Dâr Fûr (V)

Il giro che abbiamo appena fatto nel creativo mondo della statistica non ha lo scopo di sottovalutare ciò che succede nel Darfur o nella Repubblica centrafricana.

Le cose potrebbero stare peggio, o meglio, di quanto facciano credere alcune statistiche; il punto è che quelle statistiche sono praticamente prive di senso.

Ma se sono prive di senso, perché esistono? Perché non esiste strage senza enumerazione?

L’Occidentale Medio Mediatizzato ha assoluto bisogno di due cose: il Primo Piano e la Statistica. Il Darfur offre entrambi.

Il Primo Piano è costituito dal viso triste di una donna o di un bambino.

Il Primo Piano è perfettamente intercambiabile: la Vedova della Rapina al Tabaccaio ("signora, signora, ci dica cosa prova a vedere suo marito steso per terra?"), la Bambina Albanese (si pensi a quel film geniale che è Sesso e potere) o la Profuga del Darfur.

Il Primo Piano è inscindibile dal mezzo televisivo: nel salotto di casa, ospitiamo una persona alla volta. E ci piace che sia debole e fragile e non aggressiva. E che ci faccia provare il sottile piacere della superiorità, della nostra capacità di compassione.

La divisione del lavoro ci libera dal dover mai uccidere i polli, combattere i ladri con le nostre mani o fare guerre; e questo genera in noi un simulacro di bontà.

A differenza dei janjaweed (straordinario il potere mediatico che rende universalmente noto un oscuro termine del dialetto dei Baggara del Kordofan), non sgozziamo né capre né nemici. Perché abbiamo gli addetti, i tecnici, che fanno entrambi per noi.

Con le nostre mani che non hanno mai toccato il sangue, porgiamo un fazzoletto alla Vedova che Piange: sta qui la profonda ambiguità del pacifismo, la sua capacità di mobilitare enormi masse di occidentali nel 2003, a passeggiare con bandiere arcobalene, suonar tamburi e saltellare, perché la guerra è una cosa che non si fa.

In una piccola minoranza, ciò si traduce in coerente ed eroico impegno, che merita un rispetto totale: si pensi a Gino Strada.

Ma nella grande maggioranza, si traduce in un generico gioco delle Vittime e dei Vittimi: il politicamente corretto, l’assenza di ogni analisi, il mero disgusto per le cose brutte che si vedono in televisione, il rifiuto totale di concepire culture diverse da quella dell’italiano medio si pongono così a disposizione di qualunque manipolazione mediatica.

Il Primo Piano parla direttamente alle emozioni; ma ottiene certezza razionale dalle statistiche. E qui occorre fare una piccola divagazione.

Provo da sempre un orrore profondo, istintivo per la falsificazione capitalista. In questo, non sono mai cambiato: la mia vita è la storia dei tentativi, spesso assurdi, di capire il senso di questo orrore, e come andare verso il contrario della falsificazione, che è il riconoscimento del vero.

Quando ogni cosa è merce, nessuna cosa è se stessa: nel momento stesso in cui gioco per denaro, cesso di giocare; in cui canto per denaro, cesso di cantare; in cui amo per denaro, cesso di amare.

Quando ogni cosa si trasforma in merce, rimane solo il denaro, perfettamente intercambiabile – i soldi che spendo per un CD prodotto dall’industria culturale potrebbero comprarmi, ugualmente, qualunque altra cosa.

Il denaro, essendo privo di ogni qualità, positiva o negativa, è quindi assolutamente semplice, e può essere colto, teoricamente, dalla più pura ignoranza.

E’ infatti pura quantità, in fin dei conti fluttuante e travolgente inesistenza.

La grande rivoluzione degli ultimi decenni consiste nell’accettare che il capitale, da semplice fattore della vita umana, ne diventi il padrone assoluto: ecco che entriamo nell’era del capitalismo totale, come lo definisce Marino Badiale. 

Il capitale, facendosi totale, determina quindi non solo le scelte politiche, ma ristruttura la psiche umana.

Le merci, per quanto incredibilmente varie, finiscono per somigliarsi tutte.

E’ curioso come il sistema che più esalta la libertà di scelta (e di consumo) individuale, che più ha demolito i legami – gradevoli o sgradevoli – della società, abbia prodotto per la prima volta la standardizzazione dell’abbigliamento, dell’arredamento, dell’alimentazione, dei gusti, nell’intero pianeta: l’individualizzazione è così anche uniformizzazione.

I metodi con cui tutte le merci vengono prodotte, i ragionamenti dei loro produttori, sono sempre più simili, perché è unico il capitale che fluisce, sempre più veloce e insensato, dietro petrolio, droga, turismo, armi, cinema, prostituzione, edilizia, media, elettronica, alimentazione…

C’è un solo modo di valutare e capire il denaro: contarlo. In fondo, cos’altro si può fare con un’astrazione numerica? Una volta che abbiamo contato l’incasso della giornata, all’azienda non resta alcun mistero o alcun significato, se non le ore di vita che ci ha rubato.

Tanto siamo corrosi interiormente, che estendiamo automaticamente questo modo di valutare a ogni cosa del mondo; e crediamo di possedere il senso delle cose, nel momento in cui le abbiamo contate.

Se non riusciamo a contarle, perché i numeri semplicemente non si trovano, li inventiamo con assoluta tranquillità.

Questo è il meccanismo di fondo, che poi si concretizza a tutti i livelli.

Lo vediamo nel caso dell’Africa.

Ogni anno, la sola Unione Europea lancia sette miliardi di Euro di "aiuti internazionali" dalla finestra.

Una famelica folla di organizzazioni non governative è lì sotto, che agita progetti-paniere in cui raccoglierli.

Tra queste ONG, ricordiamo che una buona parte sono semplicemente emanazioni di ditte europee, create appositamente per indurre bisogni specifici – lo stesso metodo per cui certe stampanti quasi te le regalano, per poi venderti le cartucce  a quaranta euro l”una.

Va da sé che la probabilità di riuscire a partecipare alla spartizione del bottino è più elevata, più si riesce a far sembrare drammatico il proprio progetto. E qui contano soprattutto i numeri, che saranno necessariamente calcolati sempre nella maniera più generosa.

La stessa considerazione vale per gli assistiti sul luogo, che devono mostrare le proprie piaghe nel modo più ostentato possibile, per poter sperare di sorpassare la lunga fila dei dannati. E anche loro, o i loro dirigenti, imparano presto a manipolare le cifre.

E’ vero che per ogni mendicante che si inventa trenta figli, o sostiene di aver avuto quattro madri ammazzate, ci sono innumerevoli altri che vivono davvero in situazioni infernali, ma di cui i contatori di tragedie umane non si accorgeranno mai: i morti finti bilanciano così i morti ignorati, aggiustando rozzamente il conto.

Nella lotta darwiniana per fare notizia, che coinvolge assistiti, assistenti e giornalisti, la conquista dell’Attimo Mediatico avviene a colpi di Primi Piani e di Statistiche: il numero grande mangia il numero piccolo.

Così, a proposito di tutt’altro tema, l’agenzia ADN Kronos informa che

 "Secondo Luigi Camilloni, presidente dell’Osservatorio Sociale, ”le sette sataniche stanno invadendo l’Italia e si stima che il numero degli adepti nel Paese [Italia] sia arrivato addirittura alle 600.000 unità”.

Non sto a spiegare adesso perché dire che gli iscritti a "sette sataniche" sarebbero più dei bolognesi costituisce una demenziale menzogna.

La cosa interessante è che qui troviamo i quattro pilastri della balla mediatica.

Infatti, c’è l’Esperto-Oracolo, autorizzato a sentenziare.

Il fatto che lui sia un Esperto, lo garantisce il fatto che è presidente di un Osservatorio. Che nessuno conosce. In perfetta circolarità, l’Osservatorio si limita a pubblicare le sentenze dello stesso Esperto.

L’Esperto-Oracolo sentenzia su Realtà Misteriose, che la gente non potrebbe altrimenti conoscere: sette sataniche, Darfur, pedofilia in rete, l’Iraq…

E la sua sentenza consiste in Numeri. Grossi e tondi.

Di fronte alla Realtà Misteriosa – cioè tutto quanto esca dal mono del teatrino politico, della borsa, della vallette – i Media ricorrono a un doppio approccio: l’esotismo turistico-hollywoodiano e la definizione statistica.

L’esotismo turistico-hollywoodiano ("trovati resti di riti magici davanti al Duomo – Osama Bin Laden colpisce ogni 11 del mese – veggente sa tutto sulla misteriosa scomparsa del bambino – scoperta tribù amazzonica incontaminata dall’uomo bianco") rende il mondo un attraente circo di Buffalo Bill.

Il Numero, viceversa, permette di definire, di controllare, di semplificare e quindi di occidentalizzare.

La Tragedia Umanitaria, rituale ripetuto ormai molte volte negli ultimi decenni, si giooca tutta su questo contrasto: il Cattivo viene isolato nell’esotico-hollywoodiano (i janjaweed), perché il male non va capito, ma annientato. Il Buono, invece viene portato nel Primo Piano (il volto) e nel Numero, diventando così doppiamente comprensibile.

Trecentomila darfuriani morti sono perfettamente comprensibili, a differenza di un unico darfuriano vivo; i numeri ci salvano così dal lavoro antropologico, il tentativo difficile di comprendere davvero l’Altro, o almeno di intuirne il contorno.

E così la numerazione permette di ridurre l’affascinante e spaventosa complessità dell’umanità a qualcosa che persino un Occidentale Medio può illudersi di capire.

 

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110 risposte a Dâr Fûr (V)

  1. utente anonimo scrive:

    Miguel, tanto per mostrare i pericoli di ragionare di un luogo prescindendo dalla sua realtà ma utilizzandolo come “luogo dell’immaginario”:

    “Basta lasciare giovani maschi e giovani femmine insieme senza leggi, e ben presto si forma un gruppo dominante di maschi violenti ed armati che schiavizza gli altri e monopolizza tutte le femmine. Cosa fanno i signori della guerra in Africa, cosa fanno gli arabi nel Darfur? ” questo è alberoni sul corriere online di oggi che discute dei giovani che filmano le giovani col telefonino e nello specifico parla di crepe nella civiltà bimillenaria.

    ruys

  2. vogliopartire scrive:

    Scusa Miguel se sono andata fuori tema nel post Darfur IV…conosco questa tremendo sterminio in Darfur, ma mi chiedo che fine hanno fatto tutti i pacifisti italiani, sono scomparsi? io personalmente faccio quello che posso sul mio blog e lo faccio a modo mio, puo’ piacere o no, onestamente me ne frego. Trovo talmente indecenti certi comportamenti dei nostri politici che bisogna assolutamente che sappiano che non siamo tutti scemi.

    Non scrivo altro, andrei fuori tema, e non sono mai stata in Africa.

    Un saluto.

    L.

  3. kelebek scrive:

    Per Vogliopartire n. 2,

    Non ho alcun problema con dei “fuori tema” intelligenti e importanti, come sono i tuoi.

    Ognuno poi parla di ciò che conosce: io, sul tema cruciale delle morti bianche, direi probabilmente cose piuttosto superficiali.

    Quindi, benvenuti i tuoi interventi e le tue segnalazioni, su qualunque tema.

    Miguel Martinez

  4. utente anonimo scrive:

    A proposito di “janjaweed”, forse è cosi nota anche perchè due delle parole (una un pò storpiata, l’altra corretta) che piacciono di più a chi ama indignarsi su ordine del proprio quotidiano/telegiornale preferito…

    Giovanni

  5. utente anonimo scrive:

    Qualunque sforzo di darci la salute è vano. Questa non può appartenere che alla bestia che conosce un solo progresso, quello del proprio organismo. Allorché la rondinella comprese che per essa non c’era altra possibile vita fuori dell’emigrazione, essa ingrossò il muscolo che muove le sue ali e che divenne la parte più considerevole del suo organismo. La talpa s’interrò e tutto il suo corpo si conformò al suo bisogno. Il cavallo s’ingrandì e trasformò il suo piede. Di alcuni animali non sappiamo il progresso, ma ci sarà stato e non avrà mai leso la loro salute.

    Ma l’occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c’è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l’uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l’ordigno non ha più alcuna relazione con l’arto. Ed è l’ordigno che crea la malattia con l’abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati.

    Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie. (italo svevo, la coscienza di zeno)

    Scordiamo i classici e andiamo dietro i nouveau philosophes. Qui svevo dice l’esatto contrario di alberoni. Non è la civiltà che ha una crepa ma la crepa È la civiltà. Non m’interessa stabilire chi abbia ragione dei due, ma intanto stabilire che il sottinteso d’alberoni è molto traballante. Altro che “pensiero civile” contro “comportamenti incivili”, se il pensiero civile, qui per voce d’un grande artista, ha messo in dubbio la bontà della civiltà stessa e la sua enorme pericolosità. Uno magari in svevo ci legge darwin, con quella legge naturale del più forte, e non sbaglia. Purché si dia profondità storica alla cosa. O come spieghiamo questo passo di seneca, per esempio, che darwin mica l’ha letto (in compenso leggeva i filosofi greci): naturae est enim potioribus deteriora summittere (ad lucilium, xc). Anzi, chi avrà la pazienza di leggersi tutto il passo della lettera xc dalla citazione prodotta, troverà uno svevo molto più “senecano” che “darwiniano”, e che la “furbizia” di cui parla svevo contrapposta alla “salute”, assomiglia molto alla “sagacitas” di cui parla seneca, che il filosofo romano contrappone alla “sapientia”. Lunga storia ha l’idea del “più forte”, “fittest”, “potior”. Per la società antica e per quella moderna, seneca e svevo ci dicono che l’uomo più forte, più adatto è ormai l’uomo con più mezzi tecnici e più civilizzato. Ma che proprio da ciò sia nato uno scollamento via via maggiore tra “fittest” e “optimus” tra “più adatto” e “migliore”. Che facciamo, li espungiamo dal “pensiero occidentale”?

    Ultimo ma non infimo, cos’è quell’inutilmente demonizzato telefonino d’ultima generazione che riprende anche immagini, se non un “ordigno”? La sua sola presenza nella scena ci fa capire quanto più fine sia, anche per l’oggi, l’analisi sociale di svevo (1925!), si accettino o meno le sue conclusioni, che le sconclusionate parole sopra l’attualità sociale di alberoni.p

  6. utente anonimo scrive:

    “Sette per tre ventuno/ il due mangia l’uno…”

    Paolo

  7. utente anonimo scrive:

    >…la Bambina del Kosovo (si pensi a quel film geniale che è Sesso e potere) MM<
    Tutto perfetto. Peccato che la bambina in questione non fosse (e non poteva essere) del Kosovo, visto che il sullodato film ambientava la guerra in Albania e quella – vera – del Kosovo era ancora di là a venire. E il Kosovo non fa parte (ancora:-) ) dell’Albania.

    Miguel, per quali diabolici scopi disinformativi hai fatto il suddetto pasticcio?:-) Chi ti paga per confondere il Kosovo con l’Albania?:-)

    Ciao

    Ritvan il Bieko Komplottista

  8. utente anonimo scrive:

    >…lo stesso metodo per cui certe stampanti quasi te le regalano, per poi venderti le cartucce a quaranta euro l”una. MM<
    E tu ti compri le cartucce compatibili o il kit per riempire quelle originali (che anche un bambino sarebbe in grado di usarlo, figuriamoci un traduttore di manuali tecnici:-)) e così le fotti tu – e giustamente – le bieke multinazionali della cartuccia da 40 euri.

    Miguel, la vita è un’eterna lotta fra chi vuol fottere il prossimo e chi non ci sta ad essere fottuto. L’importante è che ci siano abbastanza mutande di ghisa sul mercato. Che nella fattispecie coincidono con le cartucce compatibili e coi kit di colore.

    Ciao

    Ritvan

  9. utente anonimo scrive:

    >…rende il mondo un attraente circolo di Buffalo Bill. MM<
    Non mi risulta che Buffalo Bill avesse un “circolo”. Mi risulta, invece, che lavorava in un “circo”.

    Ciao

    Ritvan ‘O Pignolo.

  10. Santaruina scrive:

    Considerazioni interessanti Miguel.

    Solo un appunto da parte mia sulla questione “capitalismo”.

    Il denaro alla fine dovrebbe essere solo una merce, una merce che ha la capacità di favorire gli scambi di altre merci.

    Senza la possibilità di scambiare la maggior parte degli uomini non potrebbe continuare le proprie esistenze.

    Quindi ben venga ciò che facilita gli scambi, e mal venga tutto ciò che li limita o li dirige, come gli stati nazionali e i governi dirigisti, come sono tutti i governi, di destra o sinistra, per il solo fatto di “governare”.

    Il capitalismo “disumano” non è la causa dei mali che descrivi, e la tua denuncia ha connotati “morali”, che personalmente potrei anche condividere.

    La mercificazione del tutto è casomai un sintomo dei tempi, e il capitalismo per come si è evoluto lo è altrettanto, ma non è la causa di tutto questo.

    Le cause stanno altrove.

    Blessed be

  11. utente anonimo scrive:

    Dalla Sacra Wikipedia:

    Janjaweed

    Con il termine janjaweed (o janjawīd) sono indicati i miliziani filogovernativi impegnati nella guerra civile nella regione del Darfur in Sudan. Essi però rifiutano tale definizione e preferiscono essere chiamati mujāhidīn (guerrieri impegnati nel jihād) oppure “guardie di confine” o ancora “brigate di ricognizione”.

    Fino a non molto tempo fa però janjaweed era un insulto colloquiale, usato per indicare un cattivo comportamento. L’etimologia del termine è l’arabo jinn (sorta di demone) e jawād (cavallo).

    Ciao

    Ritvan ‘O Semiologo De Noantri

  12. utente anonimo scrive:

    Ho un amico cattolico che ha circa la tua opinione del denaro.

    Eppure la scomodità del baratto dovrebbe essere evidente quanto l’impraticabilità dell’autoproduzione.

    Per non parlare della sua idea di un’economia senza scambi diretti, in cui il prendere e il dare sono due momenti distinti e autonomi.

    Francesco

  13. kelebek scrive:

    Per Ritvan 8 e 10,

    impressionante come sfuggano sempre questi piccoli errori. Eppure cerco di leggere e rileggere i testi 🙁

    Grazie

    Miguel Martinez

  14. utente anonimo scrive:

    ritvan ,

    ma cos’è il kit per riempire le cartucce originali delle stampanti e quindi risparmiare qualche euro?

    Dove si compra?

    grazie

    maria

  15. utente anonimo scrive:

    x Maria

    a Milano ci sono i negozi Ecostore(mi sembra).

    di certo su Internet ne trovi a bizzeffe di riferimenti

    basta mettere ricarica cartucce stampanti in Google e vedere con molta diffidenza i risultati (io di solito scarto i primi 10 perchè sono sponsorizzati o truffaldini)

    quando trovi un negozio della tua città, fai la prova.

    io uso cartucce non di marca e l’unico problema sono le minacce che rivolge il driver della stampante… che io ignoro coraggiosamente 🙂

    ciao

    Francesco

  16. utente anonimo scrive:

    Sul denaro, santaruina, sono più d’accordo con miguel, fatta la precisazione che non è il denaro ad aver cambiato il capitalismo, ma il capitalismo ad aver cambiato il denaro. Ma tu sei interessante perché non sei marxista, mica perché lo sei. Per questo, un po’ fuori tema, se ti va, cosa ne pensi sulla demolizione di papa giovanni xxiii fatta in due articoli di fdf (non di blondet). Da buon bizantino degenere, d’istinto, la trovo una disputa interessante.p

  17. utente anonimo scrive:

    “il capitalismo ad aver cambiato il denaro”, leggendo il Vangelo faccio fatica a crederlo.

    Come non conosco nessuno innamorato del denaro in sè, bensì un certo numero di guidatori di Cayenne innamorati del potere e della comodità che dal denaro deriva.

    Francesco

  18. utente anonimo scrive:

    “non conosco nessuno innamorato del denaro in sè”

    qui c’è gente che non conosce Zio Paperone….

    🙂

    roberto

  19. utente anonimo scrive:

    >”non conosco nessuno innamorato del denaro in sè”

    qui c’è gente che non conosce Zio Paperone…. 🙂 roberto< Se per questo neanche papà Goriot di Balzac e Arpagone di Molière:-)
    Ciao

    Ritvan Er Classicista

  20. utente anonimo scrive:

    “Come non conosco nessuno innamorato del denaro in sè, bensì un certo numero di guidatori di Cayenne innamorati del potere e della comodità che dal denaro deriva.

    Francesco”

    Mmmm, sono d’accordo sì e no.

    Logico che uno cerchi il denaro per godersi i beni che si può comprare.

    Ma a certi i livelli, credo tutto sommato più numerosi di quanto noi poracci si possa credere, uno ha già tutto quello che umanamente può desiderare, a livello di oggetti- e rimane solo l’accumulazione di denaro fine a se stessa.

    Vedi i numeri che crescono sul tuo conto, e basta.

    Oppure decrescono, ma non abbastanza da toglierti quello che hai, e quando dico “hai” intendo dire proprio possiedi, puoi toccare.

    Però, questo non mi sembra invenzione del capitalismo moderno: il ricco Epulone c’era già, sicuramente, ad accumulare tesori quaggiù, dove la tignola e la ruggine corrodono.

    Ma neanche il capitalismo credo che sia un’invenzione moderna.

    Paolo

  21. utente anonimo scrive:

    ERRATA CORRIGE

    Papà Grandet di “Eugenie Grandet” di Balzac, e non papà Goriot, naturellement.

    Ciao

    Ritvan Er Classicista Distratto.

  22. utente anonimo scrive:

    x Francesco (n.16)

    La domanda di maria era rivolta a me. A norma del CPK dovresti essere esiliato nel darfour, per essere affettato dai janjaweed:-). Però, siccome a suo tempo avevi dichiarato di non denunciarmi se rispondevo a una domanda a te rivolta, a norma di kanun albanese e anche della sharia io pure ti perdono e il CPK così ti fa un baffo:-)

    Ciao

    Ritvan

  23. utente anonimo scrive:

    >ritvan , ma cos’è il kit per riempire le cartucce originali delle stampanti e quindi risparmiare qualche euro?<
    E’ un set di bottigliette (generalmente da 100 ml) di cui una nera e tre a colori + una siringa e le istruzioni su come riempire le cartucce.

    >Dove si compra? grazie maria<
    Come ti ha già anticipato – sfidando il CPK – Francesco il Temerario:-) si potrebbero comprare anche in internet, ma te lo sconsiglio anch’io, visto che ci circola anche tanta fuffa e robaccia. Sono da preferire i kit comprati al negozio, oppure portare direttamente le cartucce da riempire al negozio.

    A Firenze, oltre all’ Ecostore menzionato da francesco c’è anche Prink, che ha ottimi prezzi. Ti elenco qui sotto alcuni indirizzi dei negozi di Firenze.

    Ciao

    Ritvan

    Bieko Servo Delle Multinazionali del Toner Riciclato

    ECO STORE srl

    50131 Firenze (FI) – 19/R, v. Marconi

    tel: 055 583825 – fax: 055 583825

    ECO STORE srl

    50143 Firenze (FI) – 152/R, v. Pisana

    tel: 055 2299847 – fax: 055 2299847

    PRINK srl

    50144 Firenze (FI) – 25/27, v. B. Marcello

    tel: 055 352890 – fax: 055 352890

    PRINK srl

    50126 Firenze (FI) – 118/A, v. G. Orsini

    tel: 055 6580708 – fax: 055 6580708

    PRINK srl

    50100 Firenze (FI) – 34R/E, v. Vitt. Eman. II

    tel: 055 4630429 – fax: 055 4626244

    PRINK srl

    50137 Firenze (FI) – 4/R, vl. Mamiani

    tel: 055 6122105 – fax: 055 6122105

    PRINK srl

    50142 Firenze (FI) – 95, vl. Talenti

    tel: 055 7399133 – fax: 055 7399133

  24. utente anonimo scrive:

    a francesco e ritvan

    carissimi compagni….di lista eh, non mettetevi in allarme:-) grazie!

    ritvan, tu mi hai messo anche gli indirizzi fiuorentini e uno sta proprio a due passi da casa mia:-))

    maria

  25. utente anonimo scrive:

    Siempre x Maria

    Dai un’occhiata all’URL: http://www.prink.it/prodotti_kitricarica.asp?M=3&L=6

    prima di recarti al negozio prink più vicino alla tua casetta. Così ti fai una cultura in materia e non fai la figura della troglodita:-) davanti alla commessa.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Come vedi, il bieko mercato funziona. Appena le biechissime multinazionali della stampante vendono le cartucce originali a prezzi da strozzo, altre biekissime inventano la cartuccia ricaricabile a 1/4 o 1/5 del prezzo dell’originale o il kit che teoricamente ti porta la spesa di ricarica di una cartuccia a 3-4 euri!

    E ai kompagni non resta che vedere le biekissime azzannarsi fra di loro ed approffittarne:-).

  26. utente anonimo scrive:

    la tua “divagazione” sul capitalismo, sul denaro che ormai guida tutto, l’ho trovata davvero interessante…

    a presto

    orso

  27. utente anonimo scrive:

    Paolo,

    ad un certo livello, dal denaro passi a cercare di comprare il potere o l’amore (penso alla beneficenza multimilionaria di Bill Gates), tecnicamente è una questione di utilità marginale decrescente anche del denaro.

    Il capitalismo dovrebbe essere una roba recente, da Età Moderna direi.

    Sennò avremmo bisogno di una buona definizione, vero compagno p.?

    Grazie

    Francesco

  28. utente anonimo scrive:

    M’hai fatto trasalire, francesco. Tra noi non ci chiamiamo mai compagno tizio o compagno caio e neanche compagno assoluto. Se il capitalismo è inteso come il modo di produzione predominante è moderno. Elementi di capitalismo sono molto più antichi. Non esiste, per noi marxisti, un modo di produzione “puro”.p

  29. utente anonimo scrive:

    Il tuo post Kel, fa capire quanto sia semplice il circo, non di Buffalo Bill, ma delle bufale : ci si autodefinisce “esperto”, si costituisce ” un osservatorio” , si raccolgono fondi e nel mentre si sparano numeri suggestivi che nessuno controllerà , su cui nessuno ragionerà.

    Ma quello che trovo più interessante è la tua descrizione dell’occidentale medio : uno che non segue attentamente le notizie ( si contenta dei titoli e delle frasi impressionanti) , che capisce solo i numeri, e che, sentiti questi, non si disturba oltre per comprendere.

    L’occidentale medio sarebbe uno che non vuole fastidi, neppure quello di leggere attentamente, o di porsi domande, un passivo che ingurgita quel che gli si propina senza il minimo senso critico, senza capacità di ragionare , senza guardare o tentare di capire la realtà.

    Allora, osservo io, mi sembra normale che ci siano poi maschi dominanti e violenti che schiavizzano o sfruttano gli altri.

    “Gli altri” hanno infatti una certa predisposizione a lasciar fare, sono di indole passiva, servile.

    Se la gente è così disposta a ” piegarsi”, non bisogna lamentarsi se poi un gruppo , appena appena più ambizioso o “sagace”, si mette a camminare “sulla schiena”, la spianata dorsale, della massa di “mezze cartucce”.

    Aurora.

  30. utente anonimo scrive:

    Madonna quanto sei prolisso e palloso!

    E un po’ di sintesi?

  31. utente anonimo scrive:

    Mi sono persa?..Mi sono persa.

    Ma almeno ho imparato a risparmiare sull’inchiostro della stampante…

    Se volete possiamo scambiarci ricette di piatti tipici…

    A proposito sono andata in macelleria a chiedere il cordoncino anziché la cordula o la treccia e il macellaio sta ancora ridendo…

    Sardina

  32. utente anonimo scrive:

    La sintesi aurea delle cose pallose è non leggerle. Potresti usarla con miguel. Nel video “la solitudine” di laura pausini ci sono tre cagnoli simpaticissimi.p

  33. utente anonimo scrive:

    >Allora, osservo io, mi sembra normale che ci siano poi maschi dominanti e violenti che schiavizzano o sfruttano gli altri. Aurora<
    Io conosco – di vista eh, a scanso di pretestuose accuse di frequentazione di kattive compagnie:-) – anche un sacco di donne dominanti e violente che schiavizzano e sfruttano gli altri, maschi compresi. E non sto parlando di giochini sadomaso a letto.

    Tanto per ristabilire la par condicio.

    Ciao

    Ritvan

  34. utente anonimo scrive:

    Bim, bum, bam, adesso tu conosci un ” sacco” di donne , e per di più violente .

    E poi solo di vista.

    Forse le vedi sull’autobus mentre borsettano gli uomini adulti , colpevoli di essere troppo remissivi con i ragazzini bulletti fumatori ?

    O, dalla finestra sul cortile, seduto in poltrona con la gamba ingessata – grace kelly che ti porge il cannocchiale -, hai visto la dirimpettaia che in cucina agitava il coltello affilato discutendo animatamente con il marito ?

    ( Ma no, poverina, stava solo preparando la cena al malo consorte e affettava cipolle, zucchine, patate , pomodori e peperoni. Un misto mediterraneo.

    Gesticolava. Per eccesso di mimica latina il coltello ha preso il volo )

    Aurora.

  35. Santaruina scrive:

    chiedo scusa per l’ot 🙂 ma devo una risposta a p.:

    gli articoli su papa Giovanni XXIII a cui accenni li trovo molto interessanti.

    Ovviamente si parla di uno di quei campi in cui bisogna cercare di vedere senza aver visto, ma forse proprio lì sta il “divertimento”.

    Spero che ci sia una occasione per parlarne…

  36. utente anonimo scrive:

    >Bim, bum, bam, adesso tu conosci un ” sacco” di donne , e per di più violente. Aurora <
    Sim Sala Bin, sì.

    >E poi solo di vista.<
    Già.

    >Forse le vedi sull’autobus mentre borsettano gli uomini adulti , colpevoli di essere troppo remissivi con i ragazzini bulletti fumatori?<
    Il sarcasmo alle vongole mal ti si addice, perché non continui, invece, con le poesie pseudoromantiche?

    Di vista vuol dire anche semplicemente “viste in TV”. E ti ricordo, o mio avvocato poeta, che violenza non è solo quelle fisica, ma anche quella più sottile ma non per questo meno devastante, di natura psicologica. Basti pensare agli ignobili ricatti per mezzo dei figli messi in opera da arpie assatanate e affamate di soldi, con la complicità di avvocati senza scrupoli – ogni riferimento al tuo mestiere è puramente casuale – e giudici stupidi o “cavalieri alle vongole”. Bazzicando le aule dei tribunali invece che i mezzi di trasporto pubblico ne avrai viste e incontrate molte di più rispetto a me.

    Poi, Adriana Faranda, Laura Braghetti, Nadia Desdemona Lioce,(ma ti potrei fare un elenco lungo come un lenzuolo) questi nomi ti dicono qualcosa, avvocato mio? E Erika di Nardo? Angela Rosa Bazzi (quella di Erba) che sgozza il piccolo “nemico” sotto lo sguardo esterrefatto del marito, criminale pure lui ma non a tal punto? E le donne mafiose che sempre più stanno prendendo le redini delle cosche, sostituendo mariti, padri e fratelli in galera ti risultano o nelle dotte conversazioni che fai col tuo amico quattrozampe di queste cose non se ne parla? E delle bande di bullette che stanno emulando quelle dei maschi, no eh? Beh, spero che ti ricrederai quando qualcuna di esse gonfierà come zampogne te e il tuo cane, quando quest’ultimo avrà usato come cesso all’aperto il suo scooter. Sai, come recita un detto ameregano:”Un liberal è solo un inconsapevole conservatore a cui un negro non ha ancora violentato la figlia”.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Secondo le statistiche, in uno dei crimini più orrendi del genere umano, ovvero l’uccisione della propria prole, la criminalità femminile è doppia rispetto a quella maschile. Però, grazie a giudici e psichiatri compiacenti, il 90% di tali mostri in gonnella viene considerato con le rotelline fuori posto, mentre il 90% degli uomini macchiatisi di tale delitto viene invece definito un bruto criminale e schiaffato in galera. Chissà perché….forse perché c’è ancora una pletora di maschi stronzi ed imbecilli che considera salvare un’infame assassina dalla galera sia un po’ come aprirle la portiera della macchina, reggerle l’ombrello o portarle un mazzo di rose rosse.

  37. utente anonimo scrive:

    Ah, dimenticavo, Dolce Avvocato, a proposito di legislazioni stronze a favore della delinquenza femminile. Il Codice Penale italico punisce severamente chi abbandona il suo cane adulto e vaccinato, che se la può cavare benissimo scorrazzando per le campagne, ritornando così allo stato selvatico primigenio. Invece, si assolve la madre snaturata che abbandona il proprio neonato.

    Bella civiltà del cazzo!

    Ritvan

  38. utente anonimo scrive:

    Cara Aurora, stavolta hai proprio esagerato! Mi vengono in mente tante donne dominanti e violente, contemporanee e del passato, altro che borsettate! Ti sei scordata di Busha, Putina, Pinocheta, Stalina, Nixona, Napoleona, Ceausesca, Hitlera, Mussolina, Hoxa (!), Pavelica? Altro che lenzuolo!…

    Ciao Sardina

  39. utente anonimo scrive:

    Aurora

    da Martinez a Nietzsche in un solo balzo!

    Complimenti vivissimi!

    Francesco

    PS p. ti stavo un pochino scherzando … certo che adesso arrivare al modo di produzione misto riduce ancora il fascino del marxismo

  40. utente anonimo scrive:

    Ritvan,

    –Il Codice Penale italico punisce severamente chi abbandona il suo cane adulto e vaccinato, che se la può cavare benissimo scorrazzando per le campagne, ritornando così allo stato selvatico primigenio. Invece, si assolve la madre snaturata che abbandona il proprio neonato.

    Bella civiltà del cazzo! —

    E il peggio è che quando si ripresenta all’ospedale dopo una settimana, dicendo che ci ha ripensato e che lo vuol tenere e riconoscere, non solo non la incriminano.

    Le rendono pure il figlio.

    Eh, bisogna essere comprensivi…lo stress della maternità…gli uomini queste cose non possono capirle. E poi la mamma è sempre la mamma.

    Z.

  41. utente anonimo scrive:

    ritvanuccio caro,

    prima di parlare di par condicio in materia di violenza fatti un giretto in rete, come sai ben fare, per vedere i dati che riguardano la violenza diffusa subita dalle donne sotto ogni latitudine, ideologia o classe di appartenenza, anche se ovviamente sono sempre le più povere a subirne più!

    maria

  42. utente anonimo scrive:

    Oh, a proposito di bufale 🙂

    Una settimana fa nella mia città vengono arrestati quattro truci stupratori. Peggio ancora, due di questi sono rom: leggasi “zigani di merda. E allora che aspettiamo ad agire? “Organizziamo una manifestazione contro lo stupro!” tuona inferocita una giovine studentessa dell’ateneo!

    Sorge la domanda: a chi è rivolta la manifestazione?

    Al sindaco, chiedendogli provvedimenti da prendersi in materia (chessò: telecamere, lampioni, più polizia)? No, nessuna proposta viene avanzata in questo senso.

    Agli stupratori, in modo che moralmente compresi da questa manifestazione democratica decidano di desistere dalla loro turpe attività? Mmm, no, non sembra verosimile.

    Alle autorità che non fanno abbastanza? Direi di no, dato che i turpi stupratori sono già tutti in gabbia.

    E allora viene un sospetto. Non è che la manifestazione è rivolta contro rom ed extracomunitari? Guarda guarda un po’, la giovin studentella dell’ateneo si rivela essere un’energica militante di Forza Italia. Ma che c’entra, la causa è giusta, no? Tant’è che due consiglieri della maggioranza la approvano: due donne, certo, perché gli uomini sono così inzenzibboli. E allora – per Toutatis e Belenos, com’ebbero a dire alcuni concittadini di chiara fama, tutti in piazza contro quest’orrida orda di zingari stupratori!

    Ma passano i giorni e del corteo si sente parlare sempre meno. Poi un giorno si scopre che è stato annullato. Perché? Ma perché tutti gli orridi stupratori sono stati scarcerati con mille scuse. Caso chiuso.

    Possiamo tornare a preoccuparci per San Petronio, che una cellula felsinea in sonno di Al-Qaida (nome in codice: Al-Turtlein) ha cercato di far esplodere nel settembre 2002 con una bomba chemio-puzzo-atomica. Che importa che i quattro “terroristi” siano stati scarcerati all’istante con mille scuse (erano tre turisti e una guida locale)? L’importante è gettare le bufale. Qualcuno abboccherà.

    E tutt’oggi sindaco, curia e forze dell’ordine discutono animatamente su come proteggere la basilica di San Petronio da terroristi che non esistono.

    Z.

  43. utente anonimo scrive:

    Rif. 41

    Ben detto Z.! E’ il padre di queste creature cosa fa? O è avvenuto tutto per santa intercessione?

    Ma del resto la colpa è nostra se non vi abbiamo educati a scopare responsabilmente… (e non intendo nel senso di far le pulizie…)

    Sardina

  44. utente anonimo scrive:

    Z. e ritvan,

    sono molto meravigliata dal vostro approccio in tema di madri che uccidono il proprio figlio.

    Quello è un delitto particolare che non è riconducibile meccanicamente alle categorie solite, non è solo un delitto ma una tragedia enorme le cui radici sono abbastanza oscure e comunque degne di attenzione, giuridica, umana, psicologica ,particolare.

    Ciò non vuol dire assolverle, ma nemmeno buttarle nel calderone dei delitti comuni.

    Riguardo allo stress da maternità, c’è ben poco da ironizzare, esiste, e di questo stress fa certamente parte l’enorme senso di responsabilità che la donna percepisce nei primi mesi di vita, responsabilità proprio fisica che si trasforma in grande fatica, e che può essere condivisa soltanto più tardi.

    Non a caso la maggior parte di tali delitti viene commessa proprio su bambini molto molto piccoli.

    Eppoi non è vero che se una madre abbandona il bambino poi gli viene automaticamente ridato, credo invece che possa essergli tolto, e in alcuni a casi , a ragione.

    Uccidere un figlio è come uccidere la madre o il padre, una tragedia misteriosa e incancellabile. i cani c’entrano poco.

    maria

  45. utente anonimo scrive:

    Rif. 44

    errata corrige: E congiunzione.

    Sardina

  46. utente anonimo scrive:

    Sardina,

    — Ben detto Z.! E’ il padre di queste creature cosa fa? O è avvenuto tutto per santa intercessione? —

    Fammi capire… se la madre abbandona il figlio su una panchina d’inverno, dovrebbero mettere in galera il padre?

    Inoltre, il fatto che il bambino abbia certamente un padre rende in qualche modo meno grave il fatto che il neonato venga reso a chi ha messo così gravemente in pericolo la sua vita?

    Non credo tu intenda dire questo, sicché temo di non aver capito il senso della tua risposta, e me ne scuso 🙁

    Z.

  47. utente anonimo scrive:

    Maria,

    — sono molto meravigliata dal vostro approccio in tema di madri che uccidono il proprio figlio —

    Maria, veramente io non ho parlato di “madri che uccidono il proprio figlio”.

    Ho detto che mi disgusta che la madre che abbandona il proprio neonato non solo non venga perseguita per il reato che ha commesso, ma si veda addirittura restituire il figlio non appena deliberi di “ravvedersi”.

    Laddove viene invece perseguito chi abbandona un animale: che come osserva Ritvan è certamente più capace a cavarsela da solo di un neonato.

    Senza contare che – mi perdonino gli animalisti – un animale non è un essere umano.

    C’è qualcosa di insensibile in queste affermazioni? Forse sì – ma nei confronti degli animali. Verso i quali, lo ammetto, la mia sensibilità viaggia intorno allo zero…

    Z.

  48. utente anonimo scrive:

    amici miei,

    ci sarà sicuramente qualche criminalessa incallita e senza cuore che abbandona il pargoletto per pura cattiveria, ma secondo me se provate a guardare nell’abisso senza fondo di solitudine, disperazione e follia di una donna che abbandona/uccide il figlio scommetto che un giramento di testa verrà anche a voi

    roberto

  49. utente anonimo scrive:

    Z.,

    parlavo di abisso e proviamo a guardarlo.

    adesso immagina una schiava moldava, rapita da una banda di sadici violentata, picchiata e costretta a prostituirsi.

    resta incinta, partorisce da sola (o fai tu, in mezzo alla banda di sadici) lascia il figlio appena nato sul ciglio della strada.

    roberto

  50. utente anonimo scrive:

    roberto,

    veramente io parlavo del caso in cui una donna – non di rado italianissima – partorisce un bambino e l’abbandona al parco, valutando di più il proprio anonimato (che le sarebbe comunque garantito in ospedale, come ogni volta i medici si affannano invano a ripetere in TV) del pericolo di morte a cui espone il bambino. E di come, oltre ad evitare condanne penali per un gesto che *indubbiamente* costituisce reato – un reato ben più odioso, a mio avviso, dell’abbandono di un cane – riesca spesso a non vedersi sottratto il bambino.

    Non si parlava di schiave moldave, rapite da una banda di sadici, violentate, picchiate, costrette a prostituirsi (e magari a sopprimere il bambino come pare talvolta accada).

    Per quanto io sia masculo – e quindi implicitamente rozzo, insensibile e un po’ inumano – mi accorgo anch’io della differenza che passa tra la prima circostanza e la seconda 🙂

    Z.

  51. utente anonimo scrive:

    Ora, visto che siete in tre ad esservi scandalizzati – e se tre persone che camminano assieme certo avranno qualcosa da insegnarmi – mi sono riletto quello che ho scritto:

    1) che oltre a non andare in galera la donna che abbandona il neonato spesso se lo vede restituire;

    2) che questa cosa mi sembra incivile (non l’ho scritto, ma ammetto tranquillamente che fosse implicito nell’osservazione precedente);

    2) (ironicamente) che gli uomini che esprimono perplessità su questo modo di applicare la legge sono regolarmente tacciati di insensibilità [1]

    Se ho offeso qualcuno in qualche modo ne sono davvero dispiaciuto; tuttavia, con buona pace di Confucio, non mi sembra di aver scritto niente di così cinico o di esecrabile.

    Z.

    [1] Il che, nel caso di specie, è puntualmente avvenuto dopo pochi minuti. 🙂

  52. utente anonimo scrive:

    Uno, due e tre, naturalmente. Non so più nemmeno fare a contare 🙂

    Z.

  53. utente anonimo scrive:

    Z.,

    ma non sono scandalizzato e non penso affatto che tu sia rozzo o esecrabile (voglio dire, non più della media di noi scimmioni :-))

    penso solo che l’abbandono di un bébé appena nato sia una cosa talmente mostruosa che una donna in condizioni normali, alle nostre latitudini, non lo fa (già il fatto che una donna partorisca da sola nel parco a me non pare normale)

    ti faccio solo notare che per abbandonare un neonato sperando di farla franca devi aver nascosto la gravidanza (cosa che implica un certo grado di solitudine), devi aver partorito da sola (cosa appunto non tanto normale) o comunque assistita da uno più bestia di te che ti permette di abbandonare il pupetto

    ora non vorrei avere un rigurgito di buonismo da mollaccione, ma se lo stesso legislatore, nella sua infinita bontà e saggezza, giudica meno severamente una madre che in queste condizioni uccide il figlio appena nato rispetto ad un volgare omicida, un perchè ci sarà

    roberto

  54. utente anonimo scrive:

    zeta

    hai ragione, tu non avevi parlato di bambini uccisi dalle mamme.

    Ma il mio post era una risposta a te e ritvan; lui aveva parlato di questo ,e quindi mi rivolgevo a lui, mi rivolgevo invece a te riguardo allo stress della maternità che a mio intendere sottovalutavi.

    Ma invece di fare due post ne ho fatto uno solo e mi è venuto da parlare subito della cosa più grave , coinvolgendo anche te.

    maria

  55. utente anonimo scrive:

    >Cara Aurora, stavolta hai proprio esagerato! Mi vengono in mente tante donne dominanti e violente, contemporanee e del passato, altro che borsettate! Ti sei scordata di Busha, Putina, Pinocheta, Stalina, Nixona, Napoleona, Ceausesca, Hitlera, Mussolina, Hoxa (!), Pavelica? Altro che lenzuolo!…

    Ciao Sardina< Cara e squisita componente della fauna ittica, sostenere che noi masculi siamo criminali perché Stalin Il Masculo indubbiamente lo era è un po’ come sostenere che i comunisti italici sono stati e sono tuttora dei criminali perché Stalin Il Comunista altrettanto indubbiamente lo era. Il discorso kompagnesco vale anche per Ceausescu e Hoxha.
    Non credo che stavolta la kompagna maria sarà d’accordo con te e francamente non saprei darle torto.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Non mi sembra che la signora Rice s’indigni più di tanto per i supposti “crimini” di Bush. Potrebbe almeno dare le dimissioni, quella santa rappresentante del genere femminile, no?

    Per quanto riguarda la kamerata Pinocheta, ebbene, nella tua ignoranza hai colto nel segno! Nelle interviste degli ultimi tempi è emerso che fu proprio la signora Pinochet a spingere il marito riluttante – doveva più di un favore ad Allende – a prendere la direzione dell’insurrezione armata.

    Che Elena Ceausescu fosse più feroce e spietata del marito è risaputo da tutti, tranne che da te. Meno risaputo è invece, che anche Nexhmie Hoxha – detta sottovoce a quel tempo “La Vedova Nera” – era più perfida e spietata del marito Enver.

    Infine, il pur ambizioso tenentino corso Buonaparte non sarebbe arrivato lì dove poteva giocare con la vita di milioni di uomini se non gli avesse spianato la strada e sospinto una più ambiziosa di lui, una certa Giuseppina Beauharnais.

  56. utente anonimo scrive:

    >ti faccio solo notare che per abbandonare un neonato sperando di farla franca… roberto<
    No, non hai capito, non “sperando”, “essendone certa”.

    >devi aver nascosto la gravidanza (cosa che implica un certo grado di solitudine),<
    Abbi pazienza, ma perché nascondere la gravidanza? Mica è un crimine. E nessuno ha parlato di abbandono del poppante proprio nel parco di fronte alla casa.

    >devi aver partorito da sola (cosa appunto non tanto normale) o comunque assistita da uno più bestia di te che ti permette di abbandonare il pupetto<
    Ma che nel Lussemburgo l’ostetrica pianta forse le tende in casa della puerpera per i tutti i giorni seguenti al parto?:-)

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Riguardo al tuo strano atteggiamento faccio due ipotesi:

    1. In realtà tu ti chiami RobertA.

    2. Tu ti chiami Roberto, ma una certa signora tedesca monitora costantemente quel che viene scritto in questo blog:-)

  57. utente anonimo scrive:

    ritvan,

    sulla necessità di nascondere la gravidanza faccio un esempio.

    quando mia moglie ha partorito, erano al corrente della gravidanza:

    – due ostetriche e un ginecologo

    – io

    – la mia famiglia

    – la sua (sterminata e invadente) famiglia

    – una cinquantina fra amici e colleghi che frequentiamo e che l’avevano vista con il pancione

    – il suo medico

    – il suo dentista (qui è obbligatoria una visita dal dentista entro il 6 mese)

    – il comune che le ha versato un’indennità di gravidanza

    – i vicini di casa che l’hanno vista con il pancione.

    – la servitù che l’aveva vista con il pancione

    – il nido al quale abbiamo iscritto la pargola il giorno prima che nascesse (in anticipo di un mese sulle previsioni)

    ora, se avesse abbandonato la pargola nella foresta di kopstal, immagino che primo o poi qualcuno si sarebbe chiesto: “che fine ha fatto il bebe che era nel pancione?”

    roberta 😉

  58. utente anonimo scrive:

    “l’ostetrica pianta forse le tende in casa della puerpera per i tutti i giorni seguenti al parto?:-)”

    beh si. stai cinque giorni in ospedale e poi per il mese successivo ti viene a casa (due -tre volte alla settimana) una “hebamme” (non so come si chiamano in italiano) che controlla che tutto vada bene: allattamento, peso, gestione del pupetto ecc.

    il tutto generosamente rimborsato dall’assicurazione sanitaria

    roberto

  59. utente anonimo scrive:

    >Riguardo allo stress da maternità, c’è ben poco da ironizzare, esiste, e di questo stress fa certamente parte l’enorme senso di responsabilità che la donna percepisce nei primi mesi di vita, responsabilità proprio fisica che si trasforma in grande fatica, e che può essere condivisa soltanto più tardi. maria<
    Ma chi ironizza? Invece, vorrei che tu avessi la stessa comprensione verso i poveri maruchein che ogni tanto zompano da dietro un cespuglio e trombano senza averne il permesso una donna di pura razza italica. Lo stress da eterna sega, coniugato allo stres da esibizione di passere quasi in vista esiste, e di questo stress fa certamente parte l’enorme senso di irresponsabilità che il maruchein percepisce nei primi mesi di vita da clandestino nel Belpaese, irresponsabilità proprio fisica che si trasforma in grande fatica del polso:-), e che può essere condivisa soltanto più tardi. Quando zompa addosso alla signorina seminuda, appunto:-)

    Vogliamo dargli la temporanea seminfermità mentale anche al povero maruchein? No, eh. E te pareva, anche le donne amano fare – anche se impropriamente:-) – le gaie solo ed esclusivamente col culo degli altri.

    Ciao

    Ritvan

  60. utente anonimo scrive:

    rif. 56

    Sì e Adamo ha mangiato la mela perché glielo ha detto Eva!…Ma dai!…Lungi da me il pensare che voi masculi siate criminali tanto è vero che ne ho sposato uno. Ma io ho sposato un Uomo, sarà per quello? Poi se vuoi negare ciò che è evidente ora come nei tempi passati fai un po’ tu. Con questo non sto dicendo che se al potere ci fossero (o fossero state) le femminucce non farebbero le stesse boiate.

    Perdona la mia ignoranza ma non ho il Dizionario dei Luoghi Comuni da cui attingi a piene mani, mi sapresti indicare dove l’hai acquistato? Sai per par condicio…

    Sardina

  61. utente anonimo scrive:

    delusione, pensavo a qualcosa di più complesso invece

    hebamme = ostetrica

    roberto

  62. utente anonimo scrive:

    Ho capito, francesco, ma compagno pietro lo trovo strano, persino un po’ ridicolo. Ma i modi di produzione non è che siano misti, semplicemente non sono puri. Tutta la realtà economica non si riduce a quello che predomina. Ma tutto balla al ritmo di quello.p

  63. utente anonimo scrive:

    ritvan,

    ma che discorsi fai? era meglio se stavi zitto…

    Lo stress o depressione post partum non necessariamente provoca stragi, volevo solo dire che il periodo dopo la nascita è un periodo molto faticoso e difficile, e che se accompagnato da circostanze soggettive e oggettive di disagio o difficoltà particolari può costituire qualcosa di veramente grave .

    Il mio discorso poi era riferito alle cause, perlopiù non del tutto esplorabili, a parte alcuni dati immediatamente sociali ben ricordati da Roberto, cause che , appunto,provocano abbandoni di neonati o addirittura, in casi molto rari per fortuna, gesti ancora più estremi. Roberto ha anche ricordato la legittimità di una legislazione e di un giudizio particolari rispetto a qualsiasi altro tipo di delitto. Mi sembra così ovvio.

    Che diavolo c’entra, dunque, il marocchino e la sua astinenza sessuale che sfocia in stupro?

    Riguardo poi alla violenza che subiscono le donne , c’è da dire che non significa che loro siano sempre migliori dei maschi, ma che per una complesso di ragioni culturali, fisiche e politiche rappresentano la parte più debole e subiscono quello che sappiamo.

    E non basta una Rice a cambiare questo stato di cose, anzi spesso il potere cambia chi riesce ad ottenerlo, in quanto specialmente nelle istituzioni politiche le regole sono abbastanze ferree e la logica che le sostiene prevale anche sul genere.

    maria

  64. utente anonimo scrive:

    rif. 47

    Z. mi spiego meglio. Se una madre decide di abbandonare il figlio, cosa della quale si parlava all’inizio di questa discussione, il padre potrebbe dire:”No! riconosco come mia questa creatura e pertanto mi assumo di diritto-dovere di provvedere ad essa:” Un figlio si può abbandonare in ospedale (sulle motivazioni non sta a me giudicare), infatti il commento che hai fatto:” …quando si ripresenta in ospedale…” non mi ha lasciato dubbi.

    Solo nel commento 47 salta fuori che la creatura in questione viene abbandonata sulla panchina e nel c. 45 addirittura uccisa. Perché se ci riferiamo a questi casi non so cosa risponderti e aggiungo che ho qualche legittimo dubbio sul fatto che la genitrice possa passarla liscia.

    Aggiungo inoltre che ho apprezzato moltissimo i commenti di roberto.

    Sardina

  65. utente anonimo scrive:

    Io ho tutt’altra formazione, ammesso che ne abbia una.

    ma qualcuno mi spiega perchè se lavoro, o accumulo, o sfrutto biekamente gli operai al giorno d’oggi, sono capitalista, se lo faccio sotto Tiberio imperatore no?

    Paolo

    PS

    Lotta tra sessi: la stronzità mi sembra equamente distribuita. Amen.

  66. utente anonimo scrive:

    >ritvan, ma che discorsi fai? era meglio se stavi zitto…maria<
    Dialettica tipicamente femminile. Mi ricorda – visto che parlamo di crudeltà e abuso di potere – una tua omonima inglese, che fu ribattezzata Maria la Sanguinaria:-).

    >Lo stress o depressione post partum non necessariamente provoca stragi,<
    Meno male. Specie se il candidato ad essere “stragiato” dalla neomammina fuori dalla grazia di Dio è armato:-).

    >volevo solo dire che il periodo dopo la nascita è un periodo molto faticoso e difficile, e che se accompagnato da circostanze soggettive e oggettive di disagio o difficoltà particolari può costituire qualcosa di veramente grave.<
    Può anche darsi. Personalmente non l’ho mai provato:-).

    >Il mio discorso poi era riferito alle cause, perlopiù non del tutto esplorabili,<
    Che bella e comoda scusa “l’inesplorabilità”:-).

    >a parte alcuni dati immediatamente sociali ben ricordati da Roberto, cause che , appunto,provocano abbandoni di neonati o addirittura, in casi molto rari per fortuna, gesti ancora più estremi. Roberto ha anche ricordato la legittimità di una legislazione e di un giudizio particolari rispetto a qualsiasi altro tipo di delitto. Mi sembra così ovvio.<
    Ovvio. Anche al mullah Dadullah sembra così ovvio che chi beve alcolici debba essere sgozzato:-).

    >Che diavolo c’entra, dunque, il marocchino e la sua astinenza sessuale che sfocia in stupro?<
    Come che c’entra? Ma mi sembra tanto ovvio!:-). Aricito:

    “il periodo dopo lo sbarco dalle carrette del mare è un periodo molto faticoso e difficile, e che se accompagnato da circostanze soggettive e oggettive di disagio o difficoltà particolari può costituire qualcosa di veramente grave”. E poi:

    “Lo stress o depressione post sbarco non necessariamente provoca stupri”. E ancora:

    “Il mio discorso poi era riferito alle cause, perlopiù non del tutto esplorabili, degli stupri, a parte alcuni dati immediatamente sociali, cause che , appunto,provocano stupri e, in casi molto rari per fortuna, gesti ancora più estremi, come l’uccisione della donna stuprata. Roberto ha anche ricordato la legittimità di una legislazione e di un giudizio particolari rispetto a qualsiasi altro tipo di delitto. Mi sembra così ovvio.”

    >Riguardo poi alla violenza che subiscono le donne , c’è da dire che non significa che loro siano sempre migliori dei maschi,<
    Nooo, “sempre” no, ma nel 99,99% dei casi sì. Mi sembra così ovvio:-).

    >ma che per una complesso di ragioni culturali, fisiche e politiche rappresentano la parte più debole e subiscono quello che sappiamo.<
    Già, il vittimismo è sempre un comodo parafondischiene. Come dicono a napoli:”chiagne e fotti”:-)

    >E non basta una Rice a cambiare questo stato di cose, anzi spesso il potere cambia chi riesce ad ottenerlo, in quanto specialmente nelle istituzioni politiche le regole sono abbastanze ferree e la logica che le sostiene prevale anche sul genere.<
    Eh, già, la bovera Rice sarebbe di suo ‘nu babbà, sono le “regole del potere” stabilite dal bieko Bush che la fanno apparire kattiva:-)

    Maria, per curiosità, ste perle ti vengono spontanee o le leggi nel “Manuale della Perfetta Luogocomunista”?:-).

    Ciao

    Ritvan

  67. utente anonimo scrive:

    >beh si. stai cinque giorni in ospedale e poi per il mese successivo ti viene a casa (due -tre volte alla settimana) una “hebamme” (non so come si chiamano in italiano) che controlla che tutto vada bene: allattamento, peso, gestione del pupetto ecc.

    il tutto generosamente rimborsato dall’assicurazione sanitaria. roberto< Roberto, ti faccio osservare che non tutto il mondo è Lussemburgo. L’Italia sicuramente no. >sulla necessità di nascondere la gravidanza faccio un esempio.

    quando mia moglie ha partorito, erano al corrente della gravidanza:

    – due ostetriche e un ginecologo

    – io

    – la mia famiglia

    – la sua (sterminata e invadente) famiglia

    – una cinquantina fra amici e colleghi che frequentiamo e che l’avevano vista con il pancione

    – il suo medico

    – il suo dentista (qui è obbligatoria una visita dal dentista entro il 6 mese)

    – il comune che le ha versato un’indennità di gravidanza

    – i vicini di casa che l’hanno vista con il pancione.

    – la servitù che l’aveva vista con il pancione

    – il nido al quale abbiamo iscritto la pargola il giorno prima che nascesse (in anticipo di un mese sulle previsioni)

    ora, se avesse abbandonato la pargola nella foresta di kopstal, immagino che primo o poi qualcuno si sarebbe chiesto: “che fine ha fatto il bebe che era nel pancione?”<
    Bene, ammesso e non concesso che a lussemburgo ci sia anche un altro napoletano impiccione che non dorme la notte perché non sa che fine ha fatto il pancione, gli si può rispndere almeno in tre modi:

    1. “Amico mio, mai sentito parlare di natimortalità ?”

    2. “Amico mio, mai sentito parlare di privacy”?

    3. “Amico mio, mai sento parlare di farsi i cazzi propri, puttosto che impicciarsi delle conseguenze dell’attività di quelli degli altri?”

    Ciao

    Ritvan

  68. utente anonimo scrive:

    >…ma qualcuno mi spiega perchè se lavoro, o accumulo, o sfrutto biekamente gli operai al giorno d’oggi, sono capitalista, se lo faccio sotto Tiberio imperatore no? Paolo< Non è che se tu al tempo di Tiberio sfruttavi liberi operai non eri un kapitalista. Tu lo eri, ma l’epoca non poteva essere definita “kapitalista”, visto che la tua attività era minoritaria rispetto all’impiego degli schiavi.
    Idem per il feudalesimo. C’erano sia i kapitalisti che gli schiavi anche in quell’epoca, ma prevalevano le relazioni feudali.

    Kapito mi hai?:-)

    Ciao

    Ritvan

  69. utente anonimo scrive:

    >Se una madre decide di abbandonare il figlio, cosa della quale si parlava all’inizio di questa discussione, il padre potrebbe dire:”No! riconosco come mia questa creatura e pertanto mi assumo di diritto-dovere di provvedere ad essa:” Sardina< O dolce e piccola cordata marina che si muove in banchi, forse il tuo cervello da pesce non viene sfiorato dal dubbio che – diversamente dalla madre – non sempre il padre è in grado di accorgersi di essere diventato padre.
    Ciao

    Ritvan

    P.S. Nella Mia Poderosa Enciclopedia del Luogocomunismo si racconta che un giorno le donne, nella loro Immensa Sapienza e Voglia di Giustizia Sociale decisero che anche i padri dovevano condividere la responsabilità della gestazione, dolori del parto compresi. E mandarono una delegazione dal buon Dio per pregarlo di provvedere in tal senso. E Dio, che come si sa è maschio, dopo aver aperto galantemente la porta della navicella spaziale alla delegazione e averla omaggiata con fasci di rose rosse, esaudì seduta stante il loro desiderio.

    Se non che cominciò a succedere che mentre la moglie si contorceva dai dolores de panza delle doglie, il marito, pur imperlato di sudore in attesa dell’imminente supplizio continuava a non sentire alcun dolore. Però, in compenso, l’attempato ma arzillo colonnello vedovo del piano di sopra cominciava a urlare come un ossesso, in preda a dolori di pancia lancinanti:-).

    Insomma, L’Enciclopedia del Luogocomunismo dice che a ‘sto punto le donne mandarono di nuovo una delegazione dal buon Dio per pregarlo di far ritornare le cose com’erano prima. E Dio, il Galante di nuovo le esaudì:-).

  70. utente anonimo scrive:

    Eh, Ritvan, finalmente , con il mio commento sarcastico ( mai avresti potuto essere l’ uomo cui Grace Kelly “porgeva” alcunché, non saresti stato il suo tipo) hai colto al balzo l’occasione per lanciarti nel conflitto , che inutilmente avevi tentato di introdurre in passato, tra “vosotros” boni viri e “nosotras” malefemmene .

    In più, siccome ti sei roso in silenzio mentre “pseudopoetavo” , ora sputi veleno sulla mia ” poesia pseudoromantica”, e -per fare l’en plein- tiri in ballo il mio cane.

    Primo : il mio cane, per me , è uno di famiglia. Quindi, sei pregato, di non menzionare il mio cane come tu non vuoi che si parli della tua famiglia ( Kanun del Kane).

    Secondo : nella mia esperienza non ho mai visto donne in tribunale imputate per il reato di maltrattamenti in famiglia , ma sempre e solo uomini.

    Si tratta di un reato abituale, non della percossa o dell’ insulto occasionale.

    E’ l’ uomo che si ubriaca, che picchia, che insulta, che vessa, che isola.

    Sulla violenza sessuale, non penso di dovermi dilungare, specie dopo la tua giustificazione. Comunque, ammettendo l’ infermità mentale dei violentatori, il perito potrà accertare anche la loro pericolosità sociale e disporne la misura di sicurezza in ospedale psichiatrico per qualche anno, da eventualmente prorogarsi.

    Purtroppo il caso Izzo ( quello del Circeo) ha dimostrato come anche i periti possano incorrere in sbagli madornali e lasciare libero uno che solo a guardarlo negli occhi si capisce che è pericoloso.

    Terzo : le donne che vogliono partorire anonimamente possono farlo tranquillamente in ospedale, ma spesso le poveracce, ignoranti ( nel senso che non sono informate) o le straniere, cui ha accennato ottimamente Roberto, non lo sanno o sono in condizioni tali da non potersi avvalere, in pratica, di questa possibilità.

    Quarto : il Tribunale per i Minorenni limita o toglie la potestà genitoriale alla madre che risulti non idonea ad educare i figli, anche prescindere da condanne penali a suo carico.

    Quinto : sono stata in un convento a Londra dove si trovavano ragazze incinte che dovevano, invece che abortire, partorire e dare poi in adozione il neonato . Venivano prevalentemente dall’ Irlanda ma non solo. La notte, le ragazze che di giorno sembravano tranquille, manifestavano tutta la loro angoscia interiore in incubi notturni, i cui lamenti io sentivo provenire proprio da loro.

    Sesto: reputi degli stronzi i giudici comprensivi nei confronti delle donne -madri , equiparandoli agli uomini che aprono le portiere dell’auto alle donne o offrono loro rose, i quali per te, sono, appunto, degli stronzi. Basta questo , purtroppo, a inquadrare le tue modalità di approccio alla donna.

    Conclusione : un “sacco” di donne dovrebbero essere contente di conoscerti ” solo di vista”.

    Aurora.

  71. utente anonimo scrive:

    Cara Aurora,

    volevo pregarti di essere clemente ma oramai è troppo tardi…

    Sardina

  72. utente anonimo scrive:

    Sardina,

    — Z. mi spiego meglio. Se una madre decide di abbandonare il figlio, cosa della quale si parlava all’inizio di questa discussione, il padre potrebbe dire:”No! riconosco come mia questa creatura e pertanto mi assumo di diritto-dovere di provvedere ad essa:”–

    Potrebbe. Oppure potrebbe anche non essere noto, non essere a conoscenza della gravidanza, non essere a conoscenza del parto. Le possibilità sono tante. Nulla delle quali, naturalmente, giustifica l’abbandono di un neonato.

    — Un figlio si può abbandonare in ospedale —

    Sardina, abbi pazienza, ma faccio molta fatica a considerare “abbandonato” un neonato consegnato ai medici di un ospedale 🙂

    — Solo nel commento 47 salta fuori che la creatura in questione viene abbandonata sulla panchina e nel c. 45 addirittura uccisa —

    Sull’abbandono ti ho risposto sopra, e il 45 l’ha scritto roberto, non io 🙂 Preciso ancora una volta che non parlavo di madri omicide di neonati – riguardo alle quali vige, come ci ricorda roberto, una disposizione unica nel suo genere [1]. Parlavo del del fatto che – stando a quanto riportato dai media [2] – chi abbandona un bambino in una coperta al parco riesce spesso sia ad evitare procedimenti penali sia ad evitare la perdita della potestà genitoriale.

    Z.

    [1] Infatti il concorso in quel reato di altre persone è punito come se fosse un concorso in un “regolare” omicidio.

    [2] Naturalmente, dato che i media le sparano grosse più spesso che no, se qualcuno sa dirmi per certo che la situazione è diversa da come raccontata dalla TV sarò più che lieto di ascoltarlo. Anzi, spero proprio che sia così.

  73. utente anonimo scrive:

    >E non basta una Rice a cambiare questo stato di cose, anzi spesso il potere cambia chi riesce ad ottenerlo, in quanto specialmente nelle istituzioni politiche le regole sono abbastanze ferree e la logica che le sostiene prevale anche sul genere.<
    Eh, già, la bovera Rice sarebbe di suo ‘nu babbà, sono le “regole del potere” stabilite dal bieko Bush che la fanno apparire kattiva:-) Ritvan< Il fatto è che in America il femminismo d’assalto ha stabilito come dogma che le donne per farsi largo nella società devono(non “possono” ma proprio “devono”) essere più aggressive,determinate,spietate,carrieriste,in 2 parole più stronze,della media maschile.
    Quelle che erano le più apprezzate virtù femminili,comprensione,pazienza,sensibilità,capacità di ascoltare,sono state gettate alle ortiche in quanto viste come manifestazioni di debolezza.

    Franz

  74. utente anonimo scrive:

    >Eh, Ritvan, finalmente , con il mio commento sarcastico ( mai avresti potuto essere l’ uomo cui Grace Kelly “porgeva” alcunché, non saresti stato il suo tipo) Aurora<
    Stai affermando il falso, avvocato, stai ciurlando nel manico, come solo un cavilloso avvocato sa fare (detto en passant, l’ho visto fare in modo similmente infingardo ad un certo castruccio, sedicente leguleio). Se leggi il mio commento n. 37 ti accorgi che il mio appunto sul tuo sarcasmo alle vongole si riferiva alla tua frase:”Forse le vedi sull’autobus mentre borsettano gli uomini adulti , colpevoli di essere troppo remissivi con i ragazzini bulletti fumatori?”. Il tuo paragrafo con Grace Kelly l’ho addirittura eliminato, giudicandolo superfluo e senza senso.

    >hai colto al balzo l’occasione per lanciarti nel conflitto , che inutilmente avevi tentato di introdurre in passato, tra “vosotros” boni viri e “nosotras” malefemmene.<
    Io non nego – sarei uno stupido e in malafede – o maltrattamenti in famiglia e fuori perpetrati da maschi. Sei tu e il tuo codazzo femminile che nega l’evidenza, ossia, che quando può e le circostanze glielo permettono sapete essere carogne perfino peggiori dei peggiori di nosotros.

    >In più, siccome ti sei roso in silenzio mentre “pseudopoetavo”<
    Già. Esattamente come tu ti sei rosa NON in silenzio quando descrivevo il comportamento infame dei bulletti di pura razza italica. Ognuno ha le sue idiosincrasie, cara mia, io ho le poesie stupide ed ermetiche, tu chiunque ti dica la verità sulle schifezze di “casa tua”, specie se quel “chiunque” è un “ospite”. Questione di punti di vista, dunque.

    >ora sputi veleno sulla mia ” poesia pseudoromantica”<
    Veleno mi pare un po’ esagerato. Diciamo che sputo e basta:-). Anche perché non è bene nominare la corda in casa dell’impiccato. Infatti tutti i criminologi concordano nel fatto che il veleno, quello vero, sia un arma delittuosa prettamente femminile. Almeno dai tempi di quella santa Donna, Modello di Virtù Muliebri che fu Lucrezia Borgia (anche se alcuni studiosi risalgono fino ad Agrippina).

    >e -per fare l’en plein- tiri in ballo il mio cane.<
    Mica l’ho offeso, eh! Che vuol dire “tirare in ballo”? Che gli può capitare di fare pipì sulle ruote di un ciclomotore o che conversa con te? E questo sarebbe Gravemente Lesivo Per l’Onore del Tuo Amico Quattrozampe? Ma dici sul serio?

    >Primo : il mio cane, per me , è uno di famiglia. Quindi, sei pregato, di non menzionare il mio cane come tu non vuoi che si parli della tua famiglia ( Kanun del Kane).<
    No, ricordi male avvocato, stavolta la tua memoria di ferro s’è arruginita. Io non voglio che si offendano i membri della mia famiglia. E lo stesso vale per il Tuo Molto Onorevole Cane, visto che tu nella tua Insindacabile Saggezza lo elevi a Membro della Tua famiglia. Ma impedire che lo si menzioni francamente mi pare un po’ da talebani rispetto al nome di Allah:-)

    >Secondo : nella mia esperienza non ho mai visto donne in tribunale imputate per il reato di maltrattamenti in famiglia , ma sempre e solo uomini.<
    Allora o menti o sei cieca o non frequenti il tribunale.

    >Si tratta di un reato abituale, non della percossa o dell’ insulto occasionale. E’ l’ uomo che si ubriaca, che picchia, che insulta, che vessa, che isola.<
    Già, la donna invece è sempre astemia, non punge con la lingua biforcuta che spesso fa male più di uno schiaffo (ah, già, ma l’Illuminato Legislatore Italico la violenza psicologica non la considera, e te pareva), non tira fuori il “mal di testa” ogni notte, noooo, ma che, scherziamo, la Donna E’ Una Santa, checché ne dica Rosanna Fratello:-).

    >Sulla violenza sessuale, non penso di dovermi dilungare, specie dopo la tua giustificazione.

    Comunque, ammettendo l’ infermità mentale dei violentatori, il perito potrà accertare anche la loro pericolosità sociale e disporne la misura di sicurezza in ospedale psichiatrico per qualche anno, da eventualmente prorogarsi.<
    Mai sentito che sia stato fatto. Sani come un pesce, loro, sempre, e sbattuti in galera, a differenza delle madri snaturate ed assassine. Eh, già…

    >Purtroppo il caso Izzo ( quello del Circeo) ha dimostrato come anche i periti possano incorrere in sbagli madornali e lasciare libero uno che solo a guardarlo negli occhi si capisce che è pericoloso.<
    Cara mia, Izzo era un assassino, non solo uno stupratore. C’è una bella (si fa per dire) differenza. Quella tua teoria del “guardarlo negli occhi”, invece, mi piace poco. Puzza troppo di Lombroso.

    >Terzo : le donne che vogliono partorire anonimamente possono farlo tranquillamente in ospedale, ma spesso le poveracce, ignoranti ( nel senso che non sono informate) o le straniere, cui ha accennato ottimamente Roberto, non lo sanno o sono in condizioni tali da non potersi avvalere, in pratica, di questa possibilità.<
    L’abbiamo già detto, ridetto e stradetto, avvocato. E io sostengo che è un’infamia, visto che se abandoni il cane (non TU il TUO CANE, quello non lo menziono, è un discorso in generale, a scanso di tuoi cavillosi accessi kanunori:-) ) di cui non sei nemmeno lontano parente ti schiaffano in galera, ma se abbandoni tuo figlio ti danno un’amichevole pacca sulla spalla e ti dicono:”Bene kompagna, così si fa, mo’ lo mettiamo in un bell’istituto, così darà da mangiare a tanti, tantissimi kompagni laureati in assistenza sociale col 6 politico”:-).

    >Quarto : il Tribunale per i Minorenni limita o toglie la potestà genitoriale alla madre che risulti non idonea ad educare i figli, anche prescindere da condanne penali a suo carico.<
    Sì, quando la kompagna assistente sociale di cui sopra decide di aiutare l’amichetta sua che campa coi figli altrui in affido o l’istituto di cui sopra. Lo so come vanno ‘ste cose, lo so, non per niente sono un bieko qualunquista & luogocomunista.

    >Quinto : sono stata in un convento a Londra dove si trovavano ragazze incinte che dovevano, invece che abortire, partorire e dare poi in adozione il neonato.<
    Santa Iniciativa.

    >Venivano prevalentemente dall’ Irlanda ma non solo.<
    Dall’Italia manco una, ci scommetto le palle.-)

    >La notte, le ragazze che di giorno sembravano tranquille, manifestavano tutta la loro angoscia interiore in incubi notturni, i cui lamenti io sentivo provenire proprio da loro.<
    Beh, non credo che ci fosse da stare tanto allegre, ma il tuo è un discorso demagogico-populista, visto che non abbiamo la possibilità di confrontare la qualità del sonno di quelle ragazze con quella che avrebbero avuto se avessero abortito.

    >Sesto: reputi degli stronzi i giudici comprensivi nei confronti delle donne -madri , equiparandoli agli uomini che aprono le portiere dell’auto alle donne o offrono loro rose, i quali per te, sono, appunto, degli stronzi. Basta questo , purtroppo, a inquadrare le tue modalità di approccio alla donna.<
    Stai di nuovo falsificando quel che ho scritto. E che era (repetita iuvant):

    ” forse perché c’è ancora una pletora di maschi stronzi ed imbecilli che considera salvare un’infame assassina dalla galera sia un po’ come aprirle la portiera della macchina, reggerle l’ombrello o portarle un mazzo di rose rosse.

    Anche un celenterate con l’Alzheimer, purché non accecato dall’odio nei miei confronti, avrebbe capito correttamente il senso di tale affermazione, ovvero che la galanteria si fa per l’appunto aprendo la portiera e regalando mazzi di fiori ad una signora, non cercando cavilli per far assolvere un’assassina.

    >Conclusione : un “sacco” di donne dovrebbero essere contente di conoscerti ” solo di vista”.<
    Su quelle come te non ho il minimo dubbio in proposito. E contraccambio veramente di cuore.

    Ciao

    Ritvan

  75. utente anonimo scrive:

    >Cara Aurora, volevo pregarti di essere clemente ma oramai è troppo tardi… Sardina<
    Aurora c’ha già il Ministro suo che è Clemente, mica lo possono essere tutti i legulei!:-)

    Ciao e in bocca allo sgombro!

    Ritvan

  76. utente anonimo scrive:

    x Franz 74

    invece nella saggia Italia, di matrice cattolica e arricchita dall’esperienza feconda del movimento dei lavoratori (Vulgo PCI), quelle virtù sono tenute nella massima considerazione, in special modo dalle femministe.

    Giusto?

    Francesco

  77. utente anonimo scrive:

    A no, Ritvan, se mi contraccambi ” di cuore”, vuol dire che non mi contraccambi per niente.

    Contraccambiami di clavicola, di scapola, di femore , con qualcosa di più certo , solido ed esigibile. Che possa sottoporre all’attenzione del mio Kane, per consolarlo dei tuoi auspici nefasti di “gonfiamento” ad opera di bulle motorizzate.

    ———————————–

    Pausa.

    ———————————–

    Dall’occidentale medio , superficiale, opportunista, passivo, siamo arrivati, con te , alla ” pletora di giudici stronzi ed imbecilli” che traboccherebbero nei tribunali italiani, cavallerescamente assorti in ricerca di cavilli per assolvere ” infami assassine”. Per pura gentilezza.

    L’ho già detto e lo ripeto : di quello che dici tu bisogna togliere la metà, tutta esagerazione, e dell’altra metà è prudente dubitare.

    Ammetto però , nel mio “accecamento” da odio o da malattia cerebrale degenerativa, che a volte non sei male, sei arguto. Bravo.

    ———————————–***************************

    Hai trascinato i commentatori nella discussione maschi-femmine, ma la questione era invece quanto si ragiona e reagisce alle falsità presentate come verità.

    Il discorso sui maschi violenti non l’ ho introdotto io, ma il commento n. 1 , che citava la frase di Alberoni.

    Si è deviato totalmente dal discorso iniziale : quanto si è disattenti, sottomessi alle altrui , infondate, affermazioni e si dà la possibilità a suadenti ,perentori, prepotenti di plasmarci ?

    Aurora.

  78. utente anonimo scrive:

    x Francesco & Franz

    Ragazzi, mi sa che siete fuori strada entrambi. Secondo me qui non è questione di bieka Amerika femminista all’amburger o dolce Italia femminista alle vongole. Qui è questione di “regole del gioco del potere”.

    E’ un po come con le regole dello sport. Se vuoi fare scacchi, che tu sia maschio o femmina non ti servono muscoli, grinta e scatto, bensì cervello, calma e riflessione. Ma se vuoi fare il/la centometrista, serve l’inverso, che tu sia maschio o femmina.

    Lo stesso vale per potere, carriera e quant’altro. A meno che uno/a non nasca già figlio/a di un potente e riceva il potere in eredità (nel qual caso non c’è bisogno di diventare per forza una carogna sgomitante, disposta a passare sul cadavere della propria madre e si possono conservare innate virtù non solo femminili come nobiltà d’animo, comprensione, pazienza, sensibilità, lealtà, fedeltà alla parola data, ecc.), in genere pù sali e più le virtù diventano una “zavorra”. Ho detto in genere e specie in società come quella italica (e ancor di più in quella albanese odierna, a scanso di tuoni fulmini e saette patriottarde auroriane:-) ).

    E’ comprensibile che in tali frangenti una donna non bella – che non può, dunque usare “l’arma” che ha fra le gambe come “cavallo di Troia” (in tutti i sensi:-) ) – dovrà diventare per forza una virago per competere con una frotta di maschi agguerriti che le sgomitano accanto.

    L’alternativa è rinunciare alla carriera ed accontentarsi di un tranquillo impiego senza tanti grattacapi. Ma ormai pochissime donne ci sentono da quell’orecchio. In America, in Italia e perfino in Afghanistan:-).

    Ciao

    Ritvan

  79. kelebek scrive:

    Per Ritvan n. 79

    Assolutamente d’accordo.

    Miguel Martinez

  80. utente anonimo scrive:

    ritvan [68],

    mettiamola così: io sostengo che una donna che abbandona il figlio su una panchina nella stragrande maggioranza dei casi (non ho statistiche e quindi ammetto che si tratta di Ver Fede) è una donna *disperatamente sola*: se hai almeno un cane che ti dica “ehi, ma cosa fai!?!” non lo abbandoni un figlio.

    penso che di questo fatto la *disperata solitudine* sia giusto tenerne conto, come appunto fa (giustamente secondo me) il legislatore nel caso di “infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale”

    tu evidentemente non sei d’accordo sulla premessa e ritieni possibile che una donna che viva in condizioni normali abbandoni il figlio (e se non hai statistiche è pure questa una questione di Vera Fede, falsa dal mio punto di vista).

    le questioni di Vera Fede si risolvono o scannandoci o lasciando perdere e bevendo un bicchiere alle rispettive saluti.

    io propendo per la seconda, ma non vorrei ferire il tuo onore balcanico ed essere costretto a battermi con te 🙂

    roberto

  81. utente anonimo scrive:

    poi dimenticavo:

    tutto inizia da questa affermazione: “se una donna abbandona il bambino sulla panchina non solo non viene incriminata ma glielo restituiscono”.

    ribadisco che non la trovo una cosa così campata in aria (almeno per l’aspetto “glielo restituiscono”),

    ma siete sicuri di questa cosa? quando sono partito dall’italia esisteva un reato “abbandono di minori”, l’avete cancellato senza dirmi niente?

    roberto

  82. utente anonimo scrive:

    last but not least,

    dispiace dissentire da aurora per una volta che mi da’ dell’ottimo, ma questa frase “non ho mai visto donne in tribunale imputate per il reato di maltrattamenti in famiglia”, ovviamente non vuol dire che non esistono donne imputate di maltrattamenti in famiglia. se è vero che difficilmente una donna maltratta il marito, di donne che maltrattano i figli purtroppo ce ne sono a volontà

    roberto

  83. utente anonimo scrive:

    x Roberto

    “difficilmente una donna maltratta il marito” ??????

    forse intendevi dire che difficilmente una donna MENA il marito, ma sui maltrattamenti sono di opinione opposta. forse le diaboliche sono risucite nell’operazione geniale di ridefinire le categorie mentali, per cui i loro strumenti di dominio e di maltrattamento non hanno un nome e sono inafferrabili?

    per R & MM 79, 80:

    in completo disaccordo, non esiste una unica via al potere, come non esiste una unica via all’indipendenza dal colonialismo o al capitalismo. posso giocarmi una Pannella card?

    Francesco

  84. utente anonimo scrive:

    ritvan,

    ma quando io parlavo di logiche istituzionali ferree non intendevo fare la solita polemica contro Busch o l’America, ma tu al solito ,come un toro che appena ha visto rosso ,:-)ti sei scagliato a capocchia contro le mie parole, vedendole come un banale considerazione addirittura antiamericana.

    Era invece una considerazione sul potere ,che nelle istituzioni deve essere Medio e prescindere dal genere e anche talvolta dalle idee personali.

    Se per ipotesi una femminista dovesse essere eletta presidente della repubblica o presidente della camera stai sicuro che dovrebbe stemperare le proprie idee, come del resto succede anche agli uomini…guarda bertinotti…

    Le cariche istituzionali sono neutre e

    modellate sul pensiero dominante che è storicamente maschile in senso lato, per cui è molto difficile per le donne imporre modi di pensare e agire alternativi e è per questo che spesso le politiche sono molto simili ai politici.

    I luoghi del cambiamento reale sono altrove e hanno tempi molto lunghi, quasi impercettibili.

    maria

  85. utente anonimo scrive:

    >ritvan [68], roberto<
    Ma il mio 68 non era imperniato a rintuzzare l’invadente curiosità napoletano-albanese degli impiccioni del vicinato nei confronti dell’ipotetica donna che l’altro giorno c’aveva il pancione e oggi non spinge la carrozzella? Che c’entra con questo l’esegesi pseudoteologica che fai qui sotto??

    >mettiamola così: io sostengo che una donna che abbandona il figlio su una panchina nella stragrande maggioranza dei casi (non ho statistiche e quindi ammetto che si tratta di Ver Fede) è una donna *disperatamente sola*: se hai almeno un cane che ti dica “ehi, ma cosa fai!?!” non lo abbandoni un figlio.<
    Io non lo metto in dubbio. Ma anche i rapinatori di banche spesso sono “disperatamente soli” e soprattutto a tasche vuote. Anche i pedofili spesso è volentieri si sentono (perché non è importante come sei, è importante come TI SENTI) soli e cercano la dolce compagnia dei bambini…Che famo, li comprendiamo?

    Poi, ripeto, anche chi abbandona il cane spesso e volentieri non ha un figlio che gli dica “ehi, ma cosa fai!?!”. Eppure, a norma di legge questo può andare in galera, quella no. I soliti 4 pesi e 18 misure?

    L’abbandono del figlio per me è e resta un’aberrazione, un fatto sì, questo “contro natura” (altro che gai). E se anche il maschio della donna snaturata è d’accordo, fetente pure isso. Tu chamalo se vuoi “Atto di Fede”. Non me ne frega una cippa. Nel caso, piuttosto che abbandonare mio figlio, se non trovo lavoro mi piazzo all’ingresso della metro, strimpello la chitarra e chiedo la carità. A volte nella vita bisogna fare delle scelte dolorose, ma credo (anche questo puoi chiamarlo “atto di Fede”) che mio figlio venga prima della mia dignità personale: ammesso e non concesso che chiedere l’elemosina perché un mondo stronzo non ti offre un lavoro decente e un modesto tetto dove vivere molto modestamente con tuo figlio, sia non dignitoso.

    >penso che di questo fatto la *disperata solitudine* sia giusto tenerne conto, come appunto fa (giustamente secondo me) il legislatore nel caso di “infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale”<
    Stai saltando di palo in frasca. Che minchia c’entra l’abbandono (moralmente riprovevole, sì, ma assolutamente anni luce lontano da un omicidio!) con l’infanticidio?? Essere soli o male accompagnati ti dà licenza di uccidere? Ma stiamo pazziando o cosa?

    >tu evidentemente non sei d’accordo sulla premessa<
    No, non sono d’accordo sul gioco delle tre carte che stai facendo. Ripeto, che c’entra l’abbandono con l’omicidio?

    >e ritieni possibile che una donna che viva in condizioni normali abbandoni il figlio (e se non hai statistiche è pure questa una questione di Vera Fede, falsa dal mio punto di vista).<
    Definire il concetto di “condizioni normali”, prego (come diceva Terminator:-) ). Quelle che per te, opulente lussemburghese d’adozione, possono sembrare “condizioni non normali” per una contadina albanese o per un peone della Sierra Madre possono essere un vero bengodi.

    >le questioni di Vera Fede si risolvono o scannandoci o lasciando perdere e bevendo un bicchiere alle rispettive saluti.<
    Non è così. Vedi sopra.

    >io propendo per la seconda, ma non vorrei ferire il tuo onore balcanico ed essere costretto a battermi con te 🙂<
    Nel caso, ti prego di non spararmi alla schiena mentre sto caricando la pistola. Che sarebbe l’equivalente duellistico di mischiare abbandono con omicidio:-).

    Ciao

    Ritvan

  86. utente anonimo scrive:

    >per R & MM 79, 80: in completo disaccordo, non esiste una unica via al potere…Francesco<
    Mi sa che il mio commento l’hai letto capovolto, metre facevi meditazione yoga a testa ingiù:-).

    Infatti, ho detto chiaramente che le vie al potere nei paesi democratici sono due (quella del macete/kalashnikov l’ho esclusa. Arbitrariamente:-) ): quella ereditaria (vedi Regina d’inghilterra o Lapo Elkann) e quella “dal basso”. Nel primo caso non devi far altro che “sceglierti”:-) i genitori giusti. Nel secondo, devi “sgomitare” e parecchio. Cambiano i mezzi “tecnici” (passera, culo – da leccare o da dare -, sudore nel portare borse e ingoiare prepotenze, coltellate – speriamo solo metaforiche – da dare a concorrenti o superiori, menzogne spudorate per accapparrare consensi, ecc., ecc.) ma non la via stessa. Come la strada – intesa come via di comunicazione asfaltata -resta sempre la stessa, che tu la percorra in auto, bus, carretto, bicicletta, a piedi o strisciando.

    Ciao

    Ritvan

  87. utente anonimo scrive:

    >ritvan, ma quando io parlavo di logiche istituzionali ferree non intendevo fare la solita polemica contro Busch o l’America, ma tu al solito ,come un toro che appena ha visto rosso ,:-)ti sei scagliato a capocchia contro le mie parole, vedendole come un banale considerazione addirittura antiamericana. maria< Ti riferisci al mio commento 67, vero? Vediamo di ricapitolare: —-Maria: E non basta una Rice a cambiare questo stato di cose, anzi spesso il potere cambia chi riesce ad ottenerlo, in quanto specialmente nelle istituzioni politiche le regole sono abbastanze ferree e la logica che le sostiene prevale anche sul genere.—— Ritvan: Eh, già, la bovera Rice sarebbe di suo ‘nu babbà, sono le “regole del potere” stabilite dal bieko Bush che la fanno apparire kattiva:-)

    Maria, per curiosità, ste perle ti vengono spontanee o le leggi nel “Manuale della Perfetta Luogocomunista”?:-).

    Maria, dove starebbe il mio presunto attacco al tuo presunto (almeno qui:-) ) antiamerikanismo?

    Tu qui hai preso – magari a seguito di un commento precedente che lo riportava – a modello la Rice. La quale è amerikana, ma so bene che non sei stata tu a farla diventare tale:-).Il cui capo e Bush e le regole se non le ha fatte adesso Bush le hanno fatte i suoi predessori, a tutti i livelli, masculi pure issi. Come nel resto del mondo. Che minchia c’entre il tuo supposto (sempre qui) antiamerikanismo?

    Quello che cercavo di dirti – e che come al solito non c’hai capito ‘na mazza e parli a vanvera di “drappi rossi” – e che si evince chiaramente dal discorso, è che le donne che SCELGONO di scalare il potere sono esattamente come gli uomini che SCELGONO di scalare il potere. Come sono entrambi l’ho spiegato in altri commenti e non mi va di ripeterlo.

    Credere che una donna scalatrice di potere sia stata o rimanga diversa dall’uomo scalatore di potere è una pia illusione. A questa pia illusione mi riferivo tacciandoti di “luogocomunismo” – in questo caso luogocomunismo femminista – che come ben sai è diverso dal “comunismo” tout court. Pertanto l’antiamerikanismo, i “drappi rossi” e le falci-e-martello di marx-leninista memoria stavolta c’entrano ‘na cippa.

    Ciao

    Ritvan

  88. utente anonimo scrive:

    rif. 73 per Z.

    Z. chiarisco il chiarimento (ma perché non mi dai un pizzico di buona fede?). Insisto nel dire che quando hai parlato di abbandono io mi sono immaginata una madre che va in ospedale e chiede di partorire anonimamente (come ha detto anche Aurora) e quindi decide di abbandonare il figlio (lo stato di abbandono ad es. necessario per dichiarare il bambino adottabile). Io mi figuravo questa scena e, ripeto, le tue parole “…quando si ripresenta in ospedale..” hanno confermato ciò che pensavo. Intendevamo due cose diverse.

    Questo mi ha fatto venire in mente quando, nel periodo di Natale, parlando con mio nipote ventenne ho detto:” Pensa che dove lavora zia P…(all’estero) hanno addobbato l’albero con le scale!” Parlavo di un albero grande, molto alto no? Lui mi fa perplesso: “Ma di che colore erano queste scale e perché le hanno appese all’albero di natale?” immaginando che dove vive la zia avessero la curiosa abitudine di appendere scalette all’albero di natale…

    Sardina

  89. utente anonimo scrive:

    Ritvan,

    due cose rapidissime (purtroppo)

    1. sei d’accordo sul fatto che l’abbandono di un neonato è un aberrazione totale?

    e se sei d’accordo, perchè continui a paragonarla con l’abbandono di un cane o una rapina?

    e sempre se sei d’accordo, non pare anche a te che sia più difficile abbandonare il proprio neonato piuttosto che abbandonare un cane

    o fare una rapina?

    2. citavo l’infanticidio facendo questo ragionamento:

    stiamo parlando di una madre che pardorisce e poco dopo abbandona il neonato alla sua sorte.

    c’è molta differenza fra abbandonare un neonato nel parco pubblico o affogarlo nel gabinetto?

    no, vero?

    ebbene nel secondo caso (neonato affogato nel gabinetto), il codice penale prevede che si tratta di un atto punito in maniera *meno severe* che un comune omicidio, se compiuto in condizioni di abbandono morale o materiale.

    allora mi chiedo, se nel caso di infanticidio il legislatore prende in considerazione le “condizioni di abbandono morale o materiale”, perchè non dovremmo prenderle in considerazione in caso di abbandono di neonato?

    e poi la domanda di fondo: non pare anche a te che ci sarà pure un motivo per il quale il legislatore chiede di prendere in considerazione le famose condizioni? (e tutto si può dire del codice penale ma non che sia “femminista”)

    3. e infine rilancio la domanda: ma siamo sicuri sicuri che la donna che abbandona il figlio e poi torna a riprenderlo non si becca un’accusa per abbandono di minori o qualcosa del genere?

    roberto

  90. utente anonimo scrive:

    francesco, intendevo maltrattamenti in senso penalistico:

    “Integra gli estremi del reato di cui all’art. 572 c.p. la sottoposizione dei familiari ad atti di vessazione continui e tali da cagionare agli stessi sofferenze, privazioni, umiliazioni, che costituiscano fonte di uno stato di disagio continuo ed incompatibile con normali condizioni di esistenza” (Cass. pen., 3580/99)

    non escludo a priori che qualche moglie possa fare ciò (e ci mancherebbe) ma il marito maltrattato può sempre prendere a calci in culo la moglie maltrattante cosa che, di regola, non succede a parti inverse…poi ragazzi se sposate donne forzute sono cavoli vostri 🙂

    invece di madri che maltrattano i figli ne trovi fino alla nausea

    roberto

  91. utente anonimo scrive:

    Quello che cercavo di dirti – e che come al solito non c’hai capito ‘na mazza e parli a vanvera di “drappi rossi” – e che si evince chiaramente dal discorso, è che le donne che SCELGONO di scalare il potere sono esattamente come gli uomini che SCELGONO di scalare il potere. Come sono entrambi l’ho spiegato in altri commenti e non mi va di ripeterlo.

    Credere che una donna scalatrice di potere sia stata o rimanga diversa dall’uomo scalatore di potere è una pia illusione. A questa pia illusione mi riferivo tacciandoti di “luogocomunismo” – in questo caso luogocomunismo femminista – che come ben sai …ritvan

    maria

    ma quale pia illusione o luogocomunismo, ti incollo cosa scrivevo a proposito di potere e di generi, maschile e femminile.

    RILEGGI PER CORTESIA.

    “Era invece una considerazione sul potere ,che nelle istituzioni deve essere Medio e prescindere dal genere e anche talvolta dalle idee personali.

    Se per ipotesi una femminista dovesse essere eletta presidente della repubblica o presidente della camera stai sicuro che dovrebbe stemperare le proprie idee, come del resto succede anche agli uomini…guarda bertinotti…

    Le cariche istituzionali sono neutre e

    modellate sul pensiero dominante che è storicamente maschile in senso lato, per cui è molto difficile per le donne imporre modi di pensare e agire alternativi e è per questo che spesso le politiche sono molto simili ai politici. ”

  92. utente anonimo scrive:

    Sardina, se presumessi la tua mala fede non discuterei con te :-))

    Piuttosto tu non presumere che io sia troppo sveglio 🙂 A volte ci metto qualche ora, o qualche giorno, per capire il senso di quello che scrivono gli altri… però poi ci arrivo, con un po’ di pazienza e tanta buona volontà ;-)))

    Z.

  93. utente anonimo scrive:

    >ma quale pia illusione o luogocomunismo, ti incollo cosa scrivevo a proposito di potere e di generi, maschile e femminile.

    RILEGGI PER CORTESIA. maria< E io ti faccio osservare che il papiro “chiarificatore” che incolli – e su cui, come vedi non ho avuto nulla a che ridire – l’hai scritto DOPO il mio forsennato:-) attacco al “drappo rosso”:-). Sai, le sequenze temporali nei dialoghi fra noi comuni mortali hanno ancora una certa importanza:-).
    Pertanto, se vuoi evitare le mie incornate, ti prego, fa in modo di scrivere sempre PRIMA quello che in genere scrivi solo DOPO:-).

    Ciao

    Ritvan

  94. utente anonimo scrive:

    Roberto,

    come ho scritto, non ho mai – dicasi mai – sentito di una donna incriminata in casi del genere.

    E ho anche precisato (rif. 73, nota 2: e che diamine, va bene la precisione, ma qui bisogna essere più pignoli che in tribunale! :-))) ) – che i media diffondono sciocchezze spesso e volentieri. E quindi, che se qualcuno mi dicesse per esperienza che le cose non stanno come i media ci raccontano sarei più che curioso di ascoltarlo (oltre che, naturalmente, di rallegrarmene).

    Tanto Le dovevo, e augurandomi di aver chiarito con questa mia, ecc. uacc. ekkekkazz! :-))

    Z.

  95. utente anonimo scrive:

    Roberto, io non ho detto che non esistano donne imputate di ” maltrattamenti in famiglia”, sicuramente ce ne sono.

    Ho detto che io non ne ho mai viste nel corso della mia, peraltro piccola, esperienza.

    Quando vado in Tribù , poi, mi capita di assistere anche ad altri processi, in attesa che si celebri la mia udienza ( magari alle due del pomeriggio, anziché, alle ore 9.30 ) : imputati di reato di maltrattamento in famiglia sono sempre uomini.

    Comunque, dato che mi hai sollevato un dubbio, per curiosità, quando mi capiterà, proverò a chiedere ai giudici che normalmente trattano questi processi quali possano essere le effettive proporzioni.

    Invece, nell’ambito del Tribunale per i Minorenni, ci sono casi di donne ” inadeguate ” a svolgere il ruolo di madre, che magari li trascurano perché troppo concentrate sui propri problemi, o ” incapaci di relazionarsi” con i figli e di comprendere i loro bisogni , o, ancora, che con il loro atteggiamento ( p.es. iperprotettivo, ansioso ) possono pregiudicare seriamente lo sviluppo psico-affettivo del minore .. madri insomma non in grado di assistere e curare la prole , ..o almeno così dicono gli assistenti sociali.

    Ma questi comportamenti non sono per lo più penalmente rilevanti, mancando la coscienza e volontà di infliggere ai figli delle sofferenze.

    Siccome poi mi sembra che non sia chiaro a tutti , nonostante il tuo commento esplicativo, cosa si intenda dire quando si parla di reato di ” maltrattamenti” ( in famiglia) , aggiungo quanto segue :

    ” Il reato di maltrattamenti in famiglia ( art. 572 c.p.) integra una ipotesi di reato NECESSARIAMENTE ABITUALE, che si caratterizza per la sussistenza di una serie di fatti , per lo più commissivi, ma anche omissivi, i quali ISOLATAMENTE considerati potrebbero essere NON PUNIBILI ( atti di infedeltà, di umiliazione generica , etc.), ovvero NON PERSEGUIBILI ( ingiurie , percosse, minacce lievi, procedibili solo a querela) , ma acquistano rilevanza penale per effetto della loro reiterazione nel tempo… “..” Il delitto si perfeziona allorché si realizza un MINIMO di tali condotte ( delittuose o meno) collegate da un nesso di abitualità ed avvinte nel loro svolgimento da una UNICA INTENZIONE criminosa di ledere l’integrità fisica o morale del soggetto passivo, cioè , in sintesi. , di infliggere abitualmente tali sofferenze”.

    Aurora.

  96. utente anonimo scrive:

    ritvan,

    ma figurati se vado a rivedere la sequenza dei post,visto quanto scrivi e come ti intrufoli dappertutto, :-)) Mi ci vorrebbe una serata…

    maria

  97. utente anonimo scrive:

    Rif. 79 80

    Per Ritty e Miky

    e no, in due no!… Così il Dizionario (dei Luoghi Comuni) lo spolpate proprio!…

    E tu Miky non approfittare del momento in cui dormiamo per buttare benzina in un corpo già incandescente!… ^__^

    Sardina

  98. utente anonimo scrive:

    Roberto,

    direi che tra uccidere il figlio nel cesso e abbandonarlo nel parco passa una certa differenza. Nel primo caso ammazzi un neonato; nel secondo caso abbandoni un neonato, che non significa necessariamente ucciderlo!

    Detto questo, se il neonato muore dopo qualche ora in conseguenza dell’abbandono, è un infanticidio ex 578 (“La madre che cagiona la morte del neonato immediatamente dopo il parto, o del feto durante il parto…”) o un “regolare” omicidio?

    Ora, premetto di non conoscere la giurisprudenza al riguardo, e colmerò tosto la lacuna. Ma anche ammesso che abbandonare il figlio sulla panchina rientri nella fattispecie dell’ “abbandono materiale e morale”, così a buon senso direi che “immediatamente” è una cosa e “dopo qualche ora” è una cosa diversa… no?

    Z.

  99. utente anonimo scrive:

    Z. (95),

    la mia era una domanda genuina perchè veramente mi pare strano che non si accusi di “abbandono di minori” una donna che lascia il neonato nel parco.

    sul 598, non conosco nemmeno io la giurisprudenza, ma lo avevo citato soo per farvi (tu e ritvan) ragionare su questo aspetto: se nel caso dell’infanticidio il legislatore (nella sua già più volte ricordata infinita bontà) tiene in considerazione le surricordate condizioni di “abbandono morale e materiale” della madre, perchè non dovremmo tenerne conto nel caso di abbandono?

    roberto

  100. utente anonimo scrive:

    cara aurora,

    la giurisprudenza che citi, mi spinge a dare ragione a francesco (84). che mettere le corna possa essere considerato “maltrattamenti” non lo sapevo e mai me lo sarei immaginato.

    mettere le corna allo scopo di umiliare il coniuge mi pare una cosa che fanno uomini e donni in pari misura (e lo dico solo per essere politically correct perchè detto fra noi mi pare una cosa più da donne che da uomini)

    roberto

  101. utente anonimo scrive:

    >Rif. 79 80 Per Ritty e Miky

    e no, in due no!… Così il Dizionario (dei Luoghi Comuni) lo spolpate proprio!…

    E tu Miky non approfittare del momento in cui dormiamo per buttare benzina in un corpo già incandescente!… ^__^

    Sardina< Postilla al mio vecchio commento n.79 “avallato” da MM. “Quelle cosacce orripilanti per far carriera le fanno TUTTE le donne del mondo, tranne una certa signora Sardina Da Sardinia, la quale è fatto notorio, ha fatto carriera esclusivamente in virtù della sua intelligenza, cultura, cortesia, professionalità che non trovano l’uguale nei Sette Mari”

    Avallo anche la postilla in nome e per conto di “Miky”. Cuntent?

    Ciao

    Ritvan

  102. utente anonimo scrive:

    Rif. 102

    Ben detto fratello! (in quanto balcanico e, si presuppone, “portatore” di gloria della tua gloriosa Nazione e lo dico più che convinta).

    Sarà per questo che sono rimasta disoccupata?

    Ma… mi stai estrapolando dal mazzo con un altro luogo comune?…

    Salvata da un luogo comune, non ci posso credere…

    Per quanto riguarda l’epiteto cervello di pesce che mi hai rivolto, mi sono consultata con mio nipote seienne il quale mi ha detto di risponderti: “Specchio riflesso!”

    Sardina

  103. utente anonimo scrive:

    Robelux:

    se nel caso dell’infanticidio il legislatore (nella sua già più volte ricordata infinita bontà) tiene in considerazione le surricordate condizioni di “abbandono morale e materiale” della madre, perchè non dovremmo tenerne conto nel caso di abbandono?

    Hmm… le condizioni di “abbandono morale o materiale”, per quanto posso capirci io, mi pare si riferiscano al parto in specie, non alla madre in generale.

    Detto altrimenti, io credo che l’articolo sia da leggersi così: se la donna partorisce in condizioni del tutto trascurate, tipo in mezzo alla zozzeria, e il cinno muore per questo, allora non è un omicidio comune commesso con piena coscienza e volontà, ma dovuto – appunto – ad abbandono morale e materiale.

    Quindi è da ritenersi meno grave, chessò, di un omicidio commesso buttando il bambino nel rusco, o lasciandolo su di una panca al freddo. Che così a naso, suona molto come un’omicidio volontario per dolo eventuale – perché mi sembra che nel caso di specie non si possa non considerare la probabile eventualità della morte del bambino, e quindi non si può dire che la madre non abbia accettato tale rischio. Nota anche che questa teoria sul dolo eventuale, peraltro piuttosto diffusa, è anche – a quanto ne so – una delle più garantiste (altre scuole sono più rigoriste di quella che mi ha onerato tra i suoi immeritevoli adepti 🙂 ).

    In ogni caso, l’abbandono materiale e morale del parto mi sembra comunque piuttosto differente rispetto all’abbandono immorale e materiale nel parco :-))

    Z.

  104. utente anonimo scrive:

    >Per quanto riguarda l’epiteto cervello di pesce che mi hai rivolto, mi sono consultata con mio nipote seienne il quale mi ha detto di risponderti: “Specchio riflesso!”

    Sardina<
    Non vale. Io non mi sono affibbiato un nick da pesce, pertanto non posso avere un cervello da pesce.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Quanto sei permalosa, come tutti i sardi (tié, un’altra luogocomunata alla schiena!:-) ), coi nick si scherza. Ricordo di aver detto in un’occasione all’amico fascistoide di questo blog che si firma “aquilatricolore” che non mi sembrava proprio un’aquila:-). Mica s’è precipitato dal suo nipotino per farsi insegnare la rappresaglia infantile più idonea lui!

    P.S.2 A proposito di suscettibilità sardofemminile. Abbiamo fra i nostri clienti un laboratorio veterinario di una delle più importanti città della Sardegna che fa service (ovvero ci manda alcune analisi speciali che non può fare in loco) da noi. La dottoressa che lo dirige aveva il brutto vizio di non mettere nel foglio di accompagno dei campioni che ci spediva alcun dato identificativo dei pazienti animali (nome o nome del proprietario). Ogni volta la nostra paziente (nel senso di munita di tanta pazienza, eh:-) ) segretaria (che Dio la benedica, basta lei per riconciliarmi col genere femminile:-) ) le doveva telefonare per sentirsi chiedere con voce stupita:”Ma perché, non li ho scritti i dati?”. Dopo un paio di mesi di questa squallida commedia decisi che era ora di finirla. Diedi disposizione alla segreteria di non chiamarla più e di scrivere, ogni volta che mancavano i dati identificativi, nella casella apposita del programma del PC il cognome della dottoressa e basta (qualcosa si doveva scrivere, sennò il programma non ti consente di procedere oltre).

    Bene, la mia perfida:-) trovata un giorno diede i suoi frutti. La dottoressa telefona e chiede di mandarle via fax copia del referto delle analisi del cane del sig. Porceddu:-). La segretaria risponde che al compiuter a suo nome non le risulta nessun Porceddu. La diottoressa s’inkazza come una vera sarda:-) e chiede di parlare col responsabile. Mi passano la telefonata (premetto che in passato avevo dato alla dottoressa un sacco di preziosi consigli professionali) e la dottoressa mi chiede come mai non c’era il nome del sig. Porceddu. Io, con la massima gentilezza possibile le rispondo:”Perché evidentemente lei non ha messo nel foglio di richiesta il nome del sig. Porceddu”. S’inkazza ancor di più:”Ma lei mi sta offendendo, come fa a sapere, così su due piedi, che sono stata io a non mettere il nome e non viceversa la vostra segretaria a sbagliare nell’ometterlo quando ha trascritto i dati?”. Con calma olimpica le spiego:”Dottoressa, lungi da me offendere la sua ben nota meticolosità nello scrivere i dati identificativi, ma le spiego perché sono sicuro: il programma per PC che usiamo, proprio per ovviare a eventuali “scorciatoie” di segretari scansafatiche non ti consente di passare al campo successivo se non hai riempito quello precedente. Se lei avesse scritto il nome del sig.Porceddu sul foglio di accompagno, non vedo quale beneficio avrebbe avuto la segretaria a scrivere al suo posto il suo (della dottoressa-ndr) nome. Comunque, per tagliare la testa al toro, la richiamo fra 10 minuti, il tempo di recuperare i suoi fogli originali di richiesta dell’ultimo mese e vedere se c’è il nome di Porceddu in qualcuno di essi. Nel caso molto improbabile, sarei pronto a scusarmi con lei”. Non l’avessi mai detto! Mi si scagliò contro con grida isteriche del tipo: “Lei mi sta offendendo”, “Lei è maleducato” et similia. Sempre con calma glaciale le risposi:”Dottoressa, evidentemente lei in questo momento è incapace di ragionare, pertanto ci risentiamo eventualmente quando starà meglio. Buona giornata”. Click.

    Intanto, la segretaria recuperò i fogli di richiesta, una dozzina circa, e solo in uno di essi c’erano i dati identificativi (che ovviamente non erano del sig. Porceddu). Fatta fotocopia di tutti, la segretaria glieli mandò via fax, in automatico.

    Passarono un paio di settimane senza che ci mandasse niente (il sangue femminile sardo è lento a sbollire.-) ), poi, un bel giorno ci arriva per posta il solito pacchetto della dottoressa, con TUTTI i dati, compresi età e razza della bestia (che raramente richiediamo) scrupolosamente annotati. E nel pomeriggio ricevetti la telefonata cinguettante della dottoressa, la quale come se nulla fosse avvenuto mi fece i soliti complimenti per la mia eccellente preparazione in materia labiratoristica e mi chiese il solito consiglio professionale. Io glielo diedi, le chiesi che tempo faceva nella sua città, si chiacchierò un pochino del più e del meno e ci salutammo da buoni amici. Questo succedeva un paio d’anni fa. Ancora oggi i suoi fogli di richiesta sono fra i più completi che ci arrivano.

    Ma valà che voi donne sarde non siete così male:-). Solo che difficilmente chiedete scusa:-).

  105. utente anonimo scrive:

    Rif. 105

    Puoi, puoi ti dico che puoi!

    Bella storia! Spero però che tu non abbia condotto la tua statistica sulle donne sarde in base a un’unica esperienza!

    Poi il fatto che non ti abbia chiesto scusa è perché è maleducata non perchè sia sarda!…

    Sardina

  106. utente anonimo scrive:

    >Puoi, puoi ti dico che puoi (avere un cervello da pesce-ndr)! Sardina<
    No, se la zoologia non è un’opinione:-).

    >Bella storia!<
    Si fa per dire:-)

    >Spero però che tu non abbia condotto la tua statistica sulle donne sarde in base a un’unica esperienza!<
    Assolutamente no! Però, di donne sarde ne ho conosciute solo due, te compresa. E gli inizi non sono molto incoraggianti:-). Vabbe’ quando arrivo a 100 elaboro la statistica:-).

    >Poi il fatto che non ti abbia chiesto scusa è perché è maleducata non perchè sia sarda!…<
    Mmmm…io credo, invece che sia perché è DONNA e in più sarda:-).

    Però, siccome io sono albanese, ci tengo poco alle scuse formali. L’importante è che uno/a dimostri di aver capito l’errore e che poi si comporti di conseguenza.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. No, a dispetto del nick non hai un cervello da pesce:-). E lo dimostra il fatto che non hai commentato la storia ad minchiam dando a me dell’intollerante nei confronti delle povere dottoresse distratte.

  107. utente anonimo scrive:

    Rif. 107

    Mi metti in imbarazzo, ma tu insisti e adesso devo pure darti la dimostrazione…

    In quanto (tu) veterinario devo darti ragione i pesci vivono in mare, laghi, torrenti ed elevate acque e sempre per lo stesso motivo salterò il paragrafo riguardande le api, le farfalle etc… .

    Ma in quanto maschietto, se controlli, un pesciolino dovresti averlo (spero per te non una sardina!…), quindi anche nel tuo caso il pesce c’azzecca eccome ergo tu hai un cervello da (o nel) pesce!…

    Per quanto riguarda gli inizi non molto incoraggianti sono d’accordo con te,ma sono sempre disponibile a chiarire.

    Però un progresso lo abbiamo avuto ora mi saluti perfino!…

    A si biri Sardina

  108. utente anonimo scrive:

    Z.,

    ho fatto una piccola ricerca ed ecco cosa ho trovato:

    fino ad una decina di anni fa avresti avuto ragone tu, ma poi la cassazione ha cambiato idea e adesso le condizioni di abbandono non riguardano il parto, ma proprio la madre.

    “La fattispecie criminosa delineata dall’art. 578 c.p. postula uno stato di abbandono della madre inteso *non come fatto contingente legato al momento culminante della gravidanza*, bensì come *condizione di vita*, che si sostanzia *nell’isolamento materiale e morale della donna dal contesto familiare e sociale* (situazione d’indigenza e difetto di assistenza pubblica e privata; solitudine causata da insanabili contrasti con parenti e amici e conseguente allontanamento spontaneo o coatto dal nucleo originario di appartenenza e così via) produttivo di un profondo turbamento spirituale, che si aggrava grandemente, sfociando in una vera e propria alterazione della coscienza che si riscontra in molte partorienti immuni da processi morbosi mentali e tuttavia coinvolte psichicamente al punto da smarrire almeno in parte il lume della ragione.

    Cassazione penale , sez. I, 25 novembre 1999 , n. 1387

    invece su “immediatamente” ho trovato questa:

    “Per la sussistenza della figura delittuosa prevista dall’art. 578 c.p., occorre il requisito della contestualità della condotta con l’evento parto visto che il fatto deve essere avvenuto “immediatamente dopo il parto”. Manca tale immediatezza, quando la morte sia stata cagionata oltre i due giorni dal parto”.

    Cassazione penale , sez. I, 17 luglio 1989

    ma, ripeto, la mia analogia fra infanticidio e la mamma che abbandona nel parco il figlio, non è certamente perfetta: volevo solo mettere in evidenza il fatto che se in un caso le condizioni di abbandono hanno un valore non vedo perchè non debbano averlo nell’altro (e *non vedo perchè* ti prego di non leggerlo in maniera giuridica)

    ad salud

    roberto

  109. utente anonimo scrive:

    x Sardina (#108)

    Ah, ‘mbè, ti riferivi a “quel pesce”:-). Eh, sì, una specie di “cervello” ce l’ha pure lui. Ma i saggi – e io modestamente lo nacqui, come diceva Totò:-) – lo tengono sempre subordinato a quello che si trova nella scatola cranica.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. No, non è una sardina. Ma nemmeno un barracuda (come lo chiama Christian De Sicanei film per plebei:-) ): sai, noi albanesi mica siamo negri:-).

    P.S.2 Guarda che ti devo raccomandare un collega che fa l’oculista dei pesci:-): io ti ho SEMPRE salutata.

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