Islamofobi Uniti

Riprendiamo qualche altro filo sparso dei discorsi degli ultimi giorni, sull’attuale ondata di islamofobia negli Stati Uniti e i suoi effetti nel mondo.

Intanto, i nostri incendiari preferiti, quelli della Westboro Baptist Church, hanno in effetti messo in atto la loro minaccia, aprendo una copia del Corano, sistemandovi una bandiera degli Stati Uniti e dandovi fuoco.

Per la prima volta nella loro controversa storia, la Chiesa – con suo immenso dispiacere – è stata inondata di e-mail di approvazione.[1]

Si affolla intanto lo stadio delle persone che cercano di farsi famose facendo i cretini con l’Islam.

Al primo posto, una certa Molly Norris di Seattle, che dichiara di essersi nascosta, protetta dalla CIA, perché condannata a morte dall’Islam.

In realtà, la signora, che aveva dichiarato il 20 maggio “giornata delle vignette su Muhammad”, è stata citata in un post anonimo su un forum che qualcuno dice sarebbe vicina ad al-Qaeda dello Yemen, altri un sito messo appositamente in piedi dai servizi occidentali (non siamo noi a dirlo, è lo stesso Foglio a esprimere dubbi).

Il secondo posto se lo guadagna un emigrato italiano in Australia, tale Sergio Redegalli, occasionalmente artista, che ha dipinto sulla facciata del proprio negozio un grande cartello NO BURQAS, solo che per sbaglio, invece di un burqa ci ha dipinto un niqab, si è piazzato davanti al cartello e si è fatto fotografare. Presumiamo che il “negozio” di cui parlano i media sia Cydonia, così chiamato in onore degli interessi ufologici del signor Redegalli: Cydonia è infatti il sito su Marte dove una foto malriuscita della NASA ha fatto credere a molti speranzosi che il pianeta fosse abitato da bontemponi.

Alla fine Redegalli è riuscito anche a lui a beccarsi una sua fatwa personale. Vabbene, a essere pignoli: la direttrice delle donne musulmane dell’Australia ha detto che si trattava di una “maniera immatura di avviare un dibattito“.

Poi ci sono quelli che vorrebbero avere una fatwa (o almeno una Dichiarazione di Immaturità) ma non ci riescono, come Bruce Bawer, che si autodefinisce gay e liberal, autore del libro Surrender: Appeasing Islam, Sacrificing Freedom. Bruce Bawer ha il problema di essere arrivato per ultimo in un mercato in cui si fa a gomitate a conquistarsi un pubblico di islamofobi tendenzialmente analfabeta. Però la speranza di far arrabbiare qualche musulmano è l’ultima a morire. Sul suo blog, leggiamo:

“Possiamo immaginare [conceivably] che Bruce Bawer e Doubleday [la sua casa editrice] potrebbero essere entrambi in pericolo mortale per mano di vendicativi jihadisti islamici per aver pubblicato questo libro. Anzi, lo potrebbero essere pure gli impiegati di qualunque giornale o altri media che lo recensiscono.”

Conceivably.

Nella cittadina di Gateshead – miniere dismesse e il più grande centro commerciale d’Europa – un gruppetto di avventori del Bugle Pub si sono filmati da soli mentre, mascherati, gridavano confusamente parolacce e incendiavano una copia del Corano. Per sbaglio, assieme al libro, hanno dato fuoco pure al bidone di benzina. Hanno poi pensato di rendersi ulteriormente ridicoli postando il tutto su Youtube.

bugle-pub

Gli incendiari di Gateshead

L’altro giorno, abbiamo parlato della manifestazione a New York organizzata da Pamela Geller, la Daniela Santanchè degli Stati Uniti, che gestisce le sue campagne dalla sua casa di 14 stanze a New York. Non ci è dato sapere che lavoro faccia lei, comunque il suo ex-marito, Michael H. Oshry, aveva una rivendita di auto con una pesante storia di coinvolgimento con la mafia, nonché con l’omicidio di due agenti di polizia.

pamela-geller

La signora Geller mentre aspetta che il cameriere bengalese le porti il suo cocktail

Avevamo pubblicato la foto di “un tifoso dell’atea Pamela Geller“. Da Bartholomew’s Notes (splendido sito!) apprendiamo che si tratta in realtà di una curiosa coppia di individui molto americani (anche nei nomi), George “Tako” Maniatakos, dal mestiere incerto, e Jose Morales, investigatore privato e guardia del corpo che si dedicano a  combattere Obama e a “riportare il nostro paese alla visione dei nostri padri fondatori“.

Alla manifestazione organizzata dalla Geller, c’erano anche i nostri vecchi amici della Società per la Difesa della Tradizione, della Famiglia e della Proprietà (TFP) , nonché alcuni militanti dell’English Defence League. L’EDL è un’organizzazione interessante, perché ha raccolto i giovani provenienti dalla cultura calcistica chiamata casual attorno alla lotta contro l’Islam. Nata nel 2009, l’EDL si è posta rapidamente alla testa dell’ambiente xenofobo inglese, grazie a diversi fattori: può contare sulla rete del tifo organizzato e il suo oltranzismo a sostegno dello Stato d’Israele – non mancano mai le bandiere israeliane e il gruppo ha una “divisione ebraica” – disarma tanti che se la prendevano con il National Front, discendente diretto dei gruppi filonazisti inglesi.

Anche se ogni tanto, quando fa caldo e si sono bevute troppe birre, capita che i dirigenti dell’EDL si tolgano le magliette:

ZZ69A7E30D

Lo so, state guardando i tatuaggi. Io sto guardando la faccia, invece

Grazie ai tifosi veronesi, l’English Defence League ha partorito anche una “Italian Defence League- Casuals United” , diretta da un certo Mister Loyal, nella vita mondana Luca Tomaselli. L’Italian Defence League ha un blog fermo da giugno, per cui dubitiamo che sia paragonabile al suo confratello inglese.

Il blog comunque fa un ragionamento di un certo interesse:

Le adesioni arrivano numerose ed, al momento, riusciamo ad essere presenti nella gran parte delle Regioni d’ Italia. Siamo sempre più convinti che la strada intrapresa dalle Leghe di Difesa sia quella corretta ed anche la prossima introduzione della “Tessera del Tifoso” sta determinando molti dei ragazzi “di stadio” a spostare l’attenzione non solo più su un calcio che la passione popolare non merita ma anche su valori comuni sempre più minacciati, da difendere, fianco a fianco, con la cosiddetta “maggioranza silenziosa”.

Insomma, visto che il calcio sta diventando esclusivamente un autoreferenziale spettacolo televisivo, i ragazzotti da stadio cominciano a pensare a menare le mani altrove.

Alla manifestazione di New York, sul palco, oltre all’atea Geller, c’era anche lo “psicoterapeuta e studioso del Talmud” Steven Axelman, e il reverendo Jim Garlow, direttore di Renewing American Leadership, l’ultima creatura di Newt Gingrich, dedicata trasversalmente a radunare cattolici ed evangelici di destra. Jim Garlow è pastore della Skyline Church, che si presenta sul mercato delle chiese-spettacolo con queste parole:

“Allora, cos’è  Skyline? Com’è? E’ divertente. A volte fa ridere un sacco. Se venite a Skyline, dovete avere tanta voglia di ridere […] Skyline è imprenditoriale. Ci piace correre rischi. Skyline è un posto allegro. Anzi, è un posto gioioso.”

Per cogliere tutta la differenza tra il clero americano e quello nostrano, eccovi Jim Garlow con la famiglia, mentre ci spiega che lui tifa per i Dallas Cowboys e ama il popcorn con molto burro (sì, c’è proprio scritto così):

jim-garlow-family

Jim Garlow di Skyline

E’ in questo crogiolo straordinario che si è generata l’islamofobia degli ultimi anni. Per questo abbiamo parlato di una coalizione rosa-azzurra, dove nel “rosa” ci possiamo mettere residui di laicismo di sinistra, nell’azzurro invece – i colori degli Stati Uniti, d’Israele e di Forza Italia – tutta la nuova destra liberista.

Tutte le identità che credevamo sicure si stanno rimescolando, e tutto sommato è un bene che sia così. La storia è cambiata, e a restare ancorati a vecchi pregiudizi, si può finire solo per essere travolti dalle onde.

Nota

[1] Amarnath Amarasingam, su The Daily Beast, dedica un articolo di rara qualità all’evento. Senza inveire contro i “fanatici estremisti”, come fanno invece i media, analizza le idee portanti e la storia del gruppo: due elementi che non emergono con chiarezza sul loro stesso sito.

La Chiesa di Westboro aderisce ai cinque punti fondanti del calvinismo, definiti nel Sinodo di Dort nel 1619, e che sono in qualche modo alla base della variante nordica della civiltà moderna.

L’umanità è totalmente ed ereditariamente depravata e condannata all’inferno, senza la consolazione del Purgatorio cattolico; non c’è nulla che l’uomo possa fare per salvare se stesso. Solo Dio può scegliere alcuni: morendo in croce, Gesù non rende possibile la loro salvezza, ma li salva direttamente, con una grazia irresistibile; e Dio persevera con i suoi Santi, che essendo eletti non possono che essere salvati.

La dannazione dei molti e la salvezza dei pochi, che sanno essere salvati e sanno che Dio è con loro in ogni momento, crea una mentalità potente, che è un ingrediente fondamentale della civiltà statunitense.

Se la sorte di ognuno è già decisa, perché i fedeli della Westboro si dedicano a tanto attivismo? Lo spiega la ricercatrice Rebecca Barrett-Fox:  loro ti chiedono, credi che gli omosessuali siano dannati? Se rispondi di no, la risposta – anche se predestinata – porta anche te, tramite le tue stesse parole, alla dannazione eterna.

Sempre su The Daily Beast, Peter Beinart offre un’importante analisi di ciò che sta succedendo negli Stati Uniti. Beinart ripercorre la storia del Novecento, nell’alternanza tra guerre esterne e guerre interne: quando si cessa di combattere il nemico esterno, ci si rivolge contro il presunto nemico interno. Il crollo di popolarità della guerra in Afghanistan e in Iraq si accompagna così a un aumento straordinario dell’islamofobia interna.

Questa voce è stata pubblicata in islamofobia e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

27 risposte a Islamofobi Uniti

  1. Athanasius scrive:

    Qualcosa di curioso sta succedendo, o almeno si sta disegnando sull’ orizzonte. Come oggi si è costretti a schierarsi politicamente dietro “sinistra” o “destra” (le parole che non significano niente in essenza, ma c’è un obbligo di scegliere, per esempio, di adorare oppure di odiare Obama e così assumere uno dei due atteggiamenti considerati “rispettevoli” nella societa odierna), può darsi che presto sarà d’obbligo, nel discorso pubblico dell’ occidente giudaico-cristiano, accettare una delle due attitudini in materia della religione: o dovrai essere fondamentalista, letteralista biblico (protestante o formalmente cattolico), cristianista, theocon (“le radici cristiane dell’Europa” ecc); o ateo militante di tipo Dawkins o Hitchens (questo cretinesco neo-ateismo ha poco in comune con il vecchio libero pensiero del Settecento e Ottocento, anzi nega alcune delle sue tesi fondamentali), che non si stanca mai di denunciare lo spettro chiamato “religione”.

    Ambedue dovranno odiare l’ islam (perché minaccia “i nostri valori”), incondizionatamente appoggiare l’Israele, essere filoamericani, filocapitalisti e fermamente convinti che la “nostra” società è la migliore esistita nella storia e che va perciò esportata a tutti i costi ecc.

    Recentemente, quando il Papa visitò la Gran Bretagna, un’intera schiera di laicisti ed atei militanti si sono istericamente scagliati contro di lui e contro la Chiesa Cattolica in generale (insistendo specialmente sull’accusa, oggi molto in voga, della pedofilia dei preti). Ma da molti insulti rivolti al Papa, uno specialmente salta all’occhio, quello emesso da Dawkins che ha chiamato il Papa “leader of the second most evil religion in the world” (sic!) E quale sarebbe la prima “religione” nel mondo sulla scala della malvagità? Non è difficile indovinare. Si vede da dove soffia il vento.

  2. mirkhond scrive:

    Nonostante tutto ciò, però l’attuale Papa è schierato col fronte islamofobo.
    ciao

    • athanasius scrive:

      Eh, si, purtroppo, hai ragione. Ma non si è identificato totalmente con il fronte anti-islamico. Mentre era cardinale e non ancora Papa, aveva scritto, insieme con l’ateo devoto Marcello Pera, il libro “Senza radici”, di impronta neocon/theocon. Invece, da quando è diventato Papa, mi sembra abbia abbassato toni e che sia meno neocon di quanto era mentre era cardinale. Questa è almeno la mia impressione. Si potevano sentire rimproveri contro di lui, provenienti dai cerchi teocon puri e duri, per non essere “sulla loro linea”.

      PS. Mirkohnd, a proposito di quello di che abbiamo parlato nei commenti di un altro post di questo blog, se vuoi contattarmi, puoi farlo attraverso l’indirizzo simurgh800@gmail.com. Mi interessano le tue ricerche sulla Dalmazia e forse altre cose.

      Ciao.

  3. mirkhond scrive:

    Per Athanasius

    Grazie per avermi risposto. Si, mi piacerebbe poter discutere con te sulla Dalmazia, in quanto ti vedo ben addentrato in questi argomenti adriatico-balcanici, magari anche su questo sito se farà piacere al Dott. Martinez.
    Una domanda, a cui naturalmente se vuoi, non sei tenuto a rispondermi:
    Sei Croato?
    ciao

  4. Francesco scrive:

    Miguel

    confesso che il termine “ondata” da te utilizzato ti pone, necessariamente, in compagnia di quelli che denunciano l’ondata islamica che ci sta sommergendo.

    Grazie al Cielo posso stare, da terzista, col Papa, pur tenendo in un angolino un piccolo rimpianto per le crociate (anti-islamiche quanto anti-ebraiche e, all’occasione, anti-eretiche e anti-scismatiche)

    Ciao

  5. PinoMamet scrive:

    Le Crociate??

    Beh, ognuno ha i suoi gusti, per carità; anche se io, nel mio angolino mentale, ho sempre il sospetto che tu, ottimo Francesco, saresti stato considerato in realtà un eretico, a un esame appena appena approfondito.
    Perciò, nel caso improbabile di una nuova Crociata, ti consiglio tanta attenzione! 🙂

  6. mirkhond scrive:

    Sempre per Athanasius

    Per cercare di capirci qualcosa su Benedetto XVI occorre considerare alcuni aspetti
    1) E’ tedesco, e quindi vive il senso di colpa per la shoah ebraica come molti suoi connazionali; da qui la sua estrema prudenza nei confronti delle critiche alla politica israeliana verso i palestinesi.
    2) Ha un profondo debito di gratitudine verso il governo Usa per l’archiviazione del mandato di comparizione inviato dal tribunale di Harris, per rispondere alle gravi accuse di aver coperto, da cardinale, per molti anni fior di preti pedofili.
    3) Un’islamofobia che, a mio parere, è piuttosto un’orientofobia. Ratzinger infatti, fin dagli anni ’80 almeno, è convinto che il Cristianesimo sia un fecondo mix tra Gerusalemme, Atene e Roma.
    Ora, è chiaro che per Cristianesimo, Ratzinger intenda tutto ciò che è ad OVEST di Costantinopoli; ciò che è ad est non lo interessa minimamente, in quanto realtà imperfetta e dunque condannata alla sconfitta, perchè PRIVA di almeno uno di quei tre elementi che per il futuro pontefice rappresentano l’ESSENZA STESSA del Cristianesimo.
    Questo scrisse Messori in Pensare La Storia, partendo da un’intervista all’illustre porporato in un capitolo intitolato significativamente Passa in Macedonia, riferito alla celebre visione di San Paolo, e in cui Macedonia, per Ratzinger è sinonimo di Europa, o meglio di Occidente.
    A prova che questo mix è quello giusto, Messori cita tra gli altri, proprio la Chiesa Nestoriana, la più ecumenica, la più “cattolica” (nel senso letterale di universale), tra le chiese ad est di Costantinopoli, e condannata al fallimento e al ridimensionamento in una piccola chiesa autocefala, di cui un ancor più ridotto nucleo tribola ancora oggi nell’area di confine tra Turchia, Siria, Kurdistan (già) iracheno e Iran.
    Fallimento che secondo Messori fu dovuto al non aver accolto Roma, uno dei tre elementi del geniale mix, e dal fatto di essersi diretta ad est, e non secondo il movimento del sole, cioè verso ovest, che secondo Messori e Ratzinger è la via “giusta” per la diffusione del Vangelo.
    In sostanza per Benedetto XVI, Cristianesimo e Occidente SONO LA STESSA COSA, o almeno, sono fortemente inscindibili.
    Del resto queste convinzioni furono confermate nel discorso di Ratisbona del 2006, e furono spiegate in modo abbastanza chiaro,nonostante i contorcimenti di Cardini, che cercò di arrampicarsi sugli specchi per coniugare il pensiero del Papa sull’Islam e sull’Oriente col suo.
    Bisogna aggiungere infine, il timore che Benedetto XVI ha, di fare la fine dei patriarchi orientali soggetti a dominazioni di paesi di radice islamica, e cioè di esser ridotto ad una chiesa di periferia e costretto a non poter fare apostolato se non per il suo nucleo di stretti fedeli e a mendicare i favori del satrapo di turno al potere.
    Nell’Occidente corrotto invece (nel Frangistan come si diceva nel Mondo Islamico di una volta), pur essendo perfettamente consapevole della scristianizzazione della nostra società, Benedetto ritiene di avere maggiori margini di manovra.
    Quindi avversione culturale all’Oriente e calcoli politici sono forse alla base del suo atteggiamento, in gran parte divergente dal suo venerato predecessore.
    ciao

    • athanasius scrive:

      Può darsi che questo papa sia meno interessato all’Oriente di alcuni altri, ma, dall’altro canto, pensi che il Papa Benedetto DAVVERO crede nella costruzione mediatica delirante sull’ “islamizzazione” imminente dell’occidente e dell’Europa? Nell’Eurabia ed altre cazzate? Ha mantenuto contatti con gente da questo cerchio, senza dubbi, a parte il suddetto Pera, ha ospitato nel Vaticano anche l’atea devota Oriana Fallaci. Ed un certo cristianismo culturalista non gli è estraneo.

      Dall’altra parte, il cattolicesimo esiste ed e molto vivo e vegeto nell’Africa e nelle Americhe, siccome in certe regioni dell’Asia. Anche l’Europa non è totalmente scristianizzata, specie non quella orientale. Direi che le predilezioni del papa che hai menzionate non provvengono da una qualche paura, ma dalle certe sensibilità tutte sue. Forse, a parte di essere cristiano e cattolico, si sente fortemente europeo (occidentale) in un certo senso identitario e culturale. La questione è quanto forte è questo suo identitarismo in rapporto con la sua fede cristiana che è universale.

      In fine, tutto dipende da come si vede il cristianesimo. Si può osservarlo in primis dal punto di vista della sua essenza spirituale, che è eterna ed incorruttibile (parlando dal punto di vista dei credenti cristiani) e proviene da Dio, mentre il fatto che in diverse epoche storiche e nei diversi ambienti etnici e culturali riveste varie forme di espressione resta del tutto secondario. O si può considerarlo dal punto di vista della storia, della civiltà, della “nostra cultura giudaico-cristiana” (da vari atei devoti), si può trasformarlo in un qualche feticcio “culturalista” ecc. La seconda è infatti un’idolatria, non cristiana.

    • Francesco scrive:

      Non ho qui il libro del Papa ma a memoria ha dichiarato che fu per scelta di Dio se la Chiesa nascente incontrò come suo ambito di sviluppo la cultura ellenistica o greco-romana, dando quindi una sua interpretazione di San Paolo che parla di “pienezza dei tempi” scelti da Dio per visitarci.
      Non so che cosa pensi del’Oriente il Papa ma di certo ha una precisa idea di quale ruolo abbiano il pensiero greco e romano nell’edificazione del cristianesimo – e non come avvenimento causale. Il che lo rende decisamente anti-protestante, che per quelli liberare la Scrittura dalle croste greco-romane è indispensabile.

      Sull’islamizzazione dell’Europa: per chi crede, la vita senza Dio è così evidentemente una ciofeca che piuttosto che niente è meglio Allah. Se Dio non troverà volontari per la Sua causa, ci (con)vinceranno i musulmani.

      Ciao

  7. PinoMamet scrive:

    “Solo Dio può scegliere alcuni: morendo in croce, Gesù non rende possibile la loro salvezza, ma li salva direttamente, con una grazia irresistibile”

    Aggiornamento da un “social network” molto alla moda:
    alcuni conoscenti di una amica parlano di una ragazza con un tatuaggio di Gesù, e citano un video (penso su youtube) di cui non so niente, in cui si dice “ho donato la mia vita a Gesù”, e poi c’è anche qualcuno, nel video, che dice che “Gesù ha comprato la mia vita a caro prezzo”.
    I conoscenti sono tutti sull’agnostico/ateo/non praticante andante.

    Però commentano dicendo che chi dice una frase del genere (Gesù che compra la vita di qualcuno) non sa cosa sia il Cristianesimo (“ma questo dove ha studiato teologia?”; da notare il modo di dire, ormai standard, ricalcato da “ma chi ti ha dato la patente?”; bisognerebbe scrivere un trattato sul “parlare inscatolato”, ma non divaghiamo).

    Ora, io non so dove abbiano studiato teologia i vari atei/agnostici/non praticanti/non sa non risponde dei commenti (suppongo, da nessuna parte), ma la frase a me pare avere totalmente senso in una prospettiva protestante, dove il libero arbitrio dell’uomo conta, per la salvezza, meno che nel cattolicesimo (nel cattolicesimo, l’uomo si salva anche grazie alle sue “opere” e non solo per grazia divina).

    Non so se il video in questione sia di matrice protestante o cattolica; sarebbe interessante conoscerlo, visto che la protestantizzazione mi pare procedere a tappe forzate.

    Però di certo vedo che in fondo è vero che gli atei/agnostici ecc. ecc. italiani in fondo sono sempre “cattolici”; forse più cattolici loro di tanti cattolici, anzi.

    “Troppa amicizia col prete e il medico, vivi sempre ammalato e muori eretico”.

    Ciao!

  8. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    Forse proprio questo fondo cattolico, ci ha impedito, nonostante tutto, di diventare DAVVERO americani.
    ciao

  9. mirkhond scrive:

    Per Athanasius

    Pienamente d’accordo con te sull’essenza del Cristianesimo. Negli anni’80 la Madonna sarebbe apparsa in un sobborgo di Damasco ad una coppia di sposi siro-melkita.
    La Madonna avrebbe detto ai pii sposi che Suo Figlio ha creato UNA SOLA CHIESA, e sono stati gli uomini a dividerla….
    Uno naturalmente ci può credere o no, questione di fede e di sensibilità.
    Stà di fatto però che Benedetto XVI con le sue, diciamo ambiguità, ha contribuito enomermemente all’erezione del pensiero islamofobico, che poi è in fondo un pensiero orientofobo.
    Mi chiedo come vedrebbero, i difensori dell’Occidente (che fu) Cristiano, quell’isola di tenace Cristianesimo ancora presente tra Turchia, Siria, Kurdistan che fu iracheno e Iran, il cui pugno di fedeli si divide tra quel che resta delle Chiese Siro Occidentale detta sbrigativamente giacobita, e quella Siro Orientale detta un tempo nestoriana, oggi assira.
    Se vedessero quei remoti villaggi di case d’argilla cotta, gente uguale ai vicini musulmani per tratti somatici e abbigliamento, tra cui (ma che orrore!) donne velate.
    Se sentissero un antichissimo idioma, o meglio una serie di idiomi incomprensibili, derivati dall’Aramaico, la lingua di Gesù quando fu uomo tra noi, aramaico estremamente frammentato e mescolato abbondantemente al turco, alle parlate curde, al farsi e all’arabo col quale ha affinità linguistica?
    Se vedessero ciò che resta di antichi monasteri e i monaci rimasti che arano essi stessi i campi attorno ai suddetti monasteri?
    Ecco vedi, io purtroppo ho perso la fede per una serie di tragedie familiari, e la vita credimi, ti diventa pesante e insopportabile, priva com’è di qualsiasi gioia….
    eppure penso spesso a questi altri cristiani, quest’antichissima e primordiale cristianità, nata direttamente per mezzo degli Apostoli di Nostro Signore, alla loro tenace resistenza, al loro tenace attaccamento a terre dove tutto cominciò un giorno remoto di 2000 anni fà….
    ecco, io qui vedo la fede, vedo Cristo, qui e non altrove….
    La cosa che più mi fa male e che non potrò mai recarmici e vivere quello che mi resta tra questa povera gente.
    Scusami per gli sfoghi e spero per il resto di aver chiarito il mio pensiero.
    ciao

    • Francesco scrive:

      >> La Madonna avrebbe detto ai pii sposi che Suo Figlio ha creato UNA SOLA CHIESA, e sono stati gli uomini a dividerla….

      Guarda che lo dicono anche il Papa e i cardinali cattolici, da molto tempo. Quando si prega per l’unità dei cristiani (c’è una domenica apposta), mica si prega perchè “gli altri” si convertano alla vera versione della Fede che abbiamo solo noi più belli e bravi.

      Ciao

  10. PinoMamet scrive:

    “Quando si prega per l’unità dei cristiani (c’è una domenica apposta), mica si prega perchè “gli altri” si convertano alla vera versione della Fede che abbiamo solo noi più belli e bravi.”

    Sarà anche come dici tu, però se da parte cattolica non ci si reputa per forza “i più belli e i più bravi”, allora che passi stanno facendo i cattolici verso le altre confessioni cristiane?

    Con gli ortodossi mi pare che ci sia un sostanziale armistizio, se mi passi la terminologia bellica:
    grandi sorrisi e riconoscimenti reciprochi, scuse per le incomprensioni del passato, ma alla fine i cattolici si tengono stretti il primato del Papa, limitano solo a gran fatica il proselitismo nei territori delle chiese orientali, e continuano (mi si dice) a spingere per latinizzare, se non più la liturgia, almeno lo stile di vita dei vari “uniati”
    (insomma, ai cattolici non piacciono i preti sposati e non vogliono ammettere che il celibato dei preti sia una pessima idea, e peraltro manco un uso generalizzato tra cattolici… )

    stallo anche con gli anglicani: Chiesa Alta ancora abbastanza vicina alle posizioni romane, Chiesa Bassa che se ne va tranquillamente per la sua strada con le donne prete ecc.

    insomma, si pregherà anche per l’idea di unità cristiana che sta nella mente di Dio;
    ma poi si opera per l’idea di unità cristiana che sta nella mente del Papa.

    Ciao!

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per PinoMamet

      ”ai cattolici non piacciono i preti sposati”

      Se non vado errato ci sono dei preti sposati cattolici fra gli Albanesi scappati in Italia cinquecento anni fa: hanno aderito alla chiesa di Roma ma in cambio hanno ottenuto di continuare a potersi sposare come quando erao cristiani d’Oriente.

      ”uniati”

      E’ vero, ma è anche vero che i Ruteni (Ucraini di lingua, Cattolici di obbedienza ma Ortodossi di liturgia) hanno fatto una pessima fine nella Polonia del 1945 dopo che l’operazione Vistola ripulì i monti Beschidi da tutti i sospetti di collaborazionismo con l’Armata Insurrezionale Ucraina, la famigerata UPA. I Cattolici hanno subito ingiustizie gravissime e ne hanno inflitte, come tutti.

      ”mente del Papa”

      Il guaio è che il primato di Roma non è come il primato d’onore del Fanaro. ‘Cattolico’ e ‘autocefalo’ sono una contraddizione in termini. Dopo tutto non si dice forse ‘Roma locuta quaestio soluta’? Che fine hanno fatto i prelati ordinati clandestinamente in Cecoslovacchia nella cosiddetta Chiesa del silenzio, dopo la caduta de Muro di Berlino?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        “Se non vado errato ci sono dei preti sposati cattolici fra gli Albanesi scappati in Italia cinquecento anni fa”

        Sì, ci sono dei preti sposati in tutte le comunità cattoliche dei vari riti “orientali” (greco in primis).

        Agli albanesi (ma anche ai greci e probabilmente ad altri ancora) che sono giunti in Italia la Chiesa cattolica permise (non sempre) di mantenere la liturgia orientale e gli usi orientali riguardo al (non) celibato (il celibato dei preti infatti non è affatto un dogma ma una regola solo per i cattolici di rito latino).

        Liturgia orientale sì, ma riconoscimento del Filioque e del primato papale, quindi cattolici a tutti gli effetti
        (insomma, “uniati”, tanto per capirci).

        Poi, nei secoli, c’è stata una potente spinta verso l’omologazione forzata alla liturgia e agli usi latini;
        che, a quanto pare, non è ancora definitivamente finita.

        Ciao!

  11. PinoMamet scrive:

    \"Quando si prega per l’unità dei cristiani (c’è una domenica apposta), mica si prega perchè “gli altri” si convertano alla vera versione della Fede che abbiamo solo noi più belli e bravi.\"

    Sarà anche come dici tu, però se da parte cattolica non ci si reputa per forza \"i più belli e i più bravi\", allora che passi stanno facendo i cattolici verso le altre confessioni cristiane?

    Con gli ortodossi mi pare che ci sia un sostanziale armistizio, se mi passi la terminologia bellica:
    grandi sorrisi e riconoscimenti reciprochi, scuse per le incomprensioni del passato, ma alla fine i cattolici si tengono stretti il primato del Papa, limitano solo a gran fatica il proselitismo nei territori delle chiese orientali, e continuano (mi si dice) a spingere per latinizzare, se non più la liturgia, almeno lo stile di vita dei vari \"uniati\"
    (insomma, ai cattolici non piacciono i preti sposati e non vogliono ammettere che il celibato dei preti sia una pessima idea, e peraltro manco un uso generalizzato tra cattolici… )

    stallo anche con gli anglicani: Chiesa Alta ancora abbastanza vicina alle posizioni romane, Chiesa Bassa che se ne va tranquillamente per la sua strada con le donne prete ecc.

    insomma, si pregherà anche per l\’idea di unità cristiana che sta nella mente di Dio;
    ma poi si opera per l\’idea di unità cristiana che sta nella mente del Papa.

    Ciao!

  12. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    In Croazia e Dalmazia negli anni 1059-1076 si giunse ad una guerra civile e religiosa, in quanto il Papato voleva imporre lingua e rito latino a tutto l’ecumene cattolico e nel regno di Croazia, pur essendo tutti cattolici, la popolazione slava seguiva il rito e l’alfabeto glagolitico creati dai Santi fratelli di Tessalonica Cirillo e Metodio, i due grandissimi missionari meticci e bilingui slavo-romei (il Cirillico comparirà in seguito, intorno al 950 ad Ochrida, ad opera dei discepoli dei due fratelli).
    La liturgia e la letteratura glagolitica, inizialmente accolte dalla Santa Sede, erano state invece sempre fieramente avversate dai vescovi delle città dalmate romane e latinofone, almeno per i territori dell’antica diocesi di Salona, di cui il primate di Dalmazia, il vescovo di Spalato, ne portava il titolo e l’eredità.
    Già negli anni 924-928, alcuni sinodi dalmati avevano ottenuto dal Papa la condanna del Glagolitico nei confini dell’arcidiocesi salonitana, ma tale condanna era fortunatamente rimasta nulla.
    Non dimentichiamoci, che come nella Longobardia bizantina o Puglia, il clero latino era ampiamente bizantinizzato per liturgia e usanze.
    Longobardia minor e tratti della costa dalmata infatti, nei secoli IX-XI erano soggetti, come temi (cioè province) dell’Impero Romano d’Oriente, mentre la Croazia era ne era vassalla e il suo sovrano a volte era investito dal Basileus anche del titolo di duca, cioè di governatore della stessa Dalmazia, rafforzando quindi, nonostante alcune incomprensioni, l’osmosi tra i due territori contigui. A Zara, a Spalato, così come a Bari, lo stesso clero secolare latino era coniugato, e vi furono anche vescovi coniugati come Andrea di Zara (deposto nel 1066) e Nicola di Bari (1035-1061), quest’ultimo addirittura il primate della chiesa latina nella Longobardia minor in mano romea!
    Ora, alla metà dell’XI secolo, in seguito ad un possente riformismo etico-morale-liturgico, i cui leader venivano dal monachesimo cluniacense, il Papato cercò di imporre l’uniformità liturgica come sinonimo di unità cattolica.
    In Dalmazia vennero deposti i prelati orientaleggianti e sostituiti da gente più allineata alle direttive di Roma, ma in Croazia ciò portò ad una guerra civile,in quanto gran parte della popolazione era sì cattolica, ma legatissima alla sua liturgia paleoslava.
    Quando sul trono croato salì Slavac, campione del rito glagolitico (1074-75), il conflitto esplose coinvolgendo anche Venezia e i Normanni da poco impadronitisi della Longobardia minor.
    Uno di questi baroni normanni, il conte di Giovinazzo Amico II, nel 1075 sbarcò ad Arbe e a Pago, catturò re Slavac che portò prigioniero in Puglia e tentò di farsi re di Croazia e Dalmazia, finchè fu a sua volta costretto a tornarsene da dove era venuto dall’intervento di Venezia l’anno successivo.
    Ora, in alcune leggende dalmate, soprattutto nell’area del Quarnaro, il conte di Giovinazzo viene visto come il restauratore dell’autorità della Santa Sede contro gli “eretici”.
    La vicenda poi si risolse, col sinodo del 1076, in cui la Croazia accettava la riforma cattolica, e il glagolitico veniva “sopportato” come supporto per parroci di campagna e adeguato alle direttive di Roma fino al XVII secolo, per essere poi riscoperto dal nazionalismo croato nel XIX secolo, tentando anche di farlo rivivere, ma, mi sembra (Athanasius correggimi se sbaglio) con scarsi risultati.
    Un compromesso quindi, scaturito da saggezza da parte della Santa Sede, ma non certo gradito, per le motivazioni di cui ho accennato prima.
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per mirkhond

      Probabilmnte non c’entra nulla, ma nel dubbio faccio la domanda lo stesso. Slavac non è quello che secondo la tradizione si gioco’ col Doge veneziano la libertà in una partita a scacchi, che vinse? Se non erro è questa partita ad essere ricordata nella bandiera croata, che porta al centro l’emblema di una scacchiera i colori bianco e rosso essendo quelli degli Asburgo). Tra l’altro Slavac sa tanto di nome onorifico (‘slava’ = ‘ gloria’).

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  13. mirkhond scrive:

    Errata corrige

    Il vescovo di Zara, Andrea III, fu deposto intorno al 1060 e non 1066 come erroneamente ho riportato. Almeno ciò appare dai documenti zaratini raccolti dagli storici Franjo Racki e Vitaliano Brunelli.
    ciao

  14. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Sinceramente non so nulla di questa tradizione, anzi se al proposito ne sai di più, mi forniresti ulteriori ragguagli.
    Per quel che ne so, appoggiandomi al Chronicon dello storico e doge veneziano Andrea Dandolo (1306-1354), e sugli studi dello storico marchigiano-dalmata Vitaliano Brunelli (1848-1922), Slavac (si legge Slavaz) o Slavizo, salì sul trono e regnò per poco tempo (1074-75), al culmine della guerra civile croata sulla questione liturgica e sullo sfondo della lotta per l’influenza politica sull’area tra il Papato e Costantinopoli, che si svolse nel 1059-1076.
    Slavac, come accennato, rappresentava il partito legato alla tradizione glagolitica e di riflesso, all’influenza bizantina.
    Dubito che abbia avuto problemi con Venezia, in quegli anni formalmente ancora legata a Costantinopoli e il cui doge (duca) era considerato il “catapano”, il vicerè romeo per la Dalmazia (titolo e funzioni che condivideva in disarmonica disarmonia col re croato).
    In quegli anni intorno al 1075, il pericolo proveniva piuttosto dai Normanni di Longobardia minor detta anche Puglia, la mia terra.
    Furono i Normanni, o meglio un barone normanno, il conte di Giovinazzo Amico II, il quale, volendo forse imitare il suo signore Roberto il Guiscardo, approfittando dei contrasti tra città dalmate latinofone e regno di Croazia e tra gli stessi Croati, con la mediazione del legato pontificio a Spalato Gerardo da Siponto, nella primavera del 1075 comparve nel Quarnaro a capo di una flotta, assediò Arbe ed espugnò Chessa, nell’isola di Pago dove catturò re Slavac portandolo prigioniero in Puglia.
    Amico pensava di farsi proclamare re di Croazia con l’appoggio di Gerardo e delle città romane e latinofone da Zara a Spalato.
    Fu solo in questo momento, ai primi del 1076, che la flotta veneziana, guidata dal doge Domenico Selvo in persona, a sua volta apparve in Dalmazia e costrinse il conte di Giovinazzo a tornarsene da dove era venuto.
    Selvo nel febbraio 1076 convocò a Spalato i rappresentati dei comuni di Zara, Traù e della stessa Spalato e del comune di Belgrado a Mare che pure era territorio croato e non era parte della Dalmazia romana.
    Selvo impose a tali comuni di NON chiamare più i Normanni, pena la vita e gli averi.
    Quindi qui il doge ebbe contrasti con i Normanni e non con i Croati che non costituivano certo un pericolo di imbottigliare Venezia tra le due sponde dell’Adriatico in mano ad un’unica dominazione, come invece i più aggressivi Normanni (pericolo che Venezia avrebbe invece corso col successivo blocco angioino-napoletano-ungherese nel 1290-1409).
    Ricordiamo inoltre che il doge non veniva ad instaurare NESSUNA dominazione veneziana, come sarebbe accaduto in seguito, ma solo ad esercitare le sue funzioni “catepanali” di restauratore della legittima autorità di Costantinopoli sul tema (provincia) di Dalmazia.
    Certo però che da allora la presenza veneziana nella regione si farà sempre più forte fino ad edificare gradualmente le basi per un PROPRIO dominio in Dalmazia, e il coinvolgimento del comune croato di Belgrado a Mare stà ad indicare che Venezia considerava l’Adriatico il suo spazio vitale e che non avrebbe tollerato interferenze di alcun tipo.
    Riguardo al povero Slavac, non ne so praticamente più nulla. Leggiucchiando sui confusi dati di wikipedia, pare, dico, pare, che venisse in seguito rilasciato dietro riscatto.
    Comunque non ebbe più alcun ruolo in Croazia, dove nell’ottobre di quello stesso 1076, tra le rovine di Salona presso Spalato, e sotto la vigilanza veneziana, venne incoronato re di Croazia il bano (governatore) di Slavonia Demetrio Zvonimiro, pienamente favorevole alle riforme papali.
    Con Demetrio Zvonimiro (1076-1089), la Croazia entrò definitivamente nell’orbita latina della Santa Sede.
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Mirkhond

      Ci ho messo un po’, ma alla fine ho trovato queste notizie:

      ‘The distinct red-and-white checkerboard or chequy pattern (or sahovnica meaning “chessboard”) is synonymous with Croatia – you’ll see it not only within the crest on the national flag, but in anything else that represents Croatia or Croatian pride. The country’s crest contains 13 red and 12 white checkers within its pattern. This pattern is the symbol of Croatian kings, dating back to the 10th century. A theory exists, saying that a Croatian king was once captured by Venetians. He played chess with the Venetian official for a chance to gain freedom; won the game, and later adopted the red and white checkerboard as the symbol of his country.’

      http://www.squidoo.com/croatianflag

      ”The checkerboard has been a symbol of Croatian kings since at least the 10th Century.”

      http://www.worldflags101.com/c/croatia-flag.aspx

      Ma la chicca vera, secondo me, sta in questo testo croato del 1995:

      ‘There is another issue, that has to be considered with the Croatian flag, that sometimes became a political question. It is the arrangement (or the order) of the red and white fields in the shield. The question is on the first square, as it is usually called, meaning the one in the upper right (heraldically) corner, weather it is red or white. The discussion on the matter was sometimes quite hot. The shield is usually 5×5 and sometimes (especially when the shield is trierced) 4×4. Until 1918 white was usually preferred, afterwards red (in most cases then the trierced shield was displayed). In Independent State in WW II the first square was white, and after 1945 again red (it was used, oddly enough, in a centre of coat of arms of Socialist Republic of Croatia in Yugoslavia, and not on the flags where it was forbidden). Now it is red. However it is possible to see flags with a coat with first white square, and a shield smaller than the white strip, without the crown of five shields above. This flag is not at all approved, but it is tolerated for use by private persons. It is common opinion that those who fly it are oriented politically to the extreme right. […] There is, also, a nice legend among the people on that. It is said that the red square comes first in the time of trouble and war, and white one in peace and freedom. The legend is nice, but is not true, as it is seen from the example of 1941 to 1945 when there was first white, but it was the most tragic and troublesome period of Croatian national history, with a civil war going on between left and right option of Croatian national corps. The red one was used for long periods of peace (but not freedom), and now the red one is used in freedom (but not peace).
      Željko Heimer, 14 October 1995”

      http://flagspot.net/flags/hr-hist.html

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  15. mirkhond scrive:

    Per Andrea Di Vita

    Mah, l’unico re croato che mi viene in mente a riguardo è Svetoslav Suronja (997-1000), contro il quale si rivoltarono i suoi fratelli Crescimiro e Goislav, costringendolo a rifugiarsi a Venezia e far sposare suo figlio Stefano con Icela Orseolo, parente del doge Pietro III, lo stesso che nel 998 o 1000 guidò una grande spedizione navale veneziana contro i pirati Narentani, alleati di Crescimiro e Goislav, sconfiggendo i suddetti pirati, ma accettando il regno congiunto dei due fratelli usurpatori.
    Stefano e sua moglie Icela avrebbero poi dato origine ad un ramo collaterale della famiglia reale croata, il cui erede, il Demetrio Zvonimiro di cui ho accennato prima, sarebbe poi divenuto a sua volta re di Croazia.
    ciao

  16. mirkhond scrive:

    errata corrige

    Il doge è Pietro II Orseolo.
    ciao

  17. athanasius scrive:

    Il blasone attuale di Croazia appare per la prima volta all’inizio del Cinquecento e queste storie sull’origine del blasone dal decimo secolo, legato a conflitti con dogi veneziani, non ha alcuna basi storica ed è fantasticheria inventata da nazional-romantici dell’ Ottocento.

    Anche non sta che la presenza della varietà con il primo quadretto rosso o quella con il primo quadrato bianco sarebbe legata a varie circostanze storiche: tutte le due varietà si trovano sino dal inizio del Cinquecento e sono intercambiabili. Anche il numero dei quadretti varia dall’occasione all’occasione. Questo era possibile in età premoderna quando simboli degli stati non erano ancora “ufficialmente” codificati. La varietà con il primo quadretto rosso è stata scelta come il nuovo blasone croato (e come elemento della nuova bandiera) nel 1990 per distanziarsi dal regime ustascia (1941-1945) che usava la varietà con il primo quadretto bianco.

    In cima al grande blasone ci sono, in forma di corona, cinque blasoni piccoli, di cui i quattro simboleggiano regioni storiche ed il quinto è il vecchio blasone croato, medievale, usato prima dell’apparizione della “scacchiera”. Il fatto curioso è che quella corona di blasoni regionali in cima alla schacchiera, l’intero disegno, risale al 1990 e non è mai prima esistito nella storia. Alcuni vi si opponevano, dai punti di vista estetici ed eraldici, chiamando, per ischerzo, la “corona” di cinque blasoni “giardino zoologico” (giacchè sui blasoni della corona si trovano la capra istriana, le teste di leoni dalmate e la martora di Slavonia).

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per athanasius

      ”fantasticheria”

      OK, ma allora qual’e’ la giustificazione (storica, araldica) della scacchiera? A parte la scacchiera bianco-azzurra a losanghe della Baviera, non mi vengono in mentre altri esempi di bandiere con scachiere incorporate.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  18. Pingback: Pamela Geller, Park 51, l’imam Armani Feisal Abdul Rauf e un tappeto-Lexus | Kelebekler Blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *