Latakia, Siria. Cristiani festeggiano la Pasqua a modo loro

Questo video risale allo scorso aprile, quando le cose erano certamente più tranquille. Ma ci offre un aspetto inatteso della vita cristiana in Medio Oriente.

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51 risposte a Latakia, Siria. Cristiani festeggiano la Pasqua a modo loro

  1. daouda scrive:

    Pure io sono sempre stato a favore del porto d’armi per tutti ( anche se il porto d’armi è stupida come cosa).

    W gli U.s.a. vecchio stampo ; W la Siria.

  2. Buleghin el vecio scrive:

    Fan ben a prepararsi i cristiani de Latakia…e anca a sostaner il prasidente Assad che se ciariva i “umanitari” de la Nato e i tagliagole ntegralisti tipo quei de la Libia li posan acoglier calorosamente e cristianamente!

    Xè tuto un gioco geopolitico con i sasini francesi sponsorisati dai mericani che arman l’oposision “pacifica” de la Siria che ci spara a cristiani e alawiti, sembra anca che l’orson ruso sia niente afato contento e dia una man, pardon una sampa, a la Siria per ciapar i aerei dei sasini Nato con i suoi S-300 e un paio de barchete nel porto sirian de Latakia.

  3. Federico scrive:

    Mi piace!!!
    Proporrò al mio parroco di fare anche noi così alla prossima Santa Pasqua

  4. mirkhond scrive:

    Solo che le armi, se debbono essere usate, le si usi in un contesto e in luoghi più confacenti che davanti al Tempio di Nostro Signore….

  5. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Solo che le armi, se debbono essere usate, le si usi in un contesto e in luoghi più confacenti che davanti al Tempio di Nostro Signore….”

    Anche in Tirolo, c’era l’usanza di sparare al momento della consacrazione dell’ostia.

    • Buleghin el vecio scrive:

      Lassa star i tirolesi che la xè una mafia pegio de cosa nostra!
      Il poaro Buleghin ghà fà servisio militar in quela sona…ben se non ci dai almeno due calci nel dedrio se rifiutan de parlar tricolor sti dalinquenti cruchi!

      Se un alpin ndava da solo in libera usita a ber un’obreta rischiava de ciapar bote da quei fioi d’un can de cruchi, così il Buleghin ghà parlà con altri ufizialeti de prima nomina e a grupi de 5 o 6 in veste borghese ben organisà ghà fato qualche dano ale osterie cruche e ai denti cruchi …che ghan capio veloce che xera meglio eser ben educati!

      Ghaveva rason il mascellon romagnolo prima de rincretinir con l’aleansa col biachino bafeto e le stupide e criminai legi rasiai de farci fare la “opsion” o da una parte o dal’altra!
      Gnente contro l’uso de le lingue e dei diriti de le minoranse ma se il xè prapotenti parché se sente apogia a l’estero alora la xè un’altra storia.

  6. mirkhond scrive:

    Buleghin, la minchiata l’ha fatta l’Italia nel 1918 a non fermarsi a Salorno, e lasciare l’intero Tirolo alla sconfitta Austria.
    ciao

    • Buleghin el vecio scrive:

      Probabilmente ti ghà rason ma trascuri il fato che nel ’18 dopo “l’inutile masacro” in taglia comandava la cas dei SATROIA che ci piaceva l’espasion teritorial sino al delirio de farsi far ‘mperator d’Itiopia dove il mio povere babo buonanima se anca ciapà le pulci soto ai piedi!

      Quel porcon del mascellon romagnolo ciapava sghei dai franzesi per cambiar posision da neutralista a interventista e la casa dei SATROIA ci stava al gioco che xera anca dei industrai del triangolo che già alora non xera imprenditori ma PRENDITORI.

      Se la povera taglia fose stata direta in modo intelizente e onesto avrebe spetato di veder come andava a finir sensa entrare in guera e alora il confin de Salorno saria stato magara la solusion final logica magara sensa neanche darsi uno sciafo sul muson!

      Invece la taglia, sempre direta soto soto dai SATROIA ne ha fate di tuti i color ancora prima che rivase il mascelon porcon al poder! Ghà prima mandà tosi militari poareti in Turchia per ciaparne un tocheto su terra ferma vicino al dodecaneso, ghà manda anca qualche poaro toso soldà a combater coi i bianchi contro i rusi poareti che ciaveva la guera civil in casa, ghà manda anca qualche poaro toso soldà addiritura a far da pacere tra quei mati de polachi e quei otimi produtori de bira che xè i cechi!

      Insoma tuto il contrario de quel che se dovrebe far come asempio de la svisera che si fa i suoi afari e che nel 18 ghà adiritura rifiutà de ciapar un tocheto de Austria che saria il Voralberg solo parchè ci disturbava il raporto interno de la confederasion tra catolici e protastanti.

      Questo xè il discorso erudito che il piase tanto ai frequentator de questo blog de inteletuai de fino e a l’amico Miguel! Altro discorso de un toso in uniforme de 19…24 ani in un posto dove te tratan PERSONALMENTE come un escremento e alor sale l’adrenalina e ci sciapi il muso!

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per Buleghin

    “Lassa star i tirolesi che la xè una mafia pegio de cosa nostra!”

    Buleghin è sempre disarmante, anche quando la penso all’0pposto 🙂

    Conosco piuttosto bene la questione tirolese, ed è il problema etnico più semplice d’Europa.

    Esiste un popolo, i tirolesi, che da settecento anni sono abituati a un notevole livello di autonomia, di democrazia e di relativa uguaglianza sociale, raccolti attorno ai loro particolarissimi santi, al calendario cattolico a modo loro, alle infinite organizzazioni di volontariato e di autorganizzazione sociale, con una gestione assai attenta delle risorse naturali.

    Se hanno un bel livello di cocciutaggine, è anche vero che non hanno mai aggredito o conquistato nessuno, da quando hanno fatto strage degli invasori… svizzeri nel Cinquecento.

    Può entusiasmare o meno il loro mondo non propriamente aperto, ma è molto ben definito, e unito dal confine bavarese fino al Salorno. E anche abbastanza distinto sia dalla Germania che dall’Austria di Vienna.

    Non ci sono le complesse ambiguità etniche, con relative perversioni, che esistono, che so, in Istria.

    Insomma, non esiste alcun motivo per cui dovrebbero essere italiani, tranne un’occupazione militare a guerra finita e a causa di trattati stilati in luoghi lontani.

    La cosa interessante è che i tirolesi stanno trasversalmente antipatici agli italiani. A destra si capisce, ma anche a sinistra, che non ha nulla a che fare con il mondo cattolico e conservatore dei piccoli proprietari di case e di campi. Gli sloveni sono gemelli dei tirolesi, ma hanno avuto la fortuna relativa di stabilire un’alleanza tattica con il partito comunista, che i tirolesi non si sono mai sognati.

    Gli italiani riescono a disprezzarli come sudditi, e allo stesso tempo di provare una rabbia “dal basso” verso gli “arroganti crucchi”. Anche perché, mentre gli italiani abbandonavano la montagna, i tirolesi curavano ogni angolo dei loro monti, e quindi sono pure antipatici perché laboriosamente benestanti.

    E (non per prendermela con Buleghin) ma ho sentito mille volte, da italiani per il resto assolutamente ragionevoli, la critica a questa gente che “non parla in italiano pur stando in Italia”.

    • Peucezio scrive:

      D’accordo su tutto. Però i soldi se li prendono. Come tutte le altre regioni a statuto speciale.
      Allora facciamo così: loro non si prendono più un centesimo dall’Italia, non pagano neanche tasse all’Italia, tranne un minimo giusto per la manutenzione dell’autostrada e qualche altra cosina, si parlano il loro tedesco, ma accettano di parlare italiano coi turisti, che portano soldi, oppure da domani non più mezzo turista.
      Anni fa su internet conobbi un ragazzo altoatesino, di padre sudtirolese tedesco e di madre del tutto italiana e del tutto autoctona. Lui diceva che durante la guerra, dopo l’8 settembre, i tedeschi avevano insediato da quelle parti un sacco di famiglie tedescofone che non c’entravano nulla con quei territori e di cui, a detta di questo italo-tedesco che pare da amici comuni (io non l’ho mai sentito a voce)avesse un forte accento tedesco, molti degli irredentisti attuali più accesi sarebbero i discendenti.
      Ciò ovviamente non inficia il principio di autodeterminazione dei popoli e la germanicità innegabile di quelle terre, per cui non avrei nessun problema a che l’Italia le cedesse in cambio della Corsica, dei territori italofoni di Istria e Dalmazia, di Tenda e Mentone (non di Nizza, che è provenzale e non ligure, come tutti credono, e tantomeno della Savoia, che non è mai stata italiana sotto nessun punto di vista).

      • paniscus scrive:

        “Allora facciamo così: loro non si prendono più un centesimo dall’Italia, non pagano neanche tasse all’Italia, tranne un minimo giusto per la manutenzione dell’autostrada e qualche altra cosina, si parlano il loro tedesco, ma accettano di parlare italiano coi turisti, che portano soldi, oppure da domani non più mezzo turista.”

        ————————-

        Incidentalmente, potresti spiegare come si farebbe, da un punto di vista tecnico, a realizzare la minaccia che tu auspichi? Se i turisti di lingua italiana vogliono andarci lo stesso, in vacanza in Alto Adige, come ci sono sempre andati in massa da almeno mezzo secolo e probabilmente anche prima, cosa proporresti?

        Che l’Italia dovrebbe VIETARE per legge ai propri cittadini di andare liberamente in vacanza in un luogo che è comunque territorio italiano?

        Quantomeno singolare 🙂

        Lisa

        • Peucezio scrive:

          Ma no, è sufficiente disincentivare, ci sono tanti modi per farlo.
          Poi ci sarà comunque qualcuno che ci va perché gli piace particolarmente, ma io parlo del turismo di massa, che più che scegliere viene orientato.

      • Francesco scrive:

        A quanto appresi in sede di naja, funziona già così: Bolzano e Trento si tengono il 90% delle tasse versate sul territorio, che si gestiscono come gli pare.

        Naturalmente, dal mio punto di vista, questo è molto vicino al paradiso in terra.

        Nè perdonerò mai i politici lombardi (Formigoni come i leghisti) di non avere mai neppure iniziato a praticare un’autonomia sudtirolese senza permesso di Roma ma di aver solo sbraitato a vuoto.

        Certo, con molta molta generosità si potrebbe alzare la quota anche al 15%, per le spese centrali dello Stato. Ma il resto è, come dicono gli incolti, roba nostra e mi piacerebbe lo restasse.

        Senza garanzie, che magari finiscono ad amministrarla un Pisapia, un Boeri, un Salvini, un La Russa. Ma provarci mi piacerebbe.

        Saluti

  8. Miguel Martinez scrive:

    Sul Tirolo, aggiungo che i tirolesi non hanno mai avuto appoggi esterni da nessuno.

    Ovviamente tra tirolesi del Nord e del Sud, si sono sempre dati una mano, ma finisce lì. D’altra parte, Hitler li ha lasciati in pasto a Mussolini, per cui il nazismo da quelle parti, checchè ne dicano i media italiani, non è una merce gradita.

    • Peucezio scrive:

      Questo è vero, fino al ’43. Hitler li voleva addirittura mandare a colonizzare la Crimea, per lasciare campo libero agli Italiani.

  9. Buleghin el vecio scrive:

    Da discutar….i tirolesi li xè catolici bastansa integrai e pocheti ghà adiritura partecipà a la lota contro i nazi con la motivasion che i nazi li xera “dei sensa Dio” altri invace ghan prestà man forte ai frateli cruchi del nord tant’è che il bataglion “Bozen” xè stato ciapà da quei furbachion de la rezistenza romana con una bela sciopeta cacià nel bidon de rifiuti.

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “D’accordo su tutto. Però i soldi se li prendono. Come tutte le altre regioni a statuto speciale.”

    E’ una cosa che sento spesso. Anche da sinistra, dove si contestano le “quote etniche”, le scuole separate e così via. D’altra parte, se si mettessero su un piano di parità 60 milioni di italiani e 250.000 sudtirolesi per ogni concorso, sarebbe l’annientamento per i sudtirolesi. Figuriamoci per i ladini, che sono sempre stati usati dagli italiani come prova della “latinità” di quelle terre, ma che si sono sempre schierati con i sudtirolesi.

    Non è una soluzione perfetta; ma pensiamo a tutte le altre grandi questioni etniche dei nostri tempi, dai curdi ai baschi all’Irlanda del Nord. E vedrai che il “Pacchetto” sudtirolese è stato la soluzione più corretta, rispettosa e intelligente che si sia trovata in Europa.

    Se l’Italia vuole mantenere la bandierina piantata sul Brennero, che paghi. Costa sempre meno della prima strategia italiana, che consisteva nel mantenere in piedi un esercito di occupazione.

    I sudtirolesi incassano felicemente, certo, non si lamentano, e usano pure bene i soldi, rispetto a qualunque altra regione.

    Poi, certo, c’è da vedere cosa succederà quando non ci saranno i soldi.

    • PinoMamet scrive:

      ” Se l’Italia vuole mantenere la bandierina piantata sul Brennero, che paghi.”

      In effetti mi sono sempre chiesto perché l’Italia si sia ostinata a mantenere un controllo su quelle terre che, evidentemente, non la vogliono.
      Prestigio? Che prestigio è far sventolare il tricolore su quattro tedeschi?

      D’altra parte, mi sono anche sempre chiesto perchè i quattro tedeschi in questione non ne vogliano sapere assolutamente dell’Italia, nonostante questa li tratti- non da oggi, da cinquant’anni- con i guanti di velluto, e meglio di quasi tutte le altre minoranze
      (evidentemente, avere alle spalle l’Austria o la Germania, anziché la Grecia o l’Albania, o, peggio di tutti, il non esistente stato degli zingari, qualcosa conta..)
      Cos’è, verde bianco e rosso fanno tanto schifo?

      Insomma, non capisco il nazionalismo eccessivo; ma né quello italiano, né quello germanico.

      • Peucezio scrive:

        Secondo me è un puro fatto nominale di sovranità territoriale intesa come fatto di principio. E’ il solito retaggio francesizzante, giacobino-napoleonico, per cui le realtà storiche ed etniche sono irrilevanti rispetto a una statualità astratta.
        Non diversamente si spiegherebbe l’assoluto disinteresse per la Corsica, italiana più degli spaghetti e, cosa ancor più inqualificabile (visto che almeno la Corsica l’abbiamo persa tre secoli fa), dei nostri fratelli d’Istria e Dalmazia.
        E’ come un padre di famiglia che si vuole tenere a tutti i costi a casa sequestrato il figlio di un altro e tollera che i propri siano stati rapiti da un’altra famiglia.

    • Peucezio scrive:

      Non ho capito però il nesso fra le quote etniche e i soldi destinati alla provincia. Le quote ci possono anche stare (anche se, se il timore è che arrivino impiegati pubblici da tutta Italia, basterebbe porre il vincolo della residenza o della nascita, così non si discriminerebbero gli italiani autoctoni), ma perché dobbiamo pagarli?
      In genere i popoli conquistati militarmente vengono semmai sfruttati, non foraggiati. Mi va benissimo che non si applichi più una logica del genere, basata sul sopruso e sui rapporti di forza, ma da qui ad essere noi i tributari loro…

      • Francesco scrive:

        a sentir loro, quello che succede è solo che i tributi pagati in Sud Tirolo restano lì (al 90% mi pare), senza essere in alcun modo foraggiati da Roma

        che mi pare una bella cosa

  11. Claudio Martini scrive:

    Tutto il mondo e’ Assurdistan.

  12. Leo scrive:

    Mi erano antipatici i tirolesi, ma sia per amicizie personali, sia per ripensamenti ed approfondimenti storico-culturali, sia per la differenza lampante tra loro ed i legaioli, sia per un mio progressivo allontanamento psicologico dallo Stato italiano, senza volere santificare nessuno beninteso, ho cambiato molto opinione.
    Tra l’altro dice bene Miguel : a parte qualche traliccio fatto saltare in aria non hanno mai invaso nessuno, al contrario degli italiani.
    A proposito ho una domanda per te : hai detto che non riuscirai mai ad integrarti con l’Italia, ma perchè non provi a farlo con il Sudtirolo ? Io per la mia vecchiaia un pensierone l’ho gia fatto.

  13. Leo scrive:

    Tornando alla Siria ho letto tra i commenti al filmato che forse sparavano a salve.
    La domanda nasce spontanea : hanno imparato loro dai napoletani durante Capodanno o viceversa ? (A Napoli però è ormai usanza che ci scappi il morto, quindi non festeggiano a salve)

  14. Moi scrive:

    O, ma che minkia dite ?! … Il Tirolo è Austria ? Appunto … ma lo sapete chi ci è nato in Austria, a Braunau am Inn il 20 Aprile 1889 ?!

    I Sud Tirolesi, pertanto, devono soltanto ringraziarci, anzi non ci ringrazieranno mai abbastanza se li abbiamo annessi all’ Italia liberandoli così preventivamente (!) dallo stigma di essere concittadini di Adolf Hitler ! 🙂 😉 😀

    • Francesco scrive:

      eh, credo che il Tirolo sia Tirolo, non Austria (o Italia, o Baviera)

      e visto che sono a favore degli USE, che si facciano pure il loro staterello tiroles-alpino

      come i sardi, i siciliani, i livornesi, i corsi, i baschi, i catalani e tutti quelli che hanno da rompere i marroni con le patrie avite ecc. ecc.

      “più patria per tutti!”

    • mirkhond scrive:

      E inoltre l’austriaco in questione non si sentiva austriaco, in quanto sosteneva (a ragione) che Braunau am Inn, fino al 1814, si trovasse sul lato bavarese del confine!
      Questo anche per giustificare la sua avversione alla “Cacania” cattolica e multietnica, da cui espatriò nel 1913, per non farvi il servizio militare, che invece svolse da volontario nel reggimento bavarese del secondo reich, durante la prima guerra mondiale.
      Ma la cosa più sorprendente è che l’uomo che è stato identificato con la peggior storia tedesca, pare che ottenne la cittadinanza tedesca solo nel 1932!
      I paradossi della storia…
      ciao

  15. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “ma lo sapete chi ci è nato in Austria, a Braunau am Inn il 20 Aprile 1889 ?! “

    Beh, da ragazzo mi ricordo ancora di qualche contadino anziano, con la solita tuta blu, che portava i baffi stretti. Mi sa che era un costume alpino, presumo estinto.

    • Anche mio nonno, più che salentino, li portava. E ha continuato a portarli per anni anche dopo la guerra tra le proteste di mia nonna. Credo che quindi fosse un taglio di baffi come un altro, purtroppo scelto da una persona che sta universalmente antipatica e quindi estinto.

    • PinoMamet scrive:

      Penso che i baffetti stretti fossero una moda degli anni Venti-Trenta, che qualcuno proseguì poi anche oltre, per abitudine.
      Senza alcuna connotazione politica: oltre a Charlie Chaplin in versione cinematografica (non credo nella vita quotidiana), al nonno di Mauricius e, per un breve periodo, al mio, li portava anche il fondatore del Coro dell’Armata Rossa:

      http://en.wikipedia.org/wiki/Alexander_Vasilyevich_Alexandrov

      • Moi scrive:

        Anche il famoso attore comico Oliver Hardy con quei baffetti e quella capigliatura sembrava Hitler … “prima” del miracoloso prodotto dimagrante 😉 🙂 😉 🙂 da pubblicità.

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Leo

    “A proposito ho una domanda per te : hai detto che non riuscirai mai ad integrarti con l’Italia, ma perchè non provi a farlo con il Sudtirolo ? “

    Ogni cosa ha un suo prezzo… credo che la sopravvivenza dei tirolesi sia legata a una certa chiusura, che renderebbe difficile per chiunque integrarvisi. E immagino che l’osservanza delle regole di indubbia civiltà sia garantita da un costante reciproco controllo.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “In effetti mi sono sempre chiesto perché l’Italia si sia ostinata a mantenere un controllo su quelle terre che, evidentemente, non la vogliono.”

    Ai miei tempi, cioè prima di Maastricht, la spiegavano così:

    1) lo spartiacque del Brennero è la “frontiera naturale” d’Italia, indispensabile come difesa militare

    2) l’Italia dell’imperatore Augusto arrivava fino al Tinnebach (non mi ricordo il nome in italiano), un piccolo fiume dalle parti di Klausen/Chiusa, che fu anche per un certo periodo il confine dell’Italia napoleonica

    3) I ladini sono la prova che da quelle parti si parlava una lingua latina

    4) i germanofoni sarebbero arrivati solo ai tempi di Carlo Magno o anche dopo

  18. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “La ragione sono anche le migliaia di italiani che vivono in Alto Adige e che temono (non senza nessuna ragione) che la loro vita diventerebbe un inferno se quella provincia diventasse indipendente.”

    Infatti. Comunque è una (comprensibile) ragione di oggi: nel 1918, gli italofoni (o trentinofoni) erano, se ben ricordo, il 5% della popolazione, ed erano la maggioranza in un paio di comuni al confine.

    Poi il fascismo ha pensato bene di creare un muro umano di coloni tirati su, in genere, dal Veneto.

    Questo non ne fa, individualmente, persone migliori o peggiori di nessun altro, ma va ricordato. Visto che va di moda parlare di memoria storica, non vedo perché gli italiani debbano sempre rimuovere i propri delitti contro sudtirolesi e sloveni.

  19. mirkhond scrive:

    Il Tirolo, così come la contigua Svizzera e la maggior parte dell’Austria e della Baviera fino al Danubio, erano latinofone al momento dell’insediamento delle popolazioni germaniche dopo il crollo del limes romano.
    Se leggiamo la Vita di San Severino (c.410-482 d.C.), apostolo del Norico Ripense (odierne Austria e Baviera sud danubiane), vi troviamo un quadro di drammatiche lotte della popolazione romana latino contro le orde gemaniche stanziate a nord del Danubio, che tentavano di schiavizzare i primi.
    Lo stesso San Severino che, col crollo del potere centrale romano, assunse de facto anche un ruolo politico tra Passavia (Passau) e Lauriacum (Lorch, presso Vienna), negoziando con i germani e tentando di riorganizzare la vita di questa latinità di frontiera.
    E tuttavia, quando Odoacre, signore dell’Italia romana (a cui il Norico apparteneva dalle riforme di Diocleziano nel 292 d.C.), nel 488, ritirò le sue truppe, che avevano sostituito le legioni nel controllo di quell’estremo confine, per difendersi a Ravenna, minacciata dagli Ostrogoti di Teodorico, Odoacre dicevo, abbandonando il Norico Ripense, provocò la fuga di gran parte della popolazione latina, comprese le reliquie di San Severino, portate poi a Napoli.
    E così iniziò la lenta, secolare, graduale germanizzazione di queste terre transalpine, processo graduale, in quanto la maggior parte dei latini/protoladini rimase in patria.
    L’idioma latino si estinse nella regione di Vienna intorno al IX secolo dopo Cristo, in quella che diventò la Baviera, fino al X secolo, accanto alla legge baiuvara, i duchi germanici mantennero quel che restava del diritto romano, per la popolazione latina.
    Il Grigioni, comincia a germanizzarsi nel tardo XIII secolo, con l’immigrazione di pastori Walser (Vallesi) di lingua sveva, processo non portato a compimento, in quanto ancora oggi parte del Grigioni è rimasto ladinofono, seppur a rischio di ulteriore germanizzazione.
    Il Vorarlberg, era ancora ladinofono nel XII secolo, e solo dopo divenne germanico per l’immigrazione dei Walser svevi.
    Infine il Tirolo, comincia a germanizarsi già nel VII secolo, nelle aree più settentrionali, ma solo dopo il XII-XIII secolo, inizia la vera germanizzazione di massa, tanto è vero che Dante, collocava il confine settentrionale d’Italia sopra Tiralli (Castel Tirolo).
    Nella Venosta il ladino si estinse agli inizi del XIX secolo (e in Ladino grigionese, affine a quello estinto della Venosta, questa è chiamata Vnuost), mentre le valli Gardena, Badia sono rimaste ladinofone a tutt’oggi.
    Cosa provocò questo processo che ha portato alla scomparsa di una vastissima area di lingua romanza?
    Non trovo una risposta univoca e soddisfacente. Probabilmente vi fu un insieme di fattori, lo scarso popolamento di alcune aree montuose, e/o la fuga in esse delle genti della pianura, la maggior pressione demografica germanica in aree devastate da continue incursioni, la lunga convivenza con i gruppi germanici dominatori, mentre i latini/protoladini erano dei marginali, in quanto il potere politico e ecclesiastico, dopo la rievangelizzazione di queste aree tra VII-VIII secolo dopo Cristo, era in mano a tedeschi.

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per mirkhond

      A Trento si è avuto da un certo momento in poi il processo contrario: germanofona fino al XVI secolo, si è progressivamente italianizzata.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • daouda scrive:

      Si ma parlare di lingue senza far riferimento ad un etnia con determinate caratteristiche non solo culturali e sociologiche ma , per comodità, razziali, mi sembra alquanto riduttivo.

      • mirkhond scrive:

        Si sta infatti parlando, di un lungo, lento e graduale processo di assimilazione etno-linguistica di una vasta area latinofona tra Danubio e le Alpi, da parte di invasori e poi colonizzatori germanici, tra V e XIX secolo dopo Cristo.
        Assimilazione e NON sterminio razziale di chi c’era PRIMA dei Germani/Tedeschi.
        Da cui le popolazioni tedesche e germanofone bavaresi, austriache, tirolesi e svizzero tedesche, popolazioni germaniche ma frutto di tale secolare opera di METICCIAMENTO.
        Ah, dimenticavo, i Romani stanziarono una colonia di legionari della Mauritania (l’attuale Marocco mediterraneo), nella valle dell’Inn, a difesa di quel tratto di limes danubiano.
        Valle dell’Inn, in cui ricerche genetiche condotte su 39 parenti di Hitler, e su abitanti della valle, mostrano un forte legame con i berberi….
        ciao

        • daouda scrive:

          Appunto.
          Queste cose vanno considerate altrimenti si fà la fine degli irredentisti idioti.
          Le lingue non cascano dal cielo insomma.

          Grazie.

  20. Armando scrive:

    Ciao Miguel
    Ti ringrazio per il video, l’ho messo sul mio Blog.
    Ho scritto di un argomento che ti dovrebbe interessare poi se ti va te lo passerò.
    Ciao

  21. Athanasius scrive:

    Peucezio disse:

    “dei territori italofoni di Istria e Dalmazia”

    Territori italofoni di Istria e di Dalmazia? Lo sai quanti italofoni ce ne sono in quelle terre? Nell’Istria qualcosa come 8% della popolazione, nella Dalmazia…zero.

  22. mirkhond scrive:

    Forse Peucezio, si riferiva alla situazione del Litorale tra Trieste e Cattaro all’epoca del crollo dell’Austria-Ungheria e del periodo fascista e pretitino.
    ciao

    ps., ma in Istria e Dalmazia croate il blinguismo croato/italiano oggi è poco diffuso?

  23. Moi scrive:

    A proposito di Ladini e SudTirolesi, non so se ve l’ho già detto … ma hoconosviuto un vecchio Alpino che diceva in buon Italiano ma con schiettezza poco cittadina:

    ” ‘Sti Crucchi da queste parti sono dei Falsi come nessunaltro ! Sono più Napoletani loro dei Napoletani veri ! Il “chiagne e fotte” l’ avranno anche inventato a Napoli ma qui lo hanno pefezionato ai massimi livelli. La vera minoranza discriminata siamo sempre stati noi Ladini … e dire che una volta qui era tutta Casa Nostra !”

  24. mirkhond scrive:

    Tempo fa su un sito ladino, si parlava con rammarico della germanizzazione dell’area tra Danubio e le Alpi, e si fantasticava su come si sarebbe sviluppato il romanzo locale, oggi ridotto a poche e frammentate aree alpine….
    ciao

  25. Moi scrive:

    Visto che va di moda parlare di memoria storica, non vedo perché gli italiani debbano sempre rimuovere i propri delitti contro sudtirolesi e sloveni

    Miguel Martinez
    __________________

    Proprio vero che non ti integrerai mai ! 🙂 😉

    Sloveni o Crucchi sono funzionali alle divisioni interne dell’ Italia, altrimenti detto: gli “Italiani” non possono fare nulla di quel che richiedi perché semplicemente hanno cessato di esistere come popolo unitario con la Caduta dell’ Impero Romano d’ Occidente, e Risorgimento e Fascismo sono stati patetici tentativi di resurrezione di qualcosa estintosi millenni prima.

    Il dibattito sarà sempre da una parte:

    “Rossi di merda, siete da sempre delle Quinte Colonne, ieri con i Titini e tutta la cricca Comunista dell’ Est Europeo … oggi con i Musi Ulmani che vogliono imporci la sharia !
    Il Duce è stato troppo buono, se vi fucilava tutti fra il 1921 e 1938 a quest’ora l’ Italia sarebbe un Paradiso in Terra”.

    Dall’ altra parte:

    “Fasci di merda, bisognava dare man forte ai Titini e infoibarvi tutti, a quest’ ora l’ Italia non avrebbe mai avuto Berlusconi per ben 17 anni !”

    🙂 😉

  26. Athanasius scrive:

    Per mirkhond

    “ps., ma in Istria e Dalmazia croate il blinguismo croato/italiano oggi è poco diffuso?”

    Questo biliguismo esiste ancora soltanto in ALCUNE parti d’Istria. In Dalmazia non esiste più. E una cosa del passato. Ci sono molti Dalmati che parlano un po’ d’italiano che hanno imparato ascoltanto o guardando la RAI, o come tutt’altra lingua straniera (che è utile nel caso dalmata perchè ogni estate ci sono molti turisti italiani), ma è una cosa completamente diversa.

    Soltanto sto descrivendo la situazione tale com’è, non dico che sia questo buono o male.

  27. mirkhond scrive:

    Ti ringrazio perchè mi aiuti a capire qual’è lo stato linguistico attuale del litorale adriatico croato, in questo simile alla Prussia orientale spartita tra Polonia e Russia, e dove nell’oblast di Kalingrad, un tempo Konigsberg, non si parla più tedesco dal 1945-50, e nella oggi lituana Klaipeda, Memel fino al 1945, ormai totalmente lituanofona e cattolica.
    Nell’oblast di Kalingrad, mi sembra ci siano oggi solo 8000 tedeschi, ma dovrebbe trattarsi di immigrati dal Volga, mentre a Klaipeda vi sono circa 2000 lituani-prussiani luterani, ultimo residuo di una popolazione indigena, ma in osmosi e spesso meticciata con i tedeschi di Prussia, con cui ha condiviso per secoli la religione luterana e la fedeltà agli Hoenzollern duchi e re di Prussia, poi imperatori del secondo reich, e l’attaccamento alla Germania di Weimar nel 1919-1923, e persino a quella hitleriana del 1939-1945, pagando sanguinosamente con la conquista sovietica del 1945!
    Quanti spostamenti e sradicamenti violenti di popoli e identità, avvenuti al seguito dei due tremendi conflitti mondiali della prima metà del XX secolo, e degli odi nazionalistici e ideologici ad essi collegati!
    ciao!

  28. mirkhond scrive:

    errata corrige: Kaliningrad

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