Lettere dall’Iraq

Questo articolo è leggibile anche in inglese, sul blog Peacepalestine.

Abbiamo trovato questa poesia sul blog di J.D. Engelhardt, il coraggioso reduce americano che ha reso noto al mondo l’orrore del fosforo bianco a Falluja. Engelhardt scrive:

"Quando ero in Iraq, non ho mai visto un terrorista con una tendenza estrema per l’insensato versamento del sangue, ma solo contadini e commercianti arrabbiati che per un motivo o per un altro, volevano porre fine al nostro dominio imperiale sulla loro patria. Quello che ho visto era un’insurrezione onesta combattuta da normali cittadini, una guerriglia perfetta senza alcuna direzione centralizzata, e con il potenziale per superare ogni ostacolo creato dalle forze convenzionali della coalizione."

Autore della poesia è un altro soldato, che usa il nome The Heretic.

Il testo adopera immagini elementari e crude, ma che rendono perfettamente il senso del grande delitto iracheno e lo straordinario vuoto culturale di un esercito mercenario.

Da notare la tendenza tipicamente anglosassone, e soprattutto americana, di personalizzare tutti gli elementi, dal "Generale Hashish" a "Ribelle Ramadan".

Il caldo sole sunnita
supera la cupola della moschea dei lamenti
la compagnia B è costretta a star giù
sotto un fuoco pesante.
Sotto le palme
ci sono le bombe improvvisate.
Perché Jihad Johnny
sa che Yankee è un bugiardo.

Sulla riva est dell’Eufrate
dove soffiano i venti del deserto,
M-1 Abe [1]
tiene la testa basso.
Fumatore Joe,
con un avanti dietrofront VAI,
è Generale Hashish
e il suo teatrino di marionette.

Hanno perso un altro amico oggi.
Sta diventando brutto laggiù.
Dicono che il cibo sa di merda.
Gli mancano figa, droga e birra.

Dicono che tutto quanto è fottuto.
Vorrei che i ragazzi fossero a casa.
Almeno so che sono ancora vivi.
Un’altra lettera dall’Iraq.

Kilo "Chiama la polizia"
sta marciando a doppio tempo.
Mentre, i meccanici
spazzano la linea dei motori.
A fare la guardia ci sta
Vergognati Jay.
Si arrotola una canna tutti i giorni.
sta prendendo le misure per Lenny l’Ergastolano
e la sua nuova scatola di pino.

Sopra una branda vuota,
regali pieni del bottino natalizio.
L’unica cosa rimasta di Pallottola Billy
è un paio di stivali insanguinati.
Sua mamma è al telefono.
La sua ragazza è tutta sola.
Siamo in piedi nella pioggia
Per un saluto a ventun colpi di cannone.

Hanno perso un altro amico oggi.
Sta diventando brutto laggiù.
Dicono che il cibo sa di merda.
Gli mancano figa, droga e birra.

Dicono che tutto quanto è fottuto.
Vorrei che i ragazzi fossero a casa.
Almeno so che sono ancora vivi.
Un’altra lettera dall’Iraq.

Ribelle Ramadan
è tenuto in cella.
Gli ufficiali guardano dall’altra parte
mentre i soldati gli fanno patire le pene dell’inferno.
Libro di regole da Guantanamo.
Da Bassora a Kirkuk.
Pestarli in un sacco,
e gettarli in un pozzo.

Mike di Ferro è in pattuglia
l’arma in allarme rosso.
Viene fatto rotolare fuori dal cancello
Con un piede pieno di piombo.
Tango è sulla collina,
cercando qualcuno da ammazzare.
Mohammad l’ha convinto
che starebbe meglio morto.

Hanno perso un altro amico oggi.
Sta diventando brutto laggiù.
Dicono che il cibo sa di merda.
Gli mancano figa, droga e birra.

Dicono che tutto quanto è fottuto.
Vorrei che i ragazzi fossero a casa.
Almeno so che sono ancora vivi.
Un’altra lettera dall’Iraq.

Ali Babà è all’attacco
Alzando il ritmo.
Delta ha bisogno di essere evacuato [2]
ma l’aereo non ha più posti.
C’è una pila di quattro uomini
fuori dalla baracca del Haji [3].
Bradley ha fatto un salto
chiamando Willy Pete [4].

Ci sono spari per festeggiare.
Ed un voto del pollice viola.
Tom Cruise ha fatto una capatina
Da una crociera sul golfo.
Bombe intelligenti stanno arrivando.
Vedi come scappano i bambini.
Ridono tutti i morti,
ma non capiamo la battuta.

Hanno perso un altro amico oggi.
Sta diventando brutto laggiù.
Dicono che il cibo sa di merda.
Gli mancano figa, droga e birra.

Dicono che tutto quanto è fottuto.
Vorrei che i ragazzi fossero a casa.
Almeno so che sono ancora vivi.
Un’altra lettera dall’Iraq.

Occhio per occhio.
E sangue per té texano [5].
Alla chiamata alla preghiera
Al Qaeda è in ginoccho [6].
Isacco contro Ismaele [7].
Allah contro Cristo.
Addestramento base al Route Tampa [8]
fa arrivare gli F-N-G [9].

Gli Marine dicono Sempi Fi [10]
mentre attraversano Autostrade Dieci.
Zio Sam è al liceo
Cercando “alcuni buoni uomini” [11].
Rummy [12] è nella Zona Verde.
Preferiremo tutti essere a casa.
Dove possiamo guardare la guerra
alla CNN.

Hanno perso un altro amico oggi.
Sta diventando brutto laggiù.
Dicono che il cibo sa di merda.
Gli mancano figa, droga e birra.

Dicono che tutto quanto è fottuto.
Vorrei che i ragazzi fossero a casa.
Almeno so che sono ancora vivi.
Un’altra lettera dall’Iraq.

—————————————–

[1] Il carro armato M-1 Abrams è il veicolo corazzato principale dell’esercito statunitense.

[2] e-vac, evacuazione di emergenza dei militari feriti.

[3] Hajji, titolo onorario che indica il pellegrino alla Mecca, usato dagli americani come epiteto offensivo per gli arabi. La "baracca dei Haji" è probabilmente la moschea, davanti a cui si ammucchiano i cadaveri.

[4] I Bradley Fighting Vehicle Systems sono veicoli corazzati veloci; Willy Pete è un eufemismo ricavato dalle iniziali di white phosphorus, il famigerato fosforo bianco.

[5] Texas Tea è, il petrolio, un’espressione tratta da una canzone conosciuta grazia al programma americano dagli anni 70 "the Beverly Hillbillies", The Ballad of Jed Clampett.

[6] "al Queda’s on his knees". La "u" evidentemente segue automaticamente la "q". Il pronome "his" indica chiaramente che si tratta di una persona, non di un movimento: un iracheno demonizzato come se fosse lui al-Qaida; "sulle ginocchia" potrebbe essere un riferimento, tanto alla preghiera islamica quanto all’umiliazione.

[7] E’ significativo come in questa poesia, dove ogni elemento culturale sembra assolutamente inesistente, si faccia riferimento al Libro Fondante degli Stati Uniti, l’Antico Testamento.

[8] Route Tampa è un’importante strada vicino a Mosul, tipicamente ribattezzata con un nome americano.

[9] Fuckin’ New Guys, "novellini del cazzo".

[10] Semper Fidelis, il motto dei marines, tratto dalla marcia ufficiale del corpo, che tra l’altro recita:

"pochi sono coloro che adorano l’unico vero dio
che ricordano le parole della Bibbia che dice, ‘Dio non vuole essere deriso’!
Quando la chiamata al vero credente arriva dalla Chiesa di Dio
tutti lo riceveranno e andranno dove Lui ordina loro di camminare?"

L’inno ufficiale dei Marines inizia invece vantando i primi imperiali saccheggi, in Messico e in Libia:

"Dalle sale di Montezuma
alle sponde di Tripoli;
noi combattiamo le battaglie del nostro paese
per aria, per terra e per mare"

[11] I reclutatori militari, veri venditori pagati per ogni persona che riescono a convincere ad arruolarsi, invadono i licei degli Stati Uniti per trovare clienti. Le scuole che non consegnano gli elenchi dei propri studenti ai reclutatori vengono minacciate con il taglio dei fondi. Lo slogan dei reclutatori è, "We’re looking for a few good men", proprio come dice la poesia.

[12] Donald Rumsfeld, segretario alla difesa.

Traduzione della poesia di Mary Rizzo, commenti di Mary Rizzo e Miguel Martinez

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79 risposte a Lettere dall’Iraq

  1. utente anonimo scrive:

    Bene, non so se questi ragazzi sono in buona fede, ma finchè non mi provano che mentono io devo credere alle loro parole.

    E’ molto probabile che adesso questi ragazzi verranno insultati, verranno usate tutte le tecniche del ” character assassination” che la destra americana ( e italiana ) conosce così bene.

    Si punterà sulle loro debolezze umane, i loro errori, verranno messi alla berlina.

    Ripeto, non escludo che possano mentire, ma nel frattempo gli mando i miei auguri ed il mio apprezzamento.

    Se le cose che hanno raccontato sono vere meritano stima per il loro coraggio.

    Maria José

  2. talib scrive:

    Credo che la più grande preoccupazione per una nazione che manda in guerra i suoi ragazzi sia renderli insensibili e limitare al minimo i contatti col nemico.

    Solo fin che non si rendono conto di avere solo la divisa di un altro colore, come nella guerra di Piero, possono uccidere “contadini e commercianti arrabbiati”, insomma, esseri umani.

  3. utente anonimo scrive:

    >Solo fin che non si rendono conto di avere solo la divisa di un altro colore, come nella guerra di Piero, possono uccidere “contadini e commercianti arrabbiati”, insomma, esseri umani.<
    Mah, a volte “aiuta” il fatto di vederti piombare addosso un camion imbottito di tritolo e guidato da un contadino o commerciante inkazzato (a proposito, mo’ si stanno incazzando anche i “contadini” giordani, pare; hanno distrutto 3 alberghi e hanno ammazzato – insieme a sporki occidentali e spie israeliane – una ventina di poveri palestinesia che vi tenevano un pranzo nuziale; “danni collaterali”?) cui non hai fatto nulla se non distribuire caramelle ai suoi figli. Detto solo così, per par condicio. E anche per commemorare in qualche modo -oltre ai disgraziati bruciati dal fosforo a Falluja – quei poveri 19 ragazzi italiani in uniforme assassinati in modo atroce esattamente 2 anni fa e che non riesco proprio a vedere nel ruolo di brutalizzatori di contadini e commercianti innocenti. Anche perché – lo ricordo a tutti – l’esercito italiano è venuto recentemente per ben due volte nella disgraziata Albania postcomunista a tentare di metter pace fra fazioni armate e garantire un minimo d’ordine publlico e distribuzione di aiuti umanitari. E nessuno, nemmeno i briganti, nemmeno i nostalgici di Enver Hoxha ha sparato loro addosso.

    Ritvan

  4. utente anonimo scrive:

    “Mah, a volte “aiuta” il fatto di vederti piombare addosso un camion imbottito di tritolo e guidato da un contadino o commerciante inkazzato cui non hai fatto nulla se non distribuire caramelle ai suoi figli.”

    Detto così l’esercito americano sembra un incrocio tra la Befana e Willy Wonka. Non è che ti sei scordato un dettaglio? Non so… un’invasione?

    “quei poveri 19 ragazzi italiani in uniforme assassinati in modo atroce esattamente 2 anni fa e che non riesco proprio a vedere nel ruolo di brutalizzatori di contadini e commercianti innocenti.”

    Con tutto il rispetto per i morti, l’esercito italiano in Iraq è forza di occupazione e come tale è un obiettivo pienamente legittimo della resistenza irachena. Chi attacca una base militare non è un terrorista.

    Filippo

  5. utente anonimo scrive:

    ” cui non hai fatto nulla se non distribuire caramelle ai suoi figli.”

    A parte che lo stesso che disatribuiva caramelle ai bambini poteva essere lo stesso che ” interrogava ” i prigionieri ad Abu Grahib.

    Cmq, se ne è già parlato altrove.

    Però io penso che se un militare americano in Iraq fa avvicinare dei bambini alla macchina su cui viaggia è colpevole come quello che ha messo la bomba.

    I militari sanno di essere un bersaglio e non dovrebbere fare avvicinare bambini, altro che dargli caramelle.

    Non voglio arrivare a dire come ha scritto qualcuno che lo facciano apposta, però è un comportamento molto, ma molto pericoloso.

    Irresponsabile

    Maria José

  6. utente anonimo scrive:

    Ritvan, ti prego, lasciamo perdere la retorica dei “poveri 19 ragazzi italiani”: i signori erano e sono lì volontariamente, ben sapendo di guadagnare in 6 mesi di missione più di quanto non faccia un impiegato statale medio in 2 anni (a differenza ad esempio del marine sfigato e comandato in Iraq). Sono quindi consapevolmente al seguito di un esercito di invasione colpevole di atti criminali, e cosa effettivamente facciano loro in loco – a parte divertirsi ad innalzare vesilli repubblichini nelle camerate – non ci è dato saperlo.

    Andrea

  7. utente anonimo scrive:

    Tanti soldati americani dall’ Iraq usano internet per comunicare la realtà quotidiana, alcuni sono stati diffidati dal continuare perchè fornivano ” informazioni militari” o altre cronache ritenute contrarie all’interesse nazionale , molti reduci hanno aperto blog propri, qualcuno ha scritto un libro, inoltre pare ci siano oltre 5.000 disertori.

    La poesia, da chiunque sia stata scritta, rispecchia uno stato d’animo forse diffuso ed una realtà locale.

    La pila di morti, il bottino natalizio , tra cui gli stivali insanguinati, gli ufficiali che si voltano dall’altra parte, lettere simili alle centomila gavette di ghiaccio.

    In fondo lì, a Mike, Delta, Tango , emuli di Top Gun, partiti in crociata sul Golfo, va ancora bene, tra hashish e carenza di birra, ognuno è sicuro che avrà- malissimo che vada- la sua “scatola di pino” con nome e cognome quando tornerà a casa.

    Aurora.

  8. utente anonimo scrive:

    >Chi attacca una base militare non è un terrorista. Filippo<
    Se ti togli per un momento gli “occhiali ideologici”, caro Filippo, forse ti accorgerai che non ho usato la parola “terrorista”. Ho solo detto che quei ragazzi sono stati assassinati. Se vuoi, ti posso incollare la solita definizione paraviesca del verbo “assassinare”.

    Inoltre, parlavo dei soldati ITALIANI e non di quelli amerikani, pertanto il tuo sarcasmo coinvolgente la Befana e Willy Wonka mi sembra del tutto fuori luogo.

    Il fatto che l’attaco alla base italiana – come a qualsiasi altro obiettivo militare della forza d’occupazione – sia stato “legittimo” dal punto di vista del diritto internazionale (come da me ammesso in passato, con l’autorevole avallo dell’ “amerikano” Cossiga) non m’impedisce di onorare la memoria di quei ragazzi, anche se non erano miei connazionali. Nessuna retorica, Andrea, per me era solo un atto dovuto. E il fatto che fossero ben pagati non mi sembra una ragione sufficiente per ignorare la loro atroce morte nel compimento del proprio dovere.

    E last but not least, cara Maria José, quando parlavo di “distribuire caramelle” volevo dire in modo metaforico che aiutavano la popolazione. Comunque trovo lodevolissimo il tuo zelo nel dare la colpa della morte dei bambini “caramelledipendenti” a quei biechi soldatacci neocolonalisti e non a quei grandissimi…vabbè, diciamo “patrioti” che colpiscono quei soldati quando attorniati da bambini del loro stesso sangue. Forse sarebbe il caso di dire al ministro Martino di spedire laggiù una circolare in cui si intimi ai soldati italici di multare ogni bambino iracheno che si avvicina, per il loro bene, s’intende. Stile Cofferati, insomma:-).

    Ritvan

    P.S. Ho notato con piacere che si è elegantemente glissato sulle tre stragi bombarole di Amman, in cui hanno perso la vita – fra gli altri -una trentina di palestinesi “buoni” che festeggiavano in un pranzo di nozze. I kamikaze erano irakeni, fra cui una coppia. Che, per caso, fra le “forze d’occupazione” ci sono pure l’esercito giordano e quello palestinese? Vabbè, diciamo che i kamikaze erano in realtà sul libro paga della CIA e chiudiamo il discorso:-)

  9. utente anonimo scrive:

    Per par condicio riporto il testo della lettera che il caporale dei marines amerikani Jeffrey Starr – ucciso nella battaglia di Ramadi nell’aprile scorso – aveva scritto e che doveva essere consegnata alla famiglia in caso di morte.

    “Ovviamente, se stai leggendo queste parole vuol dire che sono morto in Iraq. Ho più o meno previsto questo, ed ecco perché sto scrivendo questa lettera in novembre. Con il mio terzo periodo di missione mi sembra che sto aumentando le mie chance. Io non mi lamento di essere venuto, tutti qui muoiono, ma a pochi capita di farlo per qualcosa tanto importante quanto la libertà. Se può sembrare confuso il perché siamo in Iraq, per me non lo è. Io sono qui per aiutare questa gente, cosicché essi possano vivere nel mondo in cui viviamo noi. Non doversi preoccupare di tiranni e malefici dittatori. Per fare ciò che vogliono con le loro vite. Per me questo è il perché io sono morto. Altri sono morti per la mia libertà, ora questo è il mio lascito”.

    Ritvan

    P.S. La suscritta lettera così è stata “sintetizzata” dall’ “autorevole” (of course:-) ) New York Times (che è negli USA, per orientamento politico, l’equivalente dell’italico “La Repubblica”:-) ): “Ho più o meno previsto questo…Con il mio terzo periodo di missione mi sembra che sto aumentando le mie chance (di morire-n.d.r.)”.

    Bello, eh?:-). Uno splendido esempio di “manipolazione per omissione”. I familiari del ragazzo, giustamente inkazzati come iene, hanno chiesto al NYT di pubblicare la lettera per intero. Nessuna risposta. Per fortuna, in America la concorrenza fra testate giornalistiche è una cosa seria, mica una pagliacciata corporativistica come in Italia, improntata allo squallido “cane non mangia cane”. Il New York Post ha pubblicato la lettera in versione integrale, dedicandovi anche un editoriale, nel quale si stigmatizzava la condotta deontologicamente disdicevole dei colleghi del NYT.

  10. utente anonimo scrive:

    Ritvan, non ho detto che la colpa sia dei soldati americani.

    Rileggiti bene quello che ho scritto.

    La colpa è di chi ha messo le bombe.

    E ho aggiunto che i soldati americani sono ugualmente colpevoli, perchè sanno di essere in pericolo.

    Infatti, mi risulta che i comandi americani dopo la strage abbiano diramato una direttiva per proibire questo tipo di atteggiamento avventato e irresponsabile da parte dei soldati americani.

    Si può dire che è stato irresponsabile senza mettere in discussione la ” bontà ” dei soldati americani che volevano essere tanto d’aiuto alla popolazione ?

    Poi, fuori di ironia, non erano i bambini iracheni a dover esserere responsabilizzati ma i soldati americani

    Infatti sono state diramate delle direttive.

    Vuol dire che c’era un comportamento imprudente da correggere, appunto.

    Maria José

  11. utente anonimo scrive:

    Beh, io parlavo metaforicamente dei soldati italiani, non di quelli amerikani. Tu prima, in effetti, distribuivi “equamente”:-) la colpa fra bombaroli e marines e non l’appioppavi esclusivamente a questi ultimi, come avevo male interpretato io. Adesso la colpa la dai – giustamente – ai bombaroli. E’ gia un buon passo avanti:-).

    Fatte le suddette dovute precisazioni, la distribuzione di carammelle in quel contesto forse potrebbe esser tacciata di “irresponsabilità” o meglio di inopportunità. Ciò non toglie che il sangue di quelle povere vittime innocenti non ricada sui loro cinici connazionali bombaroli (resistenti, partigiani, alqaedisti, saddamiti o sodomiti:-) che siano) e non anche sui marines. Questi ultimi hanno già sulla coscienza i “danni collaterali” di “bombe intelligenti”, al fosforo o meno. A cascuno il suo, per piacere…

    Ciao

    Ritvan

  12. utente anonimo scrive:

    Ritvan, tu sei una persona intelligente e, come dice Kelebek, che fa discussioni non banali.

    Però vedo che parti dal punto di vista che questa guerra è stata giusta.

    Io che è stata sbagliata ed arbitraria.

    Ricordo questo perchè forse vediamo le cose da una prospettiva diversa.

    Quindi se tu vedi un Kamikaze pensi che il colpevole sia lui, ed è vero.

    Io, però, dico che il colpevole è lui, ma la colpa maggiore è di chi è andato a dare il classico calcio nel nido di serpenti.

    Inoltre, credo che gli iracheni che non vogliono la presenza americana hanno tutto il diritto di difendersi.

    Questo solo per dire che anche io penso che gli attentati suicidi siano una mostruosità, e a volte penso con comprensione all’angoscia in cui devono vivere gli israeliani, per esempio.

    Però io parto da una certa idea, tu da un’altra, per cui quando si trattadi valutare un attentato suicida noi lo valutiamo in modo diverso, dal punto di vista ” politico ”

    Fermo restando che entrambi condanniamo il terrore sugli innocenti.

    OK?

    ” Adesso la colpa la dai – giustamente – ai bombaroli. E’ gia un buon passo avanti:-). ”

    Ahem, no, niente passi in avanti, da parte mia, dato che avevo GIA’ scritto “colpevole COME quello che ha messo la bomba. “:)

    Scusa, ma credo di avere niente o poco da imparare quanto a ” tignosità “:).

    Maria José

  13. utente anonimo scrive:

    Maria Josè, non per darti lezioni di pignoleria, di cui concordo che non ne hai bisogno:-), ma nel post n.5 scrivevi:

    “Però io penso che se un militare americano in Iraq fa avvicinare dei bambini alla macchina su cui viaggia è colpevole come quello che ha messo la bomba.”

    Invece, in quello n.10 scrivevi:

    “Ritvan, non ho detto che la colpa sia dei soldati americani.

    Rileggiti bene quello che ho scritto.

    La colpa è di chi ha messo le bombe.”

    Beh, ci rinuncio. A te le “convergenze parallele” di aldomoroana memoria ti fanno un baffo (e scusa la sgrammaticatura “a te…ti:-)). Possiamo dire con Lenin che tu fai “Un passo avanti e due indietro”? (e che p. mi corregga se sbaglio):-).

    Ciao

    Ritvan

  14. Mnz86 scrive:

    Miguel, scusa l’OT ma ti volevo chiedere una cosa: hai mai letto la sezione 11 settembre di Massimo Mazzucco su LuogoComune?

    http://www.luogocomune.net/site/modules/911/

    Non ti seguo da un tempo sufficiente per conoscere la tua posizione a riguardo ma visto che sei abbastanza un’autorità in fatto di blogger, e visto che avresti certamente tante impressioni e tante opinioni da condividere con la banda di LuogoComune, sarebbe bello se ci dessi un’occhiata.

    Scusa il disturbo.

    Andrea (Mnz86)

  15. utente anonimo scrive:

    Maria Josè, se sono una persona intelligente, ho piacere di stare in un posto virtuale frequentate in stragrande maggioranza da persone intelligenti, seppur nella stessa maggioranza con idee politiche opposte alle mie.

    Perciò, ti prego, non offendere la mia e la tua intelligenza riaprendo di nuovo il discorso dell’ “illegittimità” o della “giustezza” che dir si voglia di questa guerra. Non cominciamo col solito “ma il problema è un altro”. Qui c’è una guerra – giusta o sbagliata che sia – e come è sbagliato in guerra tirare armi chimiche sulla popolazione civile (e anche su quella militare, “resistenti” compresi) o sodomizzare i prigionieri di guerra (sempre “resistenti” compresi), così mi sembra altrettanto sbagliato (e uso un eufemismo, per non dire “mostruoso”) tirare bombe agli amerikani quando sono attorniati da bambini iracheni (ossia dello stesso sangue dei bombaroli!), pertanto trovo sommamente pretestuoso colpevolizzare anche in questo caso gli amerikani perché distribuiscono caramelle a quei bambini. Tutto qui. Degli attentati in Israele, e anche della fame nel mondo, del buco dell’ozono e del Protocollo di Kyoto, possiamo parlarne un’altra volta, per favore? Grazie!:-)

    Ritvan

  16. utente anonimo scrive:

    Oddio, no! Miguel, ti prego non raccogliere la “provocazione”, anche se condita da sperticate lodi alla tua “autorevolezza bloggistica”! Altrimenti dovrò riparlare dei “piloti kamikaze giapponesi” che, secondo lla sfrenata fantasia dei “luogocomunisti”, attaccarono Pearl Harbor nel 1941:-).

    Ciao

    Ritvan

  17. utente anonimo scrive:

    Per curiosità, quale sarebbe la mia “ideologia”? Lo so benissimo che non hai definito “terrorista” l’attacco alla base italiana, ma dal tuo messaggio sembrava che potesse essere messo sullo stesso piano dei morti civili di Fallujah. Non mi pare che sia così.

    In primo luogo, dal tuo messaggio pareva che la storia dei dolciumi fosse riferita agli Americani. In secondo luogo, se invece era riferita ai soldati italiani non vedo che cosa cambi. Secondo te dovrei ritenere più legittima l’occupazione italiana solo perché parliamo la stessa lingua e veniamo dallo stesso posto? Non è che, per caso, ti sei bevuto la panzana governativa dell'”intervento umanitario”, vero?

    “E il fatto che fossero ben pagati non mi sembra una ragione sufficiente per ignorare la loro atroce morte nel compimento del proprio dovere.”

    Moltissime persone fanno una brutta fine facendo il proprio dovere. C’è poi chi fa una brutta fine semplicemente perchè è nato a Fallujah. Perché dovrei privilegiare il ricordo di quei 19? La tentazione certamente è forte, non lo nego. Ho sentito i loro cari piangere in TV nella mia lingua, erano ragazzi con cui avevo molte cose in comune ed erano stati mandati dal mio governo. Sarebbe facile commuoversi. Ma quanto conta, alla fine dei salmi, il mero legame nazionale? Migliaia di vittime civili hanno perso la vita. Se proprio devo versare una lacrima, la verso per loro.

    Non ho risposto sulle stragi di Amman solo perché mi sembra ovvio considerarle attentati terroristici. Quello che non capisco è il nesso che vedi con la resistenza irachena. Sicuramente anche in Iraq ci sono attentati contro civili, ma sei sicuro che la soluzione sia l’occupazione militare?

    Filippo

  18. kelebek scrive:

    Riguardo alle azioni compiute dalla resistenza irachena, noi possiamo giudicare collettivamente le azioni compiute da organizzazioni che hanno un unico comando gerarchico. Quindi, possiamo condannare, o volendo anche approvare, l’uso del fosforo bianco da parte dell’esercito statunitense.

    Nella resistenza irachena, non esiste un comando unificato; non esiste un paese estero che possa ospitare un governo in esilio; non è possibile comunicare via radio o telefono tra i vari gruppi, perché qualunque comunicazione verrebbe immediatamente intercettata.

    Per cui ogni azione viene deciso sul posto, da individui che di volta in volta improvvisano secondo il proprio fiuto (o assenza di fiuto).

    Miguel Martinez

  19. kelebek scrive:

    Per Andrea Mnz,

    apprezzo molto il tuo blog, che però con il mio browser (Mozilla) si legge male.

    Per quanto riguarda il testo sull’11 settembre, no, non lo conoscevo, adesso lo metto tra i bookmark e cerco di leggerlo.

    A presto

    Miguel Martinez

  20. utente anonimo scrive:

    Ritvan da come scrivi sembra che tu conosca la lingua italiana, mi pare.

    Che cose vuol ordunque dire ” colpevole COME “?

    Non vorrà mica dire che anche quello a cui faccio riferimento è colpevole PURE, lo stesso,the same, same way , quindi appunto colpevole?

    Non vuol dire che gliel’ho GIA’ data la colpa ?

    E quindi non è un passo avanti?

    Per il reso, mi sembarno ottime le repliche di Miguel e di Filippo e di altri e quindi non aggiungo niente.

    Maria José

  21. utente anonimo scrive:

    Questa lettera è il primo sintomo della strisciante sindrome Vietnam.

    “Ho visto le menti migliori della mia generazione…”

  22. utente anonimo scrive:

    Anche se l’ argomento strage di Falluja non lo meriterebbe, mi permetto di uscire fuori tema. E’ una delle prime volte che visito questo blog, e voglio ringraziarvi per quello che scrivete sul sito ( che conoscevo da tempo ) e sul blog. Credo che facciate dell’ ottimo giornalismo, in un paese che ne ha davvero bisogno.( Aggiungo, inoltre, che ovviamente anche a me piacerebbe avere un giudizio di Miguel Martinez sul mio blog, anche se non si tratta di un blog strettamente d’ informazione e purchè abbia davvero del tempo da perdere.)

    In merito alla strage di Falluja, vorrei aggiungere che mi dispiace leggere allusioni ai militari o carabinieri che “innalzano vessilli repubblichini” come detto da Andrea. Insomma, qualsiasi siano le loro convinzioni politiche, non bisogna colpevolizzare degli uomini che comunque rischiano la propria vita. Anche perchè facendolo, si sminuisce l’ immensa responsabilità del governo che li manda a morire e ad uccidere, con il suo bieco affarismo ( vedi affare Eni ) ed il suo pressapochismo da operetta che finisce in tragedia ( vedi la triste vicenda Callipari ).

    Insomma bisogna fare attenzione a separare il ricordo dei morti dalla discussione politica. E capisco che è difficile perchè il primo a fare e promuovere questa confusione è proprio il governo con le sue commemorazioni strumentali.

    Io invece, sarò ingenuo, ma, indipendentemente se un carabiniere sia andato in Iraq per patriottismo o per fame, mi interessa solo che faccia bene il suo lavoro, in Italia o in Iraq. Il problema è, dopo aver visto i filmati di Falluja, è di cosa, con quel lavoro lo ( e ci ) rendiamo complici.

    Munchhausen

  23. kelebek scrive:

    Caro Munchhausen, ho dato un’occhiata velocissima al tuo blog, e invito anche gli altri a farlo.

    Per quanto riguarda le responsabilità per l’Iraq. A parte il fatto che i giudizi morali non mi convincono troppo, ma se dobbiamo cercare “chi condannare”, occorre procedere sempre per grado di coscienza (inteso sia come informazioni che come maturazione interiore) e per gerarchia reale.

    Il giovane militare, che di Medio Oriente non sa nulla a parte quello che sente da Vespa, allevato in un contesto di obbedienza e con un sistema di valori che afferma in modo assoluto che “i nostri hanno sempre ragione”, e impone quei valori sfruttando al massimo il cameratismo e lo spirito di gruppo, non ha molte colpe. Ha però ben chiaro che il suo è un mestiere la cui unica funzione è quello di uccidere e di morire, e quindi si deve prendere le sue responsabilità, come le prende il pilota di Formula 1.

    Ma ben più colpevoli di lui sono ovviamente i politici; e ancora più colpevoli, i tecnici del dominio che hanno dato le istruzioni ai politici; e ancora di più, le caste dominanti che hanno dato le direttive a tutti quanti.

    Miguel Martinez

  24. hafiz scrive:

    Nel Nome di Dio il Clemente il Misericordioso

    Il sito di “Lisistrata” e il suo blog “la zanzara” è l’esempio della informazione manipolata di stampo sionista , non solo è menzognero e razzista fino al midollo imbevuto di odio anti-islamico che credo pochi hanno eguali in rete almeno in lingua italiana , ho provveduto a segnalare alla IADL la sua spazzatura morale.

    “quando giungerà l’ora ultima, allora i facitori di vanità si perderanno; e ogni comunità sarà chiamata davanti al suo libro [e sarà detto loro:] Ecco, ora verrete retribuiti secondo ciò che avete fatto” (Cor.XLV, 27).

    Rumi

  25. utente anonimo scrive:

    E , come era prevedibile, è cominciata la ” vivisezione ” di questi ragazzi.

    Non siamo ancora al ” character assassination”, ma si comincia a mettere loro al centro dell’attenzione.

    http://www.spectator.se/stambord/?p=1039

  26. utente anonimo scrive:

    Giusto per calcare la mano sulla character assassination, ma questo JD Eccetera è un vero e fine lettore dei volti umani.

    Riconosce professione e motivazioni di un tizio incazzato che gli urla in Arabo, mentre lui si guarda intorno cercando segnali di attacchi nemici! Un genio, direi.

    Non parliamo poi dell’analisi strategica: questo era il cecchino o il soldato che sentiva gli altoparlanti chiuso nel blindato? Però è in grado di dire se la Resistenza è organizzata o meno …

    Francesco

    PS se l’analisi di JD e MM fosse verea, gli invasori avrebbero già sconfitto la resistenza. Nonostante le illusioni di un Guevara, la guerriglia (come la rivoluzione) è un affare per professionisti (V. Lenin)

  27. utente anonimo scrive:

    Non per essere offensivo, Francesco, ma il tuo commento denota una certa chiusura mentale (da non confondersi con la stupidità). Puoi fare il sarcastico quanto vuoi, ma JD è stato in Iraq e tu no; e non è neanche l’unico a lamentare i crimini dell’amministrazione Bush. Ci sono migliaia di “disertori” americani in Canada che dicono le stesse cose.

    Filippo

  28. utente anonimo scrive:

    I disertori potrebbero avere semplicemente (e comprensibilmente) paura, e dover poi giustificare il proprio tradimento con nobili ragioni.

    Vero chi io non sono stato in Iraq, ma quelli che ci vanno trovano sempre quello che vogliono, neo-con o pacifisti che siano. Per cui non è così dirimente.

    Io ho cercato delle inverosimiglianze, che facciano sospettare una qualche distorsione nella testimonianza. Per la correttezza della mia procedura, ti rimando al post sulla zingara rapitrice di bambini.

    Se vuoi posso aggiungere quanto mi suoni fasulla e artificiosa la poesia, a partire dalla firma degna di un “maledetto” da terza liceo.

    Francesco

  29. utente anonimo scrive:

    >Per curiosità, quale sarebbe la mia “ideologia”?<
    Sicuramente tu lo saprai meglio di me, caro Filippo. Non ho la sfera di cristallo e, in più, non vorrei incappare nel reato previsto dal codice kelebekleriano:-) di “travisamento del pensiero altrui”. Sicuramente un’ideologia ce l’avrai e confesso che quella non mi piace se ti fa scrivere:” Migliaia di vittime civili hanno perso la vita. Se proprio devo versare una lacrima, la verso per loro”. Anche perché l’anatomia ci insegna che l’occhio umano è capace di versare più di una lacrima. Tanto più che gli occhi sono due.

    >Lo so benissimo che non hai definito “terrorista” l’attacco alla base italiana, ma dal tuo messaggio sembrava che potesse essere messo sullo stesso piano dei morti civili di Fallujah.<
    Ah, “sembrava”…Gli occhiali ideologici, appunto…

    >Non mi pare che sia così.<
    E io non ho detto che sia così. Io non metto i morti ammazzati su “piani”. Stanno tutti sotto terra e se in vita si sono comportati in modo onorevole e, in più, sono morti nel compimento del proprio dovere, mi sembra giusto ricordarli nell’anniversario della morte. Tutti. Senza stare a contare le lacrime col contagocce. Per non parlare del fatto che in questo blog per i morti del “piano superiore” si sono versati interi fiumi di lacrime, mentre per quelli del “piano inferiore” NEMMENO UNA PAROLA DI CORDOGLIO UMANO, a prescindere da ogni ideologia o pippa mentale sull’illegalità o meno dei soldati italiani in Iraq, almeno nell’anniversario della morte. E ciò mi sembra ingiusto. Devo però riconoscere che non s’è mai trasceso all’ignominia di scrivere “10, 100, 1000 Nassiryia”. Ed è già qualcosa.

    >In primo luogo, dal tuo messaggio pareva che la storia dei dolciumi fosse riferita agli Americani.<
    Non è vero. Era chiarissimo che stavo parlando del contingente italiano e le “caramelle” erano una metafora per dire che aiutavano la popolazione. Se un episodio bombarolo si sia verificato in passato mentre gli americani distribuivano caramelle vere, l’attacco bombarolo è altrettanto ignobile, ma non era quello a cui mi riferivo nel discorso che stavo facendo.

    >In secondo luogo, se invece era riferita ai soldati italiani non vedo che cosa cambi.<
    Sono quasi:-) d’accordo. Cambia pochissimo, infatti. Vedi sotto.

    >Secondo te dovrei ritenere più legittima l’occupazione italiana solo perché parliamo la stessa lingua e veniamo dallo stesso posto? Non è che, per caso, ti sei bevuto la panzana governativa dell'”intervento umanitario”, vero?<
    No, quella non me la son bevuta. Diciamo che secondo me l’Italia, come spesso le è accaduto nel corso della propria storia, si è precipitata al soccorso del vincitore:-). Ma questo – a mio parere – nulla ha a che fare con il rispetto e la dovuta commemorazione a giovani che parlano la tua stessa lingua e che sono morti mentre compivano il proprio dovere, che in quel momento era di “peacekeeping” e “benedetto” pure da mamma ONU. Come vedi, una seppur piccola differenza (a parte la lingua dei morti) fra italiani ed americani in Iraq c’è, ma non è questa la ragione per cui quei ragazzi morti vanno commemorati.

    “E il fatto che fossero ben pagati non mi sembra una ragione sufficiente per ignorare la loro atroce morte nel compimento del proprio dovere.”

    >Moltissime persone fanno una brutta fine facendo il proprio dovere. C’è poi chi fa una brutta fine semplicemente perchè è nato a Fallujah.<
    E chi ti ha rimproverato per averlo ricordato?

    >Perché dovrei privilegiare il ricordo di quei 19?<
    Beh, se due parole per loro in un mare di quelle per i “nati a Falluja” le consideri un iniquo privilegio, mi sembra inutile continuare.

    > La tentazione certamente è forte, non lo nego.<
    Ecco, cedi alla tentazione, figliuolo:-). Fa bene.

    >Ho sentito i loro cari piangere in TV nella mia lingua, erano ragazzi con cui avevo molte cose in comune ed erano stati mandati dal mio governo. Sarebbe facile commuoversi. Ma quanto conta, alla fine dei salmi, il mero legame nazionale?

    Non saprei. Per me conta, specie al riguardo dei morti. Si dice che ognuno dovrebbe piangere in primo luogo “i suoi”. Senza nulla togliere al cordoglio per quelli degli “altri”. Ma è pur vero che un’icona del Risorgimento come D’Azeglio disse a suo tempo: “L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani”. Evidentemente il lavoro non è riuscito bene. Forse proprio per il modo in cui l’Italia fu fatta.

    >Migliaia di vittime civili hanno perso la vita. Se proprio devo versare una lacrima, la verso per loro.<
    Vedi sopra sulla capacità lacrimatoria dell’occhio umano.

    >Non ho risposto sulle stragi di Amman solo perché mi sembra ovvio considerarle attentati terroristici. Quello che non capisco è il nesso che vedi con la resistenza irachena.<
    Il nesso era la nazionalità irachena e non p.es. svedese:-) dei kamikaze. La donna è stata presa (grazie alla gaffe dei presunti mandanti che hanno diramato il suo nome, senza sapere che lei aveva fallito) e quando parlerà credo che ne sapremo di più a quale specie, sottospecie, genere e tipo di “resistenza” apparteneva.

    >Sicuramente anche in Iraq ci sono attentati contro civili, ma sei sicuro che la soluzione sia l’occupazione militare?<
    Sicuramente no. Appena lo Stato irakeno sarà capace di gestire da solo l’ordine pubblico (minacciato da terroristi, “resistenti” o banditi comuni che sia) tutti i soldati stranieri se ne devono andare, mi pare lapalissiano.

    Ciao

    Ritvan

  30. utente anonimo scrive:

    >Per quanto riguarda il testo sull’11 settembre, no, non lo conoscevo, adesso lo metto tra i bookmark e cerco di leggerlo.

    A presto

    Miguel Martinez<
    Come non lo conoscevi? Ma è lo stesso che Rita raccomandava a me proprio su questo blog mesi fa! Vabbè, ti risparmio il tempo (meritando probabilmente l’eterna gratitudine del tuo datore di lavoro come traduttore:-) ) e ti dico – in sintesi -che vi si legge che gli amerikani durante tutta la loro storia se li sono fabbricati da soli tutti gli attacchi militari di cui sono stati soggetti, (tranne forse quello di Fort Alamo:-) ), per avere un pretesto per far la guerra, da sporki guerrafondai quali sono. E l’11 settembre non ne fa eccezione, ovviamente. Tutto qui.

    Ciao

    Ritvan

  31. utente anonimo scrive:

    Maria Josè, io so l’italiano, come so che tu saprai contare fino a 10. Quello che tu riporti recentemente in buon italiano e in maiuscoloso:-) lo avevi scritto nel post 5, ma lo avevi contraddetto nel post 10, che – se la matematica non è un’opinione – viene DOPO il 5. Ecco perché parlavo di “passo avanti”. prendo atto che, inveci, vuoi restare ferma a quanto scritto nel post 5. Me ne farò una ragione:-).

    Ciao

    Ritvan

  32. utente anonimo scrive:

    No, Ritvan ora mi spieghi.

    Io prima ho detto ” un militare americano in Iraq fa avvicinare dei bambini alla macchina su cui viaggia è colpevole come quello che ha messo la bomba. ”

    “Come quello”

    Quindi già qui chi ha messo la bomba è colpevole, per me.

    Poi, scrivo “La colpa è di chi ha messo le bombe.

    E ho aggiunto che i soldati americani sono ugualmente colpevoli, perchè sanno di essere in pericolo. ”

    E quindi dico lo stesso, che sono tutti e due colpevoli.

    Mi spieghi? Ho fatto un passoavanti e non me ne sono accorta? Come ?:)

    Dove e COME avrei contraddetto?

    ( scusa Miguel, se questo scambio ti secca io la smetto subito )

    Cmq, se ho ritirato fuori la storia della ” genesi ” di questa guerra, non era per ricominciare la disputa se sia giusta io no.

    Sappiamo che la pensiamo diversamente.

    Ma solo per dire che questo ” vizia ” la nostra valutazione dell’insieme.

    Senza stare a vedere chi ha ragione o meno tra noi, se c’è un attentato kamikaze io cmq penso che questo disastro ha avuto inzio con la guerra, e tu lo vedrai in modo diverso.

    Forse tu pensi a quel Ba*****o che ha messo la bomba e io penso prima a chi ha messo in moto il macello.

    Il mio era solo un modo di fare capire che partiamo da valutazioni differenti.

    Poi, ognuno di noi due reagisce secondo la sua sensibilità a fatti terribili e sanguinosi.

    IO non credo che tu sia insensibili ai morti di Falluja, ma politicamente valuti Falluja in un modo e io in un altro.

    Nel mio caso i morti civili sono più intollerabili, dal tuo forse sono un prezzo ” accettabile” da pagare, pur terribile.

    Oppure un intollerabile conseguenza di una scelta giusta.

    Insomma, questo non per sindacare le tue opinioni, ma per provare a capire quali sono le nostre ” divergenze “.

    Maria José

  33. utente anonimo scrive:

    Scusami MJ, sono scortese ad entrare in un discorso tra Ritvan e te ma devo dissentire fortissimamente da quello che scrivi.

    Non è corretto citare a discarica dei macellai bombaroli e/o sgozzatori l’origine della guerra.

    Perchè tutte le civiltà hanno delle regole di conodotta della guerra.

    Perchè una resistenza che usa i mezzi di quella irachena non può dire di amare il suo paese (e quindi come fa a chiederne l’indipendenza).

    Perchè non si può sfidare un nemico più forte e poi nascondersi tra donne e bambini, sfidandolo a venirci a cercare.

    Perchè il comportamento degli occupanti americani in Iraq (quello descritto da Martinez) non giustifica i metodi della resistenza. Quei metodi potevano usarli gli ebrei del ghetto di Varsavia o i russi di Stalingrado e Leningrado, sapendo che il loro nemici non avrebbero risparmiato nessuno. Ma nessuna azione degli americani porta a questa conclusione.

    Tranne che per un fanatico ideologico, astratto e razzista, della purezza arabo-islamica dell’Iraq. Per cui rimando al romanzo di Buttafuoco sull’invasione della Sicilia nel 1943.

    Francesco

    PS Miguel, hai il link DELL’ARTICOLO della rivista dell’artiglieria USA che vanta l’uso del fosforo bianco? La rivista è in-navigabile, se mi perdono il neologismo, e sarebbe lo smoking-gun della violazione americana. Ammesso che abbiano firmato la convenzione relativa.

  34. utente anonimo scrive:

    E’ sempre un piacere per me spiegarti le cose, Maria Josè. E non ti preoccupare di Miguel; lui ha recentemente dichiarato – se non ho malinterpretato – che più post ci sono e più lui è contento, basta che non ci insultiamo. Cosa, quest’ultima, che non mi sembra nessuno di noi due abbia fatto.

    Tornando a bomba:-), tu hai scritto:

    “La colpa è di chi ha messo le bombe”. “LA COLPA e’…”, non “metà della colpa è…” oppure “La colpa va più o meno equamente divisa fra…” o detto un leguleiese “c’è un concorso di colpa fra…” e cosi via. Questo mi ha fatto gridare al miracolo:-) anche se ho temuto per la tua tessera di membro del :-).

    E’ vero che DOPO hai detto che ANCHE gli amerikani erano colpevoli, ma siccome le colpe non si possono moltiplicare come certi pani e pesci:-), semmai – sempre leguleimente parlando – si possono DIVIDERE, la cosa mi è sembrata ininfluente. Invece tu intendevi proprio un “concorso di colpa”. Bene, ne prendo atto. Ma già che ci siamo, potresti farmi anche la divisione in percentuale:-)?

    Ciao

    Ritvan

  35. utente anonimo scrive:

    >Miguel, hai il link DELL’ARTICOLO della rivista dell’artiglieria USA che vanta l’uso del fosforo bianco? La rivista è in-navigabile, se mi perdono il neologismo, e sarebbe lo smoking-gun della violazione americana. Ammesso che abbiano firmato la convenzione relativa.<
    Scusa Francesco, ma sei sicuro di chiamarti Francesco e non Tommaso?:-) 🙂

    Ciao

    Ritvan

  36. utente anonimo scrive:

    Ritvan, a me piace avere delle prove chiare e convincenti.

    Ho trovato in rete attacchi molto duri e circostanziati al servizio di RaiNews, per esempio sul punto deli corpi bruciati con vestiti intatti, cosa che non sembra possibile in caso di ustioni da fosforo bianco. E’ vero che parrebbe un punto ininfluente ma i colpevolisti ci godono a sottolinearlo (e mi ricorda i commenti sulla bomba al neutrone).

    E pure questioni legali fini su cosa sono le armi chimiche, ecc. ecc.

    Visto che provengo da posizioni e giudizi assai distanti da quelli di Miguel, e che per esperienza diretta diffido delle notizie riportate (sai quante cavolate in meno dice Berlusconi se trovi le parole esatte e non i titoli di Repubblica? sempre troppe restano ma sono moltissime in meno).

    Ciao

    Francesco

    PS Miguel, ho iniziato il servizio del Diario. Arrivato al punto con i notabili di Falluja che impongono all’esercito USA di restare fuori dalla città mi sono cadute le braccia. Forse un giorno tornerò a leggerlo. Intanto potresti darmi una mano tu.

    Spero che il paragone implicito tra te e Repubblica non conti come insulto, altrimenti chiedo scusa.

  37. utente anonimo scrive:

    Ritvan , tesoro, è sempre un piacere leggere l’interpretazione che dai delle parole degli altri.

    Voglio dire, non ha importanza che siano corrette, sono cmq sempre fascinose :p

    Cmq, se mi è concesso spiegare il mio pensiero, vorrei specificare che il significato di entrambi i commenti è solo quello di dare ad entrambi la colpa.

    La percentuale?

    No, veramente non mi interessa dare percentuali.

    Andiamo, è assurdo.

    Volendo , ci potrebbe pure essere un grado di responsabilità minore o maggiore, ma non voglio nemmeno tentare una cosa del genere.

    Maria José

  38. utente anonimo scrive:

    ” Perchè tutte le civiltà hanno delle regole di conodotta della guerra. ”

    Francesco, è vero.

    A volte i combattenti iracheni usano dei mezzi orribili.

    Però, prima di tutto in Iraq penso ci sia di tutto : coraggiosi resistenti, subdoli imboscati, vigliacchi profittatori, gente civile che non avrebbe MAI pensato di usare la forza e che reagisce in qualche modo, assassini tout court che usano la guerra,criminali comuni che usano la guerra per guadagnare fanatici…di tutto.

    Però, partiamo dai numeri.

    E ti cito i numeri dati dagli americani, nel rapporto Calipari.

    In quel rapporto gli americani dicono che i due terzi degli attacchi sono contro obiettivi americani.

    Ok? Base di partenza, due terzi degli attacchi sono contro legittimi obiettivi militari.

    Ora ti chiedo: hai mai visto le armi di cui dispongono gli americani ? Ho visto dei filmati in cui da un elicottero vengono puntate delle persone e poi qualcuno lancia qualcosa , e tutto quello che c’è in un certo raggio viene POLVERIZZATO.

    Come puoi combattere contro un ” nemico ” ( dal punto di vista dei combattenti ” così?

    Quali armi hai a disposizione se non le azioni kamikaze?

    Questo naturalmente senza addentrarci in legittimità della guerra o altro, solo parlando della forza in campo.

    Maria José

  39. utente anonimo scrive:

    A proposito di lettere, di poesie, di figli e di madri…

    ALLA MAMMA !

    Sei ancora viva

    cara mammina mia ?

    Anch’io son vivo

    e, come vedi, ti scrivo.

    Rivedo ancora sulla tua casetta

    quella indicibile luce negletta.

    Immagino la tua angoscia

    e quanto sei in pensiero per me.

    Ma presto io tornerò e, poscia,

    assieme ci prenderemo un caffè,

    al solito familiare tavolino

    del nostro salottino.

    Sta tranquilla.

    E nel buio azzurro della sera

    ti si presenti una sola visione :

    il mio reale ritorno

    e non un’illusione!..

    Ti voglio bene ancora

    come un tempo.

    E penso alla nostra casetta,

    al nostro caro giardino

    dove tanto ho gioito da bambino.

    A primavera sbocceranno i fiori

    con tanti profumi, tanti colori..

    Io tornerò..

    Dormirò ancora

    nella mia stanzetta chiara.

    Tu non mi sveglierati tanto

    di buon’ora,

    avrò tanto sonno ancora

    come allora.

    Un sogno che sembrava svanito

    presto sarà avverato.

    Superato l’incredibile passato,

    vicino a te mi godrò il riposo

    e la luce del Creato.

    Dimentica dunque la tua angoscia

    e il tuo sconforto.

    Non rattristarti più per me.

    Attendimi fiduciosa

    e preparami un buon caffè.

    Quanto prima, io sarò da te.

    ( copiata da non so chi).

    Aurora.

  40. utente anonimo scrive:

    p.s : non è tratto da “Lettere da un figlio mai nato”.

    Aurora.

  41. utente anonimo scrive:

    >Ritvan, a me piace avere delle prove chiare e convincenti.<
    Beh, anche a Tommaso l’Apostolo piaceva tanto:-).

    Sulla rivista degli artiglieri amerikani fai conto di aver infilato il dito nelle stimmate:-). Nel faccia a faccia fra Zucconi e Teodori su Telekabul, il primo ha letto prima il testo in inglese e poi lo ha tradotto correttamente. Zucconi, fazioso quanto vuoi ma esperto di cose americane, era troppo gongolante (pareva sprizzare fosforo bianco da tutti i pori:-) ) per sospettare che potesse aver inventato il testo; la sua carriera ne sarebbe stroncata per sempre anche in un paese come l’Italia in cui la corretteza giornalistica è un optional. E il suddetto testo non lasciava dubbi sull’utilizzo delle bombe al fosforo a Falluja non solo per illuminare, bensì anche per colpire i bersagli avversari.

    Per sapere, invece, se le bombe al fosforo rientrano nella categoria delle armi proibite a norma delle convenzioni sottoscritte anche dagli amerikani, forse bisognerebbe consultare altri testi. Non credo che gli artiglieri siano tanto ferrati in diritto internazionale:-).

    Ciao

    Ritvan

  42. utente anonimo scrive:

    Eh, cara Maria Josè, vediamo di fare un paragone col diritto penale corrente nei paesi civili.

    C’è un fetente farabutto di nome Uncle Sam che s’è introdotto illegalmente (vedi quanto sono buono:-) ) nella casa del galantuomo Saddammorì, ha fatto fuori quest’ultimo, ha svaligiato la cassaforte e se la sta godendo un mondo – anche i più spregevoli farabutti a volte hanno dei sentimenti quasi umani – a giocare con la piccola della famiglia che se la ride beata ed ignara nella sua culla. In quel preciso momento, il prode figliolo del defunto Saddammorì prende la pistola di papà e spara all’impazzata sul bieco rapinatore, ferendo lui ed ammazzando la sorellina.

    Ora, secondo il tuo illuminato parere, la Corte, la giuria o quel che è, oltre a condannare il bieco Uncle Sam per l’omicidio di Saddammorì, nonché per la rapina del pet…pardon, denaro della famiglia, lo condannerà anche per la morte della bambina, magari in “concorso di colpa” con l’inesperto sparatore?

    Pregherei inoltre gli insigni giuristi presenti nel blog a dare i loro pareri. Grazie.

    Ritvan

  43. utente anonimo scrive:

    >Non è corretto citare a discarica dei macellai bombaroli e/o sgozzatori l’origine della guerra.<
    Io, invece, in una discarica (lapsus freudiano:-) ) li butterei proprio quelli lì. E ci aggiungerei sopra qualche tonnellata di monnezza.

    Ciao

    Ritvan

  44. utente anonimo scrive:

    >Come puoi combattere contro un ” nemico ” ( dal punto di vista dei combattenti ” così?

    Quali armi hai a disposizione se non le azioni kamikaze?<
    E se invece si aspettasse che il “nemico” se ne vada da solo, magari nascondendo kalashnikov e tritolo per tempi più propizi:-) e partecipando nel frattempo alle elezioni, come hanno fatto a suo tempo gente come tedeschi, giapponesi e anche italiani, tutti schiacciati sotto il tallone del bieco invasore amerikano travestito da “liberatore”? Come ti sembra come idea, cara Maria Josè? Non credi che si risparmierebbero un sacco di vite umane?

    Ciao

    Ritvan

  45. utente anonimo scrive:

    Ritvan , per piacere, sù.

    Il diritto, che sia civile o penale, in Iraq latita da un po’.

    DI quale diritto parli?

    Ma poi, prendendo sul serio il tuo ” gioco “, c’è una piccola questione che non hai considerato.

    E cioè , che in Iraq c’è la guerra, e che quindi non puoi applicare le ” regole ” giudiziarie di pace in un paese in guerra.

    Ripeto, non mi voglio esercitare in questo giochino.

    Sono due gli episodi di questo tipo successi in Iraq, mi pare.

    Alcuni americani, in un mezzo, hanno attirato dei bambini , per dargli delle caramelle.

    Non sono entrati in una casa e mentre regalavano caramelle ai bambini di casa è scoppiata una bomba.

    Parlo di casa perchè voglio dire un ambiente chiuso, privato.

    Ovvio che quando tu hai usato ” casa ” ti riferivi all’Iraq.

    Non io.

    Dunque , loro erano per strada, sanno che sono bersagli, avere attirato dei bambini è perciò da irresponsabili .

    Maria José

  46. utente anonimo scrive:

    Piccola precisazione: il mio precedente post non va interpretato come se tedeschi, giapponesi e italiani avessero a suo tempo nascosto tritolo e kalashnikov in attesa di tempi migliori.

    Ritvan

    P.S. Quanto sopra vale in generale. In particolare, invece, si racconta che un certo Peppone avesse nascosto addirittura un carrarmato, in attesa di “tempi migliori”. Ma quella era certo fantasia guareschiana:-)

  47. utente anonimo scrive:

    Potremmo anche usare un altro esempio.

    Non so, un alleato che durante la prima guerra mondiale viene paracadutato in Germania con lo scopo di uccidere Hitler.

    Quest’uomo sa che lo vogliono uccidere, e che sono capaci di usare tutti i mezzi a disposizione.

    Anzi, sono particolarmente feroci e sanguinari, non hanno scrupoli.

    SA di essere un possibile bersaglio ambulante.

    Ciò nonostante, mentre è in viaggio, si accoda a dei bambini,tanti bambini , anzi li attira.

    Come lo giudicheresti, tu?

    Per me ugualmente colpevole di chi metterebe la bomba , e non mi interessa sapere quanta percentuale di colpa avrebbe.

    Non siamo in tribunale.

    MJ

  48. utente anonimo scrive:

    San Tommaso veramente!!!!:-)

    >…..per esempio sul punto deli corpi bruciati con vestiti intatti, cosa che non sembra possibile in caso di ustioni da fosforo bianco.< Sarei curiosa di sapere cosa hai letto in propoposito.
    Il fosforo bianco a contatto con l’ossigeno (mentre brucia nell’aria, per intenderci) forma una polverina bianca che è l’anidride solforica. Questa, a contatto con l’acqua forma l’acido fosforico (un acido forte).

    L’acqua, come facilmente capirai, nei vestiti non c’è (a meno che non siano bagnati) mentre nelle cellule del corpo umano è abbondante.

    Si tratta di un meccanismo chimico molto semplice.

    Se qualcuno ha l’ardire di fare confusione nella mente delle persone anche su questo, veramente c’è da alzare le mani.

    Cocco

  49. Mnz86 scrive:

    Ritvan: non c’è bisogno di riparlare, basta che mi dai il link dell’eventuale post/commento in cui ne hai parlato visto che di blog tuoi non ne vedo.

    Grazie

    Mnz86

  50. utente anonimo scrive:

    x Cocco e Ritvan

    grazie delle informazioni. Prendo e porto a casa (però vorrei leggere l’articolo de L’Artigliere Allegro di persona). Miguel, come spieghi questa ammissione palese di violazione di trattati? Gli Dei accecano coloro che stanno per uccidere?

    x MJ

    come ha detto Ritvan ,se non sei in grado di sconfiggere un nemico strapotente, il ricorso a mezzi inumani non è l’unica soluzione. E direi che non è moralmente accettabile: il male minore è sopportare l’occupazione per il tempo che dura e agire perchè duri il meno possibile.

    Tanto più che le occupazioni americane sono tra le meno peggio che possono capitare.

    Francesco

  51. utente anonimo scrive:

    Per Ritvan.

    “Ah, “sembrava”…Gli occhiali ideologici, appunto… ”

    Un corno. Era il tuo commento ad essere ambiguo, e lo sai benissimo.

    “Stanno tutti sotto terra e se in vita si sono comportati in modo onorevole e, in più, sono morti nel compimento del proprio dovere, mi sembra giusto ricordarli nell’anniversario della morte. Tutti. Senza stare a contare le lacrime col contagocce.”

    Dunque, l’anno scorso un camion ha messo sotto un vigile urbano che dirigeva il traffico. Mi pare che i requisiti ci siano tutti: il povero vigile si comportava in modo onorevole (manteva una famiglia in modo onesto), ed è morto nell’adempimento del dovere. Aspetta che informo il Quirinale perchè indica una commemorazione pubblica. Non possiamo però dimenticarci gli operai delle cave di marmo: quelli muoiono come mosche. Giù, un’altra giornata di lutto nazionale. Piangi, Ritvan, piangi.

    In verità alla base del tuo ragionamento esiste un concetto non espresso ma chiarissimo, ovvero che il mestiere di soldato è più onorevole e bello degli altri, con tutta la solita retorica militarista e patriottarda.

    “E chi ti ha rimproverato per averlo ricordato?”

    Nessuno, e neanche io ti rimprovero se vuoi ricordare i soldati italiani caduti. Figuriamoci. Però voglio mettere bene i puntini sulle i. Quei soldati erano professonisti che facevano parte di una forza di occupazione. Dipingerli come “19 poveri ragazzi atrocemente assassinati”, è una forzatura della realtà. Erano 19 soldati occupanti uccisi dalla resistenza del paese che occupavano.

    “Non è vero. Era chiarissimo che stavo parlando del contingente italiano ”

    No. Non lo era affatto.

    “Non saprei. Per me conta, specie al riguardo dei morti.”

    Per me invece non conta, soprattutto per quanto riguarda i morti. Sono molto attaccato alla mia italianità, ma non ritengo che una persona sia più o meno degna di essere ricordata a seconda della propria origine etnica.

    “La donna è stata presa (grazie alla gaffe dei presunti mandanti che hanno diramato il suo nome, senza sapere che lei aveva fallito) e quando parlerà credo che ne sapremo di più a quale specie, sottospecie, genere e tipo di “resistenza” apparteneva.”

    In Iraq, grazie alla brillante azione di Bush, esistono molte fazioni e gruppi di lotta. Sicuramente la signora è una terrorista.

    “Appena lo Stato irakeno sarà capace di gestire da solo l’ordine pubblico (minacciato da terroristi, “resistenti” o banditi comuni che sia) tutti i soldati stranieri se ne devono andare, mi pare lapalissiano.”

    Secondo te gli occupanti contribiscono a mantenere l’ordine pubblico? Chi è che decide quando lo Stato iracheno sarà in grado di difendersi da solo? Sarà il governo iracheno messo lì dagli Americani? Divertente. Sono convinto che gli Americani prima o poi se ne andranno. Ma solo perchè Bush ha il 37% dei consensi grazie alle perdite umane subite dagli americani. Segno che, parlando cinicamente, la resistenza irachena funziona egregiamente.

    Filippo

  52. utente anonimo scrive:

    Piccola Cocco, mi spieghi per quale arcano alchemico il fosforo bianco ossidandosi si trasforma in “anidride solforica”?:-) :-). Vabbè, scherzo, lo so che intendevi dire “anidride fosforica”, ma è così che nascono certe leggende metropolitane. Lo spostamento di una virgola diede luogo alla leggenda degli spinaci ricchissimi di ferro , che durò quasi un secolo. Ma almeno produsse il delizioso Popeye (Braccio di Ferro).

    Ciao

    Ritvan

  53. utente anonimo scrive:

    >Per me invece non conta, soprattutto per quanto riguarda i morti. Sono molto attaccato alla mia italianità, ma non ritengo che una persona sia più o meno degna di essere ricordata a seconda della propria origine etnica.<
    Parafrasando il tuo ineffabile commento alla mia commemorazione dei 19 italiani (fra cui due CIVILI) ignobilmente e vigliaccamente assassinati presumibilmente da terroristi iracheni, che addesso si “espandono” pure in Giordania (così metto anch’io i puntini sulle “i” e anche sulle “”u”, alla tedesca:-) ) ti dico: In verità alla base della tua suddetta affermazione esiste un concetto non espresso ma chiarissimo, ovvero che il “mestiere” di “resistente” o “rivoluzionario” è più onorevole e bello degli altri, con tutta la solita retorica cheguevarista e antiimperialistoide.

    Secondo me gli eserciti occupanti impediscono che l’Iraq venga governato da chi – dopo un bagno di sangue di fronte a cui il genocidio del Rwanda impallidirebbe – alla fine finisca per dimostrare che “ce l’ha più lungo”. Il kalashnikov, naturalmente. E cercano di insegnare agli irakeni che forse c’è anche un altro metodo per arrivare al governo, oltre quello usato a suo tempo dal folle e sanguinario Saddam e dai suoi epigoni presenti e passati in Iraq e un po’ dappertutto nel mondo. Si chiama “esportazione della democrazia. Nel Giappone feudo-borghese dei samurai e nella Germania dei junker nel passato ha funzionato. In Vietnam del Sud no, probabilmente perché dietro i “resistenti” vietkong in bicicletta e cappello conico di paglia c’erano – oltre al Vietnam del Nord – la Cina di Mao che li riforniva di “carne da cannone” e l’URSS che li riforniva di cannoni, all’infinito.

    Cinicamente parlando anch’io, i “vietkong iracheni” per fortuna non dispongono di tutto questo e, se continuano così, prima o poi saranno tutti sterminati, contribuendo a risolvere il problema alla radice.

    Però, i cari “resistenti” non sono imbecilli, né – a differenza dei folli e fanatici kamikaze – lottano per andare nel Paradiso delle hurì. Essi probabilmente capiscono che quando saranno tutti morti ammazzati dalle armi amerikane non potranno più aspirare al potere. Sanno anche che Bush se ne strasbatte delle percentuali del consenso, poiché non si può più candidare alla Casa Bianca. Pertanto ti comunico con immenso piacere che – da quanto riporta oggi il giornale “Metro”, feroce giornale antibushiano -sette gruppi armati iracheni, riuniti sotto la sigla “Fronte islamico unitario per la liberazione dell’Iraq” hanno annunciato la propria disponibilità ad avviare trattative con il comando americano presente nel paese. Chiesti – secondo al Hayat – la liberazione dei detenuti iracheni, la cessazione delle attività militari, garanzie per evitare le ingerenze iraniane e un calendario per il ritiro delle truppe straniere. Richieste molto ragionevoli, mi pare. Vediamo cosa rispondono i biechi amerikani. Io, se fossi in loro (nei panni degli amerikani, dico) chiederei gentilmente:-) al governo “fantoccio” di promulgare anche una bella amnistia. Così acombattere contro i mulini a vento rimarrebbero veramente in quattro gatti. Con buona pace di tutti gli antiamerikani/antiimperialisti di questo mondo!

    Ciao

    Ritvan

  54. utente anonimo scrive:

    Caro Ritvan, ti contraddici nel giro di poco tempo.

    Hai scritto “Se ti togli per un momento gli “occhiali ideologici”, caro Filippo, forse ti accorgerai che non ho usato la parola “terrorista””

    e ora invece scrivi “19 italiani (fra cui due CIVILI) ignobilmente e vigliaccamente assassinati presumibilmente da terroristi iracheni”.

    Cavolo, i miei occhiali saranno anche ideologici, ma mi donano una vista da falco.

    “”mestiere” di “resistente” o “rivoluzionario” è più onorevole e bello degli altri, con tutta la solita retorica cheguevarista e antiimperialistoide”

    Uhhh… “resistente” secondo te equivale a “rivoluzionario”? Interessante. Resistere non è “nobile” ma spesso è necessario ed in Iraq sicuramente è legittimo. Attaccare una base militare degli occupanti non può essere definito terrorismo. Che Guevara non c’entra un bel niente.

    “E cercano di insegnare agli irakeni che forse c’è anche un altro metodo per arrivare al governo, oltre quello usato a suo tempo dal folle e sanguinario Saddam e dai suoi epigoni presenti e passati in Iraq e un po’ dappertutto nel mondo.”

    Gli americani tutto vogliona fare tranne esportare democrazia (posto che la democrazia sia una merce esportabile). Ma se anche cercassero di insegnare la democrazia, non vedo bene come Guantanamo, Abu-Graib (si scrive così?) e Fallujah possano contribuire alla causa. La prossima volta, a lezione cospargerò gli studenti di fosforo bianco, così magari imparano meglio.

    “Nel Giappone feudo-borghese dei samurai e nella Germania dei junker nel passato ha funzionato.”

    La democrazia ai Giapponesi e ai Tedeschi non l’hanno certo insegnata gli Americani.

    “In Vietnam del Sud no, probabilmente perché dietro i “resistenti” vietkong in bicicletta e cappello conico di paglia c’erano – oltre al Vietnam del Nord – la Cina di Mao che li riforniva di “carne da cannone” e l’URSS che li riforniva di cannoni, all’infinito. ”

    Quindi gli Americani, poveri angeli, erano in Vietnam a dare lezioni di democrazia? Ma ti rendi cono di quello che dici?

    “Chiesti – secondo al Hayat – la liberazione dei detenuti iracheni, la cessazione delle attività militari, garanzie per evitare le ingerenze iraniane e un calendario per il ritiro delle truppe straniere. Richieste molto ragionevoli, mi pare”

    Ragionevolissime. Se gli Americani acconsentono avranno perso la guerra. Mi pare che la resistenza irachena abbia chiesto l’equivalente della resa incondizionata.

    Filippo

  55. utente anonimo scrive:

    🙂

    Certo Ritvan.

    Nessuna alchimia.

    Ho scritto “solforica” probabilmente perché il meccansimo con lo zolfo anziché il fosforo è il medesimo e quelle parole le dico ripetutamente senza pensarci troppo su.

    Ma tu che sei un veterinario oltre che intelligente 🙂 hai capito subito,

    così come hai capito subito che le leggende metropolitane che possono orginare da uno scambio di parole sono in buona fede tra gli incompetenti ma pretestuose tra i competenti.

    Grazie per aver sventato 🙂 una potenziale nuova leggenda.

    Cocco

  56. utente anonimo scrive:

    Scusa l’intromissione Filippo, ma vorrei aggiungere qualcosa a commento del post di Ritvan a te rivolto.

    Ritvan scrive: “In verità alla base della tua suddetta affermazione esiste un concetto non espresso ma chiarissimo, ovvero che il “mestiere” di “resistente” o “rivoluzionario” è più onorevole e bello degli altri, con tutta la solita retorica cheguevarista e antiimperialistoide.”

    Mi sembra che in questa interpretazione di un eventuale retropensiero ci sia una forzatura dei concetti.

    Oltre a ciò che ha già detto Filippo, quello di resistente e di rivoluzionario (anche qualora le due cose fossero coincidenti) non è un mestiere oppure è un mestiere tra virgolette. Un mestiere vero e proprio è invece quello di andare volontario in cambio di denaro a combattere, o sostenere i combattimenti, in una guerra…..che si condivida oppure no.

    Adesso proviamo a forzare (?) un concetto espresso da te, Ritvan.

    Tu scrivi: “……cercano di insegnare agli irakeni che forse c’è anche un altro metodo per arrivare al governo, oltre quello usato a suo tempo dal folle e sanguinario Saddam e dai suoi epigoni presenti e passati in Iraq e un po’ dappertutto nel mondo”. Il soggetto era :”gli eserciti occupanti”.

    Alla base della tua affermazione esiste un concetto non espresso ma chiarissimo (sto usando le tue stesse parole) ovvero che le torture degli iracheni o le morti da fosforo bianco sono giuste se attraverso esse si vuole insegnare che ciò che faceva il folle e sanguinario Saddam era grave…..(e lo era).

    Un paradosso. Non ti pare?

    Era ciò che volevi dire?

    Non mi scandalizzerei. Non preoccuparti.

    Affermazioni simili le ho sentite fare a molti……magari con buone intenzioni, che però, nella migliore delle ipotesi, vivono la guerra così come si vive una battaglia a Risiko….ovvero senza la popolazione; nella peggiore fanno i ragionamenti che ha fatto Teodori.

    Cocco

  57. utente anonimo scrive:

    Cocco,

    guarda che la tua ultima postilla non è il Teodori pensiero.

    E’ la storia della seconda guerra mondiale (e della guerra fredda).

    I buoni non risultarono tali per aver usato sistemi commendevoli in guerra ma per il sistema che portarono (imposero) ai vinti dopo la guerra.

    Per evitare di riconoscerlo devi fuggire nel mondo di Filippo, dove la democrazia in Giappone e Germania NON è stata portata dagli USA (forse dalla Befana).

    E dove la guerra del Vietnam è ancora vista con gli occhialoni dei Sartre e dei Moravia. Con tanti saluti alla storia della democrazia in Corea del Sud e a Taiwan.

    Con questo non voglio giustificare l’uso illegale del fosforo bianco a Falluja (ammesso che ci sia stato, visto che il vero problema verte sull’illegale e non sull’uso). Però giustifico l’attacco a Falluja.

    E poi, non essendo fascista, credo sarebbe doveroso mettere dei paletti alla lotta per l’indipendenza della Patria. Non è il criterio ultimo di giudizio sulle azioni degli uomini. Spero che almeno il cosmopolita Martinez sia d’accordo con me su questo progetto di lavoro.

    Saluti

    Francesco

    PS ma il fosforo bianco rilascia sempre quella polverina che a contatto con il corpo diventa acido fosforico? ho letto che lo usano tutti come illuminante per campo da battaglia, mi sembrerebbe un pò troppo pericoloso.

  58. utente anonimo scrive:

    Caro Francesco,

    in Germania l’organizzazione politica democratica era nota prima dell’avvento di Hitler. Dire che è stata importata dagli Stati Uniti è una risibile falsificazione.

    Discorso analogo può essere fatto per il Giappone: il suffragio universale (benché solo maschile) fu introdotto nel 1925. Addirittura gli Americani, dall’alto dei loro ideali democratici, mantennero il potere dell’Imperatore, strumento essenziale per controllare il paese. Per farlo i bravi Yankee eliminarono (democraticamente) ogni minima critica rivolta al loro nuovo amico. Ne è un buon esempio la soppressione (democratica) di un film di orientamento progressista nel 1946.

    Perché invece non mi illumini sui contributi americani alla democrazia in Cile? Sono curioso.

    Filippo

  59. utente anonimo scrive:

    Francesco, Teodori era esemplificativo di un modo di pensare.

    Mi riferivo a convinzioni personali e non alle politiche governative.

    Concordo sul fatto che queste ultime attecchiscano più facilmente laddove, o meglio allorquando, la mentalità prevalente le sostiene, in particolare nelle “moderne evolute democrazie”.

    Ho l’impressione che nel “mondo” di Filippo io ci stia già e che il concetto di democrazia che si esporta non mi appartiene.

    Poi mi chiedo per quale motivo i giustificatori dell’attacco a Falluja si affannino (vi affanniate) tanto a verificare se l’uso del fosforo bianco sia da ritenere illegale, o addirittura vero, prima di esprimersi.

    Francesco, te lo vuoi mettere in testa che il pentagono ha già ammesso di averlo usato e che non lo sta dicendo Filippo o io o pincopallino?

    Ti è chiaro che lo hanno usato e che provoca ciò che provoca?

    E’ a questo punto che devi decidere se ti sta bene oppure no e non quando ti si dice se è illegale oppure no.

    A me personalmente non me ne frega niente se le convenzioni internazionale ne dichiarino legale o illegale l’uso, e soprattutto che qualche paese nel mondo (uno a caso! 🙁 ) abbia deciso di non firmare gli accordi internazionali che lo vietano.

    Ti sta bene?

    Se sì, cosa stai a chiederti se è pericoloso!!!!!

    Quanto al tuo ps, ho l’impressione che tu mi abbia scambiata con un chimico. Non lo sono. Men che meno sono impiegata nell’industria bellica.

    Di chimica ho solo nozioni fondamentali e quelle sul fosforo bianco lo sono.

    Ad ogni modo sì: l’anidride fosforica è una polvere bianca che reagisce VIOLENTEMENTE con l’acqua.

    A volte fai tenerezza. Mi sembri quello studente che impaurito si chiede: “Ma se ci mettiamo una tuta protettiva col casco non ci succede niente?”..

    Certo! Ma bisogna che:

    Ti abbiano avvisato che stanno per lanciare fosforo bianco.

    Che la tuta tu ce l’abbia, l’indossi e non te la tolga fino a quando non ti sarai allontanato dalla fonte, ti sarai fatto una doccia abbondante con la tuta indosso e non tornerai a vivere laddove suolo, fiumi e tutto ciò in cui si sviluppano le forme viventi di cui ti nutri, sono contaminati.

    Perché c’è da dire anche questo, Francesco! I morti che abbiamo visto nel documentario su Falluja, non sono gli unici morti tra i viventi.

    A questo punto posso anche dirti che sono laureata in Scienze biologiche.

    Cocco

    Ps

    Non mi hai detto dove hai letto quelle cose che dici di aver letto e di cui ti chiedevo.

  60. utente anonimo scrive:

    In Germania l’organizzazione politica democratica era durata lo spazio di un mattino ed era stata spazzata via (e pure democraticamente) da un certo Adolf Hitler.

    Dopo la guerra, la divisione in due Germanie è stata un rarissimo caso da manuale di esperimento storico. Una ottusa dittatura comunista da una parte, una democrazia coi fiocchi dall’altra.

    Solo che nel 1945 avrei proprio voluto vedere chi avrebbe scommesso qualcosa sulla possibilità di una stabile e pacifica Germania democratica.

    Per il Giappone sono ignorante. Mi risulta una dittatura militarista e nazionalista almeno dagli anni ’30 (invasione della Cina e orrori a go-go). Di certo la Costituzione Mac Arthur ha fatto del Giappone la migliore democrazia asiatica ad oggi, altro che scemenze sul potere dell’Imperatore (che se gli americani lo rimuovevano adesso qualcuno lamentava lo stupro di una tradizione millenaria che neanche i militari fascisti avevano osato toccare).

    Sul Cile, la storia è nota. Se la rimozione di Allende e il susseguente regime di Pinochet siano stati moralmente accettabili o se sarebbe stato meglio lasciar stare, credo spetti ai cileni dirlo. Mi pare propendano per la seconda soluzione ma non sono sicuro. Faccio incidentalmente notare che Pinochet si è ritirato dal potere in seguito ad un voto contro di lui del popolo cileno, che lui stesso aveva permesso. Non male per un dittatore fascistoide.

    Francesco

  61. utente anonimo scrive:

    x Cocco:

    ma se è bruciato, in aria o addosso alla gente, il fosforo bianco diventa ancora polverina e poi acido?

    Perchè così mi sembra un pochino pericoloso PER I MIEI SOLDATI. E invece lo usano tutti, come illuminante (almeno ufficialmente).

    Francesco

    PS cosa è che mi chiedevi? mi sono perso, chiedo venia.

    PPS i concetti possono benissimo non appartenerti, con i fatti storici il giochino è più malsano.

  62. utente anonimo scrive:

    Ti faccio rispondere da Arundaty Roi per due motivi:

    1) che le sue parole siano di buon auspicio

    2) siccome non mi piace che si “giochi” sulle cose gravi, rischio di dire qualcosa di troppo e di essere espulsa dal blog di Miguel per comportamento scorretto.

    Per me la storia del fosforo bianco non è un passatempo. Mi prende allo stomaco.

    1° settembre 2003

    La solitudine di Noam Chomsky

    Arundhati Roy

    (…)

    “C’è, comunque, un lato più positivo nel dispendio d’energia e di denaro, che l’istituzione fa affluire nel business della “manipolazione” dell’opinione pubblica. Esso lascia intendere una paura molto reale dell’opinione pubblica. Esso lascia intendere la preoccupazione persistente e fondata che, se la gente dovesse scoprire (e comprendere nel suo insieme) la reale natura delle cose che vengono fatte in suo nome, potrebbe agire sulla base di questa conoscenza. Le persone potenti sanno che le persone comuni non sono sempre riflessivamente spietate ed egoiste. (Quando le persone comuni soppesano i costi ed i benefici, qualcosa di simile a una coscienza inquieta potrebbe prendere il sopravvento). Per questo motivo, devono essere protette dalla realtà, poste in alto in un ambiente controllato, in una realtà alterata, come i polli da griglia e i maiali in un recinto.

    da:

    http://www.zmag.org/Italy/roy-solitudinechomsky.htm

  63. utente anonimo scrive:

    “In Germania l’organizzazione politica democratica era durata lo spazio di un mattino ed era stata spazzata via (e pure democraticamente) da un certo Adolf Hitler.”

    Nondimeno, la democrazia in Germania non l’hanno portata gli Americani, così come non l’hanno portata in Italia. Piero Calamandrei non ha imparato che cos’è la democrazia ad un corso serale organizzato da Truman.

    “Di certo la Costituzione Mac Arthur ha fatto del Giappone la migliore democrazia asiatica ad oggi, altro che scemenze sul potere dell’Imperatore (che se gli americani lo rimuovevano adesso qualcuno lamentava lo stupro di una tradizione millenaria che neanche i militari fascisti avevano osato toccare).”

    Puoi girarla e rigirarla come ti pare, ma sta di fatto che il suffragio universale non è stato introdotto dagli Americani. Inoltre, fai l’errore di confondere l’organizzazione interna di un paese con il suo comportamento internazionale. Sembri ritenere, molto ingenuamente, che una democrazia non possa aggredire altri paesi e compiere massacri. E’ palesemente falso. Israele, stato democratico, nel 1982 invase il Libano, massacrando allegramente 15.000 civili (è notissima la strage si Sabra e Shatila).

    “altro che scemenze sul potere dell’Imperatore (che se gli americani lo rimuovevano adesso qualcuno lamentava lo stupro di una tradizione millenaria che neanche i militari fascisti avevano osato toccare).”

    Forse. Ma ritieni democratico sopprimere un film solo perchè critica l’imperatore? Gradirei una risposta.

    “Sul Cile, la storia è nota. Se la rimozione di Allende e il susseguente regime di Pinochet siano stati moralmente accettabili o se sarebbe stato meglio lasciar stare, credo spetti ai cileni dirlo.”

    Sono allibito. Arrivi a mettere in dubbio il carattere nefasto della dittatura di Pinochet. Se questo è il tuo senso della democrazia, capisco perfettamente il tuo appoggio alla causa bushiana.

    “Faccio incidentalmente notare che Pinochet si è ritirato dal potere in seguito ad un voto contro di lui del popolo cileno, che lui stesso aveva permesso. Non male per un dittatore fascistoide.”

    Ometto ogni commento per non essere sgarbato.

    Filippo

  64. talib scrive:

    Questo post di là da Andrea mi pare consono alla discussione

    http://antiamericanista.splinder.com/post/6317630

  65. utente anonimo scrive:

    p

  66. utente anonimo scrive:

    Una lettera veramente esauriente.

    Aurora.

  67. utente anonimo scrive:

    Oh pardon, il “p” era per provare se funzionava tutto correttamente, scusate tanto!

  68. utente anonimo scrive:

    Filippo, invece di non essere sgarbato, perchè non provi a dire qualcosa?

    Giusto per farti stare peggio, ti ricordo che il “modello Pinochet”, dittatura politica e riforme liberiste come premessa al passaggio ad una democrazia matura, è stato preso sul serio da molti studiosi. Forse si sbagliavano, forse erano tutti fascisti.

    Più cose so su Allende, più mi viene il dubbio se Pinochet non abbia fatto bene (dubbio, ti ripeto). Fatto salvo il sadismo inutile della sua dittatura ma dovrei scontare l’effetto propaganda delle denunce (tu stesso porte a 15.000 i morti di Sabra e Chatila e li attribuisci direttamente a Israele).

  69. utente anonimo scrive:

    Scusate, commento troncato brutalmente dall’arrivo del capo.

    Volevo precisare: il contributo palese degli americani alla storia democratica di Germania ed Italia è stato di permettere la durata delle istituzioni democratiche, impedendo che forze autoritarie le rovesciassero, di nuovo.

    Per il Giappone attendo lumi.

    Francesco

  70. utente anonimo scrive:

    “Giusto per farti stare peggio, ti ricordo che il “modello Pinochet”, dittatura politica e riforme liberiste come premessa al passaggio ad una democrazia matura, è stato preso sul serio da molti studiosi. Forse si sbagliavano, forse erano tutti fascisti.”

    Sono allibito. Se non riusciamo neanche ad ammettere serenamente che Pinochet è stato un dittatore sanguinario? Come è possibile riempirsi la bocca con parole come “democrazia” e “libertà” e poi avere anche solo un “dubbio” su Pinochet? Informati presso Amnesty International, invece di avere “dubbi”.

    Filippo

  71. utente anonimo scrive:

    Pinochet è stato un dittatore brutale e sanguinario.

    Francesco

    PS il brutto della Storia è che ho il dubbio che sia stato la cosa “meno peggio” per il Cile. Ma adesso basta: mi rifiuto di passare per un nostalgico pinochettista, a me non frega niente in fondo, non è di lui che mi interessa.

  72. utente anonimo scrive:

    >Potremmo anche usare un altro esempio.

    Non so, un alleato che durante la prima guerra mondiale viene paracadutato in Germania con lo scopo di uccidere Hitler.

    Quest’uomo sa che lo vogliono uccidere, e che sono capaci di usare tutti i mezzi a disposizione.

    Anzi, sono particolarmente feroci e sanguinari, non hanno scrupoli.

    SA di essere un possibile bersaglio ambulante.

    Ciò nonostante, mentre è in viaggio, si accoda a dei bambini,tanti bambini , anzi li attira.

    Come lo giudicheresti, tu?

    Per me ugualmente colpevole di chi metterebe la bomba , e non mi interessa sapere quanta percentuale di colpa avrebbe.

    Non siamo in tribunale.

    MJ <
    Meno male che non volevi giocare al mio gioco, Maria Josè:-). E meno male che non siamo in tribunale ma ciononostante dobbiamo giudicare un improbabile candidato attentatore dalle tendenze vagamente pedofile:-) paracadutato nella Germania di Hitler:-). Beh, te lo dico io l’esempio da fare, invece. Avresti avuto il coraggio di sputare in faccia a Falcone, Borsellino e altri poi fatti saltare in aria dalla criminalità organizzata, se si fossero fermati ad aiutare dei bambini? Non credo proprio. Ecco, lo stesso vale per i soldati occidentali in Iraq.

    Ciao

    Ritvan

  73. utente anonimo scrive:

    Ah, Maria Josè, dimenticavo, la ragione per cui giudicavo improbabile il paracadutista è che durante la PRIMA guerra mondiale Hitler era un semplice caporale:-)

    Ciao

    Ritvan

  74. utente anonimo scrive:

    >Ritvan: non c’è bisogno di riparlare, basta che mi dai il link dell’eventuale post/commento in cui ne hai parlato visto che di blog tuoi non ne vedo.

    Grazie

    Mnz86< Scusa il ritardo, caro Mnz86, mi era sfuggito il tuo messaggio. Anche se purtroppo non saprei come aiutarti a trovare quel post e forse non ce n’è nemmeno bisogno. Non è che al tempo dicevo granché. Mi pare di aver detto solo che la mia coscienza di appasionato di storia si rifiutava di compulsare le cervellotiche ipotesi di uno che sosteneva – come da sito “luogocomune”, se nel frattempo qualcuno non li ha avvisati e hanno corretto la castroneria:-) – che i giapponesi nell’attacco a Pearl Harbor hanno usato i piloti kamikaze. Niente di più.
    Ciao

    Ritvan

  75. utente anonimo scrive:

    >Adesso proviamo a forzare (?) un concetto espresso da te, Ritvan.

    Tu scrivi: “……cercano di insegnare agli irakeni che forse c’è anche un altro metodo per arrivare al governo, oltre quello usato a suo tempo dal folle e sanguinario Saddam e dai suoi epigoni presenti e passati in Iraq e un po’ dappertutto nel mondo”. Il soggetto era :”gli eserciti occupanti”.

    Alla base della tua affermazione esiste un concetto non espresso ma chiarissimo (sto usando le tue stesse parole) ovvero che le torture degli iracheni o le morti da fosforo bianco sono giuste se attraverso esse si vuole insegnare che ciò che faceva il folle e sanguinario Saddam era grave…..(e lo era).

    Un paradosso. Non ti pare?

    Era ciò che volevi dire?

    Non mi scandalizzerei. Non preoccuparti.

    Affermazioni simili le ho sentite fare a molti……magari con buone intenzioni, che però, nella migliore delle ipotesi, vivono la guerra così come si vive una battaglia a Risiko…

    Cocco<
    Non intendo certo stracciarmi le vesti e lanciare acuti lamenti :-)perché hai frainteso e malinterpretato la mia affermazione. Se tu avessi letto gli altri miei post, ti saresti accorta che giudicavo INACCETTABILI senza “se” e senza “ma” sia le torture che l’uso di armi proibite da convenzioni internazionali. Quello che ti dicono gli altri (Teodori compreso) non m’interessa. Il senso della mia frase era che le truppe d’occupazione DEVONO restare in Iraq finché gli iracheni impareranno che il modo “giusto” per andare al potere è quello attraverso il voto libero e non quello attraverso il kalashnikov, come fece Saddam e come sembrano voler fare i “resistenti”, con la scusa della “liberazione nazionale”.

    Spero di essere stato chiaro.

    Ritvan

  76. utente anonimo scrive:

    Ritvan, ti prego!

    Mi ero appena compiaciuta per alcune cose che hai scritto sull’articolo di Farina e tu mi spunti qui con una replica permalosa 🙂 a un vecchio post che avevo scritto il 15 novembre scorso (ho controllato) alla quale avevo rinunciato da tempo.

    E mi dici che non ti straccerai le vesti….ecc. dopo aver trascritto in un virgolettato confuso ciò che scrivevo io e che conteneva parte di ciò che scrivevi tu.

    Ma chi vuoi che capisca oltre a te e a me?

    Vabbe’! Facciamo finta di essere qui noi due (che poi ci siamo quasi :-)).

    Ti rispondo.

    Intanto con il mio post volevo evidenziare come sia facile superinterpretare i concetti espressi dagli altri (Lo faccio anch’io, mio malgrado. Ben inteso!), e dicevo che, secondo me, avevi forzato un concetto espresso da Filippo.

    Aggiungevo:

    >Adesso proviamo a forzare (?) un concetto espresso da te, Ritvan.< “Forzare” nel senso di “andare oltre”.
    Seguiva un punto interrogativo racchiuso in parentesi. Si vede il (?)?

    Provavo quindi ad andare oltre le affermazioni dello scrivente (che eri tu).

    E’ vero che scrivo raramente, però leggo sempre e con attenzione.

    Avevo quindi avuto modo di capire che non sei a favore delle torture né esplicitamente né reconditamente.

    E meno male! Conoscendomi, non credo che sarei riuscita a rivolgerti la parola se avessi avuto un dubbio simile. Sarà un mio limite ma è così.

    Ciononostante non sono d’accordo con te sul fatto, che ribadisci anche nel post a cui sto rispondendo, che le truppe di occupazione debbano rimanere in Iraq fino a quando gli Iracheni non avranno imparato che il modo giusto per andare al potere è attraverso il voto libero.

    Primo perché gli occupanti non sono lì per insegnare questo.

    Secondo perché anche ammesso che lo fossero, non si insegna a non usare il kalashnikof (ma non erano coltelli tagliagole?) col fosforo bianco e aggirando malamente le convenzioni internazionali sui diritti civili.

    Terzo perché non è voto “libero” quello limitato solo ad una parte della popolazione e che si esprime sotto minaccia da più parti.

    Ti riferivi al futuro? Non mi sembra un input questo; semmai è un grosso incentivo nella direzione opposta poiché la memoria dell’oppressione non si seda tanto facilmente.

    E se permetti, credo sia inevitabile a questo punto, che anche i perseguitati da Saddam REAGISCANO (sta per RESISTENZA che credo abbia la stessa radice etimologica di REAZIONE. A te il Paravia).

    So che molti non riescono a non essere manichei, per cui chi non reagisce è contro Saddam, chi lo fa è invece con lui. Il tutto come se il resto non esistesse.

    Ovvio che volta per volta la reazione è il risultato di un’azione e non viceversa.

    Terzo principio della dinamica, Ritvan.

    La reazione può essere contenuta solo da un’altra forza, se c’è, ed anche a quest’ultima corrisponderà una nuova reazione. Così ai tempi di Saddam, così oggi….che poi le forze di cui parliamo sono della stessa natura qualsiasi sia il mediatore.

    Perseguire la “liberazione nazionale” dall’occupante non mi sembra affatto una “scusa” quindi, anche se istintivamente non comprendo il concetto di patria, di stato, di confine. Me li impongo perché esistono.

    Non metto in dubbio che tra i resistenti ci siano sostenitori di Saddam di oggi e di ieri ma è impensabile che la Resistenza sia fatta solo da loro. Pensarlo significa non voler vedere tutto quello che è successo dall’inizio delle aggressioni (compresa l’altra guerra), e a tutti.

    C’è uno scarto moto forte, secondo me, tra le osservazioni fatte col giornale in mano ed il vissuto reale delle persone le quali non possono, in ogni caso, farsi una ragione della propria sofferenza.

    Ricordo una persona che all’inizio della guerra in Irak, e mentre io mi indignavo per le morti dei bombardamenti, mi disse – strumentalmente vabbe’!, ma facciamo finta di niente – che gli dispiaceva ma che era un prezzo che si doveva pagare per cacciare Saddam. Bene! Lo avrebbe detto anche se i figli morti fossero stati i suoi o avrebbe fatto di tutto per trovare un’altra strada?

    Ciao

    E non t’indispettire con me. Non ce n’è motivo.

    Cocco

  77. utente anonimo scrive:

    Mi ero appena compiaciuta per alcune cose che hai scritto sull’articolo di Farina<
    Scommetto che ti sei compiaciuta solo ed esclusivamente per le mie considerazioni sul’infondatezza del paragone con gli ayatollah e non per quelle sull’ignobile censura politica di matrice sovietica di Buttiglione:-).Eh, è il destino cinico e baro di nosotros liberali di essere amati solo a metà:-).

    >e tu mi spunti qui con una replica permalosa 🙂<
    Assolutamente no. Non avevo detto che non mi sarei stracciato le vesti? Meno permalosi di così!:-)

    >a un vecchio post che avevo scritto il 15 novembre scorso (ho controllato) alla quale avevo rinunciato da tempo.<
    Ma perché, i post hanno pure una data di scadenza, come il latte Nestlé?:-) :-).

    >E mi dici che non ti straccerai le vesti….ecc. dopo aver trascritto in un virgolettato confuso ciò che scrivevo io e che conteneva parte di ciò che scrivevi tu.

    Ma chi vuoi che capisca oltre a te e a me?<
    Ma perché qualcun altro oltre noi due dovrebbe essere costretto a capire?:-). Esiste anche la libertà di saltare i post, sai.

    >Vabbe’! Facciamo finta di essere qui noi due (che poi ci siamo quasi :-)). <
    Mah, non è detto, vista la “latitanza” di nuovi stimoli da parte di Miguel, temo che anche altri siano costretti a “ruminare” vecchi post:-)

    >Ti rispondo.

    Intanto con il mio post volevo evidenziare come sia facile superinterpretare i concetti espressi dagli altri (Lo faccio anch’io, mio malgrado. Ben inteso!), e dicevo che, secondo me, avevi forzato un concetto espresso da Filippo.<
    Alt! Al tempo! Non avevo “forzato un bel niente. Ho fatto solo un’operazione compiuta tempo fa da Dacia Valent nei confronti di un post violentemente antiislamico della Atzori. La Dacia nazionale – ovviamente senza dire che era un simile “calco” – aveva sostituito “musulmani” con “ebrei”, “Corano” con “Torah” e fatto altri piccolissimi aggiustamenti. L’effetto è stato esilarante e devastante allo stesso tempo. Molti benpensanti si sono scagliati contro di lei, accusandola di antisemitismo e minacciando denunce. Salvo poi chiederle umilmente scusa quando lei svelò “l’arcano”. Ecco, io ho fatto più o meno lo stesso con la seguente frase di Filippo nei miei confronti:

    “In verità alla base del tuo ragionamento esiste un concetto non espresso ma chiarissimo, ovvero che il mestiere di soldato è più onorevole e bello degli altri, con tutta la solita retorica militarista e patriottarda.”

    a cui io ho risposto con la frase da te citata, ma – diversamente da Dacia – avvertendo PRIMA che era un “calco” fatto sulla frase di Filippo. Chiaro ora?

    >Aggiungevo:

    Adesso proviamo a forzare (?) un concetto espresso da te, Ritvan.

    “Forzare” nel senso di “andare oltre”.

    Seguiva un punto interrogativo racchiuso in parentesi. Si vede il (?)?<
    Si, si vedeva. Ecco perché non mi sono stracciato le vesti:-).

    >Provavo quindi ad andare oltre le affermazioni dello scrivente (che eri tu).<
    Come “gettare il cuore oltre l’ostacolo”?:-)

    >E’ vero che scrivo raramente,<
    Insomma, mica tanto…:-)

    >però leggo sempre e con attenzione.

    Avevo quindi avuto modo di capire che non sei a favore delle torture né esplicitamente né reconditamente.

    E meno male! Conoscendomi, non credo che sarei riuscita a rivolgerti la parola se avessi avuto un dubbio simile. Sarà un mio limite ma è così.<
    Ooooh, finalmente, una cosa su cui siamo d’accordo!:-)

    >Ciononostante non sono d’accordo con te sul fatto, che ribadisci anche nel post a cui sto rispondendo, che le truppe di occupazione debbano rimanere in Iraq fino a quando gli Iracheni non avranno imparato che il modo giusto per andare al potere è attraverso il voto libero.<
    E ti pareva!:-)

    >Primo perché gli occupanti non sono lì per insegnare questo.<
    Questo te l’ha confidato all’orecchio personalmente Bush nella Sala Ovale?:-)

    >Secondo perché anche ammesso che lo fossero, non si insegna a non usare il kalashnikof (ma non erano coltelli tagliagole?)<
    No, no, quelli li usa Al Zarqawi, che come c’insegna Miguel, con la “resistenza verace” non ha nulla a che fare. I veri resistenti usano kalashnikov e tritolo e ogni tanto qualche razzo. Non so se si facciano prestare ogni tanto un kamikaze cervellolavato da Al Zarqawi, però (come presumibilmente a Nassiryia) oppure semplicemente gli “subappaltino” qualche lavoretto, come i massacri nelle moschee sciite. Mah, forse la verità si saprà dopo 20 anni. Come al solito…

    > col fosforo bianco e aggirando malamente le convenzioni internazionali sui diritti civili.<
    Nessuno è perfetto. La stessa democrazia è essa stessa imperfetta per definizione.

    >Terzo perché non è voto “libero” quello limitato solo ad una parte della popolazione<
    Sì, è liberissimo, se quella “parte” decide autonomamente di boicottare il voto. Come fecero moltissimi sunniti in Iraq. E di cui pare si siano pentiti e alle prossime consultazioni elettorali hanno annunciato che andranno a votare in massa. Come vedi, la perseveranza (dei kattivi amerikani) paga.

    > e che si esprime sotto minaccia da più parti.<
    Beh, a me francamente risulta che gli unici minacciati siano stati gli sciiti che hanno votato, accusati di “collaborazionismo” e anche fatti saltare in aria nei bazar e nelle moschee. Non mi risulta che qualcuno abbia minacciato i sunniti che non hanno votato.

    >Ti riferivi al futuro? Non mi sembra un input questo; semmai è un grosso incentivo nella direzione opposta poiché la memoria dell’oppressione non si seda tanto facilmente.<
    Si, mi riferivo al futuro. La storia dell’Iraq non finisce nel 2005 0 nel 2006. La “memoria dell’ oppressione” che la conservino quanto gli pare. Basta che si diano delle regole democratiche e le rispettino. Altrimenti l’ “oppressione” potrebbe ritornare per la terza volta. A volte ritornano:-). Del resto, così hanno fatto i giapponesi: continuano a mantenere viva (con relative lagne sull’atomica ecc.) la “memoria dell’oppresione” amerikana, ma intanto sono diventati un popolo pacifico, prospero e con istituzioni democratiche esemplari. Grazie ANCHE ai perfidi “okkupatori amerikani” .

    >E se permetticredo sia inevitabile a questo punto, che anche i perseguitati da Saddam REAGISCANO (sta per RESISTENZA che credo abbia la stessa radice etimologica di REAZIONE. A te il Paravia).<
    Perfettamente d’accordo. I perseguitati da Saddam, infatti, stanno (quasi) tutti dalla parte degli amerikani.

    >So che molti non riescono a non essere manichei, per cui chi non reagisce è contro Saddam, chi lo fa è invece con lui. Il tutto come se il resto non esistesse.

    Ovvio che volta per volta la reazione è il risultato di un’azione e non viceversa.

    Terzo principio della dinamica, Ritvan.<
    Si, cara, ma tu dimentichi che spesso e volentieri quella che a te appare come “L’AZIONE” scatenante la catena, non è altro che una REAZIONE ad un’azione precedente che tu fai finta di ignorare:-).

    >La reazione può essere contenuta solo da un’altra forza, se c’è, ed anche a quest’ultima corrisponderà una nuova reazione. Così ai tempi di Saddam, così oggi….che poi le forze di cui parliamo sono della stessa natura qualsiasi sia il mediatore.<
    Appunto, finché qualcuno con del sale in zucca si accorgerà che la “catena” va spezzata. E lo deve fare chi ha più da perdere, ossia il più debole, ossia i “resistenti”. Dalle mie parti si dice “Non si può pretendere di abbattere un muro a testate”. Quarto principio della meccanica albanese:-).

    >Perseguire la “liberazione nazionale” dall’occupante non mi sembra affatto una “scusa” quindi, anche se istintivamente non comprendo il concetto di patria, di stato, di confine. Me li impongo perché esistono.<
    Nessuno sta tentando di rubare pezzi della patria agli iracheni. E’ solo ed esclusivamente che certe tribù non si rassegnano a perdere quel dominio incontrastato sugli altri di cui godevano ai tempi di Saddam. Si dovrebbero rassegnare a condividere il potere con gli altri, che sono iracheni come loro. Questa è la democrazia.

    >Non metto in dubbio che tra i resistenti ci siano sostenitori di Saddam di oggi e di ieri ma è impensabile che la Resistenza sia fatta solo da loro.<
    No, non solo da loro. Ma pare siano loro che la comandino. Come la Gloriosa Resistenza Antifascista albanese del tempo che fu non la fecero i comunisti. Nel 1942 erano appena 200, su oltre 10 000 partigiani. Ma erano i comunisti che la comandavano. Col bel risultato che s’è visto nel dopoguerra e oltre, fino ai gommoni che vi hanno “invaso” negli anni ’90, voi beati e felici italici, a cui QUALCUNO pare abbia impedito a suo tempo che la “Resistenza” finisse come quella albanese. Dite almeno un sommesso grazie a quel QUALCUNO!

    > Pensarlo significa non voler vedere tutto quello che è successo dall’inizio delle aggressioni (compresa l’altra guerra), e a tutti.<
    Che vuol dire con “altra guerra”, forse che nella resistenza irachena c’è anche qualcuno arruolato solo per il semplice motivo che gli manca il Kuwait?:-). Sarebbe peggiore perfino dei saddamiti!

    >C’è uno scarto moto forte, secondo me, tra le osservazioni fatte col giornale in mano ed il vissuto reale delle persone le quali non possono, in ogni caso, farsi una ragione della propria sofferenza.<
    Invece bisogna farsela. Vedi sopra il quarto principio della meccanica albanese:-).

    >Ricordo una persona che all’inizio della guerra in Irak, e mentre io mi indignavo per le morti dei bombardamenti, mi disse – strumentalmente vabbe’!, ma facciamo finta di niente – che gli dispiaceva ma che era un prezzo che si doveva pagare per cacciare Saddam. Bene! Lo avrebbe detto anche se i figli morti fossero stati i suoi o avrebbe fatto di tutto per trovare un’altra strada?<
    Mmmm….il tuo raginamento mi ricorda quella battutta vagamente razzistoide che circola negli USA:”Un progressista è solo un inconsapevole conservatore a cui un negro non ha ancora violentato l’ unica figlia”:-). Ma perché la vuoi sempre buttare sul personale? E’ lapalissiano che la guerra, ogni guerra, farà inevitabilmente dei morti fra i militari di ambo le parti e, purtroppo, anche fra i civili. Con Saddam s’è tentato di tutto, gli è stata offerta anche la strada battutta da molti tirannelli africani, ossia l’esilio dorato con tutti i miliardi di dollari che s’era intascato alla faccia dell’embargo, ma lui nulla, continuava a brandire il kalashnikov e fare l’eroe del c..zo. Ebbene, visto e considerato quanto sopra, quei morti civili dovrebbero pesare di più sulla coscienza (ammesso che ce n’abbia una) di Saddam, piuttosto che su quella degli amerikani.

    >Ciao

    E non t’indispettire con me. Non ce n’è motivo.

    Cocco<
    E chi s’indispettisce, anzi è un piacere!

    Ciao

    Ritvan

  78. utente anonimo scrive:

    >Mah, non è detto, vista la “latitanza” di nuovi stimoli da parte di Miguel, temo che anche altri siano costretti a “ruminare” vecchi post:-) < Ci sono tante altre cose interessanti da fare, Ritvan. Che ne so, curare i gatti inesistenti, cercare di capire quello che scrivono gli altri, non voler sempre avere ragione…:-) Ale ficcanaso

  79. utente anonimo scrive:

    Ritvan, per colpa tua ho battuto il mio record di lettura di post chilometrici …

    Comunque mi trovo di nuovo d’accordo con te.

    Che fine ha fatto Miguel? E’ partito per il Texas ad organizzare la resistenza contro l’annessione militare agli Stati Uniti? Perchè se giochiamo alla catena azione-reazione possiamo facilmente arrivare fin lì (e anche oltre).

    Per essere in (quasi) totale disaccordo con lui sul punto di partenza dell’analisi, il fatto di rispettare regole di ragionamento e di buona educazione fa di questo blog un posto eccezionale. Mi obbliga pure a rivedere le mie posizioni ogni volta.

    Mi manca, insomma.

    Francesco

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