La signora Benita Ferrero-Waldner e una modesta proposta malthusiana per Gaza

La signora Benita Ferrero-Waldner, Commissario europeo per le Relazioni Esterne e la Politica Europea di Vicinato, è andata a Gerusalemme.

Dove ha detto che sarebbero sì stati mandati aiuti umanitari a Gaza, ma anche, nella parafrasi del Jerusalem Post, che

"la ricostruzione degli edifici e delle infrastrutture sarebbe iniziata solo quando l’Unione europea avesse trovato una controparte palestinese accettabile".

Con impeccabile logica, la Ferrero-Waldner aggiunge:

"Non vogliamo continuare a ricostruire Gaza ogni tot di anni".

Cioè siccome ogni tot di anni, Israele raderà al suolo Gaza, è una perdita di tempo ricostruirla.

Gli abitanti di Gaza riceveranno un minimo di cibo, quindi – sempre ad arbitrio degli israeliani – ma l’Europa dice che non potranno avere ospedali, fogne, strade o simili amenità finché non cambieranno il governo democraticamente eletto e se ne lasceranno imporre uno che piaccia all’Unione europea.

Si stima che gli israeliani abbiano totalmente distrutto 4.000 case e danneggiate altre 20.000 durante l’attacco a Gaza.

Solo che non si potranno ricostruire, perché tra i materiali di cui Israele non permette l’ingresso a Gaza, c’è tutto ciò che attiene all’edilizia, compreso il cemento.

Finora, ci si arrangiava attraverso la fitta rete di tunnel che portavano in Egitto. Ma durante la guerra, gli israeliani hanno spianato tutte le case nei pressi della frontiera con l’Egitto, per rendere più difficile l’apertura di quei tunnel che fornivano a Gaza la maggior parte dei prodotti indispensabili per la vita quotidiana. 

Gaza è sin dalle origini un campo profughi, costruito per ospitare i rifugiati di tutta la Palestina meridionale.

Non si può né uscire né entrare per lavorare.

I continui cannoneggiamenti, la creazione di una profonda fascia nel quale gli israeliani sparano su chiunque si muova, l’espansione degli abitati, il ripetuto sradicamento degli uliveti, l’impossibilità di far entrare materiali agricoli o idraulici, hanno comportato il crollo anche della poca agricoltura e l’espansione del deserto.

Pescare, non si può pescare, perché gli israeliani sparano da anni ai pescherecci.

Né è possibile alcun tipo di industria, visto che non possono entrare macchinari o pezzi di ricambio di alcun genere.

I due terzi degli abitanti di Gaza vivono quindi grazie agli aiuti alimentari dell’ONU.

E qui abbiamo la modesta proposta lanciata dal tuttologo tedesco neomalthusiano, Gunnar Heinsohn, per dare una lezione definitiva ai nativi palestinesi.

Gunnar Heinsohn è un seguace eretico del simpatico scienziato alternativo Immanuel Velikovsky. [1]  Gunnar Heinsohn sostiene che l’intera cronologia accettata del mondo antico sarebbe sbagliata di migliaia di anni. Il titolo di una delle sue opere, Sumerians and Akkadians Never Existed, costituisce un esempio notevole di revisionismo o se si preferisce di negazionismo storico.

Gunnar Heinsohn sostiene anche che l’antisemitismo sarebbe nato per scaricare i sensi di colpa di coloro che compiono sacrifici umani e animali, nei confronti del giudaismo che per primo avrebbe abolito i sacrifici di sangue.[2]

Nonostante, o forse grazie, a tutto ciò, Gunnar Heinsohn riesce ad avere una regolare cattedra di sociologia all’università di Brema, da cui pontifica sulla prossima fine della  razza bianca e l’invasione dei musulmani.

In anni recenti, è diventato immensamente popolare per la sua teoria del Youth Bulge: se ci sono problemi in tanti paesi del Terzo Mondo, non è colpa di un sistema globale, ma del fatto che quelli lì fanno troppi figli; e che quindi ci sono troppi giovani maschi pieni di adrenalina che vogliono fare la guerra.

Questa tesi ha avuto un successo enorme tra i sionisti, perché mette insieme la paura demografica con la rimozione delle proprie colpe.

In un breve periodo di tempo, Gunnar Heinsohn è arrivato a collaborare con il grande think tank americano Hudson Institute assieme a figure come l’ex-direttore della CIA, James Woolsey.

Lo scorso 12 gennaio, Gunnar Heinsohn ha scritto un importante articolo per il Wall Street Journal, intitolato "Ending the West’s Proxy War Against Israel."

Ragiona Gunnar Heinsohn: ci sono troppi giovani maschi palestinesi. La colpa è delle Nazioni Unite, che dà da mangiare ai loro genitori e vaccina e manda a scuola i bambini. Si tolgano quindi cibo, vaccini e scuola ai palestinesi, e i genitori smetteranno di fare figli: così entro il 2025, la maggior parte dei bambini nati a Gaza saranno figli unici.

Nel frattempo, dice Gunnar Heinsohn, l’Occidente potrebbe accogliere i giovani maschi eccedenti come immigrati.

Ovviamente, una Gaza senza nemmeno gli aiuti delle Nazioni Unite sarebbe fisicamente invivibile (ma questo Heinsohn non lo dice) e si potrebbe così arrivare all’agognata soluzione finale alla questione palestinese.

Come suggeriva Malthus [3], i poveri

"devono in ogni caso essere ridotti a vivere con il cibo più scadente e nella quantità più ridotta".

"Dovremmo agevolare, anziché scioccamente e vanamente cercare di fermare l’opera della natura che produe questa mortalità".

Con un linguaggio sorprendentemente da manager moderno, Malthus spiegava che se un uomo nasce povero,

"e la società non vuole il suo lavoro, non può pretendere di avere alcun diritto alla minima porzione di cibo e non ha nemmeno il diritto di trovarsi dove si trova. Al grande banchetto della natura, non c’è alcun coperto per lui".[4]

Non basta la predica di un sociologo sul Wall Street Journal perché tutto ciò venga messo in pratica. Alzi la mano però chi ne ha sentito parlare nei grandi media in termini critici.

Nota:

[1] Immanuel Velikovsky, inventore del "catastrofismo", apparteneva alla schiera curiosa dei letteralisti biblici atei, che prendono per oro colato qualunque racconto della Bibbia, ma cercano di dargli un fantastico valore storico concreto.

Tra l’altro, Velikovsky teorizzava che il pianeta Venere fosse nato poche migliaia di anni fa.

[2] Non ho letto i testi originali di Gunnar Heinsohn in merito, per cui presumo che il suo revisionismo cronologico permetta di rispondere all’ovvia obiezione per cui i sacrifici animali nel Tempio di Gerusalemme erano al centro del culto ebraico fino alla distruzione del Tempio, e risultano attualmente solo sospesi ma non aboliti, in attesa della ricostruzione del Tempio stesso. Per non parlare dei numerosi accenni a sacrifici umani che costellano il testo biblico.

[3] Thomas Malthus, An Essay on the Principle of Population, citato qui.

[4] Per questi motivi, i seguaci di Heinsohn sono contrari a diffondere la democrazia in Medio Oriente. Meglio semplicemente bombardare i giovani maschi in esubero dall’aria, di tanto in tanto, ma soprattutto istigare guerre civili, come spiega questo articolo ripreso con entusiasmo dal sito sionista FresnoZionism.org.

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24 risposte a La signora Benita Ferrero-Waldner e una modesta proposta malthusiana per Gaza

  1. falecius scrive:

    “Alzi la mano però chi ne ha sentito parlare nei grandi media in termini critici.”

    Mai sentito parlare in termini di nessun tipo.

  2. kelebek scrive:

    Per Falecius n. 1

    Ho messo la precisazione “in termini critici” perché ovviamente l’articolo di Heinsohn è uscito proprio sui grandi media.

    Miguel Martinez

  3. utente anonimo scrive:

    Giusto due precisazioni prima di leggere su mille blog che l’europa dei banchieri affama i poveri palestinesi :

    – innanzitutto mi pare che Michel (commissario per l’aiuto umanitario)dica cose ben diverse da quelle che riporta la stampa israeliana

    http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/124&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en

    – poi vorrei che non si dimenticasse che l’union europea è di gran lunga la prima finanziatrice dei palestinesi (qui i dati 2008, e se guardi un po’ sul sito di pegaso, vedrai che non sono solo aiuti all’autorità palestinese, ma pure aiuti diretti a gaza)

    http://ec.europa.eu/external_relations/occupied_palestinian_territory/index_en.htm

    roberto

  4. utente anonimo scrive:

    ps. ho una domanda genuina (nel senso che non ne conosco la risposta): prima dell’ultimo finimondo, israele controllava anche il confine con l’egitto?

    roberto

  5. kelebek scrive:

    Per roberto n. 3

    Infatti, ho sempre detto che – nell’assoluta impossibilità per i palestinesi di costruirsi un’economia propria – Israele ha scaricato sull’Europa la sopravvivenza dei palestinesi.

    Miguel Martinez

  6. kelebek scrive:

    Per roberto n. 4

    Non direttamente. Gli egiziani hanno semplicemente chiuso il confine di Rafah da molto tempo, e sono “assistiti” da un gruppo di esperti e tecnici statunitensi.

    Miguel Martinez

  7. utente anonimo scrive:

    Qualcuno può spiegare al cretino che l’unico sistema per convincere un popolo a fare figli unici che abbia mai funzionato è quello di riempirlo di scuole e di beni di consumo?

    Tra l’altro, tale sistema funziona così bene da portare (tendenzialmente, per ora) all’estinzione dei popoli beneficati (casi esemplari Italia e Giappone).

    Al contario, la miseria e l’ignoranza e l’esplosione demografica vanno storicamente a braccetto.

    Certo, c’è l’alternativa “baffetto”, in riferimento ad un paio di note figure storiche che sono effettivamente riuscite a risolvere problemi demografici in altro modo.

    Saluti

    Francesco

  8. PinoMamet scrive:

    Cretino è cretino

    e viene da pensare che ai sionisti sono rimasti come sostenitori solo questi tipi qua, stanno messi male forte. 🙂

    In compenso, riescono ad accreditarli, con tutte le loro cazzate da tuttologi allo sbaraglio, come studiosi seri o degni di essere ascoltati,e, e non è poco.

    Ciao!

  9. Ulisse9 scrive:

    La signora Benita Ferrero Waldner è perfettamente allineata alla linea della presidenza ceca dell’Unione europea che, dopo avere illustrato la sudivisione degli aiuti europei ai palestinesi (tot di qui, tot di là), ha affermato che i palestinesi DEVONO riconoscere la leadership di Abu Mazen.

    Tipico esempio di democrazia reale di cui i Ceki sono profondi conoscitori ( e a volte complici), tipo il ripristino della democrazia a Praga nel 1968.

    Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Nuovo tentativo della “Nuova Europa” di allinearsi alla linea Bush, senza accorgersi che qualcosa, negli USA, è cambiato.

    Ciao

  10. falecius scrive:

    per Miguel n.2: hai ragione, ho risposto di fretta. Certo che al Wall Street Journal sono messi male, per pubblicare quetsi deliri. Quasi preferisco credere alle teorie di Velikovski sulla nascita di Venere, quantomeno hanno più fascino poetico, quello che viene dalla fuffità spinta.

  11. falecius scrive:

    Ho dato un’occhiata “the Velikovskian”. Certo che è incredibile cosa possa produrre la fantasia della gente, unita ad una straordinaria supponenza da semicolti.

    Voglio dire, la tesi che le bizzarre opinioni di Velikovski sull’origine di Venere possano avere CONFERMA dal calore “superiore a quanto in precedenza immaginato” (nel 1956!!) mi lascia sconcertato.

    Cioè, persone adulte, con una cultura di un qualche livello, si dedicano attivamente a questa roba?

  12. sardosepolto scrive:

    Penso che meriti: soprattutto i “manifesti shock”. Dal Gazzettino (www.gazzettino.it) di oggi:

    Mercoledì 28 Gennaio 2009,

    “Juden raus”: nella Giornata della memoria che commemora la Shoah questa scritta antisemita, accompagnata da una stella di David barrata, è apparsa nel piazzale che si apre in fondo a via Planis e via Diaz, scritta sulla pensilina del bus. L’ha vista l’assessore alla Cultura Luigi Reitani e ne è rimasto tanto sconvolto che ne ha parlato non solo con i colleghi di giunta, ma anche con gli studenti riuniti all’auditorium Zanon per incontrare la scrittrice e giornalista Epstein. «Nel mio intervento ho stigmatizzato di fronte ai ragazzi questo episodio gravissimo, mai capitato a Udine. È molto preoccupante, assolutamente da condannare. Non va preso assolutamente alla leggera, perché fa capire che ci sono sentimenti diffusi che occorre analizzare. È un sintomo molto preoccupante di odi viscerali che vengono fuori. Non bisogna prendere questi segnali come gesti solo di esaltati o di fanatici. La scritta che ho visto mi ha fatto molto male. Non vorrei vedere mai più cose come queste: sono una ferita per la città di Udine, soprattutto in un giorno come questo».

    Anche perché quella scritta non è il solo «segnale» comparso in città. Una cittadina il 25 gennaio scorso ha scritto allo stesso Reitani e all’assessore alle Politiche giovanili Kristian Franzil per segnalare che il giorno prima, sabato, vicino a un negozio di piazzale Osoppo aveva visto tre manifesti-shock. La signora aveva già segnalato la cosa sia ai vigili urbani sia alla Questura.

    Secondo il racconto fatto dalla signora, i tre manifesti riportavano una foto rettangolare che ritraeva dei bimbi israeliani, che mettevano la loro firma su bombe destinate a colpire Gaza (un’immagine che circola da tempo sul web, come non esita a riferire la cittadina). Sotto, invece, c’erano due fotografie: in una un uomo reggeva il cadavere di un bimbo e, accanto, c’era un bimbo massacrato, steso a terra. Fra queste due immagini, stando al racconto fatto dalla signora, c’era una scritta che recitava: “Il regalo dai bambini israeliani ai bambini palestinesi”. Poi, la scritta “Fermate Erode” e il simbolo del mirino di un fucile. Nessun’altra firma. Preoccupata per quello che riteneva «un incitamento all’odio razziale» ma anche per «lo sfruttamento dell’immagine dei bambini», la signora, dopo aver chiamato i vigili, la sera si è rivolta anche alla Questura. La sera di sabato la cittadina ha constatato che i manifesti erano stati tirati via.

    La scritta notata ieri mattina dall’assessore alla Cultura e i manifesti segnalati sabato dalla signora udinese hanno spinto l’esecutivo a condannare fermamente questi atti. «Ci sono state segnalate – ha detto il sindaco Furio Honsell – queste scritte antisemite. Sia la frase “Juden raus” apparsa fra via Planis e via Diaz, sia i manifesti non autorizzati che avevano una forte connotazione antisemita. Come esecutivo, abbiamo espresso una forte condanna nei confronti di questi atti».

    Camilla De Mori

  13. RitvanShehi scrive:

    >Alzi la mano però chi ne ha sentito parlare (dei deliri di Gunnar Heinsohn-ndr.) nei grandi media in termini critici. Miguel Martinez< Beh, temo che Bossi, Borghezio, Calderoli & Co non siano tanto ferrati in gransatanese, ma non ho alcun dubbio che se leggessero il Wall Street Journal farebbero un culo come una capanna al suddetto per quella sua frase: “Nel frattempo,….l’Occidente potrebbe accogliere i giovani maschi eccedenti come immigrati…..

    Sarebbe, insomma, come si dice dalle mie parti, “zanna di cane in pelle di cinghiale”:-)

  14. RitvanShehi scrive:

    >….l’Europa dice che (gli abitanti di Gaza-ndr.) non potranno avere ospedali, fogne, strade o simili amenità finché non cambieranno il governo democraticamente eletto e se ne lasceranno imporre uno che piaccia all’Unione europea. Miguel Martinez< Mmmmm…. e se l’interpretazione giusta fosse, invece, questa:
    “(gli abitanti di Gaza-ndr.), qualsiasi Governo essi abbiano, non potranno avere ospedali, fogne, strade o simili amenità finché non la smetteranno di tirare razzi su Israele e non concluderanno con esso una pace duratura.”?

  15. utente anonimo scrive:

    “…e non concluderanno con esso[Israele] una pace duratura.”

    Ti pare facile, concludere una pace duratura con Israele! Sono anni che ci si prova. Solo che una pace seria implica che si impedisca ad uno dei contraenti di prendersi tutto per sè, lasciando all’altro le briciole…

    E.M.

  16. PinoMamet scrive:

    Però Ritvan

    pare che i lanci di razzi siano cessati praticamente del tutto a ogni tregua, e iniziati di nuovo solo in seguito a incursioni e/o uccisioni da parte israeliana.

    (Riguardo al “praticamente”, credo che manco la polizia elvetica, in condizioni come quelle di Gaza, riuscirebbe a controllare tutta la popolazione, figuriamoci un’organizzazione come Hamas, attivamente osteggiata da dentro e da fuori; e non è manco l’unica organizzazione dotata di razzi).

    Come al solito, tutti vogliono la pace:

    purché le condizioni siano che Israele faccia quello che vuole, e i palestinesi quello che dice Israele.

    Bel trucchetto, peccato che se lo bevono sempre in meno.

    Ciao!!

  17. PinoMamet scrive:

    Riguardo all’intervento 12, di sardosepolto:

    Udine, dove sono stato per lavoro l’anno scorso, è stata l’unica, e sottolineo l’unica, città italiana dove in vita mia mi sia capitato di sentire un commento antisemita.

    Rivolto peraltro al sindaco stesso

    (“Honsell, quell’ebreo”) da parte di una signora di mezz’età.

    Il fatto mi ha colpito proprio perché, più che inconsueto, unico nella mia esperienza.

    Ciao!

  18. utente anonimo scrive:

    Miguel (6),

    e gli egiziani come giustificano la chiusura del valico di rafah?

    credo di capirne le ragioni (non si vogliono loro accollare gaza), ma come spiegano questa cosa ai fratelli palestinesi e agli egiziani stessi (che seguendo il mio immaginario dovrebbero essere piuttosto filopalestinesi)?

    roberto

  19. kelebek scrive:

    Per roberto n. 18

    Non sono sicuro. Credo che dicano che è per evitare appunto che Israele si lavi le mani di Gaza.

    Miguel Martinez

  20. utente anonimo scrive:

    >> Solo che una pace seria implica che si impedisca ad uno dei contraenti di prendersi tutto per sè, lasciando all’altro le briciole…

    siamo sicuri? non mi ricordo che siano le condizioni standard per una pace nel corso della storia umana, potrei però sbagliarmi.

    anyway, credo che Israele dovrebbe concedere molto di più, se vuole fare un’offerta seria per la pace. non credo che i palestinesi accetterebbero, in ogni caso.

    Francesco

  21. utente anonimo scrive:

    Miguel,

    grazie. ma che tu sappia non esiste un certo risentimento popolare rispetto a questa decisione del governo egiziano?

    scusa la cosa un po’ mi incuriosisce, visto che non se ne parla mai e che fino a ieri credevo che il valico di rafah fosse chiuso dagli israeliani

    roberto

  22. utente anonimo scrive:

    “siamo sicuri? non mi ricordo che siano le condizioni standard per una pace nel corso della storia umana, potrei però sbagliarmi.

    anyway, credo che Israele dovrebbe concedere molto di più, se vuole fare un’offerta seria per la pace. non credo che i palestinesi accetterebbero, in ogni caso. ”

    Infatti parlavo di pace seria 😛 che è lo stesso che dici tu.

    E.M.

  23. falecius scrive:

    Per roberto 21: non sono Miguel, ma che IO sappia un certo risentimento al riguardo in Egitto ci sarebbe anche.

  24. kelebek scrive:

    Per roberto n. 21

    Il risentimento in Egitto è enorme, soprattutto tra la categoria, da noi ormai inesistente, degli studenti molto seri e impegnati, figli di gente povera, che costituiscono una categoria importante della società egiziana.

    Miguel Martinez

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