“Sulle facciate o altre parti dei fabbricati visibili dal suolo pubblico è vietato esporre panni tesi, e collocare oggetti sulle finestre e sulle terrazze o comunque in vista, in modo da causare diminuzione del decoro dell’immobile.”
Dal regolamento della Polizia Urbana di Firenze
Nel centro storico di Firenze, potrete raccogliere molti aneddoti sugli ostacoli che le istituzioni pongono a modifiche anche minime all’aspetto o all’uso dei palazzi.
Gli artigiani edili, di norma, ci vanno per fare piccole modifiche dentro le case o per ripulire le facciate, e non certo per costruire palazzi.
Per questo, “costruttore in Oltrarno” suona un po’ come “fornaio in chiesa“.
Fa da eccezione il signor Leonetto Mugelli, che in tempi lontani riuscì a strappare un 197esimo posto in una corsa automobilistica (ma ammettiamo di non capire bene il sistema di calcolo adoperato).
In realtà, non si definisce “costruttore in Oltrarno”. Sul sito Coobiz si presenta così:
Però quando entra in Oltrarno, ci entra così:
In Via della Chiesa, c’era fino a pochi anni fa una falegnameria, con un’ampia corte aperta in cui giocavano i bambini che uscivano dalla scuola elementare Torrigiani, situata di fronte.
Poi c’era un’antica colonica con affreschi e mosaici alle pareti con un enorme camino in pietra serena.
Ma soprattutto era l’unico punto in tutta la città da cui si poteva vedere il retro della Chiesa del Carmine e della cappella Brancacci (sì, e davanti adesso ci vogliono fare il parcheggio interrato).
Al posto di tutto questo vecchiume, oggi, c’è una progressista palazzina di tre piani, costruita dal signor Leonetto Mugelli.
Certo, almeno chi abitava in via della Chiesa poteva comunque ancora godere di questo panorama:
Fino all’estate del 2011, cioè.
Quando al rientro dalle vacanze, gli inquilini si sono trovati questo nuovo panorama, certamente meno noioso:
Insomma, il signor Leonetto Mugelli stava costruendo due altri palazzi dentro il cortile tra Via della Chiesa e la Chiesa del Carmine.
Noi segnaliamo tutto questo, come un esempio di spirito di iniziativa in tempi di crisi. Non condividiamo eventuali dubbi sulla legalità di tutto ciò, e vi spieghiamo perché.
Innanzitutto, Leonetto Mugelli “dirige un’impresa edile con maestranze specializzate e che da tre generazioni opera alle dipendenze della soprintendenza“. E chi lavora per la Soprintendenza ha certamente un forte senso del rispetto per il decoro della nostra città.
Inoltre, quando Leonetto Mugelli fu processato – nel 1994 – perché negava di aver versato tangenti ad alcuni dirigenti della Soprintendenza (la tassa fissa era del dieci per cento su ogni opera), si riconobbe comunque che era vittima di un sistema:
“I sei imprenditori, fra cui Leonetto Mugelli da sempre costruttore di riferimento delle Belle Arti, sono invece accusati di favoreggiamento: il magistrato ha riconosciuto loro il ruolo di vittime del sistema ma li ha incastrati perché hanno sempre spergiurato che non era vero.”
Non solo, il fatto che Leonetto Mugelli appartenesse alla Loggia Unione Vittoria, obbedienza di Palazzo Giustiniani (come il funzionario Bruno Pacciani, accusato di chiedere le tangenti), fa casomai pensare a una particolare sensibilità verso gli antichi muratori che costruirono i palazzi di Firenze. Ancora di più, se pensiamo che a denunciare le tangenti fu proprio il costruttore Delfo Biagiotti, maestro venerabile della loggia Nuova Vita, obbedienza del Grande Oriente.
Le nostre informazioni si limitano a ciò che scriveva allora Repubblica, e non sappiamo come sia andata a finire la vicenda: saremmo felici di poter scrivere che il nostro costruttore ne sia uscito a testa alta.
Adesso gli abitanti di Via della Chiesa si sono rivolti al sindaco di Firenze con questa lettera aperta. Come è nostro costume, concediamo volentieri al signor Mugelli il più ampio diritto di replica, qualora volesse avvalersene.
Ma leggiamo la lettera aperta:
Lettera aperta al Sindaco di Firenze, Matteo Renzi
Caro Sindaco,
siamo arrivati alla fine, forse, della storia delle palazzine in costruzione a ridosso alla chiesa di Santa Maria del Carmine, e siccome Lei fu l’unico – all’inizio, un anno fa – a interessarsi e chiedermi mi tenerLa informata, rivolgo a Lei un commento, e una domanda.
Il commento è questo:
questa storia è di per sé un esempio magnifico che illustra perfettamente come mai i cittadini non hanno più alcuna fiducia nelle istituzioni pubbliche. La nostra fiducia nella Soprintendenza, devo dire, crollò subito a zero dopo il primo incontro, quando la Soprintendente in persona affermò (testuali parole!) che quest’area prima era “degradata” – quando cioè si godeva della splendida vista del retro della Chiesa e della Cappella Brancacci, quando ancora si vedeva il campanile, quando c’era un’antica casa colonica con mosaici e affreschi alle pareti, quando c’era la vecchia falegnameria artigiana e un meraviglioso albero – mentre adesso era così migliorata!, adesso che non si vede più niente, ora che tutto è stato abbattuto per fare un parcheggio e costruire tre case veramente brutte, stile periferia di un’anonima cittadina di provincia.
Quando ci disse questo, capimmo che non avevamo speranze perché i concetti di bello e brutto erano completamente rovesciati, e quindi pensammo che la Soprintendenza sarebbe stata in grado di tutelare solo il brutto, a scapito del Bello. E così è avvenuto. Abbiamo avvertito il Ministero, ma temiamo che non possa (o non voglia) fare niente – comunque vedremo: può darsi che alla fine sarà più sollecita Roma nel difendere le antiche bellezze di Firenze!
Gli uffici comunali ci avevano lasciato inizialmente qualche speranza, perché tutti gli addetti con cui abbiamo parlato convenivano con noi che prima era una splendida vista, unica nel suo genere, mentre ora è diventato un vero e proprio obbrobrio e quelle palazzine sono veramente orribili. Quindi ci siamo fidati un po’ di più, per poi vedere però la nostra fiducia tradita, perché è andata a finire che, senza che nessuno ci dicesse più niente, le stesse palazzine che un anno fa furono giudicate non a norma di legge, oggi hanno ottenuto tutti i permessi e le autorizzazioni, senza che sia stato cambiato niente; il signor Mugelli, l’Incontrastato, sta felicemente concludendo le sue costruzioni e abbiamo tutti perso tanto tempo e tante energie per avere esattamente lo stesso risultato di un anno fa. Ci chiediamo cosa sia intercorso da un anno a questa parte: cosa è successo dunque, perché la stessa cosa che ieri non era norma, oggi è diventata a norma? Noi ci siamo sentiti presi in giro dall’amministrazione comunale: prima ci ha ringraziato per aver segnalato un abuso edilizio, poi lo ha approvato tal quale.
Forse la cosa più tragicomica di tutta la storia è che gli Uffici preposti alla tutela del paesaggio hanno imposto all’Incontrastato di piantare 9 alberi. Uno fa appena in tempo a tirare un sospiro di sollievo, quand’ecco che continuando a leggere si scopre che gli alberi devono essere nove betulle…! Lei mi capisce, signor Sindaco: noi che abitiamo in questo quartiere da sempre, non avevamo mai capito che ci trovavamo in piena zona boreale, nella terra dove tra le betulle trovano riparo i lupi e i castori…
Qui veramente il nostro sospetto che gli uffici preposti alla tutela del paesaggio non siano affatto all’altezza del loro compito, si è trasformata in una triste certezza. Sinceramente parlando, siamo stanchi di pagare con le nostre tasse gli stipendi a queste persone, subendo
impotenti le pesanti conseguenze della loro incompetenza. E se di incompetenza non si trattasse, allora sarebbe qualcosa di molto peggiore.
A nessuno di noi, che viviamo in questo quartiere, è consentito ormai da tanti anni spostare anche solo un mattone, per non alterare il prezioso paesaggio. Soltanto l’Incontrastato ha potuto spianare tutto quello che c’era, impunemente, e costruirci sopra tre palazzi e un parcheggio. A noi appare evidente che qui si usino due pesi e due misure.
A questo punto le pongo una domanda, caro Sindaco: in quale di queste tre situazioni Lei si trova? (o forse ce n’è una quarta che mi sfugge).
1. Lei è favorevole all’operato degli uffici preposti alla tutela del paesaggio, trova che abbiamo lavorato proprio bene, anche se hanno tutelato il brutto anziché il bello (e che bello! è patrimonio dell’umanità, tutti universalmente lo riconoscono come il Bello) e hanno favorito l’interesse di uno solo, a discapito dell’interesse di tutto il resto della comunità mondiale.
2. Lei non è favorevole all’operato degli uffici preposti alla tutela del paesaggio, ma non può farci niente, Lei non ha questo potere, è impotente tanto quanto noi cittadini, un po’ come quei presidi delle scuole – per intendersi – che sanno benissimo che certi insegnanti andrebbero mandati a casa, ma non possono farlo perché la legge non glielo consente, o forse per timore delle conseguenze.
3. Lei ha il potere di cambiare con un atto d’ufficio questa scellerata decisione degli uffici preposti alla tutela del paesaggio – Lei potrebbe, se volesse, ridarci la vista della Chiesa del Carmine e della Cappella Brancacci. Potrebbe farlo Lei, visto che i responsabili non sono stati capaci di tutelare il paesaggio e la sua bellezza, né gli è parso importante farlo.
Spero tanto che Lei abbia avuto la pazienza di leggere, e che mi risponda; spero ancor più che alle sue affermazioni pubbliche inneggianti ad un modo nuovo di governare, facciano seguito atti concreti a dimostrazione che si intende davvero porre fine al vecchio sistema di malgoverno, volto al servizio di altri interessi che non quelli pubblici, del bene e del bello collettivo.
Se Leonardo Domenici è passato alla storia qui nel quartiere come colui che fece chiudere l’unico scorcio da cui tutti potevano vedere dalla strada il retro della Chiesa, come passerà alla storia Matteo Renzi? Come colui che oscurò per sempre e definitivamente ciò che di bello ancora poteva vedersi, oppure come colui che lo riportò alla luce?
Per Martinez
Proprio la faccenda del parcheggio portata alla mia conoscenza da questo blog mi ha spinto a votare e far votare alle primarie del PD contro renzi. Non perchè io voti quello che fino all’altro ieri era il partito con la binetti e con callearo, ma per allontanare il rischio che il sindaco di Firenze diventi primo ministro. Devo dire con soddisfazione di esserci riuscito, insieme a tanti altri, almeno per adesso.
Il passaggio dalla prima alla seconda foto è la plastica descrizione di quello che càpita quando si fa gestire da privati un bene di interesse pubblico (in questo caso, una parte del panorama urbano di Firenze).
Cio’ che è collettivo va gestito collettivamente. L’alternativa è, come in questo caso, la barbarie.
Ciao!
Andrea Di Vita
Voto per Andrea Di Vita!!
Pure io! 😉
Mandatemi una cartolina dal gulag, dopo.
Auguri!
Andrea, non è che forse era meglio che vincesse le primarie, così si toglieva dalle palle a Firenze e smetteva di fare disastri?
No, perché i poteri locali sono i peggiori, quelli più vicini, che decidono e rompono il cazzo di più, mentre un capo del governo conta poco e niente.
Io ho simpatie leghiste per gli orientamenti della Lega in politica internazionale, ma quanto al federalismo, fosse per me abolirei regioni, province, consigli di zona e soprattutto comuni: se per asfaltare una buca ad Aosta dovesse decidere qualche ufficio a Roma, probabilmente ci sarebbero più buche nelle strade, ma, poiché ogni decisione sarebbe semiparalizzata, ci risparmieremmo molti disastri e devastazioni.
Per peucezio
In un sistema come quello che auspichi tu, e che per il fallimento dei legaioli è meno improbabile di quanto si pensi, un renzi primo ministro trasformerebbe l’intera Italia in un parcheggio. Realizzando così il sogno del Gallo Cedrone di Verdone, che voleva risolvere i problemi di traffico a Roma asfaltando il Tevere. ‘Meno parchi più parcheggi’ era appunto il motto di alcuni sostenitori della giunta biasotti di destra in Regione Liguria, e difatti biasotti dimezzo’ l’area di competenza del Parco Regionale di Portofino appena eletto. A Roma forse no, ma a Paestum l’hanno fatto: la provinciale asfaltata passa a metà dell’anfiteatro antico. In Val d’Aosta è da mo’ che i locali cercano di metter le mani sull’amministrazione e i relativi vincoli paesaggistici del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Personalmente, in un Paese già così centrifugato come il nostro, il massimo dell’autonomia che concederei si avvicina tanto al modello Francese.
Concordo col mio concittadino Mazzini quando sosteneva che la forma federale Svizzera applicata all’Italia l’avrebbe ridotta all’impotenza. E non a caso infatti i legaioli candidano il tremonti che voleva far combattere l’evasione fiscale ai sindaci, ben ricordando l’impotenza della politica locale contro l’Al Capone poi sconfitto solo dall’FBI.
L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro: incluso anche il lavoro delle generazioni passate. E difatti la stessa Costituzione in un suo articolo parla di difesa del paesaggio. Quest’ultimo articolo potrebbe essere citato dai vicini di Martinez al renzi di turno, e forse anche utilmente.
Ciao!
Andrea Di Vita
Errata corrige: ‘appena eletto’ era biasotti, naturalmente, non i Parco di Portofino!
Ciao!
Andrea Di Vita
“se per asfaltare una buca ad Aosta dovesse decidere qualche ufficio a Roma, probabilmente ci sarebbero più buche nelle strade..”
allora dovresti essere un europeista convinto e lottare per dare im massimo dei poteri a bruxelles 🙂
Per roberto
”europeista convinto”
Moi, je le suis! 🙂 🙂
Ciao!
Andrea Di Vita
anch’io,
cerco argomenti, anche assurdi, per convincere gli altri
🙂
ciao
r
Io non sono federalista.
Il federalismo è roba per gente ricca e in grado di autogovernarsi.
Ma in zone dominate o minacciate dal malaffare, dal pressapochismo da un baronaggio che pensa solo a logiche di clan, dalla camorra, ci vuole uno stato FORTE.
Ora però quest’europa di cui parlate, a parte i balzelli a cui costringe non certo i privilegiati, COSA FA CONCRETAMENTE per aiutare persone e gruppi più DISAGIATI nella vasta area frangistan tra il Lago Peipus e l’Atlantico? Tra il Mare del Nord e Lampedusa?
Roberto, quando si è PARTE del sistema è ovvio e comprensibile che lo si difenda. Perché se ne ricavano vantaggi e posizioni…
Per gli altri restano solo le chiacchiere di napolitano e del bankster quintino monti…..
Sai che consolazione per chi soffre…..
“quando si è PARTE del sistema è ovvio e comprensibile che lo si difenda”
mirkhond,
ti è mai capitato di pensare che si entra nel sistema perché ci si crede? (e che se ne esca perché non ci si crede)
su cosa fa concretamente l’UE, tu sei un uomo di cultura e non ti spaventa la lettura, quindi ti suggerisco di andare su questo sito
http://europa.eu/index_it.htm
e vedere da solo.
per l’estonia ed il lago peipus, TUTTO quello che è stato ristrutturato dopo l’indipendenza estone è stato finanziato dall’UE. è facilissimo rendersene conto perché quando prendi un finanziamento UE devi mettere un bollino blu “finanziato dal programma tal dei tali”, e li’ c’erano più bollini blu che peli nella mia barba.
(tralascio quello che per me è un aspetto fondamentale: studenti estoni che vanno a studiare in germania e poi ritornano arricchiti di conoscenze nel loro paese, imprenditori finlandesi che investono in estonia, turisti italo lussemburghesi che vanno in estonia, ecc.)
poi in certi paesi i soldi vengono spesi bene, in altri finiscono in tasca ai camorristi, ma spero che di questo non si voglia rimproverare i bankster…
Per mirkhond
‘CONCRETAMENTE […] Peipus’
Qui ti posso rispondere in dettaglio, perché l’ho visto coi miei occhi cambiare stroboscopicamente ad ogni mio viaggio da quelle parti, due volte l’anno per parecchi anni. Inizialmente l’UE fu una gigantesca delusione per i Polacchi, che si trovarono scavalcati nei rapporti con Mosca e si videro negare nei fatti la libera circolazione (la polemica dell’ ‘idraulico Polacco’ in Francia). Le ocse peggiorarono quando il più importante intervento UE in Polonia, allora ancora priva di autostrade, telefoni funzionanti seriamente e infrastrutture decenti, fu il finanziamento della costruzione di una serie di gigantesche infrastrutture doganali al confine orientale per prevenire la temuta invasione di clandestini. Dodici Km di foresta sbancati per fare reticolati, ovunque con la bandierina blu e le Dodici Stelle, quando la gente non poteva liberamente lavorare in UE (salvo che in Belgio, Irlanda e -limitatamente a badanti e a braccianti agricoli- in Germania e Italia) e doveva cercare di emigrare clandestinamente in USA. I piccoli imprenditori delle zone sviluppate vedevano la burocrazia UE come il fumo negli occhi. Ci volle l’intervento personale di Wojtyla per fare votare ai Polacchi il sì all’adesione.
Dopo, le cose sono cambiate. In quanto operanti in un neo Stato membro, le imprese Polacche hanno avuto accesso privilegiato ai finanziamenti UE, e in quanto area in larga parte depresse, le regioni Orientali hanno potuto approfittare dei vari fondi regionali per lo sviluppo. Si sono dati da fare, e quasi il 90% dei finanziamenti disponibili è stato utilizzato. Utilizzato per fare strade, telefoni, ferrovie, rotatorie, cavalcavia a livello di amministrazione pubblica. E utilizzato da piccoli imprenditori e professionisti per aprire nuove attività nel privato. Due mesi fa ero dalla mia dentista a Bialystok, dove pago l’equivalente di cento euro per un intervento per il quale a Genova me ne hanno chiesti milletrecento. Lo studio era stato fatto ex novo in consorzio con altri tre dentisti, e con una parte delle spese sostenute dalla UE. C’erano le Dodici Stelle pure sulle tapparelle delle tendine, sulla porta del bagni e sul manifesto che spiega come ci si lavano le mani. Alla mia dentista brillavano gli occhi a sentir parlare di Unione Europea. La rotatoria davanti alla strada che porta allo studio è stata pure rifatta con i soldi Europei. Insomma, se da noi in Italia in certe regioni non si arriva al 10% di utilizzazione dei contributi disponibili, non prendiamocela con Bruxelles.
Ciao!
Andrea Di Vita
Per roberto
Mi permetto una osservazione. L’Unione Europea, intendo l’istituzione e le persone che ci lavorano, non sembra sempre rendersi ben conto dell’importanza che riveste agli occhi dei cittadini. Lascia troppo facilmente che gli altri le addossino colpe che non ha.
Fa un po’ lo stesso errore degli Italiani, che pensano che il resto del mondo li veda solo come ‘pizza mafia e mandolino’ e non si rendono conto dell’influsso che hanno e soprattutto che potrebbero avere in tutto ciò che pass acome qualità della vita: dalla moda alla gastronomia all’aredamento …e fin qui ancora ci siamo… all’ingegneria antisisismica alla domotica al risparmio energetico … settori in cui l’Italia è all’avanguardia ma senza che gli Italiani lo sappiano.
Quanto all’Italia, faccio un esempio concreto ma di cui forse non tutti sono al corrente. Il mercato mondiale delle turbine a gas per produzione di energia elettrica (nel seguito ‘turbogas’) è dominato da pochi grandi costruttori con decine o centinaia di migliaia di adetti. L’Italia ha un produttore di media grandezza con tremila addetti, che si porta dietro circa il 3% del mercato mondiale. Eppure è vivo e vegeto e in attivo, perché il 50% del suo fatturato è dato dall’assistenza agli utenti (‘service’): quando un turbogas si rompe in qualunque parte del mondo, subito si corre ad aggiustarlo. Anche se il turbogas l’hanno costruito Siemens, General Electric o Mitsubishi. Tutti lo fanno, ma gli Italiani ci mettono meno tempo degli altri e rimangono competitivi e sulla breccia: perché nonostante una burocrazia aziendale che dire bizantina è poco il perito tecnico Italiano è capace ed abituato a pensare con la propria testa, e quando qualcosa non va come dovrebbe agisce di testa sua senza aspettare l’autorizzazione.
Qualcuno dei lettori di questo blog ne era al corrente?
E lo stesso vale per la UE. Dov’e’ al mondo un’altra organizzazione cui Stati sovrani delegano parte della sovranità per l’interesse comune dei membri?
E chi mai, del resto, si pone questa domanda?
Ciao!
Andrea Di Vita
Caro Andrea,
“L’Unione Europea, intendo l’istituzione e le persone che ci lavorano, non sembra sempre rendersi ben conto dell’importanza che riveste agli occhi dei cittadini. Lascia troppo facilmente che gli altri le addossino colpe che non ha”
sono assolutamente d’accordo!
e anzi aggiungo che istituzioni e funzionari non si rendono abbastanza conto dell’importanza di spiegare le cose che fanno.
credo che ci sia una specie di (colpevole) complesso di superiorità intellettuale che ci porta a dare per scontato che tutti sappiano cosa è l’ue e cosa fa, e a reagire ad ogni attacco con uno sdegnato “ma come qulle bestie non capiscono!?!” (a *parziale* giustificazione il fatto che è immensamente più facile inventare e diffondere un euroscandalo che sbufalarlo)
basta guardare il lodevolissimo blog “euromyths”che da una parte si presta a sbufalare le varie frescate che si leggono sui giornali inglesi, ma lo fa con un tono pedante e saccente da farlo sembrare insopportabile.
inoltre sulla polonia, grazie per aver ricordato la storia dei limiti iniziali alla libera circolazione dei lavoratori, a mio avviso uno dei più tristi errori politici fra i tanti commessi
come sintesi di tutti i vostri interventi: sarebbe meglio essere morti, nell’attesa ci limitiamo a metterci nelle mani del Salvatore della Patria, dell’Uomo della Provvidenza, del Duce dei Popoli e dei Bisognosi, che al momento si incarna nel Santo Burocrate dell’Unione
salvo svegliarsi qualche mattina e scoprire, come Mirkhond, che nessun’altro può sostituire la nostra libertà e responsabilità a nostro vantaggio, che dobbiamo almeno spendere bene i soldi della UE
in ogni caso il disprezzo per la libertà che trasuda da ogni intervento riabilita, in parte, i criminali costruttori di porcherie
fortuna che sono troppo vecchio per sentirmi in colpa a non conoscere le lingue di popoli vivi
basti pensare a Catherine Ashton, ovvero il presidente del consiglio europeo. Poco dopo insediata, ebbe a dire che i diritti dei conumatori europei non sarebbero stati una priorità durante la sua presidenza, o giù di lì, il bello è che non fece eco questa affermazione.
Poi se avete un attimo cercate eurogendfor e vedrete di cosa sono capaci.
Ma, questa cosa della Eurogendfor (di cui forse si era già parlato) non riesco a vederla così allarmante come di solito mi è capitato di vederla descritta.
Gli accordi tra forze di polizia si fanno da un bel po’ (a quanto risale l’Interpol? Credo prima degli anni Cinquanta..), quelli militari pure (francesi e tedeschi hanno una Brigata in comune, ma accordi e relazioni di vario tipo, più o meno stretti, ce ne sono a bizzeffe tra un sacco di Stati…) perciç se i gendarmi europei decidono di federarsi con lo scopo, suppongo, di semplificare le procedure e agire meglio all’estero, mi sembra del tutto normale…
pronto a ricredermi se mi si dice cosa avrebbero fatto di antidemocratico.
Roberto?
Giusto per precisare la ashton non è il “presidente del consiglio europeo” ma l’alto rappresentante per la politica estera, non ha nessuna competenza in materia di protezione dei consumatori che è invece una DG fondamentale alla commissione, vista la trasversalità delle competenze.
Visto che è sabato e sono cattivo direi che la ashton non conta una sega. Avete mai sentito parlare della politica estera della UE? No vero? Bene, è quella che gestisce la ashton
Eurogendfor era saltata fuori su questo blog mesi fa e come argomento fu sviscerato in diversi commenti a cui non fu mai risposto da parte di chi aveva lanciato il sasso.
http://kelebeklerblog.com/2012/02/25/il-dispositivo-cibernetico-e-la-fine-della-politica-1-il-meccanismo-europeo-di-stabilita-esm/
Vediamo le accuse della rete: i suoi agenti godono di totale impunità (falso, perché si diceva soltanto che dovevano essere giudicati dalle corti dei paesi i provenienza), gode di immunità per le proprie proprietà (certo: volete che se non paga una fattura un giudice possa disporre il pignoramento delle auto della polizia?), i parlamenti non possono controllarla (in qualche paese democratico la polizia è uno strumento in mano alla maggioranza parlamentare di turno?), non si può ficccare il naso nei suoi archivi (mentre normalmente io posso accedere liberamente agli archivi del comando dei carabinieri), è uno strumento di tutela dei poteri forti (??????????).
Roba che fa ridere i polli, insomma. Ma scommettiamo che verrà ritirata fuori tra qualche mese?
Le foto postate, spiegano meglio di tante parole, le comprensibili preoccupazioni di Miguel Martinez e vicini di casa, per l’ennesimo caso di scempio edilizio, dell’ennesimo albero di 30 piani che ha ormai infettato l’imprenditoria da 60 anni.
E rendono comprensibili pure le sue repliche a Peucezio….
Forse il problema dell’incomprensione della figura dell’attivista non deriva tanto dagli obiettivi che si prefigge di difendere, quanto dalle MODALITA’ in cui contesta.
Modalità che vengono dritte dritte da una cultura sessantottina di SINISTRA.
Ed è questo forse che rende Peucezio così diffidente verso tale attivismo….
Penso alla protesta no-tav, e mi vengono in mente le stesse immagini…
Una causa giusta e condivisibile puo’ ritorcersi contro chi la fa, proprio per questioni di linguaggio….
In realtà il problema è molto più vecchio. Parte dai rivoluzionari francesi e dai giacobini (ma si potrebbe risalire alla riforma protestante: anche quelli erano “attivisti”) e passa attraverso i vari moti risorgimentali, per approdare anche a un iniziale attivismo fascista, che è la parte del fascismo da cui mi sento più distante (io difendo il fascismo regime, non il fascismo movimento).
Ma si può andare molto più indietro. Il mio è fastidio verso le utopie, verso le grandi ideologie e i grandi sistemi di valori che vogliono riformare, sovvertire.
In generale guardo con sospetto qualsiasi trasformazione dello statu quo, perché di solito (non dico sempre) è peggiorativa. E lo è quasi immancabilmente quando non è un fatto più o meno casuale, ma risponde a un progetto e a una concezione.
cosa ne dici del progetto di costruire grandi tombe monumentali per i faraoni?
pare le vogliano chiamare piramidi
anche questo troppo “trasformativo”?
😉
Fammi capire, i Faraoni erano dei ribelli sovversivi?
fammi capire Peucezio
le piramidi NON sono un sovvertimento del paesaggio desertico?
Per Mirkhond
“Forse il problema dell’incomprensione della figura dell’attivista non deriva tanto dagli obiettivi che si prefigge di difendere, quanto dalle MODALITA’ in cui contesta.Modalità che vengono dritte dritte da una cultura sessantottina di SINISTRA.”
Capisco, però è anche difficile capire quali siano davvero le modalità.
Vedi, io vivo in un quartiere in cui in dieci anni, ho incontrato esattamente una famiglia (una roba tipo sette-otto fratelli, cattolicissimi) che non si dichiara “di sinistra”.
Qui, esclusi ovviamente i numerosi stranieri, sono “di sinistra” i muratori, i negozianti, gli impiegati, gli insegnanti, i precari, le casalinghe, i proprietari dei bar, i barboni, gli speculatori edili…
E se glielo chiedi, diranno di essere di sinistra credo tutti quelli del Comitato.
Poi nei fatti la persona che si dà più da fare è una madre di famiglia, che credo non abbia mai fatto politica in vita sua e che ci tiene moltissimo a definire apartitico il Comitato e a incontrare tanto i rappresentanti del PDL quanto quelli del PD.
Non parlo dell’Oltrarno fiorentino che non conosco…
Mi riferisco alle manifestazioni coi giovincelli con cappello peruviano, abiti trasandati da finti poveri, bandiere stucchevoli del che guevara, bandiere rosse ecc.
Vedere questo tipo di casinari alle varie e GIUSTE no-tav, puo’ creare allergia in chi non si riconosce in quelle simbologie….
Ed è un vero peccato perché toglie sostegni a lotte sacrosante….
Questo almeno il pensiero di chi vede le cose dagli schermi dei tiggì….
Infatti.
Una cosa sono realtà regionali in cui la sinistra, o meglio il PCI una volta e ora le sue derivazioni, è molto radicata, ma legata ad assetti e a modelli sociali tradizionali o anche post-industriali ma comunque pre-sessantotteschi e pre-giovanilisti.
Altra la sinistra archetipica della classe semi-colta progressista italiana. C’è la stessa differenza che c’è fra un vecchio contadino umbro e un giornalista free-lance di trentacinque anni che scrive per Repubblica.
Roberto
Nonostante proveniamo dalla stessa patria napoletana, i nostri vissuti sono stati MOLTO DIVERSI, e perciò non ci si comprende….
L’Eurobanksteraggio che FA’ per Scampia? Per impedire che la Terra di Lavoro continui ad essere la discarica per lo sversamento dei rifiuti PADANI?
Mi si dirà: ma quello sversamento viene pagato
A chi? Alla camorra?
Ma certamente…
E allora perché la gente non si ribella e non cambia i politici di NIENTE che ha?
Perché NON NE E’ CAPACE, perché ha paura, perché è pigra e conformista, perché le abitudini, anche CATTIVE, sono DURISSIME a morire…
Chi come il sottoscritto ha a che fare col mondo della sanità, trema al solo pensiero della fine che faremo quando Maroni porterà a compimento il sogno di Miglio, colla sua macroregione PADANA che si terrà tutti gli sghei e noi finiremo peggio della Rumeli….
E’ colpa nostra? Certamente.
Ma allora invece di dar vita ad uno zollverein BANCARIO, perché non si è costruito un forte stato GERMANOCENTRICO, un nuovo “Sacro Romano Impero”, e nel fu Regno di Napoli, non mettiamo dei funzionari tedeschi, lussemburghesi e francesi ai vertici?
Io a queste condizioni ci starei pure.
Basta che mi facciate sparire dalla faccia della terra i vari tersilli, i vari baroni accademici che castrano e soffocano le intelligenze migliori del fu Reame.
Basta che BLOCCHIATE PER SEMPRE la speculazione edilizia, i maledettissimi alberi di 30 piani che da 60 anni stanno DEVASTANDO i paesaggi italiani…
Basta che tuteliate lo stato sociale per i poveri, i pensionati e gli invalidi VERI…
Basta che STERMINATE DALLA FACCIA DELLA TERRA TUTTI i camorristi che infestano Napoli e non solo….
Per far questo ci vuole UN FORTE POTERE che stronchi i furbastri, gli speculatori edilizi, lo sversamento dei rifiuti tossici, che non facciano ricadere i NUMEROSI BALZELLI sui disagiati che sono IN AUMENTO Roberto….
Se l’europa fosse QUESTA, ci potrei stare e metterei in soffitta il mio naturale euroscetticismo
Ma a quel che vedo, vedo che le cose qui PEGGIORANO.
QUI Roberto, non nel Lussemburgo, dove evidentemente vi sono altre forme di socialità e consapevolezza politiche….
ciao!
Insomma il mio timore è che la vostra europa sia solo un’italia più allargata con un più grande nord, ma anche una più grande TERRONIA, europa di serie A ed europa di serie B…
Convincetemi del contrario….
ciao!
per mirkhond
‘ci starei pure’
Della serie: governateci voi, visto che non siamo capaci di governarci da soli.
Ma nessuno vi toglie questa responsabilità. Né la UE né lo Stato Italiano.
Guarda che né l’UE né lo Stato Italiano sono l’appendiabiti su cui i Meridionali d’Italia possono scaricare le proprie frustrazioni.
Né la UE né lo Stato Italiano sono reggimoccolo per gli scaricabarile di varie tendenze.
In particolare, la UE si finanzia con l’1% dell’IVA degli Stati membri, per cui oltre a ridistribuire quei soldi a chi li chiede avendone diritto può far poco. Fu un politico delle tue parti, temo, a qualificare a suo tempo la UE ‘una Cassa del mezzogiorno che parla Francese’.
Quanto allo Stato Italiano, è già oggi il principale datore di lavoro e distributore di stipendi dell’Italia da Campobasso in giù.
E quando i Carabinieri inseguono il delinquente per i Quartieri Spagnoli, la fola sovente ferma loro, non il delinquente.
Il proverbio dice ‘aiutati che Dio ti aiuta’: se vale per l’Onnipotente, varrà a maggior ragione anche per Roma e per Bruxelles.
Non siamo noi a dover bloccare ad es. gli abusi edilizi. Mille Pontegandolfo non servirebbero.
Siete voi a non dover più votare per chi li sponsorizza. Vedremo fra poche settimane quanti voti prenderanno dalle parti di cosentino e dell’utri.
Ciao!
Andrea Di Vita
E’ curioso il tuo ragionamento Andrea…
Quando NON volovamo la VOSTRA invasione, siete venuti, avete annesso un paese e avete fatto quel che cazzo volevate…
E ora che noi siamo nella MERDA, in gran parte per colpe NOSTRE, ADESSO che abbiamo bisogno di aiuto, ci volete MOLLARE, con queste stronzate di europa e compagnia bella…
Un ragionamento davvero molto curioso…
E molto, molto, MOLTO POLENTONE-EGOISTA di chi vuol tenersi il malloppo guadagnato poi chissà come, e NON spartire più coi disagiati…
Che però cari, vi FACEVANO COMODO quando 60 anni fa hanno fatto ARRICCHIRE il VOSTRO NORD DI MERDA, quel triangolo industriale come cappero si chiama…
Poi, FATTI GLI SGHEI, I MARUCHEIN DLA MARUCONIA NON SERVIVANO PIU’, e allora, ohé “meridionale” veditela tu, sbrigatela tu da solo, RIMBOCCATI LE MANICHE che a noi ci hai rotto…
Gli stessi altruistici ragionamenti dei TUOI COMPARI sergio romano ed ernesto galli della loggia….
Quegli stessi che però vagli a toccare il loro RISORGICACCA collo sputare tonnellate di letame sull”arretratissimo” “sgovernatissimo” Regno delle Due Sicilie del 1860
Che nelle NORRENE terre di lorsignori era tutto benessere, buon governo, istruzione di massa e assenza di delinquenza….
Adesso finalmento ho capito il vostro ragionamento….
Ah! Il “sud” non comincia a Campobasso, ma sul Tronto….
Per mirkhond
Non ho capito. Perché ti metti a gridare? Cosa c’entrano le posizioni diverse che abbiamo sul Risorgimento?
Tu hai espresso un parere ‘euroscettico’ , giudicando a quanto ho capito l’Unione Europea incapace di aiutare il Mezzogiorno d’Italia a risolvere i suoi problemi.
Io ti ho risposto che il primo a impegnarsi a risolverli dev’essere il Mezzogiorno stesso.
Non ho mai detto che il Mezzogiorno sia ‘colpevole’. Al contrario, penso che anche se a noi, oggi, l’Unità d’Italia ci ha salvato dal destino ad es. dei Curdi (ne abbiamo già parlato, inutile rinfocolare il dissidio qui) all’epoca del Risorgimento a molti Settentrionali avrebbe fatto assai comodo rimanersene a casa.
Ho detto una cosa che mi pare, perdonami, un’ovvietà, e cioè che nessuno Stato e nessuna Unione può risolvere i problemi di casa mia se non comincio io di buzzo buono a metterci rimedio.
Te lo dice uno che qui su al Nord ha continuamente a che fare coi legaioli: la ricerca di capri espiatori e di facili consolazioni lasciamola, ti prego, al berlusca e agli amichetti suoi.
Saliamo sulla nave, ca??o!
Ciao! (E senza alcun rancore o tristezza… 🙂
Andrea Di Vita
Per mirkhond
Dimenticavo: quanto ho detto varrebbe anche nel caso in cui domani mattina ritornasse il Regno delle Due Sicilie. Unione Europea e Risorgimento non c’entrano nulla.
Ciao!
Andrea Di Vita
Quel che hai detto prima dimostra il VOSTRO VERO VOLTO di (falsi) fratelli d’italia….
Alle elezioni vota maroni che almeno lui te li custodisce ben stretti nei vostri forzieri, i vostri denari PADANI….
Mi sa che Paolo Sizzi è quello che ha il culo più pulito tra i norreni….
—…. l’Unità d’Italia ci ha salvato dal destino ad es. dei Curdi…ADV—
Mmmmm…a parte il fatto che prima dell’Unità mi risulta nella penisola italica la presenza di alcuni Stati sovrani (e non mi risulta alcuno Stato curdo all’epoca), a parte il fatto che solo una porzione dello stivale, ovvero il Lombardo-Veneto, era assoggettata a uno Stato straniero (il quale si sarebbe dovuto comunque ritirare dopo la batosta subìta nella I Guerra Mondiale…e a questo proposito un’Italia “disunita” con tutta probabilità non si sarebbe gettata nell’ “inutile strage”) e a parte il fatto che le terre abitate dagli italiani non si trovavano al confine fra Turchia, Iran, Iraq e Siria, il tuo paragone è perfetto!:-)
P.S. Nella peggiore delle ipotesi si sarebbe dovuto rinunciare a Istria&Dalmazia, a favore degli slavi alleati dell’Intesa nella suddetta IGM…ma mi pare che Istria&Dalmazia sono state perse lo stesso, no?:-)
Per la serie “un colpo al cerchio e uno alla botte”:-):
Caro mirk, non ti sembra di essere un pochino incoerente se, dopo tutti i tuoi lamenti- che io ho trovato giusti e sacrosanti, per carità e te l’ho scritto pure – sulla perdità dell’indipendenza del Regno delle Due Sicilie nel 1860, adesso sei contro ogni ipotesi di “restaurazione” (magari in forma repubblicana) di tale indipendenza?
OADADV!
a parte l’ipocrita propaganda politica finale, quasi che gli avversari di Dell’Utri e Cosentino avessero un record migliore quanto a crescita del Meridione
Mirkhond, gli unici che potrebbero fare quanto pretendi sono gli angeli, neppure i tedeschi (anche se mi piacerebbe vederli provare)
PS seriamente: l’invasione garibaldina e piemontese è del 1860-61, è passato tempo sufficiente, pensa tu cosa ha fatto la Corea del Sud dal 1954 a oggi
L’UE opera secondo un rigidissimo principio di attribuzione: l’Europa può fare solo quello che i trattati le permettono di fare. Sulle materie che indichi, Mirkhond, l’UE ha la competenza di fissare degli standard (e lo fa), ma non ha il potere di intervenire direttamente se il nostro paese se ne frega e fa di testa propria. Certo, può sanzionare e alcune norme europee hanno efficacia diretta ed anche orizzontale, ma, davvero, l’Europa non c’entra. Anche perché ogni iniziativa, per incontrare il supporto di Bruxelles, deve nascere dal basso.
C’è un piano per la riqualificazione di Scampia? Allora i fondi comunitari scendono a pioggia. Peccato che questo credito illimitato sia stato sfruttato dagli amministratori locali (pensiamo a quelli calabresi) per rubare e truffare la UE al limite del ridicolo.
Quanto all’ordine pubblico, la competenza è esclusivamente nazionale e l’Europa ha solo poteri di coordinamento, tra l’altro estremamente osteggiato dai singoli governi che fanno leva sull’euroscetticismo diffuso e sulle accuse di “zollverein”.
Se vedessi alternative a questo tipo di integrazione europea le abbraccerei all’istante, ma per ora sento solo vaghi discorsi su “Europe dei popoli” (e chevvordì?), “facciamola finita con l’unione economica, facciamo quella politica” (se la prima è indipendente dalla seconda, la seconda ha bisogno anche della prima) e altre confuse non-proposte.
A qeusto punto chiedo a tutti gli euroscettici presenti che sognano un’altra UE: se voi adesso, immediatamente, disponeste di un potere assoluto e illimitato con competenze durevoli e la garanzia che ciò che farete avrà un’efficacia a tempo indeterminato, come riformereste la UE? Lasciate stare motti, inni, divise, titoli e formalità: come ordinereste l’impianto istituzionale dell’Europa e quali competenze specifiche le dareste?
Così, giusto un divertissement intellettuale.
io copierei pari pari gli Stati Uniti d’America o, se preferisci, la Repubblica Federale di Germania
ciao
Per mia modesta esperienza politica personale posso dire che la Soprintendenza (a meno che qualcunonon voglia buttar giù la Cupola del Duomo, allora forse…) è cieca e sorda, e anche muta visto che non prende posizione neanche quando sollecitata, o la prende a cose fatte e danno compiuto. Nel caso dell’asfaltatura di Via Ghibellina e dello smantellamento (invece che del restauro) della pavimentazione in pietra lasciò tranquillamente correre.
per mirkhond e andrea,
al volo con la promessa di ritornare più tardi.
sono molto scettico sull’idea di andrea dell’aiutati che dio t’aiuta. se manifestamente uno non ce la fa da solo, lo si deve aiutare.
per il sud, mirkhond scrive “Perché NON NE E’ CAPACE, perché ha paura, perché è pigra e conformista, perché le abitudini, anche CATTIVE, sono DURISSIME a morire…”
su un elemento sono assolutamente d’accordo con mirkhond ed è quello della *paura*.
è sotto gli occhi di tutti che il sud è completamente in mano alla mafia o camorra o quel che è che hanno un controllo totale del territorio.
controllo totale che si traduce in paura maledetta e concretissima di lasciarci la pelle per uno sguardo di traverso… figurati se poi ti impicci degli affari di tizio che versa liquami tossici nel campo dove allevi le bufale!
paura che ti porta a vendere una casa a un decimo del suo valore perché occupata abusivamente da anni da una certa persona e perché ogni volta che ti viene fatta un’offerta adeguata l’offerente si ritira all’improvviso senza dare spiegazioni (senza andare lontani, successe alla buonanima di mia nonna)
paura che ti porta a guardare dall’altra parte mentre un tizio picchia un giornalaio che non paga il racket.
paura perché purtroppo la certezza della pena che i mafiosi comminano ai poveri disgraziati non è una frase vuota di senso su un pezzo di carta, ma dei concretissimi pezzetti di piombo.
ecco, in queste condizioni non so proprio come si possa pensare ad aiutarsi da soli….
invece mirkhond,
andrea e mauricius hanno perfettamente ragione sul fatto che l’UE come è fatta adesso si base su un criterio rigido di competenze attribuite, cioè in soldoni può fare solo quello che gli stati membri le hanno detto che puo’ fare (e sottoscrivo in pieno l’ottimo intervento dell’ottimo mauricius).
a scampia ci andrebbe l’esercito, e l’UE l’esercito non ce l’ha.
più che finanziare progetti di sviluppo (e stabilire forme di collaborazione fra polizie) non può fare. se te la prendi con l’UE perché non risolve i problemi di scampia, tanto vale prendersea con la russia che nemmeno se ne occupa
Per Ritvan
Lo solo Iddio come la vorrei l’INDIPENDENZA della mia patria e proprio perché ne ho le palle piene della retorica dei falsi fratelli d’italia…
Ma, purtroppo da realista (cioè uno che DEVE guardare in faccia alla REALTA’, oltre che biekiSSimo monarkiko borboniko 😉 ), credo che Roberto che mio connazionale, abbia spiegato PERFETTAMENTE il nostro TERRORE di essere abbandonati nelle mani della camorra…
Quando insegnavo ancora e parlavo proprio di un’eventuale possibilità del genere, ricordo ancora lo sguardo di preoccupazione di una mia alunna.
La quale disse: E NOI in che mani finiremo?
Ecco perché vorrei una classe dirigente GERMANICA alla guida del mio paese, e con forti contingenti militari di truppe TEDESCHE e BALTICHE, pur con la nostra PIENA INDIPENDENZA e con un nostro sovrano della Real Casa di Borbone-Napoli.
La repubblica a me non piace, ma la accetterei come male minore….
Da qui le mie geremiadi….
ciao!
Per mirkhond
Ah, ma allora perché te la prendi coi biekissimi:-) lumbard, i quali poareti:-) chiedono la stessa cosa che chiedi tu?! Mi spiego. Sono d’accordo con te e Roberto su mafia, camorra, ndrangheta e quant’altro, ma siccome mi sembra piuttosto improbabile:-) che lo Stato italiano così com’è (e l’UE, tanto meno) sia disposto a rifornirvi di classe dirigente, poliziotti e soldati gemanico-baltici:-) l’unica soluzione che vedo è che prima diventiate indipendenti, e poi potete mettervi in capa un Borbone o un Asburgico:-), il quale poi provvederà ad importare i suddetti lanzichenecchi:-) sbaragliamafiosi.
Pertanto, secondo me vi conviene allearvi con i biekissimi “polentoni padani” per perseguire un obiettivo che mi sembra comune, invece di ingiuriarli…
P.S. Dai un’occhiata qui:
http://www.lindipendenza.com
Guarda personalmente, detesto usare il termine polentoni.
Se qualche volta alzo (telematicamente 😉 ) la voce è perché non sento comprese le mie ragioni…
Naturalmente, come sempre nessun rancore verso il buon Andrea.
Solo la constatazione di come la storia e la geografia ci rendano diversi, seppure (nel caso mio e di Andrea) accomunati da problemi di depressione….
Da parte mia non c’è nessun odio verso i “norreni” 😉 d’Italia, e una parte di me è originaria proprio dall’Italia che fu asburgica (tra Udine e Firenze).
ciao!
errata corrige: Lo sa solo Iddio ecc.
Per Andrea Di Vita
“Non ho capito. Perché ti metti a gridare?”
non ti preoccupare, ogni tanto Mirkhond si sfoga, ma poi torna un bel sereno 🙂
Su tutti i ragionamenti Europa, sovranità nazionale, unità nazionale…
Credo che sia bene riflettere sulle grandi cose che stanno succedendo nel mondo, ma tenendo presente che non possiamo influenzare altro che le situazioni locali in cui viviamo concretamente. E quindi sarebbe bene riservare le nostre energie migliori a quelle.
Il mio popolo oggi sta riscoprendo la propria identità, ma la galassia chiachiella neoborbonica (circa 120 gruppi) in 20 anni non è riuscita a dar vita ad un UNICO MOVIMENTO politico simil-contrario alla Lega Nord, grazie a cui contrattare il nostro rapporto col potere tricolorato, come fa la Lega…
Qui in molti stanno riscoprendo l’antica identità patria affossata e bistrattata dal 1860, ma credetemi, sono MOLTO POCHI quelli che vogliono DAVVERO separarsi dall’italia, o vogliono che la “Padania” se ne vada per i fatti suoi…
E proprio per i motivi spiegati da Roberto.
Francesco e Andrea Di Vita POSSONO PERMETTERSI di veder realizzata una macroregione o addiritura uno stato “padano” indipendente.
Noi, per i motivi sovracitati, purtroppo NO.
Da qui la mia apparente contraddizione tra la riscoperta identitaria napoletana e il TERRORE di vedere un “sud” nelle CONCRETE MANI della camorra…
L’accoglienza di Saviano a Scampia, e la storia delle nostre dinastie, TUTTE straniere di ceppo NORDICO, francese, tedesco o burgundo-catalano-aragonese (Alfonso di Trastamara d’Aragona era di lontana origine borgognona), e spesso accompagnate da funzionari e contingenti militari del proprio paese d’origine, corrobora quanto detto sopra…..
La nostra società e debole ed indifesa e da sola NON puo’ affrontare e distruggere la camorra….
ciao!
Ma non potrebbe essere proprio, al contrario, la permanenza costante di un potere lontano ad aprire le porte ai potentati locali? Il governo borbonico aveva la necessità di appoggiarsi alla criminalità organizzata, i governi postunitari idem, il fascismo pure lo ha fatto (dopo un periodo conflittuale con Mori ha preferito giungere al compromesso), gli americani, la DC, Forza Italia… tutta gente venuta da fuori che, per imporsi, si è appoggiata alle cosche.
Il delegare è forse l’altra faccia della medaglia del problema. Rassegnamoci che se devo scegliere tra fare il mio bene e il tuo, sceglierò di fare il mio, e che quindi o tu mi stai col fiato sul collo, oppure il rischio che ti freghi e che ti lasci in balia del potentatuccio locale è fortissimo.
Eccone un altro che, figlio dei luoghi dov’è nato e dove vive, non riesce proprio a comprendere la situazione….
E’ quello che pensano anche tutti gli abitanti delle regioni a sud del Tronto che conosco e con cui ho rapporti strettissimi. Però se davvero credi che un tedesco e un piemontese che vengono a governarti lo facciano principalmente per il tuo bene, lungi da me il metterlo in dubbio: invito solo ad un po’ di umana diffidenza verso gli “uomini della Provvidenza”.
Sì, la mia vita non si è risolta tutta sopra l’Adige 😉
caro Mirkhond
per come la descrivi tu, al situazione è totalmente priva di speranze o vie d’uscita
e se tu avessi ragione la malavita non dovrebbe passare tanto tempo ad ammazzare giudici e giornalisti e preti e altri ribelli
errata corrige: la nostra società è debole ecc.
Per Andrea Di Vita
“perché nonostante una burocrazia aziendale che dire bizantina è poco il perito tecnico Italiano è capace ed abituato a pensare con la propria testa, e quando qualcosa non va come dovrebbe agisce di testa sua senza aspettare l’autorizzazione. “
Credo ancora per poco, comunque. Perché non ci si può affidare in eterno al “carattere nazionale”, e stanno smantellando la scuola che forma quei tecnici.
Non lo dico, ovviamente, da appassionato sostenitore del Sistema Italia, semplicemente constato.
In generale condivido, ahimé, il tuo pessimismo. Però credo che quei tecnici li formassero altri tecnici più anziani sul lavoro, non la scuola. Il guaio è che stanno smantellando anche quelli, le imprese in cui lavorano e tutto l’humus che c’è dietro e che li produceva.
tutta gente che lavora per quei piccoli imprenditori italiani che Miguel giudica nel migliore dei casi “simpatici parassiti” e caratterizzati da quello spirito di indipendenza e iniziativa che disgusta, per esempio, Peucezio
sento puzza di contraddizioni
Per Francesco
‘piccoli imprenditori’
Nulla di più lontano dalla mentalità del piccolo imprenditore della fabbrica che dico io.
Sai, li’ le tasse le si paga.
Ciao!
Andrea Di Vita
ti occupi quasi sempre di quisquilie
come il tuo maestro Stalin, non riusciresti mai a capire perchè il tuo sistema non funziona
Che c’entra lo spirito di indipendenza e di iniziativa, la piccola industria italiana è la filiazione diretta della nostra tradizione artigianale, della diffusione di competenze e capacità.
Io attacco i sovversivi, chi mina l’ordine costituito, compresa la finanza (le rivoluzioni sono state tutte finanziate dai banchieri, lo stesso bolscevismo è una creatura delle banche).
Il piccolo imprenditore e il suo operaio sono come il contadino medievale, che si alzava ogni mattina per andare a fare nel mazzo e sfamare così la famiglia e ogni giorno era uguale al precedente e al successivo.
x ADV
quelli hanno 3.000 addetti! il pagamento delle tasse è “concordato” a livello politico, o quasi
e il disastro della nostra struttura economica è che sono una delle più grandi imprese industriali del paese, quando dovremmo molte di quella taglia e anche più grandi
PS imprese, non fornitori di servizi in regime di monopolio o di protezione-regolamentazione pubblica
Per Francesco
‘3000’
Appunto. Il primo guaio delle aziende Italiane è il nanismo. Storicamente, è dovuto alla tradizione familiare della maggior parte di esse. Politicamente, è dovuto alla codardia di una classe politica che non ha esteso lo Statuto dei lavoratori alle imprese sotto i 15 dipendenti, facilitando cosi’ in eterno la scappatoia del lavoro nero. Va anche detto che nel sistema di potere pentapentito e berluschino le banche hanno sistematicamente favorito il credito agli amici degli amici, negandolo alle imprese che volevano crescere. (Una delle poche eccezioni è dato dalle COOP). Il risultato complessivo è che la media delle aziende Italiane ha meno di cinquanta addetti, mentre la media di quelle tedesche supera i cento. Logico che imprese così piccole come le nostre, aliene dal consorziarsi e dall’andare in borsa perché gelose dell’eredità da lasciare ai figli magari inetti dei loro capaci fondatori, poi non abbiano neanche il respiro necessario a fare l’innovazione necessaria a sostenere la produttività oraria per addetto, che infatti è molto inferiore a quella Tedesca. Così devono rifugiarsi nell’evasione fiscale per sopravvivere. Altro che articolo 18!
Ciao!
Andrea Di Vita
AdV
sei impagabile!
se non ci fossero Tabacci e la Camusso dovresti andarci tu in televisione a raccontare storie
e faresti ridere più di Crozza
ciao
Per Mirkhond
Comunque, prima di infierire troppo sul Norreno Andrea Di Vita, dai un’occhiata qui:
http://www.gens.info/italia/it/turismo-viaggi-e-tradizioni-italia?cognome=di+vita&x=27&y=19
🙂
Lo so benissimo che il nostro Andrea è di origini siciliane.
E anche che ne è fierissimo ;).
La mia era una “provocazione” urlata, proprio per non sentire capite le mie ragioni…
Uno zio di Bari, vissuto 60 dei suoi 89 anni in Piemonte e sposato con una piemontese doc di Bra, da cui ha avuto figli e nipoti, tanti anni fa, quando gli chiesi se a Torino e dintorni lo avessero mai apostrofato come terrone, mi rispose:
Sì, i figli dei TERRONI!
Idem un amico LOMBARDO DOC originario della provincia di Mantova, ma nato e residente nel Varesotto, quando parlava dei suoi parenti di origine siciliana…
E lui che da mantovano, si sentiva più vicino all’Emilia e un “terrone norreno” ;), mi disse che trovava ODIOSI questi suoi parenti così ANTImeridionali…..
Ripeto, la stima per l’ottimo Andrea RESTA INALTERATA, anche se a volte vi sono delle INCOMPRENSIONI tra di noi….
Aridaje coi norreni, però… 😉
Mirkhond, va bene tutto, ma ogni tanto potresti anche ascoltare, eh?
Potrei anche essere ascoltato, eh? 🙂
Ma io ti ascolto sempre e anche tutti gli altri, penso, solo che questa cosa del Nord Italia abitato da Norreni proprio non sta in piedi, e già te lo dicemmo (non solo io, ma anche altri…)
già la Germania non è norrena, figuriamoci se lo è Mantova o Cuneo! 😉
Io per esempio, dovresti saperlo, non sono mai stato un “celtaro”, disprezzo anzi la categoria, e non ho neppure particolare simpatia o interesse né per i Celti antichi, né per i bretoni, gli irlandesi o i gallesi attuali;
però non posso negare di trovare, in certe forme linguistiche soprattutto, e magari anche in qualche lontano legame culturale/antropologico/comportamentale, una certa innegabile “aria di casa” in certe robe irlandesi o gallesi…
e quando mi è capitato di notarlo, lo ho sempre fatto notare, nonostante appunto la cosa a volte mi dia quasi noia.
Ma, i Norreni? Ma quando mai!
I Norreni? stiamo parlando delle stesse persone? Odino, le saghe, le kenningar, i drakkar, il crepuscolo degli dèi? Il salmone affumicato? I dolcetti svedesi dell’Ikea? 😉
insomma, no, mi dispiace, loro non c’entrano proprio una cippa col Nord Italia!
Se poi Sizzi li sogna di notte (non so, suppongo) beh, peggio per lui.
sai, è onesto, ma questo non vuol anche dire che abbia ragione!
In sostanza il buon Andrea come tanti settentrionali di ORIGINE meridionale, essendo figlio più del suo tempo e del suo luogo di nascita e vita, piuttosto che dei suoi avi, ovviamente ha acquisito quella mentalità tipicamente settentrionale del darsi da fare SOLO CON LE PROPRIE FORZE, e finendo per disprezzare, o quantomeno NON comprendere chi è rimasto nell’avita patria con ben altri problemi e mentalità.
Il suo non è razzismo o cattiva fede, è proprio incomprensione per una realtà di cui è oriundo ma da cui è ormai ESTRANEO.
Per cui certi “consigli” e constatazioni che ci vengono rivolte in continuazione da pur OTTIME persone di quelle latitudini, suscitano in molti di noi una fastidiosa sensazione di spocchia razzista-snob, tipica dei riusciti e dei forti INCAPACI di capire le ragioni di chi ha delle oggettive debolezze…
Mi rendo conto che non è così, almeno nel caso del nostro Andrea.
Ma l’impressione da qui è spesso un’altra…
Un mese fa si sono tenute a Bari e a Torino due conferenze relative ad un recente libro su Fenestrelle, dello storico piemontese Alessandro Barbero.
Ora, in entrambe le discussioni e le contestazioni fatte allo studioso piemontese, è emerso proprio il tema dell’INCOMPRENSIONE RECIPROCA tra settentrionali e “meridionali”, incomprensione antica quanto l’unità d’italia e forse anche antecedente (un medievista della mia facoltà, ne avrebbe ravvisato le radici proprio in Salimbene da Parma del XIII secolo).
In sostanza a me piacerebbe che si fosse tutti amici e “fratelli” come auspica il mite e buono Pino Mamet.
Mi rendo conto però che la realtà è spesso molto diversa (vedasi gli esempi bolognesi-romagnoli da me citati più volte…)
>> finendo per disprezzare, o quantomeno NON comprendere chi è rimasto nell’avita patria con ben altri problemi e mentalità.
forse è il contrario, forse al Nord e anche al Centro, la memoria della fame, dell’emigrazione in massa, del lavoro durissimo esiste ancora, come esiste la consapevolezza che se ne è usciti e senza granchè di aiuti esterni?
non parlo per me perchè sono essenzialmente milanese e quindi in una posizione particolare ma quanto poco dobbiamo andare indietro nel tempo perchè Veneto, terre lombarde di montagna, Liguria, fossero terre di miseria ed emigrazione?
con le scusanti non si costruisce nulla
in effetti confermo che nell’Appennino parmense/piacentino il “tempo della miseria” (proprio così… che comprende all’incirca tutto il passato prima degli anni Sessanta) è un ricordo vivissimo, così come l’emigrazione massiccia all’estero
(USA e Argentina fin da fine Ottocento, Australia credo dal secondo dopoguerra, ma soprattutto Francia e Gran Bretagna: praticamente da sempre…)
ciao!
Conunque questi nostri battibecchi mi confermano che l’empatia auspicata dal buon Miguel Martinez, sia quasi sempre un’utopia…
Il mondo è un campo di guerra continuo, altroché!
Del resto Gesù Cristo, non disse di essere segno di DIVISIONE, di CONTRADDIZIONE?
Di NON Essere Venuto a portare la pace, ma la SPADA?
Mirkhond
l’empatia non è il sostegno alle idee dell’altra persona, è la comprensione della sua umanità (quella che tu mi pari negare ai bankster) e delle sue ragioni
ma non può annullare le differenze
ciao
Per Pino
Per me norreno non è un dispregiativo, ma solo un sinonimo mirkhondiano per settentrionale.
E poi da un amante della Prussia, del pickelhaube, dei castelli sui picchi montani, degli Asburgo e dei Longobardi, COME potrei detestare ciò che viene da nord? 🙂
ciao!
” ma solo un sinonimo mirkhondiano per settentrionale”
ma infatti mica è un dispregiativo, solo che normalmente ha un significato particolare e ben preciso, che col Nord Italia non c’entra niente…
mica puoi pretendere che tutti capiscano il mirkhondiano, dai! 😉
anche se sto imparando: gli europei occidentali sono i Franchi, la Grecia è la Rumeli… 😉
però, che dobbiamo fa’, ognuno si mette a parlare come gli pare? Non mi sembra il caso, sennò non ci capiamo mai, già è difficile così…
eh no, non ci togliere il mirkondese, linguaggio immaginifico e meravigloso!
Allora
Da bambino il Nord Italia mi piaceva. Mi piacevano (e mi piacciono tuttora) le Alpi.
Mi piace la pittura lombarda del ‘700-‘800.
Sto cercando un libro su Radetzky a Milano.
Ho imparato ad amare l’Austria (intesa come spazio imperiale).
Mi piace il film l’Albero degli Zoccoli di Olmi.
Mi piace la comicità amara di Renato Pozzetto.
Mi piace un’attrice (quando era una ragazza) della saga di Guido Tersilli di Alberto Sordi, che interpretava una suorina-infermiera veneta e che è veneta (di un paese a nord di Treviso), ma il cui cognome è di origine napoletana (Napoli e provincia di Salerno).
Mi piaceva Laura Antonelli (Antonaz) istriana.
Mi piaceva (siempre da giovane) un’altra attrice e caratterista veneta come Edda Ferronao da Verona.
Mi piace la polenta col sugo e salsicce che ho mangiato a 14 anni per la prima volta in un rifugio alpino in Val di Susa.
Ho imparato ad amare il Baltico.
Mi piace la Prussia/II reich tedesco 1871-1918.
Mi sono laureato con una tesi sulla Dalmazia veneziana del XIII secolo, e ciò mi ha spinto ad accostarmi all’interessante e affascinante storia veneta.
Da parte paterna di mia nonna paterna sono ORIGINARIO dell’Italia asburgico-lorenese.
Insomma in me NON C’E’ alcun astio pregresso verso il Nord-Italia.
I miei genitori dicevano che avevo (ed ho) gusti alimentari da SETTENTRIONALE.
Premesso TUTTO QUESTO, devo però aggiungere che certe, diciamo, incomprensioni, mi sono nate col tempo, in parte dallo studio delle modalità in cui fu unificata l’Italia.
E dall’altro dalla spocchia di certi veneti, dei leghisti e di gente del nord in genere, verso di noi.
Compresa la “solare” Bologna e la Romagna.
Questi ultimi casi, Pino credimi, sono stati uno shock per me, che vedevo questi paesi alla luce dei simpatici Gigi e Andrea e del grande Gino Cervi.
Sentirmi dire del GELO che dei miei connazionali hanno provato a Bologna, e non solo per il clima, ma proprio per i rapporti umani, non è stato piacevole.
Come sentire quel razzismo strisciante, non diretto e sincero come Sizzi, ma più subdolo e proprio da parte di genti e di terre che furono COMUNISTE e che ancora oggi hanno un’immagine POSITIVA del comunismo.
Nel settembre 2002 tornando a Bari con mio padre da Milano, nel nostro scompartimento c’erano anche due signore romagnole, di Rimini, imprenditrici madre e figlia.
La figlia, da Milano a Rimini, non faceva che sputare letame in continuazione contro il “sud” e i “meridionali” che a dire della signora di DICHIARATE NOSTALGIE COMUNISTE (compresa la Romania di Ceausescu), noi “meridionali” pensiamo solo alle feste, ai divertimenti, ad avere le case come delle reggie, a fare costosissimi e indebitatissimi matrimoni, e soprattutto a non aver nessuna voglia di lavorare.
Ad essere dei PERIGIORNO, mentre lorsignori di Romagna, sono TROPPO IMPEGNATI a lavorare, lavorare, lavorare sempre e in continuazione.
E di due SIGNORI del fu Regno di Napoli che le sedevano di fronte, non le risposero certo come si meritava….
Romagna, da cui proviene anche qualcuno che difende lombroso e parla di Calafrica…
Giusto per rimarcare CERTE DIFFERENZE….
Questo è stato uno SHOCK Pino, da cui non mi sono ripreso, tanto grande è la differenza tra l’immagine cinematografica, alimentata dai miei parenti comunisti, e la realtà di un paese RAZZISTA come è emersa da racconti di amici e conoscenti che hanno VISSUTO lì, e da ciò che ho ascoltato IO con le MIE orecchie….
Ultimo un simpaticone di avvocato di Bologna…..
ciao!
Vabbè, ma vogliamo essere onesti? allora (e te lo dico con immutato rispetto e immutata simpatia):
-non c’entra niente con l’uso delle parole. Con tutta la comprensione per le tue vicende, non è che perché a me stanno sulle balle gli spagnoli li chiamo, che ne so, Mozarabi o Lusitani o Betici, così, perché mi va o perché mi sono fissato con la particolare epoca/parte del territorio/componente etnica di mio particolare gusto… o disgusto 😉
-ok, hai conosciuto dei settentrionali stronzi. Mi dispiace moltissimo, ma, sì, esistono. Non ti stupirà sapere che i settentrionali (compreso il sottoscritto, che pure non si reputa facente parte della categoria, né mai lo si è sentito) hanno conosciuto, e spesso ci hanno a che fare tutti i giorni, feste comprese, con fior di meridionali stronzissimi. Quelli in divisa per primi, a seguire funzionari pubblici di vario livello di potere, e per finire gli studenti “io sono appena arrivato dal Sud perciò sono un vero guappo e faccio quello che mi pare”.
Ai primi posti comunque i membri delle forze dell’ordine, che forse per desiderio di rivalsa ti rompono il cazzo alla minima mancanza… e poi non mancano mai di fare battutine idiote tra loro (sì, lo so da fonti interne) sui settentrionali che hanno paura di tutto, non come al mio paese che…
e allora? sono forse diventato leghista per questo? se avessi seguito la tua logica avrei dovuto farlo…
Non si può campare di risentimento. Gli stronzi esistono, ne abbiamo conosciuti, esistono gli stronzi in Grecia, esistono in Spagna, esistono a Bari e a Bologna…. che facciamo, ci spariamo tutti? Per fortuna esistono anche le brave persone, Mirkhond.
-io ho sempre avuto gusti “meridionali”. Solo che per me sono sempre stati gusti normali (cibo, cinema, cultura generale) ed è solo ai primi anni delle scuole superiori che ho scoperto che qualcuno (non tutti, Mirkhond; qualcuno) li considerava particolarmente meridionali. Per me è stato un vero shock, paragonabile al tuo che hai descritto, scoprire che alcuni settentrionali NON si riconoscevano in Totò o in Aldo Fabbrizi, per dire…
quindi, Mirkhond, siamo tutti persone. Stop. Almeno tentiamo di capirci!
errata corrige: perdigiorno ecc.
Pino, io mi stavo riferendo alla Romagna….
Ho parlato forse di Parma? Di Piacenza? Di Modena?
Allora mi viene il sospetto che vi sentite eccome un unico popolo PADANO, altroché….
L’empatia auspicata da Martinez è purtroppo un’utopia…..
L’incomprensione è antica Pino, anche se la cosa non ci piace affatto…
Solo che fino a 20-25 anni fa era sommersa da un patto sociale non scritto, che prevedeva fornitura di NOSTRA forza-lavoro per le fabbriche dell’Italia che conta, in cambio di un benessere-briciola di riflesso a noi.
E ciò teneva unito questo paese del tricolore.
Poi, 25 anni fa, il benessere raggiunto da nord-Italia, ha dato origine al leghismo e al desiderio di tenersi gli SGHEI tutti per lorsignori e mandare affanculo tutto ciò che è sotto Firenze…
Berlusconi è riuscito per quasi un ventennio ad ammortizzare, ad impaludare Bossi e la Lega nel suo malaffare, ma almeno ha ritardato questo processo soldo-centrifugo.
Che però nello stesso tempo è cresciuto tramite internet, youtube ecc. e ha generato la reazione neoborbonica, chiachiella e alla pummarola quanto si voglia, ma rispondente a tematiche separatiste nate altrove.
E da gente che ancora 30-40 anni fa non ci pensava minimamente a voler sfasciare l’Italia, anche se sotto sotto ci detestava lo stesso…..
Oggi con Maroni, la Lega torna al progetto iniziale di Miglio. Maroni non va a fare il celtista-pataccaro da dio po, fa cose più serie.
E se è vero che non dispone di più del 5% dei consensi, naviga ormai in un terreno già abbondantemente arato….
Poco fa mi sono visto un’intervista di Daria Bignardi a Michele Serra, in cui si parlava di Paolo Sizzi.
Ora Serra, sosteneva che i leghisti (a cui Sizzi NON appartiene) sono una minoranza e che la maggioranza dei settentrionali è per l’unità d’Italia e sempre a suo dire, lo avrebbe dimostrato con l’esposizione dei tricolori per i 150 anni dell’unità d’Italia suddetta.
Serra, evidentemente ignora la trasversalità del sentire leghista (di cui qui ci ha più volte parlato Maurizio), e posso testimoniare sempre per esperienza personale di quanti “meridionali” e ORIUNDI “meridionali” siano anch’essi leghisti.
Penso a Rosy Mauro da Lecce (pur cacciata dalla Lega).
Penso a Speroni di madre di Conversano in Terra di Bari.
Penso a Cota, di padre di San Severo in Capitanata.
E mi riferisco alle celebrità.
Ma conosco gente nata, cresciuta e vissuta a Bari da genitori “meridionali”, che da quando si è trasferita a Milano, è diventata leghista anche nella MENTALITA’.
Altro che empatia!
” Pino, io mi stavo riferendo alla Romagna….
Ho parlato forse di Parma? Di Piacenza? Di Modena?”
Mirkhond, via, tu ti riferisci continuamente a tutto il Nord, se poi ti sta più sulle balle la Romagna dell’Emilia che c’entra?
Hai espresso le tue esperienze e il tuo punto di vista. Io ho espresso le mie.
Non c’entra niente sentirsi “un unico popolo”, e tantomeno i mitologici “padani”.
Non è che uno parli sempre e solo perché la cosa lo riguarda personalmente. Se ti posso fare un appunto, a me sembra che tu ne faccia sempre un fatto personale.
Io intervengo anche a favore dei greci che tu a tutti i costi chiami come ti pare a te e vuoi convincere di essere slavi… ma lasciali in pace, dai! 😉
>> fornitura di NOSTRA forza-lavoro per le fabbriche dell’Italia che conta, in cambio di un benessere-briciola di riflesso a noi.
Mirkhond, stai cercando di rivalutare l’intelligenza del politico leghista medio?
ma che stai a scrive?
a questo punto ti devo ricordare l’origine regionale dei politici che hanno governato l’Italia (molto meno in mano alla criminalità di oggi) dalla fine di De Gasperi in poi?
inizio a scocciarmi di queste falsificazioni (per omissione e insinuazione) della storia. un conto sono gli schiavi negri nelle piantagioni del Sud, un conto gli operai meridionali che lavoravano fianco a fianco con quelli di ogni altra regione d’Italia
ciao
Francesco
Allora spiegatemi chiaramente e una volta per tutte PERCHE’ fino a 25-30 anni fa, il Nord-Italia NON parlava e non voleva la secessione dall’Italia “sudica” und “fankazzisten”….
ciao!
Mirkhond
Francesco, Mauricius, io stesso…. siamo degli individui, e non “il Nord”…
ma la mia risposta personale è che, neppure adesso il Nord vuole la secessione!
Perlomeno dalle mie parti, non la vuole nessuno e non gliene frega niente a nessuno.
Forse da qualche parte in Triveneto, non so.
Quanto alla “disunione delle anime”, si tratta di una di quelle cose che è difficile da generalizzare.
Diciamo che fanno tutti come te… 😉
cioé trovi il meridionale simpatico, e allora “che bello il Sud, come sono ospitali loro non c’è nessuno…”, trovi quello antipatico e supponente e allora “però ‘sti terroni chi si credono di essere, ecc. ecc.”; dopo dieci minuti è tutto come prima;
è normale, siamo tutti esseri umani mossi da simpatie e antipatie, e si sa che gli italiani non sono famosi per il sentirsi uniti, ma per il familismo e l’individualismo;
quello che trovo assurdo fare, è proprio generalizzare!
vuoi la cruda verità?
perchè non c’era ancora stato un Bossi a portare l’idea alla mente del popolo
perchè le condizioni di politica internazionale rendevano impraticabile l’idea
perchè l’economia italiana riusciva a crescere nonostante una struttura duale e un Meridione ECONOMICAMENTE non funzionante
credo che il leghismo sia, dal punto di vista economico, una reazione di legittima difesa di fronte a pericolo di morte
Qui secondo qualche sondaggio la secessione piacerebbe a tutti. Ma badare bene che non la ricercano veramente nemmeno quelli che di propaganda secessionista vivono!
Molto più semplicemente, il leghismo è il tentativo di trovare un capro espiatorio ai propri mali.
I politici rubano? Facciamo la secessione, fingendo di ignorare che è Milano la capitale delle ruberie. E così nacque la Lega negli anni ’80.
C’è disoccupazione? Colpa dei meridionali che vengono a rubarci il lavoro.
Gli affitti sono salati? Colpa dei meridionali che ci contendono le case (e, già che ci siamo, evitiamo di affittare la casa ai terroni: così si faceva negli anni ’80).
Le tasse sono alte? E’ perché dobbiamo mantenere il Sud… non perché anche il Veneto registra tassi di evasione fiscale da paura. E, curiosamente, gli emiliani (a quanto pare quelli che evadono di meno) sono quelli che rompono di meno con Roma ladrona.
Leghismo è cercare il nemico esterno per non guardarsi allo specchio.
x MT
in effetti il leghismo è per il 10% quello che dici
però esiste anche il restante 90%
e il giorno dopo la secessione non voterei lega neppure sotto tortura, sono un ingrato
😉
Il restante 90% è prendere tutti quei discorsi sostituendo a Sud e a Meridionali la parola “extracomunitari”. E la sostituzione piace, anche a molti meridionali trapiantati che evidentemente si sentono forti se possono fare fronte comune con i leghisti della prima ora in questa nuova crociata.
Altro nella Lega non l’ho mai visto.
x MT
dovresti, come dice Marx, andare oltre la sovrastruttura politico-fuffistica e studiare l’economia
sennò la Lega sarebbe alla pari col Partito dell’Amore e con gli Umanisti
ciao
I Greci sono quelli antichi.
I Romei/Rum hanno solo in parte tali ascendenze, e sono ABBONDANTEMENTE MESCOLATI con Slavi, Albanesi, Valacchi, Armeni, Siri, Turchi, Arabi, Franchi.
Questo mi dicono i miei studi. Dei nazionalrisorgimentalsmi mistificatori non so che farmene….
ciao!
Mirkhond,
Sì, la Grecia ha avuto varie invasioni, come tutto il mondo, e allora che facciamo?
Ti ripeto, a seguire i criteri che applichi contro i greci nessun popolo al mondo esisterebbe! 😉
Dai su, è perchè i greci ti stanno sulle palle, e ammetilo!
“se poi ti sta più sulle balle la Romagna dell’Emilia che c’entra?”
Mi sta sulle balle il razzismo di chi si crede e si dichiara COMUNISTA e/o di SINISTRA.
Di gente da Riviera che si dichiara e si autorappresenta come mentalmente aperta….
Sizzi e i Veneti almeno sono meno ipocriti….
ciao!
Va bene Mirkhond, ma ripeto: esistono gli stronzi. Purtroppo esistono ovunque. Non è un buon motivo per generalizzare.
Né contro la Romagna, né contro l’Emilia, né contro… i meridionali!
Capito?
Mirkhond
ti voglio dire la verità: a volte ti trovo esasperante… per il tuo prendertela, il tuo generalizzare, il tuo urlare, arrabbiarti…
mi dispiace perché sento che ci stai male. Che ti arrabbi sul serio. Credimi, non ne vale la pena. Non focalizzarti sulle cose negative. Pensa alle persone giuste e buone: che esistono Mirkhond, ovunque. Non farti fregare da divisioni fittizie, che comunque non cambiano niente. Non crearti nemici che non esistono: i veneti, i romagnoli, i greci…
Il mondo non cambierà di una virgola se i Longobardi stavano un kilometro più a nord o più a sud. Non è che questo che risolverà i problemi di nessuno, non è questo che ci farà stare bene. Magari una bella giornata di sole, o perchè no di pioggia, a seconda dei gusti, quello sì.
Non ci perdere la pazienza, su ‘ste cose. Stai tranquillo!
Un abbraccio.
“i greci ti stanno sulle palle, e ammetilo!”
Beh, sì, mi stanno sulle palle quando negano ciò che sono e si rifanno ad un passato PREcristiano e PREromano, tra l’altro pure molto rielaborato e mistificato….
E in base a questa mistificazione si sentono autorizzati a disprezzare i loro confinanti con cui invece hanno davvero moltissimo in comune, a cominciare proprio dal sangue e da abitudini culturali….
ciao!
Voglio dire che se Di Vita e Maurizio si sentono più figli del loro tempo e del loro luogo che dei loro genitori, non ci trovo nulla di male. Al contrario!
Ciò è sintomo che l’integrazione non è un’utopia, e con le loro stesse vite, dimostrano chiaramente quanto malato e infelice sia il povero Sizzi….
Non me la prendo nemmeno se Andrea ci disprezza. Lo capisco. E’ di un’altra terra e come ha detto onestamente Francesco, le differenze ESISTONO….
Quel che trovo singolare in chi ragiona come Andrea, Maurizio, Sergio Romano ed Ernesto Galli della Loggia, è quel loro frantumarci le palle co sto’ risorgimento, il magnificare la loro unità d’italia, sputando merda a palate contro le “arretratrissime” und “sgovernatissime” Due Sicilie rette dai biekiSSimi Borbone, quasi che ci hanno fatto un’opera di elemosina, di carità a tentare di liberarci dal nostro “lezzo” di sporki levantini.
E poi questi stessi OGGI, quando abbiamo DAVVERO bisogno di aiuto, ci mollano, ci mandano affanculo, che sono affari nostri e che ce la dobbiamo fare da soli, così come hanno fatto loro, così bravi, perfetti, sempre integerrimi e onesti.
L’Italia che CONTA insomma. La loro….
Allora se è così, se vi facciamo così schifo, PERCHE’ non ci avete pensato più di 150 anni fa ad unificarvi SOLO il vostro Nord e lasciare in pace a noi, con tutti i nostri difetti?
Perché nel 1860-1861 ci avete rotto le palle con un’invasione e con una melensa e IPOCRITA retorica del siamo tutti fratelli (?)
” Allora se è così, se vi facciamo così schifo, PERCHE’ non ci avete pensato più di 150 anni fa…”
eh, ma sei come quei leghisti che volevano “fermare Garibaldi” o volendo come in “Non ci resta che piangere”, dove volevano fermare Colombo… 😉
il fatto è che l’unità politica d’Italia è stata fatta male, e quasi tutti i mali che giustamente ricordi sono una conseguenza di questo;
questo non implica che tutti quelli che la volevano fossero degli ipocriti, dei colonizzatori o dei “carpetbaggers”.
tecnicamente
noi non c’eravamo 150 anni fa, caro Mirkhond
😀
Pino
La mia era una “provocazione”.
Sono anni che studio e mi interrogo sulle cause che produssero quell’unità.
La mia domanda a cui gli interessanti non rispondono, verte su un modo di ragionare che mi sembra, diciamo, contraddittorio.
Da un lato esaltano il risorgimento e l’unità d’Italia sbeffeggiando come revisionisti alla pummarola coloro che ne contestano eventi e soprattutto modalità.
A sentir loro sembra che abbiano fatto un’opera buona e caritatevole verso questi selvaggi e arretrati maruchein dla Maruconia, anche se per la retorica si era tutti fratelli (?) da riunificare….
Poi dall’altro, quando OGGI i “fratelli” sudici chiedono il CONTO, e cioè un aiuto concreto e fattivo in base a questa “fratellanza”, ecco che LE STESSE PERSONE, si lavano pilatescamente le mani, dicendo che sono cavoli nostri, che ce la dobbiamo vedere da soli, che loro hanno fatto questo e quello, hanno fatto così e colì ecc. ecc. ecc.
Queste ottime persone, alcune di fiera e dichiarata origine “meridionale”, vivendo in altri contesti, sembra che non colgano l’enorme difficoltà, se non l’impossibilità di farcela da soli a combattere il malaffare, la malasanità, l’individualismo, il familismo clanico, la debolezza e l’insussistenza delle nostre classi dirigenti, la mafia e la camorra, le uniche vere e forti associazioni imprenditoriali di casa nostra.
Non sono persone cattive e insensibili. Al contrario.
Sono persone profonde e di elevatissima cultura.
Eppure NON capiscono la sofferenza dei loro “fratelli” dell’Italia che NON conta….
ciao!
Per mirkhond
‘contraddittorio’
Mirkhond… se mi prometti di non metterli a urlare… provo a risponderti… 🙂
Come spesso càpita quando ci appare una contraddizione, in realtà c’e’ solo un malinteso.
Il calcolo politico soggiacente al Risorgimento era che l’Unità Nazionale era ed è condizione necessaria per il riscatto dallo sottosviluppo.
OT: Questo è un ragionamento, concorderai con me, tipicamente Massonico. E’ giustificato, a parer mio, per lo stesso motivo per cui oggi e in futuro le alzate di testa di questa o di quella nazione Europea da sola non fanno che sottolineare il declino, mentre solo quando parla a una voce l’Europa può alla lunga contare qualcosa. Alla lunga, per risolvere i problemi globali dovremo arrivare a una qualche forma di Stato mondiale, e questo non potrà che essere in qualche misura collettivista, perché i problemi collettivi si affrontano collettivamente. In altre parole, ci vuole l’anticristo di Solov’ev, inclusi il mondialismo, il relativismo etico, la legge Mancino e l’indifferentismo, e non le ‘Piccole Patrie’, la ‘Libera Iniziativa’, il ‘Diritto Alla Vita’ e la ‘Tradizione’. Se gli Illuminati di Baviera non sono esistiti, bisognerà inventarli. La ‘società’ prenderà il posto della ‘comunità’ esattamente come i sedentari hanno preso il posto dei nomadi. FINE OT
Attenzione però: condizione necessaria non vuol dire condizione sufficiente.
Così come non basta essere fra gli Stati fondatori della UE per essere al passo con la UE (non parlo solo dello spread, ma di coppie di fatto, aborto, parità della donna sul luogo di lavoro, collegamenti in banda larga, chilometraggio delle metropolitane, asili nido, diritti degli immigrati, lotta all’evasione fiscale e simili) così non basta ‘avere fatto l’Italia’ per pretendere che i problemi degli Italiani trovino per ciò stesso una soluzione più facile.
Il paragone con la Polonia, che conosco un poco, può chiarire meglio il mio pensiero. La Polonia ha passato mezzo secolo sotto occupazione straniera e governi collaborazionisti, preceduti da sei anni di guerra di sterminio, preceduti da vent’anni di dittatura militare, preceduti da una guerra mondiale combattuta sul suo territorio a sua volta infine preceduta da centosettant’anni e rotti di spartizione fra potenti nemici stranieri, dopo essere stata saccheggiata dagli Svedesi ai tempi della Guerra dei Trent’Anni. In pratica, quasi mezzo millennio di devastazioni consecutive, con pochi decenni di pace e prosperità nel mezzo. I Polacchi hanno dunque tutti i motivi per lamentarsi della Storia. Pure, oggi non solo l’economia Polacca rifiorisce, ma la cosa interessante è ‘come’ rifiorisce. Evasione fiscale quasi sconosciuta, circa il 90% dei finanziamenti Europei disponibili utilizzati in modo esemplare. Mia moglie ha vissuto metà della sua vita in tre stanze con cinque persone in famiglia, ma per strada rimette l’orologio sull’arrivo dell’autobus.
E’ la Polonia un Paese meno Cattolico dell’Italia meridionale? Ha un clima migliore, una terra più fertile, porti più capienti? Ha una cultura più antica? No di certo. Le uniche ricchezze che la Polonia ha e l’Italia meridionale no sono il carbone e lo shale gas; ma se è per questo ben altre sono le carte che il Meridione d’Italia ha nel mazzo.
La differenza fondamentale a sfavore del Mezzogiorno è che in Polonia quando gli racconti che i Carabinieri vengono svillaneggiati quando inseguono uno scippatore nei Quartieri Spagnoli semplicemente si rifiutano di crederti (esperienza personale).
Mia madre, Pugliese di Lucera e orgogliosa (a ragione) di esserlo, si arrabbia molo quando glielo faccio notare e mi dice sempre che è ‘colpa dello Stato’. Nel suo giustificato furore polemico comprensibilmente dimentica che non solo è lo Stato Italiano il principale datore di lavoro della sua terra natale, ma che questo Stato è stato governato fino a poco fa per lo più da governanti Meridionali eletti da Meridionali.
(Amicus Plato, sed magis amica veritas.). Le voglio tantissimo bene perché è mia madre. Ma il suo è un alibi.
Ho sentito Napoletani colti e illuminati dirmi che se a Napoli (o a Bari, o a Monreale) c’e’ tanta delinquenza è perché c’e’ tanta disoccupazione.
Sbagliato.
C’e’ la disoccupazione perché c’è la delinquenza.
In Polonia, dove il rispetto dello Stato è innato (e dove non c’erano i Borboni, en passant, il cui ‘governo dei lazzaroni’ è descritto pure da Goethe) vivono ancora adesso in stragrande maggioranza dei gran morti di fame come e più che nel Mezzogiorno d’Italia. Ma le scene tragiche di un Cetto La Qualunque o di una processione del santo patrono che si ferma davanti alla casa del capo bastone sono al di là dell’immaginazione. Ovvio che arrivati i Savoia si siano appoggiati ai baroni e ai camorristi locali. Meno ovvio che centocinquant’anni dopo si votino ancora certe facce.
Non è una questione razziale, religiosa o geografica, ma solo ed esclusivamente culturale. Il familismo amorale non lo hanno inventato i Savoia, e nemmeno Garibaldi, Mazzini, la Massoneria e se per questo -guarda tu cosa mi tocca dire- nemmeno la Chiesa Cattolica (e difatti in Polonia il familismo amorale è assente).
Non c’entra l’indubbio furto dell’oro del Regno di Napoli da parte dei Savoia, a titolo di bottino di guerra nonostante l’asserita natura comune dell’Italia Unita: lo stesso furto è avvenuto ai danni di Genova e di Firenze e di Venezia e di Modena, ma in questi luoghi siamo lontani dallo scherno ai Carabinieri che ho detto prima.
Non c’entrano nemmeno il disincanto e lo stellone Italici, perchè questi ci sono pure a Milano o in Veneto.
Il Nord dell’Italia alimenta in gran parte l’economia Italiana, e la UE fornisce a tutti la stessa possibilità di accedere ad aiuti economici. E’ una possibilità minima, e andrebbe certo aumentata: ma è la stessa a Bari e a Cracovia.
Non possono essere altri che i Meridionali a risolvere il problema. Problema che, come tu stesso onestamente hai riconosciuto, in assenza dell’Italia Unita sarebbe anche peggiore.
Gli altri, tutti gli altri, Mirkhond, hanno già dato.
Finchè verranno baciate le mani ai mammasantissima, non c’e’ niente da fare.
Ciao!
Andrea Di Vita
Caro Andrea
Grazie per avermi risposto e illustrato il tuo pensiero.
A parte il tuo astio antiborbonico che alla luce dei miei studi, non riesco ad appoggiare, hai colto un difetto, una colpa che è innanzitutto nostra, di noi napoletani.
Difetto che si puo’ riassumere nelle due i: Individualismo e Invidia.
Siamo infatti molto individualisti, al massimo familisti clanici senza un gran senso dela res publica, della cosa pubblica, dello stato, anche del nostro stato. E non mi riferisco all’Italia.
Poi siamo anche invidiosi, invidiosi di quei nostri stessi connazionali geniali, fantasiosi, creativi, il cui talento e le cui doti potrebbero far grande la nostra patria.
E che invece sono schiacciati da un baronaggio politico e accademico di quelli peggiori, dai guido tersilli paraculi, furbi, ruffiani e ammanicati con questo e con quello, delle nullità che non valgono niente, ma che hanno il potere sufficiente per schiacciare, per castrare, soffocare i migliori non raccomandati e senza clan familiari potenti.
E parlo per esperienza personale.
Ora assodato tutto questo e ciò che tu giustamente hai detto, di chi è la colpa di questo?
Oggi lo si attribuisce ai Savoia. Ieri quando tu eri ragazzino e ancora nella mia infanzia, ai biekiSSimi Borbone.
I medievisti di sinistra della mia facoltà di lettere, ai Normanni e al fin troppo lodato Federico II di Svevia, che con il loro centralismo avrebbero soffocato le nascenti autonomie cittadine nostrane.
Insomma si tirano fuori tutto e tutti.
Ora io sinceramente non so da quando questa mentalità si è diffusa. Ma so che non l’hanno creata i Borbone, ancor più settentrionali (non diciamo norreni se no Pino si arrabbia 😉 ) dei borgognoni Savoia.
I Borbone discendono da Roberto il Forte (820 c.- 866) feudatario della Francia Occidentale e originario forse della regione di Parigi!
Come ho accennato in precedenza, tutte le nostre dinastie sono venute da fuori e sono tutte di origine nordica.
Normanni e Svevi poi, favorirono la colonizzazione di vaste aree della Sicilia e di alcune enclavi della Basilicata e Calabria, di immigrati “lombardi” cioè gente del retroterra di Savona, del Piemonte, delle Langhe, del Monferrato, di Parma e di Lucca.
Popolazioni che ancora oggi, pare, che in alcune aree della Sicilia conservino tracce delle loro parlate lombarde!
Penso a Caltagirone vicino a Licodia Eubea.
Penso a Corleone, ripopolata in due ondate nel 1208 e 1243, da coloni monferrini guidati da Oddone di Camerana e di parmensi guidati da Jacopo Mostacciolo da Parma, ministro di Federico II.
Ripopolamento lombardo che doveva eliminare e assimilare la popolazione arabo-maghrebina musulmana dell’Isola e favorirne la cattolicizzazione-latinizzazione.
E Corleone lo sappiamo è stato uno dei “santuari” della Mafia!
Ora la domanda che mi faccio ma a cui non trovo una risposta credibile è come e quando è nata la nostra cattiva mentalità?
Mentalità che ci impedisce di ridiventare una nazione che non deve piangere ed elemosinare niente da nessuno?
ciao!
Per mirkhond
Beh, a Caltagirone il dialetto calatino include parole Genovesi come ‘carrugio’, quindi mi sento punto sul vivo 🙂 . Del resto è possibile che i vari Genovese in Sicilia (inclusi i mammasantissima) provengano dai banchieri miei concittadini che prestarono soldi agli Angio’ e finirono per portar loro il Genovesissimo gioco del Lotto.
Per quello che vale, io ho sempre immaginato che a sviluppare il ‘familismo amorale’ sia stato il ruolo subalterno che molte società nel Meridione si sono viste riservare da sovrani d’origine straniera (Angioini e Aragonesi ben prima dei Borbone) il cui dominio sul territorio era essenzialmente dominio sui vari baroni del territorio. Insomma, a leggere ‘Il cappello del prete’ non ci si aspetta di trovare al Sud una coscienza civica superiore a quello che mi aspetterei di trovare fra i servi della gleba descritti nel Piemonte medievale del ‘Baudolino’ di Umberto Eco. Se il servilismo è appunto mentalità da servi della gleba, mi aspetto di ritrovarlo dovunque ci si sia attardati nel Feudalesimo anche in epoca moderna.
A peggiorare le cose nel Meridione sta anche il fatto che mentre fino al Mille o giù di lì il Meridione era pur sempre il centro del mondo conosciuto, con le navi che da Palermo e Brindisi raggiungevano il Vicino Oriente e di lì l’Asia e l’Africa, dopo la conquista Araba, il peggioramento delle relazioni interreligiose al tempo delle Crociate, Gengis Khan, la Peste Nera e la definitiva interruzione della Via della Seta con Tamerlano il Meridione d’Italia è diventato periferia d’Europa, e le terre di Puglia, Lucania ecc. sono servite solo come riserva di caccia e latifondo per nobili. Una situazione non diversa dall’Irlanda o da certa Scozia dell’Ottocento, insomma.
Ancora la Polonia brilla come eccezione: è rimasta feudale come e peggio del Meridione Italiano fino alla Spartizione settecentesca, ma la base della società Polacca era il piccolo proprietario terriero membro della nobiltà locale, la szlachta (pron. shlàh’ta, imparentato forse col Tedesco ‘schlecht’ = ‘cattivo’). Era questo ‘ranchero’ ante litteram che difendeva sè, la sua famiglia, la sua terra priva di difese naturali e i suoi servi dalle incursioni dei Tartari proprio come i cow boys combattevano i Pellerosse. Lungi da una società simile ogni possibile servilismo, anzi semmai è allora che i Polacchi si fanno quella nomea di ‘ostinati testoni’ che l’epopea di Wojtyla ha confermato al mondo.
Nulla di immutabile a questo mondo, per carità. Il carattere di un popolo, mi insegna Toynbee, si forma proprio in risposta alle sfide. I Polacchi sono diventati ostinati testoni a furia di stringere i denti contro i Tartari. I Tedeschi una volta erano considerati un popolo pacioccone dedito alle buone bevute e alle fumisterie metafisiche, poi si sono stufati di essere lo zerbino della Francia e agli occhi del mondo sono diventati tutti Prussiani dai baffetti e gli elmetti a punta. Oggi il peggior Meridionale è lo schettino del ‘salga a bordo ca??o!’ , ma a furia di Saviano è ben possibile che la lunga lotta contro le camorre riscatti come ben merita il nome del Mezzogiorno nel mondo.
Ciao!
Andrea Di Vita
Ringrazio Andrea e Maurizio che con le loro considerazioni e i loro esempi personali e familiari di vita vissuta, ci stimolano in ulteriori riflessioni….
Per Maurizio
Quando te la senti, mi puoi spiegare gli eventi del 1848 a Treviso?
Cosa fecero i Trevigiani e provincia nel marzo-ottobre 1848 e poi fino alla capitolazione di Venezia (26 agosto 1849)?
Quale fu davvero il rapporto della popolazione col dominatore austriaco nel 1848-49 e nel 1814-1866 in genere?
I Ladini stanno solo nel Cadore o anche a Belluno, Feltre e Alano di Piave?
I ladini sono solo nell’alta provincia di Belluno: il bellunese è un dialetto veneto a tutti gli effetti, il feltrino secondo alcuni è solo una variante del bellunese. Ma non ci si deve aspettare che entrando in Cadore la ladinità si noti ad orecchio: l’accento dei cadorini è quello veneto settentrionale, perfino a Sappada (teoricamente isola germanofona). Gli stessi cimbri del Cansiglio hanno una cadenza compeltamente veneta, perché alla fine sono immersi in un mondo venetofono.
Il rapporto con l’Austria è un argomento che non ho mai approfondito troppo e che invece è così complesso da andare approfondito.
Treviso è a poco più di 20 km da Venezia, comunque, ed era da quando aprì le porte ai Veneziani che le ruotava intorno: i signori di qui, una volta che mettevano da parte una discreta fortuna, si trasferivano quasi sempre nella città lagunare, abbandonando le proprie residenze trevigiane.
Nel Rinascimento, poi, ci furono degli avvenimenti traumatici che resero la città simbionte con Venezia: il restauro della cinta muraria (e chiusura di tutte le porte tranne tre; leggi: il libero comune è diventato un fortilizio) e l’assedio della Lega di Cambrai (e la distruzione di tutti i sobborghi cittadini per esigenze difensive). Da quel momento Treviso è diventata niente altro che la via d’approvvigionamento alimentare di Venezia (se mai un giorno finirai da queste parti, ti consiglio la bella passeggiata lungo la strada, l’Alzaia, che serviva a trainare le chiatte controcorrente lungo il fiume, perché venissero caricate di grano e potessero riprendere la volta della laguna). Da allora tutto quello che è successo a Venezia è successo anche a Treviso, suo ideale sobborgo di terraferma.
A Venezia il passaggio all’Austria non piacque e dunque non piacque nemmeno a Treviso, nè la prima volta (a Campoformido) nè la seconda (a Vienna). Gli austriaci in Veneto dovettero appoggiarsi alla Chiesa per governare, anche se poi, durante la rivolta del ’48, i volontari cittadini si facevano chiamare “crociati” e il vescovo il benedì di buon grado alla loro partenza per la guerra d’indipendenza.
Appena si seppe dell’insurrezione veneziana del ’48, i trevigiani elessero un podestà e gli austriaci abbandonarono la città (senza scontri armati degni di nota: una costante che ho notato della storia di Treviso è la carenza totale di spirito bellico). Per qualche mese la città mantenne l’indipendenza, ma alla fine, all’arrivo dell’esercito austriaco, capitolò. Per qualche strana ragione, l’entrata e l’uscita degli austriaci dalla città avvenne, tutte e tre le volte (’48 e ’66) dalla stessa porta (quella occidentale): perché dà verso il Quadrilatero? O perché era raggiungibile dal Castello (che ora non esiste più) passando da una zona scarsamente urbanizzata? O per puro caso?
Su cosa pensasse la popolazione realmente, è impossibile a dirsi. Si dice che la memoria collettiva duri in media 70 anni: ne sono passati più del doppio. Il fatto che la rivolta si sia diffusa a macchia d’olio in tutta la regione, abbia costretto gli austriaci a ritirarsi e sia stata sedata solo dopo mesi fa pensare che in effetti le idee risorgimentali godessero di una notevole diffusione. La controprova sarebbe anche la rivolta di una città (Treviso) che in secoli di storia ha sempre aperto le porte a tutti gli eserciti di passaggio (e lo avrebbe fatto anche nel ’48: il consiglio cittadino, pur di far cessare i bombardamenti, deliberò la resa senza neppure dare il tempo ai reparti di volontari che volevano continuare a resistere di ripiegare su Venezia).
E oggi, mi dispiace deludere i fautori degli stereotipi ed i leghisti incalliti, non mi sembra che si guardi all’Austria come a un faro. Tante iniziative ricordano il Risorgimento ed i fatti del ’48, si parla discretamente della Serenissima, bene (soprattutto da parte della classe colta cittadina) di Napoleone (soprattutto per il Catasto, miniera d’oro per gli appassionati di storia locale, e per il nostro liceo classico, dove appunto tale intellighenzia ha studiato), bene di Mussolini (che piace tanto a Gentilini), ma mai nessuno parla di quando Treviso è stata austriaca. Anzi, messo a contatto con l’altoatesino germanofono, il veneto medio è facile che si lasci andare in un “siamo in Italia, impari a parlare” o espressioni equivalenti.
In parole povere, Gentilini ha chiamato i trevigiani “razza Piave” (espressione che indica i veterani della Grande Guerra sulla linea del Piave), Ugo Foscolo (che, come tutti i locali importanti, è destinatario di idolatria) ha parlato male del Veneto austriaco, i rievocatori politicizzati si camuffano da azzurre “guardie venete” e non da bianchi “crucchi”: si fantastica di Serenissima, si è saldamente ancorati all’Italia e di Austria, Asburgo e tedeschi non gliene cala niente a nessuno.
@ PINO & MIRKHOND
Inoltre non si ricorda mai abbastanza che finché c’erano i Borbone la Criminalità Organizzata nell’ Ex Regno delle Due Sicilie non contava praticamente nulla … la situazione che conosciamo oggi si venne a formare solo con i Savoia, per un perverso sistema di alleanze Stato Italiano (ovvero “Piemontese Ipertrofico”) & Cosche per il controllo del territorio.
Una situazione sfuggita di mano ai Politicanti di un “Re Galantuomo” che NON ebbe neppure la decenza formale di rinominarsi Primo (!) Re d’ Italia.
Per tacere della grottesca ambiguità, specie in quest’ultimo periodo da Ciampi a Napolitano, fra“Repubblica Italiana” e “Unità d’Italia”.
” finché c’erano i Borbone la Criminalità Organizzata nell’ Ex Regno delle Due Sicilie non contava praticamente nulla …”
Non ne sono affatto sicuro. Tra l’altro non sono affatto sicuro che la criminalità organizzata secondo modelli mafiosi fosse tipica del Sud.
Non solo perché mi pare un modello diffuso più o meno ovunque (Russia, Cina, vattelapesca….) e in fondo il sistema che prende qualunque crimine sufficientemente organizzato;
ma anche perché credo che in effetti esistessero molte altre forme di criminalità proprio legate “geneticamente”, o filologicamente se vogliamo, alla Mafia, anche nel Nord Italia (e centro ovviamente), solo che sono spartite prima di avere l’occasione sociale di diventare importanti, e di alcune rimangono in effetti solo i nomi, come di quella piemontese o di quella lombarda (la “ligera”)…
purtroppo queste organizzazioni non è che tenessero registri scritti, elenchi di soci o libri contabili, tantomeno avevano storici e annalisti, ma sarebbe carino ricostruirne un albero genealogico, partendo, chissà, dalla Spagna del Siglo de oro…
Per Moi
Qualche tempo fa leggevo che al momento dell’arrivo a Napoli Garibaldi dovette mettersi praticamente nelle mani di un riga di capi bastone camorristi per controllare la città. Il che dimostrerebbe che sotto il Borbone la criminalità organizzata contava eccome- Del resto la Mafia ha origine ben più antiche dell’Unità d’Italia.
Ciao!
Andrea Di Vita
Per Mauricius
“Treviso è a poco più di 20 km da Venezia”
Grazie della splendida descrizione 🙂 E poi da quelle parti c’è l’improbabile Bepi Bisetto…
Descrizione che valeva più una volta di adesso. E’ da un po’ che Treviso guarda maggiormente alla più distante Padova (la sede universitaria, molto più di Venezia) e, parallelamente, si è “campagnolizzata” nel magnificarsi di uno splendido isolamento mentale. Mi raccontarono di un vecchio trevigiano che divideva il mondo in abitanti di questo comune (all’epoca solo il centro dentro le mura e poco altro) e altri.
Sempre per Maurizio
Su internet ho letto un brano tratto da un testo : Senza via di scampo. Gli stupri nelle guerre mondiali, di Michele Strazza-Consiglio regionale della Basilicata. 2010.
Ora nel brano reperito in internet, si parla degli stupri commessi da militari tedeschi e austroungarici nel Veneto okkupato ad est del Piave nell’ottobre 1917-ottobre 1918.
Purtroppo la cosa non mi meraviglia affatto, dato che in guerra tutti si comportano da briganti…
Quello che invece mi ha colpito è questo :
“Anche gli ospedali non erano più luoghi sicuri. In quello di Oderzo subirono violenze le stesse suore infermiere le quali poi confessarono alla Commissione* che, per non avere noie, “bisognava accontentare gli ufficiali nemici in tutto”.
* La Commissione di cui si parla, fu costituita dalle autorità italiane nel novembre 1918, finalizzata al risarcimento danni richiesto dall’Italia al tavolo dei vincitori, e i cui lavori vennero pubblicati in 7 volumi nel 1920-21, dal titolo (Relazioni della Reale Commissione d’inchiesta sulle violazioni dei diritti delle genti commesse dal nemico), in particolare nel IV volume (L’occupazione delle provincie invase, capitolo “Delitti contro l’onore femminile”) e nel VI (Documenti raccolti nelle provincie invase).
Ora, stando ai tuoi studi, questa storia delle suore di Oderzo ha un qualche fondamento, oppure si tratta di propaganda postbellica?
da: http://www.storiain.net
Purtroppo per me la sinistra Piave è un mondo misterioso.
“Tra l’altro non sono affatto sicuro che la criminalità organizzata secondo modelli mafiosi fosse tipica del Sud.”
Ad esempio la Cocca di Torino (Coca in Piemontese), spietata associazione a delinquere finalizzata al furto, al controllo della prostituzione e in stretti rapporti col governo sabaudo nel 1854-1861, e il cui capo era ….il capo della stessa polizia di Torino, Filippo Curletti, braccio destro di Cavour, agente segreto ed organizzatore dei plebisciti-farsa nei ducati di Parma, Modena, nelle Legazioni Pontificie, in Toscana, e agente di collegamento con la camorra napoletana di Don Liborio Romano nel 1860-1861!
ciao!
* @ Mirkhond *
Be’, saranno pure gli Storici NeoBorbonici (o simili) gli unici a dire che se l’Italia è finita alla mercé della Criminalità Organizzata è a causa del bisogno dei Savoia di allearvisi contro un Meridione che non si rassegnava al nuovo assetto geopolitico … ma mi sembra molto calzante. D’altronde anche l’ exploit di emigrazione comincia proprio quando il Meridione dovette pagare, grottesca tragedia, i costi economici della sua stessa invasione e repressione.
* @ Pino *
Fra gli Emigrati piacentini in Francia c’era anche il padre dello scrittore anarchico Francese François Cavanna* _ vivace testimonianza letteraria dei NordItaliani Immigrati in Francia, specie Costa Azzurra _ proprio di Bettola (PC), come PierLuigi Bersani !
* Paradossalmente è uno Strenuo Difensore dell’ Ortografia e della Grammatica della Lingua Francese Accademica … contro ogni tentata riforma semplificatoria.
Di Bettola era anche il più anziano reduce francese (e italiano, ha combattuto in entrambi gli eserciti) della Prima Guerra Mondiale…
su Curletti: è il nome di un paese o frazione nell’altro Appennino piacentino, presso Ferriere… mi è rimasto impresso quando lo ho visto perché suona molto poco “locale”, quasi lombardo… non so da chi o cosa prenda il nome… da quelle parti c’è anche Pareto (altro paesino) credo legato alla famiglia del noto economista
Già che ci sono, svelo finalmente 🙂 l’ Arcano di quel “I Suma” [cit.]
http://www.storiain.net/arret/num54/artic1.htm
… e relative mistificazioni.
Per Pino
Filippo Curletti era originario delle Langhe.
Per Moi
Qua sei l’unico che ha capito le nostre ragioni.
L’emigrazione di massa fu un bel regalino di Piemontitalia….
ciao!
che io sappia, l’emigrazione di massa fu un fenomeno che riguardò un pò tutti gli stati europei, nel corso dell’800 e del ‘900
e non tutti furono invasi dai piemontesi … beati loro, verrebbe da dire, poi penso a chi fu invaso dai prussiani
Ciro De Gennaro, da Stellammare di sotto, è ‘nu bravo guaglione.
Ha due passioni, ‘o pallone, è centravanti titolare della squadra del paese, e i motori.
è conosciuto come un drago nella riparazione dei motorini e, finalmente, con il diploma di perito meccanico in tasca, cerca di entrare in una delle tre officine del paese.
Nella prima sa benissimo che hanno bisogno di una mano (infatti spesso è andato a lavorare da cicciuzzo ‘o pirata “per fare esperienza”). Ma finché si tratta di dare una mano gratis, vabbuò, quando però si vuol essere pagati, il sorriso di cicciuzzo si trasforma in un ghigno cattivo “soldi nun ne tengo”.
Prova allora da sasà ‘o scassamacchine. Un incapace di quel tipo potrebbe aver bisogno del suo talento. Alla prima domanda “uagliò ma tu di che famiglia sei, io nun te cunusco” Ciro capisce che non è cosa…sasà ha un figlio per il quale tiene un posto in caldo (un imbecille che manco sa cosa è un pistone) ma soprattutto ha amici che hanno figli, e parenti che hanno figli…
Stessa cosa da Pino ‘a capasciapita…lui ha altri amici e glielo dice chiaro e tondo “tu si ‘nu bravo guaglione, e io ti voglio aiutare, ma se tu non sei amico dei miei amici, io come faccio a prenderti con me? Mica posso fare uno sgarbo agli amici”
Che fare?
Ciro è bravo e ha qualche strumento a casa, perché non provare a mettersi in proprio?
Non ha finito di raccontare agli amici al bar questa pensata, che subito il telefono suona a casa. Risponde la mamma. “signo’ glielo dica a suo figlio, per il suo bene, a Stellammare di sotto già tre officine ci stanno, che ce ne facciamo di una quarta?”
Ma Ciro è testardo.
Chiede alla banca del paesello un prestito per rimettere a posto il garage di mammà e trasformarlo in officina. L’impiegato, al quale Ciro a riparato più volte il motorino, è entusiasta, ma deve chiedere al suo superiore. Qualche giorno dopo richiama Ciro “Cirù, per il suo bene, a Stellammare di sotto già tre officine ci stanno, che ce ne facciamo di una quarta?”
Ma lo abbiamo detto, Ciro è testardo. Inizia a riparare motorini nel garage di casa.
Dopo qualche giorno, viene a trovarlo l’amico Peppe. Ha la faccia sconvolta.
“cirù t’o ricordi ‘o motorino mio, chillo che hai riparato ieri?”
“si peppe, che c’hai un problema?”
“l’ho trovato bruciato stamattina”
passano i giorni, e i giovani di casavatore si accorgono discutendo al bar che ogni volta che Ciro ripara un motorino, immancabilmente viene bruciato….sarà un caso? ‘a malasorte?
Ciro si ricorda le parole dell’anonimo al telefono e dell’impiegato di banca, e sarà anche testardo ma certo non è stupido. Ci sono già tre officine a Stellammare di sotto.
Che fare?
Nell’attesa, Ciro va a giocare a pallone con la squadra. È l’ultima partita di campionato, basta un pareggio con l’ultima in classifica per essere promossi in serie X. a quei brocchi li hanno già seppelliti di gol all’andata.
Mentre si preparano negli spogliatoi, entra un tizio che con fare brusco dice “uaglio’ nun facimme cazzate. Voi questa partita la perdete tre a zero.”
Basta uno sguardo veloce ai compagni di squadra per capire che quello sarà il risultato…anni dopo Ciro leggera sul Mattino che un’agenzia di scommesse aveva segnalato alla procura di Napoli un giro anomalo di puntate su quella partita di serie Z.
Passano i mesi e Ciro ha un colpo di fortuna. Un amico gli propone di associarsi a lui per la gestione di un nuovo bar. Ciro capitali non ne ha, ma è un ragazzo di buona volontà e il lavoro non lo spaventa. Il lavoro no, ma il tizio della partita che gli chiede “qualcosa per l’assicurazione” si. Ed anche quell’altro tizio che gli dice “vi siete sbagliato, è a noi che si paga l’assicurazione”. E pure quel colpo di proiettile che gli spacca la vetrina.
Che fare?
A Ciro le guardie non sono mai piaciute, ma le pistolettate sono troppo. Va a denunciare al posto di polizia la rottura della vetrina
“ehhh uagliò, ma che vuoi che sia….ma tu l’hai pagata l’assicurazione?”
ciro pensa….forse vado in procura a Napoli….poi si ricorda del suo amico che fece una denuncia simile. 5 anni di calvario, di minacce continue, di telefonate nel cuore della notte per arrivare ad una sentenza che condanna Pasquale o’ Criminale a due anni con la condizionale. Ma ai fratelli, agli amici ai parenti di Pasquale, chi li ha tenuti buoni in quei cinque anni?
La sera stessa èuna telefonata che gli scioglie ogni dubbio “stronzo, che ci facevi dalle guardie stamattina? Tu al bar non ci lavori più da domani”
Ciro, che non è più tanto testardo, ormai ha capito l’antifona. Saluta il socio e si mette a pensare.
Che fare?
Nel frattempo, vede al bar un angelo. Gli occhi azzurri dell’angelo gli fanno perdere ogni timidezza, si siede con lei ed iniziano a chiacchierare. Il prossimo appuntamento è per domani.
La sera stessa, la solita chiamata “strunze ‘e mmerda, chella nun è robba per te”.
L’angelo non si presenta all’appuntamento, ma al bar siede una faccia conosciuto. Dove l’aggie visto? Ah, ora mi ricordo era entrato negli spogliatoi a minacciarci alla fine del campionato….vabbé niente caffè per oggi e niente angelo né oggi né domani.
Passano i mesi e si arriva alle elezioni. Giuvannino ‘o splendido, una vecchia volpe del paese, annuncia la sua candidatura. Al bar dei disoccupati (cosi’ si chiama il bar dove Ciro si ritrova con gli amici) corre voce che se Giuvannino sarà eletto, a Stellammare di sotto il comune assumerà 30 postini. Basta fotografare la scheda con la croce al posto giusto.
Andrea, Francesco e tutti quelli che pensano “aiutati che dio t’aiuta”. Che gli diciamo di fare a Ciruzzo?
(scusate il napoletano osceno)
Per roberto
‘che gli diciamo’
Beh, dopo che non hanno mai detto niente:
il proprietario del bar
l’angelo incontrato al bar
il proprietario della prima officina
il proprietario della seconda officina
il proprietario della terza officina
il direttore della banca
il questurino
il proprietario della squadra di calcio
l’allenatore della squadra di calcio
ecc. ecc.
io quello che gli direi a Ciruzzo è più o meno:
‘Caro Ciruzzo bello, visto che hai voglia di lavorare e che sei pure bravo vattene a cercare un paese dove troverai compaesani un poco meno muti e un poco meno stronzi. E già che ci sei, guarda, quando vieni via, magari non votare per quelli che stanno alleati a quelli che hanno sempre comandato al paese tuo.’
Poi pero’ quelli rimasti a casa, per favore, non vengano a ‘chiagnere e fottere’ e a piatire miseria. Anche perchè ‘i tizi della partita’ sono lupi solamente perchè tutti gli altri si sono fatti pecore. Restino a casa loro a fare gli schettino della situazione.
Chi pecora si fa il lupo se lo mangia.
Ciao!
Andrea Di Vita
Come non concordare con Andrea?
la domanda è “ma chi mai te lo fa fare di restare in questo posto di merda?”
mi rifiuto di pensare che mammà vuole il suo Cicciuzzo vicino in un posto dove gli hanno pure sparato
e i soldi per pagare i postini dove pensa di prenderlo lo Splendido?
il bello di Castellamare è che all’inferno la via d’uscita non c’è, lì sì (e infatti il mondo è pieno di napoletani che hanno avuto successo e libertà, altrove)
“e i soldi per pagare i postini dove pensa di prenderlo lo Splendido?”
giusta osservazione, ma
1. chi ha detto che una volta eletto lo splendido mantenga la promessa
2. se la provincia di palermo paga della gente per spalare la neve, due spicci per il postino, o usciere o qualcosa del genere non li troviamo?
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/09/29/news/neve_agosto-22392932/
è che la povera Campania non è regione a statuto speciale
PS mi confermi che la Sicilia merita pienamente e immediatamente l’indipendenza!
😉
andrea e francesco,
come potrete constatare dal fatto che scrivo dal lussemburgo non posso che essere d’accordo con il vostro consiglio di scappare 🙂
pero’ quando si dice il sud deve aiutarsi da solo, immagino che non vogliate dire a tutti “scappate, andate via” giusto?
e come fa ciruzzo ad aiutarsi da solo senza scappare? votando un altro candidato?
volevo giusto con questo racconto farvi notare le differeneze rispetto all’ammirevolissima polonia di cui ci parla andrea.
il sud va trattato come terra occupata da una potenza ostile, temo
Per roberto
‘votando’
L’importante è cominciare. Neanche al Sud stanno sempre tutti zitti: il che, come per i Giusti durante la Shoah, toglie alibi al silenzio altrui. Certo che se poi Saviano è trattato da appestato a casa sua e se il berlusca decide di ricandidare in Campania certi sospetti di camorra perché sa che gli portano voti, davvero non è colpa del povero Garibaldi. Allora i negri Sudafricani dei tempi dell’apartheid cosa dovevano dire? Bestemmiare i Boeri non sarebbe servito a granché. Non sto facendo la morale con il culetto al calduccio: anch’io ho i miei problemi con i quali non sto a tediarvi, ma non ne faccio una colpa a Franceschiello o a Pulcinella. Se no sarei un legaiolo.
Ciao!
Andrea Di Vita
Per roberto
‘ostile’
No. E’ qui l’errore di fondo. Il Sud è un pezzo dell’Italia unita. Che non è una potenza ostile. O, se lo è, i Meridionali stanno dalla parte degli occupanti. Il che significa che se si vogliono liberare i Meridionali devono combattere innanzitutto se stessi.
Se non lo fanno, rendono difficile rispondere a quel mio collega appassionato di storia che notando come la maggioranza dei Mille fosse Bergamasca esclamo’: ‘Ci sarà ben un motivo, se adesso a bergamo hanno cambiato idea!’
Ciao!
Andrea Di Vita
>> se si vogliono liberare i Meridionali devono combattere innanzitutto se stessi
giusta descrizione della situazione
solo che i neri del Sudafrica erano disposti a crepare per lottare contro i bianchi, mentre pare che nel Meridione la situazione sia alquanto diversa
posso citare Montanelli? “se vuoi che si mettano a nuotare, buttali a mare”. basterebbe tagliare i rubinetti dell’aiuto di Roma, o anche solo renderli simili al FSE che vuole il cofinanziamento, per obbligarli a combattere o morire di fame. che la camorra non sfama nessuno
Miguel, sto diventando leghista a frequentarti! 🙂
“Il Sud è un pezzo dell’Italia unita. Che non è una potenza ostile”
mi sono evidentemente spiegato male.
la potenza ostile non è affatto l’italia (quello che mi distingue dall’amico mirkhond è proprio il fatto di sentirmi molto italiano)
la potenza ostile è la camorra che ha un controllo totale del territorio.
credo che il messaggio di saviano sia propro questo, e quando saviano parla di speranza proprio non so dove la trova…i suoi libri e i suoi articoli mi sono sembrati di una disperazione assoluta (oltre che noiosi assai)
—-mi sono evidentemente spiegato male.
la potenza ostile non è affatto l’italia…(…) la potenza ostile è la camorra che ha un controllo totale del territorio. roberto—
“Evidentemente” ‘n par de ciufoli:-), io l’avevo capito proprio così come lo spieghi tu adesso, tant’è vero che mafia&co spesso e volentieri vengono definite “uno Stato nello Stato”. Il problema è che lo Stato italiano – quello ufficiale-pretende di combattere un altro “Stato ostile” ed “occupante” col…Codice Penale di un Paese pacifico e civile: la battaglia è persa in partenza…
Ritvan ‘O Bieko Forcaiolo:-) (ma solo quando si parla di mafia e affini, ovvero di guerra fra Stati).
Per roberto
Parliamoci chiaro.
La camorra sta innanzitutto nella testa della gente.
La cosa appare lampante nel problema del lavoro. Quando Ciruzzo non trova lavoro perchè innanzitutto devo trovare una sistemazione per il figlio del cognato del vice sostituto portiere di mia sorella anche se è un emerito incapace, è ovvio che la camorra sta a un passo. Ecco perchè sono così sospettoso verso bottegai, piccoli imprenditori e simili: perchè sono sempre a rischio di adottare un simile atteggiamento.
Ed ecco perchè, almeno credo, Saviano nonostante tutto è ottimista. Perchè vede che un pochettino la testa della gente ofrse sta cominciando a cambiare.
Ciao!
Andrea Di Vita
Per Francesco
‘camorra’
E difatti inizialmente la forza dei legaioli stava precisamente nel proporre un’idea simile, che di per se stessa è sensatissima. Solo che presto, pur di garantire il portafoglio degli evasori e dei furbetti delle quote latte loro elettori, si sono messi dalla parte di cosentino e soci.
Ciao!
Andrea Di Vita
>> Ecco perchè sono così sospettoso verso bottegai, piccoli imprenditori e simili: perchè sono sempre a rischio di adottare un simile atteggiamento.
mamma mia, sei un caso da manuale di “vedere l’arbusto e ignorare la foresta”, non ci fossero questi che tu schifi saremmo a sognare di stare come la Grecia, in tutto il mondo il ruolo delle piccole imprese è decisivo, anche dove non sono protette da leggi, leggine e regolamenti, pure in America i giganti hanno capito che le novità vengono dai piccoli e tu hai un simile atteggiamento!
e te lo dico io che sono, invece, un perfetto animale da corporation o ministero, completamente privo di qualità imprenditoriali e bravo nel suo lavoro
mah
ciao
“La camorra sta innanzitutto nella testa della gente”
nzomma….questa frase mi sembra pericolosamente vicina a “la mafia? e che è la mafia?”
poi si certo, la paura è nella testa delle persone, e bisognerebbe essere coraggiosi e uscire dalla paura, siamo tutti d’accordo…lo vogliamo dire a quelli che hanno visto un sicario entrare in una scuola materna per sparare alla sua preda?
non mi ci vedo troppo a dire “non dovete aver paura di fronte a quelle belve, lo stato vi proteggerà”
Per roberto
‘paura’
Non la paura. L’abitudine a ‘chiagnere e fottere’. C’e’ un bel filmetto di serie B con Alighiero Noschese, dal significativo titolo (non scherzo) ‘Frega tu che frego io, ma il fregato sono io’. Rende molto bene quello che intendo.
Ciao!
Andrea Di Vita
Per Francesco
Oh, ma le piccole e medie imprese sono una grandissima cosa, quando sono start up che poi o falliscono o diventano grandi imprese. Un mio collega è parente di un bottegaio.
Ma se Bill Gates ha fatto quel che ha fatto, da noi grazie a chi ci ha governato per decenni Guglielmo Cancelli o fallisce o evade.
Quando da studente chiese alla Bocconi quali fossero le tasse d’iscrizione, si sentì rispondere alla lettera: ‘Lei è parente di negoziante? Allora le mettiamo la tariffa massima, tanto certamente evade le tasse’.
Per parte mia, quando chiesi a un dirigente esperto (quasi un ossimoro) consiglio sulla possibilità di andare a lavorare nelle sullodate piccole e medie imprese, mi sono sentito rispondere: ‘solo se lei è parente del proprietario’.
Ciao!
Andrea Di Vita
per Francesco
Errata corrige: è il mio collega parente del bottegaio che chiese informazioni alla Bocconi. Mannaggia alla fretta.
Ciao!
Andrea Di Vita
—-La camorra sta innanzitutto nella testa della gente. ADV—
Io, invece, credo che stia innanzitutto nel suo potere intimidatorio. Possiamo parlare all’infinito sul chi è nato prima, ma fintantoché se vai a denunciare Pasquale ‘O Criminale di averti chiesto il pizzo e poi, quando non hai pagato, di averti incendiato il locale e ti senti chiedere le prove delle tue affermazioni, ovvero la richiesta di pizzo in carta da bollo:-), nonché il filmato di Pasquale ‘O Criminale che incendia il tuo locale….beh, c’è poco da criticare “la testa della gente”.
P.S. Intendiamoci, io non me la prendo con chi chiede le prove del pizzo, lo vuole la legge, mica si può sbattere in galera un galantuomo:-) come il sig. Pasquale solo perché le chiacchiere da bar:-) gli attribuiscono l’epiteto “O Criminale”, sono un garantista io, cribbio!
“ti senti chiedere le prove delle tue affermazioni,”
il problema non è solo quello, ma anche (oso dire soprattutto) che pasquale ‘o criminale è solo un soldato di un esercito.
in prigione* lui ce ne sarà fuori un altro (e anche più arrabbiato visto che gli hai imprigionato il compare).
nel caso ipotetico in cui venisse imprigionato il generale, beh resterbbe libero il suo esercito, o il fratello del generale o il cugino, ecc….
*prigione teorica ovviamente, che fra prescrizioni e leggi premiali vari devi essere proprio sfigato per andare in prigione (e sul punto rimando ad un bel libro di bruno tinti “toghe rotte” dalla quale traggo questo pezzo drammaticamente divertente
http://www.avvnicolamancini.it/cms/varie/come-si-fa-ad-ammazzare-la-moglie-e-vivere-felici.html )
Roberto, grazie per aver capito
Quegli altri purtroppo NUN CAPISCONO, anche se so buoni e bravi…
E’cazz’ song’sulo nuost’
ciao!
@ Roberto
Bellissimo nella sua tragicità il tuo pezzo…hai mai pensato di fare lo scrittore?
Quel “Va a denunciare al posto di polizia la rottura della vetrina “ehhh uagliò, ma che vuoi che sia….ma tu l’hai pagata l’assicurazione?” è una vera perla…però, il tuo è un racconto di fantasia, vero, mica succede così nella realtà dei Molto Onorevoli Posti Di Polizia Italici (perdonami, ma io vivo in Italia, da “ospite” e per giunta devo andare in quei Posti a rinnovare periodicamente il permesso di soggiorno:-) ).
@ Andrea Di Vita
Sottoscrivo il tuo consiglio a Ciruzzo…a costo di finire anch’io catalogato dal nostro mirk nella biekissima:-) categoria “Quegli-altri-(che)-purtroppo-NUN-CAPISCONO”:-)
@ mirkhond
Hai mai pensato di guardare l’episodio, così magistralmente dipinto da robelux, sotto un altro punto di vista? Te lo descrivo:
Ciruzzo ‘O Biekissimo Individualista:-), nonché Fetentissimo Adepto Della Meritocrazia (vade retro, robba da amerikani!:-) ) vuol essere assunto per forza in una officina, senza tener alcun conto del fatto che i proprietari tenevano famigghia…volevi forse che issi anteponessero Ciruzzo ‘O Sconosciuto al sangue del loro sangue, solo perché Ciruzzo ci sapeva fare e il suddetto sangue-del-sangue era un emerito incapace di tutto?! Sci vergogni, cribbio, amerikano che non è altro!:-)
Poi Ciruzzo decide di mettersi in proprio, ovvero di fare CONCORRENZA alle famigghie di cui sopra…CONCORRENZA, capisci, robba da biekissimi liberisti selvaggi:-) ameregani, jatevenne!:-). La famigghia sacra è, cribbio, mica siamo individualisti ameregani nosotros!:-)
Poi, associatosi nella gestione di un bar va dagli sbirri senza parlarne prima col socio – almeno robelux non ne fa accenno -….aribiekissimo INDIVIDUALISTA AMEREGANO!:-):-) E pagasse “l’assicurazione”, cribbio, che serve a mantenere i suoi “fratelli” meno fortunati a cui Dio (o Madre Natura, per gli atei:-)) non ha dato il suo talento…e la sua voglia di lavorare:-),biekissimo egoista&individualista (ameregano, of course) che non è altro!:-):-):-)
grazie ritvan,
no, non ho mi pensato di fare lo scrittore ché c’ho una famiglia da sfamare (pero’ ho pubblicato qualche articolo, ma solo pallose cose da giuristi)
🙂
Per Ritvan
Una chicca per te 😉
“14 maggio 1863
• Annunziansi eseguite in Valona (Albania) dalle autorità turche, a richiesta del governo italiano, perquisizioni presso agenti austriaci, che preparavano armamenti ed arruolamenti di albanesi (bascibozuck) per conto dell’ex-re Francesco II di Borbone, per alimentare il brigantaggio. [Comandini]”
Tratta dall’opera di Alfredo Comandini (1853-1931) L’Italia nei cento anni del secolo XIX (1801-1900) giorno per giorno illustrata.
Da: http://www.cinquantamila.corriere.it/storyTellergiorno.php?day14&month=05&year=1863
Ne sapevi qualcosa?
ciao!
No, caro mirk, non lo sapevo…ma poi il buon Comandini ci dice come andò a finire, ovvero se i turchi trovarono la coc…pardon:-), le armi e i piani di arruolamento nelle perquisizioni ai biekissimi:-) agenti asburgici? Purtroppo il link che hai messo non funziona.
P.S. Quella di cercare lo zampino dei Servizi Segreti di mezzo mondo nelle azioni ostili degli albanesi all’Italia pare sia un vizio consolidato di certi storici italici. Lo hanno fatto anche per “spiegare” la guerra di Valona del 1920, ovvero per dire che il buon popolo albanese di Valona e dintorni amava taaaaanto l’Italia ed era felicissimo di stare sotto il tricolore, se non fosse per l’oro con cui i suddetti agenti delle Potenze gelose della Gloria Italica corrompevano i capipopolo valonesi, inducendoli a ribellarsi all’Italia…per fortuna allora l’islamofobia non era ancora di moda:-), altrimenti avrebbero attribuito (ovviamente altrettanto ad minchiam) l’insurrezione al fatto che i valonesi erano musulmani e facevano il jihad contro la cattolicissima Italia:-):-).
Per Ritvan
prova a digitare su google : cinquantamila.corriere.it 14 maggio 1863.
purtroppo non lo so come la vicenda andò a finire, in quanto il Comandini fa una specie di cronaca giornaliera di fatti che ha raccolto chissà dove e come, pubblicandoli nel 1922.
Posso solo aggiungere che la sua opera viene consultata dagli storici che si occupano di vicende borboniche, pur con tutte le lacune, i fraintendimenti, gli errori di nomi e di luoghi e ovviamente la sua impostazione fieramente unitarista (era figlio di un mazziniano romagnolo, che lui conobbe a 12 anni, nel 1865, quando il padre venne liberato dalle carceri di quel che restava dello Stato Pontificio. Questo almeno ciò che sono riuscito a reperire sul Comandini.).
ciao!
—Per Ritvan: prova a digitare su google : cinquantamila.corriere.it 14 maggio 1863.—
Si, digitando su google cinquantamila+corriere trovi il sito
http://cinquantamila.corriere.it/ (è senza www !)
e lì selezioni la data che interessa (nel nostro caso 14/05/1863), fai clic su “cerca” e ti appare il papiro del buon Comandini.
—purtroppo non lo so come la vicenda andò a finire, in quanto il Comandini fa una specie di cronaca giornaliera di fatti che ha raccolto chissà dove e come, pubblicandoli nel 1922.—
Già, come vagamente:-) sospettavo il buon Comandini tira il sasso e poi fa finta di nulla. Una tecnica giornalistica collaudata, tuttora usata per infangare qualcuno, quella di strombazzare una perquisizione poliziesca in casa del sig. X e “dimenticarsi” poi di dire che risultati ha prodotto. Al lettore sprovveduto – ovvero alla stragrande maggioranza – rimarrà impresso nel cervello il fatto che la polizia ha perquisito l’abitazione del sig.X e poi lo stesso cervello concluderà da solo riesumando il famoso detto “dove c’è fumo ci dev’essere anche arrosto”:-):-)
—Posso solo aggiungere che la sua opera viene consultata dagli storici che si occupano di vicende borboniche, pur con tutte le lacune, i fraintendimenti, gli errori di nomi e di luoghi e ovviamente la sua impostazione fieramente unitarista.—
Sì, ma in questo mi sa che il nostro abbia fatto un autogol, ovviamente agli occhi di chi il cervello lo sa usare. Perché vedi, caro mirk, a parte il fatto che, come abbiamo già detto, nulla ci dice su come andò a finire, ci dice, invece, una cosa molto interessante, ovvero che le autorità ottomane, di solito assai pigre e che non facevano nulla per nulla:-), dietro pura e semplice “segnalazione” italica si mettono a rovistare freneticamente nelle case di supposti “agenti austriaci” a Valona, allo scopo di prevenire il reclutamento di mercenari albanesi da mandare in Italia. Orbene, chi conosce la storia dell’Albania sotto gli ottomani – e ovviamente non è questo il caso del lettore medio del Corrierone:-) – sa bene che l’Impero Ottomano non solo non ha mai ostacolato l’arruolamento dei mercenari albanesi – di solito cristiani – al servizio di qualunque potenza europea, ma lo ha addirittura favorito, come “valvola di sfogo” della miseria in cui versava la popolazione albanese. Ebbene, perché allora, nel caso descritto da Comandini, tanto zelo perquisitorio da parte della sbirraglia turca, zelo che oltre a contraddire palesemente la suddetta tradizionale politica ottomana in materia di mercenari albanesi dovrebbe aver fatto incazzare non poco una Potenza europea come l’Austria? Cosa ha dato in cambio l’Italia Unita all’Impero Ottomano? Qui gatta ci cova!:-)
Ciao
Andrea, vivendo in un altro luogo e contesto, non sa cosa vuol dire vivere in molte parti dei furono Regni di Napoli e di Sicilia.
Parla come un attivista politico del Nord, di quelli che basta impegnarsi e tutto magicamente cambia.
Purtroppo non è così….
Non puo’ capirlo, perché non è più parte di un contesto da cui è pur originario.
Come è scritto nei Vangeli o similia : Sono venuti da noi, ma NON sono dei Nostri….
secondo te qui al Nord basta impegnarsi e tutto cambia?
mi spiace smentirti completamente
ciao
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