Mario Borghezio e Charlie Hebdo

Il signor Mario Borghezio, noto ai nostri lettori da tempi assai lontani, ha fatto duecento fotocopie della copertina di Charlie Hebdo, distribuendole ai membri del Parlamento Europeo.

In realtà, i membri del parlamento sono di più, ma l’importante era ottenere la foto:

In passato, Charlie Hebdo ha avuto ben 14 denunce da parte di esponenti cattolici, per una serie di riflessioni sul cristianesimo costruite su concetti come cacca, culo e pipì, che pare in Francia facciano parecchio ridere.

Ora, due anni fa, Mario Borghezio aveva

“chiesto e ottenuto di poter presenziare all’udienza della Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, chiamata a decidere sul ricorso presentato dal governo italiano sulla questione del crocifisso.

Ritengo doveroso – dichiara Borghezio in un comunicato – dare di persona testimonianza del nostro impegno per la difesa del diritti dei cittadini italiani ed europei alla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche e nei luoghi pubblici“.

Va detto che Mario Borghezio non è affatto l’imbecille che fa finta di essere per compiacere il proprio elettorato.

E’ una persona colta, astuta e in cristallina malafede.

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15 risposte a Mario Borghezio e Charlie Hebdo

  1. E’ una persona colta, astuta e in cristallina malafede.

    Sono più che d’accordo.
    Sono convinto che abbia una sua strategia a lungo termine per far accentrare su di sé l’immagine dell’ignorante presuntuoso razzista ma sincero; con la sincerità quale surrogato dell’onestà.
    Ma va da sé che se egli vi riesce, molta gente è stupida (i suoi detrattori assai più dei suoi sostenitori).

    • Moi scrive:

      Come già segnalato, c’è anche “Titanic” … al momento “in sordina” ma si sta dando da fare per non farsi “oscurare” mediaticamente da Charlie Hebdo

      http://www.today.it/mondo/germania-titanic-copertina-maometto.html

      … parla Fischer.

      Charlie Hebdo, però, è davvero un avversario tostissimo, anzi : con il Vernacoliere fuori dai giochi, Charlie Hebdo diventa tecnicamente uno “Spinster” …

      esso cerca indubbiamente il continuum con “The Innoncence of Muslims” … un blog segnala una vignetta del Charlie Hebdo davvero pesissima, perfino se in teoria (!!!) ritrae non proprio Maometto ma l’attore che lo interpreta:

      quest’ultimo, sul set, tiene una testa di porco in mano, chiedendo perplesso al regista se sia sicuro che il Profeta dell’ Islam avesse rapporti sessuali con teste di porco … il regista gli risponde piccato, senza giri di parole di sorta, che non ha i mezzi per una puttana di nove anni.

  2. Va Fangul scrive:

    Sicuramente è più intelligente di Saviano.

  3. Roberto scrive:

    Copie? Autorizzate o in piena violazione del copyright di charlie hebdo?

    • Moi scrive:

      Ma infatti: quando ho segnalato la cosa creevo che le avesse comprate, mica detto a qualche stagista di fotocopiare “a raglio” 🙂

  4. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Come già segnalato, c’è anche “Titanic””

    Preso nota, ringrazio, preparo qualcosa…

  5. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Ma infatti: quando ho segnalato la cosa creevo che le avesse comprate, mica detto a qualche stagista di fotocopiare “a raglio” :-)”

    Facendo una media tra fonti contraddittorie, mi sembra di aver capito che Borghezio abbia:

    1) fatto fare, presumo a spese del Contribuente Europeo, un centinaio di fotocopie

    2) abbia promesso (che con i tempi mediatici non c’è mai bisogno di mantenere) di regalare un sacco di copie di Charlie Hebdo alle biblioteche italiane, purché ne facciano richiesta… Immagino che i bibliotecari d’Italia stiano facendo la fila.

    • Pietro scrive:

      Domanda da ingenuotto: ma tutto sto casino un po’ non fa comodo all’Islam? Non esiste una parte di Islam che voglia integrarsi nella societa’ occidentale e magari tramite la satira a lungo andare l’Islam diventa familiare al popolo e magari si inserisce anche nella gestione delle dinamiche sociali a livello amministrativo e politico?
      Domanda due: l’Islam corre il rischio di secolarizzarsi e finire ad essere contestata perche’ troppo morbido?
      Non mi cazziate ma davvero non ne so molto di questi temi

      • nic scrive:

        Domanda 3: ma dopo le crociate, il colonialismo, il sionismo, la caccia all’islam post 911, l’occupazione dell’Afganistan, la distruzione dell’ Irak, l’assedio di Gaza e peggio ancora, Magdi Cristiano Allam, hanno bisogno di quattro vignette idiote per odiarci?

        PS: Certo che un nemico cosí se non ci fosse bisognerebbe proprio inventarlo. 😉

        ps2: Ogni societá ha i nemici che si merita

        ps3: ridatemi il CAF, l’URSS e l’incubo atomico!

  6. Moi scrive:

    Fa “capolino” un nuovo concetto che coniuga Tradizione e Modernità :

    “Integralismo MultiConfessionale” [SIC]

    Il resto, a chi interessa, è qui :

    http://www.uaar.it/news/2012/09/21/paesi-islamici-contro-liberta-atei-unione-europea-onu-governo-parte-stanno/

    … Cmq va be’, abbiam già visto che si combatte con la Spada e con la Spazzola ! 🙂

  7. mirkhond scrive:

    Ecco invece questa chicca, di fronte alla quale Borghezio è davvero piccolo piccolo:

    Paolo Sizzi

    La Lombardia Meridionale
    Posted on 11 dicembre 2011

    La Lombardia Meridionale, che potremmo chiamare Val Padana, Pianura Padana, Padania, e che è romanamente detta “Emilia”, comprende parte di essa, e piccole porzioni della Regione Lombardia, della Regione Piemonte e della Regione Liguria.

    Sono esclusi l’Oltrepanaro, Bologna e Ferrara, poiché non rientrano nel bacino del Po e poiché sono terre tranquillamente definibili come romagnole.

    La Lombardia Meridionale, secondo il MNL, comprende dunque Tortona, Voghera, l’Oltrepò “pavese”, Piacenza, parte dell’Appenino Ligure, Parma, Reggio di Lombardia, l’Oltrepò “mantovano”, Modena e il Frignano e quindi il versante padano dell’Appennino.

    Grande protagonista delle vicende meridionali è il fiume Po che dà il nome alla zona e che assieme all’Appennino costituisce una frontiera naturale tra Lombardia e Italia settentrionale.

    Il controverso termine “Padania” che non è un etnonimo e che quanto “Italia” si presta a mille inflazioni e banalizzazioni politiche può essere solo un utile coronimo da impiegare per definire meglio l’Emilia che è il fulcro della Val Padana, della Pianura dell’Eridano, per dirla alla greca.

    La suddivisione cantonale proposta dal MNL per il Sud è la seguente: Marizia Occidentale, con Piacenza capoluogo e Voghera e Tortona come distretti; Marizia Orientale, con Parma capoluogo e Fidenza e Fiorenzuola come distretti; Bononia, con Modena capoluogo e Reggio e Carpi come distretti.

    Insegna cantonale della Marizia ovest è il bipartito rosso-argento piacentino, di quella est la famosa croce blu in campo giallo parmense, della Bononia il bipartito giallo-blu di Modena.

    In Lombardia Meridionale troviamo minoranze liguri presenti nel sud del Canton Piacenza.

    Lingue parlate nel nostro Sud sono tortonese, oltrepadano “pavese”, piacentino (tutte di transizione col Centro), parmigiano, reggiano, modenese.

    Il pavese è di transizione col Sud, il mantovano è considerato “emiliano” dunque padano, inoltre ci sarebbero le parlate d’importazione della Lunigiana (carrarese, lunense) che sono fuori Nazione e frutto della dominazione ducale padana su quella porzione di Liguria.

    Bolognese, ferrarese, comacchiese ritenuti dialetti fratelli delle loquele succitate possono tranquillamente passare per romagnoli privi come sono delle tipiche vocali turbate celtiche, del “mia” usato come negazione e di quella durezza e asprezza tipica di tutte le parlate lombarde, chiaro retaggio celto-germanico.

    In fondo cos’è il lombardo se non una lingua galloromanza plasmata da apparati fonatori longobardi?

    Nella Padania estrema i Longobardi arrivarono tardissimo e non colonizzarono, e pare che nemmeno Boi e Lingoni abbiano inciso più di tanto su quelle infelici terre martoriate non solo da un clima mefitico ma anche dal molgoverno romano-levantino che con un filo rosso unisce Roma, Bisanzio e Stato della Chiesa.

    Del resto se già in epoca longobarda la Langbardland appariva nettamente staccata dalla Romandiola (l’odierna Romagna) un motivo ci sarà stato, e oggi c’è più che mai dopo secoli di imbastardimento cristiano e mediterraneo.

    Non dimentichiamoci che il perno della cosiddetta Etruria Padana era proprio situato tra Felsina-Bologna, Marzabotto e Spina (nel Ferrarese). E la questione etrusca è proprio una… spina nel fianco della Romagna; basta solo vedere i visi degli autoctoni per capire quanto gli Etruschi abbiano inciso nelle vicende etniche dell’Emilia orientale.

    Questi misteriosi Etruschi cos’erano, in fin dei conti? Erano degli anatolici, levantini, innestatisi su un sostrato mediterraneo inizialmente tirrenico, toscano, che s’è poi espanso a nord, in Romagna, a est in Umbria, e a sud nel Lazio e nella Campania.

    Nell’Emilia occidentale invece incisero i Liguri, autoctoni mediterranei, e successivamente i Galli Anamari e Boi; quest’ultimi segnarono profondamente il territorio tanto che l’80% dell’aplogruppo celtico R1b si trova proprio nella zona padana occidentale, tra Piacenza e Parma.

    Anche i Longobardi fecero la loro parte, fino a Spilamberto, e colonizzarono intensamente l’area appenninica tosco-padana (elevato biondismo si può rintracciare in Lunigiana e Garfagnana).

    La Lombardia Meridionale fa degnamente parte della Nazione Lombarda, e non a caso Reggio si chiamava fino all’800, prima dell’avvento dei giacobino-massoni sabaudi, Reggio di Lombardia, grazie al sostrato celtico, al superstrato longobardo, alla comune Storia imperiale, comunale (vedi Lega Lombarda), signorile, al dominio visconteo che durò sino allo sfaldamento cinquecentesco, quando in Padania sorsero i vari ducati.

    La Storia interrottasi allora va ripresa e continuata oggi, alla luce del Lombardesimo, la nostra dottrina, che punta ad unificare tutta la Lombardia e tutti i Lombardi, in nome della nostra fratellanza celto-germanica, gallo-longobarda.

    I Padani, quelli veri, sono sostanzialmente alpini nordicizzati con influssi liguri, mediterranei quindi, e anche etruschi effettivamente, quindi mediterraneo-anatolici, ma è poca cosa fortunatamente, visto che le invasioni galliche del IV secolo a.C. hanno letteralmente spazzato via quei debosciati, effeminati, corrotti, cultori dell’arte e della mollezza che invece gran danno han fatto nell’Etruria vera e propria e nella sua appendice emiliano-orientale, romagnola dopotutto.

    L’Etrusco, assieme al Romano-Italico e al Greco, è uno dei pilastri dell’Italia etnica, ma con noialtri c’entra gran poco, e per fortuna ripeto.

    Non lasciamo che i Padani, i Lombardi Meridionali, finiscano nelle grinfie di Roma e del mito italiano per 4 fesserie tricolorite e giacobine; oppure in quelle comuniste globaliste; o ancora in quelle padan-panzane dei leghisti e delle loro cravatte verdi con elmi cornuti e pellirosse pontidesi, che dopo essere irrotti nella rossa Emilia puntano a tutta dritta verso il Centro e il Sud della RI perché loro scopo è quello di divenire la nuova destra tricolore, la Lega Italia (per chi non lo sapesse ogni regione italiana ha la sua bella sede leghista, pure nelle isole, nel profondo Sud e nell’odiosamata Roma!).

    La Val Padana merita di essere valorizzata appieno per garantirle una giusta coesione con la Lombardia cispadana, per sfruttare adeguatamente il sempre troppo trascurato (ma inquinato) Po al fine di alleggerire il traffico su gomma e dargli l’importanza che merita proprio com’è avvenuto per il Reno, per aiutare la sua economia e per sconfiggere assieme a noi tutti i fantasmi del passato che a volte prepotentemente ritornano.

    L’Emilia occidentale è una zona abbastanza omogenea, e il centro più prestigioso è indubbiamente Parma. Ultimamente sono sbucati fuori dei cialtroni simil-leghisti che han proposto la Lunezia, una pagliacciata macroregionale sulla falsa riga della Padania, anche se loro, e figuriamoci, prendono le distanze dalla Lega perché si reputano progressisti e illuminati.

    Direi che di ciarlatani ne abbiamo davvero visti troppi e di tutti i colori; è ora di tornare alla serietà dell’identitarismo lombardista se davvero vogliamo fronteggiare vittoriosamente tutti i nostri avversari e tutte le avversità che si parano sul cammino dell’autodeterminazione lombarda.

    Non esiste la Regione Lombardia, il Piemonte, l’Emilia, il Ticino, esiste solo la Lombardia, che a differenza di Italia, Padania, Svizzera, Lombardo-Veneto, Lunezia etc. è una Nazione degna di liberarsi dal giogo romano-eurocratico-mondialista mediante la creazione di uno stato etnonazionalista indipendente e sovrano.

    La Lombardia lo vuole, la Natura lo vuole, non improbabili dei o luridi feticci statolatrici disegnati dalle squadre e dai compassi, dalla mafia e dalla sinagoga.

    sizzipaolo.wordpress.com/category/lombardia/sud/

    • PinoMamet scrive:

      Grazie Mirkhond!
      E anche oggi due risate ce le siamo fatte…
      Mi chiedo da dove abbia strologato fuori il termine “Marizia”, che non ho mai sentito e che dovrebbe designare il territorio dove risiedo… chissà!

      Aldilà delle sue fantasie sui Galli che avrebbero “spazzato via” i debosciati etruschi 😀 (l’archeologia dice il contrario ma contento lui…) questo Sizzi ha in effetti ragione quando descrive il piano di Lunezia come un’assurdità senza fondamento… non diversa dalle sue 😉 solo che non è una novità, sono decenni che il giornalaccio locale ci straccia i coglioni a sponsorizzare questa minchiata (adesso molto meno, va detto).

      I suoi discorsi sulle differenze “etniche” tra Emilia e Romagna sono invece pura aria fritta (bellissima quella su “basta guardare le facce”).

      😀

    • Moi scrive:

      Secondo soltanto a quello, già visto, che, essendo ItaloAmericano ma NON di origine ExDuoSiciliana, s’è inventato un “PadanianAmericanLeague” [sic] :

      http://pamle.blogspot.it/

      NON fate troppo i Saputelli, però … cercate di capire il Passato Reinvenato ! 😉
      Anche molto immaginario dell’ Antica Roma in Italia, in fondo, viene più che altro dai film Peplum della Hollywood Anni ’60

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