Scendendo dagli alberi (II)

Nel fondo dell’America evangelica, a Chattanooga nel Tennesee, vive e scrive Robert Tamasy.

Tamasy è vicepresidente di un’azienda che si chiama Leaders Legacy, che potremmo tradurre, “come tramandare la qualità di essere un leader imprenditoriale” a nuove generazioni di imprenditori.

Leaders Legacy insegna agli uomini d’affari a scoprire chi sono – in sostanza, come sfruttare se stessi per ottenere maggiori profitti – e a “crescere personalmente e professionalmente” – cioè, come sfruttare gli altri – usando qualcosa che si chiama il Birkman Method.

Chiedo scusa se non traduco i titoli dei libri di Robert Tamasy, ma certe espressioni sono davvero impossibili da rendere in una lingua europea.

Eccoli:

Business At Its Best;

The Heart of Mentoring: Ten Proven Principles for Developing People to Their Fullest Potential;

The Complete Christian Businessman;

Gospel and the Briefcase

e uno straordinario Jesus Works Here: Leading Christians in Business Talk About How You Can Walk With Christ Through Stress, Change, and Other Challenges of the Work.

Una meditazione su questo intreccio di psicologia del potenziale umano, cultura degli affari, le assonanze tecnologiche del Metodo Infallibile per il Successo e infine Gesù, ci rivela il cuore della religione americana e ci aiuta a comprendere le basi tutt’altro che medievali e retrive del creazionismo statunitense.

L’evoluzione pone certamente un problema per i tre monoteismi; ma perché la reazione è così forte solo nel contesto statunitense?

I creazionisti americani risponderanno, dicendo che l’evoluzione è in contrasto con la Bibbia. E’ vero, ma, come diceva Sant’Agostino, “nessuno crede alcunché se prima non ha pensato di doverlo credere“.[1]

Il testo fondante degli Stati Uniti è la Bibbia.

Come linguaggio profondamente assorbito, come racconto di un popolo errante dotato di una missione cosmica, blueprint of the Republic e soprattutto come faccenda di “blessings and curses“, benedizioni e maledizioni, che facciamo cadere su di noi con le nostre scelte.

La religione americana – diecimila chiese ma un unico spirito che assorbe anche ebrei, musulmani e atei – ha una dimensione difficile da cogliere da noi.

Forse la definizione migliore è idealismo pragmatico.

Intendiamo “idealismo” nel senso filosofico: cioè la credenza che la verità si trovi “dentro di noi”, intesi come individui atomizzati, ma potenzialmente perfetti. Per questo Harold Bloom chiama la religione americana una variante dello gnosticismo.

Nella visione dell’idealismo pragmatico, il mondo non ha spiegazioni storiche o sociali.

Al contrario, l’idealismo pragmatico mira esclusivamente a cambiare il mondo nel nostro interesse, usando l’infinito potere che c’è dentro di noi.[2]

E quel mondo da cambiare e dominare è una straordinaria proiezione di potenza sulle cose, una specie di miraggio tangibile.

Note:

[1] Prima di complimentarvi con me per la mia cultura, preciso che ho ritrovato questa frase oggi nelle risposte ai lettori di Corrado Augias su Repubblica.

[2] Interessante a questo proposito la vicenda della psicanalisi, scienza profondamente europea e tragica, che ha avuto subito successo negli Stati Uniti, ma al prezzo di una radicale trasformazione, diventando un problem solver. James Hillman ha colto molto bene questa contraddizione, schierandosi proprio dalla parte “europea” di chi è disposto ad accogliere la tragedia.

[Questa serie di post sulla questione del creazionismo e dell’evoluzione è identificata dal tag “evoluzione”, che permette di rintracciare le altre puntate apparse su questo blog]

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4 risposte a Scendendo dagli alberi (II)

  1. utente anonimo scrive:

    potresti precisare in che modo, secondo Harold Bloom, una eresia nichilistica, di rifiuto del mondo, sia nella variante ascetica che orgiastica, contribuisca a fondare la Religione Americana dell’idealismo pragmatico? grazie alex

  2. kelebek scrive:

    Per Alex n. 1

    Harold Bloom sottolinea l’aspetto di gnosticismo come “conoscenza interiore”, cioè possesso della verità in se stessi; e anche come rigetto del mondo “così com’è”.

    Miguel Martinez

  3. utente anonimo scrive:

    come mai questi hanno bisogno di mantenere PARZIALMENTE una lettura letterale della Bibbia?

    Divorzio, aborto, democrazia elettiva, presiti con interesse, tutto questo va bene. Ma la Creazione deve essere avvenuta letteralmente in sette giorni?

    Non capisco.

    Francesco

  4. utente anonimo scrive:

    >come mai questi hanno bisogno di mantenere PARZIALMENTE una lettura letterale della Bibbia?

    Divorzio, aborto, democrazia elettiva, presiti con interesse, tutto questo va bene. Ma la Creazione deve essere avvenuta letteralmente in sette giorni? Non capisco. Francesco< Mah, forse si potrebbe aggirare l’ostacolo dando per scontato che Dio, non abitando sulla Terra e, pertanto, non essendo soggetto alla giornata tipo di nosotros, condizionata dal ruotare della Terra sul proprio asse, abbia una giornata di durata diversa che non ha ritenuto importante comunicarci:-).
    Ciao

    Ritvan

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