GAZA VIVRA’
Campagna per la fine di un embargo genocida
www.gazavive.com
Oltre 800 persone a Genova, 600 persone a Vicenza, una piena riuscita di tutte le altre tappe del tour della delegazione di Gaza.
Un calore ed un entusiasmo straordinario a sostegno della lotta di resistenza del popolo palestinese e di Gaza in particolare.
Questi numeri rappresentano un grande fatto politico, un notevole salto di qualità nel lavoro di sostegno della causa palestinese. Questi numeri – frutto della mobilitazione della comunità araba e musulmana del nostro paese – ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta. La strada è quella dell’unità della parte migliore della società italiana, quella che ancora crede nei valori di uguaglianza, libertà e fratellanza con le comunità immigrate che, respingendo la paura in cui il potere vorrebbe confinarle, possono dare oggi un contributo fondamentale alla lotta di liberazione dei popoli.
Continuiamo così!
Questo bollettino contiene:
1. Sabato 10 a Torino ASSEMBLEA PER LA FINE DELL’EMBARGO
2. SEMPRE IL 10 MAGGIO A TORINO
3. GAZA VIVRA’ – Continua il tour italiano della delegazione del Popular Committee Against Siege di Gaza
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LA PAROLA A GAZA
Assemblea per la fine dell’embargo
Torino, sabato 10 maggio
– Per ascoltare la voce di chi vive quotidianamente l’oppressione
– Per conoscere la situazione nella Striscia, vero lager del XXI secolo
– Per capire le ragioni della resistenza palestinese
– Per condannare il golpe attuato contro i legittimi vincitori delle elezioni del gennaio 2006
– Per continuare la lotta contro l’embargo genocida
Per tutti questi motivi, per ricordare il 60° anniversario della Nakba, per protestare contro la Fiera Internazionale del Libro dedicata ad Israele ci ritroveremo a Torino sabato 10 maggio.
Aderiamo a tutte le iniziative di protesta contro la Fiera del Libro, ma vogliamo mettere la situazione di Gaza al centro della mobilitazione.
L’embargo, il lento genocidio che si sta consumando, è infatti il più grande atto di accusa sia nei confronti dello stato sionista che di chi in Italia sottolinea ogni giorno il proprio integrale sostegno ai criminali israeliani.
Chi ha voluto dedicare ad Israele la Fiera ha compiuto una chiara operazione politica ed ideologica. Rovesciamogliela contro partendo dalla denuncia dei crimini che questo stato sta compiendo.
Iniziamo a rispondere da Torino – città gemellata con Gaza – ad una politica sorda verso gli oppressi e servile con gli oppressori.
TORINO
Sabato 10 maggio – ore 10-14
Centro Italo Arabo Dar al Hikma
Via Fiocchetto 15
(zona Porta Palazzo)
ASSEMBLEA – MANIFESTAZIONE
Interverranno:
Gamal Elkoudary, parlamentare palestinese e presidente del Comitato contro l’assedio di Gaza
Giulietto Chiesa, giornalista e parlamentare europeo
Gianni Vattimo, filosofo
Presiedono Leonardo Mazzei e Angela Lano
Interverranno inoltre:
Ugo Giannangeli – Gaza Vivrà
Mohammad Hannoun – ABSPP (Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese)
Alberto Tradardi – ISM Italia (International Solidarity Movement – Italia)
Maria Grazia Ardizzone – Campo Antimperialista
Un rappresentante della Comunità Islamica
Vainer Burani – Giuristi Democratici
Nel corso dell’assemblea è previsto un collegamento con Gaza, con l’intervento di un esponente del governo palestinese.
Promuovono:
Comitato Gaza Vivrà
Abspp – Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese
Aderiscono:
Soccorso Popolare, Padova – Fondazione Luigi Cipriani – Campo Antimperialista – ISM Italia (International Solidarity Movement – Italia) – Collettivo Iqbal Masih, Lecce – Associazione Juthur – Laboratorio Marxista – Associazione Zaatar – Antonia Sani, presidente WILPF (Women’s Intern. League for Peace and Freedom) – Legittima Difesa – Lupo, Osimo (AN) – Gp Caav (Gruppo promotore Coord. Antimperialista Antifascista Alto Vicentino)
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Sempre il 10 maggio a Torino
Il Comitato Gaza Vivrà aderisce e partecipa al corteo che prenderà il via alle ore 15 da Corso Marconi (angolo Madama Cristina).
Alle ore 21, sempre presso il Centro Italo Arabo Dar al Hikma, andrà in scena lo spettacolo “Ingannati” del gruppo teatrale Narramondo, tratto da “Uomini sotto il sole” di Ghassan Kanafani.
Per la scheda completa leggi
http://www.narramondo.it/scheda_ingannati.html
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GAZA VIVRA’
Continua il tour italiano della delegazione del Popular Committee Against Siege di Gaza
Si sono già tenuti i primi sei incontri con la delegazione proveniente da Gaza.
Gamal Elkoudary e Sameh Habeeb hanno trovato ovunque grande interesse ed una notevole partecipazione sia numerica che politica. In alcuni casi (vedi sopra) la partecipazione è stata assolutamente straordinaria.
Continuiamo così!
Calendario dei prossimi incontri:
– Martedì 6 maggio – ore 21 – FIRENZE, Sala Est-Ovest della Provincia, via dé Ginori 12
– Mercoledì 7 maggio – ore 19,30 – REGGIO EMILIA, presso la Moschea
– Mercoledì 7 maggio – ore 21,30 – REGGIO EMILIA, Centro Sociale AQ 16, via F.lli Manfredi 14
– Giovedì 8 maggio – ore 21 – BOLOGNA, Circolo culturale Iqbal Masih, via della Barca 24/3
– Venerdì 9 maggio – ore 13 – MILANO, Incontro con la Comunità islamica
– Sabato 10 maggio – ore 10 – TORINO, Centro Italo Arabo Dar al Hikma, via Fiocchetto 15
– Lunedì 12 maggio – ore 21 – MILANO, Sala da confermare
– Martedì 13 maggio – ore 21 – CASALE MONFERRATO (AL), Salone Anffas, via Leardi 8
– Venerdì 16 maggio – ore 21 – PADOVA, Sala comunale “Pertini”, quartiere Mortise
– Sabato 17 maggio – ore 18 – OSIMO (AN), Sala Astea, via Guazzatore 20
– Lunedì 19 maggio – LECCE
– Mercoledì 21 maggio – TARANTO
– Venerdì 23 maggio – NAPOLI
05 maggio 2008
Prescindendo dal merito, il trionfalismo su micronumeri, che coinvolgono pure la comunità araba e musulmana, mi pare assai pernicioso per la causa.
A meno che di solito il seguito non fosse di 40 o 80 persone.
Auguri a Gaza, anyway
Francesco
Ho letto con attenzione questo post, e mi viene in mente un bellissimo detto:
“la grandezza umana di una società riconosci nel modo come tratta le minoranze e i più deboli”
Adesso possiamo pensare ad Israele che maltratta il mondo arabo, ma anche al mondo arabo che maltratta spesso le proprie donne.
Trovo quasi assurdo quando chiedono giustizia, mentre lo negano ai proprio famigliari .
In ogni modo non voglio togliere niente al fatto, che nessun popolo merita di essere invaso e spropriato
fenice
Ciao a tutti sono Silvio da torino.
sono da sempre sensibile sul probblema Palestina.
A torino c’ero anche io non ho condiviso ma c’ero.
Ho fatto queste riflessioni
che vorrei sottoporvi.
Ci terrei a un vostro parere
ma in fondo in fondo che sarà mai
Bruciare una bandiera.
Quando si brucia una bandiera non si versa una goccia di sangue, Quando si agita spesso si.
Bruciare una bandiera è un modo di urlare la rabbia che hai in corpo, non si pensa mai al popolo che vive in una nazione, ma alla politica del suo governo.
Personalmente io sono contrario,
e controproducente alla causa
e come sfasciare la vetrina di un fast food.
La pietra indica il Mc Donald, gli imbecilli parlano della pietra.
Un gesto liberatorio, ti fa star bene sul momento ma rischia di mandare a puttane il messaggio.
Comunque sia non mi sono mai scandalizzato.
A Torino ci aspettano giorni caldi.
Ma perché deve essere cosi quando si critica Israele ?
Perchè dopo anni di boicottaggi economici, sportivi, per solidarietà a qualsiasi popolo oppresso, diventa, quando riguarda Israele, antisemitismo?
L idiozia dell’ antisemitismo (idiozia perchè significherebbe detestare anche i palestinesi),
ci viene spesso buttata addosso per ‘Fini’ politici.
Ma non appartiene al nostro brodo culturale.
(Fini pensi a chi fu il suo maestro, il redattore del famigerato giornale ‘la difesa della razza’ durante il 20 enio’)
Poi l equazione antisionismo = antisemitismo è
un altra stronzata.
Che significa??? Pro o contro il sionismo
E allora ????
si dibatte da quasi un secolo:
Marin Luther King era sionista, ok
Gandhi era antisionista, ma dubito fortemente che fosse filo nazista o che odiasse gli ebrei.
Poi anche sionismo che significa ormai?
Quello che diceva Thedor: che il popolo ebreo ha diritto a una terra ?
Difficile da contestare Messa così.
Che ne abbia diritto distruggendone un altro è un altra questione.
Pensate a quanti Villaggi palestinesi sono scomparsi persino dalle mappe.
Tutti conoscono la storia di Deir Yassin, ma nomi di al-Roweis,
Wa’ret
Sreis,
She’b
al-Hadatem,
Aqrat,
Al Kabri,
Mi’ir, e potrei continuare.
Sono i nomi di posti dove della gente è vissuta, ha pregato, ha amato gioito e sofferto ed è stata infine sepellita, per secoli.
Posti che che ora non esistono più nemmeno nella memoria (Per poter arrivare a dire che non c’era nessuno prima della loro venuta, che i palestinesi non esistono (sic)).
(ma i fondamenti del sionismo non erano “un Popolo
senza terra cerca una terra senza un Popolo”?)
Chiaro Israele ormai esiste è non si può (ne si deve) cancellare,
Ma occorre pretendere il rispetto dei diritti umani dei Palestinesi, consentendo lo la creazione di uno stato vero, non una ragnatela alla Barak: una serie di Bantustan (stile sud africa) che non avrebbero mai consentito una vera autonomia.
Pretendere un ritiro totale entro i confini del 67,
Che Riconosca le propie responsabilità, nella Nakba
dei palestinesi, e quindi riconosca ai profughi
il diritto al ritorno o farsi carico di una soluzione dignitosa, che ponga fine alla NON vita dei campi profughi.
Pretendere la fine delle discrminazioni interne
tra cittadini in base all’etnia.
Fino ad allora io continuerò a sostenere il Popolo Palestinese con ogni mezzo (va da sè non violento) necessario.
Buona Vita a tutti/e comunque la pensiate
Per Silvio n. 3
Bellissime le riflessioni.
In particolare:
“e come sfasciare la vetrina di un fast food.
La pietra indica il Mc Donald, gli imbecilli parlano della pietra.”
Comunque è sempre una questione di chi controlla i media.
Se si brucia una bandiera israeliana, è “scandalo”.
Se non la si brucia, è silenzio.
Bruciare bandiere non mi diverte proprio. Ma stiamo attenti con il concetto di “controproducente”, perché non esiste nulla che si possa fare di “producente”.
Pensiamo agli stessi palestinesi dei Territori Occupati:
– dal 1967 al 1989 sono stati buoni e tranquilli, e quindi si poteva fare loro qualunque cosa.
– con il Primo Intifada, Israele poteva fare loro qualunque cosa perché i palestinesi erano “violenti”
– dopo, con il processo di pace, Israele poteva fare qualunque cosa, perché poteva controllare il gioco negoziale
– con la seconda Intifada, i palestinesi erano terroristi, e quindi Israele poteva fare loro qualunque cosa
– quando sono cessati gli attentati, Israele può fare qualunque cosa ai palestinesi, tanto non fanno più notizia.
Allora, se nulla era producente, non giudichiamo troppo sbrigativamente ciò che potrebbe essere controproducente.
Miguel Martinez
Per Francesco n. 1
Non c’ero, comunque i numeri sono più o meno giusti.
Conosco l’autore del comunicato e so che è uno dei pochi nella “estrema sinistra” a non dedicarsi alla moltiplicazione immaginaria.
Miguel Martinez
x Miguel #4
io sto con gli imbecilli, anzi sarei pure tra i fan della galera per quel genere di “insegnanti”.
è il solito problema: se nessuno lo ascolta, il saggio riflette, l’idiota usa la violenza.
PS la non vita nei campi profughi mi pare difficile da imputare agli israeliani, visto chi sono i carcerieri.
Francesco
Caro Miguel intanto grazie.
Beh diciamo che mentre si sta’
cercando, di dare un segnale forte
boicottando la fiera del libro.
Con tanto di biasimo Bibartisan.
Dar la possibilità ai media di dipingerci come teppisti, non è il massimo.
Diciamo solo che non era il momento più adatto per un inutile (e innocuo)
Fuocherello.
Non ho idea cosa possa essere “producente”.
La mia fissazione rimane il boicottaggio economico
alle marche che finanziano l economia di guerra israeliana.
Cosa che viene poco sollecitata secondo me.
Forse era molto più utile
che qualcuno avessero distribuito alla folla,
La lista dei prodotti da evitare.
Un esperienza che ho fatto con una Compagna qualche anno fa a Roma.
Nella manifestazione contro lo scandalo del muro:
Eravamo in 2 riusciti a dare un migliaio di volantini.
Era impressionante vedere l interesse delle persone.
Si perchè non c’era nei nostri volantini nessuna apologia
a un “partito comunista più comunista degli altri”
nessuna firma solo ‘consigli per gli acquisti ‘.
Tantissime persone mi hanno detto che usavano abitualmente
Prodotti di quella lista, senza sapere nulla.
Io penso che se si riprendesse di più a informare in questa direzione sarebbe
Meglio.
*
Per quando riguarda i Palestinesi hai tutte le ragioni che ti devo dire.
Solo a loro è consentito di scegliere la loro lotta.
E’ demenziale pensare a Bertinotti, che proviene da un opulento
(e complice) occidente, vada a parlare di non violenza ai prigionieri di Gaza.
(Di una non violenza che nemmeno Gandhi capirebbe.)
A me in quanto occidentale e nemmeno giornalista ne opinionista ne politico.
L unica lotta la posso fare quando faccio la spesa,ogni giorno.
Buona vita
scusa non mi sono firmato
silvio
Ps se riesco a trovare in splinder un nick non usato mi registro
Per Silvio n. 7
Perché non posti qui quella lista di prodotti?
Miguel Martinez
>Per Silvio n. 7 Perché non posti qui quella lista di prodotti? Miguel Martinez< Non è che la distribuzione di quella lista la finanziano in qualche modo le ditte concorrenti??!!:-) Ciao
Ritvan ‘O Komplottista:-)
Mah sul web è gia pieno.
Il probblema e portare fuori queste informazioni.
Comunque va bene gia fatto
nel successivo topic.
Il probblema dei cani sciolti e che non sempre riescono a trovare ciclostili.
Buona Vita!
In questo blog si parla molto di Palestina e di Israele ma ogni volta (dico negli ultimi mesi) che c’è un post con le paroline rosse “Gaza Vive” i commenti non sono mai più di 4 o 5.
E’ la differenza tra i salotti (sempre mollemente affollati e la piazza).
Siamo a 24 commenti: altro che moltiplicazione immaginaria, seppur tiepida:-)
Bellissimi i commenti n. 3 e 4, insieme.
Però per me il controproducente è sempre controproducente (già si vede), specie con questi numeri e con questi (odiosi) rapporti di forza.
Per questo capisco il fastidio e l’umana desolazione.
Personalmente mi farei anche 2 notti in treno per qualcosa che mi convince pienamente (nel contenuto e nel metodo) e benchè tutto ciò che è legato all’intuizione (all’immediato) mi coinvolga molto da un pezzo mi interesso agli strumenti della mediazione, della conciliazione (quest’ultimo termine usato impropriamente ma per rendere l’idea), cioè dei passaggi intermedi per trovare un accordo tra due o più posizioni: qualcuno sostiene che si tratti addirittura di una rivoluzione culturale (senz’altro potrebbe esserlo per il sistema-giustizia, come strumento deflattivo di uscita dall’ingolfato circuito giudiziario) … può darsi, senz’altro si tratta di ricercare ciò che è MEGLIO anzichè ciò che è GIUSTO.
Non so se sono strumenti che si potrebbero utilizzare in questo ambito, probabilmente è pura utopia ma non vedo altra strada, senza troppi morti
F.
mi è partito l’invio prima di correggere parentesi ed errori vari: abbiate pietà