Cuori neri e problemi di identità. Riflessioni sul neofascismo italiano (XI)

Alla prima parte

Credo che sia utile fermarci per un attimo, per riassumere il senso di questi post.

Prendono spunto dal libro “Cuori neri” di Luca Telese, perché è il primo testo ad ascoltare i neofascisti: non i leader storici, ma i neofascisti reali.

Ascoltare è la premessa per capire qualunque cosa, e chi non vuole ascoltare, rinuncia quindi a capire.

Ma ascoltando, si arriva alla radice, e la radice spesso non è ciò che appare in superficie. In questo senso, ascoltare significa anche svelare.

Cosa possiamo svelare, a partire da “Cuori neri”?

Accantoniamo la “politica”, nel senso spicciolo, che qui non interessa, e vediamo quello che resta.

Prima di tutto, c’è la natura della comunità dei neofascisti. Una comunità marginale, e quindi di per sé non di grande interesse.

Io sono affascinato poi dalla questione della formazione delle comunità umane e dei loro immaginari, e qui possiamo vedere davanti ai nostri occhi un caso concreto, che somiglia a molti altri e quindi trae luce e la getta anche su quegli altri. Anche questo potrebbe non interessare a molti.

Però all’identità neofascista, si agganciano, per varie vie, una serie di cose importanti. Prima di tutto, ci sono gli antifascisti, eredi di un’importante tradizione degli anni Settanta, che in gran parte esistono in funzione dei neofascisti.

Ma ci sono anche questioni molto più importanti. Perché interrogarsi sui neofascisti può portarci a rivedere il senso dell’uso dei termini “destra” e “sinistra“, e quindi gli stessi pilastri su cui si basa il nostro sistema politico.

Può portarci a riflettere sulle questioni di “identità” e di “memoria storica” con cui veniamo martellati ossessivamente da alcuni anni.

E poi c’entrano anche questioni diverse, come le migrazioni in corso nel mondo, oppure il rapporto tra politica e religione.

Non è poco, insomma, e quindi non posso promettervi quando finiranno questi saggi.

(Continua…)

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36 risposte a Cuori neri e problemi di identità. Riflessioni sul neofascismo italiano (XI)

  1. georgiamada scrive:

    XI???!!!!?? 🙂

    vedo che sei peggio dellla casa editrice einaudi che quando inizia una enciclopedia non la finisce più:-)

    Ad ogni modo sulla repubblica di oggi c’è un articolo di Tranfaglia, Neofascismo in candeggina che critica il libro di Parlato. Può essere che vi interessi

    geo

  2. georgiamada scrive:

    scusate ho sbagliato è sull’Unita non sulla repubblica

  3. utente anonimo scrive:

    Da quell’articolo io ho capito solo un gran rodimento di culo del Tranfaglia perché i giornali fanno pubblicità al libro del parlato e non al suo. Punto e basta. Si potrebbe indire una colletta per pubblicare una pubblicità a pagamento del tomo di Tranfaglia sui maggiori giornali nazionali?:-)

    Ciao

    Ritvan

  4. utente anonimo scrive:

    Scusa, ma i bei pipponi propagandistici su come sta diventando bella la vita in Somalia e Sud-Libano?

    Mi mancano quelle descrizioni alla Mulino Bianco, coi muratori hezbollah che ricostruiscono le casette cantando yodel che inneggiano all’unità del popolo libanese …

    Ciao

    Francesco

    PS scherzavo, all’incirca. Però ogni tanto sembri prendere degli abbagli da cui ti ritrai con discrezione.

  5. utente anonimo scrive:

    Migul, come sarebbe ” il primo libro a parlare di neofascisti”?

    C’è Marco Tarchi, che che uno dei più conosciuti ( ex) appartenenti all’ area politica,, che ha scritto diversi libri sui suoi appartenenti.Adesso, leggo si è spostato su posizioni più vicine ai verdi, ma è sempre stata una persona intelligente e libera.

    E, soprattutto, era orgogliosamente posizionato su scelte poliche che DAVVERO, a suo tempo potevano essere considerate scandalose, di molto precedenti, come erano, sia allo sdoganamento berlusconiano che alle indagini un po’ tradive di Luca Telese. Tardive, ma pur sempre apprezzabili, ovvio.

    Tra l’altro, Marco Tarchi mantiene un’autonomia di giudizio davvero invidiabile.

    Oh, ce ne sono altri, minori. Ho citato Tarchi perchè è un intellettuale che stimo molto.

    Maria J.

  6. utente anonimo scrive:

    Spero che questi saggi continuino ancora a lungo!

    Per me sono stati parecchio utili, non solo per capire che i neofascisti reali spesso sono diversi da quelli immaginati, ma per riflettere sulla comunità marginale da cui provengo (quella comunista).

    Ultima considerazione, svelare i meccanismi di funzionamento delle comunità è un’operazione veritatita che ci fa comprendere come solo dire la verità sia veramente rivoluzionario.

    Antonio

  7. utente anonimo scrive:

    Per Francesco,

    sul sud del Libano non sono d’accordo con te, che semplifichi, ma devo ammettere che concordo sul fatto che sulla Somalia Miguel abbia preso un bell’abbaglio. ‘Sta cosa delle Corti Islamiche e’ ridicola, e tanto peggio se e’ appoggiata dalla popolazione. Essere piu’ poveri non significa essere per forza piu’ giusti.

  8. utente anonimo scrive:

    Mi sono dimenticato di firmare il precedente post, scusate.

    Antonello

  9. kelebek scrive:

    Devo ancora comprare il libro di Parlato (Giuseppe).

    Ma Tranfaglia mi sembra che si lamenti del fatto 1) che nessuno si è filato quello che ha scritto lui e 2) che Parlato avrebbe osato dire che i neofascisti erano dei bravi guaglioni al servizio della CIA.

    E questo significa che, per Tranfaglia, essere agente della CIA è una cosa buona, essere fascista no.

    Correggimi se ho capito male, è solo l’impressione che traggo dalla lettura dell’articolo che hai segnalato, senza conoscere bene Tranfaglia.

    A presto

    Miguel Martinez, che a differenza di Ritvan ha tutto da imparare sull’Italia, in particolare da Georgia.

  10. utente anonimo scrive:

    Antonello,

    io non semplifico, mi limito a riportare quello che Lui ritiene rilevante della situazione, ignorando volutamente (entrambi) il resto. Io di mio ci ho messo solo gli yodel, che a quel punto ci stavano anche bene.

    Chissà perchè tutti mi attribuiscono retropensieri neocon anche se non li metto per iscritto.

    Francesco

  11. georgiamada scrive:

    ciao miguel

    Guarda miguel che io mica ti segnalo gli articoli per sostenere qualcosa di diverso o di uguale a te ;-).

    In realta non ho letto tutti i tuoi 11 post sui cuori neri.

    La mattina guardo le varie rassegne stampa e mi leggo quello che mi interessa, se poi vedo delle cose che potrebbero interessare ad altri glieli passo (e altri ne passano a me)

    Io non sono particolarmente interessata all’argomento, nè a tranfaglia (che ti ho passato oggi) nè a parlato (che ti ho passato l’altro giorno) ne tanto meno a pansa e telese.

    Quindi non ti posso dire proprio nulla, decidi tu da solo cosa voglia intendere tranfaglia:-).

    Però …Tranfaglia è un buono storico (io da lui ho spesso preso un sacco di notizie interessanti, e inoltre è anche un grande studioso e appassionato di carlo e nello rosselli) anche se naturalmente, da bravo professore universitario, è un po’ narcisista. A occhio se dovessi scegliere quale libro comprare però comprerei quello di parlato. L’addestramento dei sionisti di destra da parte dei fascisti della decima mas, con il consenso dell’esercito italiano, era una cosa che ignoravo del tutto. Tra l’altro venivano addestrati per combattere contro gli inglesi (che in teoria erano alleati dell’esercito italiano).

    Inoltre anche il pc ha fornito aiuti ai sionisti per raggiungere israele, ce lo raccontò Seno in lista di geopolitica (ricordi?), lui era su una nave fornita proprio del Pci (così dice).

    Poi ho trovato molto interessante l’interesse del pc per i transfughi dal fascismo e … de gasperi che, con gli americani, glieli scippa da sotto il naso permettendo (parlato dice imponendo) la nascita del MSI.

    Beh è la riprova che i cosidetti sessantottini non avevano poi visto tanto sbagliato, anzi.

    Mi piace questa neo-storia thriller, anche se per i miei gusti … mi sa troppo di thriller;-)

    geo

  12. kelebek scrive:

    per Georgia,

    Grazie, commento interessante!

    Miguel Martinez

  13. utente anonimo scrive:

    Cara Geo,

    queste tue notizie mi fanno ripensare alla dibattuta questione se sia stato un bene o un male per gi italiani permettere ai comunisti di partecipare alla vita politica democratica.

    Non posso fare a meno di pensare al nodo di Gordio: una volta tagliato, il carro è libero e può iniziare a muoversi.

    Francesco

  14. utente anonimo scrive:

    queste tue notizie mi fanno ripensare alla dibattuta questione se sia stato un bene o un male per gi italiani permettere ai comunisti di partecipare alla vita politica democratica.

    maria

    permettere? E chi l’avrebbe permesso se non i milioni di voti ottenuti democraticamente, il radicamento nei luoghi di lavoro, nella società , nella cultura, nelle amministrazioni locali…..

  15. georgiamada scrive:

    @francesco, un bene naturalmente 🙂 anche perchè nessuno glielo ha permesso, se lo sono conquistato, a fatica e democraticamente, io sono molto grata al PCI (e soprattutto ai milioni di favolosi comunisti italiani), per come si è sviluppato in Italia, sono perfettamente convinta che ha avuto un ruolo importantissimo.

    E sono pure contenta che sia nato il msi (altrimenti quei picchiatori dell’ultima ora, a spasso, sarebbero stati un pericolo;-) perchè di questo si trattava, i migliori erano erano già usciti dal fascismo prima e confluiti nei vari partiti.

    Questo non vuol dire però che le cose non avrebbe potuto andare anche meglio, ma forse non era possibile, perchè eravamo un paese a metà occupato, eravamo una democrazia a responsabilità limitata. Forse studiare la storia di Napoli nel dopo guerra potrebbe risultare molto interessante. Mi ha molto colpito un libro di Ermanno Rea, Mistero napoletano.

    Però tutto questo non toglie che mi diverta molto vedere i vari episodi che vengono, di volta in volta “scoperti” scongelati e enfatizzati come se fossero stata TUTTA la storia di allora. Questo fenomeno anti-storico è ancora più vistoso oggi che esiste la circolazione immensa fornita dalla rete.

    geo

  16. utente anonimo scrive:

    Non discuto l’importanza dei comunisti nella storia della democrazia italiana, la mia domanda era se l’evitare tale nefando evento cinquantennale sarebbe stato premio sufficiente a giustificare la necessario guerra civile.

    E rimango ancora dubbioso.

    Sorrido solo all’idea che abbiano partecipato democraticamente: a mio modesto giudizio sono passati direttamente dall’attesa del golpe/rivoluzione al malaffare furbetto. Saltando alla torera il passaggio democratico, come molte reazioni “della base” al Berlusca lasciano verificare.

    Saluti

    Francesco

  17. utente anonimo scrive:

    Non discuto l’importanza dei comunisti nella storia della democrazia italiana, la mia domanda era se l’evitare tale nefando evento cinquantennale sarebbe stato premio sufficiente a giustificare la necessario guerra civile.

    MARIA

    ovvia, i più ritenevano che di nefando in Italia ci fosse stato il Ventennio, ora invece si scopre che c’è stato anche il Cinquantennio , quest’ultimo, però, acccidenti, ancora diabolicamente mascherato.

    Ce ne vorrà di scavo storico eh per dimostrare tutto il prezzo che gli italiani hanno pagato a che perché

    prima c’è stato da indagare sul triangolo rosso, ora su diverse Regioni d’Italia e porca miseria, nemmeno tra le peggiori, ma piano piano si arriva a tutto, sei giovane e potrai levarti delle soddisfazioni…

    maria

  18. utente anonimo scrive:

    >Miguel Martinez, che a differenza di Ritvan ha tutto da imparare sull’Italia, in particolare da Georgia.<
    Miguel, io apprezzo le prese per il culo, ma solo quando hanno un fondo di verità. E non mi pare questo il caso.

    >Ma Tranfaglia mi sembra che si lamenti del fatto 1) che nessuno si è filato quello che ha scritto lui e 2) che Parlato avrebbe osato dire che i neofascisti erano dei bravi guaglioni al servizio della CIA.< Se continui ad interpretare ad capocchiam gli articoli graziosamente segnalati da georgiamada, la tua conoscenza dell’Italia risulterà alquanto distorta:-). E mi spiego:
    Sulla lamentela tranfagliana per la scarsa pubblicità (e conseguente scarsa pecunia di ritorno) fatta ai suoi tomi, concordi con me. Ma se leggi con più attenzione l’articolo, sui “guagliuni della CIA” Tranfaglia dice tutto l’opposto di quel che tu gli attribuisci. Infatti egli scrive:””Parlato…attribuisce alle forze occupanti SENZA DISTINZIONE (maiuscole mie-ndr) una disponibilità piena e concorda all’integrazione della destra sopravvissuta o emersa dal partito fascista…E dimentica completamente il ruolo tutt’altro che marginale che i neofascisti ebbero per quattro decenni nella nascita e nello sviluppo del terrorismo nero e delle stragi, a cominciare da portella della Ginestra”.

    Ovvero, è Tranfaglia a insinuare (senza mai menzionarlo esplicitamente) il collegamento “esclusivo” neofascisti-bieca CIA e non Parlato.

    >E questo significa che, per Tranfaglia, essere agente della CIA è una cosa buona, essere fascista no.<
    Non c’hai capito ‘na mazza:-). Vedi sopra.

    >Correggimi se ho capito male,<
    Fatto io, Kanun alla mano, visto che la gentile donzella glissa con nonchalance per non ferire il tuo amor proprio:-). Così impari a sfottermi!:-).

    Ciao

    Ritvan il Bieco Vittimista Che Fa Il Possibile Per Essere Epurato:-)

  19. utente anonimo scrive:

    >E sono pure contenta che sia nato il msi (altrimenti quei picchiatori dell’ultima ora, a spasso, sarebbero stati un pericolo;-) perchè di questo si trattava, i migliori erano erano già usciti dal fascismo prima e confluiti nei vari partiti. georgiamada<
    Eh, sì, son sempre i migliori quelli che se ne vanno per primi:-).

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Compitino di casa per Georgia:

    Se il Partito Nazionale Fascista nelle ultime libere elezioni italiche del 1924 ottenne il 66,5% dei voti su scala nazionale, ma in Emilia ne prese ben il 71,7%, in Toscana il 77,3% e in Umbria il 75,9%, si chiede all’alunna di indovinare in quale partito confluì dopo la guerra la stragrande maggioranza degli ex fascisti:-).

  20. utente anonimo scrive:

    >Cara Geo, queste tue notizie mi fanno ripensare alla dibattuta questione se sia stato un bene o un male per gi italiani permettere ai comunisti di partecipare alla vita politica democratica. Francesco

    <
    Eh, mica si poteva mandarli tutti al confino, erano troppi e si avrebbe dovuto affittare mezza Polinesia:-). Scherzi a parte, io penso che gli elettori italiani ad un certo punto avrebbero dovuto consentire un’alternanza di governo, dando fiducia al PCI. Purtroppo, la paura dei microborghesi italici di vedere i cosacchi abbeverarsi i cavalli in Piazza San Pietro, tenne il PCI lontano dalle responsabilità di governo, consentendogli di ottenere in cambio dalla DC (per non rompere troppo all’opposizione) la feudalizzazione dell’Italia e l’okkupazione della cultura.

    Comunque, mi rendo conto che è sempre comodo parlare col senno di poi.

    Ciao

    Ritvan

  21. utente anonimo scrive:

    Cara Geo

    A proposito di fascisti/filofascisti che fecero prima o poi (anche se più poi che prima:-) ) il grande passo, ti segnalo il libro di Mirella Serri “I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte. 1938-1948” ed. Corbaccio, 2005.

    Ciao

    Ritvan

  22. utente anonimo scrive:

    >Chissà perchè tutti mi attribuiscono retropensieri neocon anche se non li metto per iscritto. Francesco<
    Perché io ho fatto scuola:-).

    Ciao

    Ritvan

  23. utente anonimo scrive:

    >Mi mancano quelle descrizioni alla Mulino Bianco, coi muratori hezbollah che ricostruiscono le casette cantando yodel che inneggiano all’unità del popolo libanese … Ciao Francesco<
    No, le casette le ricostruisce il popolo, il Partito (di Dio) si limita a indicargli la Retta Via… in cui costruire. E si prende una bella percentuale dei fondi per la ricostruzione, che serviranno per proteggere il popolo da future aggressioni israeliane (leggi: per comprare katiusha). Sugli yodel non saprei: dici che gli hezbollah si sono alleati con l’Austro-Ungheria?:-)

    Ciao

    Ritvan

  24. utente anonimo scrive:

    Insomma, per riassumere, i neofascisti cercherebbero un’identità nell’attuazione “necrofila” di quel passato che non hanno mai cavalcato. In una trascendenza di idee mai incarnate. E il loro presente? se non hanno intenzione di vincere, di che cosa vivono? Forse proprio della non-realizzazione, un’altranecrofilia che vedrebbe se stessi come “fantasmi mitologici” che trovano la loro dimora in un “es” nostalgico e risentito?

    ps: mica lo sapevo che De Maistre era un massone…

    cloro

  25. utente anonimo scrive:

    Se il Partito Nazionale Fascista nelle ultime libere elezioni italiche del 1924 ottenne il 66,5% dei voti su scala nazionale, ma in Emilia ne prese ben il 71,7%, in Toscana il 77,3% e in Umbria il 75,9%, si chiede all’alunna di indovinare in quale partito confluì dopo la guerra la stragrande maggioranza degli ex fascisti:-).

    Maria

    Ultime libere elezioni??

    Cito da Lezioni sul fascismo di Gaetano Salvemini, pag. 406

    Il 6 aprile, giorno delle elezioni, specialmente nelle zone rurali, i locali in cui avvennero le votazioni erano sorvegliati da fascisti armati che proibivano agli elettori antifascisti di dare il loro voto. In molte località i votanti furono condotti alle urne in camion sotto la supervisione dei fascisti, ricevettero il certificato elettorale dei fascisti, e dovettero deporre la scheda nelle urne senza nemmeno entrare nella cabina elettorale. Parecchie persone che cercarono di andare a votare furono ferite o addirittura uccise. In moltissime sezioni non si permise di avere ai partiti di opposizione i loro rappresentanti per il controllo delle votazioni. I fascisti liberi di fare quello che volevano, riempirono le urne di voti falsi, tanto che in molte sezioni, la loro lista ricevette i voti di tutti i votanti iscritti, anche di coloro che erano morti o erano all’estero.

    Dove non si era permesso ai partiti di opposizione di nominare i propri candidati, i candidati fascisti riuscirono eletti sia come candidati governativi che come candidati di opposizione.”

    Malgrado tutto 2.300.000 cittadini ebbero il coraggio di votare per i candidati di opposizione non comunisti.

    I comunisti ricevettero 265.000 voti, i candidati fascisti 4.613.000, di questi il grosso veniva dal mezzogiorno 2.700.000.

    Nell’Italia settentrionale la lista fascista ottenne soltanto 1.800.000, contro 1.285.000 delle liste antifasciste, esclusa quella comunista che ottenne 185.000 voti.

    Aggiungo che le violenze squadriste con assalti, con tanto di uccisioni e bastonature ,rivolte alle Camere del lavoro, ai Municipi, alle società di mutuo soccorso, alle coperative bianche e rosse, e più in generale a tutta l’articolazione democratica dell’epoca erano state negli anni precedenti all’ordine del giorno.

    Ritvan dovrai quindi riformulare il tuo compitino cercando anche di eliminare la domanda relativa a dove andarono a finire i fascisti del 1924, a guerra conclusa.

    Non è soltanto un problema di numeri ma di tante altre cause, fra le quali non escludo naturalmente una certa dose di trasformismo, di cui però beneficiarono tutti i partiti e non soltanto il nuovo partito comunista come vorresti far credere.

  26. utente anonimo scrive:

    Come mai così pochi voti? C’erano ancora limitazioni (legali) all’elettorato attivo, a parte quello sulle donne?

    Ritvan, il PCI divenne democraticamente affidabile (più o meno) all’incirca a babbo morto. Sono ancora lì a lodare Berlinguer per la reiterata scoperta dell’acqua calda. Pur escludendo cavalli cosacchi a San Pietro (ma ci sono fontane in quella piazza?) non garantisco su cosa avrebbero combinato al potere.

    Mi fanno impressione anche adesso, dopo che è cambiato tutto, figurato allora.

    E poi, mica paglia, avremmo avuto una Costituzione democratica e liberale, mica quella di adesso.

    Francesco

  27. utente anonimo scrive:

    Come mai così pochi voti? C’erano ancora limitazioni (legali) all’elettorato attivo, a parte quello sulle donne?

    Maria

    francesco se è ma me che ti rivolgi non saprei risponderti, per l’analisi dei dati elettorali ci vorrebbe una ricerca particolare che forse esiste, io ho portato soltanto alcuni dati per dire che tre o quattro percentuali citate da sole non significano nulla specialmente se si vuole dimostrare un diretto travaso di voti dai fascisti anteguerra ai comunisti dopoguerra.

    I voti e i loro numero vanno sempre contestualizzati, non si è sempre fatto così? La definizione maggioranza bulgara, non avrebbe avuto sennò tanta fortuna:-)

    Ma ora per dimostrare il clima dell’Italia di quei tempi, posto anche una graziosa lettera inviata al sindaco del Comune di Roccastrada dai fasci italiani di combattimento:

    Fasci italiani di combattimento della Toscana- Il segretario politico- firenze 6 aprile 1021

    Dato che l’Italia deve essere degli italiani e non può, quindi, essere amministrata da individui come voi, facendomi interprete dei vostri amministrati e dei cittadini di qua, vi consiglio a dare, entro domenica 17 aprile, le dimissioni da Sindaco, assumendovi voi, in caso contrario, ogni responsabilità di cose e persone. E se ricorrete alle autorità per questo mio pio, gentile e umano consiglio, il termine suddetto vi sarà ridotto a mercoledì 13, cifra che porta fortuna

    Dino Perrone Compagni

    La lettera venne riprodottA nell’Avanti del 26 luglio 1924 cfr anche A. Tasca Nascita e avvento del fascismo in Italia, pag. 160.

    Il sindaco resistette ovviamente ma un paio di mesi dopo venne prelevato dai fascisti, portato nella sede del fascio e costretto a firmare una lettera di dimissioni.

    Vi furono nei giorni seguenti scontri tra fascisti e antifascisti e ci rimesero le penne nove persone che non erano membri di alcuna organizzazione salvo un simpatizzante per gli anarchici.

    Alcuni dei nove furono uccisi nelle loro case a caso e altri nelle strade.

  28. georgiamada scrive:

    RITVAN

    P.S. Compitino di casa per Georgia:

    Se il Partito Nazionale Fascista nelle ultime libere elezioni italiche del 1924 ottenne il 66,5% dei voti su scala nazionale, ma in Emilia ne prese ben il 71,7%, in Toscana il 77,3% e in Umbria il 75,9%, si chiede all’alunna di indovinare in quale partito confluì dopo la guerra la stragrande maggioranza degli ex fascisti:-).

    GEO

    Altro che compitino 😉 quello che dici è una solenne caz**** presa dal bignamino.

    Lo so che oggi chi fa lezioni e da compitini studia, quando va bene, sul bignamino;-)

    Per le elezioni del 1924 (a parte brogli violenze e intimidazioni come ti ha giustamente ricordato maria) il 66% non può essere attribuito come dici tu al PNF ma bensì al famoso listone (una specie di casa delle libertà;-)

    Il 66% consisteva in

    4.305.936 voti al listone

    347.552 la così detta lista bis

    ma dentro il listone c’era di tutto anche vecchi liberali come Salandra e Orlando, tutti i Nazionalisti fedeli al re, le associazioni di ex combattenti, cattolici reazionari, e soprattutto la massoneria al completo (dopo invece si spaccò una parte si schiererà contro e mlti massoni come torrigiani finiranno al confno) insomma il solito blocco di potere italiano che non era e non è propriamente fascista ma, che spesso si allea con i fascisti (come ha fatto berlusconi e parte dell’ex DC e PSI) solo che molti di loro (dei non fascisti) pensavano che sarebbero tornati a votare e non che Mussolini avrebbe, da quel momento in poi, votato solo lui;-).

    Lo statuto albertino non li protesse, come ci ha protetto invece l’attuale Costituzione.

    Ecco perchè avrebbero fatto oggi carte false per cambiarla ma … al referendum li abbiamo sconfitti alla grande ;-).

    Ah dimenticavo che l’infame legge elettorale Acerbo dava al partito di maggioranza i 2/3 del Parlamento. Per questo fu fatto il listone per non correre il rischio di non avere il partito di maggioranza. A sinsitra non seppero fare (tanto per cambiare) una lista unica altrimenti forse ci saremmo evitati i 20 anni di fascismo di cui scontiamo gli effetti ancora oggi.

    geo

  29. utente anonimo scrive:

    >…di cui però beneficiarono tutti i partiti e non soltanto il nuovo partito comunista come vorresti far credere. Maria<
    “Nuovo”? E quello “vecchio” si può sapere che fine fece?:-)

    Ciao

    Ritvan

  30. utente anonimo scrive:

    Mi riferisco alla svolta di salerno dove si posero le basi di una formazione politica che non si prefiggeva ipotesi insurrezionali.

    maria

  31. georgiamada scrive:

    beh in effetti il vecchio partito comunista che si chiamava PCd’I che era nato nel 21 e che aveva avuto vita brevissima, sarà infatti sempre clandestino. Quando nel dopo guerra rinascera cambierà pure nome e sarà il PCI partito pragmatico di Togliatti che, nonostante tutto, fu sempre democratico. Ebbe moltissimo difetti, sostenne cose insostenibili come l’invasione ungherese e cecoslovacca, ebbe molte ombre ma non quello di aver fatto qualcosa di antidemocratico e di non aver rispettato la costituzione, anzi ne fu sempre strenuo difensore.

    Non è poco 😉

    geo

  32. utente anonimo scrive:

    In realtà. possiamo stabilire la vita del pcd’i originario tra i due congressi importanti di roma, marzo 1922 (II congresso) e di lione, gennaio 1926 (III congresso). A questa data il partito è tutt’altra cosa, ma i fascisti non c’entrano nulla.p

  33. utente anonimo scrive:

    Tra essere democratici e difendere l’attuale Costituzione passa un abisso. Essendo quest’ultima stata redatta in termini tali e allo scopo di dare adito anche ad altri tipi di regime politico. Basta leggersela.

    Per costituzioni che fornissero ampie ed inutili garanzie formali si rimanda all’esperienza di Ritvan, ancorchè Montanelli segnalasse come eccellenti le costituzioni dell’URSS.

    Confido che la posizione di difesa statica della Costituzione rimanga tale anche in futuro, visto il precedente della linea Maginot. Vedo bene all’uopo il Maresciallo Prodi, sguardo spento e funesto.

    Francesco

  34. utente anonimo scrive:

    “Il 6 aprile, giorno delle elezioni, specialmente nelle zone rurali, i locali in cui avvennero le votazioni erano sorvegliati da fascisti armati che proibivano agli elettori antifascisti di dare il loro voto.

    ecc.”

    Questo è perfettamente coerente con alcuni ricordi di famiglia.

    Paolo

  35. utente anonimo scrive:

    Solito compitino x le kompagne del Mito di “oh-come-non-erano-libere-le-elezioni-del-1924-perché-brutti-sporki-e-kattivi-fascistoni-c’impedirono-di-votar”. (e anche informazioni chieste, mi pare da Francesco)

    Dalla sacra Wikipedia:

    Elezioni del 1919:

    Iscritti alle liste 10.235.874

    Votanti 5.793.507

    % votanti 56,6

    Elezioni del 1921:

    Iscritti alle liste 11.457.164

    Votanti 6.701.496

    % votanti 58.5

    Elezioni del 1924 (sotto il biechissimo regime):

    Iscritti alle liste 12.067.275

    Votanti 7.614.451

    % votanti 63.1%

    La domanda sorge spontanea: Ho come mai i brutti sporki e kattivi fascistoni presidiano i seggi italici coi manganelli in una mano e il bottiglione di olio di ricino nell’altra per impedire agli onesti votanti italici di recarsi ai seggi e la percentuale dei votanti aumenta di 4.6 punti in percentuale, rispetto ad appena 3 anni prima???!!!

    Ah, già, dimenticavo, i suddetti fascistoni si son riempiti le schede da soli e le hanno infilate nell’urna. Eh, kompagne, quando c’è la Fede tutto si spiega!:-).

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Care kompagne, per avere le idee più chiare su quando delle elezioni – pur viziate da diverse irregolarità – possono essere tranquillamente chiamate “libere”, forse vi conviene interpellare Roberto.

  36. utente anonimo scrive:

    Sai ritvan come si chiama a Firenze un certo tuo atteggiamento, fare le palle e tirarsele:-)

    Quello che io ho scritto riguardo al clima delle elezioni significa che si svolsero in un clima disturbato enormementre dai fascisti con modalità che di solito non si verificano in un paese libero e democratico, e nemmeno quando esistevano i terribili comunisti del pci. Ti ho citato salvemini, poi, con quelle considerazioni sulla composizione del voto per dire che la tua tesi riguardante la confluenza meccanica di voti fascisti del 1924 al pci nel dopoguerra e dopo ,è una discreta sciocchezza.

    Era questa la discussione e non il numero dei votanti, la loro crescita non prova la tua tesi e non smentisce quanto io ho cercato di dire avvalendomi di uno studioso che è un po’ meglio del divulgatore giordano bruno guerri.

    maria

    maria

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