“Chi lo manda?”

Alcuni giorni fa, gli israeliani hanno ucciso due ragazzi di 17 anni, Ibrahim Sheikh e Mohammed Natur, rei di aver tirato sassi contro i blindati israeliani che erano entrati nel campo profughi di Balata per demolire alcune precarie case, con dentro – ovviamente – tutto ciò che famiglie già misere possedevano.

Balata è il luogo in cui Starhawk, femminista americana un po’ ingenua ma onesta, un tempo sionista, decise di passare il periodo del più terribile attacco israeliano contro la Cisgiordania: sul suo sito, non parla di tragedie, ma racconta la disperata ricerca di normalità e le crisi dei bambini, durante giorni e giorni di coprifuoco totale, tra perquisizioni in cui i soldati si divertono a svuotare i sacchi di farina nel lavandino e a fare la pipì sui tappeti.

demolizione balata
Febbraio 2006. Demolizione di una casa a Balata

Il giorno prima dell’assassinio di Ibrahim Sheikh e Mohammed Natur, è successo qualcosa di pauroso anche in Italia. Certo, non ci sono state vittime umane. Però, un pezzo di stoffa è morto ustionato. Infatti, durante una manifestazione di solidarietà con la Palestina, qualcuno pare che abbia bruciato una bandiera israeliana.

Per carattere, ho un problema con tutto ciò che è un lasciarsi andare collettivo. Anche quando si tratta di cose innocenti come le discoteche, gli stadi o i cortei. Poi non spenderei mai i soldi che potrei investire nell’acquisto di un libro, per comprarmi un pezzo di stoffa al solo scopo di bruciarlo. Comunque, ognuno si diverte come meglio crede. E come non riesco a capire cosa ci sia di male nell’accostare un accendino a una canna, non riesco a capire cosa ci sia di male nel farlo nei riguardi di una bandiera, che sia quella israeliana, palestinese, italiana o padana.

Ma viviamo in un mondo strano. Pare che molte delle persone che deridono le reazioni islamiche alle famose vignette ritengano che il rogo di pezzi di stoffa sia un gesto da impedire a tutti i costi.

Il furore è stato scagliato tutto addosso a un solo signore, che però non è assolutamente quello che ha dato fuoco alla bandiera. L’unica accusa contro il signore in questione è che era uno dei diecimila partecipanti alla manifestazione. Stiamo parlando ovviamente di Oliviero Diliberto.

Oliviero Diliberto avrebbe potuto replicare, primo, non fumo e quindi non giro con accendini in tasca, secondo, se sentire parlare di pezzi di stoffa che bruciano vi fa tremare la mani, vi posso consigliare un buon psichiatra.

Invece no. Diliberto si dimostra matto quasi quanto i suoi persecutori. Almeno secondo le agenzie stampa, avrebbe detto infatti, "la manifestazione è stata rovinata da imbecilli pagati da Calderoli".

Con un colpo gobbo, però, Massimo D’Alema è riuscito a superare Diliberto. Sia in fantasia, sia in insinuante complottismo. Parlando a Matrix (Canale 5), ha risposto a chi gli chiedeva conto della maniera in cui Marco Ferrando, messo con le spalle al muro da un intervistatore del Corriere della Sera, aveva detto che gli iracheni hanno il diritto di resistere a un’invasione indubbiamente legale. Invece di dire che si tratta di una noiosa ovvietà che sta (o stava) alla base del più borghese diritto internazionale, D’Alema risponde:

«Nessuno vuol sentire affermazioni di quel tipo. Mi sono chiesto perchè questo Ferrando vuole aiutare Berlusconi a vincere le elezioni, mi sono chiesto chi lo manda…».

Si riconosce immediatamente la matrice di questi piccoli orrori.

Lo stalinismo ha prodotto una spiegazione di ogni conflitto in termine di linea corretta del partito contro infiltrati prezzolati. I venduti ovviamente esistono, ma la ragione normale vorrebbe che la prova che qualcuno è "prezzolato" consistesse nella ricevuta di un versamento sospetto sul conto del dissidente. Invece, lo stalinismo inverte le cose: siccome la linea del partito è perfetta, l’unica spiegazione per chi sceglie l’imperfezione consiste nella corruzione.

Ma poiché chi dissente è corrotto, ciò conferma a sua volta la premessa, perché la linea del partito si staglia più luminosa nella sua perfezione, contro il disgusto che ispira la corruzione del dissidente. E ovviamente crea una differenza, quasi razzista, tra due tipi umani: coloro che seguono la linea non solo hanno ragione, ma sono puri; coloro che ne dissentono non solo hanno torto, ma sono ributtanti.

Per quanto perversa, questa spiegazione universale aveva ancora un senso all’interno di un partito comunista come quello italiano, che doveva tenere sotto una ferrea disciplina le energie di centinaia di migliaia di entusiasti militanti: lo stalinismo, insomma, al servizio dell’ordine e del compromesso, ma anche e concretamente al servizio del miglioramento della vita di milioni di italiani.

Nel 1969, c’è stata la strage di Piazza Fontana. In reazione a quell’inestricabile melma di complotti reali, fraintendimenti e cose mai chiarite, è nata nell’estrema sinistra la "controinchiesta". Che ha effettivamente tolto la maschera a menzogne di stato terribili.

Ma la struttura mentale della "controinchiesta" è diventata un elemento costante della vita dell’estrema sinistra (solo italiana), assumendo forme proprie mostruose, che spiegano la maggior parte dei delitti dei cosiddetti "anni di piombo".

Si trattava di sostituire le grandi analisi critiche, basate sulla verità, con l’arte di mettere insieme i "tasselli di un mosaico": una frase detta da qualcuno quindici anni prima, il fatto che tizio aveva un cugino che guarda caso era amico di qualcuno, una voce su qualcuno, sempre presa per vera purché negativa. Recentemente abbiamo assistito a una disputa  tra due correnti trotzkiste, in cui uno degli argomenti era il fatto che uno dei capi dell’altra corrente, un intellettuale che scrive testi marxisti da almeno trent’anni, aveva avuto un padre fascista.

I tasselli si accumulano per addizione senza sottrazione: qualunque voce, qualunque esagerazione giornalistica, qualunque sospetto, anche se poi ridimensionato, irrilevante o smentito dai fatti, si trasforma in un dato fisso, che viene trasmesso come vero, "controinchiesta" dopo "controinchiesta".

Il mosaico poi non è un puzzle, dove la forma dei pezzi ci obbliga a seguire la loro vera collocazione. No, le figure del mosaico – anzi, per usare un tipico termine, i loschi figuri – si possono collocare ovunque ci faccia comodo. Il mosaico finale, che sembra fatto di minuscoli dettagli molto precisi, viene in realtà costruito secondo la convenienza, la fantasia, i rancori o la paranoia acuta del gruppo che lo crea.

Talmente orrido e soprattutto tentacolare è il mostro che si crea in questo modo, che ogni azione contro di lui diventa lecita.

Il grande maestro di questa arte fu quello che è oggi l’eroe dei salotti bene, Adriano Sofri, nel suo ruolo di mente del settimanale e poi del quotidiano Lotta Continua. Poniamo che a Roma si fossero picchiati per strada due sedicenni, uno figlio di operai e l’altro figlio di un tranviere, uno rosso e l’altro nero. Ecco come Adriano Sofri avrebbe iniziato un articolo sull’episodio:

"Il padronato, battuto dalla mobilitazione operaia nella recente lotta per il contratto dei metalmeccanici, riparte all’assalto, ricorrendo come sempre ai propri sgherri prezzolati, finanziati con i proventi del traffico dell’eroina e degli omicidi della mafia. Ieri al Quartiere Prenestino di Roma…"

Il quotidiano Libero, in questo, è oggi il migliore erede di Lotta Continua.

Abbiamo quindi due psicopatologie leggermente diverse tra di loro: la spiegazione stalinista della devianza, tipica del PCI, e il ben peggiore complottismo esasperato dell’ultrasinistra post-Piazza Fontana.

Ora, prendiamo un uomo politico che si è formato a sinistra, ma che, a un certo punto, diventa "realista". Cioè anziché essere contro il capitalismo, si mette all’asta e cerca di farsi scegliere dal capitalismo come guida affidabile del paese. E decide che siccome l’imperialismo esiste, è meglio farselo amico. Ma a una cosa non rinuncerà mai: quello strumento utile che è lo stalinismo complottista.

La foto che vedete sotto è una foto banale, di vita quotidiana in Palestina.

Poteva essere stata scattata in un qualunque giorno dell’ultimo mezzo secolo.

E’ solo un caso che sia stata scattata sabato 18 febbraio dalle israeliane pacifiste di MachsomWatch.

Era lo stesso giorno, e forse la stessa ora, in cui a Roma è stata bruciata una bandiera israeliana.

israele posto di blocco
 
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40 risposte a “Chi lo manda?”

  1. RIPENSAREMARX scrive:

    Ovviamente non posso che condividere la tua disamina sull’oscenità invereconda e “sinistra” della sinistra. Oggi più di ieri, ci troviamo a dover fronteggiare ciò che viene immediatamente posto come un inequivocabile dato di fatto (credo che non ci sia nulla di meno empirico dei fatti in questo senso). “Se l’essenza delle cose e la loro manifestazione fenomenica direttamente coincidessero non avremmo bisogno alcuno della scienza”. La nostra sinistra ha dimenticato uno dei principi fondamentali del metodo marxiano e questi sono i risultati. Il capitalismo, che si pone sempre in maniera tolta (imputande le sue intrinseche e precipue leggi di funzionamento a manifestazioni naturali) è il sistema del dato di fatto e i fatti come si può capire non devono mai essere contestati. Oggi la nostra lotta deve andare proprio contro questa datità.

  2. stediludo scrive:

    Mi piace sottolineare questa frase: “Si trattava di sostituire le grandi analisi critiche, basate sulla verità, con l’arte di mettere insieme i tasselli di un mosaico”. Ecco l’essenza di ogni “complottismo esasperato”, vera e propria malattia mentale di tanta ultrasinistra come di tanta ultradestra. Invece dell’analisi razionale, analitica, spassionata, l’eterna ricerca del capro espiatorio, del gran burattinaio che manovra tutto. Una volta scovato e tolto di mezzo (magari spedendolo in un gulag o in un lager…), tutto si risolve e la felicità torna a regnare sulla terra. “Sto male? Deve essere per forza colpa di qualcuno! Così ragiona ogni malato” – diceva Nietzsche. E’ questa la logica paranoica che sta dietro al complottismo. Cari D’Alema e Diliberto: se state male, vedete di non rompere la palle agli altri!

    stefano

  3. utente anonimo scrive:

    E’ davvero sconcertante che nessuna voce si levi a denunciare questo diabolico sovvertimento della realtà per cui l’Anp “targata” Hamas è “l’autorità terrorista” e Israele è, invece, il Paese brutalmente aggredito.

    Dall’inizio dell’anno, l’esercito israeliano ha assassinato 47 Palestinesi e ne ha feriti almeno 125, contro un solo israeliano ucciso per mano palestinese.

    E si tratta, in alcuni casi, di atroci crimini di guerra, una famiglia massacrata, bambini, donne, disabili uccisi in palese violazione del diritto umanitario.

    Davvero stiamo abbandonando i Palestinesi al loro destino?

  4. utente anonimo scrive:

    Scusate,OT, non c’entra molto con il post.

    Ma non so se avete letto che la prode Fallaci ha rindossato l’elmetto e si lancerà ardimentosa in una nuova battaglia : fare una vignetta su Maometto.Che coraggio.

    Dice che lo disegnerà con le sue nove mogli, tra cui la bambina che ” sposò a settant’anni”

    Domanda.

    Ma Maometto non è moto a 61-62 anni ( secondo le fonti )?

    E non era sposato già da un po’?

    La verità la conosce solo lei o spara la prima cavolata che le viene in mente, solo perchè è ” in missione per conto dell’Occidente”?

    Maria José

  5. utente anonimo scrive:

    Non hanno trasmesso l’intervista ad Haj Ali su rai3… c’era da aspettarselo.

    Su internet è cmq disponibile…

    http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/abugrhaib_ranucci/video/abughraib_fantasma.asx

  6. utente anonimo scrive:

    MJ, ma non hai di meglio da fare che prendertela con una mezzapazza/mezzamorta e completamente autoreclusa?:-)

    Maometto morì all’età di 62 anni e sposò Aisha quando egli ne aveva all’incirca 53 anni e il matrimonio si consumò qualche anno dopo, quando lei ne ebbe 10 o 11.

    A 55-57 anni anche a quell’epoca un uomo era ancora in pieno vigore e una ragazza di 10-11 anni a quelle latitudini e secondo usi e costumi dell’epoca era impalmabile.

    Ciao

    Ritvan

  7. utente anonimo scrive:

    X MM:

    Dal tuo post deduco che se un giorno darò fuoco ad una bandiera Palestinese su una pubblica piazza difenderai il mio gesto? 🙂

    JZ

  8. AndreaRusso scrive:

    Si, in effetti sei riuscito a notare un sottile collegamento complottistico che da tempo non riuscivo bene a decifrare. Cioè, da una parte mi era abbastanza chiara la teoria del “nemico del popolo” degli ex-P.C.I. (i vari Bondi, D’Alema, Ferrara, ecc.) che hanno in parte sostenuto negli anni ’70 una campagna di repressione del movimento post-’68 tramite una parte dell’apparato giudiziario, con la scusa di combattere con dei fascisti; ma dall’altro, il comportamento della vecchia estrema sinistra è ancora più strano con tutta quella paranoia verso il P.C.I. e i suoi militanti, visti nè più nè meno come aderenti a una sorta di impero intergalattico della repressione: è stato impressionante vedere tutti quei teorici del complotto e del garantismo che col tempo hanno simpatizzato o addirittura sono confluiti da diverse realtà di nuova sinistra (Pot.Op., L.C., D.P. in minor misura, ecc.) nel P.S.I. craxiano e poi in Forza Italia (oppure nell’Ulivo, cioè Boato, Manconi, ecc.). Insomma, due culture disastrose che hanno poi costituito un unico flusso a destra (nel senso non solo di Cdl, ma anche di Ulivo).

    Della frase di D’Alema su Ferrando ne avevo parlato anch’io l’altro giorno: una meschinità infantile, ancora più insopportabile se si pensa che il festante popolo della sinistra inneggerà (ma già inneggia!) alla coraggiosa rivalsa della sinistra “che fa fa i fatti” (dimentichi che vi fanno parte anche i Mastella e i Fisichella vari) alla sinistra “massimalista” che naturalmente “fa il gioco degli avversari”. Quando sento parlare di politica in questi termini, mi vengono i nervi.

    Andrea

  9. utente anonimo scrive:

    io non penso che d’alema o diliberto siano davvero convinti che gli slogan e i “falò” scomodi siano frutto di complotti e infiltrazioni, solo che di fronte alla esposizione sui media di questo che loro riconoscono essere impresentabile, non avendo voglia nè ragione per cercare di andare contro la corrente come dei salmoni, e accusati di essere contigui in qualche modo a queste manifestazioni impresentabili, non gli rimane altro che dire “questi non sono dei nostri, chi li manda, etc.”

    questo però non significa che ci credano, lo sanno benissimo in realtà che pure tra i loro c’è gente che ha opinioni meno moderate e allineate di quelle ufficiali del partito.

    è tutta una messa in scena per i media, perchè secondo me in una riunione chiusa del pdci e perfino dei ds se uno dice che nassiriya se la sono meritata, potranno guardarlo male o insultarlo, ma nessuno gli direbbe sei un infiltrato, per chi lavori…

  10. kelebek scrive:

    Sul commento n. 9 (dai, firmate i vostri commenti, con un nick qualsiasi, ma firmateli!)…

    è ovvio che questi personaggi non solo non credono che ci sia stato un complotto; più generalmente, non credono in nulla.

    Piuttosto, è interessante notare come la prima balla che sia venuta loro in mente sia una balla di tipo stalinista.

    Miguel Martinez

  11. utente anonimo scrive:

    Hai ragione, Ritvan.

    Infatti io sarei per non darle tanto spazio.

    Però, dato che avevo anche letto che l’età in cui è morto Maometto è controversa, non basato su dati certi, mi domandavo se la Signora aveva fonti sicura da cui ha attinto la sua VERITA’.

    Perchè, come sappiamo, lei proferisce VERITA’.

    Grazie cmq della risposta.

    Maria J.

  12. utente anonimo scrive:

    Cara MJ, Da Wikipedia:

    “….nato secondo alcune fonti il 20 aprile dell’anno 570 alla Mecca e morto, secondo altre fonti islamiche, il lunedì 12 rabī‘ I del 632 a Medina e ivi sepolto”.

    Ora, sappiamo che in quel periodo e in quei luoghi (ma anche in Europa, se per questo) non è che ci fossero gli uffici anagrafe informatizzati e le carte d’identità. Inoltre, quando nacque, Maometto era un illustre sconosciuto, pertanto nessun cronista ha preso nota del lieto evento.

    Però, d’altro canto, anche in quei tempi ogni essere umano dotato di raziocinio conosce fin da bambino la propria età – anno più anno meno – e sa calcolare il passare degli anni. Lo stesso Maometto affermava che la notte dell’anno 610 a.D. in cui gli apparve per la prima volta l’arcangelo Gabriele egli (Maometto) aveva circa 40 anni. Che ragione avrebbe avuto per mentire? Inoltre, negli anni immediatamente successivi, nessuno dei contemporanei (fra cui, ricordiamoci, tantissimi nemici alla Mecca) si sognò di dirgli:”Ma va là, che ti cali gli anni come una damigella, ne hai ben 60 suonati” (per arrivare al calcolo sballato della Fallaci, per intendersi). E di cose sgradevoli (tramandate fino a noi) gli furono dette a iosa, tanto da costringerlo ad emigrare a Medina.

    Pertanto, è appurato al di là di ogni ragionevole dubbio che Maometto nell’anno 610 aveva circa 40 anni, cosa che fa fissare l’anno della sua nascita grosso modo fra il 569 e il 571 a.D.

    Sull’anno della morte, invece, non credo che Nostra Signora di Manhattan possa avanzare alcun dubbio, vista la notorietà di cui godeva Maometto; fu nel 632, all’età di 62 anni circa. E con Aisha visse alcuni anni.

    Pertanto, la Fallaci dice eine enormen stronzaten!:-).

    Ciao

    Ritvan

  13. utente anonimo scrive:

    X MM:

    Mi concedi piccola provocazione?

    Nel pezzo precedente mettevi le mani avanti riguardo simili episodio come da “evitare” perché ad hoc per “criminalizzare”…

    Ora che qualcuno ha “ustionato le bandiere” sul serio minimizzi? 😉

    JZ

  14. utente anonimo scrive:

    X Ritvan:

    Mi concedi la provocazione?

    Hai scritto di Maometto “perchè avrebbe dovuto mentire?” subito dopo la descrizione dell’apparizione dell’Arcangelo Gabriele…

    Beh, se si crede a quella storiella si può credere anche all’età, però vale anche il contrario. 🙂 🙂 🙂

    JZ

  15. kelebek scrive:

    Per JZ,

    il brano a cui ti riferisci era una satira, non mia. Io non minimizzo, considero semplicemente nullo il fatto di bruciare bandiere, di qualunque tipo.

    Ma l’autore della satira aveva previsto perfettamente che si sarebbero aggrappati a cose simili pur di condannare chi sostiene i diritti dei palestinesi.

    Miguel Martinez

  16. utente anonimo scrive:

    X MM.

    Claro, comunque non ti spaventare se parlo “di te” riferito ai pezzi da te pubblicati (non scritti).

    Salvo quelli da cui prendi le distanze è sottinteso tu li condivida ideologicamente (altrimenti mica li faresti leggere qui,no?)

    JZ

  17. utente anonimo scrive:

    il commento n. 9 è mio 😉

    in ogni caso ho sentito che c’è stata una manifestazione sotto la sede del pdci e che diliberto viene accusato di antisemitismo, si vede che a differenza di bertinotti la sua dose di stalinismo (o di gandhismo) non è sufficiente…

    intanto in iraq continua la tonnara umana (democratica)

    roushan

  18. utente anonimo scrive:

    >X Ritvan: Mi concedi la provocazione?<
    Caro JZ, se non ti si concedessero provocazioni in questo blog, i tuoi post rimarrebbero totalmente bianchi:-).

    >Hai scritto di Maometto “perchè avrebbe dovuto mentire?” subito dopo la descrizione dell’apparizione dell’Arcangelo Gabriele…<
    Ovviamente mi riferivo – secondo logica – al fatto che egli non avrebbe avuto alcun vantaggio nel calarsi gli anni. Anzi, come in tutte le culture tribali (e non:-) ) più sei anziano (purché non completamente rimbambito) e più ti credono e ti rispettano. Che tu parli dell’arcangelo Gabriele o dell’incremento del PIL. I due quasisettantenni che si contendono – incontrastati – da una dozzina d’anni il potere in Italia lo dimostrano:-).

    >Beh, se si crede a quella storiella si può credere anche all’età, però vale anche il contrario. 🙂 🙂 🙂<
    Non mischiamo il sacro col profano, il fisico col metafisico, per favore. Liberissimo chiunque di essere perfino ateo. Però, ti faccio osservare che per la comune logica umana è molto più credibile un’apparizione in sogno dell’arcangelo Gabriele,(io stesso l’ho visto in sogno un paio di volte:-) ), piuttosto che essere figlo (in senso stretto e non lato, come discendente di Adamo ed Eva) di Dio o aver devastato il potente impero del faraone egiziano con 7 piaghe invocando semplicemente Dio. Non so se mi spiego.

    Ciao

    Ritvan

  19. utente anonimo scrive:

    Chi lo manda ?

    Alla ricerca della ” gatta ci cova”.

    Aurora.

  20. utente anonimo scrive:

    X Ritvan

    Penso che MM mi abbia accolto anche per questo… 😉

    In ogni caso il discorso era più “generico”: se si può credere a qualcuno che la spara così grossa (vale anche per certi aspetti di Ebraismo e Cristianesimo) si può credergli anche sull’età, che siano balle oppure no…

  21. utente anonimo scrive:

    Ritvan, ho scritto male.

    In realtà, ciò che a volte è controversa è la data di nascita, che per alcuni si deve collocare una decina d’anni prima, cmq tra il 562 e 572.

    Ciò comporterebbe l’innalzamento dell’età di Maometto.

    E mi chiedevo se la Fallaci avesse avuto notizie migliori e CERTE per asserire che Maometto ha preso in moglie una bambina a settant’anni.

    http://www.sapere.it/tca/MainApp?srvc=dcmnt&url=/tc/storia/percorsi/DP/Maometto/Maometto_crono.jsp

    Non me la ” prenderei ” così con lei SE non avesse sciaguratamente tutto questo seguito.Più o meno genuino.

    Chissà se realizza , lei così orgogliosa ,che è strumentalizzata anche lei.

    Maria José

  22. utente anonimo scrive:

    >E mi chiedevo se la Fallaci avesse avuto notizie migliori e CERTE per asserire che Maometto ha preso in moglie una bambina a settant’anni.<
    Sì, avrà fatto una seduta spiritica (magari in compagnia di Prodi:-)) per evocare lo spirito del suo amato Panagoulis e chiedergli la data esatta della nascita di Maometto:-).

    Comunque, anche ammesso e non concesso che Maometto stesso si fosse calato gli anni (ripeto, a che pro? poi, visto che aveva una moglie di molti anni più anziana di lui, semmai doveva autoaumentarsela l’età, per diminuire il “divario” con la moglie!) e la sua data di nascita fosse quella “estrema” del 562, nel 632 quando INDUBBIAMENTE morì, avrebbe avuto giusto 70 anni. Che per caso, si sposò Aisha sul letto di morte? Ma andiamo!

    Cara mia, altri prima di me hanno incontrovertibilmente dimostrato che l’accuratezza storica per la Fallaci è un optional.

    Ciao

    Ritvan

  23. utente anonimo scrive:

    >Dice che lo disegnerà con le sue nove mogli, tra cui la bambina che ” sposò a settant’anni”…MJ

    Ti sei dimenticata la “cammella innamorata”.

    Io aspetto che qualche giornale pubblichi un bando per vignette satiriche sulla Fallaci. Ho una certa idea: Panagoulis arrapato che ha davanti la Fallaci ed una pecora (la pecora in Grecia e “famosa” più che in Sardegna:-) ) e in dubbio amletico esclama:”Certo, la pecora ha più sex appeal, peccato che dopo non mi capisce e non mi approva quando impreco contro i Turchi e l’Islam”.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. In uno dei suoi ultimi deliri di grafomania la Fallaci ricorda che Panagoulis rimproverava alla polizia greca del regime dei colonnelli l’uso della falaka, tortura a suo (di Panagoulis) dire “importata” dai turchi.”Anche dopo 150 anni non riusciamo a liberarci della spregevole eredità lasciataci dai turchi” esclamava Panagoulis.

    Da una che sc..va con un tipetto del genere, che ti dovresti aspettare d’altro?

  24. utente anonimo scrive:

    Carissimo Ritvan, carina la vignetta da te pensata, ancorchè pesantuccia ( niente, è che mi piace ancorchè ):)

    Ma devo dire che trovo un po’ gratuito quello che dici su Panagulis.

    Magari Panagulis scherzava? D’altra parte, forse è un luogo comune, ma mi pare che sia sempre stata addebitata ai turchi una certa ” ruvidezza ” nel trattare le persone in determinate circostanze.

    Oh, è un commento superficiale, il mio, che non vuole avere presunzione di ” verità storica “.

    Maria J.

  25. utente anonimo scrive:

    Per ” determinate condizioni ” mi riferisco a prigioni, soprattutto.

    O rudezze della polizia.

    MJ

  26. utente anonimo scrive:

    >Carissimo Ritvan, carina la vignetta da te pensata, ancorchè pesantuccia ( niente, è che mi piace ancorchè ):)<
    Grazie, cara MJ. Spero che qualcuno non mi freghi l’idea. Forse mi conviene brevettarla:-)

    >Ma devo dire che trovo un po’ gratuito quello che dici su Panagulis.<
    Se gratuità c’è, è tutta della Fallaci. Lo riferisce lei su “Libero” esattamente nei termini da me descritti. Lo so che vosotros preferireste toccare un pollo con l’aviaria piuttosto che l’immondo fogliaccio,:-) ma è così.

    >Magari Panagulis scherzava?<
    Non ho avuto il privilegio di essere presente nelle intimità della Fallaci con Panagoulis, ma dal modo in cui ne parlava si poteva escludere in modo categorico che Panagoulis scherzasse. Del resto – sempre come riferisce lei – lui zoppicava permanentemente in seguito a quelle torture e in più era un comunista. Ti pare che un comunista possa scherzare su simili cose come la Resistenza, i Valori, le Torture dei Fascisti e simili?:-).

    Tu mi dirai:sì, ma un comunista non ha simili cortocircuiti mentali da attribuire la responsabilità dei crimini dei fascisti nazionali all’occupazione straniera finita 150 anni prima. Però, io ti ricordo che Panagoulis era greco e un comunista greco è prima di tutto greco – e conseguentemente portatore sano di un odio viscerale per i turchi in particolare e per i musulmani in generale – e poi (forse) comunista. Tutto questo lui lo ha trasmesso alla Fallaci.

    >D’altra parte, forse è un luogo comune, ma mi pare che sia sempre stata addebitata ai turchi una certa ” ruvidezza ” nel trattare le persone in determinate circostanze.(Per ” determinate condizioni ” mi riferisco a prigioni, soprattutto.

    O rudezze della polizia).<
    Si, il famoso grido “mamma li turchi”:-). Certo che è un luogo comune, anzi comunissimo. Ovviamente, le prigioni turche e la polizia turca DI OGGI sono ancora molto lontani dei loro omologhi, chessò britannici o svedesi. Però, chi ha visto il film “L’ammutinamemento del Bounty” con Marlon Brando avrà visto che, ai tempi evocati da Panagoulis, nelle navi di Sua Maestà Britannica (non prigioni!) si poteva fustigare un uomo, un libero cittadino fino alla morte; altro che azzoppamento per la falaka ottomana!

    Che un greco abbia a che ridire su queste cose mi sembra il classico bue che dà del cornuto al caprone (non all’asino, poiché, come detto, i turchi non sono degli stinchi di santi).

    Se i giornalisti fannulloni italici si prendessero la briga di andare in Albania e intervistare i parenti e compagni di quei disgraziati albanesi abbattuti (prima o dopo esser stati sodomizzati “alla greca”) dalla polizia e dall’esercito greco solo perché erano dei clandestini. O, senza muovere i loro delicati culetti, se pagassero qualcuno per tradurre loro gli articoli agghiaccianti dei giornali albanesi. Ma non lo fanno, né quelli di destra, né quelli “de sinistra”. I primi, perché la Grecia è un “baluardo cristiano contro il bieco Islam” e i secondi perché gli orripilanti maltrattamenti dei greci farebbero sembrare le intemperanze della “polizia fascista e berlusconiana italica” un gioco da boyscout!

    >Oh, è un commento superficiale, il mio, che non vuole avere presunzione di ” verità storica “.<
    Non è colpa tua. Per le ragioni sovraesposte, in Italia nessuno sa un c..zo sulle nefandezze di un Paese UE ben peggiore della Turchia per quanto riguarda i diritti umani.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Io, da albanese, forse sono di parte. Anzi, lo sono senz’altro. Ma i fatti sono cocciuti, a prescindere dalle “parti”.

    Quando facevo il prof. (anni ’90) nell’ambito del programma TEMPUS, finanziato dall’UE, un gruppo di 10 prof della nostra facoltà doveva recarsi in Grecia, presso la facoltà di medicina veterinaria di Salonicco. Tutti avevano i documenti in regola, ma il consolato greco a Tirana negò il visto a due di loro. Ovviamente senza alcuna spiegazione. Il fatto “strano” era che i due prof (una donna e un uomo) “epurati” avevano nomi e cognomi “islamici”, mentre gli altri nomi e cognomi cristiani o “neutri”.

    La Turchia, invece, con un gesto senza precedenti (e neanche seguenti, per quel che ne so) tolse l’obbligo del visto turco per i cittadini albanesi fin dal 1994! Ogni disgraziato, disprezzato e derelitto albanese, anche se fa di nome Gesù Cristo:-), può andare in Turchia per turismo, affari o in cerca di lavoro SENZA BISOGNO DEL VISTO. E, ovviamente, nessuno gli spara addosso o tenta di affondare il barcone su cui naviga:-).

    Ultimo, qualche mese fa, il Presidente della Grecia venne in visita in Albania. L’incontro col suo omologo albanese era stato fissato a Saranda (già Santi Quaranta, già Porto Edda:-) ) poiché probabilmente a Sua Signoria scocciava andare fino alla capitale Tirana e voleva limitarsi a visitare solo certe regioni del Sud dove vive (benissimo) una minoranza greca. Il povero Presidente albanese si adeguò e aspettava il suo omologo greco nell’albergo designato per l’incontro. Se non che, un centinaio di discendenti di quei 20 000 albanesi – cittadini greci – che furono cacciati dalla loro terra dai greci nel 1945, si erano radunati pacificamente davanti all’albergo con dei cartelli con susscritto:”Signor Presidente, facci tornare nelle nostre terre”. Lo sparuto drappello – in maggioranza vecchi, donne e bambini – era debitamente sorvegliato da un paio di cordoni di polizia armati fino ai denti.

    Ebbene, che ti fece il caro presidente ellenico? Prese e se ne andò, senza metter piede a Saranda e lasciando il suo omologo albanese di stucco. Da atene, i suoi sottopanza diramarono un comunicato in cui, con la solita dialettica bizantina si giustificava l’ignobile fuga con la pretesa che “la polizia albanese non aveva assicurato le dovute condizioni di sicurezza dell’incolumità del presidente greco”. Ossia, tradotto in volgare dal bizantino:”La polizia dello Stato Vassallo si era permessa di non disperdere a manganellate una manifestazione pacifica che dava noia agli Augusti occhi del Sovrano dello Stato Protettore e illistrissimo Membro dell’UE”.

    Ovviamente, di questa vicenda gli imbrattacarte e imbrattaschermi italici non si sono sognati di riportare nemmeno una riga. Altrimenti, qualcuno avrebbe potuto accusare l’Italia di velleità imperialistiche e rinate voglie di “spezzare i reni alla Grecia”:-) :-).

    Che schifo!

  27. utente anonimo scrive:

    ” Lo so che vosotros preferireste toccare un pollo con l’aviaria”

    Ritvan, ci risiamo.Vosotros chi, di grazia? Su, non scadere nel pre-giudizio:).

    ” Tutto questo lui lo ha trasmesso alla Fallaci. ”

    Io credo che l’avversione della Fallaci ha più a che fare con i fatti accaduti in Palestina e Israele che non alle torture subite da Panagoulis.

    Ma , devo dire, ho letto Un Uomo molto, moltissimo tempo fa e non ricordo se leggendolo si poteva capire qualcosa del modo di pensare di Alexis P.

    ” mamma li turchi” ?:)

    Si, può essere. Film (” Fuga di mezzanotte “per esempio ) libri, e certi modi di pensare diventano luoghi comuni.

    Non del tutto gratuitamente, però.Ultimamente ho letto ” Il mio nome è rosso ” Di Orhan Pamuk, ambientato nella Turchia del 500-600. E insomma, ad un certo punto alcuni protagonisti corrono il rischio di essere catturati dalle guardie del califfo , e la prima cosa che pensano è come resistere alla tortura, che era evidentemente la prassi, accettata.

    Mi viene in mente che leggere quel bellissimo libro potrebbe aiutare molti a capire qualcosa in più dei musulmani, anzi dei credenti musulmani, anche alla luce dei recenti fatti riguardo le vegnette e il rapporto dei musulmani con la propria religione e Allah.

    E’ la storia di alcuni miniaturisti che si trovano a vivere in un momento di passaggio dell’arte miniaturista.

    Quando,. cioè, la vecchia scuola miniaturista inizia ad essere influenzata e poi travolta dalle nuove regole di pittura che si stanno diffondendo in Europa, soprattutto in Italia.

    Ovvero, la vecchia scuola miniaturista usa il metodo della pittura ” oggettiva “, disegnare il mondo , le cose e le persone nella maniera più impersonale possibile, SENZA seguire la propria testa, il PROPRIO stile, perchè disegnare secondo il proprio stile voleva dire avere l’arroganza di fare prevalere la personale vanità e personalità del pittore ( o miniaturista ), mettendo in secondo piano il mondo così come creato e voluto da Allah.Mentre lo scopo della pittura era soprattutto un omaggio a Dio.

    E come si può ” omaggiare ” Dio se poi nella pittura si pensa a soddisfare invece l’orgoglio del pittore ?

    E quindi si creano due correnti, che entrano in contrasto tra di loro.

    I ” tradizionalisti ” che vorrebbero che si continui la tradizione di dipingere il mondo così come si presenta, senza la mediazione artistica del pittore, e la corrente di chi vorrebbe disegnare secondo le nuove regole provenienti dall’Europa che permettono invece all’artista di mettere in risalto le personali visioni.

    Ecco, leggere quel libro, fa capire tutto il tormento che può cogliere un acceso credente nel momento in cui viene posto di fronte a ” novità “che contrastano fortemente con tutte le sue credenze più radicate.

    Sì, quel libro potrebbe essere utile, in questi giorni.

    Ciao

    Maria J.

    Ritvan, sai che ho un cognome di origina chiaramente ottomana?

  28. kelebek scrive:

    Per MJ,

    grazie delle belle riflessioni su Orhan Pamuk.

    Miguel Martinez

  29. kelebek scrive:

    Poi capite perché voglio bene a Ritvan.

    Tra l’altro Libero è uno dei quotidiani che mi capita più spesso di comprare, se non altro perché parla spesso di me o dei miei amici 🙂

    Notevoli le cose che dici sulla Grecia e sulla Turchia. Mi dispiace vederle scomparire in questo piccolo, oscuro angolo che sono i commenti al mio blog.

    La Grecia è un caso affascinante di trasformazione radicale di un popolo.

    Una comunità di persone profondamente balcaniche, di religione ortodossa, sparse per mezzo impero ottomano, scopre un giorno di essere discendenti di Omero e che la loro patria è un paese all’epoca abitato per la maggior parte da albanofoni e slavofoni…

    E dopo tale bizzarra scoperta, un po’ come i sionisti, gli ortodossi in via di laicizzazione procedono a cacciare la metà degli abitanti da quella terra, e in seguito i loro parenti vengono cacciati da altri angoli dell’ex-impero ottomano, fino a formare uno degli stati nazionali più compatti e grintosi (e talvolta spocchiosi) d’Europa.

    Che però ha un simpatico tasso di antiamericanismo, quasi quanto la Turchia 🙂

    Miguel Martinez

  30. utente anonimo scrive:

    >Poi capite perché voglio bene a Ritvan.<
    E’ reciproco, mio caro. Anch’io sono un “terzomondista”, ma moderato, seppur “esagitato”:-).

    >Tra l’altro Libero è uno dei quotidiani che mi capita più spesso di comprare, se non altro perché parla spesso di me o dei miei amici 🙂<
    Ne parla bene, spero!:-) :-).

    >Notevoli le cose che dici sulla Grecia e sulla Turchia. Mi dispiace vederle scomparire in questo piccolo, oscuro angolo che sono i commenti al mio blog.<
    Hmmmm…invito subliminale a seguire le orme di Nakede Kinge?:-). Vedremo….

    >La Grecia è un caso affascinante di trasformazione radicale di un popolo.<
    Anche i film di Quentin Tarantino e Dario Argento non sono privi di un certo fascino:-).

    >Una comunità di persone profondamente balcaniche, di religione ortodossa, sparse per mezzo impero ottomano, scopre un giorno di essere discendenti di Omero e che la loro patria è un paese all’epoca abitato per la maggior parte da albanofoni e slavofoni…<
    Concordo. Era così. E il “bello” fu che gli albanofoni (detti dai greci “arvanitis”, fra cui Kolokotroni, Bubulina, Karaiskaki, Bociari ecc., ecc.) dettero loro una bella mano per farsi il loro stato. In segno di “gratitudine” i degeneri discendenti di Omero proibirono l’uso della lingua albanese nel loro stato e fecero il possibile – tramite la Patricana Ecumenica di Istanbul – perché l’Impero Ottomano facesse lo stesso nelle terre imperiali abitate dagli albanesi.

    >E dopo tale bizzarra scoperta, un po’ come i sionisti, gli ortodossi in via di laicizzazione<
    In via di laicizzazione? Ma che, scherziamo? Se hanno tolto la religione dai passaporti solo un paio d’anni fa e solo perché l’UE ha messo loro i co..ni nella tenaglia!:-).

    >procedono a cacciare la metà degli abitanti da quella terra, e in seguito i loro parenti vengono cacciati da altri angoli dell’ex-impero ottomano, fino a formare uno degli stati nazionali più compatti e grintosi (e talvolta spocchiosi) d’Europa.<
    Concordo. E aggiungo, più “teocratici”, dopo il Vaticano:-).

    >Che però ha un simpatico tasso di antiamericanismo, quasi quanto la Turchia 🙂<
    Eh, si, di nuovo la famosa “riconoscenza greca”:-). Sono diventati una nazione agiata e sono entrati nell’UE grazie agli aiuti amerikani. Però, ai loro occhi l’Amerika ha il grave torto di sostenere anche quegli infami dei Turchi. Oltre a non essere uno Stato Ortodosso, come la Santa Madre Russia, pertanto…:-).

    >Miguel Martinez<
    Ciao

    Ritvan

  31. utente anonimo scrive:

    ” Lo so che vosotros preferireste toccare un pollo con l’aviaria”

    >Ritvan, ci risiamo.Vosotros chi, di grazia? Su, non scadere nel pre-giudizio:).< Ma è per stuzzicarti meglio, cara MJ, è per stuzzicarti meglio:-). ” Tutto questo lui lo ha trasmesso alla Fallaci. ” >Io credo che l’avversione della Fallaci ha più a che fare con i fatti accaduti in Palestina e Israele che non alle torture subite da Panagoulis.< Ma che c’entra la questione palestinese con l’odio viscerale della Fallaci per ogni musulmano, Magdi Allam (che non è musulmano:-) ) compreso? Guarda MJ che tu sottovaluti l’influenza che può avere cul cervello semiliquefatto di una zitellona il pensiero del suo Unico Grande Amore passato. Oserei dire che sei piuttosto “marxista” (se non sapessi che t’incazzeresti:-) ), privilegiando la “base” razionale del medioriente rispetto alla “sovrastruttura” delle dolci rimembranze dell’amato nel cervello uterino 🙂 della Fallaci. >Ma , devo dire, ho letto Un Uomo molto, moltissimo tempo fa e non ricordo se leggendolo si poteva capire qualcosa del modo di pensare di Alexis P.<
    Sull’Islam la pensava come la Fallaci di oggi e il brano da me riportato ne è la prova.

    >Non del tutto gratuitamente, però.Ultimamente ho letto ” Il mio nome è rosso ” Di Orhan Pamuk, ambientato nella Turchia del 500-600. E insomma, ad un certo punto alcuni protagonisti corrono il rischio di essere catturati dalle guardie del califfo , e la prima cosa che pensano è come resistere alla tortura, che era evidentemente la prassi, accettata.<
    Ah, sì? E nella cristianissima Europa del ‘5-‘600 era vietatissima, vero?:-)

    >Mi viene in mente che leggere quel bellissimo libro potrebbe aiutare molti a capire qualcosa in più dei musulmani, anzi dei credenti musulmani, anche alla luce dei recenti fatti riguardo le vegnette e il rapporto dei musulmani con la propria religione e Allah.

    E’ la storia di alcuni miniaturisti che si trovano a vivere in un momento di passaggio dell’arte miniaturista.

    Quando,. cioè, la vecchia scuola miniaturista inizia ad essere influenzata e poi travolta dalle nuove regole di pittura che si stanno diffondendo in Europa, soprattutto in Italia.

    Ovvero, la vecchia scuola miniaturista usa il metodo della pittura ” oggettiva “, disegnare il mondo , le cose e le persone nella maniera più impersonale possibile, SENZA seguire la propria testa, il PROPRIO stile, perchè disegnare secondo il proprio stile voleva dire avere l’arroganza di fare prevalere la personale vanità e personalità del pittore ( o miniaturista ), mettendo in secondo piano il mondo così come creato e voluto da Allah.Mentre lo scopo della pittura era soprattutto un omaggio a Dio.

    E come si può ” omaggiare ” Dio se poi nella pittura si pensa a soddisfare invece l’orgoglio del pittore ?

    E quindi si creano due correnti, che entrano in contrasto tra di loro.

    I ” tradizionalisti ” che vorrebbero che si continui la tradizione di dipingere il mondo così come si presenta, senza la mediazione artistica del pittore, e la corrente di chi vorrebbe disegnare secondo le nuove regole provenienti dall’Europa che permettono invece all’artista di mettere in risalto le personali visioni.<
    Discorso che Sgarbi troverebbe molto interessante:-).

    Ecco, leggere quel libro, fa capire tutto il tormento che può cogliere un acceso credente nel momento in cui viene posto di fronte a ” novità “che contrastano fortemente con tutte le sue credenze più radicate.

    Sì, quel libro potrebbe essere utile, in questi giorni.<
    Non credo che agli epigoni di Calderoli potrebbe essere di molto giovamento. Nosotros, invece, queste cose le sappiamo già. La sciura di Voghera, invece, se ne frega altamente dei miniaturisti turchi. E’ un vicolo cieco, mia cara…

    >Ritvan, sai che ho un cognome di origina chiaramente ottomana?<
    Perché, “Josè” sarebbe di origine ottomana?:-).

    Ciao

    Ritvan

  32. utente anonimo scrive:

    ” Ma è per stuzzicarti meglio, cara MJ, è per stuzzicarti meglio:-). ”

    Ok. In questo caso, aspettati il mio ” contro-stuzzico”:)

    ” Oserei dire che sei piuttosto “marxista” (se non sapessi che t’incazzeresti:-) ), privilegiando la “base” razionale del medioriente rispetto alla “sovrastruttura” delle dolci rimembranze dell’amato nel cervello uterino 🙂 della Fallaci. ”

    Può essere. Cmq, in genere non mi lancio in interpretazioni psicologiche delle persone. O meglio, lo faccio nei casi in cui conosco la persona meglio di quanto io conosca la Fallaci.Meglio ancora, su persone che mi interessano di più di quanto mi interessa la signora.Almeno sul piano personale. Allora, sì, faccio lo sforzo.

    Se ho privilegiato l’interpretazione politica è stato perchè ritengo che il MO la interessasse di più , in modo viscerale, direi.

    Vedi anche ciò che scrive di Arafat, Israele, etc..

    ” I ” tradizionalisti ” che vorrebbero che si continui la tradizione di dipingere il mondo così come si presenta, senza la mediazione artistica del pittore, e la corrente di chi vorrebbe disegnare secondo le nuove regole provenienti dall’Europa che permettono invece all’artista di mettere in risalto le personali visioni.<
    Discorso che Sgarbi troverebbe molto interessante:-).

    Leggera ironia, caro Ritvan?:) SE fosse, ok, l’accetto. No, vedi, nei giorni scorsi leggevo, anche qui, alcuni interventi di commentatori ( per esempio Francesco )che semplicemente non capivano come potessero delle vignette turbare tanto.

    Ora, in quel libro alcune persone entrano in crisi, qualcuno arrivando al punto di uccidere, ” solo ” perchè si inzia a seguire una tecnica pittorica che viene percepita come una intollerabile mancanza di rispetto per Dio, una blasfemia : dipingere in modo ” personale “, secondo il proprio stile. ” Addirittura “.

    Quindi, quando scrivi “Non credo che agli epigoni di Calderoli potrebbe essere di molto giovamento. Nosotros, invece, queste cose le sappiamo già.”

    ” nosotros”? Parla per te, please.Io , per dire, non le sapevo.E forse anche qualcun altro.

    ” >Ritvan, sai che ho un cognome di origina chiaramente ottomana?<
    Perché, “Josè” sarebbe di origine ottomana?:-). ”

    Perchè, ” José ” sarebbe un cognome ? E da quando ?:p

    Cmq, mi sono informata meglio, sul mio cognome. Più esattamente significa :” guerriero musulmano ” ( in senso lato , c’è scritto )

    .Capito, Ritvan? Attento a te, quindi 🙂

  33. kelebek scrive:

    Per Maria José, mi sa che ho indovinato il tuo cognome, peraltro piuttosto diffuso in Calabria.

    In tal caso, il senso del cognome è un po’ più complesso di quello che dici tu.

    Miguel Martinez

  34. utente anonimo scrive:

    Cara MJ

    non è che non capisco quanto possano essere sconvolgenti delle vignette blasfeme.

    E’ che prendo la decisione “politica” di sbattermene altamente, di proclamare in faccia agli sconvolti che non devono alzare le mani su nessuno per quello e non devono pretendere alcunchè dai paesi dei blasfemi.

    Di fargli presente, se necessario con schieramento di cannoniere, che l’intangibilità delle sedi diplomatiche viene prima del loro sconvolgimento, visto che siamo costretti dal petrolio ad avere rapporti diplomatici con chiunque li governi.

    POI, io sono un cristiano che ritiene terribile la blasfemia anche contro Maometto, trovo disdicevole che in Danimarca la legge non tuteli la religiosità anche di un eventuale singolo musulmano offeso da quelle vignette.

    Ma questo non sposta di un millimetro la questione delle violenze di piazza.

    Ciao

    Francesco

  35. utente anonimo scrive:

    Miguel, ci sono anche alcune varianti, del mio cognome.

    Una di queste è quella che è presente in Calabria.

    Cmq, come dici tu, il significato originario è più complesso. Infatti quella definizione che ho dato, ” guerriero musulmano “era solo l’ultima tra le varie ipotesi di origini offerte dal manuale.

    Ed era da intendersi in senso lato, appunto.

    Ad ogni modo, l’unica cosa di cui sono sicura è che si può ragionevomente escludere che possa avere origine nordiche:).

    Maria José

  36. utente anonimo scrive:

    >…Se ho privilegiato l’interpretazione politica è stato perchè ritengo che il MO la interessasse di più , in modo viscerale, direi…<
    Cara MJ, io credo che alla Fallaci del Medio Oriente nun gliene po’ frega’ de meno. E anche se gliene fregasse, da donna e da comunista qual è dovrebbe stare dalla parte dei palestinesi,- i più deboli ed avversari degli amerikani – non credi?:-). Non mi risulta che la Fallaci sia ebrea. L’unica spiegazione razionale – escludendo che lei sia al soldo del Mossad o della CIA:-) – è che c’ha un violento attacco premortuario di “panagoulisite”:-). Freud dixit!:-).

    >No, vedi, nei giorni scorsi leggevo, anche qui, alcuni interventi di commentatori ( per esempio Francesco ) che semplicemente non capivano come potessero delle vignette turbare tanto.<
    Francesco ti ha risposto. E la sua risposta la condivido.

    >Quindi, quando scrivi “Non credo che agli epigoni di Calderoli potrebbe essere di molto giovamento. Nosotros, invece, queste cose le sappiamo già.”

    ” nosotros”? Parla per te, please.Io , per dire, non le sapevo.E forse anche qualcun altro.<
    Anche se tu non lo sapevi, già sapevi da che parte stare, no?:-). E lo stesso Calderoli. E la casalinga di Voghera continua beatamente a fregarsene…:-).

    >Perchè, ” José ” sarebbe un cognome ? E da quando ?:p<
    E perché non dovrebbe essere ANCHE un cognome, volendo? Specie se si parla di un cognome senza mai nominarlo:-). E’ un segreto?:-)

    Ciao

    Ritvan

  37. utente anonimo scrive:

    ” Anche se tu non lo sapevi, già sapevi da che parte stare, no?:-). E lo stesso Calderoli. E la casalinga di Voghera continua beatamente a fregarsene…:-).”

    No, io non lo sapevo da che parte stare. Non lo so ancora adesso. So che non voglio essere pregiudizialmente CONTRO, e allora mi sforzo di capire. Senza contare che la situazione potrebbe evolversi in modo imprevedibile.E dato che non conosco gli islamici,non ho avuto un nonno Imam , come te :), non vivo con loro,non ho mai vissuto in un paese islamico mi aiuta anche leggere un libro ambientato qualche centinaio di anni fa. Chiunque lo potrebbe fare, anche la casalinga di Voghera, se solo volesse. Del resto, il mio commento non era certo rivolto a lei, nè a qualcun altro, era solo una riflessione.

    Caro Ritvan, certe volte sembri rispondere solo per il gusto di farlo.

    Maria José

    P.S. NOn ho capito perchè la Fallaci dovrebbe stare dalla parte dei palestinesi ” i più deboli e nemici degli americani ”

    Perchè dovrebbe stare dalla parte di chi è contro gli americani ? Non hai letto il suo sdegno , il suo furore ,quando gli aerei hanno colpito le torri gemelle? Non capisco, non scrive forse che bisogna stare dalla parte degli americani perchè loro sì combattono il male, e l’Europa è ” molle ” e dall’ altra parte c’è la ” barbarie “?E chi non lo fa ” peste lo colga “?

    Fallaci ” comunista “? Ma no, non credo. SE mai lo è stata adesso non più. Avrà avuto le sue simpatie di sinistra, a suo tempo, ma comunista non la vedo proprio.

  38. kelebek scrive:

    per Maria Josè,

    giustamente non sveliamo il tuo cognome qui, se vuoi ulteriori delucidazioni sul suo significato, scrivimi pure in privato

    kelebek@imolanet.com

    Miguel Martinez

  39. kelebek scrive:

    Per Francesco,

    quello che tu dici sulle vignette è perfettamente ragionevole, e teoricamente anche condivisibile.

    C’è però un punto in cui i neocon come Bernard Lewis hanno più ragione dei noglobal, quando parlano della “umiliazione musulmana”. Si tratta di un discorso ambiguo, sia perché mettendolo su un piano puramente psicologico, nascondono la realtà dell’imperialismo; e di un discorso criminale, perché la loro soluzione all’umiliazione sono ulteriori dosi di umiliazione, fino a “spezzare la schiena” all’umiliato.

    Ma è assolutamente vero che quello dell’umiliazione costituisce un punto cruciale in tante situazioni.

    Non so se hai visto Malcolm X di Spike Lee, io ho visto solo un pezzo alla televisione molto tempo fa.

    Bene, c’è una scena che vale cento linciaggi e anni di schiavitù: quello dello “stiramento” dei capelli del giovane delinquente nero, che per essere umano deve negare la propria struttura fisica, sperando così, invano, di sfuggire al dominio.

    A volte, si esce dall’umiliazione con la lucidità degli ultimi anni di Malcolm X. Per la maggior parte, se ne esce con una violenza disperata, contro i simboli dell’umiliazione. Che può prendere anche forme tremende, come spesso avviene nelle comunità nere americane.

    E’ facile per me che ho i capelli appena mossi, fregarmene dell’umiliazione associata ai capelli crespi; come lo è per te fregartene delle vignette su Muhammad.

    La grande sfida, difficilissima, sta nel trasformare l’umiliazione invece in dignità e resistenza.

    Miguel Martinez

  40. utente anonimo scrive:

    Non vedo molta ambiguità nella umiliazione musulmana (araba, immagino, visto lo status meno umiliato di molti altri musulmani).

    Non esiste nessuna ambiguità nel vedere quale sia la differenza tra quello che hanno saputo fare “gli altri” e il punto a cui sono rimasti i musulmani. Come italiano e cattolico mi sono sentito dire le stesse cose dai cantori delle civiltà mitteleuropee, germanica, anglosassone, perfino francese, liberale, protestante, laica, il tutto poi variamente mescolato a seconda dei gusti dello scrivente.

    Se non sapessi riconoscere quello di buono che hanno fatto questi signori ed impadronirmene (imparando l’inglese, ad usare un PC, studiando economia), sarei un umiliato frignone, uno stronzo e una recluta di un possibile Bin Laden cattolico (come molti considerarono Mussolini e persino Hitler). No grazie, preferisco combattere.

    Hai mica visto la nuova collana di libri del Sole 24 ore? Qualcosa sul tipo gli intellettuali che hanno reso grande l’Italia? Noi cattolici ci troviamo solo Manzoni e abbiamo difficoltà a credere che sia un caso. Ma non facciamo gli umiliati, segnamo sul libriccino nero della memoria e teniamo duro.

    Questa è la via d’uscita dei tuoi amati musulmani umiliati, ieri solo dai “bianchi”, oggi anche da cinesi e indiani, domani chissà.

    Ciao

    Francesco

    PS nei tuoi termini, questo equivale a dire che devi romperti la schiena da solo, per uscire dalle TUE catene che ti tengono in una posizione di inferiorità e iniziare a risalire. Finchè guardi al di fuori, se un morto che cammina.

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