la possibilità di condurre una vita dignitosa e onesta e che le istituzioni pubbliche dovrebbero premiare la correttezza e castigare senza ritardo i furbacchioni.

          Non so se ho risposto alla tua domanda, però.

        • Z. scrive:

          Ah, trovo terribilmente noiosi sia il golf che la vela.

          Preferisco le carte, il biliardo e il flipper.

          Sono di gusti semplici, da bar di periferia 🙂

      • PinoMamet scrive:

        Non era un filosofo, ma uno scrittore, un mandarino in pensione o qualcosa del genere;

        la frase che ho citato è parte di un racconto, in cui un fantasma racconta la punizione nell’aldilà degli amministratori corrotti, che sono stati in vita “i signori dei quattro aiuti”, cioè hanno aiutato i potenti contro i deboli, gli ammanicati contro quelli senza agganci ecc. ecc.

        • Z. scrive:

          Comunque quella sul funzionario è una grandissima verità!

          Vale naturalmente anche per il sindaco, ma per il funzionario vale ancora di più, secondo me.

  53. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “1) Massimo due mandati, poi a casa.
    Cosa assurda, visto che il potere è una scuola e per apprendere le arti del governo non bastano certo pochi anni.”

    Verissimo, a prescindere da ciò che si può pensare del potere politico in sé.

    Credo che sia un falso problema però.

    Una volta, qualcuno si faceva eleggere a qualche carica, e da lì davvero decideva una serie di cose – la distribuzione di favori, gli appalti, quali lavori fare e quali no – che gli creavano un potere vero cui non avrebbe mai rinunciato: i famosi De Mita e tanti altri, insomma.

    Oggi, almeno a Firenze, il percorso è cambiato completamente.

    A vent’anni, ti fai eleggere al Quartiere, dove ti studiano per vedere quanto sei fedele a chi conta. Cioè per vedere se capisci i messaggi trasversali che ti mandano a proposito di questioni su cui non bisogna insistere, quando fare sorridente terra bruciata attorno a qualcosa, quando fare in modo che qualcosa di sgradito finisca su un binario morto.

    Poi ti promuovono a venticinque anni a Consigliere Comunale. E se sei bravo, lì inizia il vero potere, quando ti mettono in una commissione, che ti aiuta poi a entrare come dirigente in una società partecipata.

    Nel Consiglio di Amministrazione della società partecipata, amministri i soldi pubblici in un altro regime, che è quello della ditta sostanzialmente privata. Non ci sono più di mezzo elettori, fai i conti con un nuovo mondo fatto di banche, di appaltatori, di costruttori ecc.

    E cominci tu a dare i tuoi primi ordini ai politici.

    Uno che dopo tre mandati continua a fare il deputato è di solito un fallito, e i falliti li buttano fuori. Per cui il sistema ha già risolto il problema del “doppio mandato”.

    • Z. scrive:

      L’idea che veniva spacciata era due mandati in tutto.

      Cioè, ad es., fai un mandato in quartiere e uno in consiglio comunale, poi stop.

      Infatti Favia si è accorto che a CasaGrillo interessavano solo gli sghei circa a metà del suo secondo ed ultimo mandato.

  54. Moi scrive:

    “Italiano” sarà Lei 😉 !

  55. Peucezio scrive:

    Comunque il modello migliore è quello di Kim Il Sung, che è rimasto presidente anche dopo morto.
    Altro che due mandati…

  56. mirkhond scrive:

    Quella è monarchia assoluta, camuffata da repubblica presidenziale, Peucezio! 😉
    Monarchia assoluta che preferirei AUTENTICA e non mascherata come quella nordcoreana! 🙂

    • Peucezio scrive:

      Ma no, è solo una forma di comunismo mistico.

      • Z. scrive:

        Non vedo la contraddizione 🙂

        • Peucezio scrive:

          Mah, anche le monarchie assolute più accentrate dovevano mediare con una serie di corpi, ceti, ecc.
          Poi c’era la Chiesa, che non potevano ignorare.
          Questo in ambito europeo.

          Certo, come monarchia asiatica ci può stare, anche se si tratta di una monarchia teocratica, dove stato e clero si identificano.
          E’ un po’ cinese, un po’ egizia (il sovrano come divinità).

          Però l’idea di monarchia mi fa sempre pensare a un ordinamento di origine aristocratica, gentilizia, legata in origine a una casta di guerrieri o comunque di nobili, in cui poi un individuo o una famiglia monopolizza il potere (ma rimane la distinzione fra nobili e popolo).
          Qui è un po’ diverso, per questo ho parlato di comunismo mistico.

        • Z. scrive:

          C’è monarchia e monarchia, naturalmente 🙂

  57. mirkhond scrive:

    Peucezio

    A proposito di linguistica, ho trovato questo interessante articolo su tradizioni e dialetto di Costacciaro (Perugia) presso Gubbio.
    Ora, tempo fa chiesi al Venturi delucidazioni sul dialetto eugubino.
    Costacciaro dovrebbe appartenere alla stessa area dialettale mediana, di cui sarebbe uno dei luoghi più settentrionali quasi al confine con l’area romagnola e dell’Italia del mì.
    Che ne pensi?

    http://www.ilmiositoweb.it/poesiaeprosa/Monte%20Cucco.htm

    • Peucezio scrive:

      Allora,
      Costacciaro nei miei testi risulta come appartenente a un’area di transizione fra l’area di tipo “sabino” o “mediana” e quella umbra in senso stretto (diciamo transtiberina), più affine alla Toscana, ma sarebbe molto più vicina a questa seconda area.
      E in effetti i documenti del link che hai inserito lo confermano.
      Mentre credo non sia forte l’influenza galloitalica, che comunque in Umbria è presente, ma mai preponderante.

  58. mirkhond scrive:

    Aggiungo che, se i termini trascritti si pronuncino tali e quali, sembrerebbe lo stesso accento di Pino :).
    Uno dei più profondi ed insondabili misteri, quello di un parmense che parla come un umbro del nord!

    • Peucezio scrive:

      Mah, francamente non ci vedo nulla di emiliano.
      L’impronta è proprio quella di un dialetto dell’Italia centrale.

      • mirkhond scrive:

        Ma infatti. Solo che a me colpisce come un parmense di nostra conoscenza…telefonico-telematica ;), quando parla, mi da di uno di Gubbio! 🙂
        Mistero, profondo mistero…..

        • PinoMamet scrive:

          Prima che mi intervisti Giacobbo 😉 :

          nella mia parte di Mondo (Z. noterà la maiuscola 😉 ) non c’è l’accento un po’ “cantato” bolognese, nè l’insopportabile allungamento parmigiano delle accentate, né il cadenzato a denti stretti reggiano.

          In realtà l’unica cosa caratteristica è la R uvulare, per il resto, tolta qualche vocale, si parla più o meno in dizione “da speaker televisivo” 😉

          visto che il dialetto non lo usa praticamente nessuno (solo poche frasi “per fare i fighi”) lo strato basso-famigliare-amicale è in parte occupato da espressioni “romanesche televisive” o comunque di grande diffusione, di successo crescente da noi;
          nel caso specifico di una persona che ha vissuto e lavorato a Roma 😉 , l’influsso romano è sicuramente più evidente del solito, e probabilmente “fa media” con il resto, con il risultato dell’accento umbro…
          (altri hanno attribuito… questa persona 😉 sentendola parlare a qualche zona della Toscana…)

        • Z. scrive:

          Confermo: Pino parla con leggero accento romano, non particolarmente marcato, e con un pochino di R uvulare, se ben ricordo anch’essa non particolarmente marcata (non come quella di altri parmensi che ho conosciuto, quanto meno).

    • Peucezio scrive:

      Aggiungo che ’L Mazzamurello di cui parla a un certo punto, cioè lo spiritello, è il mazzemarèlle abbruzzese, che in Capitanata diventa scazzamurrìille e arriva fino al nord-barese (scazzamurrìidde).

  59. mirkhond scrive:

    Grazie per queste tue precisazioni che confermano il sostrato linguistico umbro-sabellico preromano, di gran parte dell’Italia centromeridionale (l’Italia “vera”).
    ciao!

  60. daouda scrive:

    Articolo disonesto e mal impostato.
    Tutto per iniziare dal rinascimento , comprensibile, mentre l’unico accenno all’antichità è religiosamente etnicizzato cosa che, oltre che ridicola, con gli etruschi-toschi, se realmente si sapesse chi siano, casca proprio male, e male male se si parla di siriani…
    Il tutto per dire che c’è una comunità che lotta?
    Difendere che, i monumenti? Difendere cosa, i giardini? Difendere che cosa, i giochi dei bambini e le attività degli artieri?
    Difendere cosa, il comune spazio vitale?

    Uno speculatore probabilmente può speculare senza averne colpa di per sé, se non può fare altrimenti nel suo cervello.
    Ugualmente difendere qualcosa che meriti di essere difeso, non garantisce nulla.

    Si sta ponendo la faccenda sul cool or not cool.
    Questo spiega perché , se si proponessero principi veri ( e le occasioni di vita le permettono ), primo tra tutti la documentazione burocratica e l’intrusione digital elettronica, in Oltrarno non c’è niente di diverso da quel che ne è fuori, perché nessun luogo è salvo e la simpatia che si può avere è protetta dall’essere deboli, non dall’essere giusti.

    • daouda scrive:

      Prima di tirare in ballo Roma, come al solito, faccio presente che i bulli non erano né pàini né criminali e in certe borgate tanta gente cacciata dal centro ce rimaneva perché c’erano borgate e borgate, quartieri e quartieri, mentre i buzzuri si facevano le loro “zonette”…

  61. Miguel Martinez scrive:

    Per Daouda

    “mentre l’unico accenno all’antichità è religiosamente etnicizzato cosa che, oltre che ridicola, con gli etruschi-toschi, se realmente si sapesse chi siano, casca proprio male, e male male se si parla di siriani…”

    Non ho capito bene, comunque Fiesole era città etrusca, non Firenze. Firenze l’hanno fondata i romani.

    • daouda scrive:

      romani ed etruschi sò la stessa cosa alla fine.

      • daouda scrive:

        L’accenno ai siriani manco l’hai voluto guardà…pure Roma era piena de siriani…

      • mirkhond scrive:

        “romani ed etruschi sò la stessa cosa alla fine.”

        Culturalmente sì, visto che Roma l’hanno fondata loro, tra 600 e 550 a.C., riunificando i 7 villaggi tiberini, solo in parte latini.
        Secondo lo storico Guido Clemente, Porsenna, re di Chiusi fu il VERO FONDATORE della repubblica romana, dopo aver cacciato la dinastia di Tarquinia, con cui Chiusi era in lotta per il dominio sull’Etruria meridionale, intorno al 500 a.C. !

  62. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Daouda

    ” l’unico accenno all’antichità è religiosamente etnicizzato”

    Quando leggi qualcosa, cerca di cogliere il contesto.

    Il contesto è quello di una persona (peraltro mite e bravissima) che aveva come primo problema, non che l’Oltrarno fosse sotto il rullo compressore del Progresso, ma che la gente nata nel posto e i nuovi arrivati non si odiassero.

    Mica volevo fare la storia generale dell’Oltrarno.

    • daouda scrive:

      Apparte che non ho capito perché non ci si debba odiare. Che non l’hanno mai fatte le faide tra quartieri e rioni? Se fermano ai pali in Toscana, invece da dasse le zaccagnate?

      Da quando Tarconte ha ossequiato Enea, che in Toscana ci vengo ci ce venga, cambia poco. L’Italia è così, e te giochi sul fatto che l’Italia è l’unico paese in cui sto discorso vale.

      Ora puoi capire o non capire, come posso dubitare io o non dubitare più di come scrivi certe cose.
      Se hai capito , capisco , se non hai capito per me sti cazzi, continui solo a parlare de un posto del cazzo che non esiste, ed il fatto che non esista è, perché lo fu e lo sarà, nell’unico atteggiamento che si dovrebbe fà, che non potrai mai riavere indietro da nessuno de quelli compreso te, e la cosa triste e che tu questo fai finta che non lo pensi più.
      Un camorrista può andà più facilmente in paradiso che un oltrarnino? Vedi se ciài la risposta.

  63. mirkhond scrive:

    “Idealmente credo che a tutti dovrebbero essere date le stesse possibilità alla partenza, che a tutti dovrebbe essere assicurata la possibilità di condurre una vita dignitosa e onesta e che le istituzioni pubbliche dovrebbero premiare la correttezza e castigare senza ritardo i furbacchioni.”

    Il giovanissimo socialista della Ravenna di tanto tempo fa:

    http://youtu.be/lpZmqGoZKgc

    • Francesco scrive:

      messa così sono quasi d’accordo

      solo non starei a stressarmi troppo l’anima per il primo punto: io non avrei mai avuto le stesse possibilità di Michael Jordan nè di Steve Jobs

      giusti evitare che qualcuno parta da meno 100 e sia quindi già fottuto in partenza

      ciao

  64. mirkhond scrive:

    “Non so se ho risposto alla tua domanda, però.”

    No.

  65. mirkhond scrive:

    “Ah, trovo terribilmente noiosi sia il golf che la vela.

    Preferisco le carte, il biliardo e il flipper.

    Sono di gusti semplici, da bar di periferia”

    O da cene pantagrueliche nei latifondi di Max?

  66. habsburgicus scrive:

    OT
    http://www.publika.md/rezultate-preliminare–74-00prc–din-procesele-verbale-prelucrate_2173171.html

    alle elezioni di ieri in Moldova pare abbia vinto…Putin 😀
    infatti i 3 partiti governativi pro-UE (PLDM, PD e PL) che avevano tenuto il potere dal 2009 e si erano avvicinati alla UE (ottenendo l’abolizione dei visti a fine aprile), alla Romania e alla NATO hanno avuto meno voti dei 3 partiti di sinistra, tutti in vario modo agli ordini del Cremlino (43, 75 contro 45, 3 %)
    1° partito è il PSRM del sovietico Igor Dodon, russofono e russofilo, legatissimo a Mosca
    3° partito (perde tantissimo), poco dopo il PLDM, è il gerontocratico PCRM (PC moldavo), apertamente filosovietico e filo-russo (ma anche pro-Chiesa ortodossa e contro le “nozze” LGBT :D)
    oltre il 5 % al PCR (PC riformatore diciamo l’ala “liberale” dei comunisti..SEL moldava insomma :D)..questo potrebbe flirtare all’occorrenza con Bruxelles, ma credo che alla fine prenderà anch’esso gli ordini da zio Putin 😀
    bisognerà vedere i seggi…se sarà possibile l’alleanza di tutte le sinistre, PSRM, PCRM e PCR, la Moldova interromperà il cammino verso l’UE, adotterà un atteggiamento più ostile alla Romania (che invece, in condizioni diversissime, ha scelto il candidato “europeo”), dunque tali elezioni potranno essere storiche..POTRANNO solo però..non ho detto che lo SARANNO

    p.s
    all’italiana più o meno
    PCRM l’estrema ma quelli là, in Moldova sono molto meglio (diciamo un po’ come il PC degli anni d’oro)
    PSRM un misto fra Rifondazione e i civatiani
    PCR più o meno Vendola 😀
    PD è il PD 😀
    PLDM alfaniani
    PL destra (Silvio+Meloni ecc)

  67. habsburgicus scrive:

    un moldavo commenta sconsolato
    Moldova a ramas comunista. De maine se inchide granita cu Europa
    la Moldova è rimasta comunista. Da domani si chiude la frontiera con l’Europa

  68. habsburgicus scrive:

    al 78 % dei voti scrutinati le destre sembrano recuperare un po’ (il PL supera il 9 %)…vedremo

  69. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “E poiché l’idea principale è che la normalità è male e che il principio progressivo vuole che si viva in un perenne stato di eccezione e di sovversione, il giudice, come qualunque persona un po’ istruita, vuole la rovina dei ceti normalizzanti.”

    Il dominio è sempre un gioco tra “innovazione” – il motore necessario del meccanismo capitalistico – e “normalità” intangibile, che varia di paese in paese. Ecco perché Renzi è totalmente funzionale al flusso planetario, e allo stesso tempo è il “bravo ragazzo normale”, quello che ha l’ultimo gadget elettronico, ma si sposa in chiesa e si fa fotografare accanto al cardinale e al generale dei carabinieri.

    Credo che sia fondamentale uscire anche da questa falsa contrapposizione.

    • Peucezio scrive:

      Io però non sono così sicuro che Renzi sia totalmente funzionale al flusso planetario.
      Ma non parlo solo di equilibri geopolitici, dico proprio sul piano antropologico.

  70. Miguel Martinez scrive:

    Per habsburgicus

    “un moldavo commenta sconsolato”

    Prevedo festeggiamenti a casa dei miei amici moldavi. Che tra l’altro mi hanno raccontato come la destra aveva spostato d’ufficio il Natale ortodosso per farlo rientrare nel calendario produttivo-consumistico occidentale.

    Una guerra che inizia diversi anni fa:
    http://epaper.timesofindia.com/Repository/getFiles.asp?Style=OliveXLib:LowLevelEntityToPrint_TOI&Type=text/html&Locale=english-skin-custom&Path=TOIPU/2007/12/20&ID=Ar01400

    • habsburgicus scrive:

      forse i tuoi amici non faranno festa, purtroppo..
      infatti dagli ultimissimi dati, la situazione (a livello di seggi sembra essersi ribaltata)
      PLDM, 23 seggi 19, 3 %
      PD, 19 seggi 15, 76 %
      PL, 12 seggi 9, 32 %
      Totale, 54 seggi (coalizione uscente pro-UE)
      PSRM, 26 seggi 1° partito 21, 6 %
      PCRM, 21 seggi 17, 83 %
      Totale, 47 seggi sinistre pro-Putin
      il PCR ha “rovinato” tutto alla sinistra ! ha preso poco più del 5 % dei voti ma nel sistema moldavo non ha ottenuto alcun seggio ! (c’è lo sbarramento al 6 %…con eccezioni disegnate ad hoc)
      così l’opposizione ha avuto la maggioranza, o almeno il pari e patta, dei voti
      il governo si è preso i seggi 😀

      il capo del PD, Marian Lupu ha dichiarato “abbiamo un buon risultato per una coalizione proeuropea”
      dunque all’ultimo Bruxelles ce l’ha fatta…a meno di ulteriori variazioni

      P.S ultimi dati
      PSRM – 21.38%
      PLDM – 19.46%
      PCRM – 17.94%
      PD -15.76%
      PL – 9.38%
      PCR – 5.01%

      idem o quasi per i seggi il PLDM ne guadagna uno sul PSRM
      PSRM, 25
      PLDM, 24
      PCRM, 21
      PD, 19
      PL, 12
      (PCR nisba :D)

  71. mirkhond scrive:

    Traversara

    Ciò che volevo chiederti è, CHE SENSO ha per te celebrare il centenario della Settimana Rossa, se poi ne hai RINNEGATO lo spirito di quelle lontane lotte?
    Mi dirai che i tempi e i contesti sono molto cambiati da allora.
    Ed hai ragione, naturalmente.
    Ma allora, una buona volta smettila di dirti di sinistra, quando di sinistra c’è solo una forte amicizia col velista e latifondista Max! 🙂

    • mirkhond scrive:

      Il silente, parla…..

    • Z. scrive:

      Ma io non mi “definisco” di sinistra: in questa situazione storica io sono obiettivamente collocato a sinistra. Non perché ci voglia stare o meno, ma perché la maggior parte degli altri è, semplicemente, più a destra!

      Se il PRC prendesse l’80% dei voti, con le stesse idee che ho ora io sarei obiettivamente collocato a destra. Eppure continuerei ad essere la stessa persona. Così tu potresti continuare a dire che sono un liberale, Peucezio e Francesco che sono un comunista, e Mauricius a dire che sono di destra.

      Solo che – secondo me – destra e sinistra sono concetti relativi, non assoluti: si sta a destra o a sinistra rispetto a qualcuno, o alla generalità degli altri. Così come ci si siede a destra o a sinistra di qualcuno. Da lì, dopotutto, è nata la definizione.

  72. mirkhond scrive:

    Era un bel pomeriggio di inizio dicembre.
    Il clima era mite, nonostante le previsioni annunciassero l’arrivo imminente di un’ondata di nevicate che avrebbero reso il Natale caratteristico.
    Nel giardino davanti alla grande domus padronale, Zanardo de Traversariis, brillante principe del foro di Romagna, era ospite gradito del padrone di casa.
    Il conte Max, suo antico amico e sodale in quella deriva di perdizione che aveva portato un partito nato per combattere i soprusi del grande capitale, a divenirne una delle componenti più salde ed essenziali…..
    La domus era al centro di un vastissimo latifondo, che, ad onta della riforma agraria De Gasperi, andava ben oltre il limite massimo di 500 ettari, stabilito dall’ormai antica riforma, comprendendo quasi una buona metà del Ducato di Spoleto.
    Il molossoide Aiace vegliava fedele e feroce come sempre, ma Zanardo non ne aveva paura, e perché il cane del suo più caro amico, e perché egli stesso, che alla nascita pesava quasi 5 chili, e da ragazzo era già un piccolo e tozzo torello, ora era un possente gigante alto quasi due metri e pesante un quintale e mezzo.
    E non avrebbe esitato, se occorreva, ad assestare un pugno al muso feroce di Aiace, se costui, impazzito, come capita talvolta anche ai cani, avesse osato avventarglisi contro.
    Del resto c’era gente, di peso, altezza e corporatura molto inferirore, che non aveva mai voluto incontrare Zanardo di persona, temendo di fare appunto una fine, peggiore di quella di Aiace, se avesse osato contraddirlo.
    Soprattutto sulle questioni politiche.
    Il pranzo era stato ottimo e davvero pantagruelico e Max, lisciandosi i baffetti da quel dandy elegantissimo che era, guardò la tavola con sorrisetto di soddisfazione.
    Che bello essere e dirsi di sinistra e nel frattempo essere un grande latifondista al di sopra di tanti fessi che ancora si ostinavano, CONTRO OGNI BUON SENSO, a credere che il partito fosse ancora quello comunista!
    Zanardo e Max si alzarono da tavola e fecero una passeggiata.
    – Tè, guarda che pansa che ha messo su, Zan!- sorrise ironico Max
    – Gli inconvenienti della tua buona tavola, Mex! – rispose altrettanto ironico Zanardo.
    -Allora Zan, per natale ce la facciamo una bella regatina sul moro!
    -E dove Mex?
    -Ma ai Caraibi, no Zan! – disse Max, stupito e quasi meravigliato dalla domanda di Zanardo.
    -Ma qui l’è tiutto un casèn, Mex! Sioperi continui, lavuratur ca perdon el post de lavor’…in più l’abolission de l’articol 18, l’ha dato il colpo final, col culatton lì a la Leepolda…..
    – Che dovevamo fave Zan?
    – E me lo chiedi Mex. Ma un po’ più di furbissia Mex, fur-bi-ssia! Me l’hai insegnato te che in stè robe qua el sei un maestèr inegualiabil….

    Già. Hai ragione Zan! Dovevamo farlo in sordina.
    Però la checca di Pontassieve ci è ancora utilissima…per ora….
    Poi, al momento opportuno…- sorrise sardonico Max
    -Aiace?- fece Zanardo.
    -Ma no Zan, non è necessavio! Un posticino in qualche sottovamo della commissione euvopea…e tutto si sistema…come sempre! 😉
    -Mex sei grendioso! -sorrise Zanardo.
    Ad un certo punto squillò l’ifòn di Max.
    -Pvonto? Chii?-
    -Scusa Zan. Mi sta chiamando quel vompisctaole di Johnny Walter. E pev via di una di quelle sue iniziative umanitavie…sai quel pizzico di bontà che a Natale non si deve negare mai,eh! 😉
    – Vai, vai pure Mex. Continuo la mia passeggiata da solo….
    Zanardo si recò lungo la staccionata di legno, oltre la quale c’era il prato dove si tenevano le corse a cavallo, anche se a lui i cavalli piacevano solo come braciole in graticola.
    Si affacciò sulla staccionata e il suoi pensieri corsero liberi…
    A quando era un ragazzo di 15 anni, quasi 16, quella che dovrebbe essere la più bella età, stando ad un vecchio e celebre musical.
    Gli anni della vita in cui non ci dovrebbe essere malinconia.
    E Zanardo infatti allora era un robusto torello che si affacciava alla vita, un ragazzo BUONO e ricchissimo di sentimenti umanitari.
    Discendente decaduto di un ramo illegittimo del celebre, antichissimo e prestigiosissimo casato romagnolo dei Traversari di Ravenna, era nato però in un ambiente povero, nonni braccianti, padre camionista dipendente e madre sguattera in un ristorante di Ravenna.
    Fin da piccolo aveva sentito dai suoi anziani e visto il volto sofferto e nascosto della povertà romagnola, quella che non si vede perché nascosta dalla pubblicità.
    Ed essendo particolarmente sveglio ed intelligentissimo, i genitori con immensi sacrifici avevano deciso di farlo studiare, invece di mandarlo bracciante nei fondi dei Galassi o degli Amadori.
    E Zanardo, promettente studente di ginnasio, ripagava i bravi genitori della fatica e dei sacrifici.
    In classe suggeriva sempre e faceva copiare i compiti in classe, le versioni degli odiosissimi latino e dello schifosissimo greco classico, essendo amico praticamente di TUTTI i suoi compagni di scuola.
    Un giorno una sua compagna di classe, benestante, la Tania, lo invitò ad assistere ad una partita di golf, nel locale circolo di Ravenna, di cui il padre della ragazza era il direttore.
    A Zanardo non gliene fregava niente.
    però sfidato da alcuni odiosi ricchhi-fighetti-snob della Ravenna-bene, tutti figli e iscritti al pri, la destra mazziniana di Romagna, Zanardo con la fortuna del principiante fece diverse buche.
    Il direttore, vedendo che era bravo, lo volle far iscrivere al Torneo Coppa Estense, a Ferrara, dove il mese successivo, si sarebbe disputata una gara di beneficenza, per i fondi da destinare ai profughi saharawi, molto numerosi in Romagna.
    Zanardo accettò entusiasta, e dopo un mese di duro allenamento che ne fortificò il fisico, già forte tozzo e pesante di suo, era pronto per la grande sfida.
    A Ferrara, al torneo, però ebbe una sorpresa gradita e che avrebbe lasciato una traccia profonda in lui, che, seppur sepolta sotto metri cubi di letame ideologico successivo, di tanto in tanto riaffiorava per la bellezza e la purezza di un dolcissimo ricordo….
    Come golfista, gli venne affiancato un caddy, un attendente con funzioni di supporter psicologico, che in questo caso era UNA caddy, una robusta e POSSENTE matrona marocchina, la Karima.
    Karima aveva 30 anni ed era vedova senza figli, col marito morto poco dopo il loro arrivo in Italia.
    E laboriosa e faticatrice, faceva diversi lavori, tra cui la caddy.
    Zanardo appena la vide, possente, robusta e alta se ne innamorò all’istante.
    La Karima gli fu preziosa compagna di lavoro e amica durante tutta la gara.
    Durante una battuta, la pallina tirata da Zanardo volò talmente forte che finì sull’opposta sponda del Po, a Lendinara (Rovigo).
    Zanardo, disperato e vedendosi crollare il punteggio, cercò follemente di rincorrerla, cadendo nel Po.
    Sarebbe morto per affogamento (non sapeva nuotare) se non fosse stato risollevato dalle forti, robuste e amorevoli braccia della Karima.
    Però cadde sfinito dalla febbre.
    Si risvegliò nel letto dell’ospedale di Ferrara, con la Karima che gli teneva una mano tra le sue, e poi gli carezzava il viso e la fronte.
    Era seria seria, con i suoi grandi e dolci occhi neri, come una mamma mesta davanti al suo bambino ammalato.
    In una settimana Zanardo si riprese, e decise che avrebbe partecipato ad altre gare della Coppa Estense.
    Nel frattempo il legame con la Karima divenne così intenso, che la donna capì che il ragazzo voleva diventare uomo tra le sue grazie.
    E così un giorno, su un prato tra le rive del Po, in una macchia ben protetta, trovata da Karima, Zanardo conobbe la donna.
    Sembravano la juventus, abbracciati stretti per il bel contrasto tra la pelle rosea di lui, e quella bruna, berbera di lei, ancora più bella dalle vesti chiare e dall’hijab bianco che la donna indossava….

    I ricordi s’interuppero e Zanardo sentì la voce di Max che lo cercava.
    Quel Max conosciuto, dopo che, ripresosi, era ritornato a Ravenna a riprendere gli allenamenti, durante un ricevimento di papaveri del partito.
    Zanardo, sveglio com’era aveva subito capito che i nuovi capi del partito stavano trasformando il partito stesso in qualcosa di diverso, di MOLTO DIVERSO da ciò che era.
    Però decise di continuare ad esserne parte, sia per tradizione (tradita) famigliare, e sia perché desideroso di studiare Legge e diventare avvocato per difendere i poveri come la sua adorata Karima, aveva bisogno di POTENTI APPOGGI.
    Inoltre già molto astuto e lucido, seguendo il suo mentore Max, pensava di usare furbizia e truffaldineria PER FARE DEL BENE.
    Purtroppo però, crescendo l’antico giovane socialista, divenne un ingranaggio sempre più sordido all’interno del nuovo ordine LIBERALE, sorto sulle ceneri del partito.
    E tale sordidezza che, inizialmente aveva pensato di porre al servizio dei poveri, era invece diventata una delle componenti PIU’ SALDE ED ESSENZIALI del potere ma$$onico che stava strangolando il Frangistan in un cappio sempre più stretto e mortale per milioni di poveretti.
    A partire da coloro che ancora si ostinavano a votare quel partito di MERDA, credendo che fosse ancora il simbolo di un sol dell’avvenire.
    Ormai sempre più cupo e tenebroso….

    Ma basta coi pensieri tristi, Zanardo! Adesso con Mex penserete subito ad una nuova vacanza, parlando del socialismo che fu, tra una passata di caviale e un’altra…..

  73. Miguel Martinez scrive:

    Su marxismo e omosessualità… credo che l’unica volta che i fondatori si sono interessati all’omosessualità fosse quando Engels commentò a Marx a proposito di un libretto di un certo Ulrichs.

    La questione è complessa, perché si può leggere letteralmente come un attacco generale all’omosessualità, ma forse fa riferimento a un testo di Ulrichs (“Incubus”, non esiste un libro di Ulrichs intitolato “Urning”, che significa “uomo effeminato”) in cui sosteneva che gli omicidi pedofili fossero sostanzialmente dei malati di mente e quindi non responsabili dei loro atti, cosa che Engels avrebbe letto come una giustificazione di ciò che oggi si chiama appunto “pedofilia”. Comunque Engels si scaglia chiaramente contro ciò che lui chiama “droit du cul” in generale.

    “”The Urning you sent me is a very curious thing. These are extremely unnatural revelations. The paederasts [homosexual paedophiles] are beginning to count themselves, and discover that they are a power in the state. Only organisation was lacking, but according to this source it apparently already exists in secret. And since they have such important men in all the old parties and even in the new ones, from Rosing to Schweitzer, they cannot fail to triumph. Guerre aux cons, paix aus trous-de-cul will now be the slogan. It is a bit of luck that we, personally, are too old to have to fear that, when this party wins, we shall have to pay physical tribute to the victors. But the younger generation! Incidentally it is only in Germany that a fellow like this can possibly come forward, convert this smut into a theory, and offer the invitation: introite [enter], etc. Unfortunately, he has not yet got up the courage to acknowledge publicly that he is ‘that way’, and must still operate coram publico‘ from the front’, if not ‘going in from the front’ as he once said by mistake. But just wait until the new North German Penal Code recognises the droits du cul [rights of the arse-hole] then he will operate quite differently. Then things will go badly enough for poor frontside people like us, with our childish penchant for females. If Schweitzer could be made useful for anything, it would be to wheedle out of this peculiar honourable gentleman the particulars of the paederasts in high and top places, which would certainly not be difficult for him as a brother in spirit.” (Letter from Engels to Marx, June 22, 1869; http://www.marxists.org/archive/marx/works/1869/letters/69_06_22.htm)”

  74. mirkhond scrive:

    “PS: ti faccio notare che quello che tu consideri il mio “retroterra ideologico” consiste di svariati dogmi che non condivido, e credo che tu te ne sia accorto da tempo!”

    Non credo proprio che lo abbia capito, visto che continua a considerarti ciò che non sei più DA MOLTO TEMPO: un COMUNISTA! 🙂

  75. mirkhond scrive:

    Non ho capito, Zanardo…..

  76. mirkhond scrive:

    “in questa situazione storica io sono obiettivamente collocato a sinistra. Non perché ci voglia stare o meno, ma perché la maggior parte degli altri è, semplicemente, più a destra!”

    Zanardo, per te cosa vuol dire “sono obiettivamente collocato a sinistra”? Cos’è la sinistra?
    Quella della marketta eterodiretta alla Leopolda?

    • Z. scrive:

      Vuol dire che la maggior parte dei cittadini italiani è più a destra di me.

      Su “cos’è la sinistra” è già stato scritto fin troppo, temo; comunque, sia per la destra sia per la sinistra, la cosa più facile è forse individuarle in base a ciò che entrambe percepiscono come “nemico”.

  77. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Solo che – secondo me – destra e sinistra sono concetti relativi, non assoluti: si sta a destra o a sinistra rispetto a qualcuno, o alla generalità degli altri. Così come ci si siede a destra o a sinistra di qualcuno. Da lì, dopotutto, è nata la definizione.”

    Sono pienamente d’accordo, ma a due condizioni:

    1) dare qualche significato ai termini che vada oltre il momento elettorale

    2) capire che questa “relatitivà” non sta nelle espressioni verbali, ma proprio nelle “relazioni”, nei rapporti reali che si hanno con il mondo che ci circonda.

    Cioè i nostri rapporti reali con le persone, con il denaro, con l’ambiente, con il lavoro che siamo (in genere) costretti a fare, con il territorio che abbiamo attorno, con l’uso del tempo.

    Il resto sono chiacchiere 🙂

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