Il movimento Inkarri di Juán Ruíz Figueroa detto Naupari

Il giornalista investigativo Enzo Di Frenna sta conducendo in questi giorni un’inchiesta estremamente interessante sull’organizzazione Inkarri Italia, nota anche come Università Pneuma e diretta dal cittadino peruviano, Juán Ruíz Figueroa, che però preferisce usare come secondo cognome il nome inca di Naupari.

Quella di Enzo Di Frenna è una delle migliori inchieste sulle "sette" che mi sia capitata di leggere. Di solito, i giornalisti affrontano questi argomenti in due maniere. O prendono per oro colato i comunicati stampa dei vari rivenditori di spiritualismo, oppure scrivono senza sapere nulla dell’argomento, mettendo insieme confuse accuse, insinuando sospetti infondati e accostando tra di loro realtà che non c’entrano nulla.

Inutile dire che, se il primo tipo di giornalismo semplicemente aumenta il curriculum (e gonfia l’ego) del guru di turno, il secondo tipo è estremamente facile da smentire all’interno del gruppo, e dimostra semplicemente agli adepti che la loro causa è così importante da meritare di essere perseguitata da gente potente e bugiarda.

Per capire come funziona realmente un gruppo e quali siano i meccanismi di manipolazione e di falsificazione che vi si possono trovare, occorre documentarsi a lungo, scartare facili sensazionalismi, vedere attraverso la propaganda e non proiettarvi le proprie fissazioni personali.

Enzo Di Frenna ha puntato soprattutto su un fatto che documenta al di là di ogni dubbio. Uno degli elementi centrali del gruppo è il consumo dell’allucinogeno denominata ayahuasca; e l’ayahuasca è una sostanza illegale in Italia. Personalmente, non ho nulla in contrario al suo consumo, che probabilmente ha un suo senso nel mondo amazzonico. Ma il punto fondamentale è che il signor Ruíz Figueroa non mette mai in guardia i propri discepoli – da cui ricava somme non indifferenti  – riguardo al pericolo di finire in carcere.

La questione Inkarri ci interessa per due motivi.

Innanzitutto, l’unica risposta dell’organizzazione è consistita in un‘ingiunzione legale a rimuovere dalla rete tutti i testi e video critici riguardanti Inkarri, un’ingiunzione non motivata da altro che un generico richiamo alla "diffamazione". Quando avvengono simili minacce, credo che tutti coloro che scrivono sulla rete dovrebbero fare fronte comune contro la censura, anche se lo specifico argomento non interessa.

Quindi, solidarietà a Enzo Di Frenna.

Il secondo punto riguarda l’immaginario diffuso occidentale contemporaneo. Juán Ruíz Figueroa si presenta come

"Psicologo e musicoterapeuta, nato a Cuczo, Perù.
Ha ereditato il suo lignaggio dal nonno, che era un Paqo Runa, che in lingua Quechua signfica uomo sacro, ovvero, sacerdote, e già da molto giovane fù iniziato dentro e fuori dalla sua tradizione.
Nel menzionare i suoi maestri nomina specialmente l’Aquila Dorata, come guida e maestro."

Lo stesso nome Inkarri si riferisce al mito peruviano del ritorno dell’ultimo sovrano degli Inca, e infatti il movimento di  Juán Ruíz Figueroa ha diversi elementi millennaristici.

Il richiamo alla "tradizione inca" è messo in primo piano, mentre viene nascosto il fatto che Juán Ruíz Figueroa è semplicemente un seguace del variegato movimento gnostico fondato da Víctor Manuel Gómez Rodríguez, un colombiano più noto sotto lo pseudonimo di Samael Aun Weor, che ha operato soprattutto in Messico. Gómez Rodríguez, nonostante vari confusi accenni alle tradizioni americane precolombiane (ripresi da testi di missionari cattolici, in genere), ha ricostruito in maniera personale idee che provenivano da due fonti: il massone tedesco Arnold Krumm-Heller, emigrato in Messico, dove si è incaicamente rinominato Frater Huiracocha nonché "Arcivescovo della Santa Chiesa Gnostica", inventore di una macchina denominato il tatwametro; ed Helena Petrovna Blavatsky, fondatrice russa della Società Teosofica, di cui abbiamo parlato più volte su questo blog.

In altre parole, idee nate in Occidente e rivendute all’Occidente, con un’esotica coloritura esteriore andina e l’eccitante uso di sostanze psicotrope.

Le Americhe Indigene in questi tempi stanno sostituendo l’Egitto e il Tibet di cui si sono alimentate generazioni di sognatori.

Probabilmente non è un caso: il flusso mediatico-economico-pubblicitario fa crollare le grandi istituzioni – stato, scuola, chiesa – ed esalta la realizzazione individuale. E lo sciamano viene presentato come una sorta di terapeuta personale, che vende proprio a te esperienze uniche.

Tutto ciò non ha assolutamente nulla a che vedere con le forme di spiritualità che hanno caratterizzato per millenni le culture agricole e non delle Americhe. Dove l’elemento fondamentale è sempre stato quello comunitario. Lo sciamano, o altra figura analoga, agiva sempre come membro di un gruppo, di cui condivideva le fatiche e la vita quotidiana; e proprio perché il suo era un servizio alla propria comunità, non poteva essere a scopo di lucro, e non poteva avere alcun senso al di fuori di un gruppo umano, di un paesaggio, di una serie di mestieri e di una vita condivisa, in genere all’insegna della più tremenda fatica.

Certo, vendere l’apparenza della propria spiritualità a un mercato affamato come quello eurostatunitense costituisce una costante tentazione per gli abitanti delle Americhe. In linea di massima, però le comunità dei nativi americani  – partendo dagli Stati Uniti – sono d’accordo nel respingere e condannare ogni tentativo di commercializzare l’unica cosa che resta loro: l’anima.

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33 risposte a Il movimento Inkarri di Juán Ruíz Figueroa detto Naupari

  1. controlL scrive:

    Però che bel personaggino è ‘sto giornalista. Tutto goduto che una legge ad sectam possa mandare in galera persone che prima non c’andavano per legge. Perché dovrebbe essere meglio del sedicente guru inca uno così?:

     

    “Inoltre c’è la questione Ayahuasca, di cui il sig. Ruiz è parecchio esperto. Come forse lei sa, contenendo DMT chiunque la usi o la distribuisca in Italia, si muove – di fatto – nell’illegalità ai sensi della legge 49/2006 arti. 4 bis che prevede dai 6 ai 20 anni di galera. Una domanda: questo ve lo ha detto il sig. Ruiz tra una conferenza sulle piante e i messaggi dell’arcangelo di fuoco natalizio?

    Guardi: le do una informazione in anticipo sul mio prossimo video. La Guardia di Finanza, a seguito dell’arresto di 24 persone nel 2005 per detenzione di Ayahuasca (tutte componenti di un’associazione), ed a seguito dell”archiviazione del caso perchè il principio attivo nella sostanza sequestrata era minino e la legge di allora (la n° 300/1990) era leggerina, si sono attivati in sede parlamentare per far inserire nella nuova legge (49/2006) il DMT, e dunque l’Ayahuasca, a prescindere dalla quantità di principio attivo. Hanno – come dire – "il dente avvelenato" e, mi risulta, i prossimi che arresteranno sarà per metterli in galera e condannarli. Stavolta non vogliono fallire. E possono aspettare anche anni: gli investigatori esperti sanno bene che, prima o poi, qualche aderente di una qualunque associazione fa un passo falso. Oppure, dopo mesi riescono ad infiltrare un giovane agente (uomo o donna) che dall’interno filma, registra, intercetta. E allora clic: possono scattare le manette.”

     

    p 

  2. utente anonimo scrive:

     e se l’ayahuasca fosse davvero una "buona medicina" che può aiutare anche gli occidentali a mettere un po’ di chiarezza nelle loro illusioni? e se l’harmalina e la DMT fossero davvero in grado di curare il corpo e risvegliare la visione dell’anima? Se tutti quelli che ci hanno studiato sopra avessero ragione nel riconoscerne un valore terapeutico ad ampio spettro? e se proprio questo senso di comunità, non esteso solo agli altri uomini, ma anche alle piante e agli animali, fosse una delle lezioni che l’uomo moderno deve apprendere, con qualsiasi mezzo accessibile, per correggere la propria insostenibile alienazione?  E se Di Frenna mobilitasse il suo zelo contro le mistificazioni della vita politica, delle religioni, della finanza, degli apparati militari e repressivi, non avrebbe un maggiore bacino di persone da proteggere e redimere dall’inganno eterodiretto esercitato da quei poteri  che Paolo Barnard con eccellenza ci illustra? E se dei cittadini italiani violano una pessima legge sulle droghe che " fa di ogni erba un fascio" e si affidano alla discriminazione della propria coscienza, commettono davvero un’offesa alla comunità a cui appartengono?  E se, infine, tutti le ricerche etnopsichiatriche, etnobotaniche, antropologiche e il dibattito sugli enteogeni di questi ultimi anni fossero un requisito necessario per affrontare con competenza questo approccio alla spiritualità, Di Frenna e sodali avrebbero  ancora uno straccio di autorità per sentenziare il suo verdetto inapellabile?

  3. utente anonimo scrive:

     Correggo :  sentenziare il loro verdetto inappellabile?

  4. Peucezio scrive:

    Tutto molto interessante. Ma il titolo??  

  5. kelebek scrive:

    Qui ci sono diversi temi, che portano anche a conclusioni diverse.

    1) L’inchiesta di Enzo Di Frenna è tecnicamente un modello. Il suo approccio è giornalistico, e quindi non tocca gli aspetti che a me interessano di più – di carattere sociologico e antropologico;  ma tocca fatti precisi, documentati in maniera inappuntabile, e a cui in effetti i dirigenti del gruppo non possono rispondere. Esiste il diritto al consenso informato dei discepoli di un gruppo, che devono poter sapere in cosa stanno entrando.

    Di particolare interesse è il suo testo su Quello che ora farà il Gran sacerdote Juan Ruiz: dice praticamente tutto quello che c’è da dire sui meccanismi interni di simili gruppi.

    2) Il problema è che questo gruppo, tra l’altro, commette quello che secondo la legge italiana è un reato; e secondo me non dovrebbe esserlo, e in questo mi trovo sostanzialmente d’accordo con il commento n. 1 di p. E’ bene che gli adepti conoscano i rischi cui vanno incontro e che la dirigenza del gruppo mistifica, il che non vuol dire che sia un bene che quei rischi esistano.

    Per quanto io non ne condivida il linguaggio, l’avvertimento che p. cita descrive dei fatti reali. E che succederanno comunque, a prescindere dall’inchiesta.

    3) La questione del rapporto con le culture indigene delle Americhe, che è l’elemento che mi sta più a cuore. E qui è bene sottolineare la mistificazione radicale che sta alla base di questo e di tanti altri movimenti "esotici". Da anni, le comunità dei nativi americani chiedono agli "occidentali" di offrire loro l’unico tipo di aiuto veramente utile: denunciare il furto e la trasfigurazione merceologica delle loro culture. Anche quando vengono compiuti da avventurieri "indiani".

    Come questo blog denuncia il furto delle terre Mapuche da parte dei Benetton, denuncia la rapina delle tradizioni Maya da parte di operatori New Age italiani e non.

    4) La questione dell’utilità di certe sostanze psicotrope: il termine enteogeno, adoperato dal commentatore anonimo del n. 2 non mi convince affatto, perché presuppone quella che è solo un’ipotesi.

    Con l’eccezione devastante dell’LSD, non so se "fanno male" e comunque fanno meno male di tante altre cose che sono la norma ai nostri tempi.

    Dubito però che facciano crescere la coscienza più di quanto lo sia già; e la crescita della coscienza in ognuno di noi dipende dalle esperienze della vita, senza scorciatoie. Nella mia esperienza, ciò che insegnano le persone che hanno fatto molto uso di certe sostanze è in genere estremamente banale e sentimentale, all’incirca del valore di ciò che una volta insegnavano le presunte anime dei defunti ai medium spiritisti.

    Il "rapporto con la natura", di cui parla lo stesso commentatore, non si impara certamente in un fine settimana in un agriturismo con acqua corrente.

    I nativi americani lo hanno imparato zappando la terra, e cominciando a farlo quando erano appena in grado di camminare, in un determinato – e spesso spietato – paesaggio. Non c’è nulla che un traduttore di manuali tecnici (come me) o un esperto di software o una venditrice di massaggi shiatsu di Milano possa imparare dagli "indiani d’America" in questo campo.

    Se vuole, può cercare di fare l’occidentale/industriale in maniera attenta e consapevole, può adottare un gatto o fare la raccolta differenziata dei rifiuti, ma sono cose totalmente diverse.

    Il "senso di comunità" dei nativi americani – parlo in particolare del Messico – non è qualcosa che si crea artificialmente, con nazionalismi da Lega o internazionalismi buonisti. E’ semplicemente la realtà della vita di villaggi endogamici, con una propria lingua, spesso incomprensibile a qualche chilometro di distanza, con una fortissima unità di generazioni e un’economia fondata sull’autosufficienza.

    Miguel Martinez

  6. kelebek scrive:

    Un ultimo punto.

    Credo che sia sempre un errore dire che qualcuno, invece di occuparsi di X, dovrebbe occuparsi di Y, come sostiene l’anonimo del n. 2.

    Ad esempio, io su questo blog non ho scritto nulla sul cambiamento climatico o sulla crisi economica, che sono fenomeni enormi, mentre ho dedicato molto spazio a piccole realtà italiane o messicane.

    Lo faccio in modo consapevole: perché ci sono persone che ne sanno molto di più di me su quelle questioni, perché per fortuna c’è chi ne parla e le denuncia. Aggiungere ulteriore fiato retorico con il mio "punto di vista" di scarso interesse mi sembra inutile.

    E poi, nelle piccole cose si vedono quelle grandi, o si trovano delle chiavi che permettono di interpretarle.

    Ognuno si occupa di ciò che conosce e che è alla sua portata. Calzolaio, fa’ bene il tuo mestiere.

    Miguel Martinez

  7. kelebek scrive:

    Per Peucezio n. 4

    in effetti…

    Miguel Martinez

  8. Peucezio scrive:

    Miguel, #7
    Ora sì che mi piace! 🙂
    #5 ottimo intervento condivisibile come sempre. L’unica cosa, sul nazionalismo leghista: beh, lì però parliamo di gente che difende le proprie tradizioni. D’accordo che si sono arricchiti, che il livello di vita è completamente diverso rispetto aquando sopravviveva ancora la cultura tradizionale lombarda o veneta, d’accordo che l’immigrato dà fastidio perché inquina quel mondo asettico e pulito da copertina di libro sul metodo per il raggiungimento della felicità con la famigliola bionda e sorridente che ormai costituisce una specie di standard estetico e sociale dell’Occidente benestante, mentre l’immigrato fa ancora cosa che i lombardi facevano fino a due generazioni fa, d’accordo che spesso la riappropriazione di tale identità lombarda o veneta o piemontese ha molto di artificiale e di indiretto. Ma è anche vero che un cinquantenne elettore leghista e, in misua minore, un giovane di famiglia settentrionale, soprattutto se di provincia, è venuto comunque in contatto con tale mondo tradizionale: anche se non ne ha condiviso le condizioni di vita, ne ha condiviso la cultura orale attraverso genitori, nonni, paesaggio materiale (chiese, cascine…), insomma, ci sono comunque elementi di continuità che passano attraverso ricordi di infanzia, legami affettivi non più con un’identità organica e comunitaria, ma con frammenti di tradizione che comunque hanno un loro significato per chi li ha ereditati.
    Oltretutto l’immigrazione, l’Unione Europea, la globalizzazione, l’invasione di manufatti cinesi trasformano la realtà e la quotidianità delle persone in un modo visibile, in tempi rapidi e avvertibili a livello individuale, per cui è legittimo che chi è cresciuto in una realtà, sia pure già industriale e consumistica si opponga al fatto che essa si trasformi in un’altra realtà, ancora più consummistica e comunque differente.
    Ciò non toglie che costoro non possono ignorare che tale trasformazione è legata anche a un’evoluzione del livello di vita, perché i prodotti cinesi costano meno e l’immigrazione fornisce manodopera a basso costo, per cui non possono pretendere di evitare una cosa senza rinunciare all’altra: se non si vuole immigrazione e globalizzazione, si deve essere disposti a vivere come negli anni ’70-’80, con l’acqua calda, l’elettricità, la lavatrice, la TV e un’automobile, ma non il telefonino, le vacanze a Sharm-el-Sheik, il fine settimana a londra, il Blue-Ray e un’auto per ogni componete della famiglia, con lettore mp3 e sensori di parcheggio.
     

  9. utente anonimo scrive:

     Anonimo del n. 2

     
    Se se ne occupa, dovrebbe conoscere meglio le implicazioni dei suoi discorsi, 
    per evitare le banali generalizzazioni  del tipo "l’ayahuasca è una droga e chiunque 
    la usi è un autolesionista criminale". 
    Una parafrasi del mio discorso precedente è quindi che delle persone rispettabili e inoffensive potrebbero vedersi rovinare la vita,  mentre gli autori dei grandi soprusi e delle maggiori violenze che affliggono davvero l’umanità continuano ad essere ignorati dalla stampa e dal pubblico, l’indignazione del quale viene dirottata su questioni futili ( o secondarie) proprio grazie alla professionalità di giornalisti "modello" come il Nostro.
     
    Enteogeno non ti garba?  "The spirit molecule" di Strassman dovrebbe farti ricredere, magari integrando con gli insegnamenti di Mantak Chia sulla pineale. 
     
    Che l’LSD sia devastante è meno di un’ipotesi: è un falso. 
    Almeno quello che hanno scritto Albert Hofmann, o Grof,   andrebbe tenuto presente, no?
     
    Una cerimonia di ayahuasca * E’ * un’esperienza della vita! Più REALE di quanto si possa immaginare e sicuramente più profonda e sostanziale che separare l’immondizia; non è una scorciatoia, ma anzi suggerisce la strada ad un percorso evolutivo infinito. Percorso che tuttavia non si propone come esclusivo, autoreferenziale, ma piuttosto suscettibile di possibili integrazioni con altre vie di crescita spirituale.
     
    A me sembra che  il riscatto delle culture indigene passi anche attraverso il riconoscimento del valore delle loro pratiche e conoscenze, le quali non  sono condivise  per il mero denaro ma sopratutto perchè possono correggere l’aggressività e l’arroganza dei "gringos". Quindi non si tratta di un furto ma di un dono, in alcuni casi "confezionato" magistralmente
    per poter essere accessibile all’umanità del terzo millennio, sradicata dai valori ancestrali, senza familiarità con la forza degli elementi naturali e dis-educata all’ intelligenza del cuore. 
     
    No, non parlavo di "rapporto con la natura"! Alludevo alla possibilità di comunicazione diretta inter-specie (… ebbene si!) : che non si padroneggia in un fine settimana, d’accordo – probabilmente nemmeno in un mese intensivo ; l’esperienza  rimuove gli ostacoli ad una percezione più acuta e consapevole del mondo, allentando la stretta del nostro cronico distruttivo dualismo.
    Non è il comfort dell’acqua calda, qui,  a fare la differenza, ma piuttosto il coraggio di spostare limiti ben più dolorosi e laceranti: quelli che ci siamo dati per circoscrivere la responsabilità delle nostre vite .
     
    E’ vero che riportato col linguaggio convenzionale, il vissuto "psichedelico" appare spesso "banale e sentimentale", specialmente se chi si esprime non ha particolari doti letterarie. Chi invece queste doti ce le ha, ha lasciato resoconti entusiasmanti. 
     

     
    Grazie, ciao
    Anonimo del n. 2

  10. kelebek scrive:

    Caro anonimo n. 2/9

    La questione non è complessa.

    Tu sicuramente ne sai più di me sulle ottime cose che offrono certe sostanze.

    Io però forse ne so più di te sulle culture americane precolombiane.

    E sono qualcosa di completamente diverso.

    Per quanto riguarda l’LSD, mi riferisco a numerose tragedie che ho visto da vicino.

    Miguel Martinez

  11. utente anonimo scrive:

    Conoscere le culture americane precolombiane è sicuramente un bel vantaggio che tuttavia non mi pare sufficiente per comprendere come si sono evolute le tradizioni ancora esistenti ai nostri giorni tra i popoli della foresta e forse ancora meno per capire quello che è successo alla fine del secoloo scorso in Brasile, dove almeno 3 congregazioni ayahuaschere si sono affermate nel paese, a cui aggiungerei la "riscoperta" del culto della Jurema. Sono fenomeni culturali che vanno visti e analizzati insieme al contesto socio-economico: sono l’ espressione di una tradizione antica, adattata per essere funzionale alle condizioni del presente. 
    ——-
    Si, anch’io ho conosciuto personalmente delle persone danneggiate dall’ acido: anche qui sono le condizioni di clandestinità e di inesperienza, le lacune culturali e sociali, spesso delle specifiche vulnerabilità soggettivive, a creare il retroterra per quelle tragedie.
    Del resto (non so se è corretto considerare che) la dipendenza dal lavoro salariato, dai veicoli motorizzati, dai farmaci e cibi industriali, l’indulgenza sessuale, ecc, hanno fatto molte più vittime e rovinato più famiglie di quanto possa esser conseguito dall’ uso e abuso congiunti di LSD.
     Anon#2/3/9

  12. pedronavaja scrive:

    Caro Miguel,

     

    ho letto di recente, e scritto un rapido commento, riguardo a questa vicenda http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=83361&sez=NORDEST

    in cui incauti turisti italiani hanno perso la vita seguendo uno di questi sciamani nostrani (o nostrani- importati)

     

    Come scrivevo, l’ayahuasca o yagè, proviene da un liana amazzonica, la Banisteriopsis. Anche se uno dei suoi due nomi, ayahuasca, è quechua, non è presente nelle alte ande, meno che mai ai 3.400 mt slm di Cuzco da cui proviene Figueroa. Risulta quindi assai probabile che le “competenze” del personaggio siano di apprendimento postumo che nulla hanno a che vedere con tradizioni familiari o simili.

     

    L’ayahuasca o yage è estremamente tossica e va usata, e viene usata nella ritualità amazzonica, in eventi controllati da un esperto chaman che, sia chiaro, non fa uso del preparato. Personalmente sono stati invitato (secondo alcuni, ho avuto l’onore di esserlo) da un chaman ticuna, in Colombia ma, declinando l’invito, vi ho assistito solo come osservatore. Per molti aspetti l’esperienza non ha fatto che rafforzare la mia convinzione del rifiuto nell’uso di sostanze, qualunque esse siano, che fanno perdere il controllo delle normali capacità celebrali e fisiche-fisiologiche.

     

    Ho conosciuto nel continente vari personaggi che , dopo esperienze con ayahuasca, floripondio, psylocibe e affini, diventavano modesti messia dell’allucinazione collettiva. Che in Italia, con programmi televisivi dove si propaganda con successo la partoriente alienigena, vi siano delle facili prede, non deve quindi stupire.

     

    Pedro Navaja

  13. kelebek scrive:

    Per Anon 2/3/9

    Ti ringrazio. Siamo sicuramente d’accordo su quanto affermi a proposito della "dipendenza dal lavoro salariato" e tutto il resto. Casomai, dubito che la cultura del "corso per migliorare se stessi", citando sciamani Maya o imprenditori americani, sia poi  così diversa dalla cultura del lavoro salariato.

    Anche se sono il primo a dire che le motivazioni sono molto complesse e confondono rivolta e conformismo, come d’altronde è nella natura di un sistema – come il capitalismo – che si basa proprio sull’incessante trasformazione e autosuperamento.

    Meno d’accordo sulla natura solamente soggettiva dei danni da LSD: i danni che ho visto io erano di tipo nettamente psicotico e irreversibile.

    Miguel Martinez

  14. kelebek scrive:

    Per Pedro Navaja

    Ti ringrazio come sempre dei tuoi interessantissimi commenti.

    Miguel Martinez

  15. utente anonimo scrive:

    Riguardo ai morti in Ecuador, dei nativi mi hanno informato che a loro risulta che ai due, insieme alla coppia di piante principali,  era stata aggiunto un altro vegetale ( il Sangre de Drago, mi pare) che un esperto non mescolerebbe mai al  Natem ( nome shuar dell’ ayahuasca)  in quanto interferisce con l’azione delle altre piante, perchè il Sangre asciuga le mucose . Evidentemente i due malcapitati sono caduti in mano a persone di pochi scrupoli, come mi sembra sia stato poi accertato dalle autorità. E il personaggio trentino, allora,  credo abbia la responsabilità di aver scelto male i suoi referenti locali, ai quali egli stesso probabilmente si è dovuto affidare.

  16. utente anonimo scrive:

     «L’ayahuasca o yage è estremamente tossica e va usata, e viene usata nella ritualità amazzonica, in eventi controllati da un esperto chaman che, sia chiaro, non fa uso del preparato.» A me risulta tutto l’opposto: la tossicità dell’ayahuasca è bassissima; solo quando ci aggiungono la brugmansia  (floripondio) allora  deve essere maneggiata con estrema  cautela da un esperto che la sa dosare, ma non tanto perchè il soggetto possa morire quanto per evitare disturbi neurologici irreversibili. 
    E ancora: nelle tradizioni più antiche solamente lo  shamano assumeva la pozione, perchè essa gli mostrava quali altre piante usare per curare i pazienti, e come prepararle. 
     
    Inoltre: anche nelle montagne del Perù e della Colombia, nei mercati, si vendono gli ingredienti per preparare l’ayahuasca e c’è una grande affinità con l’utilizzo del S. Pedro, il cactus psicoattivo delle Ande. Quindi Ruiz non può essere ritenuto estraneo all’ayahuasca solo perchè è nativo di Cuzco.   
     
    «Meno d’accordo sulla natura solamente soggettiva dei danni da LSD: i danni che ho visto io erano di tipo nettamente psicotico e irreversibile» Non ho detto che il retroterra delle psicosi da acido dipende “solamente” dal soggetto; ho elencato anche altri fattori. Quelli che conosco io erano giovani maschi e in un caso, accanto ad una contingenza di turbamento amoroso, c’era una storia familiare di insania. Dovremmo anche considerare che l’ eccessiva emissione di fluidi sessuali – sistematica sopratutto tra i giovani maschi occidentali – è riconosciuta come un fattore decisivo di indementimento (vedi http://www.ktk.ru/~cm/contin.htm).
    Non per nulla i requisiti universalmente riconosciuti per “lavorare” con gli enteogeni, consistono in una dieta in cui, oltre a certi cibi,  dev’essere interdetta la scarica orgasmica per almeno alcuni giorni, prima e dopo la sessione. 
     
    Grazie
    Anon23911ecc

  17. kelebek scrive:

    Grazie all’anonimo…

    se ho tempo, voglio ritornare sull’argomento, per cui tieniti sintonizzato, i tuoi commenti sono senz’altro utili.

    Miguel Martinez

  18. pedronavaja scrive:

    caro Miguel,

     

    non posso contribuire in nulla su gnostici, rabdomanti e affini. Del resto leggo i tuoi sempre puntali interventi per sapere qualcosa anche su questo.

    Mi stupisco naturalmente nel sapere che ci sia gente, particolarmente nel mio veneto d’origine, così disposta ad aprire portafogli e menti a certi personaggi. Poi vedo cosa passa al convento di rai internation (voyager e profezie varie) o, quando vango in Italia, sento parlare di programmi tv in cui la partoriente alienigena ha ampio spazio, e capisco qualcosa.

    Sia chiaro: è così un po’ ovunque. Qui in Bolivia una mia amica, con aria vagamente intellettuale, credette senza problemi ad un millantatore andino che gli aveva portato, naturalmente in vendita, zufoli e “resti fossili di artefatti umani” spacciandoli come pezzi archeologici pre e incaici. Se vedeva per televisione un programma di fiction-scienza di discovery channel, lasciava da parte la fiction e pensava fosse solo scienza. Ma del resto la storia del “chupacabra” messicano Miguel la conosce probabilmente bene.

    Devo anzi dire che mi era venuto in mente tempo addietro di fare un interessante scoop video riguardo al famoso yeti amazzonico, un gigante antropomorfo di un paio di metri, avvistato varie volte in un’area che conosco abbastanza bene tra la Bolivia e il Brasile, zona in cui ho avuto spesso occasione di lavorare. Se qualcuno vuol partecipare…sono a disposizione.

     

    Insomma è così per molti. L’inganno è cosa facile così come la disinformazione.

    Sull’uso di sostanze psicotropiche non sono esperto. Lo sono però un po’ sui vegetali amazzonici, non foss’alto perchè mi occupo di foreste.

     

    Anche per rispondere al primo anonimo (15). Il sangre de grada (o di grado) è la resina-latex di un Croton, una simpatica pianta cui stretti parenti adornano le case italiane. Tutta la famiglia, le euforbiacee, emettono latex. La più famosa è il caucciù, ma la più utile è la yuca o manioca. Non so se l’assunzione di yage/ayahuasca assieme al sangre de grada abbia avuto poi effetti nefasti con i turisti citati.
    L’uso senza conoscenze di sostanze vegetali può essere notoriamente assai pericoloso senza andare in amazzonia, pensiamo ad una comunissima ombrellifera mediterranea come la cicuta o alle bacche e corteccia del tasso.
    In Italia dall’America è arrivato il floripondio, o datura (o, comebensa Miguel, toloache) e il suo parente Brugmansia. Se giri per i giardini fioriti italiani in estate la troverai in fiore un po’ ovunque. Chi vuole avere un’esperienza estrema tra l’allucinogeno e il tossico può provarla: personalmente lo sconsiglio vivamente. Si può fumare, fare un te usando le foglie o i semi. Se sopravvive senza danni permanenti può raccontare anche l’esperienza.

    Qui in bolivia per cucinare il pollo alla brace, che vendono per le strade, usano il legno del curupaù. Dai semi dell’albero si estrae una sostanza che inalata (il sistema è noto agli antropologi spesso come “yopo”) provoca effetti violenti. E’ forse il primo allucinogeno americano usato dagli europei. Ne parla il padre Panè, quello che scrisse la prima relazione dal continente nel 1498 (della quale, per gli interessati, esiste anche una traduzione in italiano).

    Riguardo al secondo anonimo (16), che leggo solo ora. La risposta in parte è contenuta sopra. Non volevo entrare in dettaglio, ma faccio due o tre appunti: (a) il componente base della banistriospsis è un inibitore della monoaminoxidase. Per non complicare troppo la cosa, un enzima del cervello che può alterare il funzionamento chimico dello stesso. Non ti consiglierei di farne uso ne sola ne, tanto meno, accompagnata di altri vegetali.

    (b) come dicevo sopra, le interazioni tra i vari vegetali, mi sono, e sono, in parte ignote. Se lo sciamano locale, in base alle disponibilità del posto, mescola poi il banisteriopsis con datura, brugmansia, psychotria o “curupaù”, non toglie che il prodotto ayahuasca, o yagè, o qualsiasi altro nome locale tu gli voglia dare, è altamente tossico, ovunque. Se l’anonimo conosce un’ayahuasca con bassissima tossicità, ahimè credo che non si tratti di ayahuasca.

    ( c) non conosco figueroa. Per questo avevo lasciato qualche margine al personaggio (“assai probabile”). Del resto che si venda banisteriopsis nelle ande, o in qualsiasi altro posto, non fa dei loro compratori, siano del cuzco o di trento, degli sciamani del settore. Se compro al mercato sotto casa delle foglie di coca per “acullicar” ciò non mi accredita per fare lo jatiri. Resta che la ritualità dell’ayahuasca non appartiene alle genti andine, anche se può esser stata venduta così recentemente per fini turistici, ma a quelle amazzoniche.

     

    Tutto ciò per dire che: chi più ne ha più ne metta. Se il terreno è fertile, o fertilizzato da sapenti programmi televisivi, la fioritura è assicurata e il cliente abbocca (o sboccia) sempre. Morde l’amo con normali imbonitori dell’otto o della ruota della fortuna, perchè non farlo con sciamani e loro discendenti?

  19. utente anonimo scrive:

    …a proposito di  spiritualità di mercato e gnosticismo  di mercato, non Gnosi, una precisazione s’impone. Cosi come il "mondo immaginale" quello che  Henry Corbin, ha tradotto con l’espressione latina "mundus imaginalis", non va in alcun caso scambiato con l’immaginario di cui si occupa Miguel, cosi Gnosi non va in alcun caso confusa con gnosticismo. Gnosi é cio di cui parla San Clemente d’Alessandria (150-220), Gnosi é quello che i sufi chiamano "conoscenza del cuore", cosa impossibile se non si é in sintonia con lo spazio ontologico originario, di devozione nei confronti di Dio. Quindi  l’ "l’immaginazione attiva" é l’organo di percezione del mundus imaginalis  ed é lo strumento-luogo di lavoro degli gnostici, non dei pseudo-gnostici o gnosticismo. Teosofismo non é teosofia, teosofia é la sapienza , teo-sophia, teosofismo alla Blavatsky, non é la stessa cosa!!!   Nel linguaggio corrente si sta facendo troppa confusione. ciao,jam

  20. kelebek scrive:

    Per Jam n. 19

    Fai bene a ricordarlo, grazie!

    Miguel Martinez

  21. utente anonimo scrive:

     Bravo Jam, utile precisazione. Grazie.
     
    Pedro! Sarai anche un forestale ma i nomi delle piante un po’ li stravolgi: 1. Era scritto Sangre de Drago, no “de Grado”, e qui:  aamterranuova.it/article1784.htm ne descrivono le proprietà.  Toloache, o Toè è una datura arborea che contiene gli stessi alcaloidi tropanici della Belladonna e del Giusquiamo  anche se in proporzioni diverse: sono sostanze notoriamente molto pericolose e raramente vengono aggiunte al Natem. Gli Shuar per es. ne distinguono diverse varietà e sottospecie, e ne usano ciascuna per scopi differenti e precisi: per le iniziazioni dei giovani guerrieri, altre servono per i cani, altre ancora sono utilizzate dagli sciamani, altre per curare le fratture, ecc ecc. 
    Lo Yopo è una polvere da fiuto che viene spesso soffiata da un “assistente” nelle narici del soggetto.  Viene ricavata dai semi tostati di Anadenanthera macrocarpacolubrinaperegrina  mescolati con cenere alcalina: provoca un forte bruciore, doloroso, seguito da uno stato visionario molto intenso e di breve durata. Molti reperti archeologici antichissimi testimoniano la diffusione di arnesi da fiuto finalizzati all’assunzione di Anadenantera, in vastissime regioni del sudamerica ( cfr. C.M. Torres, D. B. Repke – Anadenanthera. Visionary plant of ancient South America. The Harworth Press, 2006) ) .  Gli alcaloidi appartengono alla famiglia delle triptamine, come la DMT rilasciata dalle foglie di Psychotria (o di  Diplopterys) nel decotto di ayahuasca. Queste triptamine non sono oralmente attive e perchè lo diventino bisogna inibire l’enzima che le “smonterebbe”, la Mono-Ammino-Ossidasi appunto. Questa funzione inibitrice, temporanea e reversibile, è svolta dalla liana di Banisteriopsis Caapi ( anche qui hai usato un nome storpiato).
    I MAO inibitori sono stati  scoperti solo nella metà del secolo scorso e loro varianti sintetiche, ma dall’azione non facilmente reversibile, sono stati usati in psicoterapia per modulare la funzione della serotonina nei pazienti psichiatrici.
    La liana B. Caapi contiene harmina e simili beta-carboline. Sono sostanze note anche alla farmacopea tradizionale indo-europea perchè presenti nella Ruta Siriaca ( Peganum Harmala) e dotate di diverse proprietà farmacologiche, antivirali , antiflogistiche, toniche, calmanti. Si dice che Leonardo da Vinci e Michelangelo trovassero giovamento dall’utilizzo di questa pianta. I sufi la ingeriscono durante rituali riservati agli adepti in un decotto, assieme a della  non identificata acacia( specie nota  per avere dell evarietà contenenti alte concentrazioni  di DMT, mimando così la stessa sinergia dell’ayahuasca) o con un’altra  pianta non identificata che in farsi chiamano katureh.
    In Iran, Pakistan Afghanistan e in tutto il medioriente l’ Harmel  ha anche fama di proteggere da interferenze occulte ( malocchio) ed è bruciato diffusamente come incenso.
    Per esempio, in questa recensione di un farmaco erboristico contro l’AIDS viene impegata anche la Ruta Siriaca: 
    —————————
    “Highly Effective Unani Anti-HIV Drug,
    proven by DNA-PCR Antigen Test.
    Research Paper Presented at:
    WORLDS AIDS CONFERENCE
    1-3 DEC 2006, TIANJIN, CHINA
    Theme: Take Action, Stop AIDS!
    Released by:
    Dr . Nafis Sadik, UN Special Envoy for HIV/AIDS in Asia & Pacific.
    Authored by:
    Dr . Sayyed B. A. Kareem, MD, HOOTONE REMEDIES, Mumbai, India.
    And Presented by : Sayyed Ashraf, CEO, HOOTONE REMEDIES
    In the Session Ten : Development of Natural Products and TCM as Anti-HIV Drugs
    Place: VIP Meeting Room, 2F , Tianjin Tianbao International Hotel
    Time: 08:30-12:00, Dec. 3, 2006”

    “4) Peganum Harmala (Hurmul) Pg 61*
    Increases level of cellular immunity; inhibits
    replication of viral activities.”
    ——————–
    Rimando a internet per altre info su questa pianta straordinaria. 
    Il consumo umano di Caapi e di Pegano risale alla notte dei tempi e ovviamente non a fini autolesionistici.
    In Ecuador gli indigeni bevono il Caapi anche da solo, per vomitare e purificarsi.
     
    La bassa pericolosità ( intesa come intossicazione benigna, anche se travolgente) dell’ayahuasca ( Caapi + chacruna o chacropanga) è riportata da emeriti studiosi del settore, basta documentarsi.
     
    Chiaro che sulle Ande la “pianta di potere “ per eccellenza è il cactus Wachuma, ma la gente  si muove tra le montagne e la foresta, la cultura di fondo è la stessa, e Ruiz, l’abbiamo ormai accertato, è uno che si sposta molto.
     
    E non sono solo i turisti “occidentali” che ricorrono a queste medicine. In Brasile come in Perù o in Messico (e anche negli USA meridionali con la chiesa del peyote) la popolazione locale 
    si serve moltisimo di queste "terapie", alle quali i turisti non sempre vengono facilmente ammessi.
    Però una cosa è certamente singolare : mai, come in questa nostra epoca, la disponibilità di queste piante è stata tanto diffusa e accessibile all’umanità ( e in tutto il pianeta!) e mai si è avuta così tanta conoscenza, sia scientifica che tradizionale, disponibile a chiunque la desideri acquisire.
    ———–
    Ma che è sta partoriente alienigena ????
    Cos’è lo Jatiri?  
    —-
    ciao, grazie
    Anon#2

  22. utente anonimo scrive:

    >> se non si vuole immigrazione e globalizzazione, si deve essere disposti a vivere come negli anni ’70-’80, con l’acqua calda, l’elettricità, la lavatrice, la TV e un’automobile, ma non il telefonino, le vacanze a Sharm-el-Sheik, il fine settimana a londra, il Blue-Ray e un’auto per ogni componete della famiglia, con lettore mp3 e sensori di parcheggio.

    Sante parole, Peucezio. E’ un peccato che qui non si riesca parlare mai di decrescita, magari per capire molto vagamente se si tratta di un patetico wishful thinking, di un’alternativa concreta o di una prospettiva in cui porsi.
    Quel che non mi convince è che una riflessione sui limiti del consumismo, del mito del Pil e della globalizzazione possa nascere da un rifiuto tout-court dell’immigrato e non, prima di tutto, dalla consapevolezza che lo sviluppo senza limiti è un problema in sé, come il disatro ecologico e paesaggistico del nostro bel paese ci ricorda perfettamente.  Il Veneto (per conto mio nella top-five delle regioni più belle d’Europa assieme a Sicilia, Toscana e Provenza) docet. Ci preoccupiamo dei minareti nel momento in cui la cementificazione del suolo procede in maniera allarmante e il paesaggio è devastato dai capannoni industriali.
    Ma a monte di tutto questo c’è un tema di cui non discutiamo mai, e che invece è un nodo importantissimo e imprescindibile se vogliamo parlare seriamente di queste cose: le dinamiche demografiche.

    Val

  23. pedronavaja scrive:

    Senti Anon. Non volevo entrare in dibattiti-dialoghi a due. Anche per riguardo all’area di commenti di Miguel.

    Non capisco però quegli appunti, forse inutilmente polemici, su “…sarai anche…ecc ecc” e “nome storpiato…”.

    Primo perchè, come vedrai, sono sbagliati.

    Secondo perchè, anche se posso capire che non è tua colpa se le sole conoscenze via internet, o qualche testo del settore, difficilmente riescono ad ottenere uno specialista, forse il tipo di dibattito meritava un atteggiamento più controllato, meno aggressivo e le tue conoscenze maggiore cautela.

    In fondo poi vedo che cerchi di approfondire cose che ho scritto io: quindi per te sono più una risorsa, un’opportunità che qualcuno con cui entrare in controversia.

    Inoltre per esempio, sulla Banisteriopsis ho scritto che è tossica, ma non necessariamente che è pericolosa…non vedo ci sia molto differenza con quanto scrivi tu…”intossicazione benigna, anche se travolgente”. Sull’uso e gli effetti di sostanze psicotropiche non credo sia facile decidere cosa significhi per ogni individuo tossicità, intossicazione benigna, travolgente, ecc.

    Per non farla troppo lunga, anche perchè credo appunto che questa cosa interessi solo noi due, vediamo un paio di cose:

    (a) avrei potuto usare sempre i nomi scientifici. Non mi sembrava però il caso dato i contesto. Ho usato preferibilmente i nomi cosiddetti popolari o vernacolari che però, è noto a molti, hanno grandi variazioni non solo per paese, ma regionali.

    (b) Una di queste variazioni è, per esempio, sangre de drago, de grada, de grado, ecc. Cambia il nome popolare ma è esattamente lo stesso. Che sia de drago o de grada provengono sempre da un Croton. Se vuoi, per pignoleria, da che specie di Croton e poi da vedere: nella maggioranza dei casi si cita il Croton lechleri, ma ti posso assicurare che, solo in bolivia, viene raccolto anche da almeno altre due specie. Stesso discorso per il curupau, nome popolare di Anadenanthera in una parte della bolivia ma, sempre in bolivia, la chiamano anche cebil, bolka, ecc. Raccontavo in questo caso un’aneddoto. Se volevo fare un trattato su curupau e yopo, avrei usato altri spazi e termini.

    (c) non ho usato il “nome storpiato”, ma sempre, quando non mettevo il nome popolare, usavo solo quello del genere, non della specie. Non mi sembrava il caso di introdurre troppi dettagli (sempre complessi e spesso dibattuti, vedi il caso del Croton). Che tu non lo possa comprendere è, sia chiaro, lecito, visto per esempio che citi tutti i nomi scientifici di specie con la maiuscola. Realmente non so se si insegna ancora a scuola la nomenclatura binomiale di Linneo; genere con maiuscola e specie con minuscola. Come vedi si impara sempre qualcosa e quindi forse un po’ di maggiore cautela prima di lanciarsi in contestazioni personali, vieppiù erronee, dovrebbe essere d’uopo.

     

    Per concludere, non avevo intenzione di scrivere un trattato ma di contribuire con qualche dato al post, il più comprensibilmente possibile. Ma lascio volentieri a te, ed alle tue letture, il compito di fare l’esperto.

    Pedro Navaja

  24. kelebek scrive:

    Per Pedro e Anon

    Questo è un blog un po’ particolare, perché si possono esprimere opinioni molto forti anche di segno opposto, purché documentate.

    E’ una cosa poco comune in rete, e quindi ogni tanto ci scappa la scintilla in più: Anon non è stato tenero nemmeno con me; però credo che le sue opinioni – in genere molto lontane dalle mie – siano interessanti per tutti, e quindi tutti dovrebbero avere un po’ di pazienza.

    Ci tengo agli interventi di entrambi.

    Miguel Martinez

  25. Peucezio scrive:

    Val #22

    Hai pienamente ragione, la demografia è fondamentale e se vi si prescinde non si può capire, e di conseguenza intervenirvi, quasi nulla sulle dinamiche del mondo attuale.
    Il tema della decrescita è complesso. Io idealmente ne sarei un convinto fautore, il guaio però è che se l’Italia decresce e gli altri crescono, rischiamo di essere travolti e assoggettati completamente, come è oggi l’Africa.
    E se invece la cosa viene posta a livello mondiale, poiché ci sono dei decisori e quando un tema diventa un problema internazionale fortemente mediatizzato, vuol dire che c’è qualcuno che investe miliardi perché si parli di tale tema, è difficile non sospettare che dietro ci siano interessi inconfessabili.
    In questo senso le obiezioni di un La Grassa, se depurate dei suoi eccessi ideologici e di principio e della sua solita visceralità da crociata contro questi o quelli, non sono affatto peregrine.
    Ciò non toglie che in prospettiva la decrescita è secondo me l’unica speranza: è chiaro che se lasciamo crescere all’infinito la popolazione mondiale, non possiamo nutrirla con l’orto del contadino sotto casa, ma non si capisce perché, se per millenni gli uomini sulla terra sono stati decine di milioni, oggi si debba essere per forza miliardi e, decennio dopo decennio, più miliardi.

  26. utente anonimo scrive:

     Si Pedro, hai ragione ! Scusami e grazie, perchè in effetti mi hai fatto imparare.  Quella delle maiu-minuscole l’avevo dimenticata completamente. Poi sul grado-drago ho visto anch’io su un link che non avevo aperto, che sono la stessa cosa. Solo quella della " banistriospsis" non l’ho capita: ma si chiama anche così?  In effetti, come conferma Miguel,  sei una risorsa e speravo, forse troppo confidenzialmente, di stimolarti a dire di più ma senza intenzione polemica. 
    Se non quando viene usata quella parola "tossica" , che assume un carattere negativo, indicatore magari di una formazione colonialista e comunque fuorviante rispetto all’opinione di coloro che ne conoscono le proprietà più direttamente. Per questo sarebbe bello ci dicessi come la pensano i nativi.
    Io ho viaggiato poco in sudamerica e a parte qualche incontro speciale qui, il resto che so è frutto di appassionate letture. Ma tra quello che vi ho raccontato ci sono delle info di "prima mano", le migliori che potevo condividere.  
    Mi dispiace che non le hai trovate interessanti, perchè hai il privilegio di trovarti nelle condizioni più favorevoli per  beneficiare della "gnosi" del popolo che probabalimente disboschi, e partecipare alla loro reale ricchezza. Io credo che ti stai proteggendo dal Potere della medicina, sai che prima di rivelarti il segreto dovrà forse castigarti per tutto  "l’amore non dato"… come capita a tutti. Ma non aver paura della pianta, è un  maestro poderoso. Però  le guide per il viaggio devi sceglierle bene!  
    Ciao Anon#2 

  27. utente anonimo scrive:

     Scusa anche a te Miguel se sono venuto a sentenziare sul tuo blog.

    Ma che sono la partoriente alienigena  e lo Jatiri ? 

    Ciao 
    Anon#2

  28. utente anonimo scrive:

     Miguel , se quello che scrivo adesso ti sembra eccessivo e vuoi toglierlo, vai tranquillo,  non me la prendo.
    Per me è un rischio, mi gioco la credibilità, perfino quella che io stesso mi do.
    –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––-
    Pensando a Pedro Navaja, di cui non so nulla se non quello che ho letto in questa pagina, rileggendolo, ho “visto” … mi è stato mostrato… che lui si porta dentro dei sensi di colpa, abusa di alcol,  e presto gli si offrirà ancora l’ occasione di partecipare ad una cerimonia di ayahuasca con uno sciamano bravo. E allora comincerebbe a guarire.

    Speriamo in qualche riscontro.
    ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
    Ciao Anon#2

  29. kelebek scrive:

    Per Anon n. 28

    E’ un commento curioso e a modo suo simpatico, se Pedro Navaja non si offende non ho problemi, decida lui.

    Io vedo che tu hai avuto un rapporto a tratti difficile con i tuoi genitori, ma in fondo conservi loro una certa gratitudine che non sei sempre pronto ad ammettere; hai cominciato a leggere molti libri da giovane, ma per motivi di lavoro non hai sempre potuto seguire i tuoi interessi; e pur essendo stato poche volte in Sudamerica, hai viaggiato molto in Italia.

    Recentemente, c’è stato un episodio nella tua vita che ti ha fatto soffrire molto, ma ti ha anche aiutato a crescere. E tra breve, farai un incontro straordinario, che ti chiarirà finalmente molti dubbi, anche se non tutti.

    Ci ho indovinato?

    🙂

    Miguel Martinez

  30. utente anonimo scrive:

     ihihi!!! no, non mi riconosco nel profilo che hai delineato. ciao.
    Anon#2


  31. utente anonimo scrive:

    Peucezio n. 25
    >> il guaio però è che se l’Italia decresce e gli altri crescono, rischiamo di essere travolti e assoggettati completamente, come è oggi l’Africa.

    Giusto. E’ la logica conseguenza del dominio totale del mercato, siamo tutti in perenne concorrenza 24 ore su 24. I cristianissimi governanti della Regione Lombardia hanno approvato una legge che permette l’apertura domenicale dei grossisti e dei supermercati, alla faccia del giorno del Signore. Gli agnostici cinesi che, a Milano, hanno il negozio sotto casa mia e che non chiudono MAI, ai quali io dico "riposatevi almeno la domenica" (consiglio interessato,  si ridurebbe il via vai di furgoni almeno un giorno alla settimana), mi rispondo che non possono, loro vorrebbero, ma gli altri cinesi tengono aperto e devono farlo anche loro. Questo è il modello, e vale per tutti. La metafora del treno in corsa dal quale non si riesce ascendere mi pare calzante. Non so bene cosa dica La Grassa in proposito, mi riprometto di leggerlo meglio. Di sicuro l’accelerazione cheha preso lo sviluppo (demografico e d economico) va di pari passo con una rimozione psicologica gigantesca.

    Mah! Per fortuna è uscito il sole, carico la macchina e mi appresto alla discesa in Puglia… Buon Natale a tutti!

    Val

  32. pedronavaja scrive:

    Scusate. Sono un po’ fuori tempo massimo. Ma, sapete, ero impegnato a taglicchiare un bosco qui e una foresta la.

    Vabbè dai.

    Caro Miguel, non solo assolutamente in disaccordo con l’uso di eventuali toni polemici nell’esprimere opinioni nelle discussioni, o affini, tra i partecipanti ad un blog. Anche molto forti. Nei commenti poi si fa un po’ di ironia, magari con un pizzico di malizia. Si infioretta, si gioca un po’ con le frasi e le parole. Mica è un lavoro!

    Ora tra ironia e/o velata malizia e, diciamo così, il grossolano insulto o la scadente contumelia, magari incistata di quel sarcasmo che fa ridere solo chi lo scrive, c’è una certa differenza, naturalmente spesso inapprezzabile da chi ne fa uso. Non è loro colpa. Spesso le limitazioni di intelletto, ancor più se mosse da una cieca passione per la forca, lo spiritismo, gli alieni, gli allucinogeni, le mascotte, ecc., hanno ragioni profonde di disagio sociale.

    Detto questo, mi ero preposto quindi sanamente di non inoltrarmi ulteriormente in eventuale vacua polemica. Un po’ perché sono passati appunto alcuni giorni, e quindi nessuno leggerà questo commento. Poi perché lo spazio che così proficuamente metti a disposizione forse non merita dar seguito a così infimo dibattito e, infine, soprattutto perchè (massì diciamolo) sto Anon mi sembra cosi modesto, quasi indigente, che dare continuità alla discussione è fargli solo piacere. E’ un po’ come avere, da sano, una discussione con un ubriaco. Non vale la pena: guadagna solo l’esaltato.

    Eppure c’è un componente nella natura umana che, anche perchè il gioco magari diverte, fa si che pur nella disparità di mezzi del disadattato “avversario”, si persista nella cosa.

    Che è quindi sto Anon? Sembra accreditarsi come una specie di veggente, di stregone urbano.

    Di me dice che sono un forestale. Come fa il negromante saperlo? Ho scritto che mi occupo di foreste non che sono forestale: chiunque con un po’ di sale in zucca potrebbe pensare che posso essere un botanico, un ecologo, un agronomo, un’industriale del legname, un florovivaista, un avventuriero o uno sportivo estremo. No: Anon ci tiene alla parola. Si occupa di foreste? è quindi un forestale. Anon: mi spiace, altra predizione sbagliata.

    Ha poi scovato in me una “formazione colonialista”. Come ha fatto? L’ayahuasca ha realmente effetti inaspettati, come quello di fare di coloro che non ne condividono l’uso urbano dei “colonialisti”.

    Ora la cosa che mi ha realmente commosso è stato il servizio di vidente che Anon mi ha tributato senza remunerazione alcuna a costo di giocarsi addirittura la sua “credibilità” di fattucchiera, come ha confidato quasi intimamente a Miguel.

    Se avrà la bontà di “rivedermi”, sempre gratuitamente, ecco qualche dato che potrebbe aiutarlo nelle visioni, e quindi ottenere per me maggiori vantaggi dal servizio e per lui minor rischio professionale. Ringrazio anticipatamente.

     

    Allora. Si: mi porto dietro non “dei” ma forse anche “molti” sensi di colpa (cosa che, del resto, credo faccia parte del patrimonio personale di chiunque). Sono più o meno quelli, fatte le inevitabili differenze, di questa poesia attribuita a Borges http://www.rcadena.net/borges.htm.

    Che poi questi mi diano insonnia o meno, è un’altra cosa.

    Sull’alcool hai toppato ancora. Era sufficiente, a qualsiasi indovino, leggere ciò che scrivo per capire che non posso farne abuso ma solo, eventualmente, un uso estremamente moderato. Scrivevo che “…rifiuto nell’uso di sostanze, qualunque esse siano, che fanno perdere il controllo delle normali capacità celebrali e fisiche-fisiologiche”. Quindi, o scrivo panzane (ma per che ragione lo farei?) o non hai letto bene. Riprova il trance e sarai più fortunato.

    Infine “lo sciamano bravo”. Caro cartomante: perchè squalificare il povero sciamano tikuna (o ticuna: non sia mai, visto quanto sei puntiglioso con i refusi) che, da quel che ho potuto vedere allora, godeva invece fama di essere uno dei più accreditati di tutta la comarca? Ricorda: stavamo nella foresta, all’aperto, non in un appartamento di città o in un centro di Figueroa.. Incasso la “formazione colonialista” ma consiglierei di lasciare in pace il povero sciamano tikuna che non può aver colpa se un menagramo urbano vuol fare lo spiritista.

    Rispondo per ultimo alle tue due ripetute domande: jatiri. Si. Mi sono sbagliato come nel refuso di banisteriospsis. E’ yatiri. Perdona. Scrivo a braccio. Normalmente non consulto la treccani per i commenti. .Sono ancora sufficentemente savio per ricordare le cose a mente. Poi, qualche refuso scappa. Partoriente alienigena= incinta extraterrestre. Sangre de Grado= sangre de drago. Ayahuasca=yagè.

     

    …con “cariño”

  33. utente anonimo scrive:

    Caro Miguel, caro Pedro,
    rispondo in ritardo dall’abisso di indigenza, disagio, esaltazione in cui il Nostro mi ha cacciato. Anche da quaggiù comunque, un paio di osservazioni che ho fatto erano azzeccate e meritavano un chiarimento. Chissà quanto è costato alla boria di Pedro ammetterlo: di quella pare essere costantemente ebbro.
    Saluti.
     
    Anon#2

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