Roberto Giammanco: gli Stati Uniti tra elezione, missione ed etnocidio

Pubblico qui un testo importante, la relazione di Roberto Giammanco al XXXII Convegno Internazionale di Americanistica (Perugia, 3-10 maggio 2010). Significativamente, è stata l’unica relazione a parlare dell’America per antonomasia, gli Stati Uniti: anche con le migliori intenzioni, gli antropologi tendono quasi sempre a occuparsi degli oggetti e non dei soggetti della storia e del dominio.

Roberto Giammanco, formatosi giovanissimo presso la scuola di Francoforte con Adorno, impegnato poi nell’insegnamento universitario negli Stati Uniti, è una figura del tutto anomala nel tenebroso panorama intellettuale italiano.

La sua cultura si è centrata su due poli – la musica classica e la conoscenza diretta della vita. Non partendo mai da astrazioni o pregiudizi, ma esplorando con una curiosità quasi infantile, una profonda simpatia umana e un inesauribile senso dell’umorismo.

Che si trattasse di Malcolm X, con cui aveva stabilito un rapporto di amicizia personale, o dei combattenti palestinesi con cui ha condiviso la fuga durante il Settembre Nero; dei sinti nei campi del Nord Italia o degli snake handlers della West Virginia; dei contadini sfruttati del Guatemala o dei miliziani del Wyoming; dei mercanti del bazar iraniano ai tempi della rivoluzione  (Roberto Giammanco è stato forse l’unico occidentale cui sia stato permesso intervistare l’Ayatollah Khomeini) o dei collezionisti di fumetti degli Stati Uniti, Roberto Giammanco è sempre stato capace di cogliere il senso del mondo in una goccia d’acqua. Nella più assoluta libertà da partiti e chiese, cosa che non ha giovato alla sua fama in Italia.

In questo saggio, Roberto Giammanco tocca l’argomento fondamentale dei nostri tempi. Come dice il titolo, Missione politico-religiosa, schiavitù ed etnocidi negli Stati Uniti d’America. In un mondo diviso tra persone che guardano solo la storia economica e altre che guardano solo la storia delle idee, Roberto Giammanco è uno dei pochi ad avere gli strumenti per cogliere le doppie basi dell’Impero. Che da una parte, è la più grande potenza capitalista della storia umana, dall’altra proietta attorno a sé l’ideologia dell’elezione e della missione.

Roberto Giammanco Schavismo Americano

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62 risposte a Roberto Giammanco: gli Stati Uniti tra elezione, missione ed etnocidio

  1. mirkhond scrive:

    Christian De Sica, anni fa, ospite in una trasmissione televisiva dove presentava un suo film, girato negli Usa, parlò dei nativi americani che avevano partecipato al film come comparse.
    Disse riferendosi a loro, che aveva notato una grande tristezza nei loro occhi, tristezza per una storia che avrebbe potuto essere diversa….

    • Francesco scrive:

      questo possiamo escluderlo: non avevano il ferro, la polvere da sparo, i cavalli, le costruzioni in muratura, una struttura politica unificata. aspettavano solo che qualcuno arrivasse a dare loro il colpo di grazia: fossero arrivati i Cartaginesi o i Normanni sarebbe stato lo stesso la loro fine.

      certo, con gli spagnoli sarebbero stati colonizzati e sottomessi e non sterminati.

      ma neppure con la massima fantasia posso immaginare come avrebbero potuto avere un esito positivo.

      ciao

      • PinoMamet scrive:

        Penso che tu stia parlando delle popolazioni del NordAmerica visto che fai il paragone con la situazione dei luoghi colonizzatidagli spagnoli
        (vabbè, hanno colonizzato anche buona parte degli odierni Stati Uniti- in un modo sostanzialmente diverso, se non opposto, a quello anglosassone, ma non sottolizziamo);

        occhio però che non erano mica tutte come quelli dei film western, che stanno tutti nei tepee a fumare la pipa e a parlare con laconica, gutturale serietà;
        mi sembra anzi che moltissime evolute popolazioni agricole una struttura politica unificata, ben organizzata e territorialmente estesa e significante, ce l’avessero eccome.
        Insomma, gli Irochesi erano attori politici di primo piano negli scontri coloniali del Settecento
        (non avevano la polvere da sparo, è vero, ma rimediarono subito…)

        Quanto ai Cartaginesi o ai Normanni del paragone, mah, i Vichinghi in America pare siano arrivati davvero, se poi siano stati sconfitti dal clima o dalle popolazioni locali se ne discute.

        Ciao! 🙂

  2. mirkhond scrive:

    Riguardo al razzismo e al sentimento di elezione, così radicato nel mondo anglosassone, mi viene in mente quanto scrive lo scrittore britannico Tom Knox (pseudonimo di Sean Thomas) nel suo romanzo Il Segreto della Genesi.
    Il romanzo è ambietato tra le isole britanniche e gli scavi archeologici di Gobekli Tepe presso Urfa, nella Turchia del sudest presso la frontiera con la Siria, scavi archeologici di cui si parla pochissimo e che dal 1994, diretti da una missione archeologica tedesca, stanno portando alla luce un imponente complesso monumentale preistorico risalente al periodo tra 11.ooo-8000 a.C.!
    Ora, Knox come altri, pensa che Gobekli Tepe, che all’epoca remotissima in cui fu eretto questo complesso, forse un santuario per i cacciatori-raccoglitori della regione; per Knox dicevo, questo luogo è il FONDO STORICO del mito del giardino dell’Eden.
    Effettivamente quest’area, nell’alta Mesopotamia, oggi è un deserto brullo, ma in epoche preistoriche doveva essere un’oasi come mostrano i rilievi di animali raffigurati, e da quelle parti, stando alle attuali conoscenze, l’uomo iniziò a coltivare il grano e ad allevare animali.
    Ma il punto è un altro. Knox che ha un background protestante (il suo protagonista è figlio di mormoni), si basa su questa interessantissima scoperta archeologica ancora in corso (finora è stato portato alla luce solo il 5% del complesso suddetto), per fare una riflessione sull’origine del male, sul famoso Peccato Originale, che tanta importanza riveste nel Cristianesimo, sopratutto in quello protestante.
    Mescolando teorie razziste anglosassoni sulla presunta superiorità dei popoli nordici, millenarismo veterotestamentario, apocrifi veterotestamentari come il Libro dei Giganti, e paradarwinismo da strapazzo, insomma Knox sostiene che all’origine del mistero del male ci fosse stato un mostruoso incrocio genetico tra due razze ominidi, la nostra e quella dei fantomatici Uomini del Nord, una stirpe di giganti dagli occhi a mandorla, alti tre metri che discenderebbero dal Gigantopiteco e abitanti nelle fredde terre della valle dell’Amur, attuale frontiera russo-cinese.
    Gli Uomini del Nord, 11000 anni prima di Cristo, non potendo più vivere in patria, perchè le risorse erano scarse emigrarono nell’alta Mesopotamia e qui dopo aver stuprato le “nanerottole” armenoidi, avrebbero elargito la loro sapienza “superiore” alle loro donne e ai loro figli meticci, dando così origine al complesso monumentale di Gobekli Tepe e quindi alla civiltà.
    Però qui civiltà fece rima con crudeltà e i discendenti meticci si ribellarono ai loro feroci dominatori settentrionali e li sterminarono, ma ormai il gene del male era entrato negli uomini.
    Questa teoria bizzarra e strampalata non ha ALCUNA BASE scientifica, in quanto il Gigantopiteco era un ERBIVORO e non ha lasciato alcuna linea evolutiva.
    Anche le culture preistoriche dell’Amur (14500 a.C.) e la cultura Jomon (14000 a.C.), di cui Knox si serve per dare veste “scientifica” alla sua teoria, culture ancor più remote di Gobekli Tepe e come questa, note pressochè solo agli addetti ai lavori, non hanno ovviamente alcun legame con i fantomatici Uomini del Nord.
    E tuttavia, a mio parere, queste farneticazioni, mostrano come l’influenza del letteralismo biblico e l’idea di superiorità del mondo nordico, in questo caso anglosassone, superiorità che per Knox deriverebbe dal fatto che vivere in climi impossibili aguzzerebbe l’ingegno, queste idee insomma sono fortemente sedimentate in questa cultura.
    Tra l’altro sono interessanti pure le considerazioni che l’autore mette in bocca al suo protagonista, sulle donne di Urfa, che lui definisce “le spose della morte” perchè… velate!
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per mirkhond

      Questo Knox sembra dimostrare che è’ proprio vero che la madre dei fessi è sempre incinta. Ma senza andare lontano, forse che all’inizio della storia di Roma non c’e’ il ratto delle Sabine?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  3. PinoMamet scrive:

    Non c’entra una cippa, ed è stato già ripetuto mille volte, ma ripeterlo non guasta mai:

    le donne velate non è uguale a Islam.

    Senza bisogno di tornare indietro all’elaborata acconciatura di mia nonna, anche soltanto nella Grecia di Pausania 😉 (o forse lo confondo con un periegeta minore ma più gustoso di particolari cui lo paragona Frazer) le donne Tebane vanno in giro velate.

  4. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    Faglielo capire a mister Knox, pardon mister Thomas!

    ps. dalle parti di Urfa, anche le cristiane, almeno nelle campagne sono velate, se ne è parlato in altri post.
    ciao

  5. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Se riesci a leggertelo Il Segreto della Genesi, ne vedrai di stupidaggini!
    ciao

  6. mirkhond scrive:

    Sempre per Andrea Di Vita

    Il ratto delle Sabine.

    Certo. Ma per mister Knox/Thomas IL PECCATO MORTALE è che due (presunte) razze ominidi si siano INCROCIATE all’alba della storia, dando origine al male nel mondo, e ciò in linea col solito razzismo “biologico” alla base del protestantesimo anglosassone di cui parla l’articolo.
    ciao

  7. PinoMamet scrive:

    Questa faccenda che l’incrocio di due “razze” sia una roba brutta è una fissazione che ogni tanto salta fuori in letteratura:

    Melville, Benito Cereno: il vero capo della rivolta (ispirata ai fatti dell’Amistad, ma letta ovviamente in chiave “negro cattivo”, anche se giustificato) è il mulatto, a cui l’incrocio con il bianco ha (ovviamente, nell’ottica razzista dell’epoca) aumentato l’intelligenza;
    ma ha anche inoculato una dose di malignità diabolica, la cui presenza resta inspiegabile se non si accetta il fatto che per l’autore, evidentemente, è l’incrocio stesso tra due razze a essere cattivo, diabolico, per se stesso.

    Una sorta, appunto, di peccato originale.

    Knox, a quanto mi dici, porta le cose all’estrema conseguenza, rendendolo “il” Peccato Originale.

    Ciao!

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Pinomamet

      ”letteratura”

      Specialmente in quella fantascientifica. Penso a ‘I figli della notte’, di Williamson, dove la licantropia è il prodotto recessivo di un antichissimo incrocio fra homo sapiens e una razza di licantropi. L’incrocio come ultima risosrsa della biodiversità -e quindi leto in chiacve positiva e antirazzista- lo si trova invece in ‘Il seme fra le stelle’ e in ‘Guerra al grande nulla’ di Blish e soprattutto in ‘Il mio cuore aploide’, della Le Guin.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  8. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    Infatti!

  9. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    Assolutamente affascinante la descrizione del romanzo. Se dai un po’ più di forma al tuo commento (qualche citazione dal libro, ecc.), fammelo avere e te lo pubblico sul blog.

  10. mirkhond scrive:

    Per Miguel Martinez

    In che senso? Un sunto del romanzo?

    Mirkhond

    • Miguel Martinez scrive:

      Diciamo più o meno quello che hai scritto, mettendolo appena un po’ più in ordine, dando dati bibliografici precisi e unendo il tuo commento principale alle aggiunte successive che tu stesso hai fatto.

  11. mirkhond scrive:

    Per Miguel Martinez

    Mah, volevo fare solo una modesta riflessione su un brutto romanzo i cui contenuti mi sembrano in linea con l’argomento trattato dal post.

  12. mirkhond scrive:

    Per Miguel Martinez

    Tra un pò devo uscire e per ora le invio questo:
    Il Segreto della Genesi è costruito come un giallo da una parte e l’interessante e poco conosciuto sito archeologico di Gobekli Tepe dall’altra.
    Al centro il protagonista, il giornalista corrispondente estero britannico dal Medio Oriente, Rob Luttrell, figlio di una coppia separata di mormoni anglo-americani.
    Luttrell, inviato a Gobekli Tepe dal suo capo per un modesto reportage sugli scavi, e di riflesso sulle tensioni turco-curde dell’area, si troverà sempre più impelagato in un’affascinante ed inquitante passato remoto della storia umana, tra un gruppuscolo di fanatici aristocratici britannici ed esponenti della misteriosa ed esoterica setta curda degli Yezidi che si ritengono custodi del segreto del Peccato Originale che, in combutta col fanatico e crudele gruppuscolo britannico suddetto, si rendono responsabili di atroci delitti per impedire la rivelazione di tale segreto.
    Lo stesso Luttrell si troverà coinvolto in una vicenda sempre più horror, ma con il lieto fine a sorpresa.
    Nel corso della vicenda, emergono alcuni dati storici ed archeologici autentici, come gli scavi a Gobekli Tepe e le interpretazioni e le ipotesi degli archeologi sull’origine, lo scopo e l’altrettanto improvviso e deliberato abbandono del sito nell’8000 a.C.
    Ma anche le ancor più remote e misconosciute dai non addetti ai lavori, culture dell’Amur (14500 a.C.) e Jomon del Giappone (14000 a.C.).
    Ora verso la fine del romanzo, Luttrell, dopo aver scoperto il testo sacro degli Yezidi, il Libro Nero, che nel romanzo consiste in un teschio di una strana e sconosciuta razza ominide, e di una pergamena in aramaico, mettendo insieme i tasselli mancanti (diciamo pure inventati di sana pianta), e tirando fuori ipotesi cripto-zoologiche mescolate al letteralismo veterotestamentario, soprattutto all’apocrifo Libro dei Giganti, Luttell dicevo, collega tra loro queste remotissime culture preistoriche e giunge alla conclusione del mostruoso incrocio genetico, cui si è accennato prima.
    La parte migliore del romanzo, a mio parere è costituita proprio dai soggiorni di Luttrell ad Urfa e a Gobekli Tepe, nonostante questi splendidi luoghi costituiscano lo sfondo per una vicenda “franca” e dove i Franchi se la cantano e se la suonano tra loro, il tutto condito da considerazioni sulla Turchia profonda non laica, pietose commiserazioni sulla questione curda e l’aperto disprezzo per le donne della regione, definite dal profondo e coltissimo Luttrell le spose della morte.

  13. mirkhond scrive:

    Sempre per Miguel Martinez

    Per Gobekli Tepe e la cultura Jomon, i riferimenti si possono trovare su wikipedia, soprattutto nella versione inglese.

    Per la cultura dell’Amur si veda :
    Yarloslav V.Kuzmin
    The Earliest Centres of pottery origin in the Russian Far East and Siberia: review of chronology for the oldest Neolithic cultures, in Documenta Praheistorica XXIX
    il testo è scaricabile da internet

    Per il Libro dei Giganti, si può vedere l’apocrifo veterotestamentario Libro di Enoch.
    Per gli Yezidi e il loro Libro Nero su wikipedia in Inglese.

    ps. secondo l’archeologa giapponese Junko Habu (non citata nel romanzo), la cultura Jomon può essere collegata o deriverebbe direttamente da quella dell’Amur, ma non essendo uno specialista, mi fermo qui.
    Mirkhond

  14. mirkhond scrive:

    Alcune perle da Il Segreto della Genesi:

    “Rob si sedette su un masso e prese qualche appunto, infilando le pietre preziose delle prove sul filo della narrazione. Una citazione continuava ad assillarlo. Ricordò il padre che la recitava in una chiesa mormone. Era tratta dalla Genesi, capitolo sei.

    Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta.” (p.381)

    “Il Libro di Enoch è un…testo apocrifo.
    …..”non fa parte della Bibbia ufficiale però è considerato autenticamente sacro da alcuni rami del cristianesimo, per esempio la chiesa etiope.”
    …..
    “Ha circa 2200 anni ed è stato probabilmente scritto da israeliti, anche se non ne abbiamo la certezza. ……. E’ stato rinvenuto tra i documenti preservati tra quelli che chiamiamo i Rotoli del Mar Morto.
    Il Libro di Enoch descrive un’epoca in cui cinque angeli caduti -i cinque Satana o Guardiani – e i loro servi giunsero tra gli uomini primitivi. Questi angeli erano presumibilmente vicini a Dio ma non seppero resistere alla bellezza delle donne, delle figlie di Eva. Così gli angeli malvagi presero tali donne e in cambio promisero ai maschi umani i segreti della scrittura. Questi….demoni insegnarono anche alle donne a ‘baciare il fallo’.”
    ……
    “…..la mescolanza tra demoni e uomini diede origine a una razza di malvagi e violenti giganti, i Nefilim, sempre secondo quel testo.” (pp.376-377)

    “L’Amur è un fiume della Mongolia settentrionale, dove esistono presumibilmente tracce di ceramiche ancora più antiche (di quelle Jomon e di Gobekli Tepe ndr.). E’ un vero mistero. Queste popolazioni del Nord, insolitamente progredite vanno e vengono. Di base sono cacciatori e raccoglitori, eppure all’improvviso compiono un brusco e inspiegabile balzo tecnologico.”
    ….
    “Quello non è certo il territorio più promettente per una civiltà primitiva. Siberia, interno della Mongolia, l’estremo Nord del Giappone. Non è la tiepida e soleggiata Mezzaluna fertile, sono le terre più gelide e difficili dell’Asia settntrionale. Il bacino dell’Amur è uno dei luoghi più freddi della terra, in inverno.”
    …..
    ” Rob scosse il capo.
    ….” Forse queste culture orientali non sono svanite. Si sono solo spostate….a ovest. Potrebbe esistere un legame tra queste progredite tribù asiatiche e Gobekli ?”
    (pp.378-379)

    “Il più grande ominide mai ritrovato, il Gigantopithecus, venne scoperto in Asia centrale. Era davvero enorme : un uomo-scimmia alto forse due metri e ottanta. Come una sorta di…yeti…”
    …..
    “Vissero circa trecentomila anni fa. Potrebbero essere sopravvissuti più a lungo, e qualcuno pensa che il Gigantopithecus potrebbe averlo fatto abbastanza a lungo perchè alcuni ricordi perdurino nell’Homo sapiens. Ricordi di enormi uomini-scimmia.”
    ” Ma naturalmente è un’ipotesi molto fantasiosa. E’ più probabile che il Gigantopithecus si sia estinto a causa della competizione da parte dell’Homo sapiens. Nessuno sa con certezza cosa gli sia successo, tuttavia…”
    “L’ovvia conclusione apparve di colpo chiara a Rob….Forse il Gigantopithecus si è EVOLUTO, ma trasformandosi in un concorrente molto più serio per l’Homo sapiens. Non è possibile anche questo?”
    ….
    ” Quindi quel nuovo ominide…sarebbe stato un ominide molto massiccio, aggressivo e di notevole intelligenza, vero? Qualcosa in cui ci si è evoluti per riuscire ad affrontare condizioni estremamente disagevoli e brutali. Un feroce concorrente in fatto di risorse.” (pp.382-383)

    Il Segreto della Genesi, Longanesi per l’edizione italiana.

  15. mirkhond scrive:

    Altre perle da Il Segreto della Genesi

    “Osservarono un nutrito gruppo familiare: gli uomini in pantaloni sformati e le donne vestite di nero e con il velo. Coperte in quel modo, di sicuro soffrivano enomermemente il caldo torrido. A quel pensiero, Rob si indignò.” (p.60)

    “Fuori il sole stava morendo. I muezzin lanciavano il loro richiamo in tutta l’antica città di Urfa. Rob si alzò, andò alla finestra, la aprì con uno scricchiolio e guardò fuori. Il venditore di cetrioli stava pedalando sul marciapiede vantando a gran voce le doti della sua mercanzia. Donne velate erano riunite davanti al salone Honda a parlare al cellulare attraverso lo chador nero che le nascondeva al mondo. Sembravano ombre, fantasmi. Le spose della morte.” (p.144)

    ” Rob guardò una bimba di circa undici anni, con i riccioli color acceso. Sua madre però era avvolta da velo e tunica neri: uno chador completo. Lui si rattristò al pensiero che presto quell’adorabile ragazzina si sarebbe dovuta NASCONDERE, come la madre, avvolta in abiti neri per il resto della vita.” (p.159)

  16. mirkhond scrive:

    Lascio infine allo stesso Luttrell, la perla delle perle di questa bislacca e stravagante riflessione sull’origine del male.

    “I resoconti biblici sugli angeli caduti, i passaggi nel Libro di Enoch, il segreto svelato nella Genesi, capitolo sei, penso rappresentino un ricordo collettivo dell’incrocio tra due specie ominidi, i primi uomini…”
    ” Ed è così, credo, che è nato il ricordo collettivo. Nel 10000 avanti Cristo circa una particolare specie di uomini emigrò dal Nord nella Turchia curda. Questi ominidi invasori erano fisicamente grandi e grossi. Potrebbero essersi evoluti, alla fine, dal Gigantopithecus, il più grande ominide mai conosciuto. A giudicare dalle vicine influenze culturali, questi ominidi più massicci arrivavano sicuramente dall’Asia centro-orientale”.

    ” Qualsiasi sia la loro origine, chiamiamo questi ominidi invasori ‘Uomini del Nord’. In confronto all’Homo sapiens erano più evoluti e indubbiamente più aggressivi. Padroneggiavano la lavorazione della ceramica e l’architettura, la creazione di bassorilievi e la scultura, forse addirittura la scrittura, mentre l’Homo sapiens viveva ancora nelle caverne.”

    “Come mai gli uomini del Nord erano più intelligenti e più spietati? La soluzione si trova nella loro origine : PROVENIVANO DAL NORD. Gli scienziati ipotizzano da tempo che i climi più rigidi diano origine a un’intelligenza più acuta, più strategica. In un’era glaciale si aveva bisogno di pianificare tutto con largo anticipo solo per riuscire a sopravvivere. Si era anche costretti a competere più brutalmente per qualsiasi risorsa disponibile. Per contrasto, climi più tiepidi e miti producono forse una più spiccata intelligenza sociale e una cooperazione più amichevole…
    Ma gli uomini del Nord avevano un problema, da cui la loro migrazione. Possiamo supporre che si stessero estinguendo, come gli uomini di Neanderthal prima di loro. Sembra in realtà, che soffrissero di un DIFETTO GENETICO che li PREDISPONEVA a una violenza intensa quanto malvagia. Forse l’inclemenza dell’ambiente instillò in loro la paura di un Dio vendicativo. Una divinità che bramava il sangue, la propiziazione del sacrificio umano.
    Qualunque fosse il motivo, si stavano uccidendo da soli, sacrificando i loro simili. Una civiltà morente, come quella degli aztechi. Disperati, cercarono una sede e un clima più miti: il clima edenico della Mezzaluna fertile. Migrarono a sud e a ovest. Una volta là cominciarono a incrociarsi con le più umili popolazioni delle pianure curde; mentre si mescolavano ai cacciatori e raccoglitori, ai piccoli cavernicoli, insegnarono loro le arti dell’architettura, della scultura, le pratiche religiose e sociali, da cui lo sbalorditivo progresso culturale rappresentato da Gobekli Tepe. A dire il vero, sospetto che quest’ultimo fosse un tempio eretto dai SUPERUOMINI per instillare un timore reverenziale nei cacciatori e raccoglitori.”
    ….
    “Per un pò, Gobekli Tepe deve essere sembrata un vero paradiso ai piccoli cacciatori e raccoglitori. Un Giardino dell’Eden, un luogo in cui gli dèi camminavano tra gli uomini. Ma poi le cose cominciarono a cambiare. Le risorse alimentari potrebbero aver iniziato a scarseggiare, di conseguenza i giganti del Nord misero al lavoro i piccoli cacciatori, a raccogliere le erbe selvatiche della pianura curda, a sgobbare come agricoltori. Era iniziata la misteriosa transizione verso l’agricoltura. La rivoluzione neolitica. E noi umani eravamo gli iloti. Gli schiavi. Quelli che faticavano nel campo.”
    ….
    “Forse agli uomini del Nord piaceva stuprare le minute cavernicole….forse insegnarono loro a ‘ baciare il fallo ‘ come dice il Libro di Enoch. Le donne divennero indubbiamente consapevoli della propria sessualità – come Eva, trovata nuda nell’Eden – mentre copulavano con i nuovi arrivati. E quando le due specie di ominidi si INCROCIARONO tra loro, gli SCIAGURATI geni della violenza e del sacrificio furono trasmessi ai discendenti, sia pure in forma diluita. I geni vennero ereditati dai figli nati da queste UNIONI.”
    …..
    “Quindi sì, fu la CADUTA dell’uomo. La comunità di Gobekli e delle pianure circostanti era adesso completamente brutalizzata, traumatizzata e ipersessualizzata. Questo non era più un Eden. Inoltre, la stessa agricoltura stava rendendo più brullo il paesaggio, più dura la vita. E quale fu la reazione degli uomini del Nord a questi segni di cattivo auspicio? Reagirono recuperando gli antichi tratti: cominciarono a compiere sacrifici per ammansire i crudeli dèi della natura o i demoni della loro mente. E avevano bisogno di placare tali dèi con il sangue umano.”

    “Verso l’8000 avanti Cristo la sofferenza, i sacrifici e la violenza divennero evidentemente eccessivi. I cacciatori e i raccoglitori locali si rivoltarono contro gli invasori del Nord. Passarono al contrattacco. Scoppiò una battaglia di immani proporzioni. In preda alla disperazione, i cavernicoli trucidarono gli ultimi invasori del Nord, che superavano nettamente di numero. Poi seppellirono tutti quei corpi in una valle, nei pressi delle tombe dei bambini sacrificati, creando un’ unica enorme fossa comune – non lontana da qui, da Gobekli, la Valle della Strage.”
    ” E poi seppellirono il tempio!”

    ” E quindi Gobekli Tepe venne interrata, laboriosamente, per nascondere la VERGOGNA di questo incrocio e tumulare il seme malvagio. I cacciatori e i raccoglitori seppellirono volutamente il grande tempio per sradicare il ricordo: il ricordo degli orrori, della caduta dall’Eden, del loro incontro con il male. Ma non funzionò. Era troppo tardi. I geni violenti e inclini al sacrificio umano degli uomini del Nord erano entrati nel DNA dell’Homo sapiens”.
    …..
    ” Tutte queste grandi religioni monoteiste nascono dal trauma di quanto avvenne a Gobekli Tepe. Tutte sono basate sulla paura di splendidi angeli e di un dio collerico….E’ significativo che tutte queste religioni si basino ancora adesso sul principio del sacrificio umano: nel giudaismo c’è il simulato sacrificio carnale della circoncisione,nell’islam il sacrificio della jihad….”
    …”….E nel cristianesimo abbiamo il ripetuto sacrificio di Cristo, il primogenito di dio, che muore in eterno sulla croce.
    Quindi rappresentano tutti una sindrome da stress, una sorta di incubo, in cui riviviamo costantemente il trauma delle incursioni degli uomini del Nord, l’epoca in cui fummo scacciati dall’Eden e costretti a rinunciare alla nostra vita d’ozio…..”

    Ci fermiamo qui,risparmiandoci dal riportare le altre amenità contenute in questa storia davvero bislacca, ma in cui è contenuta una maldestra riflessione sull’eterna domanda dell’uomo sull’origine del male, sul Peccato Originale.
    ciao
    Mirkhond il tedioso

    • Francesco scrive:

      però questi omoni del Nord non ci fanno una gran figura, sono geneticamente tarati, tutta la loro scienza non gli risparmia di inventarsi un Dio cattivo e i sacrifici umani, alla fine vengono sterminati …

      inoltre la rivoluzione sessuale è colpa loro!

      ciao e grazie

      PS per Longanesi: NON lo avrei comprato lo stesso, il libro.

      • mirkhond scrive:

        Per Francesco

        Beh, adesso almeno sappiamo con chi prendercela per tutti i mali del mondo. In fondo, parafrasando Max Pezzali è colpa del….Gigantopiteco!
        ciao

  17. mirkhond scrive:

    Dimenticavo:

    Questa “riflessione” è contenuta nell pp.399-403 de il Segreto della Genesi di Tom Knox.
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per mirkhond

      Stupefacente. Ma dimmi una cosa: le maiuscole (‘CADUTA’, ‘VERGOGNA’) le hai messe tu o sono nel testo originale? Perchè se le hai messe tu, lo hai fatto probabilmente per chiarezza espositiva; ma se lo ha fatto l’autore, è una capra anche peggiore di quanto si evince dal testo.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  18. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Si, le maiuscole le ho messe io.
    ciao

  19. mirkhond scrive:

    Quel che volevo far notare con questa serie di post incentrati su questo romanzo è come un certo background culturale, il bisogno di far soldi per vivere (questa la motivazione iniziale dichiarata dallo stesso Knox in un’intervista su internet), e la messa insieme alla carlona di dati e scoperte archeologiche vere e interessantissime e purtroppo misconosciute, il fascino e il pregiudizio culturale nello stesso tempo per il Medio Oriente, possano aver dato vita ad un tale bislacco zibaldone.
    Spero che il Dott. Martinez mi perdonerà se non ho reso il mio intervento in una forma più ordinata e strutturata, ma penso che il senso di tanta cialtroneria sia ugualmente ben evidenziato.
    Come giustamente ha detto Andrea, la madre dei deficenti è sempre incinta, ma il guaio a volte, è che questi deficenti hanno alle spalle un background religioso-culturale in cui purtroppo, il pregiudizio razziale è componente essenziale della propria religiosità e l’incrocio tra “razze” il peccato per eccellenza, IL PECCATO MORTALE, come ricordato da Pino.
    Da qui questa sorta di Codice da Vinci veterotestamentario.
    ciao
    Mirkhond

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Mirkhond

      Questo tuo post è illuminante, anche più dei precedenti. 🙂

      Infatti, l’apocalisse terrena data dal miscuglio di razze è la preoccupazione principale dei nazisti. Essi rivendicavano a sè il primato di aver posto l’allarme per la possibilità di tale apocalisse come base stessa della politica e del vivere civile. A tal punto che ogni visione del mondo che NON riconosceva la prevenzione di tale apocalisse alla base di ogni azione valida era percio’ stesso dismessa come ciarlataneria.

      Vorresi sbagliare ma temo che il mondo dei lettori di Knox è il mondo di quelli che, in altre circostanze, sarebbero stati nazisti.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  20. mirkhond scrive:

    Volevo dire PECCATO ORIGINALE, ma credo che il senso qui sia equivalente.
    ciao

  21. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Credo proprio che tu abbia indovinato. Del resto il nazismo non fu che l’elaborazione, il “perfezionamento” anche di un certo protestantesimo anglosassone.
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Mirkhond

      ”protestantesimo”

      Questo mi interessa molto. Puoi mica approfondire?

      Conosco sia il lavoro serio di George Mosse (‘Le origini culturali del Terzo Reich’) sia il libretto di Giorgio Galli (‘Hitler e il nazismo magico’) sia le divertenti e suggestive elucubrazioni de ‘Il mattino dei Maghi’, cui devo più che altro l’idea di procurarmi ‘Hitler mi ha detto’ di Rauschning. Ma a parte la Golden Dawn e i circoli occultistici Inglesi da una parte, e le ossessioni di Hesse e di Horbiger dall’altra, non mi viene in mente granchè sui possibili legami fra nazismo e Protestantesimo anglosassone.

      A meno appunto di non fare come ‘Il mattino dei Maghi’, che mette in uno stesso calderone Blavatski, Gurdijeff, Aleister Crowley e i nazisti in un guazzabuglio degno di Martin Mystère. 🙂

      Quando penso ai Protestanti anglosassoni mi vengono in mente, che so, Cromwell, Salem, gli Amish, i Testimoni di Geova e ‘La legge del Signore’ con Gary Cooper e Anthony Perkins. Nulla di allegro (Gary Cooper a parte): ma niente di paragonabile alla svastica.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  22. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Io ho parlato di un CERTO protestantesimo. E’ chiaro che sotto questa denominazione si cela una galassia in cui c’è tutto e il contrario di tutto.
    Io mi riferisco ad esempio, a cosa accadde in Irlanda da Cromwell all’Home Rule.
    Tieni presente inoltre il saggio di Roberto Giammanco sovracitato e l’enorme ammirazione che Hitler aveva per l’Inghilterra, la sorella germanica con la quale avrebbe voluto condividere i suoi progetti imperialistici.
    ciao

  23. mirkhond scrive:

    Sempre per Andrea Di Vita

    Se non sbaglio, un paio d’anni fa, Miguel Martinez scrisse un articolo in cui affermava che i Nazisti sono considerati negativi, perchè fecero in EUROPA ad EUROPEI ciò che Europei facevano agli altri almeno dalle grandi scoperte geografiche del XV-XVI secolo.
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Mirkhond

      Ho capito quello che vuoi dire, o almeno credo, ma non sono d’accordo con il collegamento fra il Nazismo e un settore del Protestantesimo.

      Per spiegarmi mi permetto una digressione, poi mi riconnetto all’argomento principale.

      Il Nazismo, ricorda Borges nel suo ‘Deutsches Requiem’, è essenzialmente un fatto morale. Esso ha come caratteristica il capovolgimento del comune giudizio -comune almeno in parte alle religioni del Libro, a quelle dell’Estremo Oriente e ai seguaci di Mozio e di Epicuro- per cui la crudeltà gratuita verso gli indifesi è spregevole.

      Invariabilmente i Nazisti, ovunque arrivassero, si dedicavano attivamente allo sterminio più radicale e doloroso possibile della maggior parte di quelli che di volta in volta erano considerati da sterminarsi. (E dico ‘di volta in volta’ perchè inizialmente i Rom furono risparmiati).

      La vittima, prima di essere massacrata, veniva spogliata a forza della sua dignità, anche a costo di forzarla a sopravvivere quanto necessario a tale spoliazione e quindi a costo di maggiori spese per logistica, ecc. e a scapito dello stesso sforzo bellico.

      La crudeltà aveva una sua logica. Il comandante di Treblinka ebbe modo di dire che solo umiliando i prigionieri si rendeva possibile alle guardie l’omicidio sistematico In altre parole, se per il Nazismo gli Ebrei erano sostanzialmente pidocchi travestiti da esseri umani, era necessario smascherarli il più possibile come pidocchi prima di poter neutralizzare la naturale empatia che impedisce persino al lupo di sgozzare il rivale che fa atto di sottomissione mostrando la gola. Ma la logica si sposa alla morale, nel momento in cui l’umiliazione del prigioniero diventa un bene in sè nella Legge Naturale che vuole il predominio della Nostra Identità Europea.

      (Sia detto per inciso, e non a giustificazione: qui, checchè se ne dica, sta la sostanziale differenza fra il lager e il gulag. Quest’ultimo nasce dalla degenerazione paranoica di un potere assoluto -stile Caligola o l’ultimo Nerone- che fuori dal gulag ha comunque perseguito fini positivi, come per esempio l’alfabetizzazione di massa o la sanità pubblica gratuita. Esiste un Castro senza stermini di massa, non un Hitler).

      Proprio l’essere privo -al contrario del Comunismo, del Liberalismo ecc.- di un programma politico costruttivo e il suo esaurirsi nel dominio finalizzato alla altrui schiavitù costituisce l’irrealtà, la natura infernale del Nazismo. Lo strazio delle vittime era fine a se stessa, era senza alcuno scopo che la redimesse o la giustificasse. Cristo sulla croce promette il paradiso al ladrone che dimostra di credere in lui. Ogni forma di indottrinamento politico in lager era espressamente vietata. I pidocchi non hanno l’anima.

      Il punto è che qualunque sostituzione della politica con la morale porta alla stessa atrocità.

      Dove entra la lealtà a un Valore superiore e trascendente muore la pietà per l’essere umano fatto di carne e di sangue. Ora, è proprio la nostra comune natura umana di carne e di sangue, fallibile e prona al dolore, che rende simili gli esseri uman ie rende possibile l’esistenza di qualcosa in comune fra esseri umani che convivono, appunto ‘la politica’. Su un piano più profondo, rende possibile quel comune spazio di tregua nella lotta per sopravvivere che si chiama ‘amicizia’.

      I Valori non sono accessibili direttamente alla comunità, ma al singolo individuo. Ed ecco le estasi, gli asceti, le illuminazioni, le conversioni sulla via di Damasco, i santi e le ordinazioni sacerdotali direttamente dall’Alto col concetto di ‘vocazione’ e di ‘sacramento dell’ordinazione’.

      Ora, chi subordina se stesso ad un Valore prova tale subordinazione con la mortificazione della carne. Ma siccome chi non ama il proprio corpo difficilmente amerà quello degli altri, ecco che il disprezzo per il dolore altrui diventa segno e prova della superiorità del nostro Valore.

      Qui ritorno finalmente alla faccenda del Protestantesimo.

      Quanto detto sopra non vale solo per gli Aztechi e i Maya che facevano incursioni per procurarsi vittime sacrificali cui strappare il cuore.

      Negare l’eutanasia scelta da un malato terminale come Welby in nome della Legge Naturale è tanto ‘nazista’ quanto affamare a morte Massimiliano Kolbe in nome della Legge Naturale. Certamente nei due casi la Legge Natuirale invocata è differente, ma uguale è l’indifferenza per i concreto dolore del corpo altrui.

      Bruciare migliaia di Nestoriani a Goya rende l’Inquisizione invocata da S. Francesco Saverio tanto ‘nazista’ quanto i Crociati che sterminarono gli Albigesi o dei Teutonici che sterminarono i Prussiani.

      Coincidenza significativa: in tutti i casi le vittime erano bruciate vive, e gli incendiari erano Cattolici.

      Come vedi, quando si tratta di sanguinarie costruzioni mitiche che si sovrappongono alla realtà concreta essere Nazisti, Cattolici, Protestanti o Aztechi fa poca differenza.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  24. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Mah, io ho risposto ad una tua lucida osservazione su Knox e il suo romanzo, ho affermato che il Nazismo si ricollega ANCHE ad un CERTO protestantesimo anglosassone, non ho detto SOLO a tale cultura.
    Quanto al lager e gulag la penso diversamente: almeno i nazisti manifestavano SFACCIATAMENTE il loro odio e disprezzo per i loro nemici, e non ammantandosi di moralismo peloso ipocrita e perciò ancora più crudelelmente odioso dei liberal-comunisti, del tipo te la metto in culo ma lo faccio PER IL TUO BENE!
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per mirkhond

      OK per il resto, ma per quale motivo scrivi ”moralismo peloso ed ipocrita” ?

      Gli stalinisti odiavano apertamente quelli che consideravano ‘nemici del popolo’ (cfr. ad es. ‘Storia dello stalinismo’ di Medvedev). Quello che rende particolarmente incongruo ed orribile lo stalinismo è il fatto che a decidere chi fosse ‘nemico del popolo’ e perchè era un singolo essere umano, Stalin, che cambiava le proprie decisioni da solo, di colpo e a danno di interi popoli: e l’eroe di ieri diventava così inaspettatamente il reietto di domani.

      Che poi molti siano diventati Comunisti partendo da un senso di indignazione morale è un dato di fatto.

      Ad esempio Jan Palach si è dato fuoco contro il regime del suo Paese precisamente in nome dell’ideale Comunista che vedeva tradito da quel regime (c’e’ un bell’articolo al riguardo di Pasolini in ‘Lettere luterane’). Ed è così difficile considerare Jan Palach uno stalinista pedòfago, che pure l’odierna propaganda berluschina l’ha completamente rimosso.

      Per inciso: che cosa significa la parola ‘liberalcomunista’?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  25. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Mio padre mi raccontava che, quand’era bambino a Bitonto, nel lontano 1953, i comunisti locali, tra cui tanti braccianti poveri, si fermavano davanti al ritratto di Stalin esposto dalla locale sezione del PCI e si toglievano il cappello in senso di omaggio perchè era venuto a mancare il “Padre dei popoli” o come si faceva chiamare.
    Poi, qualche anno dopo, di colpo Stalin divenne il mostro sanguinario di cui si parla, ma prima quel mostro era considerato in maniera molto diversa da tanta gente anche in buona fede e assetata di giustizia come quei braccianti sovracitati.
    Ho il sospetto che avesse ragione Solgenitsin quando affermò che lo Stalinismo fu un’invenzione di Kruscev al XX Congresso del Pcus, soltanto per buttare su un solo uomo defunto, no anzi due mettendoci anche l’altro morto ammazzato, Beria, colpe e crimini che erano stati di un SISTEMA, sistema in cui il compagno Kruscev era stato interessato compare.
    Il termine liberal-comunista me lo ha suggerito la lettura dei saggi di Massimo Fini col quale, almeno su questo concordo, e cioè che queste due ideologie pur nelle loro PROFONDE DIVERSITA’ sono in realtà due facce di UNA STESSA MEDAGLIA, e cioè la pretesa assoluta di rappresentare QUANTO DI MEGLIO l’uomo possa aver escogitato per aiutare gli uomini.
    Nate per combattere i fanatismi confessionali e le ingiustizie che ad essi si riteneva a ragione e a torto collegate, hanno finito paradossalmente per comportarsi non molto diversamente da coloro che hanno combattuto e spesso sconfitto.
    Certo obietterai dei grandi progressi tecnologici, sociali, culturali, che a questi ideali sono dovuti e a ragione, ma il COSTO per tutto questo in termini di vite umane, di repressioni spaventose, di dolore, sangue e sofferenza, milioni di uomini, persone con un nome un cognome, un volto, una storia ognuna diversa dall’altra, che sono stati SACRIFICATI sugli altari di queste nuove sanguinose divinità e per giunta per il loro….bene?
    Penso a 1984 di Orwell, penso a O’Brien, e penso che io queste tirannidi mascherate da umanitarismo non le voglio esattamente come non voglio l’inquisizione che esse hanno combattuto ma ai cui metodi si sono ispirate.
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Mirkhond

      Forse le nostre posizioni sono più vicine di quanto pensiamo. Stalin era diventato un santino. Proprio questo è il problema. Quando un essere umano è santificato ogni orrore di cui la natura umana è capace viene giustificato dalla presunta santità di colui/colei in nome del quale quell’orrore viene commesso. Qualunque pretesa salvifica è deleteria, perchè isterilisce a priori la capacità di ciascuno di pensare con la propria testa abbassandola al rango ditradimento della specie umana. Hai citato Orwell: questi scrisse che ‘il nemico è la mente del grammofono, non è importante di che disco suoni la musica’.

      Quanto alla tesi del diverso valore delle razze umane, risale perlomeno a Gobineau, e prima ancora se ne trovano tracce nella Grecia classica.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        “Quanto alla tesi del diverso valore delle razze umane, risale perlomeno a Gobineau, e prima ancora se ne trovano tracce nella Grecia classica.”

        Dove? Te lo chiedo perché non mi sovviene niente di simile a una “teoria razziale” della Grecia classica che aspirasse a una qualche coerenza, ricordo invece varie notazioni un po’ alla cazzo sulle caratteristiche dei vari popoli (più o meno del tenore di quelle che ho scritto io in fondo a questi commenti 😉 ), anche piuttosto variabili da un autore all’altro.

        Ciao!

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Pinomamet

          Non era Aristotele a sostenere da qualche parte (cito davvero a memoria 🙂 ) che i negri erano ‘naturalmente’ fatti per essere servi?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • PinoMamet scrive:

            Aridaje!!

            No, Aristotele diceva più o meno che “alcuni uomini sembrano adatti per natura a servire e altri a comandare”, che alla fine vuol dire tutto e niente.

            Negri e bianchi deve averceli buttati dentro qualche schiavista del Settecento.

  26. mirkhond scrive:

    A proposito, leggo sulla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi una lettera in cui un lettore cita uno psicologo inglese, certo Richard Lynn, il quale, nel suo libro “Le differenze di intelligenza tra LE RAZZE” sostiene che “i meridionali sono MENO intelligenti dei settentrionali in quanto gli abitanti del Mezzogiorno (d’Italia) sono danneggiati dalla MESCOLANZA GENETICA con popolazioni del Medio Oriente e del nord Africa.”
    Questo per ricollegarci al razzismo biologico che sembra essere proprio un’ossessione anglosassone dura a morire.
    E i Nazisti non avrebbero trovato in questa cultura una delle loro fonti d’ispirazione?

    ps. del resto anche “l’italiano” Lombroso la pensava così, riferendosi ai meridionali con la loro propensione “genetica” a delinquere e a quello squallido museo del razzismo che sta a Torino.

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    Lasciatemi fare il fallaciano-cretino-luogocomunista. Spengo le mie facoltà razionali, e stilo per istinto, a pelle, la graduatoria di intelligenza, secondo la mia esperienza.

    In ordine decrescente, nel senso che i primi nella lista sono i più intelligenti:

    1) nigeriani
    2) siciliani
    3) arabi
    4) albanesi
    5) toscani
    6) lombardi
    7) veneti
    8) svizzeri

    chiusa parentesi a cervello spento.

  28. mirkhond scrive:

    Per Miguel Martinez

    Grazie! Lei da figlio di quel Sud dolente che è il Messico ha capito.
    Come aveva capito il mio connazionale e pensatore marxista-borbonico Nicola Zitara da Siderno, di cui solo poco fa ho appreso la scomparsa.
    Grazie ancora per la sua lotta volta a combattere questi maledetti luoghi comuni duri a morire contro i Sud del mondo, napoletani, siciliani, arabi, albanesi, subsahariani, turchi, latinoamericani, ecc.

    Mirkhond delle Due Sicilie

  29. mirkhond scrive:

    A proposito di mescolanza genetica, mi risulta che gruppi di magrebini provenienti da al-Andalus, la Spagna musulmana, nell’889 d.C., fondassero un avamposto a Frassineto (Freinet) in Provenza
    Da qui, questi scorridori, risalirono la dorsale alpina, compiendo scorrerie in Val di Susa, dove incendiarono l’abbazia di Novalesa nel 906 e spingendosi fin nella Rezia/Grigioni nel 940 e 954 e al cantone di San Gallo, fino a che non furono sconfitti nel 973 dal marchese di Provenza e pare, convertiti a forza al Cristianesimo.
    Ora, vent’anni fa mi trovavo proprio in Val di Susa, ospite con la mia famiglia da parenti, e amici piemontesi mi dissero che molti montagnini hanno fattezze scure, mediterranee e loro ritengono che siano i discendenti di questi scorridori “saraceni”.
    Senza omettere le “marocchinate” dei reggimenti coloniali francesi in Piemonte nella primavera del 1945, spintisi fino a Cuneo.
    Dunque COMMISTIONI GENETICHE con genti magrebine non mi sembrano proprio così estranee ad un certo nord.

  30. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    Premesso che la mia è una classifica del tutto viscerale e certamente sbagliata, non è comunque ideologica, ma solo legata all’esperienza.

    Mia madre, da brava cattolica americana, riteneva che i neri vanno in paradiso proprio come i bianchi, ma in terra Dio li ha fatti un po’ meno svegli di noi.

    Poi il caso ha voluto che i neri che io abbia conosciuto fossero, nel caso peggiore, di intelligenza normale, nel caso migliore, dei veri e propri geni. E sono costretto a metterli in cima alla classifica.

    Ovviamente non fanno statistica, ma se non sono razzista, ci sono arrivato per cose così, non perché ho letto la pubblicità.

  31. PinoMamet scrive:

    Nel mio lavoro non serve l’intelligenza.
    Sarebbe utile casomai il genio, che è una cosa tutta diversa, la cui migliore definizione viene data a un certo punto di Amici Miei (non ricordo se Atto Primo o Secondo), e a essa vi rimando.

    Perciò, davvero, non mi è mai venuto in mente di fare una classifica secondo l’intelligenza;
    ho sempre invece fatto classificazioni secondo i rapporti umani.

    Visto che giochiamo al cervello spento, lasciare giocare anche me:

    – Emiliaromagna: la perfezione. Extra Aemiliam nulla salus. Gli emiliani sono Romani antichi, a cui l’aria aperta e il lavoro di campagna, e la lontananza dai papi, hanno tolto l’acidità; come i romani, e contrariamente a ogni vulgata che vi diranno, sono pigri (perciò hanno ottimi risultati sul lavoro) e come i romani non credono ai loro stessi miti;
    solo con gli emilianiromagnoli si lavora tranquillamente e senza malintesi;

    -Roma: si sta parecchio bene. I romani non credono ai miti che si raccontano da soli, non credono alla loro stessa mitologia (il che è una gran bella cosa): neanche a quella positiva, che a volte gli piace spacciarvi. Quando non ci credono, si deprimono e diventano acidi. Lavorano il minimo indispensabile, perciò benissimo, tenendo conto, in definitiva, che ci si trova in un buco insaccato in mezzo all’Italia, e i mezzi sono sempre quelli che sono. Era diverso quando il mare era il centro del mondo.

    -Napoli, cioè la Campania: sono parte in causa, ma si sta benissimo, se non ci fosse la Camorra e Saviano si starebbe da dio. Peccato il guappismo, davvero insopportabile, la provocazione continua.

    -Meridionali al Nord: le migliori persone del mondo, quando sono al Nord da almeno dieci anni. Prima, hanno di assolutamente insopportabile la piagnoneria “qua non sta il Mare” e “da noi si sta benissimo”, e anche la convinzione di essere sempre i primi meridionali mai visti al Nord e il mostrarne con orgoglio i comportamenti più stereotipati; dopo un po’, quando calano la maschera e ammettono che anche giù qualche problemo c’è e non è il paradiso in terra, diventano appunto persone normalissime e assai gradevoli.

    -Milano: è stata creata dal Diavolo. I milanesi credono ai loro stessi miti, per questo sono sfruttati, inchiappettati, rovinati e ti amo Mariù. Fanno alla fine la stessa mole di lavoro dei romani, ma mentre a Roma devono finire alle 4 e mezza di pomeriggio perché non gliene frega un cazzo (e giustamente), a Milano devono trattenerti fino alle 23.00 per far vedere quanto sono gagliardi. Peccato che poi tutte queste ore le spendono a scaricare filmatini, dire stronzate e inventarsi problemi da risolvere.
    Non ci si capisce.

    -Pugliesi: sono troppi e emigrano: vedasi meridionali al Nord; a parte questo, ci si capisce abbastanza. Purtroppo hanno anche fornito la maggior parte dei milanesi.

    -Siciliani: ci si capisce perfettamente, dopo un po’ che stanno in Emilia odiano il traffico assurdo di Palermo dove attraversare la strada a piedi è considerato peccato dalla Chiesa perché la vita appartiene al Signore, e si rifiutano di guidare quando tornano giù.

    -Friulani: tra lo slavo e il veneto, ovviamente.

    -Francesi: speriamo che in Francia arrivino altri marocchini; molti marocchini.

    -Americani: un mondo a parte, e sono convintissimi di essere tutto il mondo. Non ci si capisce assolutamente. Sono i campioni del cantarsela e suonarsela.

    -Indiani: sono convinti di essere inglesi; a parte questo, sono simpatici. Non ci si capisce però, perchè noi, a vederli così nostrani (dico davvero: vedasi più sotto i persiani e gli arabi) ci si aspetta che ragionino da persone normali, e questi invece ragionano da inglesi. Poracci.

    -Brasiliani: madonna che depressione. Pensano di avere inventato tutto. Grandi lavoratori. Niente da fare, sono su un altro continente, mentalità diversa, altro mondo.

    -Israeliani: mi sono sembrati un mix di mediorientale e newyorkese, e pensandoci, del resto, è proprio quello che sono. Il mix è ancora altamente instabile, ma con un altro paio di secoli di decantazione diventeranno forse romagnoli.
    Quando prevale il mediorientale, ci si capisce alla perfezione.

    -Arabi e persiani: aria di casa mia. Dico davvero. Hanno le loro tradizioni strane, ma se ne sbattono il cazzo tali e quali agli italiani; come noialtri sono abituati a essere la serie B e sono perciò autoironici, tranquilli e trattabili.

    -Senegal: Bene bene ne conosco un paio, ma uno non è indicativo perché è un sufi che legge mistica islamica in arabo e va in trance. Quindi sospendo il giudizio.

    -Greci: mi sembrano simpatici, un po’ balcanici però, cioè credono un po’ troppo nei miti che si raccontano da soli.

    -Romeni: grande punto interrogativo. Se esce la parte italica tutto ok, la parte slava sono musoni, machos e imprevedibili. Non ci si capisce, ma ci si può lavorare.

    Altri non mi vengono in mente per ora, è tardi…

    Ciao! 🙂

    PS
    E sto a scherza’!

  32. PinoMamet scrive:

    Dimenticavo gli:

    -Spagnoli: occhio a non fare l’errore di pensarli simili agli italiani, mentre invece sono gli italiani di 20 anni. Però l’Italia 20 anni fa era anche paese migliore. Antipatici ma ci si capisce. Credono che il loro paese conti qualcosa.

    -Argentini: fissati con la psicanalisi. Pesantissimi.

    -Sardi: Dio solo sa perché a qualunque manifestazione c’è uno con la bandiera della Sardegna, che non c’entra mai un cazzo. E cosa hanno da manifestare, poi. Li metto nella categoria dei piccoli popoli troppo orgogliosi. Devo ancora capire se ci sono (come gli americani, per capirci) o ci fanno (come i romani).

    -Veneti: il loro peccato capitale è l’avidità, e la fissazione con il sesso. Sono l’opposto dei liguri, che al contrario sono pessimi venditori perchè troppo scazzati.

    Ripeto: stiamo scherzando. Non si sa mai!

  33. PinoMamet scrive:

    Dimenticavo gli:

    -Spagnoli: occhio a non fare l\’errore di pensarli simili agli italiani, mentre invece sono gli italiani di 20 anni. Però l\’Italia 20 anni fa era anche paese migliore. Antipatici ma ci si capisce. Credono che il loro paese conti qualcosa.

    -Argentini: fissati con la psicanalisi. Pesantissimi.

    -Sardi: Dio solo sa perché a qualunque manifestazione c\’è uno con la bandiera della Sardegna, che non c\’entra mai un cazzo. E cosa hanno da manifestare, poi. Li metto nella categoria dei piccoli popoli troppo orgogliosi. Devo ancora capire se ci sono (come gli americani, per capirci) o ci fanno (come i romani).

    -Veneti: il loro peccato capitale è l\’avidità, e la fissazione con il sesso. Sono l\’opposto dei liguri, che al contrario sono pessimi venditori perchè troppo scazzati.

    Ripeto: stiamo scherzando. Non si sa mai!

  34. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    Sono stato a Parma di passaggio lo scorso 28 settembre. E’ stata la prima volta che sono entrato in città.
    Osservando le zone in cui transitava il pullman che mi riportava a Bari, mi domandavo quale fosse l’atteggiamento dei parmensi ( dire parmigiani, mi fa pensare al formaggio che adoravo da bambino), quale fosse dicevo l’atteggiamento degli indigeni nei confronti di quelli che giungono da regioni più meridionali, non solo d’Italia.
    Cosa ne pensate DAVVERO di noi?
    ciao

    Mirkhond il curioso

  35. PinoMamet scrive:

    Io ho un po’ il piede in due scarpe, come ti dissi;
    ma non cambia niente, perché un numero enorme di parmigiani (di Parma, bleah) e parmensi (della provincia, 🙂 ) sono nelle mie stesse condizioni.

    Cosa si pensa DAVVERO dei meridionali? Difficile dirlo.
    Nel mio quartiere, nella cittadina dove abito, sono TUTTI meridionali, tranne un paio di famiglie. Che però hanno i loro bravi parenti amici e conoscenti meridionali.

    Ci sono famiglie meridionali che stanno qua da diverse generazioni, e di meridionale non hanno che il cognome (a volte neppure quello, nel senso che se non è un cognome evidentissimamente meridionale, allora non ci fa caso nessuno); tante volte si ritengono parmigiani, o fidentini, o salsesi ecc. al 100% e guidano le proloco e parlano nel dialetto locale.
    Oppure no, ma alla fine fa lo stesso.

    Vado dai miei amici che stanno ancora in Università (non più come studenti, ma come dottorandi e ricercatori):
    fai la fila in mensa, e ti becchi i ragazzotti appena arrivati dal Sud che fanno i guappi, non rispettano la fila, fanno commenti pacchiani ad alta voce e fanno i simpaticoni con le inservienti dicendo “ehi ci devi capire noi siamo del Sud…”

    Ecco, questi stanno francamente sul cazzo a tutti.
    Specialmente alle inservienti, che poi molte volte sono meridionali anche loro di origine.

    Oppure la studentessa che ti spiega che a Parma si sta male perché uffa non c’è il mare e la gente è fredda:
    allora, prima di tutto il mare non c’è neanche a Benevento a Isernia e a Enna, e se lo volevi potevi guardare la carta geografica prima di iscriverti all’università, poi non è affatto vero che la gente è fredda (mentre è vero che i parmigiani di città sono stronzi e classisti, che è un’altra cosa): è fredda con i ragazzotti di cui sopra.

    Per tutti gli altri meridionali, quelli che sono qua da tanto, o che sono colleghi stimati, o parenti, coniugi o fidanzati, ex compagni di scuola ecc. ecc., la cosa è casomai rimasta livello di sfottò, esattamente sullo stesso livello di intensità dei reggiani “testa quadra” e dei piacentini “ladri e assassini”, nè più nè meno, solo, ogni tanto, la ripetizione di reciproca di vecchie prese in giro socialmente accettate che fungono in realtà da collante.

    Ma ancora quando ero bambino io, forse in concomitanza di un’ondata particolarmente intensa di immigrazione, essere “taroni” era ancora una cosa seria, almeno per qualcuno.
    Poi tutto passa.

    Succederà lo stesso per i marocchini, anzi, sta già succedendo.

    Ciao!!

  36. PinoMamet scrive:

    La mia risposta standard a “uffa non c’è il mare”
    (potrai non crederci ma è una frase che ho sentito decine di volte) è “mo’ chiamo P. (nota ditta locale alla quale chissà perchè vanno tutti gli appalti dei lavori pubblici; evito di fare il nome qui perchè non si sa mai, ma era comparsa anche a Report) e ne faccio fare una ventina di chilometri..”

  37. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    Grazie per aver esaudito questa mia curiosità.
    ciao

  38. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Pare che lo stesso atteggiamento razzista Aristotele lo consigliasse anche al suo discepolo Alessandro Magno quando questi conquistò l’Impero Persiano.
    Ma, tranne per il rogo di Persepoli, pare che l’alunno nutrisse pensieri molto diversi sui popoli dell’Iran e su una civiltà da cui era attratto.
    ciao

  39. PinoMamet scrive:

    Aridaje!!

    No, Aristotele diceva più o meno che “alcuni uomini sembrano adatti per natura a servire e altri a comandare”, che alla fine vuol dire tutto e niente.

    Negri e bianchi deve averceli buttati dentro qualche schiavista del Settecento.

  40. Z. scrive:

    Anche quando sono stato in Spagna io – ed è passato parecchio tempo – si diceva che la gente assomigliava agli Italiani di vent’anni prima. E a giudicare dalle foto del periodo, era abbastanza vero. Dev’essere una sorta di costante iberica 🙂

    Z.

  41. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    Quindi il razzismo dei Greci antichi è un’invenzione scolastica moderna?
    ciao

  42. PinoMamet scrive:

    I Greci antichi (lo scrissi già sul vecchio blog, si parlava mi pare di Afrocentrismo) non erano razzisti, semplicemente perché nessuno aveva ancora inventato le “razze”.

    Erano fermamente, se vogliamo usare un altro anacronismo, sciovinisti, cioé pensavano che la loro civiltà fosse la migliore, perché in generale la più giusta (poi ognuno vede la giustizia a suo modo e trova le giustificazioni che vuoel trovare), la più naturale e la più “media”; perché meno dittatoriale di altre civiltà vicine; e in fondo, semplicemente perchè sì.
    (Più o meno come tutti i popoli antichi pensavano di essere i “normali”, insomma).

    Era anche convinti, da un punto di vista fisico, che l’uomo “di modello greco” fosse più bello e più armonioso, non perchè (come sostengono i nordicisti, sbagliando clamorosamente bersaglio) fosse alto e biondo;
    non perché (come piacerebbe a certi afrocentristi estremi, che sbagliano uguale) fosse scuro e ricciuto;
    ma al contrario perchè era appunto “medio”. A loro questo concetto della medietà piaceva un casino, insomma.
    (Di nuovo, tutti i popoli antichi più o meno pensano di essere il centro del mondo; la Cina si chiama ancora oggi Paese di Mezzo o Paese di Centro, mi correggano la traduzione i più esperti).

    Al contrario di altri popoli antichi, i Greci NON pensavano di essere “il popolo più antico” e neanche “il popolo più saggio”, ed erano piuttosto propensi a credere che queste robe qua spettassero agli Egizi;
    che nel loro immaginario avevano più o meno il ruolo che ha il Tibet o l’India nell’immaginario moderno
    (di diversi filosofi raccontavano di “viaggi di iniziazione in Egitto” ad esempio).

    I Greci non erano ciechi e vedevano che gli Egizi erano fisicamente, diremmo oggi, “marocchini”, che gli Etiopi (che poi per loro erano tutti gli africani neri) erano scuri, che i Traci erano rossi (così parevano a loro) e i Celti biondi, e le donne Persiane alte e belle;
    per tutte queste cose, si immaginavano ingenue (neanche tanto) cause fisiche (la vicinanza o lontananza dal Sole) e la cosa finiva lì.

    Come noialtri ci immaginiamo i francesi con la puzza sotto il naso e rompicazzo, gli irlandesi litigiosi ubriaconi e compagnia cantante, anche i Greci descrivevano i Traci intemperanti, i Celti litigiosi, superbi, amanti del lusso e del vino, ma che quando scoprono la cultura se ne appassionano tantissimo (sì, sono i francesi di oggi), e insomma tutta la solita congenerie di luoghi comuni sugli “altri”;
    ma queste robe esiterei a definirle “razzismo”.

    Non mi risulta ad oggi nessun caso in cui a un autore di lingua greca (e neppure di lingua latina) sia mai stata rinfacciata l’origine etnica, o abbia mai subito discriminazioni di qualche tipo a causa di questa.
    Casomai risulta una certa vergogna di Orazio per l’origine libertina, ma questo non avevo nulla a che fare con la razza o l’etnia (sull’origine etnica di Orazio si possono solo fare speculazioni).

    Insomma, non è che qualcuno dicesse a Luciano “taci sporco siro” o criticasse Apuleio o Agostino perchè africani. Insomma, non gliene fregava un cazzo a nessuno, per dirla papale papale.

    Credo (ma non ricordo più dove lo ho letto) che i primi riferimenti a un certo razzismo contro i neri si abbiano nella letteratura cristiana in lingua copta; ma prendimi mooooolto con le pinze perché davvero non sono più riuscito a trovare riferimenti.

    Ciao!!

  43. PinoMamet scrive:

    L’unica cosa che viene in mente è Temistocle, figlio di una donna straniera e abitante di un quartiere che doveva essere un quartiere “nuovo” o un quartieraccio o borgata
    (tipo le “Coree” che spuntavano nelle varie cittadine in Italia, ce n’è uno anche qui); per questo motivo si dice che abbia convinto gli “ateniesi bene” ad allenarsi con lui nel suo quartiere (era un’occasione di socializzazione importante, assai più di adesso).
    Naturalmente qualcuno gli avrà rinfacciato l’origine (“non sei manco tutto greco…”) ma in definitiva si tratta di comune sciovinismo e lotta politica nella quale ci si attacca a tutto;
    del resto, Temistocle governò, quindi dell’origine di sua madre agli ateniesi importava fino a un certo punto.

    Di nuovo, niente che riguardi le “razze”.

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