Fantasie psichedeliche

Come potete vedere, Libero è un grande ispiratore di post.

Ma riassumiamo prima di tutto il quadro.

Ci sono alcune persone che si accaniscono da anni a violare la legge, istigando all’odio contro il grande capro espiatorio del nostro paese, le persone di origine islamica. E’ il caso, in particolare, di quello che abbiamo chiamato il Pentacolo dell’Odio, che riunisce alcuni elementi del Corriere della Sera con un sottobosco di quattro quotidiani, Libero, Il Riformista, La Padania e L’Opinione.

Ripetere, dicevano i latini, giova. Ricordiamo, quindi un singolo caso, su migliaia e migliaia. Oriana Fallaci ha scritto, nero su bianco, che aveva intenzione di bruciare vivi dei pacifici somali a Firenze. Questa dichiarazione è stata pubblicata con compiacimento sul principale quotidiano italiano. E non è mai stata fatta oggetto, che io sappia, di denuncia da parte di alcun partito politico o organizzazione italiana, di quelle tradizionali.

Questo clima di incessante minaccia è accompagnata dalle calunnie più incredibili. Ricordiamo ad esempio il gruppo di operai nordafricani che ebbe la sciagurata idea di integrarsi nella “nostra cultura” andando a visitare la basilica di San Petronio a Bologna, e vennero immediatamente arrestati e bersagliati sulla stampa come “terroristi”.

Visto che nessuno si è mai mosso, un gruppo di musulmani – peraltro molto laici – si è organizzato nell’Islamic Anti-Defamation League per cercare di arginare la mentalità da pogrom che si diffonde. L’IADL lo fa, ricorrendo ai tribunali, visto che la legge italiana non permette l’istigazione a delinquere, la discriminazione su basi etniche, religiose o razziali, la diffamazione e la calunnia.

Ora, il fatto che anche il più debole possa ricorrere ai tribunali ha scatenato un’ondata di isterismo che ci dà un’idea del livello mentale del ceto politico di questo paese. Vi presento qui un articolo di tale Barbara Romano, uscito oggi su Libero. E’ veramente interessante vedere come reagisce certa gente di fronte all’idea inammissibile che la legge possa essere uguale per tutti.

Trovo fantastico il discorso di Gustavo Selva, che chiede “leggi più severe”. Siccome la colpa dell’Islamic Anti-Defamation League consiste esclusivamente nel ricorrere alle leggi, i casi sono due. O Gustavo Selva è un amico dell’IADL e sta chiedendo leggi più severe contro il razzismo, l’istigazione a delinquere, la discriminazione, la diffamazione e la calunnia, oppure sta chiedendo leggi che vietino di applicare la legge.

Queste dichiarazioni ci offrono spunti interessanti anche dal punto di vista psichiatrico.

Ad esempio, il fatto è che un gruppo di cittadini italiani ha registrato un’associazione italiana, con la finalità di ricorrere alle leggi italiane. Ma ecco come questo fatto si trasforma nella psichedelica fantasia dello stesso Gustavo Selva:

“Bisognerebbe non far entrare in Italia questa gente che va nelle moschee a predicare la difesa del terrorismo in nome di Allah.”

L’incredibile Gustavo Selva borbotta poi qualcosa di incomprensibile a proposito di “gente espulsa dagli Stati Uniti“. Non sono al corrente di alcun avvocato dell’IADL (che, essendo avvocato nel nostro paese, è ovviamente anche cittadino italiano) “espulso dagli Stati Uniti”.

Ma Maurizio Gasparri, li supera tutti: “Bisogna cacciare dall’Italia chiunque faccia affermazioni incompatibili con le nostre norme“.

Eh no. Oriana Fallaci deve sempre poter ritornare in Italia. Se non altro per il processo che la attende.

«Leggi più severe contro la polizia del pensiero di Allah»

ROMA La Cdl invoca l’intervento del Viminale contro la Islamic anti-defamation league. «Ci manca solo una polizia del pensiero in nome del fondamentalismo islamico», sbotta l’europarlamentare leghista Mario Borghezio, che annuncia un’interrogazione parlamentare per sollecitare l’intervento della Commissione europea. «Qui servono leggi più severe», reclama il presidente della commissione Esteri della Camera, Gustavo Selva di An, che suggerisce «di inserire nel pacchetto Pisanu misure precise contro queste associazioni che lanciano minacce di morte on line». Dal centrodestra si levano numerose voci in difesa degli scrittori, bloggers e giornalisti colpiti dalle fatwa della Iadl. Ma dal Viminale, il sottosegretario Alfredo Mantovano di An fa sapere: «Il caso è all’attenzione delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria, l’ultimo decreto varato in Parlamento contiene già gli strumenti per far fronte a queste minacce».

Fatto sta che tra i politici cresce l’indignazione. C’è addirittura chi, come il capo dei senatori leghisti, Ettore Pirovano, suggerisce di «togliere la scorta a qualche presidente o vicepresidente di commissione per proteggere invece chi ha il coraggio di dire le cose come stanno». Le lettere intimidatorie, per Pirovano, «sono il segno che l’Islam moderato bisogna andare a cercarlo col lanternino».

Ma il problema sta a monte, secondo Selva: «Bisognerebbe non far entrare in Italia questa gente che va nelle moschee a predicare la difesa del terrorismo in nome di Allah». E prende a esempio gli Usa: «Loro li hanno espulsi, perché dobbiamo accoglierli noi?». È quello che si chiede anche Gasparri: «Bisogna cacciare dall’Italia chiunque faccia affermazioni incompatibili con le nostre norme. Se qualcuno si sente autorizzato in Italia a lanciare simili minacce, vuol dire che ancora non c’è una risposta abbastanza forte in termini di espulsione», secondo l’ex ministro delle Comunicazioni, che invita il Viminale a «monitorare a tappeto la rete». Si associa Borghezio: «Pisanu deve accentuare l’attenzione su tali fenomeni, perché queste associazioni di solito rimandano ad ambienti strettamente connessi ai guerriglieri di Allah, perciò non vanno presi sottogamba».

«Nessuno sottovaluta la situazione», tiene a precisare dal Viminale il sottosegretario Mantovano, «queste cose non si scoprono da adesso, ma la possibilità d’intervento non è facile», aggiunge, «perché intimidazioni di questo tipo si inseriscono in un quadro più ampio e agire subito contro un singolo caso rischia di compromettere tutto il piano di lotta al terrorismo. Perciò», sottolinea, «bisogna agire con cautela». Ad ogni modo, il pacchetto Pisanu «contiene già norme ad hoc per fronteggiare il problema», assicura Mantovano.

Si riferisce, spiega, a «una diversa e più precisa configurazione dell’associazione terroristica internazionale, nuove tipologie di reato e misure di espulsione più facile, non solo per gli esecutori o i mandanti di attentati, ma anche per chi svolge attività di agevolazione del terrorismo».

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13 risposte a Fantasie psichedeliche

  1. Leppie scrive:

    Ciao, visto che sono tra le persone che hanno messo il banner sulla libertà d’espressione a Chianciano, vorrei sapere cosa ne pensi della lettera inviata dalla IADL ad Aldo Torchiaro, ed in particolare della frase finale:

    «Naturalmente, come è nello spirito della nostra piccola organizzazione, la Islamic Anti-Defamation League, la esortiamo a continuare nei suoi divertenti elzeviri. Da oggi può contarci tra i suoi lettori abituali, considerato che siamo sia per la libertà di espressione sia per la politica della lunga corda. Scelga lei quella che preferisce.».

    Ciao

    Leppie

  2. GMariniello scrive:

    Intanto salutiamo Bouriqi Bouchta che è in viaggio verso il Marocco… GM

  3. utente anonimo scrive:

    Sarebbe ora che qualche parlamentare prendesse la parola a difesa di queste iniziative contro il nuovo razzismo anti-islamico.

    Qualcuno se n’è accorto, in seno alla cosiddetta sinistra? Da girare all’Unione, magari…

  4. utente anonimo scrive:

    Leppie, mi sa che Miguel sia in altre faccende affaccendato e tardi a rispondere. Nel frattempo, se non ti dispiace la mia opinione, eccola:

    L’ultima frase dell’IADL a Torchiaro, ossia “Scelga lei quella che preferisce” mi sembra un luminoso esempio di tolleranza democratica. Infatti, qualsiasi cosa voglia significare metaforicamente “politica della lunga corda” (francamente non lo so, non sono un politico, io) basta che il Torchiaro dica che sceglie di preferire la “libertà di parola” e si è tutti felici e contenti. Ma attenzione, “libertà di parola” nel rispetto della legge sulla diffamazione, ovviamente!

    Ciao

    Ritvan

  5. utente anonimo scrive:

    Per Leppie

    La frase sulla “lunga corda” non è in effetti molto chiara.

    Comunque mi sembra ovvio che significa che l’IADL approva la libera espressione, ma è pronta a intervenire legalmente nel caso di clamorose menzogne e diffamazioni.

    Come quando un giornalista, ad esempio, dice che si “comprano berette nostrane” con una colletta che la magistratura ha riconosciuto essere perfettamente legale.

    Gente così merita il massimo della pena prevista dalla legge per diffamazione o calunnia, non ti sembra?

    Ma noto che Torchiaro su questo tace.

    Miguel Martinez

  6. Leppie scrive:

    No, non mi sembra che meriti censura, e soprattutto l’intervento delle magistratura.

    Ritvan, no. Non va bene qualunque cosa voglia dire “la politica della lunga corda”.

    Se vuol dire che oltre un certo limite di diffamazione si fa intervenire la legge, è un conto.

    Se invece è una minaccia d’altro tipo, anche solo metaforica, allora è diverso.

  7. utente anonimo scrive:

    Appunto, Leppie. Siccome nessuno pare sappia quale sia il significato della “lunga corda” e, siccome nella giurisprudenza occidentale vige il principio che la buona fede e l’innocenza è sempre presunta, qualsiasi spiegazione dia l’ IADL sul significato della frase andrà bene per il giudice. Casomai, starà al Torchiaro (o a chi per lui) trovare LE PROVE che quella frase significa inequivocabilmente “ti impiccheremo ad una corda lunga” (che poi, perché lunga? si soffre forse di più:-) oppure la Sharia prescrive una corda di particolare lunghezza per gli “infedeli”:-) ). Ovviamente, qualora il Parlamento non modifichi nel frattempo tali principi della giurisprudenza occidentale, con la scusa della “lotta al terrorismo internazionale”. Capito mi hai?:-)

    Ritvan

  8. Leppie scrive:

    Dipende. Se parli giuridicamente, il diritto alla buona fede c’è.

    Ma io eviterei comunque di scrivere delle frasi evidentemente ambigue.

    Questione di stile, probabilmente.

  9. utente anonimo scrive:

    Stavolta concordo.

    Ritvan

  10. utente anonimo scrive:

    Concordo con Leppie. O concorderei, se vivessimo in un mondo normale.

    Ma appena fuori dal mondo che noi vediamo, e dove giustamente ci offendiamo se avvengono piccole prepotenze, c’è un altro mondo.

    Una delle prime volte che l’ho capito, era quando un operaio Rom a Bergamo mi ha detto che era dovuto andare in Montenegro per riconoscere tutta la sua famiglia, morta annegata in una barca che portava i profughi – certo illegali – in Italia dal Kosovo, dove avevano bruciato le loro case.

    O se pensiamo a gente deportata alle 4 di mattina per essere torturata, alle centinaia di migliaia di persone di New Orleans la cui vita è stata distrutta dal neoliberismo prima ancora che dal diluvio, a una città come Falluja rasa al suolo, al rapimento compiuto sul suolo italiano da agenti americani, a gente picchiata a morte a Bagram o ad Abu Ghraib.

    Sono immagini sparsi del mondo di cui gli Aldo Torchiaro sono apologeti dichiarati.

    Io non avrei scritto quella frase. Ma capisco perfettamente chi lo ha fatto.

    Miguel Martinez

  11. utente anonimo scrive:

    Questione di stile, Lappie, hai detto bene. E , mi pare, hai anche taciuto bene. Sempre questione di stile.

    Aurora.

  12. Leppie scrive:

    Ecco… visto che mi suonava strana? Comunque ho un mezzo pollo da condividere, per chi volesse…

  13. utente anonimo scrive:

    Mi scuso con Leppie per lo svicolamento, non potevo rivelare ancora il pieno senso della frase…

    :-))

    Miguel Martinez

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