Immaginari del Sessantotto

Un perenne motivo di divergenza tra chi scrive e diversi commentatori di questo blog è il Sessantotto.

In breve, quei commentatori vedono nel Sessantotto il momento di rottura della vecchia società dei rigori borghesi, e fin qui possiamo essere d’accordo; ma in questa rottura, non vedono altro che il passaggio alla cultura del consumo sfrenato, allo sballo discotecaro e al Grande Fratello.

Io del Sessantotto ho una visione radicalmente diversa.

Chiaramente abbiamo ragione entrambi, perché la Realtà è immensamente complessa e sfuggente, come sempre: la Realtà, come diceva Violet Paget/Vernon Lee, è inseparabile dall’aggettivo altro, e il vero altruismo non consiste nel sacrificarsi per la propria visione, ma saper cercare proprio questo altro.

Però vorrei farvi capire qualcosa delle mie ragioni, presentandovi questa canzone, uscita proprio nel 1968, del gruppo scozzese The Incredible String Band.

Già nell’immagine di copertina, vediamo un mondo molto lontano da quello che oggi predomina. I corpi sono certamente più sciolti di quelli dei tremendi decenni precedenti, ma sono anche corpi austeri, che non hanno bisogno di nulla. E mirano alla semplicità, non certo all’artificialità dei corpi contemporanei. Una semplicità che ricerca anche la bellezza, dove c’è colore, ma senza l’aggressività del colore pubblicitario.

Ascoltiamo le enigmatiche parole di questa canzone: il Sessantotto è stato (anche) la capacità di rivedere ogni cosa del mondo con occhi nuovi, a volte trasognati, ma sempre profondamente curiosi.

Stranger than that we’re alive, Whatever you think It’s more than that, more than that…

Le lacrime di Giobbe

Stiamo ancora qui, tutti
nessuno è andato via
abbiamo recitato fin troppo bene
e rimandato

la croce della terra
(lasciatemi passare)
i quattro venti la indicano
corpo a corpo
mari per consacrarli
gli portarono la canna
spugna e aceto
serpenti di fuoco
che sputavano oro e cannella
la luna sanguinava
e le stelle erano poco profonde
e la spada che lo uccise
era una spada di salice

Buongiorno devo andare sono solo passato per dire
ho sentito chiamare mia madre e devo partire

Oh me lo ricordo tutto da prima

L’inverno e la mezzanotte
non poterono trattenerlo
il fuoco non lo poteva bruciare
né avvolgerlo la terra
sorgi Lazzaro
dolce e salato
fratelli soldati
smettetela di giocare a dadi e parlate con me
i ladri rubavano
ma la ragione condannò lui
e la tomba era vuota
dove l’avevano messo

perché gli eroi muoiono all’alba
perché gli uccelli sono le frecce dei saggi
perché ogni fiore profumato
perché ogni momento ha il suo tempo

Sei tu
è tutto vero

Ancora più strano, siamo vivi
ancora più strano
ancora più strano
qualunque cosa tu possa pensare
è più di quello, più di quello
uomo felice, l’uomo felice
che fa del suo meglio

Continua a camminare dove si sono mostrati gli angeli
(tutto sarà uno)
viaggiando dove hanno camminato i santi
di là nella vecchia terra d’oro
nel libro d’oro del gioco d’oro
l’angelo dorato scrisse il mio nome
quando l’affare sarà fatto poserò la mia corona
di là nella vecchia terra d’oro

Non dovrò baciarti quando saremo lì
(tutto sarà uno)
non avrò bisogno di sentire la tua mancanza quando saremo lì
di là nella vecchia terra d’oro

Lo capiremo meglio in un dolce tempo prossimo
non ti dovrai preoccupare e non dovrai piangere
di là nella vecchia terra d’oro

Job’s Tears

We’re all still here
no one has gone away
Waiting, acting much too
well and procrastinating

The cross of the earth
(let me go through)
The four winds point them
Body to body
Seas to anoint them
The reed they brought him
Sponge and vinegar
Fiery serpents
Spitting gold and cinnamon
The moon was bleeding
And stars were shallow
And the sword that killed him
Was a sword of willow

Hello I must be going well I only came to say
I hear my mother calling and I must be on my way

O I remember it all from before

The winter and the midnight
Could not hold him
The fire could not burn him
Nor earth enfold him
Rise up Lazarus
Sweet and salty
Brother soldiers
Stop your gambling and talk to me
The thieves were stealers
But reason condemned him
And the grave was empty
Where they had laid him

Why heroes die at sunrise
Why the birds are arrows of the wise
Why each perfumed flower
Why each moment has its hour

It’s you
It’s all true

Stranger than that we’re alive
Stranger than that
Stranger than that
Whatever you think
It’s more than that, more than that
Happy man, the happy man
Doing the best he can

Keep on walking where the angels showed
(All will be one)
Travelling where the saints have trod
Over in the old golden land
In the golden book of the golden game
The golden angel wrote my name
When the deal goes down I’ll put my crown
Over in the old golden land

I won’t need to kiss you when we’re there
(All will be one)
I won’t need to miss you when we’re there
Over in the old golden land

We’ll understand it better in the sweet bye and bye
You won’t need to worry and you won’t have to cry
Over in the old golden land

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678 risposte a Immaginari del Sessantotto

  1. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    ““Oltrarnismo” a Genova …”

    Grazie… dalla notizia, pur interessante, non si capisce molto sul modo di organizzarsi della gente.

    In circostanze analoghe, penso che noi faremmo un progetto di lavoro con urbanisti, muratori, avvocati, indagheremmo sugli appalti dei lavori fatti e faremmo proposte specifiche.

    Tutte cose che richiedono tempo. Speriamo che oltre al momento delle barricate, ci sia anche questo, altrimenti si rischia di non risolvere nulla.

  2. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=vSUT8WGLtyE

    @ MIRKHOND

    Ortodossi in Georgia “resistono al Nuovo” … Sessantotto “in differita” ?

  3. PinoMamet scrive:

    Credo che nel ragionamento, ormai comunissimo

    hanno voluto il sesso libero —> siamo arrivati a Berlusconi che va con le minorenni —> torniamo ai genitori che chiudono in casa le adolescenti

    ci sia più di un salto logico, e un paio di cosette che non mi tornano.

    Io sarò fissato, ma ci sento puzza di fregatura:
    hanno permesso che anche l’operaio avesse il figlio dottore —-> adesso sono tutti ignoranti—-> impediamo che il figlio meritevole dell’operaio possa diventare dottore (così lo diventa solo il mio, porta avanti l’attività di famiglia anche se, poverino, non è che sia tanto sveglio, e il figlio dell’operaio deve togliersi il cappello e dargli del lei);

    no, no, non mi torna.

    Va bene criticare gli eccessi e le deviazioni; ma la soluzione non può essere mai “torniamo agli eccessi e alle deviazioni di una volta ” , anche a non essere sospettosi come il sottoscritto, la cosa comunque non funziona così.

    • Moi scrive:

      http://www.silviaronchey.it/articolo/6/83/Velate-o-veline-non-fa-differenza-purch-la-donna-non-sia-violata/

      Di fatto bisogna considerare l’ immigrazione, fenimeno più “temporale” che “spaziale” … ormai; e la famigerata situazione in cui chi vituperava come “arretrate” le tradizioni proprie fa diventare “altrre” quelle altrui. Il tutto scombussolando i ruoli “storici” di Dx e Sx in fatto di moralità.

    • Peucezio scrive:

      “Va bene criticare gli eccessi e le deviazioni; ma la soluzione non può essere mai “torniamo agli eccessi e alle deviazioni di una volta ” ”

      Probabilmente no: è difficilmente attuabile e non è detto che sia auspicabile.
      Però come giudizio storico, consentimi di dire che fra i due mali era meglio quell’altro, che produceva la Divina Commedia e non tutta la massa di mediocrità di oggi.
      L’ideale sarebbe la selettività in base alle capacità e non in base al censo e forse un giorno ci si arriverà. Oggi (in Occidente, non certo in India o in Cina) si va nel senso della depressione del livello culturale, quindi va incoraggiato tutto ciò che va nel senso del ripristino di principi selettivi, vetero-autoritari, anti-lassisti, mentre va scoraggiato tutto ciò che va in senso di legare la cultura e la ricerca a logiche di mercato: senza arrivare all’eccesso della società schiavile, in cui la cultura poteva non servire a niente, perché pensavano altri a lavorare, la cultura e la scienza devono avere margini di gratuità, di inutilità, altrimenti diventano puro sapere tecnico, che serve, ma da solo non porta lontano.

    • Francesco scrive:

      Pino

      non so dalle tue parti ma a me la tua suona come una excusatio non petita

      e una voluta cecità sulle conseguenze di certe scelte … che il meritevole figlio dell’operaio che si laurea è un Principio Sacrosanto (forse teorico) di Destra ma il ’68 non è stato di destra

      • PinoMamet scrive:

        MMm una excusatio per cosa?
        Mi sfugge.

        • Francesco scrive:

          “va bene criticare gli eccessi e le deviazioni” … qui però si attacca gli errori fondamentali alla base del ’68, che hanno naturalmente prodotto gli esiti nefasti

        • PinoMamet scrive:

          Ma io mi riferisco agli errori e alle deviazioni di ogni epoca.
          Non credo che sia un’ “epoca d’oro”: né il Vecchio Regime, la Rivoluzione Francese, né la Restaurazione… né Gli Anni Cinquanta, nè il Sessantotto, né il dopo Sessantotto.

          Io vedo sempre un mucchio di gente che ha delle buone idee, con un mucchio di gente che ne ha di pessime, e un sacco di cretini che se gli mostri il dito capiscono la Luna (sì, sarebbe l’opposto, ma forse è più vero così) e di individualisti che vogliono mettersi in mostra con qualunque cosa sia di moda…
          e nel frattempo, le buone idee se le sono dimenticati o trasformate talmente tanto da renderle irriconoscibili.

          Ma in tutti i periodi, mica solo il Sessantotto.

          Perciò se chiedi a me, gli errori fondamentali del Sessantotto sono:
          i cretini.

        • Francesco scrive:

          insomma, io ti mostro la Luna e tu vedi il dito 😀

        • Z. scrive:

          Francè, almeno tu con sta cosa del dito e della luna no, ti prego! almeno tu no!

        • PinoMamet scrive:

          Tranquillo, stava rispondendo a me che facevo l’esempio rovesciato (ciè, come è in realtà 🙂 )

        • Francesco scrive:

          Z

          quando ci vuole ci vuole!

          😀

          PS è un pò come avere un rigore inesistente contro la Juventus

  4. mirkhond scrive:

    La meritocrazia può benissimo coesistere con una certa selettività in professioni più “alte”.
    Le cooptazioni dal basso ci sono state sempre, anche nelle società più rigidamente castali, vedasi l’India, di cui tu stesso ci hai parlato.

    • Francesco scrive:

      beh, la meritocrazia e la selettività dovrebbero essere sinonimi

      la soluzione ideale è che i figli pirla dei potenti NON ottengano posti di potere, cosa che è la base delle accuse alla democrazia da parte dei sostenitori del sistema cinese

      non vedo cosa c’entri il ’68 con tutto questo

  5. mirkhond scrive:

    La scuola di massa e soprattutto l’università di massa, hanno prodotto masse di analfabeti.
    Che oggi, con la crisi economica e l’erosione delle conquiste sociali vedasi l’articolo 18, ormai morto e sepolto, ed infine il progresso tecnologico, hanno reso inutilizzabili quei pezzi di carta sfornati nei diplomifici e laureifici di massa.
    Un conto e opporsi alla casta e battersi per la meritocrazia.
    Un altro incentivare modelli che sono falliti….

    • Peucezio scrive:

      Condivido.
      Meglio pochi colti che nessuno.

    • Roberto scrive:

      “La scuola di massa e soprattutto l’università di massa, hanno prodotto masse di analfabeti.”

      A me questa cosa mi è sempre sembrata una leggenda metropolitana. Eruditi c’è ne sono ora come ce ne erano prima, nel senso che chi ha voglia di cecarsi sui libri lo fa a prescindere dell’esistenza di una scuola. La differenza è che ora ci sono masse di persone che sanno leggere e scrivere e che magari non il 100% degli eruditi di cui sopra vengono da famiglie di eruditi

      • PinoMamet scrive:

        Concordo con l’analisi di Roberto!

        • habsburgicus scrive:

          la grande cultura, specialmente umanistica, è però diminuita..
          già Toynbee lo ammetteva
          o vogliamo paragonare un laureato di Oxford del 1911 (che sapeva il greco, conosceva immediatamente chi era Ap. Claudius Caecus e Nonnus di Panopolis) con uno attuale ? ma dai 😀
          concordo sul fatto che l’istruzione di massa c’entra poco o, comunque, è un altro problema

        • PinoMamet scrive:

          Beh, persino io conosco Nonno di Panopoli, spero che a Oxford qualcuno che lo conosca ci sia ancora 😉

      • Moi scrive:

        Oggi magari ci sono i “Semi(!)Analfabeti” … sì, insomma: studenti (soprattutto DAMS) che parlano come Checco Zalone. 😉

      • Peucezio scrive:

        Roberto, mi spieghi perché ogni anno l’italiano dei “media” peggiora stilisticamente e grammaticalmente?
        Non dico che sia colpa della scuola di massa, ma evidentemente un problema c’è.

        • Roberto scrive:

          Azzardo:
          – perché magari 30 anni fa fare il giornalista era un lavoro serio e adesso no?
          – perché 30 anni fa c’era molta ma molta meno gente che parlava in televisione o scriveva sui giornali?
          – perché 30 anni fa i giornali si prendevano più tempo per rileggere quello che veniva pubblicato?

        • Z. scrive:

          Mannò, è tutta colpa del Sessantotto 😀

  6. mirkhond scrive:

    è opporsi

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    D’accordo sul punto fondamentale:

    “Va bene criticare gli eccessi e le deviazioni; ma la soluzione non può essere mai “torniamo agli eccessi e alle deviazioni di una volta “

    poi sai che la pensiamo diversamente sul “dottore” nel contesto di oggi (non in quello dell’anno 1968).

    La mia amica parrucchiera, che gestisce un bel salone a Prato e viaggia per il mondo tenendo corsi a parrucchiere kuwaitiane, ha fatto benissimo a piantare una noiosa scuola da cui sarebbe uscita, al massimo, come segretaria con un padrone che se non la molesta, le tiene comunque il fiato sul collo…

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “La scuola di massa e soprattutto l’università di massa, hanno prodotto masse di analfabeti.”

    La scuola di massa e l’università di massa in sé sono indiscutibilmente un bene: difficilmente il figlio di gente senza libri in casa può competere intellettualmente con il figlio del professore universitario, se non può contare su un grande apparato di istruzione gratuita e garantita.

    Casomai, c’è da chiedersi se oggi la competizione sia ancora sul piano intellettuale; e se lo stesso concetto di scuola/università non faccia parte di una fase storica che sta terminando; come certamente, assieme alla cultura del Libro, finisce anche il valore sociale attribuito al titolo di studio.

    • daouda scrive:

      L’egualitarismo è sbagliato e non tutti devono aver accesso all’università, ANZI, proprio il contrario.
      L’università non è la scuola di base, e ci sarebbe da parlare pure su questa, che prevede un minimo di competenze e formazioni.

      • habsburgicus scrive:

        che tutti non debbano avere accesso, è lapalissiano…
        però la selezione deve essere fatta per merito e assolutamente non per censo
        ecco perché l’Università come le superiori dovrebbero essere (in un mondo ideale) quasi gratuite e (in un mondo reale) poco dispendiose…
        ma si dovrebbe bocciare, senza riguardi 😀

  9. mirkhond scrive:

    Per quel che ho visto, la maggiorparte degli studenti di scuola e dell’università che ho conosciuto, avrebbero fatto meglio ad occuparsi di altro…
    Poi, ripeto, la meritocrazia non è necessariamente in contrasto con una certa selettività dello studio.
    Meglio pochi, per merito, che tanti pecoroni….
    Essere istruiti puo’ anche portare a nuove forme di conformismo.
    E comunque NON mi sembra aver impedito l’erosione delle conquiste sociali dei lavoratori, l’edificazione di ecomostri stile tav e non solo, le guerre di “esportazione della democrazia” con le sue devastazioni, ecc.
    L’atomica è frutto di studi…..

    • Luigi scrive:

      L’istruzione oggi serve proprio a creare conformismo, e solo a quello.
      Come in ogni regime totalitario, si insegna solo e soltanto ciò che deve essere imparato.

      Ciao.
      Luigi

    • PinoMamet scrive:

      Questo è interessante.

      Qualche settimana fa, non ricordo quale quotidiano online metteva un link a un’iniziativa di non ricordo chi a proposito di non ricordo cosa;

      fatto sta che era una raccolta di quaderni delle elementari, da inizio Novecento a oggi.

      I quaderni più “antichi” erano scritti immensamente meglio a livello di calligrafia; avevano molto meno errori (ma questo può essere dovuto anche ai criteri con cui sono stati scelti) e avevano dei “temini” svolti con grande sfoggio di retorica e stile da adulto, e probabilmente, infatti, dettati da adulti o fedelmente ricopiati dalla retorica degli adulti.

      Un po’ alla volta, cominciamo i disegnini, gli scarabocchi e le grafie incerte, ma anche i colori, e dai “pensierini” comincia a emergere una realtà famigliare presentata in modo meno standard e “accettabile”, a volte anche sgradevole, ma senz’altro autentica.

      Ma non mi pare di aver notato nessun “grande salto” (che so, la Seconda Guerra o il famoso Sessantotto) quanto un’evoluzione (o involuzione, fate voi) graduale, che credo sia dovuta in buona parte alle teorie dei vari esperti di didattica, anche italiani, e, considerando che si parla di scuole elementari, solo in parte al cambiamento di classe sociale.

  10. Moi scrive:

    Auriez-vous eu le bac (la “matura”, ndr) en 1914 ?

    http://1914dernieresnouvelles.arte.tv/1914quizz/bac/

    • Moi scrive:

      http://zeve89.wordpress.com/2013/02/19/la-tortura-della-matematica/

      E’ davanti a questo semplice (per voi, non per me!) quesito aritmetico che il sindaco Peppone suda le proverbiali 4 camicie, si passa la mano tra i capelli, intinge di continuo la penna nel calamaio, spreme le meningi col solo risultato di confondere tutto () e infine, quasi in lacrime, si rivolge alla Divina Provvidenza: .

      Egli sta sostenendo l’esame di quinta elementare, indispensabile per presentarsi candidato alle elezioni, e se non fosse per don Camillo che gli passa la soluzione (non prima di averlo umiliato: ) dovrebbe dire addio al sogno di diventare onorevole. Peppone e don Camillo sono i due amici/nemici protagonisti della saga che Giovannino Guareschi

      [cit.]

      • Moi scrive:

        “Problema: Una vasca semisferica ha il diametro di m 2,6. Quanto tempo impiegherà a riempirsi se il rubinetto versa litri 6,27 al minuto?”

        “Vuoi fare il deputato, risolvere il problema del Mezzogiorno, e non sei nemmeno capace di risolvere un problemino di quinta elementare”

        [cit.]

        • paniscus scrive:

          Non so se oggi possa essere considerato un “problemino da prima elementare”, ma di sicuro, corredata di risposte a scelta multipla, sarebbe una bellissima “Fermi question” per i quesiti attuali delle olimpiadi della fisica:

          Una vasca semisferica ha il diametro di m 2,6. Quanto tempo impiegherà a riempirsi se il rubinetto versa litri 6,27 al minuto?

          a) circa 1 ora
          b) circa 3 ore
          b) circa 6 ore
          c) circa 12 ore

          • Lukasz Polacco scrive:

            An example from the movie “Don Camillo e l’On Peppone” 😀

            The whole sphere is ((4/3) Pi *(1,3^3)) = 9,203 m^3 and that is 9203 litres. In given flow (6,27 l/min) filling will takes about 1468 min (24 h and 28 min).
            But the vessel is 1/2 diameter so it will be half of that time and this is 12 h and 14 min.
            So finally the filling will takes little more than one day. Circa about 12h (answer c).

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Io il volume della sfera l’ho studiato alle medie, però.

        • Ritvan scrive:

          Circa 12 ore.

        • Z. scrive:

          2,6m = 26 dm

          Raggio (metà del diametro) = 13 dm.

          Volume sfera = 4/3 piggreco r^3

          e dunque, approssimando

          4/3 * 3 * 169 = 169 * 3 = 676

          volume semisfera = 676/2 = 338

          338/6,27 (volume diviso portata rubinetto)= 53,91 minuti

          a)

          e ora viene la domanda, tipica in molte delle espressioni e le equazioni che ho affrontato ai tempi della scuola:

          cosa ho sbagliato?

          🙂

        • paniscus scrive:

          Volume sfera = 4/3 piggreco r^3

          4/3 * 3 * 169 = 169 * 3 = 676

          cosa ho sbagliato?
          ———————————————-

          Forse hai sbagliato nel porre il fattore r elevato alla seconda invece che alla terza?

          L.

        • Z. scrive:

          Anche, ma non solo: perché il 13^2 (e non 13^3, come giustamente osservi) l’ho moltiplicato per tre? forse in ossequio alle tre virtù teologali?

          Niente, non c’è niente da fare, sono troppo stupido per la matematica. Altrimenti del resto avrei fatto ingegneria, mica giurisprudenza…

        • paniscus scrive:

          Anche, ma non solo: perché il 13^2 (e non 13^3, come giustamente osservi) l’ho moltiplicato per tre? forse in ossequio alle tre virtù teologali?
          —————————

          Mah, veramente quella era la meno preoccupante di tutte… avevo dato per scontato che avessi semplicemente fatto un’approssimazione (VOLUTA, non accidentale) sostituendo il fattore pi.greco con un fattore 3… perché tanto la richiesta era solo sull’ordine di grandezza e non sui valori numerici esatti.

          Se mi dici che nemmeno quella era voluta, ma era stata messa completamente a caso, allora mi preoccupo un po’ di più!

          L.

        • Z. scrive:

          No, no, l’approssimazione a 3 era voluta. Solo che poi, quando ho riletto le tue osservazioni, mi sono accorto che avevo fatto il pasticcio ampiamente previsto e non ci ho più capito un tubo.

          Te l’ho detto che sono tardo 😀

        • Francesco scrive:

          Z

          non fare il modesto, che ti ricordavi la formula per calcolare il volume della sfera!

  11. Miguel Martinez scrive:

    Comunque è interessante come ognuno abbia il suo Sessantotto… Pino e Mirkhond ad esempio hanno tirato fuori la “scuola di massa”, che in Italia risale in realtà a diversi anni prima.

    C’entra sicuramente con il Sessantotto, comunque e con il fatto che tanti “non borghesi” di famiglia siano entrati all’università in quell’epoca.

    Però era un aspetto del Sessantotto a cui non avevo proprio pensato, quando ho scritto questo piccolo commento alla canzone.

    Vedete come nella realtà c’è sempre dell’Altro?

    • PinoMamet scrive:

      Beh, io in realtà ci avevo pensato come esempio di un tipo di ragionamento degli anti-sessantottini, più che mio specifico;

      vedi infatti, nel mio intervento immediatamente precedente a questo 😀 che non credo che i mutamenti della scuola di massa siano un fatto particolarmente “sessantottino” (almeno in parte).

  12. habsburgicus scrive:

    Io sarei per il ritorno a Gentile, cioè alla scuola del 1923-c.a 1970, con la preminenza (mi spiace per chi non lo ha fatto :D) ipso facto al Liceo Classico 😀
    Dura, selettiva, ma a suo modo “democratica”…se avevi le qualità, in genere emergevi..molto più di oggi !
    Il mio anziano professore di greco e latino, uomo molto colto e di altri tempi* (classe 1929) che ho avuto modo di rivedere qualche mese fa con grande piacere reciproco, mi diceva che il dissesto della Scuola iitaliana iniziò con il DC Misasi, credo Ministro della Pubblica Istruzione, in base a qualche versione scuagurata del Manuale Cencelli, in 1970-1972 c.a 😀

    *egli, dimostrandomi grande fiducia di cui lo onoro mi permise di leggere alcuni quaderni del suo Diario Privato del 1944-1945 quando era un giovane ginnasiale..molto interessante…specialmente per l’abitudine di trascrivere in greco i nomi di tedeschi e di fasciati, o comunque di persone che era opportuno non fossero facilmente identificate, in caso di possibile perquisizione, in quei tempi di ferro…si nota un ceto patriottismo (ai giovani d’oggi ignoto, ahinoi), una ormai forte noia verso il Fascismo (i salotini potranno dire quello che vogliono, ma il nostro popolo, a Alba, del Fascismo non ne poteva più :D), abbastanza rispetto per i tedeschi, una certa qual diffidenza verso gli anglo-americani (specialmente i primi), e timore dell’avanzata russa (ad esempio in Slesia in gennaio 1945)
    Egli, de facto apolitico, e cattolico serio (anche se non ostentato) aveva/ha un certa simpatia per la Monarchia sabauda e una “tolleranza” per la DC, a livello locale un tempo migliore di quella nazionale (non più cosi dal 1975, anzi :D)

  13. Moi scrive:

    http://narrativa.giunti.it/catalogo/libri/aboliamo-la-scuola/

    “Fino a quando, su questa terra, esisterà un fabbricato denominato scuola, i ragazzi domanderanno al Padreterno perché mai li abbia messi al mondo se devono trascorrere una parte della stagione più bella della vita (l’infanzia e l’adolescenza, appunto) in cattività”. Partendo da questa semplice considerazione che unisce i ragazzi di tutte le generazioni e i ricordi del ragazzo di ieri all’esperienza del maestro di oggi, Marcello D’Orta ripercorre gli anni della ”sua” scuola, nella Napoli degli anni Sessanta e Settanta. Così prendono vita figure vivissime che accompagnano il lettore dalle elementari fino al liceo, sullo sfondo di una Napoli popolare per molti aspetti perduta per sempre. Compagni di scuola, bidelli, genitori, insegnanti in un ritratto vivacissimo e a tratti esilarante.”

    [cit.]

    • Moi scrive:

      “Escludete il latino ed il greco dalla vostra scuola e confinerete i vostri alunni entro angusti interessi limitati alla loro generazione ed a quella immediatamente precedente, tagliando fuori tanti secoli d’esperienza quasi che la razza umana fosse venuta al mondo nel 1500.”

      (Thomas Arnold ; 1795 – 1842)

      Direi che oggi come oggi ognuno “dei più” fa iniziare il mondo con la propria epoca di nascita.

      • Moi scrive:

        Una scuola senza fondi non conta niente. E mi pare che la politica non abbia intenzioni in questo senso. Sono d’ accordo con il 5 in condotta, è giusto che siano sanzionati atteggiamenti violenti, irrispettosi. Ma mi sembra un’ operazione demagogica: non si può chiedere alla scuola di andare in una direzione opposta rispetto alla società. In più, oggi i genitori percepiscono la scuola come un negozio, dove il figlio è il cliente da soddisfare. Sempre.

        (Antonio Scurati)

        La scuola fa male alla cultura perché non comunica. Perché il ceto del sottoproletariato intellettuale l’ha conquistata come proprio terreno di sicurezza economica sbattendosene della funzione. Lo schema che si ripete è quasi sempre lo stesso: studenti di fronte ad “educatori” spenti, preoccupati di finire un programma ministeriale, di riempire un registro, corollari fastidiosi alla vera occupazione della stesura dell’itinerario-vacanze. Non è neppure sfiorato uno dei principi della pedagogia classica: la trasmissione della passione per la lettura e la trasfusione della curiosità culturale. Si leggono i classici come se fossero la bolletta del telefono o le ricette del medico. Le parole lette, anche quelle dei grandi autori, restano solo parole, svuotate di tutta la loro forza, perché ridotte al rango di esercizio. La cultura non arriva al cervello perché è stata ridotta a compito da svolgere per il giorno dopo, a pedaggio da pagare per ottenere un voto, che poi darà diritto ad un diploma, e quindi, eventualmente e fortunosamente, ad un impiego, in attesa della pensione.

        (Mina Mazzini)

        “La scuola in definitiva dovrebbe insegnare a diventare intelligenti. E anche pratici, per potersi autogestire in modo valido. Cioè fare in modo che, una volta che si è davvero dimenticato molto di ciò che si è imparato sui banchi, emerga però un cervello che è stato allenato a rispondere bene agli stimoli ambientali, che è capace di adattarsi, e di affrontare in modo corretto i problemi.”

        La scuola oggi è incapace di sviluppare quelle competenze e quei talenti che sono oggi necessari per continuare ad appartenere a una società industriale avanzata. È talmente distaccata dalle vere esigenze del mondo del lavoro da essere diventata, in larga misura, una fabbrica di disoccupati con la laurea.”

        (Piero Angela)

        • Luigi scrive:

          ” Se qualcuno cita Pieralberto Angela: anathema sit” 🙂

          Luigi

        • habsburgicus scrive:

          @Luigi
          un’altra piccola differenza fra noi 😀 (vedi altro post)
          io apprezzo molto, di solito, Piero Angela e ancor di più il figlio (che fa pure trasmissioni storiche)
          tu mi dirai (e se non me lo dirai tu, me lo dirà Mirkhond :D) che entrambi sono legati ad uno scientismo di tipo giacobino-illuminista (il figlio, quando fa trasmissioni storiche, ha posizioni stile vulgata…anche se pro-Roma antica, e questo oggi non è più tanto scontato)..verissimo, in gran parte !
          io ti rispondo che nel deserto culturale degli ultimi anni le trasmissioni di Piero Angela sono benvenute e sono un fossile di un’epoca più felice in cui la Televisione faceva cultura (magari illuminista, ma pur sempre cultura)…non è l’unico ma non sono poi molti ! pensiamo bene prima di “buttarlo via”, potrebbe essere MOLTO peggio..ricordiamoci della vecchina di Siracusa e del tiranno Dionigi 😀

        • Moi scrive:

          Purtroppo ti devo dare ragione, Habsburgicus !

          Difatti ho notato che ci sono parecchi giovani d’oggi che ritengono Pieralbertangela 😉 un “ottuso”, se non addirittura un “negazionista” (Scie Chimiche, Alieni-Dei Antichi Costruttori di Piramidi, “Moon Consipracy”, “Merpeople” Umanoidi, ecc …) MA … Robertogiacobbo 😉 lo reputano invece uno moltopiù valido perché “pluralista” e più “aperto di mente”.

  14. Moi scrive:

    Il Sessantotto va a Maometto … 1999 !

    http://www.stefanoallievi.it/1999/09/il-sessantotto-va-a-maometto-intervista/

    click per ingrandire le fotocopie di giornale scannerizzate e leggere.

    … Guareschi, a Peppone, “glielo fa dire” rivolto a Don Camillo nel 1946 !

    😉

  15. habsburgicus scrive:

    @Moi
    leggo su un gruppo di fb
    “Ancora Mons Mugavero, sempre su TG2 Storie diceva che la cultura mussulmana è più antica della nostra ed anche superiore alla nostra. Anche questo mi risulta falso, non fosse altro che Maometto è nato almeno 500 anni dopo cristo e si è rivolto a tribù nomadi tutt’altro che superiori alle nostre. Qualcuno documentato può darmi argomenti da girare a Monsignor Mugavero ?”

    ti pare possibile che un vescovo abbia detto tale enormità ? 😀
    vabbè che c’è stato il Concilio 😀 ma a tutto c’è un limite, no ?
    mi sa che aveva ragione Pajetta 😀

  16. Moi scrive:

    @ HABSBURGICUS

    Più che altro mi dà fastidio la non-chalance con cui gli “Anti-Razzisti MultiCulturalisti” ti dicono che “Ah, be’ si sa: per sposare una ragazza Araba devi farti Musulmano …” ma poi esigono che qualunque prete sposi i gay nella propria chiesa parrocchiale.

    Naturalmente da “Atei”, in senso Italianissimo. 😉

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per habsburgicus

    “Mons Mugavero”

    Intanto, se vado su google e cerco Monsignor Mugavero, trovo per ora solo un vescovo di Boston morto nel 1991 all’età di 77 anni.

    Prima di scandalizzarci, cerchiamo di capire chi è e se esiste.

    • habsburgicus scrive:

      penso si riferisse a Mons. Domenico Mogavero (alto “papavero” CEI, in Sicilia)…
      ribadisco che io sono scettico su tali (presunte) dichiarazioni…
      sarebbe ignoranza allo stato puro e mi rifiuto di crederlo, sino a PROVA cont5raria
      prima del 1962 però il dubbio non sarebbe neanche sorto 😀

  18. Miguel Martinez scrive:

    per Moi

    “Più che altro mi dà fastidio la non-chalance con cui gli “Anti-Razzisti MultiCulturalisti” ti dicono che “Ah, be’ si sa: per sposare una ragazza Araba devi farti Musulmano …” ma poi esigono che qualunque prete sposi i gay nella propria chiesa parrocchiale.”

    Allora ti do una buona notizia: non ho mai sentito di un laico sostenitore dei diritti civili degli omosessuali che si sia preoccupato di ciò che si fa nelle chiese – chiedono il matrimonio civile.

    Probabilmente ti sei confuso con l’ampia categoria dei cattolici praticanti che si lamentano che i divorziati e riaccompagnati non possono accedere ai sacramenti, ma non è gente che parli di matrimoni con musulmani…

    • paniscus scrive:

      ma poi esigono che qualunque prete sposi i gay nella propria chiesa parrocchiale.

      Naturalmente da “Atei”, in senso Italianissimo

      Confermo di non aver mai conosciuto, in nessuna occasione, uno che si dichiarasse “ateo” e che contemporaneamente rivendicasse che i preti dovrebbero mettersi a celebrare matrimoni gay.

      Agli atei normalmente non importa nulla di quali criteri usino i preti per decidere chi ammettere al matrimonio religioso e chi no.

      E anzi, a quanto ne so io, la maggior parte degli atei se la prende con il fatto esattamente contrario, ossia contro l’usanza ipocrita di sposarsi in chiesa anche se non si è credenti e non si ha la minima intenzione di condurre uno stile di vita da coniugi cattolici o di educare i figli alla fede cattolica… e contro quei preti che (pur di segnare qualche tacca in più sulle statistiche) consentono allegramente tali unioni, pur sapendo benissimo che da un punto di vista cattolico non sarebbero valide.

      L.

      • Moi scrive:

        Scusi, Prof … mio Cugggino c’ha la morosa Tunisina ma il su’ Babbo vole farlo convertire all’ Islamme, che sinò ‘unn la pole nemmen frequentare… posso riciclare contro l’ Islamme la Nostra Tradizione Toscanissima di Bestemmia _ “così Nobile e così Antica”, direbbe i’ (v)Vasco_ e dirmi ugualmente di Sinistra ? … Anzi: di Sinistrissima ?!

        😉 🙂

      • Z. scrive:

        Miguel ci ammonisce spesso che la Chiesa cattolica non dev’essere considerata il cappellano della vita civile italiana.

        E in teoria sarei pure d’accordo. Trovo del tutto naturale che la Chiesa abbia negato i funerali a Welby, ad esempio.

        Tuttavia, se – ad esempio – la Chiesa accetta senza alcun problema di celebrare matrimoni tra persone che sono cattoliche quanto me, e che si sposano in chiesa per mere ragioni coreografiche, trovo anche piuttosto logico e conseguente che spesso si finisca per considerare la Chiesa, appunto, alla stregua del cappellano di cui sovra.

        Comunque devo dire che anche da ateo non mi scandalizzo particolarmente. Siamo tutti esseri umani, dopotutto 🙂

  19. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Il Sessantotto va a Maometto … 1999 !

    http://www.stefanoallievi.it/1999/09/il-sessantotto-va-a-maometto-intervista/

    Lapidazione subito per i titolisti!

    Allora, il Sessantotto ha coinvolto centinaia di migliaia di persone.

    Allievi stima che ci siano 10.000 italiani convertiti all’Islam, il 60-70% per “motivi relazionali”.

    Restano 3.000-4.000 persone, che vanno divise tra mistici, gente di destra e gente di sinistra. Diciamo un migliaio a testa?

    Quindi potrebbe esserci un migliaio di italiani che in qualche momento della loro vita hanno avuto esperienze “di sinistra”, e che di esperienza in esperienza, qualche decennio dopo, sono diventati musulmani.

    Del numero di sessantottini convertiti alla psicanalisi, all’alcol, a Forza Italia o all’evangelismo non si parla.

    • PinoMamet scrive:

      Nell’articolo si parla, a proposito di conversioni “relazionali”, di convertiti all’Islam per avere meno problemi nelle relazioni di lavoro con l’Arabia Saudita o altri paesi a maggioranza musulmana.

      Io ho conosciuto diverse persone che lavorano in quell’area, e non ho mai sentito niente di simile (direi che invece, a sentire i loro racconti, a fungere da rompighiaccio e risolutore di problemi è “l’argomento figa”, come ovunque);

      ma non escludo che possa esserci del vero.

      In questo caso mi ricordo un saggio sull’Inquisizione, in cui si parlava di veneti (della Serenissima) convertiti all’Islam mentre erano prigionieri in Turchia (nel vago senso che aveva allora questa parola), alcuni “retagliati” (circoncisi) altri no; i “retagliati” avevano più problemi con l’Inquisizione, al ritorno in patria (più difficile dimostrare di essere stati costretti).

      Anche nel Don Chisciotte ci sono un paio di esempi del genere. La storia delle conversioni “relazionali” andrebbe in effetti approfondita, e ne emergerebbe credo un certo legame storico tra le varie sponde del Mediterraneo, più saldo e meno nuovo di quanto si creda.

      • daouda scrive:

        Poi dici perché in veneto sono accaduti disastri e la Serenissima non esiste più…

      • PinoMamet scrive:

        Credo fosse una cosa piuttosto comune a tutti gli Stati europei, in effetti;
        come anche il contrario, cioè prigionieri musulmani che diventavano cristiani.

  20. Moi scrive:

    Ognuno conosce le sue Sinistre … nessuno ne ha l’esclusiva onnicomprensiva.

    E comunque ti dicono “Se dei Gay Cattolici (esistono,esistono …) vogliono sposarsi in Chiesa è giusto che possano farlo !” … Ritenendo la Tradizione della Chiesa una ridicola superstizione: c’è la Laicità ! Ma con il fatto che per sposare l’ Araba devi farti Musulmano non osano neppure porsi il problema, tanto “loro sono abituati così” … per paura che sia automaticamente Razzismo il venire meno al Relativismo.

    Per cui i Migranti hanno diritti PRIMA come “Comunità”; e solo POI come “Individui” …

    • paniscus scrive:

      Guarda che il fatto che “se vuoi sposare l’araba devi farti musulmano” sarebbe facilmente superabile se solo la legislazione civile dello stato italiano smettesse di opporre paletti burocratici inutili contro tale possibilità.

      In soldoni, la situazione è questa:

      – Khadijia, marocchina, vuole sposarsi con Antonio, italiano;

      – a nessuno dei due frega niente di sposarsi in chiesa né in moschea, vogliono solo contrarre un matrimonio civile valido per la legge italiana;

      – la legge CIVILE del Marocco (che è completamente diversa da quella italiana) prevede che una cittadina marocchina di religione musulmana possa sposarsi solo con un uomo musulmano; la legge civile italiana, invece, ovviamente non prevede niente del genere, e se ne strafrega delle appartenenze religiose dei due sposi… chiede solo che si accerti la loro effettiva identità, la loro effettiva età, e il fatto che non siano già sposati con qualcun altro.

      – lo stato italiano, per consentire a Khadijia di sposare Antonio, chiede alle istituzioni dello stato marocchino di rilasciare un nulla-osta al matrimonio… e le istituzioni dello stato marocchino seguono la legge proria e non quella italiana, e si intignano a concedere il nulla-osta solo se lo sposo dimostra di essere musulmano;

      – in mancanza di tale nulla-osta, lo stato italiano rifiuta di celebrare il matrimonio civile.

      In un caso del genere, il problema sta nel fanatismo dell’islam o nella cialtroneria dello stato italiano?????

      Basterebbe che lo stato italiano SMETTESSE di richiedere al Marocco un nulla-osta apposito destinato al matrimonio, e si accontentasse di una semplice certificazione anagrafica (uguale a quelle che già abbiamo TUTTI, sia cittadini italiani, sia stranieri regolarmente residenti in Italia) in cui si attesta che la signorina Khadijia è effettivamente maggiorenne e e effettivamente nubile.

      Dopo di che, il matrimonio civile italiano si potrebbe celebrare tranquillamente, sarebbe valido, e chi se ne frega delle lamentele del governo del Marocco, o di quelle dello zio di Khadijia scandalizzato perché la nipotina si è sposata con un infedele.

      Se lo stato italiano ignora questa possibilità, visto che conviene di più strillare allo scandalo che “i musssulmani sono fanatici”, è colpa dei buonisti di sinistra?

      L.

      • Moi scrive:

        Per fare un fosso ci vogliono due sponde …

        Perché lo Stato Italiano necessita di nulla-osta ?
        (sponda 1)

        Perché detto nulla-osta è tanto problematico ?
        (sponda 2)

        Ma soprattutto … perché la Boldrini lascia alla Santanché (mi si perdonino gli articoli, ma è solo per fare dispetto alla _ appunto_ Fornero …) un congruo numero di battaglie che dovrebbero essere invece con priorità (!) le proprie ?!

        PS

        La Fallaci, trovando ingiusta la legislazione d’ i’ (m)Marocco reagiva nel “più Toscano dei modi” 🙂 😉

        Poi è curioso come i più Precisini Relativisti, nel recensirne l’ opera, NON abbiano mai considerato la tipica veemenza espressiva roboante della Toscana …

      • Roberto scrive:

        “Perché lo Stato Italiano necessita di nulla-osta ?
        (sponda 1)”

        Per evitare di celebrare matrimoni che poi non sono riconosciuti nello stato di origine del coniuge straniero.
        Nel caso di lisa, se khadjia non produce un nullaosta, rischia che il matrimonio non sia riconosciuto in Marocco. Questo ovviamente comporta che khadjia potrà sposarsi in Marocco nonostante il matrimonio italiano.
        Non so se esiste dappertutto l’esigenza del nullaosta,ma sicuramente l’Italia non è l’unico paese (so per certo che chiedono il nullaosta Germania e Irlanda)

      • Roberto scrive:

        “Perché detto nulla-osta è tanto problematico ?
        (sponda 2)”
        Dipende dai paesi. Per me e mia moglie è stata una cosa di 10 minuti

  21. Moi scrive:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Matrimonio_tra_persone_dello_stesso_sesso

    Non so quanto sia aggiornata / attendibile … con Wikipedia il Relata Refero è d’obbligo.

  22. Moi scrive:

    “direi che invece, a sentire i loro racconti, a fungere da rompighiaccio e risolutore di problemi è “l’argomento figa”, come ovunque”

    [cit.]

    Ma infatti: Levantini Allupati dietro alle Stangone Nordiche come tutti gli altri, inutile fare ipocrisie ! … Vero, Habsburgicus ?

    • habsburgicus scrive:

      il guaio è che le Nordiche a loro la danno…agli italiani mica più tanto 😀

      • habsburgicus scrive:

        in Moldova è pieno di turchi…..indovinate per cosa ? 😀 no, non per i gagazuzi turcofoni (tranne, magari, qualche Lupo Grigio, iper-nazionalista) 😀
        in Bielorussia idem (loro non hanno bisogno di visto, a differenza di noi poveri italici)..anche per questo ormai ci hanno surclassato
        anche se qualche italiano, in genere non più giovanissimo (spesso del Sud) c’è sempre 😀

  23. PinoMamet scrive:

    Attenzione!! Super Mega OT! (o forse no)

    Ovvero: letture da bagno.

    Per buon costume, vi evito la premessa 😉 e vi dico solo che stavo contemplando un flacone di detersivo da lavatrice posato sull’elettrodomestico omonimo.

    Non c’era scritto LINDEX!, SWOOSH!!, SUPERCLEAN!, ma uno strano

    Sapone di San Giovanni
    antica tradizione * ”

    giro il flacone, e leggo:
    ” *La notte di S.Giovanni è usanza toscana quella di porre fuori casa […] i fiori e le erebe raccolte il giorno prima delle festa. […. ] Il profumato infuso che la notte santa ha generato viene usato per lavarsi. [… ] Abbiamo voluto adottare la magia di questa tradizione [… ] “La guazza di Santo Gioanno fa guarì da ogni malanno”

    COMPOSIZIONE CHIMICA: tensioattivo anionici 5-15%, saponi <5%, methylchloroisothiazolinone, methyisolihiazolinone, glutaral, profumi, alpha-isomethy ionone; buthylphenyl methylpropional; amyl cinnamal; benzyl salicylate; coumarin; linalool

    ATTENZIONE: il prodotto può inquinare i mari, i laghi, i fiumi"

  24. habsburgicus scrive:

    @Moi, Mirkhond, Miguel (e tutti)
    excerpta da Jakob Burckhardt (trovati su un sito ultra-marxista !)

    Jacob Burckhardt scrisse: «L’Islam è una vittoria della banalità e la gran massa degli uomini è banale. In Maometto le qualità mediocri della natura umana hanno trovato una poderosa rappresentazione. Gli odierni ammiratori di Maometto hanno di se stessi un ben mediocre concetto. Ma la banalità ama esser tirannica, e imporre il proprio giogo agli spiriti superiori. L’Islam ha voluto strappare a popoli nobili e antichi la loro mitologia, ad esempio ai persiani il loro Libro dei Re, e ha proibito da 1200 anni la loro scultura e la loro pittura».
    In una raccolta postuma di appunti dello storico di Basilea, Historische Fragmente, troviamo alcune pagine su Maometto e «il dispotismo dell’Islam». Per Burckhardt la vittoria dell’Islam, che proibì la scultura e la pittura, è il trionfo della banalità su religioni più profonde che si trovavano in crisi.

    che ne dici, Moi ? oggi si beccava una fatwa ? oppure solo una è poco…diciamo mille fatwe 😀

    • PinoMamet scrive:

      Non so se l’Islam sia il trionfo del banale. Forse lo sono tutte le religioni che vogliano dare dei valori “alla gran massa degli uomini”, o rappresentarli.

      L’Islam lo conosco pochissimo e non mi pronuncio. L’Ebraismo da un certo putno di vista è un capolavoro di sconcertante chiusura: in duemila- duemilatrecento anni di letteratura religiosa, ha scritto di tutto, continuando pervicacemente a far finta che il resto del mondo semplicemente non esistesse.

      Non si tratta, badate bene, della vecchia balla sulla “supremazia del popolo eletto” (qualcosa del genere, ovviamente, c’è, come in tutti i popoli penso, ma in realtà le idee in proposito sono piuttosto diverse…);

      ma proprio del tentativo di sistemare ogni nuova idea (e ne sono state accolte credo centinaia, dai miti platonici alla reincarnazione a interi racconti agiografici) nel contesto della tradizione e addirittura della lingua ebraica, “facendo finta” che la fonte non esistesse proprio.

      Qualcosa del genere non c’è né negli autori classici, che erano anzi piuttosto curiosi delle idee altrui, né in quelli cristiani che cercavano ovunque prove della giustezza della Rivelazione.

      Mi sembra un enorme tentativo di evitare l’assimilazione, che doveva premere da ogni parte con forza dirompente, per secoli.

  25. Peucezio scrive:

    “I corpi sono certamente più sciolti di quelli dei tremendi decenni precedenti, ma sono anche corpi austeri, che non hanno bisogno di nulla. E mirano alla semplicità, non certo all’artificialità dei corpi contemporanei. Una semplicità che ricerca anche la bellezza, dove c’è colore, ma senza l’aggressività del colore pubblicitario.”

    Sono osservazioni interessanti. Ha sempre colpito anche me questa naturalezza dei corpi di quel periodo, diversa dagli artifici precedenti e successivi.

    Poiché ogni epoca ha i suoi conformismi, sarei curioso di capire, dietro quest’immagine di spontaneità, quanto poi ci fosse di reale naturalezza nei rapporti e nella comunicazione, all’interno di quei contesti, e quanto di adesione a canoni, di affettazione dello spontaneismo, di mentalità gruppo chiuso, coi suoi riferimenti ideologici, gergali…, di piccola competizione e piccole meschinerie e invidie fra gli individui…
    Miguel, non ricordo più che età avessi a quell’epoca, ma che impressione hai avuto in merito, se ne hai avuta una?

  26. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “che ne dici, Moi ? oggi si beccava una fatwa ? oppure solo una è poco…diciamo mille fatwe”

    Più semplicemente, si beccò un nipote musulmano, e in tempi non sospetti!

    Nella fattispecie, Ibrahim Izz al-Din Titus Burckhardt, scrittore rigoroso e lucido di scuola guenoniana, lucidissimo pensatore tradizionalista, che ha perso una parte della mia stima quando ho appreso delle sue insolite attività mistico-erotiche.

  27. izzaldin scrive:

    Finalmente Miguel segnala un gruppo che conosco 🙂 . Gli incredible string band, tra l’altro, erano uno dei gruppi preferiti dei Beatles (di George Harrison e John Lennon in particolare).
    @habsburgicus
    Jacob Burckhardt scrisse: «L’Islam è una vittoria della banalità e la gran massa degli uomini è banale. In Maometto le qualità mediocri della natura umana hanno trovato una poderosa rappresentazione.

    Tu (se non ricordo male) stai a Torino, e nel dopoguerra sai bene che era ancora attivo, col settimanale Resistenza, Giustizia e Libertà, il gruppo di partigiani giellisti-azionisti.
    Ebbene, furono loro, assieme ai repubblicani di Spadolini e La Malfa, a rappresentare l’unica fazione filoisraeliana all’interno della sinistra italiana del dopoguerra, specialmente nei fatidici Sei Giorni, periodo in cui il baricentro della sinistra italiana si spostò pesantemente su posizioni anti-israeliane.
    Visto che si trattava comunque di figure di un certo spessore culturale, probabile che la lettura di questo Burckhardt abbia influenzato tale visione delle guerre arabo israeliane.
    Su La Voce Repubblicana fin dagli anni ’60 si potevano leggere argomentazioni “proto-fallaciane”, argomentazioni, di fatto, tutte interne alla sinistra italiana, come anche sulle pagine del gruppo torinese si dipingeva il mondo arabo come arretrato e incivile, contrapposto all’eroismo di Israele.
    Saluti!

  28. Miguel Martinez scrive:

    Per tutti

    “che ha perso una parte della mia stima quando ho appreso delle sue insolite attività mistico-erotiche.”

    Scusate, stavo pensando al suo amico e confratello Schuon… Burckhardt era una persona seria!

    Ma anche Schuon era un autore serio e interessante. Per il resto:

    http://www.naturesrights.com/knowledge%20power%20book/frithjof_Schuon.asp

  29. Moi scrive:

    Corriere della Sera, 18 ottobre … 1975

    Aboliamo la tv e la scuola dell’obbligo

    di Pier Paolo Pasolini

    http://www.corriere.it/speciali/pasolini/scuola.html

    • Moi scrive:

      RIPETO : 1975 … Inevitabilmente, certe cose sono datate o comunque non rispondono più alla realtà fattuale .

    • Z. scrive:

      Quando dicevo che Pasolini effettivamente qualcosa in comune con Berlusconi ce l’aveva, naturalmente NON mi riferivo alla proposta di abolire la TV 😀

  30. Moi scrive:

    19/11/2013

    ** È morto a Napoli Marcello D’Orta **

    http://www.famigliacristiana.it/articolo/addio-marcello-il-prof-che-voleva-abolire-la-scuola.aspx

    La scuola», diceva, «ha bisogno di missionari, di educatori, di gente appassionata non di burocrati. Soprattutto nelle zone più difficili»

  31. Moi scrive:

    Non so se lo conoscevate …

    ” The aims of the sexual revolution and the factors responsible for its failure are examined in this rerelease of a 1970’s critical masterpiece. A discussion of European radicalism provides the foundation for understanding the underlying drives in society that led to this cultural phenomenon whose effects are still felt today. Connections between social oppression and sexual repression reveal why an attempt to change the one without changing the other was doomed to fail. The distortion and exploitation of the sexual revolution by a market-oriented society is explored along with a critique of the women’s liberation movement.”

    [cit.]

    ” The Failure of the Sexual Revolution ”

    by George Frankl

    (1975)

  32. Moi scrive:

    Tornando alla scuola e presunta “Bestia Nera” della Matematica, credo che sia un problema essenzialmente di abbandonarne troppo presto le applicazioni pratiche. Certo, sarebbe che meglio fossero al passo con i tempi … le “vasche che perdono” sono problemi chiaramente formulati nell’ Ottocento.

    • PinoMamet scrive:

      …ma perché, le vasche del Duemila non perdono? 😉

    • Moi scrive:

      NON mi sono mai piaciuti nemmeno quei libri di testo di chimica e fisica ove sembra che i rispettivi fenomeni esistano unicamente in laboratori da “Scienziati Pazzi” 😉 oppure, addirittura, in realtà quasi ” metafisiche ” (e ” metachimiche ” 😉 ) fatte di punti, corpi gravi, atomi e molecole stilizzati E BASTA …

      • Moi scrive:

        Anche perché poi magari al laboratorio non ci si va perché … la scuola non ce l’ha, ma il/la Prof. “adotta” lo stesso quel libro.

        Comunque, secondo un’ interessante tesi di “Complottismo alla Pummarola” 🙂 di Luciano De Crescenzo, si tratta di una “contromossa” dell’ Altissima Borghesia per allontanare il “popolino” dalle scienze.

        … La Prof. PANISCUS che ne pensa ?

        PS

        Sì, lo so … mai come oggi, con internet, si potrebbe applicare il discorso di Pajetta sull’ “istruzione che deve essere obbligatoria ma l’ignoranza sarà sempre facoltativa”. Però, almeno per le scienze “esatte”, la fonte seria dovrebbe essere riconoscibile anche ai più giovani … ovvio: all’ imprescindibile (!) condizione che “je ce se freghi” 😉 qualcosa.

        • Moi scrive:

          ** Luciano De Crescenzo e il Piano Cartesiano **

          In diversi libri (con l’espediente di riciclare brani in contesti diversi … giusto per ribadire ai Milanesi Celti e Longobardi lo Stereotipo del Napoletano Mediterraneo Levantino Mercante Furbastro) :

          Prima riporta la definizione “classica”, quella con il punto riportato e tutto il resto che per una ragazzino suona come un’ astrusità.

          Poi illustra come la narrativa possa essere d’aiuto*

          “C’ era una volta un cinese molto ricco che aveva due nipoti avidi e cattivi. Ilbraviamomo, temendo giustamente che questi suoi parenti lo volessero depredare, pensò bene una notte di seppellire tutte le sue ricchezze in giardino. Ma il giardino era vastissimo e il cinese non ebbe il buon senso di contraddistinguere il luogo dello scavo con un segnale chiaro e inamovibile. Si limitò a infilare nel terreno una canna di bambù che venne ben presto spazzata via dal vento. Figuriamoci la disperazione del ricco cinese quando non vide più il segnale: non si raccapezzò più. Né si rassegnò perché trascorse il resto della vita a scavare il suo giardino, giorno dopo giorno, nella vana ricerca del proprio tesoro. ”

          [cit.]

          Poi dice che se avesse conosciuto il Piano Cartesiano … bastavano due segnetti in terra (X e Y) per ritrovarlo subito, al massimo un terzo (Z) su una pietra se avesse nascosto il tesoro in una torre delle tante in giardino.

          *

          Una delle verità neurologiche (proprio d’emisferi) più CONTROintuitive nella Scuola Italica _ ove vige il Manicheismo Assoluto Italiano VS Matematica _ è proprio che anche la matematica sia un linguaggio !

  33. Miguel Martinez scrive:

    Curioso… il Sessantotto Colpevole di Maria De Filippi è un topos ricorrente di questo blog, stavolta niente?

    Infatti, questo deve essere uno dei post dove se ne è parlato di meno!

    • Moi scrive:

      Be’ … il Berlusconismo, del Sessantotto, n’è stato la Hybris 😉 🙂

    • PinoMamet scrive:

      Ma io credo che in fondo vorremmo tutti vivere nei Conformisti Anni Cinquanta, per poterci ribellare a seriosi funzionari in giacca grigia, mettendo una camicia a fiori.

      Purtroppo viviamo nei Conformisti Anni Duemila, e ci tocca ribellarci a tremendi palestratotatuati, tornando a indossare una giacca grigia e appellandoci a idee che non ci piacciono neanche più tanto…

    • Z. scrive:

      Ovvio, Miguel. Lo sai quanto poco ci piace restare in tema 😀

  34. Miguel Martinez scrive:

    Oppure ecco… il Sessantotto: Licorice McKechnie, la voce femminile dell’Incredible String Band, fu vista l’ultima volta mentre faceva l’autostop nel deserto dell’Arizona.

    Poi è scomparsa nel nulla, pare per scelta propria, oppure per decisione della pesante setta di Scientology cui si era legata.

    Ma siamo su un altro piano, rispetto a ciò che si racconta dei musicisti di oggi.

  35. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “C’è chi ha provato ad attualizzarlo …

    http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3308

    Solo i movimenti identitari, bollati come ”populisti” dalla cultura dominante, potranno salvarci”

    Fantastico il riquadro a sinistra:

    SESSO, PERCHE’ ASPETTARE?
    Vuoi il dvd “Amore senza rimorso” con i contenuti speciali?
    Per info: clicca qui!

    Comprese le facce dei due aspiranti etero-libidinosi.

    • Moi scrive:

      Lui è “credibile” … 😉 lei un po’ troppo carina:) .

      • Moi scrive:

        Eccoli :

        http://chastityproject.com/seminars/speakers/jason-crystalina-evert/

        … ho fattola ricerca per immagini: sono Jason e Crystalina, e NON sono certo Cattolici Italiani.

      • PinoMamet scrive:

        Già, non sono cattolici italiani;
        in effetti, non sento mai parlare i cattolici italiani di castità!

        Mi sembra anzi che il sesso pre-matrimoniale. magari tra le coppiette di ragazzi “di chiesa”, sia una di quelle cose che i preti italiani accolgono con quel sorrisino “eh, non si dovrebbe fare… ma so’ ragazzi!”
        quando non- pratici di mondo- lo giustificano o lo consigliano, in camera caritatis.

        Invece mi pare, a orecchio, che negli USA sia ancora un argomento che qualcuno ogni tanto affronta, non saprei perché.

  36. Moi scrive:

    @ TORTUGA

    Spiritualità NON Monoteista … Taoista, ma fatta da “Gwai Lo”

    http://www.youtube.com/watch?v=fR3K2PAT7bs

    STONE TEMPLE TAO: Taiji Quan (TAI CHI), Qi Gong, Kung Fu and… RAP MUSIC by “Stone Temple Crew”!

    😉 🙂

  37. Il ’68 logora chi non ce l’ha. 😀

  38. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “Purtroppo viviamo nei Conformisti Anni Duemila, e ci tocca ribellarci a tremendi palestratotatuati, tornando a indossare una giacca grigia e appellandoci a idee che non ci piacciono neanche più tanto…”

    Se qualcuno mi impone la giacca e cravatta per più di qualche ora ogni due o tre anni, gli sparo.

    Comunque me lo posso permettere di non farmi mettere addosso quella roba; ma è incredibile quanti maschi vengano sottoposti a questa forma di violenza, non negli anni cinquanta, ma oggi.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Presente! 😀

      Comunque dopo un po’ non è poi così male. Poi se penso che l’alternativa potrebbe essere inciampare su toghe drappeggiate sempre (da me) male…

    • PinoMamet scrive:

      A parte l’esempio come simbolo del vecchio stile, devo dire che non trovo così orribile o scomodo il completo giacca e cravatta.

      in ogni caso, ha avuto il suo rilancio come “abito da figo”, in una serie molto fortunata anche in Italia, How I met your mother; il personaggio che lo indossa con regolarità (Barney Stinson), un fissato sul rimorchiare le ragazze, è stato considerato “iconico” come il Fonzie di Happy Days… che invece indossava un giubbotto di pelle come simbolo di “ribellione”…

      e torniamo al discorso di prima 😀

      ah, ecco Barney per i non tele-dipendenti:
      https://www.youtube.com/watch?v=OCQsEKOVZFM

  39. daouda scrive:

    Il sessantotto è da frogi e difatti in realtà è un 67 visto che iniziò a fine di quell’anno. A noi piace lo spirito del 69, in tutti i sensi!

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “in ogni caso, ha avuto il suo rilancio come “abito da figo”, in una serie molto fortunata anche in Italia, How I met your mother; il personaggio che lo indossa con regolarità (Barney Stinson), un fissato sul rimorchiare le ragazze”

    La giacca e la cravatta e la camicia bianca che cambi ogni giorno, riesci a indossarli solo DOPO aver rimorchiato, sposato e schiavizzato una stiratrice a tempo pieno.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma no, solo la camicia si lava in casa.

      • paniscus scrive:

        Ma no, solo la camicia si lava in casa.

        E il Maschio Italiano Medio se la stira da solo?

        • Roberto scrive:

          La donna italiana deve per forza sposarsi dei tipi che non sanno stirarsi una camicia?

        • paniscus scrive:

          La donna italiana deve per forza sposarsi dei tipi che non sanno stirarsi una camicia?

          Da un punto di vista di microeconomia spicciola, e di organizzazione pratica della vita quotidiana, è molto meglio sposarsene uno che non le porta affatto, o che le porta anche non stirate, o stirate alla-come-capita…

          L.

        • PinoMamet scrive:

          Da esperienze personali, direi che anche la Giovane Donna Italiana Media non ha idea di come si stiri una camicia…

        • paniscus scrive:

          Da esperienze personali, direi che anche la Giovane Donna Italiana Media non ha idea di come si stiri una camicia…
          ——————–

          Appunto, meglio così… speriamo che nel giro della prossima generazione tale abitudine scompaia per estinzione naturale!

          L.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma io l’ho sempre detto che la festa della donna va ribattezzata festa della lavatrice. Per qualche strana ragione, però, le interessate si sono sempre offese 😀

    • PinoMamet scrive:

      Anni fa ero negli USA. Qua era un’estate afosa e io quasi me la perdevo!
      Là, quasi freschino (New England).

      Vado con una tizia cubano-statunitense, bionda, in un locale figo. C’era pieno di ragazzotti sui trenta, anche meno, in giacca e cravatta. Le chiedo: “Ma come stanno vestiti questi?” E lei: “Come gente che vuol dare l’impressione di avere un buon lavoro”…

      Mi colpì comunque il contrasto con l’Italia, in cui i loro coetanei indossavano giacca e cravatta solo se costretti, appunto, dal lavoro, mentre si affrettavano a toglierla per dare l’impressione di non avere un lavoro che li costringesse a portarla…

      • Peucezio scrive:

        Come in Ispagna, che siccome non si sanno vestire, identificano l’eleganza con la giacca e la cravatta e quindi in certi locali li vedi così, che sembrano i cafoni con l’abito di comparenza della domenica.

  41. paniscus scrive:

    E comunque…

    …l’unica canzone di protesta sociale del Sessantotto ancora nota a tutti, è questa:

    https://www.youtube.com/watch?v=2jDOj0Xhcc8

    L.

    • Moi scrive:

      Canzone di … protesta sociale ?! … Mi sa che qua si va sul subliminale “peso” ! 😉

      • paniscus scrive:

        Canzone di … protesta sociale ?! … Mi sa che qua si va sul subliminale “peso”

        E come no?

        Non ci stanno dentro tutti i valori della democrazia assembleare e della rivendicazione spontanea “dal basso”? 🙂

        L.

        • Moi scrive:

          “44 gatti”

          G. Cesarini – Edizioni Millen, Modena – cantata da Barbara Ferigo

          10° edizione dello Zecchino d’Oro (1968).

          Testo :

          Nella cantina di un palazzone
          tutti i gattini senza padrone
          organizzarono una riunione
          per precisare la situazione.

          Quarantaquattro gatti,
          in fila per sei col resto di due,
          si unirono compatti,
          in fila per sei col resto di due,
          coi baffi allineati,
          in fila per sei col resto di due,
          le code attorcigliate,
          in fila per sei col resto di due.

          Sei per sette quarantadue,
          più due quarantaquattro!

          Loro chiedevano a tutti i bambini,
          che sono amici di tutti i gattini,
          un pasto al giorno e all’occasione,
          poter dormire sulle poltrone!

          Quarantaquattro gatti,
          in fila per sei col resto di due,
          si unirono compatti,
          in fila per sei col resto di due,
          coi baffi allineati,
          in fila per sei col resto di due,
          le code attorcigliate,
          in fila per sei col resto di due.

          Sei per sette quarantadue,
          più due quarantaquattro!

          Naturalmente tutti i bambini
          tutte le code potevan tirare
          ogni momento e a loro piacere,
          con tutti quanti giocherellare.

          Quarantaquattro gatti,
          in fila per sei col resto di due,
          si unirono compatti,
          in fila per sei col resto di due,
          coi baffi allineati,
          in fila per sei col resto di due,
          le code attorcigliate,
          in fila per sei col resto di due.

          Sei per sette quarantadue,
          più due quarantaquattro!

          Quando alla fine della riunione
          fu definita la situazione
          andò in giardino tutto il plotone
          di quei gattini senza padrone.

          Quarantaquattro gatti,
          in fila per sei col resto di due,
          marciarono compatti,
          in fila per sei col resto di due,
          coi baffi allineati,
          in fila per sei col resto di due,
          le code dritte dritte,
          in fila per sei col resto di due.

          Quarantaquattro gatti,
          in fila per sei col resto di due,
          marciarono compatti,
          in fila per sei col resto di due,
          coi baffi allineati,
          in fila per sei col resto di due,
          le code attorcigliate,
          in fila per sei col resto di due,
          col resto di due.

          ————————————-

          Gattini senza … “Imprenditore” ?!

          😉

        • Francesco scrive:

          però il Fine Ultimo è decisamente il posto pubblico, con la pappa per tutti e il permesso di tirare la coda ai “bambini”

          se mettiamo i “padrini” nel senso demitiano del termine la canzoncina diventa profetica, temo

  42. Miguel Martinez scrive:

    Però gatti e Sessantotto hanno anche un altro elemento in comune:

    http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=3980

  43. Moi scrive:

    _______ Altre Citazioni sulla Scuola ______

    L’insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola è l’eroe dei nostri tempi; indebolire la scuola pubblica vuol dire rubare il futuro ai più deboli.

    (Pierluigi Bersani)

    L’istruzione alimenta il dubbio e la curiosità: dev’essere di tutti, come vuole la Costituzione, in modo che dalla scuola escano cittadini, non sudditi. Una scuola autoritaria prepara a una società autoritaria.

    (Daniele Luttazzi)

    L’unico simbolo ammissibile in una scuola pubblica, o in un tribunale, è questa
    bellissima spirale del DNA umano, e quella è veramente internazionale, universale.

    (Aldo Busi)

    La scuola è quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.

    (Maria Montessori)

    ——————————-@ HABSBURGIUCS —————————–

    La scuola dev’essere laica, perché di sua natura essa è laica. […] Un insegnamento laico nella scuola elementare è un assurdo: soltanto la scuola media, aperta alla filosofia, può aspirare a quella più alta laicità. […] Dove il concetto non può entrare, perché suppone un’attitudine filosofica che non è del popolo e non è dei bambini, il mito è tutta la verità. Stia il popolo-bambino contento a un insegnamento esoterico. Lo spirito di verità verrà dopo, con gli anni, se potrà venire. […] L’istruzione morale della scuola elementare dovrebbe (o dovrà essere) schiettamente religiosa e, se o in quanto cattolica, affidata alla Chiesa.

    (Giovanni Gentile)

    • Francesco scrive:

      1) tiepida scemenza e confusione, molto tipica dell’uomo
      2) cazzata emerita
      3) vedi (2)
      4) saggia osservazione
      5) dopo attenta valutazione, vedi (2)

      grazie Moi

  44. Moi scrive:

    *** A proposito di Contestazione ***

    “Perché in Inghilterra c’era la crisi, la disoccupazione e si mangiava di merda. In Italia, tra lasagne e tortellini, fare i punk era una moda. ”
    [cit.]

    Red Ronnie, sul per cui il punk in Italia non attecchì come in tutti gli altri Paesi. Citato da Destroy the Radio, dicembre 2010.

  45. Moi scrive:

    @ PINO

    http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3376

    Fino almeno alla guerra del ’67 la Palestina non esiste, è un termine europeo che gli arabi locali non sanno in genere neanche pronunciare.

    [cit.]

    • PinoMamet scrive:

      Sì, è uno dei “grandi argomenti” degli informazionecorrettisti 😉

      diciamo che gli piace giocare con le parole, come se fosse così importante se gli arabi la chiamavano Palestina, Siria casello sud o Brianza orientale…
      la cosa fondamentale è che ci abitavano, e questo non lo si può negare.

      (ma gli informazionecorrettisti negano anche quello, sicché non si capisce come mai gli arabi siano comparsi in Palestina così all’improvviso, tanto per rompere le balle agli ebrei 😉 )

      Vero però che quando si parla di “palestinesi”, fino agli ’40 compresi, si intende di solito gli ebrei!

      • habsburgicus scrive:

        si parla di “palestinesi”, fino agli ’40 compresi, si intende di solito gli ebrei!

        ti correggo in parte, Pino….”palestinese” (Palestinian) era usato come aggettivo riferito soprattutto agli ebrei (nomi di giornali, Banca, fondo palestinese ecc) ma in genere i non-ebrei non chiamavano “palestinesi” gli “ebrei”…diciamo che era un aggettivo, mai un sostantivo

      • PinoMamet scrive:

        Sì, hai ragione, mi sono espresso male, grazie per la correzione 🙂

  46. Moi scrive:

    ANNO 1886

    Inno dei Lavoratori

    Su fratelli, su compagne,/ su, venite in fitta schiera:/ sulla libera bandiera/ splende il sol dell’avvenir.
    Nelle pene e nell’insulto/ ci stringemmo in mutuo patto,/ la gran causa del riscatto/ niun di noi vorrà tradir.
    Il riscatto del lavoro/ dei suoi figli opra sarà:/ o vivremo del lavoro/ o pugnando si morrà.
    La risaia e la miniera/ ci han fiaccati ad ogni stento/ come i bruti d’un armento/ siam sfruttati dai signor.
    I signor per cui pugnammo/ ci han rubato il pane,/ ci han promessa una dimane:/ la dima si aspetta ancor.
    Il riscatto del lavoro/…
    L’esecrato capitale/ nelle macchine ci schiaccia,/ l’altrui solco queste braccia/ son dannate a fecondar.
    Lo strumento del lavoro/ nelle mani dei redenti/ spenga gli odii e fra le genti/ chiami il dritto a trionfar.
    Il riscatto del lavoro/…
    Se divisi siam canaglia,/ stretti in fascio siam potenti;/ sono il nerbo delle genti/ quei che han braccio e che han cor.
    Ogni cosa è sudor nostro,/ noi disfar, rifar possiamo;/ la consegna sia: sorgiamo/ troppo lungo fu il dolor.
    Il riscatto del lavoro/…
    Maledetto chi gavazza/ nell’ebbrezza dei festini,/ fin che i giorni un uom trascini/ senza pane e senza amor.
    Maledetto chi non geme/ dello scempio dei fratelli,/ chi di pace ne favelli/ sotto il pie dell’oppressor.
    Il riscatto del lavoro/…
    I confini scellerati/ cancelliam dagli emisferi;/ i nemici, gli stranieri/ non son lungi ma son qui.
    Guerra al regno della Guerra,/ morte al regno della morte;/ contro il dritto del del più forte,/ forza amici, è giunto il dì.
    Il riscatto del lavoro/…
    O sorelle di fatica/ o consorti negli affanni/ che ai negrieri, che ai tiranni/ deste il sangue e la beltà.
    Agli imbelli, ai proni al giogo/ mai non splenda il vostro riso:/ un esercito diviso/ la vittoria non corrà.
    Il riscatto del lavoro/…
    Se eguaglianza non è frode,/ fratellanza un’ironia,/ se pugnar non fu follia/ per la santa libertà;
    Su fratelli, su compagne,/ tutti i poveri son servi:/ cogli ignavi e coi protervi/ il transigere è viltà.
    Il riscatto del lavoro/…

    http://www.youtube.com/watch?v=L0asW9n2ZQY

    Come cambia la Sx … da Turati a Renzi.

    • Luigi scrive:

      Mi chiedo quanti lavoratori, di cui questo orrore si millanta inno, comprendessero il significato della strofa “I signor per cui pugnammo/ ci han rubato il pane,/ ci han promessa una dimane:/ la dima si aspetta ancor.”
      O questa:
      “Maledetto chi non geme/ dello scempio dei fratelli,/ chi di pace ne favelli/ sotto il pie dell’oppressor.”
      O anche questa:
      “Maledetto chi gavazza/ nell’ebbrezza dei festini,/ fin che i giorni un uom trascini/ senza pane e senza amor.”

      Sembra una delle canzoni “ufficiali” della Grande Guerra, quelle su cui Silvestri ironizzava citando “le carni violate” delle donne belghe (nell’originale, su “violate” c’era pure la dieresi per questioni di metrica!).
      Non per niente cantavano sempre “Bandiera rossa”.

      Ciao.
      Luigi

  47. Z. scrive:

    E’ cambiata pure la destra, da Minghetti a Berlusconi (o da Crispi a Grillo, se preferisci).

    Diciamo che in questi centotrent’anni sono cambiate tante cose…

  48. Z. scrive:

    OT,

    nel frattempo con una scusa il M5S espelle l’ultimo rappresentante in regione.

    http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/10/12/news/defranceschi_espulso_dal_movimento_5_stelle-97948225/

    Che non sia un’aquila non ci sono dubbi, ma mica è una condanna penale (a differenza di quelle riportate dal suo capo): se risarcisce l’ammanco di tasca propria, come è auspicabile faccia, dove sta il problema?

    Un tizio che ha quasi sterminato una famiglia fa la morale non solo a chi è condannato per faccende di denaro, ma addirittura a chi sbaglia a spendere il denaro pubblico, senza compiere alcun reato.

    Un po’ come se Burzum rampognasse i norvegesi che parcheggiano in sosta vietata.

    Premesso che Defranceschi ha quel che merita – che paese meraviglioso, il nostro!

  49. habsburgicus scrive:

    articolo di un giornalista israeliano di 4 anni fa
    http://www.internazionale.it/la-repubblica-ebraica-di-israele/
    oggi in realtà la situazione non pare poi molto differente da allora 😀

  50. habsburgicus scrive:

    altro articolo anticonformista del medesimo (che scrive/va su Ha’aretz, non sull’ultimo bollettino di un kibbutz della Bassa Galilea)
    http://www.internazionale.it/opinioni/gideon-levy/2014/08/14/mio-dio-lantisemitismo/

  51. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Eccoli :

    http://chastityproject.com/seminars/speakers/jason-crystalina-evert/

    … ho fattola ricerca per immagini: sono Jason e Crystalina, e NON sono certo Cattolici Italiani.”

    Però sono cattolici (statunitensi), non evangelici.

    Straordinaria la capacità statunitense di trasformare qualunque cosa in un’impresa personale:

    Non trombo? adesso ci scrivo un libro (con lo sconto per acquisti in massa), mi presento per nome-senza-cognome al pianeta intero, faccio conferenze, sbatto la mia foto sorridente su un sacco di siti, ci faccio i gadget e faccio pure un “powerful display” denominato “Purity Pack”.

    Grandioso, a modo suo.

    • Moi scrive:

      Direi che, talmente è particolare quella realtà sociale ed economica, se scrivi ” Cattolici Statunitensi ” per forza di cose “Cattolici” (ma anche altre religioni) sarà sempre aggettivo e “Statunitensi” sarà sempre sostantivo 😉

      • Moi scrive:

        “Straordinaria la capacità statunitense di trasformare qualunque cosa in un’impresa personale”

        [cit.]

        Certamente .

        • Moi scrive:

          Francesco dirà che è la Somma Virtù Spirituale. 😉

        • Francesco scrive:

          diciamo che è la loro forma mentis, può piacere o meno

          ma sto leggendo qualcosa della cristianizzazione della Scandinavia e il mio tasso di tolleranza è in ascesa verticale

          affascinante periodo, il Medio Evo, quando il presente era totalmente incerto e il futuro del tutto certo

  52. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    ” qui però si attacca gli errori fondamentali alla base del ’68, che hanno naturalmente prodotto gli esiti nefasti”

    Finalmente siamo in tema 🙂 Quali sarebbero questi errori fondamentali?

    Ma prima di rispondere, prendi un attimo di tempo, perché il Sessantotto è stato tante cose, da visioni filosofiche a scioperi dei braccianti, da viaggi in Oriente a piccoli gruppetti dottrinari, quindi ti consiglio di affinare il bersaglio, prima di colpire!

    • Francesco scrive:

      l’antiautoritarismo irriflesso e giocoso, gioioso e infantile, violento e infame, ladro e truffatore

      perdere tutto per non capire cosa è l’umiltà e come si contrasta la prepotenza

      voler cambiare il mondo senza avere la minima idea di cosa sia il mondo

      insomma, una stagione di incredibile superficialità, non a caso culminata in una inculata di proporzioni storiche

      • Applausi convinti, fino allo spellamento delle mani.

      • roberto scrive:

        su questo sono perfettamente d’accordo con francesco.

        però aggiungo il caveat di pino, cioè non è che per correggere questi errori si deve ricadere in quelli del passato.

        sono allergico all’ “antiautoritarismo irriflesso e giocoso”, ma ugualmente allergico all’autoritarismo stupido e prepotente al quale reagisce il 68

        • Francesco scrive:

          beh no, qui si cade nella situazione della “moglie ubriaca e della botte piena”, temo

          o si prende l’ordine, la responsabilità, l’autorevolezza e ci si fa carico degli autoritari stupidi e prepotenti

          o ci si infila nel casino, nell’irresponsabilità, nello sputtanamento, nella inefficienza senza uscita

          temo che i minchioni in divisa tronfi della loro carica siano una tassa inevitabile

          certo, con una buona Costituzione a cui appellarsi li si limita

        • roberto scrive:

          non sono per niente certo che tu abbia torto, ma lo spero

          ciao

        • PinoMamet scrive:

          “o si prende l’ordine, la responsabilità, l’autorevolezza e ci si fa carico degli autoritari stupidi e prepotenti

          o ci si infila nel casino, nell’irresponsabilità, nello sputtanamento, nella inefficienza senza uscita”

          Insomma, come Roberto, spero che tu abbia torto.

          Altrimenti, tra il senatore McCarthy, quello del maccartismo (e come autoritarismo, c’è anche di peggio…), e Vladimir Luxuria, io starò sempre con Vladimir Luxuria.
          Pensa con chi mi obblighi a stare!! 😀

        • Francesco scrive:

          mi sa che io sto con McCarthy a prescindere dalle alternative!

          con gli amici/he di Berlusconi non voglio avere nulla a che fare

          in ogni caso, il mondo che ha generato Tailgunner Joe e i suoi avversari è decisamente superiore a quello di VL e soci

          ciao

  53. Moi scrive:

    *** FUORI CONCORSO … Peppone NON aveva la calcolatrice, e neppure Don Camillo 😉 ! ***

    Diametro : 2,6m = 26dm

    Volume Sfera in Funzione del Diametro

    Vs = πD^3/6

    Volume SemiSfera in Funzione del Diametro

    Vs/2 = (πD^3)/6/2 = (πD^3) (1/6)(1/2) = πD^3 /12 = π(26)^3 /12 = π 17’576 / 12 = π 1’464,6 = 4’601,38 dm^3

    Flusso Rubinetto = 6,27 dm^3 / min

    Tempo impiegato = Volume SemiSfera / Flusso Rubinetto = 4’601,38 dm^3 / 6,27 dm^3 al min = 735 min circa

    735 min circa = 720 + 15 min = (720/60) + 15 min =12 h + 15 min

    PS

    … Si vede, eccome, che Ritvan ha fatto le Scuole del Socialismo Reale ! (Universalmente riconosciute come le migliori per il Sapere Scientifico a Due Maiuscole)

    PPS @ LISA

    Però (visto che l’ho citato io …) ti chiedo, alle Olimpiadi dei Secch … ahem pardon : “della Fisica” 😉 di riportare il contesto Guareschiano ! 😉

  54. Moi scrive:

    Lo so …in Toscana un Prete che umilia un Comunista (però, se poi gli passa la soluzione, vuol dire che Don Camillo si fida umanamente ma NON politicamente di Peppone … concetto Emilianissimo !) è un Efferato Atto Eversivo 😉 🙂

  55. habsburgicus scrive:

    OT (ma neanche tanto)
    a proposito di π, c’è qualche appassionato texiano qui che si ricorda del misterioso Proteus che si firmava appunto con π ? (era il figlio di in giudice)

  56. Moi scrive:

    Di solito il volume della sfera si dà in funzione del raggio … però siccome r = (D/2)

    π (4/3) [(D/2)^3] = π (4/3) [(D^3)(1/8)] = π D^3 (4/3)(1/8)= π D^3 (4/24) = π D^3 /6

    … alcuni libri le danno direttamente entrambe, in funzione di “r” o di “D”

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Io il diametro l’ho sempre letto 2r

      • Moi scrive:

        Ci sono applicazioni pratiche (purtroppo abbandonate prestissimo, sui libri di scuola … di solito) in cui conviene il raggio (es: disegnare un’ aiuola circolare) altre in cui conviene il diametro (es. misurare una ruota) …

  57. Moi scrive:

    @ HABSBURGICUS

    Te la metto qua per comodità … quella dei Veneti in Donbass mi pare un pretesto per veri-fica-re 🙂 quella roba lì, magari a spese di chi finanzia ! 😉

  58. Moi scrive:

    *** Tenendo il π = 3 … come nella Bibbia, con scandalo di Odifreddi ***

    Z ha sbagliato i calcoli, ma come procedimento ha però fatto senz’altro bene a usarlo per approssimare …

    volume sfera = 4/3 * 3 (= π approssimato) *13 ( = raggio sfera) ^3 = 4/3 *3 * 2’197 = 12/ 3 * 2’197 = 4* 2’197 = 8’788

    volume semisfera =8’788/2 = 4’394

    4’394/6,27 (volume diviso portata rubinetto)= 700 min

    700 min = 660 + 40 min = (660 / 60) + 40 min = 11 h + 40 min

    • Z. scrive:

      Seriamente, io devo capire il perché della mia idiosincrasia inconscia per i numeri.

      Inconscia, perché non sono mai stato di quelli che si vantavano di non capire la matematica, peraltro piuttosto numerosi al classico (e non solo tra gli studenti).

      E’ proprio che sono sempre stato un disastro. I più diventano meno, i quattro diventano tre, il cubo diventa quadrato.

      Boh.

      • Moi scrive:

        Ripeto (e aggiungo un po’) quanto sopra :

        Tornando alla scuola e presunta “Bestia Nera” della Matematica, credo che sia un problema essenzialmente di abbandonarne troppo presto le applicazioni pratiche. Certo, sarebbe che meglio fossero al passo con i tempi …

        Una delle verità neurologiche (proprio d’emisferi cerebrali) più CONTROintuitive nella Scuola Italica _ ove vige il Manicheismo Assoluto Italiano VS Matematica _ è proprio che anche la matematica sia un linguaggio … addirittura il più universale di tutti, ménga pugnàtt 😉 !

        + quanto dicevo sopra su Fisica e Chimica, con l’ assurda pretesa di partire subito con “astrazioni hard” 😉 dal quotidiano e poi meravigliarsi se solo dei _ absit iniuria verbis_ dei “Nerdissimi” vi si appassionano. Davvero, secondo me il mitico “piccolo chimico” e certi “ciappini” sono strumenti didatticamente molto più validi … NON li si dovrebbe saltare a piè pari così.

        PS

        Attendo che la Prof. Paniscus esca dal “Silenzio Assordante” 😉 sulla didattica e i libri di testo … magari c’ha la scusa per aggiornare_ dopo il Solstizio di Primavera _ i’ (b)blogge 😉 .

        • Moi scrive:

          Certo, sarebbe meglio che …

          E.C.

        • Moi scrive:

          Pardon : Equinozio 😉 … Aequinoctium, “lo dice la parola stessa”.

        • Moi scrive:

          @ Z

          Era Dino Sarti che usava come tormentone “lo dice la parola stessa ?”

          Dino Sarti – A Vagh A Neviork

          http://www.youtube.com/watch?v=QX67Q-82Yb0

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il problema è che secondo me i libri di matematica sono scritti da cani. Tutti.
          Questo non è un grandissimo problema a scuola, perché puoi benissimo affontare la matematica senza aprire il libro (in genere basta seguire quello che ti dicono a lezione, se il prof non è sadico), a patto che si faccia molto esercizio per capire quello che si è sentito.
          Il problema è che lo studente medio si impara a memoria pagine e pagine di libri per imparare le cose…

        • paniscus scrive:

          per Mauricius: se esiste veramente qualcuno che pensa di capire la matematica imparandosi le pagine del libro a memoria… è semplicemente un cretino, indipendentemente dal fatto che il libro sia valido o no, o che il suo insegnante sia bravo o no.

          L.

      • Moi scrive:

        Secondo il doppiamente irritante e sbagliato Luogo Comune che

        “Chi non sa contare, chiacchiera VS Chi non ha fantasia, conta”.

      • roberto scrive:

        “Seriamente, io devo capire il perché della mia idiosincrasia inconscia per i numeri.”

        siamo in due, ma secondo me è solo una semplice mancanza di esercizio che ti fa dimenticare dei meccanismi anche abbastanza semplici (e figuriamoci quelli complicati).

        sono sicuro che il problema della vasca da bagno lo avrei risolto in due minuti da scolaro delle medie, ma adesso non mi ricordo minimamente la formula per calcolare il volume di una sfera….l’ultima volta che l’ho fatto era tra i 25 e i 30 anni fa, esisteva ancora la DDR e freddy mercury era ancora vivo.

        questo vale però per tante cose. ho provato a ritradurre versioni di greco che non mi davano il minimo problema a scuola e ora mi sembrano scritte in tibetano.

        magari adesso che la grande inizia a fare matematica e geometria a scuola, a forza di riguardarle i compiti alla fine dell’anno scolastico saprò risolvere il problema della vasca da bagno 🙂

      • paniscus scrive:

        Per quanto riguarda la scelta dei libri di testo: siccome DI FATTO non c’è più nessun margine di libera scelta individuale sull’adozione di un libro piuttosto che un altro, e si finisce sempre per votare a maggioranza in tutto il gruppo di insegnanti della stessa materia per adottare lo stesso identico libro in tutte le classi…

        … la mia unica ribellione di principio consiste nel non usare quasi per niente il libro (se non come serbatoio di esercizi, che per le mie materie sono importanti, o come supporto al ripasso finale) e spiegare tutto a braccio o tramite dispense mie, preparate a spese mie e nel tempo libero mio, con lavoro rigorosamente non riconosciuto.

        Prima che arrivi qualche simpaticone ad accusarmi che, in tal caso, è ingiusto costringere le famiglie a spendere soldi per comprare il libro per poi usarlo poco, faccio presente che ormai quasi nessuno è sicuro di poter scegliere i libri per le PROPRIE classi e per poter programmare un lavoro continuativo per l’anno prossimo.

        Certo, in teoria non è affatto obbligatorio che tutti scelgano lo stesso testo di quella materia, per tutte le classi. In teoria ognuno potrebbe dire singolarmente “questo testo non mi piace e non mi soddisfa, quindi per la mia classe lo cambio, e chi se ne frega se lo fanno anche gli altri o no”.

        Il problema è che la scelta dei libri si fa a maggio, dopo di che non può più essere cambiata… mentre l’assegnazione definitiva delle classi, se va proprio bene, te la danno alla fine di agosto, e altrimenti a settembre già inoltrato, con quasi nessuna garanzia di rispetto per la continuità.

        Se io adesso ho la terza C, e constato che il libro di fisica che questi hanno in uso non è adeguato, e per l’anno prossimo mi piacerebbe cambiarlo… è perfettamente inutile che io lo cambi, perché non ho alcuna certezza che l’anno prossimo quella classe la ridiano di nuovo a me.

        E quindi rischio di trovarmi con un’altra classe, per me completamente nuova, che ha ancora il libro che a me non piaceva, perché invece il loro insegnante dell’anno prima lo ha riconfermato… e con la stessa classe alla quale ho scelto il libro io, che invece si beccherà il libro cambiato, ma da usare con un altro insegnante che non sono io, e che magari non sarebbe stato d’accordo.

        E quindi si finisce con l’adeguarsi al compromesso di scegliere tutti gli stessi libri per tutte le classi in parallelo, proprio per evitare rogne di questo genere…

        L.

      • paniscus scrive:

        Inconscia, perché non sono mai stato di quelli che si vantavano di non capire la matematica, peraltro piuttosto numerosi al classico (e non solo tra gli studenti).

        E’ proprio che sono sempre stato un disastro. I più diventano meno, i quattro diventano tre, il cubo diventa quadrato.
        ———-

        Sei cascato nell’epoca sbagliata.

        Oggi incontreresti immediatamente qualche zelantissima insegnante-mamma-coccolosa che ha la missione sacrale di vedere dappertutto disagi giovanili e disturbi di apprendimento anche dove non ci sono affatto.

        Tale insegnante farebbe una capa così ai tuoi genitori per convincerli a portarti da uno specialista per sottoporti ad accertamenti clinici.

        Lo specialista ti farebbe immediatamente una certificazione ufficiale di discalculia o di disturbo di transcodifica numerica, o roba del genere, e piomberebbe immediatamente a scuola esigendo che il consiglio di classe ti concedesse un piano di studi personalizzato, esonerandoti da qualsiasi fatica di ragionamento matematico e da qualsiasi valutazione negativa degli errori di calcolo, e DI FATTO alleggerendoti vergognosamente il programma anche se quetso non è previsto da alcuna normativa in proposito.

        Così avresti il diritto automatico di prendere 6 o 7 per un compito in cui un altro prenderebbe 4, e di prendere 9 o 10 per un compito in cui un altro prenderebbe al massimo 7.

        Cavoli tuoi che non sei nato 20 o 30 anni dopo…

        L.

  59. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    La tua “dietrologia” su 44 Gatti è degna del migliore (o peggiore, a seconda …) Centro Culturale San Giorgio :

    http://www.ccsg.it/

    😉

  60. Moi scrive:

    Quella citazione (pesissima 😉 ) di Wikiquote per Mina Mazzini proveniva da qui :

    http://www.minamazzini.com/liberal/64-la-scuola-degli-asini-/3/

  61. Moi scrive:

    Diego Fusaro : il Sessantotto, mito fondativo del capitalismo assoluto

    http://www.youtube.com/watch?v=N0pUjED3YHM

    13 min : 12 sec

  62. Moi scrive:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Diego_Fusaro

    Politicamente, è sostenitore della fine della dicotomia destra-sinistra, proponendo quella tra oppositori del capitale e suoi sostenitori. Si rifà al filosofo italiano Costanzo Preve.

    Gli autori principalmente studiati sono Michel Foucault, Hans Blumenberg, Reinhart Koselleck, Baruch Spinoza e Karl Marx.

  63. Moi scrive:

    Qui, forse, “da Sx”, Diego Fusaro sorprende …

    http://www.youtube.com/watch?v=IOKJw1p_JI0

    Contro l’ideologia gender e l’uomo unisex

  64. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Diego Fusaro : il Sessantotto, mito fondativo del capitalismo assoluto

    http://www.youtube.com/watch?v=N0pUjED3YHM

    Beh, sicuramente riesce a essere un Preve II, anche se temo che gli manchi il senso dell’umorismo del maestro.

    Poi ha in parte ragione, ovviamente.

    Come ha anche in parte torto 🙂

  65. mirkhond scrive:

    Moi

    Come va con le alluvioni dalle tue parti?
    Zanardo, idem.

    Pino, tutto bene?

  66. mirkhond scrive:

    Comunque è interessante la riflessione di questo giovane pensatore, sul ’68 come ORGANICO a quel sistema capitalistico che pur, a chiacchiere intendeva abbattere…
    E trovo conferma nel sentire il fumo di satana in tutte le rivoluzioni da Lutero in poi…
    L’ennesimo trucco dei ricchi per fregare i poveri.
    Dove poveri, in questo caso sono gli indifesi che abboccano all’amo….

  67. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Comunque è interessante la riflessione di questo giovane pensatore, sul ’68 come ORGANICO a quel sistema capitalistico che pur, a chiacchiere intendeva abbattere…”

    Tutto nella vita scorre in parallelo, e le conseguenze a lungo termine sono sempre difficilmente prevedibili.

    Pensiamo al caso degli Stati Uniti: lì vero che il Sessantotto ha portato ANCHE una ventata di aria fresca nella cappa delle casette linde dove gli stanchi venditori si ritiravano la sera nei loro macchinoni; ha fatto ripensare a tante persone la fedeltà all’ingranaggio militare-industriale; ha fatto riflettere sulla vita e sul mondo; ha spezzato l’incantesimo patriottico che mandava i giovani a morire in Vietnam; ha fatto capire che la vita non è solo l’asservimento alla produzione e al consumo; ha fatto capire ai neri che non erano predestinati a una vita di esclusione; ha addirittura portato negli Stati Uniti l’idea che le comunità di persone che si danno una mano a vicenda possano essere migliori della pura competizione capitalistica; ha fatto capire a tante persone che non esiste un solo modello di vita accettabile, la American Way of Life.

    E allo stesso tempo ha fatto anche crepare tanta gente di droga, ha diffuso inennarrabili sciocchezze New Age, ha creato nuove idee e nuovi interessi su cui si sono subito lanciate le imprese; dal femminismo liberatorio si è passato alle donne manager e alle donne pilote di aerei da guerra, o ai neri che ordinano guerre.

    A me va benissimo riconoscere questo aspetto; ma mi dà fastidio chi non riconosce ANCHE l’altro aspetto.

    • Francesco scrive:

      bisognerebbe scavare più a fondo, per comprendere come mai ci sono questi due aspetti così contraddittori nello stesso fenomeno, negli effetti di uno stesso fenomeno

      sperando di non trovarci alla fine puzza di zolfo …

      ciao

    • mirkhond scrive:

      Martinez

      Torniamo sempre al discorso dei differenti vissuti.
      Lei conosce il ’68 statunitense, che ha avuto anche gli effetti POSITIVI di cui ci ha parlato.
      E che per conto nostro, condividiamo.
      Però credo che Diego Fusaro abbia in mente il NOSTRO ’68, quello italiano.
      E li ritengo che abbia RAGIONISSIMA!
      Certo, forse avrebbe dovuto specificarlo meglio.
      Ma, forse, non lo sa.
      In fondo ha solo 31 anni….

      • Francesco scrive:

        credo che quanto detto valga per “tutto” il ’68 nel mondo

        anche a me non dispiace un pò di rigidità in meno, il problema è essere passati allo svacco totale

        ciao

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Tempio fa lessi temi delle scuole medie del ’67. Ok, ben scritti, con una bella lingua ampollosa e tutto il resto, ma i contenuti erano degni di dei lobotomizzati gravissimi, chiaramente pappardelle imparate a memoria e francamente ridicole.
        Oppure le letterine di Natale di mio padre delle elementari, una lagna su quanto lui era monello e quanto invece erano buoni e misericordiosi i suoi genitori…

  68. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Genitore 1, genitore 2, al posto di mamma e papà!”

    Ecco la spiegazione per quanto riguarda l’INPS, che ha usato questa dicitura per il “modello AP70, quello da compilare per ottenere le prestazioni di invalidità civile”:

    http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/moduli-inps-nuova-modifica.aspx

    “Come si sia arrivati alla attuale dicitura, è l’Inps stessa a spiegarlo: fino a metà gennaio «venivano richiesti i dati di un solo genitore», si legge in una nota.

    Poi però, emersa l’esigenza di contemplare entrambi i genitori, ad esempio in caso di separazione, dal 17 gennaio si è aggiunta «oltre alla richiesta dei dati anagrafici del genitore che dichiara (identificato come genitore 1 invece che come padre o madre, potendo essere tanto l’uno quanto l’altra), anche quella dell’altro genitore (identificato come genitore 2 e non come padre o madre, potendo essere tanto l’uno quanto l’altra)».”

    • Francesco scrive:

      e mettere “genitore dichiarante” e “altro genitore” invece?

      😉

      • roberto scrive:

        certo, anche perché genitore 1 e 2 fa esteticamente un po’ schifo, ma in fin dei conti che cambia?

        ps moi non eri tu quello che protestavi perché la boldrini si era cambiata la carta intestata?

        • Moi scrive:

          Se n’era avuto Pino, io mi limito a riscoprire il Manzoni …

          “Con l’idee donna Prassede si regolava come dicono che si deve far con gli amici: n’aveva poche; ma a quelle poche era molto affezionata. Tra le poche, ce n’era per disgrazia molte delle storte; e non eran quelle che le fossero men care.”

          [cit.]

          Miracolo AntiScolastico.

  69. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “anche a me non dispiace un pò di rigidità in meno, il problema è essere passati allo svacco totale”

    Ma nel Sessantotto italiano c’era di tutto, come succede quando un fenomeno diventa di massa.

    C’era gente che andava a lavorare nei campi a Cuba, tornando la sera stanchi morti a leggersi saggi densi di filosofia; e c’erano i ragazzini che dicevano, evviva lo sciopero vado con la mia ragazza ai giardini pubblici a farmi una canna (però non diceva come oggi, “vado al centro commerciale”).

    C’era gente che faceva musica ad alto livello e c’era gente che andava a tirare i sassi ai concerti.

    C’erano gruppuscoli tremendi dove diciottenni stavano le ore a litigare sull’interpretazione di un brano di Engels, e c’erano altri gruppuscoli tremendi dove la gente passava il tempo a fare a sprangate.

    C’era gente che partiva da Torino per andare a lavorare contro la mafia nelle campagne siciliane, oppure che abbandonava vite agiate per fare l’operaio; come c’era gente che scopriva semplicemente il gusto di dire le parolacce.

    Tutto dipendeva dal materiale umano che il Sessantto trovava, e il materiale umano è quello che è 🙂

    Ma c’era comunque una di curiosità, una disponibilità a leggersi tomi difficilissimi, una voglia di imparare e faticare, insieme indubbiamente a una giocosità (che però non era di tipo commerciale), che non c’era prima, e non c’è più.

    E questo non solo tra i “figli dei professori”, ma anche tra tanti operai e figli di contadini.

    Non credo affatto che si debba fare l’apologia del Sessantotto, o di qualunque altro fenomeno umano o storico. Semplicemente, nel Sessantotto, la Maria De Filippi l’avrebbero presa a uova marce.

    • Francesco scrive:

      mi sa di no, invece

      sottovaluti la capacità mimetica della De Filippi (presa come idealtipo) e la capacità seduttiva della fama – li vedo i capetti dei gruppuscoli del Movimento a menarsi per essere ospiti di “Compagni e Ribelli, il programma di riferimento del Movimento”

      andare a Cuba ad aiutare Castro … sempre geniali, i rossi

      😉

    • Peucezio scrive:

      Sicuramente c’è moltissimo di vero in quello che scrivi.
      E, più in generale, nel tuo atteggiamento metodologico di non guardare mai le cose unilateralmente o per semplificazioni
      Ma se l’umanità sessantottesca era così varia, perché oggi gli ex sessantottini sono, con poche eccezioni, così squallidi (e tendenzialmente conformisti)?
      L’unico ex sessantottino decente che mi viene in mente è Massimo Fini.

  70. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “bisognerebbe scavare più a fondo, per comprendere come mai ci sono questi due aspetti così contraddittori nello stesso fenomeno, negli effetti di uno stesso fenomeno”

    Infatti, è una cosa affascinante. Non solo per quanto riguarda il Sessantotto… penso ad esempio come decenni di “socialismo reale” abbiano lasciato un patrimonio di palazzoni orrendi e di mistici ortodossi, tutti e due insieme.

    Ogni cosa ignobile contiene in sé il proprio antidoto, e ogni cosa nobile contiene in sé il seme della propria rovina.

  71. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Francesco

    “bisognerebbe scavare più a fondo, per comprendere come mai ci sono questi due aspetti così contraddittori nello stesso fenomeno, negli effetti di uno stesso fenomeno”

    Un altro esempio è la conquista spagnola in Messico, contesa tra le opposte tifoserie. Che hanno entrambe ragione.

    La conquista del Messico fu un esempio inaudito di sfruttamento da parte di oziosi briganti.

    La conquista del Messico fu la creazione di una meravigliosa cultura che il termine “meticcio” non esaurisce.

    La Chiesa cattolica e la Spagna oppressero e protessero gli indigeni.

    La “insurrezione” e cent’anni dopo, la “rivoluzione” furono rivolte sacrosante e furono orrendi massacri da parte di assassini. Furono lotte per la giustizia e furono instaurazione di altre ingiustizie.

    Le liti su queste cose diventano maniacali, perché entrambe le parti possono citare innumerevoli fatti veri a sostegno della propria lettura della realtà; e poiché ciascuno possiede davvero la “verità”, condanna a morte l’altro come “mentitore”.

    E forse il senso profondo del lavoro che cerchiamo di fare qui, mentre giochiamo saltuariamente alla tastiera, consiste nell’uscire da queste trappole.

    La demonizzazione del Sessantotto come “tappa organica del capitalismo assoluto” è una trappola quanto lo è il raduno dei nostalgici ex di Lotta Continua.

    • Francesco scrive:

      concordo che ogni fenomeno storico è limitato, nel Male e nel Bene

      però questo non esime da un giudizio, articolato quanto vuoi

      e credo che quella “demonizzazione” del ’68 ne colga l’essenza, almeno come effetti

      il dominio del capitale è stato più facile, dopo il ’68

    • Peucezio scrive:

      Comunque l’interpretazione del Sessantotto come “tappa organica del capitalismo assoluto” non è l’unica interpretazione anti-sessantottesca legittima.
      C’è anche l’altra: il capitalismo assoluto come tappa organica del Sessantotto.
      Cioè lo svaccamento e l’edonismo anarcoide come scopo del modello capitalista.

  72. Luigi scrive:

    Uno spunto diverso sull’obbligo scolastico:
    http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_802_Ventura_Scuola.pdf

    Luigi

  73. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Uno spunto diverso sull’obbligo scolastico:
    http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_802_Ventura_Scuola.pdf

    Grazie, non conoscevo il saggio, sto cominciando a leggere le prime pagine.

    Credo che spieghi piuttosto bene le fondamenta illuministe dell’istruzione, secondo cui solo una persona ben informata e abituata a dare più peso alla ragione che alle emozioni sa fare scelte sensate, senza farsi manipolare.

    Come ragionamento non fa una grinza; semplicemente, la scuola in genere difficilmente riesce a tenere testa alle passioni. La scuola è praticamente impotente di fronte al loro scatenamento.

    Basta un istante perché la società getti a mare anni di temi scolastici sulla pace, e tifi per un bombardamento aereo. O che getti a mare anni di studi di matematica e di fisica per accettare contraddizioni folli e fuffa dal primo politico di turno.

    Si possono perdonare i primi illuministi per il loro ottimismo, ma oggi bisogna essere un po’ struzzi per non vedere la potenza distruttiva delle passioni.

    Proseguirò con la lettura… magari più avanti ne parla, per ora non trovo accenno all’altra funzione ovvia della scuola: preparare tecnici. Che è esattamente la funzione che oggi si sta perdendo, perché i ritmi lunghi della scuola non sono più quelli della “opportunità” da cogliere al volo nell’accelerazione dei tempi.

    • Luigi scrive:

      Un piccolissimo appunto: pensavo potesse interessare perchè, da alcune osservazioni, mi sembra che l’autore non disdegni un punto di vista marxista.
      Non è detto, ovviamente, che ne condivida il pensiero.

      Luigi

    • Peucezio scrive:

      Beh, sta perdendo anche l’altra, perché ormai ha abdicato completamente dal trasmettere un bagaglio di cultura generale e di competenza linguistica minimo.
      Io non sono un amante della scuola in genere, ma prima queste cose le faceva egregiamente.

  74. Miguel Martinez scrive:

    Nel testo segnalato da Luigi, noto un curioso scivolamento molto italiano:

    “La soluzione a tutti questi problemi sarebbe quindi semplicissima: bisogna investire nella formazione. Ma se non basta la scuola dell’obbligo, quanti anni di studio
    sono necessari per educare gli italiani a “interagire” e votare correttamente?”

    Qui passa da un ragionamento molto interessante, a una polemica partitica che non sta in piedi.

    Non c’è scritto da nessuna parte che la scuola debba insegnare a “votare correttamente”. Al limite esiste una dimenticatissima materia che un tempo si chiamava educazione civica dove ti spiegavano per quali istituzioni si votava.

    Può darsi che l’autore confonda il fatto che gli elettori di sinistra siano più numerosi tra gli insegnanti (tra due fratelli, quello che vuole Fare i Soldi è probabile che scelga di non fare l’insegnante) con lo scopo dell’istituzione stessa.

    Nella prospettiva illuminista, la scuola insegna a ragionare, cioè a diventare autosufficienti di fronte a problemi come:

    – tradurre un testo di Cicerone
    – fare i calcoli per far stare in piedi un ponte
    – capire perché un solvente vicino al fuoco può essere pericoloso
    – analizzare una provetta in ospedale

    ecc. ecc.

    Molto più vagamente sull’orizzonte, soprattutto nei paesi poveri, c’è la promozione di atteggiamenti razionali: ad esempio in Messico, la scuola è sempre stata un po’ l’alternativa alle gigantesche bevute collettive, o insegnavano a risparmiare i soldi o a saper leggere i contratti prima di firmarli.

    Ovviamente dietro tutto questo, si nasconde altro: cioè la speranza che aveva ogni stato-nazione di sfornare tecnici più capaci dei loro vicini, che avrebbero saputo produrre di più e uccidere meglio.

    Ed era per questo che gli stati investivano nella formazione.

    E infatti l’autore giustamente deride il meccanismo tipico per cui la gente dovrebbe ragionare meglio, se si mettono più soldi nel sistema scolastico.

  75. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Un piccolissimo appunto: pensavo potesse interessare perchè, da alcune osservazioni, mi sembra che l’autore non disdegni un punto di vista marxista.
    Non è detto, ovviamente, che ne condivida il pensiero.”

    Il testo è interessante, e come dicevo, offre molti spunti, e te ne ringrazio.

    Di riflessioni intelligenti e condivisibili, da punti di vista molto diversi, ne trovo ormai tante in giro.

    Mi ricordo che con Costanzo Preve, si parlava spesso del conflitto tra “intellettuali” e “attivisti”, cioè tra coloro che facevano riflessioni interessantissime e coloro che si facevano il famoso mazzo così organizzando cortei e assemblee e quant’altro.

    Un divario incolmabile, dove Costanzo si schierava in modo netto dalla parte degli “intellettuali”.

    Eppure il problema è che tanta intelligenza non serve a nulla, se non sappiamo rapportarla a quel piccolo spicchio di vita che ci è stato concesso.

    Come applicare le riflessioni di Raffaele Alberto Ventura alla scuola elementare Torrigiani di Via della Chiesa, dove la preside ha vietato ai bambini di andare in giardino perché è crollato un albero e il Comune non ha i soldi per rimuoverlo, e dove i bambini possono andare al bagno solo se accompagnati da un insegnante, visto che non ci sono più i soldi per i bidelli, ma gli insegnanti non possono lasciare l’aula perché non ci sono più i soldi per le compresenze? E immagino che se i bambini si fanno la pipì addosso, gli insegnanti saranno denunciati per sequestro di persona…

    Non sono cose che si affrontano né ululando in un megafono, né teorizzando pecche o meriti del Sessantotto.

    E’ qui che servirebbe davvero l’unione di tutte le intelligenze e tutte le praticità.

    • Luigi scrive:

      [Léon mode on]
      “Ve l’avevo detto…”
      [Léon mode off]

      Questo separazione fra “intellettuali” e “attivisti” è proprio uno delle caratteristiche salienti della weltaanshauung occidentale.
      Il buon reazionario vive sempre con l’esempio di Cervantes, combattente a Lepanto e poi autore del “Don Chisciotte”. Attivista e intellettuale, insomma 🙂

      L’albero caduto? Si interpellano i padri dei bambini – sempre che ne esistano ancora, e non siano stati rubricati tutti come “genitore 2” – fino a quando salta fuori quello che ha pratica di lavori boschivi.
      I bidelli mancanti? Si stila un bel programma SDG (sergente di giornata), dove a turno mamme, nonne, zie, sorelle maggiori assicurano la presenza in orario di lezione per pulizie, sorveglianza, accompagnamento bagno…

      Però poi capire che, se siamo arrivati a tale situazione, il merito è anche del ’68 non guasta.

      Ciao.
      Luigi
      (non voglio fare il saputello. I consigli sono stati dati perchè penso possano interessare)

    • roberto scrive:

      ma veramente in italia ci vuole il bidello per portare un bambino delle elementari in bagno?

  76. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “http://www.ravennanotizie.it/articoli/2014/10/10/feste-del-pd-e-crediti-scolastici-baroncini-decidono-le-scuole.html

    Feste del Pd e crediti scolastici …”

    Il problema sono i crediti extrascolastici in sé (che poi non contano quasi niente rispetto a tutto il resto), se si può prendere crediti per il fatto di giocare a calcio o di cantare in un coro, presumo che vada bene anche la parrocchia o il festival dell’Unità.

  77. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “ma veramente in italia ci vuole il bidello per portare un bambino delle elementari in bagno?”

    La scuola italiana è la convergenza micidiale tra:

    1) la paura di cause legali di qualunque tipo, legate in senso molto ampio al trionfo della cultura dei “diritti individuali”.

    2) tagli quotidiani, apparentemente minuscoli, che alla fine dell’anno sommandosi diventano immensi

    A causa del fattore 1), ogni insegnante e ogni preside vive nel terrore degli incidenti, dei ricorsi, delle denunce e affini. Quindi la prima preoccupazione, come ormai di qualunque pubblico dipendente, è di fare tutto secondo le regole, ad esempio non permettendo a un bambino di aggirarsi da solo per i corridoi dove potrebbe cadere, ammalarsi per un colpo di vento o venire rapito dagli UFO; ma non può nemmeno abbandonare per un minuto l’aula, perché rischia che venga accusato di un’eventuale epidemia di ebola scoppiata nei tre minuti di assenza.

    A causa del fattore 2), l’unica possibilità consiste nel VIETARE. Anche di fare la pipì (poi voglio vedere cosa succede se mai ci sarà il ricorso di un genitore per un bambino che se l’è fatta addosso).

    • Francesco scrive:

      un pò esageri

      diciamo un 1%

      ciao

    • roberto scrive:

      non ho tempo per approfondire e faccio quindi appello agli avvocati del blog, ma non posso credere che la responabilità dell’insegnante possa essere invocata per un incidente di un bambino che va in bagno!

      capisco se vai fuori a fumarti una sigaretta lasciando la classe in balia di se stessa, o se ti dimentichi che un bambino è uscito dalla classe, ma in caso di normale pipi?

      cioè non è che non ti credo, è che mi sembra una follia….

    • Roberto scrive:

      Vabbé per la cronaca ho chiesto ai pargoli e tutti e due mi hanno detto che vanno in bagno da soli (seconda materna il piccolo e quinta elementare la grande). Non chiedono nemmeno, tranne nell’ora successiva alla ricreazione

      Moi,
      Rispondo qui… Ovviamente l’ue non c’entra una beneamata mazza. Se laggiù siete impazziti la colpa è vostra

    • Peucezio scrive:

      Ci vorrebbe una legge che sollevasse d’autorità gli insegnanti da ogni responsabilità legale e consentisse loro amplissimo uso di pene corporali.

      • Francesco scrive:

        a che servirebbe?

        già c’è un sacco di imbecilli e di sottoproletari intellettuali, ci aggiungiamo anche un pò di sadici?

  78. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “(non voglio fare il saputello. I consigli sono stati dati perchè penso possano interessare)”

    non solo non penso che tu faccia il saputello, ma sul primo punto (separazione tra dire e fare) sono totalmente d’accordo; mentre il secondo punto spiega esattamente come la pensiamo noi.

    Con due limiti:

    1) Davanti alla stessa scuola, c’è un cartello che spiega che è vietato alle macchine passare durante l’orario di uscita dalla scuola, vista la strada stretta e i tanti bambini che corrono fuori. Le macchine ovviamente passano lo stesso, noi le fermiamo e ci facciamo delle belle litigate in stile toscano. Un paio di volte siamo stati minacciati di denuncia penale per blocco stradale… dai vigili!

    2) Io sono assolutamente favorevole a fare da sé; il problema è che appena fai da te, ti prendono il braccio. Se il Comune accettasse che un gruppo di genitori boscaioli risolvesse il problema dell’albero, finirebbero per abbandonare a sé tutto il verde di Firenze. E dedicare i soldi risparmiati a Pitti Immagine Bimbo (nella tua innocenza, forse non saprai che esiste, ma esiste 🙁 ).

    A volte riescono a farti cornuto e mazziato insieme: a Roma il sindaco di destra, Alemanno, aveva trovato come risparmiare, affidando una cinquantina di giardini pubblici ad associazioni, cui veniva permesso in cambio di farci attività artistiche.

    Il sindaco di sinistra, Marino, appena arrivato, ha constatato che in uno dei cinquanta giardini, qualcuno ci aveva messo una piccola costruzione abusiva, e ha semplicemente chiuso tutti e cinquanta i giardini.

    • Luigi scrive:

      Sul prendere il braccio, posso anche concordare. Il problema è che allora l’albero rimane lì fino alla consumazione dei secoli 🙂

      E poi vedi anche il lato positivo: abbandonare a se stesso tutto il verde di Firenze apre la possibilità che i fiorentini se lo riprendano (in senso letterale).
      Certo, so che poi 9 giardini su 10 tornerebbero in realtà alla selvaticità più completa…

      Però il controllo sul territorio da parte delle popolazioni che ci vivono è pure la conditio sine qua non per evitare almeno parzialmente gli sfracelli che ormai riempiono le cronache quotidiane.
      Penso che in ogni valle degli Appennini e delle Alpi, esista ancora un anziano che potrebbe indicare – per ogni frana, alluvione, smottamento – la causa: qui una strada che non andava aperta, lì una risorgiva che non andava chiusa, là un bosco che non doveva essere eliminato, etc.

      Poi succedono i casini e la gente si incazza. Come se non avesse scelto per vent’anni gli Scajola e i Burlando.

      Ciao.
      Luigi

      P.S.: l’innocenza è persa da tempo. Però non sapevo che Pitti Bimbo fosse pure “immagine”…

      • Francesco scrive:

        magari sarebbero solo 5 su 10

        e l’esempio positivo potrebbe diventare contagioso

        certo, a votare poi Scajola è dare il calcio al secchio dopo averlo riempito di latte ma … almeno iniziare!

  79. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “E poi vedi anche il lato positivo: abbandonare a se stesso tutto il verde di Firenze apre la possibilità che i fiorentini se lo riprendano (in senso letterale).”

    ma infatti credo che al di là dei nostri scontri sui piani teorici, nella pratica ci troveremmo vicini su tante cose che contano davvero.

    Per quanto riguarda la pedofilia imprenditoriale organizzata, leggi qui:

    http://www.pittimmagine.com/corporate/fairs/bimbo.html

    C’è anche Kids Evolution, vedrai che divento antievoluzionista anch’io 🙂

  80. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Luigi

    “Però il controllo sul territorio da parte delle popolazioni che ci vivono è pure la conditio sine qua non per evitare almeno parzialmente gli sfracelli che ormai riempiono le cronache quotidiane.
    Penso che in ogni valle degli Appennini e delle Alpi, esista ancora un anziano che potrebbe indicare – per ogni frana, alluvione, smottamento – la causa: qui una strada che non andava aperta, lì una risorgiva che non andava chiusa, là un bosco che non doveva essere eliminato, etc.”

    Occhio, che questi due paragrafi potrei anche rubarteli!

    • Luigi scrive:

      Fai pure. Non ho nessun brevetto.
      Magari sviluppali più decentemente 🙂

      Il primo paragrafo è semplice tattica. Delle tue armi, del tuo equipaggiamento, del tuo terreno operativo sei l’unico padrone, perchè potrebbe andarne della tua vita.

      Il secono me lo ha spiegato, un pomeriggio, un anziano di una delle mie valli – zeppa di frane, prati finiti a fondovalle, strade interrotte. Mi ha portato in un punto adeguato, e piano piano mi ha spiegato tutto quanto era stato distrutto per avere magari 100 metri quadri di seminativo in più (nell’immediato; poi magari se ne sono persi 10.000…)

      Ciao.
      Luigi

      P.S.: kids evolution in collaborazione con Vogue bambini… B-)

      • Francesco scrive:

        ecco, giusto per rompere un pò, non credo che quei 100 metri di seminativo in più siano stati idea del Renzi o del Berlusca, neppure di De Mita

        temo che sia più facile dover guardare male l’anziano, o suo figlio che sarà scappato in Canada o morto sotto la frana

        perchè spesso il male siamo noi

        ciao

  81. habsburgicus scrive:

    @Ritvan
    A GRANDE RICHIESTA, attendiamo un tuo intervento sui fatti di Belgrado 😀
    ciao

  82. Moi scrive:

    A proposito di Messico … dalle vostre parti (magari indicando dove), che distribuzione ha “Cristiada” ?

    http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unfilmalgiorno/2014/10/11/cristiada-cattolici-armati-come-in-un-western_bc867037-5b1b-4dbe-b46d-f13ada43075f.html

    A Bologna no hay nada … come prevedevo. E suppongo poco o niente dappertutto.

    E dire che come trailer (ma NON come film, l’ ho visto su internet indicato da Mirkhond) :

    http://www.youtube.com/watch?v=6pu4gst3FmI

    l’ han fatto sembrare “Avatar” :

    http://www.youtube.com/watch?v=_Tkc5pQp_JE

  83. Miguel Martinez scrive:

    per Peucezio

    “Beh, sta perdendo anche l’altra, perché ormai ha abdicato completamente dal trasmettere un bagaglio di cultura generale e di competenza linguistica minimo.”

    Infatti.

    Considera le forze storiche in ballo:

    1) un insegnante di mezza età, che deve perdere metà del suo tempo a riempire moduli burocratici, contro le immagini della televisione

    2) la certezza che nei cinque anni in cui ti sarai diplomato, tutto ciò che potrai avere imparato di tecnicamente utile non servirà più (e quindi tendi a fregartene anche della parte culturale)

    3) una società economicamente molto divisa, ma non più culturalmente classista: per poter “essere qualcuno” oggi non sono richiesti più tutti quei segni esteriori inutili tipo saper tradurre una poesia dal greco antico, perché – di nuovo l’accelerazione dei tempi – la principale virtù è la velocità,

    • Francesco scrive:

      il punto 2 mi risulta sia falso

      se impari a fare il tornitore o il saldatore, quello che impari non solo non è obsoleto ma è pure prezioso

      sul punto 3, hai ragione ma ho il sospetto che quelli che sanno il greco formino una specie di “mafia” che si autostima e si autoseleziona, lasciando i buzzurri fuori

      anche se sono il 90%

      ciao

  84. maura scrive:

    Aiuto! La scuola deve essere selettiva e meritrocratica? Aiuto.
    La nostra scuola di base è stata per anni una tra le migliori del Mondo. Io ho una amica che fa la docente a Barkeley e ha mandato i figli a fare la scuola pubblica italiana perché cento volte migliore di quella statunitense privata!!!. Berlinguer e Gelmini e la tv e Renzi e i tagli e le cose che molti qui scrivono e demotivare insegnanti e le scuole come aziende studenti hanno prodotto l’ignoranza di massa. nessuno di loro ha niente da spartire con sessantotto.
    Ma quanti di voi hanno veramente fatto il sessantotto? Io facevo prima lo studente e poi l’insegnante e il concetto era proprio un altro. da Don Milani (che era per una scuola durissima) alle 150 ore (il padrone conosce 10000 parole, l’operaio 1000, per questo lui è il padrone) . Per il sessantotto dei non cretini la scuola era come il comunismo: a ciascuno secondo le sue necessità, da ciascuno secondo le sue possibilità. Io la penso ancora così, la scuola pubblica deve insegnare a tutti, a tutti, a tutti, adattandosi alle diverse intelligenze e alle diverse necessità. Un operaio, un contadino, una casalinga DEVEONO sapere l’italiano, per poter leggere e capire le cose che lo riguardano. Deve sapere la matematica, la storia, capire la musica e la poesia. Quel po’ di medicina per tutelare la sua salute. Vogliamo il pane e le rose. Ma soprattutto, in questo c’era il sale del sessantotto, deve sapere che la propria cultura, fatta di lavoro, di vita, di esperienza, è CULTURA IN SENSO ALTO, che deve affinarsi e farsi consapevolezza grazie alla scuola, ma in niente inferiore per potenza e dignità alla cultura cattedratica.
    Poi, ci sarà una cultura selettiva per lavoro, un ingegnere avrà la sua, un operaio la sua. La libertà è partecipazione, cantava Gaber, e per partecipare bisogna sapere.

    Ma una scuola selettiva è una scuola che ha fallito! Dio mio, quarantanni a fare l’insegnante contro tutto e contro tutti e poi è ancora colpa mia!
    Che poi, ma siete sicuri che i ragazzi siano così ignoranti. Sapete niente sulla cultura e le competenze di un computer nativo?

    • Francesco scrive:

      una scuola che non è selettiva non è una scuola, è un giochetto ideologico per chi parla di “pane e rose”

      e che nel 99% è solo una rottura di palle per i supposti beneficiari

      bella la battuta, tragica e comica, che per il ’68 la scuola era come il comunismo, non avrei potuto scrivere un’accusa così definitiva e sintetica neppure nel mio massimo fulgore!

      sulla cultura di un computer nativo oso sperare che abbia ragione tu, contra spes et inditios

      PS dispostissimo a lasciarvi la scuola pubblica, purchè voi lasciate a me i soldi e la libertà di scelta.

      • Luigi scrive:

        OMDAF (spero di aver capito come funziona).

        Luigi

      • Luigi scrive:

        E aggiungo, sulla scuola, il ’68 e i “computer nativi” (ma che gergo è mai?)

        Pochissimi anni or sono, l’università di Ca’ Foscari dovette introdurre appositi corsi di lingua italiana per i laureandi, perchè talora incapaci di scrivere una tesi comprensibile.

        Tout se tient
        Luigi

      • PinoMamet scrive:

        ” purchè voi lasciate a me i soldi”

        esattamente, Francesco, di quali soldi parli?

        A me risulta che lo Stato finanzi, in parte, anche la scuola privata, per cui, semmai, dovrebbe essere chi non ne usufruisce a chiederti di “lasciargli i suoi soldi”.

        • Francesco scrive:

          Sono stato poco chiaro: tutti i soldi delle tasse che lo Stato si prende per finanziare la sua scuola.

          Il resto delle tasse, naturalmente, continuerò a pagarlo.

        • Francesco scrive:

          Al netto delle politiche redistributive, cui, obtorto collo, devo dare il mio assenso.

        • PinoMamet scrive:

          Ottimo, però devi applicare lo stesso diritto anche alla controparte: se tu “scuolaprivato” non vuoi pagare per gli “scuolapubblici”, gli “scuolapubblici” non devono pagare per te “scuolaprivata”, quindi di’ pure addio al finanziamento da parte dello Stato 😀

        • Francesco scrive:

          il finanziamento da parte dello Stato non esiste, perchè i soldi in origine sono miei

          mi pare evidente

        • PinoMamet scrive:

          Dai France’,

          sai che ti voglio bene ma queste è troppo grossa.

          Allora, ci sta lo Stato, che prende da tutti noi (facciamo conto che siamo 100) un euro e lo mette nel calderone;

          da questo calderone, tira fuori 80 euro, e li dà alla torta che tutti possono mangiare;

          altri 20, li dà alla tua torta privata, che hai voluto cucinarti tu e per la quale, se ne voglio una fettina, mi chiedi un contributo di 2 euro;

          e hai il coraggio di dire che “non esiste un finanziamento dello Stato”??

          France’, io ti voglio bene, ma facciamo che non mi pigli per il culo, ok?

        • Francesco scrive:

          Pino

          non ti prenderei mai in giro su una questione così importante, piuttosto ti do 10 anni di lavori forzati in Siberia, rinnovabili.

          Allora, lo Stato prende un euro a tutti e cerca di rifilare a tutti la sua torta.

          Io non la gradisco e chiedo indietro il mio euro, per farmi la torta come piace a me.

          Lo Stato a quel punto dice che i soldi sono suoi e Pino gli da anche ragione???

          Questo al netto di questioni di redistribuzione su cui concedo che lo Stato si prenda una quota del mio euro, e del fatto che se voglio spendere più di un euro per la mia torta ce lo devo mettere io.

          Claro?

          Ciao

        • PinoMamet scrive:

          “Io non la gradisco e chiedo indietro il mio euro”

          beh, e mi pare che lo Stato te lo ridia, anche con una certa larghezza, quindi perché ti lamenti?

          certo non lo mette nella tua tasca, ma lo mette nella tua torta privata, non cambia mica!

        • paniscus scrive:

          Mi pare che a Francesco sfugga un punto essenziale:

          quell’euro che lo stato gli chiede per finanziare la scuola pubblica NON E’ destinato a comprare singolarmente l’equivalente del servizio educativo individuale per suo figlio, ma contribuisce a pagare complessivamente il servizio educativo per TUTTI, compresi quelli che non potrebbero nemmeno permettersi di pagare quell’euro, ma che hanno diritto all’istruzione lo stesso.

          Altrimenti, se fosse una banale questione di costi diretti e di acquisto di un servizio individuale per sé e per la proria famiglia… con la stessa logica dovrebbero essere esentati dalle spese pubbliche per l’istruzione tutti quelli che non hanno figli, o tutti quelli che hanno figli adulti che a scuola non ci vanno più.

          E invece il senso istitutivo delle tasse destinate all’istruzione NON E’ quello del “pago per comprare un servizio perché i miei figli abbiano la scuola”, bensì “pago per contribuire all’obiettivo che TUTTI abbiano la scuola”, perché una società complessivamente più istruita è un bene a lungo termine per tutti, anche per chi non ha figli, e anche per chi i suoi figli sceglie di mandarli a studiare altrove.

          Per cui, tu quell’euro lo scuci e basta, NON perché serve a tua figlia Giovanna o a tuo figlio Lorenzo, ma perché serve anche a Silvia, a Martina, a Niccolò, a Mattia, a Deborah-con-l’acca, a Sonya-con-la-ipsilon, a Salvatore, a Carmelino, a a Maicol-scritto-proprio-così, a Kevin, a Mohammed, a Nashmiya, a Pedro, a Vesna, a Umar e a Katiuscia.

          Se poi tu, OLTRE a quell’euro, ne vuoi spendere altri due per tenere i tuoi figli lontani da Carmelino, da Umar e da Nashmiya, sei liberissimo di farlo, ma quell’euro intanto lo scuci e stai zitto.

          L.

        • Francesco scrive:

          x Lisa

          infatti ho parlato di “torta” indicare un uso specifico dei soldi delle tasse.

          E di redistribuzione perchè detti soldi sono prelevati da tutti con aliquote progressive e “spesi” pro-capite per chi ha figli in età scolare.

          Il che non dovrebbe impedire che la spesa avvenga con modi che permettano ai genitori di scegliere quale torta ammanire ai figli.

          Mi pare che l’idea del buono scuola salvi tutto il buono dell’istruzione pubblica per tutti e lo migliori.

  85. Miguel Martinez scrive:

    Per Maura

    ” Io la penso ancora così, la scuola pubblica deve insegnare a tutti, a tutti, a tutti, adattandosi alle diverse intelligenze e alle diverse necessità. “

    Grazie dello splendido intervento.

    Un’avvertenza: qui non si usa mai il pronome “voi” perché i commentatori sono davvero molto diversi tra di loro e hanno idee diversissime.

  86. habsburgicus scrive:

    un piccolo contributo al dibattito sul Sessantotto
    http://www.intelligonews.it/fusaro-berlusconi-e-luxuria-li-lega-il-68-con-adinolfi-per-un-sinodo-dei-laici-ma-non-solo/
    un po’ semplicistico…ma la tesi di fondo credo che troverà Mirkhond d’accordo…e anche a me sembra in parte fondata 😀

    P.S (in riferimento a quanto citato, insieme a molto altro, da Maura)
    anch’io sono d’accordo che la nostra scuola fosse fra le migliori del mondo, forse la Migliore (tranne in matematica e fisica ove, forse, non fummo mai il massimo assoluto, pur avendo prodotto fior di scienziati…dunque l’eccellenza c’era anche lì)
    però la nostra Scuola ERA così….non lo è più purtroppo ! (in particolare negli ultimi 22 anni, crollo assoluto..delizie della II Repubblica :D)

  87. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “un piccolo contributo al dibattito sul Sessantotto
    http://www.intelligonews.it/fusaro-berlusconi-e-luxuria-li-lega-il-68-con-adinolfi-per-un-sinodo-dei-laici-ma-non-solo/
    un po’ semplicistico…ma la tesi di fondo credo che troverà Mirkhond d’accordo…e anche a me sembra in parte fondata :D”

    Ora, la seguente frase contiene un’affermazione giusta e una sbagliata:

    “«Assolutamente, nel ’68 il capitalismo cambia pelle diventando più permissivo, l’utero e mio e lo gestisco io prede il sopravvento rispetto ad altri slogan di giustizia sociale. Per questo credo che un certo attivismo che in quegli anni mirava alla distruzione dei valori borghesi in realtà abbia fatto solo il gioco del capitale».”

    Certo.

    1) Il capitalismo diventa più permissivo

    2) fare un “matrimonio gay” costa un timbro, molto meno che assumere bidelli per una scuola o pagare pensioni, e quindi – dal punto di vista del sistema – è meglio che la gente si occupi dei cosiddetti “diritti individuali”.

    Detto questo, ecco il salto logico: il fatto che Tizio voglia un timbro del Comune sulla sua convivenza con Caio può essere meno impedito a causa delle trasformazioni del capitalismo.

    Ma in che senso fa “il gioco del capitale”?

    Anche perché in certe visioni, “il capitale” diventa un ente talmente totalizzante da coincidere con la realtà; e in quel senso, anch’io quando respiro – e quindi garantisco che domani sarò ancora vivo per dare il mio obolo alle multinazionali della farina, andando a comprare il pane – “faccio il gioco del capitale”.

    Per questo, devo cessare di respirare? O rischierei di fare il gioco delle imprese delle pompe funebri?

  88. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Pochissimi anni or sono, l’università di Ca’ Foscari dovette introdurre appositi corsi di lingua italiana per i laureandi, perchè talora incapaci di scrivere una tesi comprensibile.”

    La scuola ha diversi livelli, come ben sappiamo, tutti legati al concetto di libro. Che ovviamente è solo una delle potenzialità dell’essere umano, ma negli ultimi secoli si è deciso che è peggio essere dislessico che non saper maneggiare una spada, tingere dei capelli o suonare l’arpa.

    Qualcuno nasce come me, con i libri in casa; altri no. E fa una bella differenza, finché la cultura del libro resta centrale.

    Quindi la scuola permette “anche al figlio del contadino” di possedere le “10.000 parole del padrone”, nelle sacrosante parole di Don Milani. E per dare quelle 10.000 non deve essere “selettiva”. Su questo non ci piove.

    Oggi però, come giustamente segnali, le scuole superiori sono in profonda crisi.

    E’ una convergenza di tanti elementi, tra cui la fine della “cultura del libro” che è la base stessa su cui è stata fondata la scuola (e quindi non sorprende che “non conoscano l’italiano”, e certamente nemmeno il dialetto se è per questo), ma anche da una miriade di elementi minori.

    Due per tutti:

    1) il preside-imprenditore della scuola-azienda deve soprattutto sedurre più studenti-clienti (creando tra l’altro un nuovo ramo della pubblicità ruspante, assai divertente). Ora, gli studenti-clienti da una scuola vogliono gite e promozioni garantite. E quindi il compito principale del preside-imprenditore consiste nel terrorizzare gli insegnanti che non vogliono fare gite (tra l’altro con spaventosi rischi legali e praticamente nessuna retribuzione aggiuntiva) o che minacciano di bocciare gli studenti solo perché non hanno studiato.

    Ora, il preside imprenditore sa che esiste una sola minaccia potenziale al suo stipendio: il Ricorso. Che non avviene quasi mai, ma è meglio prevenire, promovendo sempre.

    2) è di oggi la notizia che hanno abolito la commissione esterna agli esami di maturità: l’avevano già fatto qualche anno fa, con risultati catastrofici, tanto che l’hanno dovuta reintrodurre.

    E quindi le scuole private sono in festa: tu paghi per farti promuovere, noi ti promoviamo; ma anche nelle scuole pubbliche, se per quattro anni il preside ha trasformato di autorità ogni quattro in un sei, puoi stare tranquillo che non ti farà lo scherzetto al quinto anno.

    • Luigi scrive:

      Miguel,

      io non posso che condividere il punto 1. Non so se hai presente quella scena de “Il portaborse”, dove Silvio Orlando si ritrova sgomento di fronte a un suo ex allievo, che a suo tempo traduceva Senofonte a braccio…

      Però quello che mi colpisce davvero è quel: “si è deciso”.

      “Mi viene spesso chiesto in tono solenne cosa penso delle nuove idee sull’educazione femminile. Ma non esistono idee nuove sull’educazione femminile. Non c’è, né c’è mai stata, neppure l’ombra di una nuova idea. Tutto ciò che hanno fatto i riformatori dell’educazione è consistito nel chiedersi come ci si fosse comportati nel caso dei ragazzi e poi nell’applicare la medesima cosa alle ragazze; esattamente come si sono chiesti cosa veniva insegnato ai giovani signorotti e poi l’hanno applicato anche ai figli degli spazzacamini. Ciò che loro chiamano idee nuove sono in realtà idee molto vecchie applicate in luoghi sbagliati. I ragazzi giocano a pallone, perché non dovrebbero giocarci anche le ragazze; i ragazzi indossano uniformi con i colori della scuola, perché non dovrebbero averle anche le ragazze; i ragazzi vanno a centinaia nelle scuole diurne, perché non dovrebbero andarci a centinaia anche le ragazze; i ragazzi frequentano Oxford, perché non dovrebbero andarci anche le ragazze – in breve, ai ragazzi crescono i baffi, perché non dovrebbero crescere anche alle ragazze – questa è la sintesi del loro concetto di nuove idee” [G. K. Chesterton]

      Ciao.
      Luigi

      • PinoMamet scrive:

        E anche Chesterton qualche cazzata la diceva…

        c’è un motivo per cui le ragazze non debbano avere un’istruzione?
        (e giocare a pallone…)

        magari lo avesse scritto, questo motivo: sarebbe stato interessante. Invece tira in ballo i baffi, che è un bell’esempio paradossale ma non vuol dire niente.

        • Moi scrive:

          Mah … Sport & Gender ! Le donne per dimostrarsi emancipate fanno qualunque sport (pure “di botte”,fra di loro nella realtà, sennò sarebbe un suicidio … sempre vittoriose in colluttazione contro gli uomini nei film 😉 )

          … però il Nuoto Sincronizzato & Ginnastica Ritmica Maschile continuano a non esistere. OmoFFoBBBia 😉 🙂 del CIO ? Non credo, ma lo ignoro.

        • Francesco scrive:

          Guarda che Chesterton non dice quello, fa un discorso di “femminismo radicale” dicendo che femmine e maschi non sono uguali e non è corretto limitarsi a far entrare le femmine nel mondo dei maschi.

          Il che, dopo 15 anni di matrimonio e con una figlia di 12 anni, inizia ad avere un suo senso.

        • PinoMamet scrive:

          Allora diciamo che il brano postato da Luigi finisce prima che Chesterton inizi a fare questo discorso radicale;

          che per inciso, sarebbe?

        • Francesco scrive:

          Non lo so, chiedilo a Luigi, io mica ho il libro per le mani

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Però quella dei figli degli spazzacamini è giusta: perché la feccia deve essere trattata come chi è nobile di nascita? E magari poi vuole perfino non togliersi il cappello davanti ai ricchi o avere ferie e malattia retribuite 😀

        • Francesco scrive:

          In verità hai capito il contrario: basta rileggersi Don Milani per sapere che la scuola dei figli dei nobili è una trappola per i figli degli spazzacamini.

          Che palle voi rossi, avete tali paraocchi che bisogna portarvi per mano fino alla GRP!!!

          😀

    • Francesco scrive:

      il preside deve sedurre i genitori, sono loro quelli che decidono

      e per farlo deve convincerli che la sua scuola serve a qualcosa: trovare un posto di tornitore, segretario, traduttore di manuali tecnici, oppure arrivare preparati all’università

      come già detto, abolire il valore legale del titolo di studio per DIFFERENZIARE le scuole

      e rendere obsoleti i diplomifici

      ciao

      • PinoMamet scrive:

        “e rendere obsoleti i diplomifici”

        ..ecco, prima ti costruisci un sistema su misura per le scuole private, e poi con una frase sola lo demolisci!
        😀

        • Francesco scrive:

          questo lo dici tu, che delle scuole private hai una visione caricaturale e ideologica

          in ogni caso, nessuno ha bisogno di quelle scuole private, per cui se chiudono tutte tanto meglio

        • PinoMamet scrive:

          Delle scuole provate ho una visione reale e derivata da chi ci insegna.

          Può anche darsiche ce ne sia una valida, su cento.

        • PinoMamet scrive:

          private*

        • Francesco scrive:

          una su cento?

          col mio sistema, resterebbe solo quella

          che poi immagino sia una su due, almeno se guardo alla mia regione

        • PinoMamet scrive:

          Ma sì, in effetti come proporzione hai forse ragione tu (facciamo una su tre, dai)
          è che mi ero scaldato 😀

        • Francesco scrive:

          Io vorrei che ci fossero solo le scuole utile, cioè quelle in cui si insegna.

          Ora, a cosa servono le altre scuole?

          come parcheggio? come diplomificio?

          nel primo caso siamo nella responsabilità unica delle famiglie, che spendono i loro soldi come vogliono

          nel secondo ci possono essere elementi “esterni”, che vanno corretti

  89. Moi scrive:

    @ LUIGI

    http://amicidiletture.blogspot.it/2010/04/coraggio-dunque-piccolo-soldato.html

    Edmondo De Amicis, “Cuore”
    La scuola
    28, venerdì

    Sì, caro Enrico, lo studio ti è duro, come ti dice tua madre, non ti vedo ancora andare alla scuola con quell’animo risoluto e con quel viso ridente, ch’io vorrei. Tu fai ancora il restìo. Ma senti: pensa un po’ che misera, spregevole cosa sarebbe la tua giornata se tu non andassi a scuola! A mani giunte, a capo a una settimana, domanderesti di ritornarci, roso dalla noia e dalla vergogna, stomacato dei tuoi trastulli e della tua esistenza. Tutti, tutti studiano ora, Enrico mio. Pensa agli operai che vanno a scuola la sera dopo aver faticato tutta la giornata, alle donne, alle ragazze del popolo che vanno a scuola la domenica, dopo aver lavorato tutta la settimana, ai soldati che metton mano ai libri e ai quaderni quando tornano spossati dagli esercizi, pensa ai ragazzi muti e ciechi, che pure studiano, e fino ai prigionieri, che anch’essi imparano a leggere e a scrivere. Pensa, la mattina quando esci; che in quello stesso momento, nella tua stessa città, altri trentamila ragazzi vanno come te a chiudersi per tre ore in una stanza a studiare. Ma che! Pensa agli innumerevoli ragazzi che presso a poco a quell’ora vanno a scuola in tutti i paesi, vedili con l’immaginazione, che vanno, vanno, per i vicoli dei villaggi quieti, per le strade delle città rumorose, lungo le rive dei mari e dei laghi, dove sotto un sole ardente, dove tra le nebbie, in barca nei paesi intersecati da canali, a cavallo per le grandi pianure, in slitta sopra le nevi, per valli e per colline, a traverso a boschi e a torrenti, su per sentier solitari delle montagne, soli, a coppie, a gruppi, a lunghe file, tutti coi libri sotto il braccio, vestiti in mille modi, parlanti in mille lingue, dalle ultime scuole della Russia quasi perdute fra i ghiacci alle ultime scuole dell’Arabia ombreggiate dalle palme, milioni e milioni, tutti a imparare in cento forme diverse le medesime cose, immagina questo vastissimo formicolìo di ragazzi di cento popoli, questo movimento immenso di cui fai parte, e pensa: – Se questo movimento cessasse, l’umanità ricadrebbe nella barbarie, questo movimento è il progresso, la speranza, la gloria del mondo. – Coraggio dunque, piccolo soldato dell’immenso esercito. I tuoi libri son le tue armi, la tua classe è la tua squadra, il campo di battaglia è la terra intera, e la vittoria è la civiltà umana. Non essere un soldato codardo, Enrico mio.

    TUO PADRE

  90. Mauricius Tarvisii scrive:

    Dai, sparigliamo 😀

    Constato con dispiacere che la propaganda massonica ha completamente plagiato i commentatori più sedicentemente antimassonici del blog. Chi diceva “il popolo non va istruito, va guidato” e si lamentava perché al posto di braccianti ormai trovava solo chierici tonsurato? Voltaire! Sì, quel Voltaire.
    Voi che volete la scuola per pochi, perché servono braccianti che zappino e non chierici che leggano, siete i servi ultimi del gombloddo maSSoniko, ebbene sì 😉

    • Francesco scrive:

      Solo Voltaire poteva pensare che dei sani braccianti cattolici gli fossero più utili di laidi chierici illuministizzati!

      Oppure, più a fondo, i frutti avvelenati delle sue idee gli stavano già presentando il conto

      🙂

    • PinoMamet scrive:

      La fiducia dei cattolici nella figura mitica del “sano bracciante cattolico” è pari solo a quella che i comunisti avevano nel “proletariato” naturaliter comunista.
      In emntrambi i casi (il pio bracciante-del-passato col cappello in mano che va ad accendere un cero in chiesa ringraziando il “padrone” di essere stato “così umano”; e l’operaio nerboruto che brandisce il martello per forgiare nell’acciaio il Sol dell’Avvenire) si tratta di figure ideologiche che hanno poco a che vedere con le persone reali.
      Nel caso, preferisco ovviamente la seconda, come modello da proporre.

      • Francesco scrive:

        Pino,

        anche facendo la tara al populismo alla Tolstoj, non mi convinci affatto.

        Non saranno stati santi, e credo che potendo fregassero il padrone almeno quanto lui li fregava, ma erano cristiani. E con una loro cultura cristiana, non “bestie avviluppate nella superstizione”.

        Cultura che permetteva a questo popolo di essere poco guidato e spesso di guidare lui.

        Ciao

      • PinoMamet scrive:

        Francesco, lungi da me dire che fossero “bestie”, ma che fossero “superstiziosi”
        (meglio, che il loro sistema di credenza somigliasse poco al Catechismo ufficiale) quello credo sia assodato!

  91. Moi scrive:

    Uni dei più alti esempi “anticlassisti” dei ricordi infantili :

    http://www.youtube.com/watch?v=NMefMICgg94

  92. Moi scrive:

    i “computer nativi” (ma che gergo è mai?)

    LUIGI

    —————————

    E infatti si chiamano”Digital Natives”

    http://en.wikipedia.org/wiki/Digital_native

    “The opposite of digital native is digital immigrant, an individual who was born before the existence of digital technology and adopted it to some extent later in life.”

    [quot.]

    Solo il Grande Sbalinato lo aveva previsto …

    http://www.youtube.com/watch?v=lqK8j9WrFZE

    … ma era troppo avanti, non fu compreso.

    http://www.youtube.com/watch?v=Wvr0ELFy0Wc

  93. Moi scrive:

    Qui forse addirittura prevedeva il TransUmanismo e il PostUmanismo … le prossime tappe annunciate della Massoneria Totalitaria dopo il Gender 😉

    http://www.youtube.com/watch?v=kJKwhIBcu2s

    http://www.youtube.com/watch?v=zDzieioM05g

  94. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “il preside deve sedurre i genitori, sono loro quelli che decidono

    e per farlo deve convincerli che la sua scuola serve a qualcosa: trovare un posto di tornitore, segretario, traduttore di manuali tecnici, oppure arrivare preparati all’università”

    Vivo abbastanza a contatto con la scuola superiore da poter dire che mi sembra più complesso il problema.

    Credo che stiamo vivendo un momento di passaggio, in cui il peggio del passato si fonde con il peggio del futuro.

    1) Non solo continua a innalzarsi l’età dell’obbligo scolastico, ma la laurea (di primo livello) è diventata ormai un timbro sociale quasi obbligatorio

    2) Siccome il diploma o la laurea però ormai NON “danno lavoro”, studiare non serve a niente.

    3) Quindi avere il diploma (e spesso anche la laurea di primo livello) è considerato un diritto universale, che la scuola deve dare senza chiedere fatica in cambio.

    Il preside che riesce a dare questo timbro prima, senza rischi di far perdere tempo con bocciature, seduce meglio i genitori. Senza trascurare l’enorme forza contrattuale dei figli stessi che lavorano assiduamente per convincere i genitori a mandarli alla scuola dove si fatica meno e si fanno più gite.

    • Francesco scrive:

      la categoria di “timbro sociale” è il problema: va eradicata con qualsiasi mezzo, compresi quelli polpotiani

      poi passeremo all’idea che il lavoro lo dia qualcun altro o qualcosa in automatico

      fatto questo, forse, si aprirà uno spiraglio verso il futuro

      ciao

    • Roberto scrive:

      Posso fare una domanda provocatoria?
      È veramente vero che “con la laurea non si trova lavoro”?
      Oppure bisognerebbe precisare che con certi tipi di lauree e con certi voti non si trova lavoro?
      Voglio dire, laureato in ingegneria chimica con buon voto, fa veramente così fatica?
      Mentre invece laureato in giurisprudenza con 80/110 o in filologia romanza anche con 110, posso ben immaginare che facciano fatica…

      Questo ci ricollega al discorso sull’organizzazione dell’istruzione.
      Lasciamo da parte chi si laurea in materie affascinanti ma senza sbocchi per i quali ho un’istintiva simpatia ed hanno comunque il merito di far vivere corsi di laurea e ricerche in materie affascinanti.

      Ma chi si laurea in giurisprudenza con voti scarsissimi e dopo 10 anni, siamo sicuri che poi possa giustificatamente lamentarsi che non trova lavoro se non in un call center? E non era meglio fermarlo prima, visto che evidentemente non ha nessuna vocazione?
      (Penso sempre ad una studentessa che nei pochi anni che ho lavorato all’università aveva dato l’esame di diritto internazionale 17 (diciassette!) volte…che senso ha? Ammesso che lo abbia passato alla 18 esima, cosa farà adesso?)

  95. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    ” abolire il valore legale del titolo di studio”

    Faccio tre anni di istituto tecnico per geometri, poi metto su uno studio dentistico?

    Faccio l’istituto d’arte e poi mi dichiaro avvocato?

    Credo che i privati chiedano spesso qualche titolo semplicemente per ridurre il numero di persone che devono intervistare prima di assumerle, ma non penso si possa parlare di “valore legale” in questo caso.

    Lo Stato penso che richieda titoli precisi per ruoli e avanzamenti di carriera (uno con la terza media non può essere assunto come dirigente tecnico di un ufficio di urbanistica), ma siccome non assume più da tempo immemorabile, non mi sembra che la gente studi apposta per trovare un impiego statale.

    Ma forse mi sfugge qualcosa.

    • Luigi scrive:

      Allora, io potrei essere più che d’accordo. Ovvero, lo sono 🙂

      Però dopo sorge un’obiezione collaterale: perchè io, che mi sento dentista anche se ho studiato da avvocato, dovrei esserelimitato nella mia personalità dall’odio omofobico e antisemita tipicamente kattolico?

      Se Vladimiro Guadagno andava in Parlamento vestito da donna, perchè tale si vedeva, io faccio il dentista perchè tale mi sento di essere.
      Non mi si risponda con le possibili conseguenze pratiche dell’avvocato che realizza un’otturazione, altrimenti tiro fuori il professor de Mattei e il concetto di “castigo di Dio”…

      Nasco uomo e poi mi dichiaro donna? O vale per tutti e in tutti gli ambiti, o siamo al solito “razzismo di ritorno”.

      Ciao.
      Luigi

      • Roberto scrive:

        Forse perché per fare il dentista devi saper cavare un dente?
        Mentre invece non mi sembra che essere donna richieda una qualche abilità particolare…

      • Roberto scrive:

        Ti ho risposto ovviamente sulle conseguenze pratiche, visto che mi sembrano le uniche che contano nel tuo esempio.
        Sfiderò il castigo di dio ma con i denti ben curati

    • PinoMamet scrive:

      ….ehm…

      ma cosa c’entra?

      Io non so come chiamarvi esattamente. Cioè, non so chi siate di preciso “voi”, e se si possa usare un “voi”: mi sembrate abbastanza diversificati. Potrei chiamarvi “i reazionari” (francamente non mi sembri proprio un conservatore… io semmai sono un conservatore!) come facevano i vetero-comunisti, ma non mi piace troppo.

      Diciamo che siete “la controparte”. Quelli che ogni tre per due, pur nella differenza delle vostre opinioni, va sempre a finire che tirate fuori quanto si stava bene nell’Ancien Regime e che no, non ci tornereste, però, però, in fondo…

      ecco, ma perché voi della “controparte” fate sempre sempre degli esempi paradossali?
      “ma se Gino chiede la parità di diritti per X… allora perché Y, che è nato senza gambe, non può andare a cavallo?”

      E mia nonna con le ruote che era un autobus.

      Non so, va bene l’amor di polemica, ma in fondo, se aveste davvero ragione: la ragione semplice, chiara, lampante, “di buon senso” che piace “alla controparte”;
      non avreste bisogno di parlare di operazioni di cambio di sesso quando si parla di scuola, temo.
      😉

      • Dif scrive:

        92 minuti di applausi 🙂

      • Luigi scrive:

        Pino,

        ti è sfuggito che io sono favorevole al valore legale del titolo di studio. E non ho mai scritto di quanto si stava bene nell’Ancien Regime, a meno che tu pensi che io abbia 300 anni.

        Però osservavo che, poste certe condizioni al contorno, è difficile che non venga prima o poi abolito. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.

        Roberto, in effetti per essere donna serve una qualità sola: esserci nata.

        Ciao.
        Luigi

        • Roberto scrive:

          Non ho detto qualità ma abilità, che è quello che distingue il caso di vladimiro che va in giro vestito da donna da quello dell’avvocato Luigi che vuole fare un’otturazione

        • Luigi scrive:

          So bene cosa avevi scritto, perchè è mio costume leggere un paio di volte gli interventi che desidero criticare.

          Non capisco però per quale motivo dovrei aderire alla visione del mondo che sottintende il termine abilità, tanto se riferito all’essere donna quanto all’essere avvocato o dentista.

          Comunque, ripeto, non sono avvocato.
          Dio me ne scampi e liberi 🙂

          Luigi

        • Roberto scrive:

          ” visione del mondo che sottintende il termine abilità, ”

          Ammetto di non essere abbastanza intelligente da capire questa frase.

          Comunque riassumendo:

          Tu scrivi che non capisci perché vladimiro può andare in giro vestito da donna e l’avvocato non può cavare denti.
          Io ti scrivo che essere donna non richiede nessuna abilità, mentre cavar denti si, e si deve imparare.
          Tu mi dici che è donna chi tale nasce.

          Posso chiedere che cosa c’entra quest’ultima frase con il discorso iniziale?

      • PinoMamet scrive:

        “Però osservavo che, poste certe condizioni al contorno, è difficile che non venga prima o poi abolito.”

        Non ho capito Luigi;

        cioè, stai dicendo che prima o poi verrà abolito il valore legale dei titoli di studio, perché Vladimir Luxuria è nato col pisello??

        Magari ho capito male io, per carità.

  96. Moi scrive:

    ” Io la penso ancora così, la scuola pubblica deve insegnare a tutti, a tutti, a tutti, adattandosi alle diverse intelligenze e alle diverse necessità. “

    Maura

    ————————–

    Di per sé , l’ idea mi piace … però ci vorrebbero più insegnanti che studenti ! E ovviamente mettere fuori legge (!) le trasmissioni televisive “frivole”, in un clima di Formazione Permanente.

  97. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Nasco uomo e poi mi dichiaro donna? O vale per tutti e in tutti gli ambiti, o siamo al solito “razzismo di ritorno”.”

    Il problema di un laureato in legge che ha la “vocazione” di un dentista è che confonde il mio dente sano con quello malato.

    La signora Francesco che va in giro con la borsetta Gucci, se non la sposo, non vedo che danno mi possa fare.

    • Luigi scrive:

      Per quello che citavo il professor de Mattei.
      Io il danno lo vedo, eccome.

      Ciao.
      Luigi

      • Roberto scrive:

        Sicuramente è una questione di gusti e di percezione del danno.

        Personalmente preferisco fare un viaggio in treno seduto vicino a vladimiro che farmi mettere le mani in bocca da un avvocato

        (En passant, mi intriga come creiamo personaggi mitici, dal bambino cinese all’avvocato cavadenti)

        • Z. scrive:

          Anch’io preferisco fare un viaggio in treno con Luxuria che farmi mettere le mani in bocca da un avvocato.

          E soprattutto credo che Luxuria dovrebbe avere il diritto di sposare chi preferisce, a prescindere dal sesso e ad ogni effetto di legge.

          Detto questo, devo ammettere che preferirei altri compagni di viaggio.

          🙂

        • habsburgicus scrive:

          dovrebbe avere il diritto di sposare chi preferisce (uomo o donna che sia)

          Io non riesco proprio a comprendere perché vi sfugga una lapalissiana verità, evidente anche alle persone più a sinistra (e laicissime) sino a metà XX secolo (e oltre)
          Il/la suddetto/a può avere tutti i rapporti sessuali che desidera (purché non leda norme dello Stato e non arrechi danno a nessuno, naturalmente), in tutte le forme che vuole, con persone dell’uno o dell’altro o di entrambi i sessi :D, in altre parole può fare quanto desidera….
          Però il/la medesimo/a NON può pretendere di avere un matrimonio che, per definizione, implica un uomo e una donna 😀
          (poi, nel privato, chiami pure “marito” e/o “moglie” il compagno di turno…e imponga pure agli amici di chiamarlo così, pensa il togliere l’amicizia 😀 no problem 😀 chiunque, in privato, può credere di essere Traiano….e non importa niente a nessuno :D)
          Io, il giacobinismo (quello vero !) potrei anche arrivare a sopportarlo (hanno vinto loro, che posso farci :D), quello che va al di là di ogni mia comprensione è questo assurdo pseudo-“sinistrismo” (con tante scuse alla sinistra, quella autentica, di una volta, che magari era colpevole dei GULAG ma non si spingeva al punto di violentare il senso comune ! il che è molto peggio :D)

        • Moi scrive:

          @ HABSBURGICUS

          Il Faro delle Sx Europee ha smesso di essere l’ URSS per diventare gli USA “Liberal” …secondo alcuni, seppure “in camuffa”, già con il Sessantotto.

          😉

        • Roberto scrive:

          Habsburgicus, è molto semplice: quella del matrimonio che è solo tra uomo e donna è una semplicissima convenzione umana che esiste qui ed ora. Basta cambiarla et les jeux sono faits, il mondo continuerà a girare come ieri e come domani. D’altronde già non è più così in altri paesi e la vita continua, i cattolici continuano a sposarsi e a divorziare come sempre e dopo l’autunno viene l’inverno

        • Moi scrive:

          ORDO AB CHAO … palesemente.

        • PinoMamet scrive:

          ” il senso comune”

          Fuor di polemica, Habs, credo che il punto sia proprio questo: non c’è un senso comune ad oggi in Europa.

          Ma neanche in ambienti che si presumono piuttosto omogenei, come i prelati della Chiesa cattolica: neanche loro sono riusciti a trovare una maggioranza di 2/3, in un documento che parla di matrimonio e di omosessualità.

          E ci sono persone come Z. e il sottoscritto che trovano normalissimo pensare che una persona possa chiedere di sposarsi con un’altra persona indipendentemente dal sesso, forse perché la vediamo come (Z. mi scuserà l’approssimazione) “una roba di diritti”.

          Guido, ti va di vivere con Giorgio finché divorzio non vi separi? Benissimo, io sindaco ci metto la firma.

          E altre persone, penso in buonissima fede come te, che trovano contrario al loro senso comune che Guido e Giorgio possano sposarsi.

        • habsburgicus scrive:

          non è questione di senso comune..
          dal 3200 a.C (comparsa della scrittura) nessuna civiltà ha ammesso, o anche solo ipotizzato, matrimoni fra persone dello stesso sesso..é una contraddizione in termini !
          neppure società come la Grecia classica che valorizzava molto il sesso omosex (maschile)…ma nessuno osò sostenere che Socrate poteva, o doveva sposare, il suo giovane amico 😀
          con quello al massimo “si divertiva” (contento lui :D), ma il matrimonio era con Santippe 😀

        • Roberto scrive:

          Habsburgicus,
          Il matrimonio fra un uomo ed una donna è semplicemente una delle tantissime forme che hanno scelto gli uomini per dare una veste pubblica alle loro relazioni. Non sappiamo nulla di cosa c’era prima e nel frattempo ne abbiamo viste ti tutti i colori. Il matrimonio fra due uomini o fra due donne è semplicemente una convenzione in più.

        • PinoMamet scrive:

          ” nessuna civiltà ha ammesso, o anche solo ipotizzato, matrimoni fra persone dello stesso sesso”

          beh, direi che le cose non stanno proprio così 😉
          http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_same-sex_unions

          PS
          secondo l’interpretazione ebraica (già lo scrissi) i matrimoni tra persone dello stesso sesso erano praticati in Egitto… pare che gli Ebrei si ricordassero bene!
          😉

        • Peucezio scrive:

          Quello che non capirò mai dei sostenitori di questa assurdità, è perché danno tanta importanza alla parola, volendone distorcere il significato.
          Qualsiasi dizionario di qualsiasi epoca, sia per il latino che per l’italiano, definisce il matrimonio come legalizzazione di un’unione fra uomo e donna. La differenza di genere è un dato costitutivo, allo stesso modo per cui non parlo di alterità fra due identici: alterità implica differenza.

          Se i sostenitori dei diritti degli omosessuali ci tengono tanto a stravolgere il senso della parola matrimonio è solo per spirito iconoclasta, ma si vuole distruggere ciò cui si attribuisce un significato. Sono cioè incapaci di slegarsi da delle categorie tradizionali, quelle che loro contestano, per cui, invece di buttarle via e dire: “il matrimonio è per le famiglie tradizionali, noi vogliamo fare una cosa diversa”, dicono: “noi vogliamo fare il matrimonio”.
          Come dire: noi non vogliamo una società laica, ma la sacralizzazione dei nostri valori, siamo la teocrazia dell’omosessualità, i talebani dei diritti individuali, vogliamo creare una contro-religione alla rovescia, con tutti i nomi e i segni esteriori di quella società all’antica che dicono di contestare.

          Se non fossero così imbecilli, semplicemente pretenderebbero che ogni persona possa liberamente stabilire con qualsiasi altra dei patti (per l’assistenza in ospedale, l’eredità e tutto il resto), senza nessun vincolo (nel senso che possono anche essere più di due, di qualsiasi età, sesso, ecc.) e poi, se c’è qualcuno ancora affezionato a un’istituzione preistorica come il matrimonio, la segua pure, purché non ponga ostacoli a tutti gli altri.
          Io non mi sentirei certo a mio agio in un mondo del genere, ma è l’unico modo di risolvere una serie di problemi pratici in un mondo nichilista e senza categorie di riferimento.
          Invece loro vogliono tutt’altro, vogliono la parodia di un’istituzione esistente (e, in un mondo come il nostro, in un certo senso anacronistica, lo dico da persona che imporrebbe domani mattina la famiglia patriarcale, ma che prende atto della realtà, pur senza approvarla).

        • PinoMamet scrive:

          “Quello che non capirò mai dei sostenitori di questa assurdità, è perché danno tanta importanza alla parola, ”

          Anche qui, mi sembra una questione di prospettive.

          Secondo me sono gli oppositori del matrimonio omosessuale a dare importanza alla parola, pensandola come se fosse qualcosa di “sacro” e intoccabile, e immaginandosi (nonostante, ehm, le smentite) che sia qualcosa di immutabile nei secoli.

          I sostenitori invece chiedono un patto di convivenza tra due persone, e ritengono che in effetti il matrimonio sia proprio questo: un patto di convivenza tra due persone.

          Ne vuoi di più? tre, quattro, a sessi assortiti? Bene, ragioniamoci sopra (magari tenendo presenti che ci sono poligami ecc. ecc.), ma sta di fatto che per ora non vogliono concedere manco quello tra Giorgio e Massimo, anche se sono solo due e anche se non si chiama ufficialmente “matrimonio”.

          Che poi Giorgio e Massimo vogliano mettersi entrambi in smoking, o entrambi con l’abito bianco per scandalizzare la zia bigotta di Giorgio, sono fatti loro personali, che tra l’altro finiranno con la fine delle zie bigotte!

        • Francesco scrive:

          Ben conscio della totale inutilità di farlo, esprimo la mia piena adesione a quanto detto da P e H in tema di matrimonio.

          Un poco stupisce questa affezione LGBT per una istituzione moribonda, fa il paio con la pretesa femminista di avere le donne prete adesso che di preti non ce ne sono più.

          Mi sa che domani la Brambilla pretenderà di nominare Visconte o Abate il suo canino …

          O tempora o mores

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          il punto è che se una parola, un simbolo, un’istituzione è sacra per alcuni e ha un puro significato pratico per altri, si rispetta il sentimento di quelli per cui è sacro, visto che usare un’altra parola o un altro simbolo non costa nulla.

        • PinoMamet scrive:

          Infatti li avevano chiamati PACS…
          ma nun annavano bene manco così!

          E allora dimme che me vòi menà! 😉

    • Luigi scrive:

      Dimenticavo.
      Ovviamente non sono avvocato.
      Facevo un esempio pour parler.

      Luigi

    • Francesco scrive:

      Non vedo perchè dovresti andare da un dentista che come unico titolo può vantare il diploma in geometria.

      Dovrebbe almeno avere fatto pratica da un dentista provato o esserlo diventato intanto che tu avevi i denti sani. Come, ci interessa poco.

      Sarà più facile per lui la vita se ha studiato da dentista ma non è un problema mio.

      Ciao

  98. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “Voglio dire, laureato in ingegneria chimica con buon voto, fa veramente così fatica?”

    Forse in Cina o in Romania (paese costellato di scintillanti fabbriche con nomi italiani).

    • Francesco scrive:

      l’industria chimica italiana è uno dei settori di maggior successo, con una forte presenza di multinazionali straniere che investono

      e una nulla dei colossi statali creati dai dirigisti DC negli anni ’60 e ’70 e andati a remengo perchè trasformati in strumenti di politica “sociale” ed “economica”, da aziende che erano

      ciao

  99. Roberto scrive:

    In effetti non avevo fatto quell’esempio totalmente a caso (e credo che si possa dire lo stesso anche di ingegneri meccanici, almeno i laureati a Bologna)

    • Peucezio scrive:

      In quello che dice Roberto c’è del vero.
      Il punto è che le lauree con più richiamo mica sono quelle che servono a qualcosa. E nemmeno quelle umanistiche tradizionali, che non servono a un cazzo, ma danno un bagaglio culturale vero e una capacità critica.
      Sono le varie derivazioni della laurea in economia e tutta la montagna di cazzate tipo mediazione culturale, scienze della formazione, e tutte le altre definizioni del cazzo.
      Aldo Giannuli una sera, anni fa, mi raccontava che a Bari avevano istituito persino scienze della pace, solo che si erano iscritti in quattro o cinque e quindi poi l’avevano chiusa. Ma c’è una pletora di corsi di laurea del cazzo invece a cui si iscrivono migliaia di studenti.

  100. habsburgicus scrive:

    farà piacere a Mirkhond 😀 (fra l’altro dimostrando che ci sono anche americani moderni seri :D)

    trovo su una bacheca di fb, questo stato che riproduco qui
    Regno delle Due Sicilie, Nord e Sud, industrie, primati, 1799, 1848, Croce: avevano ragione i neoborbonici. “Quoque tu, Davis? Anche tu, Davis? Proprio John Davis (Storia italiana ed europea all’Università del Connecticut), uno degli storici più accreditati nel mondo accademico italiano e tra gli intellettuali “ufficiali”, ha fatto quello che dovrebbero fare tutti gli storici veri e cioè ha continuato e aggiornato le sue vecchie ricerche, ha rivisto molte delle sue posizioni e ha scritto. Solo che tutto questo avviene in un libro (“Naples and Napoleon: Southern Italy and the European Revolutions, 1780-1860″) del 2006 tradotto “solo” dopo 8 anni e appena pubblicato dalla Rubbettino (Napoli e Napoleone, L’Italia meridionale e le rivoluzioni europee 1780-1860). Nel frattempo solo silenzio, un lungo silenzio da parte dei colleghi italiani di Davis e dei media fino a quando Gigi Di Fiore, autore di
    controstorie numerose e di grande successo sempre a proposito di “risorgimento” (1) su Il Mattino del 2/9/14 ha rotto questo silenzio con una puntuale e chiarissima recensione del testo. Nessuno di noi ha mai ipotizzato complotti degli accademici riuniti nelle caverne alla luce di fumose candele ma il complotto esiste di fatto quando gli stessi accademici evitano di pubblicare o di tradurre certi libri, evitano i dibattiti che certi libri provocano ed evitano magari pure di pubblicizzarli sui media locali e nazionali presso i quali sono spesso essi stessi recensori e/o opinionisti. E’, in fondo, quello che è capitato ai vari Daniele, Malanima Ciccarelli, Fenoaltea, Tanzi, Collet (2) o al prof. Eugenio Di Rienzo (La Sapienza di Roma) con il suo documentatissimo libro sugli interessi inglesi verso le Due Sicilie (3) o al prof. Luigi De Matteo (Istituto Universitario Orientale di Napoli) con i suoi numerosi saggi e il suo ultimo libro (4) in cui si evidenziano i danni derivati dall’unificazione e si dimostra che l’economia del Sud preunitario seguiva un suo coerente e spesso efficace progetto di sviluppo.
    Più facile, allora, rifugiarsi nell’attacco ai neoborbonici o magari a Pino Aprile e al suo best-seller “Terroni”, punto di riferimento del neo-meridionalismo e bersaglio preferito negli ultimi anni: tutti “storici senza patente” che però hanno avuto il merito oggettivo di costringere quegli accademici a dibattiti, a ricerche e pubblicazioni che non avevano e non avrebbero mai concesso, come dimostrano gli ultimi (appena appena) 130-140 anni di storiografia piatta e omologata. Qualche esempio? Il medievista Barbero prestato alla storia risorgimentale che avrebbe voluto smantellare il mito negativo di Fenestrelle e della deportazione dei soldati delle Due Sicilie al Nord (5) o la prof.ssa Renata De Lorenzo che avrebbe voluto smantellare i miti neoborbonici (6), entrambi smentiti, documenti alla mano -se mi fate passare questo piccola auto-recensione- nel mio ultimo libro (senza repliche, finora), Il Sud dalla Borbonia felix al carcere di Fenestrelle (7). Pronti, invece, gli stessi accademici, ad amplificare oltre ogni misura e oltre ogni merito oggettivo, le ricerche di chi, senza alcun contributo innovativo e smentito da molte delle sue stesse fonti, si omologava alla vulgata ufficiale (su tutti il testo di E. Felice sulle motivazioni per le quali il Sud sarebbe arretrato (8), le stesse che Davis smentisce categoricamente). E via con paginate intere e senza diritto di replica e, come ricorda Di Fiore sul Mattino, con migliaia di righe spese a polemizzare su “sudisti”, borbonici o antiborbonici… La stessa postfazione del testo di Davis appena pubblicato, polemizzando proprio contro “revisionisti” o “nostalgici”, dimostra essa stessa l’importanza di quella pubblicistica così superficialmente condannata dai soliti censori. Curioso, poi, che l’autore della postfazione sia lo stesso traduttore esperto, oltre che di lingua inglese, di religiosità e di santi: una post-fazione molto “post-faziosa”, carica di molti spunti contro le stesse tesi di Davis e di una polemica del tutto fuori contesto (Davis l’avrà letta?) contro le “farsesche” diatribe tra “sudismi e nordismi”, contro i “revisionismi inventati” (altro che inventati: bastava leggere meglio il testo tradotto…).
    “Chiunque scriva su questo periodo -afferma giustamente, invece, Davis- deve molto ai sempre più numerosi dibattiti e ricerche che si sono sviluppati intorno al Mezzogiorno preunitario negli ultimi decenni”.
    Ma quali sono le tesi al centro del libro e che dovrebbero costringere molti storici (e ammiratori di Davis) a fare parecchi passi indietro? Prima di tutto la tesi dell’arretratezza delle Due Sicilie, una tesi infondata, per Davis, e inventata ad arte da chi fu artefice (Benedetto Croce in primis) del processo unitario per giustificare prima di tutto se stesso dei fallimenti di quel progetto e le sue conseguenze più drammatiche, in testa i massacri dei cosiddetti “briganti” (che “briganti” non erano neanche per Davis), l’emigrazione inarrestabile, le questioni meridionali sempre più drammatiche…
    “A Sud negli anni immediatamente seguenti all’unificazione c’erano state pesanti tensioni che le autorità avevano tentato di minimizzare definendoli meri atti di brigantaggio. In ogni caso, per sopprimere il fenomeno, fu necessaria un’azione militare nella quale persero la vita più uomini di quanti ne erano caduti durante tutte le guerre di Indipendenza. Negli anni Novanta […] le disparità tra le due Italie demolivano apertamente l’idea del Risorgimento come momento di coesione per la popolazione italiana: la successiva emigrazione di massa che riguardò in un primo momento migliaia e poi milioni di meridionali costretti ad abbandonare le loro case in cerca di un lavoro e di vita migliori al di là dell’Atlantico suscitò timori ancora più consistenti […] Per contrastare questi funesti presentimenti era necessario trovare nuove vie per difendere il Risorgimento e riaffermare l’unità nazionale senza imputare alla nuova Italia soprattutto a loro stessi che ne erano stati e ne erano gli artefici e [così come gli intellettuali ufficiali -loro eredi culturali o genetici- continuano a fare] le responsabilità delle condizioni del Sud. Si cominciò a riscrivere la nuova storia andando a ritroso e si difese la forza creativa del Risorgimento sostenendo che la ‘questione meridionale’ era un’eredità del passato. Il principale artefice di questo schema interpretativo fu uno dei più accreditati esponenti della cultura risorgimentale, il filoso e storico napoletano Benedetto Croce. Croce sostenne che secoli di malgoverno straniero e spoliazioni avevano trasformato il Sud in un ‘paradiso abitato da diavoli’”…
    Prevale così negli anni l’immagine di un Sud “premoderno” ma “questa idea -sostiene sempre Davis- ha portato le ricostruzioni successive ad allontanarsi sempre più della realtà evidenziando differenze che non avevano riscontri nella realtà”. Non si spiegherebbe così, allora, come sia possibile che “i livelli di produttività del Meridione rimangono tra i più bassi del continente, le infrastrutture economiche e sociali sono povere” mentre continuano a imperversare criminalità organizzata e corruzione di classe dirigente… “Non si può neanche sostenere che le condizioni economiche e sociali del Sud fossero peggiori del resto d’Italia all’epoca dell’unificazione”: l’Italia tutta, infatti, era più povera di altri Paesi europei.
    Del resto questa è stata da sempre una tesi “neoborbonica”: ci interessava e ci interessa dimostrare non la grandezza del Regno delle Due Sicilie -comunque competitivo in molti settori e potenzialmente in grande crescita- in rapporto all’Europa e al mondo, ma proprio le condizioni di partenza uguali o superiori a quelle del resto dell’Italia, a totale differenza di quanto sarebbe accaduto dopo l’unificazione e fino ad oggi.
    E Davis, infatti, aggiunge: “nel 1860 le differenze economiche tra il Nord e il Sud erano di gran lunga inferiori a quelle che ci sarebbero state 40 anni più tardi quando lo stato italiano smantellò le barriere protettive che avevano portato allo sviluppo delle industrie tessili, di ingegneria e di edilizia navale meridionali… nello stesso anno 1860 i numeri dell’industria erano migliori al Sud che in qualsiasi altra parte della penisola” [e alla fine degli anni ’90, uno “storico senza patente” e anche un po’ neoborbonico, tale De Crescenzo, per uno dei suoi primi libri editi da una coraggiosa casa editrice locale, aveva contato tra i documenti dell’Archivio di Stato di Napoli oltre 5000 fabbriche solo nel Sud continentale…] (9).
    “Astratta, antistorica e di stampo ottocentesco”, allora, la dicotomia sistematicamente evidenziata da Croce in poi tra arretratezza del Sud e modernità del Nord, una ideologia che non tiene conto, per Davis, delle specificità dei territori e che ha fortemente condizionato la storia di tutta l’Italia.

    In quanto al famoso 1848, ai “liberali” e ai loro difensori, premesso che anche negli altri paesi europei i moti furono repressi “con le stesse modalità di quelle adottate dai Borbone”, premesso che in gran parte i “rivoluzionari” erano latifondisti “alla ricerca di potere politico” (oltre che economico), è chiaro e netto il giudizio sul famoso Gladstone e la sua (falsa) affermazione in merito alla “negazione di Dio”: l’Inghilterra condizionò il giudizio sui Borbone per interessi commerciali legati in particolare alla guerra degli zolfi oltre che politici. Lo stesso Gladstone era stato portavoce nella Camera dei Comuni per i mercanti inglesi di zolfo e, tra l’altro, in precedenza aveva scritto un resoconto più che positivo delle Due Sicilie…

    Facendo un salto indietro nel tempo, Davis, poi, smantella anche un altro dei miti fondamentali della cultura ufficiale: le invasioni francesi del 1799 e del 1806 da ricondurre semplicemente nel piano di espansione imperiale francese: “Il decennio napoleonico fu una fase critica per il Mezzogiorno ma lo fu anche per la storia italiana ed europea”.
    “Nella ricostruzione proposta un secolo dopo gli eventi fu Croce a trasformare la Repubblica Napoletana del 1799 in uno dei miti fondativi del nuovo Stato italiano” seguito “passivamente” (le rivoluzioni “passive”…) e negli anni da numerosi esponenti della “intellighentia” locale fino a quell’Istituto per gli Studi Filosofici che, con consistenti e trentennali finanziamenti pubblici, ne ha fatto la sua unilaterale bandiera e che, paradossalmente, ha finanziato la stessa traduzione di cui stiamo parlando forse senza entrare nel dettaglio dei contenuti.
    Da un lato, allora, “i primi martiri della nuova Italia”, dall’altro le “masse brute e ignoranti”, da un lato il clero e la corte dall’altro una “minoranza progressista” in un’altra dannosa dicotomia di stampo quasi razzista che ancora oggi si vive nella società napoletana. In realtà anche questa fu una vera e propria invenzione storiografica perché “il Sud pagò un conto salatissimo alla causa imperiale non solo in termini di tributi finanziari e vite umane ma anche sopportando il peso di persistenti agitazioni e disordini”. Da anni i neoborbonici si battono per ridimensionare i periodi francesi a Napoli evidenziandone, tra l’altro, uno degli aspetti evidenziati da Davis e del tutto trascurato dalla storiografia e cioè il costo di vite umane: oltre 60.000 nel 1799 e oltre 50.000 nel 1806 le vittime di parte napoletana-cristiana-borbonica, come riportano le cronache dei generali francesi (10).
    Le stesse (celebratissime) riforme francesi, per Davis, “partirono dal basso” e non furono il frutto di chi (semplicemente “esperto di annessioni”) era stato inviato al Sud: l’immagine di un Regno “immobile e resistente al cambiamento” in periodo pre-napoleonico, allora, “comincia a disintegrarsi e scopriamo, invece, una società, una economia, un sistema politico pienamente coinvolti nel processo di trasformazione che stava cominciando a minare le basi dell’antico regime negli altri stati europei… La complessità di questo panorama non è facilmente conciliabile con l’immagine di rivoluzione passiva che si affermò più tardi ma lascia piuttosto pensare ad un Sud che aveva intrapreso un itinerario di sviluppo simile e per certi addirittura avanzato rispetto a quello negli altri stati italiani”. E questo è confermato dalla politica di integrazione da parte dei Borbone delle riforme francesi anche più che negli altri stati.
    In conclusione “i problemi del Sud odierno sembrano, in definitiva, direttamente riconducibili alle conseguenze del problematico inserimento di quest’area dello Stato italiano, piuttosto che ad una vaga e talvolta indefinibile nozione di arretratezza”.
    Il tutto, aggiungiamo noi, con buona pace di storici ufficiali più o meno giovani con due esempi: Felice per la prima categoria e Galasso per la seconda, entrambi estimatori del Davis. Se qualche nostro lettore volesse aggiornarli, lo preghiamo di farlo con calma e senza esagerare nei toni… soprattutto quando ricorderete al prof. Galasso, simbolo vivente della cultura (e della politica) ufficiale napoletana, pluri-citatore del “vecchio” Davis (11), questa sua affermazione ripresa in blocco dai suoi seguaci anche più giovani e ciclicamente pubblicizzata come un grande e nuovo scoop: “Il minore sviluppo del Mezzogiorno dopo l’unificazione ha avuto le sue radici nelle condizioni preunitarie del Mezzogiorno stesso e in un suo già sussistente divario rispetto al Nord” (12).

    Consentiteci, però, di chiudere queste riflessioni con una riflessione pubblicata diversi anni fa sia perché alcune delle tesi in essa riassunte sono molto simili a quelle che Davis, anche senza aver letto i miei libri, riporta nel suo testo, sia perché sintetizzano i veri obiettivi neoborbonici, obiettivi del tutto diversi da quelli che censori di parte e superficiali ogni tanto ci attribuiscono…
    “Tutti colpevoli, allora, gli storici, meridionalisti di ieri e di oggi, che per decenni hanno inseguito questa o quella tesi, questa o quella interpretazione quasi sempre legata ad una subalternità culturale che li portava a criminalizzare o ignorare la storia del Sud pre-unitario dei Borbone fino addirittura a riferire i problemi dello stesso Sud all’epoca medioevale o a epoche quasi preistoriche. Meglio, per loro, accettare la tesi dei meridionali inferiori magari geneticamente piuttosto che dare le colpe dei problemi meridionali a quella che fu una pura e semplice colonizzazione. Le classi dirigenti meridionali, del resto, non potevano che essere subalterne alle scelte politiche centro-settentrionali per restare classi dirigenti e tramandarsi cariche politiche, cattedre universitarie o ruoli di intellettuali ‘ufficiali’. Subito dopo il 1860 furono licenziati gli impiegati delle ferrovie giudicati dalla Polizia del tempo ‘reazionari’ o ‘borbonici’. Inutile dire come furono scelti i docenti, i giornalisti o gli stessi politici e che possibilità avevano di affermare la verità storica e rivendicare le proprie ragioni. Tutti colpevoli di non scrivere, dire o gridare la verità di migliaia di meridionali massacrati, chiamati ‘briganti’ e cancellati dalla storia proprio in quegli anni. Tutti colpevoli di non aver fatto nulla o addirittura (spesso) di avere indicato l’emigrazione come unico rimedio possibile per risolvere ‘gli atavici problemi del Sud’ negli stessi anni, dall’alto delle loro cattedre o dei balconi delle ville a Posillipo. Impegnati in dibattiti sereni e distaccati e nell’elaborazione delle loro astratte tesi, lontani dal popolo che avrebbero dovuto rappresentare, contro quello stesso popolo, ignoravano colpevolmente le due più grandi tragedie che la storia d’Italia possa ricordare: quella del ‘brigantaggio’ e quella ancora attuale dell’emigrazione. L’unica strada che possiamo percorrere ‘risarcire’ i nostri antenati morti o partiti in questo secolo e mezzo è proprio quella della verità storica. Nell’attesa di classi dirigenti finalmente fiere e orgogliose e degne di rappresentare il Sud di domani”(13).

    Gennaro De Crescenzo

    NOTE
    1) Tra gli altri: Gigi Di Fiore, I vinti del Risorgimento, UTET, Torino, 2004; La camorra e le sue storie, UTET, Torino, 2005; Controstoria dell’Unità d’Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento, Rizzoli, Milano, 2010]
    2) Cfr. in particolare Carlo Ciccarelli e Stefano Fenoaltea, “Attraverso la lente d’ingrandimento: aspetti provinciali della crescita industriale nell’Italia postunitaria”, in Quaderni di Storia Economica (Economic History Working Papers), n.4, luglio 2010, Banca d’Italia, Roma, 2010; Stephanie Collet, A Unified Italy? – Sovereign Debt and Investor Scepticism, Université Libre de Bruxelles (ULB), March 15, 2012; Vittorio Daniele, Paolo Malanima, “Il prodotto delle regioni e il divario Nord-Sud in Italia (1861-2004)”, in Rivista di Politica Economica, Marzo-Aprile, UMG, Catanzaro 2007; Vito Tanzi, Italica. Costi e conseguenze dell’unificazione italiana, Grantorino Libri, Torino, 2012]
    3) Eugenio Di Rienzo, Il Regno delle Due Sicilie e le potenze europee, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2012
    4) Luigi De Matteo, Una ”economia alle strette” nel Mediterraneo – Modelli di sviluppo, imprese e imprenditori a Napoli e nel Mezzogiorno nell’Ottocento, ESI, Napoli, 2014. Tra i numerosi saggi di cui De Matteo è autore si segnala, in particolare, a proposito del significativo successo mediologico attribuito al recente libro di E. Felice “Il ritardo del Mezzogiorno dai Borbone a oggi. Un recente volume, i rituali politico-cultural-mediatici del nostro tempo”; in Storia Economica 2/2013, ESI, Napoli
    5) Alessandro Barbero, I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle, Laterza, Bari, 2012
    6) Renata De Lorenzo, Borbonia felix. Il Regno delle Due Sicilie alla vigilia del crollo, Editori Salerno, prefazione di Alessandro Barbero, Roma, 2013
    7) Gennaro De Crescenzo, Il Sud dalla Borbonia felix al carcere di Fenestrelle. Perché non sempre la storia è come ce la raccontano, Magenese, Milano, 2014
    8) Emanuele Felice, Perché il Sud è rimasto indietro, Il Mulino, Bologna, 2013
    9) Gennaro De Crescenzo, Le industrie del Regno di Napoli, Grimaldi, Napoli, 2002
    10) ) Cfr. Memoires de General P. Thiebault par F. Calmettes, VI ed., Villette, Paris, 1894; G. De Crescenzo, L’altro 1799. I fatti, Tempo Lungo, Napoli, 1999; A. Boccia, Massaco a Lauria. La resistenza antigiacobina in Basilicata (1799-1806), Il Giglio, Napoli, 2006
    11) Il testo senza dubbio più citato di Davis (con le tesi vecchie ormai superate dalle sue nuove tesi) è Società e imprenditori nel regno borbonico, Laterza, Roma-Bari, 1979
    12) Giuseppe Galasso, Storia del Regno di Napoli (volumi 5), Utet, Torino, 2007, vol. VI, pp. 597-598
    13) Gennaro De Crescenzo, Ferdinando II di Borbone, Editoriale Il Giglio, Napoli, 2009

    • Francesco scrive:

      argh!

      un minimo di sintesi?

      questa insopportabile prolissità è elemento non ultimo dell’ostilità di noi polentoni per il terroni

      F o’ sopraffatto

  101. mirkhond scrive:

    Ti ringrazio di questa boccata d’aria!
    Ho avuto qualche anno fa, un rapporto telematico col professor Gennaro De Crescenzo.
    Che non è un accademico, ma è preparatissimo sull’argomento Borbone.
    Vedasi il dibattito avuto proprio con Barbero, da noi a Bari, nel dicembre 2012.
    Aggiungo un particolare.
    Molti anni fa, come borsista, seguivo dei corsi di perfezionamento in un centro studi religiosi presso Varese.
    Il segretario e organizzatore, uomo di elevatissima cultura, ha un cognome molto diffuso dalle mie parti.
    Alché gli chiesi se fosse di origine meridionale (invece è veneto).
    Lui mi rispose:

    – Guarda, è molto più probabile che i meridionali col mio stesso cognome, siano originari delle mie parti, perché fino all’unità d’Italia, i più poveri eravamo noi.
    Erano i settentrionali che emigravano nelle Due Sicilie e non il contrario! –

    ciao!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Esistono numerosi cognomi uguali diffusi sia a nord che a sud. Il mio è uno di quelli, per esempio, sebbene le etimologie siano diverse.

  102. mirkhond scrive:

    Puo’ darsi che i tuoi avi provenissero dal Nord! 😉

  103. PinoMamet scrive:

    Beh Tarvisii a me sembra un cognome del nord 😀

  104. Moi scrive:

    “… la mia unica ribellione di principio consiste nel non usare quasi per niente il libro (se non come serbatoio di esercizi, che per le mie materie sono importanti, o come supporto al ripasso finale) e spiegare tutto a braccio o tramite dispense mie, preparate a spese mie e nel tempo libero mio,”

    [cit.]

    ————
    @ LISA PANISCUS

    Be’ , questo ti fa senz’altro onore … e il fatto che NON possa essere riconosciuto dallo Stato Italiano NON fa certo onore invece alla Pubblica Istruzione !

    PS

    Su questo spero che tutti quanti concordino !

  105. Moi scrive:

    Australia nella Seconda Metà dell’ Ottocento, immaginata nel Giappone della Prima Metà degli Anni Ottanta :

    http://www.youtube.com/watch?v=9ZLTeDWRij0

    1:24 _ 1:27

    … oggi impensabile, sarebbe istigazione all’ omoffobbbia ! 😉

  106. Moi scrive:

    E di Marco e Said registrati da Ignazio Marino … cosa dicono i FiloIslamicidi Sx ?! 😉 🙂

  107. Moi scrive:

    “FiloIslamici di” …che sennò sembra il truculento plurale del suffisso “cida”, scusate.

  108. habsburgicus scrive:

    @Moi (e tutti)

    A proposito di “matrimoni” dello stesso sesso ecc

    Io talora mi chiedo quale sia il progetto effettivo dei massoni nel chiuso delle loro logge 😀
    Perché, a meno che siano divenutoi fessi pure loro (e schiavi della loro stessa propaganda)-e di questi assurdi tempi non sarebbe da stupirsene :D-anche loro dovrebbero rendersi conto, nel chiuso dei templi (al riparo da occhi di “profani”), che sono assurdità irrazionali, anzi un nuovo oscurantismo ben peggiore di quello che, loro per primi, riuscirono ad abbattere nel XVII-XIX (in Spagna definitivamente solo XX) secolo !
    Né vale più il timore del Vaticano..oggi hanno beatificato Paolo VI..ed è tutto dire 😀 il Vaticano è un cadavere, che potrebbero eliminare (volendolo ma secondo me neppure gli conviene) quando vogliono..
    Dunque ci devono essere altri motivi
    Quali ?
    È questa la quastio quaestionum 😀 che ovviamente nessuno pone, neppure qui !

      • Moi scrive:

        Oggi, sta mitica scena con Ugo Tognazzie Jane Fonda*, sembra già un futuro molto meno “fantascientifica” di allora … e son passati 4 decenni, brisa 😉 4 secoli !

        *
        Pare che ci volessero Brigitte Bardot, msa si era già “consacrée aux droits des animaix” … ed è forse l’appartenenza generazionale a metterle la coerenza davanti ogni cosa; al grottesco punto che da vecchia ritiene che i Bombardamenti sui Civili Musulmani siano Vindici delle Vittime Innocenti della Macellazione Halal!

    • Roberto scrive:

      L’idea che non abbiano un progetto e il mondo funzioni pure senza di loro non puoi nemmeno prenderla in considerazione vero?
      🙂

      • habsburgicus scrive:

        ti ho inviato un libro sull’argomento 😀
        (dimmi se ti è arrivato…in tal caso potrebbe esserti arrivato 2 volte)

    • PinoMamet scrive:

      Io francamente credo che i massoni col matrimonio omosessuale non c’entrino proprio niente…

    • Peucezio scrive:

      Il Vaticano è organico al loro disegno: eliminerebbero un alleato prezioso.

    • Francesco scrive:

      avranno una doppia etica

      una per le masse, volta a mantenerle in uno stato di rincoglionimento innocuo per il loro potere

      e una che seguono loro, con discrezione

      mica sono re cristiani che devono essere “omogenei” al loro popolo, con qualche piccolo privilegio di carica

      ciao

  109. Moi scrive:

    Sempre in risposta ad Hasburgicus

    http://www.youtube.com/watch?v=bTFCwKvlKZo

    (originale, divertente …)

    http://www.youtube.com/watch?v=BBGl6kn47HQ

    (remake, triste … non so perché)

  110. Moi scrive:

    … Sarà ?

    http://www.centrosangiorgio.com/piaghe_sociali/omosessualita/pagine_articoli/massoneria_e_movimento_omosessuale.htm

    il governo francese di Hollande, che nel 2013 ha legalizzato le unioni gay, contava tra le sue fila un numero impressionante di «grembiulini», senza dimenticare gli altri Fratelli che siedono nel Parlamento (centocinquanta tra deputati e senatori).

    [cit.]

    • PinoMamet scrive:

      Oh beh, se lo dice il Centro San Giorgio deve essere vero per forza… 😉

      • habsburgicus scrive:

        che il governo Hollande sia massonico te lo dico pure io 😀
        che, credo, di avere qualche credibilità in più 😀
        comunque era già massonicissimo il governo Freycinet 120 anni fa. che, tuttavia, agiva in modo “razionale” dal suo punto di vista (per quanto deleterio)
        oggi non ne vedo la “razionalità” neppure io 😀 ma i fatti sono questi, noti ambienti stanno spingendo a ciò, che sarebbe apparso pura follia ancora ad qualunque “fratello” di 40 anni fa…a che pro ?
        boh

        • PinoMamet scrive:

          “ma i fatti sono questi, noti ambienti stanno spingendo a ciò”

          sarà, ma io credo che se si analizzasse la situazione con calma, apparirebbe che si tratta solo di fumo, di sospetti inconsistenti, di un miraggio.

    • PinoMamet scrive:

      Ci sono in effetti un paio di cose che non mi hanno mai convinto in questa idea di vedere la Massoneria dietro tutto, ma la più chiara è questa:

      hai presente i vecchi film di James Bond?
      C’è il nostro eroe, catturato, legato a un complicato macchinario che lo ucciderà…. molto lentamente;

      e mentre il cattivo si lancia in un prodigioso “spiegone” per raccontargli come e perché vuole conquistare il mondo, cosa totalmente inutile allo svolgimento della storia, il pubblico all’unisono si chiede:
      ma non poteva semplicemente sparargli??

      Ecco, l’ossessione massonica per me funzioan così. Vuoi conquistare il mondo? A parte che in pochi anni Cesare, Napoleone e Hitler ci sono andati molto più vicini…
      ma non dico mica che occorra agire per forza per mano militare.

      Non so, corrompi i politici, intrallazza con la mafia, paga dittatori. Ci sta, se un massone fa queste cose: le trovo ragionevoli per il suo scopo.

      Ma: diffondere l’omosessualità? con messaggi nascosti nei film e nei video musicali? per minare la famiglia “tradizionale”?? e… poi??
      non ha senso, semplicemente, è una strada lunga e tortuosa, dal risultato incerto, inefficiente, e che porta, anche ammesso che la sia imboccata, solo al risultato che Franco e Giovanni o Simona e Marcella potranno sposarsi… e quindi??

      • Peucezio scrive:

        Ma chi l’ha detto che i massoni vogliono conquistare il mondo?
        A parte che lo hanno già fatto da secoli, ma i massoni vogliono semplicemente imporre un’idea. E se la conquista del mondo è un mezzo per farlo, ben venga.

        Io so pochissimo sulla storia della massoneria.
        Però, se nel mondo d’Ancien Régime si viveva secondo un sistema di valori chiaro e definito, al centro del quale stava la religione, mentre oggi vivamo in un mondo secolarizzato in cui ogni individuo è il metro di sé stesso e della sua morale, evidentemente è cambiato qualcosa.
        E non certo a livello delle masse, che erano troppo assorbite da necessità pratiche e oltretutto non avevano gli strumenti culturali per sviluppare concezioni rivoluzionarie.
        Quindi le hanno volute delle élites.
        Le potete chiamare massoni, pippo, Vercingetorige o come cacchio volete voi.

        • PinoMamet scrive:

          Capisco il punto di vista, ma mi sembra che sia un po’ guardare il mondo al contrario, o usare il telescopio a rovescio.

          Come se alcune cose, diciamo “tradizionali”, fossero “naturalmente” buone, e ci volesse poi uno sforzo di qualcuno per sovvertirle e imporne di diverse.

          Nel senso: tu parti immaginandoti le masse che hanno “naturalmente” delle idee conservatrici, e non avevano tempo di cambiarle essendo assorbite dalle necessità quotidiane;
          e perciò bisogna immaginarsi che “qualcuno” gliele abbia fatte cambiare.

          Lo schema si applica benissimo all’Illuminismo e alla Rivoluzione Francese; ma solo a quello!

          Ha davvero senso continuare a immaginarsi il mondo odierno nelle strutture di pensiero di quello di due secoli, due secoli e mezzo fa?

          O non diventa piuttosto un’ossessione, un’illusione che viene mantenuta anche se fa a pugni con la realtà?

          Un vedere le cose al contrario, appunto?
          In cui “qualcuno” dice alle masse cosa devono pensare: come? tramite i prodotti di massa. Ma chi li realizza? Sempre le masse…
          e allora perchè lo fann? perchè “qualcuno” glielo ha detto…

          e così via fino alla famosa Rivoluzione Francese. Gente, è roba passata, finita!

          Io scrivo film (ho ricominciato finalmente 😀 ) e posso assicurarvi che non c’è nessun “qualcuno” che dice che i gay devono essere simpatici o antipatici.
          Può essereci “i gusti del pubblico” o le sue aspettative, ma queste sono appunto “del pubblico” e non di “qualcuno”.

          Occorre che i conservatori (secondo me reazionari in realtà) si rassegnino all’idea: molte delle idee “tradizionali” che ritengono “naturalmente” buone, non lo sono affatto, e le masse- che in fondo i conservatori dimostrano di disprezzare- lo capiscono anche da sole…

        • Peucezio scrive:

          Beh, ma se lo riconosci per l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese siamo d’accordo.
          E’ tutto lì. Il resto ne è solo l’applicazione.
          Probabilmente i rivoluzionari francesi non pensavano ai matrimoni omosessuali, ma quando abolisci la religione, la famiglia, la tradizione, puoi anche non ricordarti di voler trasformare tutti i singoli aspetti della vita, ma poi qualcuno ci penserà ad applicare l’idea a un aspetto che avevi trascurato.

          Tra l’altro tu parli di Illuminismo e Rivoluzione Francese come se fossero passaggi intermedi per arrivare all’oggi, ma è così solo perché le loro idee non sono state applicate in pieno, ma sono scese a compromessi con la società di allora.
          Ma in tante cose erano andati anche molto aql di là dell’oggi. Avevano imposto le decadi, perché la settimana secondo loro era un retaggio feudale, cambiato i nomi dei mesi, distruggevano le chiese, avevano fatto la chiesa di stato, oggi chi è che farebbe cose del genere?
          Le utopie prima s’impongono con la loro forza deflagrante, poi si riassorbono, ma intanto la situazione non è più come prima, perché una parte di quel sistema upotico si è imposta e poi, piano piano, con salti e riflussi, si impongono sempre di più. Non è un processo lineare.
          Poi è ovvio che oggi è sentito dal basso: nel momento in cui si viene educati fin da bambini non più alla famiglia, alla religione, alla patria ecc., ma alla libertà, ai diritti umani, al cosmopolitismo, alla democrazia e a tutto il resto delle cazzate… E, ancor più che dalla scuola, dalla televisione e da ogni altro mezzo di comunicazione.
          Siamo cioè in un sistema di educazione collettiva, non più familiare, come nelle più tremende utopie.Dal basso cosa può venire, in un simile sistema?

        • roberto scrive:

          “nel momento in cui si viene educati fin da bambini non più alla famiglia, alla religione, alla patria ecc.,”

          a parte la religione,
          questa è un’osservazione che si basa sulla bizzarra concezione che esista una sola idea di Famiglia, o di Patria o di Eccetera, sempre uguali ed immutabili nel tempo….quasi fossero tutti dogmi di fede

        • Dif scrive:

          Oltre ai dubbi espressi da Pino, non capisco una cosa: perchè i massoni dovrebbero essere favorevoli ai matrimoni omosessuali e, soprattutto, che interesse avrebbero a inculcare le loro idee a tutti quanti?

        • PinoMamet scrive:

          “Beh, ma se lo riconosci per l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese siamo d’accordo.
          E’ tutto lì. Il resto ne è solo l’applicazione.”

          Si ma può essere che semplicemente gli illuministi e i rivoluzionari francesi, al netto delle esagerazioni, avessero semplicemente ragione 😉 e che, voglio dire, prima o poi ci si sia arrivati suppergiù tutti quanti.

          come può essere che certe idee circolino benissimo da sole, senza particolar bisogno di un “qualcuno” dietro.

          E questo smonterebbe tutto il (semplifico) “complotto massonico”, senza bisogno di pensare alla teoria energetica di Miguel 😉 o meglio, ponendosi come corollario a essa.

          Insomma, è che a me ‘sto complotto massonico mi da sempre pensare al Pendolo di Foucault, inteso come il libro di Eco…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Eco che è un massone e sta depistando, quindi 😀

          (Sì, funziona così: basta accusare chiunque dica il contrario di essere massone o plagiato dai massoni ed è fatta)

        • Peucezio scrive:

          Roberto,
          in effetti la storia è una continua alternanza di matrimoni fra uomo e donna, fra uomo e uomo, fra donna e cavallo, fra alberi e zanzare.

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          non si tratta necessariamente di complotto.
          Quello che voglio dire è che non è una cosa venuta dal basso, ma dalle élite.
          Poi è ovvio che le masse la accolgono bene: se dici alla gente: “riempitevi la pancia, fate tutto quel cazzo che volete, togliete ogni freno ai vostri istinti più bassi” vorrei pure vedere che la massa non aderisse.

        • Roberto scrive:

          No hai ragione sono sempre ed ovunque stati celebrati solo matrimoni tra un uomo ed una donna, matrimoni ovviamente indissolubili

        • PinoMamet scrive:

          “Quello che voglio dire è che non è una cosa venuta dal basso, ma dalle élite.”
          Anche su questo v’è poi da ridire 😉 ma poniamo che sia così:
          se come dici non è un complotto, ma semplici idee, che bisogno c’è di tirare in ballo la Massoneria?

          “Poi è ovvio che le masse la accolgono bene: se dici alla gente: “riempitevi la pancia, fate tutto quel cazzo che volete, togliete ogni freno ai vostri istinti più bassi” vorrei pure vedere che la massa non aderisse.”

          Mi pare che il messaggio dell’Illuminismo fosse un altro 😉 ma anche qui non giochiamo a sottilizzare, e vediamo di capirci qualcosa.

          Ora, a volte la trama si vede meglio guardando il rovescio, come nei tappeti, perciò rovesciamolo:

          perché gli anti-illuministi dovrebbero dire alla gente “state con la pancia vuota”? e soprattutto, perché mai le masse dovrebbero seguirli??

          Non è che, invece che un “complotto” (uso il termine per comodità, d’altronde abbiamo detto che non stiamo sottolizzando) di illuministi per far fare alla gente quello che vuole (cosa che la gente pensa benissimo da sè) ce n’è uno di anti-illuministi per farle fare quello che vogliono loro?

          Voglio dire, non credo serva uno sforzo particolare per dire alla gente “sii libera”, mentre senz’altro serve un poderoso apparato sia ideologico, che fisico, di potenza, per dirle “sii schiava”.

          E secondo me, è esattamente di questo apparato che gli anti-illuministi sentono la mancanza, proiettandone la colpa di volta in volta su massoni, conciliaristi, ecc. ecc.

          quando invece credo che si tratti, molto più semplicemente, della gravitazione universale o di qualcosa di molto simile.

        • habsburgicus scrive:

          @Pino
          Non dovresti solo leggere le opere rabbiniche 😀 ma anche i grandi classici controrivoluzionari e antimassonici 😀 e molto ti apparirà più chiaro…così, se non altro per conoscere le loro motivazioni….e, credici o no, le loro dimostrazioni sono convincenti o almeno PAIONO tali 😀 (non si tratta di aderire alla loro Weltanschauung filosofico-politico..al limite uno potrebbe accettare, all’ingrosso, la loro analisi e trarne conclusioni del tuto opposte :D)
          Però posso capirti..vivi in una regione laica da decenni (da prima che nascenissimo io, te e qusasi tutti qui), e in più del Cattolicesimo hai conosciuto solo la caricatura conciliare..o, peggio :D, la caricatura conciliare del Cattolicesimo tradizionale 😀
          Come Talleyrand disse, “qui n’a pas vécu avant la révolution, ne connaît pas la joie de vivre”
          Io mi permetto di chiosare “qui n’a pas connu l’Église avant le Concile, ne connaît pas l’essence du Catholicisme” 😀

        • habsburgicus scrive:

          Anche su questo v’è poi da ridire 😉

          io ben ricordo che pria di partire, le tariffe partivan da 3000 lire 😀

        • PinoMamet scrive:

          Può benissimo darsi che tu abbia ragione… in effetti lungi da me ridicolizzare le posizioni di chi la pensa diversamente da me
          (un po’ di ironia ci sta e la accetto anche nei miei confronti 😉 )

          infatti vedi che anche con Peucezio io espongo le mie perplessità, ma non lo attacco di certo:

          io, in buona fede, la penso così, come vedi, e per questo sono curioso di capire il meccanismo di pensiero di chi, in altrettanta buona fede, la vede all’opposto!

          Mi incuriosisce come due persone, alla fine non tanto diverse per vissuto, possano avere delle percezioni completamente contrarie dello stesso fenomeno…

        • Francesco scrive:

          Pino,

          quello che ogni volta mi sorprende è come viviamo in due universi apparentemente simili ma in realtà incommensurabili.

          Mi riconosco all’incirca nell’opposto di quello che scrivi, con squarci luminosi e rarissimi di accordo.

          Però di solito il tono è uguale al mio, come la preferenza per la ragionevolezza.

          Fortuna che non abbiamo eserciti ai nostri ordini!

          Ciao

          PS “il mondo a contrario” che descrivi è follia pura, violenti il significato delle parole e della vita, sei un mostro!!!

          😀

        • PinoMamet scrive:

          Mmm ma a cosa ti riferisci di preciso?

          Vabbè, ormai mi sono perso e mi tocca tenermi la qualifica di mostro, non che mi dispiaccia 😀

        • Luigi scrive:

          Un appunto. Ma anche due 🙂

          Non è necessario postulare il grande complotto demo-pluto-giudaico-massonico; per il semplice fatto che non esiste.
          Ci sono ovviamente ambienti dove non si va solo per giocare a bridge. E strutture dove effettivamente si incontrano i decisori delle élites mondiali(ste).

          Rimane però che determinate azioni vanno solo e sempre verso una precisa direzione.
          Poi ci sono versioni rivedute e corrette, aggiornamenti, qualche scivolone.
          Ad esempio, le masse circuite con il paese dei balocchi sono un modus operandi relativamente recente. Ai tempi del giacobinismo le masse stavano, in buona sostanza dall’altra parte (vandeani, sanfedisti, fino ai cristeros e alla maggioranza degli spagnoli durante la guerra civile del 1931-1939).

          Non è neppure necessario leggersi i classici del pensiero reazionario (De Maistre, Donoso Cortes, Delassus, Virion, Epiphanius, Blondet, de Poncins e così via).

          Esistono opere intermedie, del tutto scevre da passionalismi, che forniscono già un quadro d’insieme piuttosto chiaro. Penso a “Le società di pensiero e la Rivoluzione francese” di Cochin, o al bellissimo “Requiem per un impero defunto” di Fejto. Perchè no, basterebbe anche il già ricordato – e forse sottovalutato – “Novantatre” di Hugo.
          Quest’ultimo non ha bisogno di presentazioni; quanto agli altri due, Cochin, patriota, cadde volontario durante le prime settimane della Grande Guerra, e Fejto era socialista ed ebreo (“peggio” di lui solo George Mosse, anche omosessualista).

          In realtà basterebbe leggersi cosa scrivono gli “altri”.
          Ci sono pagine di Blavatsky o Fortune o di Bernardo che sono più che eloquenti al riguardo.
          Non per nulla anche loro rivendicano ciò che sono.
          Il “tremate, tremate, le streghe son tornate!” aveva almeno il pregio della schiettezza.

          Insomma, ai reazionari rettamente intesi – da non confondersi con conservatori, destri, nazionalisti o altre amenità – nulla frega di essere “calpesti e derisi” 😉
          Ma almeno non si neghi l’evidenza del contrasto irriducibile fra due concezioni del mondo e della vita così differenti.
          Poi libero ognuno di fare le sue scelte.
          Tanto Dio esiste e l’Inferno non è vuoto 🙁

          Ciao.
          Luigi

        • PinoMamet scrive:

          Beh, ma è evidente che, se vogliamo, possiamo dividere il mondo tra innovatori e tradizionalisti.

          Sono tendenze in un certo senso innate nell’uomo, e connaturate, e ben conosciute da sempre.
          Come da sempre si sa che i giovani, di regola, tendono a essere innovatori, i vecchi tradizionalisti (con tutte le eccezioni del caso).

          Come so benissimo che ci sono circoli dove non si gioca solo a bridge.

          Non credo però che in questi circoli si sia particolarmente “innovatori”, ecco. Magari, appunto, al tempo della Rivoluzione Francese, ma… passò quel tempo Enea 😉

        • PinoMamet scrive:

          Poi mi pare che tu veda le cose da una prospettiva religiosa-escatologica cattolica.

          e va benissimo, ognuno ha il suo punto di vista.

          Da questo punto di vista, quando le femministe urlavano “le streghe sono tornate”, stavano dicendo la verità :
          si trattava proprio di qualcosa di (semplifico per brevità, il che non vuol dire che voglia semplificare o parodiare il tuo pensiero) “satanico”.

          E invece le femministe, dal loro punto di vista, stavano tentando di rovesciare proprio il punto di vista patriarcale che le vedeva come “sataniche”
          (vabbè, le femministe non sono state particolarmente abili nella comunicazione, ma questo sarebbe un altro discorso).

          Il bello è che entrambi i punti di vista sono egualmente validi!

        • roberto scrive:

          Luigi,

          se mi permetti un witz innocente,

          come scrive Eco in una famosa bustina di minerva intitolata “le 40 regole per scrivere bene”:

          “11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”

          ciao

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          è un discorso lungo, quando ho più tempo, vedo di svilupparlo meglio. Per ora alcuni spunti.

          Quello che mi preoccupa non è la pancia piena in sé: è meglio averla piena che averla vuota.
          E’ il passaggio dal kosmos al chaos, dalla civiltà come disciplinamento degli impulsi alla liberazione sfrenata degli istinti.
          E in effetti non è che ci voglia chissà che complotto: l’ordine e la civiltà sono costruzioni faticose, ma a distruggerle ci vuol poco.
          Però ci vuole un’élite che lo faccia. Anche se il concetto di élite andrebbe chiarito: non c’entrano le classi sociali in sé.
          C’entrano i guerrieri, che sono in pochi, quindi hanno le tre caratteristiche necessarie per formare delle élite:
          1) sono una piccola quantità (un’élite numericamente maggioritaria non è élite, è massa);
          2) sono più forti e violenti, quindi comandano;
          3) sono parassiti, cioè non producono.
          Le aristocrazie nascono da lì e sono loro l’elemento dinamico e rivoluzionario, anche se poi sono state scavalcate dalle borghesie.

          Quindi, più che di complotto, parlerei di un dato antropologico: ci sono gruppi, minoritari e con molto più potere degli altri uomini, che sono portati a scardinare l’ordine.

        • Peucezio scrive:

          Roberto,
          l’indissolubilità non c’entra nulla.
          Io sono a favore, ma quella sì che è una delle tante forme storiche di matrimonio.
          Se neghi il resto, ovviamente non ti prendo più sul serio.

    • Roberto scrive:

      Forse è un particolare trascurabile ma il matrimonio per tutti era stato uno dei cavalli di battaglia di hollande e del PS in generale. Non credo che la maggioranza dei francesi, che ha votato per hollande e lo ha votato per quel programma, sia composta da fratelli e sorelle

      • habsburgicus scrive:

        infatti
        non dico mica che sia segreto 😀
        certi ambienti decidono…
        poi grazie alla propaganda e alla politica ci si attiva per realizzare, al momento opportuno, quanto stabilito
        e la gente è cosi facilmente manipolabile che si beve tutto, e si fa influenzare 😀 due/tre film, due/tre talk shows, un po’ di dichiarazioni di (presunti) VIP..e il gregge segue 😀
        ripeto per l’ennesima volta che non ho nulla, assolutamente, contro i rapporti omo e/o lesbo (anche se io appartengo al vecchio partito della F. :D) e aborrisco anche solo all’idea che qualcuno possa volerne limitare i diritti che sono propri di tutti, qualunque sia l’orientamento sessuale privato
        semplicemente trovo assurdo che si voglia stabilire un matrimonio fra persone dello stesso sesso che è ipso facto una contraddizione….è l’etimologia 😀
        non si può volere tutto..
        io potrei volere partorire un figlio (si fa per dire) :D, ma la natura ha stabilito che per poter far quello bisogna appartenere al gentil sesso rappresentato qui da Tortuga, Lisa, Francesca e pochissime altre 😀 dunque, non posso 😀 e basta !
        mi spiace, prendetevela con la natura 😀
        mi piacerebbe conoscere anche l’opinione di Ritvan, per aver anche quella non solo di una persona sempre equilibrata e saggia ma anche di un musulmano, ancorché “moderato”

        • Moi scrive:

          @ PINO

          Ma fra gli Ebrei … c’è gente che magari trova giusto e normale il Matrimonio HomoSex MA non sia mai di accendere un interruttore della luce di Sabato ?!

          … Ne conosci ?

        • PinoMamet scrive:

          Mmm io personalmente no ma non escludo ci sia qualcuno che la pensa così;
          spannometricamente, quelli che non accendono gli interruttori al Sabato sono anche contrari al matrimonio homosex.

        • Ritvan scrive:

          —–mi piacerebbe conoscere anche l’opinione di Ritvan, per aver anche quella non solo di una persona sempre equilibrata e saggia ma anche di un musulmano, ancorché “moderato”. habsburgicus—-
          Grazie dei complimenti, caro habs!
          La mia opinione sui matrimoni omosex è questa: si al riconoscimento giuridico da parte dello Stato di convivenze stabili omosessuali (riconoscimento che offra diritti simili a quelli matrimoniali, con eredita`, pensione di reversibilita` ecc., ecc.) ma no al chiamarlo “matrimonio”, poiche` il matrimonio e` ed e` stato sempre un`altra cosa.
          P.S. E che Allah mi perdoni (e anche tu, caro habs) questa mia opinione!:-)
          P.S.2 Sulla possibilita` di adottare figli sono perplesso, pero’ ritengo che il pupo – il cui interesse dovrebbe essere preminente – che nessuna coppia “normale” ha voluto adottare starebbe meglio con una coppia benestante omosex piuttosto che in orfanotrofio.

  111. roberto scrive:

    “Quello che non capirò mai dei sostenitori di questa assurdità, è perché danno tanta importanza alla parola, volendone distorcere il significato”

    Peucezio,
    rispondo qui per comodità.
    ho già spiegato a chi come me è favorevole al matrimonio fra tizio e caio non gliene frega assolutamente nulla della parola in se, a differenza delle varie sentinelle in piedi che considerano che la parola matrimonio sia di esclusiva proprietà della chiesa, l’unica che possa dire cosa è matrimonio e cosa non lo è.

    quello che interessa a noi matrimoniopertuttisti è che se tizio e caio decidono di vivere insieme formalizzando la loro unione abbiano gli stessi diritti che hanno mevio e sempronia nella stessa situazione. volete tenere voi la denominazione “matrimonio”. benissimo, riserviamo il matrimonio alla chiesa, togliendo ovviamente valore civile al matrimonio che è quindi puro sacramento, e facciamo una cosa che si chiami unione civile per tutti quelli che non sono interessati al sacramento. come si fa in francia, o in germania.

    aggiungo una cosa. l’argomento etimologico della parola matrimonio, è veramente poco significativo. se noi abbiamo una parola che possa richiamare “unione fra un uomo ed una donna”, guarda per esempio il tedesco dove Ehe o Heirat vogliono dire “per sempre” o “legge”!

  112. habsburgicus scrive:

    @Mauricius (e Moi, e tutti)
    leggo sul web un commento di un sedevacantista
    La “beatificazione” dell’apostata e sodomita Montini perfetto coronamento del “Sinsodom”.

    è da un po’ che non intervieni…stai ancora festeggiando la beatificazione del tuo Montini ? 😀 che, per voi ultra-conciliaristi, presumo sia più importante che una Champions vinta dalla Juve per i “gobbi” 😀

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Credo che l’unico commento da fare sia sul fatto che l’apostata (il sedevacantista) ignora, purtroppo per lui, la storia del termine “sodomita”.

  113. habsburgicus scrive:

    riporto qui un articolo dell’ottimo Pietro, che talora scrive da noi (e ci fornisce molte notizie dell’Asia, che lui conosce perfettamente…anche se potrebbe dirci di più :D)
    il titolo è un po’ forte, credo volutamente :D, ma affronta una questione importante che dovrebbe essere vista senza falsi pseudo-moralismi…

    http://farfalleetrincee.wordpress.com/2014/10/20/asia-e-puttane-una-questione-complessa/

  114. Luigi scrive:

    Habsburgicus,

    leggo ora il tuo intervento sulla (apparente) irrazionalità di taluni ambienti.
    Poni attenzione: il fatto che determinati gruppi abbiano logiche d’azione differenti dalle proprie, non significa minimamente che nel loro agire non vi sia comunque una direzione del tutto conforme alle premesse.
    Detto in altro modo, è possibile comunque individuare una logica interna; altro sarebbe discutere su un’eventuale logica esterna, ma tralasciamo.

    Partiamo – per restare almeno una volta in tema – con il Sessantotto. Bisognerebbe intanto forse impiegare il plurale – “i Sessantotto” – perchè furono diversi, contrastanti, sovrapposti; ricordare insomma che il “maggio francese”, che di quel fenomeno fu simbolo, nacque sì come covert operation della CIA in funzione antigaullista, ma poi evolse in mille rivoli, alquanto lontani – ma non sempre indipendenti – dall’imput d’origine. E così per il resto.

    Si può però trovare un fondo comune a tutto ciò che i ’68 furono.
    Questo fondo è l’odio virulento per tutto quanto avesse pur lontanamente a che fare con il Pater, che fossero i padri (in particolar modo quelli di famiglia), le patrie (ovvero le terre dei padri) o i patrimoni (le ricchezze dei padri, prima di tutto quelle immateriali).
    Quando perciò da molte parti si rivendica la rivolta antipatriarcale come caratteristica precipua dei vari ’68, si è nel vero (questa è cioè solo una constatazione. Poi uno può ritenerlo un fatto positivo, un altro no).
    Anche chi visse quegli anni nell’ortodossia sinistra – che in Italia significava PCI e CGIL – era, ne fosse consapevole o meno, integrale a questa rivolta. Non per nulla aveva da tempo smesso di ossequiare “il piccolo padre dei popoli” 😀

    Fuori di ironia, che l’evoluzione del vangelo leninista non potesse essere che l’inversione (nel senso più ampio del termine) era stato già intuito dai più fini pensatori del tempo: Guareschi, del Noce, Samek Lodovici (la sua “Metamorfosi della gnosi” ha tuttora valore insuperato, pure in quei passi di apertura a un Calasso o a un Quinzio; che dimostrano la facilità del “trasbordo ideologico inavvertito”, anche per i più attenti).
    Pajetta, insomma, faceva le battute sugli omosessualisti perchè era un comunista “alla Peppone”; cioè, in ultima analisi, non un vero comunista. Come questo ragazzo, per tornare ai nostri giorni:
    http://www.linterferenza.info/lettere/cronaca-di-una-espulsione-annunciata

    Osservato tutto ciò, la dizione di “totalitarismo della dissoluzione” assume particolare rilievo e importanza.

    Rimane da rispondere a questa ultima tua domanda: “Io talora mi chiedo quale sia il progetto effettivo dei massoni nel chiuso delle loro logge”.
    Lo faccio molto velocemente, perchè ho poco tempo.
    L’obiettivo finale è quello già indicato da san Paolo, l’instaurarsi di “colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio”.
    I tanti piccoli anticristo della storia devono essere moltiplicati, fino a diventare legione; e poi non resta che attendere il vero – per loro – messia, l’anticristo con la a maiuscola (che poi molti appartenenti all’Inima Vis non siano pienamente consapevoli di tutto questo, è tanto ovvio quanto ben poco importante).

    A questo servono, per inciso, i sacrifici umani replicati ormai ad libitum e che si esemplificano nell’aborto, nell’eutanasia, nell’espianto di organi vitali (in primis quello cardiaco) o nell’annichilmento di interi popoli. A propiziare e impetrare questo avvento parodistico; e non uso i termini “propiziare” e “impetrare” a caso.
    Per dirla tutta, “Gli adelphi della dissoluzione” di Blondet rimane testo imprescindibile – e profetico – per comprendere il cuore di tenebra cui ci stiamo avvicinando…

    Ciao.
    Luigi

  115. habsburgicus scrive:

    Questo in una prospettiva di fede (sarebbe meglio dire, in questo caso di contro-fede)…cioè i settari adepti del Male, tesi vecchia (apparentemente tutt’altro che peregrina) ma non facilmente dimostrabile (a quanto sembra)…
    Però, se “restassimo” in una prospettiva laica, anche radicalmente laica ?
    È a quello che mi riferivo…e in tal caso la paeudo-“razionalità” non la vedo più
    Il tuo intervento è peraltro molto interessante e profondo, per quanto molto pessimistico…
    Mi piacerebbe intervenissero anche gli altri, il maggior numero possibile…

    • Luigi scrive:

      Habsburgicus,

      guarda che la mia è una prospettiva laica. Infatti non sono ordinato e/o consacrato, per cui non posso guardare il mondo che da laico.
      Non sono neppure terziario francescano, cavaliere templare, inquisitore di complemento o crociato part-time 🙂
      Forse intendevi “in una prospettiva laicista/atea”; che obiettivamente è tutt’altra cosa, però.

      Non ritengo, per altro, di essere pessimista oggi più di quanto fossi ottimista parlando di Carlo I d’Asburgo.
      Sull’indimostrabilità, ci sono però anche ampi squarci che – talora – fanno intuire ciò che si cerca di mantenere coperto. In realtà gli squarci sono sempre più ampi e sempre meno episodici…

      Penso che agli altri, semplicemente, la questione non interessi; anzi, probabilmente neppure ne vedono una, di questione.

      Ciao.
      Luigi

  116. habsburgicus scrive:

    perchè era un comunista “alla Peppone”; cioè, in ultima analisi, non un vero comunista.

    qui dissentirei..
    “vero comunista” secondo me era Pajetta…
    “falsi comunisti” sono i “sinistri”d’oggi 😀
    in un certo senso (non scomunicatemi :D) il comunismo è come la Chiesa..
    come il “vero” cristiano è colui che era in comunione con la Chiesa di Roma, oggi virtualmente estinta (a quanto purtroppo pare), così il “vero” comunista era in comunione con Stalin 😀
    spingo oltre il paragone, semiserio 😀
    il XX Congresso (1956) sta al comunismo come il Concilio sta alla Chiesa 😀
    e infatti, Roma e Mosca rossa, sono andati a ramengo ambedue 😀

    P.S
    la tua frase l’accetterei se a “comunista” tu sostituissi “marxista”
    per quanto Marx non sia un mostro (sia chiaro 😀 ho cambiato alcune opinioni su di lui), ritengo tuttavia che il marxismo fosse, e sia, ipso facto un agente di sovversione, non altro (gli operai sono il meno 😀
    ciò è evidentissimo nel trotzkismo in un certo senso il “comunismo” (nel senso tuo) più vero, cioè il più radicale nell’odio alla Civiltà nostra millenaria
    e non è un caso quindi che i trotzkisti oggi siano, spesso, neocon 😀
    non è l’abito che fa il monaco 😀

  117. habsburgicus scrive:

    le pensatrici della “sinistra” laica, radicale, anticlericale, antifascista 😀
    http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/10/20/valentina-nappi-oggi-il-fascismo-si-chiama-anticapitalismo/
    (in tal caso sx non è abbreviazione di sinistra, ma di sex 😀 data l’altra professione di colei che ha scritto :D)

  118. Moi scrive:

    @ HABSBURGICUS

    Interessante, l’ articolo di Valentina Nappi … è la stessa logica per cui solo se Ignazio Marino consente a Said di coronare il suo sogno d’amore con Marco (vedi link sopra) allora possiamo dirci davvero una “Civiltà Superiore” rispetto all’ Islamme 😉 …

  119. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Ma chi l’ha detto che i massoni vogliono conquistare il mondo?
    A parte che lo hanno già fatto da secoli, ma i massoni vogliono semplicemente imporre un’idea. E se la conquista del mondo è un mezzo per farlo, ben venga.”

    Uno degli eterni ritorni di questo blog 🙂

    La storia non la fanno le idee. La fanno le passioni, che sono universalmente distribuite tra persone che professano apparentemente idee molto diverse.

    Un esempio dal solito microcosmo.

    Noi siamo reduci da una campagna elettorale in cui tutto è stato espresso come idee. E a esprimere quelle idee erano candidati, cioè persone che – da quando la democrazia è stata praticamente abolita – sono spesso giovani sfigati e, come si dice, “idealisti”.

    I volantini esprimevano intere visioni del mondo – “una città a misura del cittadino”, “autentica partecipazione”, “continua consultazione con i cittadini”, “accoglienza e rispetto”, “ascoltare le persone che sono la vera base della democrazia”, “l’eletto come umile servitore” (vabbe’, proprio questa frase non c’era).

    Tutte queste idee – che se qualcuno le leggesse tra un secolo potrebbero pensare a una meravigliosa esplosione di idealismo fiorentino – sono in realtà semplicemente luoghi comuni, cioè un insieme di espressioni prive di contenute, ma condivise socialmente.

    C’erano anche programmi dettagliatissimi, nessuno dei quali verrà minimamente realizzata, anche perché nessuno si sognerà di chiederne il conto.

    Finita la festa elettorale, restano infatti le passioni:

    – la paura di perdere il piccolo potere acquisito
    – il sospetto verso gli altri eletti della propria cordata
    – l’amicizia verso alcuni che si rischia di perdere
    – l’ansia di fronte a chiunque non sia sotto il proprio controllo
    – la voglia di farsi sentire e notare
    – la rabbia perché il posto che si ambiva è stato preso da un altro
    – il furore per non essere stato citato in un comunicato stampa
    – la necessità di tramare per disfare trame immaginate che in realtà non esistono
    – la paura della coltellata alle spalle da chi meno te l’aspetti
    – la certezza di non contare nulla

    Ecco, questa è la fine che fanno le idee di quelli che, in perfetta buona fede, ci credono.

    Figuriamoci le “idee” dei navigati.

    • Peucezio scrive:

      Anche questo mi convince poco.
      Le passioni sono senz’altro un motore determinante nella storia.
      Ma da sole, se non si traducono in un sistema razionale, che significa organizzazione pratica, ma anche elaborazione teorica, non vanno molto lontano.
      Così come, viceversa, la razionalità pura, se non è sostenuta dalla passione, ha poca energia e probabilmente resta lettera morta.

      Probabilmente sottovalutiamo anche il ruolo delle persone intelligenti nella storia. Sono poche, ma per certi passaggi cruciali il loro apporto è fondamentale, altrimenti la società si impantanerebbe in un’eterna coazione a ripetere.
      Non penso a geni assoluti, ma a persone con un’ottima intelligenza teorico-pratica, che, all’occorrenza, sanno dominare le loro passioni.

    • Peucezio scrive:

      Aggiungo che non so quanto sia poi distinguibile l’idea dalla passione.
      L’idea in fondo è la razionalizzazione di una passione. Ma c’è un quid in più, che è la capacità di mediare, di differire la gratificazione, di reprimere le spinte emotive più immediate. In fondo i sistemi ideologici non sono altro che questo. Germinano dalla passione, ma fanno un passo in più e la rendono attuabile in modo strutturato e organizzato.

      Poi c’è il pensiero puro, disinteressato, oggettivo e gratuito, che, questo sì, influisce poco o nulla sulla storia, ma è solo una risorsa interiore di quei pochissimi che lo posseggono, che non conteranno mai un cazzo, ma almeno sono liberi intellettualmente.

  120. Miguel Martinez scrive:

    per Peucezio

    “E non certo a livello delle masse, che erano troppo assorbite da necessità pratiche e oltretutto non avevano gli strumenti culturali per sviluppare concezioni rivoluzionarie.
    Quindi le hanno volute delle élites.
    Le potete chiamare massoni, pippo, Vercingetorige o come cacchio volete”

    E se la chiamassimo invece espansione senza precedenti delle risorse energetiche, in particolare a partire dal 1848?

    E se vedessimo invece il momento in cui stiamo vivendo come quello della contrazione delle risorse energetiche, capiremmo forse che non stiamo affatto vivendo una semplice “realizzazione della Rivoluzione Francese”.

    • Peucezio scrive:

      Sì, ma le utopie dei rivoluzionari francesi come si inseriscono in questo quadro?
      E, soprattutto, di espansioni di risorse ce ne sono state tante nella storia. In genere hanno provocato un certo rilassamento dei costumi, ma l’individualismo liberale e il materialismo sono una cosa ben diversa, del tutto specifica.

      Insomma, qui si tratta di cogliere i connotati unici di un tipo di civiltà, se così vogliamo chiamarla, che può avere qualche affinità in alcuni aspetti, con altre società della storia, ma che nel complesso è del tutto inedita.
      Sono scettico sul fatto che la reductio all’economia basti a spiegarla. Senza, probabilmente non ci sarebbe stata.
      Ma c’è qualcosa di più.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      sai che non riesco proprio a capire questa tua idea della centralità di carbone e petrolio?

      In primis ignori le idee, come se la rivoluzione industriale non avesse come precedente e compagna l’illuminismo e le sue pretese di rifare il mondo. Che c’è stato anche in Inghilterrra, pur essendo di regime e non rivoluzionario.

      E poi non capisco proprio il punto: carbone, acciaio, macchine. OK, tutto vero, tutto bello. Cosa hanno fatto? E cosa ti fa pensare che le fonti di energia siano in diminuzione?

      Ciao

  121. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “le pensatrici della “sinistra” laica, radicale, anticlericale, antifascista 😀
    http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/10/20/valentina-nappi-oggi-il-fascismo-si-chiama-anticapitalismo/

    Mi sembra la gemella di sinistra di quelli che a destra ce l’hanno con le Idee.

    Il discorso che fa è di una confusione quasi inestricabile (e la colpa sospetto che sia tutta sua), ma alla fine invece di prendersela con la Massoneria, se la prende con l’altro Grande Diavolo Immaginario dei nostri tempi, il Fascismo.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      A me invece sembra linearissimo il ragionamento: il Nemico vero, quello da cui sorgono i fascismi, è la media borghesia, quindi ben venga l’alleanza proletariato-grande capitale.
      E’ la teorizzazione dell tumulto di Germinale: i due che ne fanno le spese sono il bottagaio ed un soldato bretone di passaggio.

  122. habsburgicus scrive:

    è strano che Mirkhond non sia ancora intervenuto…eppure almeno 2.3 argomenti (in primis quanto postato da Luigi, Monicelli ecc) avrebbero dovuto interessarlo 😀

  123. Moi scrive:

    @ MAURICIUS

    Premesso che le lenti NON sono “ex nihilo” un’invenzione “medievale” e che “Ex nihilo nihil fit” … Mi pare che tu voglia banalizzare un po’ troppo il Transumanismo, che non mi sembra affatto banale.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ok, gli occhiali erano un accessorio di grido tra i rampitechi. E mi pare che quello che banalizza il fatto che senza quello strumento dopo i cinquanta in pochi potrebbero leggere o anche lavorare non sia io.

  124. Moi scrive:

    Il transumanismo è fautore del benessere di tutti gli esseri senzienti (siano questi umani, intelligenze artificiali, animali o eventuali esseri extraterrestri)

    [cit.]

    ———–

    Classica premessa da Distopia in seguito a Hybris … ma magari, chissà, andrà invece fatta bene. 😉

    PS

    Anch’ io mi stupisco del “silenzio” di Mirkhond …

  125. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    In effetti la prima Migrante Pensionata Parlamentare , coi cavalli … 😀

  126. Moi scrive:

    Qui si limita a cantare …

    http://www.youtube.com/watch?v=d8kbQ_fgV7c

    NON in Ungherese 😉 …

    • Moi scrive:

      E quell’ ipocrita della Boldrini che non ricorda mai l’ Onorevole Staller !

      Ma come ?! … Donna, Migrante, Parlamentare senza (!) Quote Rosa !

      Qui invece, l’ Onorevole Staller canta (intonatissima, ottimo Italiano … meglio di tant* Collegh* di GenitoreDueLingua 🙂 !) alludendo inequivocabilmente _ “Su, Sempre Più Su”, cos’altro potrebbe mai essere ?! _ a una Crescita di Consenso Elettorale delle Forze Progressiste 🙂 😉 !

      http://www.youtube.com/watch?v=IM5FqRs-e9k

  127. Moi scrive:

    @ ROBERTO

    Be’ allora, visto che non temi la verità … hai provato a chiedere a* tu* collegh*;) se conoscono il Transumanismo e se pensano di doverci fare Normative a breve ? 😉

  128. Moi scrive:

    Come già visto in altro contesto, il TransUmanismo potrebbe essere iniziato in quel fatidico 30 Aprile 1945

    http://www.youtube.com/watch?v=41xeJqFE3jg

    … con le conseguenze che tutti immaginerebbero. 😉

  129. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    : “riempitevi la pancia, fate tutto quel cazzo che volete, togliete ogni freno ai vostri istinti più bassi” vorrei pure vedere che la massa non aderisse.”

    [cit.]

    ————-

    Secondo un Messori ANTECEDENTE la Discesa in Campo del Cavaliere … questo sarebbe Berlusconismo 😉

    • Francesco scrive:

      Beh, è quello che succede se bandisci sic et simpliciter il Padre dalla società.

      L’uomo è un animale strano, che non ha un istinto da seguire per realizzare se stesso. Ci deve mettere la testa. In un certo senso, è l’unico animale che può fallire nel realizzare la sua natura. E questo è tanto più probabile quanto meno ne ha coscienza.

      Il materialismo, ma prima ancora il razionalismo, sono i semi di questa ignoranza ontologica.

      Quando l’uomo inizia a non sapere quale è il suo posto nell’universo, a farsi strambe illusioni e a seguire fumisterie, si perde.

      Ci mette del tempo perchè le tradizioni, che lo instradavano a vivere secondo la sua natura, hanno una certa resistenza. Ma da sole non reggono all’urto della tendenza al peggio.

      • Luigi scrive:

        OMDAF 🙂

        Luigi

      • PinoMamet scrive:

        “Ci mette del tempo perchè le tradizioni, che lo instradavano a vivere secondo la sua natura”

        Permettimi di avere seri dubbi su questo…

        • Francesco scrive:

          potremmo, e dovremmo, discutere ed identificare queste tradizioni, una ad una

          non credo “a prescindere” che il passato fosse un glorioso susseguirsi di splendore, poi andato in vacca

          ma solo il rispetto per i genitori, come valore insegnato e come pratica, il rapporto maestro-allievo, quello superiore-inferiore come obbligo bilaterale, per dirti le prime cose che mi vengono in mente

          anche la Famiglia con la effe maiuscola, al cui bene sacrificare pulsioni del basso ventre e crisi di mezza età

          del resto, la Storia è un gran andare e tornare dei “buoni costumi”, i sanculotti che massacravano preti e nobili sono le stesse persone che osannavano l’Imperatore

          e i successori dei martiri che morivano per difendere i monasteri si inchiappettavano i novizi dietro cortine di pizzo

        • PinoMamet scrive:

          Ma piuttosto che concepire questa Storia a ondate e risacche, Francesco, non è più semplice immaginare che ci sono tendenze:
          la libertà vs l’autorità, l’innovazione vs la solidità, l’austerità vs i piaceri della vita ecc. ecc.

          che sono semplicemente umane e interagisono da sempre?

        • Francesco scrive:

          Pino

          oltre la Libertà c’è l’anarchia e lo svacco, oltre l’Autorità c’è l’oppressione e la violenza

          Non solo una dialettica tra elementi necessari ma anche la possibilità di “esagerazioni” che portano al collasso

          Almeno credo

        • PinoMamet scrive:

          D’accordo, come anche dopo l’autorità c’è l’autoritarismo e l’oppressione…

          sono tendenze, poi si può sempre esagerare in un senso o nell’altro, ma io credo che ci sia una dialettica incessante tra queste tendenze.

        • PinoMamet scrive:

          Mi accorgo che l’avevi già scritto tu, scusami!
          sono di fretta 🙂

  130. Moi scrive:

    Un anno dopo il ’68 si poteva ancora dire che “per ogni donna ci vuole un uomo accanto” [cit.] … senza incorrere nella”Sharia del Boldrinistan”, per dirla con Annalisa Chirico.

    http://www.youtube.com/watch?v=U7vZV-CuV1s

  131. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Poi è ovvio che le masse la accolgono bene: se dici alla gente: “riempitevi la pancia, fate tutto quel cazzo che volete, togliete ogni freno ai vostri istinti più bassi” vorrei pure vedere che la massa non aderisse.”

    Dai, Peucezio!

    L’illuminismo diceva esattamente l’opposto: “usate la Ragione per dominare il mondo e per frenare i vostri istinti”, anche se ciò può costare lunghi anni di studio e fatica. Gli “istinti più bassi”, che nascono dalla comoda inerzia della ragione, sono proprio la superstizione, la violenza, la frivolezza, l’ostentazione signorile.

    L’illuminismo porta la disciplina nel mondo, l’ordine della Legge nella selva dei Privilegi e delle prepotenze di chi fa “tutto quel c… che vogliono” solo perché sono nati con la frusta in mano.

    Poi se ne può pensare tutto il male possibile, ma non pensiamo il male sbagliato.

    • Francesco scrive:

      Miguel,

      ma usare la Ragione illuminista per quello scopo è una clamorosa puttanata!

      Le passioni, tra cui quella per riempirsi la pancia ecc. ecc. NON si dominano con la Ragione strumentale e l’illusione di dominare il mondo.

      Tolta la religione, la ragione troverà mille scuse per giustificare la frivolezza, l’ostentazione, la violenza, la superstizione. Come ha fatto.

      L’illuminismo ha distrutto il mondo sia con la sua azione distruttrice che con la sua illusione di saper costruire. Giustamente è stato punito con la stupidità universale, collegata al massimo sviluppo della tecnica.

    • Peucezio scrive:

      Sì, Miguel, io mi riferivo alle conseguenze di lungo periodo.
      Perché se scardini tutti i vincoli tradizionali per imporne di astratti e utopistici, è chiaro che ottieni il caos.
      Anche Comte, se non sbaglio, voleva creare una sorta di religione della scienza, di misticismo della ragione positiva.
      Il risultato è che abbiamo perso quella vera e nessuno ha mai preso sul serio l’altra.

      • Francesco scrive:

        non ne sarei così certo

        una parte della cultura popolare americana pare fossilizzata nel pià brutale positivismo, un’altra nel suo opposto-gemello, che è un irragionevole letteralismo biblico.

        entrambe le posizioni sono totalmente assiomatiche e impermeabili all’esperienza

        qui in Europa, forse, stiamo un pochino meglio … ma già Roberto lo vedo molto male

        nell’Asia avanzata e ricca temo che abbiano recepito il positivismo, l’avidità e tenuto quel minimo di tradizioni

        insomma, mi sa che Comte abbia fatto più danni di quanto pensi tu

        ciao

  132. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Rimane però che determinate azioni vanno solo e sempre verso una precisa direzione.”

    Il punto è riuscire a cogliere come gli impulsi umani – più o meno simili da sempre e ovunque – si adeguano alle immani mutazioni ambientali di questi due secoli.

    Mutazioni che ci riportano sempre alla disponibilità energetica.

    Se generazioni di parenti devono lavorare lo stesso terreno, è ovvio che avremo famiglie allargate, con pochi spazi per capricci individuali e con molta attenzione a ciò che si trasmette ai figli; e il modo in cui viene vissuta la sessualità assumerà un’importanza enorme, perché è lì che si forma la parentela.

    Prendiamo i tempi nostri: un meccanico napoletano che lavora a Milano, con un mestiere a rischio di scomparsa perché ormai le auto sono sempre più elettroniche. E quindi ha ben poco da insegnare a suo figlio, ma ha i soldi per mantenerlo mentre studia per fare il dentista a Genova.

    A Genova, il figlio incontra una ragazza austriaca che studia Lettere. Vivono entrambi in qualche piccolo appartamentino per studenti, il lavoro per entrambi è aleatorio e casuale, e perciò non pensano nemmeno a caricarsi di un problema in più facendo un figlio. Che se poi lo fanno, è perché vogliono avere un figlio, mica perché la terra o i parenti ne abbiano bisogno.

    Ecco che l’intero senso della “famiglia” cambia. E il giorno in cui i due si lasciano, non è una tragedia per nessuno.

    E non è nemmeno una tragedia se il figlio si mette con un austriaco anziché con un’austriaca. E non sorprenderebbe particolarmente se a quel punto chiedessero di avere anche loro un qualche timbro burocratico dal Comune.

    Se si riuscisse a liberarsi dalle ossessioni ideologiche in questioni come queste – “il Sacrosanto Diritto Individuale” contro la “Sacrosanta Tradizione” – si potrebbe a questo punto arrivare a un’altra riflessione:

    Nel grande flusso delle cose, fenomeni come questi sono il risultato naturale dell’incredibile espansione di consumo energetico del pianeta, che permette a tutto di mettersi in moto e atomizzarsi, a partire dalle automobili.

    Ma cosa succederà quando ci sarà l’inevitabile contrazione successiva, con da una parte una scienza/tecnica incredibilmente sviluppata, dall’altra una ricaduta che non sarà al Medioevo – perché nel Medioevo le risorse c’erano ancora – ma a qualcosa di ben più povero?

    Non è affatto vero che “tutto va in una direzione ben precisa”, se il consumo energetico in Italia è calato del 25% in relativamente pochi anni.

    • Francesco scrive:

      Normale aggiustamento del sistema economico di mercato alla variazione dei prezzi?

      Non vedo i prodromi di un collasso del sistema.

    • Luigi scrive:

      Miguel,

      comprendo l’insignificanza numerica, però almeno potevi scrivere: “non è una tragedia per nessuno. Escluso Luigi”, perchè sarebbe stata una gentilezza innervante il tuo ricordare “la gente messa da parte”.
      Aggiungo che, a memoria, non ho usato una sola volta le parole “tradizione” o “tradizionalista”.

      Osservato questo, hai proprio posto una domanda alla persona sbagliata. A me nulla interessa del -25% di risorse energetiche impiegate, del rapporto debito/PIL, dello spread, delle variazioni di borsa.
      A me interessano quei 350 o 400 italiani sterminati anche oggi con l’aborto.
      E quei 350 o 400 che lo saranno domani. E dopodomani…
      Certo, so che sono riflessioni inattuali. “Vietato parlare al conducente”.

      Ho sempre trovato che le parole di Gandalf su Saruman – “Ha un cervello fatto di metallo e d’ingranaggi: nulla gli importa di ciò che cresce, se non gli serve in un’occasione immediata” – siano la migliore descrizione mai fatta dell’homo occidentalis. E pazienza se Roberto storcerà il naso per la citazione, e me lo farà notare con un’altra citazione 🙂

      Gli autori che ricordavo erano solo per mostrare, a Pino prima di tutto, che quelli come me non è che si sognano le cose la notte. Tutto qui, poi per quello che mi importa potete iniziare a sghignazzare adesso e finire domattina.

      Comunque Blavatsky ha scritto cose un poco più pesanti di quelle, già non leggere, che hai ricordato. Del tipo che, maledicendo Satana, la Chiesa maledice Dio. O che nessun limite deve porsi all’uomo nel suo innalzarsi.
      Così, quando qualche palazzinaro vi chiude l’accesso al giardino, almeno saprai da chi arriva l’ispirazione.

      Ciao.
      Luigi

      • PinoMamet scrive:

        Ma io mica sghignazzo, solo mi stupisce che tu abbia una visione della vita così lontana dalla mia…
        ma c’è di peggio, Francesco per esempio 😉

        un appunto però:
        tu scrivi spesso (vabbè, io ti ho dato l’assist) che sei nato ilota.

        Permettimi, non è vero. Sei nato cittadino di un moderno Stato nazionale, che non sarà ‘sta gran cosa ma è profondamente diverso dall’essere uno schiavo nella Grecia antica.

        • Luigi scrive:

          “Spesso”? L’ho scritto due volte.

          È ovvio che l’ilota era comunque metaforico. Infatti, nel caso, avrei almeno avuto l’extrema ratio della rivolta servile.

          Luigi

  133. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Tolta la religione, la ragione troverà mille scuse per giustificare la frivolezza, l’ostentazione, la violenza, la superstizione. Come ha fatto.”

    Accordo parziale, ma per motivi opposti.

    Ripeto, le Idee non contano nulla rispetto agli Impulsi.

    E quindi la ragione trova sempre mille scuse per giustificare ecc. Le trova con l’illuminismo, come le ha trovate durante la Cristianità, ovviamente con linguaggi diversi (e contesti energetici altrettanto diversi).

    Ma questo non vuol dire che l’Idea dell’Illuminismo fosse “riempitevi la pancia e fate quello che volete”. Era solo un’idea, ma quell’idea diceva l’esatto contrario.

    • Francesco scrive:

      non esattamente

      perchè il Cristianesimo diceva “fate quello che vuole Dio che ne sa di più”

      l’Illuminismo dice “fate quello che vi dice la Ragione”, che nei fatti è “fate quello che volete”

      inoltre il primo implica anche una società, il secondo solo degli individui

      forse è che quando sento parlare di Etica laica io metto mano al GAU8 con proiettili in uranio impoverito, manco sentissi parlare di Razza ariana

      ciao

      • PinoMamet scrive:

        Pensa che secondo me l’Illuminismo ha partorito gli Stati-nazione, dove milioni di persone fanno quello che dice un’entità astratta chiamata LaLegge, e vanno a morire in trincea per il bene di un’altra entità astratta chiamata LaPatria, che comincia al tal chilometro e finisce al tal altro…

        non è esattamente “fate ciò che volete”, perché ciò che volevano era fare una tregua e giocare a pallone tra le trincee e poi tornarsene a casa…

        • Francesco scrive:

          secondo te a cosa mi riferivo quando parlavo di “tradizioni”?

          il senso di comunità è lento a morire ma è una delle cose a cui il ’68 ha dato una bella botta, in perfetta coerenza con l’illuminismo

          se non mi devo sacrificare per Dio, perchè mai dovei farlo per la patria? solo se sono un coglione

          gli stati-nazione erano in fieri già prima e sono sommamente anti-illuministici, non per nulla tutti usano il sistema metrico decimale, che è universale

          diciamo che quella corrente della storia ha limitato la naturale tendenza del razionalismo all’universalità

          anche perchè uniformare le nazioni è già stato un grosso lavoro

          ciao

  134. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Ci sono pagine di Blavatsky o Fortune o di Bernardo che sono più che eloquenti al riguardo.”

    Non so chi sia Bernardo; dubito che le altre due abbiano cambiato il mondo.

    La Blavatsky ha lasciato un piccolo segno nel mondo borghese dell’Ottocento, con il suo tentativo di combattere Darwin; ma concorderai che Darwin ha prevalso su di lei.

    Oggi resta qualche frammento isolato, anche se interessante, del pensiero della Blavatsky, di cui non si riconosce sempre la pittoresca fonte: la diffusa credenza nella reincarnazione tra una minoranza di occidentali e varie nozioni poco scientifiche su flussi vitali, prana e altre cose.

    • habsburgicus scrive:

      @Miguel
      Giuliano Di Bernardo, già Gran Maestro del G.O.I (1990-1993..molto anticlericale risorgimentista all’epoca, l’anti-Mirkhond insomma :D), poi Gran Maestro di una Loggia sua riconosciuta dopo oltre un secolo da Londra (credo Gran Loggia, ma non vorrei sbagliare..non quella di Piazza del Gesù-..qui fu più soft verso la Chiesa, anzi il suo successore in quell’obbedienza, dopo le sue dimissioni, si schierò apertamente per Benedetto XVI e per i teocon :S..lui però non c’era più quindi, pur avendo moderato in questa fase l’anticlericalismo, non credo sia corretto attribuirgli quanto fece Venci) indi capo dei Templari (al di là della massoneria semplice che ormai schifa, mi pare 😀 ammessa solo la crema della crema :D)
      uno il cui potere è infinitamente superiore al 99, 99 % di quelli che compaiono quotidianamente sui giornali 😀
      e non è un caso che di lui, per quanto relativamente garrulo, si parli poco !
      frivolezza dei tempi 😀

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Il mondo sarebbe controllato da uno schizzato che si definisce capo dei Templari? Se vuoi al centro di igiene mentale trovi tanti Napoleone e Augusto convinti di aver conquistato imperi 😀

        • habsburgicus scrive:

          tanto lui fu invitato all’insediamo di molti presidenti USA 😀 (credo Bush padre e altri)….tu, che sei così “razionale” sei già stato invitato a qualcosa di meglio ? 😀
          in più fu accolto con deferenza dall’allora presidente moldavo Mircea Snegur, 1991-1994 (vero, anche un ottimo commentatore che scrive qui gli fece da traduttore illo tempore :D) e dal presidente romeno Ion Iliescu (1990-1996 e 2000-2204)..
          in Inghilterra pare sia di casa MOLTO in alto
          non troppo male 😀
          dubito che i tuoi “Napoleoni” possano vantare altrettanto 😀
          magari però mi sbaglio io 😀

        • habsburgicus scrive:

          2004 😀
          vero che “cel bătrân” sembra immortale, ma 2004 è troppo anche per lui !

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ok, ha qualche amico nell’establishment USA. E quindi? Basiamoci sui fatti: un tizio bislacco ha amici influenti nella cerchia di politici americani nazionali e grazie a questi amici fa qualche affare in due paesi vassallo dell’Europa orientale.
          Mi manca una premessa maggiore per poter dedurre che è uno degli uomini più potenti del pianeta.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Poi se io venisse invitato da qualche parte dedurresti con un simile salto logico che sono un massone e ti ritroveresti confortato nella tua certezza 😀

        • habsburgicus scrive:

          “più potenti d’Italia”..semmai..NON del pianeta 😀
          e in Italia contiamo tutti poco
          noi soprattutto, ovvero il popolo bue e privato sempre più di diritti…
          ma anche quelli che, alla faccia nostra, ci tartassano, ci prendono a pesci in faccia e godono, fuori d’Italia non contano più nulla 😀
          è questione di proporzioni 😀

        • habsburgicus scrive:

          ma io sarei felice, per te, se tu fossi massone 😀
          infatti dal momento che sei per il Concilio e dunque non te ne può fregare di meno di quanto si disse dal 1738 al 1962 :D, è meglio per te stare con chi è forte, anziché con è debole 😀
          come dicono, nel gergo orrendo, i giovani d’oggi
          meglio vincente che sfigato, no ? 😀

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          È che credi che il potere sia una proprietà, quando in realtà è una relazione.

        • habsburgicus scrive:

          spiegati meglio…

        • habsburgicus scrive:

          cioè se non equivoco, tu aderisci alla tesi di Miguel (che in gran parte è giusta) che i massoni non hanno potere in quanto massoni, ma sono quelli con il potere che ritengono, spesso, di farsi massoni (sulle percentuali, poi si può discutere..tu, mi pare, ritieni che siano comunque pochi; Miguel, mi sembra, ritiene che siano abbastanza; io tendo a pensare che siano molti)
          è così ?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il potere non discenda dall’avere una tessera o una posizione, ma dipende dalla quantità e qualità delle persone che puoi influenzare. Se io conosco il politico perché andavo con lui alla bocciofila ho un determinato potere (potrò chiedergli un favore), ma se lo conosco perché ero presente mentre si comprometteva in qualche modo, ho un potere superiore. E questo dilatando la scala a piacere.
          Pure se vado con Tizio nella loggia, perché io e lui dovremmo per ciò stesso disporre di molta influenza reciproca?
          Ognuno di noi ha esperienza di potere, nel proprio piccolo o grande, quindi mi domando perché ci intessiate sopra simili mitologie.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Quella che dici è la conseguenza, sì. Massone, ciellino, bocconiano, iscritto alla bocciofila di Pomezia, tutte le cose insieme, poco cambia, nella sostanza.

        • habsburgicus scrive:

          c’è del vero in quanto dici
          però sottovaluti l’obbligo massonico di aiuto reciproco CONTRO I PROFANI E A LORO DISCAPITO denunciato già 200 anni fa.,..non oggi 😀
          mi spiego, commissione per un posto universitario (un esempio come un altro..ancora più il mondo medico, posti da primario ecc)
          il presidente X, fratello, è OBBLIGATO a sostenere Y (se fratello) contro H (non fratello), sebbene Y sia ignorantissimo e semi-analfabeta e H sia un erudito 😀
          e il povero H se la prende in un posto che oggi va di modo 😀 (Moi cità pure Marx ed Engels, quindi non dei reazionari :D)
          in Italia c’è solo qualcosa che supererebbe l’iniziazione massonica 😀
          se H (magari a pari, o maggiore, ignoranza e semi-analfabetismo :D), benché profana, fosse una strafiga che va a letto con X, il posto se lo prenderebbe lei 😀
          ubi maior minor cessat 😀 e in Italia la F è superiore a ogni giuramento 😀
          ma questo solo in Italia (e pochi altri casi)..altrove anche i fratelli sarebbero più seri 😀 e non ammetterebbero eccezioni !

        • roberto scrive:

          Caro Habsburgicus,
          il tuo esempio è perfetto per spiegare quello che vuol dire Mauricius, perché nella vita reale avrai, oltre al presidente, il prof tizio, il prof caio, il prof sempronio e la prof mevia:

          – l’erudito H che ha lavorato per 10 anni gratis con il prof. tizio che lo sosterrà, nel terrore di perdere un collaboratore che gli ha scritto tutto negli ultimi dieci anni

          – la figa Z che non solo l’ha data al professore caio, che la sostiene, ma in più è cugina di pippo, il quale pippo, che non è un fratello, ha come assistente il figlio del presidente ed interviene pesantemente con il presidente a favore di Z. (legami di sangue vs legame di fratellanza)

          – il candidato XY che è figlio del tipo che lavora al MUIR e che finanzia tutte le ricerche della cattedra. sta evidentemente simpatico a tutti e cinque i candidati
          (fratellanza vs soldi per la sopravvivenza)

          – il candidato BB che è nipote del prof pincopallo (esterno alla giuria), il quale prof pincopallo è nella giuria di esame di RR, fratello. pincopallo, senza conoscere il legame di fratellanza, dice al presidente che se lui appoggerà BB, è fatta per RR al prossimo concorso (ergo conflitto di interessi fra due fratelli)

          – sempronio e mevia che sono fuori dai giochi e voglio semplicemente che passi il migliore (elettroni liberi)

          no, non mi convincete, il mondo è molto, ma molto più complicato ed ingestibile di come pensate

        • Z. scrive:

          Smentisco categoricamente Roberto: nessuno è mai intervenuto con alcun presidente a mio favore.

          Diffido pertanto Roberto a reiterare queste dichiarazioni diffamatorie a mio carico restando inteso che, in caso contrario, non esiterò a tutelare i miei diritti in sede civile e penale senza ulteriore avviso.

          Z.

        • Roberto scrive:

          Z
          sai che mi sei simpatico, e penso che tu sia una persona piena di qualità

          Temo però che non potrei definirti “figa”…ovviamente non parlavo di te
          😀

    • Peucezio scrive:

      ” la diffusa credenza nella reincarnazione tra una minoranza di occidentali”

      Lì ormai credo che la Blavatsky c’entri poco. Dagli anni ’70 e oggi più che mai sono stati il buddhismo e l’induismo a diffondere quest’idea anche da noi.

  135. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Normale aggiustamento del sistema economico di mercato alla variazione dei prezzi?

    Non vedo i prodromi di un collasso del sistema.”

    Vedi, ci sono due grandi ipotesi possibili:

    1) aumento della tecnica (che di per sé difficilmente può diminuire) e diminuzione delle risorse energetiche

    2) aumento della tecnica e aumento delle risorse energetiche, insomma un prolungamento tendenzialmente all’infinito dell’attuale atomizzazione e trasformazione del pianeta.

    Nel primo caso, è difficile pensare dove arriveremo quando avremo tutti un economicissimo microchip sotto pelle, ma bisognerà pagare l’aria che respiriamo. Perché è il combinato di queste due cose che è senza precedenti.

    nel secondo caso, i conservatori tra qualche anno rimpiangeranno tremendamente i romantici matrimoni tra due naturalissimi omosessuali, rispetto alle stranezze che vivremo.

    • PinoMamet scrive:

      Mmazza quanto sei catastrofico però! 😉

      già che ci siamo, non si potrebbe pensare che aumentando la tecnica, sprechiamo molte meno risorse?
      E che gli omosessuali, raggiunto l’obiettivo di far avere la pensione di reversibilità all’amato, la finiranno di epatère i borghesi con sfilate scenografiche e matrimoni in abito bianco tra barbuti?
      (che a dire il vero non ho mai visto ma immagino siano l’incubo delle Sentinelle in piedi…)

      Non so, forse sono ottimista io 🙂

      • Francesco scrive:

        dovresti andare di più al cinema, Pino, altro che incubi

        Miguel

        il primo caso è quello che sta succedendo, dove trovi che sia una cosa strana? che poi, meglio l’aria a pagamento o il diritto di inquinarla liberamente che vige tutt’ora?

        ciao

  136. Miguel Martinez scrive:

    Per habsburgicus

    “uno il cui potere è infinitamente superiore al 99, 99 % di quelli che compaiono quotidianamente sui giornali”

    Ah ho capito, Di Bernardo… beato te che hai le fonti interne per sapere chi conta davvero e chi no.

    Ma cosa c’entra lui con la Blavatsky?

    • habsburgicus scrive:

      non lo so…mica io ho citato la Blavatsky
      fra l’altro come penso tu abbia capito io sono molto “secolare” di mentalità..
      non mi interessano teosofie ecc ecc (tuttavia, spesso, pericolose)..mi interessa la ricaduta politica di questa gente, questo sì !
      potevi risparmiarti l’ironia..io del Di Bernardo su quanto lui stesso ha detto… lo conoscessi bene, verosimilmente ora starei parlando all’ONU o, se proprio andava male, all’UE :D..cercando, potevi trovarlo anche tu…è garrulo, ho detto…dice abbastanza (anche se meno di Gioele Magaldi che è di altra tendenza loggiesca, e meno importante)

  137. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “già che ci siamo, non si potrebbe pensare che aumentando la tecnica, sprechiamo molte meno risorse?”

    Infatti, uno dei motivi del calo del consumo energetico è anche quello. Ma la tecnica vi è costretta dal sempre maggior costo di estrazione di risorse, di sempre più difficile accessibilità. Magari al centro della terra ci saranno risorse incredibili, ma ad arrivarci…

    E comunque se l’Economia Deve Crescere (e bisogna Sbloccare l’Italia), deve crescere e non restringersi…

  138. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “E che gli omosessuali, raggiunto l’obiettivo di far avere la pensione di reversibilità all’amato, la finiranno di epatère i borghesi con sfilate scenografiche e matrimoni in abito bianco tra barbuti?”

    Ma infatti. Anzi, la maggior parte degli omosessuali non ha mai voluto épater nessuno, come la maggior parte di tutti gli esseri umani. E tra gli “epatenti”, una buona parte trova sgradevole questa melensa istitutionalizzazione e la mania di subordinarsi ai costumi mainstream.

    Le Sentinelle – e i loro antenati – hanno digerito i matrimoni civili, il divorzio, la pillola, le convivenze e altri delitti eterosessualisti, tra poco assorbiranno anche i barbutisti omosessualisti (così facciamo la par condicio della desinenza “-ista”). Per loro, la quarantenne senza figli, alla sua quinta convivenza seria con un uomo, è già Naturale.

    La questione, che non va posta in termini moralistici, riguarda casomai la bioingegneria e tutto ciò che potrà produrre. Compreso ovviamente qualcosa di molto lontano da ciò che oggi chiamiamo “essere umano”.

    • Francesco scrive:

      nego, nego, nego

      siamo molto più “indietro” di quello che pensate

      😀

      PS credo, che non li conosco ancora di persona

    • Peucezio scrive:

      “Le Sentinelle – e i loro antenati – hanno digerito i matrimoni civili, il divorzio […]”

      Io non li ho digeriti affatto. Le trovo cose abominevoli e basta.

      Solo che so che non si può toccare il fondo, perché non c’è, per cui si aggiunge abominio all’abominio.

  139. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “potevi risparmiarti l’ironia..io del Di Bernardo su quanto lui stesso ha detto…”

    hai ragione sull’ironia, ma volevo ribadire un punto: se leggo un’intervista con Gaetano Saya (chi se lo ricorda?) che dice che conta su una legione di migliaia di fascisti armati e infiltrati nell’esercito, nella polizia e nei servizi segreti, non ci credo necessariamente per partito preso.

    Vantarsi di essere importanti, o meglio ancora fare quello che dice, “non posso rivelarvi i segreti che possiedo”, è un comportamento umano assai diffuso.

    • habsburgicus scrive:

      vero…ma in questo caso verosimile per le cariche che ha ricoperto/ricopre e per i contatti internazionali (VERI e documentabili…ben diversi dal personaggio italo-italiano che hai citato :D)
      in più vi sono i classici
      Barruel
      Crétineau-Joly
      Delassus
      R.I.S.S
      la “Civiltà cattolica” degli anni 1890′ et alii
      messo tutto insieme, rende quantomeno “verosimili” eventuali “vanterie” da parte di chi ha certi gradi in una determinata setta..
      tu potrai dirmi..son tutte balle 😀 hai diritto di dirlo, è la tua opinione !
      sta di fatto che quanto denunciato in genere si è poi avverato…
      caso ? può essere
      fatalità storica, che semplicemente seppero prevedere in anticipo? forse
      analogie fallaci fra il mondo del XIX secolo e quello del 2000 ? possibilissimo
      i fatti però ci sono…liberi di interpretarli in modo divergente e anche opposto, perfino di ignorarli…però ci sono 😀

  140. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “fatalità storica, che semplicemente seppero prevedere in anticipo? forse
    analogie fallaci fra il mondo del XIX secolo e quello del 2000 ? possibilissimo”

    E’ una discussione difficile. Non parto mai dall’idea che siano “tutte balle”.

    Prendiamo il tema specifico delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.

    Cosa c’è “dietro” tali unioni e cosa c’è dietro l’opposizione, perché ogni coppia di opposti è fedelmente legata da un matrimonio indissolubile:

    – un residuo della cultura massonica dei diritti civili? Perché no?
    – il consumismo che ha trovato una nuova nicchia?
    – lo Stato impersonale che non può negare a Tizio-Caio ciò che concede a Nando e Sempronia, salvo delegittimare se stesso?
    – il meccanismo per cui lo Stato deve timbrare le vite delle persone?
    – la fine della famiglia come unità di produzione?
    – l’amore dei giornalisti per il gossip e lo scandalo?
    – l’esistenza di una realtà biologica che possiamo chiamare “innata tendenza omosessuale”?
    – la difficoltà nel definire la natura umana per cui è difficilissimo dire cosa sia innato e cosa culturale?
    – anticlericalismo vecchio stile che attacca sempre la Chiesa cattolica qualunque sia il motivo?
    – il nuovo ruolo che consumismo e culto dell’olocausto hanno dato a chi riesce meglio a giocare la “vittima”?
    – le discriminazioni su cui si fonda il potere patriarcale?
    – il lento spegnimento di una delle mille istituzioni della storia, chiamata Chiesa cattolica e quindi un normale avvicendarsi di regole e culture?
    – l’influenza del cinema e dell’apparato mediatico statunitense?

    Ora, io credo che tutte queste spiegazioni possano essere vere, nel loro piccolo: la realtà è fatta di infiniti anche.

    Solo che dietro quelle che riguardano l’economia, il consumismo, i media, il potere dello Stato e la sua impersonalità, intravediamo qualcosa di più generico e quasi archetipico, che è l’aumento del consumo energetico.

    E’ come uno stagno in cui succedono improvvisamente tantissime cose diverse e nuove, non importa se brutte o belle dal nostro limitatissimo punto di vista; ma queste cose succedono, perché è stata gettata nello stagno una quantità enorme di nutrienti.

  141. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “il senso di comunità è lento a morire ma è una delle cose a cui il ’68 ha dato una bella botta, in perfetta coerenza con l’illuminismo”

    Nulla è “perfetto”, nulla è “coerente”. In particolare un anno.

    Come il ’68.

    Che ha anche riscoperto le comunità, le piccole patrie, l’autogestione, i dialetti, l’artigianato, i racconti degli anziani, la manualità, la gente di città che andava a mungere le capre in montagna, i mondi sommersi dalla violenza della modernità, quelli che raccoglievano le canzoni, sociali o religiose, della gente messa da parte…

    Ma tu la Val di Susa vorresti vederla sbranata, temo 🙂

    E con gente che ha “fatto il Sessantotto”, ci siamo fatti un grande pranzo comunitario, proprio sotto la Val di Susa, dopo aver piantato la bandiera dell’Occitania sotto il pero.

    • Francesco scrive:

      “sbranata” mi pare un’esagerazione, so solo che dovrebbe passarci una ferrovia e che contro è nata una considerevole cagnara 😉

      quel ’68 c’è stato ma mi pare assai minoritario … per un borghese che si rifaceva la verginità andando a mungere c’erano mille proletari a cui si insegnava che lavorare con le mani fa schifo

      non è che +1 e -1.000 fanno un equilibrio

      ciao

      • PinoMamet scrive:

        ” c’erano mille proletari a cui si insegnava che lavorare con le mani fa schifo”

        Questa non l’ho mai sentita da nessuna parte!

  142. Moi scrive:

    @ MAURICIUS (e soprattutto @ LISA)

    Sì, è vero: vi sono taluni libri e/o insegnanti di matematica che le formule di sfere, cerchi e circonferenze in funzione al diametro proprio non li considerano … perché mai ?

    E dire che solo una formula su quattro (Area del Cerchio) è più comoda in funzione del raggio anziché del diametro :

    I)

    Lunghezza della Circonferenza :

    2 π r = π D

    II)

    Area del Cerchio

    π r^2 = π (D/2) ^2 = π (D^2)/4

    III)

    Volume Sfera

    4/3 π r^3 = 4/3 π (D/2)^3 = 4/3 π (D^3)/8 = 4 π (D^3)/24 = π (D^3)/6

    IV)

    Superficie Sfera

    4 π r^2 = 4 π (D/2)^2 = 4 π (D^2/4) = π D^2

    ***QED … FNP ; -) ***

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      In tutti quelli che ho visto ci sono sempre state.

    • paniscus scrive:

      Le formule in funzione del diametro è molto più facile trovarle nei libri di fisica che in quelli di matematica.

      Perché in matematica quelle sono figure ideali, di cui ti viene dato il parametro fondamentale e ti calcoli tutto il resto… mentre in un’esperienza di laboratorio sono oggetti solidi, palline, dischetti e rondelle, che prendi in mano e devi misurare.

      E vai a misurare il RAGGIO di una pallina con un calibro o con un righello ad esempio…

      L.

      • Moi scrive:

        Be’, sì … però un problemino di matematica “da Anni Cinquanta” poteva chiedere anche, ad esempio, di quanto spagone grosso abbia bisogno il giardiniere per tracciare appunto, con paletto e piccchetto, un’ aiuola circolare che contenga 3 m^2 di fiori …

        • Moi scrive:

          Oggi, invece, sappiamo che una roba del genere è fattibile soltanto mediante una tecnologia NON umana, tipo il Disco Volante degli Ufi che spara i’ (r)raggio cosmico stando in “hovering” nella stratosfera 😉 🙂

        • Moi scrive:

          Inoltre esistono “decinaia e decinaia” di giochi e sport che si fanno con delle sfere 😉 …

        • Moi scrive:

          “decinaia” è una citazione 😉 …

  143. Moi scrive:

    Rectius : “più comoda” : “più semplice come calcolo”… va be’. Nemmeno Lisa pretende una classe di tutti Sheldon Coopers 😉

  144. Moi scrive:

    Che poi Sheldon Coopers, da quel poco che ho visto (e mi è bastato) mi pare più che altro un “Autistico Peso”(e NON si dovrebbe riderne …) mentre Steve Urkel era una macchietta comica, grottesca, allegra, ottimista con l’ invenzione “surreale” sempre pronta.

  145. Peucezio scrive:

    “Come il ’68.

    Che ha anche riscoperto le comunità, le piccole patrie, l’autogestione, i dialetti, l’artigianato, i racconti degli anziani, la manualità, la gente di città che andava a mungere le capre in montagna, i mondi sommersi dalla violenza della modernità, quelli che raccoglievano le canzoni, sociali o religiose, della gente messa da parte…”

    Questi sono gli aspetti che non si possono non amare del ’68 (per dirlo io…!). Gli aspetti “reazionari”.

  146. Luigi scrive:

    Pino,

    ti rispondo sulle “streghe”.
    Certamente quello che hai citato era il pensiero delle moltitudini che ripetevano lo slogan senza nemmeno capire cosa stessero facendo.

    Ti assicuro che almeno alcune erano però del tutto consapevoli – e orgogliose – di essere sataniche; non a caso vi ritroviamo le ispiratrici del movimento (è fondamentale “Maria Maddalena e la dea dell’ombra. La spiritualità della dea, il femminile sacro e l’immaginario contemporaneo” di Iannacone).

    È questa la schiettezza cui mi riferivo.

    Ciao.
    Luigi

    P.S.: Habsburgicus, leggere Cretineau-Joly è il mio sogno segreto, insieme a una cena con la “sorella maggiore” Natalie Portman. Non hai qualche consiglio da fornirmi, per recuperare qualcuno dei suoi scritti? Anche in mangiaranesco…

    • habsburgicus scrive:

      @Luigi
      la Portman purtroppo è fuori della mia portata 😀
      Crétineau-Joly invece no..già li avevo, li ho cancellati e li riscaricherò (a meno siano scomparsi)…
      e te li invierò o, se preferisci, ti darò le coordinate per scaricarli
      dunque almeno quel tuo sogno segreto dovrebbe avverarsi, a breve 😀

    • PinoMamet scrive:

      PS

      stranamente in topic 🙂 perlomeno con la tua risposta:

      in effetti però non riesco a darti torto del tutto. Io non so se ci sia un piano e tendo a credere di no;
      ma sicuramente c’è uno schema nella liberalizzazione di molte idee “trasgressive”.

      C’entra col ’68? Forse, ma il ’68, come dice Miguel giustamente, è stato tante cose…

      Ora anche questa “trasgressione”, che a un certo punto ha cominciato a diventare una bella parola, ha avuto i suoi lati positivi: quando c’è troppa rigidità e autorità, invocare elasticità e libertà è fisiologico e anche salutare.

      Ora, a dire che però adesso siamo un po’ troppo oltre, si rischia di fare la figura dei vecchi barbogi e di scatenare la domanda: dove comincia esattamente il “troppo oltre”?

      Domanda in teoria validissima, ma nella pratica: l’avete visto un concerto di Madonna (dico visto, perché l’esperienza musicale è quella che è…)?
      Negli anni Novanta?

      Quello era il “troppo oltre”.

      • mirkhond scrive:

        Interessantissimi e degni di riflessione questi due ultimi commenti di Pino.
        Che, continuo ostinatamente a ritenere che sarebbe un ottimo sacerdote e vescovo cattolico, proprio per il senso di mediazione che auspica in una comunità altrimenti separata in casa…..
        Il Giudaismo e l’Islam invece, in questi aspetti, assomigliano al protestantesimo…..

      • Luigi scrive:

        Ma è per questo che la tassidermia è l’unico ambito dove la parola “conservazione” ha per me un senso 🙂

        Intendo che proprio non comprendo la logica di chi afferma (a solo scopo d’esempio) “sì all’aborto, no alla pedofilia”; come non comprendo la logica di chi invece sostiene “no all’aborto, sì al divorzio”.

        Più in generale, la conservazione non ha nemmeno un grande impatto perchè è battaglia di retroguardia.
        Mentre la “reazione” sottintende comunque la volontà di ripristinare certi paletti, anche quelli saltati da tempo.
        Poi non è che questa abbia impatto maggiore, stante la pochezza numerica e personale dei suoi adepti 😉

        Certo è che negli ultimi 50 anni almeno, la direzione è sempre stata quella; come già osservavo. Mai una sola volta, in uno Stato occidentale, mi risultano “paletti” rimessi se non a scopo del tutto strumentale (e ovviamente in totale temporaneità).

        Comunque, non conosco i video di Veronica Ciccone anni Novanta. Ho visto qualcosa – molto poco – di Ryhanna e Lady Gaga, e mi è bastato. Il simbolismo è di tale evidenza che perfino imbarazza parlarne.

        Un appunto sul “Piano”: non c’è, almeno a livello umano (che poi è almeno dai tempi di Guenon che si sa ciò).
        Ci sono miriadi di convergenze, interessi, azioni, influenze, che si sommano sul lungo periodo.
        Un po’ come il moto dei fluidi: a livello microscopico gran casino, in grande invece il flusso è quello.
        Analizzabile, prevedibile e sfruttabile.

        Ciao.
        Luigi

        P.S.: Habsburgicus, mille volte grazie per i links. Io non ci sarei mai arrivato.
        Inizierò dall’unico testo in italiano 😉

        • Luigi scrive:

          Rispondevo a Pino, ovviamente.

          Luigi

        • PinoMamet scrive:

          In effetti non volevo citare neanche Lady Gaga, perché con lei è evidente che la trasgressione ha passato il limite e non sa neanche più cosa trasgredire…

          comunque hai ragione, il simbolismo è di una chiarezza imbarazzante.

        • Francesco scrive:

          Rihanna? simbolismo?

          da quando la gnocca è un simbolo? la gnocca è la cosa in sè, altro che simbolo!

          La nanetta orrenda tenetevela pure, invece.

          😀

      • PinoMamet scrive:

        Tra l’altro, visto che si parla di musica (colpa mia) ne approfitto per un esempio che spera chiarisca la mia posizione sul “piano”, che non c’è, e lo “schema” che invece c’è.

        Posizione che credo vicina a quella di Luigi.

        Ora, secondo me i vari gruppi rock che si sono impegnati in tematiche esplicitamente “sataniche”, dai più famosi fino agli strimpellatori di quartiere, al 90% sono dei mattacchioni, chiamiamoli così, che si divertono a fare gli “scasso tutto” e con Satana non hanno alcun rapporto (per fortuna), anche se lo citano in qualche canzone e fanno concerti con la macchina del fumo, le chitarre distorte ecc. ecc.

        Al 90%, vanno presi sul serio quanto la loro geniale parodia nel film con Jack Black, Tenacious D (molto divertente tra l’altro).

        Però c’è anche il 10% di chi fa sul serio, tra cui parecchie persone che non esiterei a definire disturbate.

        E uno si chiede: ma a qualunque percentuale appartengano, chi cavolo è che ha lanciato questa moda?
        Si, vabbè, si può risalire per li rami aa Aleister Crowley ecc. ecc., ma viene da pensare perché una moda di questo genere abbia un tale impatto.

        Certo se ne può dare una spiegazione sociologica, che sarà assolutamente vera;

        ma anche la spiegazione religiosa ed escatologica, rischia di essere altrettanto vera…

        è solo questione di punti di vista.

        • Luigi scrive:

          Pino,

          posso anche concedere che buona parte degli “artisti” che gioca alla provocazione “satanista” non abbia alcun rapporto col suddetto satana.
          Il problema è che forse satana ha qualche rapporto con loro…

          Non ho mai letto niente di Nietsche. C’è però una frase, a lui attribuita, che mi ha sempre colpito per la sua profondità: mai guardare troppo a lungo dentro l’abisso, perchè l’abisso potrebbe voler guardare dentro di te.
          Le morti così disperate e vuote di tanti “artisti” contemporanei mi sembra dicano molto su tutto questo.

          Dopo di che, un simbolo ha valore a prescindere dalla consapevolezza di chi lo impiega.
          Io posso anche non sapere nulla del senso di pentacoli e affini, ma se li uso genero conseguenze di un certo tipo. Vedi Brigate Rosse, ad esempio; dove la stella a 5 punte era solitamente disegnata in modo da evidenziare un bel pentagono rovesciato internamente.

          Poi un giorno ci faremo una bella chiaccherata sul Golem 🙂
          Comunque, per me la musica “seria” è morta con Vivaldi 😉

          Francesco, prova a leggere qui:
          http://www.santaruina.it/lo-spirito-dei-tempi-e-liniziazione-della-giovane-rihanna
          http://www.santaruina.it/fabri-fibra-l-illuminato-de-noatri
          http://www.santaruina.it/cristina-aguilera-e-il-pentacolo

          Poi continua pure a pensare che siano tutte fantasticherie. Ma almeno prendi in esame la possibilità, per favore. Persone cattolicamente molto più “quotate” di te – per non dire di me – sarebbero state forse meno tranchant nei loro giudizi.
          Grazie.

          Ciao.
          Luigi

        • Luigi scrive:

          Aggiungo una postilla: mai sottovalutare la complessità del reale.
          La spiegazione sociologica può tranquillamente convivere e integrarsi con quella religiosa.

          Ciao.
          Luigi

        • Francesco scrive:

          dai Luigi, che io sappia Rihanna era una cameriera famosa nel bar per vincere le gare di miss maglietta bagnata

          venne “scoperta” da qualche discografico in innocente viaggio di vacanza ed è diventata una starlet

          canticchia bene, fa le moine, si concia da zoccola secondo gli standard (abbastanza limitati) dell’immaginari segaiolo di MTV

          che prevedono un ampio uso di simboli alludenti a chissà quali sfrenati riti orgiastici da parte dei seguaci del diavolo

          roba perfettamente in linea con l’immaginario di un bifolco biblico del Kansas o di una suora di paese della Bergamasca

          sotto sotto, bassa manovalanza dell’Avversario, tipo l’invasione della Danimarca nella IIGM, robetta insomma

          ciao

        • PinoMamet scrive:

          “sotto sotto, bassa manovalanza dell’Avversario”

          credo che il punto sia esattamente questo!

          Gli articoli di Santaruina sono interessanti;

          naturalmente vanno visti nella prospettiva di quello che nel cinema sarebbe la contrapposizione tra regista (il signor Tal dei Tali, che non sa niente di simbologia cristiana) e “autore” (la somma di tutto quello che il film dice anche all’insaputa dell’autore reale, ovvero del signor Tal dei Tali, che può- più spesso, gli scenografi 😉 – aver seminato il film di simboli che manco conosce, ma sono semplicemente “nell’aria”).

        • PinoMamet scrive:

          Un esempio tratto da un articolo di Santaruina:

          sono sicurissimo che Fabri Fibra avrà, al meglio, solo una vaga idea di chi fosse il dio Moloch, e che si sia sistemato sulla statua (in realtà quella utilizzata nel film Cabiria) semplicemente perché “fa figo”.

          Nondimeno il messaggio è comunque: guarda come sono figo, diventando un personaggio “potente” e trasgressivo (sesso, droga ecc.) assurgo alle altezze di un sovrano orientale, con ville immense e statue dorate;
          sono “dorato” e pericoloso proprio come l’idolo che mi sta alle spalle, non sono un “buono”.

          Poi se uno crede che quell’idolo, in effetti, rappresenti una persona reale, come nel caso dei cattolici praticanti, la cosa diventa ancora più inquietante.

          Ma anche solo sul piano simbolico/metaforico/morale, è in effetti chiarissima.

          esattamente come il “controbattesimo” di Rihanna: se uno è cattolico, darà alla simbologia certamente un peso maggiore, ma comunque il simbolo è chiaro per tutti:
          perdita dell’innocenza = maggior impatto sulle masse = più potere.

        • PinoMamet scrive:

          Poi logicamente Fabri Fibra e Rihanna, persone reali, avranno poco a che fare con tutto questo, e la genesi sarà stata qualche ignaro autore di videoclip, magari tranquilissimo padre o madre di famiglia, che avrà detto:
          “senti, facciamo che ti gettano una secchiata d’acqua così si vedono un po’ le tette, e poi nell’inquadratura dopo sei vestita tutta da figa?”

          😉

        • Luigi scrive:

          Attenzione.
          Oggi, 23 ottobre dell’Anno Domini 2014…

          … OMDAP 🙂

          Luigi

          P.S.: trasforma tu l’anno cristiano in quello ebraico, perchè io non me lo ricordo mai 😉

        • PinoMamet scrive:

          Dies albo signanda lapillo!!
          😀

  147. Miguel Martinez scrive:

    Per habsburgicus

    “perché il mio commento con i link per Luigi attende “moderazione” ? così c’è scritto”

    C’è un limite al numero di link attivi che si possono mettere: è una misura antispam.

    Non c’è problema comunque, in futuro basta attendere che arrivi l’Angelo Approvatore.

  148. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “” la diffusa credenza nella reincarnazione tra una minoranza di occidentali”

    Lì ormai credo che la Blavatsky c’entri poco. Dagli anni ’70 e oggi più che mai sono stati il buddhismo e l’induismo a diffondere quest’idea anche da noi.”

    Questi sono argomenti su cui sono ferrato 🙂

    In realtà, la reincarnazione entra in Occidente con lo spiritismo di Kardec (che usa come “prova” semplicemente le presunte dichiarazioni dei defunti), e può darsi che lui l’abbia derivata dagli ordini paramassonici dei martinisti. Secondo Guénon, che era abbastanza addentro a certi ambienti, l’idea invece nascerebbe in un gruppo denominato la Fratellanza Ermetica di Luxor, ma chissà…

    In Kardec la reincarnazione è una cosa piuttosto casuale, è la Blavatsky che lo innesta sulle letture occidentali delle idee dell’India, anzi attribuisce tutto a induismo e buddhismo – la teosofia si presenta in Occidente soprattutto come il “vero buddhismo” rivelato dai “maestri occulti” tibetani (ma lei si vanta anche di aver appreso qualcosa in gioventù dai calmucchi buddhisti-tibetani della Russia).

    In realtà, è la Società Teosofica a portare in Occidente tutto insieme l’idea della “saggezza orientale”, il mito dell’India e del Tibet e la teoria della reincarnazione.

    Guénon nega che la reincarnazione sia un’idea orientale (si veda l’Errore dello spiritismo), ma le sue argomentazioni mi sembrano cavilli, e comunque in contrasto con fatti piuttosto noti: casomai è la spiegazione teorica che dà la Blavatsky, nel suo tentativo di contrastare Darwin, che è farina di sacchi europei.

    Queste idee entrano nella cultura occidentale attraverso due sistemi: le infinite scissioni della Società Teosofica e libri che si copiano a vicenda. Non c’è quindi nessuna organizzazione che le trasmette in maniera continuativa, si perde presto coscienza dell’origine blavatskiana, ma chi segue queste storie può facilmente ricostruire la catena: tipicamente, Tizio nel 1950, spacciandosi per uno che ha “studiato nel Tibet”, scrive un bestseller, spacciando il contenuto per roba orientale; in realtà copia paragrafi interi di un libro scritto nel 1930 senza citare l’autore; poi vedi che quell’autore ha plagiato un testo teosofico del 1905…

    Per chi si vuole divertire con queste cose, consiglio gli scritti del pittoresco “vescovo” Charles Webster Leadbeater, che racconta tutte le proprie romanzesche vite passate.

  149. mirkhond scrive:

    “Ora anche questa “trasgressione”, che a un certo punto ha cominciato a diventare una bella parola, ha avuto i suoi lati positivi: quando c’è troppa rigidità e autorità, invocare elasticità e libertà è fisiologico e anche salutare.

    Ora, a dire che però adesso siamo un po’ troppo oltre, si rischia di fare la figura dei vecchi barbogi e di scatenare la domanda: dove comincia esattamente il “troppo oltre”?

    Domanda in teoria validissima, ma nella pratica: l’avete visto un concerto di Madonna (dico visto, perché l’esperienza musicale è quella che è…)?
    Negli anni Novanta?

    Quello era il “troppo oltre”.

    Una mia parente, ora nel Regno dei Cieli, mi diceva sempre che si è passati da un’esagerazione all’altra!

    • Francesco scrive:

      Madonna anni ’90?

      immagino che tu non ti sia aggiornato su quello che fanno le “cantanti” con poca voce

      pensando alla prima Cristina Aguileira, anche quelle con molta voce non scherzano …

      ciao

  150. Moi scrive:

    @ LUIGI

    Anche questa ha moltissimi simbolismi esoterici …

    http://www.youtube.com/watch?v=NOubzHCUt48

    Comunque descrive bene il paradosso dei giovani che hanno tutto, ma si sentono sempre insoddisfatti, ostentano un aspetto molto aggressivo ma hanno una psiche fragilissima …

    Ke$ha – Die Young

  151. mirkhond scrive:

    Per restare in argomento, un amico mi ha inviato questo:

    Diego Fusaro

    Miseria del laicismo

    Il primo gesto filosofico consiste sempre nell’esercizio del dubbio, vuoi anche nella cartesiana forma “iperbolica”, rispetto ai luoghi comuni e alle verità inerzialmente ammesse dai più. Il cosiddetto laicismo può, a giusto titolo, costituire un fecondo luogo di esercizio del dubbio filosofico. Il laicismo – vera e propria religione del nostro tempo – si presenta urbi et orbi come ideologia neutra e avalutativa, che assume come scopo primario la liberazione dell’uomo dalle visioni assolutistiche, quando non fondamentalistiche, e dunque anzitutto da quelle religiose.

    È questa, salvo errore, la cifra del laicismo da Paolo Flores D’Arcais a Eugenio Scalfari, da Michel Onfray a Piergiorgio Odifreddi, giusto per citare i principali esponenti di questo neoilluminismo che si autocelebra come il fronte più avanzato dell’emancipazione. Per essere il più sintetico e il più chiaro possibile, il laicismo è assai peggio del male che aspirerebbe a curare. E perché? Per il fatto che, contestando tutti gli Assoluti che non siano quello immanente della produzione capitalistica, il laicismo integralista si pone come il completamento ideologico ideale del dilagante fanatismo economico, in cui l’Economist diventa l’Osservatore Romano della globalizzazione capitalistica e le leggi imperscrutabili del Dio monoteistico divengono le inflessibili leggi del mercato mondiale. In questo, il laicismo rivela la sua natura di fondamentalismo illuministico svuotato della sua nobile funzione emancipativa (à la Voltaire, per intenderci) e ridotto a semplice funzione espressiva del capitale e delle sue lotte contro ogni divinità non coincidente con il mercato.

    Per gli odierni corifei del laicismo, instancabili lavoratori presso la corte del re di Prussia, la sottomissione alla superstizione religiosa dev’essere destrutturata in modo che domini incontrastata la sola superstizione economica. L’obbedienza servile deve essere riservata unicamente all’economia, alle “sfide della globalizzazione”, all’insindacabile giudizio del mercato, al vincolo del debito e alla dittatura delle agenzie di rating. L’essenza intimamente teologica del nuovo ordine della produzione – il nomos dell’economia – affiora eminentemente dalla sua pretesa assolutistica di esaurire il senso delle cose, ponendosi come fondamento incondizionato del reale e del simbolico, coartando gli uomini a praticare un culto ignaro e alienato al cospetto della propria forza associata e, al tempo stesso, disgiuntasi da loro e tale da non venir più riconosciuta nella sua reale configurazione di prodotto storico della prassi oggettivata. Forse che l’Assoluto del nostro tempo non è il monoteismo del mercato? Forse che la teologia del nostro tempo non è l’economia, ossia la teologia della disuguaglianza sociale? Per i laicisti no, il problema è sempre e solo il Dio trascendente, è sempre e solo il fanatismo della religione tradizionale. È il capitale stesso che deve delegittimare ogni religione che non sia il monoteismo del mercato: qui emerge chiaramente il ruolo di instancabili lavoratori presso la corte del re di Prussia dei fanatici del laicismo.

    Il vero dilemma del nostro tempo non sta nell’ennesima riproposizione di un illuminismo che contesti le divinità trascendenti: è questo, per inciso, l’ostinato orizzonte illuministico di una sterminata galassia di testi recenti – come ilTraité d’athéologie, del 2005, di Michel Onfray –, che già ai tempi di Feuerbach sarebbero stati considerati “superati”. Al contrario, ciò di cui più si avverte il bisogno, oggi, è un nuovo illuminismo che contesti incondizionatamente l’Assoluto capitalistico e l’esistenza di presunte leggi economiche oggettive della produzione, sottoponendo a critica l’onnipervasivo monoteismo del mercato senza per questo cadere nell’elogio nostalgico dei comunismi novecenteschi. Mi si permetta di concludere sostenendo senza remore che, supporto ideale per l’universalizzazione della forma merce, il laicismo si configura oggi come l’involucro ideologico per la globalizzazione, per il liberalismo e per la santificazione del monoteismo del mercato. Per questo, se mi si definisce laico, respingo garbatamente la definizione.

    • Francesco scrive:

      >> un nuovo illuminismo che contesti incondizionatamente l’Assoluto capitalistico e l’esistenza di presunte leggi economiche oggettive della produzione, sottoponendo a critica l’onnipervasivo monoteismo del mercato senza per questo cadere nell’elogio nostalgico dei comunismi novecenteschi

      posso dirlo? prego si accomodi

      che il mondo sia fuori di testa è avvertibile da chiunque abbia una moglie e, quindi, l’occasione di sfogliare un settimanale femminile

      spesso lo ammettono pure loro

      il problema è indicare una via di fuga, un mondo “dentro di testa” possibile

      sennò è solo una variazione sul tema “cantori di regime” e preferisco la gnocca, piuttosto

      ciao

  152. habsburgicus scrive:

    lo metto qui, almeno non siamo completamente fuori tema
    dal momento che parla, dal suo punto di vista, di tematiche noi ciclicamente affrontiamo, era possibile risparmiarvelo ? no 😀
    http://ilsizzi.wordpress.com/2014/10/22/lombardia-contemporanea/
    leggete…meditate, commentate e, se lo ritenete, stroncate 😀

    • mirkhond scrive:

      Tipico discorso di un fascista norreno, che parla di “Italia” e Italiani” solo perché garantiscono il DOMINIO DEL NORD sull’intera penisola.
      Mentre una “Padania” finirebbe per diventare un satellite della Francia e/o della Germania.
      Come è effettivamente stata da Carlomagno fino al 1861-1870.
      Questo spiega perché i polentoni fanno gli italianissimi, già dai tempi di Ippolito Nievo, e nello stesso tempo disprezzano i “fratelli” terroni.
      Storia vecchia, che ormai ci è nota.
      Per il resto, riconosce almeno la buona amministrazione austriaca in Lombardia, anche se mente sul fatto che fosse così ricca e industrializzata.
      Visto che queste caratteristiche sarebbero venute DOPO l’unificazione dell’Italia, derubando le Due Sicilie conquistate di TUTTO.
      A cominciare dall’orgoglio di essere NAPOLETANI e SICILIANI!

      • Francesco scrive:

        Mirkhond,

        diciamo che l’orgoglio è l’unico oggetto rubato su cui esista un minimo di certezza storica.

        Che tutto il resto sono divertenti sogni di piccoli intellettuali di provincia, assai simili ai testi dei suprematisti neri negli USA.

        In ogni caso, pure l’Italia uita è sempre stata un satellite, di Francia o Germania o Stati Uniti.

        E’ il destino dei corpi con poca massa, girare intorno a chi è più grosso.

        Toccherebbe rassegnarsi e far di necessità virtù, come insegnano i savi.

        • mirkhond scrive:

          “In ogni caso, pure l’Italia uita è sempre stata un satellite, di Francia o Germania o Stati Uniti.”

          Qui concordo.
          Però una certa “schizofrenia” polentona esiste, altrimenti non farebbero gli italianissimi a targhe alterne.
          Ci hanno derubato di tutto, che uno ci creda o no.
          Ma nello stesso tempo ci hanno disprezzato e ci disprezzano, considerandoci dei sottosviluppati.
          Però se lo sono DIVORATI bene bene questo paese di sottosviluppati.
          Per poi disprezzarci.
          Ma se ci disprezzate così tanto, perché ci avete VOLUTO sotto di voi?
          E perché CONTINUATE a difendere quella CONQUISTA?
          E’ perché vi fa credere “importanti” più di quel che valete, cioè ZERO.
          Mentre non vi piacerebbe tornare ad essere VOI i TERRONI della Germania o della Francia.
          Che invece vi auguro col più profondo del cuore.
          Dominarci vi gasa, perché appunto vi fa sentire dei dominatori.
          Ipocriti!

        • PinoMamet scrive:

          “Ma se ci disprezzate così tanto, perché ci avete VOLUTO sotto di voi?”

          Mmm mi sembra un po’ un’esagerazione, dai… non è tutto sempre contemporaneo!!

          ma anche prendendola per buona, Mirkhond, è una domanda che non ha troppo senso, sarebbe come dire “ma se i bianchi disprezzano i negri, perché hanno creato le colonie?”
          😉

        • Francesco scrive:

          Duca

          ma quanti la vogliono, l’unità d’Italia?

          qui nel blog mi pari tu l’unico

          io sono quasi rassegnato al fatto che pure il Nord sia senza speranze, anche da solo. perderemmo qualche cialtrone ma abbiamo Salvini che basta e avanza

          i più forti difensori dell’unità della patria che mi vengono in mente sono i peggiori politici meridionali e laziali, quelli che i loro stessi elettori dovrebbero linciare in una resipiscienza di dignità

          ciao

        • roberto scrive:

          beh a me l’unità d’italia non dispiace affatto!

        • Francesco scrive:

          ma tu non vali, vivi in Lussemburgo!

          troppo comodo

          😀

        • habsburgicus scrive:

          @Francesco

          il tuo corregionale ci va giù pesante…altro che UAAR…oggi un anti-cristianesimo così estremo, lo devi andare a trovare a Livorno o in qualche sede del PMLI o di Sinistra Critica 😀
          http://ilsizzi.wordpress.com/2014/09/22/o-leuropa-o-la-madonna/

          P.S
          scrive anche
          “Sì, perché fino a Roncalli la Chiesa assolutista teneva in pugno l’Europa col terrore, l’oscurantismo, l’intolleranza più becera e bigotta possibile, ma col Concilio è cominciata la sagra del catto-comunismo per tentare di sopravvivere, anche in un’Europa sempre più istruita, laica e smaliziata”

          mi sa che sopravvaluti un po’ la forza della Chiesa, fino al 1958 😀 magari fosse stato così 😀
          non eravamo nel Medioevo nel 1945 e 1950, manco a Bergamo 😀
          e poi Europa vuol dire anche Parigi dove facevano gli strip-teases nei locali sin dagli anni 10′
          tutto sto “terrore” della Chiesa pre-1958 sull’Europa mi pare lo veda solo lui !

          certo che voi in Lombardia avete certi tipi 😀

        • roberto scrive:

          “ma tu non vali, vivi in Lussemburgo!”

          guarda stavo per aggiungere “ma se volete separatevi pure, tanto io sto in lussemburgo”…poi ho pensato che non avrei più saputo che pasaporto prendere, napoletano per nascita o bolognese per naturalizzazione?

          🙂

  153. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “Però c’è anche il 10% di chi fa sul serio, tra cui parecchie persone che non esiterei a definire disturbate.”

    Veramente la questione non era se il 10% della minoranza di rocchettari che usano simboli vari “ci credano”, ma se questo abbia qualcosa a che fare con il corso della storia.

    • PinoMamet scrive:

      Mmmm magari mi sono espresso male, ma il mio punto è che se anche il 99% “non ci crede”, questo ha comunque qualcosa a che fare col flusso della Storia.
      Se non altro, perchè c’è .

  154. Miguel Martinez scrive:

    Comunque in tutta la questione del “simbolismo esoterico” e del suo peso nella storia, ci sono una serie di equivoci tali da rendere difficile anche parlarne.

    – Intanto, agli esseri umani piacciono simboli e immagini.

    – I simboli facili da disegnare e carini non sono poi tanti – croci, triangoli, stelle, svastiche, ecc., arcobaleni solo da quando c’è la stampa a colori (vi immaginate un arcobaleno di marmo?)

    – la gente tende ad appropriarsi di questi pochi simboli per le cause più svariate

    – esiste certamente una vaga corrente di pensiero che possiamo chiamare ermetismo, se vogliamo, e che di lettura in lettura passa dall’Egitto greco-alessandrino al mondo attuale: sarebbe ridicolo immaginarsi che qualche effettiva organizzazione sia sopravvissuta, ma certe idee si trasmettono attraverso libri; anche se ogni generazione, e ogni individuo, vi assegna valori suoi.

    – l’ermetismo ha qualcosa a che fare con lo gnosticismo, un fenomeno che conosciamo quasi solo attraverso furibonde critiche. Siccome la Chiesa si è definita anche in opposizione a questo fenomeno di cui sappiamo così poco, i cattolici ancora oggi se la prendono con “gli gnostici”, un po’ come quelli di sinistra ancora chiamano “fascista” tutto ciò che non piace a loro

    – Gli ermetisti, vivendo immersi poi in una cultura cristiana, tendono a vedere diversamente alcuni racconti biblici: la Blavatsky ad esempio vede nella storia dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male ciò che il nome stesso dice: una caduta dall’innocenza, ma anche l’ingresso della scintilla della conoscenza e della discriminazione. E proprio per questo, distingue il serpente del giardino dal “malvagio”.

    – Questo fa della Blavatsky una “satanista”? Per essere “satanisti” bisogna essere innanzitutto cristiani, perché è solo dentro il racconto cristiano “ufficiale” che questo personaggio svolge un ruolo definito.

    Ora, penso che possiamo concordare tutti che la Blavatsky non era cristiana.

    Mentre magari qualcuno che si diverte a fare il cretino nei cimiteri con i cappucci lo è, proprio come il serial killer che si dichiara nazista è in genere un cultore dei film di Hollywood.

    • Francesco scrive:

      non concordo sulla tua definizione di satanista

      se accetta l’immaginario cristiano, il satanista ne ribalta la lettura

      ma è ben difficile uscire dall’immaginario in cui si è nati, è la struttura del pensiero che abbiamo

      • daouda scrive:

        Miguel la tua ignoranza è abissale!

        Innanzitutto NON E’ vero che il simbolismo ha illimitati significati. ne ha semmai innumerevoli, forse , visto che sarà sempre l’uomo a scovarvi tracce a sé proprie.

        Il problema però è che lo gnosticismo umanista è alla luce dell’incarnazione dell’Essere, un’aberrazione anti-metafisica.

        Ermetismo, druidismo, wotanismo, pitagorismo, cabalismo , mitraismo, serapidismo, sono tutti sussunti nel cristianesimo.

        Quando un tipo come Tertulliano dice “imitatio diaboli” non ha quindi torto, affatto.
        Ciò non significa distruggere il passato, come la Chiesa ha dimostrato, significa però riconoscere che l’unica UNIVERSALE Religione è quella cristiana.

  155. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “È questa, salvo errore, la cifra del laicismo da Paolo Flores D’Arcais a Eugenio Scalfari, da Michel Onfray a Piergiorgio Odifreddi,”

    Concordo in parte con Fusaro, nel senso che non amo l’anticlericalismo che fa di ogni erba un fascio.

    Ma Odifreddi non mi sembra un Servitore del Mercato, e poi non si può negare che certi cattolici lavorino ferocemente per rendersi ridicoli, come quelli di Papale Papale segnalato da Moi (quelli che odiano gli arcobaleni):

    http://www.papalepapale.com/develop/redazione/

    Che poi adesso fanno ridere (e in questo non condivido l’anticlericalismo diffuso), ma vi immaginate un pazzo come Il Mastino con il potere di convocarmi davanti al tribunale dell’Inquisizione e chiedermi il conto del motivo per cui ho citato Fontus il dio delle sorgenti nel post sul lago comparso a Roma http://kelebeklerblog.com/2014/07/24/il-lago-nel-cemento/ .

  156. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “http://ilsizzi.wordpress.com/2014/10/22/lombardia-contemporanea/”

    Consiglierei al Sizzi di trovare un posto più affine a lui – che so, la Repubblica Centroafricana – visto che l’Europa è la fucina del giudeocristanesimo, dell’illuminismo, del “marxismo, comunismo, progressismo, liberalismo”, insomma tutte cose di cui i residenti della Repubblica Centroafricana sono innocenti.

  157. Miguel Martinez scrive:

    Comunque la critica a gente come quella di Papale Papale credo che debba andare oltre la questione cattolica: di gente simile se ne trova dappertutto, tra i neocon bombardieri, tra gli stalinisti di tutti i tipi (esistono anche gli stalinisti trotzkisti e magari anche anarchici!), tra gli imam egiziani…

    Sono i mutilatori, le persone che prendono a colpi d’ascia la realtà per tagliare via tutto ciò che non è previsto nella loro idea di come dovrebbe essere il mondo.

    Non a caso gli aggettivi che più li spaventano sono “ambiguo”, “oscuro”, “occulto” e soprattutto “inquietante”. Che poi inquietante ci rivela che il vero problema è tutto dentro di loro.

    Preferisco Wild Eyes:

    http://kelebeklerblog.com/2012/04/16/mariee-sioux-wild-eyes/

  158. Moi scrive:

    A proposito d’ Identarismo d’ Italia :

    http://www.youtube.com/watch?v=ype15gTuY-0

    Versione Karaoke

    http://www.youtube.com/watch?v=J9F-30pHWRg

    (In realtà mi pare che dica “Leuca” … mica “Palermo”)

  159. Moi scrive:

    chi mangia la cotoletta,
    chi mangia l’orecchiette,
    chi l’aglio sulla bruschetta
    pure se torna sù.
    chi mangia lo spaghettino,
    con il pomodorino
    e con il peperoncino
    pure se brucia un pò.
    chi mangia la mozzarella
    chi mangia la pappardella
    chi mangia la tagliatella
    pure se ingrassa un pò
    davanti a una mangiata e una bevuta
    a tavola l’italia e tutta unita.
    Buon appetito da leuca a cantù
    da giù a sù, da su a giù
    Buon appetito a chi mangia di più
    più manda giù, più mette su
    e se qualcuno dice che non mangia
    non preoccuparti che anche lui si arrangia
    Buon appetito all’italia che va
    così cosa, ma intanto va.
    iapara….
    andiamo al ristorante
    oppure in pizzeria
    o tutti a casa mia
    e non se ne parla pìù
    andiamo in riva la mare
    oppure su in montagna
    ma basta che se magna
    e non se ne parla più.
    andiamo dove piove
    o dove c’è la neve
    ma basta che se beve
    e non se ne parla più
    tu stappa una bottiglia di vinello
    io stappero per te sto ritornello
    Buon appetito da leuca a cantù
    da giù a sù, da su a giù
    Buon appetito a chi mangia di più
    più manda giù, più mette su
    c’è chi sta a dieta
    e mangia solo in bianco
    e c’è chi mangia pure sotto banco
    Buon appetito all’italia che va
    così cosa, ma intanto va
    Buon appetito da leuca a cantù
    da giù a sù, da su a giù
    Buon appetito a chi mangia di più
    più manda giù, più mette su
    e se qualcuno dice che non mangia
    non preoccuparti che anche lui si arrangia
    Buon appetito all’italia che va
    così cosa, ma intanto va.
    buona appetito all’italia comè
    non so comè ma sempre italia è.

    • Luigi scrive:

      Ma questa la ricordo!
      La sigla del “Fantastico” condotto da Montesano… quando ancora c’era “mamma RAI” 🙂

      Ciao.
      Luigi

  160. Moi scrive:

    @ HABSBURGICUS

    Immagina adesso una sequenza “miSSoGGGena” del genere :

    http://www.youtube.com/watch?v=JcZ3aNtcuPM

    Slogan per la pubblicità “Velatissimo” [che NON è un hijab, ndr 😉 ]

  161. Moi scrive:

    MiSSoGGG-E-na con la “e” … a m’ arcmànd ! 😉

  162. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “chi mangia la cotoletta,
    chi mangia l’orecchiette,
    chi l’aglio sulla bruschetta
    pure se torna sù.”

    Notevole, direi…

  163. mirkhond scrive:

    “Mmm mi sembra un po’ un’esagerazione, dai…”

    Nient’affatto.

    “non è tutto sempre contemporaneo!!”

    Molti mali di oggi, hanno cause in scelte ideologico-politiche di IERI.

    “ma anche prendendola per buona, Mirkhond, è una domanda che non ha troppo senso, sarebbe come dire “ma se i bianchi disprezzano i negri, perché hanno creato le colonie?””

    E qui cogli la VERITA’, e cioè appunto crearsi una COLONIA.
    Noi.

    • PinoMamet scrive:

      “Molti mali di oggi, hanno cause in scelte ideologico-politiche di IERI.”

      Sì vabbè ma il fatto è che a volte mi sembra che tu pensi che esista un solo settentrionale, di numero;
      chiamato “i polentoni”; e che sia sempre la stessa persona dal tempo di Carlomagno fino a oggi.

      Per cui salta fuori che questo signor “i polentoni” fa una serie di robe contraddittorie (vuole “liberare” il sud ma anche sfruttarlo, si considera italiano ma anche non italiano, pensa che quelli del sud siano troppo intellettuali ma anche troppo cafoni, vuole l’Italia unita ma la vuole anche divisa…)
      😉

      • mirkhond scrive:

        Questo è ciò che appare ascoltando e leggendo diversi polentoni, da Ippolito Nievo a Paolo Sizzi…. 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Francamente non direi proprio che leggendo molti “polentoni” traspaia tutta questa uniformità di vedute. Proprio il contrario!

          prendi lo stesso Sizzi: ha cambiato nettamente opinione riguarda a molte cose.
          E lui è una persona sola!!

          Pensa vari milioni, sparsi per una decina di secoli… 😉

        • mirkhond scrive:

          Non mi sono spiegato.
          Esiste un pensiero polentone, vecchio di almeno 160 anni (se risaliamo alle Confessioni di un “Italiano” (?!) di Ippolito Nievo), quanto meno contraddittorio sull’idea di Italia e italiani.
          Consistente nel sentirsi ed imporre a tutti gli altri, di essere fratelli italianissimi.
          E nel contempo disprezzare quegli stessi “fratelli” come incorreggibili retrogradi e sottosviluppati, verso i quali lorsignori non hanno fatto altro che bene, e vengono ricambiati con disprezzo dagli “ingrati”.
          Disprezzo che non è mai troppo, ed ha VALIDE RAGIONI!

        • mirkhond scrive:

          Nord fa.
          Nord disfa.

        • mirkhond scrive:

          “prendi lo stesso Sizzi: ha cambiato nettamente opinione riguarda a molte cose.”

          Purtroppo in peggio!
          Però, sotto sotto, CONTINUA A DISPREZZARCI.
          Anche ora che fa il fascioitalianissimo!

  164. habsburgicus scrive:

    @tutti
    Se posso dire anche la mia opinione, vorrei sottolineare che la “deriva” esoterica e simbolistica, non è forse il vero problema 😀 intendiamo sono cose vergognose, schifose e inquietanti, e-nel caso purtroppo verosimile che qualcuno ci “creda”- pericolose per il genere umano, e nel vecchio mondo sarebbero state giustamente frenate
    Tuttavia la mia prospettiva è “laica”, “secolare”…non amo particolarmente (:D) i “figli della vedova” per il grande ruolo avuto, nel passato, nel distruggere la società che amo (quella pre-rivoluzionaria) e, in epoca recente, per aver con successo contribuito alla distruzione della rinascità nazionale italiana (una mia vecchia idea..anatema per Mirkhond, Luigi e forse anche Peucezio, ma che volete, nessuno è perfetto 😀 è che, il second best, dopo la società tradizionale è il nazionalismo, sì anche “giacobino” pur con certi paletti che sono evidenti per chi in questi anni ha preso la briga, con relativa, noia di leggermi), germanica e anche spagnola e portoghese…. NON per le loro fuffe esoteriche (che, voglio crederlo, per il loro bene 😀 siano solo specchietti per le allodole con cui attrarre i gonzi e qualche disturbato mentale anti-cristiano :D)
    Io sono contro la superstizione e mi affascinano le spiegazioni razionaliste (compatibilissime con la società tradizionale o almeno con le sue élites)
    No, sono allergico a esoterismi vari 😀 e andrebbero banditi, o almeno messi nella giusta prospettiva, anche da parte degli ultra-conservatori…il gioco effettivo, credo, è politico, culturale e (purtroppo) econimico…non esoterico !

    • daouda scrive:

      Eppure il razionalismo scolastico ha dato il sentimentalismo successivo, mentr eil sentimentalismo fideistico protestante ha generato il razionalismo del 600-700.

      Non è nella ragione la soluzione.
      Tutta questa idiozia sugli esoterismi mal si attaglia al cristianesimo, che per natura e struttura non ha divisioni tra ambito exoterico ed esoterico.
      Tutto il discorso verte sulla distruzione dei sacramenti in definitiva, e visto che la volontà, la libertà intenzionale umana ha un ruolo importante per la loro operatività nell’uomo ( sia nel compierli che nel riceverli ) è ovvio che ciò produce una infertilità.
      L’obiettivo è proprio questo appunto…

  165. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Dopo di che, un simbolo ha valore a prescindere dalla consapevolezza di chi lo impiega.”

    Infatti, lo pensano gli esoteristi. Ritengono che esistano degli archetipi platonici, con cui si possa comunicare attraverso riti e simboli; o meglio, che siano degli strumenti per trattenere la volontà su un oggetto e quindi mettere la mente in armonia con gli archetipi.

    Non vedo perché dovrebbe pensarlo un cristiano o un “laico”.

    Un teosofo vede nel triangolo l’equilibrio tra il Creatore, il Protettore e il Distruttore; un cattolico ci vede la Trinità, che è cosa ben diversa, e non credo che pensi che ogni volta che su una lavagna, uno studente disegna un triangolo, scenda su di lui lo Spirito Santo.

    Un teosofo nella stella a cinque punte vede lo Spirito al di sopra dei Quattro Elementi; un cattolico la stella di Betlemme; un comunista ci vede semplicemente un simbolo… comunista, senza particolari significati, anche se immagino che vi sia una sensazione di luce nell’oscurità della notte e di speranza.

    • Luigi scrive:

      Mi dispiace, ma nel pentacolo un cattolico vede il simbolo dell’Inimica Vis.
      Se lo trova sui volantini delle BR, comprende quale ne sia l’origine.

      Al pari di quelli antiliberali e anticomunisti, anche i pronunciamenti magisteriali contro sette, logge, conventicole sono noti (da qui il motivo per cui di solito chiamo tale realtà come “Inimica Vis”, che altro non è che il titolo di un’enciclica leonina).

      Ciao.
      Luigi

      • daouda scrive:

        il pentacolo delle Br è la parodia del pentacolo, almeno questo è lampante.
        Inoltre c’è pur sempre l’applicazione erronea del simbolismo.

        Un cane che è simbolo di sozzura nell’ebraismo, può per la sua fedeltà divenire simbolo positivo.
        Il contesto e l’esegsi permette di comprendere, ma se uno ignora il tutto, fà arbitrarismo e quindi fantasticamento razionalizzato o razionalismo fantastico.

        • daouda scrive:

          Quanto intendevo parodia, intendevo nche DEFORMAZIONE, cosa che il pentacolo br ben rappresenta.

          Quindi è ben distinguibile chi ha il marchio della bestia da chi non lo ha, oltre al traviamento del significato , la sua dislocazione disarticolata od il suo inflazionismo che comunque sia sono una parte di pratiche volte alla confusione.

  166. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “non concordo sulla tua definizione di satanista

    se accetta l’immaginario cristiano, il satanista ne ribalta la lettura

    ma è ben difficile uscire dall’immaginario in cui si è nati, è la struttura del pensiero che abbiamo”

    Su questo hai ragione, ma ci sono diversi tipi di persone che un cattolico chiamerebbe “satanista”, come ci sono diversi tipi di persone che un musulmano chiamerebbe “kafir” o un rom chiamerebbe “gagiò”.

    Una minoranza di queste sono persone abbastanza incolte ma “dispettose”, spesso per vicende familiari – penso al fondatore dei Bambini di Satana, famosi alcuni anni fa, persona peraltro abbastanza seria, ma con il dente avvelenato con la Chiesa per via della propria omosessualità.

    La maggioranza non inverte affatto cose cristiane, come i cristiani non si divertono a falsificare le scritture per dire che Muhammad non è il vero profeta, pur sapendo che lo è 🙂

    • daouda scrive:

      Miguel sù un satanista è colui che inverte il senso delle cose, cosìcché il maschio divenga passivo e la femmina attiva ad esempio nel campo della societas politica.

      Il messaggio di Mohammed è un messaggio abramitico, pre-cristico, di conseguenza l’ultima Fede è quella cristiana, sono cose ovvie.

    • Moi scrive:

      Ma dici Abramo, Agar e Ismaele ? Che i Cristiani ne sarebbero imbarazzati per l’ Annunciazione dell’ Islam ?!

  167. Miguel Martinez scrive:

    Tra l’altro, noi di San Frediano abbiamo come simbolo il Gonfalone del Drago Verde, che nel Trecento divenne il nome di tutto il rione.

    Ora, leggo:

    http://www.jesus-is-savior.com/End%20of%20the%20World/dragons_in_the_bible.htm

    “As most Christians know the dragon has always represented Satan. The Bible is full of references to the dragon and his influence in the last days. He will empower the antichrist. He will control the world.”

    • habsburgicus scrive:

      @Miguel
      allora i cinesi (che sotto l’Impero avevano spesso il drago sulla bandiere e tuttora è onnipresente) sono veramente a evil and wicked people ? 😀

    • PinoMamet scrive:

      Secondo me il limite delle analisi come quelle di certi siti, quando cioè cominciano a “stiracchiare la coperta”, è quando passano dall’analisi di simboli che sono in effetti universali o auto-evidenti
      (che poi mi pare siano quasi sempre azioni, più che singole immagini)

      a quella di altri che sono invece di valore contingente e variabile
      (i simboli geometrici che hai citato tu) che assumono valori diversissimi nelle varie culture, e anche nella stessa cultura.

      Analizzare questi ultimi come sempre fissi e immutabili ha lo stesso effetto straniante di quando si dice “la religione vera, cioè la mia”.

      • Luigi scrive:

        Non solo.

        Va sempre tenuto presente anche che, in una discussione su internet, si condensano malamente tanti concetti, spesso semplificando oltre misura.

        Intendo: non è che bisogna bandire il pentagono dai corsi di geometria.
        Sempre che se ne facciano ancora, ovviamente 🙂

        Ciao.
        Luigi

        • Luigi scrive:

          Poi i siti sono segnalati per comodità e rapidità. Nulla toglie di smazzarsi il tomo di Epiphanius, se si preferisce 🙂

          Luigi

      • Luigi scrive:

        Aggiungo: se l’80% dell’informazione cosiddetta mainstream è in realtà disinformazione, è tale anche il 70% della cosiddetta controinformazione.

        Gestione degli opposti, insomma.

        Ciao.
        Luigi

  168. Miguel Martinez scrive:

    Sempre sui draghi:

    http://www.walesonline.co.uk/news/wales-news/christian-group-wants-evil-welsh-2263878

    “A Welsh Christian group is calling for the traditional Welsh dragon flag to be replaced by the cross of St David.

    The Welsh Christian Party says having a red dragon – an animal it believes symbolises the devil – on the national flag is at odds with Wales’ position as a Christian nation.

    It is calling for the flag which has officially been in place since 1959, to be replaced with the black and gold cross of St David.

    The party’s leader, the Rev George Hargreaves, said, “We will not allow this evil symbol of the devil to reign over Wales for another moment.

    “Wales is the only country in history to have a red dragon on its national flag.

    “This is the very symbol of the devil described in The Book of Revelation 12:3.

    “This is nothing less than the sign of Satan, the devil, Lucifer that ancient serpent who deceived Adam and Eve in the Garden of Eden.”

    Il drago dei gallesi è rosso, il nostro è verde.

    E infatti:

    http://www.cuttingedge.org/NEWS/n1485.cfm

    ” Green — is Satan’s favorite color, typified by copper, Satan’s favorite metal because it is bright and shiny on the surface, while soft and corruptible inside. When subjected to the outside elements, it turns green; therefore, copper has been the favorite metal of occultists the world over, because it is the favorite color of their god, Lucifer.”

  169. Miguel Martinez scrive:

    Mi sa che ci tocca cambiare simbolo.

    Proviamo con la “O” di Oltrarno:

    http://www.nazarite.net/satanic-symbols.html

    “PROTECTION SYMBOL – Also known as the Ritual Circle. In the occult a circle always represents a boundary of power. If you see a symbol enclosed in a circle, more times than not it is a symbol of the occult. It is a common practice for those who claim to have outer body experiences to draw a circle around their bodies before leaving so that nothing else can enter it while they are away. “

  170. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “Secondo me il limite delle analisi come quelle di certi siti, quando cioè cominciano a “stiracchiare la coperta”, è quando passano dall’analisi di simboli che sono in effetti universali o auto-evidenti”

    La vera questione la colse sempre Vernon Lee/Violet Paget, quando disse che dobbiamo imparare a passare dall’affermazione, “The Adversary is Satan” all’affermazione, “Satan is the Adversary”.

    Cioè dall’idea dell’Inimica Vis sempre negli altri all’idea del Guastatore delle Virtù Umane che opera ovunque alla stessa maniera, e quindi è anche in noi e anche, potenzialmente, nella nostra causa.

    • Luigi scrive:

      Guarda che dopo l’Inimica Vis di Leone XIII venne la Pascendi Dominici Gregis di San Pio X.
      Che era tutta rivolta contro il modernismo interno alla Chiesa.

      Ciao.
      Luigi

    • Luigi scrive:

      E poi eccoti il legame Blavatsky-palazzinari 🙂

      “Dalle rovine religiose alle sociali brevissima è la via. Non più sollevato alle speranze e agli amori celesti il cuore dell’uomo, capace e bisognoso dell’infinito, gittasi con ardore insaziabile sui beni della terra: ed ecco necessariamente, inevitabilmente una lotta perpetua di passioni avide di godere, di arricchire, di salire e quindi una larga ed inesausta sorgente di rancori, di scissure, di corruttele, di delitti […]”

      Ciao.
      Luigi

  171. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “E poi eccoti il legame Blavatsky-palazzinari”

    Il rischio di ogni discussione che tiri in ballo un personaggio storico è che si finisca per schierarsi pro o contro. Io non intendo affatto difendere la Blavatsky, che sostanzialmente considero una donna simpatica, coltissima, spesso bugiarda o comunque incapace di distinguere fantasia e verità – diciamo una romanziera nata -, dotata di un buon senso dell’umorismo, molto figlia dei suoi tempi, carismatica ma per nulla autoritaria, logorroica e non particolarmente importante storicamente.

    Nell’Inimica Vis si fa un ragionamento preciso: la dissoluzione delle “speranze e degli amori celesti” comporta la perdita di freni morali, con le conseguenze descritte.

    E’ un ragionamento che ha una sua logica: se esiste solo la lotta materiale di istinti, allora gli istinti si scatenano.

    Ma l’intento della Blavatsky era esattamente l’opposto: era di riportare uno spirito autenticamente religioso in un mondo corrotto (secondo lei) dal dogmatismo cristiano e dello scientismo corrosivo e materialista, che lei vedeva come due facce della stessa medaglia.

    Che poi avesse ragione lei, è un altro paio di maniche.

    Ma come non voglio catalogare il cristianesimo secondo i criteri islamici (“falsificatori della Bibbia e adoratori di morti”), non voglio nemmeno catalogare la teosofia secondo i criteri cristiani (o nessun altro fenomeno secondo i soli criteri di chi l’ha in antipatia).

    • Luigi scrive:

      Perdona l’ironia: però dei neocons, a suo tempo, cercasti con il lanternino i giudizi di chi li aveva in antipatia.
      Non per nulla io ho conosciuto Luigi Copertino (e quindi Blondet) da quanto riportavi anni fa sul tuo sito… 🙂

      Intendo dire che molto di quanto osservi è vero, ma è anche molto umano e diffuso.
      Tipo il “complesso del mutilatore” 😉

      Luigi

    • daouda scrive:

      Vedi Miguel , tu però neghi l’esistenza della sapienza metafisica, che tecnicamente è un presupposto ed un correlato all’uomo, il che significa che indipendentemente dalla rivelazione di appartenenza , se ne può giudicare la validità e verità.

      Ora , permettimi, ma quella è una demente spiritualista, che non è nient’altro che il correlativo di un beone materialista.
      Il satanismo non è nient’altro che presmumere che il proprio intelletto spirituale sia la fonte delle informazioni divine,e che le proprie opere siano indspensabili.
      Ecco perché è il campo politico, come questa signora ha dimostrato, l’àmbito proprio delle merde di tal fatta.

  172. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Guarda che dopo l’Inimica Vis di Leone XIII venne la Pascendi Dominici Gregis di San Pio X.
    Che era tutta rivolta contro il modernismo interno alla Chiesa.”

    Certo, però un conto è dire, alcuni dei nostri sono stati contaminati dall’Altro e un altro dire, noi potremmo avere torto quanto l’Altro.

    • Luigi scrive:

      Sì, avevo colto la differenza.
      Non posso però venirti incontro, in questo, in alcun modo.
      Se esiste un punto fermo, nel contratto, è il “non praevalebunt” 🙂

      Ciao.
      Luigi

    • Francesco scrive:

      Miguel

      quando ti vedrò dare all’Oltrarno le stesse probabilità di avere ragione di Palazzo Pitti e Maison Cavalli, ti prenderò in parola

      Però IN UN CERTO SENSO hai ragione: Dio ha sempre ragione, gli uomini cristiani anche i migliori possono al massimo avere parzialmente ragione

      ciao

  173. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Luigi

    In ogni caso, vorrei che fosse chiaro che non intendo minimamente polemizzare con la Chiesa cattolica o dall’alto del mio scranno di traduttore di manuali tecnici dire a un’istituzione a cui non appartengo quello che deve fare.

    Tra l’altro, sostengo il diritto dei cattolici di ritenere che sodomiti, traduttori di manuali tecnici o chiunque altro siano destinati all’inferno.

    Semplicemente, trovo inaccettabile la tendenza di certi cattolici di giudicare ciò che non fa parte del loro sistema-mondo. Critica che muovo ovviamente anche ad altri che cercano di giudicare il sistema-mondo cattolico.

    • Luigi scrive:

      Ah beh, l’assunto era chiarissimo.
      Non fosse per il fatto che io non sono la Chiesa Cattolica 😀

      Luigi

      • daouda scrive:

        Miguel ma questa è una giustificazione implicita dello stato vigente delle cose.
        Perché allora combatti in Oltrano? Tecnicamente non solo sei straniero, ma neanche quel luogo potrà mai essere tuo per il semplice fatto che , in quest’epoca, lo stato dà e disfà.

        E’ chiaramente idiota come cosa ma era per farti notare che sei un ipocrita in un certo senso.

  174. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Perdona l’ironia: però dei neocons, a suo tempo, cercasti con il lanternino i giudizi di chi li aveva in antipatia.
    Non per nulla io ho conosciuto Luigi Copertino (e quindi Blondet) da quanto riportavi anni fa sul tuo sito…”

    Accetto volentieri l’ironia, sono cose su cui riflettere. Mi fa piacere che tu abbia conosciuto così Copertino e Blondet, due persone comunque interessanti.

  175. mirkhond scrive:

    “ma quanti la vogliono, l’unità d’Italia?”

    Oggi, almeno il 99,9% degli italiani. 🙂

    “qui nel blog mi pari tu l’unico”

    Vedi sopra.

    “io sono quasi rassegnato al fatto che pure il Nord sia senza speranze, anche da solo. perderemmo qualche cialtrone ma abbiamo Salvini che basta e avanza”

    Non saprei.

    “i più forti difensori dell’unità della patria che mi vengono in mente sono i peggiori politici meridionali e laziali, quelli che i loro stessi elettori dovrebbero linciare in una resipiscienza di dignità”

    Qui purtroppo, tocchi una nota dolente di aspra verità.
    Aggiungici pure una parte almeno, del mondo accademico meridionale! 🙂
    Resta il fatto però, che il potere VERO in Italia, continua ad avercelo il complesso che Nicola Zitara chiama La Banca Tosco-Padana, fondato nel 1859, e che da allora ha sempre fatto e disfatto TUTTO nell’Italia unita.
    Col concorso di tanti cavalieri serventi nostrani, ovviamente….
    ciao!

    • Francesco scrive:

      banca tosco-padana … solo il fatto che nomini la Toscana mi lascia molto perplesso

      spero, e credo, che i sostenitori dell’unità politica d’Italia siano meno del .999 che dici tu. nonostante la Lega

      vorrebbe dire che l’uso del cervello è ancora praticato

      ciao

      • mirkhond scrive:

        Zitara dice che la Toscana fu associata al sistema di potere creato nel 1859 dal Piemonte.

        • Francesco scrive:

          Ci credo che lo dica ma a me risulta un sistema Piemonte-centrico, con una veloce crescita nella classe politica di meridionali di provata fede (all’Italia) e una non fortissima partecipazione dei lombardi (più presi a far soldi).
          I toscani, al margine.

          Magari sono solo pregiudizi.

          Ciao

        • mirkhond scrive:

          Zitara parla di un sistema di potere bancario-dirigistico.
          Poi lo sappiamo benissimo che c’erano tanti ascari nostrani anche ai vertici.
          Ma qui si parla di chi nei fatti aveva il controllo delle risorse economiche e delle finanze.
          ciao!

  176. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “quando ti vedrò dare all’Oltrarno le stesse probabilità di avere ragione di Palazzo Pitti e Maison Cavalli, ti prenderò in parola”

    I conflitti non sono il problema.

    Non ho idea chi “abbia ragione” tra la gente di qui e Pitti Immagine (che non ha sede a Palazzo Pitti 🙂 ) – ognuno ha le sue di ragioni.

    Per arrivare abbastanza in alto in economia o in politica, bisogna avere parecchio pelo sullo stomaco, per cui immagino che i dirigenti di Pitti Immagine siano persone piuttosto spietate, come lo sono anche i politici. E se l’Oltrarno diventasse un’impresa o un partito, sarebbe più o meno la stessa cosa.

    Poi do per scontato che l’impiegato medio di Pitti non sia moralmente né peggiore né migliore di un socio qualunque della nostra associazione.

  177. roberto scrive:

    sapete qual è il più grande mistero del blog di miguel?

    il fatto che si dia tanta importanza a gente come sizzi. per carità, sarà anche una bravissima persona, la uno che scrive su un blog seguito da 7 persone (mamma e cugina comprese), viene preso come un maitre à penser…boh!?!

  178. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “sapete qual è il più grande mistero del blog di miguel?

    il fatto che si dia tanta importanza a gente come sizzi.”

    Kelebek Blog Italia è l’organizzazione di volontariato che dal 2005 dà ascolto a chiunque provi solitudine, angoscia, tristezza, sconforto, rabbia, disagio… e senta il bisogno di condividere queste emozioni con una voce amica.

    Kelebek Blog aiuta a superare le tensioni emotive e a far ritrovare benessere nelle relazioni personali, promuove la cultura dell’ascolto empatico come fattore di salute emozionale e di prevenzione della solitudine e del disagio emotivo.

    (liberamente riadattato da http://www.telefonoamico.it/page.php?content=1)

  179. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “sapete qual è il più grande mistero del blog di miguel?”

    Un altro mistero per me è la quantità di commentatori, diversissimi tra di loro, ma che possiamo chiamare di Antico Regime (sempre togliendo la punta di cattiveria con cui Tiqqun adoperava questo termine).

    Non si tratta affatto dei commentatori “di estrema destra”, di quelli che gridano quattro insulti contro zingari e comunisti, per capirci, ma di persone assai colte, e quindi una specie particolarmente rara.

    Trovo molto utile la loro presenza, perché mi aiuta a riflettere dialetticamente ogni giorno su una quantità straordinaria di cose; e certamente è meglio che doversi misurare con quelli che sono sempre d’accordo con te

    Ma mi chiedo (è una domanda per nulla provocatoria) cosa loro trovino qui (a parte ovviamente altri commentatori di Antico Regime 🙂 ).

    • Francesco scrive:

      uno che sa quello di cui scrive: è un tesoro quasi quanto un amico, anche se non sei d’accordo con lui quasi mai

      😀

    • Peucezio scrive:

      Mah, mi interessa relativamente discutere all’interno di un quadro ideologico definito, che sia quello reazionario, in cui in generale mi riconosco, o un altro.
      Trovo molto più stimolante un approccio metodologicamente libero e critico, che sembra quasi un’ovvietà, ma in Italia (e probabilmente dappertutto) è rarissimo, perché pensiamo da comunisti, da fascisti, da liberali pure quando ci puliamo il culo.

      Tra l’altro io e Miguel siamo d’accordo su tante cose e in disaccordo su tante altre, ma tutto sommato credo che ci piacciano cose abbastanza simili e che ci troveremmo a nostro agio o a disagio più o meno negli stessi contesti.
      In fondo quello che mi piace è l’autenticità delle aggregazioni spontanee, che, insomma, le persone e le relazioni non siano di plastica e credo che Miguel nell’Oltrarno (ma in mille altri contesti che avrà frequentato: lui avrà conosciuto in vita sua circa mille volte il numero di persone che ho conosciuto io) abbia trovato qualcosa di questo genere.

  180. mirkhond scrive:

    Parlo ovviamente solo pro domo mea. 😉
    Scrivo qui, perché trovo uno spazio in cui esprimermi, unico nel mondo blogghettaro italiano.
    Non sempre riesco a comprendere il complesso pensiero di Miguel Martinez, e talvolta mi trovo in disaccordo (a volte tenendomelo per me! :)).
    Però Martinez appunto, ci da una possibilità di esprimerci veramente unica, per chi come me è solo, e con relazioni umane davvero ridotte al minimo.
    Tante volte sono tentato di abbandonare il blog, perché in disaccordo con questo o quel commentatore, o perché mi sento non capito, a volte anche da Martinez.
    Però, non è così facile, sia perché qui mi sono fatto degli amici, Peucezio conosciuto di persona, altri come Pino e Tortuga per mail e per telefono, altri ancora come Roberto, Habsburgicus, Astabada, e una persona che ci segue dall’estero, ma non scrive più da anni, per disaccordo con molti commentatori del blog, solo via mail.
    Quello che mi dispiace è la difficoltà di poter conoscere e frequentare queste persone dal vivo.
    E dunque per non restare completamente a parlare in compagnia del muro, continuo a scrivere qua.
    E scriverei molto di più, se non mi sentissi in qualche modo “bloccato” dall’incomprensione e dall’indifferenza.
    Questo, ovviamente, riguardo al mio caso….

    • Francesco scrive:

      beh no, incomprensione può anche esserci ma accusarci di indifferenza è ingiustissimo!

      dai Duca, ammettilo

      ciao

      • mirkhond scrive:

        Guarda

        Se c’è qua dentro qualcuno che non è MAI indifferente verso ciò che scrivo, quello sei proprio tu!
        Naturalmente, solo per contestarmi! 🙂
        Però l’attenzione ce l’hai….
        ciao!

  181. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Non sempre riesco a comprendere il complesso pensiero di Miguel Martinez, e talvolta mi trovo in disaccordo (a volte tenendomelo per me! 🙂 ).
    Però Martinez appunto, ci da una possibilità di esprimerci veramente unica,”

    Grazie! Il mio pensiero sembra complesso solo perché gira il mondo a piccole nuvole che cambiano continuamente forma 🙂

  182. mirkhond scrive:

    Riguardo al Sizzi

    Personalmente lo trovavo più simpatico e originale quando faceva il nazista lombardista. 😉
    Perché, pur dicendo parecchie cazzate tipo sangue e suolo (e che dice ancora anche se da “italianissimo”), aveva un approccio originale verso la storia della sua terra, e dimostrava (e dimostra) comunque una certa preparazione culturale, pur ovviamente non totalmente condivisibile da chi scrive, per motivi che qui sono ben noti.
    Però, quel suo comprendere la complessità del risorgimento, lo stesso giudizio su napoleone come padre del nazionalismo italiano, la consapevolezza che comunque l’Italia fu unificata (cosa per lui oggi positiva) da forze straniere, lo rende in realtà meno stupido di quello che si crede ad una lettura superficiale.
    Poi, come disse Martinez, ha appena 30 anni e dunque una vita per poter approfondire e si spera, correggere certe sue affermazioni.
    Anche se sul razzismo ne dubito.
    A meno che non incontri qualche ragazza ebrea o maghrebina o mediorientale o nera, che gli faccia cambiare idea…. 😉

  183. mirkhond scrive:

    Sull’Italia norrena

    Da quel che scrivo quando mi incazzo ;), do l’idea di essere un razzista all’incontrario.
    E cioè di uno che odia i Norreni d’Italia.
    Certamente non sono attratto dalla pelle chiarissima e dai capelli biondi e rossi delle donne.
    Ma questo è un ambito estetico-sessuale, che non sempre coincide con la geografia e il clima, perché persone con fattezze norrene ce ne sono anche da noi.
    Se dunque la donna è importantissima, per farmi innamorare, o almeno trovare attraente un luogo lontano e diverso dal mio, ci sono però altri aspetti.
    E cioè il clima, la luce (importantissima per chi soffre di depressione e solitudine), la cucina, il calore umano, la lentezza, la bellezza dei luoghi.
    E ciò mi porta di colpo a rifuggire dalle grandi metropoli nordiche, piene di grigiore e di sradicati cosmopoliti viventi in un contesto in cui bisogna sembre correre, ipertecnologicizzato, una città da bere come l’amaro ramazzotti, perché il tempo è denaro, e il denaro è l’unica cosa che conta!
    Poi guardo L’Albero degli Zoccoli, Bernabò delle Montagne, Maria Zef (bellissimo film friulano con una bella attrice friulana protagonista, seppur tragico), e leggo Le Confessioni di un “Italiano” del pur razzista antiduosiciliano ed italianissimo nello stesso tempo Ippolito Nievo.
    Romanzo che si svolge tra il 1775 e il 1858, e riguardante la vita del suo protagonista, il conte veneziano (ma con cognome longobardo) Carlo Altoviti e il mondo dei suoi affetti, sentimenti ed ideali (per me orribili).
    Il romanzo è stato a lungo letto (e lo è tuttora dai risorgimentalisti come Sergio Romano) come una guida spirituale in preparazione all’unità d’Italia.
    Ed in effetti, Nievo vede in Napoleone, più o meno quel che vi vede Sizzi.
    Però nello stesso tempo l’italianissimo Altoviti è e resta di fatto un POLENTONE, veneto (venetasso 🙂 direbbe un mio conoscente lombardo!), e il cui centro del mondo è sempre e solo quell’angolo della Bassa Friulana, tra Portogruaro (luogo di villeggiatura del patriziato veneto-friulano del XVIII-XIX secolo) il castello di Fratta, Fossalta e Cordovado.
    Questa nei fatti è la VERA ITALIA cara ad Altoviti/Nievo, spogliata degli orpelli giacobino-risorgimentalisti.
    E lo stesso Lessico Treccani, insospettabile, afferma che le parti più belle del romanzo sono proprio quelle ambientate nel nativo ambiente del conte Altoviti, della sua infanzia, adolescenza, dei suoi sentimenti ed affetti.
    Le descrizioni del castello di Fratta (distrutto nel 1798) copiate paro paro dall’avito castello di famiglia di Colloredo, l’interno con la grande cucina, la polenta calda e fumante, vera manna dal Cielo per secoli, per tanti norreni, ricchi e poveri.
    Il rapporto tormentato e malato con la cugina Pisana, contessina di Fratta (forse appartenente ad un ramo dei conti friulani Valvasoni, conti di Fratta dal 1360 al 1798), una ragazza bella, ma sentimentalmente instabile e volubile, ed infine la dolce Aquilina (il mio personaggio preferito), che fin da bambina, nel segreto del suo cuore, ama quel signorino Carlo Altoviti, amico di famiglia, dei suoi fratelli più grandi Leopardo e Bruto Provedoni, non nobili ma discreti proprietari terrieri di Cordovado, e viventi in una grande cascina, in cui le ragazze di casa fanno esse stesse i servizi.
    Aquilina ama in silenzio il conte Altoviti, ne conosce le tormentate vicissitudini attraverso suo fratello Bruto, anch’egli giacobino e soldato della cisalpina, e rimasto senza una gamba persa in guerra.
    Quando il Carlino, costretto dalla Pisana (con cui convive, a targhe alterne, more uxorio), sposerà Aquilina, la fanciulla non crederà ai suoi occhi, pensando per lungo tempo che sia un’illusione.
    E il signor conte, pur avendola sposata su ORDINE della cuginetta-strega-zoccoletta e a cui non sa dire di no, col tempo però, si accorge che Aquilina è davvero la donna giusta per lui, dolce e tranquilla, senza pappici n’capa, e dedita solo all’amore dei suoi cari.
    Purtroppo il Carlino non riuscirà mai a liberarsi del diabolico fascino della cuginetta Pisana (che condividerà con lui l’esilio in Inghilterra e morirà esausta dopo aver toccato il fondo per far curare il cugino che rischiava di diventare cieco).
    Dunque se lo sfondo ideologico mi fa venire il ribrezzo fin da quando lo lessi in terza liceo classico, il romanzo di Nievo presenta però uno spaccato di società norrena che a mio parere, è interessante (seppur omissivo dei molti crimini napoleonici del 1796-1797 e della rivolta veneta del 1809 e le ferocissime repressioni che ne seguirono, e di cui siamo venuti a conoscenza solo dalle video-conferenze di Ettore Beggiato e Lorenzo Fogliata, studiosi veneti), per questo ambiente di affetti e relazioni familiari.
    Insomma un’Italia norrena ricca di contraddizioni e complessità, e degna di attenzione, al di là del suo oscuro volto climatico e razzista….

    • daouda scrive:

      Come fai a ddi che Venezia è norrena…boh

    • Francesco scrive:

      pensavo a te in questi giorni, Mirkhond

      il vento ha spazzato via ogni sorta di filtro tra Milano e il sole e la luce è accecante, sembra un film

      il cielo è purissimo, roba da non riconoscerlo

      fa anche un freddo cane, la mattina

      ma di oscure brume norrene, neanche l’ombra

      sulla cucina e la bellezza dei luoghi posso confrontarmi con qualsiasi altro luogo al mondo (e oltre), quindi fai il bravo o vengo lì con spade e padrini 🙂

      sui rapporti umani, è pieno di stronzi e di persone eccezionali … molti pugliesi

      l’unica cosa su cui devo darti ragione è la lentezza, ma chissenefrega. piuttosto manca il mare, quello sì

      ciao

  184. mirkhond scrive:

    Climaticamente lo è! 🙂
    Storicamente e culturalmente è romana-bizantina.
    E infatti non bisogna confondere Venezia, vera erede di Roma nell’Alto Adriatico col Veneto, longobardo-carolingio, annesso come Stato di Terraferma dalla Serenissima, solo nel XV secolo (Treviso dal 1337).
    Nel romanzo di Nievo, il conte Altoviti è un patrizio veneziano originario della nobiltà ROMANO-BIZANTINA di Torcello.
    Però ha un cognome longobardo, di Firenze!
    Evidentemente il Nievo, sentiva la storica DIFFERENZA tra Venezia e il Veneto-Friuli, e decide con questo escamotage onomastico, di superarla, in senso sia “serenissimo” che “italiano”
    Del mì! 😉

    • PinoMamet scrive:

      “Climaticamente lo è! :)”

      Dai là Mirkhond, Venezia non sarà Casablanca ma non direi proprio che ha lo stesso clima di Oslo…
      😉

      • mirkhond scrive:

        Come mai allora piace tanto ai nordici?
        Perché quel clima nebbioso, gotico, plumbeo, da depressione?
        Poi storicamente è sempre stata romana-bizantina, ma climaticamente, NO!

        • PinoMamet scrive:

          Mmm sai che non so cosa significhi essare climaticamente bizantino?
          😉

          Credo che Venezia piaccia ai nordici, in realtà, per gli stessi motivi per cui in genere piace a tutti gli altri.
          Non credo proprio che vengano dalla Svezia o dall’Olanda apposta per ammirare la foschia di Novembre a Venezia, ecco 😉

          In compenso, non è escluso che vengano per godersi il sole di Maggio…

          Io ricordo in un Marzo a Parma (ripeto: Marzo a Parma) studenti nordici in visita, in pantaloncini corti e t-shirt.
          Ora noialtri italici siamo freddolosi, e vabbè, ma era strano e divertente il confronto tra i cittadini in cappotto, e i turisti in braghette 🙂

        • mirkhond scrive:

          Quando passai da Parma, nel tardo settembre di quattro anni fa, mi colpì il piatto e triste paesaggio brumoso e norreno…..

        • mirkhond scrive:

          Mmm sai che non so cosa significhi essare climaticamente bizantino?

          Io parlato di storicamente (e culturalmente) bizantina.
          Non di climaticamente.
          Anche se a Costantinopoli, e in genere nella Rumeli continentale e nell’Anatolia, gli inverni sono lunghi e rigidi…. 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Non c’entra nulla, ma mi è stato regalato un libro fotografico sul mio non-capoluogo, sai quelle pubblicazioni che non apre mai nessuno…

          ci sono molte foto anni Cinquanta-Sessanta, epoche molto austere, come gusti, in confronto con oggi.

          In quelle invernali, si notano cappotti e cappelli, cappotti e cappelli, tabarri e capelli, qualche coppola, qualche originale con il basco, di nuovo un tabarro là in un angolo…

          il tabarro dona, quando è ben portato, cioè quando ci si avvolge (all’epoca sapevano portare, ben drappeggiato su una spalla, con nonchalance; non come i rari rinnovatori attuali della moda, che non sanno metterselo e lo portano come un costume di carnevale) una eleganza da statuaria antica.

          nello stesso tempo, capisco benissimo perché ci si ne è liberati quando possibile, passando a più pratici cappotti e trench, e poi, ahimè, a orrendi giacconi fluoroclorobustrofedici marinar-montanari, la morte dell’eleganza (che speriamo sempre risorga!) ma anche una assai più valida e leggera copertura contro la pioggia.

          Inoltre, col tabarro puoi andare a cavallo o in bicicletta (mio nonno) ma in motorino credo proprio di no…

          fine parentesi brumosa 😀

        • PinoMamet scrive:

          La provincia di Parma, ripeto per la milionesima volta, è pianeggiante solo nella parte minoritaria, solo che è la parte in cui passa il treno e l’autostrada…

          comunque: ho chiesto per il treno, e mi si dice che non è escluso che il treno che dovresti cambiare a Bologna in realtà sia lo stesso treno, solo con cambio di denominazione in modo da far figurare che le Ferrovie, pardon Trenitalia, lavori di più.
          Non è detto che sia così ma non è escluso.

          Certo è una porcheria ma… lo fanno, lo fanno 😉

          Una conoscente, collega di un mio amico, di Tortona, mi diceva ieri per esempio che le hanno tolto il comodissimo collegamento con Piacenza-Parma, e la costringono a salire su a Milano e poi tornare giù verso Piacenza, una vera assurdità, nella speranza di costringerla a comprare un più costoso biglietto FrecciaRossa….

          Poi me parlano bene delle privatizzazioni!!

        • mirkhond scrive:

          Dove vivi tu, adesso ci sono alluvioni e nebbie…
          E poi un albergo dalle tue parti, è piuttosto caro…. 😉
          Poi, data la lunghezza e la spossatezza di un viaggio in quelle terre così a nord, dovrei trattenermici minimo una settimana, solo per potermi riprendere…
          Col rischio di vederti si e no, di sera, quando i tuoi impegni te lo consentirebbero, e pe il resto chiuso in una triste camera d’albergo, oppure uscire per un centro in cui non conosco nessuno, e non saprei con chi fare amcizia.
          Ovviamente niente librerie, e con le donne…. lasciamo perdere….
          Il tutto in un clima cupo e plumbeo….

        • PinoMamet scrive:

          Alluvioni? Al plurale? Ce n’è stata una (dovuta soprattutto alla cattivissiam gestione dei greti dei torrenti, più che all’eccezionalmente cattivo tempo)…

          comunque, a parte che in questi giorni c’è un sole allucinante, ma…
          niente librerie?? Questa è nuova!

        • mirkhond scrive:

          Ho anche aggiunto altri disagi….
          Insomma se venissi, lo farei solo per vederti di persona, ma non per terre verso cui non provo alcuna attrazione…
          Ad Ascoli non conoscevo NESSUNO.
          Però è un luogo che desideravo vedere fin da ragazzo, e devo dire che sono stato felicissimo di realizzarlo….
          Ma il Parmense…..
          Vedi Novecento di Bertolucci!
          Una depressione!

        • PinoMamet scrive:

          Ho capito, ma come ti è venuta in mente questa cosa della mancanza di librerie??

        • mirkhond scrive:

          Forse perché sono luoghi a lungo associati a Miss Italia :), non lo so….

        • mirkhond scrive:

          La Norrenia che ho imparato ad amare fin da bambino, non esiste più…
          Oggi solo tav, alta velocità, tutti vestiti come in tutto il Frangistan americanizzato, tutti tecnologici e tutti di corsa.
          Perché bisogna correre, correre, correre….
          Mentre è così bello il tepore della casa, davanti al focolare, mentre fuori piove o nevica….
          E accanto a te chi ami e che ti prepara un bel minestrone caldo o una polenta fumante condita con sugo e salsicce….
          Quel profumo di affumicati, quel vino nero in una tavolata tra persone care….
          Quelle taverne e trattorie dalle volte alte, tavoli e sedie in legno, e tu che te ne stai lì coi pensieri tuoi….

        • Luigi scrive:

          Io non entro in questo dialogo fra anime perse 🙂
          Però la Norrenia che ami, Mirkhond, esiste ancora (ma per quale motivo “Norrenia”?).
          È solo più difficile da trovare, perchè nascosta sotto cemento, asfalto, outlet, leopolde e mausolei massonici.

          Attenzione, però: il vino nero lo trovi solo nella Norrenia del Nord; in quella del Sud, dove dimora Pino, c’è il rosso.
          Solo per non vederti chiedere un bicchiere di rosso in una “frasca” del Friuli… 😉

          Ciao.
          Luigi

  185. Miguel Martinez scrive:

    Per Daouda

    Ovviamente l’invito agli Uomini di Ancien Regime di raccontare cosa ci trovano in questo blog vale anche per te!

  186. Luigi scrive:

    Cito:

    “Un altro mistero per me è la quantità di commentatori, diversissimi tra di loro, ma che possiamo chiamare di Antico Regime (sempre togliendo la punta di cattiveria con cui Tiqqun adoperava questo termine).
    […]
    Ma mi chiedo (è una domanda per nulla provocatoria) cosa loro trovino qui (a parte ovviamente altri commentatori di Antico Regime 🙂 )

    Per intanto, il blog è una mezza truffa.
    Sembra cioè che vi siano miriadi di reazionari, e poi invece – alla prova dei fatti – si tirano indietro tutti, chi per un motivo chi per l’altro; mi sembra il classico coniugio fra tradizione e modernità.
    Insomma, che almeno ce ne sia uno vero: antipatico, brutto e cattivo… 😀
    (Sporco no, però. Non necessariamente la nobiltà di spada urina contro gli stipiti della sala da pranzo, come ricordava Stefania Consigliere)
    Questo è il primo motivo.

    A volte ci sono episodi da nulla che, apparentemente, mutano il percorso di intere vite. Solo a Hollywood, però, fingono di pensare che sia davvero così. Nella realtà questi episodi fungono da innesco e niente più.
    Ad esempio, e quale dimostrazione di come i comunisti sapessero fare il loro (sporco) lavoro, si narra che Gianfranco Fini entrasse nel Movimento Sociale perchè un picchetto di compagni gli aveva impedito di entrare al cinema per vedere “I berretti verdi”…

    Nel mio caso l’innesco fu un maggiore dell’USMC, di origini italiane, che in anni ormai lontani e dimenticati regalò a un mio commilitone una piccola bandiera statunitense.
    Lì qualcosa, distintamente, fece “crac” dentro di me.
    Fra soldati, pur con tutte le differenze che si vogliano, si scambiano sigarette, birre, donne piuttosto. Non questi “omaggi” servili, stile cioccolata ai bambini siciliani.
    Quello, come posso dire, non fu un gesto marziale.

    Non ricordo come arrivai al sito di Miguel. So che vi trovai materiale per leggere notti intere (come feci, del resto).
    Fra gli altri autori saltò fuori questo Luigi Copertino. Da lì a Blondet – che già un amico mi aveva segnalato – non ci volle molto. Rimasi folgorato da questo mondo così fuori del mondo.
    Volendo mantenere “anche nel fallire / il senso del rigore, il culto del coraggio” (Gaber) non potevo certo buttarmi a sinistra (almeno qui vidi giusto, giacchè oggi tutto è sinistra e sinistro). Non rimaneva perciò che la “reazione”; solo dopo arrivò la consapevolezza.
    Il secondo motivo per cui sono qui, insomma, è la riconoscenza verso Miguel (che penso ne farebbe volentieri a meno).

    Infine… beh, infine ammiro chi resiste, chi non si arrende, chi difende – pur partendo da posizioni lontane dalle mie – le piccole patrie, le famiglie sghangherate, le case di sasso, i ponti liberty, le seggiole sul marciapiede.
    Le molteplici, lievi imperfezioni del reale contro l’avanzare della perfetta irrealtà.
    Del resto, in guerra i nemici si scelgono e gli alleati si sopportano 🙂

    Questo anche per dire che dei pipponi su Vernon Lee, francamente, mi importa ben poco 😀
    Rivogliamo-la- nostra-Mitteleuropa (sulla musichetta degli Oliver Onions…)

    Ciao.
    Luigi

    • Francesco scrive:

      io la bandiera me la comprai di persona, non avendo amici nei Marines

      è che a furia di vederla bruciare, mi ci ero affezionato

      come dici, non è la bandiera del mio paese? sorry, è di più, anche oltre i meriti degli Yankees

    • daouda scrive:

      Ma i reazionari sono noiosi , tendenzialmente germanicisti, degni contro altari dei rivoluzionari, para-occultisti e feudalisti, anti-augustei.

      Dalla distruzione dei templari italiani , alla cattività del papato ed il grande scisma occidentale provocato/rintuzzato dalla Sorbona di Parigi, l’unico comun denominatore qui è lo schifo per i franzosi.
      Schifo in cui i napoletani sguazzavano e continuano a sguazzare.

      Forse il disprezzo mi mantiene qui, oltre all’abitudine. L’apprendere anche, la simpatia , la capacità di comprendersi, l’apertura e la voglia di approfondire, ma queste sono vittimismi positivo-ottimistici che non mi appartengono.

      Annate a morì ammazzati tutti quanti!

    • Peucezio scrive:

      “Sembra cioè che vi siano miriadi di reazionari, e poi invece – alla prova dei fatti – si tirano indietro tutti, chi per un motivo chi per l’altro”

      Io sono un reazionario fatto e finito. E me ne vanto.

  187. mirkhond scrive:

    “Dalla distruzione dei templari italiani”

    ?????????????????????????????????????

  188. mirkhond scrive:

    “Schifo in cui i napoletani sguazzavano e continuano a sguazzare.”

    Compresi i tuoi avi, suppongo…..

  189. mirkhond scrive:

    Il mondo di Daouda 🙂 :

    http://youtu.be/43CxeGbM9sg

  190. Miguel Martinez scrive:

    Per Luigi

    “Il secondo motivo per cui sono qui, insomma, è la riconoscenza verso Miguel (che penso ne farebbe volentieri a meno).”

    E invece mi fa molto piacere. Diciamo che i tuoi interventi si prestano a essere contestati, ma preferisco sempre un chestertoniano-blondettiano a un titolista di quotidiani.

    “Infine… beh, infine ammiro chi resiste, chi non si arrende, chi difende – pur partendo da posizioni lontane dalle mie – le piccole patrie, le famiglie sghangherate, le case di sasso, i ponti liberty, le seggiole sul marciapiede.”

    Ma infatti, dall’inizio ho avuto la sensazione che questo ci accomunasse.

  191. Miguel Martinez scrive:

    Per Daouda

    “Forse il disprezzo mi mantiene qui, oltre all’abitudine. L’apprendere anche, la simpatia , la capacità di comprendersi, l’apertura e la voglia di approfondire, ma queste sono vittimismi positivo-ottimistici che non mi appartengono.

    Annate a morì ammazzati tutti quanti!”

    Un grande, il Daouda

  192. mirkhond scrive:

    Per Luigi

    Uso il termine “Norrenia” al posto di “Polentonia”, primo perché non disprezzo affatto la polenta. 😉
    Secondo per far un po’ dispetto a Pino 😉 (di cui mi sono giocato l’amicizia, dopo le ultime che ho detto), che aborre questo termine che, effettivamente richiama al mondo germanico settentrionale, se dobbiamo essere filologicamente corretti.
    Mentre io lo utilizzo qui come sinonimo di italiano del nord, di italiano dell’area linguistica del Mì (come letto in un sito borbonico :)).
    Per il resto, ieri notte mi sono in parte rivisto Maria Zef, sia per il bel volto furlano della protagonista, e sia per gli splendidi paesaggi della Carnia, oltre che per il loro linguaggio di tipo ladino, che in molte espressioni mi ricorda quello della mia terra.
    Affinità dovute verosimilmente ad un comune sostrato etno-linguistico preromano di tipo celto-illirico.
    Mi fa piacere sentirti dire che in quelle terre settentrionali ci siano ancora spezzoni di quella civiltà che la modernità ha travolto.
    Ti dirò, a me il Friuli mi è sempre piaciuto.
    Forse per alcune mie radici patrilineari.
    Mentre invece, e mi costa dirlo per affetto verso Pino, la “Norrenia” CISpadana proprio non mi attira.
    E per aver sfornato tanti, troppi garibaldini, e per l’anticlericalismo di massa, e per essere di sinistra solo per farla al prete anche se si è miliardari in ferrari testa rossa, e per quell’assenza totale di misticismo e di spirito religioso della sua popolazione.
    Ed infine per i suoi tristi e piatti e brumosi paesaggi che si osservano dal treno, quando passi per quelle terre così settentrionali.
    Unica eccezione Bobbio, in cui sono stato tanti anni fa, e di cui ho dei bellissimi ricordi.
    E ora, posso dire ADDIO all’amicizia con Pino…..

    • Luigi scrive:

      Mirkhond,

      “noi veniamo da molto lontano e andiamo molto lontano” 😀

      La Norrenia meridionale non è sempre stata così. E anche adesso non è tutta così.
      Forse, nella nebbia, ne hai scorto solo i lati peggiori.
      Pensa soltanto alla Brigata estense, che seguì nell’esilio l’ultimo duca di Modena e poi – allo scioglimento – scelse in buona parte l’arruolamento nel KuK Armee…

      Ciao.
      Luigi

    • PinoMamet scrive:

      Mi’, ‘ste cose me le hai dette tante di quelle volte, che ti saresti giocato la mia amicizia molto molto tempo fa… 😉

      per fortuna il mio lato di fanatismo si esercita su questioni più importanti, tipo il tifo per il liceo classico contro quello scientifico 😀

      comunque quando dici i paesaggi piatti e brumosi: grazie al cappero, se hai visto solo la pianura! Infatti sei stato a Bobbio, che è in collina, e ti è piaciuto!

      La tua descrizione però coglie alcuni dati reali, secondo me;
      magari è un po’ esagerata 😉 ma tutte le descrizioni di questo tipo devono esserlo: un po’ come quando si sottolinea col pennarello colorato, ecco.

  193. mirkhond scrive:

    Lo so Luigi. 🙂
    E mi piacerebbe saperne di più della sorte dei lombardi modenesi estensi divenuti soldati austriaci (che bello!)
    E poi c’è chi dice che nell’Italia asburgica, non esistevano arruolamenti volontari, ma solo coscritti!

  194. mirkhond scrive:

    Dalle scarse e molto frammentarie notizie, che ritrovo qua e là tra libri e siti internet, pare che, anche alcuni ex militari borbonici e rastrellati delle mie parti come renitenti alla leva piemontese dalla conquista del 1860-1861, riusciti a scappare dai campi di concentramento sabaudi, si arruolassero nella KuK Armee, partecipando alla battaglia di Custoza del 1866 dalla parte austriaca!
    Ancora, nello stesso periodo, pare che in Dalmazia, venissero formati dei battaglioni di emigrati napoletani da affiancare all’armata imperiale, nel caso (purtroppo fallito per il sopraggiungere dell’armistizio) di un loro sbarco in Calabria, sempre contro il Piemonte.
    Mi piacerebbe saperne di più.
    ciao!

  195. mirkhond scrive:

    Dal libro di Carlo Alianello, La Conquista del Sud, del 1972, leggo che dopo la strage di stampo “nazista” compiuta dai Piemontesi verso le popolazioni dei comuni di Pontelandolfo e Casalduni il 14 agosto 1861, come rappresaglia per la morte di 75 soldati piemontesi, di cui 50 negli scontri con i partigiani di Cosimo Giordano (1839-1887), già ex carabiniere a cavallo dell’esercito nostro, e altri 25 fucilati nel paese di Pontelandolfo dagli stessi partigiani, al seguito della ferocissima rappresaglia sabauda (che, solo a Pontelandolfo portò all’uccisione di un migliaio di suoi abitanti, su circa 5000), un ragazzo di 15 anni assistette all’uccisione del padre e allo stupro della madre da parte di 18 soldati piemontesi.
    Il ragazzo, riuscito a sopravvivere fuggi, riuscendo a raggiungere il Veneto ancora austriaco e si arruolò nella Kuk Armee.
    Cinque anni dopo, a Custoza, pare che da solo, in uniforme austriaca (Alianello dice che era in un reparto di Tirolesi, gli Schutzen, cosa che mi sembra inverosimile, dato il carattere fortemente regionale di questo corpo militare), uccise 18 piemontesi, vendicando così i genitori.

  196. habsburgicus scrive:

    IMPORTANTE @tutti, inclusi quelli che non commentano abitualmente

    qualcuno di voi ha accesso a Scribd o comunque è in grado di scaricare il seguente libro Francisco Bethencourt La Inquisición en la época moderna ? (traduzione spagnola dell’originale portoghese)
    se sì, mi farebbe un immenso piacere scaricando il libro e poi inviandomelo
    un saluto a tutte/i

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