Democrazia liberale

Autocertificasi "liberale", in Italia, chi vuole i dissidenti in galera, libertà di rapimento per i servizi stranieri sul nostro suolo e i sospetti di furto di mele fucilati senza processo.

Però democrazia liberale ha anche un significato, magari secondario, ma pure importante.

Innanzitutto, la democrazia liberale, come i film o le insegne dei locali notturni, deve essere anglosassone.

E mi dicono che la democrazia bipolare anglosassone, per non essere una sòla completa, deve basarsi su due cose: chi si fa eleggere deve spiegarci prima cosa vuole fare, e deve fare più o meno quello, una volta eletto. E l’opposizione deve stare lì con una lente di ingrandimento, per riportare sulla retta via il governo.

Ora, prendiamo un caso molto concreto, visto che a noi contribuenti è costato non pochi soldi.

Nel gigantesco programma dell’Unione, a pagina 109, c’erano scritte queste parole:

"L’Unione si impegna, nell’ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti".

Ora, quando l’Unione è arrivata al governo, ha fatto passare una finanziaria di 33 miliardi e 400 milioni di Euro. Di cui circa 4,5 miliardi (ma la cifra reale pare sia parecchio più alta) per spese militari, a vario titolo. Una cosa mai vista, almeno nella storia repubblicana (non saprei dire come fosse il bilancio dell’Italia fascista durante la guerra).

Questa finanziaria è stata attaccata in maniera assai rumorosa dall’opposizione. Allora, vado a leggermi una critica, che mi sembra dettagliata e scritta da persone informate, che l’opposizione ha rivolto alla finanziaria.

Potete leggerla anche voi, ma non la riporto qui, perché quello che mi interessa è ciò che tale critica tace.

Infatti, non c’è una sola parola sulle spese militari.

Si lamentano, quindi, solo di come vengono riscossi i soldi, non di come vengono spesi. Perché su quello non possono avere nulla da ridire.

Poi dicono che elettori ed eletti faticano a capirsi. Solo che gli eletti hanno il parlamento (e i ministeri e la polizia e tutto il resto) in mano, gli elettori tutt’al più gli striscioni.

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28 risposte a Democrazia liberale

  1. utente anonimo scrive:

    Due cose.

    Anzitutto, il pezzo di programma recita:

    “L’Unione si impegna, nell’ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti”

    Il che non vuol dire:

    “L’Unione si impegna a ridurre le spese per la difesa”.

    Vuol dire razionalizzare la spesa insieme agli altri partner europei. Ci sono ampissimi margini per farlo.

    “4,5 miliardi (ma la cifra reale pare sia parecchio più alta) per spese militari, a vario titolo. Una cosa mai vista, almeno nella storia repubblicana (non saprei dire come fosse il bilancio dell’Italia fascista durante la guerra).”

    Interessante. A quali anni fai raffronto, esattamente ?

    PaoloB

  2. utente anonimo scrive:

    Caro PaoloB, capisco la difesa d’ufficio, ma mi risulta davvero incontrovertibile il dato della non solo conferma ma del potenziamento di spesa militare prevista dalla finanziaria. Ora si può essere più o meno d’accordo, ma così stanno le cose.

    Immagino che tu consideri questo governo, e quello che seguirà, amico. Padrone di pensarlo. Anche io ritengo che sia amico, naturalmente di quei “poteri forti” che lo hanno giustamente sostenuto perché considerato più in grado di traghettare il paese là dove il capitalismo in salsa globale -USA- vuole. Il bello è… staremo a verede.

    Antonio

  3. utente anonimo scrive:

    Antonio,

    mi puoi rispondere tu alla domanda che ho fatto a Martinez ?

    Grazie.

    PaoloB

  4. utente anonimo scrive:

    Capitolo spese militari.

    Io non me ne intendo, e mi baso su quello che dicono amici militari, per i quali l’argomento (anche nei loro forum, che non mancano) è vexata quaestio.

    Allora, l’Italia non spende poco, ma, comparata agli altri europei, neppure tanto.

    Però spende male.

    Gran parte delle spese militari vanno al mantenimento di una elefantiaca e burocratica macchina che serve solo a se stessa.

    Non ricordo bene, ma mi pare che se l’Italia non ha più generali degli Stati Uniti poco ci manca. Strapagati, ovviamente.

    E altre migliaia di ufficiali e sottufficiali che, con il restringimento dell’esercito da obbligatorio a professionale hanno come unico compito quello di presidiare una poltrona.

    Difficilmente possono essere “dismessi”, se non altro perchè sono una macchina da voti, e perchè se li si pensiona comunque rimane il problema di pagargliela, la pensione; o di inserirli nella vita lavorativa civile, cosa che non tutti sono disposti/sono in grado di fare.

    Oltretutto, l’esercito professionale, per quanto più ristretto, non è automaticamente più economico di quello di leva, perchè il soldato semplice (che non esiste in pratica più: c’è stata in Italia una assurda moltiplicazione di gradi tipo caporalmaggiorecaposcelto, che servono solo a indicare livelli di paga) deve finalmente essere pagato a livello decente (sennò non si arruola); e per l’appalto a ditte esterne di tutti quei compiti, dalla mensa al minuto mantenimento fino a compiti di officina (e addirittura di guardia!) che prima spettavano al mitico “najone”.

    Ora, uno valuta che non siamo in grado di difenderci da soli, e allora ben vengano le basi americane (che però significano anche “politica estera americana”, spero che questo sia chiaro);

    io invece non la vedo così, e penso che razionalizzando le spese saremmo benissimo in grado di difenderci da soli.

    Senza neppure aumentare la spesa militare.

    Oltretutto dubito che la politica estera americana sia attualmente quella che ci difende; a me sembra più che altro che ci metta nei guai.

    Non scherziamo, i carabinieri di Nassirya e Calipari sarebbero ancora vivi, se l’Italia non avesse aderito alla politica estera americana.

    Poi, quando stavo a Roma, un mio amico si rifutava di prendere la metro per via degli allarmi attentati. Illuso.

    Paolo

  5. utente anonimo scrive:

    Di fatto se vogliamo diventare una superpotenza mondiale, conquistare il sud dell’afghanistan, poi l’iran, poi la siria, poi la corea del nord e poi cuba, spezzando le reni a tutti, bisogna aumentare le spese militari.

    Conte Oliver

  6. utente anonimo scrive:

    Chi volesse approfondire e fare paragoni con la finanziaria 2007 (mi segui PaoloB?:-) ) potrebbe dare un’occhiata all’URL http://unimondo.oneworld.net/article/view/134789/1/

    (rapporto SIPRI 2006 sulla spesa militare nel mondo nel 2005), dove ci sono anche vari link per consultare le tabelle originali.

    Da tale rapporto risulta che l’italia continua a rimanere saldamente al 7° posto al mondo sia per spesa militare in valore assoluto che per spesa militare pro capite, e al 10° per spesa militare in rapporto al PIL.

    Però, nel 2005 in Italia si registra un calo della spesa militare di circa un paio di miliardi di dollari rispetto al 2004. Sicuramente non è vero che il Guerrafondaio Berlusca abbassa le spese militari: sarà stato uno dei soliti trucchi contabili di Tremonti:-).

    Ciao

    Ritvan

    P.S. x Paolo

    Concordo con la tua analisi sulla malaspesa militare italica. Ma non credo che la Difesa sia un’eccezione: come ho già tentato di dire qui – con scarso successo, d’altronde – è così quasi dappertutto: l’italia spende fior di quattrini spremuti ai contribuenti, in tutti i settori, ma spende male, foraggiando il parassitismo.

    Un unico appunto: non sono sicuro che Calipari sarebbe stato ancora vivo se l’Italia avesse lasciato gli usani nella merda in Iraq: le vispe Terese (Sgrene &co) vi si sarebbero fiondate comunque per documentare le nefandezze di Bush e le prodezze dei Gloriosi Resistenti, questi ultimi non credo si sarebbero fatti scrupolo di rapirle per procurarsi pecunia da convertire in RPG (tanto le trattavano bene, a pasticcini esotici e letture coraniche, no?) e il soldato italoameregano al check point non credo si sarebbe fatto maggior scrupolo nello sparare contro quella macchina sospetta. Anzi, è probabile che, accortosi che si trattava di macchina di “traditori” avrebbe portato a termine il lavoro sporko:-), faccendo secchi a posteriori anche la Sgrena e l’autista.

  7. kelebek scrive:

    Per Paolo n. 4,

    grazie del resoconto, molto interessante.

    Aggiungo una mia ipotesi, basata solo sul buon senso e non su dati che non possiedo, quindi potrebbe essere sbagliata in molti punti: metto i verbi all’indicativo solo per semplificare, ma è tutto molto condizionale.

    Poniamoci in una posizione di netta realpolitik nazionale.

    L’Italia può essere esposta a pericoli provenienti da forze inferiori, pari o superiori.

    Le forze “inferiori” possono essere tutti quei pericoli, veri o ipotetici, che vanno dagli “sbarchi dei clandestini” a possibili attentati nelle metropolitane, all’occupazione camorristica del territorio, ecc.

    Le forze “paritetiche” possono essere paesi più o meno paragonabili all’Italia e al suo esercito, e ovviamente confinanti, dalla Francia alla Croazia alla Tunisia.

    Le forze “superiori” potrebbero essere l’esercito statunitense, o forse quello cinese o russo, con il dominio dell’aria.

    Ora, il 90% della tecnologia dell’esercito italiano è inutile contro le forze “inferiori”.

    Comunque le forze che l’Italia usa, dai vigili urbani agli elicotteri della Marina, sono più che sufficienti per risultare quasi sempre vittoriosi.

    Contro le forze “inferiori”, tra parentesi, non serve assolutamente alcuna forza estera.

    Per quanto riguarda le forze “paritetiche”, l’esercito italiano potrebbe probabilmente tenere testa, se non alla Francia, almeno alla Croazia, per diversi mesi di guerra e reciproci bombardamenti.

    Penso che sia ben attrezzato per una guerra paritetica, peccato che non esista alcuna possibilità che scoppi: non solo qui, ma anche in altre parti del mondo, non ci sono più guerre paritetiche.

    In caso di conflitto con una potenza superiore, quelli annienterebbero la flotta e l’aereonautica italiane in qualche ora.

    Serve invece una capacità di guerriglia, di tipo svizzero o iracheno.

    Come vedete, in tutti e tre i casi, quasi tutta la tecnologia militare italiana – navi e aerei e carri armati e missili e così via – è del tutto inutile in tutti e tre gli scenari (nel secondo, perché lo scenario stesso è impossibile).

    Resta quindi il fatto che l’Italia ha una notevole potenza militare offensiva, utile per condurre guerre all’estero.

    Che oggi possono essere solo guerre condotte a fianco della potenza che domina l’aria, i mari e le comunicazioni.

    Ecco che il concetto stesso di “difesa” diventa ridicolo.

    Miguel Martinez

  8. utente anonimo scrive:

    x Miguel (n.7)

    Se i ben noti paramilitari sudamerikani contavano su di te per essere addestrati stavano freschi!:-).

    Tu dimentichi un’altra ipotesi. Ovvero, un evento verificatosi per ben 2 volte nel corso degli ultimi 100 anni. Uno scontro fra due coalizioni, a livello planetario. E non è detto che una (o entrambe) siano disposte a riconoscere una tua eventuale neutralità disarmata (ricordiamoci il Belgio!). Nel formarsi delle coalizioni, poi, conta anche quanti carriarmati, missili, aerei, portaerei ecc. hai. Se non hai nulla di tutto ciò, sarai visto come un verme immondo:-) e le soluzioni possibili saranno solo 2:

    -o ti fai un trattato con un forzuto (tipo quello che fece il Kuwait con gli ameregani) in cui allora sarai sicuramente “servo” e non alleato (con tutte le conseguenze del caso).

    – o te ne stai beato nella tua neutralità disarmata, sperando (come l’asino della favola albanese, che mentre il lupo lo azzanava pregava:”Dio, ti prego fa sì che sia solo un brutto sogno!”:-)) che la guerra stia lontano dal tuo culetto. Scelta obbligata per il Vaticano. Meno per il sesto o settimo paese più industrializzato del mondo.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Io credo che dopo il rinascimentale “Franza o Spagna purché se magna” e il guerrafreddaiolo “Meglio rossi che morti” per la povera e bistrattata Italia un “Meglio il turbante in testa che la base a Vicenza (licenza poetica:-) )” sia molto deprimente e umiliante.

  9. kelebek scrive:

    Per Ritvan n. 8

    Il conflitto tra coalizioni è una semplice impossibilità, visto che una delle due coalizione, quella che esiste già, ha la possibilità di annientare l’altra nel giro di pochi minuti, e molto prima che l’altra possa nascere.

    Almeno questo dovremmo averlo imparato dalla Guerra Fredda. Dove non si è sparato un colpo, e non per merito dei carri armati, ma degli arsenali nucleari.

    Miguel Martinez

  10. utente anonimo scrive:

    Ah, Miguel, dimenticavo. Non molto tempo addietro uno stato europeo ha dovuto combattere una guerra quasi-paritetica. Si chiamava “guerra delle Malvine/Falkland”. Lo so, l’Italia non ha sovranità su isole situate all’altro capo del mondo. E non ha mai avuto – dalla fine della IIGM in qua – nemmeno una Thatcher con le palle di ferro. Pero, nella molto ipotetica e fantascientifica (lo riconosco) ipotesi che il figlio di Gheddafi, succeduto al padre sul “trono” di Libia, imbeccato in sogno dall’arcangelo Gabriele (leggi: avuto un lieve spostamento delle rotelle craniali) a fare – in mancanza della magaautostrada richiesta – un “esproprio proletario halal” per compensare i danni del bieko kolonialismo italico del 1911 invadesse delle isole del Sud Italia, che fa l’Italia, chi manda a sloggare l’esercito libico il Corpo dei vigili urbani romani e milanesi, l’Arcicaccia, i forestali calabresi o i soldati NATO belgi, inglesi, rumeni e albanesi?:-). Già, forse tu – non avendo tutti i torti – dirai che molto probabilmente il Governo Italico chiedera la mediazione congiunta della Comunità di Sant’Egidio e della moschea egizia di Al Azhar, per imbastire un tavolo di trattative equo e solidale, in modo da ottenere il ritiro delle armate libiche dalle isole italiche dopo che la Impregilo avrà fatto in Libia quell’autostrada del menga coi soldi di Pantalone. E’ probabile. Ma rimane comunque una schifezza. E probabilmente il Bettino Craxi di Sigonella si rivolterebbe nella tomba.

    Ciao

    Ritvan

  11. utente anonimo scrive:

    >Il conflitto tra coalizioni è una semplice impossibilità, visto che una delle due coalizione, quella che esiste già, ha la possibilità di annientare l’altra nel giro di pochi minuti, e molto prima che l’altra possa nascere.< Famme capì, per parlare come se magna:-), tu sostieni che i bieki usani (con a capo Bush nipote:-) o Hillary Dalle Corna Cervine, poco importa) lancerebbero le atomiche su Cina, Russia, Iran, Indonesia e Pakistan (questi ultimi due in mano a fondamentalisti islamici) solo al sentir parlare di una possibile alleanza fra di loro? Ma ne sei veramente sicuro o anche tu:-) mi stai provocando?:-)
    Ciao

    Ritvan

  12. utente anonimo scrive:

    Questa cosa della “protezione” non la capisco proprio.

    Mi è sempre sembrata una scusa per tenere sotto controllo i più deboli, mantenendoli deboli.

    Semplifichiamo e capiamoci.

    Nel Medioevo, il cavaliere offriva la sua “protezione”, ovviamente a sue condizioni, ai poveracci.

    Poi i poveracci hanno capito che mettendosi insieme, con armi a costo zero come la picca e l’arco, potevano sconfiggere tutti i cavalieri che volevano.

    Fine della cavalleria, inizio delle milizie comunali e mercenarie, dei comuni e delle signorie.

    Il mafioso offre la sua “protezione” al negoziante, che paga: ma i negozianti potrebbero benissimo mettersi insieme e fare un culo così al mafioso.

    Ora, a me di pagare il pizzo agli Stati Uniti non va, e questo non fa di me nè un fascista (con tutta la simpatia per Aquila Tricolore) nè un idiota (spero- senz’altro lo sono per altri motivi, su questo non ci piove).

    Per esempio, prima c’era la Nato e il Patto di Varsavai: si giustificavano a vicenda. Dire “chi ha cominciato prima” mi sembra del tutto ozioso.

    Mo’ il Patto di Varsavia non c’è più, però la Nato (cioè Bush) fa tutto il possibile per fare incazzare la Russia (tipo fregargli gli alleati, fottersene dei patti di non proliferazione, stanziare truppe praticamente ai confini russi che si immischiano pesantemnete dei conflitti locali ecc.).

    Se un giorno la Russia sarà così potente da minacciarci (non è un’ipotesi del tutto peregrina) sarà stata la Nato a procurarci la minaccia, non a difenderci.

    Cioè, ci difenderà, dopo averci messo in pericolo. Bella forza.

    Perciò, in caso di conflitto tra coalizioni, io propongo che l’Italia faccia parte di una coalizione, certo- ma possibilmente una un po’ più intelligente di quello che è diventata la Nato.

    Per questo propugno la Difesa unica europea.

    Che i generali italiani vedono come il fumo negli occhi, sia per comprensibili motivi campanilistici (“non vogliamo essere comandati dai francesi che ci odiano e dagli inglesi che ci disprezzano”) sia perchè abituati a pensare da decenni di riflesso condizionato che “extra USA nulla salus”.

    Paolo

  13. kelebek scrive:

    Per Ritvan n. 11

    Prima di tutto, gli americani farebbero entrare in conflitto i russi con gli iraniani, poi i pakistani con i cinesi 🙂

    Comunque è ovvio che le bombe atomiche comincerebbero a piovere non appena si muove il primo carro armato della presunta coalizione.

    Questo lo sanno anche i membri dell’ipotetica coalizione, per cui non muoverebbero mai i carri armati.

    Fine dell’utilità dei carri armati, se non per occupare qualche sfigata metropoli del Terzo Mondo e sparare sui ragazzini che tirano bombe incendiarie.

    Ma siccome le metropoli sfigate in questione stanno nel Terzo Mondo, vuol dire che i carri armati lì ci arriverebbero in una guerra offensiva e non difensiva.

    Miguel Martinez

  14. utente anonimo scrive:

    >Questa cosa della “protezione” non la capisco proprio.

    Mi è sempre sembrata una scusa per tenere sotto controllo i più deboli, mantenendoli deboli. Paolo< Discussione interessante. Facciamo un po’ il “Limes” de noantri:-), va! >Semplifichiamo e capiamoci.

    Nel Medioevo, il cavaliere offriva la sua “protezione”, ovviamente a sue condizioni, ai poveracci.

    Poi i poveracci hanno capito che mettendosi insieme, con armi a costo zero come la picca e l’arco, potevano sconfiggere tutti i cavalieri che volevano.

    Fine della cavalleria, inizio delle milizie comunali e mercenarie, dei comuni e delle signorie.<
    Esempio storico fedele, ma paragone sbagliato. A meno di disseminare l’Italia di 7 milioni di fortini in cemento armato e dare ad ogni italiano/a adulto/a un AK47, preparandoli alla guerra partigiana (come fece il Sempre Lodato Nostro, preparandoci ad un’invasione congiunta di NATO e patto di varsavia:-) ), non vedo l’attinenza del paragone militare.

    >Il mafioso offre la sua “protezione” al negoziante, che paga: ma i negozianti potrebbero benissimo mettersi insieme e fare un culo così al mafioso.<
    Dai, su, non ciurliamo nel manico, il paragone è ancora improponibile. Il mafioso offre “protezione” solo contro se stesso, così non manda i propri scagnozzi a incendiargli il negozio, mica offre una poliza contro i controlli delle Fiamme Gialle, gli infortuni, gli atti vandalici dei black block o gli espropri proletari di Caruso&Casarini:-).

    >Ora, a me di pagare il pizzo agli Stati Uniti non va,<
    Abbi pazienza, ma a quanto ammonta ‘sto pizzo e come fa a produrre effetti nefasti sull’economia italica (similmente a quello feudale e mafioso, che proprio simbolici non lo erano)? Oh, se ne fai una questione “d’onore”:-) allora è un altro paio di maniche.

    >e questo non fa di me nè un fascista (con tutta la simpatia per Aquila Tricolore) nè un idiota (spero- senz’altro lo sono per altri motivi, su questo non ci piove).<
    No, ma un po’ confuso e contraddittorio io penso di sì. Detto terra-terra: che ci (mi ci metto anch’io, anche se “ospite” e non “padrone di casa”) guadagnamo, in euro, dollari o rubli:-), se ci sganciamo dai biechi usani? me lo potresti quantificare, così si potrebbe avere qualche carta in più rispetto al pur lodevolissimo e legittimo orgoglio di affermare urbi et orbi: “Noi ci difendiamo da soli e non abbiamo bisogno degli ameregani”?

    >Per esempio, prima c’era la Nato e il Patto di Varsavai: si giustificavano a vicenda. Dire “chi ha cominciato prima” mi sembra del tutto ozioso.

    Mo’ il Patto di Varsavia non c’è più, però la Nato (cioè Bush) fa tutto il possibile per fare incazzare la Russia (tipo fregargli gli alleati, fottersene dei patti di non proliferazione, stanziare truppe praticamente ai confini russi che si immischiano pesantemnete dei conflitti locali ecc.).<
    A Roma si dice “Chi s’inkazza fa tre fatiche: prima s’inkazza, poi si scazza e poi va affan..lo”:-). Abbi pazienza Paolo, ma i paesi ex satelliti dell’URSS mica son cetrioli sul bancone che possano essere fregati, sono paesi sovrani i cui legittimi rappresentanti ritengono opportuno far entrare nella NATO. Putin s’inkazza per questo? Sempre tre fatiche fa!:-)

    >Se un giorno la Russia sarà così potente da minacciarci (non è un’ipotesi del tutto peregrina) sarà stata la Nato a procurarci la minaccia, non a difenderci.<
    Gia. Faccio la solita “reductio ad hitlerium”:-) per dire che anche l’aggressione nazista gli altri se la son voluta, non concedendo al Volk tetesco lo “spazio vitale” di cui Dio aveva deciso di dotarlo:-).

    >Cioè, ci difenderà, dopo averci messo in pericolo. Bella forza.<
    Abbi pazienza, ma che deve dire il Bieko Bush al bieko Kaczinsky o all’arcibieko Berisha: “No, a farvi entrare nella NATO non ci penso proprio. Vassalli dell’URSS eravate e vassalli della Russia di Putin – erede legittima dell’URSS – avete da rimane’. Capito mi avete, aaah?!”:-).

    >Perciò, in caso di conflitto tra coalizioni, io propongo che l’Italia faccia parte di una coalizione, certo- ma possibilmente una un po’ più intelligente di quello che è diventata la Nato.<
    Questo, immagino in omaggio al perfido detto albionico:”L’italia non termina mai una guerra trovandosi nella stessa coalizione in cui l’ha iniziata”:-)

    >Per questo propugno la Difesa unica europea.<
    Sì, sarebbe la cosa giusta, visto che c’è quella cosa informe e gelatinosa che si chiama UE. Ma per farla bisognerebbe esser d’accordo tutti, mica solo gli italiani.

    >Che i generali italiani vedono come il fumo negli occhi, sia per comprensibili motivi campanilistici (“non vogliamo essere comandati dai francesi che ci odiano e dagli inglesi che ci disprezzano”)<
    A parte il fatto che – per parafrasare un celebre detto – la politica militare è una cosa troppo seria per lasciarla decidere ai generali, i loro timori di essere eterni subalterni in quella difesa mi sembrano abbastanza fondati. Purtroppo ci sono fondati motivi – vedere le quote latte e altri rospi fatti ingoiare in sede UE all’Italia dai suoi (dell’Italia, intendo) politici caltroni. Io sospetto fortemente che chi dovrà decidere a livello politico in Italia accetterà la subalternità dei generali italici a quelli francesi, inglesi e perfino tedeschi, in cambio, chessò, di una particina della sua amichetta attricetta di quinta categoria in un film di un celebre regista dei suddetti paesi:-).

    >sia perchè abituati a pensare da decenni di riflesso condizionato che “extra USA nulla salus”.<
    Ma porca miseria, hanno ragione, e la saggezza popolare albanese li appoggia:se subalterni s’ha da essere, almeno che si sia subalterni del più cazzuto (che, inoltre si trova al di là dell’oceano) e non del vicino scalcinato ma con la puzza sotto il naso che ti passa avanti con lo stratagemma dell’attricetta del politico italico infoiato:-).

    Ciao

    Ritvan

  15. utente anonimo scrive:

    >Per Ritvan n. 11 Prima di tutto, gli americani farebbero entrare in conflitto i russi con gli iraniani, poi i pakistani con i cinesi 🙂<
    Ho detto che supponevo che in quei paesi comandassero dei Miguel Martinez, rispettivamente col colbacco, turbante, di nuovo turbante e poi…vabbè, il copricapo alla Mao non s’usa più, ma ci siamo capiti:-). Insomma, gente refrattaria ai bassi intrighi usani del tipo “divide et impera”.

    >Comunque è ovvio che le bombe atomiche comincerebbero a piovere non appena si muove il primo carro armato della presunta coalizione.<
    Non è vero. Le uniche bombe piovute finora sono piovute solo perché la controparte non ce l’aveva. Nella guerra di Corea Truman licenziò il Comandante in Capo, l’eroe della guerra contro il Giappone Mc Arthur, solo perché lui aveva chiesto di sganciare l’atomica sulla Cina che mandava innumerevoli forze a sostituire le perdite dei nordcoreani. E Truman lo fece perché sapeva che la Cina era alleata dell’URSS e l’Urss aveve pure issa la bomba. Dunque, avanti coi carrarmati e gli aerei. In Vietnam idem.

    Il destino delle armi nucleari è di non essere mai usate, a meno che non cadano in mano ad un pazzo furioso o delirante fanatico che se ne fotte del destino del proprio popolo e della Terra intera. A meno di questo, si continuerà a battersi con armi più o meno convenzionali, con guerriglie e c..zi vari. Lo sconfitto sa sempre che anche nella peggiore delle ipotesi ovvero una capitolazione senza condizioni (come quella di Italia, Germania e Giappone nella II GM) si troverebbe infinitamente meglio rispetto al fallout radioattivo.

    >Questo lo sanno anche i membri dell’ipotetica coalizione, per cui non muoverebbero mai i carri armati.<
    No, sanno quel che scrivo io sopra, pertanto muoveranno esclusivamente i carriarmati. Ecco perché i carri armati sono numericamente molto più importanti delle testate nucleari.

    >Fine dell’utilità dei carri armati, se non per occupare qualche sfigata metropoli del Terzo Mondo e sparare sui ragazzini che tirano bombe incendiarie.<
    No, vedi sopra.

    Ciao

    Ritvan

    Ma siccome le metropoli sfigate in questione stanno nel Terzo Mondo, vuol dire che i carri armati lì ci arriverebbero in una guerra offensiva e non difensiva. Miguel Martinez

  16. utente anonimo scrive:

    Il commento n.15 è mio. Purtroppo mi è rimasto attaccato alla coda un Miguel Martinez:-)

    Ritvan

  17. utente anonimo scrive:

    Giusto una domanda.

    CHe si intende per ” spese militari” ?

    Le spese militari per l’acquisto di armi, oppure nella spesa è compresa anche la cifra per le spedizioni di ” pace” ( chiamiamole così? ) Perchè se per Spese militari si intende anche il costo delle missioni allora l’aumento assu,e tutto un latro significato.Da diversi resoconti ho letto che il contingente in LIbano costerà un bel po’. Ecco un caos in cui la diciturta ” aumento della spesa militare” può essere fuorviante, perchè magari è servita per pagare queste missioni.

    So che Miguel è contrario a quella missione , ma in questo caso ” aumento ” non vuol dire che quei soldi dichiarati in più siano stati destinati ad aumenti di armamenti o degli esecutivi.

    MJ

  18. utente anonimo scrive:

    Miguel, ritornando sulle spese militari italiche, dal rapporto da me citato risulta che nel 2005 l’Italia ha speso in roba militare 27.2 miliardi di USD (circa una ventina di miliardi di euri). A sto punto la domanda sorge spontanea: come fanno i miseri 4,5 miliardi di euri (da te citati nel post)stanziati dai kompagni per il 2007 a far fare loro la figura di bieki guerrafondai? Qualcosa non quadra. E detto con tutta la mia ferma opposizione nei confronti dei kompagni:-).

    Forse dovresti revisionare questo post….

    Ciao

    Ritvan

  19. kelebek scrive:

    Qualcuno ha messo per la seconda volta lo stesso articolo, intero, tratto da un altro sito e completamente OT.

    Io non ho nulla contro le segnalazioni intelligenti di cose che pubblicate sui vostri blog o siti, anzi credo che sia un modo per far girare informazioni.

    Ma conoscete tutti qual è il confine tra una comunicazione utile e lo spam.

    Lo spam viene cancellato.

    Miguel Martinez

  20. utente anonimo scrive:

    Giusto una domanda.

    CHe si intende per ” spese militari” ?

    Le spese militari per l’acquisto di armi, oppure nella spesa è compresa anche la cifra per le spedizioni di ” pace” ( chiamiamole così? ) Perchè se per Spese militari si intende anche il costo delle missioni allora l’aumento assu,e tutto un latro significato.Da diversi resoconti ho letto che il contingente in LIbano costerà un bel po’.

    maria

    in televisione una sera Giordano attaccato su questo non mi ricordo più da chi, disse che l’aumento era dovuto agli stipendi dei poliziotti, ma non credo che si tratti solo di questo.

    Nella voce saranno comprese anche le missioni di “pace” che costano sicuramente uno sproposito.

  21. kelebek scrive:

    Per chi pone domande tecniche sulle spese militari…

    Intanto, potete andare a vedere il link, comunque non pretendo affatto di essere un esperto di bilanci.

    Quello che mi preme sottolineare è che:

    1) L’Unione chiede voti anche in base all’idea di ridurre le spese militari. Non mi riferisco solo al programma, ma anche a una sorta di coscienza diffusa su cosa significhi “votare per il centrosinistra”.

    2) Poi fa una finanziaria in cui le spese militari costituiscono un elemento gigantesco.

    3) L’opposizione, pur facendo la guerra al governo proprio sulla finanziaria, tace su questa macroscopica contraddizione, e quindi viene meno anch’essa al proprio compito.

    Miguel Martinez

  22. utente anonimo scrive:

    3) L’opposizione, pur facendo la guerra al governo proprio sulla finanziaria, tace su questa macroscopica contraddizione, e quindi viene meno anch’essa al proprio compito. MM

    maria

    comincio a credere, come sostengono alcuni che non ci sia opposizione e che sia proprio il sistema bipolare a non renderla possibile.

    Io sto riflettendo in questi giorni su cosa sta accadendo e dopo alcuni giorni, a freddo, mi pare di poter dire che MAI nella storia del nostro paese c’era stato in occasione della caduta di un governo, un clamore e uno scandalo così grande, come se il governo fosse una sorta di ultima spiaggia, una linea oltre il quale c’è l’indicibile, quasi l’orrore.

    Siamo in una curiosa situazione, viviamo l’alternanza, tanto desiderata, in modo drammatico, ultimativo.

    Il giudizio sui dissidenti è modellato non tanto sul gesto, sul significato di tale gesto, quanto su come viene percepito berlusconi, se berlusconi viene percepito come una sorta di neo fascismo, di regime, di pericolo estremo, il gesto di Turigliatto e Rossi diventa gesto vigliacco che merita il linciaggio, la criminalizzazione, la derisione.

    Io stessa per un momento ho pensato che avevano fatto bene a buttarli fuori dai partiti di appartenenza, per un attimo preda del pensiero catastrofico, o prodi o dissoluzione.

    La democrazia dell’alternanza dunque, in questa fase storica, più che garanzia di governabilità, diventata FINE supremo, sembra diventare una specie di ricatto che rischia di non avere mai fine.

    La cosa però più preoccupante è che quando non ci sarà più questo timore vorrà dire che i due poli saranno diventati come negli Stati Uniti ,interscambiabili e cioè portatori di idee e di valori comuni e quindi senza un principio di opposizione vero tra di essi.

    Il circo massmediatico poi è la ciliegina sulla torta perche rende

    la comunicazione , l’opposto della conoscenza.

    Sono molto a disagio.

  23. utente anonimo scrive:

    Miguel, però non si può dire che le missioni di pace rientrino in spese per armamento o che alimentino lo spirito guerra fondaio, quindi in contrasto con determinate dichiarazioni.

    Questo in genere, senza entrare nel merito di certe missioni che poi diventano altro da ciò che erano inzialmente.

    MJ

  24. utente anonimo scrive:

    Miguel,

    se Berlusconi accusasse Prodi di aver aumentato le spese militari mentendo agli elettori, dovrebbe poi dire cosa vuole fare lui: se propone di ridurle, perde i voti; se gli vanno bene, fa la figura di chi da aria alla bocca senza motivo.

    Sono gli elettori di sinistra (meglio, di Prodi) che dovrebbero essere a disagio e indurre il Nostro ad essere fedele al programma.

    Poi, senza bisogno di inventarsi metafore da zio Tom, ci sono molte cose su cui siamo d’accordo, come umani, al di là delle differenze politiche. Mica si può gridare alla piantagione di cotone perchè nessuna delle due coalizioni vuole imporre il mongolo come lingua ufficiale o il tallero brandeburghese come moneta o l’uscita dalla NATO 😉

    Francesco

  25. kelebek scrive:

    Per Francesco,

    non sono così partigiano da credere che tutti gli elettori di centrodestra vogliano guerre e armi.

    In genere nei sondaggi, mentre gli elettori di centrosinistra sono pacifisti ai due terzi, quelli di centrodestra sono pacifisti a metà.

    Miguel Martinez

  26. utente anonimo scrive:

    >Per chi pone domande tecniche sulle spese militari… Intanto, potete andare a vedere il link, comunque non pretendo affatto di essere un esperto di bilanci. MM< Si lo sappiamo, tu sei solo un modesto e umile:-) traduttore di manuali tecnici. Però, se si comincia un discorso basato su cifre (ancorché di provenienza linkaiola), si dovrebbe avere il coraggio di portarlo fino in fondo, tenendo conto delle obiezioni.
    Ecco, p.es. in un sito (http://lists.peacelink.it/pace/msg14550.html) che dal nome mi sembra una garanzia:-), si sostiene che la spesa militare italica prevista dalla Finanziaria 2007 e di “soli” 18,134 miliardi di euri, ovvero all’icirca 25 miliardoni di dollaroni. Tenendo conto che nel 2005 l’Italia ha speso 27.2 miliardoni di dollaroni in bieke spese militari (cfr. mio commento n.18), allora è chiaro come il sole che il Mortadella quest’anno ha destinato per faccende guerrafondaie meno di quello che è stato speso allo stesso scopo nel 2005. Come volevasi dimostrare.

    Ciao

    Ritvan Una Tantum Avvokato Dei Kompagni Suo Malgrado

  27. utente anonimo scrive:

    Non ti far ingannare dai sondaggi Miguel: quando dalla domanda secca si passa a illustrare i costi e le conseguenze delle scelte, quelle quote scendono vertiginosamente.

    Siamo il paese in cui, fino al giorno prima dell’esplosione della Lega, il problema della coesione Nord-Sud non esisteva e nei sondaggi tutti si dichiaravano fratelli: costa così poco far contento il prete, la maestra, il giornalista, ripetendo la lezioncina a cui non si crede. Immagino Ritvan ne sappia qualcosa.

    Ciao

    Francesco

  28. utente anonimo scrive:

    >costa così poco far contento il prete, la maestra, il giornalista, ripetendo la lezioncina a cui non si crede. Immagino Ritvan ne sappia qualcosa. Ciao Francesco< Urka! Ma anche tu da buon italico lo dovresti sapere. Come diceva il compianto Guareschi “(Solo) nel segreto dell’urna Dio ti vede e Stalin no”:-)
    Ciao

    P.S. Mio Buon Discepolo EternalFreedom, ti dispenso dal prendere spunto da questa mia citazione per lanciarti in un ennesimo panegirico del guareschipensiero. Anche perché temo che MM lo stroncherebbe ipso facto come off-topic:-).

    P.S.2 Però anche “Stalin” da quel dì imparò la lezione e ultimamente coniò lo slogan:”Nel segreto dell’urna io non ti vedo, d’accordo, però, ricordati fratello che le schede bianche sempre i miei Presidenti di seggio le conteranno”:-).

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