Davanti a un seggio elettorale di Firenze…
Anche a questo giro prendi in mano le redini della tua vita!
Partecipa attivamente al destino della tua città e perché no, del mondo!
Avrai mica il dubbio che non serva a nulla? Ma ti pare poco scegliere chi ti sceglie? Ti sembra una roba da niente, fare una crocetta? Una crocetta può cambiarti la vita. Una crocetta è una crocetta, ma dove la metti? Qui? O la metti lì? Libera la tua creatività nella cabina elettorale!
VOTA E BASTA!
Non importa chi voti, l’importante è votare. Se ci pensi, è il massimo a cui puoi aspirare.
www.limportanteepartecipare.it – campagna chi vota si svuota per il 6 e 7 giugno 2009
so che non c’entra nulla
ma ve lo dico lo stesso
http://www.censurati.it/?q=node/3877
Splendido.
A.
Detto fuori dai denti con questo battage ironico e ben fatto finché si vuole sul “tanto peggio, tanto meglio” mi avrebbero bell’e divertito.
Si son visti i risultati, del tanto peggio tanto meglio!
Eh NScO,
ma vuoi mettere il gusto impareggiabile di sentirsi più intelligenti – anzi, più furbi degli altri? 🙂
Z.
Un gusto bello salato, direi. E caro, anche.
La resistibile ascesa di Arturo UI…
> Non importa chi voti, l’importante è votare. Se ci pensi, è il massimo a cui puoi aspirare.
Depressione a mille, eh?
Io, beeeee, ho votato, beeeee.
E andrò anche a votare per il referendum! Beeee, beeee!
Francesco
PS però non so se la mia squadra ha vinto, perso, pareggiato o che, maledetto sistema proporzionale!
Da una parte vi è il dato preoccupante dell’avanzare di razzismo, xenofobia e giustizialismo brutali. Dall’altro vi è un confortante 56,76 % di astensioni. Tuttavia ne andrebbero analizzate le ragioni, sperando che non sia un essere ancora più estremisti e considerare i partiti attuali non adeguati al proprio fanatismo. Staremo a vedere.
Helico
oh, a Milano la Lega ha perso terreno, sia pure di poco 🙂
Francesco o’meneghino
Francesco,
è per commenti come il tuo #7 per cui è impossibile non volerti bene.
Nonostante tutto 😉
Z.
grazie Z
Francesco
pare che l’Italia abbia un pinocchio in meno nel suo suolo.
dorian
Chi non vota non vuole né il peggio né il meglio. Non vuole. È così semplice che chi vuole non capisce quest’assenza di volontà.p
p.,
non so cosa capiscano o non capiscano gli altri. Quello che non capisco io è come mai alcuni, come quelli del manifesto, si credono più intelligenti di altri perché non votano.
Tutto qui. Poi chissà, il fatto che io non capisca magari è proprio la dimostrazione che non sono intelligente quanto loro…
Z.
>Chi non vota non vuole né il peggio né il meglio. Non vuole…p.< Oppure pensa che comunque lui voti le cose andranno più o meno allo stesso modo, pertanto utilizza altrimenti il tempo dovuto alla fila al seggio elettorale. P.S. Oh, lo so che probabilmente tu intendi che lui dovrebbe votare per mandare al governo un partito rigorosamente marxista, ma vedi, caro p., altrettanto probabilmente lui si rende conto che nell’eventualità che questo accada si profilerebbero solo due possibilità:
1. Dati i vincoli internazionali il suddetto partito marxista seguirebbe più o meno lo stesso andazzo di chi l’aveva preceduto (e francamente, essere inchiappettati kapitalisticamente in nome di Marx aggiungerebbe solo la beffa al danno).
2. Fregandosene dei suddetti vincoli, il suddetto partito istaurerebbe la marxistissima “dittatura del proletariato”, ma visti i risultati in URSS&Co – con conseguente arrivo di nosotros sui gommoni – tale soluzione di governo convince poco il nostro caro elettore astensionista.
Scusate l’OT ma vorrei segnalare a p. un’interessante risposta di Sergio Romano dal titolo “NEL SUD DOPO L’UNITÀ FRA BRIGANTI E PATRIOTI”
http://www.corriere.it/romano/09-06-07/01.spm
Ritvan
più che interessante, al definirei elusiva, come se il giudizio sulle insurrezioni potesse basarsi sull’emergere o meno di un leader carismatico in grado di unificarle …
più interessante sapere se il fenomeno c’era anche prima dell’unità e con quali caratteristiche
Francesco
Io ho sempre votato, una volta sono anche tornata in anticipo di due giorni da una vacanza per poterlo fare.
Se lo sapessero quelli del manifesto mi prenderebbero sicuramente per un’inguaribile grulla…
>Ritvan, più che interessante, al definirei elusiva, come se il giudizio sulle insurrezioni potesse basarsi sull’emergere o meno di un leader carismatico in grado di unificarle …Francesco< Lo so che il mio buon amico Romano ti sta sui cosiddetti, non c’è bisogno che me lo rammenti ogni volta:-). >più interessante sapere se il fenomeno c’era anche prima dell’unità e con quali caratteristiche.< Basta invocare San Google:-) con le parole magiche “brigantaggio+meridionale”.
Da http://it.wikipedia.org/wiki/Brigantaggio
Brigantaggio prima dell’unità d’Italia
Il brigantaggio, inteso come fenomeno di delinquenza comune, venne aspramente combattuto durante il periodo napoleonico. In particolare, durante il regno di Gioacchino Murat, è nota l’opera repressiva del brigantaggio calabro da parte del colonnello francese Charles Antoine Manhès, ricordato da Pietro Colletta per i suoi metodi violenti e crudeli. La particolare avversione dei francesi nei confronti del brigantaggio, era dovuta all’utilizzo di queste bande da parte dei nobili latifondisti allo scopo di mantenere i loro contadini in uno stato di profonda sottomissione, al tempo paragonabile alla schiavitù, stroncando ogni contaminazione con gli ideali illuministi importati d’oltralpe. In seguito alla seconda restaurazione borbonica, il re Ferdinando I eliminò le bande di briganti attraverso l’opera del generale Richard Church, come nel caso di Papa Ciro, celebre brigante delle Murge.
Stefano Pelloni, detto il Passatore, fu un noto brigante dello Stato pontificio particolarmente attivo in Romagna: fu un criminale feroce come pochi altri ma seppe dare di sé un’immagine di combattente contro i soprusi dei ricchi e potenti; tale immagine fu poi divulgata da una certa cultura popolare romagnola che esagerò volutamente nel descrivere Pelloni come un giustiziere difensore di oppressi e miserabili, ma in realtà Pelloni fu niente più di un assassino…
Ciao
Concordo con romano che il brigantaggio fu essenzialmente una rivolta contadina. E fu una guerra, più sanguinosa delle tre guerre d’indipendenza messe assieme. Se non è guerra questa. Perse, a mio parere, perché la società borbonica si sfaldò; questo ci dice l’impresa dei “mille”, al di là di tutti gli appoggi più o meno occulti che garibaldi ebbe, e che la storiografia “revisionista” ha ormai messo in piena luce. Però è un po’ troppo tenero coi savoia, romano. La comunità internazionale li avversò così poco, che concesse loro di bombardare due re legittimi e riconosciuti a cui mai i savoia dichiararono guerra. Saddam fu un angioletto con il kuvait a paragone degli antenati del ballerino purtroppo trombato, che non ci leveremo dalle scatole.
Ma no. D’un parlamento e d’un governo marxista non saprei che farmene. Anch’io non voto perché penso come i “qualunquisti” che non serve a niente votare.p
ma… secondo me il messaggio del manifesto è ironico/demenziale.
il sito inoltre non funziona.
fare una croce è il massimo a cui possiamo aspirare perché poi i tizi che votiamo non hanno alcuna influenza sulla politica.
m5tp
Ritvan
quella voce brigantaggio è di una tale superficialità e partigianeria che ho perso quasi tutta la mia fiducia nella Wikipedia.
Ma chi cavolo la ha scritta? un servo sciocco della propaganda liberale di metà ottocento?
E’ persino ridicola nel negare le radici, materiali e culturali, del fenomeno e inventarsi oscure manovre della Reazione In Agguato per impedire ai poveri contadini di diventare cortigiani illuministi (e nutrirsi di brioches, immagino).
xMaria
siamo due grulli, e votando all’opposto facciamo pure fatica vana!
ciao
Francesco
>Ritvan, quella voce brigantaggio è di una tale superficialità e partigianeria che ho perso quasi tutta la mia fiducia nella Wikipedia.
Ma chi cavolo la ha scritta? un servo sciocco della propaganda liberale di metà ottocento?
E’ persino ridicola nel negare le radici, materiali e culturali, del fenomeno e inventarsi oscure manovre della Reazione In Agguato per impedire ai poveri contadini di diventare cortigiani illuministi (e nutrirsi di brioches, immagino).Francesco< Come puoi vedere nel link, la parte del brigantaggio nel Mezzogiorno prima dell’unità d’Italia è stata scritta basandosi sul libro di Antonio Lucarelli “Il brigantaggio politico del Mezzogiorno d’Italia (1815-1818)”, Bari, 1942.
>Concordo con romano che il brigantaggio fu essenzialmente una rivolta contadina. E fu una guerra, più sanguinosa delle tre guerre d’indipendenza messe assieme. Se non è guerra questa. Perse, a mio parere, perché la società borbonica si sfaldò; questo ci dice l’impresa dei “mille”, al di là di tutti gli appoggi più o meno occulti che garibaldi ebbe, e che la storiografia “revisionista” ha ormai messo in piena luce. p.< Compreso l’appoggio della camorra napoletana: ho letto da qualche parte che Garibaldi destituì i poliziotti “borbonici” e li sostituì con…camorristi. >Però è un po’ troppo tenero coi savoia, romano. La comunità internazionale li avversò così poco, che concesse loro di bombardare due re legittimi e riconosciuti a cui mai i savoia dichiararono guerra. Saddam fu un angioletto con il kuvait a paragone degli antenati del ballerino purtroppo trombato, che non ci leveremo dalle scatole.< Beh, ti ricordo, fratello, che a quei tempi l’ONU non c’era e Cavour non era esattamente un Saddam:-) >Ma no. D’un parlamento e d’un governo marxista non saprei che farmene. Anch’io non voto perché penso come i “qualunquisti” che non serve a niente votare.< Lo so, lo so, la mia era solo una bieka provocazione:-).
Il potere, il controllo, la menzogna, non riusciranno a ridere nemmeno quando scopriranno di essere stati sotterrati da una risata.
Ritvan
credo che all’epoca fosse almeno buona educazione dichiararsi guerra prima di sparare e cercare un casus belli valido almeno a livello propagandistico … non so cosa abbia fatto Cavour
Ciao
Francesco