Matteo Renzi spiegato in cinque minuti

In questi giorni, la bottega di Tony, parrucchiere in Via Sant’Agostino, si presenta così.

Matteo Renzi
Infatti, Tony ha due importanti clienti.

Il primo è Matteo Renzi, telegenico imprenditore di Rignano sull’Arno.

La seconda è Francesca P., anche lei con una lunga esperienza nel settore del marketing (cassiera al Penny Market), mamma di Samuele e Gioele e attualmente segretaria della nostra Associazione.

Tre anni fa, Francesca P. raccoglieva firme nel quartiere per difendere il giardino-ludoteca Nidiaci, su cui all’epoca incombeva la minaccia di una imminente “ristrutturazione” da parte di una ditta privata, l’Amore e Psiche Holding, che voleva ricavarne appartamenti di lusso e un parcheggio.

Francesca P. lasciò il foglio per la raccolta di firme anche da Tony, che pochi giorni dopo glielo restituì, con un’unica, enorme firma e le parole:

MI IMPEGNO PERSONALMENTE – MATTEO RENZI

Un anno dopo, la ludoteca è stata chiusa e i giochi portati via dal Comune.

L’amministrazione comunale ha chiuso pure il giardino, dandone però le chiavi ad Amore e Psiche perché lo potessero usare per far fare manovra ai loro camion.

L’altro giorno, Francesca P. ferma il nuovo sindaco di Firenze, Dario Nardella, a spasso pre-elettorale per l’Oltrarno, e gli chiede cosa intende fare l’Amministrazione per il Nidiaci. “Ci penso io!“, ha risposto, con uno splendido sorriso.

Siamo fiduciosi.

Francesca Nidiaci

Gioele e Francesca P. la donna che sussurrava ai sindaci…

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106 risposte a Matteo Renzi spiegato in cinque minuti

  1. Mauricius Tarvisii scrive:

    Be’, sì: il giorno prima dice “ora vado dalla Merkel e le faccio un culo così sul rigore”, poi va dalla Merkel e dice “il rigore è sacro!” e infine riprende a dire che il tetto del 3% è obsoleto e va cambiato. Secondo l’applausometro, è il migliore primo ministro di sempre, secondo uno psichiatra, magari, potrebbe soffrire di gravi disturbi della personalità…

  2. serse scrive:

    Beh, se per Renzi ci vogliono cinque minuti per l’ultima foto ci vuole un nanosecondo.

  3. Francesco scrive:

    come gli è che ir Tony ha la decalcomania di Renzi e non della Checca però?

    finchè le cose stanno così, vince Matteo tutta la vita

    PS ma con la Camusso è guerra o teatrino? a oggi il voto al Renzi governante è un 5 ssi (solito socialista inutile)

    • Moi scrive:

      “ir Tony”, ammesso e NON concesso l’ uso dell’ articolo … dev’essere Livornese (Idioma che, personalmente, come quasi tutti i non-Livornesi conosco mediante “Il Vernacoliere” ), giusto ?

  4. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “come gli è che ir Tony ha la decalcomania di Renzi e non della Checca però?”

    Si dice I’ Tony, pronunciato “ittòni”; e “Checca” qui credo che non si dica.

    Per quanto riguarda la decalco-gigantografia, tutto dipende, di quale settore di marketing ti occupi.

    Non ho seguito le vicende della Camusso, ma faccio sempre fatica a confondere chi lavora con chi fa il sindacalista.

    • Francesco scrive:

      vabbè, sul toscano stavo improvvisando

      ma se non dite Checca che dite? mica Francesca, spero!

      anche io faccio moltissima fatica a confondere chi lavora con i sindacalisti: ti sei iscritto a FARE pure tu? 😀

      PS non fare lo gnorri, quella fotografia dimostra che pure a Firenze Oltrarno il prodotto Renzi tira! 🙂

  5. Miguel Martinez scrive:

    Per Serse

    “Beh, se per Renzi ci vogliono cinque minuti per l’ultima foto ci vuole un nanosecondo.”

    Gli oltrarnini mica è gente complicata!

  6. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “anche io faccio moltissima fatica a confondere chi lavora con i sindacalisti: ti sei iscritto a FARE pure tu? “

    A differenza tua, probabilmente mi trovo di più con gli operai che le fabbriche le occupano.

    “PS non fare lo gnorri, quella fotografia dimostra che pure a Firenze Oltrarno il prodotto Renzi tira!”

    vorrei vedere, è il suo parrucchiere personale.

    Comunque, da quando Renzi è diventato il Padrone Nazionale, la percentuale di renziani che hanno il coraggio di dichiararsi è aumentata dal 2% ad almeno il 10% delle persone che incontro.

    Con il 20% che dice, “eh, almeno diamogli una possibilità!”

    Resta comunque un 70% di gente come il riparatore di organi di chiesa, che quando nomini l’imprenditore di Rignano sull’Arno, si fa il segno della croce per scaramanzia.

    P.S. Non mi fare le pulci per le somme. LO SO che non tornano.

    • Z. scrive:

      10 + 20 + 70 = 100… tornano!

      Cioè, è vero che se capivo qualcosa di matematica di sicuro non studiavo legge, ma secondo me tornano 😀

      • Francesco scrive:

        confermo

        ma solo io ho notato quanto Renzi si sia buttato a sinistra da quando governa?

        • Moi scrive:

          SE alludi al Coppie di Fatto, e robe indottrinamento “Gender Culture” … Alfano si è autoproclamato Sentinella dei Valori NON-Negoziabili (v.di Ratzinger) della Famiglia Cattolica …

          … Alfano, per farla breve, se la tira ora da “Katéchon”, come direbbe Blondet ; in realtà si riferiva ad un dotto insulto di Cacciari allorché inveì contro Wojtyla, ma è un’altra storia …

        • Francesco scrive:

          Parlavo di provvedimenti economici, a dire il vero.

          Magari l’Unità lo tira un pò per la giacchetta ma per il momento il voto è un 5 con tendenza a calare.

          Non mi parlare di Alfano, ti prego.

    • Francesco scrive:

      gente che occupa le fabbriche invece di lavorare?

      allora sei un sindacalista, come sospettavo

      🙁

  7. serse scrive:

    Per Miguel

    “Gli oltrarnini mica è gente complicata!”

    Su questo avevo pochi dubbi!

    Una notizia del giorno:

    http://www.corriere.it/politica/14_marzo_20/carrai-l-affitto-pagato-renzi-pm-aprono-fascicolo-2356e0fe-aff8-11e3-a027-9deb5b03f50b.shtml

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Serse

    “Una notizia del giorno:

    http://www.corriere.it/politica/14_marzo_20/carrai-l-affitto-pagato-renzi-pm-aprono-fascicolo-2356e0fe-aff8-11e3-a027-9deb5b03f50b.shtml

    Grazie, ancora non lo sapevo, sono andato a vedere. Devo dire che non resto particolarmente sorpreso, è perfettamente in sintonia con la gestione della città come la vediamo tutti i giorni.

  9. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “gente che occupa le fabbriche invece di lavorare?”

    Occupano le fabbriche e ci lavorano, come succede in Grecia e in Argentina.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      è una vecchia idea del socialismo non scientifico, che a far funzionare una fabbrica servano solo gli operai e magari i tecnici

      ma è una gran fesseria e una illusione

      ciao

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “parlavo di provvedimenti economici”

    Io non ho idea di cosa voglia dire “sinistra”. Comunque, per quanto riguarda i provvedimenti economici allego un interessante testo di Chiara Saraceno. Poi lei scrive sempre partendo dal presupposto che Renzi farà ciò che dice, cosa di cui non sono affatto convinto.

    “Renzi, il Jobs Act e la precarietà infinita

    18.03.14
    Chiara Saraceno

    Anche il Governo Renzi sembra ritenere che il problema principale del mercato del lavoro in Italia sia la rigidità dei contratti. E dunque si estende ancora la precarietà. Che penalizza i giovani e soprattutto le donne. Senza creare un solo posto di lavoro in più.

    JOBS ACT, ATTO PRIMO

    Anche Matteo Renzi, come chi lo ha preceduto, sembra ritenere che il problema principale del mercato del lavoro in Italia sia la rigidità dei contratti, non la carenza di domanda. Perciò, nonostante nel solo 2013 si siano persi 413mila posti di lavoro (dati Istat), il primo pezzo del tanto annunciato Jobs Act è una ulteriore flessibilizzazione dei contratti di lavoro, con la possibilità di rinnovare quelli a termine fino a otto volte in tre anni. Ciò significa la possibilità di spezzettare un rapporto di lavoro in contratti di quattro-cinque mesi, salvo ricominciare da capo, con un nuovo lavoratore/lavoratrice allo scadere dei tre anni. Come ciò si concili con il promesso contratto unico a tutele crescenti rimane un mistero. Ed è difficile che l’ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro favorisca la ripresa economica, ovvero la competitività delle nostre imprese a livello nazionale. È, infatti, un forte scoraggiamento a investire sulla forza lavoro, specie su quella in ingresso, dato che l’orizzonte temporale della “prova” si allunga a dismisura e assume ancora più di prima un carattere neppure tanto sottilmente minaccioso, o ricattatorio, dato che rinnovi o mancati rinnovi possono avvenire in tempi cortissimi.

    Nella stessa direzione va la modifica dell’apprendistato, un vero e proprio ritorno indietro, con l’eliminazione sia dell’obbligo a garantire formazione, sia di quello ad assumere a tempo determinato almeno un venti per cento degli apprendisti prima di avviare nuovi contratti di questo tipo – una delle buone innovazioni introdotte da Elsa Fornero. La differenza tra contratti di apprendistato e contratti a termine si annulla di nuovo, pur rimanendo a livello formale (ciò che probabilmente aprirà a nuove sanzioni UE).

    CONSEGUENZE PER GIOVANI E DONNE

    Se questo è il modo di investire sui giovani, di offrire loro un orizzonte di vita meno incerto dell’attuale, mi sembra che non ci siamo proprio. Perché sono loro i primi cui si applicherà questa doppia estensione della precarietà, fatta di contratti brevi senza alcuna ragionevole garanzia di stabilizzazione dopo tre anni di rinnovi (se va bene). Sono loro i primi a rischiare di entrare in una porta girevole all’infinito, che oltretutto difficilmente consentirà di maturare diritti a una indennità di disoccupazione decente, tra un rinnovo e l’altro. Senza che si crei un solo posto di lavoro in più e probabilmente senza fermare l’emoraggia di quelli in atto – moltissimi dei quali stabili, a tempo indeterminato – in corso ormai da anni.

    Per le donne, poi, vi saranno costi aggiuntivi. La possibilità di fare contratti brevi, rinnovabili più volte, consentirà ai datori di lavoro di ignorare del tutto legalmente la norma sul divieto di licenziamento durante il cosiddetto periodo protetto. Non occorrerà neppure più far firmare, illegalmente, dimissioni in bianco, o indagare, sempre illegalmente, sulle intenzioni procreative al momento dell’assunzione. Basterà fare loro sistematicamente contratti brevi, non rinnovandoli alla scadenza in caso di gravidanza. Con l’ulteriore conseguenza negativa che molte donne non riusciranno a maturare il diritto alla indennità di maternità piena. E faranno fatica a iscrivere il bambino all’asilo nido, dato che non potranno dimostrare di avere un contratto di lavoro almeno annuale.
    Chissà se, come ha fatto la ministra Boschi per la questione delle norme antidiscriminatorie nella legge elettorale, le ministre considereranno anche questa penalizzazione aggiuntiva per le donne all’interno di norme già di per sé negative, un piccolo scotto del tutto marginale da pagare sull’altare delle riforme “epocali”.”

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      La Saraceno si è dimenticata dell’aspetto peggiore della riforma, che non riguarda solo i lavoratori a termine, ma anche quelli somministrati (interinali) e gli apprendisti.
      Fino a ieri se io ti assumevo a tempo determinato dovevo specificare per iscritto quali fossero le ragioni sostitutive, tecniche od organizzative che mi spingevano ad apporre il termine. Idem se ricorrevo a lavoratori somministrati (o interinali). Se, al contrario, assumevo un apprendista, allora dovevo mettere per iscritto che formazione avrei garantito al neoassunto.
      Badare bene, erano delle norme facilmente aggirabili, ma spesso e volentieri, in seguito alla vaghezza delle formule o alla loro mendacità, i lavoratori riuscivano, facendo causa, ad ottenere la conversione del contratto e a conquistarsi il posto fisso. Ora questo non sarà più possibile, perché i requisiti non ci sono più.

      Come concilierà tutto questo col contratto unico? E’ semplicissimo, perché io ho sempre sostenuto che il contratto unico è un’iper fregatura. Significa che, in pratica, il patto di prova sarà per tutti di tre anni, con licenziabilità ad nutum (cioè per il semplice fatto che così gli gira al capo). Una condizione deteriore rispetto a quella dei lavoratori a termine, che possono essere scaricati solo allo scadere dei periodi contrattuali e che quindi possono godere di una discreta sicurezza (addirittura superiore rispetto a quella dei lavoratori a tempo indeterminato) nel corso del rapporto.

      • Z. scrive:

        Questo dà un significato più pungente al concetto di “lavoro a tempo indeterminato”. Nel senso che non sai se ce l’avrai anche domani, il lavoro…

        • Francesco scrive:

          giusto per fare il bastian contrario: mica è quella l’accezione con cui viene inteso nel resto del mondo?

          comunque il Job’s Act non ha alcuna rilevanza, finchè restiamo in stagnazione, io pensavo agli sgravi fiscali sbagliati annunciati da Renzi

  11. Miguel Martinez scrive:

    Cito l’articolo della Saraceno limitamente al discorso, se le misure di Renzi sono “di sinistra”.

    Come sapete, non credo che esista una “soluzione” alla crisi economica dentro questo sistema, né credo che vi sia un altro sistema dietro la porta.

    Il palese fallimento della “sinistra” sta tutto qui.

    E non so cosa farei io al posto di Renzi, ma come diceva qualcuno, al suo posto non ci so stare

    • Z. scrive:

      Sì, ed è pure uno dei miei artisti musicali preferiti.

      Però appunto, lui era un grande artista, che tutto sommato poteva fregarsene.

      Tu sei un traduttore di manuali tecnici sempre più interessato a questioni concrete, quotidiane, fatte di nomi e cognomi e delle loro esigenze. Non a caso ci ammonisci spesso che il punto non è giudicare e generalizzare, ma riflettere, ragionare e capire.

      E sai bene che non te la puoi cavare così facilmente 🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Io sì che saprei cosa fare, solo che non piacerebbe al Pd…

        • Z. scrive:

          Ah, se solo non ci fosse il PD! 😀

          Qual è la tua proposta?

        • Moi scrive:

          Sarebbe, ‘sta soluzione che al PD non piacerebbe ?

          … Ma agli altri Partiti piacerebbe ?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Del resto lo ha detto Monti: ora che c’è Renzi il Pd non è più un intralcio alle riforme…

          Ridurre l’orario di lavoro, per esempio. Non era uno degli slogan degli anni ’90 il “lavorare meno per lavorare tutti”?
          Reintrodurre il vecchio testo dell’articolo 18, visto che l’attuale è un guazzabuglio che ha fatto rimpiangere anche agli studiosi di destra la vecchia e immediata formulazione.
          Ripristinare i sani vecchi requisiti oggettivi per l’apposizione del termine, prima che l’Unione Europea si accorga che stiamo bellamente ignorando la sua direttiva sul contratto a termine. E nello stesso tempo fissare per legge il confine tra subordinazione parasubordinazione in modo da ricondurre alla subordinazione buona parte dei collaboratori a progetto (basta mettere un limite massimo severo alla collaborazione coordinata e continuativa, oltre il quale si presume il vincolo di dipendenza).
          Serve flessibilità in entrata? E allora un patto di prova annuale andrà più che bene per il contratto a tempo indeterminato, con la condizione che in precedenza non ci sia stato in precedenza alcun rapporto tra datore e prestatore di alcun tipo (somministrazione e collaborazione a progetto incluse) superiore a… qui non saprei: direi da uno a tre mesi, ma si dovrebbe vedere nello specifico. In ogni caso i periodi diversi si cumulerebbero per evitare frodi.
          Ah, e nel frattempo, sul versante fiscale, ricondurre alla progressività tutti i redditi ora tassati separatamente (con varie cedolari secche, ritenute a titolo d’imposta sul deposito titoli, ecc), creando anche nuovi scaglioni di reddito superiori, perché è scandaloso che ora, sopra una certa soglia, più si è ricchi e meno l’imposizione è progressiva. Con le risorse così ottenute si può cominciare a parlare di riduzione (o eliminazione) dell’IRAP nei settori strategici.
          E magari razionalizzare la spesa publica razionalmente, non mettendo un tizio pagato lautamente per dire che c’è troppa polizia e che vuole sciogliere l’Aran, magari non sapendo nemmeno cosa sia…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Visto che nemmeno Monti osò fare le porcate di Renzi, immagino che dispiacerebbe meno che al Pd…

        • Z. scrive:

          Sai che sono ignorante in materia dunque devo chiederti qualche precisazione:

          1) Riduzione dell’orario di lavoro: intendi ridurre l’orario di lavoro e ridurre di conseguenza anche lo stipendio? qual è il monte ore settimanale negli altri paesi europei?

          2) Art. 18: siccome non mi risulta che il reintegro fosse una scelta comune, anzi, secondo te andava conservato com’era per dare più forza al lavoratore nei confronti della controparte?

          3) Conversione: quali sono, o meglio, con la legge in vigore fino alla nuova riforma che hai linkato quali erano i problemi concreti nel convertire i contratti di coordinazione in contratti di subordinazione? La mutevolezza degli indici di volta in volta considerati, ad esempio?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          – Il salario è collegato alla produttività/oraria, quindi se si lavora meno ore si percepisce di meno. E’ il principio del contratto di solidarietà, alla fine.
          – Le cause per licenziamento ingiustificato nell’area di tutela reale erano tipo due o trecento all’anno. Il vecchio art. 18, non creando alcun problema interpretativo, era un deterrente formidabile ed aveva un’eccellente capacità deflattiva del contenzioso. Il nuovo, invece, è un macello e nessuno lo ha ancora compreso del tutto, il che crea incertezza e contenzioso, insieme alla riduzione delle tutele.
          – Fino alla legge Biagi il co.co.co. era semplicemente fregato, dopo la legge Biagi*, invece, si è inserita la necessità del progetto, in mancanza del quale (o se è vago, se dimostra una sostanziale subordinazione…) il giudice disponeva la conversione del rapporto. Il problema era che, a quanto ho capito, molto dipendeva da come girava al giudice, da come il datore di lavoro riusciva a presentare la situazione, da quanto era bravo a imbrogliare le carte chi aveva scritto il contratto… Insomma, poca certezza.
          Conosco per esempio la storia di un call center in uscita (in entrata giurisprudenza costante nega la possibilità di ricorrere a collaborazioni) in cui il i collaboratori non erano vincolati ad un orario di lavoro e quindi, quando alcuni di loro hanno fatto causa, era su questo che faceva perno la difesa della parte “datoriale”. All’avvocato, però, prese un colpo quando, nelle more del giudizio, il “datore” introdusse un orario di lavoro per i collaboratori e quindi gli consigliò caldamente di assumerli come dipendenti per non mandare in fumo l’intera strategia seguita fino a quel momento, visto che l’assenza di orari era uno degli argomenti portati contro l’esistenza di un rapporto di subordinazione!

          * Poi Francesco dice che non risconosco a Berlusconi i suoi meriti: questo è uno di quelli. Il problema è che il resto della legge Biagi ha introdotto (e ha cercato di introdurre) un po’ di tutto, anche se spesso e volentieri fallendo.

        • Z. scrive:

          1) Sì che lo era. Prima che mi prenda un attacco di nostalgia per un mondo che sembrava decisamente migliore, secondo te per quale motivo non viene ripreso in un’epoca dove la disoccupazione è un problema ben più grave? comporterebbe svantaggi decisivi – chessò, in materia di economie di scala o altro? ed è stato applicato in via generalizzata con successo in altri paesi europei (ricordo un caso alla VW in Germania, ma erano appunto gli anni Novanta)?

          2) Bene, anzi male. Era più o meno quello che temevo.

          3) Conosco da vicino un paio di episodi di questo tipo. Magari ne parleremo in privato.

          Intanto ti ringrazio delle spiegazioni.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          1) Boh! Comunque dei lati negativi ci sono, tipo nella formazione del personale, più onerosa. Inoltre ingrosserebbe le dimensioni delle aziende, facendo passare alcune delle imprese ora sotto i 16 dipendenti sopra quella soglia, con le conseguenze che conosciamo.
          Infine al personale in servizio non piacerebbe dover rinunciare a quote di salario…

        • Francesco scrive:

          MT

          due piccolissimi consigli:

          1) prima di spendere i soldi incassati aumentando le tasse, vedi di incassarli. ti cito il caso recente della tassazione sui natanti da diporto … ma anche la curva di Laffer

          2) ripassati un pochino di macroeconomia, che i provvedimenti sul lavoro che suggerisci mi sembrano degli eccellenti modi per aumentare ancora la disoccupazione

          ciao

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “è una vecchia idea del socialismo non scientifico, che a far funzionare una fabbrica servano solo gli operai e magari i tecnici

    ma è una gran fesseria e una illusione”

    Certo. Invece gli imprenditori le fabbriche riescono a chiuderle direttamente.

    Vicino ad Arezzo, c’è una delle ultime fabbriche d’Italia (della Pirelli), che sta per essere comprata da una ditta belga.

    Una ditta belga che ha l’abitudine di comprare le fabbriche esclusivamente per chiuderle.

    Se tu mi dici che togliere un po’ di pneumatici dal mondo sia una buona azione, potrei anche essere d’accordo.

    Ma non mi dire che il nulla assoluto sia meglio dell’inefficienza di un gruppo di operai e di tecnici che si arrangiano, magari male.

    • Francesco scrive:

      se l’auto-organizzazione potesse durare più di un mattino, potrei anche iscrivermi al Partito dei Soviet: amo le favole

      ma non lo fa mai

      e non confondere gli avvoltoi con i leoni: i secondi arrivano quando tutto è già successo

  13. Moi scrive:

    Sveliamo l’ Arcano :

    http://www.youtube.com/watch?v=m9ucgOMuTwQ

    *** Nella Mia Ora di Libertà ***

    ________

    Di respirare la stessa aria
    di un secondino non mi va
    perciò ho deciso di rinunciare
    alla mia ora di libertà

    se c’è qualcosa da spartire
    tra un prigioniero e il suo piantone
    che non sia l’aria di quel cortile
    voglio soltanto che sia prigione
    che non sia l’aria di quel cortile
    voglio soltanto che sia prigione.

    È cominciata un’ora prima
    e un’ora dopo era già finita
    ho visto gente venire sola
    e poi insieme verso l’uscita

    non mi aspettavo un vostro errore
    uomini e donne di tribunale
    se fossi stato al vostro posto…
    ma al vostro posto non ci so stare
    se fossi stato al vostro posto…
    ma al vostro posto non ci sono stare.

    Fuori dell’aula sulla strada
    ma in mezzo al fuori anche fuori di là
    ho chiesto al meglio della mia faccia
    una polemica di dignità

    tante le grinte, le ghigne, i musi,
    vagli a spiegare che è primavera
    e poi lo sanno ma preferiscono
    vederla togliere a chi va in galera
    e poi lo scanno ma preferiscono
    vederla togliere a chi va in galera.

    Tante le grinte, le ghigne, i musi,
    poche le facce, tra loro lei,
    si sta chiedendo tutto in un giorno
    si suggerisce, ci giurerei
    quel che dirà di me alla gente
    quel che dirà ve lo dico io
    da un po’ di tempo era un po’ cambiato
    ma non nel dirmi amore mio
    da un po’ di tempo era un po’ cambiato
    ma non nel dirmi amore mio.

    Certo bisogna farne di strada
    da una ginnastica d’obbedienza
    fino ad un gesto molto più umano
    che ti dia il senso della violenza
    però bisogna farne altrettanta
    per diventare così coglioni
    da non riuscire più a capire
    che non ci sono poteri buoni
    da non riuscire più a capire
    che non ci sono poteri buoni.

    E adesso imparo un sacco di cose
    in mezzo agli altri vestiti uguali
    tranne qual’è il crimine giusto
    per non passare da criminali.

    C’hanno insegnato la meraviglia
    verso la gente che ruba il pane
    ora sappiamo che è un delitto
    il non rubare quando si ha fame
    ora sappiamo che è un delitto
    il non rubare quando si ha fame.

    Di respirare la stessa aria
    dei secondini non ci va
    e abbiamo deciso di imprigionarli
    durante l’ora di libertà
    venite adesso alla prigione
    state a sentire sulla porta
    la nostra ultima canzone
    che vi ripete un’altra volta
    per quanto voi vi crediate assolti
    siete per sempre coinvolti.

    Per quanto voi vi crediate assolti
    siete per sempre coinvolti.

    ———————————————

    Fabrizio de Andrè

  14. Mauricius Tarvisii scrive:

    Giusto per coinvolgere per sempre (o, meglio, fino a otto rinnovi 😀 ) eventuali lettori assunti a termine, oppure interinali o apprendisti.
    A causa delle evidenti ragioni di gravità ed urgenza di cancellare qualche diritto dei lavoratori, per noi e soltanto per noi il nuovo Jobs Act. Il plurale è una finezza per ricordare al consumatore che il cuore è sempre rivolto al caro Stiiv…
    Diavolo, avevo appena comprato il codice nuovo!

  15. Per Miguel
    Certo. Invece gli imprenditori le fabbriche riescono a chiuderle direttamente.
    E hanno impiegato pure troppo tempo.

    No, dico! Qualcuno dei lettori vuole aprire una fabbrichetta e produrre, a distanza di un anno, un breve report sulle tasse e sulla burocrazia in Italia?
    Così, tanto per farci due risate.

    Ma non mi dire che il nulla assoluto sia meglio dell’inefficienza di un gruppo di operai e di tecnici che si arrangiano, magari male.
    O produci o dirigi: se vuoi fare entrambe le cose necessariamente devi ridimensionare il volume di affari (la giornata dura ancora solo 24 ore), con la conseguenza inevitabile di mandare a spasso un bel po’ di gente: poi voglio vedere quanti si sacrificheranno per i compagni.

    L’economia è considerata brutta solo perché mostra imperterrita il vizio di non volersi conformare al pensiero magico dei difensori del lavoro-costi-quel-che-costi.

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “E sai bene che non te la puoi cavare così facilmente”

    Se ne parlava ieri con Piero che ripara organi di chiese, stava costruendo uno xilofono nella sua bottega.

    Mi parlava dei ragazzi di Pisa che erano venuti a trovarlo, di quelli che si costruivano i flauti da soli, e di come non hanno un posto per fare i loro lavori.

    Abbiamo detto che ci sarebbe quel gran locale chiuso, di proprietà del Comune, ma non ce lo darebbero mai per una cosa del genere.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per Riccardo Giuliani

    “L’economia è considerata brutta solo perché mostra imperterrita il vizio di non volersi conformare al pensiero magico dei difensori del lavoro-costi-quel-che-costi.”

    Uno, la gente c’è.

    Due, deve mangiare in qualche modo.

    Tre, deve avere un tetto sulla testa.

    Per mangiare e avere un tetto sulla testa, ci dicono, bisogna avere soldi.

    Per avere soldi, bisogna lavorare.

    Ora, la maggior parte della gente che conosco io è dispostissima a lavorare, ma ciò che sono disposti a fare non serve più a niente. E nemmeno ciò che magari non sono disposti a fare – prostituirsi, vendere i propri bambini, spacciare eroina – c’è pur sempre un limite.

    Uno direbbe, la soluzione più logica sarebbe lasciare che la maggioranza crepi, e a modo suo è una tesi ragionevole.

    Il problema è che se la maggioranza crepa, non ci sarà più nemmeno qualcuno in grado di comprare i prodotti di chi invece lavora.

    • Z. scrive:

      Eh, non hai tutti i torti. Solo che convincere un imprenditore a produrre senza profitto – o addirittura in perdita – mi sembra altrettanto difficile che convincere qualcuno a non mangiare. Insomma, è un bel guaio.

      • Francesco scrive:

        Non c’entra l’imprenditore. La produzione in perdita distrugge risorse reali e per continuare deve essere sovvenzionata, anche ove non esistesse l’imprenditore o il denaro.

    • serse scrive:

      Miguel, alle volte non capisco, anzi spesso o quasi sempre. Forse perché se capisco poi tocca incazzarmi e di conseguenza scazzarmi.
      Ma quale differenza ci sarebbe tra comprare flauti autoprodotti e crepare?

    • Francesco scrive:

      “ciò che sono disposti a fare non serve più a niente.”

      In senso puramente economico e dal punto di vista del sistema, quello non è lavorare.

      Lavorare è fare qualcosa che serve agli altri e che gli altri sono disposti a pagare.

      Gli è che poi questo lato della questione va fatto combaciare con le persone, con le loro vite, le loro esigenze e i loro desideri.

      Ma un solo aspetto risolto senza tener conto dell’altro è inutile.

      Chi ha mai detto che l’economia sia materia facile o leggera?

      Ciao

  18. Eh, non hai tutti i torti. Solo che convincere un imprenditore a produrre senza profitto – o addirittura in perdita – mi sembra altrettanto difficile che convincere qualcuno a non mangiare. Insomma, è un bel guaio.
    Deo gratias!

    Miguel, belle parole, ma non mi sembra il caso di mettere una persona in più tra quelle in difficoltà: qua si ragiona sempre che l’imprenditore, in un modo o nell’altro, un po’ delinquente lo sia.
    E potrei pure accettarlo, seppur con grande fatica: ma escludere (o anche solo minimizzare) più o meno velatamente il ruolo violento dello stato e dei suoi adepti dalle cause è pericolosissimo.

    La divisione tra buoni e cattivi è propaganda funzionale alla politica, non alla pagnotta.

  19. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Solo che convincere un imprenditore a produrre senza profitto – o addirittura in perdita – mi sembra altrettanto difficile che convincere qualcuno a non mangiare.”

    Almeno teoricamente, la soluzione consiste nella possibilità per tutti di fare qualcosa – che di roba utile da fare, ce ne sarebbe tanta – e di poter avere comunque cibo e un tetto.

    So che è una risposta che semplifica molto, ma se i ragazzi che fanno i flauti autoprodotti (sono fatti proprio bene, probabilmente troverebbero un buon mercato tra i turisti che non si limitano a comprare i prodotti griffati) avessero un luogo in cui lavorare insieme, non venissero immediatamente schiacciati da tasse e imposizioni burocratiche e potessero spendere 200 euro al mese per avere un tetto… bene, non avrebbero bisogno di guadagnare chissà quanto.

  20. Moi scrive:

    Ma cosa rappresentano le corna rosse di Francesca P. ?

  21. mirkhond scrive:

    Guarda

    A vedere il trailer, debbo dire che il film dev’essere una vera SCHIFEZZA, con un Noè BIONDO e dai tratti WASP!
    Quell’Arca che sembra situata nel cuore dell’Amazzonia!
    Ha fatto bene papa Francesco a NON ricevere Crowe e la sua paccottiglia hollywoodiana, esattamente come al-Azhar con la fatwa!
    Evidentemente c’è ancora chi considera la Fede in Dio, una cosa SERIA.
    Che già bastano e avanzano le esibizioni canore di suor Cristina……. 🙂

  22. Moi scrive:

    E poi quei costumi di scena “da Celtari” o tipo le insulse serie TV “Hercules / Xena” …

  23. Moi scrive:

    Nonché :

    Laïcitè Inch’Allah è un film della regista tunisina Nadia al Fani. Girato nel 2010, immediatamente prima e dopo la cosiddetta “primavera araba”, racconta gli sforzi di quella parte del paese che si batte per la laicità dello Stato. Per il suo impegno la regista è stata minacciata di morte dagli islamisti (tra l’altro la pellicola doveva inizialmente chiamarsi Ni Allah, ni maître – Né Dio, né padrone), e per questo motivo le è stato assegnato il Prix de la Laïcité 2011.

    http://www.uaar.it/news/2014/03/22/uaar-presenta-italia-film-laicite-inchallah/

  24. Moi scrive:

    Questa polemica, ora in sordina, avrebbe fatto molto scalpore anni fa …

    http://www.uaar.it/news/2014/03/14/diritto-avere-una-moschea/

    **Conclusione a suo modo ecumenica :

    Ci sembra comunque più corretto partire dal presupposto che le comunità di fede sono organizzazioni come tutte le altre, e devono quindi essere trattate allo stesso modo, senza privilegi né discriminazioni, anche ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione. Purché si paghino i relativi costi di costruzione, purché rispettino i regolamenti urbanistici e acustici vigenti, purché non contribuiscono anch’esse a consumare il territorio con ulteriori inutili colate di cemento, purché non creino luoghi dove si incita all’odio o ad altri reati, purché non siano realtà dove si violano diritti umani fondamentali (con particolare riferimento alle donne e agli apostati). Ciò che vale per Confindustria, per Legambiente e per la bocciofila deve valere anche per la Chiesa cattolica o per una comunità islamica, per l’Uaar come per i pastafariani.

  25. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “purché non creino luoghi dove si incita all’odio o ad altri reati, purché non siano realtà dove si violano diritti umani fondamentali”

    E’ un discorso difficile.

    Sposarsi è un diritto fondamentale, negato ai preti; la parità di carriera è negata alle donne dentro la Chiesa; sono negati i diritti degli omosessuali a vivere la propria sessualità; è negata la libertà di critica.

    Eppure credo che debba esistere il diritto della Chiesa di sospendere tali diritti, all’interno del preciso contesto del luogo di culto.

    Anche dicendo che la sodomia porta all’inferno.

    Poi ovviamente non si deve tollerare che cerchino di vietare alle coppie omosessuali di sposarsi, ma questa mi sembra un’ovvietà 🙂

  26. Moi scrive:

    Ma forse per l’ Expo2015 Milano ci sarà lo Show Ecumenico di Pasquale, chissà …

  27. Moi scrive:

    Inoltre le Ingerenze del Vaticano NON hanno potere istituzionale … ma solo di Lobby Democristiana, no ?

  28. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    Noà …

    http://cinema.fanpage.it/il-film-biblico-noah-con-russell-crowe-bandito-nei-paesi-arabi/

    http://cinema.fanpage.it/noah-papa-francesco-annulla-l-incontro-con-russell-crowe-e-il-team-del-film/

    ze bàicher ! La scena della corsa sotto al diluvio fa troppo ridere:

    sembrano gli Hell’sAngels in fuga per saltare in sella ai choppers della HarleyDavidson’s perché è scoppiato il Diluvio Universale 😉 al concerto di Heavy Metal !

    http://www.hurriyetdailynews.com/images/news/201403/n_63360_4.jpg

    … dite di no !

    😉 🙂

  29. habsburgicus scrive:

    Parentesi erudita (che, come al solito, non interesserà nessuno :D)
    Che ne pensare della cronologia “radicale” di Gasche 1998 ?
    Egli pone Hammurabi nel 1696-1654 a.C (cronologia media, 1792-1750 a.C)
    e la caduta di Babilonia nel 1499 a.C (cronologia media, 1595 a.C)
    fra l’altro in tal caso, ammesso che non ci sia una revisione della cronologia egiziana (forse a questo punto inevitabile, ma Gasche è un assiriologo non un egittologo), Hammurabi sarebbe contemporaneo degli Hyksos;
    più dirette sono le conseguenze sugli Ittiti, che sono “ringiovaniti” 😀

    • mirkhond scrive:

      Questo Gasche è oro rispetto all’egittologo David Rohl con la sua Nuova Cronologia, costruita per dimostrare l’esatta scientificità dei racconti biblici più antichi da Genesi ai Re!
      E sposta avanti e indietro le datazioni della storia del Medio Oriente tra VI millennio a.C. al VII secolo a.C., anche di 300 anni!

  30. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=A2sGw3w8_HA

    Un utente lo descrive come 2012 (Disaster Movie di qualche anno fa …) in versione “Abrahamitic Mythology” , poi ci rimane male che è NON scattato il “fléim” 😉 …

  31. Moi scrive:

    http://media.cineblog.it/n/noa/noah-27-nuove-foto-del-film-con-russell-crowe/th/noah-due-video-backstage-e-27-nuove-foto-del-film-con-russell-crowe-20.jpg

    Sembra che dica :

    “Dài mò, régaz’ … che al Capanno di Castelfranco c’è l’èppi àuar della birra non-pastorizzata non filtrata “méid” in StataleNove a Palazzina di Anzola !”

    … Va be’, basta così.

  32. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Ma cosa rappresentano le corna rosse di Francesca P. ?”

    Se le è messe per Halloween, e rivelano tutta la sua natura diabolica.

    • Francesco scrive:

      vabbè ma se festeggia Halloween che vuoi provare a resistere a Renzi?

      la Macchina (o Sistema) (o Apparato) (o Meccanismo Diabolico che dire voglia il Collettivo Tiki Taka) ha già stravinto!

      😉

  33. Ika scrive:

    Avete l’originale firmato?

  34. Moi scrive:

    @ Mauricius

    Se non altro per stile comunicativo PD (De Gregorio, senza il “la”) VS Lega(Borghezio) li distinguerai sempre :

    http://www.youtube.com/watch?v=7RU7K8Ab6do

    • Moi scrive:

      E dire che si parla d’un Paese come l’ UK che di MuSSulmani (sic) “auto-arcaizzanti” è pieno zeppo stipato !

    • mirkhond scrive:

      Quando si ha paura di vedersi spezzare gambe e braccia per la propria BLASFEMIA, allora vedi come si diventa RISPETTOSI…..

  35. mirkhond scrive:

    Se vai sul sito you tube di Stato e Potenza, troverai anche la seconda e la terza parte della conferenza.
    ciao!

  36. mirkhond scrive:

    errata corrige: Stato Potenza

  37. Moi scrive:

    @ Mirkhond

    Dubito che qualcuno “ecumenicamente” 😉 spezzi gli arti a Vauro, Crozza, Littizzetto ma(senza “la”), Guzzanti (nel dubbio, tutti e 3: Corrado, Caterina e Sabina) , Michele Serra, Mario Cardinali e altri …

    • Moi scrive:

      E anziché restituire i 2 € della Discordia (v.di Sintonia Matteino-Silvione) chiedono ai votanti di scucirne un altro paio !

  38. Moi scrive:

    Matteino, stavolta, l’ ha fatta grossa … mi sa che dopo le Europee, nel PD, scatta la SuperMega Fronda !

    http://www.lastampa.it/2014/03/24/italia/politica/il-mio-nome-nel-simbolo-vedremo-alle-politiche-l3uIotj9HODWJqSGGaQ4TL/pagina.html

    I più, non avvezzi a una certa concezione della Politica-Moloch, NON capiranno :

    il Nome nel Simbolo è “Blasfemia Politica”, a Sx !

  39. Moi scrive:

    http://www.ilgiornale.it/news/interni/moretti-mio-stipendio-troppo-alto-guadagno-meno-santoro-1003906.html

    l’ineffabile autodifesa di Moretti (senza articolo “alla vecchia maniera”)

  40. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    Carlo Vulpio su Fabio Fazio :

    «Zitto zitto, tomo tomo, quatto quatto, cacchio cacchio. Ovvero, Fabio Fazio. Chi è questo qui, cosa sa fare, cosa ha fatto nella sua vita, cosa ha studiato, quali e quanti libri ha letto, quanto lavoro ha fatto nei campi e nelle officine, quali protettori ha, per ottenere dalla Rai un rinnovo del suo contratto fino al 2017 per la bellezza di 5.400.000 (cinque milioni e quattrocentomila) euro? Fosse il compenso di un’azienda privata (ma quale azienda privata gli darebbe tanti quattrini?), si potrebbe anche capire. E’ il mercato, bellezza, e così va la vita. Ma è la Rai. Il servizio pubblico. L’azienda radiotelevisiva in cui gli introiti pubblicitari sono crollati e i debiti aumentati, la stessa Rai alla quale ognuno di noi è obbligato a versare il canone e il cui presidente è la signora Anna Maria Tarantola, una che di economia e di “economie” dovrebbe saperne qualcosa, visto che viene dalla Banca d’Italia ed è stata fortissimamente voluta dal senatore a vita Mario Monti, il premier delle “lacrime e sangue” (degli altri)»

  41. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    Un altro ” sgamato ” (si noti la spocchia che non fregherebbe nulla a nessuno di dove va a finire il canon€ …)

    http://www.youtube.com/watch?v=U0jh0ASXlII

    “NON si interrompe un’ emozione” (vecchio slogan di Veltroni negli Anni ’80 VS Berlusconi)

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