L’assassinio dell’Università

In questi giorni, il blog Child of the Phoenix – come presumo anche tanti altri – sta lanciando una campagna contro la riforma che pretende di togliere fondi pubblici alle università italiane, per poi trasformarle in "fondazioni private" che dovranno arrangiarsi come meglio possono.

Una riforma tragicacomica: tragica si può intuire facilmente perché; comica perché chi come me passa la vita a fungere da servo di scena presso gli imprenditori italiani, ha le orecchie e le tastiere piene di uno stesso, monotono discorso.

Che recita, all’incirca così – Viva la globalizzazione, che ci permette di vincere appalti in Pakistan, spacciando per italiani macchinari che importiamo dall’India. Però questi cinesi maledetti ci stracciano con i prezzi, e se vogliamo vincere, dobbiamo essere molto competitivi. Per fortuna che noi, che discendiamo dalla stirpe di Archimede Pitagorico [1], Leonardo e Gianni Versace, siamo più intelligenti, più creativi e più colti dei cinesi, e questo vuol dire che alla fine saremo noi a spillare loro i soldi, e non viceversa. I nostri figli si faranno le tailandesi, non saranno i tailandesi a farsi le nostre figlie.

Ora la sociologia dimostra che i padri con la quinta elementare e la frusta in mano, che hanno forgiato il vasto mondo semilegale del Successo Italiano, hanno fatto partorire a mogli pazienti, figli che non hanno nessuna voglia di lavorare (e vai a dargli torto).

Quindi, visto che tra poco scomparirà la generazione invincibile del rude bestemmiatore e puttaniere che si carica i secchi di rifiuti tossici eroicamente in testa da solo per svuotarli nel canale, almeno lo Stato dovrebbe intervenire sull’unico punto in cui può fare qualcosa per salvare il futuro del paese: il sistema scolastico. Altrimenti, non si formerà mai Nuova Imprenditoria per l’Azienda Italia che sia all’Altezza del Sistema Mondo.

E invece, questi governanti pensano solo a tagliare i fondi pubblici (e la responsabilità va molto oltre il pittoresco ministro Gelmini).

Del destino imprenditoriale dell’Italia, me ne posso anche sbattere, visto che è comunque segnato.

Però, il sistema scolastico italiano – dall’asilo all’università – è rimasto finora un rifugio per persone che riescono a riflettere e vivere in gran parte al di fuori del meccanismo del grande flusso globale. Per dire, in Italia si studia l’arabo perché ci si è innamorati della lingua e della cultura araba. Negli Stati Uniti, la pressione dei finanziatori esterni fa sì che si studi l’arabo in genere solo per spiare sugli arabi.

E questo mi sembra un motivo valido per firmare tutte le petizioni che ci sono in giro oggi contro il contemporaneo squarciamento della scuola elementare e dell’università: una buona fonte di informazione  in questi giorni è il blog Salviamo l’Università dalla legge 133/2008.

Nota:

[1] Topolino costituisce una fonte decisiva (e a mio avviso assai pericolosa) della formazione culturale generale dell’Imprenditore Italico.

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30 risposte a L’assassinio dell’Università

  1. PinoMamet scrive:

    La cultura italica, mediterranea (Alpi comprese) ha sempre disprezzato il lavoro.

    E secondo me ha ragione a farlo, lo chiarisco subito.

    Il lavoro è brutto e va eliminato. Io gli do cinquant’anni di vita.

    L’errore- che “lasinistra” fa praticamente sempre- è di estendere il disprezzo anche al lavoratore.

    L’imprenditore da parte sua ricambia l’odio. Ma come, io mi faccio il culo, faccio star bene tutti, e questi deficienti con la puzza sotto il naso, che non hanno mai fatto un cazzo, mi disprezzano. Stronzi. Inoltre l’imprenditore ha fatto suo il modello ammericano come gli è stato proposto, cioè quello di un paese che fregandosene altamente di cultura tradizioni ecc. ecc., anzi, scappando a gambe levate da queste cose, è diventato grande, grandissimo, ‘na potenza.

    L’America è la patria ideale di tutti gli imprenditori, anche e specialmente di quelli con la quinta elementare e il secchio di rifiuti tossici.

    L’Università è invece la versione istituzionalizzata di “Napoli”: il posto dove si canta e si balla (si fanno cose inutili) e non si ha voglia di lavorare.

    Ovvio che l’imprenditore col suo bel secchio di rifiuti tossici la voglia tagliare.

    Anche l’imprenditore di Napoli vuol tagliare “Napoli”. Basta chiederglielo.

    Leonardo, Meucci ecc. ecc. servono al discorso interno dell’imprenditore verso se stesso. io faccio grande l’Italia, come questa gente qua, quindi sono loro discendente.

    (Servono anche come nomi per le brochure e i “filmati istituzionali” da mandare ai clienti indiani, cinesi e guatemaltechi: è vero, non saremo efficienti come i tedeschi, ma noi abbiamo Leonardo…)

    Contemporaneamente sono anche l’arma utilizzata dalla “cultura”: se volete che crescano altri Leonardi, dateci la possibilità (vuol dire i soldi) per studiare e ricercare.

    Un po’ hanno ragione, va detto.

    Ciao!

  2. idiotaignorante scrive:

    Topolino fa parte dei subdoli mezzi che usa Abberlusconi per corrompere la societa’, come gia’ il Drive-In? Dai…

  3. kelebek scrive:

    Per PinoMamet… un quadro stupendo!

    Per Idiotaignorante… per tutta una serie di motivi che credo di aver già spiegato, ma su cui torno volentieri se è il caso io non sono antiberlusconiano.

    Cioè sul piano personale, il tizio mi fa un discreto schifo, ma questo è un mio problema e non un suo.

    Non aderisco assolutamente alla visione provinciale, secondo cui Berlusconi sarebbe un malvagio che vuole fare il dittatore in un paese democratico, e per farlo fa il lavaggio del cervello alla gente.

    E’ una sciocchezza che può nascere solo in menti ancora più provinciali di quella dello stesso Berlusconi: tra tutti coloro che (a ragione) protestano contro la devastazione della scuola, quanti hanno letto le tesi del mediologo Régis Debray, che già quattordici anni fa descriveva processi di distruzione della scuola identici a quelli italiani, ma in Francia, dove non c’era nessun Berlusconi?

    Su Topolino, una risposta a parte, uno di questi giorni, spero…

    Miguel Martinez

  4. idiotaignorante scrive:

    Tranquillo, lo so che non sei un isterico anti-B! 🙂 E’ solo che attribuire quest’importanza a Topolino… sono quelle letture che uno fa e si diverte, senza ricavarne messaggi o deformazioni mentali. Uno dira’ “toh ganzo Archimede!” e magari si mettera’ a studiare fisica/ingegneria/informatica anni dopo, ma credo che al massimo si arrivi li’. Altrimenti e’ come dire che a sentire metal si diventa satanisti o a guardare i cinepanettoni si diventa berlusconiani.

  5. utente anonimo scrive:

    >>> Ora la sociologia dimostra che i padri con la quinta elementare e la frusta in mano, che hanno forgiato il vasto mondo semilegale del Successo Italiano, hanno fatto partorire a mogli pazienti, figli che non hanno nessuna voglia di lavorare (e vai a dargli torto).

    Peccato che tu non lavori per me, ti licenzierei almeno tre volte per questa frase:

    1) per fiducia eccessiva nella sociologia

    2) per menzogna calunniosa su (quota parte rilevante) dei figli

    3) per criminale incitamento all’ozio

    Ciao

    Francesco

    PS fortuna che ci sono i marocchini che hanno voglia di lavorare e prenderanno in mano le aziende loro 🙂

  6. utente anonimo scrive:

    Ah, se non si era capito, per il momento sto con i tagli alle università.

    Ciao

    Francesco

  7. vogliopartire scrive:

    Non si puo’ neanche pensare che il 99% dei fondi per la scuola vada in stipendi. Le scuole fatiscenti, i genitori che fanno la colletta per comperare la carta igienica i gessi e le lavagne.

  8. NonStoConOriana scrive:

    Francesco, sarebbe costruttivo che tu avessi la grazia di (ri)spiegarmi in che modo passi le giornate, visto che hai tanta voglia di chiacchierare. Non trovi?

  9. utente anonimo scrive:

    vogliopartire, sai perchè il 99% della spesa scolastica STATALE è in stipendi? Perchè degli edifici scolastici si occupano le province e non lo stato. Ma questo quella delinquente della Gelmini non lo dice, come quell’altro farabutto di Brunetta non dice che il 50% di assenze per malattie in meno nella PA non è reale, in quanto i dati sono forniti VOLONTARIAMENTE dalle varie PA, per cui è ovvio che solo chi ha un calo di assenze comunica il dato, mentre chi non ha nessun calo tace…

  10. utente anonimo scrive:

    Sono un brillante analista economco che lavora nel settore privato, addiritttura manifatturiero.

    Finora, nonostante il tempo che passo qui, non mi hanno ancora licenziato.

    Francesco

    PS scusate per il brillante ma se non me lo dico io ho ben poche possibilità che capiti 🙂

  11. utente anonimo scrive:

    x anonimo

    quindi abbiamo un altro ottimo motivo per abolire le provincie?

    evviva

    Francesco

  12. NonStoConOriana scrive:

    Interessante: e come le passa le giornate, un analista economico?

  13. utente anonimo scrive:

    scappando da leggere/scrivere su MM per correre dal capo a prevedere il futuro dell’economia mondiale

    un macchinario alla volta

    🙂

    Francesco is back

  14. vogliopartire scrive:

    Utente anonimo una fetta dei lavoratori del pubblico impiego sono dei veri e propri ladri di stipendi…hanno praticato lo scambio di voto il nepotismo il familismo e la corruzione…quei pochi che avranno vinto un regolare concorso si conteranno sulla punta delle dita. Brunetta o non Brunetta la pacchia è finita perche’ siamo in recessione…(…) il pozzo di S. Patrizio è stato prosciugato!

  15. utente anonimo scrive:

    siamo in recessione

    consiglierei di incidere queste parole sugli stipiti, allo scopo di illuminare le riflessioni

    saluti

    Francesco

  16. utente anonimo scrive:

    no, Francesco, abbiamo un ulteriore dimostrazione che chi fa dell’economia un mestiere è un cretino. Se abolisci le province, sarà di nuovo lo stato a occuparsi di edilizia scolastica, non è che le scuole scompaiono per magia.

    quanto all’altro qualunquista, toh:

    http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000669.html

    PS: io NON sono uno statale, sono uno che non si beve la propaganda di regime, è questa la differenza tra un essere umano e un cane di Pavlov come te…

  17. utente anonimo scrive:

    Miguel,

    a mio modestissimo avviso, se per parlare di una causa giusta infarcisci un post di qualunquismo (vedi la voglia di lavorare e vedi gli spioni arabofoni), il lettore

    medio(cre) come me si perde nei qualunquismi e non ti firma la petizione…

    roberto

  18. kelebek scrive:

    Per roberto n. 17

    Sui figli che non hanno voglia di farsi 17 ore in fabbrica come i loro padri, non ho solo una lunga aneddotica personale, ma anche i racconti – ad esempio – dei dirigenti di varie camere di commercio che ogni tanto si sfogano a questo proposito.

    Niente di strano: se fossi nato figlio di contadini, con fame e rabbia dentro, lavorerei come un pazzo; se fossi nato con una villetta di famiglia, reddito e divertimenti assicurati e la certezza che, per quanto vadano male le cose, non proverò mai la fame, perché dovrei lavorare alla maniera psicopatica dei miei genitori.

    Sulla storia delle spie, vedi tutto il dibattito negli USA sul finanziamento Title VI.

    Miguel Martinez

  19. controlL scrive:

    La scuola, intesa come apprendimento “ozioso”, già questo significa scuola: “ozio”, sopravviverà ai sacerdoti dell’”utile”. La scuola come istituzione ne uscirà un po’ malconcia. In realtà la cosiddetta riforma gelmini è la necessità di tagli di spesa spacciati come riforma. Le aziende private si stanno già creando i loro rapporti privilegiati con certe università e certi corsi, che finanziano. Che vogliano accollarsi i costi d’una scuola pubblica, la gelmini sogna la luna. Il maestro unico elementare è, dal punto di vista dell’apprendimento, sicuramente meno valido. Ha senso appunto come taglio di costi. Se almeno si dicesse chiaro e tondo, invece che vendere il solito fumo, ma ormai i politici mentono per abito naturale, verrebbe da dire. Quanto alla competitività, non credo passi dalla scuola. I cinesi dovrebbero avere il miglior sistema scolastico in questo momento, e pur essendo ignorante in materia, dubito sia così. Renderla più selettiva è un’idea come un’altra. Che risolve alcuni problemi e ne apre degli altri. Alla fine la scelta politica è quella di decidere quali problemi si preferisca tenere aperti e quali avere risolti. La coperta è corta, e l’unica politica che sembrano capaci di fare i governi è di tirarla ciclicamente da una parte e dall’altra.p

  20. utente anonimo scrive:

    il problema è che, se l’obiettivo è alzare lo standard dell’istruzione per essere più competitivi e se il modello (v. commento di pinomamet) sono gli Stati Uniti, uno dovrebbe concludere: facciamo come gli Stati Uniti, quindi largo ai finanziatori esterni (che tu aborri) – e a chi interessa tanto l’arabo, beh, diciamo che se lo studi a casa o nella sua associazione (autofinanziata)

    renna

    p.s.

    mi dispiace che si sia dato del cretino a una persona che aveva dato un buon contributo alla discussione

  21. vogliopartire scrive:

    PS: io NON sono uno statale, sono uno che non si beve la propaganda di regime, è questa la differenza tra un essere umano e un cane di Pavlov come te…

    ———————————

    aria fritta la tua – bau bau!

  22. elio_c scrive:

    I tuoi tratteggi son sempre fulminanti, bravissimo.

  23. utente anonimo scrive:

    ehm anonimo

    quando sono più socialista di Chavez, non attaccarmi da sinistra. please

    io intendevo dire che se le province NON fanno il loro lavoro di badare alle scuole, che esso torni allo Stato.

    e vuoi sostenermi che le province badano alle scuole edificio? solo che non se ne è mai accorto nessuno? specie quelli che dentro dette scuole ci hanno vissuto per anni?

    bada bene che, solo con i soldi che NON si darebbero a politici e dipendenti, potremmo mettere le docce calde in tutte le scuole del Regno. isole comprese, si spera.

    saluti

    Francesco

  24. NonStoConOriana scrive:

    Effettivamente, Miguel, ci sono anche i casi -e molti- di quei figli che, stanti le zero competenze e la prodigiosa capacità di combinare pasticci spaventosi anche dopo una gavetta lunga anni, E’ BENE che non facciano diciassette ore di fabbrica…

  25. RitvanShehi scrive:

    >PS: (a Francesco-ndr) io NON sono uno statale, sono uno che non si beve la propaganda di regime, è questa la differenza tra un essere umano e un cane di Pavlov come te…anonimo< Beh, caro anonimo, a volte è meglio essere un “cane di Pavlov” (sporko scienziato di formazione zarista:-)) che un cane di …Stalin. A buon intenditor poche parole…..

  26. utente anonimo scrive:

    grazie Ritvan

    devo dire che cane-di-Pavlov mi mancava.

    e sì che essendo del ramo le statistiche sul crollo dell’assenteismo manco le ho lette, altro che glorificarle, visti i problemi di misurazione

    ma lo metto nel curriculum, magari un giorno mi serirà

    🙂

    Francesco

  27. RitvanShehi scrive:

    >grazie Ritvan…Francesco< Non c’è di che. Però, correggi subito quel “scuole del Regno”, altrimenti il cane di Stalin ti potrebbe accusare pure di apologia della monarchia!:-)

  28. utente anonimo scrive:

    L’università italiana è squarciata da quel dì ed è indifendibile da ogni punto di vista. Lo dico in parte contro il mio interesse, ma l’élite (ah! ah!!) che è attualmente alla guida delle università non si merita 2000 lire di finanziamento pubblico, perché li sprecherebbero o userebbero per qualche do ut des.

    La scuola elementare, invece, è una scuola che funziona e anche molto bene. Direi in maniera quasi sorprendente, dato il quadro generale. Riformarla non avrebbe avuto alcun senso, e in effetti quella attuale somiglia molto più ad una deliberata distruzione che ad un progetto di riforma.

    In generale però non mischierei le due questioni.

    tamas

    P.S. E poi ha ragione Francesco, la fiducia nella sociologia dovrebbe essere una fattispecie di reato. 🙂

  29. JohnZorn scrive:

    >ha la faccia come il culo di scrivere ai giornali di aver buttato fuori dal tram una giovane negra che DOVEVA (lei sola!) cedere posto alla vecchietta di pura razza italica! < la laida negraccia era stata presa a sacrosanti calci in culo non per il posto negato, bensì per l’aver apostrofato la vecchietta come “Puttana”. Forse era una di quelle appena smontata dal turno di notte,forse no, fatto sta che il calcio in culo se lo meritava tutto, e se lo sarebbe meritato pure se italiana. Con buona pace dei Sansonetti (ancora ricordo il suo patetico articolo su “Liberazione”) e dei Ritvan, uniti nel distorcere l’episodio a proprio uso e consumo 🙂 JZ

  30. RitvanShehi scrive:

    JZ, hai sbagliato post. Eppure il capodanno è passato da un pezzo:-).

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