“Sdottoreggiano e filosofeggiano”

Leggo Repubblica di oggi, 5 settembre 2007.

Uno, Cronaca di Firenze, pagina V.

La signora Giuseppina, 59 anni, gravemente malata, con un contratto "puramente verbale" di 320 euro al mese, vive in un appartamento di 16 metri quadrati, più un bagno dove c’è solo un lavandino (l’acqua alla doccia gliel’hanno tolta).

Stanno per rubarle la casa. Non gli zingari o al-Qaeda, ma il padrone di casa. Armato, non con uno spazzolone da lavavetri, ma con l’avviso di un ufficiale giudiziario.

La signora Giuseppina, che guadagna ben 1000 euro al mese come amministrativa in una scuola fiorentina, non ha diritto a entrare nelle graduatorie dell’edilizia popolare.

Al giornalista, il suo caso evidentemente dispiace, come dispiace che qualcuno sia stato colpito da un fulmine: il fatto che l’edilizia popolare sia soltanto una misura caritativa per i casi più disperati non suscita alcuna riflessione.

Due, il governo lancia un "piano per la sicurezza", con la la mobilitazione di 30.000 soldati (sì, proprio soldati) e "operazioni congiunte tra la nostra polizia e quella rumena, albanese e marocchina": già ieri abbiamo raccontato di come la polizia rumena abbia partecipato allo sgombero di un immane disperatoio di Rom nella capitale d’Italia.

Tre, a pagina III della cronaca, chiedono a Graziano Cioni, assessore fiorentino inventore della famosa ordinanza, che fine hanno fatto i lavavetri che a Firenze non si vedono più? "Sono andati altrove. Non sta a me cercarli".

Quattro, Massimo Giannini, giornalista del quotidiano più liberal d’Italia, intervista il Ministro degli Interni, ponendogli questa straordinaria cosa qui, che dovrebbe essere una domanda:

"Ministro Amato, mentre voi preparate un pacchetto di misure urgenti contro la criminalità, politici e intellettuali ex o post comunisti si baloccano con Cesare Beccaria, filosofeggiano sui delitti e sulle pene, sdottoreggiano sull’uomo buono rovinato dalla società. Non le pare che ci sia un certo deficit culturale nel modo in cui la sinistra ragiona e affronta i termini di sicurezza?"

Con un suggerimento così chiaro, Giuliano Amato si scatena, mescolando abilmente casi di stupro – che evidentemente non hanno alcuna giustificazione sociologica – con casi che sono sociologici per definizione, come il fatto di dormire per strada perché non si hanno nemmeno i soldi di una sfrattanda fiorentina:

"Basta con il dibattito burattinesco che abbiamo avuto sinora… Non ne posso più di tutto questo e di chi ci attacca perché ‘ce la prendiamo con i lavavetri e non con la ‘ndrangheta’… Facciamola finita con certe banalizzazioni sociologiche… Ogni cittadino comunitario può andare in un altro paese e registrarsi all’anagrafe. Ma può farlo solo se ha i mezzi leciti di sussistenza. Se non li ha, viene rispedito a casa".

E’ vero, e sono certo che la giustizia sia uguale per tutti.

Anche l’imprenditore veneto che va in Romania a scaricare i suoi fusti tossici sarà subito rispedito a casa, se non riesce a dimostrare di avere un reddito pari almeno a quello della signora Giuseppina.

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46 risposte a “Sdottoreggiano e filosofeggiano”

  1. falecius scrive:

    Appena tornato in Italia dopo un mese di Tunisia, il giorno 3 settembre, leggo Repubblica per capire che sta succedendo nel paese in cui torno e che dovrebbe essere il mio.

    Ti giuro che sono rimasto sconvolto.

    Avevo voglia di tornare in Tunisia, sotto una onesta dittatura, avevo voglia di urlare, ma non vi rendete conto che vi prendono in giro, che questa roba e’ pura Neolingua, che… insomma, uno shock.

  2. utente anonimo scrive:

    Bravo Miguel… ottimo post!

    La teoria della “Tolleranza zero” in Italia può solo portare a pessime conseguenze, senza degli opportuni meccanismi di assistenza sociale verso quei disperati costretti a delinquere o a campare per mezzo di pratiche abusive come per esempio la prostituzione. Più la microcriminalità viene repressa dallo Stato con le maniere eccessive, più si incattivisce. Il carcere non porta sulla retta via nessuno, anzi, ne peggiora lo stato sociale, perchè il crimine ti esclude in toto dalla società civile. Ed è difficile rientrare a far parte di una società benestante ed egoista piena di pregiudizi che ti espelle a priori. Per cui, è errato prendersela sommamente con i poveri, i recidivi del crimine e con chi è affetto da disagio sociale, poichè li si pone in condizione di scegliere la sola possibilità che gli si prospetta davanti; uno stato di miseria in cui qualunque cosa si faccia non si ha nulla da perdere.

    Ma d’altronde Amato deve far notare che come ministro vale qualcosa.

    la Cellula

  3. kelebek scrive:

    Per la Cellula n. 2

    Grazie. In passato, credo che un carcerato si poteva comunque “reinserire” in fabbrica.

    Nel mondo post-fordista è ben più difficile, quando il lavoro è molto più precario e individuale, e si guarda di più alla “qualità” del lavoratore.

    Miguel Martinez

  4. utente anonimo scrive:

    Intanto la povera rumena che è costretta a prostituirsi viene fermata schedata e poi espulsa, invece l’italiano finto ricco viziato pieno di capricci che finge un sequestro, viene, dai suoi familiari e dal suo paesello pure capito e perdonato. Ma che viscida compassione! E probabilmente nonostante l’aver mobilitato le forze di polizia, coinvolto la magistratura e i media verrà anche assolto dalla giustizia.

    la Cellula

  5. utente anonimo scrive:

    @3

    Una volta forse… è vero, ora è difficile trovare chi ti dà fiducia e un mestiere. L’unica possibilità di inserimento può essere offerta dalle coop, grazie sempre a qualcuno che raccomanda la persona, tipo il sindacato. Ma sempre meno anche queste.

    la Cellula

  6. kelebek scrive:

    Per la Cellula

    Tocchi un argomento di enorme importanza, quello del carcere. Ci vorrebbe qualcuno che scrivesse qualcosa di sensato e documentato in materia.

    Non ho (ancora) esperienza diretta in materia 🙂

    Miguel Martinez

  7. utente anonimo scrive:

    quando si gestisce una nazione, una regione, un comune, come si gestisce una spa, tutti i “rami secchi” vengono tagliati. Da noi è incredibile l’estensione che può assumere il concetto stesso di ramo secco.

    fabrizio

  8. vogliopartire scrive:

    D’accordo con te Miguel…bel post!

    linda

  9. kelebek scrive:

    Segnalo a tutti il blog di Linda (commento n. 8), uno dei migliori (o peggiori) ritratti d’Italia disponibili.

    I suoi ultimi post sono assolutamente in tema.

    Dai complimenti di Libero a Domenici, al discorso di Cossiga di 20 anni fa in cui presenta gli stessi problemi dell’Italia di oggi, all’associazione dei licenziati cinquantenni che non se la fila nessuno…

    Miguel Martinez

  10. utente anonimo scrive:

    miguel,

    bel post, grazie, leggerlo e sapere che lo leggeranno centinaia e centinaia di persone mi consola un po’ e in qualche modo lenisce la rabbia che questo fatto ha suscitato in me, una rabbia e un disgusto enorme per l’ipocrisia, il vincere facile, il conformismo della stampa, la mancanza di umanità della cosiddetta opinione pubblica , la faccia tosta dei politici intenti a coltivare il loro orticello.

    maria

  11. utente anonimo scrive:

    Non hai tutti i torti, Miguel.

    In particolare, credo che le istituzioni dovrebbero darsi di più da fare per aiutare gli immigrati a sistemarsi con un lavoro (anche perché, almeno dalle mie parti, le fabbriche esistono ancora, spesso cercano personale e non da ultimo offrono spesso e volentieri contratti a tempo indeterminato).

    Penso che molti finiscano nei guai soprattutto per ignoranza delle procedure e degli obblighi stabiliti dalla legge. E credo che a questo si potrebbe e si dovrebbe porre rimedio.

    Ma è anche vero – per quanto sia triste ammetterlo – che nessuna società può sobbarcarsi un numero di irregolari stranieri superiore alle proprie possibilità. E infatti nessuna società lo fa. In fondo i tanto mitizzati paesi scandinavi funzionano bene per una semplice ragione: hanno tanto spazio e pochi abitanti. Se la Svezia anziché nove milioni di abitanti ne avesse sessanta come l’Italia – quindi con una proporzione comunque più bassa, vista la sua maggior estensione territoriale – allora ciao ciao al glorioso welfare fennoscandinavo 😉

    Z.

    p.s.: Un collega neozelandese di un mio caro amico gli diceva sempre: “Bologna è una città bellissima ma non ci vivrei mai. Perché? Come perché? Ma guarda! Too much people, cazzo!” 🙂

  12. kelebek scrive:

    Per Z n. 11

    La questione è sempre quella: i problemi creati dal sistema economico attuale sono globali, le soluzione sono sempre locali.

    Ed è chiaro che l’Italia non può risolvere i problemi del mondo.

    Ma se vogliamo almeno capire perché nascono i problemi, perché ogni lavavetri che cacciamo da Firenze va magari ad affollare una cittadina come Empoli, finché non li buttano fuori da lì… bene, dobbiamo fare “sociologia”, quella cosa che Amato tanto disprezza.

    Io non credo che esistano soluzioni, perché questi fatti sono solo sintomi di una malattia ben più profonda, e che nessuno ha intenzione di curare.

    Miguel Martinez

  13. utente anonimo scrive:

    I problemi creati dal sistema economico attuale … non è che per caso sono gli stessi creati da tutti i sistemi economici passati?

    Dove vedi la specifica gravità del sistema attuale?

    Francesco

  14. utente anonimo scrive:

    “Ed è chiaro che l’Italia non può risolvere i problemi del mondo”

    giusto, ma allora perché prendersela con il sindaco di bologna/firenze che cerca solo di risolvere i problemi di (una parte almeno) dei suoi concittadini?

    roberto

  15. kelebek scrive:

    Per Francesco n. 13

    Anche l’imperialismo dell’Ottocento aveva effetti globali, indubbiamente.

    Ma mai fino al punto in cui li ha il sistema attuale.

    Direi che è qui la differenza.

    Miguel Martinez

  16. kelebek scrive:

    Per roberto n. 14

    Quando busseranno alla tua porta, alle 7 di mattina, con i pargoli che frignano, e ti diranno che butteranno giù la tua casa a colpi di ruspa entro mezz’ora, le cose diventeranno più chiare.

    Poi è chiaro che a te non succederà, perché hai una nazionalità in regola, studi in regola, un lavoro in regola, una casa in regola. E puoi sempre dimostrare i “mezzi leciti di sussistenza”.

    Miguel Martinez

  17. vogliopartire scrive:

    circa 20 anni fa’, stavo a casa di amici…eravamo in tre: io antipatica comunista con mille speranze, profondamente onesta con molto rispetto per tutto cio’ che era pubblico, mai mi sarei sognata di fregarmi un posto fisso se non me lo fossi meritato con un concorso regolare…una mia amica di destra, funzionaria della Rai, si era fregata il posto perche’ arciraccomandata, lo ammetteva era pure ricca, ma lo stiperndio rubbbato era ottimo per le spesucce…litigavamo spesso, ma i nostri mariti erano amici d’infanzia, sopportavo per rispetto all’amicizia che durava da tanti anni…l’amico che stava con noi le disse: ricordati che ha ragione Linda, prima o poi i nodi veranno al pettine, i soldi che questo stato sta regalando a piene mani, agli amici e agli amici degli amici, un giorno finiranno, e il debito lo dovranno pagare tutti…anche Linda che non si è presa un cazzo. Un giorno non basteranno porte cancelli cassaforti per fermare tanta gente che sara’ ridotta alla fame perche’ gli ingordi stanno saccheggiando senza pieta’ ovunque, nel mondo.

    Parole sante!

  18. vogliopartire scrive:

    Stiamo o no in Afghanistan per aiutare gli afghani a ristabilire un po di democrazia? e come mai la pruduzione di oppio aumenta sempre di piu’…e come mai girano quintali di cocaina che rende scemi e crudeli tanti poveri disgraziati che commettono crimini orribili, ( devo dire che li commette pure il vicino di casa che sembra padre pio) pero’ perche’ gira tutta questa droga per il mondo? ma non si era detto che la droga dell’Afghanistan doveva servire per la terapia del dolore…cosi ho sentito dire a Massimo Barra Presidente della croce Rossa Italiana.

    E’ facile la caccia al poveraccio!

  19. vogliopartire scrive:

    Voglio precisare che mi sono oramai convinta che il comunismo è stato un male necessario, come disse il Papa, ma oggi non sopporterei nessuna dittatura, vorrei un paese dove per vivere non serva un ideale, ma amministratori capaci e onesti…e che tutti operino per il BENE COMUNE!

  20. Airel81 scrive:

    aldilà della facile demagogia, esiste un malessere sociale che non può essere nascosto come si fa con la polvere sotto il tappeto.

    Ogni tanto bisogna far pulizia, e per davvero. Solo, lo si fa sempre nella maniera più sbagliata… ma su questo ho dei dubbi.

    Ciao

  21. utente anonimo scrive:

    Io penso che Amato in realtà vuole applicare una forma di “sociologia”, è solo che questa forma è studiata per tornare a beneficio di alcune categorie collegate al business della sicurezza. La linea dura di Amato consiste nella dottrina dello scaricabarile; tu sei affetto da problemi e per la società sei un problema perchè disturbi la normale quiete pubblica, quindi io Stato ti debello in quanto, problema, e ti creo ulteriori problemi multandoti o privandoti della libertà (scusate le ripetizioni). L’unico filo logico che si intravede da questa dottrina sociologica è quello di un disegno che in cambio di una pace apparente dei cittadini contribuisce ad inferocire la criminalità.

    La criminalità, micro o macro che sia, viene alimentata dallo Stato stesso, che, utilizza per tenere sotto pressione psicologica le masse popolari.

    (Strano è che il tema della sicurezza sia spesso l’argomento prioritario nelle campagne elettorali!)

    Non mi stupirei se la “linea Amato” fosse solo una gran dietrologia pubblicitaria a favore del costituente Partito democratico. Ovvero; dimostrare di aver spazzato via il marcio che è in bella vista nelle città italiane, giusto, per aumentare il sentimento di fiducia da parte dell’elettorato che torni in seguito a vantaggio delle politiche apparentemente risolutive attuate dalla pseudo sinistra (che sarà in sostanza il futuro Pd).

    la Cellula

  22. kelebek scrive:

    Per la Cellula n 21

    Difficile dire quanto certe strategie siano coscienti: credo che la politica selezioni ferocemente le persone in grado di applicare le strategie vincenti, senza che loro stessi se ne rendano conto.

    Comunque il ciclo vizioso del securitarismo è esattamente come dici tu.

    Mi ricordo le campagne della Lega, in certi comuni del Nord Italia, per smantellare le associazioni che aiutavano l’integrazione degli immigrati.

    Ne risultava, ovviamente, una maggiore criminalità e più problemi di ogni sorta.

    E quindi la gente votava ancora di più per la Lega.

    Adesso la prassi è universale.

    Miguel Martinez

  23. utente anonimo scrive:

    giusto che siamo un pochino più globali? guarda che allora c’era più spazio per molti imperialismi, più locali

    massimo era più pittoresco

    Francesco

    io non mi fermavo affatto all’800, non credo l’imperialismo Zulu o Inca fosse più benefico.

  24. utente anonimo scrive:

    Miguel,

    — La questione è sempre quella: i problemi creati dal sistema economico attuale sono globali, le soluzione sono sempre locali. —

    Anche qui non hai torto. Ma proprio per questo non si può biasimare se un amministratore locale, quale è un sindaco, tenta una soluzione locale.

    — Ed è chiaro che l’Italia non può risolvere i problemi del mondo. Ma se vogliamo almeno capire perché nascono i problemi, perché ogni lavavetri che cacciamo da Firenze va magari ad affollare una cittadina come Empoli, finché non li buttano fuori da lì… bene, dobbiamo fare “sociologia”, quella cosa che Amato tanto disprezza. —

    Infatti non penso, né ho mai scritto, che di queste cose non si debba discutere. Se lo pensassi sarei fuggito da questo blog a gambe levate 🙂

    — Io non credo che esistano soluzioni, perché questi fatti sono solo sintomi di una malattia ben più profonda, e che nessuno ha intenzione di curare. —

    Perdonami Miguel, ma se non c’è una soluzione a che serve discutere di queste cose? tanto varrebbe discutere del sesso degli angeli 😉

    Io penso che si possa e si debba discutere proprio perché le cose nel lungo termine si possono cambiare. Ciò non toglie che nel breve termine si possa e si debba agire, sia promuovendo l’integrazione degli immigrati sia proteggendo la sicurezza degli indigeni. Sono convinto che non sia cosa facile: ma solo un qualunquista potrebbe davvero pensare che fare politica bene sia una cosa facile.

    Z.

  25. utente anonimo scrive:

    Miguel

    credo che questo venga messo in conto da chi decide di emigrare illegalmente. Si fa una valuazione costi/benefici e si decide di rischiare.

    Nella stragrande maggioranza dei casi, se non si delinque, la si sfanga.

    Francesco

  26. utente anonimo scrive:

    Però si tratta anche e soprattutto – non mi stancherò mai di ripeterlo! – di mostrare agli immigrati quali sono le regole da rispettare e come possono lavorare rispettandole. Altrimenti è facile diventare “delinquenti” per la legge.

    E bisogna ammettere che la Turcossi-Finolitano, che non ti dà il permesso se non hai il lavoro e non ti dà il lavoro se non hai il permesso, non va certamente in quella direzione.

    Però la Bossi-Fini, oltre ad avere qualche lato negativo di poco o nessun conto (intasare i tribunali, sbattere in galera persone a caso e rendere più difficili le espulsioni di clandestini) ha i suoi lati positivi: è scritta talmente male che anche lo studente più mediocre può leggerla e consolarsi, pensando che c’è qualcuno più somaro di lui.

    Sarei curioso di conoscere chi ha raccomandato il tecnico che ha scritta per conto di Mantovano una legge che ha costretto la polizia ad arrestare e trattenere in Italia un tunisino mentre stava lasciando l’Italia per tornare nel suo Paese!

    Z.

  27. utente anonimo scrive:

    miguel (16),

    se parli ancora di bologna prendo atto che avreti preferito che i rumeni finissero nell’adriatico…de gustibus (e se fossi di malumore potrei farti notare che tanto tu il rischio di affogare in casa tua non lo corri, come non corri il rischio di andartene in galera per aver lasciato affogare qualcuno)

    comunque proprio non ho capito cosa c’entra con il mio post 14?

    ho detto (come poi dice z. un post dopo): i sindaci non possono affrontare problemi mondiali, ergo affrontano quelli locali.

    li affrontano bene? male? boh questo è un discorso che si deve vedere caso per caso, soluzione per soluzione.

    ma certo non puoi chiedere a cofferati o a dominici di salvare il mondo.

    roberto

  28. kelebek scrive:

    Per roberto n. 27

    Io non abito a Bologna, e quindi ne so di meno di chi ci abita.

    Da quello che so io, non mi risulta che Cofferati si sia presentato come “il sindaco che diede una casa a chi ci costruisce le case, per salvarli dalla piena del fiume”; ma come “l’uomo forte che ha cacciato i vagabondi da Bologna”, come raccontavano, d’altra parte, i media all’epoca.

    Sono sicuro che se Cofferati avesse invitato i muratori a trasferirsi in un altro luogo equivalente, ma al riparo dalla piena del fiume, essi ci si sarebbero trasferiti senza bisogno di ruspe che buttassero giù le loro casette nel giro di poche ore.

    Miguel Martinez

  29. kelebek scrive:

    Un po’ per tutti

    C’è comunque un malinteso. Io non biasimo nessuno.

    Se qualcuno fa il sindaco, ha tre doveri:

    1) fare gli interessi della propria fazione politica

    2) piacere agli elettori

    3) farsi rieleggere.

    I sindaci che ho citato, a mio avviso, sono riusciti egregiamente a fare tutte e tre le cose.

    I loro provvedimenti strappano voti alla (cosiddetta) opposizione; entusiasmano la grande maggioranza dei cittadini; e garantiscono la rielezione.

    Domenici a Firenze ha appena “minacciato” elezioni anticipate, in caso di dissensi interni. Trattandosi di un sindaco fino a oggi non particolarmente popolare, si può essere sicuri di una vittoria straordinaria, dopo il provvedimento contro i lavavetri.

    Se invece il sindaco lanciasse una politica, che so, di “tolleranza zero” verso i cantieri edili non in regola, bloccherebbe la costruzione di case in cui la gente ha investito soldi, darebbe un colpo grave all’economia locale e andrebbe contro tutti e tre i suoi doveri che ho elencato sopra.

    Non vedo proprio cosa ci sia da biasimare.

    Miguel Martinez

  30. utente anonimo scrive:

    Domenici a Firenze ha appena “minacciato” elezioni anticipate, in caso di dissensi interni. Trattandosi di un sindaco fino a oggi non particolarmente popolare, si può essere sicuri di una vittoria straordinaria, dopo il provvedimento contro i lavavetri

    maria

    trovo questa minaccia piuttosto ridicola, se si vuole sciogliere il consiglio comunale di firenze, che si accomodino, io non piango di certo; trovo , poi,questo annuncio una specie di scimmiottamento di istanze istituzionali più alte e importanti come il Governo, ma non credo che se ne farà di nulla, anche se magari il personaggio sarebbe capace perchè tanto lui non si ripresenta, e forse pensa già ad altri lidi, credo che di firenze gliene importi il giusto!

    L’annuncio è anche arrogante quanto mai e trova il pretesto nella presenza di un assessore alla manifestazione di protesta tenutasi nei giorni scorsi in favore dei lavavetri, tra l’altro l’assessore in questione ha detto una cosa sensata per quanto ovvia , e cioè che di tale ordinanza se ne doveva parlare prima in giunta, ma il sindaco se ne infischia e fa un annuncio completamente insensato senza che nessuno, perlomeno ufficialmente ,dica verbo.

  31. vogliopartire scrive:

    Se invece il sindaco lanciasse una politica, che so, di “tolleranza zero” verso i cantieri edili non in regola, bloccherebbe la costruzione di case in cui la gente ha investito soldi, darebbe un colpo grave all’economia locale e andrebbe contro tutti e tre i suoi doveri che ho elencato sopra.

    ————————-

    appunto Miguel, ogni giorno ne vola disotto uno o due…dei giorni anche di piu’, ma non fa’ notizia, nessuno indaga, piange, o vuole sapere come tirera’ avanti la famiglia che resta…ma la signora infastidita dal lavavetri è una cosa insopportabbbile, questi tipacci andassero a lavorare nei cantieri edili a fare i birilli…chi è fortunato rimane diritto gli altri che caschino giu’ e che vuoi che sia, piu’ poveri muoiono meglio è…altrimenti bisognera’ assumere troppi sceriffi per tenerli a bada…sti poveri!

  32. utente anonimo scrive:

    >ho detto (come poi dice z. un post dopo): i sindaci non possono affrontare problemi mondiali, ergo affrontano quelli locali. roberto< Questo lo dici tu: e gli assessorati (con annesse pingui consulenze) per la Pace Nel Mondo, dove me li metti?:-)
    Ciao

    Ritvan

  33. utente anonimo scrive:

    >Intanto la povera rumena che è costretta a prostituirsi viene fermata schedata e poi espulsa,…la Cellula< Già…costretta…e scometto da un bieko pappone albanese, vero?:-) Ciao
    Ritvan

  34. utente anonimo scrive:

    ma se le dai un posto di lavoro da qualche parte forse non si prostituisce o forse sì, vattelapesca, però perchè rimpatriarla?

    Le prostitute straniere sono peggiori di quelle italiche?

    maria

  35. utente anonimo scrive:

    Cofferati e pare anche Domenici avrebbero richiesto per se stessi poteri di polizia!!

    Sono basita, ma non esiste di già chi esercita tali poteri, la polizia appunto, e sul versante istituzionale i prefetti? ora non ci resta che richiedano anche poteri di giudici e poi siamo a posto!

    Qualcuno anche in ambito pd ha preso timidamente le distanze, chissà come è irritato Giannini!

    Prima o poi però mi aspetto un articolo di Scalfari sul tema sicurezza o l’ha già fatto?

    maria

    maria

  36. utente anonimo scrive:

    >ma se le dai un posto di lavoro da qualche parte forse non si prostituisce o forse sì, vattelapesca, però perchè rimpatriarla? maria <
    Perché “ruba il lavoro” alle colleghe italiche. Che votano:-).

    >Le prostitute straniere sono peggiori di quelle italiche?<
    No, anzi, ofrono un rapporto qualità/prezzo decisamente superiore rispetto alle indigene (per sentito dire, eh!:-) ). La causa dell’accanimento è quella detta sopra.

    Ciao

    Ritvan

  37. utente anonimo scrive:

    Maria

    sarebbe anche ora che Prefetti e Questori, cascami di regimi autoritari napoleonici e fascisti, sparissero.

    Per i giudici, ahimè, siamo tra l’incudine dei linciaggi e il martello dei Magistrati Democratici e non riesco a scegliere.

    Francesco

  38. utente anonimo scrive:

    francesco,

    ma che c’entra, se ci sono riforme da fare che si facciano, ma nel frattempo evitiamo di fare pasticci con iniziative estemporanee.

    Del resto i prefetti hanno già subito un ridimensionamento notevole da moltissimi anni con l’avvento delle regioni.

    maria

  39. utente anonimo scrive:

    Maria

    se le riforme non si fanno, si viene sommersi di iniziative estemporanee.

    Penso alle forme surrettizie di elezione diretta del Primo Ministro, visto che siamo ancora schiavi del babau parlamentarista.

    Francesco

  40. PinoMamet scrive:

    “sarebbe anche ora che Prefetti e Questori, cascami di regimi autoritari napoleonici e fascisti, sparissero.

    Francesco”

    nella teoria potrei anche essere d’accordo con te (ma addirittura i questori! che ti hanno fatto i questori?)- nella pratica, come sai, li preferisco ai sindaci.

    Sì, almeno in Italia reputo più prudente mettere un funzionario paracadutato da chissà dove al posto di un qualche riccastro o leccaculo di riccastri locale.

    Ciao!! 🙂

  41. utente anonimo scrive:

    Miguel (#28),

    — Da quello che so io, non mi risulta che Cofferati si sia presentato come “il sindaco che diede una casa a chi ci costruisce le case, per salvarli dalla piena del fiume”; ma come “l’uomo forte che ha cacciato i vagabondi da Bologna”, come raccontavano, d’altra parte, i media all’epoca. —

    Cofferati non intendeva “cacciare i vagabondi da Bologna”, ma solo allontanarli dai luoghi ove il loro abusivismo – in ogni senso – era fonte di gravi disagi per la popolazione del vicinato. Laddove la situazione rischiava di precipitare – sul lungofiume e, in tutti i sensi, in via Casarini – ha agito d’urgenza.

    — Sono sicuro che se Cofferati avesse invitato i muratori a trasferirsi in un altro luogo equivalente, ma al riparo dalla piena del fiume, essi ci si sarebbero trasferiti senza bisogno di ruspe che buttassero giù le loro casette nel giro di poche ore. —

    Se per “un altro luogo equivalente” intendi “un’altra bidonville autonoma in tutto e per tutto identica, salvo che per il fiume” è evidente che Cofferati non poteva fare un proposta del genere.

    Se intendi semplicemente che potevano trasferirsi altrove, beh, non è che l’idea di sgomberare il Reno sia nata così in una notte. Se ne discuteva già da tempo.

    Stessa cosa per gli altri sgomberi succedutisi in città in questi anni.

    E in ognuno di questi casi si è cercato un nuovo alloggio per gli immigrati regolari che – ad esempio – dal Ferrhotel sono stati traslocati a Villa Salus. Quelli clandestini sono stati espulsi, naturalmente, ma non certo per arbitraria decisione di Tex Willer 😉

    Z.

  42. utente anonimo scrive:

    >…E in ognuno di questi casi si è cercato un nuovo alloggio per gli immigrati regolari che – ad esempio – dal Ferrhotel sono stati traslocati a Villa Salus. Quelli clandestini sono stati espulsi, naturalmente, ma non certo per arbitraria decisione di Tex Willer 😉 Z.< Caro Z., dissento da te (e ovviamente anche dar Cinese) PER IL MODO in cui è stato fatto lo sgombero, non tanto per lo sgombero in sé.
    Se la tua casetta di cittadino italico è pericolante e vogliono dartene un’altra, non è che si presentano senza preavviso con le ruspe quando tu sei al lavoro, terrorizzando tua moglie e i tuoi bambini piccoli, demolendo la tua casetta e seppellendo nelle macerie i tuoi mobili e così via.

    Non vedo perché per degli stranieri si doveva agire diversamente. O che 4 pesi e 18 misure?

    Ciao

    Ritvan

  43. utente anonimo scrive:

    Ritvan,

    Cofferati è un decisionista autoritario, certo, e su questo è d’accordo ormai tutta la città 🙂 Però in questo caso non mi sento di criticarlo.

    Dal punto di vista della procedura, non è facile effettuare una notifica in via delle Baracche 13. Inoltre a casa non sta sta sulle rive di un fiume, né (purtroppo) sul lido del mare; il suo proprietario è anche proprietario del suolo; la sua permanenza non costituisce un obiettivo pericolo per sé stesso e per gli altri. Insomma: anche qualora avessi edificato abusivamente (non l’ho fatto, eh!) non ci sarebbero ragioni per piallarmi la casa in mia assenza.

    Ma è forse il punto di vista pragmatico quello che qui rileva di più. Se Cofferati avesse dato il preavviso si sarebbe trovato davanti:

    – i consiglieri comunali PDCI e PRC;

    – noglobbal, varie ed eventuali;

    – gli abusivi pronti a resistere, appoggiati dai suddetti, con tanto di mogli e figli.

    Al che o si disperdeva con la forza tutto il gruppone – soluzione poco praticabile, e peraltro davvero poco caritatevole verso le famiglie romene – o finiva tutto a tarallucci vino in puro stile ‘O Sugo. E visto che siamo in Italia, sarebbe finito tutto a tarallucci e vino in puro stile ‘O Sugo. A cinque giorni dalla piena.

    Stessa cosa, cambiate le mutande, per il Ferrhotel.

    Z.

  44. utente anonimo scrive:

    leggasi:

    …inoltre casa mia…

    Z.

  45. utente anonimo scrive:

    x Pino

    lo so che sul tema della democrazia siamo in disaccordo.

    Non capisco perchè se posso votare per il Parlamento non posso farlo per un vero Sindaco.

    Certo, esiste la proposta The Economist”: sostituire TUTTI i detentori di potere politico italiani con funzionari svizzeri.

    Francesco

  46. utente anonimo scrive:

    x Z (#43)

    Non ti arrampicare sugli specchi: anche tenendo presente l’ipotesi taralluccesca, sarebbe bastato raccogliere ed inscatolare ordinatamente tutto ciò che si trovava nelle baracche – passaporti ed altri effetti personali dei disgraziati inclusi – prima di spianarle con le ruspe. Ma evidentemente Er Cinese alla proprietà privata di spregevoli baraccati non fa molto caso:-).

    Ciao

    Ritvan

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