Pitti Bimbo e la grande fiera di Bibigirl (2)

Alla prima parte

Matercom® è una metodologia innovativa che grazie all’approccio mnemonico ed integrato del suo sistema di rilevazione (70% con diario elettronico via Internet e 30% mediante recall telefonici CATI) fornisce risultati Quantitativi, in termini di stima dei mercati (tipico dei Panel) e Qualitativi, atti a tenere sotto controllo il sentiment, le motivazioni ed i comportamenti delle mamme, centro decisionale degli acquisti.

Pitti Bimbo riguarda le mamme-centro-decisionale-degli-acquisti, anche se di un certo livello economico. I babbi di quel mondo, evidentemente, costituiscono – oggi come negli anni Cinquanta – semplicemente il fondo cassa. La mamma-archetipo di Pitti Bimbo, come si vede da questa immagine tratta dal loro sito, non corrisponde molto però alle mamme che conosciamo noi:

Eppure gente che non darebbe mezzo euro a un mendicante (se non ci sono le telecamere) investe somme inimmaginabili proprio su immagini di questo tipo, e c’è da chiedersi il perché.

Visto che Pitti Bimbo si rivolge soprattutto alla Turchia, alla Cina e consimili realtà, sorge il sospetto che da quelle parti ci sia un discreto ceto emergente di gente che prova un terrificante bisogno di distinguersi a qualunque prezzo dai poveri; e il vestito con il marchio Made in Italy per loro ha un po’ la funzione che hanno i titoli nobiliari e le lauree fasulle da noi.

A Pitti Bimbo, abbiamo detto, si sono presentate 470 aziende, con in prima fila la Silvian Heach.

Silvian Heach ha, immancabilmente, un DNA e pure “autentico”:

“La fortissima intesa professionale e privata svela da subito la vera anima ispiratrice del brand: tenacia, passione,  attenzione ai desideri di shopping delle donne nonché un’instancabile curiosità per la moda. E’ questo il DNA più autentico di SILVIAN HEACH.”

In realtà, non esiste nessuna signora Heach, e ciò che esiste non è anglosassone.

Infatti, dietro la Silvian Heach si trovano in realtà i coniugi Mena Marano e Giuseppe Ammaturo.

Per il proprio quarantesimo compleanno, il signor Ammaturo ha voluto avere come ospite d’onore Fabrizio Corona, attualmente ricercato dalla polizia.

Silvian Heach, che non esiste, si presenta al mondo con due linee.

Per gli adulti, c’è questa:

Per i piccoli, c’è invece Silvian Heach Kids, che – come Hegel – c’ha pure una filosofia, anzi una philosophy:

“Ogni singolo abito di collezione racconta tante storie diverse dell’universo femminile, svelandone eleganza, seduzione e profonda determinazione.

L’espressione del carattere SILVIAN HEACH è visibile in tutti gli stores, assieme al forte potere comunicativo delle immagini di campagna, alla ricercatezza della proposta moda e al desiderio costante dei coniugi fondatori di essere vicini alle esigenze del target femminile e gratificarne lo shopping.”

A scanso di equivoci, il target degli infanti dalla seduzione svelata non fa le orge nelle vasche da bagno.

Infatti, Silvian Heach ha voluto presentarsi quest’anno a Pitti Moda con qualcosa che chiamano progetto One World, Zero Differenze, 100% Love.

Ricapitoliamo.

Due magliari napoletani lanciano un nome finto, in un evento che fa finta di svolgersi a Palazzo Pitti, e  fanno finta che se compri le loro stoffe, combatti il razzismo, e per far finta di combattere il razzismo, usano due prodotti ambulanti usciti dalla grande fabbrica di finzioni di Silvio Berlusconi.

Infatti, i “testimonial” del prodotto sono Kevin Prince Boateng e Melissa Satta, che sono due nomi, due Qualcuno insomma.

Kevin Prince Boateng è un ragazzone che ogni volta che tira un calcio a un pallone per la maggior gloria di Silvio Berlusconi prende più soldi di quanti ne vedrà Sara in tutta la sua vita.

Recentemente, c’è stata una partita tra la squadra di Silvio Berlusconi e la Aurora Pro Patria. [1]

Nel corso della partita, alcuni oziosi giovinastri presumibilmente affetti da sindrome di melaninodeficienza hanno rivolto un imprecisato Verso della Scimmia al signor Boateng.

Ora, la grande legge del calcio spettacolo stabilisce ruoli precisi per la masnada plebea che lo segue: devono fare, a proprie spese, da pittoresco contorno a chi viene pagato per giocare e non devono pretendere di fare qualcosa loro. Bisogna essere molto stupidi per cascarci, e infatti i tifosi in genere sono stupidi, oltre che poveri e pure antipatici in un telemondo in cui bisogna sempre sorridere. Questa combinazione garantisce che facciano di norma una brutta fine.

Una schiera di tecnici si è messa studiare le immagini delle onnipresenti telecamere e uno dei giovinastri, un ventenne “disoccupato e incensurato“, è stato pure denunciato per violazione della Legge Mancino (pena prevista, reclusione da sei mesi a quattro anni).

In tal modo, il ragazzo scoprirà il mondo dei tribunali, degli avvocati ed eventualmente delle carceri. Che poi probabilmente l’avrebbe scoperto comunque.

E’ un Nadie, un Nessuno, anche lui.

Grazie al Nadie disoccupato/perquisito/indagato/denunciato, Boateng è stato invece invitato alle Nazioni Unite a parlare alla Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, e immaginiamo che ci sia già fior di tecnici dell’immagine (presumiamo bianchi) al lavoro per preparare il commovente cumulo di banalità che il Grosso Piede bofonchierà nel Grande Consesso.[2]

Parliamo delle stesse Nazioni Unite che in questi giorni hanno approvato il massacro dal cielo di altri neri, meno famosi, nel Mali. Ma i bombardieri sono politicamente corretti, e quando friggono i negri, non fanno il Verso della Scimmia.

Boateng si è presentato a Pitti Bimbo reggendo sotto braccio un pallone e sorridendo, assieme alla sua fidanzata, tale Melissa Satta.

La signorina Satta è un’ex-velina di Striscia la Notizia, cioè il programma studiato per soddisfare dall’alto del videopotere la comprensibile sete di vendetta del Cittadino Medio, il quale può ammirare il maschio giustiziere mentre infierisce, circondato da una schiera di ammiccanti meretrici.

Per arrivare ad agitare i fianchi mentre i telespettatori contemplano i cattivi al rogo, bisogna lavorare, e infatti anche la signorina Satta ha fatto l’obbligatorio Calendario: qui potete vederne le nudità, rigorosamente identiche a quelle di qualunque sua collega.

La signorina Satta è già stata fidanzata con un altro palloniere, tale Christian Vieri, il quale adesso ha una nuova fidanzata, nata in Marocco e che ha posato pure lei per un “calendario senza veli“. Che se la marocchina fosse stata sorpresa con il velo, quello sì che sarebbe stato uno scandalo.

Su quel termine “fidanzata“, che fonde elegantemente promiscuità mediatica e atavico perbenismo italico (coniuga modernità e tradizione, insomma), ci sarebbe da scrivere un saggio. In ogni caso, è fondamentale il meccanismo di riproduzione della casta dei guitti, che possiamo definire come poligamia seriale endogamica con scambio. Con regole ben più rigorose di quelle che governano le vite amorose dei Nessuno.

Nota:

[1]  Cherchez le patron. La Pro Patria è una squadra insolitamente di proprietà collettiva dei patrioti di Busto Arsizio, da quando il signor Savino Tesoro, che conduce con una certa destrezza ben 23 aziende contemporaneamente (siderurgia, cosmetici, pubblicità e immobiliare, alberghi, motorini elettrici e musica), l’ha mollata, passando a comprarsi il Lecce.

Il signor Tesoro – una delle cui aziende si chiama significativamente Barely Legal Srl – fu arrestato nel 2003 e condannato per una truffa, poi caduta in prescrizione.

[2] Non è ovviamente colpa di Boateng se dove picchia il suo alluce, il sistema spettacolare fa crescere oro. Mica tutti i calciatori possono avere il coraggio di Nizar Trabelsi.

(Continua…)

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132 risposte a Pitti Bimbo e la grande fiera di Bibigirl (2)

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  2. Pierluigi scrive:

    pero’ e’ molto plastica la scena nella vasca da bagno, mi ricorda la statua del Laocoonte, si vede che a Silvian Heach hanno letto i classici

    • roberto scrive:

      bravo ottima osservazione!

      mi fa venire in mente quanto detto ieri da pino sulla laurea in lettere, sta gente è sicuramente meno bestia di quello che si vorrebbe credere

  3. Grazie.
    Hai appena dato un nome alla mia sensazione di deja-vu.

    In generale… non avevo mai fatto caso all’accostamento donna-con-velo e donne-senza-veli.
    Spero proibiscano presto lo zucchero-a-velo: pare faccia male più di un fazzoletto in testa.

    Bello!
    Ora che scrivo ho l’illuminazione: alle donne islamiche basta “scegliere” di comprare qualche velo raffinato e costoso da case di moda affermate; la macchina-trita-dignità potrebbe arrestarsi.
    E l’economia italiana, grazie alle commesse rifilate in Asia, potrebbe beneficiarne dando lavoro ai gggggggggiovani!

  4. Miguel Martinez scrive:

    Per Riccardo Giuliani

    “alle donne islamiche basta “scegliere” di comprare qualche velo raffinato e costoso da case di moda affermate”

    Arrivi tardi:

    http://www.polyvore.com/armani_hijab_style/set?id=7314266&lid=84782

  5. PinoMamet scrive:

    L’amico di un amico, che lavorava in Cina come traduttore, mi diceva qualche anno fa che andava molto forte il golf, inteso come “sport da ricchi”, e che in qualità di traduttore gli era toccato partecipare a una quantità imprecisata di noiosissime partite da golf/incontri commerciali…

    -“poligamia seriale endogamica con scambio”: ottima descrizione! in effetti, sarebbe roba per gli antropologi; comunque io che non sono pratico di calciatori&veline, per tutto il post li ho scambiati per la coppia completamente sovrapponibile Balotelli-Fico.

    Ciao!

  6. Pietro scrive:

    semi O.T. riguardo alla finta stilista modestamente ho contribuito a qualcosa che e’ arrivato molto prima http://it.wikipedia.org/wiki/Serpica_Naro, questi hanno solo usato l’idea per farci i soldi

  7. Tortuga scrive:

    Un po’ OT e un po’ no …
    … ma di questo bel “pigiamino bianco in puro cotone per soli 30 euro che ne pensate?
    http://www.exoticindiaart.com/product/textiles/pure-white-kurta-pajama-VP17/

    E un bel sari anche, che ha il bel vantaggio di essere un abbigliamento taglia unica! Non solo ce ne sono di bellissimi a soli 30 euro … ma dato che non vi sono cuciture sono la cosa più semplice da farsi da soli anche a mano!
    http://www.exoticindiaart.com/textiles/Saris/

  8. roberto scrive:

    “Ma i bombardieri sono politicamente corretti, e quando friggono i negri, non fanno il Verso della Scimmia”

    no dai, non mi scadere nel benaltrismo.

    il fatto che i bombardieri friggono i negri, non vuol dire che chi rovina il gioco più bello del mondo facendo il verso della scimmia non debba essere preso a frustate. e ben gli sta al giovinastro incensurato, spero che la sua stoltezza gli porti tutte le grane possibili ed immaginabili, magari avrà occasione di riflettere sulla dabbenaggine dei suoi atti.

    • Peucezio scrive:

      Al di là dello specifico della guerra in Mali, io quando sento parlare di “benaltrismo” francamente mi ribello.
      Perché in pratica significa che se io vedo uno che inavvertitamente sta per mettere il piede in una pozzanghera col rischio di sporcarsi le scarpe e contemporaneamente un bambino che sta per essere investito da un tir, posso prima lanciarmi sull’uomo della pozzanghera per evitare che si sporchi e nessuno può eccepire sulla mia condotta.
      Solo un mondo che ha perso completamente la bussola può ritenere più grave insultare un calciatore che incenerire donne e bambini.

      • Rock & Troll scrive:

        Hai ragione.
        Solo un cervello che ha perso completamente la bussola può ritenere più grave una sfilata di moda che tagliare mani, infibulare bambine, lapidare donne, decapitare apostati, radere al suolo scuole, distruggere monumenti, buttare acido in faccia alle adultere, fare attenti indiscriminati in stazioni ferroviarie e tramite aerei civili.

      • Francesco scrive:

        Peucezio

        il pacifismo è sommamente antitradizionale!

        Cosa c’entrerà mai una tradizionalissima guerra post-neo-colonial-religio-razzial-nomadivssedentari con i 4 pirla, di cui uno pure assessore o consigliere comunale, di cui si parlava?

        Peraltro, il Boa aveva bisogno di far parlare bene di sè perchè è tutto l’anno che gioca da schifo …

        PS Miguel, hai sbagliato: è monogamia seriale ecc. ecc. a quei livelli, la poligamia serve solo per la sezione “scandali”

  9. roberto scrive:

    “non corrisponde molto però alle mamme che conosciamo noi:”

    vero per quel che mi riguarda, peccato comunque…

    • PinoMamet scrive:

      Io sono strano, e comunque non vorrei dirottare i commenti su “gusti personali in fatto di bellezza femminile”, perché non mi piace dirottare per primo, e perché non è esattamente questo ciò che vorrei capire…

      ma insomma, a me ‘sta modella che si spinge davanti il passeggino tecnologico, un po’ come il carrello del supermercato, un po’ come qualche tipo di arma…
      non mi dice proprio niente.
      Non mi viene da considerarla, diciamo, “bella”.
      Ottimo appendiabiti, senza dubbio.

      Lo stesso per la virago del post di ieri, che giuro appena l’ho visto ho pensato, questa si porta via i bambini per mangiarseli.
      Aldilà di questo: bella, proprio no.

      Lineamenti regolari, sì; curata, sì; corporatura standard pensata dagli stilisti per i loro motivi professionali, sì (leggermente diversi da quelli di veline&co., che pure non è che mi esaltino… insomma anche se all’appendiabiti ci aggiungi le tette non è che io lo trovi particolarmente sexy…)
      ma bella, proprio no.

      Forse farò parte di qualche sacca più arcaica, non so; un po’ come Mirkhond che è attratto dalle iraniane, meglio se velate 😉
      ma non è neanche questo, è il fatto che sono attratto dalle donne, come dire, normali.
      Di corporatura normale, con un bel viso, sì, ma normale (e possibilmente non arcigno e incazzato come la virago sbranabambini), che si capisce che devono mangiare cose normali perché hanno una vita normale…

      e noto che meno sono esposto ai mass-media (per cause di forza maggiore, ho fatto una lenta ma positiva disintosiccazione da TV) meno sono attratto dalle bellezze calendariali o dalle Rihanne&Katy Perry, tranne che queste, essendo cantanti, anche ancora in fondo, ben nascosto da trucco parrucco luci e regia, qualche residuo di normalità…

      ciao!

      • roberto scrive:

        “Lineamenti regolari, sì; curata, sì; corporatura standard pensata dagli stilisti per i loro motivi professionali, sì ”

        sono elementi che la fanno sembrare ai miei occhi assai caruccia, ancorché un filino troppo magra. pero’ magari le gambe scheletriche sono l’effetto di photoshop (le braccia sono un po’ più normali) e dei tacchi assurdamente alti delle scarpe assurdamente gialle.

        è una questione puramente estetica, so bene che non ti metti quelle scarpe per portare in giro il pargolo, né un vestito da 2000 euro sul quale il pargoletto vomiterà allegramente, ma forse proprio perché non è “normale” la trovo attraente (diciamo che faccio il discorso esattamente opposto al tuo)

        sono invece d’accordo sull’espressione corruciata, e non ho mai capito perché le modelle devono sfilare come se avessero appena visto la fornero a porta a porta.
        Poi vedi le foto di un qualsiasi back stage dove sono tutte allegre e sorridenti e sembrano mille volte più belle.

        per una vola mi sembra che non siamo OT!

        • Francesco scrive:

          no no

          sono troppe secche, qui a Milano le vedi in giro ogni tanto e le riconosci

          in effetti con qualche kilo addosso e senza il broncio (e il trucco da tossiche all’ultimo stadio) sarebbero molto meglio

          PS mi avete fatto ripensare a Brigitte Nielsen giovane …

  10. Tortuga scrive:

    Stimolata dal commento di Riccardo Giuliani cercavo di sfilate di moda … islamica … e ce ne sono, anche belle, con superabiti raffinatissimi … quando ho trovato questo
    http://caramella-fondente.blog.kataweb.it/category/femminicidio/

    Ed anche continuo a trovare notizie sull’esistenza di una “polizia religiosa” nei paesi islamici:
    http://scettico72.blogspot.it/2012/03/tunisia-una-polizia-religiosa-sul.html

    Ma le sfilate di moda ci sono anche lì, peraltro molto belle … solo che mi sono persa i links …

  11. Rock & Troll scrive:

    – Parliamo delle stesse Nazioni Unite che in questi giorni hanno approvato il massacro dal cielo di altri neri, meno famosi, nel Mali. Ma i bombardieri sono politicamente corretti, e quando friggono i negri, non fanno il Verso della Scimmia. –

    FAIL
    Le Nazioni Unite hanno approvato un intervento armato composto da militari africani ed europei, intervento richiesto dallo stesso legittimo governo del Mali, per contrastare delle bande di delinquenti integralisti, fanatici, torturatori e portatori di morte che, loro sì, “friggono i negri”, cioè non si fanno problemi a sterminare chiunque non aderisca alla loro “religione”, tanto da distruggerne persino i monumenti.
    Ma evidentemente i delinquenti integralistici, fanatici, torturatori e portatori di morte sono “noglobalisticamente” corretti, basta che dicano di “combattere l’Occidente”; poi se lo facciano tagliando mani, lapidando donne, infibulando bambine, decapitando gli “apostati” o distruggendo monumenti, poco importa all’occidentale col culo al caldo e la tastiera a portata di mano per delirare contro l’Occidente brutto e cattivo dove il male maggiore è che ci sia chi si fa il mazzo da imprenditore per dare lavoro tante persone e offrire alle donne dei vestiti che nessuna è obbligata a comprare ma che al sunnominato occidentale col culo al caldo, per motivi imperscutabili (probabilmente qualche forma di disadattamento sociale o qualche trauma infantile) suscitano tanto orrore (vuoi mettere un bel burka imposto con la minaccia di tante bastonate per le renitenti?!).

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “no dai, non mi scadere nel benaltrismo.”

    Non è benaltrismo, perché le due cose non sono distinte.

    Il controllo esercitato attraverso il terrore militare è inseparabile dal culto del palloniere di turno, e questo è inseparabile dall’assicurazione di vivere nel Migliore dei Mondi Possibili, che occorre periodicamente disinfestare dal Peggio.

    Che può essere il disoccupato presumibilmente mezzo alcolista di Busto Arsizio, o i misteriosi Islamisti del Mali: due entità anonime e invisibili, di cui ci si dimenticherà l’esistenza appena liquidati.

    Cosa che non costituisce in alcun modo un’approvazione (o una disapprovazione) dei soggetti in questione, per il semplice motivo che né tu né io – e certamente non i piloti dei bombardieri o i magistrati – ne sanno nulla.

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per Rock & Troll

    “intervento richiesto dallo stesso legittimo governo del Mali, per contrastare delle bande di delinquenti integralisti, fanatici, torturatori e portatori di morte che, loro sì, “friggono i negri”, cioè non si fanno problemi a sterminare chiunque non aderisca alla loro “religione”,”

    Wikipedia, voce “Due minuti d’odio”:

    “I due minuti d’odio sono una pratica collettiva esercitata dal governo del Grande Fratello nel romanzo “1984” di George Orwell.

    Tale pratica collettiva viene attuata sui posti di lavoro, negli incontri di partito, ovunque sia possibile; consiste nel riunirsi “spontaneo” degli astanti, al segnale emesso da altoparlanti, dinanzi ad un teleschermo che proietta immagini del nemico supremo della patria Oceania, Emmanuel Goldstein, scene di guerra e sequenze studiate per coinvolgere psicologicamente gli spettatori, accompagnate da suoni e rumori fastidiosi.

    Dopo pochi secondi il pubblico inizia a dare in escandescenze e ad inveire contro Goldstein o contro lo schieramento con cui ci si trova in guerra in quel momento -Eurasia oppure Estasia a seconda; si arriva a lanciare oggetti contro il teleschermo, imprecando colti da implacabile furore, sotto lo stretto controllo di incaricati del partito. Chiunque manifesti segnali di eterodossia, o perfino micro-espressioni facciali non consone al contesto, viene considerato come un possibile traditore.

    Questo meccanismo rappresenta, tra le altre cose, una valvola di sfogo dell’aggressività dei cittadini ed un modo per demonizzazione un capro espiatorio su cui gettare tutte le colpe delle difficoltà della loro vita quotidiana. I “due minuti d’odio” sono funzionali al mantenere un controllo ancora più stretto e serrato sul popolo e sui membri del partito.”

    • Rock & Troll scrive:

      Sì, va bene, è tutta una questione di retorica, è tutta una questione di linguaggio. Quando fa comodo, ovviamente.

      Ora, qualche risposta a delle domande concrete: cosa fanno di “bello” i qaedisti in Mali? Fanno o non fanno quello che ho descritto? Se sì, cosa ne pensano gli abitanti del Mali, specie la popolazione femminile? Come mai il governo legittimo del Mali ha chiesto, per difendere la propria popolazione, l’aiuto di altri governi, non solo europei, ma africani? È vero o non vero che ci sono stati scontri tra gli stessi ribelli del Mali e i qaedisti, visto che questi ultimi non piacciono nemmeno ai primi (ed è tutto dire)?

      Ma soprattutto, come ho già accennato rispondendo a Peucezio: che differenza c’è tra chi si scandalizza per il “razzismo” negli stadi e non per i bombardieri che (a suo dire) “friggono i neri”; e chi si scandalizza per la sfilata di moda e non per la ben documentata barbarie qaedista, tanto che arriva a presentarla a più riprese come una “resistenza” verso l’occidente con le sue scandalose sfilate di moda?

  14. Va Fangul scrive:

    Ci sono alcuni tifosi che invece vengono sanzionati solo per aver detto la verità.

    • Francesco scrive:

      una buona notizia: coi pochi soldi che passa Berlusconi, sarà comunque possibile per il Milan comprare i pallonari dell’Ajax, se hanno cotali tifosi idioti

    • roberto scrive:

      “display of a provocative and inappropriate banner” ???

      frustate anche per l’uefa

      • Ritvan scrive:

        —-“display of a provocative and inappropriate banner” ???frustate anche per l’uefa. Roberto—-
        Io, invece, applaudo all’UEFA. Perché vedi, caro robby, non si possono usare due pesi e due misure, non si possono sanzionare i tifosi che fanno “buuuuu” al giocatore nero della squadra avversaria e poi far finta di nulla davanti a quel ritrattone dello sceicco proprietario della squadra avversaria che sembra ispirato alla peggio cartellonistica hitleriana dei bei:-) tempi sugli ebrei “sanguisughe”.

        P.S. Qualcuno dovrebbe informare quei tifosi olandesi probabili seguaci di Wilders:-) che il calcio professionistico è da tempo un business come un altro e, se il “calcio moderno” fa loro schifo, possono benissimo seguire solo le partite dei ragazzi dell’oratorio….

      • roberto scrive:

        la differenza fra i due casi è assai semplice

        buuuuuu al negro -> me la prendo con il negro perché negro

        cartellone allo sceicco con i petrodollari -> me la prendo con lo sceicco che accuso di trasformare in gioco in businnes (e non commento la tesi, mi limito ad esporla) e di fissare un prezzo esorbitante per le partite del manchester city

        il primo è razzista, il secondo no. avessero fatto buuuuu a nasri perché magrebino (anche se francese) sarebbero stati razzisti

        poi il manchester city è di proprietà di uno sceicco, se vogliono contestare il prezzo dei biglietti per vedere il manchester city mica se la possono prendere con il magnate russo proprietario del chelsea, no?

        • Francesco scrive:

          buuu al negro ———> a volte perchè gioca svogliato e di schifo

          a Milano (basket) mi sa che i buuu più decisi se li becca il coach (italiano) e un lungagnone (greco), dopo la cacciate del play (negro USA sostituito con un altro negro USA però bravo)

          ciao

        • Ritvan scrive:

          —-la differenza fra i due casi è assai semplice
          buuuuuu al negro -> me la prendo con il negro perché negro. cartellone allo sceicco con i petrodollari -> me la prendo con lo sceicco che accuso di trasformare in gioco in businnes (e non commento la tesi, mi limito ad esporla) e di fissare un prezzo esorbitante per le partite del manchester city. Roberto—
          Difatti, l’UEFA mica ha multato l’Ajax per “razzismo”, l’ha multato – come riporti tu stesso – per “display of a provocative and inappropriate banner”. Il regolamento UEFA, infatti, vieta anche l’esposizione di striscioni “con testi offensivi, provocatori o politici”. Dici forse che quello striscione non era offensivo e provocatorio?!:-). O dici che l’UEFA deve far rispettare il proprio regolamento – e sanzionarne i trasgressori – solo nel caso del razzismo e non in altri casi?!

          —-il primo è razzista, il secondo no. avessero fatto buuuuu a nasri perché magrebino (anche se francese) sarebbero stati razzisti. poi il manchester city è di proprietà di uno sceicco, se vogliono contestare il prezzo dei biglietti per vedere il manchester city mica se la possono prendere con il magnate russo proprietario del chelsea, no?—
          Ecco, sinceramente volevo dirtelo prima:-) ma magari mi avresti accusato di buttarla sempre sull’ebreo:-), però, siccome il Chelsea l’hai nominato adesso tu, ti chiedo se tu non vedresti nulla ANCHE di razzistico (oltre che provocatorio&offensivo) nel caso lo stronzo pezzente di turno trovasse eccessivo il prezzo del biglietto da 80 euro allo stadio del Chelsea e, di conseguenza, esponesse allo stadio uno striscione raffigurante Abramovic in tenuta da “Suss L’Ebreo”:-), con tanto di kippah sulla capoccia e stella di David cucita sul petto:-)….e ti prego di non rispondermi che quello sarebbe, invece, razzismo perché c’è stato l’Olocausto, eh!:-)

  15. Miguel Martinez scrive:

    Per Va Fangul

    Grazie, notevole.

    Evidentemente i multati la pensavano come Roberto (“il gioco più bello del mondo”) solo che non avevano ottanta euro da regalare a chi gestiva la partita.

    • roberto scrive:

      avevano pero’ i soldi per andare da amsterdam a manchester quindi non credo che tu stia parlando della cassiera del tuo supermercato

      comunque si, 80 euro per una partita sono una follia, e personalmente non li ho mai spesi

  16. Miguel Martinez scrive:

    Rock & Troll

    ” e chi si scandalizza per la sfilata di moda e non per la ben documentata barbarie qaedista, tanto che arriva a presentarla a più riprese come una “resistenza” verso l’occidente con le sue scandalose sfilate di moda?”

    E’ interessante come si legga una riflessione sul comportamento delle Nazioni Unite come se fosse un commento sulla situazione interna del Mali.

    Certo, non credo che ai maliani gliene importi molto delle sfilate di Pitti Bimbo, e presumo che le motivazioni di tutti gli schieramenti siano legate a questioni locali di cui non abbiamo la minima idea.

    Io vengo da un paese dove, in questi ultimi anni, ci sono stati circa 150.000 morti ammazzati, in gran parte fatti a pezzi ancora vivi con motoseghe oppure decapitati, e con i video delle torture e dello smembramento poi postati orgogliosamente in rete. E con centinaia di migliaia di profughi interni, peraltro non riconosciuti e non aiutati da nessuno.

    Ora, si tratta di un paese che conosco infinitamente meglio del Mali, se non altro per esserci nato; e che ha un sistema giudiziario e statistico imperfetto, ma funzionante.

    Eppure nessuno sa spiegare esattamente cosa stia succedendo, al di là del dire che si tratta di “guerre tra bande”. Non si sa chi uccida né perché; nella maggior parte dei casi, l’identità dei morti – spesso gruppi interi di migranti dal Centroamerica – è ignota.

    Perché cinquanta, cento anonimi contadini del Guatemala vengono rapiti nel deserto del Sonora, torturati ferocemente e poi uccisi lentamente?

    Non si sa quali siano le forze reali delle varie bande, al di là dei loro proclami, né chi comanda su quali territori. E nessuno sa quali siano i legami tra queste bande e l’esercito e la polizia che in teoria le combattono, né quali siano i rapporti dei padroni della politica, dell’economia produttiva e della finanza, o del grande monopolio petrolifero.

    Sono notizie che seguo tutti i giorni da qualche anno, leggendo ipotesi di ogni sorta, che poi vengono smentite da altre ipotesi.

    Ma persino qui a Firenze, dove solo di rado si finisce morti ammazzati, scopro ogni giorno meccanismi di cui non ero a conoscenza e che gestiscono il potere e frammenti del potere, che sono molto diversi da quelli che appaiono nei media. Io ho solo una vaga idea di chi comanda in questa città, e con quali mezzi.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      un appunto metodologico: la tua ignoranza non implica che non ci siano informazioni sugli islamisti del Mali

      sui Talebani c’erano informazioni, non perfette e non complete ma direi sufficienti a capire

      anche sui fascisti e sui nazisti, se vuoi ampliare il raggio d’indagine

      ciao

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “un appunto metodologico: la tua ignoranza non implica che non ci siano informazioni sugli islamisti del Mali”

    Certo che ci sono informazioni. Anche su ciò che succede in Messico, ci sono.

    Il problema fondamentale è il senso di tali informazioni.

    Cioè, capire in quali comunità etniche, tra quali ceti sociali, e nel contesto di quali conflitti, si è diffuso un movimento islamista in Mali. Quali sono le motivazioni immediate che portano le persone ad aderirvi.

    Quali sono i rapporti – e quali i motivi di conflitto – con le istituzioni islamiche esistenti, che nell’Africa subsahariane sono spesso enormi organizzazioni gerarchiche.

    Quale il grado e il tipo di istruzione, che tipo di lavoro (o di disoccupazione), il grado di urbanizzazione. E il rapporto con le vecchie generazioni.

    E che tipo di sistema di diritto c’era prima: intendo in senso concreto – statale, di clan, feudale, misto?

    A che tipo di media hanno avuto accesso?

    Se hai delle fonti su questo, per favore segnalamele, perché solo la comprensione di dati di questo tipo ci permetterebbe di dire qualcosa di sensato.

    Sulla Somalia ho qualche idea, sul Mali no.

    • Francesco scrive:

      esiste un detto “il meglio è nemico del bene”

      lo hai aggiornato a “la scusa del tutto serve per evitare di esporsi quando si ha il sufficiente”?

      per fortuna (e qui mi gioco AH) Churchill non ebbe bisogno di conoscere la Germania in misura così approfondita, per decidere

      sulla Somalia: quelle cose che chiami informazioni sono quelle che spinsero Ritvan e me a parlare di “paese del Mulino Bianco”?

      ciao

    • Francesco scrive:

      scusa per la mia espressione “la tua ignoranza che è palesemente ma senza intenzione offensiva

      avrei voluto fare una semplice osservazione tecnica ma è venuto fuori tutt’altro

      e naturalmente la mia ignoranza è assai maggiore della tua (anche se sapevo dov’è il Mali per motivi familiari)

      ciao

  18. Miguel Martinez scrive:

    Ad esempio, perché l’attacco contro monumenti storici islamici nel Mali?

    Qui sono ovviamente irrilevanti le nostre considerazione romantico-estetiche: il “monumento” è un’invenzione occidentale e moderna.

    Dovremmo capire il significato vissuto e reale di quei siti. Ad esempio, tempo fa lessi da qualche parte del conflitto tra chi monopolizzava l’accesso dei turisti e la maggioranza esclusa, e dei risentimenti perché si investiva denaro nei monumenti e non nelle comunità.

    Che poi potrebbe mascherare anche una lotta per il controllo dei monumenti, ma esattamente tra chi?

    • Peucezio scrive:

      Miguel:
      “il “monumento” è un’invenzione occidentale e moderna.”

      Qui ci sarebbe da fare un lungo discorso. Cercando di sintetizzare: è vero quello che dici, ma ci sarebbe da chiedersi come mai l’Occidente e la modernità hanno inventato il “monumento”. E se il Mali, come ormai ogni parte del pianeta, non vada comunque valutato secondo logiche moderne e occidentali, visto che è investito violentemente, come tutto il mondo, dalla modernità e dall’Occidente, e che il suo modo di vivere, fin nei recessi più profondi, per quanto mantenga caratteristiche ancora molto diverse dalle nostre, è pervaso dell’influenza della modernità e dell’Occidente, che fa sì che sia qualcosa ormai di completamente diverso da una società tradizionale o comunque precoloniale.

      Se si segue la logica che stai applicando, si dovrebbe dire che se una tribù in qualche angolo del mondo, a causa di fattori inquinanti provenienti da qualche area contigua industrializzata, contrae una malattia guaribile con le nostre tecnologie, ma mortale se non curata, noi non dobbiamo salvarla coi nostri mezzi perché la nostra medicina è estranea alla loro tradizione, come se il danno non avesse la stessa fonte.

      Inoltre qui mi sembra che tu applichi – ne abbiamo già accennato in un paio di altre occasioni – una logica dualistica e polare che non rende giustizia della questione. In sostanza ci sarebbe da una parte l’Occidente con le sue logiche, che difende i monumenti storici e bombarda i paesi, e dall’altra l’alterità irriducibile, in cui i tuareg, gli islamisti, la società malese, i monumenti e i loro distruttori, pur nelle loro differenze stanno tutti dalla stessa parte.
      So che sto schematizzando molto il tuo pensiero, ma la logica sottesa (e le conseguenze che ne fai discendere) alla fin fine è questa. Sbaglio?

      • Francesco scrive:

        non so affatto se il monumento sia “occidentale e moderno”, cosa è allora il Taj Mahal? e i templi bellissimi in Thailandia? e così via, tutto il pianeta è coperto di monumenti, e almeno dai tempi di Egizi e Sumeri

        distruggerli ha un preciso significato militare, politico, culturale, come il rogo dei libri da parte dei nazisti o la distruzione delle chiese da parte dei bolscevichi

        giusto?

        • Ritvan scrive:

          @ Francesco
          Porca miseria, mi sa che noi due siamo in “empatia”:-): quando leggevo l’ineffabile frase migueliana “il “monumento” è un’invenzione occidentale e moderna” (frase subito appoggiata dal buon Peucezio ‘O AntiModernista:-) ) ho pensato subito anch’io al Taj Mahal.

          @ Peucezio: vabbeh che sei un seguace della Gloriosa Tradizione Italica:-), ma credo che il buon Salgari con “società malese” non intendesse esattamente quella del Mali:-)

        • Peucezio scrive:

          Francesco,
          certo. Non ci si riferiva ai monumenti, ma all’idea di “monumento”, al considerare monumenti le vestigia, quantomeno nel senso in cui lo facciamo noi contemporanei.
          Io sono convinto che sia un bene, perché l’alternativa è il deserto, la liquidazione di quel poco di bello che è rimasto al mondo (e infatti negli anni ’60 ci hanno provato).

    • Ritvan scrive:

      —il “monumento” è un’invenzione occidentale e moderna. Miguel Martinez—
      Giusto!:-) Dillo, però, a quei biekissimi “occidentali moderni”:-) degli etiopi che hanno preteso – ed ottenuto – dall’Italia la restituzione della famosa stele di Axum…più “monumentalisti” di così si muore, cribbio!:-)

      • Francesco scrive:

        mi tocca fare il vice-Miguel!

        sarebbe legittimo dire che il governo etiope odierno ha imparato da noi occidentali a vedere come “monumenti” gli oggetti quali la stele di Axum e per questo li ha rivoluti

        solo che prima di rivolerla la hanno eretta ed è molto difficile dire che non fosse un monumento anche allora …

        ciao

  19. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “So che sto schematizzando molto il tuo pensiero, ma la logica sottesa (e le conseguenze che ne fai discendere) alla fin fine è questa. Sbaglio?”

    Di solito sei bravo a interpretare il mio pensiero, ma questa volta no, ti sbagli,. probabilmente perché non mi sono spiegato bene.

    Non sto affatto contrastando sistemi “moderni” con sistemi “tradizionali”.

    Esiste una cultura importante, ma minoritaria nel mondo, che decide un po’ a caso cosa sia un “monumento” e ci mette sopra l’etichetta di “intoccabile”.

    Esistono mille altri mondi, un po’ antichi o un po’ moderni, che guardano gli edifici per ciò che significano nella loro vita.

    Quando i tirolesi hanno dinamitato la statua del Duce a cavallo negli anni Sessanta, non si sono posti domande di estetica, ma hanno visto in quella statua un simbolo preciso di un loro problema.

    Io personalmente trovo bruttina la stazione di Santa Maria Novella a Firenze, e se avessi qualche interesse a farlo, non esiterei a raderla al suolo 🙂 , magari senza sapere che a New York c’è qualcuno che la ritiene un Monumento.

    • Peucezio scrive:

      In realtà ti sei spiegato benissimo, sono io che ho semplificato molto.
      Forse più che di dualismo, parlerei, interpretando il tuo pensiero e forse sbagliando di nuovo, di metafisica del capitalismo contemporaneo. E’ un’obiezione che ti ho fatto già altre volte, ma mi rendo conto che è un tema troppo grande per aspettarmi una risposta esaustiva su due piedi.

      Venendo ai monumenti, che poi è il nocciolo della questione (almeno dal mio punto di vista), ciò che dici sul significato simbolico è giusto, ma a mio parere rischia di essere astratto.
      Oggi il problema non sono comunità contrapposte o comunque interagenti, che vivono ancora in un universo basato sul simbolico e sulla “partecipazione mistica”, come diceva Lévy-Bruhl. Non è che non esistano nel mondo elementi residuali di ciò (ancora non per molto). Ma il problema oggi è che si producono solo orrori: si devasta l’architettura e l’urbanistica, si devasta il paesaggio, si stupra il mondo e la bellezza, ovunque c’è. Quindi oggi la sensibilità verso il belo e verso il passato ha una mera funzione compensativa, di contenimento del danno. Come ce l’ha tantissima spiritualità d’accatto che tu spesso ci racconti, rispetto all’alienazione dell’uomo contemporaneo. Solo che la spiritualità new age o i finti celti o le tradizioni inventate probabilmente servono a poco, mentre la sensibilità verso i monumenti almeno ha un effetto materiale e tangibile che è quello di preservarceli, così come la sensibilità ecologista, insieme a molte storture e cazzate, a volte anche controproducenti, fa da contenimento a disastri che potrebbero essere molto maggiori.
      Ci immaginiamo cosa succederebbe se oggi ci fosse per l’ambiente la stessa attenzione che c’èra negli anni ’60 e ’70? E lo stesso discorso riguarda il patrimonio storico-artistico: oggi c’è molta meno disinvoltura che negli anni ruggenti del boom edilizio e mi pare difficile non considerarlo un bene.
      Un mondo premoderno immerso nel simbolico può anche distruggere delle cose, perché distrugge e crea continuamente secondo le stesse logiche, ma se oggi lasciamo libero sfogo a questi gesti simbolici, avremo solo il deserto e lo spirito che li avrà ispirati fra qualche tempo sarà sparito comunque, quindi non
      ci avremo guadagnato nulla.

      Poi c’è un’altra questione, entrando nel merito dei gesti simbolici. E mentre sulle considerazioni di sopra, più o meno di buon senso, penso ci troviamo abbastanza d’accordo, questo forse è un punto su cui non condividerai.
      In realtà io credo ci sia una continuità strettissima fra lo spirito iconoclasta e anti-pluralista dei monoteismi di matrice semitica e il capitalismo moderno.
      E l’integralismo islamico letteralista contemporaneo (che è un fenomeno molto recente) ne è un’espressione radicale (come il calvinismo e diversamente da tante altre espressioni storiche del cristianesimo e dell’Islam).
      E’ per questo che, al di là del fatto che nessun fenomeno umano è identico ad un altro e che sicuramente le cose si possono analizzare e se ne ppossono cogliere differenze, sfaccettature, specificità, io non riesco a cogliere una vera alterità fra la rapace aggressività occidentale (il capitalismo occidentale ha una matrice messianica, anche se a mio avviso di segno negativo, satanico) e i distruttori di monumenti del Mali sulle cui teste l’aggressività summenzionata sta tirando le bombe.
      Il principio è lo stesso, cioè quello di redimere il mondo, che significa distruggerne tutte le manifestazioni vive, autentiche, reali, per sostituirvi un’astrazione. Che poi è il nulla, infatti si tratta di una logica totalizzante e assoluta, ma in ultima anlisi nichilista.

  20. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “non so affatto se il monumento sia “occidentale e moderno”, cosa è allora il Taj Mahal? e i templi bellissimi in Thailandia? e così via, tutto il pianeta è coperto di monumenti, e almeno dai tempi di Egizi e Sumeri”

    Non conosciamo sempre il motivo dietro la costruzione di grandi edifici in passato (“monumento” è definizione “nostra”).

    Comunque, il Taj Mahal penso che servisse a glorificare una dinastia, che non sarà stata amata da tutti.

    I templi in Tailandia li facevano perché erano buddhisti.

    Il Colosseo l’hanno fatto per celebrare i trionfi romani, e immagino che parecchi che ci finivano sognassero un bel terremoto.

    Les Invalides li hanno fatti i francesi quando hanno deciso di rivendicare Napoleone, e la Bastiglia l’hanno buttata giù quando hanno deciso di cambiare governo.

    La statua di Saddam Hussein che fu buttata giù a Baghdad serviva per esaltare il governo di Saddam Hussein.

    Insomma, ognuno di queste grandi costruzioni portava un messaggio specifico, mica portava “monumentalità”.

    • Francesco scrive:

      ma guarda che monumento significa quella roba lì, mica le puttanate tipo “patrimonio dell’umanità” inventate da ridicoli burocrati

      solo che erigendo edifici a maggior gloria di tizio e caio si sono erette cose abbastanza belle da acquisire un valore agli occhi di chiunque guardasse, tolti pochi pirla invasati

      i cristiani di Roma, parecchi dei quali finiti male al Colosseo, non ne chiesero la distruzione perchè avevano occhi per vedere

      e credo che pochissime musulmani vorrebbero demolire San Pietro

      forse Hitler aveva in mente di radere al suolo il Cremlino ma lui, appunto, era decisamente un invasato

      ciao

      • Ritvan scrive:

        —e credo che pochissimi musulmani vorrebbero demolire San Pietro. Francesco—
        Ma quale demolire e demolire, mica siamo dei barbari incivili noi…al limite lo potremmo convertire in una bella moschea, che ne dici? Sai, ci farebbe comodo una moschea al centro di Roma, quella che c’abbiamo adesso è in culo alla luna:-):-)

        P.S. (serio): Leggi qui, infedele und miscredente:-) !
        http://archiviostorico.corriere.it/2013/gennaio/13/marcia_del_mullah_nemico_dei_co_0_20130113_50ec085c-5d4a-11e2-80da-1118b4c96d35.shtml
        da cui cito:
        “Tahir-ul-Qadri, un imam sessantunenne… è noto per aver pubblicato nel 2010 una fatwa di 600 pagine contro il terrorismo, in cui argomentava che non solo è haram (proibito) ma kufr (un atto da miscredenti). Il suo monito ai jihadisti: «Credete di andare in paradiso e che vi aspettino 72 vergini? Vi sbagliate, finirete tra le fiamme dell’inferno». Parole che hanno portato i talebani pachistani a inserirlo nella loro lista nera. La sua organizzazione non governativa «Minhajul Quran» ha fondato centinaia di scuole per insegnare il Corano in Pakistan secondo questi princìpi, e per promuovere il dialogo interreligioso….”.

  21. Miguel Martinez scrive:

    per Francesco

    “per fortuna (e qui mi gioco AH) Churchill non ebbe bisogno di conoscere la Germania in misura così approfondita, per decidere”

    Ah ecco, Churchill non conosceva la storia della Prussia, non sapeva che c’era stata una prima guerra mondiale, non aveva mai sentito parlare del Trattato di Versailles, non sapeva della guerra civile tedesca del 1919, non sapeva dell’occupazione del Ruhr, non era al corrente della questione delle riparazioni, non sapeva dello scontro tra comunisti e socialdemocratici che aveva spaccato la sinistra e non sapeva nulla dei ceti sociali che avevano portato Hitler al potere.

    Però ha buttato le bombe lo stesso.

    • Francesco scrive:

      Guarda che ha buttato le bombe lo stesso pur sapendo quelle cose perchè in grado di riconoscere in Hitler un gangster pericoloso, per il potere inglese e per la civiltà europea.

      Se avesse perso tempo ad accumulare dettagli, Hitler avrebbe vinto.

      Ciao

      PS mica sempre è come in Messico, un delirio di violenza insensata senza via d’uscita

  22. PinoMamet scrive:

    Andiamo per gradi:
    intanto noto che Rock&Troll ha scoperto l’esistenza di monumenti in Africa, che è già un bel passo in avanti rispetto a qualche giorno fa, quando commentava dicendo che “non fosse stato per l’uomo bianco in Africa non ci sarebbe stata civiltà”.

    Pretendere che si metta a riflettere sul significato dei monumenti nelle varie culture, adesso, mi sembra troppo.

    Potrebbe cominciare a riflettere sul significato dei monumenti in una cultura sola, per esempio la sua.

    Gli do un aiutino; funziona così; se li buttano giù i “nostri avversari”, sono monumenti e andavano salvati, morte ai nostri avversari!!
    se li buttiamo giù noi, sono quattro baracche segno di arretratezza mentale e poi cosa sono i monumenti di fronte alla Vita Umana, morte ai nostri avversari!!

  23. PinoMamet scrive:

    Temo anche che si finirà a parlare del Mali, che non conosco per niente (ma sicuramente Rock&Troll ne è un grande esperto) e che, ammetto cinicamente, non mi appassiona affatto come argomento (per fortuna il cuore cristiano di Rock&Troll ha cominciato a sanguina abbondantemente per i musulmani neri africani, che gli stavano tanto sulle balle qualche mese fa…);

    invece che di mamme, vestiti e pubblicità, che conosco meglio e che mi interessano di più…

    • Ritvan scrive:

      —-…per fortuna il cuore cristiano di Rock&Troll ha cominciato a sanguinare abbondantemente per i musulmani neri africani, che gli stavano tanto sulle balle qualche mese fa…PinoMamet—
      :-):-)

      P.S. Però, pure tu dovresti sapere che la Gloriosa Tradizione Canzonettistica Italica ha sancito da tempo che “Il cuore è uno zingaro”:-)

  24. No Miguel, non arrivo tardi; io parlo di “scegliere” di comprare, non di poter farlo solo perché qualcuno ha carinamente pensato a loro (in qualità di future big spenders – che suona molto come bud spencer).
    Se non decidono di “scegliere”, non aiutano il loro processo di integrazione istituzionale multi-livello.

    Per R&T
    Ma soprattutto, come ho già accennato rispondendo a Peucezio: che differenza c’è tra chi si scandalizza per il “razzismo” negli stadi e non per i bombardieri che (a suo dire) “friggono i neri”; e chi si scandalizza per la sfilata di moda e non per la ben documentata barbarie qaedista, tanto che arriva a presentarla a più riprese come una “resistenza” verso l’occidente con le sue scandalose sfilate di moda?

    Hai escluso l’ipotesi che l’oggetto della tua critica non possa assolutamente scandalizzarsi (termine forse inadatto) sia contro i bombardieri del bene sia contro i guerriglieri del male (o del Mali?!).

  25. Miguel Martinez scrive:

    Ovviamente, non si può comprendere tutto del Mali. Sto cercando solo una prima approssimazione, per capire perché una certa situazione ha un certo esito.

    Vi do un esempio da vicino: sudtirolesi e sloveni sono culturalmente molto simili, anche sul piano religioso; entrambi sono stati vittime della stessa aggressione italiana.

    Ma gli sloveni del Carso hanno votato in larga misura per il PCI, cosa semplicemente inimmaginabile nel Sudtirolo.

    Gli sloveni l’hanno fatto perché hanno subito il lavaggio del cervello da parte di agenti sovietici? Non credo.

    La differenza è tutta legata a contingenze storiche: ad esempio, il PCI faceva fatica a sostenere dei “tedeschi”; e la Jugoslavia “comunista” era comunque un’assicurazione contro l’oppressione italiana.

    Ecco, per capire l’islamismo del Mali, mi manca un semplice elemento di questo tipo.

    Ad esempio, sappiamo che in Iran, l’islamismo era legato agli interessi dei mercanti tradizionali dei bazaar, spodestati dai “nouveaux riches” dello Scià.

    Invece, in Egitto, era legato agli emigranti che tornavano a casa, dopo aver lavorato in Arabia Saudita, ed erano frustrati dall’impossibilità di fare qualcosa.

    In Turchia, è legato alla riscossa dei nuovi imprenditori dell’Anatolia contro l’apparato militare.

    I nigeriani mi dicono che Boko Haram è stato immensamente popolare semplicemente perché si presentava come una risposta contro una corruzione totale, in un paese praticamente privo di ogni istituzione.

    E così via.

    Queste brevi battute non esauriscono l’argomento. Ma almeno lo iniziano.

    • Peucezio scrive:

      Il contesto storico-sociale in cui si manifesta un fenomeno, con tutti i suoi aspetti anche contingenti e peculiari, non va mai perso di vista.
      Io ammetto di applicare degli schemi di gigantesca portata, mettendo insieme millenni di storia e centinaia di generazioni, con tutte le semplificazioni e anche i fraintendimenti a cui ciò mi espone.
      Però, volendo cercare un punto di equilibrio, ammetterai che in certi frangenti storici certi fenomeni si diffondono con forza quasi travolgente e si impongono in breve tempo in luoghi e contesti molto diversi, adattandosi certo a ognuno di questi contesti, ma mantenendo la loro essenza di fondo?
      La diffusione del cristianesimo avvenne sicuramente per ragioni in parte diverse in ogni provincia e area dell’Impero, attecchì qui presso un certo ceto, lì prima presso un altro ecc. ecc., ma stringi stringi si impose una visione del mondo netta e molto caratterizzata, per i tempi rivoluzionaria. E sarebbe sbagliato negare un valore unitario al fenomeno, pur senza perderne di vista le specificità locali, cetuali, le varie articolazioni ecc. No?

      • daouda scrive:

        la parte sulla rivoluzionarietà del cristianesimo non ha senso.Non puoi continuare a darla come dato di fatto.

        • daouda scrive:

          anche perché quei tempi erano altamente rivoluzionari…cosicché distorcendo il cristianesimo si è posto reazionariamente; anche questa analisi può essere falsa, e sarebbe falsa anch’essa, ma giusto per farti vedere la simmetria di certi ragionamenti che possono spingerti a prendere posizioni fallaci di cui sapresti benissimo fare a meno

  26. Ritvan scrive:

    Miguel, oggi mi sento tanto Ritvan ‘O Occhiuto Correttore:-)
    Dopo la “società malese” peuceziana ti segnalo il tuo “la Lecce”, un’ orrenda blasfemia:-) per il mondo pallonaro&pallonarodipendente: seppur io non appartenga nemmeno lontanamente a quest’ultimo, so che si dice “IL Lecce”.
    Inoltre, ringrazia Quetzalcoatl (o come cavolo si scrive:-) ) se il buon Z. ‘O Leguleio ultimamente latita, altrimenti ti avrebbe azzannato sul collo:-) per quel tuo “proscrizione” al posto di “prescrizione”.

    P.S. Approfitto del tema per ringraziare Moi ‘O Pastafariano:-), il quale, in un thread ormai chiuso ai commenti, aveva coccolato il Mio Ego Ipertrofico:-) lodando la mia conoscenza del dolce idioma dantesco.

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “-”poligamia seriale endogamica con scambio”: ottima descrizione! “

    Il meccanismo non vale solo per i guitti, ma anche per i potenti veri.

    Prova a tracciare un quadro delle relazioni matrimoniali di Paolo Mieli e Barbara Parodi http://perdentipuntocom.blogspot.it/2010/07/barbara-parodi-luca-montezzemolo-sandra.html .

    E considera che queste relazioni non sono come quelle delle persone normali, che quando si separano, non si parlano più. Qui abbiamo un’unica, immensa famiglia, costituita da Tizio, le sue quattro ex-mogli, i mariti attuali ed ex di ciascuna moglie, le mogli attuali ed ex dei loro ex-mariti, figli, figliastri, nuore, ex-nuore, ecc.

    Il concetto di poligamia seriale endogamica con scambio è scientifico.

    • PinoMamet scrive:

      Una roba che non c’entra tanto.

      Qui in Italia siamo assuefatti all’uomo-che-si-è-fatto-più-o-meno-da-solo (emblema araldico: il cinghiale), di solito un sessantenne brizzolato dai modi abbastanza volgari, specialmente quando vuol risultare raffinato, oppure un quarantenne che non è un criminale, ma vorrebbe disperatamente esserlo (Corona e simili);
      insomma, noi gente normale pensiamo che i ricchi siano tutti quella roba lì.

      Che poi a guardarli bene si capisce che il loro nonno zappava o faceva il muratore o impagliava sedie: e datti meno arie, che sei uno stronzo tale e quale a noi, viene da dirgli…

      però per motivi miei ho incrociato negli ultimi tempi dei ragazzi borghesi, ma proprio borghesi borghesi borghesi, non piccolo, non medio, non borghesi per modo di dire, proprio di “buona famiglia”.
      I loro genitori, lo so già, mi stanno sul cazzo 😉

      Ma ‘sti ragazzi (che poi sono anche trentenni e ultratrentenni, mica tanto ragazzi) mi hanno fatto quasi tenerezza. Disperatamente démodé, anche quando imitano la cultura pop attuale… non ce la fanno proprio, arrivano in ritardo, si capisce che non è roba loro, che sono al traino dei truzzoni autentici…
      ma la roba loro, poi, cos’è? Come cazzo vivono? Mi paiono dei morti, non so… e asolutamente endogamici, certo.

  28. Miguel Martinez scrive:

    Per Ritvan

    “Miguel, oggi mi sento tanto Ritvan ‘O Occhiuto Correttore:-)”

    Grazie, sistemato!

  29. Ritvan scrive:

    —-Parliamo delle stesse Nazioni Unite che in questi giorni hanno approvato il massacro dal cielo di altri neri, meno famosi, nel Mali. Ma i bombardieri sono politicamente corretti, e quando friggono i negri, non fanno il Verso della Scimmia. Miguel Martinez—
    Miguel, non ti passa per l’anticamera del cervello l’ideuzza che quei bombardieri sono stati INVITATI lì da altri “negri”, magari anche un pochino più “negri” nella scala cromatica rispetto ai “negri” che stanno friggendo? Come la mettiamo, come “razzismo” di negri-più-negri verso dei negri-meno-negri?:-)
    P.S. Scusa la macabra ironia, ma quando ce vo’ ce vo’: una persona intelligente come te non può non aver capito che nella decisione ONU sul Mali il razzismo c’entra ‘na cippa. Ti prego, non mi costringere a dar ragione al Troll Rockettaro, lo sai che detesto farlo…..

  30. Miguel Martinez scrive:

    Per Ritvan

    “una persona intelligente come te non può non aver capito che nella decisione ONU sul Mali il razzismo c’entra ‘na cippa.”

    Infatti, mica ho detto che sono razzisti.

    Ho detto che friggono negri.

    Che poi se io fossi nero, preferirei il Verso della Scimmia allo Sfrigolio della Frittura.

    • Francesco scrive:

      Beh, dipende tutto se sei negro-un-pò-chiaretto del Nord oppure negro-negro-come-il-carbone del Sud, mi pare di capire.

      Mai sentito nessuno lamentarsi perchè bombardano (non credo usino napalm sul deserto) i suoi nemici.

      Ciao

    • Ritvan scrive:

      Va bene, Miguel, ho capito:-)…allora facciamo così: mandiamo una petizione all’ONU chiedendo che appena arrivi lì Boateng lo friggano per bene, mentre diano istruzioni ai piloti francesi di non bombardare più e limitarsi a fare il verso della scimmia. Cuntent?:-)

  31. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “PS mica sempre è come in Messico, un delirio di violenza insensata senza via d’uscita”

    Tu dici che in Mali si stava come in Svizzera, finché non sono arrivati da Plutone gli Islamisti?

    “Guarda che ha buttato le bombe lo stesso pur sapendo quelle cose perchè in grado di riconoscere in Hitler un gangster pericoloso, per il potere inglese e per la civiltà europea.”

    E se vincono gli islamisti in Mali, poi arrivano qui e dicono a Renzi che non può più fare il parcheggio in Piazza del Carmine?

    Io ci starei…

    • Francesco scrive:

      mmmm

      invasione malese (!) – islamica della Toscana … come casus secessionis mi pare possa andare, quasi quasi ci sto anch’io

      sulla pericolosità dei terroristi islamisti (Ritvan, c’è un termine per definirli?) siamo al solito diverbio, ormai stantio

      ciao

      • Ritvan scrive:

        —mmmm…invasione malese (!) – islamica della Toscana … Francesco—-
        Tu quoque col “malese”?! Sì, Sandokan alla riscossa:-). In dolce idioma dantesco – di cui io sono Il Supremo Custode:-) – l’aggettivo usato per roba proveniente dal Mali è MALIANO/A.

        —sulla pericolosità dei terroristi islamisti (Ritvan, c’è un termine per definirli?) siamo al solito diverbio, ormai stantio—
        Faccio anch’io il vice Miguel una tantum:-) e ti dico che il termine “terroristi” va applicato solo a chi usa il terrore sulla popolazione civile come arma principale e non tutti gli islamisti lo fanno. Il termine “islamisti”, poi, viene usato ultimamente per definire quei musulmani che vogliono applicare l’islam come una qualsiasi ideologia di lotta e/o di governo. Ti faccio l’esempio dei Fratelli Musulmani d’Egitto: sono senza alcun dubbio islamisti, ma mi sembra difficile accusarli di essere dei terroristi. Ecco, io ti suggerirei di usare per chi combatte sotto la bandiera verde del Profeta il termine “jihadista”, per chi vuole applicare la sharia – non necessariamente tramite il mitra, anche una vittoria alle elezioni va bene, vedi i sullodati Fratelli Egizi – il termine “islamista” e riservare il termine “terrorista” a chi fa dirottare aerei sui grattacieli o mette le bombe nella metropolitana.

        Ciao

        • Francesco scrive:

          Ritvan! o grandissimo e ottimo tonno!

          secondo te perchè dopo “malesi” ci stava un bel (!)? perchè anche se crebbe nelle valli bergamasche lo so cosa sono i maliani e i malesi!

          grazie per il termine jihadisti, molto interessante, però quelli del Mali mi paiono più terroristi (o anche terroristi)

          ciao

        • Ritvan scrive:

          —Ritvan! o grandissimo e ottimo tonno! secondo te perchè dopo “malesi” ci stava un bel (!)? Francesco—
          Senso dell’umorismo di – per restare in ambito ittico:-) -una medusa, tu, eh! E le faccine buffe perché (non perchè:-) ) ci stavano lì?

          — perchè anche se crebbe nelle valli bergamasche lo so cosa sono i maliani e i malesi!—
          “Crebbe” chi?!:-) Poi,sì, ma visto che un Glorioso Discendente Degli Antichi Romani, nonché sedicente esperto del dolce idioma dantesco, li aveva confusi, il dubbio mi pareva legittimo, cribbio…con tutto il rispetto per le valli bergamasche, eh!:-)

          —grazie per il termine jihadisti, molto interessante, però quelli del Mali mi paiono più terroristi (o anche terroristi)—
          Massì, quegli arabi lì son tutti uguali, cribbio!:-) (vabbeh, ti perdono l’effetto “valli bergamasche”:-) ).

          Ciao

          P.S. Non mi hai detto nulla sull’imam pachistano che manda all’inferno i terroristi…dici che mal si concilia con la tua visione da “valli bergamasche”?:-)

        • Francesco scrive:

          e Ritvan

          e smettila di mimettizzare le faccine che non le vedo:D!

          sull’Iman da te citato ho molta paura che sia uno mosca bianca, come da noi lo è (e sia resa grazie al Cielo) un Don Gallo che non distingue Pietro (san) da Giuseppe (Stalin) 🙁

          ciao

        • Ritvan scrive:

          —-sull’Iman da te citato ho molta paura che sia uno mosca bianca, come da noi lo è (e sia resa grazie al Cielo) un Don Gallo che non distingue Pietro (san) da Giuseppe (Stalin) Francesco—

          Ritira subito il paragone blasfemo – nei confronti dell’imam, naturalmente – o metto mano al mio blocchetto delle fatwa, eh!:-)
          In quanto alla tua impressione, devo dare parzialmente ragione a Miguel, nel senso che certa informazione occidentale è orientata – magari dietro pagamento:-) – a rappresentare il mondo religioso islamico come un blocco monolitico di fanatici assatanati bramanti il vostro sangue. Non è vero e, a mio immodesto avviso, quell’imam e tanti altri come lui dovrebbero essere aiutati e sostenuti dall’occidente.

          Ciao

    • Ritvan scrive:

      —-Tu dici che in Mali si stava come in Svizzera, finché non sono arrivati da Plutone gli Islamisti? (Miguel a Francesco)—
      No, anzi, i tuareg – presso cui gli islamisti hanno fatto presa ultimamente – erano fortemente discriminati dai governi maliani (e non solo da quelli, la sorte dei tuareg ricorda quella dei curdi, anch’essi divisi da confini tracciati col righello dalle potenze occidentali) e, pertanto, a mio immodesto:-) parere avevano tutto il diritto di rivendicare – anche armi in pugno, se non si poteva diversamente – una sostanziosa autonomia, se non addirittura l’indipendenza (come gli albanesi del Kosovo, per intenderci). Però, come peraltro già detto con Roberto, l’accordo con gli islamisti pare sia stato per i tuareg il classico rimedio peggiore del male e non solo per l’avversione dell’occidente nei confronti di Al Qaeda&co (che ha avuto indubbiamente il suo peso nell’intervento militare francese) ma anche perché gli islamisti vorrebbero imporre alla società tuareg un islam molto più “severo” di quello della loro tradizione.

    • Ritvan scrive:

      —-E se vincono gli islamisti in Mali, poi arrivano qui e dicono a Renzi che non può più fare il parcheggio in Piazza del Carmine? Io ci starei…Miguel Martinez—
      Mmmmm….e se invece dicessero a Renzi che il parcheggio lo può fare, purché a parcheggiare siano soltanto i masculi e quelli non musulmani – come te – oltre al normale ticket dovrebbero pagare anche la jiziya dell’auto “infedele”?:-):-). Ci staresti ancora?:-)
      P.S. Per non parlare della non improbabile ipotesi che, nel malaugurato caso tu sbagli manovra nel parcheggio e danneggi un’auto “halal”:-), ti venga prospettata la scelta molto democratica:-) fra farti tagliare dal proprietario della sullodata auto “halal” la mano che ha maneggiato male la leva del cambio o il piede che ha sbagliato pedale…:-):-)

  32. jam scrive:

    …chez gli antichi greci + alto era lo status sociale, + dignitoso doveva essere il comportamento erotico. ma co’era per loro la dignità? la poligamia seriale endogamica con scambio era vista come sintomo di bassezza. la moglie non poteva mai essere di un’altro. solo il marito aveva il diritto all’adulterio. Demostene racconta:
    le cortigiane le abbiamo per il piacere,
    le concubine per le attenzioni di ogni giorno
    le spose per avere una discendenza legittima, ed una guardiana fedele al focolare domestico.
    quindi loro praticavano la poligamia non endogamica ma esogamica, essendo le cortigiane e le concubine di ceti sociali inferiori.
    la poligamia endogamica odierna praticata da un certo ceto sociale mette la moglie allo stesso livello della cortigiana e della concubina: in un caso come nell’altro siamo sempre noi donne ad essere “mutilate”.
    ciao

    • daouda scrive:

      solo il matrimonio cristiano non “mutila” la donna, ed è probabile che sia stato un disegno della divina provvidenza perché altrimenti non si capisce proprio perché esista nella sua sacramentalità.

  33. mirkhond scrive:

    “solo il marito aveva il diritto all’adulterio”

    Sì. Ma SOPRATTUTTO con altri MASCHI più giovani di lui, spesso giovanissimi….

  34. mirkhond scrive:

    Per Pino

    Corona si è costituito alla polizia di Lisbona.
    ciao!

    • PinoMamet scrive:

      Spero lo abbiano maltrattato un po’, così può lamentarsi e fare il duro, mica per altro 😉

      • mirkhond scrive:

        Eh, ma rischia 7 anni di carcere…
        E nonostante le arie da duro tatuatissimo e strafottente, pare che sia fortemente terrorizzato….

  35. mirkhond scrive:

    “le cortigiane le abbiamo per il piacere,
    le concubine per le attenzioni di ogni giorno
    le spose per avere una discendenza legittima, ed una guardiana fedele al focolare domestico.”

    L’ideale sarebbe che la STESSA DONNA sia tutte e tre le cose nello stesso tempo!
    E’ mai possibile?
    E nel passato?

    • Francesco scrive:

      Mirkhond

      io suggerirei di partire dalla donna e solo dopo, se nel caso, appiccicare le etichette

      dopo tutto ci si sposa con l’essere umano, non con la nostra idea di compagna ideale (o le nostre idee, nel tuo caso :D)

      ciao

      PS e poi si passa il resto della vita a cercare di capire perchè mai lo si è fatto 😉

  36. mirkhond scrive:

    L’unica consolazione di questi tempi è che molte donne non assomigliano per niente agli orrendi sfilatini delle foto postate su questi articoli pitti.
    E non solo ad Ascoli Piceno dove mi sono rifatto gli occhi per tanta grazia di Dio….
    ciao!

    • PinoMamet scrive:

      🙂
      Ah, ma vedi che ti sposti? Ad Ascoli andai tanto tempo fa, scopersi poi che ci fece l’alpino mio bisnonno…
      vedrai che si incontra prima o poi 😀

      • mirkhond scrive:

        Sono stato ad Ascoli in circostanze particolari e su suggerimento di chi mi segue, per ossigenarmi un po’….

        “vedrai che si incontra prima o poi :D”

        Magari a Novilara! Così vediamo se mi dai una mano a risolvere l’enigma della famosa stele….
        ciao!

  37. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “E’ per questo che, al di là del fatto che nessun fenomeno umano è identico ad un altro e che sicuramente le cose si possono analizzare e se ne ppossono cogliere differenze, sfaccettature, specificità, io non riesco a cogliere una vera alterità fra la rapace aggressività occidentale (il capitalismo occidentale ha una matrice messianica, anche se a mio avviso di segno negativo, satanico) e i distruttori di monumenti del Mali sulle cui teste l’aggressività summenzionata sta tirando le bombe.”

    In linea di massima, i miei sentimenti non sarebbero diversi dai tuoi.

    Dove invece tendo a essere in disaccordo, è sull’unitarietà del “fenomeno islamismo”.

    Per dire, l’amministratore del PCI degli anni Settanta della Val Tiberina, il combattente Vietcong, il poeta argentino, lo psicanalista francese, il contadino alevita turco immigrato a Istanbul e il fisico sovietico che leggeva testi di mistica ortodossa erano tutti “comunisti”, uniti in apparenza da un unico linguaggio.

    Ma quella era solo un’etichetta, che mascherava diversità radicali e interessi totalmente diverse: per capire l’amministratore del PCI, bisogna studiare la psicologia collettiva dell’Italia centrale, e non le opere di Marx; per capire il Vietcong, è più utile leggere Confucio che Engels.

    Poi è chiaro che in superficie, certi luoghi comuni univano tutte queste persone, che traevano forza dall’illusione di far parte di qualcosa di unitario.

    Ecco perché mi pongo la domanda fondamentale, cosa significa “islamismo” per chi si sente islamista nel Mali di oggi, e quindi che cos’è il Mali di oggi? Come ci si vive, o ci si sopravvive?

    E su questo non trovo da nessuna parte (non che io abbia cercato seriamente) una risposta.

    • Peucezio scrive:

      Ma tu che intendi per islamismo esattamente?
      Io l’elemento comune lo trovo, per quel poco che ne so, in un insieme di tendenze letteraliste, radicali, ostili alle forme di cultualità popolare e locale, sviluppatesi prevalentemente nei ceti urbani e relativamente istruiti del mondo islamico a partire, credo, dall”800 o poco prima.
      Il fatto di distruggere i monumenti a me pare un indicatore chiarissimo: lo fanno degli iconoclasti che hanno in odio l’idea di una sacralità visibile, immanente, localizzata nello spazio. Questo solo gesto a mio modesto avviso dice di più di moltissime analisi sociologiche.

  38. jam scrive:

    ..altri maschi più giovani…

    Michel Foucault che ha analizzato la cosa ha anche detto: “non coglieremo l’essenziale se non immaginassimo che l’amore per i ragazzi, ha suscitato il suo proprio divieto, o che una ambiguità propria alla filosofia ne ha accettato la realtà che che ne esigeva il suo sorpasso.
    l’esempio di Socrate.
    ciao

  39. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “sarebbe legittimo dire che il governo etiope odierno ha imparato da noi occidentali a vedere come “monumenti” gli oggetti quali la stele di Axum e per questo li ha rivoluti”

    Sono pienamente d’accordo, con due aggiunte:

    1) presumo che la stele di Axum fosse una sorta di palo piantato nella schiena di qualche popolazione sottomessa

    2) se rivogliono la stele di Axum, non è tanto perché è astrattamente un “monumento”, ma perché serve per inventare un simbolo di uno Stato Nazione. Che ha ben poco a che vedere con l’impero etiope di una volta e la sua corte, che non aveva sede fissa: l’imperatore girava con il suo esercito di cavallette umane per i territori sottomessi, riscuotendo dai contadini ciò che poteva per mantenere se stesso e i propri esattori.

    • Francesco scrive:

      ehm, la tesi la esponevo solo per contraddirla

      a mio modesto giudizio, una definizione di monumento che non includa la stele di Axum non ha senso

      mentre mi pare di capire che per te sono necessari un centro commerciale nelle vicinanze e un venditore di souvenir accanto, sennò non è un monumento

      oppure una zitella occhialuta che scrive lettere al quotidiano locale lamentando la trascuratezza nella cura del monumento?

      ciao

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “mentre mi pare di capire che per te sono necessari un centro commerciale nelle vicinanze e un venditore di souvenir accanto, sennò non è un monumento”

    Io sono un riflessivo e un moderno, sicuramente, e quindi mi piacciono, in linea di massima, i “monumenti”, anche se probabilmente preferisco la chiesetta dimenticata di campagna o il menhir solitario in un campo della Bretagna ai “monumentoni” famosi, che raramente visito.

    Però volevo solo sottolineare come questo atteggiamento protettivo verso i monumenti a prescindere dal motivo per cui sono stati eretti – atteggiamento che io sostanzialmente condivido – non è affatto una cosa universale.

    • Francesco scrive:

      siamo così sicuri? la maggior parte delle culture riconosce un valore ai monumenti, almeno a quelli belli, anche se non ama molto chi li ha eretti

      certo, quelli appena eretti dai peggiori nemici piacciono un pò meno ma solo gli islamisti (e i sindaci) piallano quelli antichi

      ciao

  41. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    Lasciami fare un’ipotesi sul Mali, paese di cui in realtà so pochissimo.

    I paesi che si definiscono “civili” hanno come caratteristica fondamentale lo Stato Nazione, almeno per il momento: un immenso dispositivo impersonale che tiene insieme la società, promovendo i ricchi, garantendo un minimo di benessere ai poveri, e assicurando la paura generalizzata, con sistemi carcerari che durano almeno quanto la vita di un ergastolano, con implacabili sistemi di indagine e di sorveglianza.

    Il Mali, disegnato sulla carta da qualche amministratore francese poco amante dell’arte, è uno dei paesi più poveri del pianeta, dove quasi tutti sono contadini di sussistenza, in condizioni in cui il deserto avanza quotidianamente e ogni donna fa più di 6 figli.

    Le ricche risorse minerarie non solo non danno lavoro, ma provocano la cacciata dei contadini dai loro villaggi.

    E ci sono almeno tre grandi etnie che non si amano affatto.

    Quindi, uno Stato Nazione semplicemente non ci può essere nel Mali.

    Però il Mali – da sempre porto sul mare del Sahara – si trova lungo due vie fondamentali: quella dell’emigrazione dei nigeriani verso l’Europa e quella, nuova, della cocaina sudamericana, sempre verso l’Europa.

    In casi come questi, la società si riorganizza da sola per sopravvivere.

    Ci sono gruppi che campano di aiuti esteri e utilizzando lo “Stato” – inteso come esercito saccheggiatore; altri che si formano su basi familiare; altri su basi di mestiere (penso ad esempio all’autorganizzazione dei mercati nigeriani); altri su basi etniche; altri ancora rifacendosi a qualche bandiera ideologica, della cui esistenza hanno appreso un po’ confusamente dai media o da qualche predicatore, che però non può certo controllare la situazione.

    E si resta sempre sorpresi, in questi casi, dall’inventiva umana: dalla capacità ad esempio che hanno milioni di abitanti di grandi città nell’Africa subsahariana di vivere, talvolta anche discretamente, senza la minima apparente risorsa.

    Ogni gruppo impone l’ordine alla sua maniera, che per forza di cosa non può prevedere il carcere, e quindi si riduce a forme di giustizia sommaria ed esibita, cosa insopportabile al pudore che, come dice Foucault, circonda le carceri da noi. E ogni gruppo lo fa, contando sulla presenza di sterminate migliaia di giovani che non hanno la minima prospettiva nella vita, ma hanno accesso ad armi.

    Tutte le alleanze in questi casi sono provvisorie, non ci sono schieramenti definiti, “buoni” o “cattivi”, da nessun punto di vista.

    E’ sostanzialmente ciò che sta succedendo in Messico, solo che il Mali è un paese incommensurabilmente più debole.

    Ma se è così, le interferenze esterne non sono il punto fondamentale; e non basta certamente togliere di mezzo questo o quel gruppo.

    • Peucezio scrive:

      Probabilmente è come tu dici.
      Bisogna vedere cosa ci iteressa di più.
      Nella situazione interna del Mali probabilmente questi fattori sono poco importanti: sono attecchiti questi gruppi come sarebbero potuti attecchire altri, se ci fossero stati.
      Ma, l’espansione dell’islamismo letteralista, astratto e ostile al sacro è un fenomeno di ampia portata nell'”ecumene” islamica.
      Inoltre non è detto che la povertà e l’emergere di questi gruppi siano due fenomeno estrinseci, che si combinano casualmente.
      La povertà di oggi, che spesso non è povertà dignitosa, ma indigenza nera accompagnata a degrado, è probabile che si accompagni a forme di scardinamento di legami organici e comunitari e che quindi sia un terreno fertile per forme religiose estreme e prive di mediazione. Cioè queste correnti si sviluppano in ambienti urbani e borghesi, perché sono i più sradicati, e in genere non si diffondono fra classi povere più legate a modelli tradizionali, ma possono attecchire fra plebi degradate, sempre più comuni nel mondo.
      Ci sono cioè delle analogie fra i ricchi debosciati e cosmopoliti e i marginali, i miserrimi, gli ultimi degli ultimi. E a mio parere gli uni e gli altri possono essere altrettanto pericolosi.

  42. Miguel Martinez scrive:

    Per Ritvan

    ” e riservare il termine “terrorista” a chi fa dirottare aerei sui grattacieli o mette le bombe nella metropolitana”

    Il solito problema dei termini – non bisogna confondere ideologie e metodo: il “terrorismo” è una tecnica, che può essere applicata da islamisti, da sicarios degli Zeta messicani, da piloti di bombardieri inglesi. Non esistono “i terroristi”.

    • Ritvan scrive:

      —non bisogna confondere ideologie e metodo: il “terrorismo” è una tecnica, che può essere applicata da islamisti, da sicarios degli Zeta messicani, da piloti di bombardieri inglesi. Miguel Martinez—
      Ti faccio poco umilmente:-) presente che dovresti vedere il CONTESTO: non si stava parlando di Zeta messicani, piloti inglesi o alieni grigi:-), si stava parlando di ISLAMISTI. E se degli islamisti praticano la tua “tecnica”:-) mi sembra lapalissiano definirli TERRORISTI.

      —Non esistono “i terroristi”.—
      NEGAZIONISTAAAAAAAA!!!!:-)

  43. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “la differenza fra i due casi è assai semplice”

    Concordo. Poi siccome il mondo è pieno di rimandi, di doppi e tripli sensi ecc. ecc., non escludo un tocco di arabofobia/islamofobia.

    Ma non credo alle condanne per i sottintesi.

    In fondo, anche il fatto di fare il “verso della scimmia” (vorrei sapere quale specie di scimmia) con ogni probabilità sottende lo storico disprezzo umano per le scimmie, e rimanda a riferimenti nella letteratura parascientifica dell’Ottocento sulla maggiore affinità di neri e scimmie.

    E c’è probabilmente una dose di invidia da parte di persone il cui nome nessuno conoscerà mai, e che se va bene potranno fare i facchini precari all’Ikea a cinquant’anni, per un giovanotto stranoto e miliardario. Anche questo è un sottinteso.

  44. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per roberto

    Fonti informatissime mi comunicano che tra scimmie propriamente dette e lemuri, i primati comprendono più di 200 specie diverse. Molti dei quali con versi propri.

    Qui puoi sentire il particolarissimo verso del Lemure Indri:

    http://www.youtube.com/watch?v=4d3vFI5UpIc

  45. Miguel Martinez scrive:

    Qui invece alcuni dei versi – con curiose trascrizioni – di un tipo di cercopiteco:

    http://www.youtube.com/watch?v=ljllpn9Xdzg

  46. Miguel Martinez scrive:

    Qui c’è un altro verso particolare, solo che la scimmia in questione è bianca:

    http://www.youtube.com/watch?v=hEzT-85gEdA

    E dubito che l’abitante medio di Busto Arsizio sia in grado di enunciarlo correttamente.

  47. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “solo gli islamisti (e i sindaci) piallano quelli antichi”

    Si vede che sei un Cattolico Romano. Divertentissimi i video in fondo qui:

    http://labuonastrada.wordpress.com/2011/11/26/la-bibbia-condanna-lidolatria-che-praticano-i-cattolici-romani/

    “Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né GL’IDOLATRI, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio.” (1 Corinzi 6:9-10)

  48. Peucezio scrive:

    Qualche mese fa ho trovato un articolo di Blondet su Effedieffe che, stranamente, pur non essendo fra quelli gratuiti, si visualizzava per intero. Spero di non violare alcun copiright (Miguel, nel caso rimuovi il commento), riportandone qui una nota. Parlando proprio della distruzione di tombe di fondatori di confraternite sufi, questa volta nella Libia post-Gheddafi, scrive in nota così:

    “Questo fatto mostra che il wahabismo è una deviazione dall’Islam, paragonabile in qualche modo all’iconoclastia nella cristianità, e al protestantesimo in Europa; come questo rifiuta il culto alla vergine e ai santi in nome del ritorno alla «purezza» evangelica, i wahabiti odiano come non-islamiche tutte le forme di culto più ricche, ritenute spurie e pagane. Fra queste ha un posto speciale il sufismo, a cui le pie famiglie islamiche sono affiliate da secoli, e dove ha grande spazio la preghiera intima, del cuore, per lo più insegnata da un pio asceta musulmano morto secoli fa. Tradizionalmente, un nordafricano nasceva già in una confraternita sufi, quella a cui erano affiliati nonni e bisnonni. Il culto delle tombe dei santi e delle loro tombe è giustificato col fatto che il pio asceta aveva dato origine ad un metodo di salvazione e di preghiera efficace, aprendo con la sua santità un «canale di grazia» a cui si abbeveravano gli adepti. È mia convinzione che, con la distruzione delle tombe sufi, i jihadisti wahabisti si rivelano uno dei successivi strumenti di Colui che– nel turbine della storia recente – ha mirato e approfittato di tutte le rivoluzioni per chiudere, eliminare e sopprimere fonti e canali di grazia. Dalla distruzione della Chiesa ortodossa russa e delle sue pratiche «del cuore» operato dai bolscevichi ebrei, allo scempio e vilipendio dei corpi di pie suore e frati, magari morti da secoli, operato dai comunisti in Spagna. Sono convinto che l’occupazione cinese del Tibet, altopiano di 4 mila metri sul mare, da cui c’è ben poco profitto da trarre, non abbia avuto altro scopo che spegnere la luce spirituale che da Lhasa si irradiava fin nella Mongolia, in Siberia e nella stessa Cina. Credo, anche se non posso provarlo, che una profanazione del genere abbia motivato le tante guerre del ‘900 contro l’Afghanistan, una specie di Tibet musulmano non solo per il suo posare sulle più alte catene montuose dell’Asia, ma perchè per millenni (non solo islamici) quelle montagne furono scelte da asceti – anche buddhisti – per meditarvi e santificarsi. Naturalmente, l’espulsione e la persecuzione dei cristiani oggi ferocemente in corso ha lo stesso scopo. E così le profanazioni ebraiche in Palestina. Le mani sono diverse, i fanatici possono esere ciechi, ma chi li comanda è sempre il Principe di Questo Mondo, e ci vede benissimo.”

  49. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Qualche mese fa ho trovato un articolo di Blondet su Effedieffe”

    Sì, sono riflessioni parallele, o se vogliamo su un altro piano.

    Credo che molte cose che dice qui Blondet siano vere – d’altronde, la mia non è nemmeno una prospettiva cristiana, se vuoi è ancora meno “monoteista”.

    Poi Blondet aggiunge un’analisi sua, che pur parlando di metafisica, direi che non regge empiricamente: i “canali di grazia” mi sembrano assai più sigillati nella democristiana Italia che in Russia.

    Inoltre, il limite delle analisi alla Blondet consiste anche nel non volersi rendere conto di quanto banale monopolio di potere si celi spesso – nient’affatto sempre – dietro le organizzazioni religiose. A partire dai sufi senegalesi che stanno al mercato delle arachidi, come le Coop “rosse” stanno alla grande distribuzione in Italia, ad esempio.

    Ai cattolici manca, forse, l’idea cinese della periodica necessità di una rivoluzione che rinnovi l’armonia tra cielo e terra, spazzando via le cose marcite.

    Il che non vuol dire, necessariamente, voler appartenere alla schiera di quelli con il martello in mano.

    • Peucezio scrive:

      “Inoltre, il limite delle analisi alla Blondet consiste anche nel non volersi rendere conto di quanto banale monopolio di potere si celi spesso – nient’affatto sempre – dietro le organizzazioni religiose. A partire dai sufi senegalesi che stanno al mercato delle arachidi, come le Coop “rosse” stanno alla grande distribuzione in Italia, ad esempio.”

      Qui devo dire di essere più in sintonia con Blondet (anche se in un senso un po’ diverso). Io mi sento dalla parte dei mercanti nel tempio. Ovviamente non in un’ottica calvinista, ma in quella opposta, radicalmente antitrascendentista, per cui c’è una sacralità e una nobiltà anche negli aspetti più bassi e vili della vita, una mistica della materia, della merda, per cui i sistemi di potere più soffocanti, le incrostazioni di privilegi più incancrenite, l’immobilismo più gretto e ottuso, che puzza di vieto e stantio, hanno qualcosa di stupendo.

  50. Miguel Martinez scrive:

    Per Ritvan

    “si stava parlando di ISLAMISTI”

    beh, appunto terroristi islamisti, e non terroristi tout court.

    E’ che ti sei espresso in modo poco chiaro, come se elencassi vari schieramenti ideologici, tipo “cattolici, comunisti, islamisti, liberali, terroristi” ecc.

    • Ritvan scrive:

      —beh, appunto terroristi islamisti, e non terroristi tout court.
      E’ che ti sei espresso in modo poco chiaro, come se elencassi vari schieramenti ideologici, tipo “cattolici, comunisti, islamisti, liberali, terroristi” ecc. Miguel Martinez—
      Non mi pare di aver menzionato cattolici, comunisti, liberali e marziani:-) e, in quanto a chiarezza, chi non vuol vedere è libero di non vedere, però per la nota serie “repetita iuvant” (anche se con te ci sono poche speranze:-) ) ti reincollo il dialogo con Francesco:
      Francesco: “sulla pericolosità dei terroristi islamisti (Ritvan, c’è un termine per definirli?) siamo al solito diverbio, ormai stantio.”
      Ritvan (a domanda risponde-ndr.): “…..ti dico che il termine “terroristi” va applicato solo a chi usa il terrore sulla popolazione civile come arma principale e non tutti gli islamisti lo fanno. Il termine “islamisti”, poi, viene usato ultimamente per definire quei musulmani che vogliono applicare l’islam come una qualsiasi ideologia di lotta e/o di governo. Ti faccio l’esempio dei Fratelli Musulmani d’Egitto: sono senza alcun dubbio islamisti, ma mi sembra difficile accusarli di essere dei terroristi. Ecco, io ti suggerirei di usare per chi combatte sotto la bandiera verde del Profeta il termine “jihadista”, per chi vuole applicare la sharia – non necessariamente tramite il mitra, anche una vittoria alle elezioni va bene, vedi i sullodati Fratelli Egizi – il termine “islamista” e riservare il termine “terrorista” a chi fa dirottare aerei sui grattacieli o mette le bombe nella metropolitana.”.

      Insomma, a me sembra di aver fatto un po’ di chiarezza – naturalmente per chi è in buona fede e non fa il gioco delle tre carte facendo di ogni erba un fascio – per dire che non neccessariamente un uomo abbronzato col turbante e col kalashnikov a tracolla dovrebbe essere definito “terrorista” (islamico o meno). Tutto qui. Altrimenti il buon Francesco darebbe implicitamente ragione ad…Assad (con tutte le nefaste conseguenze sul suo filoamerikanismo:-) ).

      • Ritvan scrive:

        ERRATA CORRIGE
        Prima che qualche Glorioso Padrone Di Casa (non nel senso di questo blog, eh!) mi applichi la biekissima legge del taglione:-), nel mio precedente commento leggasi “necessariamente”, cribbio!

  51. mirkhond scrive:

    “i “canali di grazia” mi sembrano assai più sigillati nella democristiana Italia che in Russia.”

    Potrebbe spiegarlo meglio? Non ho afferrato bene il senso di questa frase….

    “Ai cattolici manca, forse, l’idea cinese della periodica necessità di una rivoluzione che rinnovi l’armonia tra cielo e terra, spazzando via le cose marcite.”

    Credo che più che cattolico, il discorso di Blondet ed effedieffe sia un discorso reazionario, che in parte condivido e in parte no.

    • Ritvan scrive:

      —-“i “canali di grazia” mi sembrano assai più sigillati nella democristiana Italia che in Russia.” Miguel Martinez—

      —Potrebbe spiegarlo meglio? Non ho afferrato bene il senso di questa frase….-mirkhond–
      O che tu fai, dai del “lei” al Nostro Amato Padrone Di Casa?! Al limite puoi dargli del “voi”, cribbio!:-) (dai, Miguel, sto scherzando:-) ).
      Sul senso della frase azzardo una spiegazione: Miguel si riferisce alla Russia di Putin, mica a quella di Stalin, dove “i bolscevichi ebrei” (e solo quelli “ebrei”, mi raccomando, i bolscevichi “ariani” erano dei santi:-) ) effettivamente un po’ di “canali di grazia” li chiudevano eccome.

      —“Ai cattolici manca, forse, l’idea cinese della periodica necessità di una rivoluzione che rinnovi l’armonia tra cielo e terra, spazzando via le cose marcite.”.
      Credo che più che cattolico, il discorso di Blondet ed effedieffe sia un discorso reazionario, che in parte condivido e in parte no.—
      Facciamo una sintesi e diciamo che è un discorso da cattolico reazionario:-)

  52. jam scrive:

    …sia chiaro, nel sufismo il culto dei santi non esiste:
    sono i wahabiti o i salafiti o gli islamisti che inventano questa teoria del culto dei santi, per avere la scusa o il movente di profanarne le tombe. i Santi sono dei “Sapienti” che insegano che solo Iddio é degno di lode, non loro stessi.
    Il santo esiste in quanto persona che ci dice di non adorare lui, ma Iddio. il santo é colui che ci insegna che nessuno é degno di lode, ma Iddio. il santo non vuole essere adorato, ma soltanto rispettato ed ascoltato. cosi come si leggono i libri di geografia di storia di filosofia di matematica senza adorarli, cosi si “leggono” le parole del santo senza pertanto adorare lui.
    il santo inoltre non apre nessun canale di grazia per nessuno, indica invece come probabile e possibile che ciascuno di noi sia capace di aprire il proprio personale canale di grazia, con l’aiuto della nostra personale sincerità, non di quella del santo: il santo é un esempio, ma non puo’ fare le cose per noi; senza il nostro sforzo, senza le nostre opere buone, senza la nostra sincerità, non puo’ fare nulla.
    la visita alla sua tomba é un piccolo pellegrinaggio, che serve alla meditazione per prepararsi ed essere pronti x il grande pellegrinaggio: e ancora!: la Ka’ba di pietra é come similitudine e metafora di quella che ognuno di noi ha nel proprio cuore (quel sigillo).
    da sempre la religiosità é unita agli spostamenti, al camminare, come metafora del cammino che esige l’apprendimento della “Scienza”.
    quando Blondet parla delle “pratiche del cuore” si riferisce a quello che gli ortodossi chiamano esicasmo e i musulmani dzikar. uno dzikar vissuto accanto alla tomba del santo avrà una potenza tutta particolare, x’ nella realtà divina o nella realtà dell’angelo, al ‘alam al’ mithali, il santo non é morto, quindi non puo’ avere tomba: quella che noi chiamiamo tomba é una parola frammento di noi stessi: una realtà che va superata. l’idolo é potenzialmente già disintegrato prima di disintegrarsi, l’idolo é pura illusione, nulla a che vedere con l’insegamento o le parole del santo il quale ci insegna a non avere commercio con gli idoli!
    gli islamisti sono doppiamente sciocchi: distruggono una tomba che “non esiste” e perdono l’occasione di canalizzare le proprie energie positivamente.

    fra l’altro alla télé francese ho visto l’intervista ad un musulmano maliano non violento con la pelle quasi bianca, ma con barba. al giornalista gli chiedeva se quella barba non gli procurasse noie in questo momento dove tutte le barbe sono tacciate di islamismo, lui ha risposto con un sorriso non violento quasi vegetariano ( cioé di persona che non ha molto da mangiare)! io sono rimasta stupita: non sapevo che in Mali esistesse anche un Islam non violento/
    ciao

  53. Moi scrive:

    Mah, io ‘sto “friggono in negri” lo interpreto come “friggono los nadies negros” … poi un po’ è vero il paradosso che il “Nadie Negro” spesso è un po’ più “Nadie”, ma altrettanto vero che un “Qualcuno Negro” fa più effetto, fa sentire più buono un Bianco _ o “Rosa” 😉 _ che lo osanna come Palloniere.

    Se poi, come Mario Balotelli, è il Primo Negro e si distingue per Aver Mandato a Casa i Krukki* … la Santificazione da Giornalismo Sportivo è _ letteralmente_ dietro l’angolo.

    * Su questa cosa del “Mandare a Casa i Krukki” ai Campionati di Pallonate come Catarsi Storica da Rinnovare per Riscattarsi dall’ Alleanza dell’ Italia con il Nazismo potrebbero saltare fuori “robe” interessanti.

  54. mirkhond scrive:

    Per Moi

    Hai letto il libro su Fenestrelle di Alessandro Barbero, edito sempre da Laterza?

    • Moi scrive:

      No, ma conoscevo già la “sotterrata” vicenda da Lorenzo del Boca, poi l’ho ritrovata in Pino Aprile, ma il primo Revisionista alla Pummarola che abbia letto è stato … il NON-Levantino Denis Mack Smith ! 😉

    • Moi scrive:

      Ah, sul blog di Lisa Paniscus si sta parlando di un altro tema che ti è caro: “Cattolicesimo Percepito”. 🙂

      • mirkhond scrive:

        Sì, gli ho dato uno sguardo e concordo con te sul distacco adolescenziale non finalizzato al culto della Scienza con la esse maiuscola… 😉
        ciao!

  55. Moi scrive:

    A proposito di “Verso della Scimmia” … mi pare che i risultati più interessanti di comunicazione fra scimmioni antropomorfi e umani ci vengano dal linguaggio a gesti dei sordomuti. Infondo, è logico così: rispettive mani e braccia sono molto più simili (anche se non proprio uguali) che NON gli apparati fonatorii (diversissimi) … e allora tanto vale “buttarsi” su ciò che più accomuna.

    Mi pare che avessero fatto anche qualche “baracconata” tipo una macchina con degli elettrodi che “traduceva” i gesti scimmieschi in voce artificiale al sintetizzatore di suoni.

  56. mirkhond scrive:

    Sul tema del “bono taljano” basta leggersi i documenti sull’occupazione in Slovenia nel 1941-43….
    In fondo il fascismo non fu che il “perfezionamento” del preesistente sistema politico sabaudo anche liberale.
    Nelle conquiste coloniali delle Due Sicilie, Eritrea, Somalia e Libia nel 1860-1915, già vediamo quelle caratteristiche di repressione e disprezzo verso i colonizzati, che la pubblicistica antifascista post 1945 vede nel fascismo.
    Insomma lo stucchevole mito degli italiani brava gente, diventa quanto meno “oscillante” se rapportato a quanto detto sopra….
    ciao!

  57. Moi scrive:

    Oltre a “Maliani” _ come nel francese “Maliens”_ c’è anche chi dice talvolta “Malinesi”. Ma è meglio di no, visto che “Malinese” _ ma più spesso “Malinois” anche in Italiano_ è anche una razza canina lupoide (simile al Pastore Tedesco, ma meno massiccio e quasi tutto “biondo” di pelo) originaria del Belgio, città di Malines / Mechelen …oltre all’aggettivo generico per gli abitanti ovviamente.

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